Right Back When We Started From

Riassunto Mega-Quest

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    Amaterasu Chernobog Oberon Pan


    Dei diversi campi base Gea stanziati per la protezione della California, quello di Sacramento è il primo a cadere sotto un attacco portato con una tale rapidità e precisione da non lasciare nemmeno il tempo di avvisare gli altri del pericolo. Più a nord, i soldati stanziati a Colusa avvertono uno strano cambiamento nell’aria e provano ad accertarsi di problemi in arrivo contattando gli altri campi, ma vengono annientati con la stessa brutalità che non lascia né superstiti né allarmi. La strage si ripete ancora più a nord, a Red Bluff, dove l’Eletto dell’Alloro riesce a mettere in salvo la propria figlia spingendola in un varco per Agartha prima di soccombere alla mattanza. Queste stragi non passano inosservate ai sensi dei quattro Araldi risvegliatisi che percepiscono il pericolo in California prima ancora di venire informati della mancata risposta dei tre campi base.

    La figlia in lacrime dell’Eletto dell’Alloro, vanamente consolata da sua madre, giunge alla Corte delle Membra, il palazzo di Pan, e il suo lamento attira in quel luogo ogni Araldo che reagisce a suo modo alla notizia. Mentre Amaterasu cerca con affetto di calmare la piangente e Chernobog e Oberon di recuperare da lei informazioni su quanto avvenuto, Pan è già pronto a partire per l’America carico di vendetta. Solo il senno instillatogli dai suoi consiglieri gli impedisce di andare da solo per quella missione suicida. Gli Araldi quindi si riuniscono per decidere come agire. Pan propone di mobilitare ogni forza navale in loro possesso e prendere le isole di Santa Barbara come campo base per le operazioni, idea con la quale Chernobog non concorda essendo quelle isole troppo a sud rispetto ai luoghi attaccati. Il piano poi attuato consiste nel dividere i loro eserciti in due gruppi per cercare di chiudere il nemico in una morsa, ma al contempo, come suggerito da Oberon, di preparare ciascuna delle armate in modo da essere protetti da ogni fonte di danno, che sia fisico, mentale o spirituale, di cui il nemico possa essere dotato. Questo avrebbe consentito loro di indagare in sicurezza sulla lordura spirituale che avvolgeva il posto. Amaterasu è l’ultimo a parlare ricordando ai suoi compagni come la Corruzione non agisca da sola e che in America, come già successo in Giappone e in Australia, li può attendere una trappola. Questo non li avrebbe però fermati dal partire, anzi, gli eserciti di tutti e cinque gli Araldi sono già dispiegati, ansiosi di riprendersi quel centimetro di terra che la Corruzione ha sottratto loro.

    Una volta attraversati i portali di api si accorgono che qualcosa ha deviato il loro viaggio collocandoli non troppo distante dalla loro effettiva destinazione, ma più a ovest; inoltre i due eserciti si trovano reciprocamente più vicini di quanto programmato. Dopo un attimo di calma apparente si trovano a dover affrontare una foresta di gigantesche mani nere lunga chilometri dai cui palmi vengono rigettati esseri simili ad insetti in varie fasi di crescita. L’esercito di mosche e larve si abbatte per primo sugli Araldi dando loro il benvenuto in quella terra senza inizio né fine, né vita né morte. Gli Araldi passano oltre la carne da cannone dirigendosi contro gli alberi di mani. I loro movimenti fisici e i loro poteri però non sono precisi, come se fossero deviati da interferenze dimensionali che proteggono il muro di alberi-mano, capace anche di ridirigere gli attacchi degli Araldi contro loro stessi. Il combattimento infuria sempre più finché in qualche modo l’equilibrio della Corruzione si spezza come uno specchio rivelando la vera distorsione spaziale: quello che gli eserciti stavano affrontando non era un’immensa linea di Corruzione, ma una fortezza ad anello e gli eserciti di Gea erano in realtà tanto vicini da toccarsi l’un l’altro. La Corruzione si chiude in se stessa come un fiore che infine germoglia esplodendo in spore corrosive. Nel caos che ne consegue Amaterasu ricorda nuovamente quanto successo in Giappone notando una similitudine tra i due eventi.

