Armageddon: Salviamo il Sapere

Jamir.

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    Salviamo il Sapere

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    Lo Jamir da sempre è una terra sacra, meta di molti guerrieri di caste diverse che cercano di riparare le loro amate armature e ciò al 'male' non poteva sfuggire. Sapeva bene che eliminando chi riparava le armature avrebbero avuto un vantaggio determinante. Il vuoto sembrava avere una sorta di coscienza collettiva, cosa che a Gaz non era sfuggita. Ma lui non poteva difendere anche lo Jamir, spettava a tre uomini – o meglio due donne ed un ragazzo farlo.

    Eleuteria, la custode dell'antica libreria, lei doveva proteggere la biblioteca, evitare che i Demoni la invadessero distruggendo millenni di ricerche, la conoscenza che era il bene più prezioso per il Casato dei Rarglove; quella stessa conoscenza che aveva permesso ai cavalieri di risvegliare la divina armatura di Atena. La posizione della biblioteca era leggermente defilata rispetto alla torre e ci si accedeva tramite un passaggio segreto. L'ex Cavaliere di Gemini era li, attendeva i demoni che stavano per giungere. Il resto del Jamir doveva essere difeso da Anita – l'eterna allieva di Gaz – e Ys, il predestinato.

    «Ys occupati dei demoni di terra» disse la ragazza con tono serio «possono giungere solo dal ponte e lo spazio è stretto, dovresti farcela e se fosse necessario distruggilo, evita che giungano qua, ne va dello Jamir, di tutti gli uomini che abbiamo radunato nella torre».

    Si fermò per un istante «e per favore non morire».

    Ad Anita il compito più difficile, quello che avrebbe sicuramente messo a rischio la sua vita: le truppe aeree. Stormi di demoni volteggiavano in aria, giravano intorno pronti a ghermire la propria preda. Ella era li, sulla sommità della torre, pronta a distruggere ed abbattere ogni essere che si sarebbe avvicinato.




    Benissimo ragazzi miei <3
    Ele te sai già cosa devi fare: difendi la Biblioteca.
    Phos, te sei stato messo all'entrata del ponte e dovrai respingere i demoni che lentamente si stanno avvicinando, mentre io con Anita mi occupi delle truppe volanti. Consideriamo di avere tutti e tre la telepatia quindi possiamo comunicare tra di noi. Il primo post è di 'presentazione' vediamo le orde avversarie arrivare e ci prepariamo alla guerra.

    Tutti riceveranno il messaggio telepatico di Gaz che li aggiorna sul proprio destino e lo potete trovare a questo link:

    https://saintseiyafinal.forumfree.it/?t=64331766


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    Armageddon: Salviamo il Sapere I


    Era sempre stato difficile per Ys trattare con Anita, e ora che era un Silver Saint lo trovava un'ardua prova più che mai: la donna, un'ombra costante sempre appresso a Gazka, gli aveva sempre dato l'impressione di credere che il rispetto dovuto al maestro dovesse, per transazione naturale, cadere pure su di lei; in quel giorno di fine Dicembre, poi, fu solo la gravità della situazione a trattenere Ys dall'aggredirla verbalmente.

    «Onorato della fiducia.» rispose con sarcasmo agli ordini di una che non era nemmeno una Saint «In effetti, prima delle tue sagge parole sarei stato ingenuamente tentato a lasciare in piedi il prezioso passaggio, rischiando di lasciare la mia stessa famiglia in preda a quegli... esseri.»


    Era stato uno shock, il messaggio telepatico di Gazka, ma superato lo smarrimento Ys non era rimasto con le mani in mano: subito accorso al suo villaggio natale, aveva convinto familiari e compaesani a rifugiarsi nello Jamir, ed era pure andato incontro a sua sorella Paititi che studiava a Lhasa per soccorrerla. Mentre attorno a loro il mondo impazziva.
    Ora, chiunque gli fosse caro era al sicuro presso la Torre.
    Ad ogni modo, nemmeno lui trovò bene abbandonare così Anita, che pur nella sua boria pareva in qualche modo preoccuparsi per lui.

    «Sarà ciò che Atena vorrà.» sentenziò voltandole le spalle «Comunque farò del mio meglio... Che la dea vegli anche su di te e sulla signora Eleuteria.»


    Eleuteria. Una parente di Gazka, da quel che aveva capito, pure lei ora coinvolta in tutta quella follia che trasudava per la Terra; Ys si chiese se fosse il caso di usare la Telepatia per augurarle la protezione dell'alata Nike, ma lasciò perdere: già la conosceva poco, perdipiù aveva padroneggiato solo di recente quel talento psiconico. Meglio non strafare.
    Lasciata Anita, Ys si ercò nella stanza in cui aveva lasciato il suo Pandora Box, e raggiuntolo ne tirò la catena per indossare - sempre cosa grata - la Silver Cloth di Ara che gli apparteneva. Quindi uscì dalla torre, dando un ultimo sguardo al cielo e pensando al compito di colei che doveva essere stata allieva del Riparatore di Cloth da ancor più tempo di lui - e dieci anni non erano certo poca cosa.
    Niente mantelli, questa volta, pensò mentre s'incamminava diretto al ponte: al Grande Tempio si era solo umiliato, e solo per grazia di Atena il Gran Sacerdote gli aveva mostrato che lui, Ys, poteva essere ancora utile alla loro dea.
    E lui questa volta non avrebbe fallito.


    Il ponte che collegava la sacra dimora del Riparatore di Cloth al mondo esterno era una sottile passeggiata pietrosa che si stringeva con fragile apparenza sopra un precipizio il cui letto era irto di spuntoni rocciosi appuntiti - e dei cadaveri scheletriti di chi non ce l'aveva fatta, Saint il cui servizio ad Atena s'era concluso.
    Mentre per lui, Ys, non era affatto concluso.

    Arrivano...


    Sagome scurite dalla lontananza di chi non si era salvato, echi subumani di chi aveva perso se stesso, e con loro il rammarico di Atena nel suo cuore per i servi che le erano stati sottratti.
    Ys deglutì, e inspirò a occhi chiusi; lasciò quindi che il suo Cosmo bruciasse, che il suo corpo si rendesse un piccolo, caldo universo in modo da permettergli di proteggere i suoi cari, la sua casa e se stesso, e di servire la sua dea. Un'aura argentea iniziò allora a danzare dapprima pigra, poi sempre più viva come una fiamma ravvivata; il Silver Saint riaprì allora gli occhi, e li tenne fissi sulle miserande sagome che si stavano avvicinando.

    "Distruggi il ponte, se necessario"... Ma potrebbe anche non essere necessario. Anime, anime erranti che vagate inquiete tra queste pietre che vi hanno visto morire nel rancore! Emergete da questa Terra martoriata, tornate vivi attraverso me, e siate la mia spada e il mio scudo, ancora una volta al servizio della grandiosa Atena!!!


    Il Cosmo di Ys si fece allora più ampio, e una ad una i candidi fuochi dei defunti risalirono l'abisso e risplesero eterei, fluttuando nel vuoto; il Saint dell'Altare si chiese se non fosse pure il caso di approntare alcune pietre da lanciare con la Telecinesi sui... mostri.

    ... No: potrebbe essere uno sforzo inutile. Devo prima capire che possono fare queste maledette bestie: per dire, avranno ancora un'anima?


    Sperò di sì: sarebbe stato un problema, non poter disporre del Kishouen.



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    Nome Ys
    Energia Rossa
    Stato della Cloth Silver Cloth di Ara - Integra [V] (Indossata)
    Condizioni Fisiche Ottimali
    Condizioni Psichiche Ys non ha afferrato del tutto il significato dell'Armageddon, ma sa che i suoi cari sono in pericolo e questo per ora gli basta; è chiaramente teso e castigato da umiliazioni ancora brucianti, ma quanto accaduto con Daya (il Test per la Blu ancora in corso, ma per motivi di storyline qui considero avvenuto) lo ha certamente reso più maturo e pronto.

    Riassunto: Dopo aver recepito con poco entusiasmo gli ordini di Anita, Ys si sforza comunque a farle i suoi auguri e va a indossare la sua Cloth; uscito quindi dalla Torre si reca al ponte, dove vedendo e udendo i mostri avvicinarsi brucia il suo Cosmo ed evoca le anime erranti presenti sul luogo per prepararsi allo scontro.

    Note: Come accordato con Gaz, Ys combatterà ancora a Rossa, a a livello di storyline il passaggio a Blu è già avvenuto (l'eccezionale Telepatia gratis aiuta alla finzione); la cosa ha utilità esclusivamente ruolistica, non intendo scrivere che Ys spara sganassoni quasi luminali ora, né ritengo sbloccate le Tecniche Sekishiki apprendibili a Blu.

    Abilità

    Spirito: La capacità di padroneggiare l'etereo e l'immateriale non rende possibile colpire il corpo del nemico, ma bensì la sua anima; è perciò un'ostica insidia per chiunque non sappia a sua volta manipolare tale effimero elemento. Lo Spirito è una capacità abile ad alterare le sensazioni del nemico attraverso la sua stessa anima, oppure di colpire la stessa per infliggere danni anche fisici, a seconda del suo utilizzo. Ciò non rende però capaci d'evocare le anime dei defunti dall'aldilà, ma soltanto di percepire quelle presenti sul luogo, escluse quelle di esseri ancora vivi; allo stesso modo, non si può estrarre l'anima di alcunché per mandarla nell'aldilà.

    Tecniche

    Nessuna Tecnica utilizzata
     
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    Salviamo il Sapere

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    Sorrise Anita percependo il disappunto di Ys.
    Era ancora giovane quel ragazzo, giovane ed inesperto per comprendere che a volte un'armatura non voleva significare nulla e che anzi lei aveva rifiutato l'armatura che fu di Gaz per una questione molto personale. Non credeva in Atena, era convinta che se in quel mondo vi fosse un uomo degno del suo rispetto e a cui doveva ogni cosa questo era solamente Gaz. Ella probabilmente era l'unica donna al mondo che conosceva i piani dell'Eremita. Ma ora non v'era tempo per certe cose, sapeva bene che doveva combattere.

