#LordQuest #D.racula

#Drake #Tyg #Dha

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    Tutto era morto...tranne la guerra

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    #Bart
    Una volta attraversato il portale qualcosa di strano ti accade, qualcosa che non ti era mai successo prima. È notte fonda e ti sei svegliato in preda a degli incubi terribili. Ti stai lavando la faccio e quando ti guardi nello specchio vedi una persona diversa. Sembra un uomo sulla quarantina, occhi neri come la notte e capelli dello stesso colore, dai tratti tipicamente europei. Corpo snello ed hai cicatrici in tutto il corpo, sei cosciente e ci vuole qualche istante a comprendere cosa ti sia successo: deve essere opera di Crono non c'è alcun dubbio. Senti una voce dalla stanza comunicante col bagno che ti chiama.

    «Richel? Tutto bene?»

    Voltandoti puoi vedere una donna che ti aspetta nel letto chiaramente preoccupata per te o meglio, per quello che dovrebbe essere il suo compagno «torna a letto, penserai domani alla battaglia».

    #Tyg
    Eri sicuro di essere andato a letto il giorno prima, sicuro di essersi addormentato nel tuo letto eppure l'esperienza che stai vivendo in quel momento non è reale, non può esserlo. Sei ubriaco, completamente ubriaco, o meglio il corpo in cui ti trovi ha bevuto ben oltre il suo limite ed un uomo ti sta accompagnando in camera da letto. Sei un ragazzo sulla ventina e l'uomo che ti sorregge ti guarda perdendosi nei tuoi occhi, quasi rapito dalla tua bellezza.

    «Non preoccuparti amore mio, ti metterò a letto e ti darò un po' di quell'estratto di Mandragola che tanto ti piace cosi domani sarai fresco come una rosa per il consiglio di guerra. Ci attende un grande giorno»

    Vorresti reagire, dire o fare qualcosa ma il tuo corpo si ribella e sembri impossibilitato a fare qualsiasi cosa: riesci solo a sorridere a quello che pare essere il tuo compagno.

    «Forza Nicolas, manca poco».

    #Dha
    Essere il cavaliere di Virgo ti ha aperto la mente verso nuovi mondi, verso nuove realtà e forse più di tutti comprendi l'esperienza della trasmigrazione dell'Anima ma quello che ti sta accadendo è chiaramente opera di un'entità esterna e la cosa non ti piace. Sei nelle segrete di un castello, davanti a te incatenato un uomo, un prigioniero di guerra. Un uomo come tanti, senza ombra di dubbio dai tratti europei. Sul suo corpo tagli, lividi e i segni di almeno un centinaio di frustate. Chi ha fatto tutto questo? Oh, sei stata tu o almeno la donna dentro la quale sei adesso. Una donna alta, dalla rossa chioma fluente che indossa un attillato e provocante vestito di pelle nera. Occhi azzurri ed uno sguardo omicida. Istintivamente ti lecchi le labbra chiaramente eccitata per lo spettacolo che sembra essere di tuo gradimento o meglio, la donna nel quale sei finita lo troverebbe tale.

    «Lady Tamara è il terzo che uccide stasera» osa dire un uomo dietro di te, probabilmente un Generale.
    «Questo non porterà in vita suo marito e domani è un grande giorno per tutti noi, daremo l'assalto finale agli invasori e li, sul campo di battaglia avrà la sua vendetta».


    XHzCy8n


    9FXns1Y
    Inizia la vostra quest e vi faccio tutti gli auguri di questo mondo e di quello dove siete finiti XD
    Facciamo alcune precisazioni, prima di tutto come avrete capito dalle tracce siete finiti nei corpi di tre persone differenti, potremmo definirla una trasmigrazione dell'anima. Il vostro spirito è finito in questi tre individui quindi voi vi trovate in una condizione ed una situazione alquanto particolare. Tyg e Dha, per i poteri dei vostri pg avete una certa familiarità con ciò, Bart un po' meno ma è anche l'ultimo che può capire cosa gli stia succedendo voi due no. Vi siete semplicemente addormentati e vi siete risvegliati cosi, nel corpo di un altra persona in una vita che non è la vostra. Per darvi un'idea del periodo storico consideriamo un basso medioevo e siete tutti e tre nel medesimo castello.

    Ma chi siete? Dove siete? Ma soprattutto di che guerra si sta parlando?
    Domande, dubbi, sono qua <3

    P.S. No cosmo boys and girls, per nessuno di voi.


    Edited by Gaz - 30/3/2016, 19:46
     
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    Uhm!

    Un movimento improvviso e involontario. Gli occhi si aprirono di scatto mentre il corpo sembrava ancora intrappolato in quel sogno così vivido. In realtà più che un sogno era stato proprio un incubo, capace di creare un coinvolgimento così profondo da far credere di essere ancora in quella terribile realtà immaginaria. Le mani andarono entrambe al volto, stropicciando occhi e guance per cercare di emergere definitivamente da quel sonno agitato e stancante.

    Dannazione.

    Un sussurro a bassa voce in piena notte, affossato in un letto che per un momento sembrava diventato una tomba. Le coperte avvolgevano l’uomo come le spire di un serpente e il sudore gli imperlava tutto il corpo. Un brivido freddo gli corse per tutta la schiena per ricordargli il disagio di quel risveglio improvviso. Aveva la mente confusa e i pensieri continuavano a vorticare nella sua testa come un uragano nel pieno della sua forza.
    Avete presente quando capite che vi manca un pezzo? Un pezzo della vostra vita, intendo, scomparso dai vostri ricordi senza alcuna spiegazione. Ecco, quella era la sensazione provata in quel momento dall’uomo. Sembrava quasi che gli incubi della notte avessero fatto prove di taglio e cucito con la sua vita e soprattutto con la sua mente.
    Era ancora buio, molto buio, tanto da rendere praticamente impossibile orientarsi nella stanza. Poco importava, in realtà, poiché è facile districarsi agevolmente nel luogo in cui si dorme tutte le notti, no? Sì, in teoria dovrebbe essere così, ma in quel momento l’orientamento risultava alquanto ostico. I pensieri erano ancora poco ordinati ed era difficile anche solo decidere cosa fare per riprendersi da quello sbandamento.

    Beh, andare in bagno a darsi una sciacquata potrebbe essere una buona idea.

    Oh, ecco il primo pensiero sensato da quando aveva aperto gli occhi. Per cominciare andava più che bene. Sbatté un paio di volte le palpebre per essere davvero sicuro di essere sveglio e vigile, poi si alzò dal letto posando i piedi nudi sul terreno.

    Uhm, che strano.
    Non dormo mai senza calze.
    E, caspita, quanto mi sento leggero.


    Strane sensazioni, ancora un po’ confuse ad essere sinceri, ma comunque diverse dal solito. Tentoni raggiunse il bagno e istintivamente cercò con la mano l’interruttore della luce. Tastò invano per qualche secondo, per poi posare le dita su qualcosa d’inconfondibile al tatto: una candela.

    Va bene risparmiare sulla corrente elettrica in tempo di crisi, eh, ma così mi sembra eccessivo.

    Vabbè, poco male. Accese la candela e la mise vicino allo specchio. Sotto di esso c’era una bacinella con accanto ad una caraffa di acqua fresca. Versò quindi l’acqua nella bacinella, si sciacquò velocemente il viso per poi finalmente guardare il suo riflesso e vedere se fosse tutto in ordine.
    Ok, fermi tutti un momento. Qual è il principale cruccio di Bart? Facile: essere un pochino in là con l’età. Ecco, allora capirete la sua reazione.
    La bocca si spalancò così tanto da riscrivere il concetto stesso di mascella che cade. Gli occhi si sgranarono increduli di fronte a quell’insolito volto riflesso.

    Santissimi Dei tutti.
    Sono ringiovanito.
    Sono giovane.
    G I O V A N E!


    Si diede un paio di schiaffi sul viso, stropicciandosi ancora la faccia per constatare se quella fosse davvero la realtà.

    Ma, un momento…

    Troppo bello per essere vero. Quello non era lui. O meglio, quello non era il “lui” che gli sembrava di ricordare. I lineamenti erano diversi così come la corporatura. Aveva occhi scuri e capelli (!) altrettanto neri. Era più basso rispetto a quello cui era abituato e il suo corpo era pieno di cicatrici. A parte l’ultima caratteristica, tutto era strano e sembrava dannatamente così sbagliato.

    Richel? Tutto bene?
    Torna a letto, penserai domani alla battaglia.


    Una voce di donna lo chiamò dall’altra stanza, forse svegliata dalle concitate reazioni dell’uomo.

    Ok, cosa succede?

    Un pensiero che tenne per sé, per darsi tempo di fare il punto della situazione.

    Quello che vedo nello specchio chiaramente non sono io.
    O almeno credo…
    E quella non è di certo Elena.
    E poi io e Elena non dormiamo nello stesso letto.
    Ma che diavolo…?


    Ah sì, certo, adesso era tutto assolutamente più chiaro. Bart (o Richel) non riusciva nemmeno a dare un senso a quel risveglio. Fece due passi in quel bagno per poi improvvisamente sgranare gli occhi e puntare il dito contro lo specchio. Sembrava gli mancasse qualche rotella, quello era certo.

    Dannato di un Lelouch!
    Che cosa mi hai fatto con quel portale?


    Ed ecco che tutti i pensieri si ordinarono, più o meno, mettendosi in fila uno dopo l’altro. Si ricordò di quando si congedò dal Dio per poi attraversare quel portale verso l’ignoto. Si ricordò della forza del Legame che doveva cercare, ma soprattutto si ricordò della dolorosa perdita del cosmo. In quel momento, però, non era scomparso solo il cosmo ma tutta la realtà come la conosceva. Si trovava intrappolato in un corpo che non era il suo, seppur piacevolmente ringiovanito, in un’epoca probabilmente diversa.
    Scrollò la testa come per mettere insieme tutte le tessere del puzzle, ma nonostante la ritrovata lucidità non sapeva minimamente cosa fare. O meglio, non era in grado di fare tutto in modo naturale. Non era più Bart, non in senso stretto almeno, ma percepiva qualcosa provenire da quel suo nuovo corpo. Insomma, era il Cavaliere del Toro in un corpo che non era il suo e che sembrava conservare l’ombra della sua esistenza. Sentiva una fitta allo stomaco al pensiero del sopraggiungere dell’alba, un misto di timore ed euforia. Inoltre sapeva di dover rispondere alla donna che lo stava chiamando e, inconsciamente, provava per lei qualcosa di forte e travolgente.

    Ehm…
    Sì, hai ragione.
    Adesso arrivo.


    Si sforzò di essere il più naturale possibile e di tornare a letto, preparandosi ad una nottata di attesa.
    Non ne capiva a fondo il motivo, ma l’indomani sarebbe stato un giorno davvero importante.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro [VIII] - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Ci metto un po’, ovviamente, ma alla fine ci capisco qualcosa XD
    Considero anche l’iniziale sbandamento per il cambio di epoca e per tutte le cose che diventano più o meno chiare man mano che torna un po’ di lucidità.
    Io ho interpretato il tutto in questo modo: Bart alla fine comprende di essere altrove e in un corpo che non è il suo, ma mi sembrava giusto mantenere anche qualche sensazione dell’ospite Richel. Su quest’ultimo punto mi tengo generale, ma lo ritengo molto importante per vivere a pieno la situazione.

    Condizioni:
    Un po' confuso.

    Abilità:
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    Tecniche:
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    Si sentiva semplicemente a pezzi. Dopo il suo ritorno al Metal Glen insieme a Kyros era riuscito a chiudere definitivamente quella parentesi che aveva lasciato ancora qualche interrogativo, ma almeno c'era un corrotto in meno sulla faccia della terra a cui badare; un mostro che avrebbe potuto creare non pochi problemi. Il Cavaliere dei Gemelli lo aveva riportato a casa e lasciato sul letto a riposare, e il ragazzo aveva cercato di recuperare le forze, pur essendo in stato di semi incoscienza. Il sonno che ne era seguito lo aveva in qualche modo illuso, un sonno ristoratore che diventò inquieto e scomodo; si sentiva sballottato, intontito, e provava una sensazione di vertigine che non sapeva spiegarsi: dovette fare appello a tutte le proprie forze per aprire prima l'occhio sinistro, poi anche il destro.

    Rigel vide dei piedi che si muovevano, camminando a fatica. Cercò di contarli, ne vedeva quasi una decina ma l'immagine davanti ai suoi occhi roteava. Era forse stato drogato? Il suo ritorno al Grande Tempio era stato dunque così breve, e magari qualcuno del Metal Glen stava cercando di rapirlo approfittando della sua debolezza? Si sforzò, cercando di divincolarsi dalla presa che era salda ma non tale da tenerlo bloccato... si rese conto che stava effettivamente camminando sulle sue gambe, e per un attimo lo sguardo si mise a fuoco: un'altra persona, un uomo, lo stava trasportando a spalla in un corridoio con pavimentazioni in pietra. A quel suo movimento, una voce accanto alla sua testa bisbigliò in tono tranquillo:

    Non preoccuparti amore mio, ti metterò a letto e ti darò un po' di quell'estratto di Mandragola che tanto ti piace, così domani sarai fresco come una rosa per il consiglio di guerra. Ci attende un grande giorno.

    Lì per lì non riuscì a realizzare il significato delle parole e la loro provenienza, badava solo a mettere un piede davanti all'altro. Le parole erano risuonate nella sua testa come se il ragazzo si fosse trovato all'interno di una campana, e forse fu proprio l'eco di uno di quei rintocchi a farlo sobbalzare, almeno nella sua mente.

    ...estratto di Mandragola...? Consiglio di guerra? Grande... giorno?

    Non riusciva a capire a cosa l'altro uomo si stesse riferendo, con la coda dell'occhio era riuscito a vedere solo che lo sguardo di quest'ultimo era inchiodato verso il suo volto, ed era colmo di premura e preoccupazione. E forse qualcosa di più, un sentimento più forte che non sembrava neanche amicizia, ma...

    ...un uomo. E mi ha chiamato... "amore mio"???

    Rigel cercò nuovamente di scuotersi, senza riuscire neanche ad emettere un suono. Avrebbe voluto tirare una testata a quel tizio e correre via, ma un forte senso di nausea lo bloccava in ogni modo. Sentì il suo viso contrarsi in una specie di sorriso, ma cercava febbrilmente di capire che diamine gli stesse succedendo. Uno strano odore di vino gli giunse alle narici, un effluvio che proveniva dal suo vestito. Il Cavaliere d'Argento non aveva mai provato quella sensazione, perchè non era mai stato tipo da alzare il gomito... ma in quel momento era ubriaco fradicio.

