Armageddon: Cui Bono

Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo

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    "L. Cassius ille quem populus Romanus verissimum et sapientissimum iudicem putabat identidem in causis quaerere solebat 'cui bono' fuisset."
    (Marco Tullio Cicerone, Pro Roscio Amerino - Sezione 84)




    Cui Bono, Prologo.
    20 Dicembre 2012, Luogo: Rostock


    *Il professore non riuscì a far nulla che subito i sei uomini furono su di lui, bloccandogli le gambe e le braccia in una morsa d'acciaio.
    Non erano più umani, qualcosa era cambiato in loro... i loro occhi erano pece, la loro pelle grigia e numerosi tentacoli iniziarono ad apparire sulle loro teste e sulle loro mani.

    Artigli e fauci di fiera completavano l'immagine. Era quello l'effetto della Corruzione sugli uomini?

    Il vecchio cercò di dire qualcosa, ma il settimo uomo, che stava innanzi all'uscio tese la mano che si mutò in una decina di tentacoli artigliati che andarono a perforargli il petto e l'addome.
    L'espressione della vittima era un misto di terrore, dolore e sopresa, sinfonia di orride emozioni che andò ad imprimersi sul suo viso anche quando rapida sopraggiunse la morte.
    Il sangue era ovunque, persino sui muri più lontani dalla poltrona, sul grammofono e sull'unico quadro della stanza, che rappresentava la Morte e il Diavolo intenti nel contendersi l'anima di un Cavaliere.



    the-knight-death-and-the-devil-1513.jpgBlog



    Il settimo, ora completamente nella sua orribile forma demoniaca simile ad una caprone sognato da un folle, osservò il dipinto e sorrise mostrando i suoi denti acuminati.
    Curiosamente il sangue copriva sia la Morte che il Cavaliere.*

    Alla fine anche la Morte si piega al volere del "Diavolo".
    Perisci felice poiché hai davanti quello che hai a lungo cercato...

    *Anche gli altri presero a ridere mentre la loro mutazione si completava rendendoli simili a quello che pareva essere il loro signore.
    Poi qualcosa in quella stanza iniziò a cambiare...*



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    Edited by Gorthaur - 11/1/2013, 22:35
     
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    Cui Bono, Antefatto - Magnus Opus.
    3 Luglio 2012, Luogo: Sconosciuto


    *Druj stava innanzi a loro, un'immagine eterea ed evanescente. Non poteva manifestarsi fisicamente in quel luogo, così ben protetto, così difeso contro creature antiche ed oscure come lo spectre.
    Poichè più di ogni altra cosa gli oscuri temono altri oscuri.*

    Dunque questo è ciò che vi propongo, credo che accettare sia una scelta saggia da parte vostra.

    *Se vi fosse stato un uomo all'ascolto avrebbe sentito una serie di suoni gutturali incomprensibili. Gli stessi suoni che emise con un volume ben più alto chi rispose.*

    No! Ciò che dici è impossibile, non si può fare! E' follia, nessuno c'è riuscito dopo i Primi, come pensi di poter compiere quello che dici da solo e per giunta in quella forma imperfetta in cui sei prigioniero?

    *Seguì un borbottio di approvazione dei compagni della creatura.*

    Non sono da solo, verrò aiutato da tutti, inconsapevolmente.
    Inoltre noi abbiamo il vantaggio di avere esempi simili, non resta che osservare, raccogliere informazioni e dedurre. Non sottovalutatevi miei cari... e non sottovalutatemi.

    *Druj manteneva sempre la calma e la sua voce melliflua era insidioso balsamo nelle orecchie di chi lo ascoltava. La resistenza però era grande, non solo perchè le creature non avevano padiglioni auricolari.*

    Ammesso che tu riesca ci chiedi di esserti schiavi? Mai! Abbiamo già sperimentato la schiavitù dei Signori degli Incubi che ci abbandonarono alla mercé del...

    *Gorthaur interruppe deciso.*

    Ed ora siete forse liberi? Prigionieri di voi stessi e del vostro terrore.
    Suvvia signori, noi non siamo umani e sebbene il forzato soggiorno su questo triste pianeta possa averci reso fragili come i mortali non ci ha reso così stolti.
    La vera libertà è uno stato di esistenza che mai si è visto in questo universo fin dai suoi albori, esso costringe i suoi abitanti in un continuo stato di necessità che solo la morte recide.
    La quantità di "libertà" che vi è in questo universo è misurata dalla lunghezza del proprio guinzaglio, mentre la qualità è determinata dal colore o dalla forma di tale guinzaglio.

    *Sorrise al termine e fu subito incalzato.*

    Di ciò che vuoi, ma non diverremo come te schiavi dell'Averno!

    *Gorthaur sorrise ancora più ampiamente, la sua immagine tremò per qualche istante e si fece più grande.*

    Averno? Chi ha parlato dell'Averno?
    Presto l'Averno sarà solo un ricordo, perduto come tutto il resto che ci circonda.
    Come voi se rimarrete qui.
    Il vostro passato vi inseguirà e vi stanerà... l'aspetto apprezzabile di questo universo è la sua prevedibile ripetitività. Ciò permette di ridurre al minimo il pericolo che rappresenta...