    S'aspettava orde di demoni che attaccassero dal cielo.
    Cosi pareva ma la realtà fu ben diversa. Calcifer era giunto nello Jamir, una loro vecchia conoscenza e portava con se nugoli di piccoli aiutanti che erano strettamente legati ad Eleuteria. E fu in quel preciso istante che ella capì, comprese che la compagna di Lelouch, figlio di Gaz avrebbe sacrificato se stessa per salvare la biblioteca, per difendere tutto ciò che riteneva giusto. Così come aveva fatto Gaz, il quale senza alcun ripensamento s'era immolato per l'umanità intera.

    Chi era rimasto a guardia dello Jamir?
    Lei e quel ragazzo? Davvero poca cosa per fronteggiare un attacco dalle dimensioni mastodontiche che ben presto avrebbe soverchiato le poche forze in campo. Tutto avvenne nel giro di qualche istante: la sua figura si teletrasportò di fianco ad Ys e cominciò a bruciare il suo cosmo come mai aveva fatto prima d'ora. Solo allora, solo in quel momento il giovane ragazzo comprese che quella donna se non era al livello di Gaz sicuramente aveva un cosmo che rivaleggiava con i più forti Gold Saint del Grande Tempio e probabilmente possedeva un potere soverchiante anche per un guerriero come Bart.

    «Hai avvertito quel cosmo spegnersi» disse la donna con le lacrime che rigavano le sue gote «siamo rimasti io e te».

    Orde di demoni avanzavano senza sosta mostrandosi potenti ed inarrestabili. La ragazza alzò la mano al cielo e strali di stelle cominciarono a palesarsi: non c'era alcun dubbio quella era una delle tecniche più potenti che poteva possedere solo un cavaliere di Aries.

    Stardust Revolution - gridò Anita dando il via alla battaglia.



    Susu ha fatto una one-post a parte indi per cui per ora proseguiamo solo io e te.
    Arrivano orde di demoni che cercano di avanzare e distruggere tutto. Noi cercheremo di contrastarli - per il momento - quindi combatti e ricordati che hai di fianco a te una Suprema quindi non consumarti tutto in un post ma cerchiamo di reggere almeno un po' :P

    Qui troverai la quest di Susu che si riallaccia a quanto dovremo fare noi: https://saintseiyafinal.forumfree.it/?t=65432001


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    Armageddon: Salviamo il Sapere II


    Si facevano sempre più vicini, una massa abominevole che incideva in una processione apparentemente senza fine; Ys, il Cosmo che fluttuava sempre più forte attorno al suo corpo, li attendeva teso ma deciso.
    Un minuto, forse due, e sarebbero giunti al ponte.
    E allora sarebbe iniziato lo scontro.
    Il Silver Saint deglutì nervoso, sentendo una goccia di sudore freddo scendergli lungo la fronte e poi fino al naso.
    Ma lui era pronto. E già stava pensando a come combattere: non intendeva di certo far crollare il ponte, non prima d'aver trovato altre soluzioni; quindi doveva evitare la Megalè Ekatombe, e semmai usare la Telecinesi per far cadere nell'abisso sottostante quegli esseri. Avrebbe potuto anche respingerli col Cosmo, certo - ma doveva vedere quanto fossero deboli -, e...

    ... Uh?!?


    Un bagliore infuocato che irradiò alle sue spalle interruppe all'istante quei pensieri: cos'era?!? Giungeva dalla Torre, poco ma sicuro, e - comprese, voltandosi un istante a vedere quella massa di fuoco innalzarsi nel cielo -... e... ne era certo, era intriso di Cosmo!
    Fu uno spettacolo, al netto di tutti i sensi, scioccante.

    Ma... Cosa?!... Cos'è questo Cosmo?!? Chi diamine può, alla Torre, aver fatto...?


    Rifletté come meglio poté: lì, che seguissero la via dei Saint, c'erano la signora Eleuteria e - forse - Anita: si trattava d'una di loro?
    Ys digrignò i denti, teso come una corda di violino: significava che erano rimasti in due? Addirittura che i mostri avessero aperto un varco sulle loro difese? Doveva forse correre alla Torre?
    Prima che si rendesse conto che lui doveva comunque rimanere lì a tenere il ponte, gli si... teletrasportò accanto una persona.
    Una persona che, dopo un attimo, riconobbe.

    «... Anita!!»


    Ma l'assistente di Gazka non badò a lui, non subito: ben più focalizzata del giovane lemuriano sulla realtà dei fatti, la donna si rivolse subito verso gli amobini in avvicinamento, e... prese a bruciare con forza il suo Cosmo.
    Fu come se la terra dovesse tremare da un momento all'altro, e le nevi perenni dell'Himalaya vaporizzarsi all'istante.
    Ys ne fu annichillito.

    Questo... Cosmo!...


    Daya, il Saint di Taurus, Gazka stesso: il lemuriano fu scioccato nello scoprire che quella donna potesse essere paragonata, per potenza del Cosmo, ai più grandi esempi di Saint che lui avesse conosciuto. Certo, dato che la ragazza era sempre stata accanto al maestro, Ys non si stupiva che sapesse usare il Cosmo... Ma a quei livelli?!?

    Maestro... A che stavi pensando, quando avevi tra le mani questa donna?...


    Una domanda che doveva rimanere senza risposta, almeno al momento.
    Anita, invece, una volta lasciata esplodere la propria forza, rispose a un'altra domanda inesprezza, che Ys aveva accantonato appena lei era giunta: Eleuteria, era... morta, suppose il lemuriano; di certo, era facile capire dalle parole della ragazza che ci fosse lei dietro a quel Cosmo infuocato, dato che ora "erano rimasti solo loro due". Solo allora Ys s'accorse che Anita stesse piangendo: non gliene aveva male, probabilmente aveva conosciuto Eleuteria molto meglio di lui.
    Cercò di dire qualcosa, ma lo shock era molto... Mentre il tempo no: i mostri erano troppo, troppo vicini per parlare e distrarsi oltre. E Anita afferrò ciò ben prima di Ys; anzi, era chiaro che fosse lì solo per quello.
    La donna espanse allora il suo Cosmo senza aggiungere altro, alzò un braccio, e... gridò, trascinandosi dietro - creandole, proprio! - delle stelle cadenti che distrussero all'istante gli amobini su cui ricaddero.
    Ys ne fu scioccato.

    Un attacco... alla velocità della luce...


    Ma le grida, le urla amorfe e i movimenti rabbiosi dei mostri retrostanti riportarono presto Ys alla realtà: i sopravvissuti, scavalcati gli uccisi, continuavano la marcia - anzi, ormai la corsa -, diretti verso il ponte e loro due.
    Il Silver Saint digrignò i denti: a che diamine stava pensando, in un momento simile?!? E lui si definiva un Saint di Atena?

    «Wooh.... OOOOHHHHHHH!!!!!!»


    Ys urlò a piena voce, e bruciò il suo Cosmo con forza, espandendolo alla massima ampiezza per far arretrare i mostri; arrestò così per un istante la loro avanzata, e non perse tempo a radunare i suoi poteri spiritici.

    «Anime! Anime erranti, perdute e rabbiose! Radunatevi, riunitevi, siate il mio pugno e la mia lancia!!
    SEKISHIKI KONSOHA!!!»


    I fuochi fatui emersero candidi dagli abissi del precipizio, e il Silver Saint li irrorò del suo Cosmo e li fece saettare azzurrini a tutta velocità contro le prime file dei mostri, falciandole in una teoria d'esplosioni bluastre.
    Sentendosi sicuro di poter tirare il fiato qualche secondo, Ys si riservò - finalmente! - d'analizzare la situazione con lucidità: era visibile a occhio nudo, per danni e numero di vittime, la differenza tra l'attacco d'Anita al suo; eppure, vedendo la donna combattere senza protezioni, gli era chiaro anche un suo evidente svantaggio.

    «Anita! Tu non hai una Cloth... Non esporti troppo!! Non farti problemi a farti scudo di me, intesi?!?»


    Immaginava che la ragazza avesse le sue tecniche difensive, certo... Ma, forte, per forte, non era una Saint di Atena: non aveva il dovere di cadere per la sua Dea; e, vista la differenza bellica tra loro due, era solo giusto che fosse la ragazza ad avere più possibilità di sopravvivenza. In realtà, avrebbe volentieri ceduto ad Anita la sua Cloth, ma... sapeva che ciò non fosse possibile.
    Gridò ancora, bruciando a tutta forza il suo Cosmo, e radunò nuovamente gli spiriti: il tempo per le chiacchere era terminato, e lui ora doveva concentrarsi nel facilitare il lavoro di Anita.

    «SEKISHIKI KISOUEN!!!!»


    Fu un azzardo: non era certo che quegli... esseri avessero un'anima bruciabile - non sarebbe stata la prima volta, nella sua esperienza -, ma se l'avessero avuta sarebbe stato un vantaggio.
    E sì, ce l'avevano.
    Di nuovo, le prime file si contorsero tra fiamme azzurrine che questa volta sgorgarono da essi stessi, coinvolgendo le file dietro... e tutti finirono presto sotto i colpi luminali di Anita.
    Fu così che Ys basò la sua strategia nel disturbare l'avanzata di quegli esseri corrotti, approfittando della conformazione del luogo e del ponte, stando attento a non farlo crollare; combatté per frenarli e ammucchiarli sotto gli attacchi di Anita.
    Guidò più e più volte gli spiriti all'attacco delle prime file, talvolta li indirizzò più all'interno - per quel che gli consentiva il suo raggio d'azione - e, quando riusciva a toccare il territorio oltre il ponte, si permise pure delle Megalé Ekatombe; rinunciò invece al contatto fisico: a parte che sarebbe stato rischioso finire nel mirino di Anita, combattere quegli esseri uno a uno era molto meno fruttuoso che farlo massivamente.
    Di attacco in attacco il suo Cosmo diminuiva, così pure le sue forza fisiche e mentali: era un bene che non dovesse difendersi tenendo a distanza quegli esseri, ma... Quando sarebbero finiti?
    Dopo non sapeva nemmeno lui quanto tempo, la pelle matida di sudore e il Cosmo che aveva esaurito gran parte del suo potenziale, Ys guardò la folla di mostri in avvicinamento: non ne vedeva la fine, per quanto a lungo e in profondità scrutasse; ne erano già morti chissà quanti, riversi per terra e calpestati dai sopravvissuti, caduti nel dirupo, bruciati da Ys o polverizzati da Anita.

    «... WOOOOHHHHHHHHH!!!!!!!!!»


