Epilogo: il Fuoco della Speranza

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Protogenos of Death

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    10,804
    Location
    Drujah Demana

    Status
    DEAD

    BaseISMA_zpsc84986fa

    Carl Orff ✣ Carmina Burana

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

      

    Un tempo il Monte Kazbek era un vulcano attivo e fu in quel periodo che Prometeo vi fu imprigionato.

    I millenni passarono e il ghiaccio vinse sul fuoco... fino a quel momento.
    Il Titano torreggiava sulla vetta di quella che un tempo fu la sua tomba, accanto all'Episteme Mecane, la macchina che a suo tempo doveva aiutarlo a svegliare le anime degli umani con il Fuoco della Conoscenza.

    Il suo cosmo fiammeggiante aveva arso la terra e tutt'attorno i resti carbonizzati dagli agenti della Corruzione testimoniavano il ritrovato potere di Ismael, di Prometeo.

    Per anni, dopo aver scoperto la sua vera natura, aveva combattuto i suoi agenti, ancora nascosti dalle contese degli Olimpici.
    Ora finalmente era pronto a sferrare un attacco al cuore del suo Nemico, del Nemico degli Uomini, del Nemico di Gea... del Nemico di ogni cosa.

    Elaborò nel corso dei secoli e anche negli anni del suo risveglio varie teorie su chi fosse questa minaccia o su cosa fosse.
    Essa non era esterna al mondo, come le Entità Aliene che vivono nell'oscurità tra le stelle e regnano su universi d'incubo. Questi esseri, per quanto terribili, erano qualcosa di identificabile e di diverso, per cui rientravano nell'ottica della battaglia per la sopravvivenza connaturata all'esistenza stessa.

    Questo nemico invece pareva invincibile, era come un fiume rosso sangue che scorreva lungo le strade del tempo e che si nutriva del male pensato e fatto da tutti gli esseri viventi.
    Era come un'anomalia casuale - o forse necessaria - della creazione, un'errore di Gea e degli altri Protogenoi, i Primi Dei.
    Un'anomalia che era impossibile debellare senza distruggere la terra stessa e la vita presente su di essa.

    Su quest'ultimo punto Prometeo passò gli ultimi decenni ad interrogarsi, ad eseguire esperimenti.
    La Corruzione pareva una sorta di "coscienza collettiva aberrata", per tale ragione ogni pensiero era da lei colto, principalmente quelli più vicini alla sua natura.
    Questo aiutava l'entità a rimanere nell'oscurità, eliminando chiunque si avvicinasse troppo al suo segreto, chiunque rischiasse di mandare a monte i suoi piani di rivalsa.
    La forza di Cavaliere d'Oro e la protezione del Labirinto permisero ad Ismael di sopravvivere agli assalti e ai sabotaggi e con il tempo riuscì a trovare una soluzione.

    Come "coscienza collettiva aberrata" un suo risveglio o un suo aumento di potere avrebbe potuto voler dire la fine di ogni cosa, o meglio la trasformazione di ogni cosa in una versione orribile e pervertita, a partire da chi risulta più sensibile all'energia della vita.
    Le Caste di ogni divinità avrebbero visto i loro combattenti mutarsi in agenti della Corruzione e probabilmente tale destino sarebbe toccato agli dei stessi.

    La prima tappa del suo piano era trovare un modo per ridar vita alla stirpe dei Titani in modo "naturale".
    Vi era riuscito.
    La seconda tappa consisteva nel riprendere in mano il suo vecchio progetto di consegnare il Fuoco della Conoscenza al mondo.
    Se un tempo la macchina era calibrata per emettere energia cosmica che facesse "risuonare" tutte le anime per elevarne la consapevolezza ora doveva programmarla per qualcosa di diverso.
    Doveva rendere più robuste le "anime" dei viventi, avvolgerle con il Fuoco e con la Luce affinché la corruzione non potesse volgerle a sè.
    La Conoscenza avrebbe protetto i viventi poiché ciò che più rende potente la Corruzione è l'Ignoranza e la Paura che da essa nasce.

    Per far ciò però aveva bisogno di un esemplare umano abbastanza potente per essere usato come parte del rituale, affinché l'energia della macchina venisse modulata sulla corretta frequenza. Non più basata sui parametri di un Titano, ma su quelli di un uomo asceso al rango divino.

    Le ore passavano e le forze dell'Avversario continuavano a farsi avanti come uno sciame infinito.
    La spada di Prometeo roteava senza sosta, il potere della sua Fiamma divorava senza pietà ognuna di quelle bestie e la forza del suo pensiero ne straziava le abominevoli carni.
    Dove prima c'era la neve ora la cenere dei cadaveri copriva ogni cosa.

    Verso il giungere dell'ora fatale, verso il compiersi del Solstizio gli attacchi scemarono.
    Il fatto che nessun Olimpico fosse giunto ad affrontare il Titano appena liberato era un segno nefasto.

    La cenere dei cadaveri iniziò a sollevarsi ed a roteare verso il cielo, dove si raggrumò, nera e densa.

    Eccoti

    Venature rosse percorsero il globo ribollente che andò ad espandersi, fino ad avvolgere il monte con le sue spire.
    Un drago ne nacque.
    Al posto delle consuete scaglie aveva delle teste urlanti, le corna erano fiamme e gli occhi ferite aperte su un abisso senza fine.

    Quando Prometeo si chiamava ancora Ismael cercò per tutta la sua vita terrena il segreto del Grande Drago, il principio che racchiudeva in sè Creazione e Distruzione.
    Lo trovò, trovò il suo soffio rovente nel Fuoco della Conoscenza... ed ora si trovava innanzi al suo aspetto corrotto.

    Il Nemico era giunto ad eliminare l'ultima minaccia alla sua definitiva vittoria. Dopo Prometeo avrebbe divorato ogni cosa ed in fine Gea sarebbe stata sua.

    Il Titano fissava quell'orrore impassibile.
    I capelli bianchi iniziarono a muoversi sulla nera Soma, sospinti dall'energia che stava per essere sprigionata.
    Il figlio di Giapeto iniziò a serrare i denti per lo sforzo e richiamò entrambe le lame della sua armatura, dono di Gea.
    Le fiamme l'avvolsero, fiamme bianche e colme di vita.
    Visse già quell'evento.
    In un'altra linea temporale era privo di Soma ed il suo corpo era ancora mortale. Fallì e tutto fu perduto.
    Grazie al Kronos Gnomon riuscì a scorgere questo futuro e a contattare Leoluch. Da qui l'intervento di Esmeralda.

    Ora era completamente in possesso del suo potere.
    Il Padre degli Uomini stava innanzi alla Corruzione che degli Uomini voleva far scempio.

    Il Drago ruggì a lungo, un ruggito terribile, un eco di migliaia di voci disperate, le voci dei sogni infranti di miliardi di vite, di uomini e dei.
    Il Titano spiegò le ali di cosmo e rispose all'unisono lanciando il suo grido di battaglia, unito al fragore delle sue fiamme, latrici di sapienza, ponte verso superiori stati di esistenza.

    Le due forze si contrastarono sul cielo del Monte Kazbek.
    Agli occhi di chi osservasse quelle vette rocciose sarebbe apparsa un'immensa nube nera, percorsa qua e là di lampi lucenti, come una tempesta dalle dimensioni innaturali.

    Ormai il potere del Nemico era all'apice, pari a quello dei Protogenoi.

    Prometeo avrebbe continuato a prendere tempo, la particolare Dunamis di cui disponeva lo teneva al riparo dagli effetti della corruzione e la sua forza divina gli avrebbe garantito una discreta resistenza prima dell'inevitabile fine.

    Vecchio mio, fai presto!



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:24
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,472
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    BaseGAZ_zps9adcd564

    Carl Orff ✣ Carmina Burana

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA


      


    Lo scontro tra il Male senza nome e gli uomini sembrava volgere al termine, sembrava davvero che anche questa volta gli esseri umani potessero respingere le forze oscure che stavano stavano invadendo questo mondo ma lui sapeva bene che non era così: si era preparato per quarant'anni a quell'evento che aveva scorto al di la della linea del tempo e che solo ultimamente - con l'arrivo di Esmeralda - gli era stato confermato. Quarant'anni lontano da tutti, non compreso da chi lo voleva in prima linea ma che forse, solo ora avrebbero compreso la sua scelta. Nessuno in quel mondo, nemmeno gli Dei erano riusciti a vedere ciò che lui aveva visto con largo anticipo ed ora, doveva compiere l'azione che avrebbe permesso a quel mondo di sopravvivere. Perché di sopravvivenza si parlava, non certo di vittoria: era consapevole che allo stato attuale delle cose non avrebbero mai potuto vincere ma quanto meno mutare gli eventi.

    * Sono qua * disse Gaz imputando una lancia di luce e Kereunos che andò a conficcarsi nel corpo della corruzione, mostrando una forza che nessuno aveva mai visto, un potere che trascendeva l'umana comprensione. Il corpo fiero di Gaz, intaccato dall'avanzare degli anni ma non dal male. Attorno a lui un'aura splendente e non si trattava di cosmo, non si trattava di Dunamis ma qualcosa di molto diverso.

    * Ti vedo in difficoltà amico mio * disse sorridendo ad Ismael, ormai diventato Prometeo. * Ma parleremo dopo: ora abbiamo un mondo da salvare *

    Il suo volto era deciso e senza alcun tentennamento si avviò verso la macchina che avrebbe catalizzato la sua scoperta e 'acceso' la fiamma della conoscenza in ogni essere vivente. Nella mano destra recava una gemma: un oggetto luminescente - che aveva fatto recuperare da Pai Mei. Non era buio e oscuro come se lo sarebbe ricordato l'Araldo di Gea ma emanava una luce azzurra quasi accecante. Lo posizionò nell'incastonatura della macchina e sorridendo:

    * diamo inizio alla nuova era *

    Quando la gemma venne inserita nella macchina qualcosa di incredibile - che forse nemmeno loro due immaginava potesse accadere - investì ogni essere vivente. Una colonna di luce e fuoco si innalzò nel cielo squarciando le tenebre - che ora avvolgevano la terra e che oscuravano il Sole - dando una possibilità agli uomini. Poi appoggiò le mani sulla macchina e usando parte del suo potere divino entrò in contatto con tutti gli esseri viventi di questo mondo, in particolare con tutti gli esseri viventi dotati di cosmo: compresi gli Dei reincarnati.

    * Amici miei, alcuni mi conoscono e alcuni no: sono Gaz. Quello che sto per dirvi è molto importante. Questo nemico che - tutti - stiamo affrontando non può essere sconfitto e le vittorie riportate nell'Olimpo, a Città del Messico e a Bangkok sono fallaci. Questo male non è una forza esterna o un Dio che vuole conquistare il mondo ma è parte di noi.

