Un Nuovo Custode della Conoscenza

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    Un Nuovo Custode della Conoscenza

    Era stato un periodo complicato sotto diversi aspetti. La Corruzione non accennava a cedere il passo, anzi, avanzava inesorabile. I territori del mondo erano in perenne lotta per la libertà, per cercare di riottenere una vita quantomeno normale. Persino il Grande Tempio era ancora relegato alla roccaforte dei Cavalieri di Atena, e non era ancora riuscito a liberare definitivamente le zone limitrofe. Non del tutto almeno. In più, per un periodo durato anni, erano scomparsi, periti o svaniti nel nulla più Saint di quelli che erano riusciti a ottenere una delle Sacre Armature. Insomma, l’esercito della Dea protettrice dell’umanità aveva decisamente passato periodi migliori.

    E Bart in tutto ciò si sentiva estremamente solo, gravato di una responsabilità che a volte si chiedeva se fosse davvero in grado di sostenere. Il Toro era grande e grosso, avrebbe potuto abbattere interi eserciti di corrotti con la sola forza dei suoi pugni, ma avere sulle spalle il destino della sua Famiglia allargata, dei suoi Cavalieri e in qualche modo dell’umanità stessa lo faceva sentire piccolo piccolo e quasi totalmente impotente. Perché non si parlava solo della sua vita, della sua incolumità e del suo futuro. No, si trattava di ciò che ne sarebbe stato della civiltà umana per com’era conosciuta prima dell’Armageddon e per come sarebbe potuta essere se fosse sopravvissuta alla Corruzione.

    Per anni non aveva avuto nessuno al suo fianco. Certo, c’erano Elena e i suoi adorati figlioli, ma loro non dovevano fare parte di quella terribile responsabilità. Un tempo, quando avevano combattuto e vinto in Giappone, Aleksander era il Lawos e Andrea l’Eforos. Entrambi, a modo loro, erano stati fondamentali per il Grande Tempio e per Bartolomeo stesso, che aveva potuto dedicarsi maggiormente alla battaglia in prima linea, lasciando a quei due grandi Cavalieri le incombenze più difficili. Era stato così naturale, così semplice, che quando si ritrovò completamente solo, la responsabilità fu soverchiante.

    Nonostante tutto, però, aveva resistito, da buon Baluardo di Atena qual era. Aveva parlamentato, intrecciato alleanze, rafforzato rapporti e combattuto insieme a guerrieri che in passato non si sarebbero mai schierati apertamente con il Grande Tempio. Aveva portato avanti con Amaterasu quella folle ma incredibile utopia di riunire più Caste contro un nemico comune, per poi rivolgersi tutti insieme verso uno scopo futuro. Alcune volte aveva fallito, ma aveva anche avuto molto più successo di quanto tanti detrattori avrebbero mai potuto nemmeno immaginare.

    Era evidente, però, che qualcosa doveva cambiare. Non poteva continuare da solo, contro tutto e tutti, rimanendo la punta di un esercito e di una grande Famiglia che si sarebbe potuta sfaldare come neve al sole se lui fosse caduto. Perché poteva accadere. Bart era semplicemente un uomo, incredibilmente forte, certo, ma pur sempre un uomo. Terreno, reale, mortale. E con la sfrontatezza con cui affrontava ogni pericolo, la possibilità che un giorno non tornasse più a casa non era poi così remota.

    Per quel motivo si era finalmente deciso a condividere almeno una piccola parte di quella responsabilità con qualcuno. Qualcuno di cui si fidava ciecamente e cui avrebbe affidato la sua stessa vita. Non che prima non volesse farlo, ma aveva sempre cercato di concentrare su se stesso ogni aspetto negativo della sua carica di Gran Sacerdote, finendo per ricoprire un ruolo ancora più grande di quello che avrebbe dovuto essere – se mai fosse stato anche solo concepibile. In più, il recente afflusso di nuovi Cavalieri di Atena stava aiutando ad ampliare le loro forze e, con quello, la necessità di gestire al meglio ogni aspetto della vita del Grande Tempio.

    E, quindi, tutti questi pensieri del nostro adorato Bart dove lo stavano portando? Beh, innanzitutto alla Quarta Casa, senza farsi annunciare ma accertandosi che il suo custode fosse presente. Poi, se avete capito le premesse, tutto il resto sarebbe avvenuto in modo spensierato e naturale, proprio com’era quel nostro caro gigante buono.

    jpg

    Il Gran Sacerdote chiede udienza al Cavaliere d’Oro del Cancro.
    Oh oh oh!


    La sua voce rimbombò come se stesse parlando attraverso un megafono, usando parole fintamente formali, condite dalla sua solita risata roboante. Bartolomeo era bardato di tutto punto con la sua Sacra Armatura del Toro, e portava persino il suo mantello da Gran Sacerdote che usava solamente nelle occasioni ufficiali. Ovviamente non era stata un’idea sua, ma Elena aveva insistito fino allo sfinimento per costringerlo a presentarsi alla Quarta Casa con tutti i crismi del caso, da bravo Gran Sacerdote quale avrebbe dovuto essere. Lui si era fatto convincere sull’abbigliamento, anche perché adorava indossare la sua Armatura (specialmente in battaglia, ovviamente), ma sul modo di presentarsi era categoricamente rimasto il solito Bart genuino, spontaneo e decisamente sopra le righe.

    Dai, non farmi aspettare troppo, che Elena mi ha costretto a vestirmi come se dovessi andare a un matrimonio tra Cavalieri.

    La sua impazienza era palese, anche se sembrava ancora più divertito del solito, se mai fosse stato possibile. Avrebbe atteso con quel suo fare raggiante l’arrivo dell’amico Rigel, per poi accoglierlo con la domanda delle domande.

    Rigel, figliolo, cos’hai combinato ad Asgard?

    Ecco, il Gran Sacerdote sapeva. Che fosse stato avvisato dal Celebrante di Odino? Oppure le notizie che circolavano tra Atene e Asgard ormai in modo così immediato e fluido avevano già raggiunto le sue orecchie? Dai, Rigel, tu sai bene che cos’hai fatto, devi solamente trovare le parole giuste per spiegarlo al tuo caro amico Bartolomeo.

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    Riassunto:
    Finalmente ci siamo :mke:

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    UN NUOVO CUSTODE DELLA CONOSCENZA

    -POST I-



    Era stata decisamente una nottataccia. Negli ultimi tempi Rigel aveva ripreso quella pessima abitudine di riflettere e rimuginare su ogni cosa, che si trattasse di eventi rilevanti o meno. La cosa lo stancava non poco, per colpa di quel suo lato del carattere che lo portava ad esaminare ogni problema da più punti di vista fino a cercare di trovare la migliore soluzione; in condizioni normali quello sarebbe stato un pregio, o comunque una sana abitudine.

    Ma trattandosi del Cavaliere di Cancer, aveva senso parlare di normalità? No. Perchè lui tutto si sentiva, tranne che normale. Era un puzzle a cui mancavano dei pezzi, e ciò che non permetteva di completare il quadro lo faceva arrovellare maggiormente perchè si trattava di conoscenze che lui, sfortunatamente, non aveva. La recente esperienza ad Asgard ne era stata una concreta dimostrazione, e tutto girava intorno ai quattro spiriti legati al suo.

    Prima Methos, che gli aveva fatto da guida e che a volte - doveva ammetterlo - lo aveva protetto. Certo, ne avrebbe avuto un proprio tornaconto e tutto sommato i due erano stati una bella squadra, anche se il guerriero aveva saltuariamente preso il suo posto al comando del corpo, relegando lo stesso Rigel a ruolo di spettatore. Col passare del tempo, quegli scambi di pilota erano diventati concordati da entrambe le parti nonostante lo spirito fosse in grado di bypassare la volontà del ragazzo e fare di testa sua; e adesso, durante una missione che per una volta poteva davvero essere una relativa passeggiata, Rigel scopre di essere alla mercè non sono di Methos, ma anche di Sylas e Caspian: a quanto sembrava, il suo "coinquilino" più anziano aveva tenuto a bada gli altri due fino a quel momento, per poi liberarli e rischiare di far uccidere Astra, un'alleata valida e che l'avrebbe odiato per il resto della sua vita. Complimenti, complimenti davvero. Poi c'era Cassandra, che rimaneva un mistero a causa della sua riservatezza; ma almeno non era invadente come quegli altri.

    E ancora mancava Kronos all'appello.

    Ti stai lambiccando il cervello per nulla.

    Già, c'era anche l'altro dettaglio... che i suoi pensieri non potevano usufruire della privacy, dato che in quel marasma spirituale ognuno conosceva i pensieri di tutti gli altri (cosa diventata parecchio fastidiosa da quando anche Caspian era stato sigillato).

    Ce l'hai fatta, hai ripreso il controllo da solo. Ora la possessione può avvenire solo se sei tu a volerlo, niente più scambi indesiderati. Era necessario che ci riuscissi, te l'ho già spiegato. Vuoi tenere il muso ancora per molto?

    Ma certo, Methos. Posso solo ringraziarti per ciò che hai fatto per me.

    Il sarcasmo non ti si addice.

    E a te non si addicono la verità e la chiarezza, a quanto sembra.

    Lo spirito stava per ribattere quando entrambi percepirono qualcosa: una presenza cosmica spaventosamente forte, ma per fortuna altrettanto familiare. Non che il Gran Sacerdote avesse avuto bisogno di espandere il proprio cosmo per annunciarsi, anzi aveva preferito fare alla vecchia maniera. Gridando come un venditore ambulante, ma visibilmente divertito dal proprio modo di fare; Bart era fatto così, si divertiva con poco.

    Mentre si avviava all'ingresso della Quarta Casa per riceverlo, sorrise pensando alle parole quasi formali dell'altro. Attraverso il cosmo richiamò la propria armatura, dato che comunque la "richiesta d'udienza" implicava qualcosa di più che una semplice chiacchierata. Si passò una mano tra i capelli corti, poi fece la sua comparsa all'ingresso cercando di darsi un contegno e di rispondere in maniera adeguata, sebbene il rapporto tra i due fosse più che amichevole.

