«2.000 Years»

Pleonexía - Hybris

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    «2.000 Years»
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    Continua da qui

    Mi concentro sulla traccia cosmica dell'Alchimista dei Gemelli. Raggiungerlo non sarà un problema con le mie capacità spaziali. Dovrò solo desiderare di essere da lui.
    Il mondo scompare dietro di me in un istante. Sono tornato.


    Inseguo il suo cosmo nello spazio, e ancora prima di ricomparire su questo piano materiale mi accorgo di essere dove non dovrei.
    I miei poteri mi danno una comprensione assoluta dello spazio: quando mi teletrasporto so dove sto andando, e non potrei confondere questo luogo con nessun altro. È stata la mia casa per tutta la mia vita, la conosco come conosco me stesso.
    L'Isola. Il mio primo istinto, prima ancora che io riesca a comprendere ciò che vedo, è quello di fuggire. L'isola è stata completamente annichilita dai dorati, e non è un luogo sicuro per un Alchimista Supremo: figuriamoci per due. A meno che Gemelli non sia un traditore, un illusione o un mutaforma, e che mi abbia attirato qui per concludere il lavoro, proprio adesso che sono riuscito a ritornare in vita.
    Il mio cosmo vibra, pronto ad assecondare i miei istinti più umani: fuggire o lottare.

    Eppure. Eppure l'Isola non è un mucchio di detriti e cenere.
    Eppure non sento il cosmo dei dorati, anzi. Quello più preponderante è quello dei Gemelli, ma non è l'unico. Vicino ne sento altri, energie oscure simili alla mia, e poi sento sussurri d'orium. Sbatto un paio di volte gli occhi per comprendere ciò che sto guardando. Sono all'aperto, lo capisco dall'aria che respiro e dai timidi raggi del sole che si fanno strada tra le infrastrutture metalliche da cui siamo circondati.
    La prima cosa che mi ricorda, colpa forse delle mie passate alchimie sul corpo, è un cuore umano. Mi sembra di essere in un arteria di metallo, collegata a un centro di potere che non riesco a comprendere. Attorno a noi ci sono altre infinite vie di pietra e acciaio, tutte collegate a quella sfera, al centro di esse.
    Guardo verso l'alto, verso quell'artefatto che capisco essere frutto di un'alchimia incredibilmente complessa. Gemelli è lì vicino.
    Non capisco. Non esisteva niente del genere, sull'Isola. Guardo lui e la gigantesca sfera a bocca aperta.

    0qVuOPt


    Non ho abbastanza elementi per fare ipotesi.
    Liriya mi direbbe che per iniziare una ricerca bisogna avere una base solida e una teoria da smentire. Io non ho né l'una né l'altra.
    «Siamo... sull'Isola?» Chiedo all'uomo a pochi passi da me. La voce, ancora una volta, esce distorta, spiacevole, gracchiante. Certo che lo siamo, mi rispondo. Non posso sbagliare, non avrebbe senso. D'istinto, senza rifletterci, sparisco da dove mi trovo. Ricompaio un chilometro più in alto, per poter vedere tutta l'Isola in un solo sguardo. Mi trattengo in aria con il mio potere mentale.
    L'isola è ancora quella che conoscevo, la riconosco dalla sua forma. Ma non è uguale a prima, non è come prima l'attacco dei dorati e non è nemmeno in macerie. Sono riusciti... a ricostruire?
    L'architettura non è quella che ricordo. Il vulcano è sempre lì, imponente e minaccioso, così come degli edifici che sorgono ai suoi piedi. Ma il castello nero non si trova dove dovrebbe, e ha una pianta completamente diversa. Tutto è più squadrato, irregolare.
    Dall'alto vedo che ci sono molti altri individui, sull'isola. Vedo i loro segni ovunque; sento i loro odori, le loro voci, le luci nelle case. Gli abitanti non si limitano a Gemelli e alle altre fonti cosmiche che ho riconosciuto.

    Il mio piano... ha funzionato? Meglio di quanto sperassi, per di più.
    Contavo di dover ricostruire tutto con le mie stesse mani, e non ho mai pensato di poter tornare sull'Isola. Sarebbe stato troppo pericoloso.
    Mi teletrasporto di nuovo dov'ero, questa volta ancora più vicino a Gemelli. Continuo a restare in piedi a mezz'aria con la psicocinesi, visto che non sento le gambe e da queste continuano a uscire scintille. Ancora una volta guardo quell'uomo con un sopracciglio alzato, ma il mio cosmo non è più una minaccia per lui. Continuo a prestare attenzione, ma il pericolo non sembra immediato.
    «Come avete fatto a riprendervi l'Isola? I dorati non vi hanno ancora scoperto?» Gli chiedo. Le fonti cosmiche che ho sentito non sono sufficienti a respingere un altro attacco, se dovesse verificarsi. Mi sembra un suicidio solo l'idea di rimanere qua. Lo guardo ancora meglio. Ancora una volta la mia mente pulsa, come se fosse addestrata a temerlo. Reggo lo sguardo.
    «Sei un allievo di Darth Xagos? Ci sono altri Alchimisti oltre a noi?» Ho solo domande, nessuna risposta. E l'ultima che ho fatto è quella più importante. Il cuore mi sprofonda nel petto mentre lo chiedo, la voce trema ancora di più. Penso a Talia.
    Lui può dirmi se è sopravvissuta.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Smarrito. Gambe cibernetiche sfasciate e schegge di orium nel cervello.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Che cazzo è successo qua?
     
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    Il suo ultimo esperimento, volto alla semplice indagine di una reazione anomala di un impianto neurale era... andato oltre le sue aspettative.
    Non fece altro che soppesare l'holocron per un lungo istante. Aveva percepito una traccia molto specifica provenire da esso, malgrado il pessimo stato di conservazione, e l'aveva semplicemente preso. Il soldato non parve reagire al furto, o al suo iniziale tentativo di indagine. Si era fermato, scontrandosi con una forza mentale ben definita, che soltanto il giorno prima non esisteva. Era il cosmo di un suo pari ad aver risposto.

    Una manciata di secondi dopo erano sull'Isola.
    I circuiti e i condotti energetici che avvolgevano temporaneamente la Lacrima creavano un passaggio abbastanza stretto tra la parete spaccata del vulcano e l'artefatto, un budello di metallo che aveva qualcosa di organico, come l'interno di una grossa arteria.
    Osservò con attenzione lo strano interlocutore, il suo pessimo stato fisico. Avrebbe potuto fare qualcosa per lui, fosse anche soltanto permettergli di riposarsi, ma non voleva dimostrarsi troppo indulgente, dati i tempi difficili. Troppe defezioni, troppe sparizioni e troppi strani avvenimenti stavano rischiando di rallentare i progetti che stava sviluppando per gli Alchimisti e l'umanità tutta.

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    Aveva scelto deliberatamente che la conversazione avesse luogo proprio entro i confini dell'influenza della Lacrima. Dopotutto, quel tipo di emanazione l'aveva percepita pochissime volte, ma sapeva a chi rapportarla - per quanto la cosa lo confondesse - quindi era certo che potesse seguirlo. Ma era davvero così? Non si trattava forse di qualche inganno, l'ennesimo, a suo danno?
    Almeno, il fatto di essere giunto fin lì dimostrava che il suo cosmo non fosse una finzione: la Lacrima ne aveva riconosciuto la traccia fondamentale, la stessa che sentiva anche lui, permettendogli l'accesso entro la protezione che estendeva a tutta l'isola e alla porzione di mare che la bagnava. Se così non fosse stato, Death Queen Island sarebbe stata inavvicinabile.
    E ciò complicava la situazione. Ebbe il tempo di riflettere, mentre il soldato - l'Alchimista, in teoria - tentava di orientarsi.

    Ovviamente ti trovi sull'isola. I soldati semplici non possono entrare in quest'area, perciò non la riconosci. - disse senza distogliere lo sguardo nemmeno per un istante. Sospettava che il punto di quella domanda non fosse tutto lì. La differenza col soldato che aveva osservato il giorno prima non era solo in eloquio, ma anche in portamento. Lo spazio dietro di lui tremolò appena. Dietro a un sottile velo, in un piano molto vicino, Choros stava prendendo lentamente forma. Non appena le loro sensazioni iniziarono a fondersi, Lawrence si rese conto del peso che gravava sull'anima di quell'uomo. Concentrò ancora di più le percezioni in quel senso, unendo gli occhi della mente alla voce dell'anima, tentando di spingersi più a fondo. A quel punto non gli importava di essere scoperto a frugare nell'essenza dell'altro; troppi dettagli fondamentali gli stavano sfuggendo.

    Riprendere l'isola? Dorati? - si soffermò sulle parole pronunciate dall'individuo. Aveva notato subito il suo strano modo di parlare, particolarmente forzato. Perfino i termini che utilizzava erano singolari. Eppure era bizzarro, ciò che aveva visto nella mente del soldato poche ore prima non aveva niente a che fare con la persona che aveva davanti, sia in termini di completezza che in termini di qualità.
    Il nome di un vecchio Alchimista lo colpì come il suono di un gong. Si ricordava di averlo letto da qualche parte, forse faceva parte dei documenti che aveva dato in pasto a Ch.Or.O.S. senza prestare troppa attenzione. Cronache, appunti disordinati, liste interminabili di nomi e date.
    Senza che lo chiedesse, l'informazione venne palesata dall'IA in tutta la sua semplicità: Darth Xagos non aveva lasciato memorie, holocron, appunti, insegnamenti o indicazioni per i successori. Non aveva scritto il suo nome nella storia dell'isola. Era semplicemente scomparso, fino a risultare soltanto una riga vergata su pergamena in una triste lista di nomi che si interrompeva proprio con lui.
    Il motivo era semplice e Lawrence non ebbe difficoltà a dedurlo: il sistema di datazione era differente, qualcosa di relativo alla fondazione dell'Ordine o alla guerra intestina successiva, tuttavia fu sufficiente un rapido calcolo per scoprire che Xagos era stato l'ultimo Black Gemini prima dell'anno zero del calendario gregoriano, ovvero prima della grande purga. Un disegno iniziò a formarsi. Folle, probabilmente, ma non troppo distante dalla follia che aveva imparato a riconoscere nella quotidianità.

