[Trama] Right back where we started from

Quest Gea - Atto I

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    prologue




    Campo Base 3
    Periferia nord di Sacramento
    California - U.S.A.
    ora locale 09:57


    L'accampamento - niente più che quattro tende e barricate improvvisate sistemate alla meglio al centro di un piccolo incrocio - è battuto da ore da una pioggia insistente. Il cielo grigio non lascia troppe speranze di miglioramento in giornata. Gli uomini si danno il cambio ogni 150 minuti circa, ma a parte i turni di guardia sul perimetro sono davvero poche le mansioni da svolgere.
    Ormai da settimane è appurato che l'area sia completamente priva di attività di alcun tipo, almeno stando alle strumentazioni e ai sensitivi che arrivano a intervalli regolari, svolgendo anche il ruolo di rapporto missione.
    Il soldato si stende sulla sua branda, sapendo bene che farà fatica a dormire, annoiato e umidiccio, malgrado sia sveglio da quasi 24 ore filate. La noia è ancora più fastidiosa della pioggia, soprattutto considerato che la sua, la loro missione formale sia quella di muovere guerra alle orde corrotte che infettano l'America, non certo di languire in eterno in quel posto dimenticabile. Le prime battaglie sono state tese, senza respiro, un susseguirsi di violenza e furia che in pochi avevano avuto il privilegio di vivere su quella scala. Avendo il grande onore di servire sotto il Re delle Bestie come soldato, aveva sperimentato sulla sua pelle la cieca euforia del combattimento, falciando corrotti e avanzando sulla terra macchiata di sangue. Eppure tutto ciò è finito presto, lasciando il posto a un lungo e tedioso appostamento in attesa di novità, vivendo alla giornata e sopportando il lento scorrere del tempo a un passo dalla vera guerra.

    Ancora immerso nei suoi pensieri, l'uomo non si rende conto di ciò che avviene sotto la pioggia, a meno di un tiro di sasso dalla tenda dove si trova.
    Nessuna esplosione, nessun urlo. Solo il silenzio, una differenza difficile da distinguere davvero a causa del temporale che continua a infuriare. Niente più passi nel fango. Niente più rumori di casse spostate. Niente ordini sbraitati a tutta voce.
    E alla fine, niente più pioggia sulla tela della tenda. Un cambiamento improvviso, unito alla scomparsa della poca luce che filtrava dall'apertura fino a pochi istanti prima. Solo buio e silenzio. Sente la fronte ricoprirsi di sudore freddo, ma non ha nemmeno il tempo di chiedersi perché.



    Campo Base 2
    Colusa
    California - U.S.A.
    ora locale 09:59


    L'operatore alza lo sguardo dalla sua postazione, notando come la luce sembri essere calata ancora. Dà la colpa al temporale.
    Un segnale viene intercettato dalla strumentazione di controllo. Picco cosmico anomalo nella diretta prossimità del Campo 3 fuori Sacramento. Inizia la checklist standard per contattare gli altri due campi base, come da protocollo. La procedura impone di mantenere segnali attivi in tutti i punti di controllo a ogni singola variazione energetica: un doppio bip significa nessun problema rilevato; l'assenza di bip equivale a un allarme silenzioso.

    Il Campo 1 risponde immediatamente. I secondi passano. Nessuna comunicazione dal Campo 3. L'operatore apre il canale diretto, preparandosi a parlare nel microfono. Non si accorge delle fauci che si chiudono su di lui, staccandogli la testa di netto in uno schiocco pulito.
    Il corpo ricade in avanti sul tavolo pieghevole con un tonfo bagnato. Il sangue cola a fiotti inondando la superficie e gocciola a terra in una pozzanghera scarlatta.



    Dintorni del Campo Base 1
    Redbluff
    California - U.S.A.
    ora locale 09:59


    L'uomo dai capelli argentati è arrivato soltanto una manciata di ore prima da Agartha insieme alla figlia. Il loro compito è semplice a dirsi: verificare che l'influenza corrotta nella zona non torni a raggiungere livelli preoccupanti; una soluzione temporanea sufficiente appena a mantenere lo status quo in questo momento di indecisione. Non che si tratti di una passeggiata sul lato pratico, naturalmente. Per quanto i due siano ottimi sensitivi, le loro percezioni sono continuamente messe alla prova dalla tremenda presenza ribollente che ancora infetta il resto dell'America, esclusa soltanto quella sottile striscia di terra. Stando alle ultime rilevazioni, tuttavia, sembra che la strada da Sacramento a Redbluff possa ritenersi relativamente sicura e i risultati delle strumentazioni da campo attendibili.
    La ragazza osserva suo padre mentre un visibile senso di sollievo ne rilassa i lineamenti duri, che sembrano scolpiti nella corteccia.

    Improvvisamente una sgradevole sensazione attraversa entrambi. L'hanno sentita. Una variazione sottile e affilata. Pericolo ai massimi livelli.
    Nello stesso istante un'ondata di marciume si riversa su Redbluff. Ingoia il campo base. Lo sommerge in una marea di corpi e arti sconnessi.
    L'uomo si muove a una velocità spaventosa, afferrando la figlia prima ancora che lei abbia il tempo di reagire all'orrore che ha di fronte. Un intenso ronzio riempie le loro orecchie mentre una luce dorata crea un passaggio per casa, l'unica via di salvezza. Le fauci della melma corrotta sono a pochi millimetri dalla loro carne. La ragazza viene spinta in avanti. Cade attraverso il portale e rotola per diversi metri a terra prima di fermarsi. Batte la testa.
    Dall'altra parte del portale vede suo padre. Non ha più un braccio. Il ventre è squarciato. Il suo sguardo è già spento.

    Poi il passaggio si chiude, prima che qualcos'altro riesca ad attraversarlo. La luce dorata svanisce, lasciandola sola e tremante sul suolo del Bosco Sacro.



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    Note Master:

    Disclaimer: pur non essendo stato aperto un bando ufficiale, la quest è stata debitamente autorizzata. È rivolta esclusivamente ai Gea.

    Ciao cari, partiamo col botto? Per iniziare, con questo prologo ho pensato di ricollegarmi al test di Pan e spiegare la situazione attuale di quello che è a tutti gli effetti il fronte americano della guerra contro la corruzione. Presto vi posterò la prima traccia effettiva e da lì in poi ci accorderemo per le tempistiche. Tenetevi pronti!




    Edited by Him3ros - 24/9/2022, 14:26
     
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    I




    Un fremito percorre tutta Agartha.
    Il Lifestream viene percorso da una nota di paura. Sangue. C'è del sangue sul terreno del Bosco Sacro.

    Un grido disperato, impossibile da ignorare, vibra oltre la soglia del mero udito fino a raggiungere ogni angolo di quel luogo.
    Non può trattarsi di un attacco: ciò che sentite riverberare nelle vostre menti e nei vostri spiriti è frutto di una voce pulita, priva di intenti ostili, ma deformata dal dolore. E in qualche modo l'intero Bosco fa da ripetitore, ampliando la portata di quella supplica ben oltre le possibilità di un singolo individuo.
    Chiunque sia, però, ha scavalcato la vostra autorità e sta di fatto interrompendo l'armonico flusso del Codice, facendo convergere gli eletti, le creature e perfino gli umani presso le porte del Tempio Rosso.

    Davanti alla sede della Corte delle Membra, una ragazza visibilmente sconvolta e coperta di sangue singhiozza tra le braccia di una donna che le assomiglia molto. La voce eterea si interrompe, lasciando posto solo al pianto.
    Le due non appartengono alle vostre corti. I colori che portano e gli stemmi ricamati negli abiti le identificano come appartenenti alle famiglie nobili della Corte del Verde.
    La donna, probabilmente sua madre, sta cercando di calmarla malgrado l'evidente stato di shock.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Via! La situazione generale è abbastanza semplice: allarme allarme allarme! Passando al dettaglio, invece, ciascuno di voi ottiene delle informazioni che vi dimostrano quanto la situazione sia brutta. Tutto ciò che segue avviene nello stesso momento, poco prima che sentiate il grido della ragazza.

    -PAN: i tuoi uomini ti contattano per riferirti dello sbalzo cosmico in California e della mancata risposta dei tre campi base. Le comunicazioni sono del tutto interrotte, non c'è stato segnale di soccorso, ma solo quel famoso allarme silenzioso che alla fine ha fatto il suo lavoro ed è scattato.

    -OBERON: attraverso la tua connessione con l'Equilibrio senti che sulla West Coast è cambiato qualcosa. Non sai descrivere perfettamente la sensazione. È come se si fosse spostato un velo sottilissimo che copriva un gigantesco abisso.

    -CHERNOBOG & AMATERASU: anche voi sentite che qualcosa di grosso sta avvenendo in quel preciso punto. Avvertite a livello spirituale una densità di schifezze di varia natura e di densità allarmante, come un crogiolo ribollente che vi impedisce di analizzare le singole impressioni. Concentrandovi però capite che non sono comparse dal nulla, ma è come se si fosse scoperchiata una fogna e ora sentite improvvisamente la puzza che stava lì da chissà quanto.

    Decidete pure come introdurre il tutto e come muovervi rispetto alle due donne, ovviamente terminando se e quando cercate di interagire con loro.
    Come limite direi che possiamo stare in 10 giorni per partire con calma, quindi ci aggiorniamo martedì 24/05.
    Have fun! E daje che si inizia.


     
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    Crogiolo Tempio Sud - Agartha




    Se ne stava sulla torre più alta del Crogiolo, a pensare. Solo e in compagnia dei suoi pensieri. Occhi che osservavano il Tempio Sud e la sua frenetica attività. La vita che brulicava.
    Eppure non guardava in maniera concentrata. I suoi occhi si spingevano più verso l'orizzonte lasciando andare i pensieri; pensando, facendosi domande, rispondendosi, avendo dubbi e certezze.
    Stava solo perché da un po' non voleva altra compagnia che non di se stesso.
    Vuoi per quello che doveva fare, vuoi per una costante inquietudine che serpeggiava nel suo essere.
    Un malessere che rendeva il sonno agitato, che lo faceva svegliare di colpo cercando la calma ma non trovandola così facilmente.
    Quindi si stancava , quindi combatteva e si allenava, tenendo la mente occupata e cercando di nascondere quel ronzio che non lo lasciava mai.
    Era come una febbre leggera che non impediva al corpo di muoversi, ma di non essere pronto.
    Un malessere che lo spossava giorno per giorno. Un veleno che lo prosciugava lentamente.
    Perché il mondo era ancora malato. I suoi nemici ancora succhiavano vita da questo mondo.
    Una coccinella volò intorno all'Imperatore.
    Un essere minuscolo.
    A volte non degno di attenzione dalle grandi mente e dai Grandi Esseri che osservavano questo mondo, che lo proteggevano, che lo bramavano.
    Un essere minuscolo di fronte ai Colossi.


    d1fb975b1232b19e44c59eef2f630e71 «Eppure c'è ancora qualcosa per cui vale la pena battersi.»