    Normalmente dovrebbe essere il Cavaliere d'Oro subalterno, a chiedere udienza al Gran Sacerdote.

    Questo era quello che il ragazzo avrebbe voluto dire, con la sua consueta semplicità.

    Sii il benvenuto alla Quarta Casa, Bartolomeo del Toro e Gran Sacerdote del Santuario di Athena.

    Ed effettivamente era vero, oltre all'armatura il buon Bart indossava il mantello cerimoniale. Non era un buon segno, anche se fosse stato semplicemente un eccesso di zelo da parte di Elena.

    Rigel, figliolo, cos’hai combinato ad Asgard?

    Ah, bene. Sono nei guai, quindi.

    Il ragazzo trasse un sospiro, poi si guardò intorno: aveva mandato le Fiamme ad addestrare reclute e a verificare che i civili avessero bisogno di aiuto per qualcosa, come soleva fare nei brevi periodi di calma che la Corruzione concedeva a tutti loro. Non c'era bisogno di entrare nella Casa ed andare nella sala dove riceveva gli ospiti per essere certi di essere soli o mantenere l'etichetta, cosa che a Bart interessava ben poco; comunque era una bella giornata, stare all'aperto forse avrebbe fatto bene allo spirito... o almeno al SUO, di spirito.

    Credo di aver realizzato di essere una specie di bomba ad orologeria senza timer, ecco cosa ho combinato. Ti va di fare due passi qui fuori?

    Ad un cenno affermativo dell'altro, iniziarono a camminare imboccando una via laterale che portava ad una zona verdeggiante, con un paio di bassi alberi e qualche roccia qua e là che spuntava dal terreno. Nulla di vagamente paragonabile ad un giardino, naturalmente, ma non era neanche un mucchio di sassi senza speranza di far crescere un ciuffo d'erba.

    Immagino che tu abbia ricevuto notizie dal Celebrante, o che mi abbia sorvegliato direttamente in qualche modo durante il mio allenamento con Astra. Un bel tipetto tenace e testardo, anche se non dovrei essere io a dirlo dato che sono più giovane di lei.

    Sorrise all'altro, che lo osservava con attenzione.

    Quindi pensò che andrò direttamente alla parte che riguarda ciò che mi è successo, dato che sei l'unico a conoscenza a parte me e un paio dei miei ragazzi. A quanto pare gli spiriti hanno deciso che non era solamente Astra a dover imparare qualcosa, quel giorno. Hanno preso a turno il comando, prima Methos e poi anche gli altri due. La mia idea era quella di vagliare le abilità di Astra, invece Methos ha deciso che per farle seriamente comprendere cosa significa avere a che fare con gli spiriti bisognava colpire molto più duro di quello che avrei fatto io. E quando poi ha lasciato il controllo a Sylas e Caspian, ho dovuto cercare di limitarli il più possibile mentre usavano i miei poteri, quasi sicuramente l'avrebbero uccisa; lei stessa aveva perso il controllo del suo potere, che le si stava ritorcendo contro. Poi, ancora non so come, sono riuscito a riprendere il comando e arginare gli spiriti e a mettere fine a tutto quanto. Lei ci è andata vicina, l'ho riportata io stesso ad Asgard per essere certo che non accadesse null'altro in quella giornata storta.

    Si fermò un attimo, non sapendo bene quanto effettivamente Bart ricordasse della sua convivenza spirituale.

    Per inciso, Caspian era lo spirito sigillato nel Drow corrotto che abbiamo sconfitto ad Asgard. Sylas è quello che ero riuscito a trovare grazie a Stenson e alla Grado. Comunque spero solo che il Celebrante non voglia la mia testa per quello che è accaduto, o che io abbia causato qualche incidente diplomatico. O entrambe le cose. In ogni caso, questo è quanto è accaduto. Tu hai per caso ricevuto qualche notizia sulle condizioni di Astra? Sono molto dispiaciuto per lei e seccato con me stesso, dato che la responsabilità alla fine è la mia. Sai, è davvero in gamba. Non credo che tarderà molto, prima che riesca a raggiungermi e superarmi... e a quel punto sarai tu a doverti preoccupare di lei, probabilmente.

    Tornò a guardare con espressione interrogativa il volto normalmente gioviale di Bart, sperando di ricevere almeno una buona notizia. E stranamente si rese conto che Methos non era intervenuto, nè per metterlo in ridicolo, sè per offrire il proprio punto di vista ed una consequenziale versione dei fatti.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Sylas» Caspian» Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, indossata.
    note » Scusa il ritardo, ma sai già. Comunque ho pensato che con la scusa, visto che per una volta Bart e Rigel sono con la calma, che se è interessato potrebbe farsi spiegare per bene anche la faccenda degli spiriti (visto che tu nei post accenni sempre al fatto che la cosa per lui non è affatto chiara). Valuta tu se può interessargli e scusami ancora per il ritardo della risposta.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
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    Rigel aveva accolto Bart tutto bardato a puntino nella sua Armatura del Cancro, quasi come se già sapesse quale sarebbe stato il tenore della discussione. Beh, certo, trovarsi il Gran Sacerdote all’ingresso della propria Casa dello Zodiaco non era cosa da tutti i giorni e, conoscendo il ragazzo, sapeva che non si sarebbe presentato con la prima cosa che gli capitava a tiro come avrebbe fatto quel bontempone di Bartolomeo.

    Il Cavaliere d’Oro lo salutò con estrema educazione, forse un po’ troppa, ma era probabilmente una degna risposta a quella finta etichetta mostrata dal Toro. Quando, però, sentì il gigante chiedere cosa fosse successo ad Asgard, Rigel s’irrigidì visibilmente, perché avrebbe dovuto raccontare il disguido che era accaduto tra lui e Astra. Bart sapeva già tutto, era stato aggiornato dal Celebrante, ma non era lì per fargliene una colpa, voleva solamente approfondire un avvenimento alquanto strano. Il ragazzo raccontò tutto nei particolari, senza tralasciare nulla e soffermandosi su un dettaglio che il Gran Sacerdote riteneva di estrema importanza. Entrambi i guerrieri, infatti, avevano perso temporaneamente il loro controllo sullo Spirito e quello che doveva essere uno scontro di allenamento, si sarebbe potuto trasformare in un duello all’ultimo sangue. Fortunatamente Rigel era stato in grado di riprendere il controllo di se, e aveva aiutato Astra a fare lo stesso. Lei ne era uscita alquanto malconcia, ma il peggio era stato scongiurato.

    Bartolomeo ascoltò con molta attenzione il racconto, seguendo il Cancro poco fuori dalla Quarta Casa, e quando ebbe finito, incrociò le braccia al petto per approfondire ancora meglio la questione. Guardò l’altro con un’espressione tra il serio e il divertito, perché quello che stava per dire era proprio un esatto mix delle due sensazioni.

    jpg

    Uhm, capisco.

    Sembrava accigliato, ma in realtà stava solo mettendo insieme tutti i pezzi di quel puzzle che non era facile spiegare fino in fondo. Anche per Rigel quella perdita di controllo era stata una sorpresa, che avrebbe potuto rivelarsi potenzialmente pericolosa in futuro. Sia per lui, sia per i suoi compagni di battaglia.

    È interessante ma anche preoccupante quello che le vostre abilità spirituali vi hanno portati a fare.
    Dovremo accertarci che, in un momento critico o di bisogno, questo problema non diventi un pericolo per voi o per i nostri compagni.
    Non possiamo permetterci che una cosa simile accada, per esempio, durante uno scontro contro la Corruzione, perché potrebbe essere un passo falso da cui potremmo non riuscire a recuperare.


    Era fondamentale tenere sotto controllo il fenomeno, perché un cosmo così potente come quello del Cancro non poteva improvvisamente rivoltarsi contro i suoi stessi amici o alleati. Bartolomeo aveva piena fiducia nel ragazzo, in lui più di chiunque altro, ma aveva bisogno della sua massima attenzione per evitare una ricaduta inaspettata.

    Promettimi per favore che mi terrai aggiornato sul tuo controllo degli spiriti, e chiederemo ad Astra di fare lo stesso.
    Nel frattempo, dì a Methos e ai suoi amici fare i bravi, altrimenti se la dovranno vedere con me e con tutto il Grande Tempio.
    Abbiamo tutti i mezzi necessari per fargli passare un brutto quarto d’ora.
    Oh oh oh.


    Ed ecco subito la parte più spensierata, perché il gigante s’immaginava già di prendere a cazzotti gli spiriti che albergavano nel corpo di Rigel una volta che gli esperti del Grande Tempio li avrebbero resi in qualche modo vulnerabili. Trovarsi finalmente faccia a faccia con Methos sarebbe stato interessante e alquanto stimolante. Non era cosa da tutti i giorni poter prendere a pugni uno spirito le cui origini si perdevano nel tempo.

    Astra comunque sta bene e si è ripresa alla grande.
    Il problema è che credo tu abbia creato, forse involontariamente, una rivalità con lei che farai fatica a scrollarti di dosso.
    Eh, mio caro amico, mi sa che hai pestato i piedi a qualcuno di molto orgoglioso e ostinato.
    Spiritualmente parlando, s’intende, oh oh.


    Eh sì, perché Astra, così fissata con il suo onore e il suo nome, non avrebbe mai cancellato il ragazzo dalla sua personale lista nera. Prima o poi sarebbe tornata da lui per chiedere e ottenere vendetta, sempre tra alleati s’intende, e ne avrebbero tutti viste delle belle.

    Adesso non pensiamoci, perché comunque le sane rivalità tra alleati non fanno mai male.
    E cercheremo in tutti i modi di tenere sotto controllo questo vostro contrattempo spirituale.
    Asgard e Atene insieme possono fare molto, e sono certo che gestiremo tutto nel migliore dei modi.


    Ne era davvero certo, e se il Cancro avesse vigilato sui suoi poteri in modo sempre efficace, avrebbero superato anche quell’inaspettata crisi spirituale. Improvvisamente, poi, Bartolomeo cambiò nuovamente espressione, mostrando un sorriso raggiante e spalancò le braccia come per liberare finalmente l’argomento che era venuto a discutere con Rigel. O almeno il suo preambolo.