    Forza Nicolas, manca poco

    ...Nicolas?

    Non ebbe il tempo di riflettere su quel nome sconosciuto, dopo pochi interminabili secondi si ritrovò nuovamente sdraiato. Il mondo sembrò smettere di girare intorno ai suoi occhi che sentiva sempre più pesanti e che si chiusero, contro la sua volontà. Sentì poi il contatto del freddo metallo con le sue labbra, e poi un liquido freddo e dolciastro scendergli giù per la gola. Non riuscì a cogliere altro, la sua mente si intorpidì ancor di più per precipitare in un sonno senza sogni.

    *********



    Il sonno lo abbandonò rapidamente per lasciar posto ad un mal di testa come pochi. Rigel cercò di svegliarsi definitivamente, senza spiegarsi il perchè di quell'emicrania; a fatica si mise seduto, poi mise giù i piedi dal letto e sentì il contatto con la pietra. Pietra, non terra come si sarebbe aspettato. Si guardò intorno nel buio, sentiva l'aria fredda che proveniva dalla finestra che... sarebbe dovuta essere forse un metro più vicina? Un ricordo confuso della sera precedente iniziò lentamente a prendere strada nella sua testa. Il ragazzo cercò di ricostruire i fatti mentre si metteva in piedi e puntava un catino colmo d'acqua accanto ad una brocca, sciacquandosi e sperando di schiarirsi le idee. Tutto ciò che era successo stava erompendo tra i suoi ricordi come un fiume in piena, peggiorando il mal di testa.

    Kyros mi ha riportato a casa dal Metal Glen, abbiamo archiviato il manichino e poi... ero di nuovo trasportato a spalla. Ubriaco. E quello che mi ha portato... mi ha chiamato Nicolas e ha parlato di un consiglio di guerra. Ma che diamine...

    Si rizzò di scatto, guardando istintivamente il suo letto vuoto.

    ...quello mi ha detto "amore mio"??? A ME???

    Ebbe un attimo di smarrimento per metabolizzare la cosa: va bene se fosse stato drogato o ubriacato, ma che potesse essere divenuto omosessuale di colpo era abbastanza improbabile; cercò quindi di focalizzare le altre informazioni in suo possesso sciacquandosi nuovamente il viso con l'acqua e rimase paralizzato. Le sue mani erano diverse, lo sentiva al contatto. Istintivamente tastò il proprio torace e cercò di osservare il proprio corpo, poi cercò uno specchio che trovò a pochi passi e osservò il proprio riflesso: la sagoma che vedeva era simile a quella che conosceva, eppure...

    Si voltò nuovamente, con gli occhi abituati alla poca luce che filtrava dall'esterno, ed individuò una candela con accanto il necessario per accenderla; dopo aver provveduto ad accenderla, la prese e la portò vicino allo specchio. Ciò che vide era sì l'aspetto di un giovane, ma di un giovane che non era Rigel Sephdar, il cavaliere d'Argento dell'Altare. Era un ragazzo che appariva un pò più grande di Rigel, con diversi lineamenti pur avendo un fisico comunque abbastanza slanciato. Ma non c'erano dubbi, quell'immagine riflessa era di un altro giovane. Tornò a guardarsi intorno, spaesato, e non riconosceva neanche il luogo in cui si trovava: sembrava una camera spartana, ma la stanza era molto grande e dalla finestra si vedevano giusto le sagome e le ombre di quello che poteva apparire come un maniero medievale.

    ...Methos...?

    Anche lo spirito non rispose al richiamo del ragazzo, e ad un nuovo tentativo si accorse che anche il cosmo sembrava essere svanito. Un'altra volta, esattamente come al Metal Glen.

    Ci risiamo, ma almeno stavolta non mi sono risvegliato in una bara elettronica sigillata. E dunque... che si fa adesso?

    In realtà la situazione era molto semplice: ormai non si meravilgiava più di nulla, dopo l'esperienza con Dha e Bibiane aveva il forte sospetto che fosse stato catapultato in qualche modo nel corpo di qualcun altro... anzi, di Nicolas. Fece mente locale sui dettagli colti fino a quel momento, poi decise la sua strategia. Doveva partecipare a questo consiglio di guerra per capire qualcosa di più almeno su DOVE fosse finito... al COME ci avrebbe pensato in un altro momento. L'orizzonte iniziava a rischiararsi, il ragazzo si guardò intorno e cercò di individuare gli abiti più adatti per un consiglio di guerra. Era comunque un guerriero, un ufficiale o qualcosa del genere... e cercò di individuare gli abiti più adatti ad una circostanza del genere, vale a dire una uniforme. Cercando in quello che doveva essere una sorta di armadio, vide i suoi abiti e trovò anche una cotta di maglia che riportava dei gradi, anche se non aveva mai visto dei simboli militareschi di quel genere.

    ...perfetto. Oltre al "dove" dovrò capire anche il "quando", a meno di non essere finito in qualche posto simile ad Asgard...

    Iniziò a prepararsi e alla fine decise di indossare anche la cotta sotto l'uniforme, più che altro per evitare che... l'amico di Nicolas cercasse di fargli perdere altro tempo, in caso se lo fosse ritrovato tra i piedi. Completati i preparativi e accertatosi di essere in condizioni decenti, uscì dalla stanza silenziosamente. Iniziava a sentire i primi rumori per i corridoi, così decise di andare in perlustrazione: se c'era un consiglio di guerra, prima o poi avrebbe individuato altri combattenti che vi avrebbero partecipato: e lui si sarebbe dovuto spacciare per Nicolas, o come diavolo si chiamava. L'idea del tipo che lo aveva chiamato "amore suo" ricomparve per un attimo nella sua testa, e lui scosse il capo.

    No, Methos non dovrà mai saperlo. Se lo scopre chiederò a Deneb di farmi fuori nel modo più crudele possibile.

    E si avviò, guardandosi intorno.

    zxs8EKM

    T3bUUCc
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - Blu (attualmente privo)
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Altare {V}
    STATUS CLOTH - Non indossata.
    STATUS FISICO - Illeso.
    STATUS MENTALE - Confuso... come al solito.

    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - A rapporto^^ Rigel di per sè è sempre stato abbastanza sveglio, come diceva Gaz siamo anche più avvantaggiati nel riconoscere trasmigrazioni ed affini; inoltre nell'ultimo periodo gli è capitato l'impossibile, tra il primo giro al Metal Glen e il ritorno successivo con Kyros che ho linkato nel post. Aggiungete la ruolata con Bibi nella mente di Dha e siamo a posto.^^

    Detto ciò, decide di prepararsi e vestirsi con tanto di armatura per evitare di doversi soffermare in qualche intrallazzo col tipo della sera prima che potrebbe comunque essere in qualcuna delle stanze vicine; ho scelto di dormire in singola per avere maggiore libertà di pensiero e capire la situazione, dato che non era specificato diversamente. Fatto questo, provo ad andarmene in giro per cercare di capire la faccenda del consiglio di guerra, cogliere qualche voce, arrivare alla sala, capire come sia fatto il castello e via di seguto, cercando di raccogliere più informazioni possibile. Non avranno il mio c**o tanto facilmente!!! XD

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    ABILITA'

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere dell’Altare, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile, come anche per il Cavaliere d’Oro del Cancro, riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere dell’Altare richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario.


    TELECINESI
    Il Cavaliere dell’Altare è in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    CfLyFwD

    TECNICHE





     
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    Si era addormentata con uno strano presentimento, una forma d'ansia inusuale che non le era mai capitata fino ad allora; non avrebbe saputo descriverne le cause visto che al Santuario tutto pareva andare per il verso giusto e non c'erano stati segni evidenti di un imminente attacco.
    Tuttavia c'era qualcosa che la straniva e non la faceva stare tranquilla.

    Il sonno però arrivò lo stesso anche se in maniera pesante ed ottenebrante, non era il classico riposo ristoratore. Sentiva come se i filamenti del suo essere si stessero sollevando dal suo corpo per allontanarsi da esso; era qualcosa che aveva già sperimentato, che conosceva...con l'unica differenza che non era lei l'artefice di quella trasmigrazione. Dhawyth di Virgo non era padrona del suo spirito.
    La faccenda non le piacque per nulla, si sentiva sporca, quasi umiliata di fronte a quella consapevolezza...ma nonostante questo non si allarmò. Non aveva modo di arrestare quell'entità esterna capace di farle quello che, a volte, nemmeno lei era stata in grado di compiere. Perciò non si oppose, non avrebbe avuto possibilità di fronte a quell'evidente dimostrazione di forza. Nonostante questo però era tesa come una corda di violino, sentiva la sua anima vibrare per il fastidio di quell'imposizione.

    Aprì gli occhi ed annaspò alla ricerca d'ossigeno, i polmoni le si riempirono d'aria ed il mondo attorno a lei riprese consistenza; ciò che percepì quasi immediatamente fu la frizzantezza dell'aria umida sulla pelle. Si trovava in una sorta di cantina, o meglio nelle segrete di un castello...riconobbe la pavimentazione non curata e le pareti grezze della cella che la circondava. Una cella dunque, ma data la sua posizione lei non sembrava la vittima quanto più il carnefice: un prigioniero di guerra, con abiti antichi, medievali ad una prima occhiata, era incatenato alla parete d'innanzi a lei. Un viso qualunque, come molti altri, che non le ricordò assolutamente nulla se non delle origini europee. Ma fu il suo corpo e le condizioni in cui questo si trovava, a conferirle il maggior numero di indizi su cosa stesse accadendo. L'uomo era completamente ricoperto di tagli, abrasioni, ferite e lividi...ma soprattutto un centinaio di slabbrature dovute a ripetute ed energiche frustate. Chi diavolo l'aveva ridotto in quel modo?

    Istintivamente serrò i pugni per frenare il disgusto e la crescente ira, quando si accorse che nella destra stringeva qualcosa di fibroso e viscido: una frusta intrisa e ricoperta del sangue della sua vittima. Era stata lei!
    La vista del sangue che dalla frusta si insinuava tra le pieghe delle sue dita seccandosi, fino a colarle giù lungo l'avambraccio, la fece vacillare; la mente le si offuscò mentre la sua lingua si muoveva sensuale a leccarsi le labbra ed una strana euforia l'avvolgeva. Gemette di piacere mentre si portava la mano, libera dalla frusta, al collo per sfiorarsi il viso delicatamente con due dita, per poi farle scivolare lentamente sul collo, tra la piega dei seni ed infine più giù lungo l'addome per concludere con un guizzo del polso lungo l'anca. Si sentiva compiaciuta, appagata quasi estatica.
    Aveva seguito quella carezza col lo sguardo, ma solo una volta conclusasi era riuscita a metabolizzarne i particolari: quel corpo non le apparteneva, non era davvero lei. La donna che ospitava il suo spirito era molto più alta di lei, aveva una fluente chioma rossa, un corpo sensuale e provocante messo in evidenza dall'attillato vestito di pelle nera, che all'altezza del corsetto le schiacciava gli abbondanti seni, rendendoli del tutto simili a due invitanti e deliziosi frutti maturi.

    «Lady Tamara è il terzo che uccide stasera»

    Una voce alle sue spalle; Dha si voltò di scatto per incrociare lo sguardo di un uomo vestito come un soldato, ma di un rango più alto...probabilmente un Generale. Si era riferito a lei con un nome: Lady Tamara, era di quella donna dunque il corpo che la stava ospitando...e più Dha immagazzinava dettagli e prendeva confidenza con l'ambiente ed il nuovo corpo, più la mente le tornava lucida e presente.

    «Questo non porterà in vita suo marito e domani è un grande giorno per tutti noi, daremo l'assalto finale agli invasori e lì, sul campo di battaglia avrà la sua vendetta»

    Il Generale parlò di nuovo, rivelandole una nuova ondata di informazioni: Lady Tamara aveva perso un marito; Dha riusciva quasi a cogliere il profondo dolore di quella donna e la voglia di vedetta, insieme ad un febbrile desiderio di rivalsa. Evitò di assecondare quei sentimenti, concentrandosi sulle altre parole dell'uomo: il giorno seguente ci sarebbe stata una battaglia, un grande giorno a detta dell'uomo, dove finalmente avrebbero potuto dare l'assalto finale agli invasori ed ottenere la sua vendetta. Quindi erano quegli “invasori” i responsabili della morte del marito di Lady Tamara.
    Dha portò il suo sguardo sull'uomo morto torturato ai suoi piedi; quindi lui doveva essere uno dei tanti prigionieri di guerra, uno di quegli invasori, su cui la donna sfogava la sua frustrazione...il terzo di quella sera a detta del Generale.
    Serrò la mascella disgustata da quell'orrore...avrebbe voluto urlare, spaccare tutto, accanirsi su quel Generale che non l'aveva fermata prima, ma si trattenne. Di solito le emozioni forti le servivano da miccia per il richiamo del cosmo, ma in quel frangente nulla si era smosso in lei se non il furore.

    °Non sei stata tu, è stata lei!°


    Si ripetè mentalmente per placarsi. Era senza cosmo, in un corpo estraneo, in una terra straniera, probabilmente in Europa, ed in un'altra epoca. Non poteva permettersi errori, né poteva agire diversamente, per lo meno non in pubblico, da come Lady Tamara era solita comportarsi. Avrebbe dovuto recitare una parte, impersonare una donna che non conosceva, per non rischiare di mettere a rischio la sua vita, finché almeno non avesse capito il motivo di quel risveglio in quel determinato corpo.

    Guardò il Generale e gli si avvicinò ancheggiando, stranamente le riusciva perfettamente naturale, porgendogli infine la frusta. La corazza sul petto di lui era così tirata a lucido, che Dha riuscì persino a specchiarsi, notando così finalmente che aspetto avesse il suo nuovo viso. Era una bella donna; la morbide onde dei suoi capelli rossi, un colore così fin troppo simile a quello del sangue fresco, le incorniciavano delicatamente il viso mettendo in risalto gli occhi azzurri ombreggiati da una vena omicida e folle. Se Dha non fosse stata consapevole che quello fosse il riflesso del suo nuovo corpo, ne sarebbe stata spaventata e terrorizzata.

    « Portatemi nei miei alloggi, desidero riposare.»