    E poi qualcosa lo ferì. Non nel corpo ma nell'anima. Che lo fece piegare su un ginocchio. Fece male come un colpo improvviso. Che gli mozzò l'aria e lo fece sudare freddo. Quel grido lo sentì come se fosse stato il suo. Quel grido lo fece sanguinare. Quel grido gli fece provare un misto di rabbia e paura. Di angoscia e furia.
    C'era del sangue nel Bosco sacro. C'era un urlo che si era fatto spada ferendolo, mozzando il suo essere, lasciandolo in ginocchio in balia di tutto questo.

    ccb0434636806c0a81a78c38d7ab4c18
    Il peggior dolore lo provi quando i tuoi occhi sono asciutti e il tuo cuore piange.



    E poi lo sentì. E i suoi occhi si fecero cruna d'ago.
    Si alzò. E fu rabbia.
    I suoi occhi fendettero montagne, oceani, pianure. Fendettero la distanza riducendola a brandelli. Lo avvertì così chiaramente che gli sembrò che poteva finanche toccarlo con la punta delle sue dita.
    America.
    Corruzione.
    La fogna si era aperta.
    Una cloaca ripugnante che stava vomitando e cagando le peggiori aberrazioni.
    All'improvviso?
    Ormai era chiaro che non vi era improvvisazione ma un piano ben congegnato da ere ed ere. Ed ora quella fogna si era aperta. Il suo puzzo fu nauseabondo. Eppure questo lo fece ancora di più infuriare. E il Crogiolo esplose di fuoco e magma.
    Come se avesse preso forma e sostanza della rabbia dell'Imperatrice. Quel fuoco che divorava il male nutrendosene, bramandolo, cacciandolo come il leone faceva con l'antilope.
    Amaterasu era una furia che bruciò fino alle soglie del Paradiso.
    Il sangue ad Agartha, il grido di dolore e infine questo.
    Kusanagi ronzò e nel vento Amaterasu fu.
    Al tempio di P.A.N era diretto. E lo fece a velocità folle. Lo fece senza pensare. Nel momento in cui il grido fu, si impresse nella sua anima insieme a quell'orrenda oscenità che stava vomitando il male in questo stanco e ferito mondo.
    Il grido proveniva dal tempio di suo fratello. Le schifezze che volevano insudiciare la Realtà di sua madre dall'America. E sapeva che non potevano non essere correlate.
    Voleva come cometa di fuoco. Una scia rossa che bruciava come gli occhi ferali.


    Amaterasu era sensibile. Pure troppo. Il fatto che nascondeva questo suo aspetto. Non dimostrava il suo affetto per quel suo modo di essere solitario e riservato. Ma l'Inizio aveva in sé racchiusa ogni vita che si apriva in questa Realtà.
    Era come fossero tutti suoi fratelli e sorelle. Figli.
    amava le creature di questa Realtà. Amava gli uomini e li proteggeva in silenzio non cercando né gloria, né onore.
    Ogni dolore causato loro lo poteva avvertire come se fosse il suo. Ogni lacrima versata non lo lasciava indifferente e se avesse potuto anche solo far smettere una singola creatura di piangere avrebbe ben volentieri versato tutte le lacrime che possedeva lui stesso. Avrebbe pianto. Avrebbe provato dolore. Avrebbe offerto se stesso se questo poteva fermare le lacrime.
    E quando vide quelle due donne, quel viso solcato da lacrime e dolore, da sofferenza e dolore non rimase indifferente.
    Perché lo capiva. Perché era come se fosse impresso nel suo spirito.
    Il pianto era l'unico rumore che si poteva sentire. Singhiozzi che scuotevano un corpo che cercava riparo e conforto tra le braccia di una seconda persona.
    Una scena che per quanto fosse ormai famigliare da troppi anni non riusciva a lasciarlo freddo e distaccato.
    Le due non appartenevano alle corti sue o dei suoi fratelli. I colori che portano e gli stemmi ricamati negli abiti le identificano come appartenenti alle famiglie nobili della Corte del Verde. E allora perché vi era sangue e dolore?
    Perché quella ragazza sembrava essere passata tra mille inferni?
    Una figlia. E una madre che cercava di consolarla...quante volte lo aveva visto? Quante volte? Troppe. Ed era stufo di vedere sempre la stessa scena. Di vedere ancora dolore e sangue. Di far patire tutto questo ad innocenti, a chi non aveva la forza di impugnare una spada e difendersi. A chi, debole, si domandasse perché? Perché a loro? Perché dovevano provare un dolore malsano che non era buono ma solo un veleno che portava alla disperazione e alla fine di tutto?
    Madre e figlia. Unite da un abbraccio che non aveva nulla di buono. E lui dov'era? Cosa aveva fatto per impedirlo? Preso da alleanze, in un utopia, stava ancora perdendo tempo mentre la Creazione sanguinava, mentre lacrime venivano versate.
    Un fiume di dolore che non poteva più permettersi di ignorare.
    Si ignorare.
    Perché lo aveva fatto.
    Perché si era convinto che era troppo presto. Che non avevano la forza necessaria, che i tempi non erano pronti.

    STRONZATE




    La caverna era passata ormai. Il buio lo aveva lasciato alle spalle. Così come i dubbi e le paure.
    Era pronto a prendersi il fardello delle responsabilità e a combattere fino alla morte. Aveva atteso troppo a lungo. E nel mentre il mondo sanguinava. La Creazione urlava e la vita veniva soffocata spegnendosi occultata da una tenebra malsana.
    Non era più il momento di essere neutrali. Perchè neutralità non significava essere indifferenti e insensibili. Non bisogna uccidere i sentimenti dentro di sé.

    ERA SUFFICIENTE ANNIENTARE QUESTI BASTARDI




    Un'Araldo deve difendere gli uomini, affinché non vengano appesi agli alberi per le mani e impalati. Difendere madri e figlie, affinché non vengano legate con braccia e gambe divaricate a paletti conficcati nel terreno.Difendere i bambini, affinché non vengano scannati e gettati nei pozzi. Merita di essere difeso perfino un gatto bruciato in un fienile dato alle fiamme. Perciò aveva la spada, per difendere queste madri e figlie, perché loro non avevano armi, non conoscevano i passi, i mezzi giri, le schivate e lo iaido, nessuno aveva insegnato loro a combattere, sono impotenti di fronte all'Orrore.
    Lei era Amaterasu o mi kami. Lei sapeva combattere ed aveva una spada per vegliare la Creazione. Per poter difendere gli inermi. E lo avrebbe fatto. Sempre.

    MAI INDIFFERENTE



    Si avvicinò alle due. Avrebbe dato battaglia.
    Le sue mani con lo spirito si poggiarono sulla fronte delle due. Era il tocco di un Araldo che si scusava ma che le avrebbe protette.
    Che sarebbe sceso in guerra per loro.
    Erano al sicuro ora.
    Lo stesso non si poteva dire per chi aveva fatto tutto questo...


     
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    Correva.
    Il soldato correva, attraverso i corridoi della Corte delle Membra. I muri, attraversati a ciò che sembravano vene e arterie, pulsanti di una vita oltre la vita, davano a quei corridoi l'aspetto di viscere di una creatura gigantesca, antica e fuori dalla concezione umana. Ma il soldato non aveva il lusso per perdersi in pensieri del genere. La sua missione era trovare il suo Re, rinchiuso in una delle sale più profonde ed oscure della Corte, dove nessuna comunicazione telematica era possibile. Li, rinchiuso tra mura spoglie e praticamente anonime, Il Re del Rosso discuteva con di faccende della massima importanza. Seduto su uno sgabello, vicino ad un tavolo di roccia marmorea, con sopra poggiata una trave metallica. Nella stanza vi erano due ricercatori dalle forme inumane, una somigliava ad uno scarabeo rinoceronte antropomorfo, l'altra era una creatura con un viso simile ad una tenia.
    Sul tavolo, il prototipo:
    Una trave metallica con una delle due estremità coperte da macchinari elettronici.

    Come sono andate le sperimentazioni?

    I risultati sono stati soddisfacenti per le misure riportate. Entro un paio di mesi dovremmo raggiungere i risultati previsti da un'arma convenzionale, da li in poi useremo quei dati per portare ai limiti massimi il progetto.

    La componente elettronica?

    Estremamente basilare, togliendo la strumentazione usata per i test ipotizziamo di riuscirne a diminuire la loro presenza di almeno quindici percento, così da rendere la produzione ancora più economica e veloce. Arriveremo al punto dove il prezzo di produzione sarà uguale a raccogliere rocce e scagliarle a mano.

    E per quanto riguarda i satelliti?

    La creatura simile ad uno scarabeo fu leggermente più esitante a rispondere a quella domanda.

    Abbiamo dovuto scartare tre progetti, Ci sono stati problemi di logistica, carburante, e controllo. Usando i materiali a nostra disposizione ogni lato positivo dei progetti precedenti, ogni satellite sarebbe grande quanto la defunta Mir. Un compromesso non accettabile secondo i nostri-

    Sssh.

    Il Re zittì improvvisamente la sua ricercatrice. Un rumore da fuori la stanza aveva attirato la sua attenzione. Rumori di passi di corsa. Con un gesto della mano ordinò ai suoi interlocutori di andare via, e loro obbedirono. Un fascio di luce inglobò le due figure ed il prototipo sul tavolo, lasciando il Re delle Bestie da solo, seduto in una stanza quasi buia. Pan si alzò, andando incontro al rumore di passi.
    Il soldato quasi trasalì quando vide la figura del Re emergere dalla penombra. Gli mancava il fiato, era preoccupato oltre ogni limite, e con un sovrumano sforzo riuscì a consegnare il messaggio:

    Sire!
    L'allarme silenzioso è scattato, abbiamo...abbiamo perso i contatti...

    L'uomo porse un microcomputer a schermo piatto al suo Re. Su quello schermo brillavano informazioni sui tre campi di ricognizione in California. Pan prese lo schermo e cominciò a leggere: Mancata risposta, allarme silenzioso, pauroso picco energetico prima del silenzio radio. Nessun tentativo apparente di richiedere soccorso. La situazione era grave, estremamente grave.

    Il suono della confusione fuori le mura lo colpì forte come un gancio destro sullo zigomo. Qualcosa di orribile si stava consumando davanti alla porta della sua Fortezza. Posò malamente il microcomputer nelle mani del soldato, scosso dal repentino succedersi degli eventi, e Pan corse, muovendosi come un animale sul pavimento scuro e vivo della Corte delle Membra a velocità spaventosa. Lamenti disperati si infrangevano sulle mura come un mare in tempesta, un disastro, qualsiasi cosa fosse successa in quei momenti, era niente di meno che un disastro. Le urla si espansero, e per un breve ma intenso momento quel lamento risuonò dentro di lui, fino a quasi toccargli le ossa. Ma non si fermò, doveva uscire fuori, qualsiasi cosa stesse vomitando la sua sofferenza sul suolo della Corte, lo stava facendo alla luce di un sole indifferente.

    E li, circondate da una piccola folla, le due donne giacevano. Una visibilmente giovane, poco più di una ragazza, piangeva e urlava, coperta di sangue e sporco. Giaceva tra le braccia di qualcuno così somigliante a lei da essere sua madre. La tragedia aveva colpito l'esercito di Gea, e la Madre stava urlando al cielo il suo dolore. Mentre la realtà intorno a lui si si piegava su quel momento e si struggeva intorno ad una famiglia mutilata, Pan era ad una certa distanza, bloccato in un momento lungo un'eternità. Il suo essere era paragonabile ad una singola scintilla in un mare di nulla oscuro, un granello di luce effimero come il battito di ciglia. Lo avevano definito il più umano tra gli Araldi, quello più vicino ai mortali che lo circondavano, colui che sotto la corazza del Re delle Membra conservava se stesso, vivendo sospeso tra l'inesistenza ed il dolore.
    Eppure era li, incapace di metabolizzare i pensieri. Cosa avrebbe dovuto fare? Portare al sicuro quelle persone disperate? Organizzare una controffensiva? Comunicare la ritirata dal sudovest statunitense?