    Io, però, sono qui per un altro motivo.

    Fece una piccola pausa per incrementare l’attesa e le curiosità, guardando sornione il suo ignaro interlocutore.

    E ho una domanda da farti.
    Rigel, amico mio, sei con me?


    Era una domanda semplice, forse un po’ troppo generica, ma davvero diretta e che richiedeva estrema onestà. La sua espressione si fece interessata, come se volesse scrutare direttamente nei pensieri del ragazzo.

    Sei ancora convinto di combattere al mio fianco, al fianco di Atena e di tutto il Grande Tempio per quello che ci aspetta in futuro?

    Ecco, forse così la domanda si faceva un po’ più precisa, ma era partito proprio da lontano.

    So bene che sembra una domanda così, dal nulla, e senza contesto.
    Ma stai parlando con me, quindi sai già che non dovresti stupirti di nulla.
    Oh oh oh.


    Vero anche quello, perché Bartolomeo era bravo nei discorsi accorati, ma lo era altrettanto nel lasciare Rigel in una suspense degna di un film da Oscar. Doveva ammettere che si divertiva un mondo a tenere il ragazzo sulle spine, ma si era ripromesso di non esagerare. E, proprio per quello motivo, ritornò immediatamente nel vivo della discussione. Lasciò che le braccia tornassero lungo il corpo e cominciò a farsi più serio.

    Vorrei semplicemente sapere se credi ancora in quello che stiamo cercando di fare.
    Per sconfiggere la Corruzione e garantire un futuro all’umanità.
    Anche andando contro tutto e tutti, perché spesso siamo così soli in questa battaglia.


    La solitudine nella lotta contro la Corruzione, nelle decisioni importanti e difficili, stava diventando soverchiante per il Gran Sacerdote, e quelle parole erano il suo primo indizio per far capire la situazione in cui il gigante buono si trovava in quel momento.

    Ne abbiamo passate tante in questi anni, dopo che il mondo è cambiato.
    In Giappone, ad Asgard, solo per ricordarne alcuni. Lì, combattendo insieme, abbiamo vinto.
    Tu ci sei sempre stato per me, per noi.
    Ma quanti Cavalieri, quanti amici abbiamo perso...


    Troppi nomi continuavano a martellare la mente di Bart, perché erano state molte di più le perdite di Cavalieri e amici rispetto alle vittorie sul campo. Certo avevano vinto, e in modo anche consistente, ma il numero di coloro che avevano perso la vita o erano scomparsi senza lasciare traccia era comunque troppo alto.

    ...e quante volte abbiamo rischiato noi stessi di non poter tornare a casa, dai nostri cari.

    Ormai persino Elena aveva smesso di contare le volte che era stata sveglia notte dopo notte per aspettare il ritorno di Bartolomeo, sapendo che non era un evento certo o scontato.

    Lo sai come sono fatto, non obbligherei mai nessuno a dedicarsi a una causa che sembra sempre sull’orlo di essere persa.
    Piuttosto che mettervi in pericolo, andrei da solo ad affrontare quella dannata Corruzione.
    Quindi, se hai qualche dubbio o ripensamento, nessuno te ne farà una colpa.
    Sicuramente non io.


    Il Toro si sacrificava sempre in prima persona, senza mai chiedere lo stesso agli altri. Ma sarebbe stato davvero bello avere qualcuno al proprio fianco con la sincera voglia di combattere le stesse battaglie. Aveva bisogno di un compagno di scudo, di un commilitone, insomma, qualcuno in grado di comprenderlo e sostenerlo anche nelle situazioni più difficili.

    Ma devo sapere se sei con me in questa nostra missione, in tutto e per tutto.
    Una missione che qualcuno potrebbe anche definire pura utopia o follia.


    Era una richiesta difficile, lo sapeva, ma andava fatta. Perché doveva essere sicuro della reale volontà di Rigel nel proseguire in quel cammino di sofferenza. Perché liberare l’umanità e il mondo intero da quel male che li attanagliava, sarebbe stato un percorso in continua salita che avrebbe messo a dura prova la loro volontà.

    Perché, in tutto questo, ho bisogno di qualcuno cui possa affidare senza il minimo dubbio la mia stessa vita e quella della mia Famiglia.

    E alla fine Bartolomeo era stato come sempre diretto e sincero. Aveva bisogno di una semplice risposta da parte del suo amico, prima di affrontare il vero e, fino al quel momento, celato motivo della sua inaspettata visita alla Casa del Cancro.

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    - POST II -



    Rigel ascoltò i commenti di Bart sull'episodio di Asgard, fu ben contento di sapere che Astra si fosse ripresa e che non si fossero create situazioni di tensione con il Regno del Nord a causa sua. Aveva manifestato preoccupazione sul fatto che quelle perdite di controllo potessero ripetersi nel momento sbagliato, e aveva chiesto al ragazzo di tenerlo aggiornato in caso episodi del genere si fossero manifestati ancora. Il Cavaliere del Cancro sorrise.

    Non sono certo di poterlo spiegare bene ma credo che il problema sia già stato risolto, almeno per quanto riguarda me. Per farla breve, a quanto pare non era sufficiente sigillare gli spiriti al mio cosmo; semplicemente dovevo anche metterli sotto controllo. Fino ad ora non si era reso necessario nulla del genere perchè ci ha pensato Methos a tener buoni gli altri due, e lui stesso non ha mai preso il controllo autonomamente per sua scelta se non in casi particolari. Dico bene?

    Quell'ultima domanda sembrava rivolta al Cavaliere del Toro, ma in realtà il ragazzo si stava rivolgendo direttamente allo spirito del guerriero. Chiamato in causa, Methos comunicò attraverso il cosmo di Rigel per parlare anche alla mente del Gran Sacerdote, come era già accaduto in passato.

    Sì, diciamo che la realtà è un po' più complicata. Quello a cui Bart ha assistito, e mi riferisco alla liberazione dello spirito guerriero di Caspian dall'elfo nero, è stato solo il primo dei due processi fondamentali per riunire e tenere a bada i Quattro Cavalieri. Io stesso avevo la capacità di prendere il controllo di Rigel a mio piacimento già dai tempi di Altare, ma... sì, insomma, il ragazzo mi piaceva. Aveva la stoffa, e volevo vedere cosa era in grado di combinare con le sue forze, anche se a volte l'ho aiutato. Poi, forse per volontà del destino, ha incontrato e ha liberato lo spirito di Cassandra, riportandolo da me. Perfino l'Armatura di Cancer mi ha ritenuto degno di indossarla ancora una volta, grazie a lui.

    Lo spirito fece una pausa. Non era una cosa semplice da spiegare in poche parole, ed il Gran Sacerdote avrebbe di certo preferito andare al sodo.

    Perchè io possa trovare finalmente la pace, devo ritrovare gli spiriti dei miei tre compagni. Loro però non sono "accomodanti" come potrei esserlo io, e quindi dopo che Rigel li ha presi con noi hanno cercato di prendere il sopravvento. Tenere a bada Sylas, il primo, è stato abbastanza semplice. Quando si è aggiunto Caspian, tutto si è complicato: serviva che Rigel intensificasse la capacità di controllarli, anzi di dominarli. Forse non è stata un'idea brillante scegliere proprio il combattimento con l'asgardiana - visto anche che ha rischiato di lasciarci la pelle - ma è stato necessario per Rigel imparare questa lezione. Se il ragazzo non fosse riuscito a riprendere da solo il comando delle proprie azioni, un giorno si sarebbe trovato di fronte l'ultimo dei miei vecchi compagni e sarebbe stato sconfitto. Kronos avrebbe preso il suo controllo e distrutto la sua anima, e Rigel sarebbe scomparso per sempre. Ma ora il sigillo posto su Sylas, Caspian ed anche su di me è definitivo, nessuno di noi può più agire contro la volontà di Rigel.

    A quel punto concluse:

    Se però un giorno ci troveremo di fronte Kronos - e questo accadrà, stanne certo - la battaglia interiore si verificherà ancora. Solo che lui non potrà usare gli altri Cavalieri contro contro Rigel.

    Lo stesso Rigel aveva ascoltato con attenzione le parole di Methos, comprendendo alcune sfumature di cui ancora non aveva discusso con lo spirito. Bart invece sembrava aver preso atto di quella storia, che per quanto complessa sembrava abbastanza chiara. Ma poi cambiò argomento.

    Io, però, sono qui per un altro motivo. E ho una domanda da farti.
    Rigel, amico mio, sei con me?


    Il ragazzo si accigliò. Non per disappunto, si intende, ma per la scelta di quelle parole e c'erano due motivi: il primo, perchè non c'era mai stato alcun dubbio al riguardo. Dopo tutto loro erano una famiglia, dai cavalieri fino ai civili. Il secondo motivo, era che una domanda del genere aveva dietro sempre un grosso implicito, e che in solitamente era una bella fregatura. Methos non si trattenne.

    Sì ok, dov'è il tranello?

    Il Gran Sacerdote riprese a parlare, prendendola all'inizio molto alla larga, cercando di spiegare la motivazione di quella sua domanda. La battaglia contro la Corruzione si faceva sempre più difficile, c'erano stati tanti caduti nel tempo anche tra gli alleati, vecchi e nuovi. Tutto quello che era successo ad Asgard nell'ultimo periodo, e che sembrava ben lungi dall'essersi definitivamente concluso, era stato un chiaro segno. Anche la Grecia, per quanto ultimamente non ci fossero state particolari rappresaglie, doveva essere ancora liberata: e questo significava che, sebbene in netta minoranza ci fossero state delle vittorie significative a loro favore, il termine della guerra era spaventosamente lontano. Quando il gigante ebbe terminato, il ragazzo sospirò per poi guardarlo dritto negli occhi e rispondere.

    Chiariamo che so benissimo che se dipendesse solo da te, saresti capace di suicidarti contro il nemico per metterlo definitivamente al tappeto e proteggere tutti gli altri contemporaneamente. E se ti accadesse qualcosa, poi Elena chi la sentirebbe? Con chi credi che se la prenderebbe? Combattere come abbiamo fatto finora è una follia, dici. Probabilmente sì, ma l'alternativa quale sarebbe? Cadere come mosche nella speranza che qualcun altro ci salvi?

