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Amaterasu & Chernobog - Atto II

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    QUEST GEA

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    I




    Attorno a voi un rombo costante, come un tuono prolungato in maniera indefinita nel tempo.
    La vostra anima fluttua in uno spazio che non ha nulla di davvero concreto. Vi serve qualche istante per abituarvi alla condizione che è stata forzata sulle vostre essenze, ma per nessuno dei due quella separazione può dirsi davvero disorientante. Anzi, conoscete bene il dolore che si accompagna a una separazione forzata di corpo fisico e anima, eppure non avete provato nulla del genere.
    Attorno a voi si apre una distesa di tronchi nodosi appartenenti a qualche strana forma di vegetazione colossale. Non è però legno ciò che li compone, bensì una sorta di materiale spugnoso simile alla struttura delle ossa e dal colore dorato.
    Quel luogo è immenso, tanto da non vederne la fine in qualunque direzione guardiate. In quello che istintivamente riconoscete come il fulcro del semipiano, sorge un tronco ancora più grande e complesso degli altri nella sua forma.

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    Esso emana una forte carica di energia negativa, condensata in strutture cristalline che ricordano vagamente la forma di ali spalancate e crescono secondo pattern irregolari sulla sua superficie. Il cosmo che percepite qui è in netto contrasto con quello che sembra scorrere attraverso tutto il semipiano, che ora inizia a invadere ogni minuscola componente del vostro essere: è il tocco della Madre.
    Iniziate a vedere in ogni cosa la sua firma, il più puro dei codici che vibra e si intreccia su sé stesso in infiniti frattali, creando impressioni di sottilissime foglie d'oro ai margini del vostro campo visivo.



    V̷̡̧̢͍͚͉͓̯̫͑̇͊̄̂̎̋̈̈́̕ͅO̵̜̼͉̜̊İ̸͔̣̀͑̏̋̀̚͝




    La voce vi attraversa da parte a parte, graffiando la purezza del vostro essere. Miriadi di schegge color cenere si sollevano da ogni direzione e avvampano di una luce blasfema, lontana da ogni genere di calore e purezza. Come attratte da una specie di forza magnetica collidono l'una sull'altra fino a formare una forma distinguibile.

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    La vaga forma antropomorfa spalanca le ali a fatica, grondando materiale colloso dalla pelle, quasi interamente ricoperta di tremende ulcere e bruciature. Grida dal dolore, contorcendosi in rapidi scatti muscolari difficili perfino da guardare.


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    Un altro grido, stavolta di rabbia. Una furia omicida senza freni.
    Una delle ali cala a una velocità folle davanti a voi. Lo spostamento d'aria è tale da spazzare l'intera area con una pressione insostenibile, prima che strali di luce blasfema inizino a sfrecciare verso di voi, intrecciandosi ed esplodendo senza però fermare la loro traiettoria.

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    Note Master:

    Siete puro spirito in una specie di semipiano che intuite possa essere un'opera diretta di Gea, costruito come una specie di mini-mini-Agartha. Per qualche strana ragione state benone e non avete subito il classico dolore spirituale di separazione corpo/anima. Il luogo è infettato da cenere e cristalli che si compongono a formare il corpo di un Caduto. Questo tizio sembra ferito ed è davvero poco felice di vedervi lì. Nelle ferite che lo stanno menomando potete riconoscere le stesse malattie ed elementi che avete infuso nella gabbia di contenimento.
    L'attacco è un'onda d'urto che spazza il semipiano [ad] e una pioggia di luce spirituale [AF]. Il semipiano è considerabile dimensione spettrale, quindi Spirito ha effetto distruttivo. L'attacco potete considerarlo a Suprema.

    Ci aggiorniamo giovedì 21!




    Edited by Him3ros - 24/9/2022, 14:28
     
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    Lo strappo non fu doloroso.
    Naturale?
    L'ultima cosa che ricordava fu la gabbia cedere, sentire quelle lingue di fiamme spirituali diventare sempre più forti e potenti. E in quel caos una traccia. Come un ronzio.
    Antico. Più antico di loro?
    Poi la rottura.
    Sentì come se qualcosa stesse accadendo alla sua anima. Alla sua essenza come Amaterasu O Mi Kami, Araldo dell'Inizio di G.E.A.
    Negli occhi quei momenti: le lingue di fuoco ondeggiare pericolosamente schioccando scintille eteree in ogni direzione. La pulsazione divenire un singulto. La superficie dell'oggetto vibrare ed illuminarsi, un suono penetrante insinuarsi nei timpani e crescere a dismisura diventando talmente estremo da scomparire quasi completamente dall'udito.


    E tutto a collassare intorno a loro.


    L'essenza spirituale, il centro della loro esistenza in quanto Inizio e Fine viene separata di netto dal corpo umano in cui si era risvegliata e messa a nudo. Tutto fu troppo repentino. La loro forza spesa a contenere questa forza antica che voleva trovare il modo di esplodere nella Realtà. Non avrebbero mai potuto difendersi; il rischio era anche calcolato, la perdita di un Araldo era un buon modo per dare alla Realtà tempo.
    Amaterasu venne trascinata verso un nucleo di puro cosmo e spirito vorticante.

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    Cadde per un tempo che sembra non finire mai. Un naufragare in un qualcosa che non si sapeva. Perdersi in chissà dove.






    Non sentì dolore. Era come galleggiare in un mare quieto. Era vivo? Era morto?
    Dov'era?
    Era sempre Amaterasu?
    Il Tempo?
    Lo spazio?
    Forse erano solo concetti che in questo posto poco contavano. I suoi occhi si aprirono verso lo sconosciuto luogo.
    Spazio.
    Un qualcosa che era uno spazio ma di concreto aveva ben poco; era come se si fosse ritrovato ad essere nel brodo primordiale. Durante l'atto del pensiero della Creazione stessa da parte di sua madre. Un luogo che sentì alienante.

    «Chernobog...?»

    Fu la prima azione concreta in uno spazio amorfo. Pensiero nel Nulla.
    Il pensiero per suo fratello. La preoccupazione se stesse bene, se fosse lì anche lui.
    Poi vide le sue mani. Diverse da quelle dure di Draka. Il suo essere era diventato femminile. Anche se per Amaterasu parlare di femminile o maschile erano come vestiti.
    Ma perché aveva perso la sua forma con cui aveva scelto di combattere in questo torno di tempo per la madre?
    Perché non fu strappo ma carezza?
    Nessun dolore. Solo un lento perdersi. Kusanagi ronzò. Lei era lì. Con Lei. Ancora una volta. L'ennessima.
    Fino alla fine.
    Sentì forza. Forse perché aveva bisogno di ritrovare un centro lì dove tutto era confuso, dove nulla Era e che nell'alienazione faceva perdere se stessi conducendo alla follia.
    Kusanagi ronzò incurante di ogni cosa. Perché era stata battuta nel ferro e nella volontà, da il sangue di un uomo e dalla sua essenza. Un qualcosa che non avrebbe abbandonato Amaterasu finchè la sua storia non fosse giunta alla conclusione.
    La prese tra le mani e respirò profondamente. Poggiò la testa sul ferro di quella spada e il ronzio si fece suono dolce e lento. Carezza e abbraccio. Non calmò Amaterasu ma le diede il centro che cercava.
    Riprese la sua essenza e la tenne tra le mani così come teneva la guardia e l'elsa di Kusanagi no Tsurugi.

    «Stai bene?»

    Suo fratello era lì con lui, spesato tanto e quanto lui. Ma erano lì.
    Poi negli occhi la distesa di tronchi nodosi appartenenti a qualche strana forma di vegetazione colossale. Non era però legno ciò che li componeva, bensì una sorta di materiale spugnoso simile alla struttura delle ossa e dal colore dorato.
    Dov'erano?
    In una qualche dimensione estranea alla Realtà?
    Il luogo era immenso. Come se facesse Universo a sé. Non vi era fine. Ovunque si guardasse era immenso. Eppure il centro vi era. E Kusanagi ronzò.
    Nel fulcro del semipiano, sorgeva un tronco ancora più grande e complesso degli altri nella sua forma.
    E quella carica di energia negativa avviluppò Amaterasu e si sentì come un affogato. Istintivamente strinse Kusanagi.
    E fu allora che il suo sguardo divenne.
    Sentiva che in questo semipiano vi era l'Opera e la Mente di G.E.A, costruito come se fosse Agartha...ma più piccola. In forma e dimensioni.
    Perché?
    Cosa significava questo? La carica negativa era tangibile che il suo intero essere già ribolliva di rabbia e furia, eppure vi era il Codice della Madre.
    Ma quel cosmo era ben altro che un figlio di Agartha.


    Un Tumore



    I suoi occhi divamparono.
    Che quello che cercavano di contenere fosse in qualche modo legato al Codice? Com'era possibile quindi che loro non lo avessero capito fin da subito?
    Qualcosa stava agendo dall'interno era chiaro, ed ora era lì davanti a loro eppure il codice della madre non era illusione, lo era davvero. Eppure Oberon non lo aveva visto, nessuno di loro lo aveva percepito.
    Che fosse questo quello che cercavano? E allora la sensazione che Amaterasu provava? La Figlia di Lucifero...e se invece fosse la presenza, come in Giappone, di Caos e Corruzione insieme ai Caduti?
    Ma quello che fece tremare Amaterasu fu la consapevolezza che un tumore fosse nel Codice e potevano usarlo per chissà quali scopi.


    «Se hanno capito in che modo sfruttare il Codice e distruggerlo siamo in pericolo.
    Tutta la Realtà lo è.»


    Se stava distruggendo il Codice allora tutta la Realtà stessa poteva cadere. Sarebbero diventati invincibili...oppure usarla per altri scopi.
    Il Caos e Malal che potevano giocare con la Realtà? Avrebbero vinto.
    Potevano distruggere gli Eletti e gli Araldi con uno schiocco di dita. A quel punto nulla poteva più fermarli...se potevano inquinare il Codice allora anche G.E.A stessa poteva essere in pericolo.
    Perché anche durante il contenimento aveva avuto l'impressione che si cibasse quasi della loro forza.

    «Per un attimo fu come se fossimo noi il combustibile con cui davamo forza a quella cosa.
    E fu anche il contrario. Non ho capito quale delle due forze aveva preso il sopravvento. Vedendo ora questo piano, il Codice della madre, quel bastardo piantato lì in mezzo credo tutti e due.
    E poi qualcosa si rompe. Bisogna capire con cosa abbiamo a che fare qui. Noi siamo dentro quella cosa. È l'ipotesi più plausibile.
    Ma perché c'è il Codice di nostra madre?»


    Guardò suo fratello. Troppe domande.
    Di risposte nessuna.
    Vi era solo quello che potevano vedere: era un Agartha ma in una scala molto più ridotta. Il Codice non era fasullo, ma era anche vero che qualcosa aveva preso possesso di tutto questo. Ma non del tutto ancora.
    Lo scopo?
    Pure troppi.
    I nemici?
    Chiunque fosse non era l'ultimo arrivato, né uno da prendere sotto gamba. Per poter riuscire a stare in questo posto non era debole. Ma in che modo c'era riuscito questa era la domanda a cui dovevano dare risposta.
    Perché dovevano capire. Se lo avessero fatto ad Agartha stessa le conseguenze sarebbero state terribili.
    Questo dovevano capire. Poi dovevano epurare questo schifo.

    Quella voce come un graffio.
    Repentina. Li colse alla sprovvista e...fece male.
    Troppo.
    Un grugnito di dolore, la testa a fare male, l'anima a pulsare di dolore quasi. Quella voce era orrenda alle sue orecchie.
    Era come se l'essenza di Amaterasu la rigettasse, era come una malattia che il suo corpo combatteva con tutto se stesso.
    E quindi rispose con il suo codice alla minaccia.

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    Finalmente Il nemico Si Mostrava




    «A quanto pare lo abbiamo fatto parecchio incazzare. Chissà cosa abbiamo interrotto, vero fratellino?»

    Il fuoco divampava sul corpo di Amaterasu. Il fuoco di Draka. Della salamandra di G.E.A. Il Codice di Amaterasu si era attivato e insieme ad esso tutta la furia che portava con sé l'Araldo dell'Inizio.
    La vaga forma antropomorfa spalancò le ali a fatica, grondando materiale colloso dalla pelle, quasi interamente ricoperta di tremende ulcere e bruciature. Un grido di dolore, contorcendosi in rapidi scatti muscolari difficili perfino da guardare.

    «Quindi lo abbiamo ferito.
    Ci credo sia incazzato. Lo abbiamo interrotto. Ma io odio chi fa le cose senza il mio permesso.
    Tutto ciò che è sotto al Cielo è mio.»



    Quel corpo aveva subito i poteri dei due araldi, quel grido di dolore portava con sé la rabbia e l'odio per chi aveva fatto tale scempio. Solo che urlava verso due colossi fatto di orgoglio e regalità.
    Più gridava più il cosmo di Amaterasu ruggiva.
    Il Re e l'Imperatrice erano fianco a fianco.
    L'Imperatrice guardò quel tumore e non ebbe paura. Il suo nemico gli era davanti. A portata del filo di Kusanagi. Era lì.
    In tutta la sua orrenda essenza. Il Fuoco lambì lo spazio circostante aprendosi in un cerchio di pura fiamma e spirito.

    «Non sappiamo quanto sia forte ma anche se fosse Onnipotente giuro che lo taglierò.»

    Allargò le gambe. Il respiro profondo. La sua forma terra si aprì a ventaglio davanti a lui. La terra per formare difese e attacchi in preparazione dell'offensiva del bastardo. La spada messa di fronte a lui, il peso portato sulla gamba destra, ogni fibra del suo spirito pronta a scattare.
    Amaterasu tagliava.
    Era il suo codice ad imporglielo. Era il suo modo di combattere, di guardare il Mondo, di affrontare i suoi nemici.
    Tagliare.
    Dubbi e paure. Incertezze e orrori.
    Incubi e giogo. Caos e Corruzione.
    Caduti. Lucifero. Phanes.
    Chiunque si metteva di fronte a lui attentando alla Creazione si sarebbe trovato la sua spada.
    E la battaglia sarebbe arrivata a mo' di tempesta.
    Un altro grido di rabbia. La furia omicida senza freni.

    Alzò subito muri su muri che si intrecciarono tra di loro, si sovrapponevano, come un armatura fatte di scaglie di terra compatta e dura. Una protezione davanti ai due Araldi di GEA. Per fermare quella forza.
    Una forza incontenibile.
    L'attacco arrivò con una forza che la sorprese. No perché si reputasse invincibile, non per orgoglio, ma perché non si aspettava una tale forza.
    Era davvero forte. Molto più forte di loro due. Lo aveva capito da quell'onda d'urto che gli fece mancare il fiato, sentì il petto come sotto una pressione indicibile.
    Ricorse alla forma terra per creare svariati muri, a semicerchio, davanti e dietro di lui e a suo fratello.
    Dovevano resistere a quella tempesta.
    Ma venne gettato lontano.
    Una foglia al vento.
    Il sangue lo sentì in bocca. Il contraccolpo gli fece male al collo e alla schiena.
    Il resto che stava per abbattersi su di loro fu peggio.
    Una grandinata vera e propria.
    Poté solo alzare dalla sua forma terra decine e decine di scudi, che andarono a formare una cupola. Doveva proteggere sia lui che suo fratello. Da soli era impossibile fermare quella forza.
    La potenziò col cosmo e lo spirito. L'intento era cercare di fermarne l'avanzata, di rallentare la loro forza d'urto. Per tentare di fermare il colpo e renderlo gestibile.
    Sarebbe bastato?
    Forse.
    Arrivò l'impatto violentissimo, che gli piegò le gambe. Sentì quella forza distruggere.
    Era come se ogni colpo corrodesse quello che creava portandolo al nulla. Come un predatore che si cibasse.
    Faceva male. Troppo male. Si sentì ancora più piegare le gambe. Resistere?
    Che altro poteva fare? Ma non bastò.
    La sua difesa venne aperta. Strappata come un foglio di carta. Con una facilità che gli diede il vomito per la rabbia, mentre quei fasci di luce saettavano su di lui martellando in una grandinata continua.
    Distruzione del suo corpo spirituale. Distruzione di quello che era.
    Faceva male...eppure poi non sentì più nulla.



