Ikari No Tora - Le Tigri Dell'Ira

Chapter 4 Araldi. Fratelli. Anime sotto il cielo di G.E.A

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    «Sono maledettamente in anticipo.»




    E quindi il tempo era giunto? Quindi tutto si era già mosso così velocemente da essere questo momento?
    I suoi fratelli stavano arrivando? L'Inizio...non era mai stato paziente, anche se la Storia diceva il contrario, la verità era che Amaterasu era impaziente. Era nel suo paradigma esserlo. L'inizio è veloce, è un momento che esplode a mò di Big Bnag. Dura un nanosecondo ma è così esplosivo e luminoso da rendere tutto bianco. Una pagina su cui poter scrivere tutto.
    E Amaterasu rimaneva un Big Bang.
    Ma doveva aspettare. E non gli piaceva aspettare. Arrivava quando voleva e stare alle dipendenze altrui proprio lo mal sopportava. Aspettare il tempo degli altri. No. Non ci riusciva proprio.
    E quindi? Che doveva fare?
    Sbuffò. Il tallone batteva ritmicamente, e sempre più veloce, per terra.
    Ma non poteva fare null'altro. Doveva, per forza, aspettare.
    Ma poteva farlo seguendo le sue regole. In fondo erano loro che lo stavano facendo aspettare.
    E quindi sarebbero stati alle sue dipendenze dopo.
    Appoggiò la sua schiena all'albero.
    Il Tempio Sud era stranamente quieto. Vi era solo un tavolo rotondo in mezzo a questo spiazzo su di un lago dove alcune carpe nuotavano libere. Un piccolo gazebo, del vino, del té, dei dolci, da mangiare.
    Le colonne tortili del gazebo, erano composte di tre rocchi ciascuna, a cui si aggiungevano i capitelli compositi e gli alti basamenti in pietra, su cui erano raffigurate le fasi di un parto tramite le espressioni di un volto femminile, all'interno dello stemma di Amaterasu. Erano attraversate da elementi naturalistici, su cui il giglio e il sakura ne risultavano protagonisti. Un altezza di quasi 11 metri ciascuna delle quattro, per un 28,5 metri di altezza complessiva.
    La parte superiore era anch'essa decorata. E sia Nerthus che Oberon avrebbero potuto ritrovare le loro storie, così come nelle colonne si ritrovavano fiere nel basso che da cuccioli divenivano adulti per poi finire in temi di morte da cui rispuntavano fiori a nuova vita.
    Ma prima di arrivare qui sotto gli araldi avrebbero dovuto attraversare il Torii. Il tradizionale portale d'accesso giapponese che portava ad un jinja o, più semplicemente, ad un'area sacra.
    Perché quel lago, dove sorgeva quest'isola solitaria, era divenuta l'area sacra perché Amaterasu era su di esso.
    E mentre le carpe nuotavano, piccoli scrosci d'acqua si potevano sentire sulla lieve sabbia. La terra mischiarsi all'acqua. L'aria accarezzare quel gazebo di pietra finemente decorata. Oro e argento. Diamanti e rubini.
    Perché erano le mani di Amaterasu a crearlo e a disfarlo. Marmo bianco e grezza ossidiana. L'oro a risplendere per i raggi del Sole, il diamante a rimandarli in un arcobaleno di colori.
    Ogni elemento era quel gazebo che mutava seguendo il sogno di Amaterasu. Mentre tra le mani teneva un singolo petalo di sakura.
    Il Sole accarezzava lieve la sua pelle, mentre lieve increspature spezzavano la quiete della superficie di quel perfetto lago. Una gemma incastonata in un paesaggio naturale, sullo sfondo il Crogiolo, il respiro dell'uno era il respiro del crogiolo e dell'intero tempio Sud.
    Architettura occidentale e orientale insieme. Sembrava di essere entrati in un qualcosa di diverso.
    Ma questo era anche l'aspetto del tempio Sud: ogni storia confluiva nell'altra arricchendola, mischiandola e l'una e l'altra coesistevano perché senza l'una nemmeno l'altra sarebbe mai stata.
    Vi era filosofia ma anche azione. Un taglio veloce e senza pensieri ma che apriva sentieri in se stessi sconosciuti.
    Attendeva i suoi fratelli nel pensiero di G.E.A.
    L'Equilibrio, la Forza e la Fine.

    CHERNOBOG. P.A.N. OBERON

    Tre pilastri della realtà. Quattro con Amaterasu mentre Nerthus dormiva ancora. Quattro colonne a reggere Agartha e il Bosco sacro.. Il gazebo...a guardarlo meglio significava anche questo. Le sue colonne rimandavano i paradigmi dei quattro Araldi, mentre la sommità era G.E.A, Agartha e il Bosco sacro con Oberon a rendere, nell'equilibrio, la Realtà possibile di essere vissuta.
    Dosando il Tutto. Ma l'uno senza gli altri non poteva essere.
    Ecco il perché del tavolo rotondo. Nessuno superiore. Tutti uguali perché ognuno di loro non era più né meno degli altri cinque.
    E sotto tutto questo dormiva l'Araldo dell'Inizio.
    Dormendo. Sognando ancora. Sognando una vittoria. Sognando la speranza.






    Edited by Lyga - 12/10/2021, 23:21
     
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