    Io non ho maestri. E Xagos non aveva allievi, da quanto ne so. Perché mi chiedi di un Alchimista che è vissuto duemila anni fa? - chiese con tono secco, lasciando momentaneamente cadere tutte le altre domande.
    Il cosmo si gonfiò crepitando, dando ulteriore tensione al naturale attrito che si era venuto a creare tra loro. Una formula corse rapida ad abbracciare la sua coscienza, incidendosi a fuoco nella sua psiche e rendendo i pensieri più fluidi, oltre che la psiche stessa più reattiva e pericolosa. Intrecciò mente e spirito in una trama più stretta, forgiando una punta aguzza che diresse verso l'individuo, non più per captare fluttuazioni d'umore e pensieri superficiali, bensì per entrare a fondo nella sua coscienza e capire chi o cosa avesse davanti.
    Il suo non era un gesto di offesa, né lo sarebbe diventato, a meno che l'altro avesse tentato la stoltezza di opporsi apertamente a lui. Si aspettava una risposta, e non sarebbe stato tanto ingenuo da ascoltare e basta. Gli servivano prove.



    narrato - parlato - pensato - °telepatia°
    status fisico » Perfetto
    status mentale » Perfetto
    status cloth » Indossata, perfetto

    riassunto azioni » Sospettosino per stranezze varie, buffo mente e uso le ESP complete (con l'aiuto dell'evocazione) in una specie di attacco cattivo per estrarre quante più cose possibile.
    lawrence s. conley | energia nera | black gemini {vii}
    abilità »

    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

    tecniche »

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    Isola della Regina Nera

    La testa mi fa male, è come se la la mia mente dovesse spaccarsi.
    Mi costringo a mantenermi lucido, ad ascoltare le parole dell'Alchimista che mi trovo davanti. Gli lascio anche sondare la mia mente, ma continuo a mantenere la distanza e a far bruciare il mio cosmo.
    «...duemila anni fa?» Il mio cosmo divampa più forte. Quelle parole spezzano l'illusione che ho continuato a costruirmi fin dal momento del mio risveglio. Troppe cose non tornavano.
    Segnali e prove che ho ignorato fino a questo momento. Un mio pari che non mi riconosce e che non è in fuga, l'Isola ricostruita e ripopolata. E poi il mio corpo, con delle strane gambe meccaniche e dei ricordi di una vita troppo distante dalla mia, lampi di un mondo incomprensibile.
    Più di tutto, il fatto che i dorati hanno permesso il mio risveglio, nonostante il mio cosmo e l'armatura si siano manifestati fin troppo vicini alla loro area d'influenza.
    Duemila anni. Un tempo incomprensibile. Io, in vita, ne ho vissuti cinquanta: un'infinità di giornate, di tramonti e di albe. Nell'arco della mia vita ho amato, sono diventato potente, ho visto il mio Ordine crollare, ho visto dittatori ascendere e cadere e ho visto la nascita di un'impero.

    In una sola vita niente è rimasto lo stesso.
    E adesso come posso rimettere insieme i pezzi, quando di vite ne sono passate così tante? Alzo lo sguardo verso l'Alchimista Supremo davanti a me. Sento il suo cosmo ribollire, minacciandomi. Non so cosa voglia, non so se vuole scoprire qualcosa da me con più violenza, ma non ho tempo per lui. Non adesso.
    «Non ci credo.» Dico, secco. La mia stessa voce mi sembra lontana, come se uscisse da una caverna, ed è piena di rabbia, tristezza e rassegnazione.
    Dal suo punto di vista non ha senso mentirmi. Eppure... eppure mi aggrappo alla speranza che sia un nemico, un ingannatore, perché l'alternativa sarebbe peggiore. Se fosse vero sarebbe insostenibile.
    La verità non è che non ci credo. La verità è che non voglio crederci. Semplicemente non lo accetto. Penso ai luoghi con cui, in vita, ho stretto un legame. Se sono cambiati, come l'Isola, lo capirei subito.
    Ho bisogno di quella conferma e di vedere con i miei occhi che cosa è diventato del mondo. Forse si sbaglia, mi ripeto. Forse, se uso abbastanza il mio cosmo, anche Talia potrebbe trovarmi.
    Penso alla provincia romana in cui ho affinato per la prima volta la mia alchimia del corpo, durante i miei primi anni da Alchimista, quando non ero ancora un allievo di Liriya. Al tempo ero ancora inesperto, ma pieno di vita.

    Tolosa – Aquitania

    L'Isola scompare dietro di me, e lo spostamento mi salva anche dall'emanazione ostile dei Gemelli.
    So che, se volesse, potrebbe seguirmi, ma adesso non è lui il nemico. Ricordo bene Tolosa. Al tempo era una città in rapida espansione, diventata una provincia romana da pochi anni, e prosperava grazie al commercio e alle vicine miniere d'oro e d'argento. Nonostante fosse una provincia godeva di ampie libertà.
    Il mio compito, la mia Nwitajak, era quella di influenzare la politica monetaria locale, ottenendo per l'Isola parte delle loro ricche risorse. Sono stati anni divertenti; indossavo sempre nuovi volti, raramente dormivo nello stesso letto e ancora più raramente mi ricordavo come ci fossi finito.
    Mi rendo subito conto che Tolosa non è più. Ricompaio in un'ampia piazza e subito mi sale alle narici un'odore che questo corpo riconosce, ma a cui io non so dare un nome. Gli edifici in mattoni rosa attorno a me sono in larga parte distrutti, e non riconosco nessun segno di vita nella piazza.
    Tolosa è stata colpita da qualcosa di peggio di una guerra. A terra non c'è sangue, ma un liquido nero come la pece. Non appena lo calpesto con le gambe danneggiate che indosso inizio a vedere del movimento con la mia visione periferica.

    Mi alzo in aria con la psicocinesi, per poter guardare dall'alto come ho fatto con l'Isola.
    Esseri striscianti colpiscono, un istante dopo, il posto in cui mi trovavo. Non sono umani e non sono bestie. Iniziano a raccogliersi sotto di me, qualcuno di loro balza verso l'alto per afferrarmi, ma nessuno riesce a raggiungermi.
    Brulicano e emettono dei versi gutturali, famelici. Non ho mai visto niente del genere, nemmeno quando assumevo forme mostruose con la mia alchimia del corpo. Dall'alto vedo che questi... esseri sono ovunque, e che la distruzione di Tolosa non è limitata solo al suo centro. Riconosco il fiume Garonna, che attraversa la città, e riconosco i Pirenei in lontananza, all'orizzonte. Non ho sbagliato luogo, ma nonostante la distruzione gli edifici mi sono irriconoscibili.
    Stringo i denti e mi porto una mano alla nuca che ha ricominciato a pulsare. Senza che riesca a impedirlo vedo immagini di decine e decine di mostri come quelli ai miei piedi, e li vedo venire distrutti davanti a me... da me stesso. Ecco perché quell'Alchimista mi ha chiamato soldato: perché questo corpo lo era, prima che io ne prendessi il controllo. E, per tutta la sua vita, ha portato la morte a queste aberrazioni.
    Tolosa è perduta. Non ha più senso che io rimanga qui.

    Brigantium – Galizia

    Ricompaio in Galizia, il luogo dove io e Talia abbiamo capito di condividere più che una semplice attrazione fisica.
    Una terra martoriata dalle ribellioni e dalle conquiste dei Cesari. Il luogo perfetto dove tendere un'imboscata ai santi, che vigilavano da lontano sull'andamento delle vicende umane. Oggi di quegli avamposti non è rimasto nulla.
    Ancora una volta non resta che una città in macerie, con grandi edifici irregolari fatti a pezzi. Dove ora c'è una città che si estende per chilometri prima c'era solo un villaggio fortificato. La sorvolo dall'alto e fin da subito noto che qualche segno di vita c'è ancora. Il mio cuore inizia a battere più forte.
    Era ovvio che l'umanità non fosse estinta, l'ho vista sull'Isola, ma in qualche modo riesce a sopravvivere anche qui fuori. Vedo del fumo che si alza dai falò, e a differenza del silenzio carico di morte di Tolosa sento i rumori della vita. Probabilmente questa città isolata è stata più semplice da difendere. O forse gli uomini, qui, sono resistenti come lo erano al tempo, quando venivano reclutati in gran numero come ausiliari delle legioni romane.