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    Deve finire così?
    Non lo accetto!
    Tutto questo deve finire così? Senza poter fare o dire nulla? Senza che io riesca a fare nulla? La Creazione è destinata a morire quindi?
    Non nella naturalità delle cose ma perché qualche stronzo figlio di cagna ha deciso così? E te Madre? Resti ancora a guardare questo Gioco?
    Te ne frega qualcosa? O rimani a guardare cosa succede per scacciare la noia della tua eternità?Capisco...ma non lo accetto comunque. Non posso far finta di nulla. Non posso fregarmene e basta. A te che importa dopotutto? Sei Gea.
    Creerai qualcos'altro. O starai a guardare il Grande Gioco. Giocherai?
    Sei solo un egoista in fondo. Come quei quattro parassiti che stanno dietro le quinte a muovere i fili di questo Gioco. Cosa importa delle persone? Della vita? Cosa importa delle anime che vengono sbranate?
    Sono le regole? Ma chi cazzo le hai mai seguite le regole! Siamo rimasti solo noi a farlo!
    La Corruzione, il Caos, i Caduti se ne stanno fottendo delle regole. Le hanno sempre cambiate e continuano a farlo. E noi?
    Noi restiamo a guardare?
    Ma io non posso guardare e basta. È una cosa che non accetto e non sopporto perché in questa Realtà che tu, Madre, hai creato perché ricordati è tua, io ci sono nato e l'ho protetta. Ho pianto. Ho gioito. Ho trovato l'amore e poi perso. Ho conosciuto l'odio e la vendetta.
    Ma amo tutto questo. Amo ogni cosa di questa Realtà. Ogni anima che ho conosciuto. Ogni goccia di sangue versato, ogni volta che sono stata ridotta a pezzi ho amato tutto questo perché mi sento parte di tutto questo.
    Non sono mai riuscito a fregarmene, a guardare e basta. Io sento la necessità di intervenire quando vedo la tenebra strisciare, quando sento Malal che si avvicina. Perché tutto questo è mio. Perché ho dato il mio sangue per proteggerlo.
    Capisco cosa sei, capisco cosa significa anche esserlo ma non lo accetto ugualmente. Non fa parte di me. Non lo è mai stata.
    Morire non è il problema, è farlo con i rimorsi e io non voglio averne. Se devo morire lo voglio fare in pace.
    E io non sono in pace ora! Sono incazzato! Sono furioso!
    Non solamente con questi pezzi di merda ma sopratutto con te.
    Tu che resti lì, in chissà quali dimensioni a vederci sputare sangue e a soffrire.
    Sei solo una gran bastarda egoista del cazzo! Ma io non voglio lasciare quello che hai creato.
    Non così. Volere non è potere ma non voglio arrendermi. E se mi senti dammi la forza i difendere quello che tu hai creato.
    Perché se a te non frega nulla io amo tutto questo.







    Le dita si mossero. A cercare qualcosa. A dare un senso. A sentire un appiglio, un qualcosa per continuare a combattere contro l'impossibile. Era stato fatto a pezzi. Da una forza che poche volte sentì nella sua esistenza.
    E si maledì. Tossendo sangue, sentendo la sua essenza, il suo spirito scivolare via, sentendo Amaterasu O Mi Kami fatto a pezzi. Come divorato vivo da un predatore.
    Ma cercò di rialzarsi. Le gambe non seguivano i movimenti. Persino muovere un braccio fu un atto disumano. Era come voler sollevare una montagna con un dito.
    Impossibile.
    cercò allora di strisciare. Di guardare il suo nemico. Con occhi di bracia.
    Perché solo questo rimaneva di Amaterasu.
    La sua rabbia e una spada scheggiata.

    «Sei vivo?»

    Cercò suo fratello col pensiero. Sembrava avere una grattugia in gola. Non riusciva nemmeno ad articolare le parole. Faceva male anche solo provarci. Tossì altro sangue.
    Quindi così doveva finire?
    Gea aveva abbandonato i suoi figli? Aveva abbandonato la Realtà?



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    RIFIUTO





    Rifiutò tale pensiero. Non perché odiasse sua madre ma perché la responsabilità era dei suoi figli proteggere quello che aveva creato. Non aveva mai chiesto nulla a nessuno. Né pietà, né aiuto.
    Era vivo.
    Tanto bastava.
    Anzi se lo sarebbe fatto bastare. Se poteva rialzarsi poteva combattere. E si impose di farlo.
    La sua forma terra venne in aiuto delle sue gambe, appendici di terra lo sollevarono, finalmente mettendolo in piedi. Inciampò su se stesso, Kusanagi fu il bastone su cui appoggiarsi.
    Sorrise alla sua spada. Le parlò dolcemente. Sussurrando. Sentendo la sua anima d'acciaio.


    «Non credo tu sia contento di quello che stai vedendo.
    Ma è davvero troppo forte. Non ho mai perso...la sconfitta arriva per tutti. Spero che i miei fratelli siano più forti e possano riuscire a fermare tutto questo.
    Ma non voglio andarmene senza dargli nemmeno un pugno



    In fondo aveva sempre risposto ad ogni pugno con un altro. Ad ogni ferita si era sempre rialzato. Aveva scalato le difficoltà ergendosi sopra il Cielo come il Sole.
    Respirò a fondo cercando di scacciare il dolore, scoprendo che non era affatto facile, che anche respirare era difficile, anche un movimento portava un dolore che accecava, che faceva quasi diventare pazzi. Si sentì come svuotato dalla volontà e dalla furia eppure guardò Kusanagi e le sue mani.
    E dentro di lui riscoprì il fuoco.
    Quella distruzione e creazione che faceva di Amaterasu avversario ostico. Perché per quanto lo si sconfiggesse per quanto lo si uccidesse lui tornava.
    Sempre.
    Riformandosi, ricreandosi, riscoprendo la sua fiamma e la sua volontà. L'Inizio tornava sempre.
    E da lì partiva un altra storia, un altro capitolo, un altro Amaterasu.
    Sentiva quel cosmo. Sentiva l'odio e la rabbia. Ma sentiva anche il dolore di quel bastardo.
    Lo fece suo. Fece di quella rabbia che sembrò un sudario in quel mondo il suo combustibile.
    La fiamma per alimentare il suo fuoco.

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    NUTRISCO ET EXTINGUO




    Divorare la fiamma malvagia. Proteggere la fiamma della vita.
    Zmaj. Draka.
    L'urlo fu bestiale.
    Perché era rabbia e furia. Era Zmaj e Salamandra. Era un Fuoco che divorava. Era un Fuoco che proteggeva. Era la sentinella Sul Muro.
    Non aveva bisogno di sua madre per fare quello che aveva scelto nel momento in cui il suo taglio si manifestò nella realtà.

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    Io sono colui che urla nella notte; io sono colui che geme nella neve; io sono colui che non vide mai la luce; io sono colui che emerge dall'abisso.




    In fondo non era ad agartha?
    Lì non c'era il Codice di sua madre? Aveva tutto quello di cui aveva bisogno per tagliare questo bastardo in ogni sua parte. Spirituale. Mentale. Corporale.
    Essenza. Pensiero. Volontà. Idee. Dogma.
    Tutto ciò che lo companeva Amaterasu lo avrebbe fatto tornare al grado zero e poi lo avrebbe divorato con quel suo fuoco che trovava la sua forza nell'Abisso più freddo e oscuro.
    Il pensiero arrivò a Chernobog.

    «Lo abbiamo ferito prima quando eravamo uniti. Se davvero questo è il Codice di G.E.A allora facciamolo nostro. Se questa è un Agartha in una scala ridotta facciamo nostro il suo potere.
    Unisciti a me e uccidiamolo!»



    E Amaterasu divenne un colosso di cinquanta metri.
    Un colosso fatto di fiamme saettanti e spirito. Un colosso di fuoco e cosmo selvaggio. Un calore insopportabile. Mentre Kusanagi sembrò diventare un pezzo di ferro abbrustolito, come se fosse stata buttata nel fuoco e lasciata a marcire.


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    天照大神の千の手
    Tenterudaijin no sen no te - Le Mille Mani di Amaterasu
    Forma Fuoco – Riduci L'Intero Universo In Cenere



    Avrebbe formato, partendo da se stesso come se fosse l'artista e l'oggetto da creare, una mezza cupola di fuoco formata da decine e decine di braccia, cariche di cosmo e spirito.
    Chernobog poteva usare Amaterasu per veicolare i suoi poteri come avevano fatto in precedenza. Usarlo per fare un attacco combinato e sfruttare il momento adatto.
    Da soli non potevano contenere quella forza ma insieme forse potevano.
    E saettò all'attacco. Quelle braccia sarebbero diventate meteore con cui colpirlo violentemente scaricando fiammate ed esplosioni di cosmo, per aprire la difesa e tentare una presa.
    Voleva tenerlo fermo. Voleva che la sua difesa fosse debole e poco articolata, che quelle ali fossero tarpate così la lama sarebbe saettata mirando al ventre.
    Kusanagi aveva preso tutte le fiamme e la potenza della forma fuoco di Amaterasu e l'avrebbe scaricate all'interno di quell'abominio.
    Gli avrebbe squarciato quel ventre e al contempo scaricato tutta la forza del suo fuoco.
    Lo avrebbe estinto da ogni piano d'esistenza.
    Si sarebbe nutrito del suo fuoco blasfemo.









    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccio destro distrutto. Coprispalla destra distrutto. Pettorale destro distrutto.
    Crepe in più punti.

    STATUS FISICO: Danni critici da spirito e cosmo distruttivo.


    TECNICHE UTILIZZATE: FORMA TERRA

    FORMA FUOCO
    Longsword of the Remnant Flame
    Questa tecnica concentra le intense fiamme della spada lungo il bordo della lama. Kusanagi sembrerà annerita in alcuni punti, con il filo smussato e rotto, come se l'acciaio fosse stato non battuto e temprato male. Una spada che non taglia...Kusanagi sembrerà un inutile pezzo di ferro senza forza e senza taglio. Eppure non sarà così. Perché si sentirà lo stesso quell'immane calore, come se il Sole stesso fosse diventato Amaterasu. Ma non avrà le fiamme intorno al suo corpo. Non sarà più una fiamma ardente eppure ancora quel calore sarà terribile. E solo ad uno sguardo più attento che si potrà capire la vera natura di questa tecnica.
    Kusanagi stessa è diventata fiamma. Perché tutte le fiamme di Amaterasu sono nella sua lama. Una lama fattasi di pura fiamma terribile. Fatta di puro calore. Ed è proprio questa la quintessenza della tecnica: assorbire tutte le fiamme e il calore per far si che ogni cosa venisse toccata da questa lama, non bruci né esploda, ma venisse sradicata dal nulla.
    Eliminare semplicemente tutto ciò che tocca senza lasciare traccia. Nemmeno la cenere. In questa tecnica il calore raggiungerebbe vette vertiginose che persino l'umidità e l'acqua verrebbero essiccate.
    Con questa tecnica non si genererebbero fiammate sulla lama ma solo all'impatto stesso l'intera forza si riverserebbe nel corpo dei nemici per poi esplodere in una deflagrazione pari ad una fiammata solare, portando le parti eventualmente colpite a diventare cenere.






    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    Appena arriva l'attacco debole, mi difendo parzialmente grazie a dei muri di terra davanti e dietro sia me che cherno. Per cercare di resistere e non essere spazzati completamente via. Ma la differenza energetica è soverchiante.
    L'attacco forte arriva in condizioni e quindi opto per scudare, sia Ama che Cherno, come gaara in naruto in una cupola di terra spirito e cosmo formata da decine e decine di scudi sovrapposti gli uni sugli altri per attutire l'impatto, fermarne la forza d'urto e di esplosione. Ma anche questo basta poco per via della disparità energetica immane.
    Prendo dei danni critici spirituali e il cosmo distruttivo fa il resto. Distrugge la mia difesa mi investe e mi fa un male assurdo.
    Con quello che rimane di Amaterasu si parte al contrattacco in un tag team già pensando di dover fare un nuovo pg.
    Forma fuoco e trasformazione in un gundam fatto di fuoco e fiamme alto al massimo che consente il grado energetico. Se questo è il codice di gea amaterasu cerca di prendere quanta più forza possibile da esso, cerca di farlo suo in modo tale da usarlo per potenziarsi, per fare suo questo mondo. Perché se la situazione è questa si resiste poco ma amaterasu èpazzofuoriditestacoatto e quindi fa cose fuori di testa sperando funzionino.
    Uso le braccia di fiamma caricandole di fiamme e cosmo per picchiarlo forte facendo esplodere fiammate a mò di eruzioni vulcaniche intrise di cosmo per tentare di aprire una difesa e legarlo in un clinch da muai thay [ATTACCO DEBOLE] per tenerlo fermo.
    Poi vado con la mia tecnica di fuoco come ATTACCO FORTE e cerco di trapassare a metà il ventre e scaricarli le fiamme, spirito e cosmo all'interno.
    Il resto a Cherno.

    Edit perchè non avevo scritto per bene la difesa che contemplava sia Amaterasu che Chernobog


    Edited by Lyga - 15/7/2022, 17:28
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Sono qua.

    Sto bene.


    La voce rauca in risposta ad Amaterasu raggiunse anche il cervello della Fine come una scossa. Una voce dura, maschile e per certi tratti anziana. Si guardò il corpo, strappato via dal piano della Realtà senza dolore apparente mostrandolo per quello che era: un generale, un Re.


    Abbiamo semplicemente attraversato l'artefatto. Hai ragione per certi versi, abbiamo rotto qualcosa e ci siamo finiti dentro.

    Era un rischio che avevo messo in conto, l'unica cosa che mi da da pensare è che è stato fin troppo fluido...


    Era vero, non capiva perché non avessero provato alcun dolore dall'essere strappati al loro corpo. Era un uomo e sapeva benissimo che la sua reincarnazione era femminile in quel periodo storico, non sarebbe stato così cieco da non comprendere cosa stesse succedendo. Così come non credeva fosse un caso che il posto - il non-luogo - in cui si trovassero fosse una copia (per quanto distorata) di Agartha. Ciò che la componeva era sbagliata, per certi versi, mentre per altri sembrava perfetta così com'era... Non avrebbe saputo spiegare perché ma lo era.

    La voce che tuonò, distorta e frammentaria, accusandoli non smentì il suo pensiero. C'era qualcosa all'interno dell'artefatto che avevano colpito coi loro poteri che li aveva risucchiati via e quella cosa si era manifestata in tutta la sua perfetta blasfemia. Non rispose nemmeno a metà delle domande che gli poneva Amaterasu, si trovava concorde su alcuni punti ma trovava la sorella terribilmente prolissa e logorroica in molti punti. che importava comunicare un dato di fatto - come le ferite che gli avevano inflitto - quando non avevano ancora ben chiaro l'entità dell'essere che avevano di fronte?

    Il dolore provocato dalla forma più grottesca di quelle parole lo trapassò da parte a parte, lasciandolo ansimante ma ancora in piedi. Ciò che fu peggio venne dopo però, l'urlo di dolore e rabbia che annebbil entrambi gli Araldi, lo costrinse ad arretrare di un mezzo passo e lo fece infuriare. Nessuno spingeva indietro la Fine.

    CHE COSA VUOI? COSA VOLETE?

