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Quest Gea - Atto III

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    QUEST GEA

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    - HERE WE COME -

    I




    destruction leads to a very rough road
    but it also breeds creation




    Siete ancora in piedi, nonostante tutto.
    L'Inizio, la Fine, l'Equilibrio e la Forza.

    Avete fatto breccia nel tanfo che avvolge la California. Avete permesso l'impossibile. La Corte del Verde, insieme al resto dell'esercito, è appena stata restituita al Lifestream. Qualcosa aleggia su di essa, lo stesso vastissimo cosmo che impregna le radici. E più l'energia della Corruzione perde presa su quell'angolo di pianeta, più vi rendete conto di quella presenza. Non è qualcosa che possiate davvero vedere, ma la sentite distintamente.
    Ormai non avete più dubbi.
    Non siete più in quattro. Siete in cinque. I figli di Gea, i suoi Araldi, dopo secoli di nuovo insieme a difesa della Terra.

    Le radici vi abbracciano facendo scricchiolare le Darian danneggiate dall'opera nefasta del nemico. Vi ricoprono interamente, assottigliandosi e facendosi scaglie, giunzioni e piastre di legno durissimo. Legno di ogni tipo, dal bianco, al brunito e rossastro. Legni diversi che si intrecciano in intarsi naturali, tanto densi e plasmati con una tale maestria da sembrare opera di un tagliatore di gemme. Un solo disegno, complesso e perfettamente simmetrico, collega ogni sezione risplendendo di oro puro.
    Un profumo dolciastro invade l'aria. Le vostre ferite si chiudono, qualunque peso opprimesse corpo, anima e mente si dissipa.
    Il vostro cosmo brilla come mai prima d'ora. Si intreccia. Diventa uno. Un solo crogiolo che contiene tutta la forza degli opposti che compongono la Creazione.

    Come in segno di ringraziamento, le radici fioriscono in protezioni adatte a difendere anche il corpo della Primarca e del Guardiano, adattandosi alle diverse forme delle loro sacre armature.
    I vostri uomini e alleati vengono sospinti indietro con un gesto tanto delicato quanto deciso. Una barriera arborea emerge dalla terra spaccata, isolandovi dagli altri.
    Nemmeno i soldati della Grado possono più aiutarvi. Samarkand ha visto i suoi cadere e tornare a respirare e ora sta urlando ordini di ritirata soffocati dietro la neonata vegetazione. Urla di rinforzare il perimetro, di ricontrollare le letture energetiche con un tremito nella voce. Perfino al più navigato dei veterani quello spettacolo grottesco deve fare un certo effetto.

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    Il nemico si erge alto come un grattacielo. È una tempesta, un cataclisma. La carne corrotta si fonde come metallo incandescente. Non è più l'aberrazione di Ponto. Ora è il mezzo per un altro genere di blasfemia, un'ancora che posa contenere un servo di Lucifero.
    Il nuovo tramite fisico è solo vagamente umanoide, per quanto le dimensioni e le gigantesche ali rendano difficile scorgerne le fattezze. Un urlo silenzioso emana dal Caduto, una sofferenza che pulsa attraverso la vostra anima, come se la sola presenza di quella cosa fosse sufficiente a graffiarvi nel profondo del vostro essere.
    Il suo cosmo è vasto oltre ogni percezione. La voce che striscia nella vostra anima è il suono di un pianeta che si spacca a metà.

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    Note Master:

    Il Caduto si è fatto un nuovo corpo alto 300m che si sta ancora stabilizzando, ma ora è a Energia Divina. Avete la prima mossa.
    Dal vostro lato... "Ecco Nerthus!" (cit.) Non può ovviamente avere un corpo come lo avete voi, ma vi protegge coi suoi poteri. Il suo aiuto vi dà un power-up considerevole. Siete tutti guariti e refullati. Venite ricoperti da uno strato di armatura di legno che si rigenera da solo e vi porta a grado VIII.
    Araldi: siete tutti e quattro a Suprema.
    Jo: hai tutti i buff tipici di sigilli applicati a massima potenza e la tua acqua dimensionale iper-stimola il legno facendolo gemmare e crescere a dismisura.
    Korin: hai un buff fino a Energia Viola e ti rendi conto che il legno segue istantaneamente i tuoi sigilli, che vengono quindi rinforzati da legno sigillante a Suprema.
    Ci aggiorniamo lunedì 3.




    Edited by Him3ros - 24/9/2022, 15:35
     
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    Dov'era?
    Domande. Eppure aveva mosso di nuovo la spada e lo aveva fatto senza pensare. Ne fu felice.
    Ma ora si sentiva come se in questo posto lui non vi dovesse essere. Sentiva una forza richiamarlo lontano. Vicino a quelle voci che non gridavano più ma che sussurravano parole che non comprendeva.
    Si sentì strappato dall'abbraccio di sua madre e riportato sul Muro a forza.
    Tutto si fece vetro argentato.
    Tutto si fece liquido...tutto si fece...


    Aprì i suoi occhi su uno spettacolo di devastazione senza pietà né remore.
    Gli aprì e sentì il suo corpo. Anche se spezzato e distrutto. Sentì il dolore ad ogni movimento mentre la terra bruciava e l'aria era calda e puzzava di morte.

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    «In brightest day, in blackest night,»


    «No evil shall escape my sight»





    Sentiva la sua Corte richiamarlo. Erano loro a dargli la forza per resistere ancora all'ennessima minaccia che sorgeva dall'Abisso.
    Il loro sacrifico era la malta con cui cementare la volontà; il loro sangue il fuoco con cui riscaldarsi, le loro vita la luce ad indicargli il cammino.
    Ognuna di quelle anime brillava sul filo di Kusanagi.
    Piangere?
    No. Non era il momento. Né di stare in ginocchio con le mani rotte, Kusanagi defunta accanto a lui. Entrambi pezzo di qualcosa.
    Non era il momento del cordoglio. Né della disperazione. L'Abisso era su di loro e Amaterasu lo avrebbe guardato con tutta la rabbia che aveva nel corpo.
    Perché il problema non era guardare l'Abisso e sapere che ora anche lui poteva farlo in ogni momento, di poter scavare all'interno dell'anima portando in superficie l'Orrore che ci si nascondeva.
    Quindi guardarlo significava prima aver visto dentro di sé e trovato il fuoco della propria volontà, stringerlo nel pugno e dare battaglia a qualunque cosa si celasse in quel Male Oscuro.
    Prese quella terra nel suo pugno. Lì dove il sangue dei suoi fratelli, dei suoi amici, dei suoi compagni ora l'avevano macchiata.
    Sacrificio.
    E non era la prima volta che il sangue dei Figli di G.E.A veniva versato. Erano morti adempiendo al loro dovere, al loro scopo, lo avevano fatto senza remore, senza odio, senza aggrapparsi alla vita maledicendo tutto e tutti.
    Lo avevano fatto perché la loro vita era questo. Loro erano lì per difendere...

    «Ma fa sempre male...cazzo!»

    Lo sapeva eppure non riusciva a soffocare la rabbia che sentiva, il dolore dell'anima, di sapere che lui non era lì a difenderli, a combattere con loro. Faceva sempre mal.
    Sempre avrebbe pianto chi combatteva sotto il Simbolo del Tempio Sud...sempre gli avrebbe portati con sé.
    Le loro anime avrebbero guidato la sua volontà verso il nemico. Kusanagi le avrebbe custodite nel suo filo e quando l'ultima Guerra vi sarebbe stata sarebbero stati anche loro con Loro.
    Sul filo di Kusanagi. Nell'anima di Amaterasu. Perché l'Inizio non dimenticava chi aveva trovato la Fine prima della conclusione della propria Storia.
    Un sacrificio?
    No.
    Era un dovere che facevano con abnegazione e responsabilità. Morivano nel silenzio. Ma non da soli.
    Amaterasu non poteva accompagnarli ma poteva ricordarli e nel loro fuoco temprarsi e trovare quella forza di alzarsi che ora non aveva.
    ma che si costringeva a trovare.
    Costringere muscoli e ossa a non sentire il dolore, ad ingoiare il vomito, ad ingoiare il dolore, ad ingoiare il sangue e la debolezza a e rialzarsi.
    Perché ci sarebbe arrivato strisciando lì dove vi erano ancora esplosioni di energia, lotta, sangue e i suoi fratelli a battersi.


    Poi guardò in alto e qualcosa accadde.
    Le anime stavano tornando. Avevano dato tutto loro stessi, per una possibilità di vittoria, ed ora ritornavano dalle tenebre della Giusta Fine. Tornavano in questo mondo.
    Non tutto era perduto. Non tutto era alla Fine di ogni Cosa.
    E quindi in piedi ancora. Anche se avesse dovuto tagliarsi le gambe per arrivare. Le anime dei caduti tornavano portando con sé il soffio della vita e quella vita stessa dava nutrimento e volontà all'Araldo della Creazione per alzarsi.
    Sentì il mondo girare, le gambe farsi leggere, tutto perse di significato e consistenza per un attimo.
    Dovette reggersi sulla spada e vomitare. Un conato misto acido e saliva. Bruciava la gola.
    Sputò per terra, tossendo grumi di sangue.


    «Loro sono lì.
    Ce la fai?»


    Certo che il Re ce la faceva. Domanda inutile chiedere a Chernobog se la stanchezza fosse impedimento per continuare a combattere.
    Per lui era solo un fastidio.
    L'orgoglio del Re e dell'Imperatrice era immenso. Il dolore lo avrebbero sopportato ancora e raggiunsero i loro fratelli che avevano appena abbattuto un ammasso di carne e putrefazione di Corruzione e Odio.
    Ad ogni suo passo vide le anime riportare la vita nell'esercito: i moribondi respirarono a pieni polmoni, chi era morto riaprì i suoi occhi guardandosi stupito. Guardando chi ancora giaceva inerte al loro fianco.
    Perché non potevano salvare tutti. E videro l'Imperatrice avanzare zoppicando.
    Quando ricadde a terra. Quella sensazione angosciante, quella stretta al petto, le orecchie sanguinarono ancora.
    Sentire nell'aria il puzzo della corruzione che svanisce lasciando posto a un fetore altrettanto orrendo, che conosceva già molto bene.

    L'essenza del Caduto sconfitto aveva ora un nuovo contenitore.


    «Figlio di puttana infame.»

    Lo disse senza rabbia ma con rassegnazione. Quel tumore come una metastasi si era spostato verso un nuovo terreno fertile.
    Eppure qualcosa nasceva e si formava. Vi era nel LifeStream un canto nuovo.
    Nuovo per quell'Era ma conosciuto e nostalgico. Sapeva di antico, di ricordi, di tempi passati quando il mondo non era che piccola gemma da proteggere e custodire.
    Un tempo in cui Loro erano Cinque.
    Un tempo in cui difendevano G.E.A. In cui combattevano come un unica anima in cinque parti diverse.
    Sentì Nerthus e la sua essenza accarezzare la sua. Sentì il suo Codice spandersi e danzare con il proprio. E furono ricordi dolci, furono ricordi di guerra e vittoria, furono ricordi di creare e veder crescere le sue forme e vederle camminare in questo mondo.
    Sentì quell'abbraccio tiepido, sentì la protezione di sua sorella.
    Una Madre. Ma Guerriera impressionante e terribile nella sua collera per proteggere il Creato a cui aveva dato linfa e protezione per crescere e diventare adulto.



    Warrior of The World




    Erano di nuovo insieme dopo troppo tempo. E il pugno si serrò, mani rotte si chiusero sull'elsa di Kusanagi. Gli occhi arcobaleno erano incendio e tempesta.
    E sentì la forza di Nerthus abbracciarlo e la sofferenza svanì come lavata via da acqua scrosciante, sentì la stanchezza annegare mentre nuova energia scorreva dentro di sé e fu come per un assetato nel deserto trovare un pozzo d'acqua.
    Si sentì quasi felice.


    Ora finalmente era con i suoi fratelli e sorelle. Ora finalmente potevano combattere insieme. Uniti nello spirito, nella carne, nella mente, nello scopo.
    Insieme.
    Cinque Corpi.
    Cinque Anime.
    Il Crogiolo della Vita.
    Il LifeStream e il Codice della Realtà. Il suo cosmo ribollì unendosi a quello di Nerthus, a quello di Pan, di Chernobog ed Oberon.
    Non disse nulla. Non era il momento di parlare. Guardò Johanna negli occhi.
    Occhi arcobaleno che mai avevano avuto quella scintilla. Non era più un arcobaleno di colori mai visti, non era più la Creazione che creava colori che si univano, si mischiavano l'uno dentro l'altro ma avevano qualcos'altro.
    Perché loro erano altro.
    Un solo accenno della testa.
    Si guardò attorno e vide la Grado...quindi il sangue in Giappone era servito. Suo figlio non aveva sofferto per nulla. Questo bastava. Avrebbe custodito gelosamente questa perla di speranza.
    E poi fu la Vita in ogni suo aspetto.
    La natura nella sua infinita bellezza. Colori e forme. Suoni e profumi. Tutto questo gli araldi ne erano i custodi.

    E non dimenticate che la terra si diverte a sentire i tuoi piedi nudi, e che i venti desiderano giocare con i tuoi capelli.



    Le radici di Nerthus furono lo scudo con cui formare la sua nuova darian distrutta. Le radici lo abbracciarono facendo scricchiolare la sua Darian bianca danneggiata dall'opera nefasta del nemico. Un abbraccio che lo ricoprì completamente. Protezione ma anche vicinanza; assottigliandosi e facendosi scaglie, giunzioni e piastre di legno durissimo. Legno di ogni tipo, dal bianco, al brunito e rossastro. Legni diversi che si intrecciavano in intarsi naturali, tanto densi e plasmati con una tale maestria da sembrare opera di un tagliatore di gemme. Un solo disegno, complesso e perfettamente simmetrico, collegava ogni sezione risplendendo di oro puro.
    E la luce che emetteva la sua darian era pura. Bianca che poteva accogliere l'Infinito.
    Bianca come la Creazione da cui partiva l'idea, l'artista per creare mondi e forme nuove.
    Bianca come il Tutto che si faceva Singolare.
    E non era più la sua ma più forte, più resistente. Nerthus era lì con lui. Con loro.
    Nella loro battaglia lei era lì.


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    «Grazie...sorella...»



    Lo disse con un sussurro. Guardò indietro e vide quelle radici farsi muro per i figli di G.E.A e gli uomini della Grado; avevano dato troppo, non era più la loro battaglia adesso. Quel nemico era al di là della loro forza. Non era giusto chiedere di più.
    Perché Amaterasu doveva dare tutto. L'Imperatrice era chiamata a versare il suo sangue ora.
    Non la sua Corte. Nè nessun'altro.
    Quello era il loro dovere. Prima di Tutto i Cinque Araldi di G.E.A la difendevano. Prima delle loro Corti solo loro si ergevano di fronte alla tenebra e al caos.
    E alzò il braccio sinistro. Kusanagi in alto. Puntava verso il cielo. Il cielo per cui si battevano e per cui erano lì.
    Il ringraziamento silenzioso verso coloro che erano morti, quelli in vita e a chi aveva permesso tutto questo.
    Ma ora era un compito da Araldi.
    E il suo cosmo ruggì come il Byakko della leggenda. Kusanagi ronzò tra le sue mani.
    La celata calò su quegli occhi arcobaleno.
    Si sentiva bene. Sentiva la sua forza crescere ad ogni respiro, sentiva la terra respirare con lui, il vento accarezzarli il viso, il rumore delle onde infrangersi sulla costa.
    Gli abissi profondi e uccelli correre nelle vie del cielo. Il Sole splendeva ancora nonostante tutto. Nonostante i miasmi e l'Orrore.
    Nonostante quella merda che ancora inquinava tutto questo.
    Dovette ancora sentire le stronzate che diceva.
    Sarebbero state le ultime.
    Aveva permesso questa blasfemia troppo lungo. Ora si era annoiato di sentire quel caduto biascicare parole insulse da una lingua insulsa ricolma di schifo.



    «Certo che renderò gloria alle figlie.»