    La sua voce fu perentoria e non ammetteva repliche; avrebbe voluto aggiungere che necessitava anche di una ripulita, ma chissà perché sentiva che l'andare a dormire ricoperta di sangue non fosse una novità ripugnante per Lady Tamara.

    n9mxtgM
    narrato ☼ parlatopensato*telepatia*parlato altri

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    Nome ☼ Dhawyth
    EnergiaBlu
    Cloth ☼ Gold Virgo (liv. VII)
    Status Fisico ☼ buono
    Status Mentale ☼ confusa, disgustata
    Status Cloth ☼//

    Riassunto Azioni ☼ Dha comprende abbastanza bene quello che le sta succedendo, non ne è compiaciuta ma sa di non poter far nulla per opporsi alla trasmigrazione dell'anima. Quando prende possesso del corpo di Lady Tamara ne è inizialmente disorientata, la sua attenzione va prima al luogo e alle persone che la circondano; inoltre ha ancora qualche atteggiamento residuo della vera Lady Tamara, atteggiamenti che vanno via via dissipandosi man mano che prende confidenza con il luogo ed il corpo. Conclude chiedendo al Generale di essere portata nei suoi alloggi, visto che si trova nelle segrete e non ha idea di dove andare.

    Note


    Abilità ☼ ///

    Tecniche ☼ ///
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    #Consiglio di Guerra

    Il sole è alto nel cielo e tre vite si sono intrecciate con altre tre, o meglio con altre centinaia se non migliaia di esistenze. La giornata dei tre Cavalieri inizia in maniera diversa rispetto ai loro canoni ma normale per i corpi in cui risiede la loro anima in quel momento. Richel in quanto Re, viene svegliato con tutti gli onori del caso, lavato e vestito da diverse ancelle che si occupano sempre del proprio signore. Passò poi il barbiere che doveva raderlo e pettinarlo come suo solito, per poi essere vestito da alcuni paggi. Tutto questo era un rituale che si ripeteva ogni giorno, ogni mattina e anche se poteva essere strano per Bart doveva stare al gioco. Nicolas di solito si faceva lavare e pulire dal suo compagno in ogni sua parte ma quella mattina le cose andarono diversamente: era già uscito fuori dalla sua stanza, appariva inquieto e ciò era sicuramente strano e atipico per lui. Ed infine Tamara, lei un tempo si faceva toccare e lavare solo dal marito ma da quando lui è stato ucciso lo fa da sola, però fa una cosa: scende nelle segrete, prende a frustate un prigioniero infliggendo mediamente una trentina di frustate e poi è pronta per le proprie attività.

    Una volta compiute le azioni di routine i tre e il resto del consiglio di guerra si ritrovano in una grande sala dove vari strateghi illustravano la situazione sul campo di battaglia. Grazie ad informazioni ricevute sia sul posto che durante il giorno scoprite rispettivamente che Richel è il Re e Nicolas e Tamara i due figli del Re non che a capo rispettivamente dell'Esercito e dei Servizi Segreti.

    «La situazione è questa mio signore» dice un generale indicando la mappa sul tavolo.
    «L'esercito Ottomano è a circa un giorno di strada dal Castello, ci stanno attaccando in forza si parla di circa cinquantamila uomini. Il castello è sicuro e avendo il mare ad Est, le montagne a Sud possono attaccare solo da Nord e da Ovest ma le forze in campo non sono paragonabili».

    Un funzionario interviene dicendo «disponiamo solo di diecimila uomini ed abbiamo davvero poche possibilità mio signore».

    Tutti attendono che il Re prenda parola, o forse i suoi figli?


    XHzCy8n


    9FXns1Y
    Alcune note importanti. Io vi ho descritto la giornata tipo di Richel, Nicolas e Tamara. Voi potete fare di testa vostra o stare a come sarebbe la loro giornata, in fondo il corpo non è vostro. Se vi discostate troppo da ciò che è il loro normale modo di agire nel post successivo riceverete un "malus" che ora non vi spiegherò :D

    Per il resto, che dire? Su, forza siete guerrieri, fate le domande, cercate di organizzare una resistenza, avete visto le differenze di numeri che ci sono in gioco no? Ma del resto siamo esperti di casi disperati <3

    P.S. Ah, se non fosse chiaro voi tre tra di voi non riuscite a riconoscervi, vorrei sottolinearlo nel caso non fosse chiaro, per voi la gente che vi circonda è semplicemente gente di quel luogo e di quella realtà.


    Edited by Gaz - 29/1/2016, 19:37
     
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    La luce del mattino si posò gradualmente sulle sue palpebre, facendogli aprire gli occhi in modo naturale. Di fronte a sé, però, non c’era nulla di davvero naturale. Il mondo in cui si era risvegliato era qualcosa che lo faceva sentire sbagliato, inadatto. In un corpo che non era il suo, Bartolomeo si trovò ancora una volta catapultato in una quotidianità a lui non familiare, ma con cui comunque doveva conviverci. Almeno per il momento.
    Voltò la testa e la vide. Lei quella donna tanto bella e premurosa che lo faceva sentire la persona più importante al mondo. Sapeva che non potevano essere sentimenti suoi, ma quel corpo e quel Richel l’amavano più di ogni altra cosa. Un sorriso gli apparve sul volto ringiovanito, che fu presto sostituito dall’ennesimo vuoto allo stomaco. La guerra era alle porte e quella momentanea calma era solo un’illusione.
    Sapeva di avere delle responsabilità, ma quali?
    Sapeva di dover fare qualcosa, ma cosa?
    Beh, tutto fu chiaro pochi istanti dopo. Aveva appena risvegliato la sua mente ancora un po’ assopita, quando qualcuno bussò con garbo alla porta.

    Mio Re, è ora.

    Una voce di donna, gentile ma decisa. Un chiaro invito a scendere dal letto per cominciare in qualche modo la giornata.

    Mio Re?
    Oh dannazione, questo Richel è il Re di questo posto.


    Molti avrebbero esultato sapendo di essersi incarnati nel corpo di un Re, ma per Bart era una delle cose peggiori che gli potesse capitare. Abituato com’era a fare tutto da solo e aiutare gli altri piuttosto che essere aiutato, sentirsi così attorniato da riverenze e modi servili lo facevano diventare matto. Avrebbe voluto tanto dire di no a tutto, arrangiarsi a modo suo, ma percepiva che il corpo di Richel era talmente abituato a quella routine che non sarebbe riuscito ad opporvisi senza uno sforzo tremendo. L’unica soluzione in quel momento, in attesa di capire meglio la situazione, era quella di farsi trascinare dagli eventi sembrando il più naturale possibile.
    Richel si voltò dunque un’ultima volta verso la sua compagna – quasi certo che fosse la Regina e non un’amante – per poi scendere dal letto e andare ad aprire la porta. Di fronte a se si trovò uno stuolo di ancelle pronte a lavarlo e vestirlo.
    Sì, avete capito bene. Le ancelle erano pronte e assolutamente felici, almeno in apparenza, per lavare il loro Re. Tutto. Da capo a piedi. Completamente.
    Bart non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca che il suo corpo entrò improvvisamente nella modalità “pilota automatico”. Sembrava fosse una ruotine giornaliera, tanto comune che ormai tutti sapevano alla perfezione cosa fare. Ogni centimetro del suo corpo, venne così passato in rassegna dalle precise, professionali e amorevoli mani delle ancelle. L’uomo non fece trasparire nessuna emozione diversa dal solito, se non un rossore tremendo al volto.

    Tutto bene, mio Signore?

    Domandò un’ancella.

    Ma certo mia cara, tutto bene.
    Mi state solo lavando ovunque come se niente fosse.
    E io sono nudo.


    Un pensiero che rimase tale e che fu sostituito da un semplice sorriso e da un cenno della testa. Cenno della testa che terminò fra le sue stesse gambe, un innocente movimento che gli fece notare l’abbondanza inguinale del Re. Un’abbondanza a riposo, come se quel bagno fosse la cosa più naturale al mondo, ma comunque decisamente…abbondante.
    Il volto gli si fece ancora più paonazzo, tanto era l’imbarazzo che ormai aveva raggiunto livelli epici. Quella nuova esperienza in un nuovo corpo lo stava portando al limite della sua sopportazione, aggravata dal fatto che non poteva snaturare completamente l’esistenza di Richel. Bart doveva assecondare un po’ tutte quelle azioni, nonostante fossero anni luce lontane dal suo essere.

    Dannato Lelouch.

    Sì, dannata divinità con troppo spirito d’umorismo. Mettere il semplice e umile Bart in quella situazione era come mettere un ragazzino ancora innocente nel bel mezzo del set di un film a luci rosse. Quanti traumi per il povero gigante buono.
    Fortunatamente il bagno terminò e finalmente le ancelle gli fecero indossare la biancheria e la sottoveste. Quello che avvenne dopo fu molto più semplice da sopportare. Passò il barbiere per raderlo e pettinarlo, prodigandosi in una perfetta ed elegante riga da parte.

    Oh, che sensazione meravigliosa avere così tanti capelli.

    Il suo volto fece trasparire per un momento un’espressione beata e soddisfatta, ma senza lasciar intendere nulla all’uomo che lo stava sistemando.
    Al termine di tutto giunsero alcuni paggi per completare la vestizione. Lo agghindarono con un abito regale, che sicuramente valeva una fortuna, e lo ornarono con un mantello pregiato e una corona d’oro. Sembrava la preparazione di un albero di Natale, con gli addobbi e la stella brillante in cima.
    Ed ecco in fine che Re Richel era pronto in tutto il suo splendore. Bartolomeo si sentiva così fuori posto che avrebbe voluto strapparsi quel corpo di dosso per vedere se sotto tutta quella regalità ci fosse ancora il suo caro Bart del Toro. Avrebbe persino accettato di tornare pelato e leggermente meno giovane. E invece no, la giornata non era che appena iniziata e il Re era richiesto al Consiglio di Guerra.

    Dannazione, è vero.
    Me ne sono completamente dimenticato.


    Immerso in tutte quelle inutili attenzioni, l’omone si era scordato che una battaglia imminente minacciava il suo regno. Avrebbe quindi dovuto presenziare di fronte ai suoi fidati comandanti e collaboratori per dettagliare un piano efficace contro la nuova minaccia.
    Fu quindi accompagnato nei corridoi del Castello fino a destinazione. Le grandi porte della sala si spalancarono annunciando il suo arrivo e tutti si alzarono in piedi per accoglierlo. Era l’ultimo ad arrivare e ogni singolo presente sembrava pendere dalle sue labbra. Questo Richel doveva essere davvero un Re molto rispettato e forse anche temuto, vista la reazione dei presenti. A passo lento ma deciso si andò a sedere sul suo scranno personale, con accanto due figure che gli ricordavano qualcosa. Ma chi erano?

    Figlioli miei…

    Una voce gli suggerì la risposta. Il corpo che lo ospitava provava un sentimento profondo per quei due ragazzi, tanto da fargli stringere il cuore pensando alla battaglia che li aspettava. Erano Nicolas e Tamara, a capo dell’Esercito e dei Servizi Segreti. Il braccio destro e quello sinistro del Re, insomma, comandanti dell’armata che agisce alla luce del sole – l’Esercito – e di quella che trama nell’ombra – i Servizi Segreti. Rivolse loro un fugace cenno della testa,senza però far trasparire alcun sentimento. Probabilmente il loro rapporto era forte ma molto formale, specialmente di fronte alla platea di sudditi.
    Si voltò dunque per ascoltare un generale che prontamente fece il punto della situazione. La guerra era alle porte e sembrava già persa in partenza sentendo i numeri coinvolti. Il nemico ottomano li sovrastava in un rapporto di cinque a uno e si trovava ad un solo giorno dal castello.
    Richel rimase ad ascoltare impassibile tutti i dettagli. Quando il generale terminò, il Re rimase in silenzio per qualche istante, imitato da tutta la sala. Un atteggiamento proprio del corpo ospite, che obbligò Bart a mantenere quella calma carica di autorità. Quei secondi sembrarono durare in eterno, quando d’un tratto l’atteggiamento del Re cambiò. La mascella s’indurì e il pugno destro si strinse. La situazione era di chiaro svantaggio, ma era necessario avere tutte le informazioni possibili per pianificare la strategia migliore. Richel, e quindi Bart, aveva sulle spalle un peso enorme da portare. Un peso costituito dalla vita dei suoi sudditi e della sua stessa famiglia. Non era possibile sbagliare e non c’era alcun margine d’errore. Bartolomeo decise che era meglio chiedere ancora informazioni, per poi lasciare che la sala proponesse opzioni tra cui scegliere.

    Grazie Generale.

    Fece un breve cenno all’uomo per poi guardare tutti i presenti in modo deciso e autoritario. Ancora una breve pausa e poi il Re riprese a parlare.

    Se siete presenti in questa sala oggi è per il valore che avete dimostrato in battaglia.
    Da voi pretendo soluzioni e non solo problemi.


    Richel non le mandava di certo a dire, questo era poco ma sicuro.

    Questo Castello esiste da generazioni e non voglio essere ricordato come il Re che l’ha ceduto al nemico.

    Ancora una pausa, questa volta più greve delle altre.

    Siamo in inferiorità numerica, questo è certo, ma forse vi state dimenticando che le mura del nostro castello sono ancora forti e intatte.
    Inoltre la via del mare sembra libera.
    Molte sono le possibilità per contrastarli ed è solo necessario scegliere quella più adatta.
    Statene certi: alla fine di questa guerra scriveranno canzoni su di noi e sulle nostre gesta.


    Davvero Bart nel corpo di Richel stava dicendo certe cose? A quanto pare era proprio così, ma in quel momento era più l’influsso del Re a parlare che l’anima del gigante. Forse, però, quella era la strada giusta: inculcare un po’ di coraggio e senso di appartenenza ai Generali per poi ottenere in cambio il meglio da loro. D’altro canto c’era in ballo anche la loro stessa vita, nonché quella delle loro famiglie, e le situazioni disperate spesso portano gli uomini a pensare al meglio se sono correttamente indirizzati.

    Adesso ditemi qual è lo stato delle nostre provviste e per quanto tempo potremmo resistere ad un assedio.
    Abbiamo inoltre la possibilità di avere rifornimenti continui via mare?


    Poi, con poco più di un sussurro.

    Potremo prenderli per sfinimento quei dannati.

    Infine, alzando nuovamente la voce, Richel volle informarsi sull’esercito a disposizione.

    I nostri uomini dove sono stanziati e com’è composto l’esercito?
    Quali armi abbiamo a disposizione?
    Voglio informazioni precise e opzioni da vagliare.