    Strinse le mani tanto forte da conficcarsi le unghie nella carne. Gocce di sangue scuro caddero per terra, mentre la scintilla si trasformava in un fuoco accecante. Quando aveva deciso di riprendersi ogni cosa dalle grinfie della Corruzione e Del Caos, aveva giurato che non sarebbe indietreggiato di un neanche un centimetro nella sua crociata. In quel momento, aveva davanti la prova di cosa sarebbe potuto succedere se non avesse reso realtà le sue parole. Un picco cosmico avvolse il Re, e con esso la sua armatura inglobò il suo corpo. Decine di sudditi della corte si accorarono intorno alle sventurate piangenti, mentre il re dava loro le spalle. Non era un segno di disprezzo, ne di indifferenza, era solo il suo modo di agire: Pan mostrava le sue spalle solo a chi aveva intenzione di proteggere, un modo silenzioso di intimargli di stare dietro di lui, che avrebbe contrapposto se stesso tra loro ed il male.
    Mentre chiamava le api, le quali cominciarono a disegnare aureole dorate intorno a lui, avvertì l'energia che solo gli altri Araldi erano in grado di emettere, ma non si girò neanche a guardarli. Paradossalmente per lui gli altri Araldi erano un mistero, specchi troppo appannati in cui guardare dentro. Non aveva tempo', non c'era tempo di convenevoli, insulti, o frasi inutili.

    Pan era pronto a partire.
    Dennis era pronto a partire.


    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA NERA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - ///
    MENTALMENTE - A
    STATUS DARIAN - indossata

    RIASSUNTO AZIONI -
    ABILITÀ -



    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Il Trono d'Ossa tremò.
    Seguito dall'intero Parlamento.

    Non erano i boati e gli scoppi tipici che si sentivano sotto il dominio di Chernobog, nè le urla che risuonavano in ogni parte del suo territorio scadendo un sistema orario differente. No, era qualcosa di più sottile e infido che aveva cominciato ad allagare e insinuarsi nelle fenditure libere. Lo aveva percepito nel momento stesso in cui aveva deciso di mostrarsi e il fatto che non fosse stato in grado di accorgersene per tempo lo aveva fatto infuriare. Il Bosco Sacro era stato scosso dal sangue e dalla morte e non riusciva a capire perché - e come - quell'urlo disperato avesse superato i sistemi e fosse arrivato in modo così diretto e fluido in ogni parte di Agartha.

    Il potere dell'Araldo non riusciva a processare il tutto, più provava a comprendere come fosse arrivato fino a quel punto e meno riusciva a districarsi. Era troppo il fetore spirituale mostrato ma dal suo trono non sarebbe stato in grado di risalire all'identità o alla causa.

    Il passaggio si aprì, uno squarcio dimensionale dalla forma irregolare che affacciava direttamente nel nero più denso della dimensione che controllava. Le porte del Tempio di suo fratello erano già aperte, una quantità di creature - umane e non - si affollavano lungo le sale e l'ingresso per cercare di capire cosa fosse successo. Si spostarono quando la dimensione e i suoi spiriti gli fecero largo e, come un'onda, ritornarono al loro posto non appena Chernobog si fu allontanato.

    41eb27c22063f47961fdae38b2693098_1_

    Amaterasu era già lì, le mani sulle spalle delle due donne. Una madre e una figlia piangente tra le braccia. Era stata la ragazza a richiamare tutti in quel luogo, le ferite del suo spirito erano evidenti insieme alle lacrime che versava a fiumi. Girò la testa alla ricerca di PAN, dopotutto, dal grido che aveva allertato ogni singolo abitante di Agartha era chiaro che la situazione riguardasse la sua corte. Lo trovò poco distante, di spalle e tremante di rabbia con le Api che cominciavano già a illuminare un passaggio verso - immaginava - il posto da cui erano state sbattute fuori. L'aveva sentito in America, il fetore stantio e caldo del male, ma credeva fosse più utile organizzare le forze per stanare e annientare qualsiasi cosa si nascondesse nel cuore di quelle terre che gettarsi a capofitto nell'impresa guidati dalla cieca rabbia.

    Si avvicinò alle due, abbassandosi quel tanto che bastava per poter essere a portata di sguardo, allungando una mano ad afferrare il mento della più giovane e obbligandola a guardarla negli occhi.

    Cosa è successo? Cosa hai visto?

    Si rivolse alla madre con lo sguardo senza lasciare la carne tenera della figlia.

    Per la Madre! Dove avete mandato la ragazza?

    L'occhio le cadde sugli stemmi e sui piccoli intrecci disegnati sugli abiti delle donne rivelando l'appartenenza alla Corte Verde. Non era ancora tempo del risveglio di Nerthus ma apprezza come i Nobili avevano cominciato a muoversi, dopo anni di stallo avevano finalmente preso la decisione di integrare il loro potere decisionale e muoversi tra le Corti risvegliate. Il pensiero era genuinamente positivo ma l'ilarità stava proprio in quello che era successo: una tempesta di guai.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ top
    MENTALMENTE ¤ top
    STATUS DARIAN ¤ top

    RIASSUNTO AZIONI ¤


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤





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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    Prologo




    Frustrazione.


    Giorni erano passati, mesi. Eppure il suo esercito non partiva, il piano non avanzava.
    Oberon avrebbe voluto poter dare colpa di tutto ciò alla difficoltà del suo compito, ma sapeva che non poteva.

    Non poteva puntare il dito verso i suoi sudditi, pronti a seguirlo all'inferno.

    Non poteva parlare contro i suoi fratelli e sorelle, loro si che erano i sovrani che indossavano con fierezza le loro corone e combattevano e comandavano con bravura e valore.

    La colpa era sua e sua soltanto, che aveva deciso di prendere un compito di cui non era all'altezza. L'ingenuità del bambino era divenuta catene attorno al re delle fate. La sua forza era divenuta debolezza, una zavorra per la causa.

    Ed eccolo quindi qui ora, nelle sue aule personali, a creare piani e strategie, a cercare di capire di come usare al meglio i poteri di cui era stato investito, schiacciato dai suoi dubbi e dalla sua insicurezza. Non poteva lasciare le cose senza controllo in pura balia degli eventi, il pensiero che qualcuno potesse soffrire e morire, o peggio, per una sua mancanza lo tormentava più di quanto volesse ammettere.

    Su un semplice sgabello di legno, darian gentilmente coricata sul pavimento di marmo verde, mentre con le dita creava pigramente immagini in movimento di farfalle durante un momento di fugace ma illusoria pausa. Non voleva lasciar vagare troppo la mente, non poteva.


    Una moneta per i suoi pensieri, mio Re?


    Avrebbe voluto dire che sapeva che Titania era entrata nella sala, ma sarebbe stata solo un'ulteriore bugia. Trasalendo scaccio via le sua illusioni, alzandosi goffamente per salutare la sua consorte. La sua bellezza come al solito la lasciava senza fiato, incapace di esprimere l’affetto che era iscritto nel Codice stesso.


    “Che sia Vespro o Meriggio, che sia Pace o Guerra, Oberon e Titania sarebbero stati un cuore solo.”





    Mia signora…chiedo scusa per non averla accolta come merita. Ero distratto da… studi.


    La figura lo guardò fissa, con quella sua espressione di sincera cortesia ma anche aliena consapevolezza di cose che andavano oltre a ogni cosa. Si mosse sul tavolo, leggendo le carte e giocando con le lunghe ed eleganti dita con cristalli e fiori che ormai esistevano solo nelle filastrocche dei bambini.


    Studi, vero… questo è quello che un Re dovrebbe fare. Quello che un Re dovrebbe essere… il suo volere…

    Voglio il bene di Agharta, del pianeta e di tutti - nessun segno di esitazione e di vuoto idealismo - ma… ma mi chiedo se ho fatto la scelta giusta. Se non potessi essere più utile come Moko che come Oberon. Un soldato può cadere, può sbagliare, può rischiare… non un Re… Mia Signora, forse…


    Silenzio.

    Fra di loro, non nel reame.


    Un urlo, un dolore profondo come gli abissi della Terra che chiedeva aiuto, un'eco che si perde nelle fratture della realtà percepibile, che sorpassa il controllo che lo stesso Araldo ha del proprio castello. E contemporaneamente, una sensazione possibilmente ancora più orribile che come l'urlo faceva eco nelle infinite connessioni del Lifestream. Oberon strinse i pugni quando focalizzò meglio la sua attenzione. Come poteva essere stato così cieco?

    Qualcosa di così mostruoso non poteva non lasciare qualche traccia, neanche se celato con tutto lo zelo del mondo. America, West Coast. Uno dei loro possedimenti, non direttamente sotto il controllo della Corte di Mezzogiorno ma comunque una zona di importanza fondamentale.



    State pensando di andare?


    L'araldo annuì senza neanche guardarla, mentre la darian con eleganti movimenti telecinetici vestì le sue membra. L'aiuto proveniva dalla Corte delle Membra, e se anche gli altri suoi fratelli e sorelle avevano percepito come lo aveva fatto lui, sicuramente sarebbero accorsi.


    Anche se non avete ancora trovato un Equilibrio, ciò che volete e che possa placare la sua ansia?


    … si. Posso e quindi devo.


    La Regina sorrise, mentre con un gesto delle mani la stanza si illuminò di luce dorata e un portale diretto verso i domini del Martello di G.E.A. si aprì. Nessuna parola, o augurio, o domanda. Lo sguardo di Titania confidava segreti al monarca, che annuì.


    Un singolo passo nel portale e la suola del suo gambale toccò i pavimenti delle sale del Rosso. La sensazione di trovarsi in quel luogo era strana rispetto all'equilibrio del Tempio Centrale, ma non volle farci caso considerando quello che aveva davanti.


    Miriadi di creature, umane e non, erano accorsi al richiamo. Se la situazione non sembrasse seria il cuore del Re dei Sidhe si sarebbe riempito di orgoglio, ma non era questo il momento.
    Era arrivato in ritardo e poteva percepire oltre a quel mare di genti, bisbigli, preoccupazioni e attesa la presenza dei suoi pari.

    Senza neanche aspettare che la folla potesse aprirsi per farlo passare, iniziò a levitare oltrepassando ogni cosa fino a scorgere nell’alto i suoi fratelli e sorelle attorno a due figure.


    Amaterasu cercava di calmare due donne con i paramenti di Nerthus, una più giovane coperta di sangue e paura e una più matura, mentre Chernabog chiedeva informazioni su cosa era accaduto. P.a.n. era già pronto ad andare dall’altro lato a menare le mani. Ammirevole come sempre, tutti loro.


    E lui? Lui cosa poteva fare?



    Fiori illusori iniziarono a germogliare attorno a loro, mentre profumi di erba bagnata e rugiada coprivano il metallico sapore di sangue a muscoli proprio del dominio della Carne. Un tentativo di far sentire a casa e al sicuro la giovane, di farla sentire protetta fra le braccia della madre e circondata dai propri protettori.



