Guida ai Saints

Informazioni sugli 88 Cavalieri di Athena

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    GUIDA AI CAVALIERI DI ATENA

    Questa guida raggruppa gli elementi principali che caratterizzano la casta, quindi si richiede che chi tra i giocatori sia interessato a impersonare un Cavaliere di Atena prenda visione di quanto segue.
    Se ne consiglia la lettura a chiunque desideri interagire con i Saints, sia come giocatore che come master.

    Indice:


    Edited by Him3ros - 30/10/2023, 22:59
     
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    SAINT SEIYA FINAL - ARMAGEDDON
    GUIDA AI CAVALIERI DI ATENA
    STORIA

    IL DOMINIO DEI TITANI

    Grazie all'opera dei Signori dell'Universo, l'umanità tutta ebbe i suoi natali. Gli esseri umani vennero creati da Prometeo con caratteristiche molto specifiche tra cui una vita lunghissima, che poteva interrompersi quasi soltanto per cause violente, affinché potessero servire al meglio i loro padroni. Queste qualità, unite alla sostanziale immortalità della razza, rendevano però gli umani risorse preziosissime, finendo con l'attirare anche i nemici degli Uranidi: i Grandi Antichi che ancora tentavano di riconquistare la Realtà per restituire ogni cosa al Caos.

    Uno di essi, Yig, riuscì a ridurre in schiavitù i Lemuriani, costringendoli a scavare ed estrarre il Gammanium dalle viscere della terra. Tale minerale, amalgamato con l'Oricalco, aveva proprietà straordinarie, in grado di scalfire l'Adamantite delle Soma e quindi di ferire gli odiati Titani. Gli uomini-serpente progenie di Yig disponevano di una forza troppo grande, tanto che si racconta che uno solo di loro potesse sopraffare un intero gruppo di guerrieri scelti e che la magia fosse appena sufficiente a ferirli superficialmente.
    Quest'epoca buia si protrasse per 750 anni, prima che si potesse intravedere la luce.
    I mostruosi schiavisti, ossessionati dalle stelle, avevano costretto per secoli alcuni sapienti Lemuriani a studiarne i moti e i segreti. Due di loro, Rylhir e Dyzan, approfittarono della situazione per ordire un piano che liberasse il loro popolo dalla tirannia del Grande Antico.

    La loro posizione era perfetta non solo per ampliare la conoscenza degli astri tanto temuti dal nemico, ma anche per entrare in contatto con saggi di terre lontane. Uno di essi, Rostam, proveniva da una cultura ancora più antica, legata al culto dei Protogenoi.
    Nelle tradizioni del suo popolo, che egli aveva condiviso con gli altri due, si narrava di un potentissimo sistema posto a difesa della Terra: una Corona Dorata formata dai gruppi di stelle toccati dall'eclittica del Sole, permeata della stessa energia che aveva ordinato la Creazione. Era proprio quel meccanismo cosmico a terrorizzare tanto Yig e i suoi servi, dato che la sua funzione primaria era proprio quella di vincolare i servi del Caos sul pianeta e al tempo stesso di impedire alle influenze degli Dei Esterni di raggiungerlo. Sempre secondo le stesse leggende, dodici creature di origine celeste fungevano da guardiani di questi gruppi di stelle, ma esse erano state scacciate da Crono verso i loro piani d'origine dopo la conquista della Realtà da parte dei Titani. Il figlio di Urano aveva quindi rafforzato la Corona in modo che non dovesse dipendere dalla presenza di esseri coscienti per svolgere il suo compito di protezione della Terra.
    Nella lingua di Rostam, le costellazioni erano chiamate Varak, Gav, Dapatkar, Kalachang, Sher, Khushak, Tarazhuk, Gazdum, Nimasp, Vahik, Dul e Mahik.

    Dyzan e Rylhir riuscirono a unire i loro studi alle conoscenze del popolo di Rostam, trovando una connessione tra le Dodici Costellazioni e il misterioso Oricalco estratto oltremare. Il minerale cristallino sembrava in grado di fungere da collegamento tra l'uomo e la forza delle Stelle e il contatto con esso, unito alla profonda coscienza di sé sviluppata attraverso secoli di meditazione permise ai due di risvegliare una forza dimenticata dagli uomini: il Cosmo.
    Insieme istruirono su quel legame altri compagni, tra cui lo stesso Rostam e Arash, un antico guerriero ormai ridotto a umile capo degli schiavi nelle miniere di Gammanium. Il cosmo di Dyzan entrò in risonanza con Varak, la costellazione che verrà chiamata Ariete; Rylhir allo stesso modo riuscì a connettersi a Tarazhuk, Bilancia; Rostam e Arash presero potere rispettivamente da Khushak e Gav, Vergine e Toro.
    Così le costellazioni ebbero dodici nuovi guardiani, umani accomunati dalla purezza di intenti e dall'enorme responsabilità che il loro nuovo potere portava con sé.

    La loro prima impresa fu la liberazione di Lemuria, una lunga ribellione guidata da Arash contro gli schiavisti servi del Caos. Gli uomini-serpente non potevano più schiacciarli con la semplice forza e l'energia proveniente dalle loro armi si infrangeva contro la fiamma del Cosmo dei Dodici.
    Il nemico dell'umanità aveva però molte teste e lunga fu la strada che li portò infine a confrontarsi con il potente Yig, che riuscirono a bandire proprio grazie alla straordinaria luce della Corona Dorata di cui i guerrieri erano diventati custodi.


    I PRIMI RE SANTI

    I Dodici si divisero per tener fede al voto di difendere l'umanità dal male, ma presto la loro presenza fu di nuovo richiesta a Lemuria.
    Il popolo non era unito e il risveglio del Cosmo sembrava aver causato pericolose lotte interne per il potere. Tali conflitti rischiavano di far crollare l'intera civiltà lemuriana, che si trovava a dover rivaleggiare con la neonata Atlantide, al tempo sotto il dominio Atlante, figlio di Giapeto.
    La necessità di una forte guida e un governo saldo che si basasse sui valori da sempre associati col suo popolo costrinse Arash a istituire la divisione dei territori di Lemuria in dodici regni, governati dai dodici che si legarono alle costellazioni dello Zodiaco, da quel momento chiamati Re Santi.

    I Dodici Re Santi erano pari tra loro in dignità e potere ed erano sostenuti nel governo dai Principi, individui che avevano come loro connesso il proprio Cosmo a una delle costellazioni della volta celeste. Allo stesso modo, i Principi avrebbero contato sull'aiuto dei Cavalieri, custodi di costellazioni minori.
    Essi erano gli 88 Guardiani delle Stelle e sarebbero stati anche i guardiani e i protettori del loro popolo e della loro civiltà. Il loro codice morale era basato sulla già antica promessa dei primi Dodici di aiutare l'umanità tutta a elevarsi oltre il Male e il Caos, proteggendo gli indifesi e sostenendo i deboli, ergendosi a baluardo contro le terribili forze che nessun altro oltre a loro avrebbe mai potuto affrontare.
    Secondo la visione di Arash, ogni Re Santo avrebbe governato da sovrano illuminato, andando a esaltare la filosofia di continuo miglioramento morale e culturale. Il confine tra questi umani e gli esseri che sarebbero stati poi conosciuti come "divinità" era estremamente labile, quasi fumoso.

    In quest'Età dell'Oro, gli dei erano visti più come ideali a cui aspirare o come guide verso l'elevazione spirituale. Tra essi, la più vicina al popolo di Lemuria era sicuramente Atena. La figlia di Zeus era stata istruita da Prometeo sui segreti della sua creazione e sul legame dell'uomo col Cosmo. Tali insegnamenti erano in aperta contrapposizione all'idea sostenuta da Atlante, fratello di Prometeo, che vedeva nella forza, nel rigore e nella disciplina militare il modo più corretto per estrarre dall'uomo il suo massimo potenziale.
    La Titanomachia vide per la prima volta queste due ideologie schierate l'una contro l'altra. La gente di Lemuria appoggiava queste nuove divinità così simili a loro, che nella figura di Atena si erano rivelate portatori di saggezza e alleati incredibili, mentre Atlantide - guidata proprio da Atlante, da cui prese il nome - sosteneva le forze dei Titani.
    Da allora, anche con l'accordo che sancì la vittoria di Zeus, la rivalità tra questi due popoli non avrebbe fatto che inasprirsi.


    IL REGNO DI ZEUS

    L'ideale di Arash, saldo come un astro a illuminare Lemuria, si spense col passare delle ere. La civiltà utopica sognata dai primi Dodici iniziò a svanire insieme al loro ricordo, dopo che decisero di ritirarsi a vita privata lasciando il governo nelle mani dei loro eredi.
    L'umanità, da sempre vittima dei sussurri di esseri maligni e della sua stessa cupidigia, mostrò il suo vero volto. Sebbene il governo rimanesse sostanzialmente invariato nella forma, la virtù e la rettitudine di alcuni regnanti e di altri esponenti iniziarono a venir meno, rivelando il mosaico di bene e male che contraddistingue ogni umano. Agli individui integerrimi, fedeli all'ideale di santità dei predecessori, se ne mischiarono altri, affamati solo di ricchezza e potere.