    La sua Forma terra nacque come gigli del ragno rosso sul suo corpo. L'intero suo corpo si era fatto di roccia, di scaglie dai colori più diversi.
    Placche di terra come crostoni di roccia. La sua darian da bianca si era fatta scura e venature color ocra si aprivano su di essa come se fossero piccoli rigagnoli.
    Ogni cosa di Amaterasu crebbe.
    Crebbe. Crebbe come le catene montuose formatesi in ere ed ere ma quello che videro fu repentino.
    Creare in un attimo.
    Essere montagna. Dirimpetto a quella del Caduto che pulsava di un energia cosmica vasta come Dimensioni che collidevano e morivano. E do contro Lui.
    Una montagna fatta di odio e volontà d'acciaio. Una montagna con una spada e un solo pensiero.

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    RENDERÒ L'ONORE A LORO DOVUTO CON QUESTA




    Nell'unico modo con cui sapeva onorare.
    Tagliando.
    E la Terra si sarebbe aperta all'essenza di Amaterasu. Si inginocchiò al Codice della Creazione.
    Kusanagi si mosse...un terremoto...la terra sotto i piedi si sarebbe aperta per divorarlo.
    La sua altezza poteva essere sfruttata a loro vantaggio. Aprire un cratere. Accompagnato da un terremoto devastante in modo tale da farcelo cadere dentro e tentare di limitare la sua mobilità, le sue eventuali difese.
    Più sono grossi, più fanno rumore se cadono.
    Ma Amaterasu non avrebbe aspettato il rumore.
    Kusanagi saettò in aria e la terra si mosse ancora.
    Trivelle di terra e spirito sarebbero nate da quella stessa terra che aveva dovuto subire tale olezzo e blasfemia.
    Nacquero come fiori splendidi mentre quattro colossali muri sarebbero sorti con essi.
    L'intento era di rinchiuderlo in un sarcofago di terra e dolore; impalarlo vivo e farli provare tutto il dolore possibile.
    Terra compattata dura come il Mondo stesso. Ostinata come quegli uomini che ora combattevano tutti insieme.
    L'avrebbe impalato e rinchiuso per toglierli il respiro, stritolarlo, impalarlo e fare da tramite ad ogni potere dei suoi fratelli e di chi li stava aiutando.
    Quella stessa terra aveva dovuto patire troppo.
    Era il momento della vendetta.



    DA GREMBO A TOMBA







    CITAZIONE
    ENERGIA: SUPREMA

    STATUS DARIAN( LV VIII):

    STATUS FISICO:

    TECNICHE UTILIZZATE:
    FORMA TERRA
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.



    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    vado di Trasformazione Terra e divento un Gundam alto quanto è il limite di una Suprema.
    Muovo la spada e cerco di tagliare la terra, creando un terremoto e cercando di spaccare la terra sotto i piedi del caduto in un estensione pari all'energia, per farcelo cadere dentro e limitare movimenti e difesa[ATTACCO DEBOLE]
    Rimuovo la spada, tanto per fare scena, e creo 4 muri colossali, cerco di farli essere sulla stessa altezza del caduto, ognuno formato al suo interno da centinaia di trivelle. Queste le faccio saettare immediatamente per impalarlo mentre faccio chiudere su di lui i 4 muri a mò di Vergine di Norimberga per completare l'opera di stritolamento, soffocamento, dolore e quant'altro.
    Tutto e portato a cosmo straordinario condito da spirito.[ATTACCO FORTE]
     
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    ITEM# 89-1
    CUSTODE DI THULE
    KORIN
    LONGWEI GAO
    COSMOCROMIA
    AZZURRO
    LVL ENERGETICO
    ROSSO VIOLA
    alexera12
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    LOG: RIGHT BACK WHERE WE STARTED FROM – HERE WE COME LOG# 1

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    Il corrotto era crollato. L’elettricità era corsa in ogni suo poro aprendo la strada alla spada che tagliava sempre più a fondo la carne bruciata. Si era adagiato al suolo sputando fiotti di catrame che ancora si dibattevano come pesci fuor d’acqua prima di spegnersi definitivamente.
    Era finita. Avevano vinto.

    Potevano finalmente lasciare la presa sulle armi. Il loro corpo poteva finalmente smettere di bruciare l’energia celeste. Potevano finalmente trarre un sospiro di sollievo. Potevano allungare uno sguardo ai vivi e ai morti che avevano aiutato in quella battaglia e con rammarico potevano cominciare la triste conta dei caduti.
    Eppure il gusto sul loro palato non sapeva di vittoria.
    Troppi. Troppi uomini, donne e giovani erano caduti in quella battaglia, no, in quel massacro. Molti altri stavano tirando il loro ultimo respiro atterrati dal nemico morente o dalla fatica. E loro, i viventi, non potevano fare nulla. Non c’era tempo per portarli in salvo, oddio, nemmeno c’era una zona salva in cui portarli. Potevano solo aspettare che l’anima lasciasse le loro spoglie per poi chiudere le loro palpebre nel più rispettoso dei gesti. Almeno loro sapevano di aver vinto. Almeno loro potevano andare in pace. O forse no. Forse era il modo più terribile per tirare le cuoia, ad un passo dal poter tornare a casa a riabbracciare la propria famiglia, ad un passo dalla felicità.

    E nemmeno quello era vero.
    Perché non era davvero finita.

    Avevano avuto giusto il tempo di guardarsi fra loro che due energie enormi si scontrarono nuovamente nell’aria facendo presagire il peggio. Da una parte il sommo potere di G.E.A. dall’altro un olezzo che purtroppo Korin conosceva molto bene: Daimon. Prima che il bastardo si palesasse però, il potere della Madre avvolse ogni guerriero in una calda e lenitiva coperta di fronde. Ogni ferita si rimarginò, ogni osso si ricollocò al suo posto, ogni brandello di carne si ricucì al proprio fratello. La stanchezza, la fatica si volatilizzarono, quasi avessero dormito per giorni in un batter di ciglio. Erano come nuovi. E come nuovi lo erano anche i moribondi. Le loro anime, che stavano fuggendo dai loro corpi, furono come aspirate nuovamente all’interno. Riaprirono gli occhi, vivi e vegeti, pronti a combattere ancora. Per quelli invece caduti da troppo tempo non ci fu nulla da fare e il loro numero era tutt’altro che esiguo.

    Un lampo di luce e due nuovi potenti guerrieri si unirono alla battaglia, due nuovi eletti, poteva pensare dall’esultanza dell’esercito. Già, esultanza, una che poteva nuovamente sentire non solo con il cosmo, ma anche con le proprie orecchie. La Madre aveva davvero guarito ogni guerriero, anche coloro che non erano suoi eletti.
    La potenza di G.E.A. sembrava senza confini.

    Rami e foglie si intrecciarono sui loro petti come ad avvolgerli ulteriormente con il suo potere. Era un bozzolo dei più svariati legni che andò a nascere come rampicanti sulle armature di tutti. Korin osservò la propria. Il dono di Alman stava cambiando, ma non ne stava soffrendo. Sembrava che la nuova protezione si stratificasse addosso alla propria, incollandosi saldamente ad essa. Era leggera, come un velo, eppure sembrava così solida. Anzi, la sua stessa armatura sembrava molto più leggera di prima. Uno scricchiolo, come se le placche ferite si fossero incrinate sotto il peso dell’armatura di legno, ma non era questo il responsabile. Per un attimo ebbe una sorta di giramento di capo, quindi gli sembrò come se l’ambiente si fosse fatto estremamente più luminoso. Sentiva. Percepiva cose, molte più cose, quasi poteva giurare di sentire ogni singola traccia cosmica di ogni minuscolo essere che strisciava nel terreno. Era come essere in botta tutto ad un tratto, come dopo una quintalata di alcolici atti a farti dimenticare la giornata di merda appena trascorsa.
    Eppure stava bene. Meglio di come non fosse mai stato.
    Se fosse stato una stanza vuota e sigillata, era come se qualcuno improvvisamente avesse spalancato tutte le finestre, creando infinite correnti d’aria tutto attorno a lui. L’armatura di Alman scricchiolò ancora sotto il peso di quel vento, quasi fosse incapace di reggerlo, ma l’aggiunta legnosa la teneva compatta.
    Il giramento di capo, la leggerezza, la forza, l’adrenalina, tutto fu chiaro. Era come la prima volta che aveva assaporato il potere del cosmo, la prima volta che lo aveva maneggiato vestendo la sua Artemis.
    Con lei addosso era passato dall’essere un umano qualunque ad eguagliare i cavalieri più deboli.
    Ora sentiva di star balzando dal cavaliere che era verso vette inesplorate, come se G.E.A. lo stesse elevando ulteriormente di potere. Più su del proprio c’era l’accesso segreto al macrocosmo, il potere esterno e reale in contrapposizione alla sua limitata presenza nel corpo, il microcosmo. Alman gliene aveva parlato durante le sue lezioni, ma era davvero così che si ci sentiva?
    E poi poteva usarlo? Poteva attingere a quel potere? Non l’aveva mai fatto. Era troppo, lo avrebbe certamente distrutto, come lo aveva atterrato a Yaroslavl lo scoprire il cosmo per la prima volta.
    O forse no. Non era lui che stava richiamando quel potere, quanto più G.E.A. che lo stava sostenendo. Perché però? Perché Madre Terra avrebbe dovuto assistere lui, uno qualunque, un umano, un guerriero a caso fra le fila degli alleati dei suoi figli? Cosa aveva fatto per meritarsi quel dono, o forse quella maledizione?

    Balzò all’indietro quando un muro di rovi fece tremare il terreno sorgendo da esso e separandolo dalla sua squadra. Temeva un attacco nemico, magari di quell’opprimente puzza essere millenario giocatore d’azzardo, quando invece era nuovamente Madre Terra che agiva. Era stato così distratto dal nuovo improvviso potere che non aveva percepito l’ordine di Samarkand e ora non poteva più riunirsi a lui. Sentiva la sua voce, flebile, appena oltre le mura di rovi. Le sue parole diventavano indistinguibili. Ritirata? Aveva chiamato la ritirata? Gli era parso di capire qualcosa del genere, ma come poteva ora tornare da lui? Era stato troppo lento? O forse era la Madre ad aver voluto che fosse così? Ma perché? Perché separarlo dalla sua squadra per affiancarlo ad una a cui non apparteneva? Si guardò attorno. Nell’arena da lei costruita c’erano lui, il guerriero umano dal sapore abissale che era giunto in loro soccorso e i quattro figli di G.E.A. due dei quali ancora ignoti.

    Dall’altro lato del campo invece c’era lui, un Daimon che giostrava le carni del corrotto appena abbattuto ricomponendole addosso al suo spirito, o cosa era poi, fino a crearsi un corpo a suo piacere. La sua potenza era enorme, bruciava ancora più forte del corrotto appena affrontato. O forse andava sommandosi alla sua energia; dannazione. Però bruciavano più forti anche tutti loro. I G.E.A. splendevano come stelle nella notte, tutti e quattro, quasi mettendo in ombra l’immane potenza che aveva l’atlantidea.

    “E non importa cosa dicano direttori, sacerdoti o dei. Se c’è un altro daimon da prendere a calci lascerò tutto volentieri per combattere ancora al suo fianco, signore.” Lo aveva affermato davanti a Stenson. Era una battuta che semplicemente metteva a nudo quel che pensava allora. La verità era che doveva stare decisamente più attento a quello che diceva. Le parole avevano un potere inimmaginabile. Lo sapeva, lo sperimentava ogni giorno coi sigilli. Lo aveva previsto, a suo modo, un nuovo incontro con quei brutti ceffi alati. Non si sarebbe mai immaginato però di disubbidire così platealmente ad un superiore per ritrovarsi a combatterli. Samarkand lo avrebbe di certo rimproverato se fosse uscito vivo da quella arena. E se non lui, sarebbe passato tra le grinfie di tutto il corpo direttoriale e a quel punto morire per mano del Daimon sarebbe stato preferibile. Avrebbe solo voluto poter compiere la scelta di disubbidire coscientemente, non che G.E.A. lo forzasse in quella arena, come una madre butta il figlio in piscina per insegnargli a nuotare.
    Avrebbe voluto il colonnello al suo fianco.

    Ma ora era lì.
    Come unico membro della Fondazione.
    A combattere al fianco di una potenza straniera.
    G.E.A. aveva intessuto per loro un’area di contenimento, una zona di sicurezza in cui potessero menarsi in pace evitando ulteriori perdite nell’esercito.
    Non si poteva tornare indietro.
    L’unico modo per uscirne era prendere a calci quell’essere alato e rispedirlo in qualunque buco celeste da cui fosse venuto.

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    Un tremito.
    Sapeva a grandi linee di cosa stava blaterando. Le figlie di cui parlava dovevano essere quelle dell’Informe, il primo angelo caduto, il peggio del peggio, il motivo per cui perdere il Giappone sarebbe stato disastroso per la Grado e per il mondo intero.
    Voleva dire che non potevano rimandare quel daimon semplicemente a casa. Sarebbe solo tornato, la battaglia sarebbe ricominciata daccapo e il sacrificio dei caduti sarebbe stato vano.
    No. Dovevano impedire che facesse danni. Dovevano impedire che compisse il suo scopo.
    Dovevano sigillarlo.
    ”E’ per questo che mi hai chiamato qui, Madre?“ Il pensiero fu talmente forte che si cristallizzò nel cosmo. Il dono della telepatia era comune a tutti i guerrieri di un certo livello, ma era un potere a lui estraneo prima di quel momento, incontrollabile con uno sbalzo energetico così massiccio.
    Se questa era la sua volontà, disubbidirle portava grande infamia secondo le tradizioni con cui era cresciuto. G.E.A. non era propriamente sua madre, ma indirettamente era una nonna, la creatrice di tutto sulla Terra, e per quanto gli umani non fossero stati da lei voluti, li aveva accettati per amor dei suoi figli titani.
    “D’altronde è il mio destino di custode.” Un controllo maggiore del proprio cosmo e quel pensiero rimase solo tale, un messaggio silenzioso solo per Madre Terra. L’armatura di Alman sembrò rilucere in assenso sotto le pieghe legnose del dono della Madre.

    Gli altri cavalieri si erano già dati da fare mentre lui esaminava il nettare che era quel dono. Si immerse nel flusso cosmico saggiandone una vastità mai vista prima e sentendosi così piccolo e sperduto al suo interno. Era come la prima volta, mentre si avventurava per i corridoi più bui del suo essere rincorrendo una lucciola di cosmo. Come allora voleva afferrarlo, piegarlo al suo volere, ma le sue mani erano troppo minute; era come far passare un oceano dentro una cannuccia. Avrebbe voluto studiarlo, avere il tempo di capirlo e di padroneggiarlo appieno. Non lo aveva, ovviamente, e si ritrovava ad improvvisare basandosi su quel poco che sapeva e su ciò che la Madre avrebbe voluto mostrargli.
    Lo sentiva scorrere attorno a se, ovunque. Era come poter vedere ogni singola molecola di ossigeno nell’aria. Poteva modificarne la presenza ovunque il suo sguardo si posasse.
    Sentì la realtà cambiare attorno a se’, frutto dei poteri degli altri cavalieri. Sentì le correnti da loro domate scorrere nella terra, nell’aria, tutto attorno a loro in quell’arena creata dalla Madre. Sentiva in tempo reale i loro poteri che si agitavano contro il nemico. Con fatica, ma seguiva il movimento di ogni corrente.
    Loro si erano già dati da fare, non poteva essere da meno.

    Aggrumò il cosmo in particelle tutto attorno all’essere alato, lasciando che da ogni grumo sbocciasse una modifica alla realtà. Poteva scrivere su di essa, in essa, con una velocità e precisione mai avuta prima. Le sue stringhe di energia falciavano l’aria e le sue dita suonavano le corde della realtà cambiandola secondo il proprio volere. Poteva unire i fili, tagliarli e ricamarli come più gli aggradava e con ogni taglia e cuci, G.E.A. correggeva l’opera rinforzandola con le sue conoscenze, quasi facendogli notare ogni piccolo errore e migliorandolo per lui. Spirali legnose si disegnarono dentro e attorno ad ogni sigillo mentre questi fiorivano tutto attorno all’essere alato, quasi a formare un bocciolo di rosa capovolto pronto a schiudersi. Ogni petalo, formato da diversi strati di sigilli avrebbe rilasciando pollini di frequenze atte a destabilizzare il caduto che gli si poneva, forse, in mezzo e trattenuto dagli attacchi mirati dei suoi compagni. Era inutile attaccare il corpo che si era appena costruito. Così come l'aveva creato poteva distruggerlo e farsene uno nuovo. No. Lui l'avrebbe attaccato al suo cuore, allo spirito, o all'energia primordiale che lo costituiva. Là dove terra e sigilli incrociavano il loro cammino si sarebbero uniti, sperando che le radici legnose della Madre potessero abbarbicarsi sulla terra rendendola più solida, compatta, indistruttibile. Là dove invece ciò non succedeva, scoprì di poter muovere il grande disegno facendo scorrere i petali su se stessi in un movimento tanto ordinato per la sua mente, quanto caotico, si sperava, per l’essere che lo viveva dall’interno.