    Per millenni gli uomini e gli Olimpici hanno violentato e stuprato l'essenza stessa di questo pianeta, facendo si che una forza oscura e maligna si accumulasse nel cuore di ogni uomo, di ogni essere vivente. Questa forza doveva essere sconfitta grazie al Ragnarok ma ciò non accadde e anzi, in quell'occasione il suo potere aumentò a dismisura. Non so spiegarvi cosa sia, come possiamo abbatterla ma una cosa è chiara: essa intacca e corrompe la natura stessa del cosmo che risiede in ogni cosa. Gli Olimpici possono continuare ad esistere solo come entità incarnate tornando ad essere 'mortali', per tale ragione ultimamente sono ritornati in massa sulla terra e tutti gli uomini che non sono in grado di contrastare il male verranno corrotti e subiranno mutazioni di forza e di aspetto importami, divenendo esseri vuoti privi di un'anima e di una proprio coscienza, diventando parte integrante di questa forza oscura.

    Per tale ragione io che rappresento la nuova generazione e il caro Ismael - ormai Prometeo - abbiamo dato via a un qualcosa in grado di preservare la vostra coscienza. Questa che è la fiamma della Conoscenza vi permetterà di respingere la corruzione e di poter usare i vostri poteri.

    É stata concessa questa possibilità, vi è stato dato modo di poter vivere ma agite in fretta. Il male si sta espandendo e corrompendo ogni essere vivente, il cielo si oscurerà per sempre e mai più la luce carezzerà le vostre membra. Asgard, Death Queen Island, il Grande Tempio, il Lost Canvas, il Bosco Sacro, Atlantide, il Labirinto di Crono saranno le uniche roccaforti umane dove sarà possibile vivere da uomini liberi. Ma il male non desisterà, il male cercherà di distruggere ogni cosa fino a quando il vuoto non prenderà tutti.

    Salvate i vostri cari, accogliete uomini e donne ancora non infettati dal male e lottiamo tutti insieme per trovare - un giorno - una soluzione a quest'oscurità che ci ha assalito.*


    Quando il discorso di Gaz terminò, ogni cavaliere dotato di cosmo venne investito da una strana fiamma che andò a purificare il proprio cosmo dall'infezione del male fornendo una protezione permanente all'oscurità. Il mondo era collassato proprio quel giorno: il 21.12.2012. Ma quarant'anni di esilio suo e di Ismael avevano permesso agli uomini di avere ancora una speranza. Visibilmente provato si girò verso Prometeo

    * Tutto ciò si sarebbe potuto evitare se Zeus e i Titani non si fossero fatti la guerra nell'era del Mito ma penso che ora che tu che sei Prometeo ed io che ho preso il posto di Zeus ricevendo in eredità dal Dio stesso le sue folgori ed il suo potere, possiamo cambiare il corso degli eventi, come abbiamo già fatto in verità. *

    Sorrise Gaz stringendo la mano al suo amico.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:24
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,472
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    BaseGAZ_zps9adcd564

    Carl Orff ✣ Carmina Burana

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA


      


    «Le cose sono andate come speravamo»

    Gaz e Prometeo era riusciti nel loro intenti, quarant'anni di ricerche, di sofferenza e dolore erano pur valsi a qualcosa. Il timore di fallire era grande in loro ma tutti avevano contribuito a ciò, molti inconsapevolmente ma tantè che il risultato ottenuto era quanto di cui loro necessitavano. Prometeo e Zeus sapevano bene che il processo innescatosi era irreversibile ma almeno potevano guadagnare tempo, sarebbero riusciti ad arginare il 'vuoto' e magari un giorno avrebbero trovato una soluzione – cosa che attualmente era fuori dalla loro portata. Rimase fermo a fissare la fiamma della speranza, quel grande marchingenio che permetteva a tutti loro di vivere. Ciò era stato possibile solo grazie alle forze combinate della nuova e vecchia generazione, di uomini che storicamente si facevano la guerra e al sacrificio di molte vite.

    «Direi che è il caso di chiamare i ragazzi e spiegare bene cosa dovremmo affrontare» disse rivolgendosi a Prometeo «almeno per ora non si ammazzeranno tra di loro».

    Detto ciò il suo potere, la sua dunamis cominciò ad espandersi raggiungendo le persone con cui voleva parlare. Il primo ovviamente fu Daya, il suo amico di sempre, l'uomo che più di tutti gli era caro e al quale era legato da un profondo sentimento di affetto e rispetto reciproco. Egli fu il primo a giungere.

    Fu poi la volta di Naima, una donna capace di comprendere la realtà delle cose come pochi, l'unica persona con cui poteva parlare e discutere di certe questioni essendo certo d'esser compreso; senza ombra di dubbio una donna pericolosa, una tentazione, un diavolo.

    Toccò poi ad Eddard Stark, il signore del Nord, l'araldo di Lady Pandora che nonostante le vestigia oscure che indossava rimaneva un guerriero onorevole e degno di rispetto, sapeva bene che quell'uomo sarebbe stato in grado di comprendere la situazione e capire come comportarsi.

    Ed ecco che giunse anche Gabriel, lui si stava trasformando nel mostro della realtà di Lelouch, aveva mangiato fame e solo grazie alla fiamma e al suo ego era riuscito a mentenere una certa sanità anche se percepiva la corruzione serpeggiare nel profondo del suo animo.

    Giunse anche Bart, il gigante buono. Di lui sapeva ben poco ma Daya faceva grande affidamento su di lui e senza ombra di dubbio era un guerriero su cui si poteva sempre contare. Lo aveva conosciuto in merito al ritrovamento del sangue di Atena, comportandosi in maniera egregia.

    Poi toccò a Bibiane, sorrise pensando a quella ragazza, lei che aveva un grande futuro davanti, un futuro oscuro ai più ed insieme a lei arrivò anche Lelouch, ormai divenuto Iperione che portava con orgoglio la sua Soma anche se l'animo era spezzato per quanto accaduto in Olimpo.

    Silva invece venne teletrasportato direttamente ad Atlantide: Poseidone aveva bisogno di lui, a tempo debito avrebbe parlato direttamente col Dio dei Mari, aggiornandolo sugli eventi, anche perché voleva capire con chiarezza cosa aveva in mente.

    «Direi che ci siamo tutti» disse sorridendo.




    ALLSTAREND_zps98850ec6
    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors





    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:25
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    BaseDAYA2b_zps8c2ddf64

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA


      
    Daya fu il primo ad essere raggiunto dal cosmo di Gazka e con il cosmo giunse anche la chiamata, una chiamata che non avrebbe potuto rifiutare. Seguì tale potere fino alla fonte servendosi dei propri poteri per superare la distanza enorme che lo separava dal suo vecchio amico; non era passato molto tempo dalla catastrofe, il suo corpo si stava risanando ma il cuore era comunque ferito dalla perdita di quella cara e mortale amica. Perfino Athena si era abbastanza ripresa forse grazie all'ichor divino, ma non avevano parlato molto di quanto era accaduto, il dolore era troppo grande per entrambi. Prima di partire fu indeciso se indossare l'armatura d'oro, nelle battute finali della battaglia era divenuta stranamente pesante e non vi si sentiva più a suo agio complice forse il nono senso che ora non sembrava voler tacere silente nel suo cosmo. Dal momento in cui l'aveva attivato infatti non era stato più in grado di zittirlo, sembrava aver deciso autonomamente che il suo ruolo non sarebbe più stato passivo... Daya ebbe la sensazione che una volta incamminatosi sul quel cammino non sarebbe più potuto tornare indietro ma forse era giusto così no? Aggrapparsi alla propria natura umana quando ormai si era riusciti a trascenderla era un errore, di certo nella furibonda lotta in cui si era trovato aveva ben compreso che il suo potere così com'era non poteva più bastargli per assicurare una difesa valida al Santuario e alla Terra. Giunse innanzi a Gazka spoglio di vestigia ma non di potere.

    "Daya di Virgo Gran Sacerdote di Athena giunge alla chiamata"

    Sorrise al vecchio Ariete, poi accorgendosi della presenza di Ismael trasalì vistosamente. Era diverso dall'ultima volta che l'aveva incontrato, in verità tutti e tre erano diversi ad un livello talmente profondo dal sembrare uomini nuovi.

    "Ismael è un piacere ritrovarti, percepisco che tu come Esmeralda hai trovato finalmente il tuo posto... "

    Non lo disse con rancore o rabbia, fu una semplice naturale constatazione dopo aver compreso la natura del cosmo del suo predecessore.

    "Mi spiace presentarmi senza armatura ma da quando ho risvegliato il Nono Senso in battaglia trovo difficile portarla, è come se il mio corpo si ribellasse"

    Sospirò socchiudendo gli occhi, non era quello il momento di pensare a simili cose ma di certo era interdetto per quella singolare situazione. Ed ecco sopraggiungere altri! Due donne che non conosceva, Bart che in durante l'inferno scatenatosi nell'Olimpo era lontano dal Santuario, Edward lo spettro di Aquarius con cui aveva avuto modo di parlare e che istintivamente rispettava, Gabriel ritrovato forse ancora più corrotto di quanto era dopo il loro ultimo incontro, ed infine Lelouch. Fu questo a colpirlo più tutti, aveva compreso si trattasse del Lelouch di quel lontano futuro da cui proveniva anche Esmeralda eppure era diverso; ora indossava una soma titanica e probabilmente come Esmeralda ed Ismael aveva trovato il proprio posto nella cosmologia universale di cui tutti facevano parte. Incurante della presenza di estranei Daya si avvicinò prima a Bart per salutarlo, poi andò innanzi a Lelouch appoggiandogli le mani sulle spalle e fissandolo diritto negli occhi.

    "amico mio"

    Non disse altro, sorridendo si portò alla sua sinistra e si zittì attendendo che si facesse chiarezza su quella strana chiamata. Gettò un ultimo sguardo in direzione di Bart facendogli un cenno con la testa, avrebbero parlato più avanti una volta tornati al Santuario, ma già sapeva quale domanda potesse tormentare il gigantesco guerriero.