    Ys si sforzò a bruciare ancora il suo Cosmo, e questa volta aggiunse all'attacco anche l'aiuto della Telecinesi: con essa sollevo quanti più massi circostanti possibili, e lì gettò insieme contro le prime file degli amobini, seguiti dai fuochi fatui già carichi del suo Cosmo.

    «Sekishiki Konsohaaaaa!!!!!!»


    Incapace di sprecare voce ancora, la gola che gli bruciava, Ys comunque lanciò la tecnica alle spalle delle pietre, che esplosero in mille pezzi attorno alle bestie, ferendole e uccidendole mentre il Konsoha residuo faceva il grosso del lavoro.
    E chissà quanti ancora, morti. A fronte di milioni ancora vivi.
    Un intero paese, forse un intero continente.
    Un'ipotesi sconfortante.

    «Anita...» ansimò allora il Silver Saint «Credi... Che possiamo farcela? Oppure... Oppure, prima o poi dovremo distruggere... il ponte?»


    Non avrebbe voluto, ma non sapeva quanto avrebbe resistito ancora la donna; in quanto a lui, di certo non avrebbe avuto la forza di combattere ancora per molto. Nella speranza che il ponte impedisse loro di raggiungerli, certo... e che non trovassero altre vie.
    Davvero, altrove la situazione poteva dirsi sicura? Ys si scoprì in pena per i suoi familiari.



    <div style="float: left; margin-right: 5px">WDJM3
    Nome Ys
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    Stato della Cloth Silver Cloth di Ara - Integra [V] (Indossata)
    Condizioni Fisiche Sfibrato, Cosmo medio-basso
    Condizioni Psichiche Stanco, pessimista, preoccupato

    Riassunto: Scioccato dallo scoprire la consistenza cosmica del potere di Anita, Ys dimostra una certa maturità nell'adattarsi alla situazione senza farsi problemi nel supportare una non-Saint; combatte quindi per facilitare l'opera distruttiva di Anita e proteggere il ponte, usando il Sekishiki con tutta la varietà che gli riesce, anche sfruttando la Telecinesi. Dopo un logorante combattimento volto a tenere lontane le creature dell'Armageddon dal ponte, stanco (ma non ancora finito), Ys chiede ad Anita se non sia caso e ora di buttar giù il ponte e chiudere almeno un accesso allo Jamir.
    </div
    Note: Data la presenza di Miss Suprème, ho pensato che la battaglia andasse per strage massiva e mi sono regolato di conseguenza; il fatto che non abbia elencato uno a uno gli attacchi è figlio della mia inesperienza: non ho la minima idea di quanto possa durare Ys dandole senza incassare!


    Abilità

    Spirito:
    La capacità di padroneggiare l'etereo e l'immateriale non rende possibile colpire il corpo del nemico, ma bensì la sua anima; è perciò un'ostica insidia per chiunque non sappia a sua volta manipolare tale effimero elemento. Lo Spirito è una capacità abile ad alterare le sensazioni del nemico attraverso la sua stessa anima, oppure di colpire la stessa per infliggere danni anche fisici, a seconda del suo utilizzo. Ciò non rende però capaci d'evocare le anime dei defunti dall'aldilà, ma soltanto di percepire quelle presenti sul luogo, escluse quelle di esseri ancora vivi; allo stesso modo, non si può estrarre l'anima di alcunché per mandarla nell'aldilà.


    Telecinesi:
    E' la capacità di poter interagire con l'ambiente circostante attraverso la propria forza mentale anziché quella fisica; la forza che la muove è intangibile ed invisibile, pertanto è difficile notarla prima che agisca sul bersaglio o sul nemico. Nel caso se ne sia vittime, comunque, è possibile liberarsene espandendo con decisione il proprio Cosmo. La Telecinesi, in riepilogo, rende possibile spostare oggetti e persone, torcere arti e quanto sia similmente molle e snodabile, o emettere colpi psichici di varia forma.


    Tecniche

    Sekishiki Kisouen:
    Celeste Fiamma Demoniaca dello Tsei She Ke. E' una tecnica originaria della Costellazione del Cancro, ma nota in Jamir attraverso i sopravvissuti della Guerra Sacra cinquecentesca, i lemuriani Sage del Cancro ed Hakurei dell'Altare. L'utilizzatore dapprima circonda con le anime presenti sul posto il nemico, consumandole quindi col proprio Cosmo per creare così fuochi fatui (fiamme blu alimentate dalle stesse anime), dando vita così ad un vero e proprio rogo capace di consumare la stessa anima dell'avversario.


    Sekishiki Konsoha:
    Onda della Sepoltura spirituale dello Tsei She Ke. E' una tecnica originaria della Costellazione del Cancro, ma nota in Jamir attraverso i sopravvissuti della Guerra Sacra cinquecentesca, i lemuriani Sage del Cancro ed Hakurei dell'Altare. L'utilizzatore scaglia le anime presenti sul posto contro il nemico, che deflagrano insieme quali fuochi fatui (fiamme blu alimentate dalle stesse anime) al contatto col bersaglio, creando danni fisici. La potenza della defraglazione è direttamente proporzionale alla forza spirituale delle anime utilizzate, perciò tale tecnica può avere effetti molto vari a seconda degli spiriti utilizzabili.


     
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    «Ys io combatto per il mio Maestro» disse con determinazione Anita «a lui devo tutto e non mi tirerò indietro ora, dobbiamo difendere e ricostruire lo Jamir e questo luogo sacro e non possiamo fallire».

    Una determinazione mai vista in quella ragazza che mostrava e metteva in campo tutti gli insegnamenti di Gaz, di quell'uomo a cui doveva tanto. Dal canto suo anche Ys ce la stava mettendo tutta ma c'era qualcosa che non andava, qualcosa che non tornava. I loro avversari sembrava non dovessero finire più fino a quando ella capì e comprese cosa doveva essere fatto. Ancora una volta una delle tecniche che solo un vero cavaliere di Aries potrebbe usare: lo Starlight Extinction.

    La luce dorata avvolse ogni cosa, spedì oltre la volta celeste centinaia di demoni ma colpì in pieno anche il giovane Altare, teletrasportandolo da un'altra parte. Non era più li sul ponte ma in uno strano cunicolo sotterraneo dove un piccolo corso d'acqua sembrava scorrere. Probabilmente il giovane Ys non capì esattamente cosa stesse accadendo o perché ella aveva fatto tutto ciò ma ben presto arrivarono le informazioni di cui aveva bisogno.

    * Pare che la fonte del loro potere non sia qui dove sono io ma dove ho mandato te. Quello è un vecchio corso d'acqua sotterraneo che si trova a centinaia di metri sotto terra, che scava ed erode la roccia da millenni. Se i miei calcoli sono esatti non dovresti trovare grandi nemici prima di arrivare laddove risiede il vero potere ma ne parleremo poi *



    La cosa è abbastanza semplice, Anita ti spedisce centinai di metri sotto terra e ora ti tocca camminare in una specie di cunicolo sotterraneo dove un piccolo corso d'acqua, ritiratosi con il tempo, ha eroso la roccia. Non sembra che tu possa fare molto se non avanzare e la situazione sembra incredibilmente tranquilla. Camminando per un po' alla fine ti rendi conto che il cunicolo finisce e davanti a te si apre una immensa caverna ma per poterci arrivare dovrai fare un volo nell'acqua di circa quattrocento metri. Divertente no? Gestisci un po' te la cosa :P


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    Armageddon: Salviamo il Sapere III


    Pur in quella situazione, col fiato corto e la fiamma del Cosmo sempre meno facile da alimentare, Ys non poté trovare divertente la risposta di Anita: lui aveva chiesto se fosse il caso di far crollare il ponte, e lei... si mise a dire per chi combatteva, che dovevano difendere lo Jamir e via così.
    Toh, come se lui fosse lì per sfizio e avesse mezza idea di mettere a ferro e fuoco l'altopiano. Evidentemente, per la ragazza un semplice "No, li picchio ancora che è una bellezza" era troppo banale da dire.

    ... Comincio a capire perché ad un Cosmo simile non corrisponda una Cloth adeguata.


    Ma era futile ridere delle pagliuzze negli occhi altrui - non che Ys fosse cosciente di avere delle travi nei suoi -, soprattutto in quella situazione; fiera delle banalità o no, il concetto dietro era semplice: resistere a oltranza, il ponte andava lasciato in piedi.
    Il Silver Saint tornò allora a concentrarsi su quei mostri: decimati e ostacolati dai cadaveri che s'erano ammucchiati tra le prime file, avanzavano lenti verso il ponte: era ancora presto per attaccarli; Ys ne approfittò per riprendere fiato e dar tregua al corpo spossato.
    Poi, ad un certo punto, il Cosmo di Anita tornò a bruciare con forza; il lemuriano la guardò stupito: non era troppo presto? Avevano ancora tempo per riposarsi oltre! Lì per lì, congetturò che la ragazza volesse colpire già sul lungo raggio, una distanza che temeva di non poter raggiungere: meglio bruciare il proprio Cosmo quindi, per essere pronti quando gli esseri supersiti sarebbero giunti alla sua, di portata.
    Quando un immenso bagliore inondò tutta l'area.
    Ys voltò la testa di scatto, e quel che vide lo inorridì: una luce, una luce cosmica scintillante sembrava provenire da Anita... e stava travolgendo tutto quello che incontrata nella sua strada.
    Ys compreso.

    «A... nita!!!»


    Fu tutto ciò che riuscì a gridare, quando la luce lo raggiunse e avvolse.
    Dopodiché, si sentì come scagliato alla velocità della luce, distorto e piegato da una forza a cui non poteva resistere.
    E, infine, il buio.


    La prima cosa che sentì fu l'acqua, che gli si schizzò addosso e gli bagnò sedere, mani e piedi, tutt'attorno il buio più pesto; mentre il cuore del Silver Saint batteva irregolare e la pelle d'oca si rizzava, istante dopo istante i suoi occhi si abituarono all'oscurità e Ys poté distinguere i contorno d'una grotta naturale, anzi, un corso d'acqua sotterraneo.
    Data la situazione, il lemuriano non poté non pensare istintivamente ai fiumi avernali che arricchivano l'Oltretomba non solo greco.

    Questo posto... Non sarò davvero...?