    Ripenso a Talia. Duemila anni.
    Non può essere, abbiamo vissuto insieme così poco. Ricordo ancora l'euforia che abbiamo provato quando siamo riusciti ad attirare qui un santo d'argento e a prendere la sua vita. Io ero già un allievo di Liriya, mentre lei si faceva notare per la velocità e la precisione con cui portava a termine i suoi incarichi.
    «Non sei male, per un uomo della tua età.» Mi aveva detto, con un sorriso sporco di sangue, mentre io col mio cosmo guarivo entrambi dalle nostre ferite.
    «E tu non sei male, per essere una novellina.» E avevo sorriso di rimando, anche se parlare e muovere un muscolo faceva male da morire. Avevamo già condiviso un letto, ma combattere insieme era stato diverso - più intenso. Ci aveva costretto a entrare in sintonia, a dipendere l'uno dall'altra per sopravvivere.
    Da quel giorno in poi siamo rimasti sempre insieme, nonostante tutto. Avevo studiato anche un modo per superare la morte: potevamo beffare il destino e ricongiungerci ancora una volta. Ma lei non mi ha seguito. Non ha potuto o non ha voluto.
    Mi fermo in aria, continuare a volare sulla città sta diventando sempre più faticoso. Non sono abbastanza concentrato e le immagini che si sovrappongono nella mia testa non mi danno tregua. Questo corpo si sente stanco, soffre e vuole solo dormire, ma ora sono io al comando.
    C'è un ultimo posto in cui devo essere.

    Roma

    Di Roma è rimasto solo un guscio vuoto. Puro apparire senza più vita.
    Si è preservata meglio delle altre città - aderisce di più al mio ricordo - ma è solo questo, un ricordo. Roma ha continuato a crescere, è diventata preda di una fame bulimica e si è estesa fino a perdere sé stessa.
    Lo vedo dall'alto nonostante la pioggia che batte. Vedo che si estende fino all'orizzonte, oltre l'orizzonte, ma è ora incontrollata, priva di un disegno. Dov'è la grandezza, dov'è l'impero? In duemila anni non è caduto solo il mio Ordine, ma anche Roma lo ha fatto.
    Il fato degli uomini è l'immagine un po' triste, un po' ironica di una statua che rimane in piedi con attorno solo la devastazione. È il monumento alla vita di un uomo che non può più essere celebrato da nessuno, perché nessuno di vivo è rimasto a Roma.
    Il marmo dura più del nostro impero più grande, eppure viene eroso dalla pioggia e alla fine si sgretola anche lui.
    Siamo polvere. Non era questo il mondo a cui volevo tornare. Ho perso tutto. Il mio cosmo si estende, entrando in sintonia ancora di più con il mio potere da Alchimista Supremo. Per un attimo il mondo attorno a me si ferma. Le gocce smettono di cadere, l'aria vibra carica di attesa.
    Rilascio l'impulso psicocinetico in un solo istante. La terra sotto di me si solleva, la statua rimasta in piedi si spacca, e i detriti degli edifici diventano polvere.
    La pioggia ricomincia a cadere.

    0qVuOPt


    Non alzo lo sguardo verso l'Alchimista Supremo dei Gemelli.
    Resto a guardare la devastazione sotto di me; le gocce d'acqua mi scorrono sulla fronte, sulle guance, e poi cadono dal mento. Rimango in silenzio per un istante. Percepisco la sua impazienza, ma vorrei solo urlare e continuare a far esplodere il mio cosmo, per radere al suolo ciò che resta di Roma. Eppure non servirebbe a niente. Sarebbe un atto vuoto, vuoto come è il mondo in cui sono ritornato. Un fato peggiore della morte. Sono così stanco.
    «Risponderò alle tue domande. Non hai bisogno di tirarmi fuori la verità.» La mia voce è come me, come Roma: svuotata. Priva di emozioni e di spirito combattivo.
    «Nonostante questo nuovo corpo, io non indosso maschere.» Lo guardo, eppure mi sembra così distante. La verità è che lo è. Indossa una Kintaral, fa parte dell'Ordine Nero: ma il suo Ordine è uguale al mio? Cos'è cambiato, in duemila anni? Quale abisso ci separa, ed è troppo profondo e ampio per essere attraversato?
    «Ma prima mostrami quello che è successo ai Sith'ari in questi duemila anni. E poi quello che ha reso così il mondo.» La mia voce è stanca e spezzata come lo sono io. Le mie parole sono una domanda, un ordine e una supplica insieme.
    So che l'Alchimista Supremo dei Gemelli può invadere la mia mente, mostrandomi illusioni e menzogne caotiche. Eppure io gli sto chiedendo la verità. Ho bisogno di vedere e di capire. O non sarò mai pronto ad accettare tutto questo.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Smarrito. Gambe cibernetiche sfasciate e schegge di orium nel cervello.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Viaggetto emotivo sul viale dei ricordi.
     
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    atto ii

    Vide immagini lontane, sfocate, appoggiate come un velo sulle strutture nervose dell'uomo. Immagini mai viste attraverso quegli occhi, input sensoriali mai veicolati da quel corpo. Una sensazione di disagio lo invase mentre lo spettacolo proseguiva, rivelando dettagli sempre più confusi, che non riuscì ad afferrare con quella prima indagine superficiale.
    Incontrò interferenze, ostacoli nella progressione delle onde psioniche. Quel ragazzo era totalmente instabile e le scariche sinaptiche provocate dalla risposta riguardo a Darth Xagos avevano probabilmente dato il colpo di grazia al suo fragile equilibrio. Era bastato poco, pochissimo in realtà, per trasformare il disagio in disperazione. Tramite la sua creatura vide l'anima farsi sempre più scura, vacillando sotto il peso di quella singola informazione.
    Poi lo vide scomparire.

    Aspettò qualche secondo prima di seguirlo. Si sentiva ancora frastornato da tutte le informazioni impossibili che aveva scorto attraverso mente e anima del soldato, ma si costrinse a tracciare la sua presenza prima che succedesse qualcosa di irreparabile. Fortunatamente le sue percezioni si erano evolute al punto da poterlo ritrovare con facilità ovunque andasse.
    Aprì una via attraverso il continuum, scorgendo oltre il portale una tetra immagine post-apocalittica della Francia sud-occidentale. Ci mise un po' a riconoscere Tolosa, che aveva ammirato diversi anni prima, quando ancora non era ridotta in macerie. Scorse il suo obiettivo appena prima che scomparisse; sotto di lui la Corruzione si agitava e allungava le sue orrende dita verso il cielo, verso di loro. Li aveva visti anche lui, ne era certo. Tracciò la sua emanazione cosmica fino a un'altro angolo di Europa, relativamente poco distante. Non riconobbe la città in sé, bensì il faro appena visibile nell'aria appestata, sulla costa oceanica. La Torre de Hércules. Doveva trattarsi di La Coruña. La conferma di Ch.Or.O.S. lo raggiunse mentre già osservava la pioggia cadere sulla Città Eterna.

    Non sembrava un percorso casuale. Dal poco che era riuscito a cogliere tra i pensieri disordinati dell'uomo, poteva intuire molte cose, in verità. Per quanto bizzarro potesse sembrare, non si trattava comunque della cosa più strana a cui avesse assistito. Ormai il cosa gli era abbastanza chiaro; rimaneva più interessato al come e al perché.
    Attese in silenzio, osservando lo sfogo. Il colonnato di San Pietro, già mezzo crollato, non resse ulteriori sollecitazioni quando la terra si spaccò. Tempo prima si sarebbe alterato vedendo perpetrare una cieca e inutile distruzione ai danni dei pochi beni di rilevanza culturale rimasti al mondo e si sarebbe preoccupato per la sorte delle reliquie più preziose, almeno prima di ricordarsi di aver già messo al sicuro da anni la Pietà e il S. Longino del transetto. E volendo, Alyssa avrebbe potuto recuperare tutto in poche ore. Forse un giorno l'avrebbe aiutata a risanare il mondo dell'arte, riportandolo alla sua antica bellezza, che tanto gli era cara.
    Mentre la statua del martire andava in pezzi, e con essa una buona parte della facciata e della piazza, un brivido gli scese lungo la colonna vertebrale. Non gli serviva un Grande Antico per riconoscere la sofferenza.

    Davvero, ciò che il mondo non ci ruba, lo distruggiamo con le nostre stesse mani. - pensò, in qualche modo trascinato dallo stesso dolore che ancora echeggiava nelle sue percezioni. L'aveva letto in uno degli scritti di un antico Alchimista, che scriveva della sua perdita, di come essa si potesse trasformare in catalizzatore per raggiungere un nuovo livello di consapevolezza.
    Per un lungo secondo fu sul punto di fermarlo, di costringerlo alla ragione, alle risposte che doveva dargli.
    Fremeva, ma non fece niente. Non si avvicinò nemmeno, ma non l'avrebbe lasciato andare, non ancora. Invece lo lasciò calmare, mentre la tristezza prendeva il posto della furia, permettendo che si sedimentasse.

    Fu l'uomo a parlare per primo. Le sue parole andarono a incastrarsi perfettamente con le poche informazioni che già possedeva, scacciando ogni dubbio. Che fosse una possessione? No, per quanto fosse strana, la reazione della sua anima era stata coerente. Era più la sua mente a preoccuparlo.

    Se davvero sei ciò che sembri, avrai presto accesso a tutto lo scibile riguardo al nostro Ordine. Ma non adesso. Per ora ti basti sapere che ci siamo quasi estinti. Per due volte, a quanto ne so. - mormorò, sovrastando appena il umore della pioggia, spostando con un cenno la nuvola di polvere che si stava alzando dalle macerie, malgrado l'acqua che cadeva. - Tra i Dodici sono rimasto solo io, ormai... che io sappia.