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    «Vuoi una chiave, Daimon? Per te ho solo un lucchetto.»


    NARRATO      «PARLATO»      "PENSATO"      "TELEPATIA"

    line1

    ADDENDUM:
    STATO FISICO:Perfetto (Buff Resistenza. Buff dello scorrere cosmico.) x2
    STATO MENTALE:Estasiato
    STATO CLOTH:Indossata. [IV] Incrinata pesantemente. [VIII] Perfetta e autorigenerante.
    RIASSUNTO:Seghe mentali a parte, si diverte a sperimentare col nuovo potere. Crea questa gabbia di sigilli mobile attorno all’essere, che emetta pulsazioni atte a destabilizzare il cosmo nemico e a ridurne la forza d’animo. Con il movimento si spera di distrarlo abbastanza dal permettere agli attacchi di tutto il party di entrare più facilmente. [Attacco + Diversivo] La parte che tocca la terra è invece ben ancorata ad essa in modo da renderla più resistente.

    (Bla bla bla sigillo di debuff spirituale bla bla )
    约束 象征 (Yuēshù Xiàngzhēng) : Sigillo di vincolo avanzato – offensiva/difensiva Questa tecnica si mostra graficamente a seconda del suo obiettivo perché i contenuti scritti nel sigillo variano a seconda dell’aspetto fisico, mentale o spirituale su cui va ad agire, perché diverso è il modo di “scrivere” l’obiettivo nel sigillo. Quando un sigillo disegnato e applicato sul bersaglio viene attivato rilascia delle catene cosmiche fatte di lettere e simboli azzurrini che si avvinghiano alla creatura portante il sigillo. Le catene provocano una sensazione di stritolamento, causando danni da costrizione e strangolamento, danni che si intensificano se il nemico prova ad opporvicisi, ma non sono catene reali che possono essere aggrappate e tirate.
    -灵魂 链 (Línghún Liàn): la catena dell’anima tenta di intrappolare e disturbare le emozioni e la forza di volontà dell’avversario cercando di rallentare la velocità e la precisione con la quale il nemico utilizza la sua potenza spirituale. Le catene di simboli si avvinghiano metaforicamente attorno all’anima dell’obiettivo Stringono come spire al fine di rendere l’anima meno mobile e più fragile; questo comporta che risulterà per l’obiettivo più difficile estendere la propria influenza spirituale e la sua anima sarà più soggetta ad influenze spirituali nemiche, indebolendo al contempo la determinazione e la volontà del colpito. Quest’ultimo effetto è in maniera molto minore di quanto un vero utilizzatore di spirito e affini possa fare. Sono le catene meno visibili, soprattutto per chi non è affine all’arte cosmica della spiritualità.


     
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    Si passò i palmi insanguinati sugli occhi. Non aveva più idea neanche di dove si trovasse, l'ultima cosa che ricordava era una enorme spada rossa rovente che infilzava in un gigantesco cumulo di carne putrefatta. I suoi occhi e le sue orecchie erano gravemente danneggiati, ma il suo senso dell'olfatto, ed in minore misura, quello del gusto, erano ancora abbastanza funzionali da essere offesi dalla cosa.
    Quando si tolse i palmi dagli occhi, si rese conto di steso sul terreno, rotto e sanguinante come una carcassa di un animale sulla superstrada. Tossì violentemente, sputando sangue dalla bocca che gli ricadde sul viso. L'aria sembrava più pulita, il cielo leggermente più chiaro. Qualsiasi cosa fosse successa pochi attimi prima, Pan poteva dire di aver avuto un discreto successo.
    Ma non era abbastanza.
    Troppo sangue, troppe vite, troppi nomi. Tutto per un centimetro di strada sulla via della salvezza. Non c'era un grammo di soddisfazione nel corpo martoriato della palingenesi, solo delusione.

    Una sensazione fredda lo attanagliò all'improvviso. Qualcosa di enorme, incommensurabilmente potente si fece strada nella sua realtà. Qualcosa di così maligno, così perverso contro le leggi naturali, da infastidire ogni singola cellula del suo sistema immunitario. Il suo respirò accelerò, il suo cuore cominciò a battere forte come un tamburo. Qualcosa era arrivato, qualcosa era li contro di loro.

    Qualsiasi cosa si fosse palesata davanti a loro, non fu l'unica ad entrare nel campo di battaglia.
    Qualcuno, antico, potente e ancestrale come gli Araldi, aveva cominciato ad avvolgere con la sua volontà. Quel “Qualcuno” si manifestò attraverso la terra sotto di loro, in radici legnose che delicatamente crebbero sotto la schiena del Re delle Bestie, crebbero tanto da sollevarlo da terra fino a rimetterlo in piedi. Quel legno mistico lo avvolse delicatamente, infilandosi tra le incrinature della sua pelle coriacea. Un soffio di pura vita venne respirato dentro le sue membra, un soffio che porto giovamento, sollievo, e pura rigenerazione al corpo materiale della Palingenesi. I suoi occhi, le sue orecchie, i suoi muscoli ed i suoi tendini, perfino i suoi denti vennero ripristinati da quella improvvisa presenza. Ma quel Qualcuno non si fermò a quel punto: Dentro di lui, nel suo nucleo più profondo, Pan sembrò avere il potere di una stella. La sua forza stava toccando una vetta ancora preclusogli dai suoi limiti. Ogni centimetro della sua pelle brillava di pura potenza, i suoi occhi erano avvolti da fiamme eteree, mentre il cosmo granuloso della Creazione dopo il Nulla.

    G A C T A

    Davanti a se, una mostruosità alta quanto un grattacielo, un mostro che superava di gran lunga le crude capacità del Re delle Bestie, un essere che stava mandando la realtà in cancrena semplicemente stando fermo. Un'oscurità senza tempo stava cercando di inghiottire la terra, ma qualcuno stava ancora cercando di portare la luce tra le ombre.
    Gli Araldi erano li.
    Tutti e cinque i Pilastri della realtà erano li, di fronte all'abisso che avanzava. Nonostante tutto, Pan non era da solo.
    Sentiva la forza degli altri Pilastri li vicino, sentiva il loro cosmo muoversi per vie e tecniche per lui completamente estranee, pensieri per lui praticamente indecifrabili in un momento come quello. La sua linea di azione era tra le più dirette dei guerrieri presenti sul campo di battaglia.

    La luce del suo cosmo cominciò a illuminarlo. Un oceano di energia si scatenò in una tempesta interiore, I suoi occhi divennero brillanti come gemme verdi, i suoi denti scricchiolarono sotto la pressione della sua mascella. Le parole urlate nella sua mente si scontrarono contro un muro di rabbia. Gli avesse recitato tutto l'Antico testamento nel cervello non avrebbe fatto nessuna differenza. C'era solo un obbiettivo per Dennis: Aggiungere la testa di quel Caduto al suo record.
    Con quella sarebbe arrivato a tre.

    Posa da velocista, mani sul terreno, un ginocchio al petto, lo sguardo fisso sul suo obbiettivo. Si sarebbe mantenuto sul semplice, una corsa alla velocità della luce, tanto rapida da scogliere la terra sotto i suoi passi. Si sarebbe trasformato in un proiettile vivente, il braccio destro carico di energia elettrica esplosiva. Un balzo diretto a quella che sembrava la testa fisica del Caduto, pronta ad essere colpita da un insieme di forza fisica terrificante e l'equivalente di un Sole che gli esplodeva sugli occhi.
    Sapeva che probabilmente quella dimostrazione di forza sarebbe stato solo l'inizio, ma era meglio iniziare in modo incisivo.

    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA SUPREMA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - OE
    MENTALMENTE -
    STATUS DARIAN - indossata, rattoppata con il legno, vere forma

    RIASSUNTO AZIONI - PUGNO ESPLOSIVO ELETTRICO in faccia lol
    ABILITÀ -

    6:Electrophorus electricus


    Quattro quinti del corpo di questo particolare pesce coltello sono occupati da elettrociti, organizzati per donare all'animale la capacità di scaricare circa 800 volts per un ampere di corrente, per una potenza complessiva tra i cinquecento ed i seicento watt, rendendolo l'animale elettrico più potente della categoria.
    Questa forma dona a Pan l'abilità di controllare scariche elettriche a tensione variabile, facendolo diventare un generatore vivente dal potenziale incredibile. e permettendogli di controllare grossolanamente l'elemento elettrico, permettendogli di generare raggi, scosse, sfere ed esplosioni usando se stesso come epicentro.

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    Atto III - prima scena






    Il giardino era rigoglioso. Ma quella robaccia non gli piaceva, gli pizzicava la gola.

    "Strano, eppure pensavo che avresti apprezzato... il procedimento che ho usato per queste erbe è preciso, rigoroso, logico. Come piace... a tè!" - ridacchio per la sua stessa battutaccia. Adorava prendere in giro il suo fratellone.

    La luce cullava pigramente le fronde degli alberi, mentre un profumo di innumerevoli fiori gli fece passare la stizza e il malumore. Lui amava i suoi fratelli, tutti, e allo stesso sapeva di doverli contenere per il grande Equilibrio della Madre.

    Eppure con Nerthus, qualunque aspetto assumeva... riusciva sempre a prenderlo in contropiede. Più della Istintività di Pan, del Fatalismo di Chernobog e l'Energia di Amateratsu, lei alle volte era la più difficile da comprendere.
    Era al contempo seccante e divertente.

    Tutto bene? Problemi con Titania? Racconta pure~ Tu lo sai bene...


    ... voi potete sempre contare su di me.






    shade




    Oberon aprì di scatto gli occhi.

    Pochi secondi in cui i danni enormi e lo sforzo lo avevano mandato out dopo l'ennesimo colpo mentale, un fugace aspetto di qualcosa che era stato. Un sogno, ricordo, semplice fantasia non poteva saperlo, ma la certezza di quella sensazione che lo circondava, ora concreto e comprensibile lo riempì di energia e speranza.



    Potresti anche presentarti di persona invece di fare questi giochetti.





    Ferite si richiusero avvolgendosi nella freschezza dell’aloe. Dolce linfa di primavera era un balsamo per il suo cosmo e innumerevoli immagini di formiche usavano le foglie per ricostruire il suo corpo e darian in frantumi come una metafora di rigenerazione. La generosità dell’albero che crescendo dà casa e cibo per innumerevoli specie, che da la base per l’ambiente e la vita di fiorire. Sempre brutale come ogni aspetto di G.E.A. ma necessario per il tutto.

    Il sorriso nascosto dalle ombre della Vera Forma, all’idea cosi scenografica al timing perfetto, considerando l’enorme mostro che si stava ergendo davanti a loro come una montagna di Male puro, più antico dell’universo stesso. Il cosmo… quella impronta, ricordo di un buco riempito di fango e sangue. Ma non aveva paura, non ne avrebbe mai più avuta.



    Perché la corona dei sidhe mostrava più di un bambino spaventato.

    Perché era certo del suo posto nella Realtà.

    Perché non era solo.




    Gli altri Araldi, l'esercito, perfino la Grado e Johanna erano risanati. In corpo, cosmo e armatura. In Vita.
    Un Miracolo di cui avrebbe chiesto spiegazioni dopo questa battaglia, ma di cui sinceramente al momento importava poco. Proprio ora, che nonostante essere davanti a loro emanava nient’altro che disperazione e terrore… il pensiero di poterla finire per oggi era molto più concreto.

    L’esercito di G.E.A. e della Grado era stato spinto via dalle radici. Segnali mentali di protesta, richieste di combattere ancora a loro fianco, anche se erano appena tornati dalla morte dopo immenso dolore riempivano di determinazione ed energia il sovrano del Tempio Centrale quasi più della benedizioni che aveva appena ricevuto.


    Come Re, dovrei inginocchiarmi davanti a ognuno di voi, uomini di Agharta e Campioni dell’Umanità.

    Ma oggi non è richiesto più alcun sacrificio da parte vostra. Questa battaglia, è solo nostra.
    - disse, emanndo tali lodi come un canto mentale, insieme ad altri ordini ai suoi luogotenenti prima di indirizzare la propria attenzione completamente verso l’angelo caduto. Ora i Cinque erano insieme, lasciati con la sola compagnia del Guardiano di Thule e dalla Regina di Corallo.


    Il mondo stesso per l’unione di questi Cinque Pilastri nella stessa area, bruciando un Cosmo che non aveva fine come un campo di Girasoli che si estendeva fin oltre l’orizzonte, sembrava non reggere la loro presenza. Troppa volontà di creare da ciò che è inanimato, troppa fame istintiva che porta a correre e scappare, combattere e uccidere, troppa crescita che spacca il mondo con il proprio abbraccio, troppa morte che corrode e marcisce ciò che esiste. La Vita, troppa Vita, nella sua forma più pura, selvaggia, feroce.

    E l’Equilibrio non era intenzionato a dare Ordine a tutto ciò, ma a lasciarlo scorrere senza freno. L’Armonia che si generava, la Distruazione e la Creazione che si sarebbe manifesta sarà ricordata per lungo termine, mostrando a uomini, titani, spettri e angeli la Verità su G.E.A.



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    QUESTO È UN LUOGO TERRIBILE!





    La realtà stessa si piegava al suo volere, con una potenza che non aveva mai avuto in tutta la sua vita da umano ed eletto. Sembrava come se prima avesse zavorre su ogni arto, nel suo cuore, nella sua mente, nei suoi stessi pensieri. Ora volando nel cielo poteva vedere con chiarezza il pattern, i vettori che davano direzione e magnitudine a ogni corpo e gli aspetti che regolamentavano i fenomeni percepibili.
    Ogni interconnessione da essere pizzicata tramite le dita della sua mente e la sua fantasia, pronte a seguire la sua autorità.

    Iniziò nuovamente a muoversi nel cielo mosso dalla psicocinesi per mettersi in posizione indietreggiata rispetto ai suoi fratelli, per lasciargli lo spazio di sfogare tutta la loro giusta rabbia e furia, mentre le percezioni lo attraversarono per riempire completamente ogni fessura della realtà. Onde che echeggiavano fra i concetti del mondo, dirette verso l’angelo in modo da hackerare la sua mente antica e i suoi pensieri alieni al mondo. Un compito difficile anche con questo livello di potenza e controllo, ma che Oberon avrebbe tentato anche solo per poter danneggiare la sua mente colpo dopo colpo, come una lenta lobotomia psichica e attirare la sua attenzione distraendolo dagli attacchi dei suoi compagni.

    I suoi pensieri avrebbero toccato il Caduto sfruttando l’indebolimento dovuto ai sigilli di Korin, facendo si che ciò che il mostro considerava occhi avrebbe scorto qualcosa di orribile nel cielo.Innumerevoli stelle che ogni daimon aveva imparato a temere nel corso di infinite guerre nello spazio della Seconda Guerra degli Eterni.


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    s p a r t o i




    Giganti, cosi tanti che la volta celeste sembrava non contenerli. Oberon sapeva che sarebbe stato un avversario ostico, poteva comprendere che nonostante tutto era ancora molto più forte di loro, di diverse magnitudini… quindi l'unico pensiero che gli era venuto in mente per questo primo numero di prestigio era quello di spingere sull'avvesario naturale degli angeli. Non poteva conoscere tutti i dettagli per ovvie ragioni, ma era abbastanza sicuro di aver creato impostato una buona fantomima nella mente del caduto. Stavano facendo abbastanza rumore e la presenza sia della Grado che di Johanna era una buona prova per la possibilità che qualcuno potesse unirsi al combattimento.

    Le figure nelle mente del daimon traditore avrebbero aperto il fuoco in contemporanea con gli attacchi dei suoi frratelli e dei suoi alleati. Un bombardamento illusorio incentrato su di lui dalla distanza, abbastanza lontano per coprire eventuali sbavature e sviare le sue difese verso qualcosa che non esisteva mentre i nervi dei morti che stava usando come base sarebbero stati scossi da un overflow di informazioni e processi cognitivi.