    Sorrise, poi la sua espressione si fece nuovamente seria e il suo sguardo deciso.

    No, non possiamo permettercelo. Alla fine ci sarà qualcuno che sopravviverà, qualcuno che salverà o che sarà stato salvato. Ma solo se impegniamo tutti, non è stando in disparte che il problema si risolverà. Anche se si trattasse solo di offrire un bicchiere d'acqua a chi ha sete, noi tutti siamo chiamati a farlo. Forse non lo sai, ma quando Anita mi chiese che cosa ci facessi io al Grande Tempio, io risposi semplicemente "per dare una mano". Poi mi ha portato in Jamir e sai già cosa è successo dopo.

    A quel punto si passò una mano tra i capelli e andò a sedersi su una grossa pietra vicino a loro.

    Certo, che sono con te. Tu sei pronto a sfidare l'universo per proteggere chiunque, pensi davvero che io non sarei lì a guardarti le spalle?

    Fece una pausa, evocando quattro fuochi fatui che presero a volteggiare lentamente sul palmo della sua mano destra. Ognuno di essi sembrava una piccola lanterna danzante.

    Ma Methos ha ragione, tu hai in mente qualcosa o non mi avresti fatto così a tradimento una domanda del genere. Sembravi mia madre adottiva quando iniziava un discorso chiedendo a mio padre "quanto bene mi vuoi?" e puntualmente c'era la sorpresona. Andiamo, vuota il sacco e non menare il can per l'aia.

    Tornò a guardarlo, stavolta di sottecchi, aspettando di sentire la nuova idea matta del Gran Sacerdote. Che però ancora, come prospettiva, cozzava col fatto che lui si fosse presentato in alta uniforme alla Quarta Casa. Si fosse trattato di andare ad Asgard o in qualche altro posto, non sarebbe stata necessaria tutta quella formalità. Forse era proprio per questo che Rigel sentiva puzza d'imbroglio... un imbroglio a fin di bene, visto chi cercava di metterlo in atto, ma sempre un imbroglio.

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    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Sylas» Caspian» Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
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    status mentale » Sereno. Ma cos'è quest'odor di tranello...?
    status armatura » Integra, indossata.
    note » Su, su, che per bluffare a carte scoperte bisogna essere più bravi :asd:
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

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    Un Nuovo Custode della Conoscenza

    Come spesso accadeva quando si parlava con Rigel, non si era mai veramente soli. Non tutti potevano sentire cosa avveniva nel corpo e nello spirito di quel ragazzo, ma a Bartolomeo era stato concesso di far parte ogni tanto di quei dialoghi silenziosi, che solo il Cancro poteva sempre sentire. Il Gran Sacerdote, infatti, fu aggiornato dell’attuale situazione proprio da Methos, che non perse occasione per dimostrare la sua conoscenza di ciò che stava accadendo. Il quadro complessivo era molto più chiaro, meno preoccupante almeno per il momento, ma sicuramente non del tutto risolto.

    Oh oh, ciao Methos!

    Lo salutò parlando al vento, e rivolgendo il suo sguardo un po’ ovunque attorno a Rigel, come se stesse parlando con lui, ma anche con quella sorta di aura che il gigante s’immaginava ogni volta che sentiva la voce dello spirito. Fantasticava su una sorta di presenza alle spalle del ragazzo, magari appollaiato sugli spallacci dell’Armatura.

    Grazie per la spiegazione, adesso è tutto un po’ più chiaro, anche se mi sembra ancora una questione complicata.
    Lo stesso Rigel mi sembrava molto attento alle tue parole, ma sono certo che con il tuo aiuto riuscirete a tenere gli spiriti sotto controllo.
    A dominarli, come hai detto tu, se è questo che serve.
    Sono contento che siate già sulla strada giusta, e se avrete bisogno di qualsiasi cosa, sapete dove trovarmi.


    Quella sembrava proprio una battaglia personale, nella quale solo il Cavaliere del Cancro poteva davvero fare la differenza. In fondo stavano parlando della sua anima e, quindi, lui era certamente il miglior medico spirituale di se stesso. Certo, per qualsiasi necessità il Grande Tempio e lo stesso Bartolomeo avrebbero fatto di tutto per aiutarlo, ma sarebbe stato lui il primo vero guardiano di quella situazione.

    Anche se, caro Methos, non ti avrebbe allettato una bella scazzottata vecchio stile con il sottoscritto?
    Oh oh oh!


    Si riferiva alla sua battuta di prima, quando aveva “minacciato” di far diventare del tutto tangibili gli spiriti che albergavano nel corpo di Rigel per poi prenderli a cazzotti. Immaginava che quel Methos non si sarebbe tirato indietro nemmeno di fronte a quella folle proposta, se mai ce ne fosse stata l’occasione.

    Dopo quella risata di gusto, il Gran Sacerdote cambiò nuovamente espressione per farsi solo un po’ più serio – ma solo un poco, eh – quasi come se le parole che stava per pronunciare pesassero più del solito. Tornò, quindi, all’argomento principale e lasciò cadere completamente quell’alone di mistero, facendosi scappare un sorriso complice sotto i baffi.

    jpg

    Sì sì, lo so, avete già capito che c’è sotto qualcosa e, in realtà, era proprio mia intenzione fare il misterioso fino a un certo punto, oh oh.

    Non si era particolarmente impegnato per mantenere quel segreto di pulcinella, ma doveva ammettere che un po’ ci aveva ricamato sopra. Quanto bastava, perché era giunto il momento di arrivare al punto. Guardò Rigel dritto negli occhi, per attirare tutta la sua completa attenzione su ciò che stava per dire.

    Dovevo capire se quello che sta accadendo a tutti noi non ti avesse in qualche modo fatto cambiare idea su di te, su di me, oppure sul Grande Tempio o magari sul futuro.
    Sarebbe stato normale se tu lo avessi fatto, perché il mondo in cui stiamo cercando di sopravvivere cambia le persone. Con il dolore e la sofferenza.
    Ci ha cambiati tutti , nessuno escluso.


    Sarebbe stato difficile per ciascun essere umano ancora vivo dopo l’Armageddon affermare che nulla fosse cambiato. La Corruzione e tutta quell’inaspettata apocalisse avevano segnato per sempre il destino dell’umanità e del mondo intero. E chi non era morto o mutato in abominio, era stato profondamente cambiato in qualche modo da quell’avvenimento.

    E noi, anche se abbiamo fatto molto, non siamo riusciti neanche lontanamente a fare abbastanza per salvare definitivamente noi stessi e l’umanità dalla Corruzione.
    Ti confesso che anch’io, a volte, fatico a vedere anche solo una piccola luce in questo mondo di tenebra.
    Poi penso alla mia Famiglia, a tutti voi, e questo mi da la forza di andare avanti nonostante tutto.


    Proprio per quel motivo Bartolomeo aveva bisogno di persone su cui contare, persone che avrebbero camminato al suo fianco e non solamente nella sua scia. Non che lui volesse tracciare alcuna scia per qualcuno o diventare un traghettatore di popoli, sia chiaro, ma avere qualcuno che possa affrontare qualunque cosa insieme a te, può cambiare completamente la prospettiva di ogni giornata passata a sopravvivere.

    Sono davvero felice che tu sia un po’ come me.
    Perché non ti sei mai arreso di fronte a nulla, nemmeno quando siamo stati sull’orlo della disfatta.


    Perché erano stati su quell’orlo, proprio come tutte le altre Caste e gli altri guerrieri. Che lo volessero ammettere oppure no.

    Ed è proprio per questo motivo che adesso devo chiedertelo.
    Per davvero questa volta.


    Fece una pausa, sicuramente d’effetto ma principalmente per fare da rispettoso preambolo alla proposta per cui il Gran Sacerdote si era presentato alla Quarta Casa bardato di tutto punto. Aprì leggermente le braccia senza spalancarle, ma dimostrando una sincera apertura per ciò che stava per dire.

    Rigel, amico mio, ho bisogno di te per affiancarmi in questa nostra Missione.

    Non stava parlando di una missione specifica, ma quella che poteva essere definita come la loro Missione di vita. E per Rigel, il tutto sarebbe stato ancora più chiaro con le successive parole del Toro.

    jpg

    Vuoi essere il nostro Eforos, Custode della Conoscenza dei Cavalieri di Atena?
    In memoria di Andrea e di tutti coloro che l’hanno preceduta.
    Per sconfiggere la Corruzione, per garantire un futuro al mondo intero e alle persone cui teniamo.


    Oh, bene, adesso era tutto chiaro.

    Sono certo che andrai alla grande, se solo lo vorrai.
    E sono assolutamente convinto di questa mia scelta, non dubitarne come tuo solito.
    Oh oh oh!


    La domanda era davvero semplice, ma era stata preceduta da un doveroso preambolo. Essere Custodi della Conoscenza comportava enormi responsabilità, e il Cancro sarebbe stato coinvolto direttamente o indirettamente in quasi tutte le decisioni che sarebbero state prese al Grande Tempio. Il ragazzo sarebbe potuto diventare l’opera omnia dei Cavalieri di Atena per Bart, in grado di sapere e approfondire tutta la storia e le conoscenze dei Saint per sostenere le scelte future.
    Un aiuto necessario per quel matto di Gran Sacerdote, direte voi. E non vi sbagliate. Ma vediamo un po’ cosa risponderà il nostro caro Rigel.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Cheffamo? Accetti? :mke:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
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    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    - POST III -



    Rigel percepì la sensazione di un sogghigno da parte di Methos alla proposta di un corpo a corpo con Bart, e per un momento ebbe il timore che lo spirito approvasse e procedesse con uno scambio al comando del suo corpo, alla faccia di quanto aveva spiegato pochi attimi prima al gigante. Poi udì la risposta, con un certo sollievo.