    La sua determinazione e il suo rigore erano incredibili, ma la sua espressione si addolcì impercettibilmente quando si voltò a destra e a sinistra per osservare i suoi due figlioli. Era molto orgoglioso di loro, anche se non lo dava spesso a vedere, e si aspettava un grande supporto da coloro che un giorno avrebbero preso il suo posto sul trono.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro [VIII] - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Perdonate il Re superdotato XD
    Per il resto faccio domande, mi informo e chiedo opzioni. Come potete vedere l’interazione tra Bart e Richel è ancora fifty-fifty. Il caro gigante si trova spesso spiazzato dai modi di fare del Re, ma non capendoci molto di trasmigrazioni dell’anima, fa quello che può ^^

    Condizioni:
    Pronto e deciso a vagliare le opzioni disponibili.

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    Il ragazzo era pensieroso e confuso. Percepiva delle sensazioni contrastanti, come se riuscisse a distinguere l'identità di Rigel e quella di Nicolas che coabitavano nello stesso corpo; con Methos era diverso, poteva interagire e comunicare con lo spirito in qualsiasi momento, ma stavolta? Era il suo spirito intrappolato nel corpo di un altro uomo, del quale sentiva che in qualche modo le sensazioni latenti... o meglio "addormentate" dal fatto che era lo stesso Rigel a gestire il corpo. Il punto era capire, capire più cose possibile per evitare situazioni spiacevoli. Ma da dove cominciare? Iniziò a rispondere alla domanda "dove", e dato che l'alba era sorta da poco si avvicinò ad una delle finestre ed osservare il panorama. Dalla posizione del sole si stava affacciando verso sud, trovandosi davanti una catena montuosa che non presentava vette innevate.

    Montagne basse, o stagione calda. Andiamo, andiamo, un indizio...

    Spostando lo sguardo verso est, vide una distesa di un familiare colore azzurro. Se c'era il mare a poca distanza, quelle vette non dovevano essere troppo alte. Arrivò quindi fino al davanzale e guardò verso il basso, per capire dove fosse finito pur non potendo inquadrare la geografia: e quello che aveva pensato in precedenza si definì sotto i suoi occhi, si trovava dentro un castello medievale. Peccato non essere un conoscitore della storia dell'arte, si sarebbe rapidamente fatto un'idea almeno del "quando".

    Riprese a girovagare, pensieroso, per i corridoi del castello e senza una meta precisa. Sentiva i rumori della servitù che si affaccendava e non si rese subito conto delle persone che stava incrociando in quella strana passeggiata; fermandosi ed alzando lo sguardo, vide una serva rivolgergli un profondo inchino e rimanere giù.

    ...ma che...?

    Un paggio comparve d'improvviso da dietro un angolo, e rimase quasi fulminato dalla scena. Quando Rigel si voltò verso di lui senza saper bene cosa dire, il nuovo arrivato si inchinò a sua volta, quasi balbettando.

    ... Vostra altezza...

    Dannazione! Un principe?!?!

    Ci mise un attimo a riprendersi dallo shock, rendendosi conto che il suo viso affiorava un'espressione dura. Si schiarì la voce per prendere sicurezza, poi si limitò a dire a i due una semplice frase di congedo con tono neutro.

    Potete andare.

    I due si alzarono, e dopo un secondo inchino si allontanarono rapidamente, lasciandolo a riflettere sulla nuova scoperta e le implicazioni che ne seguivano.

    Adesso sono in guai seri, rischio di fare una pessima apparizione al consiglio di guerra. Ecco perchè non riconoscevo i gradi sull'uniforme... un principe! Significa che posso avere buon gioco su molte cose, ma se venissi identificato come impostore potrei essere imprigionato o messo a morte. Sono su un campo minato, ma se sto attento posso uscirne illeso. O quasi.

    Avrebbe dovuto fare il vago con le persone che lo conoscevano più direttamente, come il tipo che lo aveva accompagnato alla camera la sera precedente. Ma se lui era un principe, da qualche parte ci doveva essere anche un re; e se quest'ultimo si fosse insospettito, come se la sarebbe dovuta cavare? Avrebbe dovuto bluffare e improvvisare, sperando che il suo modo di fare non si discostasse troppo dalle abitudini di Nicolas.

    Da quel momento fece più attenzione ai propri movimenti, ed ogni qualvolta incontrava qualcuno per strada lui sollevava la mano guantata e proseguiva oltre, senza perdersi in chiacchiere. Udì dei passi avvicinarsi alle sue spalle, e pochi istanti dopo si ritrovò un uomo al suo fianco e nessun altro nei dintorni.

    Dove eri finito? Sono arrivato nella tua stanza per svegliarti e prepararti ma non c'eri... ero preoccupato!

    Le parole erano state dette a bassa voce, forse per non attirare l'attenzione. Voltandosi solo di sfuggita e continuando a camminare, riconobbe l'uomo della sera precedente: il suo "amore". E adesso? Sarebbe di certo stato un ottimo banco di prova in vista di quello che lo aspettava, quindi tanto valeva non tergiversare e rispondere: fece mente locale per ricordare le sensazioni di Nicolas della sera precedente e le poche parole che si erano rivolti.

    Ero nervoso per il consiglio, ancora non mi è passato del tutto il mal di testa da ieri sera. A quel punto ho preferito fare da solo... e per oggi ho un brutto presentimento.

    Rallentò leggermente il passo, in modo tale da continuare a camminare e nascondere qualsiasi forma di inquietudine che poteva dare nell'occhio. Anche Nicolas aveva risposto a bassa voce, perchè gli affiorò nella testa una nuova domanda: la relazione tra lui e quell'uomo era nota ad altri oppure era nascosta? Per quale motivo parlare a bassa voce? La cosa più probabile era che, in caso le orientazioni del principe fossero note alla famiglia reale, sarebbero state tenute nascoste al popolo, soprattutto se Nicolas fosse stato l'unico figlio maschio e quindi unico possibile erede al trono. D'altra parte l'omosessualità nel medioevo non doveva essere molto benvista, per quanto anche l'altro fosse un bel ragazzo.

    ...ma che diavolo mi viene in mente? Io sono Rigel, non Nicolas!

    ...evidentemente le sensazioni del principe tendevano ancora ad influenzare in qualche modo i pensieri di Rigel, che di colpo arrossì senza motivo apparente.

    Avresti dovuto aspettarmi lo stesso, lo sai. Un principe non dovrebbe andarsene in giro da solo.

    Sì, sì, hai ragione. Ma adesso fammi strada, voglio arrivare il prima possibile e non perdere tempo con ogni persona del castello, e ho bisogno di riflettere per preparami al meglio.

    Vedrai, andrà tutto bene.

    L'altro gli sorrise come aveva fatto la sera precedente, poi allungò il passo mettendosi un paio di metri davanti a lui: e con quella mossa, Rigel sembrava aver passato il primo esame, oltre a rimediare un passaggio verso il luogo che avrebbe ospitato la riunione. Non notò null'altro di particolare durante il tragitto, e anche il panorama fuori dalle finestre non mutava di molto. Una volta giunto al salone, il suo compagno si voltò verso di lui e gli sistemò le pieghe dell'uniforme sulla cotta di maglia, poi lo precedette all'interno. Rigel individuò il proprio posto ma prima osservò il grande tavolo al centro per cercare di capire qualcosa sulla situazione. Qualcuno lo salutò con deferenza, facendogli capire che era leggermente in anticipo e che sia il re che sua sorella sarebbero arrivati dopo circa una mezz'ora. Il ragazzo continuò a studiare la mappa, simulando disinteresse per quelle parole anche se in realtà registrava ogni singola informazione utile, e quella dannata mappa riportava nomi in una scrittura che non gli diceva quasi un accidente di niente.

    Dopo aver preso posto, rimase in silenzio e osservò tutti quelli che entravano nella sala cercando di chiedersi chi fossero e come diamine lui stesso fosse finito in un castello medievale. L'ingresso di una donna particolarmente attraente, ma di una bellezza che richiamava qualcosa di selvaggio ed aggressivo, suscitò una serie di reazioni ed inchini da parte dei presenti che non lasciavano spazio ad equivoci: la principessa era entrata. Quando lei si voltò nella sua direzione, lui fece semplicemente un cenno del capo con la testa e poi riportò lo sguardo sulla mappa. Tra le altre cose aveva scoperto di essere il comandante in capo dell'esercito, e con la sorella a capo dei servizi segreti rischiava che la sua copertura saltasse ancora più facilmente: ma anche se Rigel non era Nicolas, si trovava comunque dentro il VERO Nicolas. Forse questa carta era l'unica che poteva scagionarlo in ogni caso. Tornò a guardare la ragazza di sottecchi: lady Tamara era una donna bellissima ma che sembrava aver attraversato l'inferno, a giudicare dall'espressione che aveva in volto. Ma quegli occhi... quegli occhi dicevano altro, era una sensazione che aveva già visto; dopotutto si trattava della sorella di Nicolas, quindi le sensazioni che percepiva potevano essere eredità del suo "padrone di casa". Sentiva che voleva essere sostegno per lei e che voleva solo vederla felice, anche se non ne comprendeva perfettamente il motivo.

    Poi il salone si riempì, e per ultimo arrivò il re. Un uomo solenne, duro come la roccia all'apparenza resistente come l'acciaio. Quell'individuo gli ispirava una certa sicurezza, sentiva che per lui avrebbe potuto tranquillamente combattere fino alla morte e che anche l'altro avrebbe dato volentieri la vita per suo figlio. E questi sentimenti dovevano per forza provenire da Nicolas, perchè Rigel non aveva mai conosciuto il suo vero padre. Una volta pronti per iniziare, vide gli sguardi di alcuni generali puntarsi su di lui come per attendere un permesso. Lui fece solo un cenno con la mano, poi gli ufficiali iniziarono a relazionare sulla situazione. Il nemico in vantaggio a 5 contro 1, possibili attacchi da Nord e da Ovest, ad Est il mare e a Sud le montagne che aveva visto in precedenza. E il nemico era l'impero Ottomano, il che restringeva le possibilità a "soli" cinquecento anni di storia del mondo. Fu il re ad esprimersi per primo, incoraggiando gli animi dei presenti e chiedendo informazioni dettagliate agli ufficiali: informazioni che lui stesso avrebbe voluto conoscere con precisione, ma che non poteva richiedere esplicitamente onde evitare una figura barbina e passare per incapace: essere il capo dell'esercito e non conoscerne nulla non era positivo, neanche per un principe.

    E questo significava che l'unica cosa da fare era tentare un bluff di proporzioni inaudite, agganciandosi direttamente alle parole del re. Con uno sguardo duro, che forse era un residuo delle sensazioni di Nicolas, si alzò in piedi rivolgendosi ai suoi generali.

    Sua Maestà ha perfettamente ragione, inutile girarci intorno: ma noi venderemo cara la nostra pelle. Abbiamo poco tempo per organizzarci, ma se la differenza di numero è così preponderante vuol dire che baseremo la nostra strategia sull'astuzia. Loro non possono attaccarci dalle montagne, ma nulla ci vieta di sfruttarle a nostro vantaggio: i nostri esploratori possono individuare facilmente qualche riparo da sfruttare a nostro vantaggio e prendere il nemico alle spalle durante un assedio. E al tempo stesso abbiamo la possibilità di sistemare trappole e tenerli a bada con attacchi a distanza: il loro morale si abbasserà, se subiranno perdite prima ancora che la battaglia inizi.

    Intervento sensato, che non implicava niente di compromettente. E ora il gran finale.

    Dobbiamo renderci conto di tutti i vantaggi che il territorio può offrire, ed anche i punti deboli del nemico. E a questo proposito, siamo riusciti a stabilire la composizione delle loro cinquantamila unità? Cavalleria, fanteria, altre peculiarità? Ogni informazione può essere utile alla causa, quindi sarà bene esaminare ogni singolo dettaglio.

    Era più o meno quello che aveva cercato di fare nello Jamir: usare tutte le informazioni possibili sulla geografia e sulle proprie forze per riuscire trovare la strategia migliore. Certo, se solo avesse avuto i suoi poteri avrebbe avuto molte meno difficoltà e magari sarebbe bastato lui da solo a sistemare metà dell'esercito nemico... ma naturalmente il suo cosmo era ancora in ferie, e chissà per quanto ci sarebbe rimasto ancora.

    Se metto le mani addosso a chi mi ha ficcato in questo guaio, giuro che...

    Non terminò quel pensiero. E non avrebbe potuto neanche mai concretizzarlo, se avesse saputo che il responsabile di tutto era una divinità.

    zxs8EKM

    T3bUUCc
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - Blu (attualmente privo)
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Altare {V}
    STATUS CLOTH - Non indossata.
    STATUS FISICO - Illeso.
    STATUS MENTALE - Si sta chiarendo lentamente le idee.

    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - In sostanza la gioco sull'impersonale per tirare fuori più informazioni possibile agli ufficiali in modo da conoscerle per bene, così possiamo almeno elaborare una strategia. Dato che avevo preventivamente dribblato il lavaggio mattutino e quindi probabilmente beccherò il malus in automatico, ho comunque deciso di complicarmi la vita incontrando il fidanzatino nel corridoio con tanto di mini-conversazione.

    CfLyFwD

    ABILITA'

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere dell’Altare, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile, come anche per il Cavaliere d’Oro del Cancro, riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere dell’Altare richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario.


    TELECINESI
    Il Cavaliere dell’Altare è in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

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    Non c'era nulla da obbiettare: Lady Tamara era una donna bellissima. Più la giovane Dha ammirava quel corpo che la ospitava nello specchio, più se ne convinceva. Era da almeno 10 minuti che se ne stava in piedi, completamente nuda, di fronte a quell'ammaliante riflesso. Appena sveglia si era adoperata per lavarsi, le era sembrato strano che una Lady dovesse fare tutto da sola, ma poi un scintillio di consapevolezza le rispose mentalmente: da quando le era morto il marito, Lady Tamara non aveva più permesso a nessuno di toccarla. Doveva essere stato un amore intenso; Dha lo percepiva non solo dalla frustrazione ed il dolore che Tamara ancora provava, ma anche dalla malinconia e dalla disperazione che cercava di reprimere con quella maschera di sicurezza e cattiveria.

    *toc toc toc*

    Sentì bussare con insistenza alla porta; Dha si infilò la vestaglia ed andò ad aprire. Il volto del Generale della sera prima, fece capolino attraverso lo spiraglio concessogli dalla donna.

    « Buongiorno mia Signora, non siete ancora pronta? Se desiderate compiere il Vostro rituale quotidiano, prima del Consiglio di Guerra, dovrete sbrigarvi.»

    °...rituale quotidiano? °

    Si chiese mentalmente scuotendo leggermente la testa, visibilmente confusa. Doveva inventarsi qualcosa per giustificare quello smarrimento; aprì ulteriormente la porta mostrando così al Generale che indossava solo la vestaglia leggera di seta.

    « Non ho dormito serenamente...mi vesto e arrivo!»