    Usare i loro cadaveri come chiave? Ironico.
    Lui, lui sarà la pietra angolare per la fine di questo incubo.

    Scolpita da araldi e uomini.





    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu Suprema
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: Potenziato e Rinnovato.

    - Riassunto Mi riprendo e senza starci troppo a pensare tento di far cadere l'angioletto in un PTSD della guerra contro i Titani con una illusione mentale a Suprema di una incursione dei giganti contro di lui, per fare danno mentale e distrarlo dagli altri.







    Edited by eden_ST - 1/10/2022, 23:36
     
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    I

    J
    ohanna guardò la scena svilupparsi davanti a sé. Una volta aveva ammirato i prodigi dei titani, in quel breve periodo in cui ognuno di loro sembrava essere interessato a lei, ma tutto questo superava ogni cosa. Nonostante la semplicità del termine, tutto le sembrava più...naturale. Più giusto. Più sensato. Stava osservando la quintessenza di fenomeni naturali srotolarsi davanti a sé con la facilità e la semplicità di una goccia che cade da una foglia dopo una notte di pioggia. Era tutto...normale, adatto. Non aveva veramente termini per descrivere che cosa stesse succedendo, mentre il legno e le radici accarezzavano il metallo della sua scale. Lo scricchiolare di radici e rami accompagnò il gocciolare dell'acqua che portava con sé in modo perfetto. Era una strana armonia, e una volta tanto lei era uno degli agenti esterni a tutto questo.

    Il pianeta stava salvando se stesso, in un certo senso. Non aveva mai percepito quell'essenza prima d'ora ma poté capire come fosse l'araldo mancante, Nerthus. P.A.N gliene aveva parlato qualche volta, ma questo era il primo contatto con la pura energia aliena di quell'araldo. Ma in qualche modo sentì una reazione istintiva tra il suo potere e quello che ora l'avvolgeva. Si sentì meglio, più forte. Sentì l'energia di quel legno scorrere sul suo corpo e infiltrarsi nella sua carne potenziandola a livelli che ancora non aveva mai percepito, mentre il legno che si era trasformato in una seconda armatura terminava la propria configurazione. Di quest'ultima cosa fu soprattutto la primarca, perché le permise di smettere di spendere energie nel mantenere il proprio esoscheletro di corallo a piena potenza, lasciandolo decadere per la maggior parte con l'eccezione delle parti portnati per sorreggere il peso e quelle che permettevano la mobilità. Il risultato finale fu un perfetto connubio tra i due materiali, su cui scorreva l'energia dei sigilli di Nerthus.

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    Il potere pulsava a ondate regolari, ritmiche, simili ad un battito cardiaco. Il cosmo di Johanna infuse il costrutto e le masse coralline sulla sua schiena cominciarono a gettare acqua in direzioni precise proiettando il corpo della primarca nello spazio secondo i suoi desideri, con un potente sibilo accompagnato dallo scricchiolare del legno. Si allontanò dall'enorme nemico e dal caos che si stava consumando ad opera degli altri araldi, potenziati da quella pura manifestazione dei protocolli di G.E.A. Dato come tutti gli altri erano stati potenziati da ciò, Johanna capì che in questo ambito aveva senso assumere un ruolo più di supporto non essendo più il fucile più grosso lì dentro. Decise perciò di sfruttare quella inaspettata ma intrinseca armonia tra la sua acqua ed il legno di Nerthus.
    Atterrò sulle radici a terra, lontana da tutto. Il costrutto sulle spalle si srotolò nuovamente nel mantello acquatico che si proiettò all'indietro come mosso da una forte corrente. Rimase così a galleggiare parallelo al terreno, diventando un nugolo di gorghi dimensionali. L'acqua cominciò a scrosciare verso il basso e il legno accolse la cosa germogliando verso l'alto, tuffandosi nei portali. Il circuito era stato completato. Dal corallo che ancora controllava sul suo corpo cominciò a produrre con gran vigore svariati corpuscoli di corallo che emise nell'aria. Costruì così numerose strutture coralline di forma cilindrica, di una decina di metri di diametro ciascuna, e al termine della loro lunghezza tre grossi e forti artigli. Ne creò centinaia continuando a gettarne attorno a sé, e rimasero a galleggiare pigramente negli istanti in cui vennero completate. Acqua si formò nell'area interna dei costrutti e cominciò a roteare su se stessa formando nuovi portali.

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    Al comando della primarca i costrutti scattarono in avanti, danzando agilmente tra i vari assalti alleati che si stavano consumando, dirigendosi come un fitto e violento sciame verso l'enorme nemico. A differenza di quanto Johanna era solita fare, questi non erano mezzi di attacco diretto, non sarebbero esplosi o altro. No. Johanna aveva deciso di sfruttare in altro modo le sue capacità e quelle che le erano state temporaneamente concesse.

    Arrivati nei pressi del nemico i costrutti avrebbero cercato di schiantarsi contro il suo corpo per poi puntare ad ancorarsi ad esso con i grossi artigli che possedevano, o altrimenti Johanna avrebbe attivamente manovrato il tutto perché continuassero a spingersi contro la carne del caduto per mantenere contatto più tempo possibile. Questo per permettere la massima vicinanza dei portali al loro interno. Johanna avrebbe poi spalancato i portali in modo da collegarli a quelli del suo mantello in cui stava crescendo furiosamente il legno di Nerthus. Dai portali sarebbe così eruttata una enorme quantità di corallo che a sua volta avrebbe continuamente generato acqua dimensionale, in modo da guidare e nutrire così il legno di Nerthus. I due materiali viventi avrebbero così cercato di infiltrarsi nella carne del caduto in modo da infliggere crudeli danni interni e allo stesso tempo infettare il tutto con i microorganismi parassitari che Johanna controllava e diffondere le proprietà sigillanti del legno di Nerthus.





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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Mando un tremendo sciame di droni artigliati che contengono portali che danno sbocco su legno che sto alimentando con l'acqua. Se si agganciano al nemico bene, se no Jo continua comunque a mandarli e spingerli addosso in modo da far vomitare di portali una quantità oscena di legno e corallo che vanno a braccetto per infiltrarsi nella carne nemica e portare sia i sentient che il corallo sigillante

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE
    ● GATES OF ATLANTIS ●
    Espandendo il proprio cosmo e prendendo controllo dell'umidità nell'aria o delle acque che la circondano, Johanna genera un numero variabile di portali le cui dimensioni sono legate all'utilizzo che Johanna intende farne. Da essi, Johanna può generare una grande varietà di costrutti, la cui forma e caratteristiche non sono mai fisse, in virtù della malleabilità del corallo. Possono essere armi, utilizzate poi da Johanna stessa o scagliate alla massima velocità sfruttando le correnti dimensionali all'interno dei gorghi, oppure costrutti che emulano parti del corpo di creature enormi e brutali. Dato il peso e la robustezza straordinarie del corallo, uniti alla potenza cosmica di Seadragon, qualunque cosa esca da quei portali, è dotato di immensa potenza di impatto e capacità distruttive. Solo Johanna sa quali orrori e brutalità si nascondano dietro quei gorghi un istante prima che si aprano.
    Come ogni altra tecnica che sfrutta il corallo del dominio, il contatto con i costrutti farà sì che sulla vittima tentino di aderire i subdoli micro organismi che lo compongono per esercitare il suo tremendo potere, oppure alimentare ulteriormente una biomassa già presente. Dato il protocollo della carne divina, il corallo è immensamente robusto e pesante. Se lo reputa necessario, Johanna utilizza i portali generati per riposizionarsi sul campo di battaglia o portare il suo attacco sfruttando le correnti acquatiche dentro il vortice per accelerare il proprio movimento all'uscita.


     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Sorella.



    Un pensiero sussurrato a sè stesso. Il Verde scorreva potente, glorioso e maestoso, chiunque toccasse rinasceva nella gloria di G.E.A e lo spettacolo che si parò dinnanzi ai suoi occhi fu - di contro - tremendo. I soldati delle varie corti, i Troni e i Parlamenti erano rinati grazie allo sforzo che aveva compito insieme ad Amaterasu nella dimensione spirituale in cui si erano ritrovati. Ma la devastazione che ferì gli occhi del Re Nero... Quella fu oltre qualsiasi pensiero. Una terra sventrata e distrutta, il Caduto era ritornato e il potere blasfemo che emanava andava oltre qualsiasi entità avesse mai affrontato in questa incarnazione.

    Abbracciò spiritualmente e fisicamente ogni aiuto che Nerthus aveva offerto loro, godendo del cosmo primigeno di cui era composto, finalmente - temporaneamente - nel pieno della sua reale potenza. Infinite epoche ed infiniti universi si riversarono prepotentemente in esso, donandogli la possibilità di superare il limite che solo quell'involucro di carne umana gli impediva di superare. Fluirono in esso i ricordi, le incarnazioni precedenti si fusero nella coscienza unica e predominante di Chernobog il Nero e la Fine fu, finalmente, sè stessa.

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    La forza dei Cinque finalmente riunita, il canto di gioia e di battaglia di ogni creatura della Madre ricoprì ogni cosa. Il Lifestream saettò più veloce, artigliandosi metaforicamente ad ognuno dei presenti, unendoli in un pensiero unico. La vera essenza di Chernobog si materializzò, scomponendo quello che era la sua base umana.

    I campioni della Primigena



    Saettò contemporaneamente ad Amaterasu e seguitò il rinforzo del suo attacco. I due opposti attratti inevitabilmente in un ciclo perfetto di Inizio e Fine, sorretti dalla Furia e dall'Equilibrio, furono tutti l'uno come l'altro. La forma titanica dell'Araldo completamente splendente nel suo bianco acceccante fu ricoperta di oscurità, tentacoli mastodontici e altri infinitamente minuscoli saettarono furiosi dal terreno attorno e sotto il Caduto. Lo avrebbe trattenuto con la rinnovata potenza a sua disposizione mentre - dagli squarci spirituali che si aprirono attorno e sopra il nemico - l'intera Orda e l'Armata delle Tenebre avrebbe riversato sul campo di battaglia ogni frammento della loro furia.

    Una nebbia profonda e oscura ricoprì il campo di battaglia, oscurando quei pochi raggi di luce naturale ancora rimasta, coprendo l'avanzata della sua Armata. Fu solo per volontà del Nero che chiunque fosse contro il Caduto sarebbe riuscito a vederci attraverso e, di conseguenza, avrebbe visto le anime di ogni figlio di G.E.A comporsi e prendere la forma che gli era appartenuta in vita. Interi eserci di spiriti si sarebbero gettati a capofitto nella mischia, seguitando il potere di Oberon e aumentandone - di conseguenza - la portata dello stesso. Qualunque fosse stata l'illusione che l'Equilibrio avesse deciso di eseguire, sarebbe stata percepita in modo ancora più profondo e ancora più intimo, pronti a dilaniare qualsiasi brandello di presenza spirituale avesse mai avuto il Caduto.

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    Le urla furono coperte dal rumore degli altri compagni ma chiunque fosse stato abbastanza vicino, avrebbe sentito le risate e gli inni tipiche delle anime del Nero. L'Orda si sarebbe riversata seguitando l'attacco di Amaterasu colpendo e dilaniando, afferrando e strappando, facendo da ariete per le Malattie che si sarebbero fatte strada all'interno del Caduto tentando di liquefarlo, dilaniarlo e strapparlo dall'interno. Qualsiasi osso sarebbe stato spezzato, ogni organo sarebbe esploso e ogni centimetro del corpo nemico ricoperto di pus e liquami putrescenti.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola Suprema
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ Uè
    MENTALMENTE ¤ Rompiamo tutte cose
    STATUS DARIAN ¤ Integra, riparata. Grz Nerthus <3

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Tentacolazzi giganormici e gigasottili per cercare di distrarre e immobilizzare il Caduto nel suo posto [DIV], richiamo l'Armata delle Tenebre che risale l'attacco di Oberon e gli da quel bello scopo frizzantino con il lato spirituale e mentale [AD] mentre l'Orda gli si riversa contro e pompa le malattie all'interno [AF].

    ps. scusate la mia esistenza lavorativa mi suca l'anima.


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤

    CITAZIONE
    темные нити — Grazie al suo controllo millimetrico dell'oscurità, il Nero altera la struttura esterna delle tenebre o degli spiriti oscuri che sta controllando in quel momento. Dalla superficie delle tenebre, un numero incalcolabile di lunghi filamenti crescono a dismisura e l'Araldo assume il controllo degli stessi impregnandoli delle sue illusioni in modo da aumentare enormente il danno inflitto. Ciò può avvenire in svariati modi, tra i filamenti che si avvolgono attorno alla carne scoperta per lacerarla sfruttando lo slancio dei costrutti spettrali dell'oscurità principali, o tentanto di insinuarsi tra le placche delle armature o entrare dagli orli per ferire il corpo sotto di esso. Tuttavia lo scopo finale di questi filamenti non è di aumentare "banalmente" il danno inflitto, ma dissanguare e infliggere danno mentale. Questo è perché in verità i filamenti non sono lisci, ma zigrinati. In questo modo quando lacerano la carne essi trascinano letteralmente via una maggiore quantità di sangue, disperdendolo all'uscita con grandi spruzzi rossi. Questi filamenti accentuano il dolore delle ferite grazie alla natura maligna delle tenebre di cui si serve Chernobog. [danno fisico + mentale - illusioni]

    CITAZIONE
    L'Orda — L'Orda Nera, l'esercito personale del Dio Nero, viene schierata sul campo rendendo tangibili gli spiriti [vedi specializzazione abilità], che avvolti dall'oscurità più densa, inizierebbe un'avanzata tale da cercare di spazzare ogni cosa al loro passaggio creando a chiunque si trovi sulla loro strada (e non disponga delle difese adatte) dei danni di tipo spirituale, fisico e da tenebre. Le anime che servono il Dio Nero sono dunque tangibili, composte dell'oscurità più densa e portatrici di ogni dolore La Fine decida di armarle. Le urla belluline e i canti distorti di battaglia, annunciano il loro arrivo attraverso gli squarci dimensionali attorno al campo di battaglia che le sorelle Zorya presiedono (only gdr). Il terrore ancestrale dell'ignoto e di cosa si cela dietro di esso trova sfogo negli spiriti dei servi di G.E.A che invadono il campo di battaglia. [offensiva oscurità+spirito+specializzazione]

    CITAZIONE
    Armata delle Tenebre — Tecnica infida e subdola, propria dell'Araldo. Si manifesta come una vasta nube nera, che ricoprirebbe il campo di battaglia oscurando la visuale di coloro che vi si trovassero immersi dove all'interno di questa foresta di oscurità, si annida l'Armata della Tenebre. I combattenti caduti per la causa della Madre, vengono richiamati da Chernobog che li schiererà come propri soldati sottomettendoli al proprio volere e privandoli così di ogni paura o perplessità - sempre che ne avessero avute. Essendo oggi pure entità spirituali, combatteranno sul piano dello spirito mantenendo solo le sembianze di un tempo, avendo come obiettivo la distruzione totale dell'anima e della mente del nemico. Come con gli altri spiriti evocati dal dio oscuro, essi rimarranno in campo finché vengono sostenuti col cosmo e per la sola durata del turno, colpendo con raggi o sfere esplosive singolarmente oppure concentrandoli in un unico attacco che nell'eventualità della messa a segno, instillerà nei nemici la sensazione delle loro menti dilaniate da un cieco terrore e dolore (anche i colpi a distanza avranno comunque come bersaglio spirito e mente, non potranno provocare danni di altra natura). L'armata delle tenebre potrà disporsi sul campo di battaglia a seconda della volontà del suo evocatore. [offensiva spirituale+illusioni]




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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    - HERE WE COME -

    II




    Una brutale armonia di elementi invade il vostro campo visivo.
    Il suolo della California e la vita stessa che lo sta attraversando grazie all'opera di rinnovamento di Nerthus, tutto si intreccia e si fortifica vicendevolmente. Siete nati per completarvi e mai prima d'ora l'avevate compreso con una tale chiarezza.
    La spaccatura creata da Amaterasu, i sigilli lignei, l'oscurità filamentosa e la sregolata esplosione vegetale guidata dal corallo bastano a trattenere il Caduto per qualche altro istante dopo la piena stabilizzazione del suo nuovo corpo. Si tratta di un tempo quasi inesistente, ma vi basta.
    Ogni singola offensiva colpisce il bersaglio, generando una serie di onde d'urto che riverberano per miglia e miglia attorno all'epicentro, attraversando le pianure devastate della California e raggiungendo il mare dalla parte opposta.