    Quando Zeus depose il padre Crono, il sottile equilibrio che reggeva la società iniziò a incrinarsi.
    A causa dell'opera del dio, l'essere umano conobbe la mortalità: sebbene mantenessero una vita lunghissima, coloro che nacquero dopo l'ascesa degli Olimpici erano destinati a morire dopo un certo numero di anni.
    Perfino la sensibilità cosmica iniziò a scemare, rischiando di scomparire del tutto, segnando una sempre maggiore differenza tra uomini e divinità. Prometeo riuscì con un estremo sacrificio a riprodurre la Fiamma della Creazione - l'energia purissima utilizzata dai Protogenoi per tessere la Realtà - permettendo ad alcuni individui di mantenere la connessione al Cosmo e la capacità di percepirlo, sebbene ormai si trattasse di un dono raro e prezioso.

    Il dominio dell'Olimpo, oltre a sconvolgere il genere umano fin dalle sue fondamenta, rivoluzionò anche il panorama geopolitico.
    Con i Signori dei Titani sigillati nel Tartaro, il dominio di Atlantide era passato a Poseidone, mentre Lemuria si rivolgeva sempre più alla saggia guida di Atena. Le tensioni politiche tra i due regni non facevano che aumentare, portando molti a prevedere l'inevitabile scontro che di lì a poco sarebbe scoppiato.

    Tentando ogni via possibile per ridurre la portata di un'eventuale guerra, Erhul, Re Santo dell'Acquario, strinse un'alleanza con Alman, re di Thule, un'antica civiltà che aveva combattuto perfino contro il Grande Antico Ymir per affrancarsi dal suo crudele dominio. I sapienti di questo popolo erano esperti nelle tecniche di vincolo titaniche e nell'uso delle energie fredde e malgrado la ridottissima estensione dei loro territori erano riusciti a tenere a bada le mire espansionistiche del dio del mare.

    Nel frattempo il popolo lemuriano conobbe ed esaltò le gesta di Asclepio, figlio di Apollo e custode di Ofiuco, un alchimista maestro delle arti curative e dei segreti necessari a riportare in vita i morti. Sebbene il suo ruolo fosse quello di Principe sotto l'autorità del Re Santo della Vergine, era arrivato a scontrarsi con Karlash del Cancro, forse il maggiore sostenitore di una politica guerrafondaia, dimostrando di avere una forza pari - se non superiore - a quella dei Dodici.
    A seguito di quell'episodio i suoi privilegi di Principe furono revocati, ma la sua influenza sui poveri e sugli indifesi crebbe più che mai, divenendo agli occhi di molti una sorta di tredicesimo Re al pari degli altri.


    LA GUERRA TRA LEMURIA E ATLANTIDE

    L'ambizione di Poseidone diede un'importante spinta alla natura imperialista di Atlantide, già allora fortemente militarizzata. Sfruttando appieno la tecnologia titanica ereditata da Atlante, l'esercito atlantideo iniziò una rapida conquista della terraferma.
    Malgrado la ferma opposizione di Asclepio, dei suoi numerosi e influenti seguaci e dei pochi Re votati alla pace, la minaccia del conflitto divenne realtà quando Atlantide invase alcuni territori di Lemuria.

    L'inizio della guerra fu caratterizzato da una successione di facili vittorie da parte dell'esercito guidato dai figli di Poseidone. I Primarchi - come essi si facevano chiamare - e le loro truppe scelte erano protetti da particolari armature in scaglie di Oricalco, che oltre a fungere da eccezionale strumento di difesa sembravano aumentare le naturali prodezze cosmiche del singolo individuo tramite la benedizione di mostri e bestie marine.
    L'evidente vantaggio portò in breve tempo lo scontro nel cuore delle terre lemuriane, dove l'esercito dei Re Santi oppose una disperata difesa alle forze del nemico. Lo scontro che ne seguì fu brutale e si dice che le acque si tinsero del sangue dei caduti, tanto che l'evento viene ricordato col nome di "Battaglia del Mare Cremisi". I Re Santi stessi vennero decimati durante la battaglia, ma il loro sacrificio riuscì a fermare gli atlantidei impedendo loro di avanzare oltre.

    La situazione per Lemuria era drammatica: non solo avevano perso quasi tutti i Re e un incalcolabile numero di soldati in un solo scontro, ma dovevano affrontare anche la possibilità che le future battaglie sarebbero state altrettanto cruente.
    Alla disperata ricerca di un metodo per arginare le forze dei Primarchi, i Re pregarono Atena di aiutarli. Dapprima riluttante, ella istruì gli alchimisti lemuriani sulle tecniche di creazione di corazze che contenessero una scintilla divina: mischiando metalli più comuni a un amalgama di Gammanium, Oricalco e Polvere di Stelle vennero così forgiate le 88 Sacre Armature. Le 12 più potenti, che traevano potere dalle costellazioni dello Zodiaco, erano forgiate con l'oro e furono affidate ai Re Santi; quelle forgiate con l'argento vennero affidate ai Principi e infine quelle forgiate col bronzo vennero affidate ai Cavalieri.
    Le armature potevano riequilibrare le sorti dello scontro, ma gli esiti sembravano ancora incerti. La sconfitta nella Battaglia del Mare Cremisi, infatti, non aveva decretato la fine della guerra per puro miracolo e aveva preteso un costo elevatissimo da parte di Lemuria.

    Asclepio fu arrestato, con l'accusa di aver diffuso insegnamenti che incitavano alla diserzione. I suoi discepoli, guidati da Roweena, moglie del Re Santo della Vergine, continuarono tuttavia a diffonderne in segreto gli insegnamenti.
    Nel generale malcontento per l'arresto di Asclepio e in seguito alle disarmanti perdite subite, il gruppo guidato da Roweena divenne presto una vera e propria cellula sovversiva. La situazione peggiorò ulteriormente con la morte del Re Santo della Vergine e suo figlio. Il dolore e la follia scatenarono nella donna il desiderio di vendetta: richiamò a sé altri esponenti delle famiglie reali ormai stanchi del conflitto, tra cui Mal'al del Leone e Yawgmoth, fratello di Karlash; li istruì su segreti del cosmo considerati eretici dalla legge di Lemuria e iniziò ad architettare un piano atto a distruggere gli dei, che vedeva come veri responsabili della guerra e di tutte le vite spezzate da essa.
    Con la compiacenza dei Re, ella creò dodici armi portentose, una per regno, che dovevano fungere da asso nella manica contro Atlantide: le Lacrime di Atena.

    Lentamente, la guerra si trascinò verso le sue ultime fasi.
    Durante la battaglia finale combattuta tra le strade di Atlantide entrambi gli eserciti dispiegarono la loro piena potenza. La flotta di Atlantide si allineò per lanciare un ultimo assalto contro il continente di Lemuria, mentre le Lacrime si preparavano in segreto a colpire Atena e Poseidone, impegnati in uno spaventoso duello. L'ultimo colpo delle navi atlantidee fu così potente da distruggere la maggior parte di Lemuria e causò al contempo un malfunzionamento nelle armi di Roweena, che mancarono il bersaglio colpendo invece la piattaforma continentale di Atlantide e facendola inabissare.

    In quel disastro, Atena fu in grado di sigillare Poseidone e di salvare i sopravvissuti, portandoli presso il suo tempio in Grecia insieme a una delle Lacrime. Qui gli antichi regnanti giurarono di servire Atena come suoi cavalieri in difesa dell'umanità: Salhari dell'Ariete, Aleksander del Leone ed Erhul dell'Acquario avrebbero lentamente ricostruito l'esercito degli 88 Santi, mentre Alman si sarebbe stabilito nell'attuale Siberia, oltre i confini delle terre abitate con ciò che restava del suo popolo, fondando la città di Blue Grado per proteggere in segreto la Terra dalle minacce più subdole e inconoscibili.
    I pochi superstiti lemuriani che non rimasero in Grecia decisero di stabilirsi in una regione montuosa dell'Oriente, una regione del Regno dell'Ariete chiamata Jamir.

    Il terribile conflitto si risolse così con la mutua distruzione delle due civiltà più grandi e magnifiche della storia umana, ma con una promessa di pace duratura.


    LA GUERRA SACRA CONTRO ADE

    Un'altra minaccia si stava tuttavia per abbattere sulla Terra.
    Ade covava come Poseidone l'ambizione di spodestare il fratello Zeus e conquistare così il dominio sopra ogni cosa. Impossessatosi del Vaso di Pandora, dove i Titani avevano sigillato Hypnos, Thanatos e le 108 Stelle del Destino, ne utilizzò l'immenso potere per corrompere entità divine, spiriti e uomini al fine di creare il suo personale esercito.
    L'orda di Ade si riversò sul pianeta guidata da Minosse, Eaco e Radamante, antichi signori di Creta ormai votati alla causa del dio dei morti e divenuti Giudici Infernali. Il Grande Tempio di Atena e la dea stessa risposero a questa terribile invasione, dispiegando le forze lentamente e faticosamente ricostruite negli anni, per opporre agli Spectre di Ade la luce delle 88 costellazioni.