    °Athena sta bene...°

    Gli inviò quel semplice messaggio telepatico per tranquillizzarlo.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:25
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    4,151
    Location
    Laddove Nascono i Sogni

    Status
    GHOST

    BaseED2b_zpsa9ab9aec

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

      

    La città devastata si estendeva innanzi a suoi occhi, di Bankock restava solo un cumulo fumante di macerie. Gli uomini di Winterfell avevano dato battaglia alle empie entità che una volta erano i cittadini della tentacolare metropoli asiatica. La Guardia del Lupo aveva radunato i pochi superstiti e li stava conducendo attraverso il porta per Giove quando la Fiamma della Speranza avvolse le membra del Signore dei Ghiacci e dei suoi uomini. Il fuoco dorato lo circondava senza bruciarlo mentre l'oscurità che si annidava nei recessi del suo animo si contorceva fino ad estinguersi in un lampo di luce abbagliante. Il messaggio telepatico di suo nipote risuonò nella mente di tutti gli uomini liberi del mondo mentre i portali verso il Lost Canvans si chiudevano lasciando il sovrano del Nord solo a contemplare la desolazione di un mondo in rovina. L'inverno, la fine di ogni cosa era giunta travolgendo la razza umana nel momento della sua massima gloria. L'evo di oscurità preannunciato dagli Stark per secoli si dispiegava innanzi ai suoi occhi. Era certo che tutto questo fosse solo l'inizio, che presto quell'ombra si sarebbe posata anche sulle terre degli Dei. Era sul punto di tornare dalla sua signora dagli occhi di tenebra, per proteggerla, per ergersi a guardiano delle terre dei morti come aveva giurato di fare tempo addietro quando la Dumais di Gazka lo raggiunse chiamandolo a se.

    Pare che il nuovo signore dei fulmini abbia qualcosa in mente. Sarebbe scortese rifiutare l'invito.

    Avvolgendosi nel mantello del lupo si teletrasportò verso il Monte Kazbek. Quello che trovò li fu una riunione dei più potenti eroi della terra, guerrieri la cui forza era talmente spaventosa da non poter essere semplicemente associata al dominio di uno degli olimpici. Sette campioni, sente leggende.

    Il Santo, Daya della Vergine, Gran Sacerdote e primo tra i campioni di Athena. Più volte la luce di Spica aveva illuminato il cammino degli uomini e ora più che mai la saggezza e la potenza dell'uomo più vicino agli Dei sarebbe stata necessaria per superare la più grande prova che gli uomini avessero mai dovuto fronteggiare. Il Diavolo, Naima di Mephistopheles, una donna divisa tra mille sfumature di grigio in grado di vedere attraverso le infinite spirali dello spazio tempo. I suoi poteri la rendevano più di un semplice spettro del Signori dei Morti, a malapena controllabile ma troppo potente per potervi rinunciare. Il suo ingegno si sarebbe rivelato fondamentale in quello scontro disperato. Bartolomeo di Taurus, Il Toro Bianco, era prima di tutto un marito ed un padre e solo dopo un combattente in grado di spezzare il cielo con la sola forza dei suoi immensi pugni. La sua fedeltà alla luce era tanto incrollabile quanto il suo corpo, una colonna dorata che sorregge i destini del mondo. Quando la situazione si sarebbe fatta disperata la sua indomita forza sarebbe stata l'ultimo baluardo contro l'oscurità incalzante. Poi c'era Gabriel, Il Divoratore di Mondi e portatore dell'oscura gemella della Sword of Ancestor. Nella sua lotta contro l'araldo della fame aveva finito per divorare persino quell'insaziabile essenza, diventando un tutt'uno con essa. Il suo ego era troppo grande per lasciarsi sopraffare ma il cancro che ora abitava le membra del drago era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Eppure il suo oscuro ed immenso cosmo era forse una delle poche armi davvero a disposizione di un mondo morente. Il Dio, Leouch Rarglove, venuto da un lontano evo di oscurità per impedire che la terra potesse soccombere sotto le oscure ali del drago nero aveva risvegliato dentro di se la primordiale conoscenza degli antichi, diventando ben più di un semplice essere umano. Con indosso la soma appartenuta un tempo al titano del Sole il giovane crociato avrebbe dato la vita pur di salvare quella dimensione dal suo inevitabile destino, per riportare il calore del sole di nuovo su quelle terre devastate. La prescelta, Bibane, un'anima sfortunata che suo malgrado si ritrovava sempre ad affrontare l'oscurità in prima linea, vittima di un destino beffardo che persino lei faticava a comprendere. Più volte aveva cavalcato la fine dei tempi e più volte aveva quasi perso ogni cosa pur di impedire l'ineluttabile destino di morte che le si parava davanti. Ancora una volta sembrava che per il black saint non vi fosse molta scelta, ma poteva star certa che il suo ruolo sarebbe stato ancora una volta fondamentale. Infine c'era lui, Edward Caliban Stark, Il Cavaliere e portatore della Spada della Vita in un'evo di morte. Il suo ghiaccio e il suo animo erano stati forgiati dal fuoco di mille battaglie e persino la morte non era riuscito a spezzarlo. Ai suoi ordini diecimila uomini del nord erano pronti a scendere in battaglia senza temere nulla. Quando lo scontro per il destino del mondo sarebbe realmente iniziato, Edward sarebbe stato un tassello fondamentale dell'ultima guerra dell'umanità.

    Lo spettro guardò tutti gli astanti senza scomporsi, la mano poggiata sull'elsa della Spada Sacra che ribolliva in presenza della sua ancestrale nemesi. Con un cenno del capo salutò tutti per poi rivolgersi a coloro che quella riunione l'aveva indetta.

    Senza dubbio siamo un gruppetto molto colorito, quale sarebbe il tuo piano nipote?

    Le ferite del suo corpo erano oramai completamente guarite e il suo cosmo non subiva più la fatica accumulata nello scontro. Qualunque fosse stata la battaglia che il dio dei fulmini aveva in mente per loro, il Re del Nord avrebbe risposto cavalcando impavido verso il rosso orizzonte.





    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:25
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,792

    Status
    DEAD

    BaseNAIMA2b_zps1216998d

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA


      

    Naima ha appena finito di scrollarsi di dosso la polvere dello scantinato puzzolente di Città del Messico e guarda per l'ultima volta la sua opera d'arte. Quando era andata a trovare uno per uno quei malviventi, individuandoli come possibili seguaci del male, neanche lei si sarebbe aspettata risvolti del genere.

    Coño.

    Dice rivolta verso l'esplosione. Si appoggia per un attimo ad un muretto, se avesse una sigaretta se l'accenderebbe da quanto nè stressata, è stato difficile anche per lei. Inclina la testa mentre bagliori violetti di Marvellous ingoiano in un baratro il covo della Violenza. Purtroppo non ha neanche il tempo di riposarsi e di riprendere il controllo del suo corpo (farsi tanti bio reverse alla lunga diventa controproducente, perdi la sensibilità per un po' prima di abituarti alle tue rinnovate condizioni) che una forza sconosciuta- e se per Naima è sconosciuta, siamo tutti nella cacca- la trascina via da quel luogo. Trattiene per un attimo il fiato per poi sospirare nel vedere che si trova in compagnia di Gaz.

    Uh, uno dei pochi che mi sorprende. Hola, papi. Speravo fossi tu, ho avuto troppe sorprese oggi.


    Si avvicina lentamente e sorniona verso l'uomo, e cono nonchalache gli posa una mano sulla spalla mentre gli stampa un informalissimo bacio sulla guancia. Si sofferma strusciando la sua guancia contro quella di Gaz solo per sussurargli una frase all'orecchio.

    Sei pronto.


    Si allontana piano da lui, avvicinandosi Ed e dando un'occhiata agli altri. Improvvisamente il suo viso si illumina: quante persone interessanti in quella sala! E li aveva incontrati tutti, o li avrebbe incontrati, ma loro ancora non lo sapevano.

    Que fiesta! Hay amigos, clientes, y he-

    Naima si zittisce da sola, ricordandosi che non è bene spoilerare il futuro quando questo deve ancora verificarsi, e mette su il broncio, appoggiandosi desolata sulla spalla di Edward.

    Ediño que pasa? Sono tutti così seri, ho avuto una brutta giornata e non posso parlare se no rischio di far collassare l'universo. Coño. Hola Gabrielito!


    Dice facendogli ciao ciao con la manina. Anche per Lelouche ha un gesto irriverente: non dice nulla ma gli fa un occhiolino e un bel sorriso, cercando di stemperare la tensione del momento. Non si rivolge agli altri per non causare rotture nel continuum, soprattutto per Daya, il momento del loro incontro non era ancora arrivato ma sarebbe giunto presto, stessa cosa per quanto riguarda il cavaliere d'oro del Toro. Tutti, in quella sala, erano connessi a lei, e in qualche modo c'era qualcosa che li connetteva fra loro. Mentre usa la spalla di Ed come un guanciale, si scopre a fissare l'altra donna nella sala per un lungo lasso di tempo; poi sposta gli occhi e guarda ancora Gaz.

    Hai visto Papi, siamo tutti vivi e vegeti. Es sorprendente, no? C'erano veramente poche probabilità. Ma siamo stati bravi. - Dice con una voce melliflua e sorniona.

    In realtà Naima si sta appoggiando a Ed perché gli effetti collaterali del bio rewind non sono passati e si sente un po' intorpidita. Poco male si dice, fra non poco si sentirà meglio, e quando tornerà a casa si butterà su Aizen.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:25
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    CRIMSON DEFILER

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    24,055

    Status
    DEAD

    BaseGAB2b_zps108f9466

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

      

    Quando il broadcast telepatico mondiale giunse alla mente di Gabriel, questi si trovava in cima all'edificio più alto rimasto integro nell'olimpo, sul quale si era posato nella sua malata forma draconica e successivamente tornato a quella umana, che non se la stava passando meglio. Le placche dell'armatura erano troppo larghe ora che aveva perso una enorme quantità di massa corporea, e sopperiva alla mancanza riempiendo il vuoto con tenebre che ad ogni movimento scivolavano fuori dalle giunture in sottile fumo nero. Fumava nervosamente la sua pipa di oscurità, lasciando che una vita a caso rigirasse nella sua bocca prima di soffiarla via, consumata e annichilita. Dati i milioni di vite inutili che Nidhoggr aveva accumulato nella sua lunga storia, Gabriel poteva permettersi di mandarne in fumo qualcuna, dato che non gli apportavano nutrimento in qualunque modo. Teneva di più alla collezione di anime divorate in prima persona, piuttosto che quello che aveva già trovato.
    Se ci fosse stato un colore più scuro del nero, la negli angoli più remoti dello spazio, sarebbe bastato per dare un'idea dell'umore di Gabriel in quel momento. Se non fosse stato l'unica forma vivente rimasta nell'olimpo, avrebbe fatto una dannatissima strage liberatoria, senza curarsi delle conseguenze. Non aveva motivo di curarsene, quello che Gazka aveva detto era che praticamente tutto ciò che aveva fatto durante il Ragnarok e nelle ultime ore non solo era stato assolutamente inutile, ma CONTROPRODUCENTE. Con il senno di poi realizzò che divorare quella creatura non è stata la scelta più saggia, ma stava impazzendo dalla fame; non era in controllo delle sue facoltà mentali, e per questo non aveva di che pentirsi, non è stata una sua scelta.
    La questione del Ragnarok invece era ben diversa.
    Gabriel aveva SCELTO di diventare un drago, o meglio, quella terribile creatura di fattezze draconiche, spingendolo ancora più lontano dall'umanità che non aveva mai veramente raggiunto, facendogli letteralmente cambiare specie. Hermes gli aveva detto di unirsi completamente alle spade per avere potere sufficiente ad uccidere i lupi e poi sigillare i giganti, e lo aveva fatto, affrontando poi tutte le conseguenze del caso. Il sottile cambiamento di personalità e modi, pienamente notabile solo dalle pochissime persone che potevano dire di conoscerlo in parte, come Benoit e Candice. Un cambio radicale di pulsioni, sia fisiche che psicologiche, rendendolo un cannibale...anzi, cannibalismo era più adatto nel caso di umano su umano, lui era diventato una creatura biologicamente superiore, un predatore. Era diventato un predatore di umani, e ciò contrastava ancora di più con la sua politica di "potenza dell'uomo libero".
    Diventare Nidhoggr aveva completamente segnato la fine del suo slancio antieroico, "costringendolo" ad un cambio radicale di piani e di modus operandi, divenuti tanto alieni ai normali schemi umani da farlo considerare completamente corrotto dalle menti più semplici, come quelle dei cavalieri di Athena.