    *L'immagine iniziò a svanire.*

    ... a chi è abbastanza saggio da osservare i segni.

    *Sapeva che la loro scelta non era ancora matura, che avrebbe dovuto attendere.
    Tuttavia un agricoltore accorto conosce la natura delle piante e sa quali eventi causare affinché esse siano dolcemente spinte a donargli i loro succosi frutti.*



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    Edited by Gorthaur - 20/9/2013, 11:24
     
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    Cui Bono, I Parte - Il Codice di Atlante.
    18 ottobre 2012, Luogo: Sottosuolo di Atlantide

    Rif:
    -Gli Araldi di Aizen
    -L'Esorcista
    -Prologo - La Caduta di Atlantide
    -La Caduta di Atlantide - Apokatastasis

    *Numerosi Nasu Maggiori e Lich stavano analizzando la stanza sotterranea e i suoi reperti. Parti di roccia erano stati sezionati con estrema cura, catalogati per densità ed origine.
    Poi un'esplosione e dal soffitto l'enorme bocca di un verme Nasu si aprì, facendo cadere Gorthaur al suolo.
    Fradicio di liquame ed acqua lo spectre si alzò a fatica, provato dallo scontro con il Dragone del Mare.
    Subito Tiberius gli si fece accanto per sorreggerlo.*

    Preparatevi.

    *Quel filo di voce fece scattare due lich, che piantarono nel muro e sui monili piccoli cristalli neri che iniziarono a brillare di tetra luce appena i non morti e di demoni iniziarono a salmodiare oscure parole.

    L'onda di energia del colpo di Aizen stava arrivando. Un potere quasi divino, che faceva tremare le ossa.
    Le pareti iniziarono a creparsi e a mutare, iniziando ad assumere un colore sempre più tendente all'arancio.
    La composizione del minerale stava cambiando, da roccia in metallo.

    L'oricalco di Atlantide stava tornando, assieme allo splendore della sua tecnologia perduta.
    La sala era un'armeria e tutt'attorno rividero la luce strumenti di sopraffina fattura. Lance, bombe, spade, scudi, corazze.
    Un tesoro inestimabile, capace di rendere un esercito invincibile.

    Nulla di questo tuttavia interessava allo spectre.
    Aveva attraversato il tempo per richiamare un esercito di atlantidei non morti, aveva ideato un rituale capace di far risorgere un dio e la sua nazione, aveva permesso ad Aizen di sfiorare livelli divini e poter affrontare il Dio del Sonno.
    Il tutto per qualche monile?
    No, lui cercava di più, cercava la conoscenza di Atlante.

    Il potere spirituale stava permeando ogni cosa, confermando la teoria secondo cui l'oricalco è un minerale capace di assorbire l'essenza cosmica e che la sua natura "normale" è l'esserne pregno. Se ne viene privato diviene pietra inerte.
    Testimonianza di questo erano già le armature sacre dei cavalieri di Atena e di Poseidone, ma catturarne una non era impresa facile, inoltre come base d'analisi sarebbe stata estremamente perniciosa.
    Così come le armi che lo circondavano.

    I cristalli neri iniziarono a pulsare più intensamente e qualcosa in loro sembrava danzare, una sostanza vaporosa.

    Erano alcune delle anime degli atlantidei defunti usati per il rituale. I cristalli servivano a "raccoglierli".
    Loro erano l'oggetto di studio che cercava Druj Nasu.
    Quegli spettri avevano attraversato tutto l'oricalco della città dall'interno, riattivandolo, percependo le sue mutazioni in ogni istante. Inoltre provenivano dall'epoca dei fasti di Atlantide.
    Avrebbe avuto modo di indagare nelle loro memorie e studiare le alterazioni del loro tessuto spirituale.

    Ciò che cercava non era l'Oricalco in sé, ciò che cercava era il segreto dell'Oricalco, ciò che lo rendeva un metallo unico sulla terra, opera dei Titani.*

    Toglietele e portatele a palazzo.

    *I suoi agenti avevano istruzioni estremamente precise su come gestire i cristalli e i campioni di oricalco raccolti prima e dopo la mutazione.
    Incespicando si avvicinò ad un vasto contenitore cilindrico che conteneva delle piccole sfere.
    Erano bombe ed emanavano una potenza cosmica terrificante.
    Ne raccolse una.*

    Prendetene qualcuna, saranno un interessante studio collaterale.
    Ora andiamocene prima che Poseidone sia completamente sveglio.

    *I Lich e i Nasu eseguirono ed iniziarono a svanire nella bocca dell'enorme verme che ancora per poco avrebbe potuto resistere alla pressione della roccia che si mutava in oricalco.*

    Tiberius, tu sarai me per un po'.