    L'armadio di Lady Tamara era alquanto monotono, non solo per i colori scuri ma anche per i tessuti tutti di pelle, attillati e provocatori, che sembravano usciti da un film a luci rosse sul bondage. Indossò quello che le sembrava più comodo e meno scuro, anche se il nero del corpetto era interrotto solo da dei ricami rossi accesi. La schiena era completamente scoperta, se non si considerava l'intreccio di lacci che permetteva al corpetto si sorreggere quegli enormi seni. Sapeva di doverlo stringere parecchio, quasi a restarne senza fiato, ma da sola quella era una pratica impossibile da effettuare...strinse il giusto che riusciva con le proprie forze ed uscì.

    Il Generale la accompagnò nelle segrete; si trovava di nuovo in quello spazio buio ed angusto, che puzzava di sangue, sudore e morte. Le allungò la frusta e Dha la afferrò con titubanza; avrebbe di nuovo dovuto frustare un povero prigioniero per il semplice desiderio di appagamento di Lady Tamara? Non ci pensava minimamente; la sera prima era stata Tamara ad uccidere quel poveretto...anzi erano stati 3, e già così Dha non aveva chiuso occhio attanagliata dagli incubi. Figurarsi se avrebbe permesso a quella psicopatica di avere ancora voce in merito, ora che era lei padrona di quel corpo. Sapeva che discostandosi troppo dalle sue abitudini avrebbe potuto allertare il Generale, ma non si sarebbe mai perdonata un'atrocità simile.
    Fece un cenno col capo al Generale invitandolo a lasciarla sola e poi guardò il prigioniero: era un ragazzo, un volto comune tra tanti, il corpo gli era già stato martoriato in passato...magari proprio dalla stessa Lady Tamara. Non appena questi sollevò lo sguardo sulla donna, cominciò a supplicarla di lasciarlo andare, di avere pietà...pianse con quegli occhi colmi di terrore. Il corpo fu attraversato da brividi e spasmi di paura, non poteva scappare ammanettato qual era.
    Dha non riuscì più a sopportare quella vista, si appoggiò alla parete opposta e liberò lo stomaco; aveva le vertigini ed una nausea tremenda alla bocca dello stomaco.
    Non sentendo il suono di alcuna frustata il Generale tornò nella stanza, individuando subito la donna piegata in due che si teneva lo stomaco.

    « Mia Signora, cosa è successo?Cosa le ha fatto?»

    Disse allontanando il prigioniero con un calcio. Dha sbarrò gli occhi ed urlò senza pensarci:

    « NO! »

    Resasi conto di quell'inaspettata reazione si ricompose immediatamente, aggiustandosi il vestito e tirandosi su.

    « Non lo toccare...lui è mio! Oggi però non mi sento bene...è meglio che risparmi le mie energie per il consiglio, accompagnatemi nelle sale.»

    Proferì con decisione, non avrebbe ammesso ulteriori indugi, il suo era un ordine preciso e perentorio che non ammetteva repliche.

    Il Generale la condusse in un'enorme sala ovale, con al centro un tavolo con un'enorme cartina dove alcuni strateghi si stavano affaccendando per definire la situazione attuale.
    Dha prese posto su una sedia alla sinistra dello scranno del Re; aveva difatti scoperto di essere la figlia del sovrano, nonché a capo dei Servizi Segreti...ora comprendeva quell'insana attitudine alle torture. Inoltre aveva persino un fratello, che era già in sala quando Tamara arrivò. Questi l'aveva salutata con un cenno della testa e Dha aveva replicato con un leggero inchino senza soffermarsi troppo su di lui, come invece stava facendo lui ora con lei. Non capiva perché ma le sembrava che Nicolas indugiasse troppo con lo sguardo su di lei, non sembrava lasciare intendere nulla...forse semplicemente si era accorto di quel malessere fisico che Dha non ostentava a trattenere. Aveva detto di non sentirsi bene e quindi ora doveva continuare a recitare quella parte, pur sapendo che Lady Tamara non avrebbe mai accettato comportamenti di favore od una qualsiasi forma d'aiuto...era una donna indipendente, forte e caparbia che non amava mostrarsi debole.

    Il Re giunse finalmente nella sala, era un uomo robusto, fiero e dal portamento onorevole...si percepiva quanto fosse appropriato per quel ruolo e perché la sua gente lo stimasse e seguisse. Nonostante questo però, la fiducia del popolo non sarebbe bastata per fronteggiare la minaccia in corso: un esercito cinque volte il loro stava per raggiungere il castello. Giustamente il Re cominciò ad informarsi sulle manovre difensive e sulle risorse di cui disponevano per fronteggiare un eventuale assedio. Poi si voltò verso i suoi figli, concedendo loro un'equivocabile segno di intesa, segno che Dha colse e replicò per quanto potesse, non avendo tutta questa familiarità con quel padre così inatteso. Era una sensazione strana, sapeva di potersi fidare, ammirava ed amava quell'uomo che non aveva mai visto prima….tuttavia si sentiva come frenata e titubante allo stesso tempo.

    Il fratello prese poi parola per confermare e sottolineare le parole del padre; Nicolas era a capo dell'Esercito e spettava a lui mettere al corrente il suo Re della situazione dei soldati, su come il territorio potesse essere usato a loro vantaggio e sui particolari più efficaci da sfruttare.
    Dha ascoltò tutto in silenzio, cercò di immagazzinare il maggior numero di informazioni...quelle stesse nozioni avrebbero salvato anche la sua vita, visto che non disponeva del potere del cosmo. Doveva quindi concentrarsi per assimilare tutto e poter studiare una strategia. Ci fu un attimo di silenzio, dove tutta la sala tacque, e chissà perché sentiva una quantità imprecisata di sguardi su di lei...che si aspettassero che fosse lei a parlare?E di cosa? Ah già i prigionieri...sicuramente Lady Tamara aveva unito l'utile al dilettevole e con la scusa della tortura non aveva solo appagato il suo desiderio di rivalsa, ma era anche riuscita ad estorcere informazioni importanti alle sue vittime. Informazioni che però lei al momento non possedeva.

    « Maestà, gli interrogatori sono stati illuminanti...alcuni dettagli potrebbero farci prediligere azioni singole nell'accampamento nemico, con l'intento di agitare le truppe, privarle di rifornimenti, liberare i cavalli...noi...coff coff coff»

    Si interruppe assalita da una violenta tosse, dovuta solo in parte dall'agitazione ed il restante da un tentativo maldestro, quanto disperato, di far intervenire uno dei suoi delegati per continuare il discorso più approfonditamente. Con la mano non impegnata davanti al viso, fece cenno al Generale di proseguire lui nell'illustrazione dei dettagli.

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    Status Fisico ☼ finto malessere
    Status Mentale ☼determinata
    Status Cloth ☼//

    Riassunto Azioni ☼ Dopo essersi preparata viene condotta nelle segrete, ma con la scusa del malessere fisco riesce ad evitare di infierire sul prigioniero, preferendo risparmiare energie per il Consiglio di Guerra. Quando prende parola si mantiene sul vago, suggerendo delle manovre singole per demotivare le truppe avversarie, ma lascia i dettagli scoperti durante gli interrogatori al suo Generale...sempre usando la scusa che non riesce a parlare per via di quell'improvvisa tosse.

    Note ☼ Ho editato per alcuni errori grammaticali.


    Abilità ☼ ///

    Tecniche ☼ ///
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    Edited by Dhawyth - 1/2/2016, 18:14
     
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    #Drake #Tyg #Dha
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    #Consiglio di Guerra

    Le informazioni che vengono fornite sono abbastanza dettagliate anche se non rassicuranti. Pare che nel castello vi siano provviste per almeno due settimane di assedio, le mura sono abbastanza resistenti e mai sono state abbattute, vennero costruite apposta per resistere a questo tipi di assalti. L'esercito al momento è stanziato tutto all'interno delle mura, continue ronde perlustrano le mura non lasciando alcun punto scoperto. Le armi di cui dispongono sono di tipo tradizionale, purtroppo non ci sono armi da fuoco ma solo armi bianche, sia da mischia che da distanza. Il regno dispone di circa una trentina di trabucchi capaci di colpire anche a grande distanza. Ogni trabucco deve essere attivato da cinque persone ed è in grado di sfoltire le linee nemiche. Nell'esercito regolare c'è una legione di arcieri scelti che sembrano essere i migliori in assoluto. Una seconda legione è famosa per essere terribile nel corpo a corpo. La cavalleria sembra essere il reparto più debole di tutti.

    I nemici sono molto forti sulla cavalleria e nel corpo a corpo mentre non hanno arcieri degni di nota. La loro particolarità è una sola: sono uomini addestrati come vere e proprie macchine da guerra e sono famosi per la loro crudeltà. Posseggono potenti armi da assedio, almeno duecento trabucchi e venti arieti. Potrebbero attaccare da più lati senza alcun problema. Nel dettaglio hanno ventimila uomini a cavallo, diecimila arcieri e ventimila uomini che combattono in mischia.

    Durante la discussione che sembra procedere in maniera sostenuta sembra che a guidare l'esercito nemico vi siano cinque generali e i sottoposti di Tamara consigliavano di sfruttare le tenebre per infiltrarsi nei loro accampamenti e cercare di eliminare questi uomini, in tal modo si potrebbe senza ombra di dubbio indebolire la forza degli avversari. La cosa che però emerse solo diverse ore dopo era un altra ed era sicuramente la cosa più preoccupante: fuori dalle mura del castello vi era un antico borgo, spettacolo di massacri negli anni addietro e sarebbero stati massacrati tutti gli abitanti se non facevano qualcosa. D'altro canto, era possibile che tra gli abitanti ci fossero già spie ottomane infiltrate, quindi far entrare tutti gli abitanti del villaggio era una scelta che i consiglieri scartavano. Ma del resto non si poteva lasciare quei sudditi in balia dell'esercito nemico.

    XHzCy8n


    9FXns1Y
    Bene, ora vorrei che voi tre organizzaste per bene come intendete agire. Dovreste avere tutte le informazioni necessarie per buttare giù un piano di difesa credo :D

    Drake: tu puoi agire come meglio credi e puoi farlo come se fossi Bart.
    Tyg e Dha: voi due, dato che non vi siete comportanti coerentemente con i corpi ospiti a questo giro non dovrete interpretare i vostri personaggi ma Nicolas e Tamara. Questo accadrà ogni volta che compirete azioni che si discostano dalla loro natura. Ovviamente i "saint" saranno coscienti senza però poter far nulla.



    Edited by Gaz - 4/2/2016, 07:49
     
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    Parlato - Pensato - Bart - Dhawyth - Altri

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    A quanto sembrava Lady Tamara non sembrava essere stata molto bene, dato che lasciò il compito ad uno dei suoi diretti subalterni di fare rapporto in merito agli interrogatori. Strana coincidenza, dato che anche Rigel aveva fatto la stessa cosa... ma di certo aveva avuto un buon motivo, dato che non sapeva assolutamente nulla di cosa stesse accadendo in quel regno. Stava ancora riflettendo sui fatti e sulla strategia, quando iniziò ad avere uno strana sensazione di capogiro; senza rendersene conto si ritrovò in piedi, muovendosi a grandi passi verso il tavolo centrale.

    Dannazione, devo stare attento a non farmi trasportare troppo dalla situazione... devo prendere la scusa di esaminare meglio il campo di battaglia, prima che...

    Una voce interruppe i suoi pensieri.

    Mio re, la situazione è chiarissima. Siamo in netta inferiorità numerica, e normalmente non ci sarebbero vie di scampo in un conflitto del genere. TUTTAVIA...

    Il ragazzo non capiva. Era lui stesso a parlare... o meglio, era il principe Nicolas a farlo al posto suo. A quanto sembrava il padrone di casa si era risvegliato e aveva messo da parte il suo inquilino abusivo senza troppi problemi probabilmente senza rendersi neanche conto dell'accaduto. A far buon gioco a Rigel era la sbronza della sera precedente... qualsiasi cosa fosse accaduta, il vero Nicolas l'avrebbe attribuita proprio al gomito troppo alto.

    TUTTAVIA, non perderemo facilmente, e se questo fosse il nostro destino venderemo cara la nostra pelle. Guai a sottovalutare i propri avversari! E questo vale anche per chi si crede invincibile, come i nostri avversari. Sarò breve, dobbiamo giocarci al meglio le poche carte che abbiamo e questo riguarda prima di tutto le nostre unità di assalto. Bisogna smantellare la loro strategia, e vedremo di farlo nel modo più efficace possibile. Primo problema, i mezzi di assedio: ho già dato ordine di predisporre le nostre macchine lungo le mura e prepararne le munizioni, in modo tale che quando l'esercito Ottomano arriverà all'orizzonte ci troverà pronti ad accoglierli... e a fare a pezzi i loro trabucchi e gli arieti. Non basta trasportare quegli arnesi, bisogna anche predisporli alla battaglia e per farlo ci vuole tempo: un tempo che noi sfrutteremo a nostro vantaggio, dato che la maggiore altezza ci favorisce per la gittata. Una volta eliminate le macchine d'assalto, se vogliono provare ad invaderci dovranno arrivare sotto le mura, ma dovranno fare i conti con i nostri arcieri che sono senza dubbio molto migliori dei loro.

    Il modo in cui Nicolas aveva fatto quel discorso fece capire a Rigel che il principe era un tipo deciso e determinato. Forse era un maschera che gli serviva per nascondere le sue tendenze nella vita privata, e la strafottenza che mostrava nei confronti di un nemico tanto superiore di certo lo aiutava.

    Non possiamo affrontarli in campo aperto, sarebbe un suicidio inutile e le loro forze a piedi e a cavallo sono troppo numerose rispetto alle nostre e quindi dobbiamo aspettarli al varco; per avere maggiori probabilità di successo, servirà che i guastatori e i sabotatori agiscano sui loro mezzi: tolti quelli, rimarranno fuori dalle mura. Pensavo ad un piccolo contingente di fanteria, in collaborazione con i servizi segreti che di certo non rimarranno con le mani in mano, dico bene... Lady Tamara?

    Rigel avrebbe voluto aggiungere qualcosa, anche i generali Ottomani erano bersagli da prendere in considerazione ma Nicolas non li aveva neanche citati. Che lui e la sorella avesserò già fissato un piano in precedenza, da approvare in quella occasione?