    Il mostro resta immobile, il cranio alato rivolto al cielo dopo aver incassato l'assalto diretto di Pan, che ha lasciato un grosso cratere sulla deformità della faccia piatta e irregolare. Un'ala cade, consumata e gocciolante di viscidi umori. Un arto si frantuma, stretto tra radici e striature blu e rosse. La pelle si incrina in diversi punti. Come se fosse vetro. O ghiaccio. Dai monconi e dalle crepe si alzano delle esalazioni spirituali che bruciano a contatto con l'atmosfera. Non con paura reagisce alle visioni dei suoi antichi nemici o alla tenacia di quelli nuovi, ma con puro furore.
    Una nuova serie di ali nere e lucide come l'onice si spalanca in diverse direzioni, travolgendo materia e cosmo, liberando il Caduto da qualsiasi costrizione fisica o cosmica, tranciando legno, terra, corallo e oscurità come burro. Un numero imprecisato di arti scheletrici esce dal petto, ciascuno avvolto da un alone biancastro.
    Un'onda luminosa avvolge l'intera figura e cancella ogni traccia dei vostri attacchi, ripristinando l'irregolare ammasso di strutture pseudo-cristalline.

    Ai vostri occhi non potrebbe rivelarsi assurdità più innaturale di quella manifestazione, quasi come se la Realtà stessa rifiuti di piegarsi totalmente a una presenza tanto offensiva. I fotoni balenano agli angoli del vostro campo visivo, sfarfallano come neon difettosi.
    Il cosmo nauseante pare spegnersi, per poi tornare subito a esplodere, spazzando via tutto ciò che gli sta attorno. La portata del suo potere è innegabile, superando quasi la soglia della ragione, ma tale aberrazione non può sussistere a lungo all'interno del Codice. Sta aggirando le regole. Ne siete dannatamente certi.

    È quella stessa luce a cadere al suolo, condensandosi in uno scroscio continuo. Sembra un manto liquido di luce fredda, così intensa da ferire lo sguardo. Si muove come acqua, cadendo in una cascata sempre più furiosa e riversandosi in tremende rapide verso di voi, scavando solchi incandescenti nel terreno e facendo tremare l'aria per l'intensissimo calore.
    Ma non si tratta di luce liquida. Lo strano movimento di quella massa si fa sempre più spigoloso e rigido mano a mano che si avvicina a voi, generando deformazioni a lente a causa della velocità e concentrazione di energia, mostrandosi nella vera natura: miliardi e miliardi di minuscoli aghi dalla lunghezza di un pollice e uno spessore infinitesimale che scorrono l'uno sull'altro con mortale precisione, individualmente diretti dalla mente affilata del Daimon e avvolti dal fetore della sua anima. Solo il potere di Nerthus riesce a deviare parte dell'inondazione mortifera, generando nuovi ostacoli e barriere per tentare di ridurre l'impatto.
    In risposta a ciò la marea si divide in quattro onde che si alzano e schioccano, divenendo altrettante lingue di luce che bersagliano direttamente voi figli di Gea, ignorando qualsiasi altro possibile bersaglio.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Il Caduto si prende in faccia gli attacchi visto che è ancora occupato a rifarsi il guardaroba. Inaspettatamente lo ferite, ma lui stesso non sembra badarci troppo riparando il suo corpo con la luce e liberandosi da tutto quello che gli avete buttato addosso, sigilli compresi.
    Genera un'onda repulsiva più che altro per ributtare indietro tutti quanti/liberarsi dai vari costrutti e tutto ciò che gli è rimasto addosso [ad] e una marea di aghi di luce solida avvolta da spirito e guidati individualmente da psicocinesi [AF]. Sostanzialmente ignora Jo e Korin perché non ha tempo da perdere e deve farla finita il prima possibile. Attacco a Energia Divina. Più o meno. Nerthus genera ostacoli di legno per aiutarvi in difesa, ma senza un corpo fisico il suo intervento è limitato.
    Avete 7 giorni, scadenza venerdì 14.


     
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    alexera12
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    LOG: RIGHT BACK WHERE WE STARTED FROM – HERE WE COMELOG# 2

    DESCRIPTION:

    Il dono di Madre Terra era incredibile, al di là di ogni sua aspettativa. Era più leggero di quanto non fosse mai stato. Più veloce, più reattivo, più energico. Aveva combattuto in diverse squadre d’assalto contro un unico obiettivo, ma in quel momento era diverso. Tramite quel temporaneo dono non gli sembrava nemmeno di essere Korin, un dipendente della Fondazione, un umano, ma piuttosto un eletto, o addirittura un araldo. Persino lui che di fatto non centrava niente con Madre Natura, si sentiva in comunione con la Volontà della Terra, come se fosse un tutt’uno con gli altri guerrieri in quell’arena. Tutti loro avevano unito i loro cosmi contro il Caduto, agendo come fossero una sola entità; una parte di un tutto che faceva fatica a comprendere perché era così ovvio e allo stesso tempo un enigma irrisolvibile.

    Avevano lanciato contro il Caduto attacchi devastanti, il cui effetto rimbombava per miglia e miglia, eppure erano stati tutti vani. Provocavano grandi ferite nel Daimon, squarci enormi da cui il suo spirito trasudava disperdendosi nell’aria, ma l’essere ignorava ogni cosa, semplicemente impegnato a ricrearsi il proprio corpo un’altra volta, come un bambino che gioca con la plastilina e rimodella la forma uscitagli male.
    Ma esattamente a cosa gli serviva quel corpo? Perché si ostinava a vestirsi delle carni dei corrotti? Cosa c’era in quei mostri che rendeva importante coprirsene?

    Sapeva poco della loro ignobile razza. Sapeva che il loro vero aspetto era a volte inimmaginabile. Sapeva che adottavano forme più umane per nascondersi in mezzo a loro. O meglio, questo lo facevano per certo i servi di Phanes, quelli a cui, in qualche modo, ancora interessava la loro esistenza. Aveva sentito voci di uno specifico Caduto in Giappone che si fingeva umano, quindi forse qualcuno di loro manteneva quelle usanze.
    Nonostante ciò mai aveva sentito di Caduti che si vestissero di corruzione. Nonostante tutti i cadaveri di corrotti e di umani presenti in zona, il Caduto in Russia non aveva mai provato ad assimilarli. Anzi durante quella feroce battaglia si erano scambiati più volte colpi portati con i cadaveri dell’una o dell’altra fazione, perché erano solo oggetti ed ostacoli. Lo stesso valeva per l’orda che infestava i cieli del Giappone durante la crisi della Fondazione, per quel poco che ne sapeva nessuno aveva usato i rimasugli della malattia di Ponto come abiti. Tutti i Daimon incontrati volevano solo morte e distruzione, non rifarsi il guardaroba.

    Forse c’era qualcosa di fondamentale da coprire. O non c’era. Forse era il primo Daimon senza la sua Gloria, uno spirito senza un guscio protettivo, un informe che stava vestendosi solo per, magari, rimanere ancorato al mondo in cui si era infilato. Era davvero così o c’era qualcosa di più che i suoi sensi, per quanto enormemente potenziati da Madre Natura, non potevano percepire? O forse mancava solo di conoscenze. E il pensiero tornò a lui, a Stenson. Lui sì che avrebbe saputo cosa fare. Ma lui non c’era. Persino Samarkand non c’era più, escluso da G.E.A. e lasciato nelle retrovie, al di là del muro di contenimento.
    Era da solo, senza guide.
    Ma non aveva vergogna ad ammettere la propria ignoranza. « Non li ho mai visti agire così. Sembra voglia proteggere qualcosa. »

    Scavò ancora, cercando quel particolare della sua conoscenza che magari poteva dargli un indizio. I Daimon non morivano. La loro morte corrispondeva ad un biglietto di sola andata per il loro universo, da cui potevano eventualmente tornare. Potevano essere spediti in un altro mondo tramite le dimensioni e potevano essere sigillati, come ogni altra creatura, e solo quello poteva impedir loro di tornare indietro.
    Sigillare era il suo scopo, si era convinto che quello fosse il motivo per cui G.E.A. lo aveva tenuto in quell’arena piuttosto che isolarlo fuori con il gruppo a cui apparteneva. Il potere dell’araldo mancante che scorreva assieme al suo cosmo, così come lo faceva nelle mosse dell’Atlantidea, era in qualche modo legato ai sigilli, lo vedeva nel potere del legno che seguiva i suoi codici completamente diversi. Doveva essere lì per quel motivo, per contenere quel mostro. Ma come? Non aveva mai effettivamente sigillato nessuno a lungo termine. Non aveva mai assistito ad una vera e propria messa in contenimento.
    Era forse chiamato ad un compito che non poteva assolvere perché nuovamente peccava di ignoranza?
    Era forse destinato a deludere Madre Natura e il mondo intero? L’Atlantidea però non aveva dimostrato poteri sigillanti eppure anche lei era benedetta da G.E.A. Forse allora Madre Natura voleva solo dei portatori per il suo potere, uno troppo grande per una persona sola ed incompatibile con loro. Erano quindi solo sostituti? Erano lì per farsi carico del potere di Nerthus in sua vece? Ma allora perché non pescare dalle fila degli altri araldi, tra creature ben più affini alla volontà di Madre Terra, piuttosto che degli umani? Proprio per quello, perché quei soldati erano adepti dei suoi fratelli, individui già formati e legati ad un altro aspetto della natura. Loro due invece erano umani attraverso i quali poteva risvegliarsi un eletto. Erano quindi solo al posto giusto al momento giusto?

    Un attimo e l’energia del mostro sbalzò via ogni singolo attacco gli fosse stato scagliato addosso. Un processo completamente indolore per lui, che come un ragno semplicemente abbandonava la pelle ormai troppo piccola. Non fu così innocuo per tutti gli altri. Ogni grumo cosmico, che fosse terra o sigilli venne rispedito indietro dalla potenza dell’altro. Korin lo notò quasi a stento, come se le reazioni erano sì maggiorate, ma ancora non abbastanza e cercò di interporre un sigillo incompleto fra sé e la devastazione in arrivo. Nerthus lo protesse, a suo modo, estendendo nuovamente radici a rinforzo del suo sigillo. Le loro forze combinate indebolirono l’onda d’urto che si si schiantò sull’armatura di rovi sbalzandolo via fino al muro di cinta di G.E.A.
    Nel volo, incurante del muro che avrebbe dolorosamente arrestato la sua traiettoria, lanciò nuovi sigilli verso gli araldi, se stesso e l’Atlantidea, sigilli che avrebbero dovuto circondarli in un poliedro atto a sostenere nuovi attacchi. Come il precedente, sapeva che i suoi sigilli da soli non avrebbero retto, ma con l’aiuto di Nerthus e delle difese degli altri magari…
    Subito seguì una tempesta di luce solida, quasi come legni che scorrevano l’uno sull’altro senza attrito, dalle fattezze di aghi e nuovamente Nerthus si adoperò per proteggerli incassando buona parte del danno e lasciando che il resto si inchiodasse all’armatura che, seppur danneggiata, riparava ogni danno subito con rami nuovi che sostituivano i vecchi morti.

    Uno sguardo dietro di se’. Il muro reggeva ancora bene. G.E.A. doveva voler assolutamente che risolvessero il conflitto, o che, nel peggiore dei casi, il Daimon rimanesse intrappolato in quel luogo. Si rialzò, un respiro profondo e si connesse nuovamente ai sigilli lanciati in precedenza. Erano fatti di fretta, incompleti, ma ora poteva terminarli e attivarli. Erano danneggiati, ma potevano ancora servire il loro scopo. Attivò per primo quello che aveva imposto su di sé, in modo che potesse aiutarlo nell’aiutare gli altri.
    Sentì una scarica come di adrenalina, ma zuccherata e luminosa, forse per l’influenza di Madre Terra, e la sua mente si fece appena più rapida nel dirimere informazioni e nozioni. Agire sui sigilli degli altri, per quanto lontani, fu appena più veloce. Sapeva come e cosa cambiare, quale collegamento riparare, quale tagliare. Era sicuro che il quinto araldo lo stesse aiutando nel modellare i propri sigilli di origine titanica per renderli compatibili con il linguaggio G.E.A. come un traduttore che adattava il contenuto rendendolo fruibile ad un pubblico più vasto.

    Nel mentre i suoi improvvisati compagni erano già partiti all’attacco. Non li aveva visti scattare, forse perché ancora troppo veloci o perché la sua mente era assorta nei sigilli, ma non poteva essere da meno. Si mosse in avanti recuperando il terreno perduto sotto l’attacco precedente, ma non osò, come alcuni i suoi compagni, andare faccia a faccia al nemico. Non era quello il suo stile di lotta. Poteva farlo improvvisando armi ghiacciate, ma era dalla distanza che le sue tecniche sfoderavano il loro potere.

    Inspirò e oltre all’ossigeno il suo corpo venne inondato nuovamente di cosmo. Aprì le braccia e le gambe in una A-pose instabile dove tutto il suo corpo iniziò a dissipare energia gelata, come una ventola, ma immobile. Dall’armatura iniziarono a staccarsi foglie di legno, piccole come scaglie di un serpente trascinate via dal vento. Ognuna di esse era un sigillo circondato dal dono della Terra che si immetteva nel flusso di ghiaccio ventoso tutto intorno ad essa. Il flusso spiraleggiò attorno alla sua figura, instabile, quasi fuori dal suo controllo. Poteva muovere anche il ghiaccio a piacimento, con una precisione e facilità mai avute prima. Non era però per dare spettacolo che quel serpente ghiacciato si era formato, ma per andare ad abbattersi sull’angelo caduto, infierendo là dove gli altri avevano attaccato. La corrente era pensata per insistere sui danni già causati dagli altri, per congelare i tessuti corrotti e rallentare la loro ricomposizione, mentre i sigilli avrebbero bombardato le stesse aree ledendo ogni tentativo di ricostituire il suo abito targato Luis Pontò. Da solo non poteva squarciarlo, ma forse poteva tenere aperto il varco abbastanza a lungo da far fuoriuscire ancora l’anima del mostro, per poter tenere a nudo quel nucleo incompatibile con la realtà, o ancora per permettere agli altri un secondo in più per danneggiare le profondità dell’essere.
    Un secondo in più per capire.


    NARRATO      «PARLATO»      "PENSATO"      "TELEPATIA"

    line1

    ADDENDUM:
    STATO FISICO:Nuovi lividi (Buff Resistenza. Buff dello scorrere cosmico.) x2
    STATO MENTALE:What’s wrong with that guy?
    STATO CLOTH:Indossata. [IV] Incrinata pesantemente. [VIII] Perfetta e autorigenerante.
    RIASSUNTO:Aiuta se stesso e gli altri nella difesa lanciando dei sigilli di potenziamento avanzati che, anche grazie al rinforzo legnoso, possano fare da scudo. Attiva poi il loro effetto cercando di rendere le percezioni di tutti più rapide. (= minimo buff nel potere mentale dei colpi di Eden e Dorcas, buff ruolistico per tutti). Dopodiché lancia una corrente ghiacciata e sigillante contro il daimon cercando di congelare e danneggiare i tessuti del corpo del corrotto in modo da rallentare la loro riformazione.

    (Posto la tecnica perché devo, ma il master sa meglio di me come funzionano i sigilli.)
    升天 象征 (Shēngtiān Xiàngzhēng) : Sigillo di Potenziamento – supporto. Questi sigilli hanno lo scopo di migliorare le capacità fisiche, mentali o dell’anima di una persona, ma solo uno per turno e il miglioramento non può eguagliare resistenze ne attacchi straordinari, tantomeno attacchi e difese portati ad energie superiori. Possono essere applicati sul creatore così come su qualsiasi altra persona il creatore voglia. Questa tecnica si mostra graficamente a seconda del suo obiettivo perché i contenuti scritti nel sigillo variano a seconda dell’aspetto fisico, mentale o spirituale su cui va ad agire, perché diverso è il modo di “scrivere” l’obiettivo nel sigillo. In particolare sono sigilli piatti, molto piccoli che si posizionano in punti specifici del corpo a seconda di cosa influenzano. Sono sigilli che si mostrano come pulsanti quando attivi. Rilasciando una sottile aura azzurrina che si diffonde lungo tutta l’area da loro influenzata.
    -头脑 (Tóunǎo): il sigillo della mente è atto a migliorare il pensiero del bersaglio aiutandolo a mettere in ordine i pensieri e permettendogli di ragionare con tranquillità. L’aura guaritrice soffia costantemente nella mente del bersaglio cercando di allontanare le influenze esterne permettendo ai soli pensieri del fruitore di susseguirsi rapidi e liberi. Può per esempio influire sulla capacità intellettiva o di ragionamento anche nel furore di una caotica battaglia.