    Ma, prima che potesse formulare il cruciale, definitivo concetto... una voce gli riempì la testa.
    La voce di Anita.
    Disorientato, il Saint ascoltò senza fiatare la comunicazione della ragazza: ella gli spiegò d'aver individuato la fonte del potere di quegli esseri lì dove aveva spedito Ys, a centinaia di metri sottoterra; non lo specificò, ma era chiaro che toccasse al Santo d'Argento eliminare quella sorgente maligna.
    Il lemuriano, nemmeno a dirlo, si scoprì rinfrancato dalla situazione: non solo non era morto, ma pure aveva la possibilità di fermare quell'orda inumana!
    Dovette rivalutare Anita; ad ogni modo, si sforzò a risponderle.

    °Gra... zie. Re... sis... ti: fa... rò... più... in... fret... ta... che... po... trò!°


    Non che fosse senza energie psicofisiche, da rispondere così spezzettato: semplicemente, il Silver Saint era un novellino assoluto con la Telepatia.
    Inviato il suo messaggio - neanche fosse una di quelle cose per cui smanettava sul cellulare sua sorella Paititi -, Ys si sforzò per mettersi in piedi in quel cunicolo di certo non progettato per la presenza umana; in realtà, non credeva davvero che Anita fosse lì lì per soccombere e necessitasse aiuto urgente, ma visto quel che stava accadendo nel mondo non era certo il caso di battere la fiacca adagiandosi su un potere al livello dei Gold Saint: il lemuriano perciò s'affrettò ad incamminarsi per quella cavità carezzata dall'acqua, e ignorando i piedi bagnati avanzò meglio che poté, respirando l'ossigeno e riprendendosi come meglio potè dalle recenti fatiche della battaglia.
    Ys camminò nel buio e nel silenzio per il cunicolo, la pelle toccata dall'umidità presente e le orecchie colme del solo suono dei suoi piedi nella rada acqua; non seppe dire per quanto andò avanti: la monotonia delle cose fece presto chiedere pietà ai suoi sensi, ma oggettivamente era razionale ritenere di non aver percorso chissà quali distanze.
    Ad un certo punto, la tensione e l'allerta che accompagnarono il tedioso avanzare furono sostituite da un genuino senso di stupore: dapprima alle sue orecchie giunse un più deciso rumore d'acqua che cadeva, un rimbombo sordo in lontananza; più tardi, mentre il rimbombo si faceva via via più forte, il Saint si rese conto che il cunicolo si stava allargando.
    Infine, si ritrovò a sbucare in un'immenso spazio aperto: una grande caverna, da cui senza nemmeno il bisogno di aspettare che la vista s'abituasse al buio comprese che confluivano altri fiumi sotterranei vicini e insieme creavano la cascata che produceva tutto quel rumore.
    Ys rimase senza parole.

    A... Assurdo! Esistoso simili cose, sottoterra?!?


    Ma il lemuriano non era il tipo da defocalizzarsi tanto, e presto si ricordò perché si trovasse lì, e la sorpresa scemò; ripresosi, il ragazzo cercò di squarciare l'oscurità visiva, e alla fine riuscì a farsi un'idea di cosa dovesse fare: si trovava alla bocca d'una grande caverna, certo... ma il suolo stava centinaia di metri più in basso di lui. E tra le sue capacità, quella di volare non rientrava.

    Cosa saranno... cinquecento metri? Forse più, forse meno... non che faccia differenza: non posso gettarmi da una simile altezza, non se non voglio rischiare di morire, o comunque di rendermi impossibile proseguire.


    Essendo uomo di montagna, Ys era ovviamente bravo a scalare e scendere per pareti rocciose... ma quelle inondate da una cascata non erano praticabili in quel senso; poi, non riusciva a vedere bene, ma anche se la cascata formasse un lago, tuffarsi di lì sarebbe stato eugualmente suicida. Insomma, poteva gettarsi nel vuoto, e basta.
    Appurato ciò, il lemuriano si scervellò per trovare un modo per farlo senza lasciarci le penne... e, pensa e pensa, giunse solo ad una possibilità praticabile.

    Mi getterò nel vuoto, stando rasente alla cascata... contro cui scalcerò - sfiorando soltanto l'acqua, non posso certo perdere una gamba qui! - per ridurtre il più possibile la velocità di caduta. Poi, sui due terzi della discesa, scalcerò con entrambe le gambe a tutta forza per cambiare direzione: dovrei perdere così parte della forza di caduta accumulata... o almeno spero; comunque sia, così facendo mi getterò a parabola contro il suolo della caverna, se ce la faccio magari facendo capriole in aria strinfendomi le ginocchia alle mani... e lì, bruciando a tutta forza il Cosmo e producendo un getto telecinetico, dovrei creare un cuscino che assorba altra potenza di caduta, in modo da cadere senza farmi troppi danni. Comunque, è meglio che mi tenga in posizione fetale, se non mi sbaglio anche questo aiuta a ridurre i danni, Cloth o non Cloth...


    Insomma, il lemuriano aveva rammucchiato tutte le sue - scarse - conoscenze di leggi fisiche e tecniche di caduta per toccare terra in condizioni accettabili.
    Deciso tutto, allora inspirò profondamente, e bruciò il suo Cosmo; piano, piano, quindi più forte e poi sempre più forte; raggiunto un picco accettabile - ma non sfruttandolo a fondo, dopotutto bastava quello d'un Bronze Saint per far cose mirabolanti -... Ys si gettò nel vuoto.
    Scoprì presto di non aver calcolato bene le cose: infatti, non appena iniziò a scalciare l'acqua come pianificato... la forza di caduta si oppose a quella leggera spinta in un altro senso, e Ys... si trovò a cadere volteggiando quasi a far capriole nel vuoto!
    Peccato che non fossero quelle pianificate da lui.

    «AAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!»


    L'istintiva paura per quel tuffo carpiato senza controllo gli fece perdere tutti i freni inibitori - e tante grazie: chi non aveva paura di morire?
    Giravolta dopo giravolta, però, il lemuriano riuscì a far fuzionare di nuovo la testa, e pur a volteggi si trovò a radunare presenza di spirito sufficiente per controllare l'evolversi della caduta.

    Qu... quattrocento? No... trecento? Troppo presto... Devo aspettare fino a ce-cento... Oh, grandiosa Atena, grazie a te se non altro questa disastrosa caduta dovrebbe essere meno forte di una diretta!


    I volteggi, lo aveva preventivato fin da prima, avrebbero dovuto attenuare la caduta... seppure lui li avesse previsti in un'altra fase; recuperato sangue freddo a sufficienza - e ignorando il mal di testa dato dai continui volteggi -, Ys prese a bruciare il Cosmo con forza, pronto alla fase due... che non poteva fallire.
    Trecento metri, duecento, centocinquanta... o erano già cento?!? Oh, via ora, VIA!!!!
    Unì le gambe, e con tutto il suo Cosmo accumulato scalciò con forza contro la cascata e la parete sottostante: sentì la roccia cedere, e lui, Ys, scoprì d'aver cambiato direzione. La parabola.
    S'affrettò a mettersi in posizione fetale, con difficoltà - e grazie tante -, mentre almeno le capriole vennero naturali grazie al cambio di direzione; volteggiò nell'aria per cento metri, forse meno - s'era sbagliato, dopotutto: erano più quattrocento metri che cinquecento -, e mentre il mal di testa da volteggi e controvolteggi lo attanagliava, al vedere avvicinarsi il suolo... gridò con forza.

    «UUUOOOOOOHHHHHHHHHH!!!!!!!!!»


    Era un modo per farsi forza, per bruciare quanto più Cosmo possibile, e lo bruciò eccome; saltò invece la parte del cuscino telecinetico: troppo male alla testa, troppa paura, troppo TUTTO per seguire schemi da tavolino.
    Poi, MALE.
    Toccò terra nonostante tutto con violenza, rotolando per metri e metri testardamente appallottolato in posizione fetale, mentre ogni centimetro del suo corpo entrava in violento contatto col terreno e si procurava lividi de andava bene, sennò escoriazioni.
    Alla fine, il suo povero corpo si fermò, e Ys poté distendersi supino: scoprì di star piangendo per il dolore, un pianto silenzioso ma sofferente.
    Se non avesse avuto la Cloth addosso, sarebbe morto comunque.
    Non avrebbe saputo dire quanto tempo rimase lì a piangere il suo stesso male, ma ad un certo punto trovò la forza per rialzarsi; lo fece lentamente, sussultando ad ogni movimento. Pensò pure di avere qualcosa di rotto, ma non gli pareva.
    Alla fine fu di nuovo in piedi, e guardò verso l'oscurità cavernosa.

    Ho gridato più volte mentre cadevo, ma non è venuto nessuno: eppure, Anita ha parlato di "non grossi" nemici, non nessuno in assoluto... Ma magari intendeva proprio nessuno e basta.


    O così lui sperava: non se la sentiva proprio, di muovere il suo povero corpo in una battaglia.
    Che poi, Anita... non si era più fatta sentire: sperò significasse che avesse tutto sotto controllo, lassù.
    Ormai - più o meno - pronto, Ys sospirò, e mosse una gamba. Sussultò, poi mosse l'altra. E di nuovo l'altra.
    Reprimendo il dolore ad ogni movimento, il Saint di Ara prese a muoversi passo dopo passo per immergersi nell'oscurità cavernosa, verso la sorgente del potere maligno.



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    Condizioni Fisiche Lividi per tutto il corpo sotto la Cloth, ed escoriazioni sanguinanti nei punti della pelle esposti; dolorante. Cosmo medio-basso
    Condizioni Psichiche Determinato

    Riassunto: Superato lo shock per il teletrasporto, Ys s'affretta a percorrere il cunicolo, e giunto alla cascata capisce che deve gettarsi in un tuffo di quattrocento metri e pensa a come toccar terra vivo; decisolo, si tuffa e, tentanto di scalciare la cascata, finisce con cadere involontariamente carpiato. Ripreso il controllo delle sue emozioni, il Silver Saint raduna il suo Cosmo e, a circa cento metri dal suolo, scalcia contro la cascata a due gambe e si restringe a feto durante la parabola discendente creatasi (perpendicolare o quasi alla caduta). Toccata terra, nonostante il cuscino di Cosmo arrangiato ha un violento contatto col terreno che gli procura lividi ed escoriazioni a non finire. Rimasto un pò a terra a piangersi addosso, si rialza dolorosamente e prosegue testardo per la caverna.