    Si guardò attorno, percependo il tanfo emanato dalla Corruzione, forse attirata dal loro potere. Esseri quadrupedi con ali di insetto stavano balzando da un tetto all'altro, girando attorno a loro. Chiuse gli occhi, tracciando col pensiero una complessa formula di evocazione. Il buio del vuoto gocciolò tra i piani fino a raggiungere il loro e addensarsi in innumerevoli forme appena comprensibili. Come un'inondazione di morte, la creatura informe riversò sé stessa nei vicoli che circondavano il vaticano, affogando i corrotti sotto la sua mole.
    Lasciò che la creatura si adagiasse sulla città in rovina come un sudario nero, per tenere a bada ulteriori tentativi di attacco, consentendo loro di avere una conversazione il più possibile tranquilla.

    Anche il mondo è finito. Eppure, come noi, resiste. - aggiunse, mentre un'altra domanda iniziava a emergere.
    Quel corpo appartiene a un soldato che ha vissuto tutto questo. Non dovresti poter accedere a ciò che conosceva lui?

    Il suo era un dubbio sincero. Forse risolverlo l'avrebbe aiutato a far luce sulla situazione.

    Prima di tutto, però, devi dirmi chi sei e come hai preso possesso della Kintaral.



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    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale.

    I Sigilli di Neshaals sono formule uniche nel loro genere, con le quali l'Alchimista Supremo è in grado di assoggettare gli Orrori Cosmici e piegarne la volontà ai propri scopi. Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente. Distruggerli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.
    La forma fisica dei Grandi Antichi è composta essa stessa da Sigilli e ne condivide le caratteristiche principali. Il potere delle creature, per via delle Leggi che regolano la Realtà, sarà solo una pallida imitazione di quello originale, limitandosi a simulare in maniera grezza le abilità che derivano dal controllo del Cosmo. Ciascun essere ha caratteristiche diverse e la sua natura consente alle formule di concretizzare due diversi poteri , che possono essere amalgamati con quelli dell'Alchimista. [Evocazioni + Bonus a Energia Nera]

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Midirash significa fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.

    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo. Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine.
    L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'attacco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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    Le risposte dovranno aspettare.
    A quanto pare, prima, dovrò chiarire io a questo mondo i perché del mio ritorno. Sospiro piano. Ascolto con attenzione l'alchimista dei Gemelli mentre lo guardo evocare una creatura caotica, che usa per disperdere gli stessi orrori che ho visto a Tolosa.
    L'umanità si è già abituata a questa realtà: da quanti anni la stanno vivendo? Decine o centinaia? Immagino che avrò risposta quando sarò di nuovo sull'Isola e potrò consultare l'Archivio Nero.
    Reggo lo sguardo del Sith'ari: è l'unico membro rimasto del Daleth, ma le sue parole mi fanno intuire che prima di lui - e dopo di noi - ce ne sono stati altri. Sono i primi passi del nuovo Ordine Nero, oppure è un morto che cammina in attesa dell'ultimo respiro?
    «Quindi eri solo, e adesso io sono il tuo unico compagno.» Dico, secco, una constatazione del cambiamento che il mio risveglio significa per lui. Ancora una volta percepisco il solco che ci divide.
    «Che ironia.» Le parole però non si riflettono nel mio tono di voce o nella mia faccia, che non sorride. Ho vissuto tutta la mia vita con un Daleth completo, dovendo aspettare a lungo perché venisse il mio turno. E poi le fila del Concilio si sono assottigliate sempre di più: prima le sparizioni, poi la guerra intestina, infine i dorati.

    Fino a questo momento.
    Quando l'unico membro rimasto è davanti a me, ed è un uomo che non può capirmi davvero e che io non capirò mai fino in fondo.
    La pioggia continua a cadere su di me, risvegliando delle sensazioni tattili che questo corpo ha già conosciuto ma che una parte di me prova per la prima volta. Sento il freddo sulla pelle e mi passo una mano sugli occhi per schermarli dal vento. I lampi illuminano per un secondo le nostre figure e la devastazione sotto di noi.
    Per un attimo il rumore della pioggia sovrasta ogni cosa, gli angoli della mia vista sfumano e io devo impormi di ritornare lucido.
    «Ti chiedo un attimo. Faccio fatica a pensare.» Mentre parlo creo una piccola barriera psicocinetica sopra di noi. Fermerà la pioggia dal caderci addosso, lasciandola defluire ai nostri lati. Potremmo tornare sull'Isola, ma adesso il vento è piacevole e respirare a pieni polmoni mi aiuta a calmare il dolore.
    Capisco che la domanda del Sith'ari sulla mia assimilazione di questo corpo è frutto della sua curiosità, ma io non ho risposte. Per quello che ne so è la prima volta che avviene un'alchimia del genere, ed è ancora troppo presto per valutare se è stata un successo o meno. Io stesso sarò il soggetto del mio studio.


    Un lento accumularsi di errori di riproduzione
    Una corruzione graduale delle informazioni
    Una storia, che cambia poco a poco a ogni racconto
    Come il materiale genetico, che muta e si evolve
    Come la mia mente, la copia di un modello deteriorato?

    Non posso accedere liberamente alle informazioni di cui parla.
    «Purtroppo non è così semplice. Ho preso il controllo di un nuovo corpo, ma le cose non sono andate esattamente come volevo. Dovevo risvegliami prima, non certo dopo duemila anni, e l'assimilazione doveva essere perfetta.» La cosa più terribile è che non ho modo, attualmente, di verificare che i ricordi che possiedo siano integri. Io credo siano tutti reali, che nulla di valore sia andato perso: ma è davvero così? O l'alchimia ha riempito i vuoti non con qualcosa di vero, ma di verosimile?
    «È un'alchimia molto complessa, e non ero nelle condizioni di portarla avanti indisturbato. Sono stato costretto a improvvisare.» Sono troppo stanco per spiegare oltre, ma se si è conservata la memoria di ciò che è accaduto all'Ordine saprà di cosa parlo. Ho passato gli ultimi mesi della mia vita in fuga, e il mio primo istinto è rimasto lo stesso. È il motivo per cui ancora fatico a credere che nessuno ci stia attaccando.
    «La sovrapposizione tramite l'orium è diventata un'invasione ostile, e ora non so più dove finisca il soldato e dove inizi io. L'orium l'ha divorato invece di innestarsi in modo controllato.» Dovrei chiedergli anche perché questo corpo ha una scheggia d'orium nel cervello, così come in futuro mi informerò sul valore di questo stesso soldato. Ma la verità è che per ora preferisco non pensare alla personalità che ho trascritto - non per pietà, ma per paura che possa tornare alla luce.

    Ho girato intorno alla questione abbastanza. Ma spero che ora il Sith'ari che ho davanti sia persuaso della mia identità. Solo un suo pari avrebbe potuto portare a termine un'alchimia del genere.
    «Non ho il controllo di ciò che ha lasciato indietro. Vedo solo flash, immagini confuse, e ricordi che per me non significano nulla.» Forse, col tempo, riuscirò a capirle, ma prima dovrò comprendere a fondo il contesto in cui mi muovo. Per ora mi accontenterò di questo corpo danneggiato. Avrò il tempo di aggiustare queste strane gambe metalliche e di rimuovere in sicurezza le schegge di orium nella mia testa.
    Il tempo, in questo nuovo mondo, sarà l'unica risorsa che non mi mancherà. Ma prima dovrò informarmi su chi - a parte gli strani orrori diffusi sulla terra - sono i nostri nemici. Mi impongo di non pensare ai dorati. Stringo i pugni.
    «Ma ho iniziato dalla fine. Faccio davvero fatica a mettere in fila i pensieri.» Alzo la mano e la porto alla tempia, per massaggiarla piano. Il palmo di questo soldato è secco e calloso - è spiacevole.
    Non ho dimenticato le parole del Sith'ari. Il suo ordine di dirgli come ho ottenuto la mia Kintaral. Lascio cadere la sua maleducazione. La risposta del resto è semplice, e io non ho intenzione di celarla. Ho smesso di nascondermi.

    0qVuOPt


    La mia risposta è secca, una constatazione dell'ovvio che non ammette repliche.
    «Questa è la mia Kintaral. Ho superato una Nyâshajak per ottenerla.» È effettivamente la prima volta che indosso la Kintaral, ma ne possedevo già i poteri e ora è mia di diritto. Faccio parte del Daleth, adesso. Posso davvero cambiare le cose - sempre che in questo mondo sia ancora possibile agire.
    «Sono stato allievo di Darth Liriya, la più grande Alchimista dai tempi dei primi dodici Sith'ari. E, prima che il nostro Ordine crollasse, sono diventato il suo erede. Puoi chiamarmi Pleonexía.» Mentre parlo mi chiedo come si sia conservato il ricordo di Liriya. L'ho conosciuta meglio di chiunque altro, a eccezione forse di Alisma. Ne ho ammirato la curiosità, la saggezza, il potere. Ne ho detestato il distacco, l'immobilità, l'ascetismo. Mi chiedo quale di questi aspetti sia vivo nell'attuale generazione di alchimisti. Sono suoi figli o lo sono di Icterius? Oppure la loro guida è stata un'altra?
    Non so dire se abbiano imparato dai nostri errori. Davanti a me c'è un unico Sith'ari superstite: se ce ne sono stati altri perché non sono più in vita? Spero non per un'altra guerra intestina. Ma non ho elementi per escluderlo.
    «Se sei stato solo fino a questo momento, se l'Ordine si regge a malapena in piedi, dopo duemila anni...» E sospiro piano, lasciandomi accarezzare dal vento.
    «È anche colpa mia.» Pensavo che pronunciare queste parole mi avrebbe liberato di un peso, ma non mi sento meglio.