     
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    i have no idea what i'm doing

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    Atto III - seconda scena




    Una furia come raramente si era vista nel pianeta era in atto in questo angolo d’America.


    Spiriti e umani dalla distanza potevano sentire il pianeta stesso farsi artigli e zanne, spada e martello, sogni e potenza verso il Caduto. Ma nonostante ciò, la progenie immonda resistette. Ferito, mutilato, ma resistette.
    Con un rapido battito di innumerevoli ali nere, appena nate dal corpo alieno accompagnate da disgustosi suoni di rigetto, scaraventò via le catene di corallo e legno, sigilli, e ogni cosa che affliggeva il suo corpo, ripristinandosi con orridi cristalli. Oberon trasalì debolmente, non per la rigenerazione ma per come riusciva a intaccare cosi bene nel mondo.


    Il ragazzo si era seduto sul trono dell’Equilibrio e aveva visto la Realtà in modi che pochi in questo piano dell’esistenza potevano vantare di aver scrutato. Nella sua bellezza, nella sua inquietudine, nel gioco infinito di causa e effetto, armonia ciclica e perfetta. E sapeva che qualcosa del genere, qualcosa di estraneo alle regole del gioco non poteva esistere in questo modo. Come inserire dentro un Codice matematico numeri che non esistono. Ma stavano esistendo ora, a ogni cosa attorno a lui mostrava come c’era un rigetto feroce da parte dell’universo di questa massa estranea. Ma continuava a rimanere ancorato, a difendersi dall’assalto di entità come lui che erano parte di tale Codice.

    E poi, tale difesa divenne attacco.


    Onde fetide di cosmo generato da quel gesto di liberazione, e ciò che gli era stato lanciato da Araldi, Primarca e Cavaliere di Athena ora veniva scagliato indietro, insozzato dai peccati contro ogni cosa che era stata detta e pensata. I detriti immensi, isole di roccia e radici di immensi alberi erano diretti nell’onda d’urto tutto attorno a lui per destabilizzare i suoi nemici.
    Espandendo il suo cosmo, il Re delle Fate inizio a generare attorno a loro una tempesta telecinetica a velocità luminali, andando a comandare ogni cosa si trovasse attorno al gruppo, aria, legno, terra e cosmo come difesa attiva a forma di cupola. Il semplice attrito con la gli atomi generava plasma che si perdeva in assurdi giochi di luce come sprite che esplodevano in fuochi di artificio quando i detriti colpivano tale barriera.

    Questo, insieme alla difesa combinata di tutti e dal supporto dei sigilli del Guardiano di Thule che si connettevano nella loro luce il verde bagliore di Nerthus, andò a supportare l’abbraccio della sorella che pur senza un corpo fisico stava dando il massimo salvare lui e i loro fratelli. Questo bastava per ridurre di molto gli effetti della prima ondata… ma era chiaro per la sua natura e per ciò che gli occhi del Pilastro percepiva che il peggio doveva ancora venire.


    Osservando oscure fontane di luce torbida fluire fra le radici della Protettrice del Verde, erodendo suolo e le rocce al passaggio come torrenti in piena, tali flussi si cristallizzarono in infiniti aghi di fotoni malvagi e spiriti immondi diretti su ognuno dei quattro araldi in personali maree di morte.

    La tempesta telecinetica aumentò la sua potenza, bruciando cosmo e materia al suo scorrere mentre la vera forma di Oberon glitchava nel suo sforzo sulla Realtà.
    Nonostante lo sforzo collettivo, centinaia di aghi penetrarono spaccando letteralmente l’energia cinetica della Tempesta delle Fate, colpendo la Vera Forma dell’Araldo che ruggì in un urlo di dolore, sentendo il corpo lacerato e la sua stessa anima inquinata dalla presenza dell’angelo. Faceva male, molto male, linfa usciva da luminose ferite del suo corpo… ma era vivo. E il sorriso fanciullesco, nascosto nella fenomenologia di percezioni che era il Vero Corpo dell’araldo era il segno che l’offensiva ora aspettava a loro.



    Doveva essere colpito con tutto quello che avevano in modo tale da destabilizzare quella anormalità che era la sua presenza nella Realtà. Il fatto che stava cercando di colpire principalmente gli Araldi, nonostante Johanna e Gao potevano essere grossi problemi, era sintomo che probabilmente loro erano la cosa che gli premeva di più. Che la Realtà stessa era un problema, e che doveva fare in fretta.



    Un rapido scambio di occhiate con Chernabog segnò l’intesa di unire l’Equilibrio con la Fine.

    Scattando in avanti, Oberon si affiancò al fratello/sorella, allungando le braccia verso la montagna che era il loro nemico e stringendo con forza le dita d’ombra. Come se le leggi della realtà stesse fossero la sua morsa, una non quantificabile forza telecinetica si abbatté sull’angelo di Lucifero, bloccando ogni appendice che poteva utilizzare per liberarsi e muoversi liberamente. La realtà stessa per l’unione della forza dell’Araldo e la blasfema esistenza dell’essere sembrava creparsi, con il terreno tutto attorno che per osmosi diventava marmo a causa dell’immensa pressione.


    I glifi di Nerthus e di Gao lo aiutavano a muoversi e pensare velocemente, cercando di evitare al minimo ogni possibile difesa nemica, lasciando libero il Dio Nero di compiere il suo spettacolo di carneficina, morte e malattia… mentre nel frattempo falene, millepiedi e altri insetti strisciavano nel suo corpo mentre i suoi occhi e la sua mente erano diritti sul Caduto, strisciando nuovamente nel piano mentale, tentando nuovamente nei pensieri e nelle percezioni dell’essere alieno… ma con altre intenzioni, non di ingannarlo...








    Buio.

    L’angelo avrebbe visto solo buio attorno al suo corpo quando poi la luce di diversi fari seguita da un suono di lampadine elettriche avrebbe riempito lo spazio vuoto di un palco di teatro diroccato. Odore di chiuso e umido, di nicotina che impregnava le logore poltroncine dove ragni avevano tessuto ragnatele e strati di polvere coprivano ogni cosa. Pareti distrutte, assi del palco semiaperte, tendeone divelto e muschio e piante che stavano iniziando a cresce grazie all'acqua che colava dal tetto, come se la natura stesse riprendendo controllo di questo luogo morto.


    theater1




    L'unica cosa che sembrava viva era un umano seduto in platea, lontano da lui che lo guardava con un pacco di popcorn in mano.
    Si indica sorpreso e sorrise.



    Io? No tranquillo… sono solo qui a godermi lo spettacolo – prende due popcorn e li mangia - Piace il palco? Un po’ fuori mano ma diciamo che ho dovuto preparare tutto un po’ in fretta e in furia. E poi si sa… l’ambientazione è tutto per un racconto del terrore.


    Una braccio in putrefazione avrebbe agguantato il Caduto sbucando dal buco dove si nascondeva il suggeritore, seguito da tanti altri che spaccavano la pavimentazione pronti ad agguantarlo e morderlo. Braccia di angeli morti, con ali strappate e nero sangue che colava da ogni dove, pieni di vermi e larve, che bisbigliavano dei suoi fallimenti, del suo tradimento, di come non avrebbe mai compiuto niente e che lei, la sua Signora, non sarebbe mai stata libera.


    Illusioni mentali che avrebbero tentato di attecchire nei suoi nervi con ondate di dolore e infiniti stimoli sensoriali di voci e parole in ogni singola cellula dell’immenso e alieno corpo nella realtà, e tramite per gli spiriti di Chernobog che avrebbero cercato di banchettare anche loro della sua mente e della sua anima.



    Mmm… mi sembra che chiamavano questo genere “Splatter”? Non so, dovrei chiedere quando torno a casa. Magari potremmo organizzare qualche serata horror – concluse Oberon nell’illusione, bevendo anche una lattina di cola.






    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu Suprema
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: Potenziato (Sigilli Nerthus + Thule), aghi di luce che hanno penetrat parte del corpo e anima ma ancora ok.

    - Riassunto Cupolone Gea per difenderci dagli attacchi dell'angelo (io faccio ruotare roba ad altissima velocità con la telecinesi nel mio strato) ma qualche ago penetra comunque e mi fa male. Dopo di che pressione telecinetica sull'angelo per bloccarlo dagli attacchi di Cherno e degli altri (ad) + tento di friggere i nervi del caduto con illusioni spaventose tema halloween ad energia Suprema anche per dare una base a successivi attacchi spirituali di Audatia.





     
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    Sorrise sotto la celata dell'elmo.
    La corruzione era antivita. Un qualcosa che non permetteva alla stessa di stare nell'equilibrio. Una vita che non permetteva di morire. Un flusso di milioni, miliardi di coscienze fuse in una sola. Una massa caotica senza senso.
    Che faceva da ancora per l'essenza di quel bastardo.
    Corruzione e i Caduti ad operare insieme per liberare qualcosa.
    La pelle si incrinò in diversi punti. Come se fosse vetro. O ghiaccio. Dai monconi e dalle crepe si alzarono delle esalazioni spirituali che bruciavano a contatto con l'atmosfera. Non con paura reagì alle visioni dei suoi antichi nemici o alla tenacia di quelli nuovi, ma con puro furore.
    Una nuova serie di ali nere e lucide come l'onice si spalancò in diverse direzioni, travolgendo materia e cosmo, liberandolo da qualsiasi costrizione fisica o cosmica, tranciando legno, terra, corallo e oscurità come burro. Un numero imprecisato di arti scheletrici nacque dal petto, ciascuno avvolto da un alone biancastro.
    Un'onda luminosa lo avvolse, cancellando ogni traccia degli attacchi, ripristinando l'irregolare ammasso di strutture pseudo-cristalline.


    crbst_dago
    «Attaccato alla vita.»





    E questo era un male. La Corruzione non moriva. E quel caduto la usava come esoscheletro per continuare a far perdurare la sua essenza in questa Realtà.
    Come in Giappone. Come in Australia.
    Quest'alleanza ormai era un dato di fatto e a questo si aggiungeva che volevano loro. Chiavi di volta per liberare la sua padrona.
    E questa presenza, questa oscenità, questo olezzo lo nauseava. Il suo essere ribolliva di una rabbia che non era rabbia. Perché era un emozione. Ma lui non stava combattendo con un emozione. Stava combattendo con il suo paradigma che era un sistema di difesa attivatosi nel momento in cui la corruzione e quel bastardo si erano resi manifesti.
    Combatteva col ruggito dell'intero pianeta, del LifeStream, dell'equilibrio, della Fine, della Crescita e dell'Inizio.
    Era una rabbia che era il grido di tutto questo moltiplicato in una scala che un essere umano non poteva nemmeno comprenderlo. Sentiva la terra e l'aria, l'acqua nelle falde acquifere scorrere in fiumi sotterranei segreti, lanciarsi in cavità dove magma e terra coesistevano, la terra contrarsi ed espandersi in una continua crescita.
    Amaterasu era il pianeta stesso.
    E quel pianeta odiava quello che lo stava attaccando. Lo odiava in un modo inconcepibile per chiunque tranne che per un Araldo stesso. Tranne che per un figlio di G.E.A.
    E fu allora che perse il suo sembiante. Fu allora che Draka lasciò il posto alla Vera Forma di Amaterasu O Mi Kami.
    Un corpo traslucido, dove ogni elemento scorreva in vene e glifi , dove vi era un qualcosa che assomigliava ad una spada ma che non lo era. Era il concetto di taglio prima ancora del concetto di spada.


    3ce6defc9c55da6b22b9b7123012de91
    WU LING
    Ordine dei Cinque Elementi




    In fondo era giusto così. Questa non era una guerra normale. Non era una guerra di uomini. Era una guerra su un piano diverso. Su un piano che loro potevano comprendere. Combattere con il corpo di Draka significava non dare importanza a tutto questo.
    E la sua Darian bianca si illuminò di un arcobaleno di colori che si infranse nei suoi occhi, Kusanagi ronzò e fu un pezzo di qualcosa che assomigliava ad una spada. Che infilzò la terra.
    Mentre gli elementi incorniciavano quella figura risuonando con la quintessenza della spada.
    E per questo Valzer, per quest'occasione, per questo ferro, per questo sangue avrebbe ballato com'era nel pensiero primigenio di sua madre.


    a6e37fa597b79264326b829e5bfefeb5
    Questa rabbia sarà la tua forza!



    Quell'enorme pezzo di roccia e minerali che stringeva tra le mani infilzò la terra stessa che si alzò in una cupola immensa. Minerali compatti, roccia compattata dal cosmo, ricoperta di spirito e su di essa milioni di spuntoni e trivelle fatte di roccia, minerali e spirito. Persino la sua Darian si era fatta spessa e compatta: uno strato di terra la ricopriva. Aggiuntiva protezione su quella già eccezionale della sua rinnovata darian.
    Altri spuntoni di spirito e roccia su di essa, per rendere la difesa ancora più impenetrabile e con un movimento rabbioso Kusanagi infilzò la California. Era diventata essa stessa la terra, Amaterasu affondò le sue gambe che si erano fatte radici nella California stessa divenendo parte integrante.
    Le mani strinsero l'elsa con una rabbia e una determinazione pari solo all'odio che provava per quel Caduto.
    Muri spessi come le loro volontà pronti a mettere alla prova la forza di quel bastardo.
    L'elmo era divenuto un pezzo di ferro compatto, la sua darian riluceva di toni marrone scuro, fino al nero del ferro.
    L'impatto.
    Sentì la forza del nemico riverberarsi sulla cupola, tenuta insieme dai poteri congiunti dei Figli di G.E.A. Esplosioni, rombo, la forza dei cinque fratelli, di contro a quella del caduto e della Corruzione.
    Quegli aghi di luce impattarono contro la cupola e fu come se lui stesso fosse cupola. Sentì gli aghi di luce distruggersi sul muro, tranciati dalle trivelle di roccia e minerali, sentì che altri si fecero strada tra i i vari strati, aprirsi la loro strada verso l'obbiettivo. Sentì quella forza esploderli addosso eppure non si mosse. Gli aghi trovarono un qualcosa di inamovibile.
    Ferite si aprirono su quel corpo mastodontico ricoperto di minerali compattati. Ma ci voleva ben altro che questo.
    Un passo in avanti immediato. Il dolore era una costante a cui era abituato e anzi ne provava un piacere nascosto.
    Perché era forte quel bastardo.

    Avrebbe goduto di più nel tagliarlo



    Si portò in attacco eppure la sua mente sfiorò quella di Johanna.
    Non erano stati presi inconsiderazione. L'attacco era solo per gli Araldi.
    Presunzione? Oppure un piano ben congegnato?
    Ma questo significava che la forza di Johanna era al suo massimo, che nessuna ferita aveva sfiorato il suo corpo e che poteva essere usata come un elsa.


    «Vediamo se sei migliorata con la spada, regina

    Perché si sa, Amaterasu creava. E sopratutto in battaglia era imprevedibile. Il suo paradigma lo rendeva senza forma. Perché ne creava di nuove, perché distruggeva quello che aveva appresso per creare qualcosa di nuovo e mai visto.
    E quel qualcosa fu usare Johanna come base.
    La sua forma terra avvolse la primarca compattandosi attorno a lei, divenendo parte di Amaterasu stessa.
    Potè sentire il cosmo dell'araldo entrare in risonanza con la sua acqua, col suo cosmo. Aveva una stilla del potere di Nerthus questo bastava. Bastava per poter combattere come Araldi e sorrise ancora.
    Chissà cosa avrebbe detto Bartolomeo di tutto questo? Chissà...combattere uniti era possibile e forse sarebbe durato il tempo di un battito di ciglia, ma ci sarebbe stato.
    Tutti lo avrebbero serbato nel proprio cuore e trasmesso alle generazioni successive. Chi col Khala, chi con la volontà impressa nelle loro armature, chi con il ricordo, chi facendolo diventare un faro di speranza per un nuovo orizzonte. Un nuovo obbiettivo.
    Chissà...