    *La surplice si staccò da Gorthaur e sostituì la corazza di Tiberius. Gli stessi lineamenti del volto del generale vampiro iniziarono a mutare a causa dell'illusione, fino a che divenne l'esatta copia dello spectre.*

    Non lasciare mai Saturno, facciamo credere a Pandora che il mio rammarico e il mio timore nei suoi confronti sia così grande da avermi spinto ad un'auto reclusione.

    *Il generale chinò il capo.*

    Sì mio signore, per il resto procederò secondo i piani.

    *Gorthaur si avvicinò ad una zona più buia della stanza, annuendo di rimando al vampiro.*

    Baoht Z'uqqa-Mogg

    *A quel nome blasfemo le tenebre risposero, addensandosi ed andando a formare una figura da incubo. Se Tiberius era il comandante del suo esercito di non morti, Baoht Z'uqqa-Mogg guidava i Nasu e più nello specifico quello che potrebbe chiamarsi il "servizio segreto".*

    Mio signore, Minosse è giunto ad Atlantide, probabilmente per cercarvi.

    *Druj sorrise, ampiamente.*

    Eccellente.

    Procedi con le tue istruzioni, vi rivedrò entrambi tra qualche mese e l'esercito deve essere pronto per quel giorno come non lo è stato mai.

    *Nessuno dei due generali si scompose, si limitarono ad annuire. Poi il demone riprese la parola.*

    Mio signore, il Dragone del Mare, cosa intendete farne? E' ancora priva di forze...

    *Gorthaur si fece pensieroso per qualche istante.*

    Non ne faremo nulla, lasciamola qui. Sarà un elemento indispensabile per il prossimo futuro.
    Inoltre sono curioso di vedere ciò che la sua crescita ci riserverà.

    *Sorrise tra se, conscio delle ferite che le aveva lasciato sull'anima.
    Poi le tenebre del Nasu avvolsero sia Druj che Tiberius e tutti e tre svanirono nel nulla, mentre la stanza risplendeva ogni istante di più.

    Grazie ad Aizen ora sia i Marine che gli Spectre si sarebbero lambiccati il cervello per cercare di comprendere le ragioni che avevano spinto il folle erede di Radamante a guidare quell'impresa, in spregio totale alla gerarchia dell'Averno.
    La notizia di tale enormità avrebbe ben presto raggiunto le altre caste.

    Tutto si stava dipanando come una placida ma inesorabile macchia d'olio...*



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    Cui Bono, II Parte - La Fonte della Creazione.
    16 novembre 2012, Luogo: Copenhagen

    Rif:
    -Hvergelmir

    *Il professore era seduto su di una panchina ad ammirare il gelido mare del nord.
    Era sera ed il cielo era terso.
    Uno spettacolo meraviglioso, un luogo perfetto per attendere l'arrivo di un regalo.

    Ogni tanto sfogliava le pagine di un piccolo taccuino rosso, spuntando cose e scrivendone altre.
    Vi era una voce che lo stava attirando particolarmente, "PII, Fonte".
    Sotto quel titolo vi erano cinque frecce che indicavano nomi e luoghi diversi.
    Quattro di questi erano segnati con una vistosa x sopra di loro, come a cancellarli.
    L'ultimo che rimaneva era "H - A".

    Aveva analizzato cinque possibili luoghi sul pianeta dove trovare una cosiddetta "Fonte della Creazione", fonte mistica la cui acqua contribuì alla creazione della vita nell'universo materiale. In essa c'erano segreti vitali per il suo piano.
    Tuttavia ogni tentativo di recuperarla direttamente si era rivelato vano. Non vi erano contenitori o modi per trasportare l'acqua lontano dalla fonte senza che essa si disperdesse.

    L'assalto di Atlantide fu una fortuna.
    Nello specifico, la condivisione del viaggio con Eddard fu una fortuna.
    La sua capacità di raggiungere lo 0 assoluto era la cosa necessaria per incatenare le forze di una delle Fonti, ma quale?
    Il viaggio fu utile per sondare con delicatezza i suoi ricordi, alla ricerca di indizi su cosa avrebbe potuto indirizzarlo verso i suoi piani.
    Poi trovò ciò che cercava.
    Un possibile erede perduto ad Asgard, uno dei cinque luoghi in cui si trovava una fonte, nello specifico Hvergelmir.

    Durante la battaglia di Atlantide i suoi agenti scandagliarono il regno del nord alla ricerca di quell'erede.
    Il resto del piano fu ideato appena prima dell'inizio delle ostilità.
    Alcuni Draug vennero staccati dall'esercito che assaltò le mura del regno di Poseidone e diretti al porto di un piccolo villaggio ad Asgard, dove una giovane aspirante sacerdotessa di Odino cercava giusto il modo di farsi valere.
    Appena la battaglia nel regno marino si concluse diede il via al tutto.
    Il corvo e le indicazioni furono la spinta e il Draug al suo inseguimento la "guida" per dirigerla verso le braccia del God Warrior legato ad Eddard.
    Quando il cosmo del guerriero del nord si liberò al suo massimo potere innanzi alla fonte, il Princeps lo notò e tutto avvenne.
    Una volta ottenuto ciò che voleva bastò ordinare ai Draug di ritirarsi e di svanire.