    Urlò cercando di superare la voce di sua sorella e i rumori della copia del progetto della Madre. La posizione di difesa seguì quella di Amaterasu perché l'attacco che seguì fu terribile ma affrontabile - per quanto deleterio - insieme all'Inizio.


    COSA HAI FATTO TU PER ESSERE QUI A INSOZZARE CON LA TUA PRESENZA IL DISEGNO DELLA PRIMIGENA?!

    Il dolore fu immane, vide Amaterasu creare una difesa e in automatico coprì la stessa, rinforzandola come poteva dell'oscurità e del potere spirituale pronta dissipare il grosso dell'attacco. Fallì e riusciì a metà, il potere immane del nemico superava di gran lunga i singoli Araldi ma erano insieme e questo sarebbe potuto essere un vantaggio non di poco conto. Sopportò il più possibile senza lasciarsi andare a un grido gutturale per poi cedere, l'oscurità era sua ma si sfaldò come nulla sotto i colpi di luce di quell'essere.

    Sputò sangue all'interno della darian e lasciò che la sua natura facesse il resto, vide sua sorella tramutarsi in fiamme e vide la sua spade risplendere assetata di vendetta e non fu da meno. Il suo spirito era provato ma non abbastanza da impedirgli di rispondere a tono e in un pensiero furono d'accordo.

    La dimensione in cui si trovavano era comune ad entrambi i fratelli, non da meno sarebbe stato Chernobog. Avrebbe rinsaldato il progetto della sorella e avrebbe liberato la strada ad Amaterasu con una bordata di cosmo spirituale e oscuro, dandogli così la possibilità di una copertura al suo attacco decisivo. Avrebbe avuto così l'effetto sia di spazzare via qualsiasi cosa si fosse messa in mezzo - complice la potenza aumentata dalla dimensione - sia avrebbe avuto modo di contaminare (dove avrebbe colpito) con un portavoce delle sue malattie parti già corrotte del corpo nemico. La trinità del batterio mangia-carne si sarebbe fatta strada nel suo corpo, scorticandolo e avvelenandolo ad una velocità accellerata, contaminando col suo potere terribile ciò che gli si sarebbe parato di fronte. Insinuandosi all'interno delle ferite - esistenti o create - e potendo continuare la sua avanzata anche dall'interno.

    Non sarebbe caduto la Fine ma, anche se era una possibilità accarezzata, avrebbe portato via con sè la maggior parte del problema.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤ danni critici da spirito e cosmo distruttivo
    STATUS DARIAN ¤ copertura posteriore incrinata, bracciali incrinati con crepe sparse.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ rifodero la difesa di amaterasu con l'oscurità ma è quello è suprema e me la pijo in culo emily - per quanto ridotta in combo con Amaterasu. Poi parto con una bordata di cosmo spirituale e oscuro - portato a straordinario dato che siamo in una dimensione spirituale - per fare strada ad Ama [AF] mentre cerco di veicolare le mie malattie [AD] a prescindere che la bordata prendi il ventre o altri punti che mi potrebbe deviare così gli fa effetto batterio mangia carne però velocizzato come conseguenza eventuale.

    is this cose delle botte? sì.


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    QUEST GEA

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    II




    L'essere indietreggia. È... stupito? Infastidito? Furente?
    È impossibile dirlo. Potete solo tentare di interpretare in qualche modo il suo volto distorto, una maschera di metallo organico tesa su qualcosa di solo vagamente rapportabile a un teschio.
    Solo una cosa è certa: il dolore. Non siete i soli a soffrire. Il suo ventre si scioglie in scorie incandescenti e umori.
    Un rantolo esce dai due squarci che ha al posto della bocca. Una miriade di voci si mescolano e riverberano secondo frequenze che non riuscite a captare appieno. Come ogni altra cosa appartenente a quell'essere, i suoi pensieri stridono attraverso la Realtà e si gonfiano in bolle viscide tanto concreti da giungere fino a voi.


    ₱ɆⱤ₵Ⱨé ₴Ø₦Ø QɄł . ₦Ø₦ ĐØVɆV₳₦Ø . ₴Ø₦Ø łⱠ ₮ɄØ ₴ɆⱤVØ . ₥ł₳ ₴ł₲₦ØⱤ₳ . łⱠ ₴ł₲łⱠⱠØ . ₦Ø₦ è ₳₦₵ØⱤ₳ ₴₵łØⱠ₮Ø . ₦Ø₦ ₱Ø₴₴Ø . ₴₮₳₦₦Ø ⱤØVł₦₳₦ĐØ ₮Ʉ₮₮Ø . Ⱡ₳ ₥ł₳ ₵₳Ɽ₦Ɇ . ₮Ʉ₮₮Ø ฿ⱤɄ₵ł₳

    ₳₦Đ₳₮Ɇ Vł₳

    Ś̸̯̠̦̤̰̤͑̀̋̋͊́C̵̫̼̟̳̝̞͑Õ̴̢͔̘̟̅͋̐̓̑͐̆́̚M̷̢̩͓̌̈́̔̃Ṕ̸̭̟̟̮͍͑̏̆̄͜Ā̶̢̆̃͒̒̆̉͝R̶̛̺̭̖̘̯̍̄͠I̴̙̯̙̟̒̅̎͆̍̓̓͝ͅT̶̡̧̛̘͔̫̫̳̯̐̄̽ͅȨ̶͍̣͔̮͖̓̅̉̃͌̊̾͌̔͝



    Con quel grido il Caduto inizia a risplendere di un bagliore tetro. La luce emanata dal suo corpo si addensa in grumi informi. Il potere della sua razza immonda urla e bestemmia nell'atmosfera eterea del manufatto di Gea, agitandosi e pervertendo i frattali, quasi assorbendoli nello spettro del suo cosmo.
    I grumi ribollono e si espandono in forme geometriche irregolari ammantati da un sentore spettrale in cui si agitano anime in agonia, solidi che si compenetrano e vorticano su assi sempre diversi. Vengono scagliati nella vostra direzione a centinaia, a migliaia, per travolgervi, per abbattervi. Non sembra curarsi di colpirvi direttamente. Vuole scacciarvi. Ha paura?
    I costrutti rivelano presto la loro vera funzione. Sono bombe. I primi a cadere, quelli più lontani da voi, generano deflagrazioni di luce e fasci densi in ogni direzione. È una luce orribile. Il suo tocco è come un morbo. Gli alberi spirituali sembrano avvizzire. Si ammalano.

    6vgdAlI



    Note Master:

    A parte qualche dettaglio importante per capire cosa stia facendo il nostro amico, andiamo avanti.
    L'avete visibilmente ferito, forse con troppa facilità, dato il divario di potere. Sembra esausto. Lui dal canto suo si incazza e crea dei costrutti geometrici di luce (più o meno variabili per dimensioni tra palloni a utilitarie) avvolti da spirito che vi scaglia addosso [ad] per poi farli esplodere, ovunque essi si siano abbattuti [AF]. Le esplosioni di luce oltre a energia spirituale rilasciano radiazioni, che si comportano come veleno.
    Cercate di gestire al meglio la difesa e i danni, che questo qui picchia male.

    Scusate il ritardo. Ci aggiorniamo domenica 31!


     
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    Il dolore è una costante. Faceva male. Tutto.
    Persino l'anima. Aveva piantato l'acciaio di Kusanagi in profondità, sentito viscere e sangue ribollire e divenire cenere. Odore di carne bruciata. Olezzo insopportabile. Sentiva il sangue sfrigolare. Sentiva il dolore suo e di quel bastardo.
    Prese Kusanagi a due mani infilzando più in profondità. Vampe di calore. Intense fiamme. Lampi dal tono rossastro, mentre quel pezzo d'acciaio sembrava ormai carbone.
    E in tutto questo l' essere indietreggiava.
    Ferito.
    Il ventre si scioglieva in un liquame di umori e frattaglie. Scorie incandescenti simili a lava mentre gli occhi dell'araldo erano fissi sull'abominio.
    Indietreggiava per paura? Per furia e rabbia? Stupore?
    Di fatto l'unica cosa che era tangibile e certa rimaneva il dolore.
    Sia per i due araldi, sia per quel figlio di puttana.
    Indietreggiò pure Amaterasu, cercando Chernobog e osservando il loro nemico. La sua potenza era superiore alla Fine e all'Inizio.
    Li superava abbondantemente. Vi era la stessa distanza che c'era tra le galassie più profonde e la Via Lattea. Una distanza incolmabile. Per quanto il suo orgoglio non gli avrebbe mai permesso di accettarlo, né di dirlo, sapeva che era di gran lunga superiore a loro.
    Teneva testa ad entrambi...con facilità?
    Di certo la sua potenza poteva spazzarli via eppure indietreggiava.
    Perchè?
    Le sue parole stridevano e facevano male. Non sopportava la sua presenza, la sua essenza. Ogni cosa di quell'essere era un insulto. Ma quelle parole...


    ₴ɆⱤVØ . ₥ł₳ ₴ł₲₦ØⱤ₳ . łⱠ ₴ł₲łⱠⱠØ


    Che questo fosse un sigillo per contenere...doveva essere così.
    Era chiaro che volevano spezzare il sigillo, così come avevano provato a fare in Giappone, per poi lasciar libero un male che avrebbe annichilito tutto e tutti.
    Che il piano fosse sempre stato questo? Giappone...ora America...minimo comun denominatore le figlie di Lucifero. Parlò mentalmente a suo fratello.
    Sentì il suo sangue scivolare sull'elsa.

    «Sta cercando di spezzare il sigillo come hanno fatto in Giappone. Che abbia paura o che stiamo solo rallentando il processo, dobbiamo ucciderlo il prima possibile.»


    Ovvietà.
    Facile a dirsi ma a farsi?
    Ma era chiaro che avevano fatto qualcosa. Lo avevano rallentato. La carne...che c'entrava? Cosa sta cercando di fare? Troppe domande e a dirla tutta ad Amaterasu non importava di trovare risposte.
    Perché tutto il suo essere fremeva dalla voglia di ucciderlo. Di tagliarlo...
    Ma doveva mantenere la calma.

    Quando ti comporti in modo inconsapevole, si apre la porta dell'inferno;
    quando sei attento e consapevole, si apre la porta del paradiso.
    La mente è sia paradiso che l'inferno, perché la mente ha la capacità di
    diventare sia l'uno che l'altro




    La verità era questa. Rabbia e collera, dolore e paura non facevano che smussare il filo della spada della sua volontà. La calma e l'abnegazione, la quiete di mente e spirito facevano diventare quella spada sempre più affilata, capace di poter tagliare l'impossibile.
    Finanche un Dio.


    Si mosse mettendosi accanto a suo fratello. La spada davanti, una posizione di guardia, mentre quell'essere vomitava parole e budella.

    « Dobbiamo distruggerlo. Non deve avere la possibilità di continuare a fare le sue porcate!»

    Forse non era la soluzione ma aveva arretrato contro due mosche, stava urlando rabbia o disperazione, stava chiedendo perdono quando non avrebbe dovuto farlo.
    Forse era sorpreso, forse erano riusciti a rallentarlo. Forse...troppi forse...ma lui avrebbe continuato a tagliarlo all'infinito fino a che non lo avesse sradicato da questo posto.
    Harlan aveva subito più volte il ciclo di chemioterapia, unendolo alla radio per devastare il suo corpo, certo, ma così facendo attaccando quel tumore che lo stava divorando dall'interno.
    Era una lotta immane. Una lotta che aveva perso.
    Ma Amaterasu non avrebbe perso questa guerra.
    Questo tumore non sarebbe divenuto un male per portare il mondo al collasso.


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    E quindi che venisse ancora.
    Che la sua rabbia fosse libera, che quel grido fosse l'inizio della devastazione. Amaterasu non cedeva. Non doveva. Non voleva.
    Cedere, arrendersi, arretrare non era nella sua indole. Erano parole che non avevano mai avuto significato.
    Esisteva solo avanzare. Senza corpo, senza braccia né gambe, senza i suoi sensi, avrebbe continuato ad avanzare fino a che non avesse il cosmo che bruciava ancora.
    Fino a che non si sentiva sconfitto non avrebbe mai ceduto. Né a quel Caduto, né alle figlie di Lucifero, né allo stesso Lucifero. Potevano essere più forti, più grandi e antichi, potevano essere terribili e la disperazione un manto con cui proteggersi dal terrore che infondevano, ma finché non si sentiva sconfitto non avrebbe ceduto.
    Né paura, né disperazione, né questo distacco incolmabile di poteri.
    Lui non era ancora sconfitto. Suo fratello era accanto a lui, Kusanagi ronzava non doma ma vogliosa di provare ancora le carni di quel bastardo, di dimostrare che i figli di G.E.A non erano così facili da uccidere.



    Quel braccio si abbatté di fronte a suo fratello. Sembrò una montagna che cadesse da chissà quale cielo. Amaterasu si stava chiudendo su suo fratello. No...non si stava chiudendo...lo stava abbracciando.
    Mentre gli occhi brillavano sotto l'elmo. La sua forma fuoco continuava a bruciare, lingue rosse che facevano risaltare quei due lapilli che aveva al posto degli occhi.
    Erano uniti perché da soli non avrebbero potuto fare nulla.
    Insieme, invece, si.
    Fine ed Inizio. L'uno senza l'altro non poteva essere. Così come questa battaglia non era né di Amaterasu né di Chernobog. Erano un solo araldo ora.
    Quel braccio era sia scudo che arma. Erano lo scudo e l'arma per Chernobog, così come la Fine confluiva nella fiamma facendola avvizzire e morire.
    Da Due a Uno.
    In questa battaglia Amaterasu lasciava da parte l'Io per divenire altro.
    Il suo spirito era insieme con quello di suo fratello. Poteva percepire il dolore e la speranza, paura e rabbia di Amaterasu.
    Insieme.
    Due corpi.


    UN SOLO SPIRITO




    Non esisteva più Amaterasu, confluito nell'essenza stessa di Chernobog anche lui si distruggeva, per arrivare alla sua Fine. E da quel Nero ecco che un quid si riformava, tornava ad essere per affacciarsi alla Realtà e confluire nel Codice.


    Ciò che diciamo principio | spesso è la fine, e finire | è cominciare.



    Ecco cosa stavano facendo. Ecco perché questa battaglia era la loro.
    Era solo dell'Araldo dell'Inizio e della Fine.
    Erano gli opposti fondanti la Realtà. Vuoto e Pieno. La Creatività e il Raziocinio. Vita e Morte.
    Erano la Luce e le Tenebre di G.E.A, erano i mattoni e le fondamenta con cui la Madre costruì la Realtà.

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    ENSŌ




    Rappresentavano la natura ciclica dell’universo in continua autorigenerazione. I loro poteri erano l'uno l'opposto dell'altro e per questo si annullavano e si fondevano al contempo. Perché non potevano esistere senza l'altro.
    La perfetta imperfezione dell'universo. La regola e l'eccezione.
    Tesi e Antitesi.
    Il cerchio a rappresentare la perfezione ma anche il vuoto e al contempo unire entrambi nell'Assoluto.
    E quando il bastardo attaccò Amaterasu divenne Chernobog.
    Il suo essere confluì mischiandosi e fondendosi con l'essenza primigenia di suo fratello. Unì il suo spirito al proprio. In un abbraccio che era un Cerchio dove tutto era e tutto finiva.


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    Siamo il Movimento del Codice.
    Includiamo tutte le cose. La Vita nella totalità della sua essenza.
    Siamo perfetti così come siamo, in tutta la nostra imperfezione. Proprio come la Vita stessa.