    Molti uomini perdono la vita, soprattutto tra le schiere guidate da Pan, ma alla fine le forze congiunte riescono a prevalere sul fiore causandone la distruzione dopo un attimo di incertezza dimensionale. Gli Araldi scoprono di trovarsi esattamente sui resti di Sacramento e dove prima c’era in nucleo della Corruzione trovano un oggetto a forma di cupola, apparentemente impossibile da scalfire e persino da studiare con i cinque sensi. Percepiscono da esso qualcosa di estremamente familiare e completamente alieno allo stesso tempo tanto che i quattro re decidono di piantare campo proprio attorno a quel fiore, non senza aver preso precauzioni basate su ogni tipo di potere cosmico. Mentre i feriti vengono sanati, vengono fatti dei tentativi di studio dello strano artefatto e Amaterasu manda a chiamare i rinforzi e la Fondazione GRADO.

    Una giornata scorre tranquilla, con lievissimi movimenti della Corruzione, ma al calare del sole l’esercito di Ponto torna alla carica da est e allo stesso tempo l’artefatto, scoperto essere a forma di uovo, emana pulsazioni spirituali a cui solo Amaterasu e Chernobog possono resistere. Gli Araldi dell’Inizio e della Fine uniscono i loro poteri in un vortice per limitare l’espansione del presunto attacco dell’uovo, ma le sue fiamme spirituali divorano la gabbia, nutrendosi della sua forza, e infine strappano le anime dei due Araldi risucchiandole all’interno dell’artefatto stesso.
    D’altra parte gli eserciti riuniti sotto l’egida di Oberon e Pan si preparano ad affrontare un’enorme battaglia campale. La Corruzione però non è sola e da squarci dimensionali nel cielo emergono cinque servi del caos che coi loro poteri assorbono la prima ondata di attacchi.

    Da una base nascosta, la Fondazione GRADO sta monitorando i movimenti delle forze coinvolte. Avendo armato cinque squadre, hanno atteso fino all’ultimo sperando di non dover entrare in campo, ma gli ultimi avvenimenti obbligano le alte sfere ad ordinare l’intervento immediato.

    Amaterasu Chernobog


    Amaterasu e Chernobog si ritrovano in forma spirituale all’interno dell’artefatto che si rivela essere un costrutto di Gea sia nel cosmo che emana che nelle fattezze simili ad elementi arborei naturali. Presente con loro però c’è anche una figura completamente opposta al Codice della Madre che i due Araldi identificano come un Caduto. Questi si lancia all’attacco accusando gli altri due di essersi intromessi nella sua missione. Il suo potere supera in larga parte quello dei due Araldi che non si danno per vinti facilmente poiché combattono su un terreno a loro favorevole, che sta lentamente danneggiando l’essenza del Caduto. Questi blatera con la sua padrona inaudibile riguardo ad un sigillo non ancora spezzato.

    La sua attenzione è diretta solo parzialmente agli Araldi che cercano di fermarlo, assorbita invece nel tentativo di interazione con l’artefatto, che avvizzisce e si ammala a contatto con poteri così contrari al suo stesso codice. Amaterasu comprende quindi il nesso con il Giappone: sta succedendo la stessa cosa. L’artefatto contiene qualcosa che il Caduto cerca disperatamente di ottenere sciogliendone i sigilli che lo proteggono tramite la propria forza e quella raccolta con le stragi compiute. Il compito degli Araldi è quindi di impedirglielo ad ogni costo. A pochissimi attimi dal disastro, i due Araldi lo indeboliscono abbastanza da permettere all'artefatto di reagire, polverizzando l’essere estraneo e vanificando la sua opera.

    Chernobog e Amaterasu hanno qualche istante per studiare l'artefatto a loro volta, al tempo stesso un complesso sigillo e una sorta di enorme riserva di energia, e decidono di reindirizzarne il potere a supporto dei loro alleati all’esterno ancora coinvolti nella loro battaglia campale trattenendo le anime dei morti e dei morenti per riportarli a nuova vita. Fatto ciò i due Araldi vengono espulsi dal semipiano spirituale e si ritrovano nei loro corpi, a poca distanza dall’artefatto che viene avvolto da un groviglio di radici e trascinato nel cuore della Terra.