    Abilità

    Telecinesi, Abilità non ufficiale permessa dall'Armageddon e dalla storyline del personaggio

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    Quello che si para innanzi a te è molto distante da ciò che ti eri immaginato tu o Anita.
    Non c'erano nemici ad attenderti, demoni o entità oscure a proteggere quel luogo: niente di niente. Davanti a te vi è solo una sfera di pulsante energia oscura che pare proteggere qualcosa. La sfera emana una sorta di energia oscura che sarebbe in grado di distruggere e disintegrare qualsiasi forma di vita.

    È davanti a te.
    Vedi solo una figura, sembra quasi un ologramma di te stesso che sembra avvicinarsi all'entità per poi svanire nel nulla.
    Non sai bene di cosa si tratta ma semplicemente capisci che devi seguire il suo esempio è quasi più forte di te ma sarà saggio seguire quell'entità? È un intervento divino di Gaz o della Dea oppure un trabocchetto del 'male'?



    La sfera che hai davanti a te altro non è che l'ultima barriera prima di accedere al potere che tiene in piedi tutte le entità oscure che stanno attaccando lo Jamir. Troppo semplice vero? La particolarità di questa sfera - cosa che ovviamente te non puoi sapere - è che il suo massimo potenziale offensivo è all'esterno e mano a mano che si avanza il potere diventa sempre più debole annullandosi praticamente quando si arriva verso l'interno. Ovviamente quello che te puoi fare ora è ben poca cosa. Descrivi le tue intenzioni - ma non dire in nessun caso di poter arrivare al centro della sfera ma ferma la tua descrizione all'azione. Sappi che se fai la scelta giusta prima di continuare passeremo al tuo Fight Test :P


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    Armageddon: Salviamo il Sapere IV


    Fu un tormento avanzare, passo dopo passo, dentro la grande caverna che aveva raggiunto a costo di molti lividi, tanta paura e fors'anche qualche anno di speranza di vita - se mai fosse arrivato alla vecchiaia lui, un Saint, categoria per la quale morire giovani era la norma -; ma non che Ys stesse pensando a tutto questo, al momento: dato il prezzo, la sua attenzione era tutta per il buio davanti a sé, e lo sforzo di avanzarvi ignorando i dolori dei suoi muscoli al minimo movimento.
    L'aria, umida e fredda, se non altro aiutava: rendeva da un lato facile riempire i polmoni, e dall'altro un pò leniva il pulsare superficiale delle ferite e dei lividi; certo, faceva freddo se non altro... ma non poi così tanto, non per uno abituato a vivere a migliaia di metri d'altitudine.
    Quindi Ys avanzò, passo dopo passo e fitta dopo fitta, per quanto tempo lui stesso non avrebbe saputo dirlo; di nuovo, l'assenza di comunicazioni da parte di Anita lo tranquillizzava e inquietava allo stesso tempo, mentre l'assenza di qualsivoglia entità ostile gli dava fiducia - non che la tensione allentasse per questo: si aspettava ad ogni passo che un qualcosa sbucasse fuori all'ultimo.
    E qualcosa, in effetti, sbucò. Ma non era un avversario: ad un certo punto, infatti, il Silver Saint arrivò a... una sfera. Una sfera a dir poco inquietante, che dava istintivo senso di negatività e malignità; benché non avesse la più pallida idea di cosa fosse, Ys fu certo della sua identità non appena la vide: era quella, ciò per cui Anita lo aveva mandato laggiù.
    Elettrizzato e impaurito allo stesso tempo, il lemuriano rimase qualche istante fermo a guardarla, mentre i suoi occhi vivi ne delineavano sempre meglio le forse nell'oscurità cavernosa.
    Quando, ad un certo punto... apparve. E fece arretrare e spaventare Ys.
    Era... un fantasma, un ologramma, un'apparizione. Sbucata spettrale dal nulla, al Saint parve di riconoscere in questa la sua figura mentre essa avanzava verso la sfera; sì, avanzava, e raggiuntala vi entrò e... vi svanì. Quasi sfumando in fili d'aria e fumo.
    Il lemuriano si scoprì tremendamente inquieto.

    A... Atena grandiosa... Che COS'ERA quella?! Pareva un... un... Oh, dea benigna, pareva il mio fantasma!!!


    Tra la paura e l'inquietudine dovuti all'ignoto, nel cervello di Ys iniziarono paramenti ad accavallarsi ipotesi: se davvero si trattava d'una sua rappresentazione, era un chiaro esempio a seguirne i passi... Ma c'era da fidarsi? Lì per lì, il Saint dovette ammettere di pensare per prima cosa ad un tranello della sfera, di quell'energia negativa; ma poi, mentre si calmava e rifletteva meglio, altre ipotesi affiorarono nella sua mente: che fosse invece un segno di Atena? O un costrutto psiconico di Gazka, o magari di Anita o - perché no? - di Daya? Le sue ultime esperienza riguardo il Gran Sacerdote avevano innalzato di non poco le aspettative che aveva sui Gold Saint, o comunque su ogni persona con conoscenza psichiche e spirituali a simili livelli.
    Ma si rese conto che erano futili simili congetture: certo, magari la situazione impediva al misterioso benefattore di manifestarsi chiaramente, ma... doveva ammettere che si sarebbe aspettato un qualche segno di riconoscimento; pertanto, l'ipotesi del tranello da parte di quella sfera oscura rimaneva il più probabile.

    ... Ad ogni modo, non posso rimanere qui fermo: se è questa sfera ciò che devo distruggere, le uniche due opzioni sono di attaccarla a distanza, o di avvicinarmi e farlo da vicino. E quel... fantasma... potrebbe essere un suggerimento in questo secondo senso... ma perché lì dentro sarò alla sua mercé, o piuttosto il contrario?


    Insomma, il ragionamento finiva col tornare a fargli chiedere se fosse il caso di fidarsi o no dell'ologramma; e, ragionando, Ys convenne col dover trovare maggiori indizi nell'uno e nell'altro senso.

    Ponendo che la sfera reagisca a qualcosa, potrebbe farlo per qualsiasi intrusione, per quella di un essere in vita, o semplicemente per un essere dotato di Cosmo... Oppure, ovviamente, non reagisce a nulla.


    Il punto era che doveva verificare queste teorie.
    Per due delle tre opzioni ritenne di aver vita facile: gli sarebbe bastato trovare due ciottoli - non una cosa in teoria difficile, in una caverna sotterranea! -: uno lo avrebbe lanciato verso la sfera senza farci nulla; l'altro, lo avrebbe impregnato col suo Cosmo, e poi lo avrebbe lanciato a sua volta. Se fosse successo qualcosa al primo sasso, voleva dire che la sfera respingeva qualsiasi intrusione; se fosse successo qualcosa al secondo, che reagiva al Cosmo.
    Più problematico verificare se reagisse agli esseri viventi, dato il luogo in cui si trovava: Ys avrebbe comunque cercato una qualsiasi cavia in giro - una serpe, un insetto, avrebbe pure guardato nell'acqua che giungeva dalla cascata tornando indietro fin lì, se necessario -; nel caso avesse avuto successo, avrebbe lanciato pure questa contro la sfera.
    Dai risultati, avrebbe preso la sua decisione: se la sfera avesse respinto il sasso col Cosmo (e l'animale, se trovato) ma non il ciottolo normale, la deduzione sarebbe stata che respingeva le realtà cosmiche e verosimilmente viventi (il Cosmo è sopito in tutti, in teoria): Ys avrebbe dunque cercato di crearsi dei massi - magari distruggendo pareti non portanti della caverna - e li avrebbe scagliati con la Telecinesi contro la sfera. Se invece avesse accettato sia il sasso che l'animale, ma non il ciottolo pregno di Cosmo (ma qui doveva aver bisogno di questo benedetto animale), doveva significare che la sfera reagiva al solo Cosmo manifesto: Ys sarebbe quindi entrato senza bruciare Cosmo, sperando di capire poi meglio se aveva modo di distruggere quell'oggetto maligno restando in quello stato. Infine, se il ciottolo pregno di Cosmo fosse stato non respinto ma lasciato passare, o distrutto o repinto dopo una lotta chiaramente figlia della quantità di Cosmo presente - e quindi fosse stato possibile vincere la resistenza con una maggiore quantità di Cosmo, beh... Ys avrebbe bruciato il suo Cosmo, e si sarebbe avvicinato alla sfera inondato di esso, pronto a vincere eventuali resistenze.
    Infine, avrebbe fatto attenzione a un'ultimissima cosa, se fosse entrato in qualsiasi maniera: avrebbe prestato attenzione a dove poggiava i piedi: infatti, lui intendeva fare le sue prove dando per scontato che le eventuali difese della sfera fossero di stampo cosmico, ma... mai sottovalutare la presenza di eventuali buone, vecchie trappole.



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    Riassunto Dubbioso sulla natura dell'ologramma, Ys decide di prendersi un' "assicurazione": cerca quindi due piccoli sassi e una qualche forma di vita animale che per qualche motivo sia ritrovabile lì sotto (serpi, insetti... è disposto pure a tornare fino alla cascata e cercare nell'acqua), e cerca d'impregnare uno dei due sassi di Cosmo. Questi i bivi: se una qualche forza respinge il sasso cosmico (e l'animale) ma non quello normale, Ys spaccherà massi per scagliarli contro la sfera con la Telecinesi; se passano sasso (e animale) ma quello cosmico no, Ys avanzerà trattenendo il Cosmo; se passano tutti, o passano i primi due e il sasso cosmico viene non respinto subito ma entra prima in conflitto con la forza eventualmente presente grazie al Cosmo, Ys avanzerà bruciando il suo Cosmo per aprirsi il passo con la forza.

    Note: Scusa questo post "what if", ma a Ys vedere l'ologramma ha fatto piuttosto scattare una campanella d'allarme XD E' sì tentato a imitarlo, ma non per questo è intenzionato a buttar via la pellaccia per nulla (eroe sacrificale d'Atena sì, ma se si può campare è meglio).

    P.S.: nello scorso post avevo scritto nelle Abilità "Telecinesi": intendevo ovviamente "Telepatia", te ne sarai accorto dal testo.