    Certo, poteva fallire, le variabili erano molte, ma c'erano altre quattro aree su cui tentare, ma il tempo era poco ed il rischio doveva essere considerato come necessario.

    Il professore alzò il capo dal taccuino, qualcuno o qualcosa stava arrivando.
    Lasciò la panchina e si diresse verso il mare, in un luogo ove era certo nessuno lo vedesse.
    Di lì a poco arrivò un corvo che tra le zampe portava una sorta di pugnale di ghiaccio.
    Il corvo, appena toccato terra, lasciò andare il bottino e riprese le sue vere fattezze, quelle di un Nasu.
    il professore raccolse con una panno il pezzo di ghiaccio.*

    Onestamente speravo in qualcosa di più, ma è già molto aver ottenuto questo, ottimo lavoro.

    *Il mostro sogghignò, tra una lamento e l'altro a causa delle zampe praticamente congelate.
    Gli fu riconsegnato l'oggetto, che aveva congelato anche il panno.*

    Portalo immediatamente a casa.

    *Il demone annuì, svanendo in una nuvola nera.
    Con un sorriso il professore si avviò verso l'appartamento che aveva affittato lì vicino, dove avrebbe brindato ad Asgard, felice di aver ottenuto una nuova sacerdotessa, di aver rinvigorito probabilmente la fede in Odino e di aver ritrovato al favoleggiata fonte di Hvergelmir.
    Presto ne avrebbero avuto bisogno di questo ritrovato morale.
    Comunque non poteva indugiare nei festeggiamenti, l'indomani aveva un'importante conferenza sull'Archeologia Sperimentale e le ipotesi su civiltà perdute in Antartide.*



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    ~ Cui Bono, III Parte - I Segreti di Gea ~


    23 novembre 2012, Luogo: Sito Archeologico di Delfi

    Rif:
    - The Mission
    - The Mission - Arrivo ad Atene
    - Adutana
    - ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ

    *Il professor Donald Norrington si era fermato fino a tardi quella sera negli scavi. Era l'ultimo giorno di rilevazioni e la sua equipe se n'era già andata in albergo.
    Lentamente scendeva gli scalini che conducevano alle profondità del Tempio di Apollo, fino a raggiungere i resti del Tempio di Gea, sua vera meta.*

    ... come pensi di darmi ciò che prometti, demone?... il mio corpo è prigioniero del Sigillo del Traditore e non c'è modo di distruggerlo...

    *Pitone, l'anima di Pitone, aleggiava invisibile attorno all'uomo.
    Gli era costata mesi di rituali ed energia, ma alla fine era riuscito a strappare dalla morte l'anima del titano, antico guardiano del tempio.
    Non poteva concedergli un corpo fittizio, non era così potente.
    L'unico modo per garantirgli almeno una frazione dell'antico potere era ricondurlo al suo corpo.
    Tuttavia Apollo, per esser certo di eliminare definitivamente il titano, aveva separato l'anima dalla sua forma fisica, imprigionando quest'ultima sotto il Sigillo di Zeus.*

    Non temere potente Pitone, non dobbiamo distruggerlo, o almeno... non tutto.
    Volgeremo questa prigione a tuo vantaggio.

    *L'anima era scettica e irritata. Dover un favore ad una creatura ripugnante come il demone necromante era qualcosa di difficilmente sopportabile.
    Tutto però avrebbe fatto per vendetta.

    Il professore fu in fine innanzi all'enorme muro con inciso i simboli del Signore degli Dei.
    Non poteva avvicinarsi troppo, non sapeva che reazione avrebbe avuto la difesa alla presenza del suo cosmo.
    Prese da una piccola sacca una sfera lucente di metallo, una delle piccole bombe di cosmo recuperate ad Atlantide.*

    Diamo dimostrazione della superiorità della vostra stirpe, potente Pitone.

    *Lasciò cadere il globo, facendolo rotolare contro la base del sigillo.
    Dopo pochi istanti una luce azzurrina avvolse ogni cosa.
    L'esplosione fu terrificante, ma grazie alla tecnologia Atlantidea, circoscritta all'obiettivo.
    Solo qualche crepa qua e là furono i risultati indiretti, mentre alla base del muro vi era una piccola fessura, larga qualche centimetro.*

    Basterà per indebolire il sigillo per ciò che ci serve per farvi entrare.
    Una volta all'interno ciò che vi imprigionava diventerà vostro scudo.

    *Il professore poteva sentire l'anima del dio fremere di gioia e di desiderio di vendetta. Vedeva le sue eteree spire danzare per la caverna, desiderose di avere nuovamente consistenza fisica.
    Il drago iniziò a fluire come nebbia nella crepa, per fermarsi un istante.*

    ... piccolo demone, chi regna ora su questi luoghi è potente e vede ogni cosa...
    ... Il Grande Sacerdote di Atena sentirà ogni cosa appena mi riporterai ad esistere su questo mondo... e ci distruggerà...