    No, vecchio mio. Non con il corpo del ragazzo. Fossimo stati ai miei tempi, col mio corpo e i miei poteri, sarebbe stato un discorso differente. E non credere che non sarei stato in grado di tenerti testa.

    Lo disse quasi ridendo, e anche a Rigel sfuggì un sorriso: doveva ammettere che uno scontro tra il guerriero - quand'ancora era in vita - e il Gran Sacerdote sarebbe stata comunque una grande esperienza. Da osservare come spettatore, naturalmente. Poi Bart si rifece serio e riprese il suo discorso, ricordando le esperienze condivise dai due e il loro modo di affrontare le cose. Il Cavaliere del Toro non dava per scontato che il Custode della Quarta Casa avrebbe aderito a qualunque sua mossa, quindi si era sentito il dovere di fare quel lungo preambolo prima di arrivare alla vera domanda:

    Rigel, amico mio, ho bisogno di te per affiancarmi in questa nostra Missione. Vuoi essere il nostro Eforos, Custode della Conoscenza dei Cavalieri di Atena? In memoria di Andrea e di tutti coloro che l’hanno preceduta. Per sconfiggere la Corruzione, per garantire un futuro al mondo intero e alle persone cui teniamo. Sono certo che andrai alla grande, se solo lo vorrai. E sono assolutamente convinto di questa mia scelta, non dubitarne come tuo solito.

    E concluse con la sua solita, roboante risata, mentre Rigel sgranava gli occhi dallo stupore. Nell'ultimo Chrysos Synagein, l'unico a cui lui avesse partecipato, aveva assistito proprio alla nomina come Eforos di Andrea del Leone, successivamente scomparsa. E adesso Bart stava riponendo in lui grande fiducia, proponendogli questo incarico.

    ...ma seriamente?

    Per fortuna si era limitato a pensarlo, senza dirlo ad alta voce; dopotutto Bart gli aveva appena detto di essere certissimo della scelta, e non voleva mostrarsi dubbioso sul parere del Gran Sacerdote. Per rompere quel silenzio imbarazzato, Methos riprese la parola.

    Se posso dire la mia, è una grande idea.

    Di che parli?

    Del fatto che ti si addice molto di più usare il cervello che i muscoli, anche se quando serve non ti tiri indietro e dai filo da torcere a chiunque. Dopotutto sei ancora vivo nonostante tu abbia rischiato la vita molte volte, come ogni Cavaliere degno di questo nome. Essere il Custode della Conoscenza potrebbe essere ciò a cui veramente eri destinato ogni volta che hai detto di "voler dare una mano". Non negarlo, è dai tempi del Jamir che ti vedo sempre analizzare qualsiasi cosa.

    Rigel sospirò.

    Non credo che essere Eforos sia esattamente quello a cui ti riferisci, considerata quanta responsabilità c'è in ballo. Ad ogni modo...

    Si alzò in piedi, facendo lentamente svanire i fuochi fatui che aveva evocato in precedenza e che fino a quel momento avevano continuato a danzare sulla sua mano. Poi si inchinò davanti a Bart.

    Se pensi davvero che questo sia il miglior modo in cui io possa offrirti il mio sostegno, Gran Sacerdote, non mi tirerò indietro.

    Peccato che una cosa di quel genere non poteva semplicemente essere accettata. La parte complicata iniziava in quel momento, quindi tornò a raddrizzarsi puntando il suo sguardo negli occhi di Bart.

    Immagino che adesso mi spiegherai anche cosa devo fare nello specifico, non credo che esista un manuale d'istruzioni per queste cose. O dovrò scoprire tutto da solo? Io so solamente che esiste qualcosa di simile ad una biblioteca, nient'altro. Neanche dove essa si trovi.

    La sensazione che Bart potesse rispondergli con un bel "oh, ma io non ne ho la minima idea" si palesò per un attimo nella sua mente. Ma no, il Cavaliere del Toro DOVEVA avere qualche informazione da dargli, se non altro come punto di partenza. A meno che lui stesso non conoscesse il compito che gli stava assegnando, perchè magari lui stesso poteva aver spiegato ad Andrea cosa fare a suo tempo. Era una bella incognita, senza dubbio, ma il ragazzo pensava che di lì a poco avrebbe saputo tutto quanto gli serviva sapere.

    Forse.

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    note » Adesso sono curioso di vedere come Bart spiega il da farsi a Rigel XD
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    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

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    ATTO IV
    Un Nuovo Custode della Conoscenza

    Erano fisicamente in due, ma parlavano in tre, strano ma vero.

    Oh oh, non ne dubito.

    Lo spirito di Methos che albergava il corpo di Rigel rispose alla proposta del Toro per una bella scazzottata in modo rispettoso ma anche estremamente orgoglioso. Era chiaro che un tempo quel guerriero fosse stato qualcosa di straordinario ed era un vero peccato che non potessero confrontare i loro poteri in modo aperto e diretto. Quello, magari, sarebbe potuto essere un argomento per il futuro – perché non si poteva mai sapere se, in qualche modo, Bartolomeo e Methos avrebbero mai potuto testare la loro rispettiva forza alla massima potenza – ma in quel momento l’attenzione era decisamente concentrata altrove.

    Bart, infatti, si aspettava di vedere Rigel titubante, quasi insicuro, e fu esattamente così. Quella era una caratteristica propria del ragazzo, che in realtà lo rendeva una persona speciale. Perché l’indecisione può essere considerata un difetto, specialmente se riferita a un guerriero, ma nel caso del Cancro sembrava quella caratteristica che lo rendeva più... umano. Lui non era il Cavaliere che si ergeva sopra tutto e tutti, quasi trascendendo la sua natura umana, come un Santo inarrivabile che si è avvicinato più alla Dea che all’uomo. No, lui era semplicemente Rigel e, indipendentemente da tutto, rimaneva tale anche se era uno dei più forti guerrieri del Grande Tempio e, molto probabilmente, del mondo intero. Qualcuno con le sue potenzialità avrebbe potuto sconvolgere la Terra stessa se solo lo avesse voluto, ma il Cancro era rimasto il giovane timido e un po’ impacciato di sempre. Tutto ciò lo rendeva speciale, soprattutto agli occhi di Bart, che vedeva in lui una sincerità e una trasparenza fuori dal comune. Anche il Toro, in un certo senso, era come lui. Il gigante era solamente (molto) più spontaneo e diretto. Il ragazzo, quindi, era semplicemente il candidato perfetto per l’incarico che Bart voleva affidargli, essendo capace di unire un animo così buono e genuino a una mente sempre molto analitica e mai sazia di conoscenza.

    Bartolomeo sorrise mentre Rigel pensava alle parole del Gran Sacerdote, riuscendo quasi a vedere le rotelle della sua mente che giravano per elaborare quella richiesta così importante e inaspettata. Fu incredibilmente felice quando Methos decise di prendere in mano la situazione, spronando il ragazzo dove non si voleva spingere per rispetto e anche per un po’ di sottostima personale. Quella fu la miccia che fece scattare il fuoco che Bartolomeo stava cercando, perché il Cavaliere del Cancro, seppur sempre un po’ titubante, accettò pienamente la richiesta del gigante. Il Toro allargò le braccia sorridendo a trentadue denti, sollevato che quel primo passo fosse andato alla grande. Si rivolse, poi, a Rigel per cementare ulteriormente quel loro discorso, in un modo tutto suo, ovviamente.

    jpg

    Certo che lo penso davvero e, come vedi, anche Methos è d’accordo con me.
    Quindi non hai scampo, oh oh.


    Quello spirito millenario e tutto strano – da che pulpito, tra l’altro – era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso dalla parte giusta, evitando che si rompesse. Era ormai chiaro che il giovane si fosse convinto dopo quella magistrale manovra a tenaglia.

    Grazie figliolo per aver accettato, non puoi nemmeno immaginare quanto tutto questo sia importante per me.

    Ed era proprio vero, Rigel non avrebbe mai potuto immaginarlo nella sua interezza. Il ragazzo avrebbe potuto intuire quella sorta di tormento che da tempo faceva ogni tanto calare una flebile ombra su quel carattere sempre così positivo e gioviale del Gran Sacerdote. Non poteva sapere, però, di tutte le preoccupazioni che a volte non lo facevano dormire la notte, del dolore per la perdita di amici che considerava parte integrante della sua Famiglia, della responsabilità di vite innocenti che gravava sulle sue spalle. Forse l’affinità con l’abilità dello Spirito propria del Cavaliere del Cancro avrebbe potuto fargli cogliere un piccolo sentore di quell’ombra, ma sarebbe riuscito a toccare solamente la punta di un grosso iceberg.

    Quindi, sì, il fatto che Rigel avesse accettato di ricoprire la carica di Eforos, del Custode della Conoscenza del Grande Tempio, era davvero un fatto importante per Bartolomeo. Non che fosse contento di aver “trascinato” qualcuno nella responsabilità che i Cavalieri di Atena avevano nei confronti del loro popolo e dell’intera umanità, ma almeno avrebbero potuto cominciare a sostenere quel macigno insieme. E se un giorno Bart fosse caduto, il Grande Tempio – e la sua stessa Famiglia – avrebbe avuto qualcuno di altrettanto forte su cui contare.

    Non era il momento di pensieri negativi, perché avrebbero dovuto celebrare quella nuova nomina. Prima, però, Rigel avrebbe dovuto fare quel primo e fondamentale passo per abbracciare per davvero la carica di Eforos. Il ragazzo si aspettava una guida passo-passo, un cicerone che lo accompagnasse come Virgilio con Dante, ma purtroppo non funzionava così. Andrea prima di lui aveva imparato con l’esperienza diretta cosa volesse dire essere Custode della Conoscenza, così come Bart aveva dovuto imparare in fretta a districarsi in quella carica così soverchiante qual era il Gran Sacerdote. Il gigante incrociò le braccia al petto e guardò il giovane arricciando le labbra e alzando il sopracciglio sinistro, facendo il finto offeso per quella richiesta così disperata – che capiva perfettamente, ma per cui non poteva fare molto.

    E tu ti aspetti che io abbia preparato anche il manuale d'istruzioni?
    Dai, non ci credi davvero nemmeno tu.