    La guerra che ne seguì fu logorante. Le entità al servizio degli inferi possedevano poteri particolarmente insidiosi, nati dalla fusione tra la loro natura mitica e l'influenza degli artefatti creati da Thanatos; inoltre il dominio di Ade garantiva ai suoi fedeli di poter tornare dalla morte ogni qual volta venissero sconfitti, mettendo facilmente in svantaggio i loro avversari, semplici mortali.
    Ancora una volta il Santuario fu decimato, portando i Cavalieri di Atena vicinissimi alla distruzione.

    Durante l'ultima battaglia i tre Giudici vinsero le ultime difese del Grande Tempio e superarono le Dodici Case massacrandone i custodi. In un gesto disperato, Aleksander, ultimo sopravvissuto tra i Re Santi che combatterono contro Altantide, ormai vecchio e stanco, pregò la dea affinché gli concedesse qualche goccia dell'Ichor che scorreva dentro di lei. La forza del sangue divino permise all'antico Leone di combattere ben oltre i limiti del suo corpo e perfino dell'esistenza mortale, riuscendo a distruggere la forma fisica di Radamante, poi quella di Eaco e infine quella di Minosse.

    Nello stesso momento, le due divinità si stavano affrontando finalmente faccia a faccia. Ade aveva perso i suoi generali più forti, ma il suo potere restava sconfinato. Solo grazie a ciò che parve un miracolo, Pegaso, ultimo dei Santi ancora in grado di combattere, riuscì a risvegliare la scintilla divina contenuta nella sua armatura, trasformandola in una corazza dallo splendore simile a quello delle Kamui e - nell'atto di difendere Atena - riuscì a ferire perfino il corpo del malvagio nemico. Un mortale, con le sue sole forze, aveva arso il suo cosmo al punto da rivaleggiare con quello di un Olimpico, un'impresa ormai ritenuta impossibile per il genere umano.

    Grazie a quell'insperata vittoria, gli Spectre furono nuovamente vincolati. Allieva di Prometeo e consapevole che non avrebbe potuto operare appieno i meccanismi del Vaso, Atena scelse di utilizzare una scintilla della Prima Fiamma per creare un potentissimo sigillo sulla Terra usando come fulcro la montagna conosciuta come Lushan, i Cinque Picchi, nei territori che una volta appartenevano al Re Santo del Cancro.

    Questo sigillo eterno, alimentato dalla fiamma liberatasi all'apertura del Vaso di Pandora, ebbe un prezzo: poteva sì mantenere rinchiusi Ade e gli Spectre negli Inferi, impedendo ancora il manifestarsi dell'intero esercito alla sua massima potenza, ma solo per 250 anni circa prima di affievolirsi in efficacia. Il cosmo e la malvagità di Ade non potevano essere trattenuti per sempre e Atena, dichiarò che, ogni volta che Ade avrebbe nuovamente tentato di distruggere il mondo non appena il sigillo avrebbe perso potenza, avrebbe impiegato ogni sua forza per fermarlo: fu l'inizio della Guerra Sacra, che si è ripetuta nel mondo fra Saint e Spectre ogni 243 anni.

    DOPO L'ERA DEL MITO

    Con l'avvento delle nuove civiltà primitive, lontane dallo sfarzo e dall'avanzamento tecnologico che caratterizzava i grandi popoli perduti, Atena decise di ridurre la sua influenza sugli esseri umani. Il Grande Tempio sarebbe rimasto saldo e forte a difesa della Terra e dell'umanità tutta, ma l'avrebbe fatto nell'ombra e sempre più in segreto, lasciando spazio a uno sviluppo più lento e graduale della popolazione e soprattutto senza interferire in faccende mortali.

    Un ostacolo al raggiungimento di questo scopo era l'Impero Nero, dominato da una casta ormai decadente di Cavalieri Neri, eredi del lascito di Roweena e dei primi ribelli. Proprio per eliminare questa potenziale minaccia, il Grande Tempio fu mobilitato in una crociata che, grazie all'aiuto dei Custodi di Thule, spazzò via il Nero Concilio nella sua interezza. Death Queen Island venne usata da quel momento come una sorta di prigione per cavalieri ribelli e altri individui pericolosi, decretando così agli occhi del mondo la fine degli Alchimisti Supremi.

    Negli anni, il Santuario rimase vigile contro la costante minaccia degli Spectre, mentre i discendenti di Thule divennero un'organizzazione segreta, prendendo il nome di Fondazione Grado dal nome della città che avevano abitato dopo la distruzione del loro regno.


    GLI ULTIMI ANNI

    Gli eventi apocalittici che hanno sconvolto la Terra all'inizio del nuovo millennio hanno stravolto anche lo status quo di ogni singola casta.
    Il risveglio di Atena tramite la giovane Alisia fu seguito in breve tempo dal progressivo ritorno degli antichi nemici, tra cui Ade, gli Dei Gemelli e Poseidone.
    In seguito all'Armageddon, il Grande Tempio divenne una delle poche zone sicure sul pianeta, al costo della vita di molti Cavalieri. Nel momento di maggiore disperazione, uno dei più saggi maestri del Jamir ed ex Cavaliere d'Oro dell'Ariete, Gazka, ottenne i poteri divini di Zeus e permise col suo sacrificio di interrompere l'avanzamento della Corruzione su tutto il pianeta, offrendo una speranza al genere umano e permettendo ai guerrieri sacri appartenenti a tutti gli schieramenti di fortificare le loro posizioni e in qualche modo resistere alla follia scatenata da Ponto.
    I Saint erano però riusciti a difendere la sola vallata del Santuario, trasformandola in un rifugio per chiunque riuscisse a sopravvivere al mondo esterno, dovendo però cedere perfino la vicina città di Atene ai Corrotti.

    La situazione si mantenne più o meno inalterata, finché un gruppo di Cavalieri stanchi della situazione decisero di attaccare le orde nascoste nella vecchia capitale, ingaggiando una tremenda lotta contro la progenie titanica che ne aveva preso il controllo.
    Quando la Corruzione attaccò la sede centrale della Fondazione Grado fu proprio Alman, ormai divenuto un'entità al di fuori dai limiti di tempo e spazio, a chiedere l'aiuto dei Santi, che si precipitarono in Giappone per respingere l'assalto e impedire che il Caduto ivi sigillato potesse sfuggire dalla sua prigione, decretando il risveglio del Primo dei Caduti e la fine della Realtà per come la conosciamo.
    La battaglia fu vinta grazie al ritorno di Atena, da tempo sprofondata in un coma mistico, che brandendo il Keraunos del padre riuscì a risvegliare la compagna Nike e - insieme ai suoi Cavalieri - sopprimere la minaccia infliggendo un durissimo colpo alle forze di Ponto.




    Edited by ~S i x ter - 8/4/2024, 00:56
     
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    FILOSOFIA

    UN ANTICO RETAGGIO

    Prima ancora che Crono spodestasse il padre, gli esseri umani che abitavano il continente perduto di Lemuria possedevano già una cultura molto evoluta negli aspetti spirituali. Durante le loro lunghissime esistenze, essi apprendevano i segreti per attingere allo sconfinato potenziale nascosto nella scienza titanica che li aveva creati.
    Data la vastità e l'eterogeneità dei popoli che formavano l'impero Lemuriano, si erano sviluppate diverse tradizioni ormai entrate a far parte del modo di essere di quelle genti, un insieme di filosofie e di pratiche, alcune evolute al punto da divenire vere e proprie arti, che mettevano l'uomo e la sua interiorità al centro di ogni cosa. Tra tutte, la più completa e codificata proveniva dalla cultura della stessa popolazione di sapienti in cui nacque il Re Santo Rostam. Si dice che questi insegnamenti originassero da entità potentissime, più antiche dei Titani, che si insediarono in quelle terre governandole per lunghi secoli prima di scomparire nel nulla insieme al loro intero dominio.
    Lo scopo della dottrina antica era l'ottenimento di ciò che si potrebbe definire Illuminazione.
    Al contempo simile e diverso da come lo si intende in epoca moderna, il cammino per l'illuminazione era un percorso di crescita fluido, profondamente personale, così come fluida e personale era la progressione di ciascuno attraverso le varie fasi di crescita.