    Calma il tuo cuore, schiara la mente e riposa il tuo animo, Figlia del Verde. So che l’orrore non può essere pulito con poche parole, ma voglio che tu senta che sei al sicuro ora.

    E voglio che tu mi dica… ci dica cosa è accaduto. É collegato a ciò che ho avvertito nella Weast Coast?




    Sorrise, in modo dolce, scendendo ai loro piedi e dando uno sguardo di saluto, intesa e quasi di scusa ai suoi fratelli.

    Pretender


    Siamo qui per risolvere la situazione.









    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: OK
    - Riassunto: n/a





     
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    Le due sembrano non accorgersi del vostro arrivo per diversi secondi. Il tocco di Amaterasu calma appena i singhiozzi e gli artifici hanno ben poca presa su di loro, in quello stato.
    La madre reagisce in modo brusco solo nel momento in cui Chernobog afferra il viso della figlia. La stringe a sé con ancora più forza, la sottrae alle grinfie del Nero. Conoscete quella furia incisa da sempre nelle leggi della Natura: il fuoco ardente di una madre che difende la sua progenie.
    Si tratta però di un lampo fugace. Subito si ricompone, senza tuttavia smettere di stringere sua figlia e si rivolge a voi chinando il capo in segno di rispetto.

    Miei signori. Perdonatemi... Mio... mio marito Seela, Eletto dell'Alloro, è stato mandato questa notte a verificare lo stato degli accampamenti in America insieme alla nostra Seari.

    Stringe la mano della ragazza e tenta di guardarla negli occhi. Sta cercando risposta a una domanda che non osa porre a voce alta. Ma non c'è bisogno di parole, tra le due. Avvertite un flusso che passa da una all'altra, mentre il cosmo della figlia viene accarezzato da quello della madre. Pochi secondi dopo una sola lacrima riga il volto di quest'ultima. Deglutisce, serrando le palpebre.

    Una marea di marciume e oscenità l'ha divorato. Seela... Li hanno-

    La sua voce si spezza. Nessuno dei presenti osa dire una sola parola. Tutti gli sguardi sono puntati su di voi, ora.
    Agartha pende dalle vostre labbra.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Dovete prendere direttamente in mano la situazione e decidere cosa fare.
    La California, dal punto di vista delle vostre percezioni o strumenti, ora è come una matassa di fili aggrovigliati e peggiora di secondo in secondo come se si stesse propagando una sorta di nuvola di interferenza cosmica/spirituale/mentale/dimensionale in cui potete distinguere chiaramente solo la Corruzione e una specie di struttura spirituale dall'impronta molto lieve (sempre per Chernobog e Amaterasu; per tutti gli altri è solo una sensazione vaga ma ancora più sgradevole del cosmo corrotto).
    La situazione è grave oltre ogni dire, ma avete il tempo di organizzarvi un minimo, almeno per non fare la fine dei vostri compagni in 3 secondi netti. Potete gestire liberamente i vostri PNG e le vostre Corti full power perché questa, signori, è guerra su larga scala. Avete libertà di azione su tutti i preparativi vari ed eventuali, terminate nel momento del viaggio. Per dubbi vari scrivetemi pure.
    Se siete tutti d'accordo, proviamo a fissare la scadenza nei classici 7 giorni, quindi martedì 31.


     
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    2

    Sentiva il pianto di lei alle sue spalle, oltre il rumore del vento, oltre il rumore delle Api Dorate.

    Mentre era davanti alla Via, il suo intero essere fremeva di rabbia primordiale. Qualcosa si stava intrecciando in California, un melanoma maligno segnato dall'energia della corruzione. Ogni secondo che passava quella lordura si espandeva nei loro territori. Ogni secondo era un'altra famiglia dilaniata dal dolore della perdita, un altro giro di vite rovinato da qualcosa che neanche comprendeva l'esistenza di qualcosa che non sia se stessa.

    Doveva attraversare la Porta, doveva precipitarsi sul luogo per portare sacra violenza sulla carne infetta. Il Martello della Dea sarebbe rovinato sui mali del mondo, e avrebbe portato le teste dei mostri all'altare di sua Madre.

    No.

    Il suo comunicatore lo riportò sulla terra, strappandolo da quella frenesia dove il suo cervello si era perso momentaneamente. La comunicazione era estremamente disturbata, la voce era rovinata dalla cattiva recessione, così tanto da non far comprendere neanche il timbro di voce.

    Non puoi buttarti nella mischia in questo modo. L'Operazione Mayflower è stata una prova di quello che tu, e la corte delle Membra è capace di fare. Per una zolla di terra Agartha ha rischiato di perdere uno dei suoi Re, in una battaglia che non avrebbe retto il confronto neanche al primo dei pugni scagliati contro Tifone.
    Qualsiasi cosa ci sia li, è qualcosa di pensante, qualcosa che si evolve in continuazione.
    Non mostrarti da meno.

    La rabbia accumulata nel corpo non si acquietò minimamente, ma una straordinaria forza di volontà diresse quelle fiamme in un flusso di pensieri che andavano oltre l'uccidere cosa si sarebbe trovato davanti. Un faticoso sospiro sibilò sotto il suo elmo, e le api chiusero momentaneamente la Via.
    Alcuni membri della sua corte si avvicinarono al loro sire, che ricambiò girandosi e fissandoli negli occhi.

    Portatele al sicuro...






    La sala in cui si trovava era completa di uno schermo che occupava quasi completamente una delle pareti. Svariati membri della corte si stavano muovendo nelle stanze intorno, tutti impegnati in atti di comunicazione e organizzativi. Pan aveva dato l'ordine di instaurare una rete di comunicazioni tra la sua corte e quella dei suoi ospiti, con i quali attualmente risiedeva nella sala sopracitata. Lo schermo mostrava una serie di dati intorno ad una mappa del continente nordamericano. Pan non aveva pronunciato una sola parola ai suoi fratelli per invitarli ad entrare, la difficoltà della situazione era un incentivo sufficiente per evitare di pronunciare parole inutili. Pan, nonostante la sua natura intrinsecamente legata agli altri araldi, non era in grado di interfacciarsi con loro. Poteva essere a causa della natura di uno, come per Amaterasu, per uno stridio di idee, come nel caso di Chenobog. Per quanto riguardava Oberon, Pan non riusciva neanche a guardarlo negli occhi, a stento riusciva a stare nelle sue vicinanze.

    Pan si accese una sigaretta, stringendola tra due dita corazzate.

    Le mie forze sono limitate.
    La presa di quella zona a sud del Texas è stato uno sforzo notevole, e continua ad esserlo a causa del costo solo per mantenere una forma di controllo della situazione. I campi ad ovest sono stati edificati in quello che pensavamo fossero zone a basso interesse. Evidentemente...ci...mi sbagliavo.
    Pan si passò una mano in faccia. Ciò non significa che l'esercito del Rosso è indifeso. Abbiamo instaurato una fitta rete navale in varie zone del globo, dato il relativo basso costo di mantenimento. Se la California sta fermentando attività ostili, la mia idea è quella di prendere possesso delle Santa Barbara Islands ed usarle come base logistica per eventuali manovre militari. Essendo una zona mia potrei pensare io ai trasporti ed al mantenimento delle isole, ma è qualcosa che non vorrei fare da solo...

    Tirò lentamente dalla sigaretta, per poi disintegrarla nel proprio pugno.

    Avete dodici minuti prima che questa operazione cominci con o senza di voi, siete liberi di comunicarmi eventuali idee o obbiezioni.




    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA NERA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - ///
    MENTALMENTE - A
    STATUS DARIAN - indossata

    RIASSUNTO AZIONI -
    ABILITÀ -



    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    I




    Il gesto di stizza non colse troppo impreparato il giovane araldo, immaginando i pensieri della madre. Avere davanti l’essenza del Nero non porta bei pensieri, e gli istinti passano oltre etichette e strutture più elaborate. Non gli diede una colpa, soprattutto per le notizie che portava che potevano destabilizzare chiunque in quella situazione. E per un compagno che non avrebbe potuto mai più riabbracciare lei e sua figlia.



    Richiedo immediata convocazione di tutte le truppe sidhe e fedeli alla Corte di Mezzogiorno
    - ordinò mentalmente alla sua rete personale - il protocollo Beth deve essere richiamato. Inoltre voglio una scansione delle Reti del Codice del Nord America. Voglio ogni possibile informazione pronta per un contatto di dati con quello delle altre Corti non immediatamente, in questo esatto istante!



    Si morse le dita innervosito mentre ascoltava le varie risposte affermative di innumerevoli voci nella sua mente, mentre i suoi occhi vagavano fra le rappresentanti del Verde, la folla che aspettava qualcosa, qualunque cosa da loro, e su come i suoi fratelli stavano reagendo.

    Poteva immaginare cosa sentivano, come il Codice stesso si stava insozzando di quella oscenità, quell’abominio che per tutta la sua vita, per tutta la sua esistenza sia da umano che da Araldo lo tormentava. Un orrore tentacolare che ghermiva ogni elemento della vita, ogni pianta, roccia, insetto. Forse non lo sentiva così forte e nel dettaglio come gli altri monarchi… ma poteva percepire quanto fosse vasto, e come si stava spostando sempre più velocemente.



    Non disse niente. Non dissero niente.



    Neanche un cenno, uno sguardo. Come l’acqua che scorreva verso il basso trasportando sedimenti e carcasse di animali, non c’era bisogno di una comunicazione per decidere il da farsi. Seguì semplicemente il primo di loro che si era risvegliato nel suo dominio, passando senza registrare nella sua coscienza i corridoi e l’aspetto della casa di Pan, troppo focalizzato sull’emergenza.


    L’interno della sala, nonostante fosse molto diversa, non era poi così dissimile da quella che possedeva nelle sue aule. Strumentazioni e stile diverso, ma riconosceva dove e cosa guardare. I dati comparivano sugli schermi, poteva riconoscere l’impronta di quella del suo popolo, meno legata alla fisicità della carne quanto all’insieme delle parti. Un collante perfetto per dare un'idea generale che confermava i suoi timori.


    Il Martello di GEA spiego ancora meglio la situazione, essendo quella una zona direttamente sotto il suo controllo. Non si poteva non cogliere rabbia e volontà di menare le mani, ma anche una strana specie di disagio nello stare insieme nella stessa stanza. Non sfuggì agli occhi dell’Equilibrio come lo sguardo di Pan non si scontrò mai con il suo, neanche per errore. Troppo per essere una coincidenza, ma decise di non darci troppo peso al momento se non fosse stato un problema per la risoluzione di questa crisi.



    Hai operato al meglio e fatto tanto per il G.E.A. e tantissima gente. Non è per una tua mancanza che è successo tutto questo, non pensarlo. Solo la natura di quegli abomini che operano con una brutalità e blasfemia. - tentò di rincuorare Oberon - ma con questo hanno firmato la loro condanna. Se prima solo gli occhi del Rosso erano puntati attivamente su quelle terre, ora tutta Agharta brama le loro oscure viscere. Il sangue versato dei nostri amici e compagni, di ciò che è nostra responsabilità proteggere non rimarrà impunito.