    Le cose sono sempre state fuori dal mio controllo, se non per quella piccola parte di me che pensa che una parola, un'azione nel momento giusto avrebbero potuto fare la differenza. E la verità è che quella parte di me mi serve per non impazzire, mi serve per credere di essere sempre stato libero di agire.
    È ciò a cui mi aggrapperò anche in questa vita. Non lascerò più nulla di intentato. Se c'è qualcosa che posso fare per il Daleth lo farò: sarò l'erede sia di Liriya sia di Icterius. Ma prima devo capire questo mondo.
    «Credevo di aver fatto il possibile, ma io, come Liriya e come Icterius e come la mia intera generazione, ho fallito. Ma non cerco né scuse né assoluzioni.» Non voglio che il Sith'ari davanti a me fraintenda. Non sto cercando perdono: sto cercando di essere un esempio. Un monito. Lo stesso motivo per cui ho scelto il mio nome - Pleonexía. Non è un vanto, ma una condanna.
    Ho di nuovo la mia vita - ma serve davvero a qualcosa? Ho riottenuto la cosa più preziosa, ma nel farlo ho perduto tutto il resto.
    «Il fato è un gran bastardo. Credevo di poter tornare in tempo per ricostruire l'Ordine, e invece la mia punizione è un mondo di molto peggiore del mio.» Ancora una volta non ho nemmeno le forze per sorridere amaro del mio destino.

    Abbasso lo sguardo. L'evocazione del mio pari sta tenendo lontane altre di quelle creature. Nel farlo solleva i detriti e sparge il loro sangue simile alla pece.
    Incuriosito allungo un impulso mentale verso una di quelle mostruosità, sottraendola ai poteri dell'altro alchimista. La faccio ricomparire davanti a me, tenendola ferma con la mia psicocinesi. Da quest'essere non sento provenire cosmo, eppure non è solo materia organica inerte. In qualche modo ha anche abbastanza forza per ribellarsi al mio potere: riesce comunque a muovere piano gli artigli verso di me.
    Inclino la testa, incuriosito e disgustato insieme. Non mi stupisce che l'umanità stia venendo sopraffatta da questi orrori. Un essere privo di consapevolezza cosmica verrebbe dilaniato in pochi istanti. Aumento il mio impulso mentale e l'essere si accartoccia sotto il suo stesso peso, senza spillare nemmeno una goccia di sangue denso. Lo lascio cadere a terra, morto.
    «Mi chiedo se sia troppo tardi per costruire qualsiasi cosa.» Dico tra me, a voce abbastanza alta perché lo senta anche l'uomo. Quell'abominio mi ha lasciato una strana sensazione di disagio addosso. Allungo lo sguardo verso il Sith'ari. Provo a fargli un'altra domanda, perché ciò che ho visto fino a questo momento è terribile.
    «Tu per cosa vivi, Darth...?» Il come sopravvivere è interessante, ma secondario. Che cos'è rimasto, all'umanità, in quest'epoca buia?

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    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Andiamo avanti. :zizi:
     
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    atto iii

    Lasciò che parlasse, che prendesse tempo per mettere in fila i pensieri.
    Era la più grande concessione che potesse fargli, in quel momento. Gli avrebbe concesso perfino di riposarsi, di guarire, se la situazione non fosse stata tanto bizzarra. Lui stesso avrebbe potuto ristabilire la salute di quel corpo, concedergli di resistere più a lungo, sostenerlo in qualche modo con la sua alchimia. Avrebbe potuto, certo, ma voleva farlo? E sarebbe servito a qualcosa?
    Lo ascoltò con attenzione, senza trasmettere alcuna emozione. Non poteva però evitare di essere affascinato da un simile concetto di trasferimento di coscienza. Si chiese quanto in profondità andasse, quanto fosse possibile traslare il proprio io senza perderlo o impoverirlo. Aveva studiato a fondo le proprietà dell'Orium, fino a imprimervi la propria traccia psionica in modo diretto con successo; l'esistenza di Ch.Or.O.S. ne era una dimostrazione. Chissà quante possibilità avrebbero avuto unendo i loro talenti. Pensò agli innumerevoli esperimenti che aveva dovuto accantonare a causa dell'instabilità di quel materiale così volatile, alle lungaggini a cui doveva sottostare ogni volta che cercava di migliorare la sua creazione o studiare nuovi sistemi per l'isola.
    Si trattenne. I pensieri che fluivano nelle strutture cosmiche del suo sigillo si stavano facendo troppo rapidi e invasivi. C'erano altre priorità.

    Hybris - sentenziò rapidamente in risposta, senza dare troppo peso alla rivelazione. Non aveva mai attribuito particolare importanza a quella parola, se non per la poetica discrepanza tra la traduzione greca e la possibile origine nella lingua dei Sith'ari. Non sapeva quanto significasse il titolo di Darth per il suo strano amico, ma aveva l'impressione di trovarsi davanti un individuo completamente diverso da sé.
    Il peso empatico si stava dissolvendo, lasciandosi dietro domande su domande non più coperte dal velo di disperazione e dolore e smarrimento. Non era nemmeno troppo interessato al lato pratico. Continuava a ragionare sui possibili problemi, sulle questioni fondamentali di identità e consapevolezza che Pleonexía aveva violentemente liquidato con una manciata di parole - spinto dalle sue stesse richieste, Lawrence doveva ammetterlo. Domande sempre più complesse gli si affollavano in testa, esacerbando la sua naturale curiosità estrema. Domande per un domani più tranquillo, certo.

    Siamo figli della follia dei nostri predecessori. In troppi hanno provato e fallito, abbandonando il desiderio e il dovere dell'ascensione. - Sputò le ultime parole con disgusto, pensando a coloro che erano scomparsi nel nulla dopo essersi trascinati per anni nell'autocommiserazione. Non sapeva cosa gli facesse più schifo, tra l'ignavia dei cavalieri o quella degli alchimisti che aveva conosciuto: i primi stavano nel loro nido sicuro e non alzavano un dito per cambiare il corso degli eventi, mentre gli altri semplicemente si erano arresi prima di aver provato a fare qualunque cosa.

    Prese un respiro profondo, prima di dare la sua parte di risposte.
    Nella datazione odierna, siamo nell'anno 2024... - ci pensò un istante, identificando un riferimento coerente con le informazioni che l'altro gli aveva dato - 2777 ab urbe condita. Poco più di undici anni fa, la Terra è stata invasa da un morbo chiamato Corruzione, nato dalla perversione della Vita stessa. L'umanità è stata messa in ginocchio in poche ore. Chi riusciva a resistere, a non trasformarsi all'istante in un abominio, veniva ucciso da quelli che avevano già ceduto alla mutazione. La società si è sgretolata e improvvisamente sono rimaste solo poche roccaforti sicure.
    Si accorse di quanto fosse strano parlare di una cosa simile e di quanto fosse difficile esporlo a qualcuno che non ne sapesse assolutamente niente. Non credeva che si sarebbe mai confrontato con la necessità di raccontare la fine del mondo in quei termini. La sua voce suonava stanca alle sue stesse orecchie, il racconto che gli usciva dalle labbra era tanto doloroso quanto distaccato. Si rese conto di quanto tempo avesse passato a cavallo tra due mondi, come semplice umano, protetto dalla stessa prigione dorata di ipocrisia da cui era poi fuggito.
    Da quel giorno combattiamo come possiamo contro un nemico che non sente stanchezza, che è ovunque e ragiona come un'unica entità e fonde la carne di vivi e morti per continuare a combattere, finché non viene ridotto al nulla.
    Quasi a confermare le sue parole, una nuova massa di corrotti si alzò dal fiume, strisciando come melma semisolida e allungando strane membra per avanzare a una velocità spaventosa. Gli innumerevoli corpi di buio interstellare si posero a formare una muraglia. Lo schianto fu assordante, riverberando attraverso terra e aria.

    E noi siamo sempre meno. Quando pochi anni fa sono arrivato sull'Isola come Alchimista Supremo, il Daleth contava soltanto altri tre membri. Da allora le nostre forze si sono soltanto assottigliate. E non è un destino toccato soltanto a noi: perfino le fila degli olimpici si sono incredibilmente ridotte. - Lo disse con una dose di rammarico nella voce. C'era sempre qualche povero individuo che veniva scelto dalle stelle, in un modo o nell'altro, ma nonostante ciò anche i servi del Santuario faticavano a trovare nuovi cavalieri degni di quel nome. Ormai, gli individui sensibili al cosmo erano rimasti pochissimi.
    Mi chiedi per cosa vivo, eppure tu stesso vesti una Kintaral e conosci la Saraaiajak. Come te, vivo per superare un limite.
    Il suo sguardo cadde su Roma, abbracciando quel mucchio di rovine appena riconoscibili. Quella città era l'esempio perfetto della preponderanza di fattori esterni e variabili sconosciute nel codice che rappresenta la storia dell'uomo moderno.
    Un tempo, il nostro Ordine aveva l'ambizione di divenire il cardine di un'umanità evoluta. L'Impero Nero era fondato sull'ascensione e la progressione della razza intera. Io desidero seguire quella stessa strada, imparando dai fallimenti dei primi Alchimisti per trascendere le loro conquiste. Proprio ora che della Terra e dell'umanità è rimasto ben poco, è il momento perfetto per costruire dal nulla, avendo alle spalle soltanto gli errori che dobbiamo evitare.