    L'individuo, per elevarsi a livelli più alti, deve passare attraverso una profonda conoscenza di sé stesso.
    Per questa ragione lo studio e l'indagine del creato, il tutto, passavano attraverso l'osservazione e la comprensione dell'essere umano, il singolo.
    Il processo di crescita non era limitato a una sola casta o ceto sociale; al contrario, tutti potevano farne parte, dall'alto funzionario a colui che lavorava la terra. Solo in pochi, tuttavia, erano davvero in grado di esplorarne appieno le potenzialità, per quanto l'arte della meditazione fosse almeno a livelli basilari praticata da chiunque.
    Fin dalle tradizioni più antiche si parlava di un ciclo perpetuo, un continuo approfondimento di sé attraverso i tre piani fondamentali di esistenza dell'essere umano.

    • Piano mentale: il pensiero deve farsi complesso, ma leggero. Idee e intuizioni sono strumenti per ampliare esperienza e conoscenza. La crescita mentale comprende non solo le nozioni comuni e lo studio, ma anche la capacità di intrecciare ciò che è noto per comprendere ciò che è ignoto e scoprire l'invisibile. La psiche è alla base di ogni interazione ed è il primo strumento di analisi del mondo, perciò deve acuirsi, divenendo in grado di penetrare ogni ostacolo ed estendersi a lambire ogni cosa. Prerogativa di una mente elevata è quella di potersi svuotare completamente, fino all'annullamento, permettendo all'individuo di percepire con più chiarezza non solo il mondo, ma sé stesso, portando al rafforzamento di corpo e spirito.

    • Piano fisico: la pratica di una meditazione dinamica è il fondamento di una disciplina fisica superiore, il cui fine ultimo è il perfetto controllo e in egual misura la totale assenza di esso. Il corpo è un'ancora. Da una parte esso limita l'estensione di mente e spirito, ma dall'altra consente di interagire con la realtà materiale. Avvicinandosi al suo apice, il corpo cessa di esistere come limitazione, poiché i confini perdono di importanza e il dominio dei sensi si espande indefinitamente. Il corpo elevato esiste idealmente come parte del creato e come sua istanza, raggiungendo la fusione perfetta con il tutto, ottenendo uno stato concettualmente simile alla morte pur restando vivo e cosciente.

    • Piano spirituale: l'anima deve farsi grande, un oceano che deve imparare ad abbracciare ogni cosa. Oltre la sensibilità del corpo, oltre l'intuizione della mente esiste la comprensione dell'anima, il livello più intimo di rapporto con l'universo. Essa permette di accedere alla sfera eterea, ai reami più astratti, ma al contempo è la chiave per creare i rapporti e i contatti empatici. Per elevarsi, l'anima deve sia trovare una comunione col creato, sia comprendere e accettare sé stessa; deve fondersi con l'essenza di tutte le cose e forgiare sé stessa ancora e ancora, fino a non avere più distinzioni o conflitti.

    In questo cammino non esistevano particolari vincoli né obblighi, purché la ricerca rimanesse pura, votata all'armonia e non corrotta dall'egoistica ricerca di potere. Il praticante poteva scegliere il percorso più adatto, esaltando le proprie qualità, seguendo le proprie predisposizioni tramite una meditazione incentrata su di esse.
    La natura ciclica del processo di miglioramento avrebbe permesso di sfruttare l'elevazione in uno degli aspetti per raggiungere una maggiore comprensione negli altri due, quindi procedere a uno stadio ancora più alto e così via, come se l'individuo percorresse un'infinita scala a chiocciola verso la completa illuminazione.


    LA CODIFICAZIONE DELLE DOTTRINE

    Non tutti possedevano le giuste conoscenze per sfruttare appieno il proprio potenziale, ma chi ci riusciva era in grado di controllare in maniera perfetta i movimenti del corpo elevandosi all'apice della condizione fisica possibile, oppure diveniva in grado di praticare una forma di controllo energetico simile alla magia.
    Perfino queste abilità, tuttavia, non consentivano ancora all'essere umano di tornare a connettersi con l'energia del creato: il Cosmo.
    Nella speranza di porre fine ai secoli bui del dominio di Yig, coloro che sarebbero divenuti i primi Re Santi trovarono il modo di trarre energia direttamente dalle stelle sfruttando gli straordinari effetti dell'Oricalco, usandolo come tramite per ampliare a dismisura il loro potere.
    Questa scoperta divenne non solo il segreto per ottenere l'agognata libertà, ma anche la base su cui sarebbe stata fondata la grandezza dell'impero di Lemuria nei secoli a venire.
    Dopo la fine della schiavitù, i Re Santi riuscirono a sintetizzare la tradizione e i poteri risvegliatisi dentro di loro, la forza che li aveva resi nuovamente liberi, in una dottrina unitaria. Così, nella rinnovata filosofia lemuriana, il Cosmo fungeva da ponte tra i vari aspetti dell'essere umano.
    La concezione tradizionale era rimasta sostanzialmente immutata, dato che il risveglio del Cosmo non serviva a sostituire le antiche pratiche, bensì a elevarle ulteriormente. Il perfetto controllo di mente, corpo e spirito era visto come indispensabile per l'utilizzo di un potere ancora più grande, capace di dissolvere i limiti conosciuti in precedenza.

    La speranza dei primi Re, tuttavia, non si limitava al solo superamento dei limiti umani. Nella loro visione, infatti, il Cosmo doveva essere il mezzo supremo per l'empatia e la comprensione, divenendo un legame capace di connettere ogni individuo a prescindere da distanze geografiche e differenze personali. Tramite l'energia che scorre e brucia in ciascuno, essi tentarono di costruire non una sudditanza, ma una comunione di uomini, una fratellanza più solida rispetto a qualsiasi vincolo di sangue.

    Nonostante la loro dedizione, questa utopia non poté mai realizzarsi completamente. La paura e l'odio sono mali persistenti, che scorrono nelle vene dell'essere umano come veleno dall'alba dei tempi: la brama di potere crebbe negli uomini dentro e fuori dai domini lemuriani, stravolgendo gli insegnamenti originari di unità e pace per forgiare una via più facile e violenta.


    LA CASTA DEGLI ALCHIMISTI

    Le capacità concesse dal controllo cosmico permisero di evolvere il modo stesso in cui gli uomini vedevano il mondo. Le discipline derivanti dall'unione delle antiche pratiche e delle nuove scoperte diedero ai Lemuriani i giusti mezzi per comprendere e plasmare la Realtà.
    Negli anni che seguirono il consolidamento del loro potere, i Re Santi e i loro discepoli più fedeli costituirono la Casta degli Alchimisti. Scienziati metafisici e filosofi, essi rappresentavano l'apice dell'evoluzione culturale e intellettuale della razza umana.

    L'Alchimia, lo studio del Cambiamento, altro non è che lo sviluppo e il perfezionamento di tutti gli studi sul Cosmo, sull'essere umano e sulla Realtà. Essa nacque dalla necessità di delineare una serie di regolamenti fondamentali per impedire l'abuso di un potere tanto pericoloso e al contrario per svilupparne tutti gli aspetti benefici.
    Anche secondo l'arte e la scienza alchemica, l'uomo permane al centro di un sistema di interazioni con l'Universo: la ricerca del sé, dell'interiorità e dell'illuminazione è infatti sia il punto di partenza della pratica, sia il fine ultimo dell'Alchimia. L'uomo deve conoscere sé stesso per poter interagire con la natura e l'interazione con la natura tramite la propria volontà permette la trasformazione dell'individuo.
    La trasformazione di sé non è tuttavia intesa come mutazione o allontanamento dalla natura umana. Le ferree regole della disciplina vietavano categoricamente di sperimentare sugli esseri viventi e perciò ogni manipolazione o perversione rappresentava un grave affronto e veniva severamente punita. L'altro divieto assoluto riguardava l'alterazione dei legami cosmici e dei poteri a essi associati.
    Proprio per prevenire e sopprimere efficacemente tali devianze, la pratica dei precetti alchemici era relegata a un piccolo gruppo e ogni segreto veniva celato tra i membri della Casta.

    Come già detto, la capacità di un individuo di piegare il Cosmo per modificare la realtà doveva sottostare a una profonda comprensione ed elevazione personale. Senza abbandonare la visione filosofico-metafisica, a essa fu affiancato un preciso studio di carattere scientifico, che permise agli Alchimisti di comprendere il mondo attorno a loro partendo dalle sue componenti fondamentali.


    L'ALCHIMIA DEI METALLI

    L'origine delle ricerche svolte dai Re Santi era ovviamente il legame tra il Cosmo e l'Oricalco.
    I primi esperimenti che diedero il via a quello che sarebbe stato in seguito codificato come "processo alchemico" altro non erano che primitivi tentativi di comprendere cosa fosse e come funzionasse quel minerale così diverso dagli altri. Avendo studiato le stelle per conto di Yig, Rylhir e Dyzan conoscevano da tempo le proprietà dell'Oricalco, in primis quella di assorbire e conservare energia cosmica e spirituale. Ci volle molto tempo per riuscire a comprendere che tale particolarità proveniva proprio dalle stelle e che probabilmente l'origine dell'Oricalco stesso fosse da ricercare nella volta celeste. Essi furono i primi a teorizzare che alcune delle stelle più antiche potessero nascondere il minerale al loro interno, probabilmente in qualche stato della materia ancora sconosciuto.
    Altrettanto tempo fu impiegato per capire come lavorare il materiale grezzo e renderlo malleabile come il metallo. Era già noto come gli uomini-serpente lo amalgamassero col Gammanium per ottenere armi potentissime e quasi inscalfibili, ma la progenie di Yig aveva gelosamente custodito il segreto di tale lavorazione.