    Il sorriso tornò immediatamente sulle sue labbra, perché trovava molto divertente quello che stava per dire.

    Io sto ancora capendo come funzionano tutte queste… cose da Gran Sacerdote, ci manca solamente che abbia anche il manuale del giovane Eforos.
    Oh oh oh.


    Fece volteggiare la mano destra in aria quando disse “cose” in quel modo così sbarazzino, perché non gli veniva in mente un termine più adatto. Ancora lui stesso non riusciva a descrivere tutto ciò che aveva dovuto imparare in quanto Gran Sacerdote, e continuava a trattare tutto nel suo modo fintamente superficiale.

    Però ti ho portato un regalo, che è anche l’unica cosa che davvero ti serve per quest’incarico.

    Infilò una mano nel mantello e ne estrasse un oggetto dalla forma complessa, composto di Oricalco, inciso con iscrizioni che gli avevano detto fosse Lemuriano. Allungò quel piccolo costrutto verso Rigel, perché potesse finalmente farlo suo.

    È la chiave della Biblioteca, che abbiamo recuperato dal Tempio del Leone dopo la scomparsa di Andrea.

    Gli faceva ancora male ricordare quel misterioso avvenimento, ma era giusto far capire al ragazzo che il ruolo di Eforos si era come automaticamente ripristinato dopo la scomparsa della Leonessa. Questo significava che lei, probabilmente, non c’era più o che, comunque, non era più legata a quella responsabilità. Rigel, quindi, sarebbe stato un degno successore e non un “usurpatore” dettato dalla necessità del momento.

    E con questa chiave potrai accedervi quando e dove vorrai.
    Quel luogo non fa parte della nostra dimensione e, grazie a questo artefatto, potrai anche portarla sempre con te.


    Misteriosa e pratica, non c’era che dire. Avrebbe, quindi, atteso che il Cancro accettasse quell’importante oggetto per poi proseguire con le tanto agognate istruzioni, che probabilmente sarebbero state molto diverse da quello che Rigel si aspettava.

    Andrea aveva scoperto i segreti delle Biblioteca esplorandola in prima persona.
    Immergiti in questa Conoscenza, falla tua, e ritorna da noi come nuovo Eforos.


    Lo guardò con maggiore intensità, perché sapeva che non sarebbe stato un compito facile per il ragazzo. Il Cancro, però, secondo Bartolomeo era la persona più adatta a ricoprire quel ruolo, quindi non aveva dubbi che ce l’avrebbe fatta.

    Mi fido di te, Rigel.
    Non avrei potuto fare scelta migliore, anche se tu non vuoi ancora crederci.


    In quel momento era tutto nelle mani del giovane Cavaliere, e il Gran Sacerdote non avrebbe potuto interferire in quel rito d’iniziazione. La Biblioteca avrebbe dovuto accettare il ragazzo per permettergli davvero di diventare Eforos. E non ci sarebbero stati scorciatoie o manuali d’istruzione. Rigel doveva dimostrarsi degno di custodire quella chiave e l’accesso alla Conoscenza del Grande Tempio. Solo lui poteva fare la differenza tra successo e fallimento.

    Con il sorriso sempre stampato sulle labbra, infine, Bartolomeo salutò con la mano destra il ragazzo come se avessero appena finito una partita a calcio, invitandolo per la partita successiva dopo un po’ di riposo. In quel caso, il Gran Sacerdote stava spronando il futuro Eforos a intraprendere il suo cammino verso quell’importante carica, lasciandogli la libertà su come approcciare quella prova.

    Vieni a trovarmi quando avrai finito, così mi racconterai per bene com’è questa Biblioteca.
    Nessuna fretta e prenditi il tuo tempo, anche perché non saprei dirti esattamente cosa ti aspetta.
    Oh oh oh.


    Si voltò per tornare alla Seconda Casa, immaginandosi che Rigel, quasi sicuramente, lo avrebbe maledetto mentalmente con tutte le imprecazioni che conosceva, ma senza mai pronunciarle ad alta voce.

    Forza figliolo, credo in te.

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    Riassunto:
    Ti consegno la chiave della Biblioteca e, come anticipato, lascio a te la libera interpretazione di come affrontare questa sorta di “rito d’iniziazione”. Quello che dovrai fare è accedere alla Biblioteca (prendendo come riferimento quanto già impostato qui, che era stato allineato con Gorth ai tempi di Wild), incontrare Mnemone (che è Erhul, il primo Acquario; recuperati il mega riassuntone qui se vuoi rinfrescarti la memoria sul Santo), e farti accettare come Eforos. Fatto questo (che puoi gestire come post unico o più post, a tua libera scelta) richiama Bart telepaticamente, oppure affacciati sul retro della Seconda Casa, così mi dici com’è andata :asd:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    - POST IV -



    Un oggetto così piccolo per una responsabilità tanto grande. Il ragazzo osservò il costrutto, la chiave della Biblioteca di cui Andrea, e forse in precedenza anche Anita, erano state custodi. Somigliava ad una stella a sette punte e solo in un secondo istante di osservazione Rigel si rese conto che di lato vi era insertata una sottile catenella, che permetteva così di poter indossare la chiava come fosse un medaglione. Il ragazzo prese in mano alcuni anelli della catena, sollevando così l'oggetto alla luce del sole per poterlo meglio contemplare, mentre il Gran Sacerdote si allontanava di buon umore dando praticamente per scontato che la pratica fosse archiviata, mentre lui doveva capire cosa fare. Perchè naturalmente non c'era un libretto di istruzioni, e neanche Bart sapeva come funzionasse la questione... ma forse solo perchè l'omone aveva dovuto svolgere altri tipi di mansioni più consone al suo essere.

    Rimase lì impalato per diversi minuti, senza pensare a nulla se non all'oggetto che aveva davanti agli occhi.

    Oh, inutile rimandare o starci a pensare. Facciamolo e basta.

    Lo disse più a sè stesso che a qualcuno in particolare, che poteva essere Methos o l'intero gruppo delle anime che lo accompagnavano; infine, senza tante cerimonie, indossò il medaglione al collo pensando a come poteva essere questa fantomatica biblioteca. E scomparve nell'aria.

    *****************



    Si dice che la quiete sia una prerogativa di qualsiasi luogo di studio. La biblioteca incarnava completamente questo luogo comune, semplicemente perchè realmente in pochi erano liberi di attraversarne la soglia e ciò accadeva molto raramente; ciò nonostante essa non era mai vuota. Quel luogo aveva un'apparenza che non si poteva facilmente descrivere: per lo più era colma di libri, disposti ordinatamente su scaffali e librerie; ma erano presenti anche altri oggetti particolari, come un telescopio e altri utensili che sembravano essere usciti direttamente da qualche antico laboratorio, come quelli che si potevano immaginare nelle case dei maghi.

    s3kjYME

    Ma la cosa che su tutte dominava in termini di colpo d'occhio, era il soffitto. La volta di quel luogo era di vetro, quindi era possibile guardare verso l'esterno; ma fuori non si poteva godere della luce del sole, non si potevano distinguere il dì o la notte. Fuori c'era solo il buio dello spazio infinito, e le luci di miliardi di stelle e galassie; qualcosa che all'apparenza poteva sembrare di scarsa attrattiva, certo, ma per chi cerca la conoscenza... quella, senza dubbio, è la grandiosa sensazione che l'uomo può provare nello scrutare l'infinito.

    A quella vista non si faceva mai l'abitudine, e questo valeva anche per l'unico abitante di quel luogo isolato da qualsiasi tempo e dimensione: a vederlo, si poteva pensare che si trattasse di un fantasma, oppure di un dio, o magari di un umano senza età. Nessuno poteva dirlo con certezza, forse neanche Mnemone stesso sarebbe stato in grado di dire chi era, o cosa era stato. Se fosse vivo oppure morto. Lui semplicemente ERA.

    Aveva sollevato lo sguardo da uno dei suoi libri verso le stelle dell'eclittica, e vide che le stelle del Cancro, da Acubens ad Altarf, avevano preso a brillare ardentemente e così la nebulosa del Praesepe. Non sorrise, non cambiò espressione, forse non era neanche capace di farlo: si limitò ad osservare il movimento di quelle stelle, che in qualche modo si staccarono dal cielo e andarono a convergere verso il centro della sala, che si riempì di luce per un singolo istante per poi tornare com'era prima, in una sorta di penombra. Un giovane, forse poco più che ventenne, era lì dinanzi a lui e si guardava intorno con occhi colmi di meraviglia. Non lo aveva ancora notato, ma Mnemone lo conosceva: e aveva colto la natura particolare della sua anima, legata ad altri spiriti che nessuno, nemmeno quel ragazzo vedeva. Fino a quel momento, almeno, perchè in quel luogo le cose funzionavano diversamente dal mondo "reale", e lui avrebbe provveduto affinchè colui che poteva diventare il prossimo Eforos potesse svolgere il suo compito senza interferenze esterne.

    *****************


    Rigel non si aspettava uno spettacolo del genere, nè tantomeno di poter arrivare direttamente alla biblioteca semplicemente indossando la chiave: un attimo prima era nei giardini della IV Casa, e adesso... sembrava di essere in una sala di un vecchio castello, ma guardando l'esterno dall'unica vetrata che si estendeva per l'intera volta di quel luogo, aveva la sensazione di essere sulla Luna. Non si sentiva più leggero, percepiva solo un assoluto silenzio che però non era soffocante, anzi gli trasmetteva una sorta di pace interiore.

    Incredibile...

    Si ritrovò a pensare, guardando i libri, le librerie, il telescopio, altri strani oggetti e le porte che conducevano ad altre sale apparentemente simili a quella, almeno per quanto lui poteva vedere. Poi colse la sensazione di essere osservato da qualcuno, e spostò lo sguardo attorno a sè. Fu allora che notò la figura incappucciata, seduta su un piccolo trono, con un libro aperto in grembo, che lo guardava senza proferire parola. Stava per dire qualcosa, ma si bloccò: poco più a destra di quello scranno, aveva visto un tavolo con altri posti che erano occupati da qualcuno. Sulle prime credette che potessero essere altri Custodi della biblioteca, ma qualcosa lo spinse a fare un passo verso quelle quattro figure. Methos, Sylas, Caspian e Cassandra erano seduti a braccia conserte attorno ad uno dei tavoli, immersi in un sonno profondo.