    Fuck them.

    Disse Gabriel tra sé e sé. Le opinioni e le argomentazioni dei suoi nemici erano pressoché irrilevanti, e alcuni arrivavano addirittura a compatirlo, come Daya. Meglio, la pietà apre la porta al dubbio, e il dubbio può far esitare una mano determinata nei momenti più critici. Ogni singolo tassello dell'universo sembrava andare a posto da solo in un modo che agevolava i suoi piani. Era sempre stato convinto che quello fosse il Ka, la via da seguire secondo il suo istinto di creatura primordiale, la pietra che rotola lungo il declivio verso l'ordine dell'universo stesso.
    Tuttavia, mentre il suo volto era oscurato dalle tenebre che esalava lentamente da bocca e naso, non poté fare a meno di perdersi nelle sue riflessioni. Il sigillo delle spade, completato per due terzi e bisognoso del contatto con Nidhoggr, in quegli ultimi attimi aveva esercitato il suo diritto di scelta, la scelta più potente fatta in quella realtà agli sgoccioli: esistenza si/no. Una possibilità binaria che avrebbe influenzato tutto. The Master, così si era proclamato, completando il sigillo e rinchiudendo le anime dei giganti. Aveva dichiarato quella nuova realtà successiva al ragnarok, che non sarebbe mai dovuta esistere, la SUA realtà, la sua tela bianca da dipingere con i miracoli gocciolanti dai corpi di migliaia di cavie.
    Prima di unire la sua spada al sigillo, aveva esitato un istante. Era stato colto dalla debolissima tentazione di negare una possibilità alla realtà, e lasciare che tutto finisse distrutto, e magari trovare vera pace nel Nulla. E ora Gazka gli aveva fatto capire che QUELLA era la scelta giusta, lasciare che l'universo si purificasse chiudendo un cerchio rigenerativo e dando inizio ad una realtà completamente nuova, non l'estensione della precedente.
    Quel brevissimo istante di esitazione era Ka, e forse era la prima volta che lo sentiva davvero. Il Ka aveva fatto in modo che diventasse Nidhoggr forse per rendere la spada impossibile da ottenere per chiunque altro, e fare sì che il suo ego che egli stesso pone al di sopra dell'universo intero decidesse di seguire il proprio istinto e condannare l'universo morente. E invece in seguito alla vittoria era giunta Discordia, un termine conosciuto da pochi e usato da ancora meno per indicare quel momento in cui tutto va chiaramente alla malora, e si va avanti, nelle inutili macerie di un mondo morto. Tutto ciò contribuiva a peggiorargli ulteriormente l'umore. Aveva rinunciato alla sua decantata umanità, e aveva contribuito attivamente a distruggere tutto, permettendo ad un male indifferenziato di assalire ogni cosa.
    Non aveva la più pallida idea di cosa aspettarsi al suo ritorno nel mondo umano...se ci fosse tornato. Il portale era sparito, e lui non poteva fare a meno di essere preoccupato per cosa stesse succedendo sull'isola, e se la corruzione del bosone stesse aumentando ulteriormente.
    Gli esseri viventi e il pianeta si stavano corrompendo, mutando orribilmente, e Gabriel non poté fare a meno di ridacchiare al pensiero che QUELLA sì che era un'apocalisse, al confronto con lupi che mangiano il sole e sigilli che si spezzano e bestie dalle teste multiple.
    Come se non bastasse, aveva una fame tremenda, e di sicuro non avrebbe trovato fast food da saccheggiare in quel mondo che lo aspettava. Qualche umano sì, ma pensandoci forse avrebbe dovuto cominciare a trattarli come specie protetta, più che cibo.

    You're on your ooown~


    Cantilenò, tirando qualche boccata di tenebra. Contadino del 23 AC, pessimo tabacco, ma infastidito com'era avrebbe finito per non notare nemmeno il sapore di qualcosa di buono, quindi evitò di sprecare. Si alzò in piedi, o meglio, l'oscurità nella sua armatura lo fece al suo posto. Finché non avesse trovato un modo per andarsene dall'olimpo, non avrebbe potuto fare molto per l'umanità.
    L'evocazione di Gazka giunse a proposito, ma ripensandoci avrebbe preferito rimanere nell'olimpo.

    Daya, con il quale l'ultimo incontro non era andato meravigliosamente, e il cavaliere del torno, con il quale il primo incontro era andato anche peggio. Si era ripreso bene dalle ferite, almeno riusciva a reggersi in piedi. Era un buon risultato, accademicamente parlando.
    Fu quando si guardò intorno per bene che la situazione per lui era andata completamente oltre la degenerazione, e a quel punto Gabriel ebbe abbastanza informazioni per poter affermare con certezza che quella nuova era faceva schifo. Era tutto sbagliato, completamente sbagliato. Poteva passare Ismael diventato prometeo, obiettivamente non aveva nulla contro quella figura divina, anzi, ma Lelouch che indossava la soma di Iperione non poteva accettarlo. Era come se una persona odiata stesse indossando la pelle di un'altra persona odiata, creando qualcosa di definibile solo con la parola Megaodio. Non gli interessavano i come, i quando o i perché, quello automaticamente non era più Lelouch. Quell'armatura significava qualcosa di preciso: Titano, e titano era Lelouch. Capitolo chiuso, avrebbe dovuto trovarsi un'altra "nemesi"...il suo sguardo saettò immediatamente verso lo spectre dai capelli neri, o meglio, a quello che portava al fianco.
    No, semplicemente no. No e no. Yiggdrasil ad uno spectre NO, non aveva senso. La spada dell'albero della vita ad un cavaliere dell'ade?? L'occhiata di puro e sconcertato disgusto che Gabriel lanciò a quell'uomo fu probabilmente uno dei sentimenti più puri e autentici provati negli ultimi anni, nato dal profondo del nucleo spirituale che definiva Nidhoggr. Persino la spada era disgustata, al punto di aver perso ogni voglia di conflitto, per il momento. Due lame dalla parte del male, realtà ancora più dannata di quanto non lo fosse già. E nipote. Quei maledetti Rarglove diventavano sempre più stressanti con il passare degli anni.
    Il saluto di Naima fu come una trapanata nelle tempie. Poteva essere l'unico spectre esistente che Gabriel tollerava, ma la sua voce era dannatamente fastidiosa, sopratutto quando era allegra e le saliva di svariate ottave, andando a colpire direttamente nel principio di mal di testa che gli era venuto. Rispose al saluto con un gesto della mano, stringendosi la radice del naso tra pollice e indice e chiudendo gli occhi. Tanto valeva ricambiare il saluto, era probabilmente l'unica che non aveva un qualsiasi motivo per attaccarlo.
    Volse lo sguardo verso Boadicea, chiedendosi che cosa ci facesse lei in quel-non era Boadicea. ERA il corpo che aveva ricostruito, percepiva l'assonanza genetico-cosmica, ma era cambiato. Le forme, da costruite in laboratorio e funzionali, erano diventate più sensuali, la posa era cambiata, l'atteggiamento e lo sguardo. L'anima che attraverso il cosmo influisce sul corpo, modificandolo come provavano le zanne di Gabriel. Aveva Bibiane davanti a sé. Ce l'aveva fatta.
    Aveva resuscitato qualcuno. Se ne fosse stato psicologicamente capace, gli si sarebbero inumiditi gli occhi dalla gioia, ma Gabriel provò qualcosa leggermente al di sotto della gioia e si limitò a fissarla intensamente. Bibiane era tornata, Bibiane...capì immediatamente che anche lei aveva qualcosa a che fare con l'intera questione.
    Si avvicinò rapidamente a Bibiane, appoggiando le mani artigliate sulle sue spalle, fissandola intensamente negli occhi, per verificare, catturare ogni dettaglio e capire se fosse veramente lei, per poi abbandonare la testa in avanti in un lunghissimo e stanco sospiro, tanto profondo che si lasciò andare per un istante, e qualche sbuffo di tenebra scivolò dalle giunture delle braccia. Crisi di nervi evitata per un pelo.

    Bentornata.

    Disse semplicemente, prima di voltarsi verso i presenti.

    SO.


    Si portò accanto a Bibiane, con l'umore LIEVISSIMAMENTE migliorato, al punto che quando tornò a guardare tutti gli altri il miglioramento scomparve nel nulla.

    Penso che non ci sia troppa necessità di presentarci. Quelli interessanti li conosco e mi conoscono già, gli altri di cui non so o non ricordo il nome non arriveranno alla fine del mese, perciò non sento il bisogno di impararli.


    Guardò Gazka e incrociò le braccia.

    Io vengo direttamente dall'olimpo, Hermes è morto davanti a me e ho trovato i cadaveri divini di Ares e Aphrodite. Se si sono reincarnati l'hanno fatto prima del mio arrivo. Il resto del mondo deduco non sia messo meglio, perciò a che pro chiamare qui i guerrieri migliori, e lo spectre, in questo luogo, mentre dovremmo essere la a difendere i nostri compagni?


    Non c'era bestemmia nel suo repertorio adatta ad esprimere quanta fame avesse in quel momento.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:25
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,472
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    BaseLELLO2ba_zpsfd4cf5d3

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

      

    Lo percepiva con chiarezza il fuoco, sentiva il suo animo bruciare come un tempo: quella fiamma che silente si stava espandendo all'interno del suo essere purificando il suo corpo e liberandolo dall'oppressione della corruzione. Ismael e Gaz erano dunque riusciti laddove avevano fallito nella sua realtà; nonostante la situazione fosse critica in questo mondo erano riusciti a limitare il vuoto, trovando un palliativo a quella devastazione che gli uomini stessi avevano generato. Ma i suoi pensieri erano rivolti a Guerra, al folle piano di quel Lelouch. Lo vide volare via, spiegare le sue ali di fuoco e allontanarsi, con la promessa di una nuova battaglia. Si sarebbe preparato per quella sfida, lo avrebbe fatto con tutte le proprie forze per porre fine al suo dolore e a quello dei suoi cari. Esmeralda era nel Labirinto e di li a poco avrebbe liberato le altre tre coscienze Titaniche.