    Oberon Pan Johanna Korin


    Circondato da Corrotti più piccoli, un'enorme creatura aracnide formata da mani e braccia avanza per la pianura desertica avvicinandosi sempre di più al campo base. Prima che i due eserciti possano collassare l’uno sull’altro, però, l'assalto viene interrotto dal tempestivo arrivo dall’esercito della Fondazione GRADO e dal nuovo Custode di Thule che si uniscono ai ranghi di Gea mentre altre due squadre si occupano della messa in sicurezza dell’area per evitare che nuovi Corrotti possano piombare loro addosso. Il montaggio di un perimetro di contenimento però non è un processo rapido, il che permette ad un nuovo Corrotto proveniente dall’oceano ad ovest di farsi strada sulla terraferma seguito a ruota dalla Primarca di Seadragon che gli stava dando la caccia.

    Oberon e Pan uniscono le forze con Johanna e Korin, riuscendo a eliminare dall’equazione i cinque cultisti che proteggono il mostro, ma anche senza l’aiuto del Caos la Corruzione è un male terribile e solo il diretto intervento di Nerthus, l’Araldo mancante, riesce a volgere lo scontro in favore degli eroi che riescono infine a vincere contro l’esercito corrotto.
    Nemmeno questo segna la fine della battaglia: Amaterasu e Chernobog tornano nel loro piano di esistenza, e con loro il Caduto da loro affrontato, che si veste del corpo del Corrotto appena faticosamente abbattuto.

    Nel mentre le anime strappate durante quest'ultimo scontro tornano ai corpi a cui appartengono, resuscitate dal potere dell’artefatto guidato dal volere degli Araldi dell'Inizio e della Fine.

    Amaterasu Chernobog Oberon Pan Johanna Korin


    La manipolazione dell’artefatto a opera di Amaterasu e Chernobog permette all'essenza di Nerthus di dispiegare ulteriore potere, concedendo ai guerrieri stanchi di recuperare le forze e potenziandoli per la battaglia a venire mentre le loro corazze vengono portate al loro massimo splendore grazie al Legno Sacro. L’Araldo mancante infine erige una barriera separando gli eserciti stanchi dai suoi sei campioni impegnati nello scontro decisivo con il Caduto. Quest'ultimo, vedendo fallito il suo precedente piano, decide di usare proprio i guerrieri presenti nell’arena come chiave per i suoi scopi.

    L’alleanza capisce troppo tardi quanto sia inutile attaccare il corpo del Caduto che si rigenera in continuazione mutando forma dopo ogni attacco. È Chernobog, con i suoi poteri extrasensoriali, ad avere l’intuizione di separare il Caduto dal corpo del gigantesco Corrotto: la battaglia nell'artefatto era terminata con la distruzione del corpo del Caduto, privandolo quindi della possibilità di manifestarsi nella Realtà senza che la sua essenza ne venga attaccata. Il corpo di cui il Caduto si veste è tossico per lui, ma è anche un’ottima protezione contro gli attacchi dell’alleanza. Riportata la strategia agli altri, Korin fa da tramite per i sigilli di Nerthus, che convogliano il potere di ogni Araldo e della Primarca nell’esorcismo che permette di separare il Caduto dal corpo Corrotto, esponendo così la sua anima a un maggiore contatto con la Realtà, rendendolo vulnerabile alla seguente manifestazione più pura del Lifestream convogliatogli addosso dai cosmi uniti di Amaterasu, Chernobog, Oberon e Nerthus.

    Quando il loro colpo si placa del Caduto non c’è più traccia, come del cadavere del Corrotto dissoltosi nell’aria.
    Dinnanzi a loro piuttosto avviene un nuovo prodigio: un albero enorme di una specie sconosciuta germoglia e cresce rapidamente, emanando un potere che isola l'area di Sacramento, ormai liberata, da quelle terre martoriate dalla Corruzione.

    Con il calare della sera il Bosco Sacro può riunirsi e piangere la scomparsa dei prodi soldati posti a difesa dei campi base e di tutti i caduti dello scontro di cui gran parte appartenevano ai ranghi del Rosso, ormai decimati.


    moyV1L1
    Riassunto a cura di Guardian Of the Sea e revisionato da Him3ros

     
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