    Per la prima volta gli spiriti erano fuori dalla sua mente. Udì quindi un fruscìo: la figura incappucciata si era alzata e si era portata vicino a lui, e il libro che prima aveva in mano adesso fluttuava in aria, aperto verso di lui. Il ragazzo distinse lettere dorate materializzarsi sulla carta simile a pergamena

    Non meravigliarti di ciò che vedi, Rigel di Cancer. L'accesso a questo luogo è concesso solo a chi ha avuto la fiducia di chi governa il Santuario di Athena, e a nessun altro. Può esistere un solo Custode della Conoscenza, e colui che ricopre questo ruolo deve fare affidamento solo sulla propria mente ed il proprio giudizio, senza interferenza alcuna. I tuoi... amici, se così possiamo definirli, torneranno ad essere legati al tuo spirito ogni qual volta tu ritornerai al tuo piano di esistenza; ma qui non è loro concesso di accedere.

    Il ragazzo attese diversi secondi, doveva metabolizzare quanto gli stava accadendo. Methos e gli altri fuori dal suo corpo, un fantasma - o qualcosa di simile - che gli parlava attraverso un libro, il tutto in un viaggio imprevisto verso un posto sconosciuto. E ancora doveva iniziare una prova o qualcosa di simile. Inspirò profondamente, per poi rivolgersi al suo interlocutore.

    Chiedo scusa per il mio comportamento, è stato tutto decisamente inaspettato. Temo di avere molte domande da rivolgervi, e non vorrei sembrare scortese o sfacciato. Avete già dimostrato di conoscere la mia identità, e mi sembra di capire che questo posto si trovi in una dimensione diversa da quella in cui vivo normalmente. Gli spiriti legati alla mia anima... siete voi ad averli separati da me? Siete forse anche voi un Eforos?

    L'altro spostò lentamente il capo, senza proferire verbo. Il libro emise una flebile luce dorata, e nuove parole apparvero in coda alle precedenti.

    Forse sì, un tempo si sarebbe potuto dire qualcosa del genere, ed avevo un nome che altri erano liberi di pronunciare. Ora solo i custodi si rivolgono a me, e lo fanno chiamandomi Mnemone, colui che ricorda. Quanto agli spiriti, non io, ma la biblioteca stessa ha operato la separazione: solo a te è concesso accedere alla conoscenza qui custodita e decidere come condividerla, ed ecco che si rivela subito una sfumatura della conoscenza: essa si basa sulla verità. Tutto ciò che tu conoscerai e apprenderai, verrà conservato qui attraverso il tuo ricordo così come è stato per i tuoi predecessori; ma cosa accadrebbe se le informazioni in tuo possesso fossero inesatte o false? La conoscenza sarebbe alterata e distorta, ciò che è falso si mescolerebbe a ciò che è vero senza poterli distinguere. Quindi l'importanza del tuo ruolo ricopre anche questo compito.

    Il ragazzo non credeva a ciò che leggeva. Certo non si aspettava di fare semplicemente il bibliotecario di paese, ma le implicazioni di quanto Mnemone gli stava rivelando erano molto più grosse di quello che lui si aspettasse.

    Questo significa che io dovrei sempre cercare di arrivare a ricostruire la verità su ciò che accade o è accaduto in passato? Posso capire che sia necessario, dato che gli uomini interpretano ciò che accade secondo una propria lettura e non secondo una scala assoluta, ma come posso io riuscire a fare qualcosa del genere? Non credo che basterebbe una vita intera per ricostruire le verità di un tempo inferiore ad un anno, come è possibile riuscire nell'intento? Ditemi come fare, ve ne prego.

    L'altro annuì nuovamente, per poi spostarsi verso il telescopio mentre anche il tomo si spostava leggermente, inducendo Rigel a seguire entrambi. La pagina del libro si voltò per mostrare quella successiva, nuove parole apparvero, riempiendo la carta come un fiume in piena.

    Ciò che prima di tutto devi comprendere è che, in questa dimensione, il tempo non esiste. Da questo luogo puoi osservare gli eventi del presente e del passato, fermarli e studiarli da diversi punti di vista; più fonti avrai, più sarà ricco l'evento che vorrai conoscere. Le tue fonti sono gli altri Cavalieri di Athena, i loro ricordi vengono conservati tra queste mura, come lo sono i tuoi. Per questo è vitale arrivare a conoscere la verità: i falsi ricordi alterano la conoscenza, ma l'incrocio di più conoscenze può evidenziare le incongruenze osservando lo stesso evento da angolazioni differenti. La nostra visione arriva dove arrivano gli altri Cavalieri, ed è fondamentale che tu sia una cosa sola con i tuoi compagni. Questo posto cresce grazie all'unione tra i Cavalieri ed il loro Eforos: delle oltre cento sale che compongono questo luogo, originariamente ne era presente solo una.

    Il libro voltò nuovamente pagina. Mnemone vide che il ragazzo assimilava con rapidità crescente tutte le informazioni che gli forniva, quindi pensò di ripetere lo stesso discorso che fece all'ultima persona che lo aveva preceduta, come se fosse un copionegià predisposto e che nell'arco dei secoli aveva più volte recitato:

    La nostra sapienza non è infinita, per questo il numero di queste sale sarà sempre limitato. Una sapienza enorme per un uomo comune, ma non sconfinata da un'ottica più ampia. Sono due le regole invalicabili che governano questo luogo e che dovrai accettare, per essere un Eforos:
    La prima regola è che non si può vedere il futuro. In qualsiasi momento è possibile tornare al passato, per chiarirci qualche evento oscuro. Ma mai sarà possibile, per noi, vedere e registrare un evento prima che questo si verifichi.
    La seconda regola, ben più importante, è che, per noi, è possibile vedere lì dove è presente un Cavaliere di Athena. Questo apre due diversi ordini di problemi. Il primo è che, con così tanto materiale, se non sappiamo dove cercare tutti quei libri rimarranno lettera morta. Il secondo, Rigel, è che possiamo arrivare solo fin dove le costellazioni ci permettono di vedere. È capitato, e nemmeno io posso decifrarle, che queste si affievoliscano, quando un Cavaliere agisce perché nessun altro lo scopra, o perché custodisce un segreto.


    Rigel cercava di cogliere le nuove implicazioni di quelle parole: il custode della conoscenza non aveva accesso realmente a tutta la conoscenza, ma doveva cercare di ricostruirla raccogliendo quanto più possibile anche attraverso i ricordi dei suoi compagni e ciò che muoveva le loro azioni. Il discorso proseguì:

    Per questo non conosciamo il destino di Andrea, che ti ha preceduta: il suo legame con l'armatura di Leo si è infranto, e non abbiamo certezze sul fatto che sia viva o morta. Per lo stesso motivo, grazie a te e alla storia che Methos ti ha raccontato, ora conosciamo qualcosa di più della storia di re Karlash. In tal senso, tu sei i miei occhi fuori dalla biblioteca allo stesso modo in cui i tuoi compagni saranno i tuoi occhi: a me il compito di conservare i vostri ricordi.

    Mnemone invitò Rigel con un gesto ad avvicinarsi al telescopio, per osservare qualcosa. Gli mostrò l'istante in cui era scomparso dalla Quarta Casa, il tempo andò a ritroso fino al suo colloquio con Bart, rivivendolo attraverso i propri occhi. E poi di nuovo, stavolta con quelli del Cavaliere del Toro. Un evento di portata piccolissima rispetto a quanto già conosceva, eppure rivedersi attraverso altri occhi fece comprendere ancora di più quelle sfumature cui Mnemone aveva fatto riferimento. Colui che ricorda aveva appena iniziato a far capire al ragazzo quanto grande fosse quel compito, ed era arrivato il momento di porre a Rigel, Cavaliere del Cancro, la domanda che lui aspettava. Il libro voltò nuovamente pagina:

    Ciò che è segreto, tu dovrai rivelarlo. Ciò che è nascosto, tu dovrai portarlo alla luce. Ciò che è dimenticato, tu dovrai ricordarlo. La tua conoscenza si nutrirà di questa biblioteca, ed ogni cosa che tu conoscerai al di fuori, la biblioteca la conserverà per sempre. È questa la natura del nostro patto.

    Un'ultima pausa, per il tempo che Rigel necessitava a leggere quelle parole. Poi, la domanda.

    Accetti?

    Il ragazzo ebbe un attimo di titubanza, poi ricordò le parole di Bart... che aveva appena riascoltato, osservandole dal telescopio della biblioteca. Proprio lui gli aveva detto di non fare il difficile e di non sminuirsi, di non essere titubante. Nel suo cuore decise, e in quell'istante un calamaio ed una penna d'oca comparvero davanti a lui, Mnemone che lo fissava con gli occhi grigi dal profondo del suo cappuccio. Poi sorrise, prendendo la penna, intingendola nell'inchiostro e scrivendo a sua volta sul libro.

    Io, Rigel, accetto. Da ora e fino alla mia fine.

    Con meraviglia si accorse che la propria scrittura era identica a quella di Mnemone, ma non fece in tempo a dar voce al suo stupore. Una folata di vento improvvisa gli aveva trasportato vicino al volto una foglia del giardino. Era di nuovo alla Quarta Casa.

    Mnemone osservava la quarta costellazione. Sapeva che il ragazzo sarebbe tornato presto e si chiese quanto la conoscenza si sarebbe accresciuta, con il cuore di quel ragazzo.

    *****************


    Quindi adesso che si fa?

    Rigel aveva raccontato a Methos della sua visita alla biblioteca e di come sia stato temporaneamente isolato da lui e dagli altri, cosa che lo aveva leggermente indispettito per il fatto di essere stato tagliato fuori.

    Direi che c'è poco da fare, se non continuare a vivere e rimboccarsi le maniche.