    Si mosse verso gli schermi, e con un leggero tocco alla parete uno sciame di farfalle luminescenti iniziò a volare, modificando dopo un veloce segnale di statico le immagini e mostrando una moltitudine di creature più disparate, di ogni forma, colore e grandezza, umani e non.


    fey-army

    Navi con lo stemma dei sidhe imbarcavano truppe e materiali. Una spirale di canti, urla, imprecazioni, rabbia ed eccitazione era udibile anche se lo schermo non trasmetteva nessun suono.

    Ma, nonostante il dispiegamento però, l’Araldo dell’Equilibrio non poté non nascondere l’evidenza.



    Le mie truppe al momento sono le più inesperte fra di noi per un reale conflitto a larga scala. Le Legioni dei Goblin sono indisciplinate ma comunque possono essere usate come truppe ausiliarie. Alcuni di loro sono anche nativi della zona, la loro connessione al Codice può essere utile. La mia flotta è principalmente aerea ma ho comunque alcune navi che possono unirsi. Tuttavia quello che non possiamo dare in termini di pura forza militare è logistica e supporto. Infine, io e i miei sidhe possiamo tranquillamente dare copertura illusoria alle tue truppe e creare confusione sul campo di battaglia. Non sappiamo davvero cosa potremmo trovare lì, e il fatto che le truppe sono state decimate senza poter realmente reagire fa pensare al peggio.

    Possiamo quindi dividerci in due gruppi che coprono eventuali campi di attacco: fisico, mentale e spirituale, in modo da non essere soggiogati e avere comunque fronti attivi diversi per separare le forze nemiche. Chedo ai restanti cosa ne pensano...



    Concluse la trasmissione, guardando direttamente negli occhi ognuno di loro. La darian bianca cicolò mentre si apoggiò delicatamente su una sedia, stringendosi le mani. Nonostante appariva come un monarca antico e saggio con quelle sacre vesta, la tensione e la preoccupazione non era nascosta nel suo viso. Forse per la prima volta da quando si sono incontrati quel giorno hanno visto più Moko che Oberon in quello sguardo.



    So che fra di voi sono al momento il più debole. Quello con meno esperienza, potere e controllo. E che da quando ho avuto questa corona non ho dimostrato di meritarmi il nome di Oberon e il ruolo di Pilastro, ma sono pronto a fare ammenda.

    Sono pronto a mostrare le Gioie e gli Orrori che celano le mie Storie.











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    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Le parole di Pan avevano il poter di irritarlo in poco tempo, non perché fossero sbagliate ma semplicemente per la confusione che ogni volta portavano dietro. La corte del rosso era una corte viva, cruda e poco incline alla strategia o alla tecnica. L'inclinazione che aveva di espandarsi era nobile ma non era mai seguito da un effettivo programma vero e proprio. O almeno, questo era quello di cui era a conoscenza Chernobog. Amava i suoi fratelli per come era giusto amarli, come la Madre aveva scritto nel paradigma di ognuno di loro ma, per certi versi, detestava doverglisi interfacciare. Ognuno di loro aveva le proprie tecniche, modi e maniere di gestire le situazioni di emergenza ma percepiva quella mancanza nell'aria cosmica di Pan quasi fosse un delitto, il potere che emanava era un po' più ampio del suo - lo sentiva - ma allora perché quel tono? Quel modo di fare così poco conveniente?

    La dislocazione navale mi sembra fuori dal mondo ma la Corte del Rosso è tua ed è giusto che la gestisci al massimo delle tue possibilità.

    Parlò senza nemmeno preoccuparsi, era illogico pensare di dislocare un corte intera vicino le isole di Santa Barbara quando i tre campi ad essere stati spenti erano palesemente molto più a nord. Erano indicati anche nella mappa che lo stesso fratello si era premurato ad accendere in schermo.

    Quello che ho sentito non veniva da sud. Amaterasu ne è consapevole tanto quanto, hanno scoperchiato la fogna perché è stata una loro volontà. Non è solo corruzione, è qualcosa di più blasfemo e sordido... Ma abbiamo delle informazioni dalla nostra, potremmo renderci conto di quello che abbiamo di fronte solo andando direttamente alla fonte.

    Prese fiato, un respiro appena per cercare di non implodere. Ascoltò cosa aveva da dire Oberon e apprezzò la sua vena mediatrice - per così dire - ma apprezzò ancora di più le corti Sidhe già stanziate in zona.

    Voglio vedere cosa si nasconde la sotto. Voglio affondare gli artigli in quella sozzura e annientarla.

    Guardò Oberon, così pieno di voglia di fare e guardò Amaterasu che silente, fino a quel momento, stava ascoltando i tre dibattere. Percepì la forza della sua corte, la voce dei suoi sudditi e vide i teschi dei morti ritornare dagli alberi per ottenere un mezzo per stare su questa terra. Il loro spirito sarebbe stato facile da ottenere in battaglia.

    3be43b194a525e533029af3abed3881c

    La Corte del Nero è pronta ad attraversare i portali che li portano direttamente ai confini del campo base distrutto numero uno. Voglio una copertura illusoria completa sulle nostre truppe, fin quando resisterà sarà mia premura indagare l'origine di questo attacco... Dopo di chè, perché cadrà ne siamo tutti sicuri, la Furia della Primigena non sarà clemente con i nostri nemici.

    Si staccò dai tre, allontandosi di qualche passo e avvicinandosi agli schermi immensi che indicavano le zone colpite. Il collegamento intrinseco col Trono d'Ossa era già avvenuto nello stesso momento in cui aveva proferito la prima parola, Oisin ed Uno avevano già organizzato le truppe che rimanevano in attesa di attraversare La Via Dorata e i portali che la Fine aveva predisposto.

    Tu e Pan siete i due con la presa cosmica maggiore tra noi, io e Oberon ci muoveremo in una direzione precisa in uno dei tre campi sottoposti all'attacco. Posso lasciarti qualche rappresentante del Parlamento Nero, quale malattia preferisci che accompagni la tua corte?

    In attesa di una risposta la sua darian era già comparsa sul suo corpo, nera come la notte e densa come catrame, brillava di riflessi verdognoli mentre il volto pallido veniva incorniciato da una aureloa di liquido nero in attesa che potesse inglobare e proteggere ogni parte del suo viso.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ top
    MENTALMENTE ¤ top
    STATUS DARIAN ¤ top

    RIASSUNTO AZIONI ¤


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤





    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.


    Edited by D o r c a s - 31/5/2022, 09:57
     
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    Stava riflettendo.
    Per quanto la creazione fosse imprevedibile, per quanto la distruzione fosse irrefrenabile l'araldo dell'inizio rimaneva concentrato e in stasi. Aveva osservato le due donne, sotto shock, terrorizzate devastate nell'animo e nella mente. Quello che quella piccola donna ha visto, la paura corrergli sulla schiena, strizzando le viscere, mozzando il fiato, emergere dal buio distruggendo le certezze di una vita avrebbe lasciato ferite che mai sarebbero guarite. La madre lo sapeva. E ne affrontava con lei il dolore conscia che non poteva fare nulla. Solo abbracciandola. Dandole calore in quelle mani tremanti e fredde, mentre le lacrime straripavano non fermandosi.
    Erano un bene.
    Significava che il dolore stava lasciandola. Tenersi tutto dentro era peggio. Perché sarebbe divenuto angoscia e un giorno, questo cancro, avrebbe sussurrato alla giovane parole disgustose e la vita sarebbe divenuta nera e quello che poteva essere bello sarebbe stato distrutto.
    Perché la vita stessa sarebbe stata un peso e angoscia ogni giorno, il sonno non avrebbe portato riposo ma solo dolore, ricordi, incubi.
    Meglio le lacrime. Perché avevano la capacità di lavare quello che ora inquinava il cuore. L'angoscia straripava scemando da lei, portata via da quelle lacrime che come un fiume in piena, travolgeva e portava via tutto.
    Ci sarebbe stato tempo per ricostruire.
    Le mani di madre lo avrebbero fatto.
    Ora servivano altre tipi di mani. Mani da guerra. Mani che stringevano una spada.

    Passò accanto alle due e accarezzò quella figlia che non aveva più un padre. Baciò le mani di una moglie senza un marito asciugandole la lacrima.



    «Non soffrirete più adesso.
    Riposate. Quello che avete sofferto e perso non ve lo posso ridare ma lo porterò con me e affilerò la mia spada. Quando sarà il momento il vostro dolore sarà una spada con cui recideremo le loro gole.»


    Il sorriso di Amaterasu fu dolce. Ma nascondeva anche la rabbia eppure strinse quelle mani con forza.

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    «Siamo qui anche per questo. Sopratutto per questo



    E sicuramente non avrebbe lenito il dolore, né ridato un padre e un marito. Ma essere un Araldo era anche questo.
    Farsi carico del dolore della Realtà.
    Per dare forza ai pugni, affilare la spada, disintegrare i nemici come la chemioterapia faceva con un tumore.

    And I see fire
    Burning the trees
    And I see fire
    Hollowing souls
    And I see fire
    Blood in the breeze




    Era la sua dichiarazione di guerra. E il Crogiolo esplose, arcobaleno che abbracciò il tempio sud fino a quelle due povere anime. La Corte di mezzanotte sentì il richiamo del suo Araldo, sentì la matassa di marciume e crudeltà che pulsava in America e urlarono.
    Le grida si rifrangevano in ogni punto di Agartha. Volevano combattere. Volevano ancora la corruzione e chiunque si annidasse, non visto, in quella fogna scoperchiata.


    La corte del Rosso la poteva sentire fin dentro le viscere. Sentiva quasi la ruggente fiamma di Zmaj divenire più calda, più distruttiva.
    Dovette fermarsi per un secondo. Respirò a fondo. Strinse kusanagi...aveva una voglia primitiva di estrarla solo per il piacere di farlo.
    La Corte del Rosso...Pan...quindi era questo il codice a cui suo fratello attingeva forza e ne era il pilastro.
    Ora erano tutti e quattro in quella sala. Mancava Nerthus e poi la Creazione era al completo. Guardò ognuno dei suoi fratelli rimanendo silente. Strano per uno come l'Imperatrice starsene quieto in ascolto, soppesando ogni parola, ogni movimento.
    Ascoltò.
    Perché un Imperatrice deve prima ascoltare gli altri e porli sulla bilancia della saggezza a cui farà da contrappeso il suo giudizio. La saggezza sta nel capire quale dei due pesi incide maggiormente.
    L'orgoglio e la vanagloria erano bestie selvagge che non portavano nulla.
    Non aravano la terra. Né facevano costruire casa né strade durature. Né avrebbero dato prosperità.
    Amaterasu quindi ascoltò mettendosi volutamente in secondo piano perché ascoltare era un atto ancora più difficile del parlare.
    E poi parlò.

    «Me ne bastono cinque, fratello.»

    Si lisciò la barba.

    «In primo luogo non dovete chiedere scusa. Né perché ti senti più debole, Oberon, né perché non hai previsto questo, Pan.
    Non siamo più uomini. Né siamo eletti. Siamo Araldi. Siamo qui perché dobbiamo esserci. Perché è il nostro scopo. Perché siamo gli unici, a volte, che possono farlo.
    Quindi nessuna scusa. Sei più forte di quello che pensi, Oberon e se tu non avessi combattuto per anche un centimetro di terra, Pan, chissà ora cosa sarebbe potuto accadere.
    Quindi va bene così.»