    L'Oricalco nativo subiva un lungo e complesso processo di lavorazione, frutto soprattutto dell'affinità che Dyzan, divenuto il primo Re Santo dell'Ariete, aveva sviluppato con esso.
    Estratto spesso in forma cristallina, esso veniva fuso a temperature altissime, raggiungibili solo attraverso la manipolazione delle fiamme in ambiente controllato. Il prodotto ricavato veniva quindi esposto a una grande quantità di energia cosmica, che catalizzava una sorta di reazione sufficiente a orientare le molecole nella giusta direzione.
    Una volta alzata ulteriormente la temperatura, il materiale veniva fatto raffreddare, assumendo caratteristiche fisiche simili a quelle di un qualsiasi metallo, mantenendo al contempo anche le proprietà di base.
    Gli innumerevoli fallimenti che avevano preceduto la scoperta delle giuste procedure portarono Dyzan a sviluppare un metodo, una serie di passaggi e reazioni necessari alla trasformazione del minerale grezzo nella sua forma raffinata. Su questo metodo si fondò il processo alchemico, divenuto in seguito modello per qualsiasi tipo di sperimentazione, fosse essa pratica o teorica e da esso si svilupparono le tre fasi attraverso le quali ogni verità poteva essere svelata: Scomposizione, Purificazione e Trasformazione.

    La Scomposizione o Degradazione è il primissimo passo da compiere e il suo scopo non era altro che semplificare la sostanza studiata, dividendola nei suoi componenti basilari, oppure separandola da altre sostanze di tipo diverso, oppure ancora modificare il suo stato affinché possano essere applicati metodi di analisi o di sperimentazione non altrimenti sfruttabili.
    Segue quindi la Purificazione, o Distillazione, la fase che porta la sostanza scomposta al massimo grado di purezza, eliminando tutto ciò che potrebbe alterare la sostanza stessa o il procedimento in corso. Impurità materiali ed energetiche, instabilità di stato o qualsiasi aspetto grossolano o non rifinito sono tutte imperfezioni che non consentirebbero lo sviluppo dell'opera. Normalmente viene impiegato un catalizzatore o reagente (materiale oppure energetico) per ottenere la Purificazione.
    Infine la Trasformazione, o Sublimazione, porta la sostanza allo stadio finale, l'obiettivo della trasmutazione alchemica. In questo stadio la sostanza si fissa, si organizza secondo le forze applicate nelle fasi precedenti per acquisire gli attributi desiderati dall'Alchimista.

    La metallurgia divenne il campo principale di specializzazione della scienza lemuriana.
    Interi millenni di esperienza e intuizioni portarono gli artigiani e gli scienziati a un tale livello di maestria da non avere eguali sulla Terra. L'apice dello sviluppo dell'Alchimia dei Metalli venne raggiunto però solo in seguito alla Battaglia del Mare Cremisi, quando il terribile massacro persuase Atena a rivelare agli Alchimisti i segreti delle Kamui Divine.
    Unendo gli insegnamenti della Dea alle incredibili arti di cui già disponevano, gli Alchimisti riuscirono a catalizzare la perfetta unione tra l'Oricalco raffinato e il Gammanium tramite la Polvere di Stelle. Il Re Santo dell'Ariete e il Cavaliere dello Scultore riuscirono a forgiare degli utensili miracolosi e, dall'unione della scintilla divina donata dagli astri e del soffio vitale, nacquero delle armature vive, artefatti dalla potenza sconfinata che avrebbero potuto rivaleggiare con creazioni divine, capaci di incanalare la forza delle costellazioni ed esaltandone la benedizione.


    L'UOMO ALCHEMICO

    Nella visione proposta dall'Alchimia, le antiche pratiche assunsero un nuovo significato. I piani di esistenza dell'uomo smisero di essere considerati come interpretazioni variabili e assunsero un aspetto più definito, come se venissero considerati dei veri e propri ingredienti alchemici. Questa evoluzione intellettuale permise agli Alchimisti di studiare il proprio Io secondo gli stessi metodi utilizzati per studiare il resto del creato.

    Anche l'analisi del "fenomeno uomo", sebbene presentasse notevoli differenze e limitazioni nella sperimentazione rispetto alla manipolazione della materia inerte, era diviso in tre fasi:

    • Scomposizione: l'uomo come processo alchemico esiste già e anzi non va alterato nella sua composizione basilare, perciò non si tratta ovviamente di una scomposizione letterale, ma di una separazione concettuale tra le diverse componenti per ragioni di studio e comprensione. I primi Alchimisti lemuriani separarono l'uomo in tre componenti fondamentali, secondo quanto già noto al pensiero del tempo e alla tradizione.
      Si aveva quindi una componente fisica o solida (corpo), una componente eterea o aeriforme (spirito) e una componente intermedia o liquida, in parte fisica e in parte eterea (mente).
      Simbolo di questa fase è la costruzione di un triangolo equilatero, i cui angoli rappresentano proprio corpo, mente e spirito.


    • Purificazione: per preparare la trasformazione finale viene aggiunto un nuovo componente diverso dagli altri, il Cosmo, la componente superiore o plasmatica. Ciascun elemento è collegato direttamente agli altri e in questo processo vengono considerati proprio i rapporti tra le singole componenti, ma anche il loro insieme unitario.
      Presa coscienza dei propri limiti, il rapporto tra uomo e natura ora non avviene più tramite un processo inconscio o addirittura passivo, bensì in maniera del tutto consapevole.


    • Trasformazione: una volta compresi i singoli componenti e l'opera nella sua interezza, avviene il cambiamento. Il simbolo che esemplifica questa fase si modifica e viene reso più complesso, tridimensionale; il Cosmo viene rappresentato come un punto equidistante dagli altri tre, diventando il vertice di un tetraedro, a rappresentare la forza delle stelle che illumina l'umanità dall'alto.
      Lo scopo ultimo di ciascun Alchimista è quello di perseguire l'equilibrio tra le sue diverse componenti, raggiungendo uno stadio di consapevolezza superiore divenendo un essere incorruttibile e perfetto. Così facendo, l'essere umano nella sua forma più pura sarebbe in grado di fondere in maniera totale il suo microcosmo col Macrocosmo, raggiungendo la forma ideale che - si teorizzava - non fosse stata interamente prevista per l'uomo nemmeno dai suoi creatori.

    La Casta degli Alchimisti raggiunse delle vette di conoscenza altissime, tanto da permettere a ciascuno dei suoi membri di ottenere un alto grado di controllo sulla Realtà. Diversamente da quanto avviene al giorno d'oggi, le costellazioni non concedevano la loro benedizione a un solo individuo, ma erano estese all'intera famiglia, che coltivava i poteri da esse concessi attraverso le generazioni. La consanguineità era senz'altro la ragione più semplice per questa condivisione, ma pare che fosse possibile estendere l'influenza delle stelle anche a qualcuno che non possedesse questo dono fin dalla nascita. L'unico divieto era quello di manipolare tale legame al fine di ottenere diversi tipi di benedizione oppure interrompere la connessione con la propria costellazione, concetto che veniva considerato alla stregua dell'eresia.

    I membri più anziani delle diverse famiglie parevano essere in grado di alterare la Realtà al punto da superare la concezione di spazio e di tempo. Seguendo i precetti dell'Illuminazione prima e dell'Alchimia in seguito, sembra che la profonda comprensione dell'Universo permettesse loro di piegare lo spazio con la mente, esercitando un raffinato potere psicocinetico, oppure di spezzarlo e attraversarlo, in una sorta di teletrasporto.
    Solo in pochi, tuttavia, decisero di coltivare queste capacità, rendendole intrinsecamente parte della loro eredità.

    Col passare dei secoli, da una parte a causa della salita al potere di Zeus, della nascita delle prime generazioni di uomini mortali e dall'altra a causa delle scoperte di Asclepio, della guerra e della distruzione di Lemuria, gran parte della saggezza e dei segreti di queste arti vennero dimenticati o perduti. Soltanto alcuni testi segreti sopravvissero alla distruzione tra le montagne dello Jamir e da allora solo pochi individui sono riusciti in epoche più moderne a raggiungere quella stessa grandezza sognata e tanto agognata dai loro antichi predecessori.


    MISSIONE

    Atena, da sempre sostenitrice dell'umanità tutta, è la protettrice della pace e della giustizia sulla Terra. Lo scopo dei suoi Cavalieri - o Saint - è quello di difendere questi stessi ideali e allo stesso tempo gli stessi mortali dalle terribili minacce che nei millenni si sono avvicendate. Che il pericolo provenga dai servi di altre divinità o da forze primordiali, un Cavaliere è pronto a dare la sua stessa vita per portare a termine la sua missione e il suo cuore, come la sua fede, rimane salda nell'affrontare qualsiasi avversità.