    Ma pensa, "Rigel il saggio" del Jamir è tornato a visitarci? Era un po' che non ti vedevo così riflessivo, ho faticato tanto per farti sciogliere un po' e adesso è tornato tutto come prima?

    Rigel rise, colse l'ironia della battuta e ricordò com'era ai tempi dell'addestramento.

    Forse è vero, il saggio è tornato a farsi vivo. Ma forse è una cosa necessaria, per il tipo di compito che mi aspetta. Ad ogni modo vedrai che ci penserà Bart a tenerti allegro, se io diventerò troppo noioso.

    Già, Bart. Doveva ancora andare a riferire l'accaduto, ed era passata non più di una mezz'oretta da quando era rientrato alla Quarta Casa.

    D'accordo, andiamo a far visita al Gran Sacerdote e vediamo quante belle risate che si farà.

    Le risate me le farò io, quando cercherai di spiegargliela in modo semplice...

    Il ragazzo sorrise ancora, si sgranchì le membra e iniziò la sua discesa verso la Seconda Casa. Era quasi certo di trovare il Gran Sacerdote in attesa a braccia conserte e fremente di curiosità, ma magari avrebbe dovuto anche lui presentarsi con tutti i crismi alla Seconda Casa.



    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Sylas» Caspian» Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VII]
    status fisico »
    status mentale » Sereno. Ma cos'è quest'odor di tranello...?
    status armatura » Integra, indossata.
    note » Allora, una cosa la dico subito: la parte di dialogo sulle due regole della biblioteca e della firma l'ho praticamente copiata e incollata, con qualche minima variazione, perchè era talmente BELLA che qualsiasi reinterpretazione da parte mia avrebbe fatto totalmente schifo. Wild è stato troppo bravo, non si discute. Tra l'altro la faccenda lo stesso Mnemone potrebbe giustamente averla ripetuta talmente tante volte che ci starebbe pure. A parte questo, ho interrotto lì perchè non sapevo se preferivi aspettare sulla porta oppure dentro la Seconda Casa. A te.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

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    Un Nuovo Custode della Conoscenza

    Bart era già rientrato alla Seconda Casa, aspettandosi di rivedere Rigel dopo qualche tempo, magari ore, magari giorni. Aveva sentito chiaramente il cosmo del Cancro svanire dalla loro realtà per entrare molto probabilmente in quella della Biblioteca. Invece, poco dopo, circa una mezz’ora, percepì in lontananza il potere delle stelle riapparire dal nulla alla Quarta Casa, più forte che mai, e si stava avvicinando sempre di più. Evidentemente l’amico era già tornato, ma in quel momento il gigante non sapeva ancora cosa pensare. Era andato tutto bene? Era riuscito a superare quella misteriosa prova che si celava dietro ogni nomina di un Eforos?
    Non c’era che scoprirlo.
    Con un sorriso colmo di convinzione e speranza, il Gran Sacerdote si rialzò dalla sedia su cui si era da poco seduto dopo aver tolto l’Armatura, e uscì dal retro della Seconda Casa in tenuta decisamente meno formale e più consona a quel pazzo di Toro. Jeans e maglietta, come al solito, dimenticandosi dell’etichetta e della finta rigidità con cui poco prima si era presentato alla Casa del Cancro. Vide Rigel in lontananza, ma ad ogni passo era ormai chiaro che le cose erano probabilmente andate nel verso giusto. Nella presenza cosmica del ragazzo non percepiva alcuna ombra, anzi, era più luminoso che mai, come un faro che illumina la notte. Bartolomeo sorrise in modo gioviale e accogliente, incamminandosi verso l’amico a braccia aperte.

    Hai già fatto?
    Pensavo fosse più difficile essere accettato come Eforos, magari ci provo anch’io.
    Oh oh oh.


    jpg

    Nelle sue parole, seppur scherzose, non c’era nemmeno un briciolo di dubbio sul fatto che Rigel fosse riuscito nell’intento. Aveva scelto l’amico perché era fermamente convinto delle sue capacità, probabilmente più dello stesso ragazzo, e aveva voluto cercare di “spingerlo” nella direzione che gli sembrava più giusta. Solo lui avrebbe potuto decidere se quella potesse essere la sua strada, ma sembrava proprio che non si fosse sbagliato con quella scelta.

    Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta!

    Bart era solamente meravigliato della velocità con cui tutto si era svolto e concluso, anche se doveva ricordarsi di come la Biblioteca fosse su un altro piano esistenziale. Chissà cos’era successo in quel luogo. Beh, non restava che chiederlo con enorme curiosità.

    Quindi? Com’è stato?
    Dai, figliolo, raccontami tutto per bene che sono curioso.


    Gli fece un occhiolino complice, perché voleva proprio sentire il racconto di quell’esperienza.

    E probabilmente ho già una domanda per il nostro nuovo Eforos.

    Forse Rigel era ancora alle prime armi come Eforos e non avrebbe voluto certo metterlo in difficoltà, ma se avesse percepito sicurezza nel ragazzo, gli avrebbe raccontato dell’incontro che il Toro aveva da poco avuto con uno Spectre. Quella donna dai capelli rosso sangue era evidentemente un Risorto al servizio di Ade, nonché un ex Cavaliere di Libra. Lui non l’aveva mai conosciuta direttamente in vita, ma doveva essere stata una guerriera del Grande Tempio per indossare quell’Armatura anche dopo la morte e, quindi, doveva essere riportata o documentata da qualche parte nei registri di Atene. Fino a quel momento non erano mai venuti a conoscenza di nessun Cavaliere Risorto, almeno non di recente, quindi dovevano cercare di tenersi pronti a ogni evenienza.
    E quale occasione migliore per “sfruttare” degnamente le conoscenze del nuovo Eforos?

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    Riassunto:
    E bravo il mio caro Rigel! Adesso raccontami per bene com’è andata e magari poi parliamo della Rossa (che Bart ha incontrato qui) :asd:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    Eternal Champion

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    UN NUOVO CUSTODE DELLA CONOSCENZA

    - POST V -



    Il ragazzo capì che la parte formale di quella missione era terminata quando si ritrovò a vedere Bart in "abiti incivili", come qualcuno poteva scherzosamente dire, sull'ingresso della Seconda Casa. Il solito sorriso, le braccia spalancate, la risata roboante. Per un attimo ebbe un semplice pensiero che gli risuonava nella testa:

    Sì, sono tornato. A casa.

    Naturalmente il Gran Sacerdote fremeva dalla curiosità di sapere come fosse andata, e non aveva l'aria di aver dubitato neanche per un secondo che l'esito del compito potesse essere stato diverso da ciò che si aspettava sul ragazzo. E aveva già una domanda da porgli a quanto sembrava.

    Sì, sono curioso anch'io di sapere come andata. Anzi, lo siamo tutti noi.

    Per un momento il ragazzo si chiese quanto potesse rivelare di quella sua esperienza, ma Mnemone non gli aveva posto divieti in merito. Certo non era il caso di raccontare quei momenti e quanto appreso a chiunque gli passasse davanti, ma immaginò che il Cavaliere del Toro, in quanto Gran Sacerdote, potesse venire informato senza remora alcuna su ciò che lui aveva appreso in quel tempo che per lui era sembrato interminabile e che invece, dopo una rapida occhiata alla posizione del sole, era durato giusto il tempo della sua lenta discesa dalla Quarta alla Seconda Casa.

    Beh, ecco... non è facile da spiegare, ma ci proverò.

    Cercando di non dimenticare nulla, il ragazzo iniziò a raccontare di come si era ritrovato nella biblioteca che sembrava essere posizionata sulla Luna ma che in realtà quello era un differente piano di esistenza, di come avesse conosciuto l'uomo che si faceva chiamare Mnemone o Colui che Ricorda, di come aveva visto gli spiriti in stato di quiete sopiti e separati dal proprio corpo, di come il custode gli avesse mostrato il potenziale di ristudiare gli eventi passati sfruttando il modo diverso del fluire del tempo in quel piano di esistenza rivedendo il dialogo che avevano avuto poco prima dagli occhi dell'altro, di come Mnemone comunicasse attraverso il libro e senza parlare, del loro contratto che era stato sugellato.

    Questo spiega perchè siamo stati tagliati fuori. Forse ciò che succede tra la biblioteca e i suoi custodi è qualcosa che deve rimanere necessariamente tra loro.

    Fu il commento laconico di Methos, che sarebbe stato curioso di vedere quel luogo mistico ed il suo guardiano.

    Anche se il modo di fare di questo Mnemone mi ricorda qualcosa, chissà se in passato ci siamo già incontrati, dato che lui si ricorda di me.

    Da quello che ho capito, in realtà dire che l'Eforos sia io è un'affermazione inesatta. Credo sia più giusto dire che io ricopra una parte di quell'incarico, e che insieme a Mnemone possiamo raccogliere e studiare tutto ciò che è accaduto e che sia esplicitamente legato a noi Cavalieri di Athena, nella misura in cui essi stessi condividono con noi un legame forte come quello che si basa sulla verità e sulla lealtà. Un po' come è stato per noi e Dha quando ci siamo ritrovati in quella balorda situazione... ti ricordi la nostra reincarnazione in re Richel e i suoi figli?

    Al solo ricordo di quella faccenda ebbe un brivido di disagio, per fortuna era un episodio parecchio lontano. E a quel punto non ebbe che da concludere il discorso.

    Spero di riuscire a capirci meglio qualcosa con il tempo. E dato che hai già una domanda per l'Eforos, vediamo se il primo incarico può servire a prenderci la mano. Cosa devo cercare, esattamente?

    Un nuovo inizio come Cavaliere d'Oro del Grande Tempio, un nuovo modo per aiutare l'umanità a sopravvivere e magari - chissà - un piccolo passo in avanti per mettere fine al caos della Corruzione.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Sylas» Caspian» Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VII]
    status fisico »
    status mentale » Sereno. Ma cos'è quest'odor di tranello...?
    status armatura » Integra, indossata.
    note » Direi nulla di particolare, semplice transizione e commenti personali. Aspetto tue istruzioni per come muovermi :zizi:
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
    nessuna
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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9 replies since 15/3/2024, 22:47   458 views
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