    *Il professore annuì sorridendo.*

    E' vero, il Grande Sacerdote è il pericolo maggiore, tuttavia ho fatto in modo di impegnarlo in altri problemi.
    Abbiate fiducia in me, potente Pitone, se mai se ne accorgerà non si muoverà di persona.

    *Il rituale avrebbe sicuramente attirato l'attenzione del cavaliere della Vergine, un'esplosione nel mezzo della quiete attira massima allerta... ma un'esplosione nel mezzo di una guerra diviene qualcosa di normale e secondario.
    Baoht Z'uqqa-Mogg, uno dei Nasu più potenti al suo servizio, aveva agito bene.
    Informazioni - ovviamente artefatte - giunsero a Pandora riguardo uno scrigno custodito ad Atene, la cui importanza avrebbe stravolto gli equilibri a vantaggio degli spectre.
    Quale occasione migliore per l'Oracolo di riaffermare la propria signoria sugli Inferi che guidare una guerra sacra il cui esito avrebbe valso la vittoria assoluta dell'Averno?
    La sacerdotessa avrebbe fatto affidamento sicuramente su Fedor ed anche lui avrebbe visto nella guerra un modo per differenziarsi e superare Aizen nelle grazie dell'Oscuro Signore.

    Se avessero vinto ottenendo realmente lo scrigno - che conteneva dei semplici cimeli della passata Guerra Sacra - tanto meglio, avrebbe avuto modo di utilizzarli per i piani a venire.
    Se avessero perso Druj ne avrebbe tratto comunque vantaggio.

    Il dio attraversò completamente la breccia, non senza qualche difficoltà. Il sigillo era leggermente indebolito, ma possedeva una forza formidabile.
    Lo spectre poteva vedere attraverso gli occhi del drago il contenuto della stanza. Sulle pareti vi erano una quantità innumerevoli di piccole sfere di vetro, contenenti una nebbia verdastra.

    I responsi di Gea...

    Gli occhi della sua mente brillarono di cupidigia.
    Nei tempi del mito, prima che l'Oracolo fosse dedicato a Zeus da parte di Apollo, dei e mortali giungevano a Delfi per conoscere da Gea i segreti della natura da lei creata.
    Solo i più saggi avrebbero tratto vantaggio da segreti così profondi.
    Averli significava disporre dei sussurri della Madre del Creato.*

    Preparatevi potente Pitone.

    *Sollevò le braccia ed il suo cosmo esplose in una nube di oscurità.
    La guerra era da poco iniziata e quella manifestazione cosmica sarebbe sembrata un diversivo di Ade per prendere i Cavalieri di Atena al fianco.
    Qualcosa per cui stare vigili, certo, ma nulla di più importante della difesa del Grande Tempio.

    Spire di nera energia filtrarono dalla breccia, avvolgendo il cadavere immenso del drago.
    Echi di ciò che furono quelle rovine iniziarono a palesarsi, richiamati dal blasfemo rito.
    I servitori rettiliformi del Drago sorsero anch'essi dalle ombre delle rovine, andando ad accalcarsi innanzi al muro, in ginocchio ed in attesa.
    Durò tutto qualche decina di minuti, fino a che il professore cadde in ginocchio, esausto ed ansimante.*

    ... piccolo demone mi hai fatto un grande servigio... mi hai dato la possibilità di vendicarmi... tieni ciò che hai chiesto...

    *Dalla fessura iniziarono a fuoriuscire le piccole sfere contenenti i responsi di Gea.
    Come tante perle corsero all'impazzata in ogni dove, salvo poi essere recuperate una ad una da dei piccoli ronzanti Nasu.*

    La vostra prigione sarà vostro scudo.
    Sicuramente la vostra vendetta attirerà prima o poi parte delle forze di Atena, ma come potranno raggiungervi?
    Ah... se posso permettermi.
    Iniziate la vostra giusta rivalsa sui villaggi e le città più indifese.
    Che gli innocenti si rendano conto della debolezza degli Olimpici.

    *Come il brontolare di un temporale si alzò la risata di Pitone, risata che trovò riscontro nelle grida di giubilo dei suoi servi.*

    ... la tua malizia non conosce limiti piccolo demone... non so cosa tu possa ottenere da quelle sfere... ma ora vattene, ricorda che sei servo di un mio nemico e la mia magnanimità ha un limite assai sottile...

    *Il professore annuì e subito i Nasu iniziarono ad avvolgerlo, sparendo assieme a lui.

    Un altro componente fondamentale per il piano era nelle sue mani e i protagonisti erano ancora una volta ignari di danzare le sue note.
    Mancavano solo due tasselli... e aveva solo pochi giorni per raccogliere tutto ciò che aveva seminato.*





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    ~ Cui Bono, IV Parte - Gli Architetti ~



    16 ottobre 2012, Luogo: Antartide

    Rif:

    - Alle Montagne della Follia - Asgard Side
    - Alle Montagne della Follia - Gea Side
    - Alle Montagne della Follia - Parte I
    - Alle Montagne della Follia - Parte II


    *Quando le prime cariche di esplosivo liberarono la parete dal muro di ghiaccio il cuore di Leonard Forrest si aprì.
    Si trattava realmente di una qualche costruzione pre umana.
    La dimensione era ciclopica e le incisioni su di essa indecifrabili.