    Si chiese quanto quell'uomo conoscesse di ciò che era venuto prima di lui, delle loro origini. Le cronache erano sempre molto vaghe o addirittura insufficienti. Aveva bisogno di conferire a lungo con lui, per capire se potesse essergli utile e rivelare alcuni punti bui del passato. Liriya era un nome che Arturus aveva ripetuto diverse volte, durante le loro conversazioni. Lo stesso Holocron che aveva appena recuperato grazie a lui, per quanto apparentemente inservibile, gli suggeriva per stile e fattura un'origine assai più lontana rispetto al tempo da cui Pleonexía affermava di provenire.

    Per realizzare questa visione ho bisogno di alleati potenti. Un Daleth purificato dai pusillanimi, composto non da egomaniaci privi di scopo, bensì da Alchimisti illuminati che vivono per cercare la Verità e diffonderla nel mondo.

    Tu cosa sei, Pleonexía?




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    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale.

    I Sigilli di Neshaals sono formule uniche nel loro genere, con le quali l'Alchimista Supremo è in grado di assoggettare gli Orrori Cosmici e piegarne la volontà ai propri scopi. Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente. Distruggerli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.
    La forma fisica dei Grandi Antichi è composta essa stessa da Sigilli e ne condivide le caratteristiche principali. Il potere delle creature, per via delle Leggi che regolano la Realtà, sarà solo una pallida imitazione di quello originale, limitandosi a simulare in maniera grezza le abilità che derivano dal controllo del Cosmo. Ciascun essere ha caratteristiche diverse e la sua natura consente alle formule di concretizzare due diversi poteri , che possono essere amalgamati con quelli dell'Alchimista. [Evocazioni + Bonus a Energia Nera]

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Midirash significa fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.

    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo. Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine.
    L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'attacco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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    «2.000 Years»
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    Poco più di duemila anni sono passati dalla mia scomparsa.
    Un tempo insondabile, enorme, eppure non è quello ciò che mi impressiona. Darth Hybris mi rivela che sono bastate una manciata di ore per portare l'intera civiltà al collasso, cancellando, di fatto, ogni progresso che l'umanità poteva aver fatto dalla mia scomparsa in poi.
    Poi Hybris mi parla dei suoi ideali. Io lo ascolto con attenzione, e riconosco in lui i segni di una dottrina che, nonostante il tempo, non si è ancora persa del tutto. Nonostante la distruzione riesce comunque a intravedere la possibilità di una catarsi. Una Opera in bianco su scala planetaria. D'istinto mi porto la mano al mento, per strofinarmi la barba, dimenticandomi che su questo viso non c'è.
    «Mi informerò su questa corruzione.» Dico, alla fine, mentre continuo a sondare dall'alto gli sforzi delle creature evocate da Hybris per trattenere questa piaga. Immagino che ci siano studi da effettuare sulle proprietà biologiche di queste creature, analisi mediche, esami sulla loro coscienza. Tutte cose che spero di non dover iniziare da zero, ma che siano già state raccolte dagli Alchimisti che mi hanno preceduto in questa nuova vita. Se sono organiche, se sono... vita, ci deve essere un modo per debellarle.

    Se ci fosse un Sith'ari della Vergine sarebbe più semplice.
    Ma sto già correndo, fantasticando, spinto dalla curiosità di immaginare una via di uscita. Hanno avuto undici anni per sistemare le cose, per studiare questi abomini e per trovare una cura. Avrò modo di conoscere i loro tentativi e i loro fallimenti.
    «Spero siate riusciti a ricostruire un archivio, così che possa documentarmi sulle sue cause, caratteristiche e punti deboli.» Sono sempre stato uno studioso, e questa variabile è riuscita a sconvolgermi molto più del mio ritorno dopo due millenni.
    «Dovrò recuperare molte cose. Penso che avremo modo di parlare ancora, una volta che avrò fatto la giusta esperienza di questo mondo.» Sospiro. Mi devo concentrare per non ripensare alla nostra Isola devastata dai dorati: quanta conoscenza abbiamo perduto, quel giorno. È improbabile che sia sopravvissuto persino l'archivio di Liriya, così segreto e ampio da attirare le gelosie di tutti gli altri Alchimisti. Nemmeno io ho mai potuto sondare le profondità delle informazioni che possedeva sull'antica Lemuria.
    Eppure Hybris sembra in qualche modo consapevole delle antiche vie, quindi qualcosa deve essersi conservato. Degli Holocron, delle ricerche... qualsiasi cosa.
    Anche raccogliere informazioni su ciò che è avvenuto al mondo, negli ultimi duemila anni, non sarà semplice.

    Parto da una posizione di svantaggio, ma in fondo anche la mia presenza in questo mondo è una variabile che non era stata preventivata.
    «Quanto a me. Avrai modo di conoscermi dalle mie azioni, più che dalle mie parole.» Ho un'altra possibilità. Sarò il guardiano di questo Daleth, mi renderò così potente da impedire a chiunque di usarlo come fosse un gioco.
    «Non permetterò che l'Ordine cada di nuovo.» Siamo rimasti due Sith'ari: uno dei punti più bui della nostra storia. Ma l'Isola è di nuovo nelle nostre mani, e con la Corruzione forse non dovremo preoccuparci di altre minacce immediate. Se Hybris ha fiducia, non ho motivo di non averne anche io.
    «Sarò sincero con te, perché non sopporto più i giochi, né gli inganni.» In ogni caso troppo ci separa per pensare di poterlo ammansire a parole. Preferisco la brutale verità, perché è il linguaggio più comprensibile al mondo.
    «Io non sono né Liriya, né Icterius. Non mi interessa un vacuo potere sul Concilio, e allo stesso tempo non permetterò ai Sith'ari di azzannarsi a vicenda. Non di nuovo.» Le mie parole sono secche, la mia voce ferma. Non sono tornato per sedere sul trono più alto del concilio, ma ciò non vuol dire che percorrerò la via ascetica di Liriya senza curarmi di esso. Non sarò l'unico a imparare dai miei errori: tutti loro, anche i nuovi Alchimisti Supremi, dovranno farlo.

    Mi ha chiesto cosa sono.
    Mi viene quasi da sorridere, perché percepisco la sua diffidenza. Ma sono stanco, confuso, e non ho ancora avuto modo di studiare me stesso alla ricerca di quelle risposte. Hybris si dovrà accontentare di una risposta parziale, basata solo su ciò che sento in questo momento.
    «Il nostro ordine è sempre stato guidato da due impulsi, come dici: l'ascensione dell'io e l'accrescimento dell'umanità.» Due volontà che raramente si manifestano nello stesso modo in un individuo. Spesso l'equilibrio si ritrova solo nella collaborazione di diversi Alchimisti, nonostante l'ideale sarebbe un unico uomo che racchiude in sé entrambi i mondi.
    «Da una parte l'eresia di Nihilus, tremenda se lasciata senza freni, eppure affascinante. Dall'altra l'ideale di Amyros nel creare un Impero Nero.» La mia generazione ha teso, e poi è caduta, nel primo modello - senza nemmeno raggiungere quella spaventosa perfezione. Un'accrescimento dell'io di cui si sono macchiati tutti, in modo diverso. Respiro a fondo, allungando la mano per toccare la pioggia scrosciante con la punta delle dita. Posso davvero pensare che è una sensazione che mi era mancata? Né la mia mente né il mio corpo percepiscono un distacco.
    «Il sé, oppure il tutto.» Due ideali che, uniti, creano la perfezione a cui tende l'Ordine.


    CaxYmfT


    Un sogno per cui siamo disposti a morire: molti di noi l'hanno fatto.
    «Non ti mentirò, Hybris. A me interessa solo la mia ascensione.» Ogni azione che ho compiuto l'ho fatta perché non era ancora arrivato il mio momento, perché mi rifiutavo di morire così debole, così lontano dalla perfezione. Mi fermo per un istante, per guardare Hybris e sondare la reazione sul suo viso alle mie parole.
    «Ma dopo tutto quello che ho visto ho capito che nessun individuo può raggiungerla da solo. Abbiamo bisogno di guide, compagni, alleati.» Aggiungo, dopo un lungo istante di silenzio riempito dalla pioggia.
    «Più di tutto, abbiamo bisogno che il Daleth torni allo splendore che nemmeno io, in vita, ho mai visto.» Intendo davvero le mie parole. Il mio potere è lo stesso del Daleth: non c'è differenza. È probabile io non sarò mai rivolto verso il resto dell'umanità come credo sia Hybris, ma anche questo, in fondo, è equilibrio.
    «Mi sono creato una seconda opportunità. Questa volta non permetterò a nessuno di ostacolare il mio obiettivo. Non ai dorati, non alle divinità, e nemmeno a un Daleth che ha perso la via.» Il mio piano aveva poche possibilità di successo, eppure è riuscito, anche se molto, troppo tardi. Ho una nuova vita per prendere la situazione in mano, ho un Daleth ancora da formare, da vigilare nei suoi futuri componenti.