    Ele invece?
    La sua amata era in Jamir, stava difendendo la biblioteca e tutto ciò a cui teneva ma aveva la sensazione che le cose non sarebbero andate come sperava, quando si ama una persona in una maniea cosi profonda purtroppo si entra in sintonia e si comprende immediatamente quando accade qualcosa di spiacevole e dentro di se – nonostante avesse piena fiducia nella sua donna – sapeva che lei avrebbe sofferto ancora. Lentamente l'ichor divino e la fiamma della speranza in un connubio di energia e luce riportarono il Titano ad essere nuovamente in grado di muoversi e combattere ancora ma arrivò la chiamata di Gaz, il quale aveva preso il potere di Zeus. Guidato dalla luce del padre giunse in quel luogo, sul monte Kazbek. Intorno a lui v'erano tutti i più grandi eroi di quell'epoca.

    «Daya» disse ricambiando l'abbraccio del suo amico di sempre «è un piacere vederti tutto intero». La sua attenzione però venne focalizzata da Gabriel, lo guardò e percepì quel vuoto, quello stesso vuoto che lo aveva dominato nella sua realtà. Il drago famelico era arrivato, divorando anime e corpi, cosi come era stato nella sua realtà. Eppure non provava odio nei suoi confronti, non sentiva il sangue ribollirgli dentro come un tempo; l'odio e la rivalità nei suoi confronti era svanita nel momento stesso in cui aveva deciso di lasciarsi alle spalle la sua natura draconica e la Ancient Sword. Quasi sorrise quando trovò l'assonanza tra Gabriel e il Lelouch di quell'epoca che s'erano comportati allo stesso modo.

    Ma quello che lo colpì fu l'atteggiamento di Naima, cosi disinvolta e lasciva anche in un momento del genere e cercò di trattenersi a stento da una risata decisamente inopportuna, ricambiando comunque il cordiale saluto del diavolo. La sua attenzione poi venne focalizzata per qualche istante dall'altra donna presente, sorrise dato che sapeva.

    «Gaz» esordì «penso non ci sia rimasto molto tempo a disposizione, ogni roccaforte umana è sotto attacco in questo momento, le informazioni passate da Esmeralda sono abbstanza chiare. Il drago della guerra sta attaccando le terre di Gabriel, l'Ade è stato conquistato, il Grande Tempio si affida a Deneb per respingere l'avanzata dei demoni, Atlantide è minacciata dal Leviatano e pure Asgard e i cavalieri di Gea se la vedono male».

    Si fermò per qualche istante prima di riprendere a parlare: «se devi farlo è meglio che ti sbrighi».

    In quel momento si poteva percepire tutta la fierezza di Iperione e la consapevolezza di una conoscenza che trascendeva quella degli altri esseri umani presenti in quel luogo, ad eccezione di Naima ed Ismael ma in fondo era logico: anche loro appartenevano alla stirpe Titanica.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:25
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar



    La classe è una cosa che ti viene da dentro come i rutti (L. Litizzetto)

    Group
    Member
    Posts
    3,287

    Status
    DEAD

    BaseBIBBOA2b_zpseee6966c

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

      

    E alla fine le tenebre avvolsero il mondo.
    Bibiane, la vedetta della fine, era riuscita a malapena a fermare uno degli araldi della distruzione. Macerie fumanti erano ormai la sua vecchia dimora, e tale sembrava il destino del mondo. Così la sua anima si era persa di nuovo all'oblio, ma il suo corpo stava cercando una nuova via, una nuova soluzione. Sull'isola della regina nera era iniziata una nuova missione per Boadicea. Loro erano due-in-una, e quando il messaggio di Gazka arrivò loro, la missione era compiuta, e si erano ritrovate.
    Ormai le due non erano più distinguibili, ed una nuova identità era nata dalla loro unione, tanto da rendere indistinguibili le due persone.
    Prima di intraprendere la via verso quella riunione cruciale per il fato della terra, Bibiane fece volare i suoi pensieri indietro, quasi come se si fosse girata a vedere quel passato che aveva tanto a cuore.
    Il cielo sopra l'isola, la sua isola, stava diventando color cremisi, sangue di battaglie a venire che si condensava. Come in passato accadde per il Ragnarock, così adesso era costretta a lasciare i suoi confratelli a lottare da soli contro l'oscurità. Per lei, che ricordava l'orlo della fine innumerevoli volte, sembrava quasi uno scherzo del destino. Forse era l'ultima volta che avrebbe ricordato quella che era la sua terra così.
    Tuttavia, lasciava una buona eredità ai suoi confratelli, semmai l'avessero trovata e saputa sfruttare, come già in passato era successo, per cui fu serena mentre attraversava la via che l'avrebbe portata alla riunione invocata dal nuovo detentore della folgore, con una nuova consapevolezza nel cuore.
    La storia non fa altro che ripetersi.
    Erano un drappello di loro, ma tutte facce conosciute; le aveva viste nelle sue visioni, ed alcuni di loro li aveva anche conosciuti di persona. Erano una squadra di eroi, e tutti erano parte di una fitta trama che il destino stava tessendo.
    Così Bibiane incontrò finalmente Daya, il grande sacerdote di Athena, l'uomo più vicino agli dei. Era fin dalla sua prima investitura a black saint che voleva conoscerlo, ed adesso ne aveva la possibilità. Probabilmente un giorno si sarebbero confrontati, ma non era quello. Ci fu un solo saluto. “Sua grazia...”
    Poi c'erano le facce nuove, eroi che erano sorti mentre lei era persa nel mare dell'oblio.
    Naima di Mephistopheles, una donna pericolosa quanto lei. Si trovarono a fissarsi per lunghi momenti. Quelle due avevano molto più in comune di quanto si pensasse, eppure da altri punti di vista, erano diametralmente opposte. Ma questa è un'altra storia. Un laconico “Ciao” uscì dalle sue labbra indirizzato verso la sudamericana. Del resto, le prime donne si riconoscono all'istante.
    Bartolomeo, il toro d'oro, guerriero impavido e totalmente sconosciuto a lei, anche se aveva visto le sue imprese dal confine del mondo. Un cenno con il capo e un militare “Salve, Sir” il suo saluto.
    Eddard Stark, eroe di altri tempi riportato in vita per volontà dell'odioso Hades. Aveva riconosciuto lui come nuovo possessore di Yiggdrasil, anche se la cosa che gli diede più da riflettere fu quel nipote pronunciato all'indirizzo di Gazka. Troppe parentele da tenere in conto per i suoi gusti, decisamente. Fece un inchinò un po brisè salutandolo con un “Messere, lieta di conoscerla”.
    E poi, c'era Gab. Era passato troppo tempo da quando si erano davvero visti. Bibiane doveva molto a lui, dalla sua investitura a cavaliere nero al fatto che poteva camminare di nuovo sulla terra. Prima o poi doveva ripagare la sua conoscenza. Bibiane paga sempre i suoi debiti.
    Eppure, lo trovava davvero mal ridotto in quella foggia. L'aspetto della spada del crepuscolo con la nuova essenza della miseria che aveva assorbito lo stavano lentamente rodendo da dentro. Era preoccupata per lui, ma non lo faceva trasparire dalle sue emozioni. Era tipico della rossa, affrontare le questioni più serie con leggerezza, come un petalo di ciliegio nel vento, così rispose calorosamente al suo saluto.
    “Gabriel, Amore mio. A quanto pare la tua scienza è servita a qualcosa non trovi?”
    E poi c'erano loro, i Rarglove e affini: Lelouch, Ismael e Gazka. Quando vide loro tre, sul volto della rossa apparve un sorriso enigmatico. Con Lelouch in particolare, aveva condiviso molte avventure, dai tempi in cui i draghi si risvegliarono per portare le due spade sulla terra, e con la sua donna aveva concertato per la salvezza del mondo già una volta. Si stupì infatti che lei non ci fosse. Ma c'era un mondo in rovina, e lei come altri, stava combattendo per quello che avevano da proteggere. Così, mentre si scambiava quell'affettuoso abbraccio con Gabriel, lontano dai suoi occhi, si portò l'indice sulle labbra, probabilmente non voleva che la loro affinità fosse resa pubblica in quella riunione davanti a Gabriel. Non sia mai che il drago nero in un moto di gelosia si arrabbiasse proprio in quel momento cruciale.
    “Beh signori, a quanto pare abbiamo un mondo da salvare. Cosa hai da dirci allora, Tesoro ♥?”
    Sfrontata la rossa, fece un occhiolino al nuovo padre degli dei.
    Bibiane era tornata in azione.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:26
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar


    Group
    Gold Saint
    Posts
    9,168
    Location
    ~ Seconda Casa dello Zodiaco ~

    Status
    GHOST

    BaseBART2b_zps5dd6eed4

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia

      



    Dove siete?
    Mi sentite?
    Sono Bart.
    State bene?


    Era stanco, spossato e gli occhi erano pesanti.
    La sua mente cercava di rimanere lucida concentrandosi sui messaggi telepatici che stava cercando di inviare ai soldati del Grande Tempio che lo avevano accompagnato. Si sforzò di chiamarli, chiamarli e chiamarli ancora.
    Tutto taceva.
    Non vi era più alcuna ombra di dubbio: era accaduto qualcosa di molto grave. Un qualcosa che sembrava avere proporzioni gigantesche e che non solo aveva inghiottito Bangkok, ma aveva divorato il mondo intero. Quell’essere nero e informe che Bart aveva appena sconfitto era solo la punta dell’iceberg che emergeva in un mare di tenebre, terrore e sofferenza. La devastazione lo circondava e il pensiero che quei poveri ragazzi non erano riusciti a sopravvivere a quel…qualcosa…appesantiva ancora di più un cuore già tremendamente provato dalla preoccupazione.

    Figlioli miei, Elena…

    Il fiero cavaliere del Toro era lì, a chilometri di distanza da casa, al limite delle forze e completamente isolato da ogni comunicazione. C’era bisogno di lui altrove e il suo animo fremeva per poter ritornare dai suoi cari per difenderli e rincuorarli.
    Ma non poteva.
    Strinse i pugni come per prepararsi ad una nuova lotta, digrignò i denti come se si trovasse di fronte al nemico più pericoloso. Era pronto a tutto, ma non poteva fare nulla. Era impotente di fronte a qualcosa che andava oltre ogni immaginazione, a qualcosa che non poteva essere sfidato apertamente a suon di pugni. Si fermò quasi fosse immobilizzato da qualcosa, ma in realtà si stava concentrando sui suoi pensieri.

