No Man's Sky

Quest Personale per Him3ros

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    Do not go gentle into that good night,
    Old age should burn and rave at close of day;
    Rage, rage against the dying of the light.




    Un forte stridio li costringe ad indietreggiare
    Il cielo si illumina, e per un attimo ogni rumore
    Diventa sospensione e silenzio.





    NO MAN'S SKY

    Capitolo I - Runaway



    1


    Stai osservando lo schermo con così tanta attenzione da non renderti conto della voce nel comunicatore; d'altronde, la giornata si è protratta in modo particolarmente lungo fino alle prime ore del pomeriggio. Quando senti pronunciare il tuo nome più di una volta, ti volti verso il comunicatore con un cenno del mento. Ti viene riportata la necessità di intervenire per autorizzare alcuni aggiusti di natura tecnica. La voce, contaminata dal dubbio, è del caposquadra del gruppo di manutenzione. D'altronde, è solo uno dei vari progetti su cui stai lavorando, vero, Lawrence?

    Eppure, se il lavoro sull'Isola sembra essere imponente, quello nel luogo opposto ad ogni cosa sembra ancora più grande, quasi infinito. Da quando sei diventato L'Alchimista Supremo dei Gemelli, la conoscenza del Sottosopra, delle sue creature e della sua geografia si è estesa ancora di più, ad ogni scontro, ad ogni uso delle tue abilità, ad ogni tua visita. Sai molto di ciò che comandi, ma a fronte di tutto il sapere ottenuto, c'è un'enorme massa d'oscurità che ancora non hai ancora esplorato a dovere e dalla quale provengono attività sconosciute: le zone oltre la tua base, i domini che si estendono fino a che il tuo sguardo e la tua comprensione si perdono. Ad un primo pensiero, non sembra nulla di preoccupante, ma quel luogo funziona in maniera diversa. Dopotutto, conoscere tutto vuol dire avere tutto sotto il tuo controllo.

    A volte, in quei pochi momenti in cui poggi la testa per riposare, in quei pochi momenti in cui riesci a trovare un attimo di pace dal violento pulsare della tua mente, del chaos che si muove e schiocca, che sussurra, che urla, non riesci quasi a percepire un pensiero?


    Oltre, cosa c'è?
    E oltre ancora?


    La tua fame può davvero considerarsi sazia?




    _____________________________________

    Angolo Master

    Ma salve!
    Cominciamo con tranquillità, le giornate-tipo di Lawrence quando non è impegnato a scappare dalla morte.
    Riprendiamo poi una questione molto importante: l'esplorazione del Sottosopra e, nello specifico, dello spazio che si estende oltre il luogo con cui hai avuto familiarità nel tuo cambio.

    Come ci vai? Fai un solo viaggio? Più gite? Ti porti una tenda? Esplori un solo settore dimensionale o pianifichi una cosa più grande?

    Termina quando sei pronto a partire, che hai molto a cui pensare!
     
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    Il suo avambraccio intercettò senza sforzo quello del ragazzo, deviandone il pugno grazie alla pura angolazione dell'arto, senza opporre eccessiva forza in gesti futili o ridondanti. Uno scatto del polso e le dita si chiusero appena sotto all'articolazione del gomito dell'altro, i polpastrelli uniti a premere contro le fasce muscolari degli estensori della mano, mentre con l'altro palmo andava a bloccare il deltoide e la spalla, spostando al contempo il peso del corpo con una rapida rotazione e premendo verso il basso per portare in leva l'intero braccio, fino a far schiantare il corpo dell'allievo a terra.

    Quindi?

    Sei troppo forte. Per te è facile.

    Ho usato molte meno energie di quante ne abbia sprecate tu. Avrei potuto incassare il tuo pugno standomene immobile a osservare le tue ossa rompersi contro la mia faccia, invece ho solo assecondato il vettore del tuo movimento e l'ho usato a mio vantaggio. Sarah, puoi continuare.