    Hybris dice che le file di tutti gli eserciti si assottigliano sempre di più.
    Lascerò ad altri la diffusione della verità, l'umanità intera non mi interessa. Sto pensando a qualcosa di molto più specifico, forse ugualmente difficile da realizzare, ma che potrebbe portarci dei risultati immediati.
    «Visto che siamo rimasti solo noi due, mi affiancherò a te nella ricostruzione. Diffondere la verità è secondario; al momento mi sembra che l'Ordine abbia bisogno di individui di potere e talento. Consapevoli del cosmo.» Se la Corruzione è un nemico così formidabile, è probabile che al mondo si siano sviluppati più individui capaci di resistervi. Intendo trovarli e allevarli.
    «Mi occuperò di questo.» Porterò nuovi soldati al Daleth: macchine da guerra, oppure potenziali Alchimisti.
    «E Hybris, visto che mi hai chiesto cosa sono. Sono un monito di quanto sia vicino il fallimento, per tutti noi.» Guardo di nuovo il Sith'ari davanti a me. L'ordine potrebbe cadere in qualsiasi momento, se anche noi due, soli, non impariamo il prima possibile a collaborare.
    «Vigilerò sui Sith'ari. Mi assicurerò che nessuno pensi di poter superare un limite divorando gli altri.» Non lascerò percorrere a nessuno la strada di Icterius, ma nemmeno quella di Liriya - o la mia. Intendo diventare abbastanza potente da potermene assicurare.
    «Questa volta sarà diverso.» È una promessa.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Smarrito. Gambe cibernetiche sfasciate e schegge di orium nel cervello.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ L'equilibrio.
     
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    Continuava a osservarlo con la massima attenzione. Ch.Or.O.S. stava analizzando tutti i documenti che negli ultimi mesi erano stati tradotti e digitalizzati partendo dai resti cartacei, dalle pergamene e dalle tavole incise. Purtroppo il periodo della purga degli Alchimisti era uno dei peggio documentati della storia dell'Ordine intero. Avrebbe chiesto all'Odojinya di recuperare qualche informazione, magari materiale che i Solificati avevano nascosto chissà dove al tempo. Non aveva mai dato priorità a questo genere di ricerca, non con tutto il lavoro che rimaneva da completare per consentire al prossimo passo di compiersi.
    Pleonexía doveva imparare tutto sul loro devastato mondo moderno, lui avrebbe imparato tutto sulla generazione di Pleonexía. Sicuramente la fonte più diretta sarebbe stata Arturus. Non si aspettava che il suo nuovo alleato avesse chissà quali ragioni per mentire, ma non poteva certo credere a qualsiasi cosa senza verificare certi dettagli. Per il momento evitò di insistere con ulteriori attacchi mentali: lui si dichiarava sincero, ma anche in caso di menzogne costruite, le sue erano soltanto parole riguardo a possibili obiettivi, quindi prive di reale minaccia.

    Ho raccolto tutte le informazioni sulla Corruzione in nostro possesso, gli studi effettuati dagli altri Alchimisti e dai miei protetti, oltre a una buona parte degli antichi documenti che non fossero sigillati o cifrati da tecniche particolarmente complesse in un archivio accessibile da remoto se attivato dalla giusta chiave cosmica. - si fermò, chiedendosi se avesse usato parole interamente comprensibili per l'altro. La barriera culturale e temporale che li separava era tale da rendere faticosa perfino una conversazione preliminare come quella. Prima del prossimo incontro, avrebbe chiesto a Ch.Or.O.S. di sintetizzare una sorta di guida per neofiti del ventunesimo secolo. Era quasi curioso di sperimentare la reazione dei simulatori logici dell'IA quando avesse sottoposto una richiesta tanto strana... e di scoprire quali sarebbero state le ricerche dell'altro una volta avuto accesso all'archivio.

    Cercò di trarre il più possibile da quelle parole tanto sentite su ciò che l'antico Ordine significava, ciò che i suoi membri volevano perseguire e dalle considerazioni riguardo al futuro. Quel tipo poteva anche piacergli, in un certo senso. Sembrava abbastanza pragmatico, ad ascoltarlo. Si chiese se tanta veemenza fosse dovuta soltanto all'assurdità del momento o se si trattasse invece di qualcosa che era profondamente legata al suo modo di essere. In ogni caso, l'avrebbe scoperto poi.
    Alla luce di quelle considerazioni, tuttavia, fu in grado di elaborare un pensiero che da tempo tornava regolarmente ad affacciarsi, venendo ignorato o sostituito da questioni più urgenti. Decise di darvi voce, forse spinto da quelle forti dichiarazioni di intenti.

    Non ho mai pensato che sarei potuto diventare un punto di riferimento per l'Ordine. Ho dato il mio contributo dal primo istante, come è giusto, ma per molto tempo sono stato solo un elemento in un gruppo privo di reale coesione. - evitò riferimenti letterari a cavalieri pazzi che combattono contro mulini a vento, che sarebbero caduti nel vuoto di uno scambio di opinioni già abbastanza bizzarro - Poi sono rimasto solo. Solo allora ho capito che, malgrado tutto, malgrado ciò che ritenessi più adatto alla mia natura, avrei dovuto ricostruire io il Daleth e diventare un Maestro per tutti coloro che fossero venuti dopo. Non perché fosse il ruolo migliore per me, ma perché era necessario.
    Sapeva perfettamente che un uomo, da solo, non avrebbe mai potuto opporsi al sistema ottenendo dei reali risultati. Qualcuno ci aveva provato e aveva fallito, crollando sotto il peso delle sue stesse ambizioni. Lawrence non sarebbe stato così stupido da ripercorrere lo stesso sentiero, conoscendo già i risultati di quel tipo di stoltezza. Se non altro, su questo sembravano concordare pienamente.

    Quell'imprevisto nuovo alleato aveva il potenziale di risolvere molti dei suoi problemi. Se Pleonexía si fosse occupato del recupero di sopravvissuti per rimpolpare le loro fila, lui avrebbe potuto finalmente dedicare più tempo alle sue ricerche per apportare i necessari miglioramenti all'isola.
    Posso fornirti le indicazioni sulle zone già battute e sulle rilevazioni di energia cosmica, per facilitarti il compito. - disse prima di proseguire. Anche se dovrò chiedere il tuo aiuto anche per altre faccende.

    Tese la mano in una direzione vaga alla sua destra. Le dita affondarono come tizzoni ardenti nella cera, sfaldando la nuda aria. Il margine della ferita nello spazio-tempo era agitato e continuava a contrarsi come per richiudersi il prima possibile. Un colpo secco, un rumore che rimbombò in maniera strana. Ritrasse il braccio estraendolo dal varco che si sigillò immediatamente. Stringeva un singolo cristallo affilato di un nero quasi opaco, lungo pochi centimetri. Lo lanciò verso il suo interlocutore, pur sapendo che questi non dovesse aver bisogno di vederlo da vicino per rendersi conto di cosa fosse.
    Ci ho messo molto tempo per capire come lavorarlo tramite gli stessi strumenti con cui evolviamo le Kintaral, ma i miei risultati in tal senso sono piuttosto artigianali e decisamente superficiali. E ci ho messo ancora di più per capire come stabilizzarlo e sfruttarlo per immagazzinare e trasmettere senza corromperli soltanto i dati che volevo trasmettesse... e nient'altro.
    Decise di non rivelare proprio tutto, di non parlare della creatura nata dall'accumulo di energia mentale in un nucleo di Orium che era stato il fulcro dei suoi studi.
    Fortunatamente ho accesso a scorte notevoli. Sicuramente la tua scienza può facilitare immensamente la produzione degli artefatti che mi servono per completare il progetto che hai intravisto su Death Queen Island. Quando ti sarai... ripreso - i suoi occhi scivolarono verso le gambe meccaniche - ti mostrerò nel dettaglio cosa intendo.

    A proposito - aggiunse indicando proprio le parti danneggiate, non sapendosi trattenere - quelle protesi erano poco più che un esperimento nato dal pressapochismo di Alchimisti che non sono più tra noi. Posso liberarti da quegli artifici anche ora, se lo desideri.



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    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

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    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale.

    I Sigilli di Neshaals sono formule uniche nel loro genere, con le quali l'Alchimista Supremo è in grado di assoggettare gli Orrori Cosmici e piegarne la volontà ai propri scopi. Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente. Distruggerli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.
    La forma fisica dei Grandi Antichi è composta essa stessa da Sigilli e ne condivide le caratteristiche principali. Il potere delle creature, per via delle Leggi che regolano la Realtà, sarà solo una pallida imitazione di quello originale, limitandosi a simulare in maniera grezza le abilità che derivano dal controllo del Cosmo. Ciascun essere ha caratteristiche diverse e la sua natura consente alle formule di concretizzare due diversi poteri , che possono essere amalgamati con quelli dell'Alchimista. [Evocazioni + Bonus a Energia Nera]

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Midirash significa fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.

    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo. Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine.
    L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'attacco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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    Afferro il cristallo di orium nativo, specchiandomi per qualche secondo nella sua superficie frastagliata.
    Al netto delle incomprensioni e della sfiducia, Hybris ha iniziato a collaborare. Bene, penso. Lui ha bisogno di un orium più controllabile, mentre io dell'esatto opposto. Devo poter accedere alla fonte di questo minerale, finire di studiarlo, cosa che non ho potuto fare nella mia precedente vita.
    «L'orium è un materiale instabile. Questo è decisamente più caotico anche della versione che noi Ariete controlliamo.» Gli rispondo, chiudendo il cristallo in una teca quadrata del mio orium sintetico. Inizierò con lo studiare questo, ma so che presto non mi basterà.
    «Ti aiuterò con una versione addomesticata, più adatta ai tuoi scopi. In cambio, quando mi sarò ripreso, desidero poter accedere al Sottomondo, per poter studiare più da vicino... questo.» Sollevo la teca d'orium. La mia, come la sua, non è una richiesta, ma quasi una transazione. Una collaborazione che avvantaggia entrambi.
    «È una ricerca che ho lasciato in sospeso nell'ultima vita. Gradirei concluderla.» So che, se è un uomo di scienza, può comprendere la frustrazione. Comprendere i segreti di questo minerale tanto importante per l'Ordine è un dovere, l'ultimo compito che Liriya mi ha lasciato.