    Daya?
    Daya, amico mio, almeno tu riesci a sentirmi?


    Un tentativo disperato di contattare l’uomo che secondo lui era il più abile cavaliere che avesse mai incontrato, almeno sotto il profilo puramente mentale e spirituale. Non aveva mai sperimentato la portata della telepatia – in realtà non ci aveva mai pensato – quindi non era in grado di capire che quello che stava facendo era del tutto inutile. Era troppo lontano dalla Grecia e non sarebbe mai riuscito a…

    Dannazione, ma cosa…?

    Gli occhi, chiusi per la concentrazione, si spalancarono in risposta ad un dolore che avvolse l’intero corpo dell’uomo, generando nausea e stordimento. Barcollò vistosamente, appoggiando un ginocchio al terreno il tempo necessario per ridestarsi e tornare in piedi. Era molto difficile far barcollare Bart, la sua forza e la sua resistenza erano senza pari, ma quel dannato essere informe lo aveva davvero messe alle strette. Fosse stato nel pieno delle forze probabilmente quello strano evento sarebbe stato come un pizzicotto, ma in quel momento era troppo debilitato. La nausea fu subito seguita da un messaggio telepatico di quel simpatico nonnetto di Gaz – lui si che la telepatia la sapeva usare.
    Il dolore e la scarsa concentrazione che riusciva a tenere in quello stato non gli fecero capire molto, ma a grandi linee aveva perfettamente intuito che qualcosa nel mondo era davvero cambiato. Erano tutti in pericolo, l’intera umanità, e nel mondo erano rimasti pochi luoghi sicuri che per di più erano sotto attacco.

    No, non è possibile.
    Devo tornare al Grande Tempio.
    Subito.


    Scosse impercettibilmente l’intero corpo, come a volersi risvegliare definitivamente e prendere in mano la situazione.
    In quel momento aveva un’importante informazione in più: le comunicazioni telepatiche erano possibili e qualcuno avrebbe potuto sentirlo.

    Daya?
    Gaz?
    Qualcuno mi sente?
    Sto tornando in Grecia, ma mettete in salvo la mia famiglia.
    Sono a Bangkok e non credo che…


    Si era appena incamminato verso la strada del ritorno – anche se effettivamente aveva scelto la direzione a caso, non aveva un buonissimo senso dell’orientamento – quando un lampo di luce lo travolse.

    E no, adesso basta.

    In quella giornata ne aveva davvero passate di tutti i colori e vedere il proprio corpo smaterializzarsi all’improvviso non era il massimo dei toccasana. Per di più aveva in mente solo una cosa: tornare dalla sua famiglia. E, stanco com’era, avere un unico obiettivo era il massimo che potesse permettersi in quel momento.
    Gli sembrò come utilizzare l’anello del teletrasporto di Teiwaz; sentiva ogni atomo del suo corpo disgregarsi per viaggiare lontano nel breve tempo di un istante. Un nuovo bagliore di luce fece da preludio all’arrivo a una strana adunata di cavalieri. Bartolomeo apparve quasi fuori luogo e frastornato, con la sua armatura scintillante e ancora intontito dalla battaglia che aveva faticosamente vinto. I suoi occhi si aprirono e si chiusero all’impazzata, cercando di adattarsi a quel nuovo luogo.
    Sembrava una riunione indetta in tutta fretta e in totale segretezza, dove solo alcuni selezionatissimi invitati potevano partecipare.

    Daya?
    Ma porc…
    Perfetto.


    Ecco dov’era il suo amico, ma trovarselo di fronte significava che il Gran Sacerdote non era a presidiare il Grande Tempio.
    Chi era dunque rimasto in difesa del Santuario, dei suoi abitanti e della sua famiglia?
    Le parole dei presenti si susseguirono in modo alquanto strano. Nonostante tutto il mondo stava cadendo a pezzi, alcuni parlavano in tono così inusuale da trasudare noncuranza.
    Com’era possibile?
    Probabilmente non avevano nulla da perdere se non la loro vita.
    Non avere uno scopo, un vero scopo per cui combattere è il più grosso punto debole di un guerriero.
    Il Toro non riusciva davvero a capacitarsi di quell’inutile incontro tra cavalieri dal cosmo sconfinato, tanto che gli sembrò una perdita di tempo bella e buona di fronte alla distruzione a cui stava andando incontro il mondo.
    Ignorò tutto e tutti, persino quel folle di Gabriel, e parlò in modo molto semplice e preciso.

    A chi devo spaccare la faccia questa volta?

    Solitamente sorridente e gioioso, il suo volto era ora serio e deciso. Le rughe sul suo volto, solitamente impercettibili e mascherate dalle continue risate, erano evidenti e scavate. Gli conferivano un aspetto maturo e tremendamente stanco, come se il suo stesso corpo volesse rimarcare la gravità della situazione.
    Era inutile perdersi in chiacchiere: se erano lì era perché qualcuno sapeva perfettamente cosa stava accadendo e probabilmente aveva già escogitato un piano ben preciso. Lui era abituato ad agire direttamente, d’istinto, a volte senza nemmeno pensare alle conseguenze. In quel frangente, in quella situazione disperata, la sua voglia di andare subito alla radice del problema era più forte che mai.

    Avete qualche idea su come fermare questa follia, figlioli?

    Il tono si era già fatto pacato e accogliente come al solito, come se la stanchezza e la gravità della situazione l’avessero fatto momentaneamente rinsavire. Guardò ad uno ad uno i presenti, con un misto di determinazione e gentilezza. Sapeva che in quel momento era inutile incaponirsi su una cosa, ma era altrettanto conscio che la sua famiglia era veramente in grave pericolo.

    Daya, la mia famiglia è ancora al Grande Tempio?
    Sai se stanno tutti bene?
    Dannazione, devo tornare da loro.


    Abbassò di un poco il tono di voce per rivolgersi all’amico, ma di certo anche gli altri avrebbero percepito quella travolgente preoccupazione. Si sentiva impotente in quel momento, finito chissà dove senza poter intervenire quando l’umanità intera ne aveva più bisogno.

    La fine di tutto poteva essere trasformata in un nuovo inizio, ma solo se qualcuno si fosse posto come baluardo ultimo in difesa del mondo intero.
    Molto dipendeva da loro, quei pochi ma incredibili cavalieri.
    Bart era lì e non si sarebbe mai tirato indietro di fronte a nulla.

    Resistete, figlioli miei…




    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:26
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,472
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    BaseGAZ_zps9adcd564

    Carl Orff ✣ Carmina Burana

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA


      


    Uno dopo l'altro erano arrivati tutti e quello che si parò innanzi agli occhi di Gaz fu il peggio che il genere umano avesse mai generato. Sette uomini che in condizioni normali si sarebbero già ammazzati tra di loro facendo collassare l'intero universo a causa di un potenziale troppo grande per essere definito 'normale'; uomini in grado di sfidare non solo gli Dei ma la natura stessa del cosmo, trascendendo ogni cosa. Molti di loro avevano raggiunto il nono senso, altri erano prossimi a farlo ed altri ancora possedevano una conoscenza perfino superiore alla sua. Ma nonostante tutto ciò sapeva bene che il mondo era in buone mani, che anche se tutto sembrava perduto non avrebbero mai permesso a niente e nessuno di batterli. Eppure l'Armageddon era qualcosa che andava oltre la loro portata, intaccando la fonte di potere di ognuno di loro.

    «Siete davvero pessimi» disse Gaz sorridendo. Il gesto di Naima – lei che sapeva tutto – lo aveva messo di buon'umore in fondo le attenzioni – anche se amichevoli – del Diavolo erano sempre ben accette, indubbiamente avrebbe preferito incontrarla una quarantina di anni prima, nel pieno del suo vigore in modo tale da non limitarsi ad un rapporto intellettuale ma questa era un'altra storia.

    Si alzò in piedi e aprendo il palmo della mano mostrò a tutti i presenti le saette di Zeus, un globo di energia che stava nella sua mano, lo stava facendo brillare ed in modo solenne cominciò a parlare «le saette di Zeus, l'arma che venne rubata Ceo ed usata per combattere i Titani e conquistare l'Olimpo, un concentrato di energia in grado di fendere ogni cosa».

    «Questo potere è necessario per quanto sto per fare» si fermò un istante a soppesare le sue parole, sapeva bene che nulla di più o di meno di quanto necessario doveva essere detto e con un rapido gesto buttò tutto il potere del Dio nella fiamma della Conoscenza, generando un fuoco ancora più potente, aumentandone il potere. «Questa fiamma è trina, generata dalla conoscenza dei Titani, ravvivata dagli Olimpici ma manca ancora qualcosa: l'uomo».

    Si voltò per osservare con attenzione ognuno di loro, li guardava dritti negli occhi e riuscì a comprendere ogni loro stato d'animo ogni sensazione che essi provavano. Sapeva bene che alcuni di loro avrebbero reagito male a quanto stava per dire e fare, ne era consapevole ma erano quarant'anni che si preparava a ciò e onestamente non c'era modo di evitare ma sopratutto non c'era altra soluzione.

    «Manca qualcosa che la alimenti, che permetta alla fiamma di bruciare per molto tempo, manca l'uomo con tutte le sue emozioni, la ricerca del sapere, il desiderio di creare un futuro e la capacità di compiere il Miracolo».

    Dicendo quelle parole Gaz avvicinò la mano alla fiamma ed esse avvolsero il corpo dell'uomo avvolgendolo e inglobandolo all'interno di quel fuoco. Stava vincolando se stesso alla fiamma della conoscenza, lo stava facendo per gli uomini, per permettere a tutti loro di avere un futuro, di poter combattere per il proprio avvenire. Un atto estremo di un uomo che sapeva da sempre cosa fare e come farlo, lui che era riuscito a trascendere ogni limite mostrando la via a tutti loro. In quel preciso istante una strana costruzione prese vita attorno alla macchina, una costruzione che assomigliava ad una sorta di un tempio: la Fornace della Conoscenza.

    Lui era dentro e tutti gli altri fuori.
    Lui alimentava la fiamma della Conoscenza col suo cosmo e loro avrebbero dovuto proteggere il Santuario. Questa era la verità, questo era l'ultimo atto dell'Armageddon.

    «Questo tempio deve rimanere chiuso fino a quando non troveremo una soluzione e solo IO posso fornire l'energia che serve alla fiamma per bruciare. Il vuoto è un'entità intelligente ed in continua evoluzione. Il vostro ruolo sarà quello di proteggere la Fornace, ognuno di voi, col proprio cosmo è una delle sette chiavi che servono per aprire questo luogo sacro, mentre Prometeo sarà il guardiano».
    «È di vitale importanza che il Vuoto non riesca a forzare questo che è il nucleo della nostra sopravvivenza».