    Rimane la questione del borgo fuori dalle mura. Ci sono innocenti che vanno salvati, e sono una risorsa per il nostro regno... anche se a quanto pare ci sono delle spie tra loro, pur non avendo conferma certa. Quindi? Propongo di portare gli abitanti dentro le mura e tenerli confinati tutti in un'area sorvegliata, dalla quale non potrà uscire NESSUNO. Nessuno di loro potrà avere contatti con l'esterno, nessuno di loro sarà informato di quello che sta per accadere, avranno solo l'ordine tassativo di obbedire all'esercito nelle disposizioni di sicurezza. E se qualcuno dovesse tentare di fare resistenza o di aggirare il blocco di sicurezza, sarà messo immediatamente a morte.

    Nicolas parlò con una naturalezza quasi disarmante, che fece inorridire Rigel. Possibile che un principe riuscisse a parlare con tanta naturalezza di togliere la vita ad un altro uomo, anche se si trattava di un nemico? Al Santuario aveva imparato che l'unica eccezione al rispetto della vita dei propri nemici era costituita dai servi di Hades. Ma qui era un'altra storia, si trattava di semplici umani.

    I servizi segreti potranno dunque assisterci?

    Nicolas riprese posto sedendosi pesantemente, mentre Rigel avvertiva di nuovo una sensazione di capogiro.

    zxs8EKM

    T3bUUCc
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - Blu (attualmente privo)
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Altare {V}
    STATUS CLOTH - Non indossata.
    STATUS FISICO - Illeso.
    STATUS MENTALE - Si sta chiarendo lentamente le idee.

    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - Good, ho fatto parlare Nicolas e ho cercato di caratterizzarlo un pò come me lo sono immaginato. Il piano è semplice, neutralizzare le macchine d'assedio non appena saranno a tiro anche durante la fase di montaggio, o comunque in fase di assetto. La mia è una parte del piano, Dha riferirà il seguito.

    Ah, in accordo con gli altri abbiamo stabilito che l'esercito è suddiviso in 5000 arcieri, 4000 di fanteria e 1000 di cavalleria.

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    Il cosmo del cavaliere dell’Altare, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile, come anche per il Cavaliere d’Oro del Cancro, riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere dell’Altare richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario.


    TELECINESI
    Il Cavaliere dell’Altare è in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

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    I colpi di tosse divennero via via più forti e reali, non stava più fingendo; Dha sentiva uno strano peso sul petto e non era a causa del bustino troppo stretto...poi improvvisamente sentì uno spintone. Fu un colpo secco, profondo, spirituale: la giovane saint si sentì scaraventata via mentre perdeva temporaneamente coscienza e padronanza di quel corpo...Lady Tamara aveva ripreso i comandi.

    Si alzò di scattò, sbattendo i palmi sul grosso tavolo e facendo quasi capovolgere la sedia su cui era seduta.

    « Infiltrati...devono morire tutti! »


    Sibilò verso i presenti; aveva concesso a Nicolas di concludere il suo discorso con le disposizioni militari e la situazione sulle loro truppe, ma quando aveva sentito della possibilità di spie nemiche nel borgo fuori il castello, non era riuscita a trattenersi. Era furibonda, lo sguardo spalancato e ribollente di rabbia...aveva preso molto sul personale quella situazione, come se la presenza degli infiltrati nel borgo fosse una sua mancanza.
    Si raschiò la gola inumidendosi le labbra; il fratello aveva richiesto il suo intervento e lei era pronta per rendere partecipi i presenti delle disposizioni già studiate.

    « Non possiamo permetterci rischi inutili Nicolas...lo sai, ne abbiamo già parlato! Sono completamente d'accordo con i miei generali: portare all'interno delle mura gli abitanti del borgo, ci metterebbe in una situazione a rischio...non sappiamo il numero delle spie ed in un castello le informazioni girano facilmente, anche se li rinchiudessimo avremmo comunque gente in più da sfamare e non possiamo permettercelo con le provviste attuali. »

    Un respiro profondo che le servì per riprendere il controllo. Lady Tamara era un fascio di nervi, il corpo teso e febbrile...aveva bisogno di scaricarsi, di afferrare qualcosa...di romperlo, di torturare e mutilare. Tutto il contrario di come si sentiva Dha, che era rimasta paralizzata, obbligata ad osservare la padrona di casa che si riprendeva il suo corpo ed i suoi modi usuali. La giovane saint non avrebbe mai acconsentito a quel piano, era tremendo, inumano: uccidere un intero borgo solo perché c'era il sospetto di infiltrati interni, quanto doveva essere fredda quella donna anche solo per pensare una cosa del genere? Tuttavia Dha non poté fare nulla, era imprigionata, impossibilitata a muoversi...doveva limitarsi a guardare senza intervenire, nella speranza di riprendere il dominio quando Lady Tamara sarebbe stata più vulnerabile.

    « Detto ciò però potremmo utilizzare la situazione a nostro vantaggio: organizzare un piccolo manipolo di uomini di facciata per liberare il borgo, che fungeranno da diversivo. Nel frattempo le MIE spie si infiltreranno nell'accampamento avversario; abbiamo nelle segrete le divise dei prigionieri ottomani, le useranno per confondersi con il nemico...gli obbiettivi saranno diversi. Innanzitutto eliminare i 5 Generali, ELIMINARE...quegli uomini devono essere uccisi, senza di loro i soldati non sapranno chi seguire ed i futuri attacchi risulteranno così più confusionari. In secondo luogo dovranno creare più allarmismo possibile: daranno fuoco alle dispense e alle riserve di cibo, per scoraggiare così un eventuale assedio, e libereranno i cavalli bruciando le stalle...se la cavalleria è il loro punto forte, colpiamoli nell'orgoglio. Tra il loro accampamento in fiamme e l'acqua del mare per spegnerlo, ci siamo noi in mezzo, il nostro castello...il fuoco potrebbe essere la nostra salvezza. »

    Guardò con convinzione i presenti, poi spostò lo sguardo sul fratello che aveva proposto una via più diplomatica, corretta e sensata...ma lui non aveva perso l'amore della sua vita per mano di quello stesso nemico che ora voleva anche la loro terra. Ed infine guardò il padre, sembrò quasi supplicarlo con lo sguardo; Tamara voleva la sua vendetta...tra tutti era quella che aveva pagato il prezzo più alto in quella guerra, sapeva che la sua famiglia la comprendeva...ma l'avrebbero appoggiata?
    Deglutì riprendendo il suo posto pacatamente mentre il silenzio albergava nella sala...la decisione ultima spettava al loro Re e, qualunque essa sarebbe stata, Tamara l'avrebbe accettata.

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    Riassunto Azioni ☼ Lady Tamara propone una manovra più drastica per la ripresa del borgo; secondo lei bisogna uccidere tutti gli abitanti del villaggio. Inoltre popone le manovre elusive per scoraggiare le truppe avversarie: uccidere i 5 generali, bruciare l'accampamento, limitando così le scorte di cibo, e colpire le stalle con i cavalli. Fare insomma più casino possibile.

    Note


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    Se siete genitori, capirete perfettamente quanto amore si può avere per i propri figli. Un sentimento sconfinato, che ogni tanto ci spinge oltre i nostri limiti per proteggere e crescere quelle piccole creature nate dalla nostra stessa vita. Ogni volta, ogni singolo giorno, li vedi crescere e speri sempre che rimangano i tuoi bambini, esattamente come lo erano nei primi anni della loro esistenza. Vorresti che rimangano puri e innocenti, alla costante scoperta di un mondo in cui tu sarai la loro guida.
    E invece le cose cambiano, a volte in meglio a volte in peggio, e loro diventano adulti. Crescono scegliendo la loro strada e spesso quella strada li allontana da te. Prendono le loro decisioni, anche contro il tuo parere, e tendono a dimenticarsi del proprio genitore che nel frattempo invecchia inesorabilmente. Un ciclo normale della vita, insomma, ma che non sempre accontenta tutti.

    Eppure loro non erano così. No.

    Re Richel e i suoi due figli Nicolas e Tamara avevano un legame particolare e molto forte. Bart riusciva a percepirlo attraverso le sensazioni del reggente e, mentre ascoltava i due giovani parlare, si sentì pervaso da un orgoglio incontrollabile. La comunione tra il Cavaliere e il Re era ormai diventata così forte che lo stesso gigante poteva percepire i veri sentimenti di Richel. Era come se Nicolas e Tamara fossero sempre stati parte di quella famiglia allargata di pargoli pestiferi che lo aspettava al Grande Tempio. Sentiva nel profondo del suo cuore di volergli un gran bene e il Re stravedeva per quei due figli così decisi e coraggiosi. Un giorno il maschio avrebbe preso il suo posto, ma era certo che la ragazza sarebbe stata il suo braccio destro più fidato. Avrebbero governato il regno al meglio e il loro popolo avrebbe prosperato per gli anni a venire.

    Certo, sempreché quel popolo fosse sopravvissuto all’invasione ottomana.

    Quel pensiero fece tornare Re Richel alla realtà, mentre con attenzione ascoltava i consigli e le strategie dei suoi Generali e dei suoi figli.
    Senza dare troppo nell’occhio, guardò Nicolas con estremo orgoglio mentre esponeva le possibili manovre dell’esercito cui era a capo. Povero figliolo, se solo avesse potuto vivere il suo amore alla luce del sole invece di nascondersi nell’ombra come un fuggitivo. Non avrebbe mai potuto essere pienamente felice una volta ereditato il trono e probabilmente avrebbe dovuto fingere di amare una donna, farla sua Regina e garantirsi un successore. A Bart si strinse il cuore percependo le sensazioni del Re, e si chiese se fosse possibile cambiare le leggi del Regno per permettere una relazione fuori dagli schemi dell’epoca. Forse non era possibile, altrimenti Richel vi avrebbe già posto rimedio. Amava troppo suo figlio per stare con le mani in mano, ma a volte le responsabilità verso migliaia di vite sono più pesanti della propria e personale volontà.
    Poi il Re volse lo sguardo verso la sua indomita figlia Tamara. Uno spirito incontrollabile, una vera e propria amazzone. Bella e intelligente come sua madre, era stata così gentile e innocente nei primi anni della sua vita. Un tragico incidente, però, la trasformò in un’altra persona. Nessuno può capire cosa significa perdere l’amore della propria vita se non l’ha mai provato sulla propria pelle e Richel poteva solo avvicinarsi a quel dolore tanto profondo. Tamara purtroppo era cambiata, era diventata sadica e priva di scrupoli verso gli altri. Un cambiamento che aveva sconvolto tutti, ma che l’aveva resa perfetta per ricoprire il ruolo che aveva ottenuto. Il Re in cuor suo non riusciva a smettere di volerle bene, nonostante le atrocità che commetteva e che erano tollerate solo perché era una Principessa. L’uomo non avrebbe mai potuto voltare le spalle alla figlia e l’aveva indirizzata al compito migliore che le potesse affidare. Un palliativo, certo, ma che poteva garantirgli un futuro nel Regno accanto a suo fratello e successore al trono.

    Un legame incredibile il loro, insomma, che andava oltre a tutto e tutti. Persino Bart si sentiva sempre più coinvolto in quel sentimento, tanto era predisposto a quell’amore famigliare che era diventato la ragione stessa della sua vita.

    Quando l’ultima parola di Tamara fece calare il silenzio della sala, però, il tempo per pensare alla famiglia era bruscamente terminato. Tutti i presenti attendevano la decisione del Re e i suoi figli lo guardavano impazienti. La ragazza in particolar modo sembrava quasi implorarlo per condividere un’azione più cruenta verso i nemici, dimostrando ancora una volta quella sete di sangue senza limiti.
    Richel rimase per qualche istante in silenzio, sentendo come fosse reale l’attesa del Consiglio di Guerra. Ovviamente l’ultima parola spettava al Re e nessuno avrebbe osato interrompere quel momento di riflessione. I suoi occhi si strinsero in una fessura e le labbra s’incresparono. Dalle parole che sarebbero uscite dalla sua bocca, dipendeva il destino di tutto il suo popolo. Un errore e tutto sarebbe stato perduto. La mascella si strinse come unico segno di tensione, di cui solo i due figli al suo fianco si sarebbero potuti accorgere. Tutto il resto del corpo rimase impassibile, seduto in modo composto e regale per esprimere tutta la sua determinazione.
    Infine Re Richel prese parola.

    La situazione è chiara e abbiamo tutti i mezzi necessari per sconfiggere il nemico.

    …o per morire provandoci. Ma quello rimase solo un pensiero.

    Gli Ottomani si credono invincibili perché hanno mezzi e uomini in numero maggiore rispetto a noi.
    La loro superiorità numerica schiacciante gli farà credere che siamo una preda facile.
    E noi dobbiamo sfruttare questa falsa convinzione a nostro vantaggio.


    Picchiò con forza la punta dell’indice della mano destra sul tavolo di fronte a sé.

    Facciamogli credere di essere dei codardi rinchiusi nel nostro Castello e in attesa di una sconfitta certa.
    Dimostriamoci come la preda facile e docile che loro si aspettano.
    E quando si presenteranno di fronte alle nostre porte, vedranno con i loro occhi spaventati che quella preda ha zanne ben più letali delle loro.


    Una metafora semplice ma efficace e alla portata di tutti. D’altro canto era necessario agire con astuzia e non affrontare il nemico in campo aperto. Certo, se fosse stato per Bart avrebbe preso a schiaffoni personalmente un intero esercito, ma Richel non era il Cavaliere del Toro e non aveva nemmeno il suo stesso potere.

    Utilizziamo le nostre spie per indebolirli dall’interno.
    Uccidiamo i loro generali e diamo fuoco a tutto ciò che possiamo.
    Facciamogli sentire la paura all’interno delle loro fila e nella sicurezza dei loro accampamenti.
    Facciamogli dubitare dei loro stessi compagni e fiacchiamo le loro risorse.


    Rivolse a Tamara uno sguardo carico di determinazione, sapendo che i suoi uomini sarebbero stati ancora una volta fondamentali per la riuscita di quell’impresa.

    Nel frattempo prepariamoci all’assedio e costruiamo i nostri trabucchi.
    Raccogliamo tutte le provviste e iniziamo il razionamento.
    Armiamo gli arcieri e prepariamo le frecce con tutti i materiali a nostra disposizione.
    Il loro primo attacco dovrà essere una pioggia incessante di dardi in grado di oscurare il cielo.


    Si voltò dunque verso Nicolas, cercando quella fermezza e quella decisione che in futuro avrebbero dovuto renderlo Re.

    Attendiamoli al varco e debilitiamoli prima ancora che si presentino di fronte alle nostre mura.
    Distruggiamo i loro mezzi di assedio mentre li stanno costruendo, appena sono a portata di lancio.


    Strinse il pugno e lo sbatté con forza su quel tavolo che ormai stava subendo tutta la sua determinazione fisica.