    «Resta con me.
    Tagliamolo


    La sua intera forma aveva abbracciato Johanna che si ritrovò in un esoscheletro fatto di terra e minerali.
    Quel pezzo di un qualcosa che un giorno si sarebbe chiamato spada, si mosse e l'intera California sembrò sul punto di collassare su se stessa. Ad ogni movimento di quella spada enorme, rombi sordi e terremoti mentre squarci e crateri si aprirono ovunque.
    Amaterasu imperava su ogni cosa. La California era diventata il suo pezzo di di argilla con cui modellare la sua opera di distruzione.
    I minerali vennero distrutti, le rocce, la terra finanche, tutto venne reso sabbia così fine da sembrare traslucida. Massi si sollevarono schiantandosi l'uno con l'altro, in una vera propria tempesta di sabbia.
    Poteva coprire i movimenti dei suoi fratelli e del ragazzo della grado, il creare un diversivo atto a trovare il punto della sua difesa più debole. Coprire i loro movimenti e le loro intenzioni.
    Persino le rocce che si schiantavano, i boati della terra che si apriva serviva a tutto questo, oltre a dargli argilla per la sua opera di distruzione totale di quel bastardo.
    Distruzione portata dal filo della spada.
    Due mani sull'elsa, la punta a sfregiare la terra. Roccia su roccia si stava accumulando su Kusanagi stessa. Più lunga del normale, più simile ad una Zweihänder. Un pezzo di ferro atto solo per fare male. Non per tagliare. Ma per triturare e squarciare con tutta la violenza necessaria.
    Si mosse a piena velocità luce e fu terremoto immane. Il fendente venne portato dal basso in alto e col piatto della lama mirando al fianco sinistro ma seguito, prima dell'impatto della spada, da una bordata di rocce aguzze.
    L'intento era prima di impegnarlo in una difesa e poi di sfruttare la sua stazza e il suo peso, oltre che la forma di Kusanagi stessa per sollevarlo da terra.
    Voleva spostarlo da un appoggio sicuro dando a lui e agli altri l'occasione per colpirlo con tutta l'odio che provavano.
    E al Caduto metterlo in una posizione di svantaggio in una difesa.
    La lama oscillò da sinistra a destra.
    Cambiò Forma e Johanna sentì l'acqua scorrere ovunque intorno a lei.
    Era divenuto un uragano di correnti e di gorghi. Amaterasu era divenuto un Oceano immenso e il filo di Kusanagi una cascata di correnti marine sempre più selvagge, capaci di disintegrare qualsiasi cosa, di triturare tutto con la loro pressione. Di scaricare quella pressione sui nemici della Vita.
    La sua Forma che era la manifestazione della sua imprevedibilità. Del suo modo di combattere.
    Non avere forma.
    Adattarsi sempre al campo di battaglia e a chi si aveva di fronte, così come l'acqua che trovava il modo di passare ovunque, di essere ovunque e di portare la vita anche in luoghi e anfratti oscuri e segreti.
    Perché la vita come l'acqua non aveva ostacoli.
    Trovava sempre la via.

    Saettò sul nemico.


    vergil-devil-may-cry-corte-epico
    水滴の間で踊る
    Suiteki no ma de odoru





    Amaterasu fu acqua che scorreva in ogni dove. Ogni suo movimento intorno a quel bastardo lasciava correnti d'acqua e con esse lei poteva usarle per nuotarci al loro interno e attaccare Vi erano sul corpo di Amaterasu centinaia di enormi tentacoli di pura acqua pressurizzata che avrebbero seguito ogni movimento di Kusanagi stessa, come le dita di un pianista che suonasse questa musica di distruzione e creazione, scaricando la loro potenza ad ogni fendente.
    Amaterasu avrebbe con i suoi movimenti lasciato scie d'acqua come se fossero state correnti marine, per favorire l'attacco di Johanna e il suo corallo.
    Sfruttare ogni spruzzo d'acqua, ogni goccia che si fosse posata sul corpo di quel bastardo, mentre Amaterasu, a mò di maremoto, si sarebbe abbattuto sul nemico, saettando in ogni direzione, scaricando la pressione delle correnti che aveva convogliato su Kusanagi, facendo seguire ad essa la potenza dei tentacoli per continuare a colpirlo in ogni direzione possibile, senza un apparente filo logico.
    Vi era solo questa danza di correnti e spade.
    Un continuo saettare. Danzare intorno al nemico, da angolazioni impossibili, facendo oscillare Kusanagi insieme a quei tentacoli. Lasciando dietro di sé spruzzi d'acqua e continuando a martellarlo per tenerlo impegnato ancora e ancora.
    I suoi fratelli avrebbero fatto il resto mentre la sua spada avrebbe distrutto ogni sua speranza.









    CITAZIONE
    ENERGIA: SUPREMA

    STATUS DARIAN( LV VIII): Integra

    STATUS FISICO: Danno medio sotto forma di ferite da taglio e perforazione. Danno medio al fisico. Primi segni di affaticamento per il colpo allo spirito.

    TECNICHE UTILIZZATE:
    FORMA TERRA
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.

    FORMA ACQUA
    Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l’acqua. Niente ostacoli – essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa. Niente esiste al mondo più adattabile dell’acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.
    Queste le parole di Lao Tzu che descrivono la mutabilità dell'acqua e il suo essere senza forma.
    Quando G.E.A creò Amaterasu le diede il controllo su ogni elemento fondante la Realtà. Anche sull'acqua; e il modo in cui si presenta l'Imperatrice della Realtà è magnifico e terribile in questa forma. Fu un eletto a descrivere la forma di Amaterasu quando nei tempi antichi dormiva sulle coste del Giappone.
    Poiché il levarsi di Amaterasu era terribile, a guisa di montante onda che s’avventi alla terra con scuro elmo crestato di schiuma e coperta di cotta svariante dall’argento alle tonalità del verde. Riluce di un puro fuoco marino, ove solo dalle profondità stessa dell'acqua e degli oceani poteva nascere.
    Persino il suono della sua voce fonda che pareva giungere dalle radici del mondo, incuteva paura.
    Questa è la forma che Amaterasu ha scelto quando diventa come acqua e fiume. Profondo come l'oceano, intemperante come la tempesta.
    E gli occhi brillano di un azzurro che non ha eguali in natura. Come se racchiudessero tutti i toni dell'azzurro. L'Imperatore della Realtà e di tutti i suoi elementi ha il pieno controllo dell'acqua.
    Anzi...non esatto. Controllare è solo un appendice, la punta dell'iceberg, quello che i più vedono. Amaterasu è l'acqua.
    La sua anima e il suo corpo diventano acqua e come tale si comporta. L'essenza stessa dell'elemento ne diviene Amaterasu facendo si che l'elemento obbedisca al suo comando, conferendogli la capacità di creare fenomeni con l'unico limite che è la fantasia e la capacità d'adattamento dell'Araldo della Creazione.
    Ha il controllo pieno di sé e di questa potenza che è duttile e malleabile. Può pressurizzarla per sparare gocce d'acqua che hanno lo stesso impatto di missili e la forza di penetrazione di cannonate.
    Può avere infinite forme d'attacco, tra getti d'acqua pressurizzata che hanno un altissima capacità di penetrazione e di taglio, può racchiudere i suoi nemici in bolle d'acqua annegarli o pressurizzarle fino a schiacciarne le ossa.
    Può far eruttare l'acqua da sotto i piedi come geyser o creare veri e propri tsunami o maremoti.
    Amaterasu è l'Araldo più imprevedibile tra i cinque e l'acqua è l'elemento che rappresenta la sua imprevedibilità, il suo essere tutto e nulla.



    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Perdo la forma di Harlan Draka e vado di Vera Forma.

    FASE DIFENSIVA Trasformazione Terra, rimango sempre alla massima altezza possibile e creo muri su muri di terra compatta e pressurizzo i minerali presenti per dare più compattezza al tutto, uso anche cosmo e spirito per protezione in più. Creo su di essi trivelle e seghe così vediamo di poter rallentare l'attacco. Oltre a formare una seconda armatura di terra sulla mia darian e resistere meglio all'attacco. Per via della differenza energetica bucano la difesa in alcune parti e colpiscono Amaterasu. Mitigo con darian lv 8 e cosmo straordinario
    Esco con un danno medio al corpo e allo spirito.

    FASE ATTACCO rimango in forma terra e creo terremoti, alzo rocce le faccio scontrare le une sulle altre, le polverizzo per creare una tormenta di sabbia e coprire i nostri movimenti e anche eventuali rumori tra sabbia, terremoti, rocce che si spaccano, si alzano, collidono ecc.[DIVERSIVO]
    Ho Kusanagi compattata di minerali e terra che assomiglia allo spadone di Cloud di FF7e parto all'attacco a velocità luce. Ma non prima di essermi unito con Johanna in un gundam semovente con la regina di Atlantide alla guida.
    Fendente dal basso in alto, di piatto, ma prima dell'impatto faccio partire una mitragliata di rocce aguzze e e taglienti per poi impattare col piatto della spada sul suo fianco sinistro e tentare di sollevarlo[ATTACCO DEBOLE + RIPOSIZIONAMENTO], così cerco di bucare difese e destabilizzarlo.
    Forma Acqua e parto in un omnislash acquoso.
    Formo su amaterasu centinaia di tentacoli di acqua pressurizzata che seguono i fendenti di Kusanagi. Scarico su di lui l'intera potenza lasciando una scia di correnti ad ogni mio passaggio, in modo da usarle per ributtarmici dentro e comparire all'improvviso in angolazioni impossibili.
    Uso cosmo straordinario e spirito per attaccare alla massima potenza, unendoli all'acqua così anche una goccia su quel corpo dovrebbe essere un pericolo.
    Lascio ovunque intorno al mio passaggio migliaia e migliaia di gocce d'acqua , oltre a quelle che eventualmente avrebbe il caduto addosso, in modo che Johanna le possa sfruttare con i suoi poteri.
     
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    La luce dei lampi ancora gli brillava sulle mani, mentre l'odore nauseabondo di qualsiasi cosa fosse fatto il corpo di quel caduto si univa a quello dell'azoto. In un battito di ciglia, l'aria si riempì di legno e corallo, di cosmo e di sigilli spezzati. Era sicuro di aver colpito quella “faccia” con il fragore di un migliaio di folgori, insieme all'attacco combinato delle forze dell'esistenza, eppure il mostro non aveva ceduto. Si, si era bruciato ed in qualche modo aveva dovuto togliersi di dosso le limitazioni imposte dai suoi colleghi, ma l'offensiva sembrava essere scivolata via come polvere al vento. Le basi stesse della logica non avevano applicazione pratica in quel momento, e la cosa stava diventando troppo ricorrente per i suoi gusti.
    La stessa forza che aveva liberato il caduto dalle sue costrizioni si propagò improvvisamente verso l'esterno come un'esplosione, un sussulto tanto potente da spedire indietro la Palingenesi ancora a mezz'aria, verso il terreno sottostante, facendolo atterrare con la schiena nel fango.
    Pan non ebbe neanche il tempo di alzarsi completamente, che una pioggia di aghi luminosi cominciò a precipitare verso di lui.

    Oh shi-

    Dal suo braccio sinistro piegato in avanti si sviluppò una massa di metallo dall'aspetto rugginoso, una cupola di ferro scagliosa. Gli aghi di luce si conficcarono in quel rifugio, senza trapassarlo del tutto. Il suo braccio sinistro venne puntellato da quei malefici aghi, e cominciò a sanguinargli direttamente sul viso, mentre la sensibilità all'arto divenne sempre più flebile. La natura perversa del suo nemico aveva cominciato a manifestarsi nel suo corpo, illuminando quella bara metallica nella quale si era chiuso volontariamente. L'interno buio era a malapena illuminato dalla luce malvagia degli aghi. Avrebbe dovuto sforzarsi di più? Avrebbe dovuto tentare di difendere chi gli stava al fianco? Il dolore al braccio lo distrasse momentaneamente, ma non abbastanza da da stordirlo. No, chi aveva vicino non era qualcuno che aveva bisogno di protezione. Chi aveva al suo fianco era qualcosa che non aveva bisogno di essere difeso, erano qualcosa che si sarebbe alzato dal fango e avrebbe continuato a combattere.
    Era arrivato il suo turno.
    Con la mano ancora sana, Pan scorticò via il metallo rugginoso, uscendo dalla cupola con un rumore cigolante. Si strappò di dosso la copertura metallica, gettandola via mente gli aghi di luce uscirono fuori dalla sua pelle. Il braccio sanguinava e gocciolava sul terreno, mentre le sensazioni abbandonavano rapidamente l'arto. Si passò la mano funzionante al cento per ceto sulla faccia, cercando di pulirsi dal terriccio.
    Sentiva la forza dei suoi simili circondarlo. Incredibili potenze oltre ogni immaginazione stavano per scagliarsi contro un apostolo di una dottrina maledetta, il portavoce di un messia dell'odio.
    Le catene non avevano funzionato, così come non avevano funzionato i sigilli. Ciononostante, quella cosa doveva rimanere li, sulla terra, pronta ad inginocchiarsi sul patibolo, pronta ad accettare la lama del giudizio per aver anche solo pensato di privarli del loro diritto all'esistenza.
    Altro metallo rugginoso si materializzò sulla sua schiena e sul suo braccio buono, ferro che si contorceva intorno a lui, assumendo la forma del filo spinato,
    Fissò quella mostruosità per un paio di secondi, prima di correre verso di essa ancora una volta, ma in quel caso avrebbe percorso solo una parte della distanza che lo separava dal Caduto. Il filo spinato si cosparse su di lui come un cespuglio di rovi, ed il cosmo della Palingenesi che vi bruciava all'interno dava alla scena un sentore biblico.
    Con un poderoso gesto della spalla, Pan sembrò lanciare un pugno al vuoto, ma quella era solo la preparazione quel gesto fece partire decine, se non centinaia di filamenti spinati verso quello che serbava il petto del mostro. L'obbiettivo era quello di trafiggere il cuore, o qualsiasi cosa avessero caduti al posto del cuore, e costringere il suo nemico a non muoversi da dov'era, a stare fermo ed a subire l'ira di chi aveva davanti.

    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA SUPREMA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - Braccio sinistro ferito e insensibile
    MENTALMENTE -
    STATUS DARIAN - indossata, rattoppata con il legno, vere forma, buchi sull'avambraccio sinistro

    RIASSUNTO AZIONI - Mi difendo come posso con una cupola di ferro, che però non mi salva completamente il braccio sinistro, per poi andare full Anderson e dirigere tantissimi fili spinati al cuore del mostro D9rV
    ABILITÀ -

    2:

    Chrysomallon squamiferum, detta lumaca piede di ferro.

    La lumaca-piede-di-ferro è un particolare mollusco che costruisce il suo guscio usando come elemento base il solfato ferroso, rendendo il suo corpo così ricco di ferro da formare un “piede” formato da scaglie metalliche. Questa forma dona a Pan la versatile, seppur limitata, capacità di usare l'elemento sopracitato.


    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    II

    E
    così, Johanna inspirò a fondo. L'acqua che era Amaterasu fluì nei suoi polmoni, dove il corallo le permetteva di respirare l'essenza primordiale che era l'araldo tramutatosi in mare. Sentì il calore del suo immenso cosmo pervaderla, portando con sé sensazioni che aveva solo sentito superficialmente nel suo trovarsi vicino agli araldi. Fu qualcosa di strano, antico e potente. Una sensazione che andava oltre il fisico ed il normalmente percepibile. In molti altri contesti, questa cosa poteva essere accolta come un nuovo tipo di pace dei sensi. In altri tempi ed in altri luoghi, una Johanna di altri tempi ed altri luoghi avrebbe potuto abbandonarsi alla sensazione della propria pelle lambita da quell'acqua che era viva e che allo stesso tempo era tutti gli elementi del creato.