    E quando l'attacco arrivò ecco che qualcosa si mosse. Fu semplice come respirare, normale come guardare le proprie mani.
    Strano al contempo, come qualcosa che non ci appartenesse, ma famigliare come svegliarsi nel letto della propria casa.
    Fu guardare con gli occhi di Chernobog, allo stesso fu sentire l'irrequietezza di Amaterasu e la sua imprevedibilità.
    Guardare il passato e al contempo non restarne imbrigliato, guardando al futuro e a cose sempre nuove in divenire. Fu vederle e accompagnarle alla loro Fine per poi rinascere e che il Ciclo continui.
    Amaterasu e Chernobog lo fecero insieme. Fu come se l'avessero sempre fatto ma al tempo stesso fu nuovo e strano. Ma lo fecero e già erano altrove.
    Amaterasu e Chernobog furono alla Fine.
    Per poi riiniziare da qualche altra parte.
    Arrivarono alla Fine delle loro storie; Amaterasu iniziò a scriverne una nuova.
    E sarebbe stata di rabbia e violenza.

    Comparvero a qualche decina di metri di distanza dal Caduto, davanti a lui e la lama scattò.

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    Consider: there is no such thing as a sword.





    Non esisteva una spada. Ma migliaia. Il fendente che creava il possibile dall'impossibile.
    Che tagliava l'Uno facendolo divenire Duale.

    TO CUT MEANS DIVISION BY THE BLADE OF WANT, THAT PARER OF POTENTIALS THAT EXCISES INFINITIES



    Luce. Amaterasu divenne la Luce che scacciava le tenebre mostrando la verità.
    Quelle mani che furono terra in precedenza, ora divennero spade, lance grezze, asce; armi in una sola parola. Armi grezze, fatte di purissima luce, forme taglienti dove lo spirito vorticava unendosi in una cacofonia selvaggia urlando carneficina.
    Nessuna parola, nessun artificio solo brutalità.
    Comparve davanti al bastardo con tutta la sua rabbia. Le mani che avvolgevano la sua forma erano divenute centinaia di spade che vorticavano attorno al corpo dell'araldo. Fatte di pura e solida luce, mentre i fotoni vennero a confluire sulla lama di Kusanagi che risplendeva di una luce arcobaleno.
    I fotoni vorticarono intorno al suo corpo che divenne invisibile.
    La luce rifletteva il mondo, era come se la parte sinistra di Amaterasu fosse invisibile, per nascondere il movimento della spada, per non fargli capire in che modo lo volesse attaccare.
    La spada nel fodero. Una tecnica iaido.
    Attaccare immediatamente. Con tutta la forza necessaria. Con tutta la rabbia. Con una violenza che avrebbe dilaniato il Paradiso e squassato i cieli.


    The sanctioned action is to Cut
    Gohon-me – Kesagiri




    Scaraventò quella rabbia in movimenti fluidi e circolari. La lama si mosse dal fodero disegnando un arco. Un montante che partì da sinistra a destra per poi ridiscendere con velocità e forza. Il polso destro ruotò, la gamba sinistra ne accompagnò il movimento in. un fendente dall'alto al basso, da destra a sinistra. In quel momento sarebbero saettate le armi intorno alla figura di Amaterasu, per scaraventarsi tutte insieme sul corpo del caduto.
    Avrebbero seguito il movimento di Kusanagi per dilaniare corpo e anima.
    Volevano triturare, maciullare, tagliare. I fotoni sarebbero esplosi a contatto col corpo, con la difesa, con qualsiasi cosa che volesse fermare la loro volontà di violenza. Avrebbe mirato alle giunture, avrebbe mirato alla ferita infertagli prima, per far penetrare i fotoni all'interno di quel corpo e farlo esplodere dall'interno mentre continuava a tagliare.
    Ancora e ancora e ancora e ancora e ancora e ancora.
    Nel Codice avrebbero impresso la rabbia dell'Imperatrice che continuò a muoversi, continuò a far si che da ogni taglio ne nascesse un altro.
    L'intento era di non dare tregua, né respiro, di chiuderlo in una morsa di fendenti ed esplosioni, dove Kusanagi assomigliasse sempre più ad un raggio laser che tagliasse di netto finanche la realtà stessa.
    Poi un esplosione di luce.
    Per accecare. Per scaraventarlo nel dubbio e aprire difese affinché suo fratello potesse avere terreno libero per farlo marcire nella Fine.




    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccio destro distrutto. Coprispalla destra distrutto. Pettorale destro distrutto.
    Crepe in più punti.

    STATUS FISICO: Danni critici da spirito e cosmo distruttivo.


    TECNICHE UTILIZZATE:
    FORMA LUCE

    Kyōka Suigetsu - Fiore allo specchio, Luna riflessa nell'acqua ~ L'illuminazione è come il riflesso della luna nell'acqua. La luna non si bagna né l'acqua si rompe. Sebbene la sua luce sia diffusa e grande, la luna si riflette anche in una pozzanghera di pochi centimetri. La luna tutta quanta e l'intero cielo si riflettono in una goccia di rugiada sull'erba.
    Questa tecnica riprende un vecchio proverbio cinese, dove entrambe sono cose che non possono essere toccate ma viste.
    Così è Amaterasu.
    La capacità di Amaterasu di controllare le dimensioni spettrali, sia col corpo fisico che con lo spirito, fa sì che lo stesso possa permettersi di attraversarle per poi riapparire in un punto qualsiasi del suo raggio d'azione. Se durante il combattimento, questo è assai rischioso per via del notevole affaticamento fisico e spirituale che esso comporta (è infatti usabile una volta per scontro), tutt'altro discorso si applica per il teletrasporto vero e proprio, dove L'Araldo della Creazione può apparire ovunque purché sia un luogo noto e senza blocchi relativi.
    {Teleport Spirituale}


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    Prima dell'attacco del Caduto, mi piazzo intorno a Chernobog abbracciandolo come se lo dovessi difendere dall'attacco. Invece faccio confluire l'essenza Amaterasu in Chernobog come avevano fatto in precedenza per tentare di fermare l'attivazione del congegno. Quindi è come se fossimo Uno e non più Due.
    Attivo il mio teleport spirituale teletrasportandoci entrambi.
    Evitando l'attacco opto per comparire di fronte al nemico, a qualche decina di metri di distanza.
    Uso la forma Luce per far diventare la mia parte sinistra invisibile[DIVERSIVO] l'intento è coprire i movimenti della lama che ho rifoderato.
    Appena sono a tiro di spada uso una tecnica iaido,
    linko qui il filmato per far capire meglio il movimento concatenandolo alle centinaia di spade e armi atte a tagliare, maciullare create in precedenza.
    Da qui parte un attacco in combo dove amaterasu vuole solo affettare il suo nemico scagliandogli addosso tutto il suo arsenale. Armi fatte di luce che seguono i movimenti dell'araldo andando a tagliare, maciullare, esplodere in una vera e propria violenza. L'intento è fargli male, mirando alle giunture, alla ferita che li abbiamo inferto prima facendo penetrare i fotoni all'interno per farli esplodere in una combo di esplosioni interne ed esterne insieme a tagli come raggi laser.[ATTACCO FORTE]
    Finisco con un esplosione di Luce per tentare di accecarlo e renderlo più morbido per Chernobog [ATTACCO DEBOLE]
     
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    Perché non reagisce brutalmente? Perché si limita a subire - per certi versi - quello che gli Araldi gli scagliano contro? I pensieri di Chernobog sono frenetici e il corpo disciolto del caduto, l'urlo disarmante ricolmo di dolore non lo rendono gioioso ma solo perplesso. Cosa è effettivamente quel caduto? Cosa protegge? L'urlo distorto e sovrapposto ferisce i sensi della Fine, la preghiera, invece, fa tremare ogni piccola particella del suo essere.

    °Non dovrà rimanere nulla di esso.°

    In risposta al pensiero di Amaterasu, si rese conto ancora di più della gravità della situazione, aveva parlato con sua sorella e aveva letto ogni riga di rapporto, visionato ogni filmato e percepito ogni cosa di quell'evento che aveva coinvolto le due caste. Stava combattendo contro Nurgle in Australia nello stesso frangente ma non per questo si era persa nulla al riguardo. La conoscenza era parte del suo essere, fare parte dell'insieme, esserci... In un modo o in un'altro.

    °Se indietreggia contro di noi, è già stremato dobbiamo fargli raggiungere la massa critica. Non possiamo lasciare che insozzi ogni cosa e liberi chiunque voglia.°

    Sentì il braccio di Amaterasu attorno a sè nello stesso momento in cui il caduto cominciava a rispondere con il suo potere, una tetra blasfemia luminosa che aveva già cominciato a risucchiare ciò che lo circondava. I loro occhi si incrociarono - dietro l'elmo per entrambi - e furono braci vive e gelida morte a unirsi, uniti e insieme come aveva previsto G.E.A per riportare l'Equilibrio nella Realtà, fermare chiunque volesse corromperla. Sentì l'odore speziato del fuoco che componeva Amaterasu e si beò del fatto che entrambi avevano poteri simili e sconfinati, perché singolarmente non avrebbero resistito a quello che sarebbe venuto dopo.

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    Riapparvero in un battito di ciglia, davanti al caduto e subito la Sorella si gettò a capofitto nell'impresa. Sapeva cosa voleva fare, conosceva le sue mosse perché i loro pensieri erano sincronizzati e il loro paradigma si era unito perfettamente. Ricoprì in fretta ogni arma di Amaterasu con il suo virus, in modo da poter avere una probabilità maggiore di riuscita, e scattò qualche secondo dopo l'Inizio, sfruttando la scatto della sorella come copertura. Lasciò che l'oscurità si addensasse sotto ogni passo per poterla innalzare abbastanza da colpire al cuore e alla testa. Sorsero dall'ombra i suoi soldati e l'urlo belluino che proruppe non appena si materializzarono fu elettrizzante tanto quanto quello che sarebbe successo dopo. Ordinò all'Orda di insinuarsi in ogni ferita e fenditura che avessero trovato sul corpo del caduto, con tale impeto da continuare a dilaniare ciò che rimaneva della sua carne e del suo essere. Avrebbero eseguito l'ordine e - se abbastanza furbi e sanguinari - l'avrebbero portato a termine. Sarebbero stati un apripista adeguato a quello che aveva davvero in mente: l'orda era il vettore, così come lo sarebbero state le armi di Amaterasu, per Marburg che si sarebbe rivelato in tutta la sua crudele potenza se fossero riusciti ad insinuarsi all'interno del nemico. Il potere che governavano sia l'Inizio che la Fine, era immenso in quella dimensione e la forza distruttiva di esso, unito alla grandezza del mentale che Chernobog manipolava avrebbe reso più facile - o almeno così sperava - il colpire il nemico.

    Se prima il caduto aveva sanguinato e urlato, cercando un'entità ancora a loro sconosciuta, adesso avrebbe versato ogni lacrima implorando la pietà degli Araldi che gliela avrebbero concessa solo attraverso l'anninentamento più totale.

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    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ danni critici da spirito e cosmo distruttivo, affaticamento generale, dolore petto e spalle, ustioni e ferite nei punti mancanti della darian crepata prima.
    MENTALMENTE ¤ incazzè
    STATUS DARIAN ¤ copertura posteriore incrinata, bracciali incrinati con crepe sparse e fori laterali.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ sfruttando il teleport monouso di amaterasu [RIPOSIZIONAMENTO], rivesto di marburg ogni cosa mi appartiene e tutte le armi che crea amaterasu perché così aumentiamo le probabilità di prenderlo. Scatto in avanti mentre l'orda si risveglia e gli va contro facendo da ariete - che bene o male se prende non prende, ha comunque danni da oscurità, spirito e specializzazione che è privazione energia spirituale - [DIV + AD] per il mio virus che dovrebbe portare emoraggie multiple (per stracciarlo ancora meglio) e di conseguenza cose più brutte visto che è ricoperto sia potere mentale che spirituale che qua ricordiamo va a distruttivo .[AF]


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    L'Orda — L'Orda Nera, l'esercito personale del Dio Nero, viene schierata sul campo rendendo tangibili gli spiriti [vedi specializzazione abilità], che avvolti dall'oscurità più densa, inizierebbe un'avanzata tale da cercare di spazzare ogni cosa al loro passaggio creando a chiunque si trovi sulla loro strada (e non disponga delle difese adatte) dei danni di tipo spirituale, fisico e da tenebre. Le anime che servono il Dio Nero sono dunque tangibili, composte dell'oscurità più densa e portatrici di ogni dolore La Fine decida di armarle. Le urla belluline e i canti distorti di battaglia, annunciano il loro arrivo attraverso gli squarci dimensionali attorno al campo di battaglia che le sorelle Zorya presiedono (only gdr). Il terrore ancestrale dell'ignoto e di cosa si cela dietro di esso trova sfogo negli spiriti dei servi di G.E.A che invadono il campo di battaglia. [offensiva oscurità+spirito+specializzazione]

    CITAZIONE
    Marburg {apoteosi — Il Dio Nero attraverso i suoi domini cosmici e abilità, è in grado di diffondere i più crudeli doni. Uno di questi causa immediata febbre alta, vomito, forte dolore toracico e polmonare. Un virus tenace e terribile che alla lunga esposizione può scuotere il corpo avversario da infiniti tremiti che si potrarranno in emorragie a livello interno. Queste costanti e progressive debilitazioni fisiche e mentali - date dall'insorgenza dei vari sintomi - saranno graduali e letali in base all'esposizione al veleno.




    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    III




    Ulteriori ferite si aprono sul corpo scheletrico del Caduto, malgrado gli scudi di luce opaca che ha alzato in sua difesa.
    La carne ribolle in preda alle più tremende infezioni e le articolazioni sono attraversate da spasmi. Il braccio sinistro sembra quasi staccato, ricoperto da quella sostanza collosa che è chiaramente il suo sangue. Filamenti incandescenti si intrecciano ai tessuti scarnificati, bucandoli più volte e cucendo l'arto al busto.
    La sua fisiologia non ha niente di logico. Non sapete cosa lo tenga insieme, né quanto possa ancora subire prima di spezzarsi e cedere.
    È solo un mostro, uno dei tanti. E non fa nulla per nasconderlo.
    La voce, ancora diversa, ancora spezzata, ancora più disperata risuona nella vostra mente come la più patetica delle suppliche.

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    Il silenzio che segue quelle parole è forse ancora più terribile.
    Gli scudi di luce si frantumano. Le schegge fluttuano sospese per un attimo prima di orientarsi verso di voi e volare nella vostra direzione a velocità della luce, divenendo raggi taglienti che lasciano scie multicolori che tagliano la realtà di quel semipiano.
    Gli arti del Caduto scricchiolano e si crepano spargendo il sangue denso tutto intorno. Le gocce metalliche sfrigolano sul pavimento dorato ormai distrutto e in rovina; colano sugli alberi ancora integri lasciando profondi solchi.
    Tra le sue mani saetta una forma oblunga, una gigantesca lama curva estremamente spessa che irradia energia spirituale. La agita in un solo arco orizzontale, un fendente atto a tagliarvi a metà entrambi, esattamente nel punto in cui vi trovate.

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    Note Master:

    Il caduto si è a malapena difeso. Qualcosa nella vostra unione pare funzionare molto bene contro di lui. Gli scudi di luce si frantumano e le schegge vi volano addosso [ad] mentre prepara una lamona gigante di luce ricoperta di spirito per sfilettarvi con un unico fendente gigantesco [AF] sempre a Suprema.

    Scadenza mercoledì 10.




    Edited by Him3ros - 2/8/2022, 15:37
     
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    «Ma lo sarà adesso!»