    Potevano sentire la voce di Gaz nei loro cuori, attraverso la fiamma della Conoscenza. «Non temete per me, ho abbastanza dunamis per sopravvivere e permettere a voi di sopravvivere, questa non è la mia tomba ma l'unico luogo dove posso continuare a proteggere gli uomini, inoltre potrò ancora materializzarmi come entità spirituale».
    «Daya, amico mio usa il tuo cosmo per creare la tua nuova armatura e di al piccolo Ys di non preoccuparsi e tieni a bada Achille ed anche al vecchio Bart; Gabriel non farti consumare troppo dalla tua fame. Titani, sono certo che voi sapete già cosa dovete fare, come poi del resto anche Ed e Naima».

    Erano li i sette guardiani, erano li fuori dal tempio, davanti a quell'immenso portone impossibile da aprire, sia per loro che per il Vuoto.

    ALLSTAREND_zps98850ec6
    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:26
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    CRIMSON DEFILER

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    24,055

    Status
    DEAD

    BaseGAB2b_zps108f9466

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

      

    Wait what?

    Sussurrò appena, guardando Bibiane. Gli era stato necessario qualche momento per computare del tutto le parole che Bibiane gli aveva rivolto, concentrato com'era sul fatto in sé che Bibiane fosse accanto a lui, e sufficientemente distratto dalla fame e dal rullare di tamburi nell'angolo del suo cervello. Bibiane era sempre stata un po' enigmatica o più semplicemente "strana", a modo suo, come si confaceva per i canoni dei black saint attuali, quindi non aveva in quel momento capacità di decifrare che cosa intendesse con quel "amore mio". Per propria comodità, non avrebbe fatto menzione di questo particolare a Candice, ma in caso non avrebbe negato nulla.

    A parte quel piccolo particolare, l'intera situazione andò esattamente come Gabriel poteva aspettarsi: ognuno che commentava o faceva domande, ma nessuno che pensava effettivamente a dare risposte o altro. E in quella pantomima ci era finito pure lui, dato che persino il cavaliere del toro lo aveva direttamente ignorato, senza fare commenti o altro. Avrebbe scrollato le spalle ma l'armatura gli pesava sulle spalle spigolose, mentre qualche altro sbuffo di tenebra uscì dalle giunture.
    Lo sguardo del cancro nero si spostò sulla macchina, che si rivelò più interessante della gran parte della combriccola lì presente. La fiamma della conoscenza, il dono di Prometeo all'umanità, per porre fine all'era di buio e ignoranza e permettere alla civiltà di nascere e svilupparsi. Dando agli uomini un futuro, Prometeo aveva condannato se stesso alla sofferenza da parte degli altri dei, tra cui per quel che ne sapeva anche Zeus. Per questo in quel momento vedere due reincarnazioni di due entità così "opposte" gli parve bizzarro, tuttavia nel corso degli anni aveva imparato a non prendere la mitologia per oro colato, finendo infine per associarla a "fiction" scritta dagli uomini. Del resto non potevano essere certamente a conoscenza di tutti i dettagli delle inscrutabili questioni divine. La licenza poetica in certi documenti non era un lusso che si sarebbero dovuti concedere, e magari la storia avrebbe dovuto fare menzione della tecnologia divina. Questa continua comparsa di antiche apparecchiature negli ultimi tempi era sfibrante, ma in un certo senso era anche istruttiva. Solo guardando dall'esterno il recipiente della fiamma si fece una vaga idea sui come e sui perché.

    Say what?

    Chiese Gabriel, tornando ad ascoltare le conversazioni, dopo aver sentito le parole di Lelouch/Iperione. Il drago della GUERRA stava attaccando l'isola? Ed ovviamente lui era stato trasportato lì a chiacchierare amabilmente con persone che avrebbe mangiato volentieri. Almeno aveva ricevuto la buona notizia del ritorno di Bibiane, ma se avessero continuato a perdere tempo, non ci sarebbe stata un'isola a cui riportarla. Sembrava quasi che le sfere alte lo avessero fatto apposta, nonostante anche tutte le altre caste se la stessero passando male. Peggio per loro, a Gabriel interessava l'integrità dei suoi compagni e delle sue apparecchiature. Prima di ricevere una qualsiasi spiegazione, Gazka si decise a dire loro il motivo per cui li aveva convocati. Gli occhi di Gabriel si posarono sulle folgori divine che strinse in mano, chiedendosi per un istante cosa avrebbe potuto fare con quel potere in mano...per poi guardare come esse venissero gettate nella fiamma, e tanti cari saluti all'arma divina più potente.
    Mentre ascoltava Gazka, incrociò le braccia. Per quanto fosse tutto necessario per agire tempestivamente e impedire il diffondersi di qualcosa che non aveva ancora studiato, trovò l'intera dipendenza dai manufatti e poteri divini per fare ciò estremamente scocciante. Era CERTO che chiunque glielo avrebbe rinfacciato fino alla decomposizione quantistica dell'universo.

    Alla fine dei discorsi e delle fiamme, Gazka si era immolato per mantenere la fiamma della conoscenza, in modo che essa bruciasse all'interno di tutti gli esseri umani e desse loro una speranza di resistere alla corruzione che stava decimando la specie "dominante" del pianeta. E tutti loro improvvisamente si ritrovarono nominati guardiani di quella fiamma. Ecco che cosa voleva Gazka, creare una specie di ordine, dei custodi che impedissero che la fiamma venisse aggredita e spenta, facendo precipitare tutto nel nulla definitivo. Gabriel sogghignò, scoprendo le gengive tirate. Una situazione del genere, unita alla devastazione mondiale e all'eventuale necessità di accaparrarsi civili e risorse materiali sconvolgeva completamente i giochi di potere delle caste e il loro ruolo nel mondo. L'esempio che lo divertiva di più erano gli spectre: che cosa avevano perso in questa apocalisse, e che cosa avrebbero guadagnato da essa? Per quanto lo riguardava, gli ingranaggi del suo cervello erano già in moto sul pensare a come organizzarsi e che cosa fare. Se la corruzione in sé coglieva gli uomini, probabilmente gli abitanti del villaggio ne erano stati affetti. Se Candice si trovava sull'isola sapeva già cosa fare: piazza pulita. Avrebbe trovato dei nuovi civili in giro per il mondo, era altamente probabile che in giro per il globo vi fossero sacche di resistenza o comunità che si sarebbero adattate sul lungo andare. A loro avrebbe offerto protezione e civiltà, secondo i suoi canoni, ovviamente; un piccolo sogno nero limitato alla sua isoletta. Ammesso che ne sarebbe rimasto qualcosa.
    Gazka si rivolse a lui, dicendogli di tenere a bada la sua fame. Era facile a dirsi, non era lui quello pesantemente denutrito e bramoso di cibo. PRIMA si sarebbe ristabilito fisicamente, recuperando peso e massa muscolare, POI si sarebbe occupato della fame. In quel momento avere fame era un suo diritto.

    But then, there was Fire.


    Sentenziò ad alta voce, senza rivolgersi a nessuno in particolare.

    And with fire came disparity. Heat and cold, life and death...and of course, light and Dark. Then from the dark they came, and found the souls of lords within the flame.


    Si voltò e cominciò ad allontanarsi dal gruppo, per prendersi spazio a sufficienza, mentre la tenebra fluiva dalla sua armatura, spandendosi a terra come nebbia che cade dalla porta di un refrigeratore trasformandolo nella sua nuda e magra forma draconica, su cui le gravi ferite della battaglia con Carestia erano ancora evidenti e pulsanti. Non più protetto dalle sue spesse scaglie e allontanatosi dalla fiamma, l'enorme drago rabbrividì.

    Se questo è tutto, io andrei. Tutti noi abbiamo dei luoghi da proteggere.


    Spalancò le ali diafane, preparandosi al decollo.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:26
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,472
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    BaseLELLO2ba_zpsfd4cf5d3

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

      
    La conoscenza non ci scherma dal dolore, pensò Lelouch quando vide il piano del padre compiersi; era a conoscenza di tutto il progetto ma come si poteva rimanere impassibili innanzi ad un simile sacrificio? Perché tale era, per quanto quell'uomo tentasse di rassicurare i presenti – almeno coloro che erano più legati a lui – anche uno stupido si sarebbe reso conto che vincolare se stesso alla fiamma della conoscenza era una scelta che imponeva delle rinunce. La sua essenza divina, raggiunta con tanti sforzi era votata solo a questo momento, mai nella sua vita il padre – a differenza sua – aveva cercato il potere per scopi personali o per il desiderio d'essere il più forte. Era proprio questa la differenza tra loro due e solo dopo aver perso ogni cosa che lui l'aveva compresa, solo quando s'era ritrovato da solo a combattere contro il Vuoto per tener accesa la fiamma della speranza che il Titano aveva capito cosa intendeva Gaz. Quanto successo accendeva e rendeva viva la fiamma della speranza, dava modo a tutti loro di poter andare avanti nella loro battaglia e concedeva ad ogni essere vivente almeno una possibilità che non andava sprecata per niente al mondo.

    Ma non era solo questo: aveva vincolato se stesso alla fiamma ma al contempo aveva vincolato loro al santuario del Fuoco e alla difesa stessa della fiamma. Erano diventati i sette Lord, un onere piu che un onore. Stentò un sorriso Lelouch mentre il pugno della mano destra si serrava, voleva gridare, esternare tutto il suo dolore, il suo disappunto ma non poteva farlo, non voleva dare questa soddisfazione a nessuno e per un istante, un brevissimo istante pensò a quanto aveva fatto il suo se stesso di quest'epoca e un dubbio lo assalì.

    Si girò verso Daya e appoggiandogli una mano sulla spalla cominciò a parlare «amico mio, quel vecchio testone come al solito riesce a stupirci e a legarci a lui in maniera indissolubile».

    Poi guardò gli altri presenti, c'era gente di ogni genere, di ogni razza e ideologia, tutti li riuniti attorno alla fiamma della conoscenza, tutti insigniti dello stesso titolo ed era quasi buffo vedere gente come Naima e Bart o Gabriel e Bibi tutti li, tutti insieme per lo stesso motivo anche se aveva una certezza: avrebbero continuato a combattere la propria guerra, a fare ciò che ritenevano giusto seguendo la propria morale o la propria follia; l'Armageddon cambiava gli equilibri ma gli spectre sarebbero rimasti sempre dei nemici naturali dei Gold Saint e i Black avrebbero continuato a raccontare storie e a non concludere nulla pur di far credere a gente ignorante di essere una potenza.