    Dopo la fine delle grandi guerre contro Atlantide, il ruolo degli antichi Re è profondamente mutato. Con la caduta di Lemuria, infatti, essi non svolgono più incarichi di governo, né di fatto controllano veri e propri regni. Il loro compito è quello di farsi garanti dei valori difesi dalla loro Dea, proteggendo gli innocenti e mantenendo la pace.
    I Dodici Cavalieri d'Oro, cioè coloro che ereditarono le mitiche armature dei Re Santi, sono divenuti guardiani, il cui compito ultimo è quello di difendere il Grande Tempio e la dea Atena. A ciascuno di essi è assegnata una delle Case dello Zodiaco, poste sulla lunga scalinata che conduce al punto più alto del Santuario, ove risiede la divinità.
    Le caste dei Principi e dei Cavalieri hanno dato vita rispettivamente ai Cavalieri d'Argento e ai Cavalieri di Bronzo, agenti che percorrono il pianeta in lungo e in largo per salvare quante più vite possibili.

    Dopo il Tempo del Mito, la costante vigilanza dei Cavalieri ha assunto via via sempre più connotati di segretezza, una lotta nelle ombre e contro le ombre.
    Il Grande Tempio stesso è stato nascosto alla vista dell'umanità, celato in una valle e circondato da difese naturali e cosmiche.
    Ciò ha permesso al genere umano di svilupparsi in maniera autonoma, combattendo le proprie battaglie senza affidarsi a un potere superiore. Le civiltà si sono susseguite una dopo l'altra, indipendenti e sempre meno consapevoli del sottilissimo equilibrio di potere che utilizzava la Terra come principale terreno di scontro.
    Dopo il 2012 tale equilibrio è nuovamente mutato, precipitando il mondo nella disperazione. In seguito all'Armageddon, i Santi di Atena sono tornati a essere dei fari di speranza, assumendo apertamente - nel totale crollo della società moderna - il ruolo di guide e protettori senza più farne segreto alcuno.
    Da allora il Grande Tempio non è più soltanto la fortezza dei fedeli di Atena, ma anche un luogo sicuro, una delle pochissime zone libere della terra in grado di ospitare i pochi sopravvissuti rimasti.
    Negli ultimi anni sono state alzate nuove cinte murarie, costruite nuove zone residenziali e un completo sistema di autosostentamento all'interno della vallata del Santuario, che riesce a garantire abbastanza cibo per la popolazione in lentissima crescita. La recente liberazione dell'Attica e la bonifica della vicina capitale potrebbe anche concedere la ripresa di una vita quasi normale per molti rifugiati, dopo anni passati a sopravvivere in spazi ridotti all'osso.
    Atena infatti non vuole soltanto salvare gli uomini dalla Corruzione e nasconderli dentro la campana di cristallo che è il Santuario: il suo scopo ultimo è quello di riuscire non solo a sconfiggere il male che sta affliggendo il mondo, ponendo definitivamente fine all'Armageddon, ma vuole anche cogliere l'occasione per ricostruire la società umana, questa volta aiutandola in modo diretto e visibile.
    Gli uomini sono sempre riusciti a risorgere dalle proprie ceneri più forti di prima e Atena ha intenzione di aiutarli a rinascere, forti di tutta la conoscenza che fin'ora hanno acquisito e che la Dea ha costantemente cercato di difendere e preservare.




    Edited by Him3ros - 29/11/2023, 18:14
     
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    GUIDA AI CAVALIERI DI ATENA
    ORGANIZZAZIONE

    L'elenco delle Cariche all'interno del Santuario e dei Cavalieri che attualmente le ricoprono può essere trovato al seguente [LINK].

    GERARCHIA MILITARE

    Il Grande Tempio è retto dalla Dea, ma è gestito nei diversi aspetti dal Grande Sacerdote o Arkhonontos, una figura scelta tra i fedeli più saggi e potenti di Atena. È il capo militare, giuridico ed amministrativo dei Cavalieri, facendo da intermediario tra la il volere divino e gli uomini che ne sono agenti. La sua autorità deriva direttamente da quella della Dea, quindi nessuno può contestarne l'operato o le decisioni se non la Dea stessa. Inoltre, tale carica garantisce l'accesso ad antichissimi segreti e conoscenze, artefatti e fonti di potere, strumenti necessari al mantenimento della pace e alla salvezza del pianeta, tra cui i sigilli impregnati del sangue divino della Pallade.
    Per tradizione il Saint dell'Altare funge da assistente del il Grande Sacerdote e non è raro che a questo cavaliere vengano assegnate missioni fondamentali per il benessere del Santuario.

    L'Arkhonontos è affiancato per le questioni militari dal Consiglio di Guerra, un organo che racchiude le varie cariche impiegate nel controllo, gestione e comando dell'esercito ateniese e delle sue risorse.

    Il Lawos è il Generale delle truppe d'attacco del Santuario. Egli ha il compito di guidare sul campo di battaglia l'esercito della Dea o di gestire eventuali assalti a roccaforti nemiche. Coordina i capitani delle diverse sezioni dell'esercito regolare e decide l'eventuale posizionamento sul campo dei Saint in caso di necessità.

    La difesa del Grande Tempio è invece affidata al Basileis, generale delle truppe stanziate a difesa del luogo sacro. Questo cavaliere si predispone anche all'addestramento delle truppe e alla loro sicurezza in tempo di pace. Con la necessita di stabilire avamposti anche distaccati dal Santuario, il suo compito abbraccia anche la sicurezza di tali luoghi.

    Alla destra dell'Arkhonontos al tavolo del Consiglio di Guerra siede il Custode della Conoscenza, l'Eforos. Egli non condivide con le altre figure il comando di una sezione dell'esercito, ma è fondamentale per la pianificazione e gestione della maggior parte delle missioni compiute dai cavalieri della Dea.
    Seppure il semplice compito di guardiano della grande biblioteca possa sembrare limitante, in realtà questo ruolo concede un'incredibile numero di vantaggi al suo possessore. In primo luogo egli è incaricato della ricerca e acquisizione di nuova conoscenza; sotto qualsiasi forma essa si palesi. Egli è, inoltre, uno dei pochi oltre la Dea stessa e il Grande Sacerdote a poter consultare tale magistrale fonte di conoscenza, cosa che lo rende potenzialmente uno dei maggiori sapienti all'interno del Grande Tempio.


    ESERCITO


    Quando i Cavalieri giurarono ad Atena che avrebbero perseguito esclusivamente il bene superiore della giustizia, essi abbandonarono ogni ambizione politica o di dominio, divenendo i difensori dell'umanità. Tale scelta ricade anche su quello che potremmo chiamare l'"esercito" che coadiuva i Cavalieri. Esso non è numeroso come quello di Atlantide o Asgardiano, ma va considerato che la forza combinata degli 88 Cavalieri e delle loro Sacre Armi non conosce rivali.
    L'esercito regolare che protegge il Grande Tempio è composto da super soldati, equipaggiati con armi e armature forgiate con materiali e istruzioni provenienti da Lemuria, che li rendono superiori a qualsiasi soldato umano e in grado di gestire qualsiasi minaccia spirituale.
    I soldati sono scelti tra gli abitanti del Santuario e chiunque voglia fare la sua parte verrà addestrato, sebbene la leva non sia obbligatoria.
    Coloro che non indossano più un'armatura, per motivi che non rientrino nel disonore, rimangono spesso a disposizione del santuario per fungere da maestri o aiuto-maestri per i giovani allievi che giungono al Grande Tempio. Anch'essi, in momenti di particolare urgenza, possono essere richiamati a difesa del Grande Tempio.
    Tali soldati agiscono sotto il comando del Lawos e del Basileis. Qui di seguito vi è una descrizione dettagliata della sua composizione. [LINK]

    All'origine della storia dei cavalieri, ognuno dei Dodici Re Santi presidiava una specifica area di influenza, legata alla gestione di particolari minacce o mansioni, in armonia con il proprio potere e la propria attitudine. Il Cavaliere del Sagittario ad esempio era specializzato nell'affrontare divinità maligne, il Cavaliere del Leone era maestro nell'esplorazione e nel combattimento con entità appartenenti alla genia dei Titani e dei Giganti, il Cavaliere del Cancro dava la caccia a necromanti e non morti e così via.
    Al loro fianco si univano Cavalieri d'Argento e di Bronzo affini a tali specialità, così come esseri umani particolarmente dotati.
    Con il tempo i Re Santi abbandonarono tali specializzazioni in favore dei propri incarichi di regnanti, ma dopo la distruzione del loro regno e la rifondazione dell'Ordine dei Cavalieri di Atena, tali sfere di influenza furono prese nuovamente in considerazione.
    Oggi ogni Cavaliere d'Oro sceglie la propria area di competenza in accordo con il Grande Sacerdote, lasciando liberi Cavalieri d'Argento e di Bronzo di unirsi a lui. È responsabilità del Cavaliere d'Oro selezionare e reclutare non cavalieri, sia operativi che non, adatti agli incarichi. Essi possono essere guerrieri fuori dal comune, mistici o scienziati, a seconda della specifica competenza del Cavaliere d'Oro, e compongono le Dodici Forze Speciali.