    Per quanto fosse allo stremo, non doveva ancora cedere. Dipendeva tutto dal loro braccio e da quella odiosità che faceva dell'essere Araldo un qualcosa che spezzata, distrutta, annientata continuava ad avanzare. Con un ostinazione che era la gemella della follia. Con una rabbia che era gemella della volontà.
    Distrutti eppure rimanevano ancora lì.
    Odiosi in questo stoicismo che se ne fregava di ferite e dolore.
    Uno 'sticazzi che era uno sputo in faccia a quel nemico che continuava a dimenarsi, a chiedere aiuto e pietà a chi non era capace di provare null'altro che amore per se stesso e per i suoi scopi.
    Avrebbe perso perché un Araldo non era mai solo. Ognuno di loro era collegato all'altro non tramite il cosmo ma grazie al Codice.




    il colore della luce e quello dell'oscurità sono due fratelli gemelli della stessa luminosità.
    la nebbia senza lo splendore del ricordo assolato sarebbe solo un finto cieco con un cane di finta fedeltà





    Avrebbero vinto perché combattevano insieme. Non da soli. Non per orgoglio o bramosia ma perché era il loro compito. Oberon e Pan, Chernobog e Amaterasu erano uniti in questa battaglia seppur la stessero affrontando ognuno col proprio modo, ognuno disponendo della forza del Codice e del Lifestream.
    Soli non erano mai.
    Ecco perché Amaterasu piantò le sue gambe, sollevando il braccio.
    Erano cavalieri.
    Difendevano chi non poteva difendersi anteponendo la missione a loro stessi. Erano nati per questo. Erano stati creati per un unico scopo.
    Essere uno scudo quando le armature sarebbero venute meno, quando la luce si sarebbe affievolita fagocitata da una tenebra dissacrante. Quando la disperazione sarebbe stata un cappio con cui strangolare la speranza, loro sarebbero stati la spada con cui tagliare il cappio e dare respiro.



    Sul braccio uno scudo fatto di spirito. Enorme. Suo fratello era con lui, e mentre il bastardo voleva giocare con le spade, Amaterasu alzò il braccio e lo scudo infondendo in esso il suo spirito.
    Cavalieri e spade. E il demone da battere.
    Un fendente.
    Proprio contro chi faceva del Taglio e della Spada la sua più intima essenza.
    E allora avrebbe saggiato quanto quel fendente fosse capace di tagliarlo. Di quanto fosse intriso della sua volontà di spezzare gli araldi.
    Con le suppliche certamente non avrebbe fatto nulla. Avrebbe messo alla prova quanto orgoglio e volontà albergasse in quel bastardo.
    Non con le suppliche, non con quella scena pietosa, non piegandosi chiedendo aiuto a chissà quale stronzo cagato dal peggiore buco di culo di chissà quale dimensione.
    Piazzò lo scudo a terra. Le gambe si divaricarono, la spalla contro il supporto.
    Chernobog e Amaterasu convogliarono il loro spirito nello scudo.
    Ma Amaterasu divenne acqua. La forma più imprevedibile quella che racchiudeva un altra caratteristica dell'araldo della creazione.
    Fu come se vene azzurre si aprissero sulla superficie di quello scudo, ruscelli d'acqua e correnti.
    Era come vedere una cascata che non avesse né inizio né fine.
    Mulinelli d'acqua si aprirono sulla sua superficie. Gorghi diversi in larghezza, di colori lucenti o così scuri da rasentare il nero.
    Era la magnificenza della Creazione, dell'acqua che dava la Vita. La culla dove ogni cosa era nata.
    Era bellissimo.
    L'acqua scorreva sul costrutto di Chernobog divenendo con esso un tutt'uno mentre la sua forma si espanse intorno a loro.
    Si innalzarono decine di colonne d'acqua, che vorticavano in senso orario o antiorario; una difesa per quel primo attacco.
    Non erano lì per fermare ma per deflettere quella forza scaricando la lontana da loro. Eppure quei raggi di luce tagliarono le colonne d'acqua, attraversandole così come fecero con il corpo di Amaterasu.
    Sentì male. Sentì dolore eppure il suo cuore era in fermento.
    Era nel vivo della battaglia, lì dove la vita scorreva sul filo di una spada ed era questo l'importante.
    E poi la vide.
    E sorrise perché lo sfidava nella sua più intima essenza.
    Sorrise e tremò di rabbia perché non era degno di avere quel quid.
    Non era degno e glielo avrebbe dimostrato.

    Acqua scorreva senza sosta, nella più completa libertà; vi era solo il pensiero e l'azione a indirizzarla sul suo corpo, intorno a lui, dentro di lui.
    Mulinelli e gorghi si aprirono sul corpo di Amaterasu. Fu come vedere decine e decine di cascate, di oceani che si aprivano e scorrevano sul suo corpo.
    Lo scudo e il braccio erano un tutt'uno, cosmo e spirito, i loro poteri uniti nel parare l'attacco.
    La sua forma d'acqua era stata fatta in modo di deflettere i corpi, deviarli, assecondare il loro movimento per poi disperderli lontano. Lo scudo non parare ma a deflettere.
    Non stava opponendo forza su forza ma lasciar scorrere quella forza cercando di deviarla.
    Come se stessero cavalcando un onda gigantesca.
    Sentì i morsi freddi sul suo corpo. Come schegge impazzite penetrare nella sua difesa facendo male, attraversarlo da parte a parte, bruciando e tagliando.
    Eppure non si voleva fermare. Sorrise nel dolore. Sorrise grondando sangue, sentendo la sua carne marcire, sentendo il suo corpo spezzarsi ma era in quel momento che l'Araldo trovava la forza.
    Più era difficile, più la salita era difficile e più vi era un fuoco che continuava ad ardere sempre di più.
    Draka combatteva un tumore trovando in esso, nel dolore, nel sangue, nel vomito e in un corpo spezzato e distrutto la volontà di non arrendersi.
    E si scoprì vivo come non mai.
    E capì quanto la vita fosse bella. Di essere vissuta nonostante il dolore e che proprio esso ci faceva apparire tutto con colori diversi, perché ci rendeva chiaro quanto di bello avevamo, e quanto potevamo perdere.
    Ed allora che il Codice si attivò in Amaterasu con una violenza che fu pari ad una Nova che esplodesse.
    Sentì la forza del bastardo e ancora di più si sentì vivo.
    Le gambe cedettero. Sentì un peso immane addosso, sentì la mente scivolare lontano da lui, la sua essenza sciogliersi come il sangue del caduto che corrodeva questo mondo.
    E fu quella fiamma ad alimentarsi ancora di più.
    Il fuoco della salamandra. Quell'essere un predatore a caccia delle fiamme corrotte. Nutrirsi. Cacciare. Divorare.
    Per proteggere.
    Per difendere la Fiamma della Vita e del Creato.
    Kusanagi si infilzò per terra. Il pugno si serrò sull'elsa e fu come il pugno di Draka. Rabbia. Una rabbia che inceneriva ogni cosa che attentasse alla realtà.
    Sentì quel pugno nel suo, Kusanagi fermò la caduta e le gambe ritrovarono equilibrio.
    Gli occhi si accesero, arcobaleni di colori mai visti e urlò.
    Il braccio sinistro si mosse, provò ancora più dolore e le ferite si aprirono ancora di più, sangue ne sgorgò ma importava?
    Non aveva promesso che la sua carne e la sua vita erano al servizio di sua madre?
    Lui non era la spada che G.E.A avrebbe usato per abbattere i suoi nemici?


    E COSÌ SIA



    Quello scudo intriso dei poteri dei due araldi sarebbe stato lanciato con tutta la rabbia e la violenza necessarie per colpirlo.
    Un attacco? Debole? No...un attacco per distogliere l'attenzione dalla spada.
    Era il momento che Chernobog aspettava per scatenare la sua oscurità che come un pugnale nascosto sarebbe penetrato tra le carni, silenzioso, mortifero per suggere la vita e portarlo alla Fine.


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    «Ti piacciono le spade vedo...allora danza con me.»




    Amaterasu era divenuto Zmaj. Vi era solo la Distruzione per creare.
    Avrebbero distrutto quel corpo infinite volte, gli avrebbero dato Fine e Inizio affinché fosse da monito a chiunque. Aveva sfidato l'Imperatrice e il Re in un duello di spade.
    E spade avrebbe avuto.
    Una spada che lo avrebbe fatto affogare nella sua disperazione, nei suoi errori, nella sua stupidità. Chiedesse aiuto ancora.
    Nessuno lo avrebbe sentito affondando in oscuri gorghi dove Chernobog lo avrebbe condotto in abissi di dolore e fine.


    Amaterasu sfruttò la sua forma d'acqua per creare una vera e propria onda, con cui avvicinarsi al Caduto. le gambe avevano ceduto, ma aveva ancora modi per chiudere la distanza e portarsi vicino.
    Tanto bastava per la spada.
    E divenne acqua e rabbia. Maremoto e tenebra.
    I due fratelli avanzarono terribili nella loro collera. Gorghi si aprivano alle loro spalle, mentre le acque schiumavano di spuma e cantavano da abissi insondabili.

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    Nejire Uzu





    La spada era acqua. Amaterasu lo era. E quei gorghi si unirono all'acciaio di Kusanagi, ronzava la sua compagna di infinite battaglie, cantando con l'acqua, scrosciando come pioggia, come fiume che si univa all'oceano, per poi gettarsi in abissi così bui da non capire più dove fosse il fondo e se mai ve ne fosse.
    Acqua che scorreva sotto terra, acqua come geyser, acqua come ghiaccio.
    Kusanagi era divenuta tutto questo.


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    Quella corrente d'acqua sarebbe divenuto un gorgo immane che si sarebbe schiantato addosso al caduto chiudendosi attorno a lui come se fosse caduto in un oceano.
    L'oceano della rabbia degli Araldi e della loro Supremazia.
    Una vera e propria tempesta si sarebbe abbattuta su quel corpo.
    L'acqua si sarebbe chiusa attorno a lui come in un globo, dove differenti gorghi e mulinelli avrebbero creato forze centrifughe e centripete. Quello che era nell'intento di Amaterasu era di creare non uno, ma molteplici maelstrom di varia grandezza e dimensioni per spezzare il suo corpo, per triturarlo, sotto la pressione differente.
    Farli perdere la nozione del sopra e del sotto, farlo diventare come una zattera in preda alla forza distruttrice della natura stessa.
    Il suo corpo sarebbe stato buttato in mezzo a questa tempesta dove le differenti forze lo avrebbero divorato, dove l'acqua avrebbe fatto da veicolo per lo spirito e l'oscurità.
    Si sarebbe infilata nelle sue ferite per espandersi in quel corpo, esplodendo all'interno, riempiendo i polmoni d'acqua, i suoi occhi, ogni cavità, ogni organo; veicolando i poteri di suo fratello, portando quel corpo a distruggersi corroso dalla Fine e dalla forza Distruttiva della Vita.
    In fondo la vita era anche orribile. E lo avrebbero capito i bastardi a cui avrebbero fatto recapitare i suoi pezzi.

    «Te lo dico per la prima e ultima volta... Per uccidere bisogna essere vivi...
    E io lo sono nel corpo e nell'anima



    Ed era proprio questa la verità

    Lottare, sfidare e superare ogni limite. Questi sono l'elsa, il filo e la punta dell'unica spada di coloro che fronteggiavano la morte
    GLI ARALDI DI G.E.A




    La spada si mosse in un posizione di difesa, tentacoli d'acqua nacquero dalla sua forma a protezione dei due fratelli.
    In attesa delle sue mosse.
    e Kusanagi ronzò...dagli abissi...




    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccio destro distrutto. Coprispalla destra distrutto. Pettorale destro distrutto.
    Distrutta in più punti.

    STATUS FISICO: Danni critici da spirito e cosmo distruttivo.
    Danno alto allo spirito segni d incoscienza e difficoltà nel pensiero. Buona parte del corpo ferito, con ferite profonde ed emorragie. Debolezza per via della perdita di sangue.

    TECNICHE UTILIZZATE:
    FORMA ACQUA

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Rimango sempre in forma Gundam ma dalla luce questa volta passo alla forma acqua.
    Chernobog grazie alla sua abilità crea uno scudo di spirito e oscurità per Amaterasu, ci piazzo sopra il mio spirito e acqua. Intorno e sopra allo scudo, così come sul corpo di AmaterasuGundam acquoso, creo decine e decine di piccoli mulinelli d'acqua per deflettere i colpi invece di pararli con forza bruta vista la disparità di forze.
    E tentiamo di deflettere i colpi e il fendente ma amaterasu ne esce con un taglio profondo da petto all'addome, oltre ad avere altre ferite dato dall'attacco debole per via della differenza energetica.
    lancio lo scudo che è costrutto spirituale in faccia al caduto[ATTACCO DEBOLE] andando in combo con la strategia di Chernobog.
    Sfruttando questo momento, formo uno tsunami d'acqua e ci surfo sopra perchè le gambe sono al limite, e tento di avvicinarmi.
    Kusanagi diventa un tornado d'acqua e glilo lancio addosso così tento di ingabbiarlo in un globo d'acqua, dove all'interno creo gorghi, mulinelli, maelstrom di differenti grandezze che girano in senso antiorario alcuni e altri in senso orario. L'intento e di creare una vera e propria lavatrice di forze centripete e centrifughe che lo sballottano , che lo triturino, che lo spezzino. L'acqua poi fa da veicolo al mio spirito e alle abilità di Chernobog.
    Se entra nel globo d'acqua tento di farla penetrare anche nelle ferite per veicolare i poteri di Chernobog e affogare i suoi organi interni, riempire le cavità e farlo affogare ed esplodere all'interno. [ATTACCO FORTE]
    piazzo davanti a me tentacoli d'acqua a protezione mia e di chernobog in attesa delle sue mosse.
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Non pensò, agì. Nonostante la supplica distorta del caduto, non lasciò il tempo di interrogarsi al riguardo perché esso doveva essere fermato. Lo spirito della Fine confluì lungo il braccio di Amaterasu e continuò a gonfiarsi raggiungendo la dimensione adeguata al suo scopo: un immenso scudo spirituale dove danzava l'oscurità più gelida e nera, la forma liquida dell'Inizio invece gli diede un tocco più poetico. Una battaglia fatta di poesia ed immagini meravigliose, dove la morte e la distruzione di quell'abominio erano l'obiettivo principale.

    Sentiva un urlo soffocato provenire da quella realtà, la terra bruciava sotto il sangue corrotto di quello, tutto ciò che veniva attraversato dai colpi del caduto si ritrovava a morire senza pietà. L'oscurità si levò dai resti dell'Orda che era tutta attorno a loro e divenne nebbia densa e pesante, una barriera più solida pronta reggere contro i suoi attacchi. La lama nemica si lanciò a velocità disarmante contro di loro ma le schegge di quella barriera luminosa furono più infide e veloci, nonostante i turbini d'acqua di Amaterasu e il Nero di Chernobog, l'oscurità si tagliò lasciando intravedere la luce davanti le fenditure e l'Araldo levò il martello ingigantito a dismisura per proteggere ulteriormente la sorella.

    Il sangue sgorgò come se nulla fosse, non sentì dolore all'inizio e poi tutta la durezza dell'impatto e della pelle stracciata, ustionata e ferita la prese a schiaffi. La sensazione di caldo bagnato le inondò i sensi e l'armatura ma non ebbe il tempo di piegarsi ad esso, lasciarsi andare a un banale urlo sarebbe stato un lusso che sapeva non gli sarebbe stato concesso. Strinse i denti, la vista appannata le annebbiò la mente ma sentiva Amaterasu, sapeva di dover continuare.

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    Bastò un pensiero, coordinati in quella danza di distruzione, e seppero entrambi cosa fare. Lo scudo dell'Inizio fu lanciato a una potenza disarmante, i mulinelli d'acqua furono temepesta e tutti gli elementi che controllavano gli Araldi furono una sinfonia di distruzione portata all'Equilibrio. Il Nero fu resistenza, richiamò Rabbia all'interno di esso e nacque all'interno delle sue particelle.

    Infinite repliche del suo virus, infinite possibilità per abbattere il nemico.