    Abilità

    (eventualmente utilizzata) Telecinesi: E' la capacità di poter interagire con l'ambiente circostante attraverso la propria forza mentale anziché quella fisica; la forza che la muove è intangibile ed invisibile, pertanto è difficile notarla prima che agisca sul bersaglio o sul nemico. Nel caso se ne sia vittime, comunque, è possibile liberarsene espandendo con decisione il proprio Cosmo. La Telecinesi, in riepilogo, rende possibile spostare oggetti e persone, torcere arti e quanto sia similmente molle e snodabile, o emettere colpi psichici di varia forma.

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    Un normale osservatore non si sarebbe accorto di cosa è accaduto nella mente di Ys, nessuno saprebbe dirlo in verità perché il viaggio ch'egli ha compiuto, lo scontro con Gaz e la consapevolezza acquisita sono tutte cose che sono successe solo ad Ys, solo e soltanto al giovane Silver Saint.

    La figura di Gaz è ancora li e togliendo la mano dalla spalla del giovane lo riporta alla realtà. «Ora sono certo che sei pronto per succedermi alla difesa della prima casa». Si fermò e con un altro criptico gesto fece apparire le sacre vestigia dell'Ariete.

    «Io, Gazka Rarglove custode delle vestigia dell'Ariete, oracolo del Grande Tempio e uomo che ha scoperto tutte le vie del cosmo ti nomino in nome di Atena: Cavaliere di Aries. Indossando quest'armatura, mio giovane Gold Saint ti assumi il dovere di proteggere gli uomini e difendere la tua Dea da qualsiasi pericolo».

    Si fermò un istante prima di cominciare a svanire «ora con quest'armatura potrai distruggere la sfera ma appena lo Jamir sarà libero ti chiedo di tornare immediatamente al Grande Tempio, Alisia ha bisogno di te».

    Detto ciò Gaz svanì lasciando Ys per l'ennesima volta da solo ma con un lascito molto importante: la sua armatura. Questo valeva più di mille parole verso colui che era il suo miglior allievo di sempre.



    Il test riprende esattamente dal termine del tuo FT ( https://saintseiyafinal.forumfree.it/?t=65928502 ). Ritorni nella caverna, Gaz ti nomina Gold Saint ed ora puoi distruggere la sfera come meglio credi. Sei Aries a tutti gli effetti con tecniche e altro e gestisci te il tutto come meglio credi.


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    Buio.
    Se non fosse stato che aveva sentito la schiena sbattere contro qualcosa di duro, Ys sarebbe rimasto della primigenia convinzione d'essere morto.
    Non sapendo a cosa pensare, il giovane lemuriano sbatté le palpebre, e... continuò a vedere il buio. Anzi, no: una specie di palla in fondo, laggiù, sì... e i contorni di quella che pareva una caverna.
    ... Ma non doveva trovarsi steso a terra, lui?
    Sentì un peso e un calore allo stesso tempo sulla spalla, e si voltò: vide Gazka, nella stessa posizione in cui lo aveva trasportato fino in quella strana dimensione bianca.
    E allora capì.

    Ma allora... tutto il combattimento, le mie ferite, le tecniche e tutto, erano... un viaggio mentale? Un'illusione?

    Non trovava altra spiegazione: doveva trovarsi a terra, ma era in piedi; doveva avere il braccio sinistro bruciato, ma lo sentiva sano; doveva sentirsi stanco e spossato, ma non lo era più di quando lo fosse stato appena sceso fin lì.
    Con un curioso ma rivelatore ragionamento, Ys comprese che pure la sua caduta percepita di schiena faceva parte dell'illusione. O meglio... quella era stata una sua illusione: una parte di lui, con tutta probabilità, si era rifiutata di credere che il venerato maestro Gazka lo avesse davvero ucciso; avevo quindi sperato - s'era illuso - che lo avesse Teletrasportato altrove.
    Il giovane lemuriano non sapeva se essere fiero di se stesso per aver mantenuto la sua fiducia nel Riparatore di Cloth, o di vergognarsi per il viaggio mentale fatto. Quasi per trovare una via di mezzo, arrossì leggermente.
    Ma quella consapevolezza non lo preparò a quanto un attimo dopo Gazka gli disse mentre gli toglieva quella paterna mano dalla spalla, scandendo le parole come se gli stesse dicendo che era pronto per uscire a far la spesa, ora che s'era finalmente vestito.
    Con quel tono lì - non molto diverso da quando lo investì Silver Saint -, il Riparatore di Cloth gli annunciò senza giri di parole che lui, Ys, era pronto a succedergli nella difesa della Prima Casa.
    Il che voleva dire solo una cosa.
    Ys ebbe a stento il tempo per udire e recepire il messaggio recondito di quelle parole, nemmeno un istante un più per stupirsi, turbarsi, credere che fosse uno scherzo o altro... che la Silver Cloth di Ara si separò da lui con gran fragore, e sferragliando metallica tra barlumi argentei gli si ricompose dinanzi, il totem che levitava sospeso da un soffuso Cosmo argenteo.

    A47PD


    «La... La mia Cloth...»

    Ys la osservò scioccato, gli occhi persi e colmi di paura, gocce di sudore freddo che gli colarono lente sul volto: perché? Aveva a malapena afferrato quanto che Gazka gli aveva detto: lo shock psicofisico per quello strapparglisi di dosso la sua Cloth aveva momentaneamente rimosso ogni capacità di giudizio al ragazzo. Il lemuriano vide, in un istante, passargli davanti i ricordi di un anno con indosso quella Sacra Armatura d'Argento: l'investitura col poco tatto tipico del suo maestro, i discorsi col Gran Sacerdote Daya sulle Cloth, le battaglie combattute, l'infante nel Pandora Box a Shamballa, il vecchio che annuiva nel Palazzo di Giada...
    A Ys parve quasi di essere stato preso per i capelli, che gli fosse stata strappata via non solo la Cloth, ma la stessa protezione della Costellazione dell'Altare.
    E in verità era proprio così.
    Gazka, che sapeva benissimo quel che stava succedendo, forse comprendendo quale senso di vuoto e nudità stesse provando Ys, mosse lievemente una mano.
    E giunse il Sole a illuminare quella grotta.

    «... Uh!»

    Ys si riparò gli occhi, un gesto istintivo di una persona svuotata e non più padrona di se stessa, di una persona preda totale d'ogni paura possibile; li riparò tenendo davanti le mani, mentre il cuore gli batteva forte in petto e il nuovo trauma spazzò pian piano le paure e i ricordi: che stava succedendo? Che era apparso lì davanti?
    Quando la luce si fece sopportabile, Ys abbassò quindi le mani... e vide che a illuminare la grotta non era stato il Sole.

    HBpbnmX


    La Gold Cloth dell'Ariete toccava con gli zoccoli il pavimento dell'antro, ma il Cosmo dorato che l'avvolgeva tenendola in piedi faceva da sublime contrasto alla Silver Cloth accanto alla quale - forse apposta - Gazka l'aveva Teletrasportata.
    Ys non poté non rimanerne non rapito.

    La Gold Cloth di Aries... La Cloth del maestro!

    Ancora non si rendeva conto di quanto si stesse sbagliando.
    Ora che era tutto pronto, l'etereo corpo di Gazka Rareglove aprì bocca, e con un tono di voce solenne - forse sapendo cosa pensasse Ys del suo senso di solennità -, declamò piano la formula d'investitura; il Silver Saint - anzi, no: non aveva più diritto a quel titolo - della stirpe dei Lemuriani si voltò verso il Riparatore di Cloth sbattendo le palpebre stupito, ma udendo ogni parola, ogni sillaba di quel discorso.
    Lui, Ys degli Atlantidei, stirpe di Lemuria, venne così investito a Cavaliere dell'Ariete ed elevato alla schiera eletta dei dodici Gold Saint.
    Fu un momento surreale. Che non durò.
    Il ragazzo - no, il Gold Saint - aprì tremante la bocca, incapace di pensare con correttezza, ma prima che potesse formare una frase articolata nella sua mente, Gazka... iniziò a sparire; e, nel farlo, riprese a parlare: gli assicurò che ora sarebbe stato capace di distruggere quella sfera maligna, ma gli intimò di accorrere al Santuario non appena lo Jamir fosse stato salvo. Alisia, aggiunse, aveva bisogno di lui.
    Quest'ultima frase fece scattare un ricordo nella memoria di Ys.

    Alisia?... La dea Atena!

    Sì, Daya aveva detto proprio quel nome quando lui gli si presentò come Silver Saint. Gazka stava dicendo che la dea Atena aveva bisogno di lui?!?
    Non poté non argomentare l'assurdità dell'affermazione, che Gazka scomparve del tutto. E Ys ritrovò la favella.

    «Ma... Maestro!!!»

    Gli rispose solo l'eco: Gazka non era più lì... se mai lo fosse stato. Quasi a voler constatare quella realtà, titubante il lemuriano si voltò verso le Cloth. E guardò quella dorata di Aries.
    Era davvero sua? Era davvero un Gold Saint? Gli pareva impossibile... I Saint avevano una Stella e un destino, e chi nasceva Gold Saint lo sarebbe stato fin da subito; certo, aveva sentito storie di Bronze e Silver Saint elevati al massimo rango... ma le aveva sempre prese per questo: storie, favole per far sognare le Caste inferiori, per far sperare chi trovava stupidamente stretto non trovarsi in cima alla piramide sociale dei Saint.
    Ma il suo maestro lo aveva affermato con viva voce. E, spinto da tale incredibile verità, Ys si avvicinò alla Gold Cloth ed allungò una mano verso la testa del totem dell'Ariete.

    «Tu sei... No: io, sono davvero tuo?»

    Una Cloth era un essere vivente, ed era lei a scegliere il Saint: era questa la domanda giusta da fare.
    Ys sfiorò appena la Cloth, il freddo metallo che gli carezzò il polpastrello del dito medio... quando il totem si scompose.
    E, in un baluginare di luci dorate ed in uno sferragliare di metallo, si poggiò come un morbido vestito di seta sul corpo del Saint, avvolgendolo nella sua Sacra Veste.