    La Regione del Jamir, dove si estendeva l'antico dominio del Re Santo dell'Ariete, è un luogo sacro per i Cavalieri di Atena, quasi quanto il Santuario.
    Per tale ragione questo luogo è protetto da una divisione speciale dell'esercito, quella dei Custodi del Jamir, addestrati personalmente dal leggendario Gazka. Qui di seguito vi è una descrizione dettagliata della sua composizione. [LINK]


    GIUSTIZIA

    La gerarchia del Santuario, oltre a rispecchiare in gran parte l'organizzazione della polis greca, cerca di adattarsi continuamente alla situazione contemporanea. Essa esiste di fatto solo all'interno dell'esercito della Dea per ovvie ragioni logistiche e tattiche, ma non all'interno della popolazione civile. Sebbene alcuni soldati abbiano il compito di preservare l'ordine e l'armonia che si sta cercando di creare all'interno delle mura del Santuario, non esiste nessun leader degli uomini, e sicuramente se esistesse non sarebbe Atena.
    Pur essendo stata obbligata a prendere le redini della situazione, la dea Atena è riuscita a non divenire una tiranna o una despota, continuando piuttosto a concedere fiducia all'uomo, che ella vede come il vero padrone della Terra.

    Molti sopravvissuti hanno deciso di abbracciare la fede nella Dea della Giustizia dopo esser stati salvati, e molti hanno deciso di entrare a far parte dell'esercito di persone comuni che cercano di difendere il Santuario, ma non esiste leva obbligatoria. La Dea ha tentato di creare un piccolo mondo il più giusto e imparziale possibile; aperto a tutti e dove non esista ne povertà ne sofferenza. L'unica cosa che chiede è di evitare di creare disordini al suo interno. Ogni litigio può esser risolto con le parole o un accordo, ogni disputa può essere placata.

    L'Oplite, il capitano della polizia interna del Grande Tempio, è incaricato di mantenere l'ordine all'interno della popolazione civile. Non tutte le minacce vengono dall'esterno e, sebbene la società che si sta creando all'interno delle mura del Santuario punti alla perfezione, c'è ancora molta strada prima di arrivarci. Il suo compito è assicurarsi che i trasgressori delle leggi divine vengano puniti e che, in generale, all'interno del Santuario prosperi la pace.

    Alla base del sistema che si occupa dell'applicazione della giustizia si trova la Gherusia, un consiglio ristretto composto da tre giudici scelti tra i più integerrimi servi di Atena.
    Esso infatti è il vero e proprio organo giudiziario del Santuario, con il compito di risolvere eventuali dispute sia di carattere civile che penale tra i Cavalieri. Sono anche coloro che si occupano di tutte le altre questioni amministrative della polis, così da permettere una certa stabilità ai cittadini.


    JAMIR

    Lo Jamir prima della fine del mondo era il luogo in cui i Cavalieri andavano a riparare le proprie armature e, non di rado, renderle più potenti di prima. La regione è annidata tra le montagne a nord dell'India, protetta da strapiombi e pareti ripidissime, oltre che da antiche protezioni cosmiche accumulate nei millenni, che la rendono quasi invisibile per i non meritevoli.
    Pare che gli abitanti di questo misterioso luogo discendano direttamente dal retaggio di Lemuria. La civiltà stessa dello Jamir poggia le sue fondamenta sui territori un tempo governati dai Re Santi dell'Ariete, da sempre detentori dei segreti delle Sacre Armature e alchimisti di smisurato talento. Qui è conservata la sapienza che permette al Saint dell'Ariete e dello Scultore di apprendere e affinare le loro arti.
    Con gli sconvolgimenti che segnarono la fine della guerra, la caduta di Atlantide e la frammentazione di Lemuria, questi picchi vennero isolati dal resto del mondo. Ciò permise alla popolazione di proteggere meglio le antiche tradizioni e la purezza del loro sangue, dando seguito a una discendenza nota per la sua lunga vita.

    Dopo il 2012, lo Jamir non è altro che un guscio vuoto, spogliato di quasi tutti i suoi antichi sfarzi. Sono ancora visibili le rovine del passato, come la torre che un tempo conteneva e sigillava al suo interno le 108 Stelle Malefiche, gli schiavi di Ade.
    La biblioteca, importante raccolta di sapere della razza Lemuriana, è stata spostata con enorme sacrificio al Grande Tempio per venir integrata in quella del Santuario, ultimo dono del vecchio Gazka ai suoi compagni di lotta. Nonostante la devastazione lo Jamir è comunque sopravvissuto in qualche modo all'Armageddon grazie al sacrificio della ex-gold Saint di Gemini Eleuteria. La popolazione, da sempre scarna ma orgogliosa e potente si è ridotta ancora di più: oramai poco più di una manciata di individui con sangue lemuriano sopravvive in quel luogo inospitale. Gli unici visitatori rimasti sembrano essere i Cavalieri di Atena, che continuano ad affrontare la lunga strada tra i monti per riparare e rinforzare le loro armature.
    Ciò che la Dea ha in serbo per questo luogo è ancora un mistero.


    FONDAZIONE GRADO

    La Fondazione Grado, sorta dalle ceneri del mitico Regno di Thule, nasce dopo la caduta di Lemuria assieme al nuovo ordine dei Cavalieri di Atena. La sua missione è quella di prevenire minacce soprannaturali vincolandole, facendo loro guardia ed evitando che gli umani o chiunque altro ne venga mai a conoscenza.
    Per svolgere al meglio tale missione sono state create delle armature capaci di convogliare energia cosmica per permettere a guerrieri altamente addestrati di manifestare poteri simili a quelli di cavalieri minori anche senza essere sensibili al cosmo. Questi guerrieri sono gli Steel Saint.
    La Fondazione è indipendente, ma si mantiene a stretto contatto col Grande Tempio tramite un particolare cavaliere, il cosiddetto Blue Warrior, che prende il nome da Blue Grado, la prima base della Fondazione dopo la distruzione dell'Isola di Thule. Questo cavaliere risponde direttamente al Grande Sacerdote ed è la sua voce all'interno della Fondazione, suo agente per le missioni che è meglio rimangano il più possibile nell'ombra.


    RELAZIONI CON LE ALTRE CASTE

    Per Atena l'uomo deve essere al centro di tutto, i suoi scopi futuri non sono mai cambiati nei millenni proprio per questo. La libertà di scegliere e sbagliare per Atena sono la prima cosa, ma vi è anche il perdono. È per questo che gli unici veri rivali della Dea sono quelle fazioni che puntano alla eliminazione dell'umanità nel suo insieme. Per quanto riguarda le altre caste, le braccia di Atena sono sempre aperte per riconciliarsi con chiunque, un perdono completo e onesto che però non vuol dire stoltezza. Ella sa che prima o poi anche altre caste più vicine alle sue posizioni decideranno di combatterla apertamente, e quando ciò accadrà lei sarà pronta, come lo è sempre stata finora.
    I rapporti con Atlantide sono tesi fin dai tempi della grande guerra, soprattutto a causa dell'aggressivo imperialismo portato avanti da Poseidone. I Black Saint si sono spesso rivelati subdoli avversari, se non apertamente pericolosi. Tuttavia il vero nemico, oltre alle minacce comuni a tutte le altre caste, resta il Dio dei morti col suo immortale esercito di spettri e demoni, che per millenni hanno costretto Atena e i suoi fedeli Cavalieri a una crudele sequela di sanguinose guerre.

    Nota a margine è la saldissima alleanza che lega Atena al dio nordico Odino, entrambi difensori degli uomini anche se con metodi diversi, alleanza andata sempre rinsaldandosi nel corso dei millenni.


    PUNTI DI FORZA

    • Difensori dell'umanità: i Saint sono i paladini posti alla difesa del pianeta e dei suoi abitanti, ma nonostante ciò possiedono una certa autonomia di pensiero, a patto che essa non vada a scontrarsi con gli obbiettivi del Santuario e il fine ultimo di ottenere giustizia e pace sulla Terra.


    • Unità:il Santuario è come una grande famiglia allargata, poiché quasi sempre i Cavalieri che vi dimorano non hanno più genitori o famigliari. Soli al mondo non hanno che se stessi e i propri compagni, arrivando a rischiare la propria vita per proteggere o salvare quella di un altro guerriero. La loro unione viene non solo da una comune fede o dal giuramento prestato ad Atena, ma anche e soprattutto da una comunione di ideali e dall'abnegazione alla causa della Pace e della Giustizia. Chiunque sia tanto folle da muovere guerra al Santuario dovrà essere pronto ad affrontare questa potentissima coesione di cuori e spiriti affini.