    Le sue dita iniziarono a danzare. Fuoco e ghiaccio. Terra e aria tra esse. Amaterasu ad ogni frase giocava con gli elementi creando e disfacendo quello che faceva, come un artista che non conosce remora, solo la voglia di creare ancora e ancora. Mai sazio. Mai soddisfatto.
    I suoi occhi arcobaleno cambiavano colore. Sempre.

    «Il Giappone e l'Australia ci hanno insegnato una cosa. La Corruzione non è da sola. Questa fogna non si è scoperchiata a caso. Ha ragione Chernobog. Loro ci stanno chiamando

    Il vantaggio tattico e strategico era tutto per i nemici.
    Ma Amaterasu sorrideva. E non fu il sorriso dell'Araldo dell'Inizio, ma di Zmaj.
    Il sorriso fu tutto per Chernobog.
    Era come se quelle parole trovassero conferma e sodalizio.
    Amaterasu bramava l'Abisso. La Corte di Mezzanotte era composta da mostri, yokai, esseri tra i più disparati, era la vita in ogni sua forma, oscena e bellissima, malvagia e buona. E combattevano sul ciglio dell'Abisso guardandolo. Sfidandolo.
    E se l'Abisso li guardava loro rispondevano con un sorriso e col sangue del'Abisso stesso.

    «Le informazioni sono chiare. L'attacco è stato quasi contemporaneo, come posso vedere dalle informazioni su schermo. Ogni campo base è stato distrutto in poco tempo e con precisione chirurgica. Non è stato fatto per distruggere ma per attirarci. Qualcosa si annida e sembra che non voglia fare nulla per nascondersi. Ci sta sfidando...»

    Oppure attirando in una trappola.
    Ma in fondo cosa importava? Non avrebbero voltato le spalle, né fatto finta di niente. Erano fatti così. La Madre li aveva creati apposta.
    Ecco perché i Titani non li capivano, perché risultavano alienanti per chiunque ci avesse a che fare. Odiosi per i nemici.
    Strani per tutti gli altri.
    La loro neutralità non era menefreghismo. Non significava essere indifferenti e insensibili. Significava osservare non soffocando i sentimenti ma abbattendo quelli che volevano distruggere la vita nella loro smisurata sete di dominio e di marcescenza.
    La neutralità consisteva nell'osservare il mondo facendosi carico di tutto il dolore e dei desideri che racchiudeva. Di proteggere la felicità e la gioia.
    Araldi significava questo: marciare in oceani di sangue, in un abisso di caos e orrore e farlo non per la gloria ma perché loro erano gli unici a poterlo fare.
    Erano

    IL MURO




    «In questo momento Amacunu e ogni eletto del Sudamerica si sta muovendo verso il Messico per proteggerci le spalle e stringerli d'assedio se servirà.
    Sengen sama e le montagne sacre del Giappone sono stati avvertiti. Con loro anche la fondazione grado. Se serviranno il Giappone arriverà.
    La Fondazione ha un debito con me oltre al fatto che gli permetto di stare sulla mia terra. Hanno secoli di affitto non pagato è il momento di rendermi qualcosa. Quindi se servirà appoggio il Giappone arriverà anche se spero non serva. »


    Pan aveva detto dodici minuti...ad Amaterasu veramente gli bastarono cinque, per dispiegare tutte le sue forze.

    «Ha ragione Chernobog. Se ci avviciniamo, anche se attesi, qualche precauzione servirà.
    La lama non vista è sempre la più letale


    E qualcosa fece tremare la terra. Il crogiolo esplose, fuoco e ghiaccio si mischiarono, la terra divenne sabbia e l'acqua fango. La sua forma mutò e nel mentre 6 magatane solcarono il cielo, nascendo dalla forma mutevole del Crogiolo, per poi apparire intorno al corpo di Amaterasu.
    Bianche fatte di luce spuria. Per poi saettare sul corpo dell'araldo.
    La sua darian, bianchissima e pura, si chiuse sul suo corpo. Arcobaleno nei sui riflessi mentre kusanagi ronzava.
    Lo specchio e la spada.
    Le insegne dell'Imperatrice.
    Il sorriso fu sincero. E fu strano però. Cosa potesse esserci per far sorridere Amaterasu così?

    «Ed erano ere che avevo voglia di combattere insieme.
    Quindi si...sono felice. Non c'è nulla di più eccitante di combattere con voi araldi di G.E.A


    E fu allora che poterono riconoscerlo sul serio. Quel suo essere imprevedibile, maledettamente pomposo nei suoi modi, orgoglioso, in una parola troppo.
    Di tutto. Ma questo era Amaterasu.
    Se fino a quel momento era la Distruzione ora era nella forma della Creazione.
    Il pugno fu in mezzo a loro.

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    Andiamo a farli il culo!




     
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    III




    Davanti ai vostri occhi e a quelli delle vostre truppe in assetto da battaglia, le matrici della realtà si piegano per accogliere il cambiamento e consentirvi il passaggio. Le api dorate aprono un passaggio immenso, un tunnel di luce senza fondo capace di contenervi tutti insieme. Nessun passaggio si è ancora aperto dalla parte opposta, per evitare che anche una sola goccia di sangue corrotto sfiori il suolo della vostra dimora ancestrale.

    È un grande giorno per il Bosco Sacro, l'inizio di una crociata che farà tremare il mondo intero. Raramente, negli ultimi anni, il popolo di Gea si era unito in un simile dispiegamento di forze. Gli ordini di schieramento sono stati rapidamente trasmessi ai vostri sudditi, che si preparano in formazione senza quasi bisogno di comunicare. Gran parte della Corte del Verde si è unita a voi: due armate guidate da altrettanti capitani che vanno a rimpolpare i vostri già notevoli ranghi.
    Al di là dei vostri sentimenti personali e del Codice stesso che vi compone, nei vostri cuori è scolpita una certezza assoluta: la giusta rabbia dei figli della Madre colpirà con forza, determinazione e risolutezza. Nulla vi impedirà di combattere fino alla fine, fono al vostro ultimo respiro e perfino oltre, se sarà necessario.

    Avanzate brevemente tra le volute di una realtà normalmente invisibile, le fondamenta del Piano Materiale composte da archi intrecciati e frattali dalla bellezza sconvolgente, simili a una struttura ossea cristallizzata nel Cosmo.
    L'ingresso viene sigillato e subito dopo due portali si aprono, lasciando intravedere le destinazioni che avete scelto. I varchi di uscita diventano sempre più ampi e arrivano ad abbracciarvi interamente, per poi collassare rapidamente su loro stessi con un forte ronzio. Senza che abbiate bisogno di muovere un altro passo, i vostri piedi calcano il suolo americano.

    Qualcosa, tuttavia, sembra essere andato tremendamente storto: la posizione è inesatta. I punti caldi che speravate di raggiungere non sono distanti, ma sembra che il vostro spostamento sia stato lievemente sabotato facendo quasi convergere le due metà dell'esercito qualche miglio a ovest rispetto ai vostri obiettivi, stando alla strumentazione.
    Intorno a voi sembra esserci una calma totale. Innaturale. La terra è grigia e secca. Le poche tracce rimaste di vegetazione sembrano carbonizzate. Il cielo è opaco, il sole sembra ancora basso sull'orizzonte e non tira nemmeno un alito di vento. È come se tutto fosse sospeso nel tempo, incapace di continuare a vivere e allo stesso tempo incapace di morire.
    I secondi passano, diventando minuti. La tensione che vi attraversa è pari solo alla devastazione che sentite alla vista di quello scempio dell'ordine naturale.

    Poi, dal nulla, le strumentazioni e i vostri sensi sembrano impazzire.
    Il terreno trema e si spacca, vomitando una melma ribollente. Il materiale scuro e fibroso sale verso il cielo per decine di metri in ampie colonne per poi aprirsi a formare giganteschi artigli.

    XkgPLOI


    Una foresta di braccia e mani vi sbarra la strada, facendosi sempre più fitta e densa, diventando un vero e proprio muro di oscenità che si estende da nord a sud a perdita d'occhio.
    I palmi degli arti più vicini alle vostre schiere, relativamente più piccoli, colano fango grigiastro e si aprono in orride piaghe, facendo emergere ogni genere di creatura deforme: insettoidi dalle ali trasparenti, esseri striscianti con diverse teste e corpi gonfi in modo orribile, che rotolano fino a terra e si aprono in un'infestazione di larve enormi.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Iniziamo già coi problemi: siete ancora divisi nei due gruppi che avete deciso, ma siete più vicini tra voi di quanto aveste calcolato in un primo momento, anche se ancora abbastanza distanti da non vedervi direttamente. Inoltre siete molto più a ovest, come se qualche tipo di barriera avesse impedito alle api di portarvi a destinazione.
    La traccia della corruzione qui è così soffocante da non permettervi di percepire altro.
    Avete subito la strada verso est sbarrata da queste muraglie di arti giganteschi che spuntano dal suolo, estendendosi per diversi chilometri (considerate che pur essendo distanti almeno una decina di km state affrontando due sezioni dello stesso sbarramento). Sono alti tra gli 80 e i 150m e menano fortissimo se vi avvicinate. Gli esseri che sbucano dalla prima fila di mani più piccole sono corrotti random e potete affrontarli in maniera autoconclusiva, dato che sono proprio carne da cannone (variano in potenza ma singolarmente non sono un problema). Le mani più grandi sono un'altra questione, se provate ad attaccare quelle lasciate l'azione al condizionale.
    Ci aggiorniamo sempre tra una settimana, quindi mercoledì 8.




    Edited by Him3ros - 1/6/2022, 12:02
     
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    «Non mi piace.»

    La posizione non era esatta. Appena posato piede su quell'ammasso di merda che era divenuta l'America, lo capì immediatamente. Qualcosa non aveva funzionato.
    Qualcosa aveva interferito...ma cosa?
    Che si aspettava che i loro nemici si muovessero, era palese, ma che interferissero con i loro spostamenti non lo aveva previsto.
    Poggiò una mano a terra.


    «Siamo fuori rotta. Bisogna capire se ci hanno portato dove volevano loro o se ci siamo arrivati perché qualcosa distorce la Realtà.
    In assetto da battaglia...la guerra già incombe.»


    Incombeva su di loro. Si nascondeva, si celava, fino al momento propizio. Amaterasu era il Byakko; cacciava gli Orrori eppure oggi era sia preda che predatore. Una sensazione particolare, un brivido freddo sulla schiena.

    «Sua spadità ha visto il terreno attorno a noi?
    Per la madre, le spade e diecimila soli!»


    Rakhramor, mago di corte, consigliere, oggi solo Yokai nobile dei troll fissava quello che un tempo potesse assomigliare a qualcosa di vivo.

    «Perché è così? Mi aspettavo qualcosa di molto diverso, sua santità solare. Ma qui...io non capisco...sembra che ogni cosa sia incapace di continuare a vivere e allo stesso tempo incapace di morire.»