    Eccitato descrisse ogni cosa al registratore che portava nella mano sinistra.

    La spedizione si fece più avanti e notò fra la neve disciolta corpi stranissimi, incroci tra insetti e vegetali a prima vista.*

    Riportate immediatamente al campo 1.

    *Lo sguardo del professore era colmo di cupidigia mentre accarezzava la superficie aliena.
    Finalmente avrebbe avuto la sua rivalsa, Norrington l'avrebbe pagata.
    Sottrargli le informazioni sulla zona fu fin troppo facile, quell'idiota era il disordine fatto persona.
    Bastò pagare qualche studente privo di scrupoli per farsi passare gli appunti.
    Lo stesso fu per gli strani esplosivi che Norrington riteneva provenienti da un'antica civiltà.
    Era scettico visto la dubbia fama del collega, ma Forrest intercettò la spedizione prima che arrivasse al suo rivale.*

    Vediamo come se la cavano queste bombe...

    *Posizionò la sfera dorata alla base del muro, pigiò il tasto composto da una gemma blu e si allontanò di corsa.
    A differenza del precedente esplosivo, questo non creò particolari detriti.
    Era come se la sua luce disgregasse la materia con cui entrava in contatto... e così fu per quel muro.

    La crepa formatasi si apriva su un abisso di tenebra.
    Dopo qualche minuto la spedizione avanzò verso l'apertura, quando una potentissima folata di vento ne fuoriuscì, sbalzando gli esploratori.

    Quando Forrest riaprì gli occhi vide su di sè due figure semitrasparenti, una sorta di guerriero ed un leone.*

    Folle... non sai cosa hai liberato...

    La loro voce all'unisono era più gelida di quel vento.
    L'uomo era atterrito e quando dal varco uscirono gli enormi vermi neri, composti da una gelatina corrosiva, non vi pose molta attenzione.

    Le urla dei suoi compagni furono l'ultima cosa che sentì assieme al verso di quei mostri: Tekeli-li
    Morì sul colpo quando uno di quegli orrori gli passò sopra, cancellando letteralmente metà del suo corpo.*

    ***

    *Le creature si erano radunate al centro della loro città morta.
    Le protezioni che vincolavano gli orrori con cui avevano imparato a convivere erano distrutte.*

    Dobbiamo accettare l'offerta!

    *I loro versi indecifrabili e gutturali si scavalcavano, indicando una lite furibonda.*

    - Gli shoggoth sono troppi! Ci distruggeranno!

    - Dobbiamo tentare, non ci piegheremo a nessun nuovo dio!

    - A che serve morire perdendo tutta la nostra conoscenza?

    *Per diversi minuti la discussione andò avanti, poi il rumore del marmo nero che si scioglieva creò il silenzio.*

    D'accordo... accetteremo...

    *Gli Architetti si affrettarono a raggiungere la sala dove si trovava la sfera lasciata dal visitatore.
    Radunarono i codici delle loro creazioni, tutta la storia della loro razza conquistatrice di stelle ed azionarono l'oggetto.

    Quando i vermi sfondarono le ultime difese trovarono un'immensa città vuota.
    I loro antichi creatori erano spariti ed ora loro potevano distruggere ogni cosa nel nome del loro nuovo signore.

    Un verso stridulo iniziò ad echeggiare in ogni dove.*

    Tekeli-li, Tekeli-li, Tekeli-li!

    ***
    3 Dicembre 2012, Luogo: Rostock

    *Seduto nella sua stanza d'albergo il professore leggeva il rapporto di Semerketh sull'arrivo degli Architetti e del completamento dei loro preparativi.
    La mente gli tornò al povero Forrest.
    Fu abbastanza facile far sì che il suo collega entrasse in possesso della mappa e dell'esplosivo Atlantideo.
    La sua cupidigia e la sua invidia erano stati i migliori alleati di Norrington.
    Aveva creato una reputazione basata su idee azzardate, amate dalle masse ma odiate dagli accademici più ortodossi dell'University College of London e così aveva attirato le ire di Forrest.
    Non aveva nessun rancore verso di lui in particolare, solamente fu il primo a cadere nella trappola e ad eleggersi come inconsapevole volontario per il suo piano.

    Le piccole distrazioni di Norrington e le piccole corruzioni di Forrest portarono quest'ultimo a sacrificarsi per il piano di Druj.
    Un sacrificio tutt'altro che vano, che probabilmente sarebbe stato premiato con la non morte.