    • Protezione Divina: Atena veglia sempre sui suoi guerrieri ed è sempre pronta a sacrificare sé stessa e la propria incolumità per essi. Ella è in grado di generare una barriera che racchiude tutto il Santuario per proteggere chi vi dimora dall'influsso di divinità ostili; ciò costa grande sacrificio di energie fisiche e cosmiche al giovane avatar della dea, ma la sua determinazione è alimentata dall'amore dei suoi stessi guerrieri che non la vorrebbero mai vedere in pericolo: aiutarsi reciprocamente mettendosi a rischio l'uno per l'altro, questa è la forza dei Saint. Non è raro poi che la Dea intervenga concedendo ai suoi fedeli l'utilizzo delle potentissime armi della Bilancia o di lanciare la dorata freccia del Sagittario contro i nemici della pace. Inoltre i Saint, forti della benedizione della loro divinità, possiedono alcuni tra i poteri più temibili a disposizione tra tutti i guerrieri sacri.



    PUNTI DEBOLI

    • Sacrificio: la lealtà tra i Saint e l'amore per la Dea è purtroppo anche un punto debole che il nemico ha più volte sfruttato nella lunghissima storia della casta. La difesa dell'umanità e di Atena hanno la priorità su tutto, anche sulla propria vita. Il sacrificio personale è quindi il punto cardine della vita di un vero Saint di Atena. Un Saint deve essere sempre pronto a sacrificarsi per un bene superiore, il che non rende la vita media dei Cavalieri molto lunga.


    • Onore: in un duello tra Cavalieri, un Saint non si intrometterà mai fra due contendenti a meno che non vi sia uno sbilanciamento di forze. Uno contro Uno, la regola vale da millenni e non è possibile interferire. Inoltre un Saint non utilizza mai armi, lottando solo con il proprio spirito e col proprio corpo, protetto unicamente dall'armatura. Solo in casi rari sarà possibile utilizzare armi, purché esse siano parte della Sacra Armatura oppure concesse eccezionalmente dalla Dea.


    • Moralità: i paladini della Giustizia devono perseguire soltanto il Bene. Un cuore malvagio non può avere il favore di Atena e le Sacre Armature rifiutano coloro che si macchiano di gravi peccati. Ciò implica che, durante lo svolgimento di una missione, un Saint si ritroverà ad affrontare scelte incredibilmente difficili e la sua fede verrà messa alla prova costantemente, laddove un individuo dalla moralità meno ineccepibile potrebbe trovare soluzioni molto più facili o convenienti e una via più rapida per il potere. Tra le fila dei Cavalieri non c'è spazio per pusillanimi, ignavi o patteggiatori.





    Edited by Lord Drake - 18/1/2024, 22:30
     
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    SAINT SEIYA FINAL - ARMAGEDDON
    GUIDA AI CAVALIERI DI ATENA
    FACTS
    • Ispirazioni GdR: Si tratta della casta con il background più solido ed esplorato in quanto protagonista dell'opera di Kurumada. Le informazioni sulle armature e sui loro poteri sono facilmente reperibili, insieme alle tecniche che caratterizzano i personaggi apparsi nelle diverse storie.
      Per aiutare gli utenti ad orientarsi elenchiamo alcune ispirazioni gdr che possono andare a integrare le informazioni già presenti in Saint Seiya, tenendo presente che il tema principale della casta rimane semplicemente quello presentato dall'autore dell'opera originale:


      • Lemuria: scritti di Robert E. Howard. L'antico continente, la razza degli uomini-serpente e l'umanità che cerca di affrancarsi da una millenaria schiavitù sono tutti temi trattati nei cicli di Kull di Valusia e nel più celebre Conan il Cimmero. In generale la storia antica del conflitto tra Lemuria e Atlantide non ha una collocazione autoriale precisa, ma rimane il tema generale delle antiche civiltà ultra-tecnologiche che hanno preceduto di diversi millenni la storia per come la conosciamo.

      • Fondazione Grado: S.C.P. All'interno della nostra trama, la Fondazione Grado ha un ruolo molto diverso rispetto all'originale, nonché una storia molto più antica. Per quanto riguarda il funzionamento e il ruolo della Fondazione, gran parte dell'ispirazione proviene dalla raccolta di creepypasta creata da diversi utenti sul web in tutto il mondo, cioè gli archivi S.C.P.: un insieme di articoli narranti anomalie studiate da questa fantomatica organizzazione, che contengono descrizioni dettagliate sulle caratteristiche delle anomalie stesse e sui metodi di contenimento attuati dal misterioso gruppo per metterle in sicurezza.


    • Allineamento: i Saint sono i difensori del pianeta e dei suoi abitanti, quindi chi ha intenzione di giocare un personaggio nello spettro dell'allineamento "buono", sarà accolto a braccia aperte. La declinazione di tale allineamento è totalmente libera. Un personaggio - purché buono - potrà esplorarne tutte le sfumature, dal giustiziere all'eroe più classico, oppure a una variante più moderna. L'unica condizione è il rispetto del sacro volere della Dea e il perseguimento degli obiettivi del Grande Tempio. Non è decisamente il posto per personaggi malvagi; quantomeno è difficile non essere scoperti se si cova un animo incline al male.



    • F.A.Q.


      Indicazione di gioco per la Fondazione Grado ed il Custode di Thule.
      La Fondazione Grado è una parte indipendente delle forze di Atena. È indipendente nel senso che non dipende organizzativamente dal Grande Tempio, ma è comunque dipendente dalla volontà di Atena. Questa scelta di separare la forza “militare” dei Cavalieri a quella più “mondana” della Fondazione sta nella volontà della Dea di evitare che i suoi eletti rischino di ricreare una nuova Lemuria.

      Come interagisce Grande Tempio con la Fondazione Grado?
      Il punto di contatto tra le due anime delle forze di Atena è il Custode di Thule. Egli è un cavaliere di Atena, alle dirette dipendenze del Grande Sacerdote, preposto allo studio preventivo di minacce soprannaturali di ogni sorta, una sorta di investigatore dell’occulto a capo della propria rete di contatti e informatori. In tale mansione è costantemente in collegamento con la Fondazione Grado per avere informazioni fresche su avvistamenti o altro che potenzialmente richiedano l’intervento del Grande Tempio. Di queste informazioni il Custode di Thule fa rapporto periodicamente al Grande Sacerdote.

      Come interagisce la Fondazione Grado con il Grande Tempio?
      La Fondazione Grado ha i Cavalieri di Acciaio come forza militare, ma alcune minacce superano la loro capacità di contenimento e possono richiedere l’intervento di un cavaliere sacro. Per tali richieste viene interpellato il Custode di Thule che, nel caso sia ritenuto effettivamente necessario, sarà il primo cavaliere sacro ad intervenire, informando il Grande Sacerdote.
      Qualora la minaccia sia troppo grande, il Grande Sacerdote manderà forza più consistenti ove il Custode di Thule fungerà da ufficiale di collegamento con gli agenti della Fondazione Grado.

      Questioni di autorità.
      Il Custode non ha incarichi di direzione all’interno della Fondazione, agisce in essa come fosse un ambasciatore. Ha accesso ad alti livelli di classificazione ma non a tutti, al fine di garantire l’indipendenza tra le due organizzazioni.
      Il Grande Sacerdote ha sempre la facoltà di interagire direttamente con l’organo gestionale della Fondazione per motivi straordinari, e viceversa. Tali contatti però non si sovrappongono alla funzione di collegamento del Custode.
      Nel caso nessuno ricopra l'incarico di Custode di Thule, il Grande Sacerdote può occuparsi personalmente di queste funzioni o delegare un cavaliere di assoluta fiducia, in attesa che l'armatura del custode chiami un candidato meritevole.

      Suggerimenti di gioco.
      Di seguito alcuni consigli, assolutamente non esaustivi, su come inserire la Fondazione Grado nel vostro gioco.

      Onepost (per Custode):
      - indagine su specifica anomalia, raccolta informazioni e creazione rapporto per Grande Sacerdote. Coinvolgimento Fondazione per supporto sul campo e report.
      - Incarico del Grande Sacerdote per specifica indagine su strani presagi giunti a Stars Hill.

      Quest (per Master)
      - Come sopra, più
      - Fondazione Grado contatta il Custode (o in sua assenza il Grande Sacerdote/Delegato) per supporto per un'anomalia di proporzioni assai pericolose. Il Custode e il Grande Sacerdote organizzano la spedizione.
      - Un avamposto della Fondazione viene attaccato dalla Corruzione
      - I Cavalieri, durante una normale missione, scoprono un culto di un Dio del Caos che sta corrompendo un villaggio di sopravvissuti. Richiesta supporto del Custode e della Fondazione Grado.




    Edited by Him3ros - 22/1/2024, 01:25
     
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