    Lo aveva già notato. La corruzione era non vita. Un qualcosa che assomigliava ad un limbo. Continuare a vivere, continuare a proliferare ma non avendo la possibilità di morire. Nemmeno coloro che divorava morivano, venivano solo inglobati perdendo se stessi e la propria coscienza, divenendo una legione. Era una prigione.
    Perché non c'era possibilità di libertà. Non c'era la fine, né l'inizio ma un loop infinito di coscienza che bramavano altra vita fino a quando non avrebbero avuto più nulla da divorare.
    Si sarebbe divorata alla fine? Un errore del Sistema era la Corruzione. Voluto. Ma ancora non erano riusciti a capirlo come asportarlo senza far collassare l'intera architettura denominata Realtà.
    Quindi non si preoccupò di questo. Né di questa desolazione.
    Ma era il nulla che lo preoccupava. Non un alito di vento, né il rumore della terra sotto i piedi.
    Sospeso.
    Persino il tempo.
    Persino loro.
    La Corte di Mezzanotte rimaneva vigile e attenta. Il loro respiro calmo, artigli e zanne pronti a scattare, a ghermire, squarciare, le loro armi venivano strette da mani sicure mentre gli occhi si guardavano intorno.
    Ogni passo misurato, ogni senso all'erta e davanti a loro l'Imperatrice.
    Fulgida in quell'armatura bianca, rimandando i raggi del sole in un arcobaleno scintillante.
    Anche in questa terra tetra vi era luce. Loro la stavano portando.
    Portavano quel quid a far si che il Sistema non crollasse, che l'Architettura non si distruggesse facendo crollare Tutto.
    Lo videro alzarsi. La mano sinistra sulla spada.
    Due passi in avanti. Gli occhi posati sull'orizzonte.


    «Egida solare stia attento la prego.»

    «'Sta un po zitto Rakhramor!
    Sa quello che fa. È un araldo. È Amaterasu o mi kami non lo trattare come se fosse un bambino con il moccio al naso.»


    «SHINATSUHIKO!
    Non dirmi cose che già so, brutto escremento! »


    «Non sai un cazzo è diverso!
    Sa quello che sta succedendo e più di tutti questa cosa lo fa soffrire. Qui non c'è tempo. Non c'è vita, né morte. Lo sentiamo tutti. Non c'è un equilibrio...ma per Amaterasu è peggio. Perché non esiste Inizio. Né creazione, né distruzione. Non c'è il mutamento. Non c'è nulla. Solo una stasi irreale. E questa cosa lo fa soffrire più di tutti. Quindi lo sa. Sa tutto. Concentrati non su Amaterasu ma su quello che c'è intorno a noi!»


    L'eletto della tempesta era come vento impetuoso. Non conosceva mezze misure, né educazione. Libero da ogni schema o imposizione sociale, Shinatsuhiko arrivava andava a suo diletto e piacere. Amava la distruzione, soffiare sull'oceano, così come tra le gole delle montagne, amava vedere gli alberi sradicati, così come restare in pace a dormire tra le nuvole cullato dai venti e riscaldato dal sole.
    Anche per lui tutto questo lo faceva soffrire. E vedeva Amaterasu che restava lì, solitario a guardare tutto questo. E calò il silenzio.

    «Oberon...stai attento.»

    Amaterasu lo sentiva fin dentro le ossa. Fin dentro il suo codice che qualcosa stava per accadere. E poi successe.
    All'improvviso. Senza nulla farlo presagire. Dal nulla l'oscenità vomitò se stessa in questo mondo e arretrò.
    Il terreno tremò e si spaccò, vomitando una melma ribollente. Il materiale scuro e fibroso salì verso il cielo per decine di metri in ampie colonne per poi aprirsi a formare giganteschi artigli.
    Iniziava la Guerra per l'America e per la Realtà.

    Un muro ora si ergeva di fronte a loro. Una foresta di braccia e mani sbarra la strada, facendosi sempre più fitta e densa, diventando un vero e proprio muro di oscenità che si estende da nord a sud a perdita d'occhio.
    La scacchiera era sul tavolo, le pedine pure. La mossa d'apertura per i loro nemici.
    La corte di mezzanotte si mise spalla a spalla, scudo contro scudo. Gli Yokai Nobili erano pronti a guidare le loro schiere verso il cuore dell'ennesimo orrore. E lo avrebbero fatto insieme a quella corte di mezzogiorno che era la loro diretta antitesi.
    Ognuno di loro non aspettava che questo momento da ere; di dimostrare valore, onore e soprattutto quella supremazia guerresca che faceva della corte dell'Araldo dell'Inizio il Muro di fronte al Terrore e al Nulla.
    Il respiro di Amaterasu. Al sua forma Luce. Magatane vorticarono intorno al corpo dell'Araldo, pulsando di luce spuria.
    Poi la cannonata.
    Anzi le cannonate. Da ognuna di quelle magatane eruttarono fasci di luce condensata che tranciarono tutto quello che toccavano.
    L'esplosioni che seguirono furono tremende.


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    Boati. Le lance davanti. Impatto. Boati ancora.
    La spada alzarsi e cadere a velocità folle. Il terreno a spaccarsi per la forza del fendente.
    Eppure non erano questi i nemici. Carne da cannone a quanto sembrava. Mandati per stancare. A migliaia. Continuando così non avrebbero fatto nemmeno un centimetro in avanti. Il Muro di artigli svettavano contro un cielo bastardo. Dovevano aprirsi un varco e penetrare a fondo nel loro schieramento.
    Vide che quella foresta di mani nascondeva insidie. Non erano lì solo per fare da muro.
    Sentì le grida e il sangue. Le ossa che scricchiolarono e si frantumavano. Vide alcuni della corte di Mezzanotte rimanere schiacciati come mosche.
    Alcuni vennero portati via. A chi mancava una gamba, chi si teneva quello che rimaneva del suo corpo, mentre lasciava pezzi d'intestino.
    Da una parte avevano un muro, dall'altra avevano delle metastasi che non si fermavano.
    Il suo cosmo divampò a mò di terremoto, smottando la terra, sbalzando i nemici. La sua voce fu terribile. Fu come una montagna che si spezzasse, per franare sull'Orrore.

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    CHE QUESTA TERRA SIA PER VOI UNA TOMBA



    Riappropriarsi del suo impero. Della sua potestà. Ridarlo a G.E.A. farlo ritornare nel Life Stream. Un tumore stava proliferando. Loro sarebbero statila cura.
    Amaterasu infilzò la spada nel terreno. Erano stati partoriti da questa terra ormai corrotta, ormai incapace di vivere; capace solo di stare in un oblio e continuare a soffrire senza aver equilibrio, senza poter continuare ad essere, o a divenire, fino alla fine che la madre aveva sancito per far si che la Vita avesse il suo posto.
    Amaterasu si sarebbe riappropriata di questa Terra.
    L'avrebbe spaccata e resa un oceano di sabbia. L'avrebbe fatta innalzare fino al cielo, facendo sprofondare ognuna di quelle oscenità. Avrebbe reso la terra che aveva generato l'orrore, un sarcofago di terra e sabbia per affogarli, stritolarli, compattarli e sminuzzarli.






    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII):

    STATUS FISICO:


    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Luce
    Forma terra



    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    La Forma Luce è per scena visto che posso uccidere i corrotti autoconclusivamente.
    Ma visto che se non ci liberiamo delle manone non andiamo avanti, Amaterasu va in forma terra e crea- per i limiti consentiti dall'energia viola- un funerale del deserto stile gaara di naruto. Per far sprofondare le manone, e poi triturali come se fossero in un compattatore.
    [ATTACCO FORTE]
     
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    Con uno sforzo disumano, Pan rimase ad ascoltare attentamente ciò che i suoi fratelli e sorelle gli dissero, senza neanche una volta distogliere lo sguardo da un punto fisso davanti a se,
    Aveva ascoltato le parole di tutti loro, li aveva sentiti ripetere futilità, frasi fatte e commenti non richiesti. Si chiese se l'accorgersi di quella tipologia di sfumature nelle parole degli altri Araldi non fosse un difetto della sua psiche danneggiata, o forse era nato semplicemente così. Era davvero impossibile per un Araldo l'identificare comportamenti tanto lontani dal socialmente accettabile da fare il giro e diventare pura sociopatia? L'unica cosa che sapeva era che l'unico modo di dare dignità al momento che aveva appena vissuto era quello di non abbandonarsi ai suoi istinti e sradicare qualsiasi cosa presente in quella stanza. Inspirò profondamente, per poi emanare un lungo sospiro.
    Decise di seguire i consigli datigli dai suoi pari.

    Ok.

    Ma solo in parte.

    I fucking hate these people






    Era davanti al suo convoglio. Centinaia, migliaia di coscritti dell'esercito del Rosso si muovevano in griglie posizionate in quello che poteva definirsi come un caos contestualmente ordinato. Il suo visore stava monitorando messaggi e dati del suo contingente marittimo. Non aveva abbandonato l'idea di una postazione strategica, la situazione era disperata e bizzarra, niente avrebbe potuto peggiorare meno la situazione del prepararsi con tutte le cure ritenute opportune. Le sue forze erano già state diluite, perché preoccuparsi di geni militari ed ingegneri che facevano il loro lavoro?
    Annotò mentalmente le posizioni di alcune vascelli, e si tolse il visore, porgendolo ad uno dei suoi soldati. Liberatosi le mani, pan si lasciò avvolgere completamente dalle api dorate. La sua prontezza mentale letteralmente si propagò per tutto il suo esercito, come fossero uniti da un'unica mente, ma non era merito di macchinari arcani o magie antidiluviane, era pura e semplice volontà.

    Le Api lo riportarono con sulla terra, ma qualcosa era andato incredibilmente storto:
    Davanti a se una pianura lordata dalla traccia della corruzione, lo si vedeva nel cielo, per terra e nell'aria, qualcosa che ricordava un putridume metafisico, qualcosa che faceva impallidire l'inferno di pece dove i barattieri danteschi erano tenuti prigionieri.
    Con L'esercito del rosso vi era la corte del Nero. La forza dell'autodeterminazione del concetto della vita e l'assolutismo del concetto della morte stridevano l'uno contro l'altro, come macchie di sangue sulla neve bianca. L'opprimente pesantezza che si respirava in quel posto riusciva a domare gli istinti antagonistici che il Dio Nero suscitava in lui. No, non era tempo di discutere, parlare, o anche solo farsi un cenno, qualcosa aveva disturbato il collegamento multidimensionale, non erano nel luogo prestabilito, ogni strumento lo confermava con vari gradi di precisione.

    Furono proprio gli strumenti i primi ad impazzire.
    Il rumore di processi elettronici in sovraccarico fu il preludio ad una cacofonia di terremoti. Enormi spaccature sfregiarono la terra, e da esse emersero mostruosità che nella loro forma si prendevano gioco delle mani.
    Intimò al suo esercito di mantenere la posizioni,
    In pochi momenti la sua corte passò ad una mentalità difensiva, e dopo un altro ordine partito dalla Palingenesi, la sua scorta di semoventi d'artiglieria era già puntata su quelle mostruosità sbucate dal terreno.
    Mentre il suo esercito si preparava, orribili piaghe percorsero quelle mani, un pus grigio e nauseabondo accompagnò la vera e propia nascita di abomini insettiformi, di creature senza nome e di esseri assorbiti dall'oscura volontà della Corruzione.
    Un terzo ordine, e l'attacco cominciò.
    Una pioggia di proiettili, di fuoco e piombo, di acciaio e cherosene si abbatté sulla prima fila di quella “foresta” maledetta. Boati di esplosioni giunsero da entrambe le parti, quando partivano e quando arrivavano. Migliaia di mostruosità furono fatte a brandelli dall'ira dell'Esercito Del Rosso, ma non era abbastanza. Dietro le prime file, altre anche centinaia di metri, enormi “mani” sovrastavano l'inferno sotto di loro, immacolate nella loro sporcizia.
    Per loro, gli obici non sarebbero stati sufficienti.