    Sposto lo sguardo sulle mie strane gambe metalliche.
    Scuoto piano la testa. Sono gravemente danneggiate, ma la sensazione di dolore che proviene da essa è relativa.
    «Ecco cosa sono.» Dico. Questo corpo, come immaginavo, non ha davvero alcun valore.
    «Per adesso restano. Sono un memento.» La verità è che è questo corpo è solo un contenitore della mia coscienza, non ho intenzione di preservarlo o di fargli riacquisire un'integrità. Non è il corpo che ho scelto per me, ma è quello che mi è capitato in sorte. Un Alchimista Supremo nel corpo di un soldato sacrificabile: un'ironia crudele che intendo addossarmi, perché anche questo simbolismo per me ha un valore.
    «Inoltre, non è detto che la mia alchimia sia conclusa: questo corpo potrebbe essere transitorio.» Dovrà passare del tempo e dovrò valutare i danni sulla mia coscienza e sui miei ricordi, ma non è improbabile che io decida di replicare la mia alchimia. Potrei farlo per cercare un corpo migliore, più prestante, oppure perché questo viene danneggiato al punto da non poter essere ristabilito.
    Liriya mi ha mostrato che un corpo può diventare una prigione. Non intendo attaccarmi eccessivamente al mio, perché prima o poi dovrò disfarmi anche di queste catene fisiche. Ho perso tutto. In questa vita rifiuterò ogni legame.

    Allungo lo sguardo verso di lui.
    Inizio a essere stanco, molto stanco. Ma prima intendo chiarire un ultimo punto, adesso che la confusione sta passando e sto riacquisendo lucidità.
    «Hybris, un'ultima cosa.» Ho detto che non avrei permesso incomprensioni nel Daleth, ed è qualcosa che vale anche per me stesso.
    «Adesso sai chi sono, e sai che siamo alleati. Mi aspetto quindi collaborazione e fiducia. Comprendo che la tua condizione di solitudine porti al sospetto.» Se ha scelto di avermi come alleato dovrà trattarmi da tale, così come lo farò io. Dimenticherò ciò che è accaduto, ma intendo assicurarmi che non ricapiti.
    «Ma la prossima volta che rovisterai nella mia testa saprò che hai scelto di essere un nemico.» Il mio è un avvertimento: non accetterò insulti del genere. Dovranno bastargli le mie parole e la mia promessa di non indossare maschere.
    «Sono certo non arriveremo a tanto.» Aggiungo, e confido nel suo buon senso per capire che non esagero. Una mancanza di rispetto del genere nei confronti di un Sith'ari potrebbe dar vita a una Kaggath, e io non mi tirerei indietro. Aspetto un paio di secondi, perché Hybris comprenda e scelga se accettare le mie parole.
    «Ora desidero tornare sull'Isola e prendere alloggio nel Castello.» Concludo. Sono stanco. Ho bisogno di riflettere, di riprendermi e di restare da solo.
    Sono pronto a tornare sull'Isola.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Smarrito. Gambe cibernetiche sfasciate e schegge di orium nel cervello.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Se vedemo.
     
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    Non concluderai le tue ricerche.

    Quello che doveva essere solo un pensiero diventò una specie di sentenza, quando gli sfuggì dalle labbra. Per smorzare l'effetto di quelle parole così dure si affrettò a sorridere. Era un sorriso complice, in un certo senso, o se non altro un gesto di sincera comprensione.
    Il loro cammino, il cammino di un Alchimista, era in costante divenire. L'atto stesso di avvicinarsi alla piena soddisfazione dei propri desideri e delle proprie domande era un'illusione che aveva ingannato perfino lui. Non poteva esistere fine a quel processo. Per un Sith'ari, conoscere tutto significa abbracciare l'intero scibile che il suo livello di comprensione permette, indicando che il passo successivo sia semplicemente ascendere a un livello di comprensione maggiore e ripetere il ciclo dal principio, in una spirale infinita.

    Come desideri. Prenditi tempo. Guarisci. Rifletti. Riposa. Medita. Studia i nostri archivi. - aggiunse, con un impeto di anticipazione - Non è un viaggio che possa essere affrontato a cuor leggero e soprattutto non con una psiche fragile.
    Quella richiesta avrebbe portato considerevoli vantaggi anche a lui, non poteva negarlo. La possibilità di inserire una variabile del genere in un'equazione che aveva tentato di sbrogliare in così tanti modi diversi lo intrigava parecchio.
    Così come il mio cosmo non è in grado di controllare l'Orium, il tuo potere non è forgiato per resistere al caos che permea il Sottosopra. Posso istruirti, ma nessuna informazione teorica può davvero prepararti a una simile esperienza. Io stesso ritengo di averne a malapena grattato la superficie e più volte ho rischiato di diventare pazzo soltanto per aver assecondato la mia sete di conoscenza.
    Sapeva che il suo discorso non avrebbe spaventato un vero Alchimista. Non era sua intenzione dissuadere in alcun modo Pleonexía. Al contrario, voleva che sapesse perfettamente a cosa andava incontro, in modo che potessero ottenere il massimo profitto dalla loro collaborazione.
    Detto questo, - continuò con un tono divertito - non vedo l'ora.

    Non perse tempo a commentare la strana scelta dell'uomo. Non gli importava un gran ché delle sue ragioni, era solo sinceramente confuso dal percorso logico che portava un guerriero a mantenere sul suo corpo delle menomazioni simili. Da tempo aveva iniziato a considerare anche la più piccola cicatrice come un difetto alla piena funzionalità, un'interruzione in una serie di circuiti che invece dovevano risultare perfettamente allineati.
    Tenersi sul corpo i segni delle battaglie combattute poteva avere un significato romantico o simbolico per un guerriero, anche se non capiva come un profilo simile potesse accostarsi al loro status di filosofi e scienziati.

    Ascoltò invece le lamentele riguardo all'intrusione che aveva tentato poco prima. Poteva prenderlo come un segnale della veloce ripresa della psiche di Pleonexía? Forse in quel momento di shock non si era reso conto della profondità di tale forzatura e ora, essendosi calmato, l'aveva riconosciuta come una grave offesa?
    Era necessario. Dovresti saperlo bene, dato che nella storia del nostro Ordine non c'è mai stato niente di più nocivo delle lotte interne, dei tradimenti e dei complotti. Non pensi che avresti fatto lo stesso, se fossi stato al mio posto? Se ti ritieni offeso, ti consiglio semplicemente di passare oltre.
    Si concesse un respiro più profondo, per evitare di innervosirsi inutilmente, riprendendo con un tono calmo e fermo.
    La fiducia non si guadagna a chiacchiere, né si genera dal nulla soltanto perché vesti un'armatura simile alla mia. Sarò il primo a porgerti la mano e a collaborare, ma non chiedermi di chiudere gli occhi e avere fede cieca. Sarebbe un insulto nei miei confronti.

    Tagliò corto, ritenendo che non avesse senso ribadire ulteriormente quel concetto. Trasmise un brevissimo ordine tramite il legame diretto con Ch.Or.O.S. per iniziare immediatamente l'allestimento di una sala operatoria.
    Prima di tutto, ti consiglio di verificare almeno le condizioni e i parametri vitali di quel corpo. Il personale medico ti attende in un padiglione provvisorio all'esterno del castello che stiamo usando mentre ultimiamo i lavori della nuova struttura. Sono in allerta, ti aspetteranno quando lo riterrai opportuno. Il soldato di cui hai preso possesso era uno degli ultimi rimasti tra gli esperimenti di ricondizionamento svolti dai miei vecchi colleghi. Oltre alle protesi meccaniche, in seguito a danni cerebrali estesi, una parte del suo sistema nervoso è stata integrata da circuiti in Orium... anche se presumo che tu già lo sappia. Io inizierei a risolvere quel problema, per cominciare.

    Avrebbe potuto forse risolvere in prima persona anche quel problema, invece preferì dare al suo nuovo amico il suo spazio, lasciando che fosse lui a decidere come e quando occuparsene. La creatura caotica perse consistenza, liberando le rovine di Roma dalla sua presenza, mentre un portale si apriva davanti al padrone.

    Ti farò avere le informazioni a cui ho accennato poco fa, insieme a un modo efficiente per contattarmi qualora non mi trovassi in questo piano. Bentornato a casa, Sith'ari.



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    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale.

    I Sigilli di Neshaals sono formule uniche nel loro genere, con le quali l'Alchimista Supremo è in grado di assoggettare gli Orrori Cosmici e piegarne la volontà ai propri scopi. Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente. Distruggerli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.
    La forma fisica dei Grandi Antichi è composta essa stessa da Sigilli e ne condivide le caratteristiche principali. Il potere delle creature, per via delle Leggi che regolano la Realtà, sarà solo una pallida imitazione di quello originale, limitandosi a simulare in maniera grezza le abilità che derivano dal controllo del Cosmo. Ciascun essere ha caratteristiche diverse e la sua natura consente alle formule di concretizzare due diversi poteri , che possono essere amalgamati con quelli dell'Alchimista. [Evocazioni + Bonus a Energia Nera]

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Midirash significa fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.

    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo. Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine.
    L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'attacco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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