    Mostriamo le zanne solo all’ultimo momento, quando per loro sarà ormai troppo tardi.

    Fece una breve pausa per ricomporsi nella sua solita posizione di fiero comando, per poi dedicarsi alla situazione più spinosa: il destino del Borgo. Sapeva che Tamara spingeva fortemente per un’azione molto più cruenta e con il suo sguardo lo stava implorando di ascoltarla. Richel era convinto che quella fosse probabilmente la soluzione con meno rischi e aprì bocca per dare le sue disposizioni.

    Ora veniamo alla questione del Borgo.

    Invece di continuare, però, il discorso s’interruppe per generare una nuova attesa. Che cosa stava accadendo? I presenti non si sarebbero accorti di nulla, ma il Re stava sperimentando qualcosa d’inaspettato. Per la prima volta lo spirito di Bart stava apertamente contrastando quello di Richel, per opporsi strenuamente a quello che il reggente stava per dire. Il Cavaliere del Toro non avrebbe mai permesso che innocenti fossero trucidati solo per il sospetto di qualche spia. Va bene fare scelte difficili per salvare un intero popolo da un esercito che lo minaccia alle porte, ma quell’indistinta voglia di sangue fece per la prima volta perdere quell’equilibrio che si era venuto a creare all’interno del Re. Bartolomeo si era adattato a tutto durante quella giornata, trattenendo a fatica una sensazione terribile di fronte a quella situazione di emergenza. Eppure in quel momento non riuscì a tacere e incredibilmente riuscì a imporsi sulla coscienza di Richel.

    Fanno parte del nostro popolo e non possiamo abbandonarli.
    Scortateli dentro le mura e sorvegliateli in un luogo sicuro.
    Sono certo che le nostre spie sono migliori delle loro e saranno in grado di individuarle.
    Fate infiltrare nel gruppo qualcuno dei nostri e stanate i traditori.


    Richel, quasi a riprendere in parte il controllo, si rivolse in modo fugace alla figlia lanciandole quasi uno sguardo di scuse. La Principessa avrebbe forzatamente accettato quella decisione, che mitigava un po’ le proposte dei due ragazzi, ma non avrebbe sicuramente condiviso. Il Reggente si sentiva frastornato per quelle ultime frasi, ma ormai le decisioni erano state prese. Mai cambiare opinione di fronte ai propri sudditi.

    Forza adesso miei uomini.
    Al lavoro.
    Difendiamo il Castello a costo della nostra stessa vita.


    Il Re, dunque, aveva parlato.
    Non rimaneva altro che attendere l’evolversi degli eventi. Bartolomeo in cuor suo sperava davvero di non dover nuovamente prendere decisioni così difficili e dal cui esito dipendeva la vita di numerose persone.
    Almeno non senza il suo cosmo, sia chiaro.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Ed ecco a voi il Legame.
    Il Re prende le sue decisioni, ma attraverso il post cerco di spiegare anche il profondo legame che lega i tre.
    Sfrutto, inoltre, la possibilità di prendere il controllo con Bart all'ultimo momento per decidere le sorti del Borgo.

    PS: nuovo layout! Un grazie speciale alla Six <3

    Condizioni:
    Anf, come è difficile fare il Re.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -
    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - ALTRI

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    #Preparativi

    Bart aveva compreso che cos'era il Legame: lo aveva compreso attraverso persone che non erano come lui ma del resto quella era una forza che trascendeva lo spazio, il tempo e ogni realtà. E fu in quel momento che gli parve che una parte del suo potere stesse tornando. Era una sensazione strana, atipica e diversa dal solito. Non sentiva un universo esplodere dentro di se ma era come se fosse al centro di un uragano in grado di distruggere e spazzare via ogni cosa. E fu in quel momento che Dha, per una frazione di secondo vide un'ombra alle spalle del Re. Era un uomo enorme, che gli pareva di ricordare: capelli bianchi ed un grosso elmo dal quale emergevano due corna. Fu una visione fugace e non era nemmeno certa di quello che aveva visto.

    Il Castello era in fermento, tutto era pronto ed ognuno dei tre aveva il suo bel da fare.

    #Dha
    Tamara doveva organizzare a modo le proprie spie e cercare di agire come era stato deciso nel consiglio di guerra. La sua missione era senza ombra di dubbio quella più delicata. Avrebbe dovuto mandare in avanscoperta le sue spie per cercare di infiltrarsi nell'accampamento nemico. Un gruppo di sabotatori doveva compromettere i trabucchi senza che se ne accorgessero e lo stesso gruppo avrebbe dovuto distruggere le provviste dei nemici. Un secondo gruppo, i più fidati sarebbero andati ad eliminare i Generali dell'esercito nemico e come era solita anche lei sarebbe andata con loro anche per un motivo più personale che ovviamente non aveva rivelato a nessuno: la vendetta. Tamara sapeva bene che uno di loro era colui che aveva ucciso suo marito e si sarebbe vendicata lo avrebbe fatto questo era certo. Avrebbero agito durante la notte, l'ultima notte prima dell'Assedio.

    #Tyg
    Nicolas avrebbe agito come aveva ordinato il suo Re, senza obiettare anche perché era stato accolto il suo piano in quasi tutta la sua totalità. Doveva organizzare e preparare l'evacuazione del Borgo, predisporre l'esercito per l'imminente assalto. Aveva tutto il giorno per farlo ma sapeva bene che c'era tanto lavoro da fare. Tutto doveva essere pronto per il ritorno di Tamara dalla sua missione perché in quelle ventiquattro ore si sarebbe deciso tutto.

    #Bart
    Per Richel era solo attesa e come accadeva ogni volta, prima di una guerra amava stare da solo nel suo studio, senza che nessuno le disturbasse, nemmeno sua moglie. Era in pensiero per Tamara, temeva che ella potesse fare qualche pazzia ma la conosceva bene per sapere che non avrebbe mai messo in pericolo il regno. Bart ragionò su quanto era accaduto e su quella flebile sensazione di energia che lo stava pervadendo in quel momento quando un uomo apparve quasi dal nulla seduto su una sedia di fronte alla sua.

    «Bartolomeo il Bianco, cinquantacinque anni e da qualche anno cavaliere del Toro» quella figura lo fissava quasi divertito.
    «Ah, Lelouch vi ha tirato un bello scherzo, su questo non vi è alcun dubbio ma come farai? Riuscirete te e i tuoi amici a respingere un simile impero? Forse non ti rendi nemmeno conto in quale brutto pasticcio siete finiti».

    L'entità si alzò in piedi e sorridendo mostrò due pillole.

    scelta



    «Banale vero? Un'entità che compare dal nulla e ti vuole aiutare che ti pone davanti ad una scelta dandoti due pillole. Si, devo ammetterlo mi piaceva Matrix e credo che anche tu l'hai visto no?»

    Poi richiude la mano e rimette via le due pillole. «Non ora Bart, non è ancora il momento di scegliere».

    Poi sparisce, proprio come è arrivato.

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    Benissimo ragazzi, state facendo un ottimo lavoro ed infatti Bart ha recuperato parte della sua Energia, quindi ora dovrebbe essere all'incirca un'Energia Gialla ma ancora non ha realizzato tutto questo. Dha, grazie alle sue capacità virgose riesce a percepire qualcosa è solo un dubbio, un sentore. Tyg, te per ora nulla :D

    Per il resto avete il vostro da fare. Tyg e Dha dovete organizzare il grosso dell'offensiva. Dha, amplia ma non perderti troppo in grandi particolari, è ovviamente da corollario rispetto allo scontro con colui che ha ucciso il marito di Tamara che è uno dei Generali. Termina il tuo post, con Tamara che si vendica. Tyg e Bart invece terminano i loro post con il sole che sta sorgendo e aspettando Tamara. Durante la notte comportatevi come meglio credete e in base ai vostri corpi ospiti. Ovviamente prima della battaglia Richel e Nicolas dovrebbero almeno parlare con la Regina e col compagno del frocetto xD

     
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    Nicolas, o meglio Rigel, riprese il controllo. La sensazione di capogiro era passata e forse era causata dall'agitazione dovuta ai preparativi della battaglia, o forse semplicemente il suo spirito non si era adattato al corpo del principe. Sentiva in qualche modo dei riflessi non appartenenti al suo essere, delle piccole prese di coscienza come "suggerite" dalla presenza di Nicolas che apparentemente non sembrava rendersi conto della presenza di un estraneo nel suo corpo. E dal suo posto, osservò Tamara balzare in piedi.

    In realtà tutti i presenti tenevano gli occhi puntati su di lei, la sua reazione aveva suscitato timore nei generali e si vedeva: se avesse potuto, forse li avrebbe fulminati o inceneriti solo con uno sguardo. L'odio e la rabbia che traboccavano dai suoi occhi e dalle sue parole colpirono Rigel al cuore; gli fecero male, era un dolore insopportabile. Non che lui fosse responsabile di quella reazione esagerata, ma un baluginìo della coscienza di Nicolas gli fece comprendere e accedere a qualcosa di preziosissimo: una semplice informazione. Tamara aveva perso il marito, ed i responsabili erano proprio i nemici che erano alle porte. Il ragazzo capiva come si potesse sentire la sorella, ed il dolore che provava era dovuto alla sofferenza che la donna aveva patito e che pativa ancora: per questo appariva così dura e terribile, così diversa dalla Tamara di un tempo.

    Mentre lei parlava ed esponeva il suo piano, si limitò a prendere un paio di fogli davanti a sè ed a scrivere. Un primo biglietto fu spostato da lui davanti al posto della principessa.

    Mantieni saldi i nervi, sorella. Ricorda che sei anche tu un generale.

    La donna continuò la sua filippica contro gli avversari e propose la sua tattica... decisamente più drastica rispetto alla strategia da lui avanzata. Probabilmente sarebbe scesa da sola in campo pur di sterminarli tutti, e nel frattempo arrivò il momento del re. Il ragazzo si voltò a guardare il padre, attendendo le sue decisioni: non c'era dubbio che Nicolas avrebbe obbedito alla lettera al desiderio del padre, fosse stato anche di offrirgli la sua testa su un piatto d'argento; il re si pronunciò sulla tattica da usare, approvando quasi in toto la strategia del ragazzo. Rigel sperò che Tamara non fosse risentita delle decisioni prese, non voleva minimamente intaccare il legame tra i due fratelli; e lui era il maggiore, la ragazza sarebbe per sempre stata la sua sorellina prima ancora che una principessa.

    Scrisse un altro biglietto e lo passò, stavolta riguardava l'assalto preliminare.

    Alcuni dei miei dovranno agire insieme ai tuoi per i sabotaggi agli arieti ed ai trabucchi. La mia polizia assisterà le tue spie dall'esterno per sorvegliare i popolani, non un singolo spillo riuscirà a bucare la sorveglianza.

    E te ne prego, sorellina... sii prudente.


    Scrisse quelle parole d'impulso, il fatto di essere in un consiglio di guerra non cambiava la realtà dei fatti e l'affetto che provava verso la ragazza. Un nuovo biglietto si materializzò, ma stavolta il destinatario era il re in persona; l'uomo gli dava sicurezza, e da un altro riflesso della coscienza di Nicolas il ragazzo realizzò quanto il principe tenesse al padre. Voleva renderlo orgoglioso di lui, gli era fedele e non lo aveva mai osteggiato. Già, Richel conosceva i gusti di Nicolas in fatto di compagni ma non ne avevamo mai parlato direttamente: perchè il re avrebbe dovuto imporre la volontà del popolo, e cioè che il futuro re potesse garantire una discendenza al casato. Ma ora la cosa non aveva importanza, dato che forse non avrebbero visto neanche la primavera seguente. Scrisse solo tre semplici parole:

    Ce la faremo.

    A quel punto le decisioni erano state prese, non c'era altro tempo da perdere e bisognava organizzare la difesa: ventiquattr'ore erano pochissime, ma dovevano essere più che sufficienti. Lanciò un'ultima occhiata alla sorella ed al padre, sospirò ed uscì dalla sala. Avrebbe voluto parlare con loro e con la regina, trascorrere del tempo con la sua famiglia... una cosa che Rigel non aveva potuto fare, se non con i suoi genitori adottivi finchè la vita era rimasta in loro. Si sorprese a trattenere una singola lacrima, asciugata pochi istanti prima che al suo fianco riapparisse il suo compagno.

    Sei stato grande. Un vero principe, Nicolas.

    Sì, certo... peccato che la battaglia non sia ancora iniziata.

    Fermò un paio di soldati e diede loro istruzioni: i trabucchi dovevano essere pronti entro due ore e piazzati in modo tale da poter lanciare le loro munizioni non appena l'esercito nemico fosse stato avvistato, da qualunque direzione potesse provenire.

    ...e voglio ogni singolo barile di olio portato alle mura e tra i proiettili da lancio. I loro mezzi d'assalto che non saranno schiacciati dovranno finire in cenere, non dovranno arrivare neanche ad intaccare le nostre mura!

    Passò il resto del pomeriggio ad organizzare le truppe, dando istruzioni agli arcieri sul posizionamento delle mura a Nord e ad Ovest e facendo fortificare le passerelle per facilitare il passaggio dei soldati da una zona all'altra, piazzando la fanteria e la cavalleria entro le mura e dando istruzioni precise ai guastatori ed ai sabotatori che di lì a poco sarebbero partiti agli ordini di Tamara.

    Il vostro obiettivo principale sono i mezzi d'assalto. Sabotate i meccanismi, se potete fate in modo che quando proveranno ad utilizzarli i danni si ritorcano contro di loro. Bruciate ciò che non si può sabotare, se avete la possibilità piazzate delle trappole. Dobbiamo minare la loro sicurezza internamente. E soprattutto, obbedite a qualsiasi ordine vi venga dato dagli ufficiali dei servizi segreti o da Lady Tamara come se fossi io stesso ad avervelo dato: loro sono comunque a conoscenza del vostro compito.

    Ultimo capitolo, distribuire ordini alla milizia cittadina del castello riguardo alla delicata questione del borgo: i cavalieri radunarono rapidamente la popolazione, facendoli confluire in una zona del castello predisposta per mantenere al riparo la popolazione. Certamente tra quella gente erano già presenti anche le spie di Tamara, quindi la milizia fu disposta a perimetro della zona di confinamento per evitare "fuoriuscite indesiderate o non autorizzate". I popolani rimasero perplessi quando compresero che disobbedire a quegli ordini sarebbe potuto costare la perdita di un arto o della vita, ma non si poteva parlamentare con la milizia e con il piccolo distaccamento di fanteria dell'esercito regolare, circa una trentina di guerrieri che non facevano complimenti quando si trattava di dover maltrattare qualcuno.