    Attraverso uno squarcio si sarebbe aperto alle spalle del caduto, sarebbe stato pronto a richiamare le anime più folli e feroci. In questo modo avrebbe dato il via al suo attacco: un raggio brutale, mortale e venefico, avrebbe puntato al Caduto. Avrebbe spazzato via tutto ciò che fosse stato sul suo cammino, potente abbastanza da confondere e delbilitare il nemico, dando la possibilità ad Amaterasu di poter insinuarsi ancora di più.

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    Il potere sfrigolante della Fine fu assordante e silenzioso allo stesso tempo, si mosse con Amaterasu e furono Uno e Due insieme nella lotta. Avanzò e lo rimpolpò delle anime di G.E.A, del potere del suo Parlamento e della crudele manifestazione mentale che padroneggiava ogni particella d'acqua che l'Inizio portò sotto forma di gorgo. Quando - e se - fosse andato a segno i suoi domini sarebbero esplosi in una nube pronta a insinuarsi in ogni fessura, orifizio e ferita del Caduto. Avrebbe sguinzagliato il feroce potere del decadimento di Rabbia e avrebbe paralizzato e squarciato dall'interno.

    Doveva finire, doveva finire al più presto.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ danni critici da spirito e cosmo distruttivo, affaticamento generale, dolore petto e spalle, ustioni e ferite nei punti mancanti della darian crepata prima. Buona parte del corpo ferito, con ferite profonde ed emorragie.
    MENTALMENTE ¤ pdpdpdpd
    STATUS DARIAN ¤ copertura posteriore incrinata, bracciali incrinati con crepe sparse e fori laterali.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ creo uno scudo sul braccio di amaterasu di oscurità e spirito (come scritto da ama nel suo post), riprendo i rimasugli dell'orda e li vaporizzo in una barriera nebbiolosa insieme al martello gigante per difenderci entrambi (DIF). Mi prendo un paio di schegge di luce e mi faccio male assai e poi parto all'attacco combinato. Si apre uno squarcio da dove fa fuoriuscire una bordata di spirito+mentale (ad) per distrarre ancora di più il caduto insieme ad Ama in modo da cercare di fare entrare il colpo forte di Amaterasu, rimpompandolo con la nube di Rabbia e Oscurità con l'intenzione di squarciare e ammalare più velocemente dall'interno (AF).

    SCUSAAAAA RITARDOOOO


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤

    CITAZIONE
    Armata delle Tenebre — Tecnica infida e subdola, propria dell'Araldo. Si manifesta come una vasta nube nera, che ricoprirebbe il campo di battaglia oscurando la visuale di coloro che vi si trovassero immersi dove all'interno di questa foresta di oscurità, si annida l'Armata della Tenebre. I combattenti caduti per la causa della Madre, vengono richiamati da Chernobog che li schiererà come propri soldati sottomettendoli al proprio volere e privandoli così di ogni paura o perplessità - sempre che ne avessero avute. Essendo oggi pure entità spirituali, combatteranno sul piano dello spirito mantenendo solo le sembianze di un tempo, avendo come obiettivo la distruzione totale dell'anima e della mente del nemico. Come con gli altri spiriti evocati dal dio oscuro, essi rimarranno in campo finché vengono sostenuti col cosmo e per la sola durata del turno, colpendo con raggi o sfere esplosive singolarmente oppure concentrandoli in un unico attacco che nell'eventualità della messa a segno, instillerà nei nemici la sensazione delle loro menti dilaniate da un cieco terrore e dolore (anche i colpi a distanza avranno comunque come bersaglio spirito e mente, non potranno provocare danni di altra natura). L'armata delle tenebre potrà disporsi sul campo di battaglia a seconda della volontà del suo evocatore. [offensiva spirituale+illusioni]

    CITAZIONE
    Rabbia {apoteosi — Il Dio Nero attraverso i suoi domini cosmici e abilità, è in grado di diffondere i più crudeli doni. Uno di questi causa immediata febbre, cefalea e malessere. A seconda della volontà del Dio Nero, la portata del veleno è varia come i sintomi che dona. Per prima cosa attacca mentalmente, dando oltre al danno mentale, un danno fisico che provoca eccessiva salivazione e idrofobia, depressione, agitazione, perdita di senso dell'orientamento, allucinazioni. Per poi passare ad intaccare il corpo attraverso spasmi muscolari, iperestesia (con eccessiva sensibilità alla luce intensa, ai rumori forti e allo sfioramento), priapismo, lacrimazione e meningismo. Man mano che il veleno è a contatto con un nemico possono manifestarsi sintomi molto più gravi come paralisi che sfociano nella tetraplegia.




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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    IV




    Per il nemico, la vostra acqua è come acido e la vostra oscurità è come veleno.
    Prova a malapena a difendersi in maniera grezza, inadatta alla natura di un tale mostro creato solo per combattere. Non fa nulla oltre a espandere la sua energia spirituale in fiammate disordinate, disperdendo una minima parte del vostro potere combinato.
    Lo avvertite con più chiarezza, ora: l'agonia che prova quell'essere è al di sopra di ogni logica umana o disumana, ma il vero motivo della sua relativa debolezza è dovuto ad altro. Sembra non curarsi più di nulla, nemmeno della sua stessa forma fisica, troppo concentrato sull'artefatto che vi contiene per riuscire a pensare ad altro.
    Ciò che rimane del braccio sinistro cade con un tonfo a terra. La spalla a cui aveva fissato la carne metallica è ormai poco più di un moncone dal quale pendono filamenti di luce mischiati a sangue e decomposizione. Le sue interiora sono nulla più che melma.
    I suoi pensieri ormai non vengono più filtrati, tagliando le vostre menti come una lama affilata.

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    Il grido che segue è quanto di più orrendo possiate immaginare.
    La carne dell'essere sembra piagarsi e decomporsi ulteriormente mentre lo sentite bruciare il suo cosmo malato. Intorno a voi il semipiano trema. Ogni superficie di quel luogo sacro è toccata dall'ignobile emanazione del Caduto. Milioni di filamenti a malapena visibili ondeggiano e sfrecciano verso di voi da ogni direzione per avvolgervi in una stretta ustionante.
    Le urla non si spengono, anzi aumentano a dismisura. Il cranio dell'abominio si illumina dall'interno, mettendo in mostra i brandelli di tessuto che ancora lo ricoprono. La pelle ormai traslucida è priva di vasi e più simile a una specie di velo sbiadito, anziché a una parte di un organismo funzionante. Ma ormai capite che di quella cosa è rimasto ben poco, in tutti i sensi.
    Solo il cosmo sembra non cedere, a discapito della sua integrità.
    Le strutture che fungevano da occhi si sciolgono, lasciando al loro posto soltanto due globi di luce oscena, che pulsano per un istante prima di liberare un flusso incandescente e irregolare, un fascio altamente concentrato i cui margini tremano e si scompongono.
    In preda al dolore e alle convulsioni il Caduto agita la testa e il corpo, muovendosi a scatti rapidissimi, spazzando tutto ciò che si trova davanti a sé.

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    Note Master:

    Il caduto è sul punto di crollare dopo il vostro attacco da cui si è difeso solo parzialmente.
    Entrambi potete chiaramente sentire quanto sia disperato. Chernobog può anche percepire che la sua anima e la sua mente sono concentrate al 90% sulla struttura del semipiano, da cui spera di recuperare questa "chiave".
    Lui in tutta risposta crea filamenti di luce parzialmente invisibili da tutte le direzioni allo scopo di bloccarvi come mummie [ad] prima di sparare un laserone dagli occhi stile Superman [AF]. Il laser è solo luce e il colpo è lanciato un po' a caso, a zigzag davanti a lui sia sperando di colpirvi, sia perché ormai è praticamente fuori controllo. Attacco a Suprema.
    Come per i vostri compagni fuori, il limite per postare è lunedì 12.


     
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    È sera ormai.
    Tra i fiori si spengono
    rintocchi di campana.




    La stanchezza, il dolore, il sangue che ticchettava per terra, accarezzando il corpo, la lama e le ferite dell'Araldo dell'Inizio.
    Un altare alla sofferenza. Alla stanchezza. Al non voler cedere. La volontà era forte ma il corpo no. Il nemico era più forte. Ma cedere ora significava cedere ovunque. Non era una crepa e solo una.
    Cedere significava far crollare il Muro. Significava che, mattone per mattone, pietra per pietra, si sarebbe sfaldato e sarebbe crollato su se stesso. Nessuno a difendere. Nessuna sentinella nell'oscurità.
    Il rombo della caduta avrebbe annunciato la Fine, divorato anche lui in un silenzio che era solo il preludio del Disastro che sarebbe arrivato.
    Nel silenzio tremendo del Nulla.
    L'ultimo suono sarebbe stato il Muro che crollava, mattoni e pietre, cadaveri sotto di esso che avrebbero trovato in esso una tomba ma nessuna memoria. Sacrificio vano e inutile.
    Piegarsi e cedere non era questo il momento.
    Continuava a ripeterselo, eppure i suoni erano ovattati, difficile mettere a fuoco pensieri e avversario.
    Aveva l'impressione di star stringendo l'aria e non Kusanagi. Le dita erano intorpidite, così come i suoi sensi, respirare era anche quello difficile.


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    ARDE L'ANIMA
    BENCHÉ SCENDA LA PIOGGIA




    Pioggia come dolore che lo teneva sveglio. Ne sentiva il tocco, come le gocce di pioggia battenti su di un vetro. Eppure il fiato appannava il vetro. Non c'era solo la pioggia solitaria e il ghiaccio del dolore.
    C'erano ancora Fine ed Inizio.
    E quel Caduto figlio di una vacca incenerita.
    Ma tra tante belle parole, convincimenti e volontà la verità rimaneva una pugnalata al cuore: erano al limite.
    Tutti.
    E in questi momenti che vinceva chi aveva più voglia di vivere. No chi non voleva arrendersi ma chi voleva sopravvivere. Di chi si aggrappava alla vita strenuamente per poter avere un secondo in più da vivere.
    E quel secondo poteva contrarsi quanto la vita di una stella.
    E dare possibilità in divenire. Perché se si era vivi potevamo fare tutto. Da morti...solo la stasi e l'oscurità.
    Amaterasu si stava aggrappando a Kusanagi, alla sua volontà, al suo fuoco, e a quel secondo in più. A quella voglia di vivere ancora.
    Bastava?
    Sarebbe bastato?
    Non poteva esserne sicuro. Ma doveva aggrapparvisi con tutte le sue forze, con ogni fibra del suo essere, con le unghie e con i denti, a spezzarseli finanche ma non doveva lasciar andare la presa.
    Così come non poteva che il dolore continuasse a sopraffarlo.
    Combattere anche se stesso per quel secondo in più.



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    Erano tutti e tre aggrappati ad un sospiro. Ognuno per il proprio scopo.



    «E che quel respiro»


    «TI MUOIA IN GOLA»




    Il grido.
    Insopportabile.
    L'essere è come un organismo in preda a spasmi violenti e incontrollabili. É vedere un qualcosa che si aggrappa alla Vita strenuamente, continuando a marcire e a far marcire tutto ciò su cui può mettere le sue mani.
    Come se cercasse ancora e ancora e ancora qualcosa con cui nutrirsi, con cui allungare la sua ignobile esistenza. Il suo scopo.
    Un sospiro.
    Un sospiro che non potevano dargli. Che non avrebbero concesso.
    A costo della loro esistenza.
    Lo scopo era più importante.
    Per quello era giusto sacrificarsi e offrire Tutto. Amaterasu era sempre stata pronta al sacrificio. Non fine a se stesso.
    Non era il seppuku. Non era togliersi la vita per onore – l'aveva sempre vista come un rituale stupido – ma era pronta a dare se stessa.
    Perché era dare qualcosa in cambio. Offrirlo spontaneamente. Vivere era anche sacrificio.
    Di tempo. Di spazio. Di noi stessi. Sacrificare la nostra volontà e il nostro orgoglio, un passo indietro, una bugia, una verità non detta, silenzio, un sorriso che nascondeva il pianto.
    Vivere era sacrificio. Dei sogni. Di una pacca sulla spalla non data.

    Di dare qualcosa di noi stessi. Di scendere a compromessi.


    Bisogna aver vissuto un po' per comprendere che tutto quello che si insegue in questa vita si ottiene solo rischiando a volte quello che più si ama.





    E lei amava vivere. Amava danzare. Ridere e scopare.
    Amava la vita in ogni sua accezione e forma, amava vederla nascere e cambiare, essere come argento liquido. Nessuna forma.
    Infinite.
    Osservarla e tenerla nel suo cuore. Ogni forma che aveva preso in tutte queste Ere ne teneva il ricordo nella mente ma sopratutto nel cuore.
    E quel cuore, quelle vite, quelle forme, la sua sopratutto, erano già state poste sull'altare di G.E.A a alla sua causa e scopo.
    E le parole di Draka le vennero in mente, dette ad un dottore, di fronte a delle analisi che non lasciavano dubbi, di fronte ad una terribile verità che si preferiva non guardare. Ma lui guardò. E ascoltò. E con calma lo disse.

    Sacrificio per molti vuol dire perdita, in un mondo che dice che possiamo avere tutto... ma io credo che il vero sacrificio sia una vittoria, perché richiede una nostra libera scelta per rinunciare a qualcosa o a qualcuno che si ama, per qualcosa o qualcuno che si ama più di se stessi

    e lui amava vivere. Era disposto a rinunciare a questo. Poteva essere da meno?
    Sorrise.
    Lei era l'Imperatrice. Ed era tale perché a lei soltanto si chiedeva il sacrificio più grande.
    Un Imperatore era tale per questo. Per sobbarcarsi il peso delle necessità, delle scelte, dei sacrifici, dei sogni e delle speranze, dei dolori e delle morti sulle proprie spalle.
    E quelle spalle si contrassero.
    Respirò a fondo.
    E fu tutt'uno con suo fratello.
    Sentì il ghiaccio divenire liquido e poi vapore per perdersi nel nulla. Sentì il fuoco estinguersi e la fiamma perdere calore per poi divenire bassa e debole e quietarsi dolcemente in una notte senza stelle ma solo col silenzio di una nenia.
    Sentì il vento non soffiare più; perdersi in antri profondi dove basse fiaccole restavano immobili.
    Sentì se stesso scivolare dolcemente in un mare calmo; sprofondare lontano dalla luce, tenuto da mani forti e sicure che il loro tocco non faceva paura ma dava coraggio in questo ultimo viaggio.
    Un viaggio che era la Fine di chi eravamo stati ma l'Inizio di qualcos'altro.
    Di qualcun altro, da qualche altra parte.


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    MANJUSHAGE




    E arrivò sull'altra sponda.
    E da lì si sciolse. Quieto e placido. Cullato dalla visione del Giglio del ragno Rosso. Che come un tappetto gli indicava la strada per arrivare alla Fine del Tutto. E fu una vista bellissima, con un profumo intenso ma allo stesso tempo delicato, che accarezzava e che invitava a percorrere la strada senza paura perché vi era bellezza nella Morte.
    Vi era qualcosa di delicato e bello che dovevamo cogliere per capire cosa significava vivere.
    Così come i petali e il fiore del Giglio del ragno rosso non si incontrano mai, così Chernobog e Amaterasu rimanevano distanti ma uniti in questo Tutto che dava il al Manjushage.
    E da li non si perse ma arrivò alla Aule predisposte in attesa che ogni cosa arrivasse alla sua fine.
    Ma i suoi occhi si riaprirono al mondo. Perché il Cerchio non poteva essere spezzato della Vita e della Morte. Dell'Inizio e della Fine.
    E fu la spada a sancire l'Inizio di un Nuovo cerchio.
    In quel taglio che dava caos e ordine nella stasi della Fine. Che portava quella distruzione e quel quid che erano fiamma ed energia lì dove vi era solo passato e cenere posata sul Nulla.