    Ys - il Gold Saint Ys - vide le sue mani che tremavano mentre se le avvicinava per vederle meglio, avvolte nei mezzi guanti metallici della Cloth ben lavorata dai maestri Lemuriani di Mu; tremò, e sentì gli occhi bruciare.
    Era un sogno. Un sogno bellissimo.
    Una parte di lui avrebbe voluto rimanere sempre lì, in quella grotta a lasciarsi coccolare dal dolce tocco della Gold Cloth sulla sua pelle, dal morboso piacere di far scivolare i polpastrelli sui motivi eleganti che la intarsiavano, a tornare indietro fino alla cascata e specchiarsi nell'acqua per vedere come stava così vestito...
    Ma un'altra parte di lui ricordava. Ricordava le parole del maestro, le ingiunzioni e la fiducia accordatagli. E si ricordava della sfera, lì a pochi passi da lui.
    Fu così che il Saint di Aries ricacciò indietro le lacrime, abbassò le braccia e alzò la testa, fissando quella sfera nera e inquietante come se non l'avesse mai vista prima.

    Il maestro Gazka mi ha detto che ora posso distruggere questa sfera... Significa che i miei colpi ora viaggeranno alla velocità della Luce? Ne dubito: difficile che, da sola, la Gold Cloth mi conceda tanto. E' la stessa cosa per Bronze e Silver Cloth: un Bronze Saint raggiunge in genere il Mach 1, un Silver Saint sa che i suoi pugni possono andare dal Mach 2 al Mach 5... ma non è la Cloth a concedere tanta velocità. E' il proprio Cosmo. Perché una Gold Cloth dovrebbe essere diversa?

    Era vero, da quando era tornato da Shamballa si era sentito come se il suo Cosmo si fosse irrobustito, ampliato da quell'esperienza... Ma fino a raggiungere la velocità della Luce? Assolutamente no.
    Ad ogni caso, ora l'avrebbe scoperto. Perché lui intendeva distruggere quella sfera.
    Sapeva già che usare: per distruggere un oggetto fisico, occorreva usare un attacco fisico. Avrebbe usato il Sekishiki Konsoha.
    Il suo Cosmo iniziò allora a bruciare, e attorno a Ys si formò un'aura ondeggiante. Un'aura dorata. Lui alzò il braccio sinistro, e con la calma di chi deve scandì:

    «Ascoltate, o anime vaganti, la mia voce, e giungete a me diventando il mio pugno, il pugno di Atena che in eterno regge...»

    Così disse con calma, attendendo che i familiari fuochi fatui apparissero nel loro candore, e si radunassero attorno al suo dito.
    Ma i secondi passarono lenti, e nessun'anima si fece viva.
    Ys sbatté le palpebre.

    Strano... Non le avevo già usate, in questa grotta? O è l'influenza della sfera a trattenerle?

    No: in realtà c'era qualcos'altro. Ora che se ne rendeva conto, Ys non sentiva più le forze spirituali attorno a lui. Fu una comprensione disorientante: erano anni che maneggiava gli spiriti dei defunti, e farlo era diventato naturalissimo di lì a un anno. Perché ora non sentiva più nulla?
    Crucciato, mentre rimuginava il Gold Saint sentì via via con maggiore insistenza un'eco, dapprima flebile e poi sempre più forte; quando non poté più ignorarlo, Ys si guardò intorno... e vide che la Cloth di Ara stava brillando intensamente d'argento: era lei l'origine di quel rumore.
    E a quel punto il giovane lemuriano capì.

    Oh, Atena misericordiosa... La Cloth sta tentando di evocarli per me? Allora non sono scomparsi! Sono solo io che non riesco più a contattarli!

    Con suo sommo turbamento, ogni pezzo del rompicapo andò al suo posto: Spirito era un'Abilità propria del Silver Saint dell'Altare... e lui non era più il Silver Saint dell'Altare!
    Gli ci volle un pò per calmarsi. Non poteva quindi usare più il Sekishiki? E come avrebbe attaccato quella sfera?
    Un attimo dopo si sentì uno sciocco: si era ricordato del combattimento appena sostenuto con Gazka in quel limbo. E tutte le mosse che il maestro gli aveva mostrato.

    Il Crystal Wall, il Crystal Net, lo Starlight Extinction... Le Tecniche del Gold Saint di Aries - no, le mie Tecniche!

    Ma certo: Gazka sapeva fin dall'inizio dove intendeva andare a parare. Ovvio.
    Ma una cosa stupì il giovane Gold Saint: il maestro non gli aveva insegnato il nome di quelle Tecniche... come le conosceva?
    L'abbraccio della Gold Cloth non fu più caldo come prima: Ys aveva la netta impressione che fosse opera dello Spirito della Sacra Armatura, tutto ciò.
    Deglutendo, il lemuriano soprassedette: c'erano cose più importanti da fare, ora. Quindi, doveva usare lo Starlight Extinction? Era l'unica Tecnica offensiva delle tre: le altre due, una era difensiva e l'altra dissuasiva - lui non volle assolutamente concentrarsi sul perché sapesse queste cose -. Eppure... un attacco a vasto raggio non gli pareva il più indicato.

    Forse sarebbe meglio usare lo Stardust Revolution...

    Questo sì che gli fece rizzare i peli sulla schiena: e questa Tecnica COME la sapeva? Gazka non l'aveva mai eseguita, figurarsi nominarla!
    Ys cercò di riprendersi. Conoscenze sinistre a parte... sì, sarebbe stata più adatta: uno stormo di comete Cosmiche radunabili in un solo punto. Adattissima.
    Si scrollò definitivamente dalle spalle le domande e la paura: non era tempo, non era assolutamente tempo. Allargò quindi le gambe, e alzò il braccio sinistro, iniziando a radunare Cosmo sulla mano sinistra artigliata.

    Brucia, mio Cosmo, brucia di questo colore d'oro, ed elevati fino a quello dei Gold Saint! Rendimi degno d'aggregarmi a questa schiera eletta!

    Bruciò, bruciò con forza, e sulle sue dita si creò un piccolo Universo; dall'universo nacquero stelle, e la polvere di stelle si fece cometa.
    A quel punto, Ys abbassò il braccio con forza, e gridò:

    «Stardust Revolution!!»

    Le comete si fecero immense, e volarono veloci dalla sua mano, illuminando a giorno la grotta. Descrivettero una parabola, puntando verso la sfera; le si avvicinarono, poi la raggiunsero, la toccarono, e... svanirono.
    Svanirono, e la grotta tornò buia.
    Ys guardò incredulo la sfera apparentemente neanche toccata, liscia e sinistra come prima. E, nell'incredulità, comprese.

    Il mio attacco... Non era ASSOLUTAMENTE alla velocità della Luce! Ma neanche vicino! Cosa sarà stato? Mach dieci, quindici?

    La velocità della Luce corrispondeva all'incirca a Mach 1.000.000, numero più, numero meno. Ne era un tantino distante. Certo, il suo attacco aveva avuto una velocità decisamente superiore a quello di qualunque Silver Saint, ora... ma non bastava. La differenza tra un Bronze Saint e un Silver Saint era da 1 a 4 numeri di Mach. Quella tra un Silver e un Gold Saint, dai 999.999 ai 999.995 numeri di Mach.
    E lui - ne era certo - doveva perlomeno ridurre a quantità risibili questo enorme gap lì, in quel momento e in quella grotta: perché altrimenti Gazka lo avrebbe investito solo ora? Era chiaro che la sfera richiedesse la potenza di un Gold Saint per essere distrutta.
    Digrignando i denti, Ys si rimise dritto.

    «... E' così, eh? Molto bene: tanto vale che sia un Gold Saint degno di questo nome.»


    Mach 20. Mach 30. Mach 50. Mach 100. Mach 300. Mach 500. Mach 1000. Mach 10.000. Mach 100.000.
    Ogni volta che Ys lanciava lo Stardust Revolution, il suo Cosmo riusciva a raggiungere un nuovo picco, e il suo attacco aumentava in velocità e potenza.
    Inutilmente.
    Il Gold Saint ansimò, cadendo stanco sulle ginocchia; alzò la testa sudata per osservare la sfera: intonsa, come se non l'avesse mai sfiorata nemmeno. Accanto a lui, la Cloth di Ara brillava argentina e tranquilla, quasi a dirgli che, se proprio non ci riusciva ad essere un Gold Saint degno, poteva pur sempre tornare ad essere un Silver Saint.
    E la cosa peggiore era che una parte di lui avrebbe accettato volentieri.
    Ys digrignò i denti, sforzandosi ad alzarsi: per che cosa l'aveva investito a fare il suo maestro, allora? Era forse una persona che rifuggiva alla fatica, come se non avesse rischiato la vita contro lo Spectre di Basilisk ad Atene, o visto la morte in faccia semplicemente provocando il dio Oniro a Delfi? Ys il Gold Saint era davvero un uomo più debole di Ys il Silver Saint?

    «Ancora... una... volta...»

    Si rimise in piedi, allargò le gambe e alzò il braccio sinistro, bruciando ancora una volta il suo Cosmo mentre ansimava e sentiva il sudore gocciolargli giù dal mento.
    Strinse i denti, e bruciò il suo Cosmo come se sperasse che il suo corpo prendesse fuoco. E, quando sentì le comete giungere, abbassò il braccio con forza e caparbietà.

    «... Stardust Revolution!!!»

    Le comete danzarono, descrivendo l'ormai familiare arco verso la sfera e illuminando la grotta a giorno; corsero veloci, velocissime, frecce scagliate con forza e precisione, frecce incendiare scoccate da un arco lungo, la coda come fiammelle stellari che brillavano... e che furono attraversate per un momento da una sottile linea lucente.
    Un attimo dopo fecero la fine delle altre - dissoltesi davanti alla sfera, la grotta che tornava buia -, ma Ys neanche quasi se ne accorse questa volta: cos'era stata, quella linea luminosa?

    Non era mai apparsa, nei miei attacchi precedenti... Che sia un riflesso ottico, un'illusione dei miei occhi accecati?... No, diamine, no: se fosse così, non potrei vedere nessun attacco! Sono un Saint, e se il mio Cosmo raggiunge un picco, tutti i miei sensi raggiungono quel picco!

    E questa era una verità inconfutabile. Quindi, che era stata quella linea luminosa? Forse... un segno luminale? A che velocità di Mach si era avvicinato, questa volta? Difficile dirlo.
    Ma era un appiglio.
    Rinvigorito, Ys si rimise in posizione eretta, gambe larghe e braccio alzato; di nuovo, bruciò il suo Cosmo più che poté, fino a sentirsi bruciare.
    E, quando dall'universo nella sua mano si formarono le comete, lui le fece danzare.
    Ancora, un arco di polvere stellare s'indirizzò verso la sfera. Di nuovo, la raggiunse e... sì, sparì nel buio, ancora.
    Di nuovo, una sottile linea di luce balenò tra le comete.
    Ma Ys la trovò più corta, più breve di quella di poco prima.