    Sorveglianza assoluta già da quando li sposterete, e che nessuno esca da lì.

    Era passata la mezzanotte quando l'ultimo cittadino entrò nella zona di prigionìa. Erano stipati in una zona sicura che ricordava un campo di concentramento come quelli del periodo nazista, privo delle camere a gas: e il grado di sorveglianza non sarebbe potuto essere superiore. Oltre alla fanteria c'erano anche alcuni arcieri, pronti a colpire eventuali piccioni viaggiatori o volatili sospetti. O il loro padrone, a seconda dei casi.

    Rigel stava sulle mura, stanco per il pomeriggio intenso ma con i nervi a fior di pelle. Il suo compagno era immancabilmente al suo fianco, intento come lui a guardare l'orizzonte buio; Tamara era partita nel pomeriggio, e il re era rinchiuso nel suo studio come sempre prima di una battaglia. Inaspettatamente fu Rigel, o forse Nicolas, a rompere il silenzio.

    Dici che sopravviveremo?

    Può darsi, o può darsi di no. Chi lo sa? Tu hai già fatto tantissimo, senza di te il re non sarebbe così sicuro di vincere.

    Già, il re. Mi chiedo come faccia ad avere così tanta fiducia in me, con tutte le sofferenze che gli ho portato.

    L'altro lo guardò, in silenzio. Sapeva a cosa si riferisse il principe, e rispose dopo qualche istante.

    Si fida di te perchè sai quano vali, e si fida di Tamara perla stessa ragione. Siete i suoi figli, e so bene che ognuno di voi sarebbe pronto ad affrontare l'intero esercito degli Ottomani per lui. Perchè prima di essere il re, lui è vostro padre.

    Rigel sorrise.

    Sembro un idiota, vero? Magari ti dò l'impressione di aver paura di morire.

    Non più idiota di ieri sera, dopo la sbronza. Sembravi un cavallo con due zampe, ho pensato di doverti riportare nelle tue stanze con una carriola...

    I due si guardarono negli occhi. Uno sguardo complice, nonostante la presenza delle sentinelle e delle torce accese sulle mura. Sarebbero sopravvissuti ancora per qualche giorno, Nicolas ne era sicuro. E anche Rigel cominciava a pensare la stessa cosa, mentre i primi raggi del sole si sollevavano dal mare ad est, rischiarando le pianure di fronte a loro. Rigel aguzzò lo sguardo, sperando di veder sbucare fuori Tamara e i suoi uomini da un momento all'altro...

    zxs8EKM

    T3bUUCc
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - Blu (attualmente privo)
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Altare {V}
    STATUS CLOTH - Non indossata.
    STATUS FISICO - Illeso.
    STATUS MENTALE - Si sta chiarendo lentamente le idee.

    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - Ecco qui, non sapevo come organizzare meglio le difese. Mi faccio due chiacchiere con quello lì e nulla di più, adesso attendiamo l'alba.

    CfLyFwD

    ABILITA'

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere dell’Altare, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile, come anche per il Cavaliere d’Oro del Cancro, riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere dell’Altare richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario.


    TELECINESI
    Il Cavaliere dell’Altare è in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    CfLyFwD

    TECNICHE





     
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    Il Re aveva parlato. Le decisioni erano state prese.
    Il Reggente si voltò verso quel foglietto che gli apparve di fronte al tavolo e lesse le semplici parole di suo figlio Nicolas. In un momento di estrema solennità, con un breve cenno di assenso, Richel ricambiò quel pensiero così semplice quanto incisivo. “Ce la faremo” incoraggiava lui, malgrado fosse probabilmente la persona che meglio capiva la situazione in cui si trovavano realmente. Nonostante tutto, però, i suoi figli erano sempre lì a sostenerlo e spalleggiarlo. I numeri erano contro di loro, il tempo era contro di loro e persino il fato era probabilmente contro di loro.
    Il loro Legame, a dispetto di tutto, non dava alcun segno di cedimento.

    Al termine della riunione plenaria, dunque, il Consiglio di Guerra fece l’unica cosa che aveva il dovere di fare in quel momento di tremenda crisi: obbedire. Nessuno si oppose alle scelte del Reggente e, con un’incrollabile determinazione, tutti si congedarono per adempiere i loro compiti.
    Richel aveva fatto le scelte giuste? Aveva ascoltato i giusti consigli? Quegli ordini sarebbero stati sufficienti per salvare il Regno e tutti gli uomini che ne facevano parte?
    Solo il tempo avrebbe potuto rispondere a quelle domande, ma di certo un’improbabile vittoria sarebbe giunta solamente a costo di migliaia di vite.
    Un nodo strinse lo stomaco del Re in una morsa dolorosa, mentre cercava di mantenere la sua ferma posizione sul trono in attesa che i suoi più fidati Generali lasciassero la sala. Quante vite sulla coscienza di una sola persona e quanto erano pesanti quelle responsabilità. Persino Bartolomeo riusciva a percepire quella sensazione opprimente, condividendo il malessere con il Re cui occupava il corpo.
    Per un solo istante, però, quel tremendo stato d’animo scomparve come se non fosse mai esistito. E quell’istante fu il momento in cui i suoi due figli, Nicolas e Tamara, si alzarono per lasciare il Consiglio di Guerra e dedicarsi ai loro compiti. Il suo cuore di padre si riempì nuovamente d’orgoglio, rinvigorito dalla maturità che i due ragazzi avevano dimostrato.

    Uhm…

    In risposta a quel pensiero qualcosa turbò l’armonia del momento. Una strana forza pervase anima e corpo di Richel; una sensazione tanto strana quanto familiare. Come mai prima di allora, il Re si sentì in grado di fronteggiare qualsiasi minaccia, come se un vigore fuori dal comune avesse preso possesso delle sue azioni.
    Avrebbe voluto richiamare tutti i suoi Generali e ordinare una battaglia faccia a faccia con il nemico. Al diavolo l’inferiorità numerica. Avrebbe voluto marciare alla testa del suo esercito per prendere parte alla prima carica della Fanteria, sventolando il suo vessillo mentre si faceva largo con la spada.
    Tanti pensieri di gloria e forza incontrollabile, giunti così all’improvviso in un momento in cui l’eroismo era quantomeno inutile.
    Quando si riprese da quell’euforico smarrimento, sbatté le palpebre per ritornare alla cruda realtà. Sembrava esser rimasto solo nella sala in cui importanti decisioni erano state prese. Si guardò attorno per costatare se qualcuno si fosse accorto di quella sua esperienza inspiegabile, ma fortunatamente nessuno sembrava averlo visto.

    Cosa mi sta succedendo?
    Non ci capisco più niente.


    Un pensiero lecito da parte del povero Bartolomeo, che ancora non riusciva a comprendere a pieno quale strano scherzo avesse escogitato Lelouch. Era intrappolato in quell’epoca e costretto a prendere decisioni terribili. Non aveva il suo cosmo e anche il suo corpo era profondamente cambiato. A parte qualche sprazzo di folle propensione ad azioni eroiche, il Cavaliere del Toro sembrava essersi ridotto a semplice spirito guida di un Re in difficoltà.

    Devo riflettere.

    Questa volta il pensiero fu di Richel, anche lui ugualmente frastornato nonostante la silente comunione con Bart. Il Reggente si alzò dunque dal suo scranno e si massaggiò le tempie per ritrovare un minimo di lucidità. Uscì dalla sala e imboccò il corridoio di destra in direzione del suo studio privato. I sudditi al suo passaggio lo salutarono con enorme rispetto e, nel tragitto, dovette dispensare solenni cenni del capo a tutti quelli che incontrava.

    Giunto a destinazione, si chiuse alle spalle la porta della sua stanza personale per poi accasciarsi stanco sulla sedia. Un atteggiamento poco regale, certo, ma quello era l’unico luogo in cui l’etichetta non contava. Si sbottonò il collo dell’elegante vestito da cerimonia e perse lo sguardo sul panorama che si poteva osservare dalla finestra. All’orizzonte si poteva quasi vedere il polverone scatenato da un imponente esercito che presto avrebbe bussato alle porte del Castello. Dentro le mura, invece, tutti si davano da fare per prepararsi a una disperata difesa. Tra di loro c’erano anche le sue due ragioni di vita: Nicolas e Tamara. Il ragazzo avrebbe avuto un bel da fare a organizzare tutti i suoi uomini per essere pronti alla sanguinosa battaglia. La Principessa, però, tra i due era quella che nell’immediato correva più rischi. Richel era sicuro che sua figlia avrebbe guidato in prima persona le spie del Regno all’interno delle linee nemiche. Aveva un contro in sospeso con una persona in particolare e avrebbe sacrificato la sua stessa vita pur di consumare la sua vendetta. In quello aveva proprio preso dal padre, incapace di sopportare qualsiasi affronto diretto senza rispondere adeguatamente.

    Che gli Dei veglino su di te, bambina mia.

    Bene. Avete presente quando qualcuno vi coglie in un mento privato, magari mentre siete svaccati da qualche parte a farvi i fatti vostri? Ecco, quella precisa sensazione interruppe bruscamente i pensieri del Re facendolo sobbalzare sulla sedia.

    Chi osa disturbarmi?
    Chi osa entrare qui senza nemmeno bussare?


    Quel Richel non le mandava certo a dire. Era proprio portato per fare il Re e non tollerava che la sua autorità fosse messa in discussione. Anche perché uno sconosciuto era appena apparso sulla sedia di fronte a lui, entrando chissà come in uno studio in cui nessuno poteva mettere piede. La mano del Reggente scattò subito alla spada, pronta a staccare la testa dell’intruso al primo sentore di pericolo. Ascoltando le prime parole dell’uomo, però, lo spirito di Bart prese improvvisamente e facilmente il sopravvento. Sentendo il nome di Lelouch, infatti, il Cavaliere capì che quella si trattava di una questione – come dire – “fuori dal tempo”.
    L’ignoto figuro si prodigò in un discorso di dubbia simpatia, ironizzando sulla situazione in cui il Dio del Tempo l’aveva relegato.

    Un momento, ma tu chi sei?
    E chi sono questi miei amici?
    Io qui sono solo, purtroppo.


    Che cosa stava dicendo quell’uomo? Di quali amici stava parlando? Forse dei suoi sudditi, ma quell’affermazione sembrava troppo specifica.

    No, senti, fermati un attimo.
    Cosa c’entra Matrix adesso?


    Ecco come aggiungere confusione alla confusione. Lo sconosciuto fece vedere a Bart due pillole, una rossa e una azzurra, proprio come nel famoso film. Il gigante l’aveva visto in televisione qualche anno prima insieme ai suoi figlioli più grandi. Non gli era piaciuto un granché, ma sapeva che i pargoli ne andavano matti.

    Scelgo quella…

    Scelgo quella azzurra, avrebbe voluto dire, così da tornare alla realtà e continuare la lotta contro la Corruzione per salvare l’umanità intera. E invece, così com’era apparso, lo strano ospite svanì nel nulla.

    Dannazione.

    E nuovamente Bart non riuscì ad avvicinarsi alla soluzione di quell’enigma che era diventata la sua prigione.

    A pensarci bene, però, sempre meglio le pillole che le supposte.
    Oh oh oh!


    Complimentoni Bartolomeo del Toro, nonché spirito abusivo nel corpo di Re Richel. Battute di spirito a più non posso, come se fosse il momento giusto per ridere di qualcosa. Eppure, quella era la prima volta che il Cavaliere aveva davvero preso pieno possesso delle azioni e delle sensazioni del Reggente, quasi dimenticandosi di tutto il resto. Aveva riso come suo solito, in modo poderoso e travolgente. Sperava che nessuno l’avesse sentito dall’esterno, ma in ogni caso non sarebbero venuti a disturbare il Re nelle sue stanze.
    Ciò che era appena accaduto, però, non poteva essere ignorato. Era chiaro che Lelouch non l’aveva abbandonato in una realtà priva di scampo e che stava monitorando le sue azioni. Quello che era poco chiaro erano quegli “amici” citati dallo sconosciuto. Che non fosse l’unico a essere finito in quell’incubo? Magari anche il Cavaliere Nero e lo Spectre erano prigionieri di quella realtà.
    Ancora tante domande, troppe senza un minimo di risposta.

    La testa cominciò a fargli male, nello stesso momento in cui lo spirito di Richel tornò a riequilibrare quella comunione che si era un po’ troppo sbilanciata a favore del Toro. Improvvisamente si sentì molto stanco, forse anche per il peso delle decisioni prese durante il Consiglio di Guerra. Il Re si stropicciò gli occhi, sbadigliò con gusto e si sistemò i vestiti assumendo nuovamente un portamento regale. Uscì dalla sala privata quando ormai era buio e si diresse nelle stanze da letto.
    Ed eccola lì, sua moglie. La Regina. Il terzo incrollabile pilastro della sua vita insieme ai due figli.
    Dormiva già, abituata alle notti insonni di un marito responsabile della vita di migliaia di persone. Il Reggente si preparò per la notte e s’infilò sotto le coperte accanto alla donna. Lei fece un lieve gemito mentre il marito la abbracciava delicatamente. Nessuno disse nulla, anche perché non c’era nulla da dire. Quella poteva essere la loro ultima notte e l’avrebbero passata come adoravano fare ormai da tempo, dopo il fervore della gioventù e la nascita di due figli. La Regina prese la testa del Re, gli baciò la fronte e lo fece appoggiare sul suo morbido petto.

    Ti amo amore mio.

    Una semplice frase e poi il silenzio della notte fu l’unico sottofondo per il loro sonno.

    L’alba giunse fin troppo in fretta e tutti ritornarono alla cruda realtà. Richel strinse la moglie in un abbraccio prolungato in attesa di sottoporsi alla solita routine mattutina.

    Oggi vinceremo, mia Regina, e i tuoi figli ti renderanno orgogliosa.

    Un tono più formale rispetto a quello della notte, celando forse una bugia bianca nella prima parte della frase, ma purtroppo il personale di servizio era già arrivato a bussare.
    Una volta pronto per affrontare quella giornata decisiva, il Re guardò impaziente l’orizzonte dove il sole stava sorgendo, in attesa del ritorno della sua Tamara.
    Dall’esito della sua missione dipendeva il destino dell’intero Regno.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Un po' Bart e un po' Richel. Devo dire che questa cosa mi sta proprio divertendo.
    Per il resto seguo la traccia, in attesa del giorno fatidico.

    Condizioni:
    Anf, come è difficile fare il Re.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -
    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - ALTRI

    Ykl3bED
     
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38 replies since 20/1/2016, 13:20   863 views
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