    Ora Druj aveva ottenuto l'aiuto volontario dei prima reticenti Architetti.
    Mancava solo un tassello al suo piano...*




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    Edited by Gorthaur - 30/9/2013, 15:16
     
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    ~ Cui Bono, V Parte - Il Cuore del Problema ~



    20 dicembre 2012, Luogo: Rostock

    Rif:

    - Cui Bono - Prologo

    *... un ronzio. Mosche.
    Il demone scosse il capo, rendendosi conto del falso allarme.
    Fece un cenno al ragazzo nascosto dietro di lui, terrorizzato.
    Aprì il palmo dell'altra mano e da essa iniziò a fuoriuscire una quantità notevole di monete d'oro e banconote.*

    Tieni, anche se tra poco non ti serviranno... vedi di spenderli tutti stasera.

    *Il ragazzo non disse nulla e si gettò su quella ricchezza.
    Era un informatore del vecchio, uno di quelli che usava per raccogliere informazioni su cosa succedeva nei bassifondi.
    Gli agenti della corruzione avevano creato un piccolo culto nella zona, dove gli eletti sacrificavano barboni e reietti di vario genere per ingraziarsi il Sole Nero, mentre gli altri davano libero sfogo ai loro vizi e alle loro più perverse passioni.
    Tutto questo non faceva altro che accelerare l'arrivo del Giorno dei Giorni.
    Il professore aveva scoperto in qualche modo l'esistenza del culto e aveva mandato in giro il ragazzo a fare domande... troppe.

    Erano arrivati per primi e l'informatore si era rivelato estremamente facile da corrompere.
    Da lui risalire al professore fu un attimo.*

    Andiamocene...

    *Appena pronunciò quelle parole il grammofono che si trovava accanto al cadavere iniziò a suonare.



    Le mosche ripresero a ronzare, quasi seguendo il ritmo, fino a posarsi sulla faccia dei demoni minori.
    Qui esplosero, rilasciando un liquame nero sui volti dei corrotti, sciogliendo letteralmente le loro teste.

    Il demone maggiore era un misto di rabbia e confusione, posò lo sguardo sui cadaveri dei compagni, poi sul cadavere del professore... che non era più quello del professore.
    Morto sulla poltrona si trovava l'informatore.

    Fu troppo tardi quando il corrotto capì l'inganno, il guanto artigliato di Druj gli aveva già attraversato il petto e stringeva il suo cuore.*

    Piacevole canzone, apprezzo soprattutto il suo significato.

    *Furono le ultime parole che sentì l'aberrazione, prima di dissolversi in una pozza ribollente.*

    Finalmente...

    *Druj osservava il cuore come se si trattasse di uno degli oggetti più preziosi della terra. Crepitava di un'energia corrotta e terribile che a mala pena lo spectre riusciva a tenere a bada.
    Semerketh, il primo dei suoi lich - fin ora nascosto alla vista - apparve accanto al suo signore, con uno scrigno aperto fra le mani.*

    Tutto bene signore?

    *Fu la richiesta del non morto, osservando lo sguardo perso dello spectre.
    Il contatto con quell'energia gli aveva fatto affiorare qualcosa simile ad un ricordo, o almeno un senso di antica famigliarità che non riusciva a spiegarsi. Era qualcosa di troppo antico per poter esser compreso nel suo stato attuale.
    Forse era semplicemente un effetto minimo derivato dall'esposizione alla Corruzione nonostante le difese garantite dal Necrocosmo?.
    Scosse il capo e tornò a focalizzarsi.*

    Sì, tutto bene.
    Porta il cuore agli Architetti.
    Ora hanno tutto ciò che gli serve, digli che ci incontreremo su Plutone.
    Lì tutto si compirà.
    Ah... portati via anche questi cadaveri, avrò modo di approfondire la nostra conoscenza.

    *Il lich annuì ed avvolse se stesso ed i cadaveri in una nebbiolina grigiastra, per poi svanire al suo interno.
    Druj diede un'ultima occhiata al quadro e notò che gli schizzi del Necrocosmo avevano distrutto il lato del quadro con sopra dipinto il diavolo, mentre il sangue del ragazzo era colato, lasciando visibile la Morte.
    Sorrise e svanì, mentre il grammofono continuava a suonare.*







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    ~ Cui Bono, Epilogo - Aching Bones ~




    21 dicembre 2012, Luogo: Lost Canvas, Plutone

    *Gorthaur stava dritto e vigile tra decide di cadaveri che andavano mutando in nero liquame.
    Stormi di esseri corrotti gli danzavano attorno, attendendo che la sua energia si disperdesse.
    Poteva dissolvere i loro corpi e i loro attacchi, ma non era un dio... almeno non ancora.
    Nonostante cercasse in tutti i modi di non darlo a vedere il suo corpo stava iniziando a cedere sotto l'enorme consumo cosmico. Ogni singolo osso gli doleva e si meravigliò di quante ossa potevano esserci nel corpo di un mortale.

    Fate presto...

    Imprecò mentalmente pensando agli Architetti.
    Gli aveva portato tutti i componenti, i progetti erano chiari ed ogni cosa era pronta.
    Li aveva affidati a Tiberius in modo che percepissero al meglio l'urgenza del loro compito.