    Eccola... non me l'ero sognata! Ma perché quella di prima era stata più lunga?

    Trovò una sola risposta: il suo ultimo attacco doveva essere stato più lento del precedente. Bruciare il Cosmo fino a quasi scottarsi non dava frutti sufficienti.
    Eppure, Ys aveva paura ad osare di più.
    Alzò il capo, e guardò per l'ennesima volta quella sfera oscura: lui era lì per distruggerla, si ricordò, e non c'era nessun altro nei paraggi che potesse sostituirlo in quel compito.
    Ys sospirò: perché tentennare? Era stato investito Gold Saint, una volta morto sarebbe stato sepolto nel camposanto loro dedicato nel Santuario; era stato Gold Saint per mezz'ora, e allora? Nessuno avrebbe potuto togliergli quel titolo, non importava per quanto poco lo avesse tenuto.
    Sorrise un poco: non eri tu quello che parlava di accettare di morire giovane, che ogni Saint non doveva sperare di raggiungere la vecchiaia, che il loro scopo era di morire per la Dea? si disse Vale solo per gli altri, la tua risoluzione? Vale solo per il Silver Saint dell'Altare che quasi morì contro Erythos di Basikisk, e non per il Gold Saint dell'Ariete?
    Certo che no. Certo che no assolutamente.
    Ys sospirò forte, il fiato che uscì tremante. Quindi si rimise in posizione, e bruciò il suo Cosmo.
    Lo bruciò, e la Galassia si formò tra le sue mani. Lo bruciò, e le stelle vi comparvero ed iniziarono a danzarvi. Lo bruciò, e le comete si formarono e presero a vorticare.
    Ma non le lanciò.
    Bruciò ancora il Cosmo, e sentì il suo corpo scaldarsi, mentre nella mano sinistra le stelle gridavano di uscire. Serrò i denti, e bruciò con maggiore forza. Il caldo divenne bruciore, e la mano prese a tremare. I denti presero a battere, ma lui non lasciò la presa.
    Il dolore cominciò a essere sempre meno sopportabile, e le lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi. E a quel punto lui gridò.
    Ma non per il dolore, o meglio non solo.

    «UUUUUUOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!»

    Sentiva il corpo in fiamme, ed ogni suo osso tremava per i colpi che le comete battevano alle porte della realtà. A quel punto comprese che, se avesse preserverato ancora, si sarebbe bruciato e basta.
    Sarebbe bastato così. Doveva bastare così.
    Piccando ancora quel minimo che poté, abbassò allora il braccio, gridando a pieni polmoni il suo dolore, la sua paura e e la sua rabbia.

    «STARDUST REVOLUTION!!»


    Mach 100.000. Mach 300.000. Mach 500.000. Mach 700.000. Mach 900.000. Mach 990.000.
    Mach 999.000.
    Una rete luminosa saettò davanti agli occhi di Ys, mentre le comete presero a vorticare con violenza e velocità quasi luminale per la grotta, convergendo furiose verso la sfera.
    Che fu distrutta in mille pezzi.
    Durò tutto un istante. Poi, la terra prese a tremare.

    La grotta... Temo d'averla minata.

    O forse era solo una scossa d'assestamento, sperò.
    Ad ogni modo, alzò lo sguardo dinanzi a se per l'ultima volta: nessuna traccia della sfera, come se non fosse mai esistita; anche l'atmosfera oppressiva di quel luogo pareva essere venuta meno, in qualche modo.
    Ys sorrise sereno, a quella vista: gli pareva di essere appena diventato un Gold Saint per davvero ora, non un Silver Saint con addosso una corazza d'oro; o almeno, una via di mezzo: non s'illudeva d'aver raggiunto la velocità della Luce col suo ultimo colpo, ma nessun Cavaliere d'Argento avrebbe mai potuto raggiungere simili picchi in vita sua. Quello, e la Gold Cloth che indossava: Gazka era stato chiaro che anch'essa avrebbe dovuto avere una parte importante nell'eliminazione della sfera, e Ys dubitava che intendesse solo come simbolo d'elevazione. La sua nuova Sacra Armatura era molto resistente, ed era anche merito suo se non era stato spazzato via dal suo stesso Stardust Revolution.
    Il lemuriano si decise ad interrompere il flusso dei pensieri: non era proprio il caso di starsene fermi a bearsi della propria nuova condizione mentre l'antro rischiava di crollare; spostò allora lo sguardo verso il totem dell'Altare, gli si avvicinò e lo prese tra le mani: il Cosmo argenteo svanì soffuso, e rimase solo la Cloth metallica al contatto.

    Mi accerterò che dopo di me t'indossi un Saint degno... e grazie per quanto fatto finora per me. Grazie.

    Sperò che lo Spirito della Cloth recepisse i suoi sentimenti: era stanco, esausto e senza voce: non aveva proprio voglia di parlare.
    Determinò a quel punto il da farsi: Gazka gli aveva detto di recarsi al Santuario... ma solo dopo aver liberato lo Jamir, cosa di cui non era ancora del tutto sicuro; pertanto, per prima cosa sarebbe stato bene raggiungere Anita. Ma come? Poteva tentare di Teletrasportarsi all'esterno - si sentiva ormai abbastanza capace per provarci -, però forse era meglio raggiungere direttamente la donna.
    E forse sapeva come farlo, quello: respirò ritmico, cercando di calmarsi, quindi liberò la mente e si concentrò, inviando il messaggio Telepatico a tutta l'area esterna.

    °Anita, mi senti?°

    Ys, l'Ariete Dorato
    1Inchum
    Nome Ys
    Energia Blu
    Stato della Cloth Integra [VII]
    Condizioni Fisiche Lividi per tutto il corpo sotto la Cloth, escoriazioni ormai coagulatesi in vari punti. Dolorante e stanco.
    Condizioni Psichiche In pace con se stesso, dopo un turbinio di traumi e sforzi ha raggiunto il suo piccolo, personale Nirvana

    Riassunto Sia la scoperta che tutto il combattimento è stato solo un immenso viaggio mentale, quanto la precipitosa investitura (e conseguente, traumatico cambio di Cloth) segnano molto Ys nel profondo, scoprendo sue personali debolezze e convinzioni. Raggiunto un equilibrio emotivo, il nuovo Gold Saint si concentra nella distruzione della sfera, obiettivo non facile: se Gazka aveva fatto tutto quel lavoro per elevare Ys a Gold Saint, significava che per distruggerla ci voleva la forza d'un Cavaliere d'Oro. E infatti il ragazzo deve fare innumerevoli, faticosi tentativi prima di sfiorare la velocità della Luce e distruggere finalmente la sfera. Fatto ciò, con nostalgia prende tra le mani la Cloth di Altare e chiama Anita con la Telepatia per rintracciarla e Teletrasportarsi accanto a lei: deve sincerarsi delle condizioni dello Jamir prima di raggiungere il Grande Tempio.

    Note In questo post ci ho messo molto di mio perché lo consideravo necessario all'economia del racconto ed alla sua logica interna: la spoliazione della Silver Cloth, il cambio di Costellazione, il motivo per cui Ys ora può puffare nuove Tecniche, il perché doveva farsi Gold per distruggere la sfera (e conseguente smanettamento selvaggio per fargli raggiungere le velocità quasi luminali permesse dalla Blu: non si era MAI spinto a tanto, non potevo tirargli fuori sbame del genere dal nulla), eccetera. Insomma, spero non sia stata un problema questa robusta personalizzazione.

    Abilità

    Telepatia: E' la capacità di convogliare le proprie abilità psiconiche in modo tale da far udire il proprio pensiero (sotto forma di parlato) a tutti gli esseri senzienti presenti entro l'area che tali abilità permettono di ricoprire psiconicamente. La Telepatia può ovviamente toccare solo soggetti selezionati dall'utilizzatore, in numero variabile da una singola persona a quanti più i poteri mentali permettono di raggiungere secondo i limiti di quanto sopra.

    Tecniche

    Stardust Revolution: Il Saint concentra il proprio Cosmo bruciante sulle dita della mano alzata, scagliandolo quindi contro l'avversario una volta abbassato il braccio sotto forma di miriadi di stelle cadenti formate da polvere di stelle; l'attacco non consiste quindi in un unico colpo offensivo, ma in più offensive istantanee a distanza concentrate: di fatto, comunque, riguarda un unico tempo offensivo. Data la natura separata dello Stardust Revolution, esso può raggiungere più avversari piuttosto che uno soltanto; al contrario di altri attacchi non è però necessariamente ad area, ma può appunto concentrarsi su un unico avversario.
     
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    Stanca e provata.
    Anita aveva combattuto da sola contro quei demoni per un tempo indefinito, nonostante il suo livello cosmico paragonabile a quello di un Gold Saint la prova che aveva affrontato andava ben oltre le sue capacità e quando Ys apparve portando con se una brezza di vittoria si sentì sollevata. I demoni che non erano riusciti ad avanzare di un passo scomparvero diventando concime per la terra. La corruzione era svanita da quel luogo e laddove s'era combattuta la battaglia - a ridosso della torre - un falò apparve come a sancire la vittoria degli allievi di Gaz.

    Quel luogo più di ogni altro poteva essere definito una roccaforte per gli uomini.
    Un luogo ove la pace e la serenità dovevano perdurare in eterno.

    Ella si voltò verso il nuovo Gold Saint di Aries e sorridendo «finalmente qualcuno in grado di indossare quell'armatura». Si teneva in piedi a stento ma l'orgoglio gli permise di stare eretta sulle sue gambe e guardare negli occhi Ys «ora è meglio che tu vada, qua abbiamo finito ma al Grande Tempio la situazione è davvero critica».

    Si sedette Anita, esausta per lo sforzo «che al tuo ritorno dovremo sistemare un po' questo luogo».

    Si lasciò cadere in un sonno profondo, incapace di dire altro. Ys doveva raggiungere i suoi compagni, andare da Atena e ricevere indicazioni su come essere d'aiuto per la difesa del Santuario. Da sempre i Saint dell'Ariete si dividono tra Jamir e Grande Tempio e cosi sarebbe stato anche per Ys.



    Noi qua abbiamo finito, appena sarò pronto ti dirò di postare all'Arma del GT come hai già letto nell'apposito 3D


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