    Ma non quella specifica Johanna, non in quello specifico momento e in quello specifico luogo. In quel preciso momento, Johanna poteva sentire la furia e la violenza di Amaterasu pervaderla, unirsi alla sua, fino a che i due spadaccini non cominciarono a oscillare alla stessa frequenza, diventando un'unica lunghezza d'onda dedicata all'azione di distruggere e di strappare fantasmi alle loro carni. Il ruggito dell'oceano di Amaterasu divenne il suo. Il cosmo di Johanna si espanse in quella forma, pervadendola, diffondendo in essa il suo potere ed il suo corallo che tinse l'acqua di colore scarlatto. L'esplosione di quel potere fu tanto improvvisa e violenta da rivaleggiare i suoi attacchi più potenti, quelle esplosioni che si sussurra siano in grado di demolire una intera galassia, ma in questa occasione quel tremendo potere fluì seguendo la non forma di Amaterasu, balzando di goccia in goccia.

    Immersa nel corpo di Amaterasu, dopo aver assistito in prima persona all'abilità con la lama di chi brandiva la prima tra le lame, immise il proprio fervore nelle acque generate e lanciate ovunque dall'araldo degli elementi, prendendone il controllo. Quell'acqua divenne la sua acqua. Qualche momento prima per attaccare Johanna aveva diffuso il legno di Nerthus dentro la sua dimensione di flutti iracondi, e la cosa non era stata interrotta nemmeno quando il corpo di Amaterasu avvolse il suo. Così Johanna fluttuò sospesa in quella non forma con un ampio groviglio di rami intrecciati al corallo e al mantello liquido che la primarca portava con sé dentro quel mare marziale. Il tutto assunse la forma di un grande paio d'ali. Attorno al corpo della primarca l'acqua si torse in migliaia di punti generando così altrettanti minuscoli portali, a contatto con il legno che si era portata dietro. Piccole schegge vennero asportate dai portali, in modo da mettere nuovamente in circolo il materiale nei flussi dimensioniali controllati dalla guerriera. Il cosmo del drago marino si diffuse così oltre la forma liquida di Amaterasu, raggiungendo il liquido ancora sospeso in aria come conseguenza della furia dell'araldo. L'acqua che idealmente era ancora sul nemico e nelle sue ferite non era stata dimenticata da Johanna, che ovviamente cercò di dominarla. L'acqua brillò d'oro e di riflessi azzurri cangianti

    Per ogni taglio che Amaterasu sferrò, Johanna incalzò violentemente ricacciando indietro l'acqua dispersa con altrettanto vigore, tramutando il liquido in strutture aguzze di corallo scarlatto dai cui pori sarebbe poi eruttato il legno che l'acqua dentro di esse portava. Ad ogni immenso colpo, ne seguirono diecimila più sottili e crudeli, intenti a conficcarsi in ogni possibile cavità e ferita lasciata dagli attacchi di tutti gli altri araldi. Un'ombra in costante inseguimento della sua origine, una crudeltà e una violenza nascoste nella purezza dell'intenzione di salvare questo bellissimo mondo. Johanna l'aveva detto ad Amaterasu, tempo fa. Lei non era una devota al taglio come lo era l'araldo stesso. Johanna era un macellaio.

    Così con il proseguire dell'attacco il corallo ed i portali si arrampicarono sulla sacra spada Kusanagi, trasformando quella che era un'ombra in un riflesso degli attacchi. La lama divenne più pesante, brancolante di corallo e di schegge di legno, pronte a rendere l'attacco sempre più crudele, sempre più brutale.


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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Da dentro Amaterasu diffondo il mio corallo e i miei portalini sulla spadona che ha creato per portare gli effett di corallo e legno sulla sua lama e contemporaneamente prendere tutte le gocce che sta lasciando in giro attaccando per conficcare altro sopracitato corallo e legno nelle ferite che spero che tutti gli altri stiano aprendo, ma sopratutto seguendo la scia della nostra spada per massima invasione+sigillamento+infezione

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE

     
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    III




    Le mani del Caduto si muovono a intrecciare una barriera filamentosa, unendo energie mentali e spirituali tramite un reticolo finissimo di luce fredda.
    Ferro, legno, ghiaccio e tenebra si ammassano sulla superficie, incontrando una resistenza morbida che assorbe l'impatto ondeggiando. Il reticolo si piega come un pesante tessuto, tendendosi fino quasi al punto di rottura sotto il peso del fendente lanciato da Amaterasu e Seadragon.
    Tutto resta in equilibrio per un brevissimo istante, che solo la gravità del momento può dilatare al punto da renderlo percettibile.

    Le braccia scattano a supportare la difesa, ma la sola pressione riduce il loro esile sembiante in schegge. La barriera inizia a strapparsi e infine collassa, riducendosi a pallide scintille.
    La materia stride sul corpo cristallino. Spirito e psioni si mischiano, insinuandosi dove gli assalti concreti non possono proseguire.
    La deflagrazione ingloba l'intero corpo del Caduto. Il suono è quello di miliardi e miliardi di specchi che si crepano nello stesso istante, i margini taglienti che stridono l'uno sull'altro. In controluce vedete alcune ali staccarsi e cadere, provocando una distruzione che la California non aveva ancora sperimentato, non in quella portata, nemmeno durante l'Armageddon.
    Un rumore graffiante si alza dall'essere, come se volesse nuovamente parlare. Non emette nulla di comprensibile. Non una voce, non un pensiero.
    Una strana impressione si fa strada attraverso ciascuno di voi mentre ancora osservate gli straordinari effetti dei vostri sforzi. Sofferenza. Dolore. Rabbia. Agonia. Follia.
    È tutto mescolato, un assurdo amalgama privo di senso. Sempre più sbagliato, sempre più assurdo.
    Crollerà. L'unica incognita è quanti danni possa fare nel frattempo.

    Tutto tace. Il suono è la prima cosa a scomparire. Lo spostamento d'aria seguente non segue in nessun modo la logica dell'esplosione.
    Due crepe si aprono ai lati del taglio che il Caduto ha al posto della bocca. Le crepe procedono simmetricamente lungo il collo e il busto, facendo crollare i monconi delle braccia appena spuntate dal petto. Ciò che si apre non si può definire come fauci, ma una voragine sul nulla, ampia quanto tutto il busto della creatura. Istantaneamente la fenditura crolla su sé stessa diventando un buco quasi perfettamente circolare.

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    L'aria intorno a voi viene trascinata verso quel buco nella Realtà, verso l'interno del corpo che è infinitamente più esteso dell'esterno. Insieme all'aria, la polvere e le macerie iniziano a essere risucchiate. Gli aghi di luce, ora inerti e abbandonati, ritornano al loro creatore in quel moto violento e disordinato che sembra voler reclamare tutto, senza distinzioni. Quindi tocca a qualsiasi cosa non sia ancorata al suolo e alla terra stessa, che si spacca in enormi ammassi prima di venire strappata e gettata nell'abisso.
    Ma non è solo la materia che viene precipitata nel vuoto. Perfino l'energia, il cosmo stesso che permea le radici di Nerthus ne è vittima, divorato dall'oscurità immensa, ingurgitato dal nulla.
    E voi, ciascuno di voi, non è altro che cibo per il mostro vorace.

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    Note Master:

    I danni subiti iniziano ad accumularsi. Le braccia extra e molte ali vengono distrutte e la struttura del corpo del Caduto si incrina pesantemente. In risposta, il suo attacco è un gigantesco risucchio psicocinetico su tutta l'area davanti al Caduto che sfrutta anche i detriti sul campo di scontro e i rimasugli del suo precedente attacco di aghi luminosi per aumentare l'effetto [ad], aggiungendo al tutto una massiccia privazione energetica [AF], sempre alla stessa potenza. In pratica cerca di mangiarvi e assorbirvi nel frattempo. Se ci riesce, vi trovate in una specie di pocket-dimension all'interno del Caduto, non un bel posto visto che vi ridurrebbe a mummie rinsecchite con quella potenza.
    Potete nel frattempo notare che quegli attacchi stanno richiedendo TROPPO alla forma fisica e all'essenza del daimon e che il suo corpo si sta consumando non solo grazie ai vostri attacchi.

    Dorcas: nei prossimi post ricordati di considerare l'effetto della tua difesa e i danni di questo turno.

    Scadenza 25 ottobre. Dai che manca poco.




    Edited by Him3ros - 18/10/2022, 01:20
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Aveva tentato ed era riuscita solo in parte a reggere il colpo. Gli aghi avevano perforato la difesa, la cupola di oscurità era riuscita a reggere ma i colpi erano stati immensi. Certo, comparati a come sarebbero stati senza il solido supporto di Nerthus, era finita quasi bene. Indietreggiò scagliata via dai colpi, i solchi paralleli sul terreno - sformati e sfilacciati - erano coperti agli occhi dei Cinque per via del denso Nero che parassitava ancora attorno all'Araldo, il dolore al petto e alle braccia fu soffocante e pesante combinato al dolore spirituale che le aveva lambito l'anima. Internamente urlava di dolore ma esternamente, fu solo il gelido nero ad acutizzarsi in spine e gocce che sprofondarono nel terreno per cercare di contenersi. Una risposta quasi umana a quel dolore.

    Drighignò i denti, affilate lame in quella forma così primigena, e tacque alla vista di ciò che accadde. I colpi di Amaterasu, combinati con Seadragon, furono inutili. Alcune parti del corpo fisico del caduto caddero ma non sembrò che questo potesse sortire alcun effetto in esso, lo vide soffrire sotto i colpi suoi e di Oberon ma la sua risposta su disarmante.

    Perse le ali, perse parti di sè stesso che il solo impatto col terreno produsse un boato sordo e una distruzione non quantificabile. Sentì le urla di quella terra, le urla dei morti e degli spiriti che si affollavano nel suo Paradigma e nella sua dimensione si fecero maggiori, percepiva qualcosa di strano in quell'essere. Da fin dentro l'artefatto, sapeva che qualcosa non andava, non doveva essere in quel piano di Realtà e non avrebbe certo lasciato che continuasse lentamente a distruggerla.

    Silenzio.

    Una gigantesca fauce, un buco nero di dimensioni immense, si aprì lungo il petto - o ciò che sembrava essere in un quella parvenza di antropomorfismo - del Caduto, tutto fu circondato dall'assoluto silenzio per degli attimi che parvero infinito e poi arrivò insieme: la terra tremava, gli aghi che avevano prodotto così tanto fastidio prima ritornavano al loro creatore, cercando di colpirli di nuovo ma era una mera distrazione e fu solo quanto percepì l'assoluta forza materiale che esso esercitava per cercare di risucchiarli che capì.

    La coscienza di Chernobog, risvegliata grazie all'unione dei Cinque, corse veloce e in un battito di creazione liberò la sua conoscenza e il potere che le concedeva di sapere il necessario. Tentacoli di nero e spirito si levarono attorno all'Araldo per cercare di ancorarlo al terreno man mano che cercava di spostarsi il più velocemente possibile dalla "linea di tiro" del pozzo profondo. Strali e strali di anime e oscuirtà si formarono a coprire l'Araldo, doveva resistere sotto quella forza impressionante giusto il tempo che era necessario. Allargò le braccia e lasciò che le particelle del suo cosmo risalissero al Caduto, non era un attacco ma era una necessaria conoscenza della situazione. Doveva sapere cosa era il Caduto e sapendo il cosa, avrebbe saputo con certezza assoluta il modo per terminare la sua ridicola esistenza.

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    Riaprì gli occhi mentre il sangue le colava dagli occhi e dalle orecchie, il bruciore al petto le risaliva al cervello senza farle capire l'entità precisa dei danni. La sua difesa non aveva retto perfettamente durante la sua azione ma nonostante la fatica, il sangue e il dolore, non si pentiva di ciò che era stato necessario fare.

    Non era stato difficile comprendere ma la portata della sua resistenza le creava un danno ancora maggiore. Adesso che sapeva la natura di quell'essere poteva creare una strategia che l'avrebbe per sempre fermato. Per prima si rivolse ad Amaterasu, portava ancora al suo interno Seadragon in quella parodia di gigante ammaestrato e anche all'atlantidea il pensiero della Fine, arrivò chiaro.

    °SORELLA! So come fermarlo, i Cinque Pilastri sono tornati insieme per difendere le opere della Madre e così faremo. Devi difenderci tutti, non possiamo lasciare che ci risucchi al suo interno. TROVATE UN MODO. °

    Poi espanse ancor di più il suo pensiero poiché non aveva la forza per esprimerlo vocalmente. I colpi precedenti le avevano distrutto le corde vocali e buona parte della sua forma umana, le sua vera forma - pura essenza della Fine - riusciva a renderla operativa in ogni modo ma le impediva la voce. Si rivolse a tutti, nessuno in quel campo di battaglia potè evitare di ascoltare Chernobog.

    ° Dentro l'Artefatto abbiamo rotto la sua Gloria, si è impossessato del primo corpo che ha trovato a disposizione ma questo non ci impedirà di annientarlo. La Realtà è tossica, sta soffrendo, agonizza, e noi non proveremo pietà per esso. Dobbiamo esorcizzarlo, annientarlo senza lasciare un atomo della sua presenza in questo universo.

    Nerthus ci aiuterà con la purificazione, la Benedetta dalla Madre, userà il suo potere per spurgare la Realtà dalla sua presenza.

    RESISTETE E NON LASCIATE CHE VI PRENDA



    Veicolate i suoi sigilli su di esso, li caricheremo coi nostri Paradigmi e solo allora saremo pronti ad annientarlo!°


    Si artigliò al terreno mentre cercava comunque di resistere alla potenza del Caduto, la portata della linea di tiro nemica era superiore alla loro ma non poteva lasciare che accadesse. Fu soddisfatta dal vedere e percepire l'apertura di un portale accanto a sè, rivolse uno sguardo in direzione di Amaterasu e Seadragon, la generale dei mari, fu operativa molto più di quanto si aspettasse. Si gettò con sicurezza all'interno di esso e il sollievo che provò quando uscì dall'altra parte - non al sicuro completamente - ma fuori portata, le aprì il volto scuro in un ghigno.

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    Gli occhi di Chernobog furono furia e rabbia, eccitazione e morte. Si rivolse a quel piccolo umano di cui ignorava l'esistenza, scoprì chi fosse solo tramite la portata dei suoi poteri e si prese la briga - nella sua infinità e temporanea benevolenza - di dirgli cosa fare. Anche i più infimi avrebbero servito il piano dell'Araldo della Fine.

    °UMANO UTILIZZA I TUOI POTERI PER AIUTARE A POSIZIONARE I SIGILLI.

    Non è il tempo della paura e del dubbio, è il tempo della Gloria della Creazione, dell'Inizio, dell'Equilibrio, della Fine e della Forza.

    Mostrami che non sei debole dinnanzi al potere di G.E.A. o muori per Essa.°


    AcMeG1m

    Si mosse in automatico, pervasa dalla volontà ancestrale che la spingeva ad attivarsi. Attese il momento e quando, sia Seadragon che il Saint (perché ormai sapeva tutto su chi era su quel campo), mossero i loro sforzi congiuntamente per posizionare una quantità sconfinata di sigilli che potè finalmente dare il via alla sua parte. L'Araldo della Fine allargò le braccia e da esse lasciò che fluisse - ad una velocità che mai avrebbe potuto ottenere - ogni particella di cosmo, ogni dominio che gli apparteneva sarebbe stato convogliato in un unico glorioso flusso: il Nero, le Malattie, le Anime e le Illusioni avrebbero cercato di entrare all'interno del sigillo di Nerthus, cercando di donargli quella spinta che avrebbe fatto in modo - sperava fiduciosa - di annientare insieme ai Cinque l'anima del Caduto.

    Insieme i Campioni della Madre avrebbero difeso la Realtà, insieme avrebbero mostrato la parte più pura e crudele della Volontà della Madre.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ Ferite spirituali profonde e laceranti, affaticamento, dolore sparso, sanguinamento occhi naso e gola. Danni localizzati dal collo a metà busto - corde vocali andate e lacerazioni sparse
    MENTALMENTE ¤ EXORCIZAMUS TE
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Mi becco danni abbastanza buoni dall'attacco di prima, parte dal collo a metà busto andata quasi completa, sanguino ovunque mi faccio la bua. Mi artiglio al terreno e mi creo una cupoletta personale a strati [DIF] mentre cerco di non venir riuscchiata, percepisco che qualcosa non mi quadra e uso le ESP complete per sondare la cosa. Scopro cosa effettivamente sta succedendo e lo comunico ad Amaterasu e comunico la mia strategia a tutti gli altri. Mi lancio nel portale di Johanna e appena vedo che sti sigilli si creano copiosamente faccio un'unica bordata di tutto il mio potere per potenziare il sigillo di purificazione [AF].


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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