    Il cielo di Plutone era tormentato da saette di energia corrotta, mentre i numerosi vulcani stavano vomitando il loro sangue incandescente in ogni dove, devastando la terra e scuotendo le fondamenta di quel mondo fittizio.
    Le creature di Ade stavano cedendo e stavano andando a rinfoltire le forze dei Corrotti.

    Eccoli di nuovo...

    Altre creature volanti che era impossibile descrivere si gettarono su di lui, come prima fecero i loro incauti compagni.
    Una nube nera avvolse lo spectre che sollevò le braccia mentre le mani sembravano artigliare quella bruma mortifera come se la stessero traendo dal più profondo degli abissi.*

    La vostra forma offende il mio sguardo... e ne ho visti di orrori... sparite!

    *La bruma si addensò ulteriormente e si gettò verso i nemici, travolgendoli e dissolvendo i loro corpi. Le braccia gli caddero subito lungo i fianchi e riuscì a malapena a reggersi sul ginocchio destro.
    Stava cercando di guadagnare tempo, ma le forze avversarie erano troppo numerose.
    Inoltre percepiva qualcosa, un'energia paragonabile a quella di una divinità.
    Stava avanzando, l'aria era satura della sua presenza.
    Doveva agire prima del suo arrivo o tutto sarebbe stato perduto.

    Una scossa improvvisa lo fece cadere rovinosamente al suolo, fino a farlo scivolare sul bordo della torre più alta del palazzo di Ade.
    Si aggrappò al bordo, pronunciando parole di richiamo, mentre ogni osso del suo corpo continuava dolorosamente a ricordargli la sua mortalità.
    Altre scosse e prodigi apocalittici presero ad apparire con maggior frequenza.

    Inizia!

    Il cielo di Plutone iniziò a sgretolarsi, come un quadro sopraffatto dal divenire del tempo, rivelando dietro di esso colori cangianti.
    Lo spazio in alcune zone del pianeta si stava contorcendo creando piccoli vuoti dimensionali che stavano assorbendo in essi ogni cosa.

    Un Nasu apparve accanto al suo signore e, afferratolo per le braccia, lo fece svanire con sé in una nuvola di fumo.

    Riapparvero entrambi nella sala del trono.*

    Apprezzabile, ma dovete essere più veloci! Tiberius!

    *Gridò Gorthaur e subito il generale vampiro estrasse l'enorme spada e la puntò al collo di uno degli Architetti... o almeno a quello che sembrava essere il collo.
    Questi iniziò a imprecare nella sua complicatissima lingua riguardo a complicazioni e al fatto che avevano bisogno di energia divina, o tutto sarebbe stato inutile.*

    Procedete con gli ultimi passi del rituale, Egli è ancora troppo provato dov...

    *Le urla degli Architetti e di Gorthaur furono spente con un solo, singolo sibilo.
    Il sibilo proveniva dal trono, dalle bianche labbra del Signore degli Inferi.
    Era debole, certo, ben lontano dal massimo del suo splendore.
    Forse solo Gea soffriva di più di lui dell'avvento della Corruzione.
    Il Tartaro e quindi l'Averno erano il cuore dell'Universo Materiale e lui era indissolubilmente legato ad essi.

    La loro distruzione lo stava lacerando, ma nessuno poteva sperare di aver ragione di Ade, colui che era stato tradito dai suoi fratelli e che aveva acquisito maggior conoscenza tra tutti i Signori dell'Olimpo.
    Nessuno.*

    Nessuno.

    *Con un enorme sforzo sollevò la spada e la puntò contro il marchingegno attorno al quale le creature aliene e Druj Nasu stavano armeggiando.

    Era una sorta di enorme planetario, con corpi celesti in miniatura che giravano secondo un orbita simile e speculare al Sistema Solare.
    Al centro della macchina vi era una vasca contenente un liquido argenteo e dalla vasca usciva una sfera luminescente attorno alla quale stavano frammenti di oricalco.

    La lama divina scagliò un raggio di energia rossa come il sangue, raggio che colpì la sfera e trasmise la sua forza a tutta la macchina, che iniziò a girare, prima lentamente, poi sempre più velocemente.

    Una luce accecante inondò la sala del trono, poi tutto sembrò fermarsi, come se il tempo fosse stato congelato.
    Lo spazio iniziò a piegarsi e a distorcersi come se ogni cosa fosse fatta di calda cera.

    Sì!

    Pensò Gorthaur esultante, guardandosi gli arti deformati. Non provava alcun dolore, il passaggio stava funzionando, il suo piano stava funzionando.
    In più parti i muri della stanza crollarono sotto i colpi dei Corrotti, che appena entrati furono resi polvere.
    La zona "congelata" si stava espandendo e rapidamente avvolse tutto il pianeta in un silenzio irreale.

    Lo spazio prese a mutare con maggior forza fino a che Plutone e tutti gli altri Pianeti del Lost Canvas svanirono, lasciando i corrotti nel vuoto cosmico, distrutti dalla pressione del Nulla.

    Tutto era compiuto.

    La Grande Opera era riuscita.*





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