    L'armatura di Pan si inondò di energia cosmica, i simboli G A C T A volavano intorno a lui, prova della sua identità, lì, in quel posto suppurante e detestato dagli Dei, il Martello della Dea sarebbe calato.
    Corse, corse tanto veloce da crepare la terra con il suo movimento improvviso, corse ignorando i fischi di proiettili e le esplosioni, corse tanto dall'essere accarezzato dalle sfere di fuoco distruttivo. Dentro di se la fornace cosmica aveva preso a bruciare oltre i suoi limiti, pronta ad urlare letteralmente al cielo la grandezza dell'ira di Dennis.
    Sul pelo delle esplosioni, Pan si fermò, ed emano un fascio di energia sonora enormemente concentrato dalla sua bocca. Il raggio emanava luce propria, e veniva mosso in un arco da sinistra verso destra, come un'onda distruttiva. Il suono di un urlo fragoroso, carico di energia assassina si contrappose fra quelle mostruosità ed il suo esercito, proclamando allo stesso tempo a qualsiasi cosa si celasse al di la di quella foresta di mostri, che Pan era li.


    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA NERA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - ///
    MENTALMENTE - AAA
    STATUS DARIAN - indossata

    RIASSUNTO AZIONI - Mentre la carne da cannone si becca la furia dell'artiglieria GEA, PAN salta in avanti e attacca i ragazzoni con una MOUTH WAVE tipo questa roba qui
    ABILITÀ -

    5:

    Balenottera azzurra.

    Oltre ad essere il vertebrato più grande della terra, la balenottera azzurra ha anche un altro primato: Quello di essere l'animale più rumoroso, capace di emettere suoni a 188 decibel.
    Questa forma dona a Pan un rozzo, ma proficuo controllo sul suono, che in genere si traduce in attacchi sonori dall'elevata potenza ed estremamente concentrati.

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    i have no idea what i'm doing

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    II




    Sentiva




    Le truppe erano pronte, chi con una forte disciplina marziale e chi pervase da pura frenesia e sete di sangue. Una cacofonia di sensazioni, emozioni, immagini e suoni. I colori che riempiono le forme fisiche della realtà, la vita nella sua forma più elevata.

    Preghiere mischiate a frasi goliardiche. Due persone si stavano baciando, una madre abbracciava il figlio piangendo e un gruppo di amici si dava gentili pugni sulle armature chiedendo a chi era destinato al fronte di tornare vivi per poter pagare loro una birra.
    Su un muro di semplice pietre e muschio, il re stava osservando il l’esercito dell’Equilibrio.


    Sentiva




    Il ticchettio dell'orologio dava il tempo alla mobilitazione. Un vecchio cipollotto regalatogli da uno dei suoi sudditi umani come “augurio di buona fortuna”, mostrava che il termine che aveva confermata per la partenza con il resto delle forze di G.E.A. era ormai giunto


    Fra due minuti molti di questi suoni, queste risate e questi pianti cadranno nel silenzio, per sempre - pensò. E per quanto la sua parte umana era triste della cosa, l’Araldo sapeva che le loro storie avevano un valore. E la Corruzione le avrebbe tolte - Si, meglio il silenzio che un eco distorno in una eterna blasfemia.



    Chiudendo il dono e nascondendolo nella darian, l’Araldo si gettò in volò verso i portali, passando sulle che, vedendolo, iniziarono a urlare grida di incitamento che raccontavano infinite storie.


    Popolo di G.E.A. Umani, fate, goblin, satiri,driadi. Chiunque ha trovato rifugio ad Agharta, chiunque ha deciso di donare la sua forza per la Madre. So che volete un bel discorso motivazionale per caricarvi... beh, cercate di tornare tutti interi e giuro che ve né darò anche una decina.

    Ora andiamo a cacciare un paio di Corrotti e mostrare alle altre corti che possono essere selvagge, splendede e mortali... ma non tutte e tre le cose insieme!?




    Risate, urla e incitamenti mentre Oberon scattò in avanti per scomparire nel portale, non prima di aver dato un ultimo sguardo alla sua Signora, che da un balcone del palazzo, adornato di fiori, edere e farfalle lo fissava.



    "Anche se non avete ancora trovato un Equilibrio?"



    Annuì nuovamente, impercettibilmente, per poi essere abbracciato da ciò che si ergeva fra le due realtà, fra il Cuore e il Pianeta. I ricordi di quando si sentiva perso, alieno a esso erano appunto ricordi, potendo osservare fra i frattali e le strisce del Lifestream il Codice che riusciva a comprendere, a dare una forma, una struttura e uno scopo.




    Sentiva





    Le suole della sua armatura imprimersi sul Nuovo Mondo, insieme a quelle di altri centinaia, se non migliaia, di sidhe e umani. Il ronzio delle api sparì immediatamente, chiudendo il portale per evitare qualsiasi inquinamento di Agharta e lasciandoli al loro destino.
    Il respiro dei suoi soldati, e quello di Amateratsu poco distante da lui con le sue armate era interrotto solo dallo scricchiolio delle piante morte e della secca terra.


    Sentiva




    I battiti del suo cuore, insieme a quelli dei suoi fratelli e sorelle, carichi di rabbia.
    I battiti del pianeta e della Vita, deboli per l'orrore protratto in queste terre.
    Ma la sua percezione della Realtà lo stava avvisando. Qualcosa non andava.


    E non era solo quella strana consapevolezza di stasi, di animazione sospesa, di orrida stagnazione che perfino chi non era capace di comprendere il Codice poteva sentire.

    Il suono mentale di uno dei folletti incaricati di controllare in modo meticoloso la loro posizione rispetto ai dati passati da Pan confermarono i suoi dubbi, così come la vicinanza del cosmo del Martello di G.E.A. e del Signore della Morte. La posizione era alterata, come se il passaggio fosse stato bloccato in qualche modo portando a una diversa calibrazione dell'apertura del portale.

    La Spada di G.E.A. non si mosse, intimando al fratello di fare attenzione probabilmente colpito dagli stessi pensieri. Comandi furono impartiti telepaticamente, con le truppe che ripiegarono in una posizione di difesa, con scudi di cristalli floreali alzati e lance pronte a partire in difesa delle retrovie.


    Sentiva




    Paura, eccitazione, vita che si opponeva al vuoto silenzio che assordava questo mondo.

    I passi avanzavano, lenti. Altra terra frantumata, ciottoli postati, rami secchi distrutti. Colpi di tosse, ali che vibrano e muscoli pronti a guizzare. Poi segnali di allarme, entrambi gli eserciti si fermarono mentre le strumentazioni impazzivano e voragini si aprirono, vomitando fuori melma, pus e qualcosa di orribile. Una parodia di quella che dovrebbe essere una foresta, immensi alberi che come braccia e mani dalle innaturali articolazioni si ergevano verso il cielo, come una muraglia che strisciava per chilometri.

    I colpi della lance e spade di chi si era ritrovato malauguratamente nelle vicinanze della selva ed era stato ghermito si mescolavano ai pianti di dolore e al ringhio e blasfemo canto dei corrotti che come uno sciame di formiche si riversa disordinatamente verso la Vita.

    Verso di loro.


    Urlava





    Fág an Bealach!!!


    Prima Oberon, e poi tutti con una sol voce ruggirono verso i corrotti. Pioggia di frecce e pietre magiche, mura di lancie e scudi, caos della battaglia Urla disumane e sangue. Esplosioni

    Amateratsu e il suo esercito stavano mantenendo la loro posizione, ma il re dei Sidhe era ben conscio che lui poteva fare altro. Con una istruzione mentale istruì i generali mentre prendeva leggermente quota osservando il campo di battaglia sotto di lui.


    Insieme, un altro centinaia di figure si ersero, capitanate da una strana figura vestita in maniera elegante e con una testa da coniglio. Con lui, una miriade di occhi che brillavano in una innaturale ombra di rami e foglie che non esistevano.


    eyeshine

    Gun Ainm... io scriverò il canovaccio.
    A voi della Foresta Innominata il piacere di riempirlo
    .




    La creatura si inchinò educatamente a mezz’aria. I suoi occhi brillvano di luce scarlatta, era molto tempo che non si metteva all'opera.


    Il suo cosmo iniziò a ribollire, le trame della Percezione vibravano sotto i movimenti delle sua dita e infinite farfalle di pura percezione ed energia mentale nascevano dal suo corpo solo per infilarsi nelle pieghe del Codice, come crepe fino a quante più creature ostili poteva.
    L’energia mentale degli Illusionisti al servizio della Corte si convoglio nel passaggio aperto dal loro sovrano all’interno della mente della aberrazioni, che per quanto innaturali e grottesche dovevano comunque vedere, sentire, provare qualcosa. Anche il dolore di infiniti rami che crescevano nelle loro viscere, del loro corpo dissezionato e servito su tavole imbandite e le loro membra bruciare nella corona solare.

    Le grida di falso dolore si unirono a quelle reali dei colpi di entrambi gli eserciti che avanzavano, con Oberon in testa direttamente dietro ad Amateratsu.
    Vide l’Araldo della Creazione tentare di far sprofondare e schiacciare sotto tonnellate di roccia, sabbia e detriti, in modo da distruggere quei mostri e aprire un passaggio almeno per le truppe del loro gruppo.

    Dovendo sperare che Chernobog e Pan facessero altrettanto, ma il Monarca sapeva che poteva fidarsi della loro forza. Fin da quando era giunto in questa storia aveva combattuto alle loro spalle, ma ora era diverso...
    I legami che sentiva con tutto, con i suoi fratelli, con i suoi sudditi, con il pianeta stesso... quello che sentiva rinchiuso come catene erano in realtà miriadi di ali che lo avrebbero portato verso il cielo.


    O semplicemente, la loro presenza gli dava fastidio. Una più che nobile motivazione.


    Pretender_0

    Per l’offesa della vostra natura,
    per il sangue che avete versato,
    Io, Oberon, vi mostrerò
    quali sono i veri Orrori della Foresta
    .



    Millepiedi, libellule, scarafaggi,insetti di ogni genere emersero dal cosmo del Sovrano dell’Equilibrio, volando con un sinistro ronzio verso la tomba di sabbia, verso il varco creato dal Sole, pronte a infiltrarsi in profondità verso gli alberi ancora integri per tentare di danneggiare le loro coscienze e la capacità di comprendere dove fosse l’alto, facendoli spingere ancora di più verso il basso e il vorticante inferno della Creazione e lontano dai loro uomini e dal passaggio








    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: OK
    - Riassunto: Io e una truppe di sidhe esperta di illusioni mentali friggiamo autoconclusivamente con un lavoro di squadra la mente dei corrotti carne da cannone, che vengo poi finiti se ancora vivi dal resto delle truppe.

    Poi, supporto l'attacco di Amateratsu con una forte Illusione Mentale che oltre a far danno cerca di convincere i corrotti-albero che la direzione "giusta" per fuggire dalla sabbia trituratrice e compattatrice sia verso di lei.






    Edited by eden_ST - 7/6/2022, 22:06
     
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