    E il Nulla avrebbe accolto il Caduto. Il sospiro spezzato. Il suo scopo distrutto. La sua esistenza bruciata.
    Il respiro ad accompagnare il movimento. Sentire il soffio caldo della vita ad ogni respiro. Esultare ad ogni respiro.
    Un solo taglio. Perché decapitare un nemico era anche arte. Un solo colpo. Per porre fine ad una vita.
    Un solo taglio che avrebbe circondato il mondo e abbattuto il suo avversario infinite volte.

    A man who strikes without thought of his action can cut God.


    Tagliare senza pensiero. Tagliare come movimento che imprime la propria volontà nel mondo e nella Realtà.
    Tagliare come Vita e Inizio. Come Fine e Distruzione.
    Come Creazione e Libertà.
    Tagliare per l'Infinito che diviene Infinito.
    Da una sola scelta infinite possibilità. E poi lasciar andare via tutto questo. Senza pensare, senza volontà ma farlo come è il respirare.


    La tua mano deve diventare una mano che taglia, il tuo corpo un corpo che taglia, la tua mente, una mente che taglia.



    Un solo taglio per mozzare la testa. Un solo taglio per mozzare lo scopo. Un solo taglio per mozzare la volontà. Un solo taglio per mozzare i nemici. Un solo taglio che apriva una possibilità diversa in un futuro ancora da scrivere.
    La lama come luce.
    Saettare nello spazio.
    Non pensava.


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    MOZZAVA





    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccio destro distrutto. Coprispalla destra distrutto. Pettorale destro distrutto.
    Crepe in più punti.

    STATUS FISICO: Danni critici da spirito e cosmo distruttivo.
    Danno alto allo spirito segni d incoscienza e difficoltà nel pensiero. Buona parte del corpo ferito, con ferite profonde ed emorragie. Debolezza per via della perdita di sangue.

    TECNICHE UTILIZZATE:
    FORMA LUCE

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    Chernobog usa il suo teleport spirituale ed evitiamo così questo attacco.
    Io uso la mia forma luce carico la spada di fotoni, cosmo straordinario - quello che ne rimane - e spirito e faccio un singolo attacco a mozzare la testa[ATTACCO FORTE] che non ho più forze ed energie.
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Il dolore le annebbiava la mente. Stava dando fondo a tutto ciò che era per fermare, insieme alla Sorella, quel nemico che sembrava proteggere altro. Il sangue continuava a scorrere insieme al sudore e alla fatica, non poteva lasciarsi andare adesso perché avrebbe lasciato impunito qualcosa di più grande. La volontà le fece accantonare - temporaneamente - la sofferenza, gli arti incrinati e e i muscoli che bruciavano, sputò sangue dentro l'elmo ignorando ormai la sensazione di umido e appiccicaticcio che le insozzava il mento, il collo e il petto.

    Saliva e sangue si mischiarono alla bile e ai rigurgiti di vomito acidi che le risalirono dallo stomaco per la fatica. Vide il braccio del nemico cadere ma, nonostante avesse capito che non avrebbe segnato un punto di svolta, non se ne curò. Non sarebbe stato quello il segnale che li avrebbe messi a parte della loro vittoria. C'era ancora qualcosa di peggio da affrontare e il pensiero maggiore che le riempiva l'animo era: "come faremo ad affrontarlo?". Stavano esaurendo le energie ma in fin dei conti non importava, entrambi avrebbero dato la vita per poter permettere all'Equilibrio di rimanere tale, per difendere la Realtà dalla sozzura che tentava di infiltrarsi. Erano Araldi, avrebbero combatutto finché l'ultimo fiato non si fosse spento in loro.

    Non potevano cedere, la struttura era in pericolo. Chernobog lo sentiva, sapeva con assoluta certezza che quello non avrebbe risposto perché tutto il suo essere, ogni particella di sè, era proiettata a quel semipiano in cui erano bloccati. Che la chiave fosse nel cuore dell'artefatto l'aveva già intuito ma ancora non si spiegava in che modo. Poteva supporre attraverso le sue percezioni quello che poteva essere... Avrebbe potuto lasciar perdere queste informazioni ma non era possibile, il Paradigma del Nero fluiva forte e impetuoso e ogni sua estensione sarebbe stata ancora più potente, a costo della sua intera esistenza.

    Il grido di dolore, corrotto e blasfemo del caduto riempì ogni fibra delle loro anime. Amaterasu era in ginocchio, respirava e percepiva la sua volontà ardere ancor più splendente. Non avrebbe permesso nulla di ciò che sentiva, non avrebbe concesso nessun respiro perché se quello lo implorava, Chernobog il Nero, gli avrebbe donato semplicemente la Morte più atroce. Con un balzo e uno sbuffo di oscurità si avvicinò ancora di più all'Inizio, le urla dell'Orda si fecero più alte prima di ammutolirsi nello squarcio dimensionale che era di suo dominio. La Fine abbracciò l'Inizio affinché il loro ciclo non venisse mai interrotto, l'armatura del nero si fuse con quella splendente della sorella e le mostrò - per un breve istante - quello che era il suo Regno.

    Pace, calma, tranquillità, morte ed eternità.

    Si mostrarono quieti e placidi ai suoi occhi, gli spiriti e gli spettri che la popolavano li fecero passare e ad aprirono le porte come il loro Signore aveva comandato loro con la sua sola presenza.

    °Quello che cerca è all'interno di questa dimensione, impugna la tua arma e terminiamo la sua esistenza. Saranno le sue ultime urla, perché non gli daremo il tempo di respirare.°

    Aprì gli occhi dietro l'elmo, la luce del piano dimensionale in cui erano colpì entrambi con forza ma il potere dei due, combinato, era inarrestabile.

    °Tieniti pronto a quello che verrà dopo, perché arriverà.°

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    Amaterasu si lanciò contro il nemico da un lato e così Chernobog fece dall'altro. Il martello d'ombra prese dimensioni massime e l'oscurità che lo formava si addensò, spessa e dura di tutto ciò che gli rimaneva in corpo. Ogni singolo dominio del Nero confluì nella sua arma, perché se Amaterasu fosse riuscita a mozzare la testa, allora lui avrebbe potuto sfracellarla di rimando.

    Nessuna pietà.

    Solo la Fine.





    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ danni critici da spirito e cosmo distruttivo, affaticamento generale, dolore petto e spalle, ustioni e ferite nei punti mancanti della darian crepata prima. Buona parte del corpo ferito, con profonde emorragie sparse, organi interni danneggiati, vomito e sangue che scorre ovunqeu
    MENTALMENTE ¤ VIA BROMBEIS
    STATUS DARIAN ¤ copertura posteriore incrinata, bracciali incrinati con crepe sparse e fori laterali.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ teleport spirituale (l'ultimo che ci è rimasto) alle spalle del caduto e va direttamente di martellata - in senso contrario al colpo di Ama - gigante di oscurità, spirito a cosmo straordinario da dimensione ed energia mentale in pietra [AF]


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    QUEST GEA

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    V




    Il doppio impatto colpisce il Daimon, ormai folle. Del suo corpo non è rimasto che vetro pieno di fumo.
    Le crepe si espandono trasformando l'orrore in una perversa opera d'arte e infine, con un suono sinistro, l'involucro materiale del Caduto si spezza. I frammenti sono più sottili della sabbia, più fini della polvere. Al suo posto resta solo un nucleo di energia spirituale che tenta disperatamente di mantenere una forma o quantomeno una coesione sufficiente a esistere in quel luogo. Simile a metallo liquido, l'anima della creatura blasfema si contorce nel dolore, esposta all'estrema tossicità del mondo materiale.
    L'artefatto di Gea viene attraversato da una basso tremito, come la cassa toracica di un'immensa creatura che torni a respirare dopo un lunghissimo tempo.
    Gli alberi dorati brillano di luce calda e benefica, che investe le strutture simili ad ali, eradicandone l'essenza e annichilendo tutta la materia estranea in un'unica pulsazione. Ciò che rimane del Caduto resiste fino all'ultimo istante, prima di arrendersi e svanire, lasciando che l'epurazione venga ultimata. L'energia che sentite è il Lifestream stesso e comprende in sé tutti gli aspetti della creazione di cui voi e i vostri fratelli siete incarnazione. Percepirlo vi dà sollievo, il vostro spirito entra in risonanza con esso e sembra che le vostre sofferenze siano meno gravose.

    Davanti a voi, la distesa di alberi si apre in uno scenario infinito di perfetta ripetizione geometrica ordinata, l'espressione macroscopica di un codice che si nasconde appena sotto la superficie.

    tbWRGf6

    In quanto parte della stessa opera, sapete di potervi servire di quel frammento infinitesimale della potenza della Madre. Le possibilità sono davanti a voi. Vi basta espandere la vostra coscienza per interagire con questo tipo di sistema, esattamente come accade nei più sacri anfratti di Agartha.
    Ma avete poco tempo, prima che la vostra anima venga nuovamente reclamata dai vostri corpi.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Il cattivone è andato. Fatemi un bel post in cui entrate in sintonia con l'artefatto. La cosa vi risulta facile e naturale sia grazie al bagaglio di conoscenza degli Araldi, sia per via della similitudine con le effettive "tecnologie" che usate abitualmente. Qui avete entrambi diverse possibilità di azione in base alle vostre aree di competenza e poteri (potete cercare di estrarre info, creare una barriera che difenda gli alleati, tentare di purificare l'area, riparare a qualche danno, etc... una volta che avete un'idea precisa contattatemi pure per capire se è fattibile o meno). L'artefatto è come un gigantesco sigillo-batteria così complesso da assumere la forma di un semipiano a metà tra materia ed energia, perciò avete a disposizione una quantità folle di energia che dovete direzionare e a cui potete dare uno scopo ben preciso.
    Scadenza mercoledì 21.


     
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    FINE



























    Era la fine questa. Sentì il muscolo pettorale strapparsi, un fiotto di sangue inondare l'elmo, il gusto di ferro in bocca. Tosse a sputare grumi di saliva e sangue.
    Bruciavano i polmoni e l'incoscienza cadere su di lui come un lenzuolo fatto di grigi e lontananza.
    Mozzò la testa del nemico. Chernobog la schiacciò ribadendo una Legge che si fece sentenza.
    Avevano vinto.
    Ma era la Fine.
    Amaterasu o Mi Kami, l'Imperatrice, la Spada di G.E.A era arrivata alla sua fine. I suoi passi si erano fermati, la sua volontà scemava perdendosi in chissà quali luoghi. La sua forma si spezzò e milioni di fotoni si dispersero per lo spazio mentre non sentì più dolore, né il sangue in bocca, sentì solo stanchezza e un lieve sorriso fu il commiato da questa Realtà a lungo difesa, a lungo sofferto, sorriso, odiato.


    «Malato durante un viaggio – sui campi riarsi »


    «i sogni vanno errando»




    La sua strada era alla fine. Il viaggio pure. Non c'era più nessun altro orizzonte. Si era seduto e poteva finalmente lasciar andare via ogni preoccupazione e ansia, spogliandosi del suo ruolo e del suo scopo sapendo che aveva dato tutto e anche di più. Non c'era risentimento. Sapeva che la sua strada, sopratutto la sua, doveva finire e che qualcos'altro dalla sua Fine sarebbe nato.
    Da qualche altra parte, in chissà quale altro luogo e chissà cosa sarebbe stato.
    Ecco...il rammarico era questo: non poter osservare quello che sarebbe venuto dopo di Lei.
    Un vero peccato perdersi tale spettacolo.
    Davvero un peccato...
    ...ma era stata una magnifica avventura.





    Ma Amaterasu non era alla sua fine. Si era solo fermata in chissà quale luogo. Un luogo che sentiva come casa sua. Era come svegliarsi da un sogno.
    No...non era svegliarsi era essere richiamata ancora. Voleva finalmente dormire, voleva finalmente chiudere il libro della sua esistenza, il racconto della sua vita affinché qualcos'altro nascesse da lei eppure non era ancora quel momento.
    Sentì una carezza sulla sua guancia...o nella sua anima?


    «Ma...madre?»



    G.E.A? Impossibile...o no? Perché doveva essere impossibile? Non erano suoi figli? Figli che combattevano per proteggere la sua Creazione, queste Aule per il LifeStream.
    E aprì gli occhi e fu Creazione e Vita.
    Fu essere con e dentro G.E.A stessa. Fu una sensazione magnifica. Come se stesse lavando via tutto lo sporco, il sudiciume, tutta la sofferenza di queste battaglie. Era come rinascere ancora.
    Fu come in un abbraccio tiepido. E restò così a lasciarsi coccolare dalla carezza di sua madre e, sebbene non lo ammettesse, gli era mancata. Era da sola per scelta e per scopo. Era sola contro i nemici era sola con se stessa e troppe volte avrebbe voluto parlargli. Rabbia, parole di rabbia, ma anche domande e dubbi.
    Amaterasu non era perfetta e non lo sarebbe mai stata. Nutriva dubbi e con essi che doveva convivere, persino con gli errori e le perdite che le avevano lasciate cicatrici segrete nel suo cuore, con un anima strappata e lacera più volte.
    Eppure ora tutto questo era scomparso.
    Lavato via.


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    «Ho dovuto quindi ingoiare tutta questa merda per un momento? Eh...maledetta!»



    Ma un momento valeva più di una vita. E forse erano proprio quei momenti a forgiarla. Che la rendevano degna di essere vissuta. Che la rendevano unica. Che ci rendevano speciali e in quel ricordo avremmo trovato la forza quando saremmo caduti. Ancora e ancora.

    E questo momento se lo tenne stretto.
    E si lasciò andare in esso.
    Respirò e fu tornato neonato. Respirò ancora e fu acqua. Fu vapore. Fu il cielo e la pioggia che scrosciava nell'oceano, che si insinuava in vene rocciose nascoste che correvano fino al fuoco e al magma che ribollivano in Vulcani.
    Sentì la terra spaccarsi. Sentì montagne muoversi, e da esse nascere nuove pianure, nuovi letti di fiumi. Fiumi che scavano il loro corso in profonde foreste accarezzate da un vento, che diveniva tempesta squassando il mare, erodendo la roccia che diveniva sabbia perdendosi nei flutti o depositandosi su pianure che divenivano montagne.
    Sentì il respiro della Creazione e della Distruzione; partecipò alla danza degli elementi ballando con loro.





    Ali di farfalla multicolore si aprono davanti a lei. Tavolozza per lei – pittrice e ballerina – e ad ogni passo di danza pennellata di colori diversi. Suoni e colori.
    Gli elementi si fondevano, si scontravano, si mischiavano nelle loro essenze in un gioco. Che era lotta. Che era abbraccio. Che distanza. Che era amore.
    Lei si scoprì essere quella farfalla con ali arcobaleno. Chiuse gli occhi e l'arcobaleno, quando gli riaprì, furono essi stessi.
    Calma a camminare sotto alberi in fiore, sotto una lesta aurora, dove il Mondo era vetro argentato che si muoveva nelle sue mani dapprima incerte, poi sicure.
    Ballava e si sentì felice. Andando sempre più su, o giù, riscoprendo l'acqua e profondità celate, nascoste a tutti che solo a Poseidone ed Oceano era dato sapere; divenne Montagna e sentì tutto il mondo sulle sue palle crescere, dall'albero alla famiglia di scoiattoli che rosicchiavano le sue ghiande.
    E sentì il vento danzare tra foglie e rami, spirò tra gallerie e burroni, su deserti dove la sabbia si alzava in tempeste buttandosi in mare mischiandosi alla salsedine e al fondo oceanico.
    Lì dove Vulcani dormivano o avevano perso il loro fuoco e il loro magma.
    Magma che scorreva in profondità dove nessun uomo era mai giunto.
    Per poi ritornare al cielo sotto forma di getti d'acqua calda, in geyser che nascevano in profondità scure e silenziose dove pesci dalle forme strane e inusuali nuotavano e cacciavano.
    Lei era lì. In questa melodia.
    La melodia di G.E.A. Della Realtà.
    Era fatta di scrosci e sbuffi, di roccia che si frantumava e del rombo del tuono, dello scrosciare della pioggia e dell'ululato del vento tra le gole; era fatto dell'oceano e delle sue onde che si infrangevano su scogli sempre più ripidi e taglienti, di fuoco che crepitava e della luce che si mischiava all'oscurità.
    Del ghiaccio che copriva l'acqua e della stessa che avvolgeva la terra.
    E questa melodia, che trascendeva l'udibile in profondità e altezza, traboccarono le aule di G.E.A e della sua Opera Magna.
    E la Musica della Creazione si sviluppò in ogni dove e l'eco si spanse nel Vuoto che non fu più vacuo.
    E lei ballò. Ballò su queste note, su questo Crogiolo di Vita e il suo essere si fuse con tutto questo.