    «Daya ti ringrazio per come ti sei preso cura di mia figlia e di ciò che farai per Kyros» poi si soffermò un istante prima di riprendere a parlare «ma sappi che io sono sempre lo stesso e ho gli stessi amici di sempre anche perché nessuno se li prende».

    Sorrise Lelouch, sforzandosi un po' ma in fondo, nonostante la battuta era vero. «Ad ogni modo, amico mio penso che sia il caso di recarci al Grande Tempio ed anche abbastanza in fretta, tanto qui non possiamo fare molto. Essere un Titano ti apre la mente, comprendi cose che prima erano oscure ma noi, che abbiamo dato vita a tutto questo, noi che abbiamo sempre ritenuto che la conoscenza doveva essere di tutti – a differenza degli Olimpici – combatteremo per preservare questo mondo e proteggeremo tutti coloro che crederanno in noi».

    Era pronto Iperione, era pronto ad aiutare il suo amico Daya, pronto a dare una mano a coloro che un tempo erano suoi compagni, pronto a proteggere gli uomini che vedevano in Gaz una guida ma soprattutto avrebbe fatto di tutto per proteggere la sua famiglia.



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:26
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    BaseDAYA2b_zps8c2ddf64

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA


      
    Le parole di Bart erano allarmate ma non tutte le risposte erano in mano all'amico.

    "non ti so dire Bart... è stato tutto così rapido, c'è un caos strisciante in ogni angolo di mondo ormai, è difficile anche per me comprendere quanto accade. Ma non temere, sento che la tua famiglia è al sicuro, abbi fede nei tuoi compagni ed amici"

    Colui che fu cavaliere d'oro di Virgo appoggiò poi la propria mano su quella dell'amico Lelouch. Erano assurdi nell'essere ciò che erano, un cavaliere apparentemente al servizio degli Olimipici e un Titano appena rinato che probabilmente avrebbe dovuto odiare quegli stessi dei per quanto accaduto al tempo del Mito; ma loro erano Lelouch e Daya, fuoriuscivano dai loro stessi schemi e assurgevano ad essere altro. Erano vivi e liberi nell'ampio senso del termine... e amici finché le loro vite non si fossero estinte.

    "non devi ringraziarmi, sarebbe come ringraziare il Sole del fatto che sorge ogni mattina. Non mi importa nulla di schieramenti e fazioni... proteggerò sempre i miei amici in qualsiasi frangente. Sono ormai legato a filo doppio con la tua famiglia, per me che non ne ho avuto mai una è strano. Vagamente appagante direi"

    Sorrise. Dette da altri simili parole potevano avere significati non lusinghieri, ma Lelouch conosceva bene l'uomo più vicino a Dio, lui non parlava mai a sproposito e non celava mai significati reconditi nelle sue parole. Daya diceva ciò che pensava sempre, con disarmante naturalezza.

    "prima di tornare a casa però voglio verificare quanto detto da tuo padre. Se debbo combattere voglio farlo sotto la mia egida"

    Socchiuse gli occhi concentrando il proprio cosmo. Ecco il Settimo Senso, si aprì naturalmente rivelando il macro cosmo insito in esso; poi venne l'Ottavo Senso e la comprensione della Morte, un cosmo più vasto del precedente e certamente più profondo. Per superare anche questo Daya dovette spingersi un po più avanti, da poco padroneggiava il Nono Senso e certamente non era facile per lui attivarlo come per i cosmi inferiori. La sua luce da dorata divenne bianca, quando la sua mente si aprì al cosmo ultimo tutto fu più chiaro, ogni cosa era lì pronta per essere afferrata, soprattutto la verità rivelatagli dall'antico amico. Si concentrò sull'armatura, ne immaginò la forma e la consistenza, simile alla vecchia cloth ma diversa, di natura completamente differente. La sua essenza vibrò mentre il cosmo divino fluiva inesorabile, la luce divenne quasi consistente e prese ad avviluppare il suo corpo; prima diafane poi sempre più concrete divennero le vestigia attorno ad esso... non erano dorate bensì candide come la neve appena caduta, venate da intarsi luminosi che le percorrevano tutte. Sembrava una sorta di vestito cosmico, una copertura irreale ma in verità ben presente sulle membra del giovane santo; quando Daya riaprì gli occhi notò lo sguardo compiaciuto del vecchio amico e quello più attonito del buon Bartolomeo. Espirò profondamente, la prova lo aveva lievemente affaticato, non era facile forgiarsi un'armatura da solo attingendo al cosmo ultimo.

    "mmh... direi che posso essere soddisfatto del risultato"

    Si guardò l'avambraccio destro ed il palmo della mano.

    "curiosa davvero. che sia l'Ars Magna di cui parlano le leggende? era appannaggio delle divinità primogene... uhm"

    Proseguì per un istante l'analisi di quanto aveva creato, per poi accantonare la cosa con la solita disarmante leggerezza.

    "no, non è ancora una vera armatura divina ma ci assomiglia. Bene, sono vestito per l'occasione. Bart che fai vieni con noi?"

    Disse sorridendo al custode della seconda casa per poi voltarsi verso Lelouch.

    "allora che stiamo aspettando?"



    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:26
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar


    Group
    Gold Saint
    Posts
    9,168
    Location
    ~ Seconda Casa dello Zodiaco ~

    Status
    GHOST

    BaseBART2b_zps5dd6eed4

    Saint Seiya OST ✣ Legendary God Warriors

    ARMAGEDDON: IL FUOCO
    DELLA SPERANZA

    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia

      



    Il mondo era cambiato.
    Il mondo era inspiegabilmente in balia di un terrore cupo e impenetrabile, come se una mano artigliata avesse coperto l’intera esistenza con un telo nero come la pece.
    Sette piccole fiammelle ardevano come candeline resistenti su di una torta di sofferenza. Non potevano spegnersi. Non volevano spegnersi.
    Bartolomeo - la candelina più grossa, a ben vedere - fu testimone attonito di un sacrificio doloroso quanto necessario. Gaz, asceso ormai allo stato di divinità completa, bruciò la sua stessa esistenza per mantenere quell’ultimo barlume di equilibrio che separava il mondo dalla fine della vita.
    Il gigante si sentì quasi in colpa per aver pensato solamente alla sua famiglia, ma sapeva benissimo di essere ben lontano dall’essere perfetto. I sui pensieri più angosciati erano andati ad Elena e a tutti i suoi pargoli, impotenti di fronte a quella catastrofe di proporzioni titaniche.
    Bart aveva il compito di proteggere tutti coloro che ne avessero avuto bisogno, indipendentemente da tutto. Certo, la debolezza - o la forza? - di un padre può cambiare la scala delle priorità, ma il Toro aveva sempre cercato di fare il possibile per onorare quella promessa fatta a sé stesso e al fratellino Filippo.

    Grazie Gaz, davvero.
    Difenderò questo mondo e la Fornace a costo della mia stessa vita.
    E sai benissimo, forse meglio di tutti, che la mia non è una promessa gettata al vento.


    Il vigore di Bart era tornato in tutto il suo travolgente splendore, facendolo riemergere da quella sensazione di terrore e impotenza che lo avevano attanagliato dopo lo scontro con Avarizia.

    Vedi di non apparirmi di notte sotto forma di entità spirituale, eh.
    Sono troppo vecchio per queste cose…anche se tu lo sei di più.
    Oh oh oh!


    Ed ecco a voi un Bart, un vero Bartolomeo, di fronte alla fine del mondo.
    Eccolo scherzare con il più vecchio Gaz, unico che lo superava in età, e cambiare argomento come per far comprendere che aveva capito e fatto propria ogni parola ed ogni sensazione. Era ancora stanco, ma sentiva di dover stringere i denti per riuscire a proteggere per davvero l’umanità.
    La terra aveva bisogno di cavalieri in grado di arginare e respingere quel male nero di origini ignote. Poco importava lo schieramento o le ideologie: dovevano sopravvivere. Chi per sé stesso, chi per gli altri, ma tutti non potevano che concordare su un fatto oggettivo: il mondo stava finendo.
    Il cavaliere d’oro terminò la poderosa risata per poi rivolgersi a Daya.

    Perdona lo sconforto amico mio, ma sono dovuto partire per Bangkok senza nemmeno poter mettere al sicuro la mia famiglia.
    Mi fido delle tue sensazioni e confido nella caparbietà di Elena e dei miei figlioli.
    Saranno certamente al Grande Tempio ad aspettarmi e credo che anche gli altri abbiano bisogno di noi…


    La frase sfumò in un espressione di sorpresa e incredulità.
    Il Gran Sacerdote aveva sviluppato in pochi istanti una potenza mai percepita prima, come se volesse raggiungere la perfezione cosmica delle divinità. Bart aveva smesso di stupirsi di fronte alle innumerevoli capacità dell’amico, ma quella volta non riuscì a trattenere la mandibola che si spalancò da sola.

    Anch’io ne voglio una così.

    Sul corpo della Vergine era apparsa un’armatura così luminosa e scintillante da sembrare eterea. Gli occhi dell’uomo faticarono ad adattarsi a quelle strane vestigia, tanto che la mano destra era andata a coprire parzialmente la vista.

    Biondo, se devo vestirmi per la festa me lo devi dire un po’ prima.

    Rivolse un sorriso sincero a quell’amico tanto strano quanto insostituibile.

    Certo che vengo con voi.
    C’è qualcuno che ci sta aspettando e che ha bisogno del nostro aiuto.


    Il pensiero volò alla sua famiglia e a tutto il Santuario di Grecia, conscio del fatto che l’umanità intera aveva bisogno di essere aiutata.
    Si avvicinò al Gran Sacerdote dimostrando sicurezza e decisione per ciò che avrebbero dovuto affrontare in futuro, poi salutò con un gentile e paterno gesto della mano tutti i presenti.

    Ciao a tutti, figlioli.
    Se ci rincontreremo, spero sarà in un’occasione meno disperata di questa e magari con più tempo per conoscerci meglio.
    State attenti là fuori.


    Portò due dita della mano destra alla fronte, l’indice e il medio uniti, per poi salutare in modo diverso quel drago che era diventato Gabriel. Loro due si sarebbero davvero rincontrati prima o poi, ne era certo, e avrebbero approfondito la loro inusuale conoscenza - se di conoscenza si poteva parlare.
    Per tutti gli altri il messaggio era chiaro: il mondo era cambiato. Era importante ripeterlo perché le fazioni, le lotte millenarie e gli screzi tra cavalieri dovevano passare necessariamente in secondo piano.
    Gli schieramenti erano diventati solamente due: l’umanità e “qualcos’altro”.




    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 16/9/2019, 22:26
     
    Top
    .
14 replies since 21/12/2012, 10:37   1285 views
  Share  
.