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    ARMONIA E DISSONANZA







    «Amaterasu »


    «Harlan»


    «Sua Spadità »


    «Ragazza mia»


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »


    «Amaterasu o Mi Kami »





    Una dissonanza.
    Ruppe tutto questa armonia, questa perfezione.
    Una cacofonia selvaggia di voci che urlavano tutte insieme. E fece male.
    Un male fottuto.
    Dovette tenersi la testa per non svenire. E poi ricordò...riconobbe alcune di queste voci. Nikolaus....Menreiki....Yoko....Tamamo...Sampitalakamui....la Corte di Mezzanotte stava morendo. I suoi fratelli stavano sputando sangue e budella da soli.
    Sentiva le anime perdersi lontano. Sentiva i loro cosmi farsi sempre più deboli. Più lontani.
    Così lontani da non riuscire a toccarli. A sfiorarli finanche.

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    Sentire sulle proprie mani il sangue. Sentirlo scivolare senza poterlo fermare.
    Ticchettio sui palmi




    Cercò di allungare le mani. Afferrò il vuoto.
    Johanna.
    Le urla dei figli di G.E.A.
    Nikolaus stava morendo. Sentì i suoi sogni svanire con lui. Il fucile spezzarsi sotto il suo peso. Morire chiamando il nome di Harlan.
    Draka...Draka... dov'era il pugno della salamandra? Dov'era il suo fuoco'
    Nikolaus morì tenendo la saggia dei bakaneko tra le braccia; stretta che anche da morta non la lasciò andare.
    Non era riuscito a salvare Draka. Non era riuscito a salvare i suoi pazienti.
    Le sue mani avevano perso troppo. Avevano perso anche se stesso. Ma combattendo per i G.E.A era come se potesse ritrovare i pezzi della sua anima persi in troppi anni di disperazione, dove la droga e la commiserazione erano un rifugio piacevole e sicuro.
    Ma oggi moriva. Tenendola tra le braccia. Piangendo lacrime che evaporarono di fronte ad un energia senza pari. Investì lui e la totalità dell'esercito spazzando ogni loro velleità.
    Amaterasu dov'era?
    Dov'era il Sole che brillava per la Corte di Mezzanotte guidandoli nelle tenebre più fitte e bastarde?
    Dov'era la loro Imperatrice?
    Il Filo Rosso che li legava al Sole si era spezzato. Menreiki morì spazzato via. Il suo corpo distrutto. Bambola spezzata e priva di vita. Le sue maschere spezzate e rotte. Osceno spettacolo di morte e di sconfitta dove il silenzio fu quinta teatrale per l'ultimo spettacolo per il gran Bastardo della Corte di Mezzanotte.
    Yoko Kurama venne impalato da centinaia di tentacoli fatti di sangue e carne guardando in basso. A terra. Non ebbe l'opportunità di guardare il cielo un ultima volta.
    Bestemmiò la sua rabbia al cielo e una lacrima solcò il viso della carogna dei Nekomata. Non per paura ma per rabbia...e perché lasciava questa vita senza aver potuto far molto.
    Morì Sampitalakamui sulla sua lancia.
    Morirono gli Yokai Nobili e buona parte dell'esercito di G.E.A...sentì il cosmo di Amacunu perdersi in oscuri abissi che lo inghiottirono facendolo sparire per sempre.
    Sentì il loro grido. Sentì le loro anime agitarsi. Perchè non volevano morire senza aver adempiuto allo scopo.
    Morirono chiamando, urlando, sussurrando, bestemmiando quell'unico nome.




    AMATERASU O MI KAMI







    Amava danzare. Amava giocare con gli elementi e creare, guardare forme nuove ed uniche prendere coscienza di sé tra le sue mani...amava tutto questo...ma amava i figli di G.E.A.
    Più di se stesso.
    Amava la Realtà.
    E lo chiamava. Lo richiamava al suo scopo e al suo posto sul Muro.
    A difenderlo da ogni nemico...
    I suoi fratelli erano allo stremo. Johanna stava combattendo questa battaglia con loro...
    Sorrise...E quella risata riecheggiò in ogni dove di quell'artefatto.



    Visto ragazzone?
    Ci stiamo riuscendo a fare questa follia.
    Combattere insieme...come un unicum...



    Aveva ragione Bartolomeo. Avevano ragione loro. Potevano farlo.
    E per quanto amasse tutto questo, per quanto quell'armonia era un qualcosa che apparteneva a lui, che era dentro di lui, che batteva allo stesso ritmo del suo cuore non era questo il suo posto.
    Quella forza che fluiva dentro di lui, che era con lui, che lui era con essa poteva essere indirizzata e convogliata per portare la Creazione e la Scintilla della Vita nella blasfemia della Corruzione.
    Portare la melodia del Lifestream fin dai suoi fratelli.
    Creare.
    Amaterasu era il Sole. L'Inizio. L'Imperatrice.
    E non voleva perdere nessuno.
    Aveva lasciato la sua Corte da sola contro nemici Invincibili, aveva lasciato Pan e Oberon a lottare da soli un nemico che andava oltre le loro forze. Aveva lasciato Johanna mulinare spade e tagli.


    NON PIÙ DA SOLI




    No.
    Non avrebbe permesso che quel filo si spezzasse. Che i Caduti e la Corruzione inquinassero il suo cielo.
    Non era ancora il momento di danzare...e Kusanagi ronzò nefasta e letale tra le sue mani.
    Perché la natura sa essere benevola ma anche terribile nella sua furia.
    Sarebbe tornato dai suoi fratelli.
    Avrebbe dato loro la forza di rialzarsi e avrebbe abbracciato tutti lororo.
    Non voleva perdere più nessuno.
    Non voleva che i figli di G.E.A morissero nell'oscurità e nella stasi.
    Le loro anime non sarebbero divenute pasto pantagruelico per quei bastardi figli di una cagna puttana.


    Erano il suo cielo e per esso avrebbe dato battaglia.




    E Kusanagi si mosse.
    Il taglio era il modus operandi con cui amaterasu interagiva con il Codice.
    Amaterasu era la scintilla che portava il Sistema ad essere. Che permetteva che non si arrestasse in quel crogiolo continuo di Materia e Distruzione, di impasto ed ebollizione.
    Il taglio di Amaterasu era la sua essenza.
    Tagliare era Amaterasu stessa.
    La spada il mezzo con cui interagire con il Sistema e il Codice.

    404fc866d17093f9510135befd90a7da
    To Cut means division by the blade of Want, that parer of potentials that excises infinities




    Il taglio. L’unità tra uomo e spada. Quando la spada era nell’uomo e l’uomo nella spada, anche un filo d’erba diveniva un’arma affilata. Ma al tempo stesso ci si doveva staccare dalla spada; doveva essere assente nella sua mano, ma presente nel suo cuore. Anche a mani nude si può abbattere il proprio nemico a cento passi. La conquista finale dell’arte della spada è l’assenza della spada nella mano e nel cuore. La mente aperta contiene tutto. E quando si raggiungeva la coscienza che non esisteva una spada allora il taglio diveniva in grado di incidersi nella Realtà e di farla propria.
    Amaterasu mosse la spada e tagliò.
    Come fece all'Inizio della Creazione quando sostenne G.E.A nella sua Opera.
    Lo fece portando quel taglio nel mondo. E fu come un abbraccio.
    Fu vento ristoratore, fu il Sole per quelle anime che avrebbero potuto essere di nuovo.


    L'Inizio




    L'atto di creare. Di far diventare il Singolo Duale.
    Quel continuo crogiolo che non conosceva stasi alcuna.
    Amaterasu sentiva i suoi fratelli i npericolo, sentiva il suo esercito morire, sentiva il loro dolore, così come di un qualcosa che gli stava aiutando e che era lì per loro a combattere contro un nemico che sembrava invincibile. Ma nessuno lo era davvero.
    Nemmeno lui.
    E quando calò la spada l'abbraccio del Sole sarebbe calato sui figli di G.E.A e su chiunque li stesse aiutando.
    Avrebbe abbracciato chi era morto ringraziandolo, ma chi stava morendo ora, chi stava esalando il suo ultimo l'Imperatrice non avrebbe permesso la sua dipartita.
    Perché il dovere di un Imperatrice è salvaguardare il suo popolo.
    Di morire lei. Di versare sangue affinché si risparmiasse dolore e lacrime al suo popolo.
    Essere Imperatrice significa essere generosi. Ed egoisti verso se stessi. Perché sempre sarebbero venuti prima i suoi fratelli, la sua Corte e i figli di questa Realtà.
    Avrebbe versato sangue e lacrime per ognuno di loro.
    Avrebbe incendiato il paradiso finanche per uno di loro.
    E non avrebbe permesso che morissero adesso.
    Il Sole avrebbe brillato ancora per quelle anime. Avrebbe abbracciato ognuno di loro infondendo calore e forza.
    Avrebbe dato la sua Vita e il suo Inizio per preservare il loro.
    E la lama si mosse.
    Kusanagi cantò la melodia della Creazione.










    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccio destro distrutto. Coprispalla destra distrutto. Pettorale destro distrutto.
    Crepe in più punti.

    STATUS FISICO: Danni critici da spirito e cosmo distruttivo.
    Danno alto allo spirito segni d incoscienza e difficoltà nel pensiero. Buona parte del corpo ferito, con ferite profonde ed emorragie. Debolezza per via della perdita di sangue.

    TECNICHE UTILIZZATE:





    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    Amaterasu interagisce con l'artefatto di G.E.A nel modo in cui è nato: con il taglio. Incanala questa potenza e la fa convergere sull'esercito, sui moribondi, sui suoi fratelli e su tutti gli altri cercando di curarli e preservare i moribondi dalla morte.
    Così come Inizio e Creazione amaterasu tenta di portare la Creazione e l'Inizio sotto forma di cure e di bloccare le anime di chi sta per spirare.
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.


    La fine del caduto fu la loro vittoria. Insperata ma combattuta, non si ribellò se non per alcuni ultimi momenti ma furono gli Araldi a mettere il punto a quello scontro. Inizio e Fine furono insieme nuovamente per epurare ciò che era corrotto e malato, strapparono via le parti secche di un sistema che avrebbe solo condotto alla follia, nulla di ciò che avevano fatto avrebbe impedito all'Equilibrio di imporsi.

    Tornò a scorrere il flusso, pieno e glorioso, lambì ogni parte di quella dimensione e si espanse anche oltre e fu quello il momento che diede ad entrambi la possibilità di percepire il tutto. Il Lifestream si allargò ed espanse, raggiunse ogni membro della Corte Nera e la potenza di G.E.A sfiorò gli Araldi e i suoi figli come una calda e morbida onda. Chernobog respirò tremante, il dolore le attraversava il petto e ogni fibra del suo essere, il sangue continuava a scorrere lungo il suo corpo e fuori dai suoi orifizi, tremava a casa della sofferenza che le era stata inflitta ma sapeva che avrebbe potuto gestirla, avrebbe retto a quello che sarebbe successo... Il Re del Nero non sarebbe crollato per così poco.

    La sua anima vibrò, in risonanza con la sua corte e la battaglia che fino a qualche istante fa era stata tenuta lontana dalla sua portata si riversò come una cascata in lei. Il dolore e la morte si fecero strada all'interno di sè, le grida dei suoi sudditi, delle sue malattie e dei suoi spiriti si acuirono e riuscì a sentirle come se fosse accanto a loro. Sentì la loro morte e si infuriò perché non era quello il loro destino: sentì le fila del Parlamento Nero crollare e venire falciato via da colpi che non riusciva a identificare, sentì la divisione dei Sidhe spegnersi lentamente e sentì la fiamma bianca di Oisin guidarli e cercare di riprenderli, fallendo miseramente. Sentì gli spettri dissolversi e sentì le ombre dileguarsi e non riuscì a trattenere le lacrime quando vide il cadavere martoriato di Uno. Due solchi pallidi si disegnarono lungo le sue guance, scarlatte di sangue rappreso e fresco, mentre cercava di processare il lutto.

    Amaterasu fu accanto a lei, sentì anche il suo dolore ma a differenza della sorella non aveva il potere di Creare ma di Terminarlo. E fu in un attimo che il respiro dell'artefatto in cui erano si insinuò in lei, percepiva la potenza scorrere e la vita riprendere il verso corretto. Il disegno della Madre era solido e perfetto, il potere sconfinato che aveva bisogno solo di essere indirizzato verso qualcosa che poteva volgersi al loro vantaggio. E capì, nello stesso momento in cui Amaterasu la guardò - completa nelle sue mille forme vitali - quello che doveva essere fatto.

    Il paradigma della Fine si innalzò e si espanse così come sapeva doveva essere fatto, respirò lungo tutto il piano dimensionale fino a sfiorare il campo di battaglia e raggiungendo i suoi fratelli e i suoi sudditi, i figli di G.E.A. Il flusso di anime che si stava raccogliendo lungo tutto il campo di battaglia, stava raggiungendo un punto critico e Chernobog avrebbe impedito che esse scorressero via tra le sue dita. L'oscurità si fece densa e viscosa e bagnò ognuno di essi, ricoprendone i corpi e i volti lividi e freddi, insieme a chi esalava l'ultimo respiro. Si aggrappò ad ognuno di essi con forza e le anime vennero risucchiate dal turbinio gelido del dominio dell'Araldo prima di essere riportate ai corpi originari e insuflate a forza in essi.

    Lasciò che Amaterasu le indicasse il da farsi perché ciò che catturò la sua attenzione maggiormente fu la forza nemica rilasciata da ciò che aveva messo fine - temporaneamente sia chiaro - a tante anime. Non era assolutamente finita, percepiva Oberon e Pan far fronte comune per poter togliere di mezzo il nemico e percepì Johanna unirsi ad essi, così come in Australia gli Atlantidei erano tornati ad invischiarsi in cose che non gli competevano. E percepì altre forze, minuscole e umane, che non conosceva ma che lasciò che il flusso dell'artefatto in cui erano toccasse anche loro.

    Ogni forza avrebbe dovuto essere al suo massimo, non potevano permettersi rimostranze.

    Dovevano terminare ogni cosa, mettere un punto all situazione e far sì che la gloria della Primigena fosse ancora maggiore.


    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ danni critici da spirito e cosmo distruttivo, affaticamento generale, dolore petto e spalle, ustioni e ferite nei punti mancanti della darian crepata prima. Buona parte del corpo ferito, con profonde emorragie sparse, organi interni danneggiati, vomito e sangue che scorre ovunque
    MENTALMENTE ¤ eh vbb
    STATUS DARIAN ¤ copertura posteriore incrinata, bracciali incrinati con crepe sparse e fori laterali.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Imbriglio potere artefatto e riprendo le anime che stanno fuggendo di gea per rimetterle al loro posto nei nostri soldati e cerco di pompare un minimo anche gli altri. Scandaglio solo la zona per capire che succede ma insomma eccoci.


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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