    Si allontanò di qualche passo continuando a osservare gli allenamenti. Le nuove leve erano poche e il loro livello era basso. Infondo, però, non contava poi così tanto. La loro forza non stava nei numeri e forse tra quella marmaglia appena uscita dalla malnutrizione sarebbe emerso qualche candidato alla posizione di Alchimista. Alcuni di loro erano stati individuati proprio grazie a un risveglio spontaneo di una scintilla cosmica, altri avevano sviluppato una sorta di affinità a determinati processi utili al sistema dell'isola.
    Portare tutto alla luce stava diventando sempre più complesso, considerata la natura di alcune manifestazioni legate a sbalzi emotivi e situazioni di gravissimo pericolo, perciò quasi tutta la pratica di addestramento era basata su un sistema di controllo e sperimentazione di diversi livelli di stress psico-fisico accuratamente calibrati.
    Il rapporto di una squadra di ricognizione fece da sottofondo ai successivi minuti. Avrebbe passato la comunicazione all'I.A. se non fosse stato in attesa di notizie da Lucy e Alyssa.

    Una sensazione spiacevole lo scosse dal suo flusso di coscienza e forse da qualche strano computo matematico. Aprì gli occhi. La condizione di luce cambiò solo in relazione a un modesto bagliore irradiato dal dispositivo che fluttuava a pochi centimetri da lui. Il segnale si era fatto strada fino alla sua corteccia uditiva, un fastidio persistente a metà tra segnale elettronico e acufene. Non era più sull'Isola da un pezzo. Anzi, non era nemmeno nella stessa dimensione, a dire il vero. Quanto tempo era passato?
    Spostò la sua attenzione verso la presunta fonte di disturbo senza capirne davvero la provenienza. Sembrava lontanissimo, ma allo stesso tempo in grado di trafiggergli il cervello senza colpo ferire. Per un'insulsa frazione di secondo, un tempo troppo basso per provocare reazioni consce, credette di trovarsi sotto attacco. Il conseguente aumento di battiti cardiaci corrispose a una maggiore ossigenazione sufficiente a schiarirgli le idee. Spese qualche altro istante a chiedersi se si fosse addormentato.
    Ch.Or.O.S. la prese come una domanda seria, dimostrando un notevole zelo anche per un'intelligenza artificiale e iniziando a proiettare grafici: EEG e monitoraggio di parametri vitali relativi agli ultimi dieci minuti. Giusto per soddisfare la sua curiosità, ormai ripresosi del tutto dall'ottundimento, il suo occhio corse a verificare lo stato delle sue onde cerebrali. Il processo di interpretazione non era così banale nel suo caso e i dati erano elaborati secondo parametri leggermente differenti rispetto a quelli normali, anche solo a causa delle interferenze mentali che avrebbero fuso una classica apparecchiatura all'istante, ma in sostanza il tracciato che aveva davanti poteva essere rapportato a una sorta di ritmo beta, segno di attività cognitiva molto intensa durante la veglia, al di sotto solo dello stato di allarme. Forse era talmente immerso nelle sue macchinazioni da estraniarsi totalmente dal momento presente. Una meditazione produttiva.

    In tutto ciò - un tempo compreso circa in cinque secondi - il segnale non aveva fatto altro che continuare la sua insopportabile vibrazione, rendendosi sempre più odioso. L'aveva riconosciuto ancora prima di iniziare a farsi domande, tentando in maniera inconscia di metterlo in secondo piano. Curiosamente, lui stesso aveva impostato quel tipo di notifica particolarmente disturbante, forse proprio per evitare la sua naturale tendenza a procrastinare input poco interessanti. Il fischio copriva appena il canale audio, tramite il quale udì il suo nome ripetuto più e più volte a intervalli regolari, fino quasi a diventare una cantilena liturgica. Valutò rapidamente la possibilità di estendere un collegamento mentale diretto con l'individuo che lo stava disturbando, ma dato il suo stato d'animo cambiò subito idea quantomeno per senso pratico. Un capo-tecnico balbettante con la bava alla bocca non sarebbe servito a niente e alla fine lui stesso avrebbe dovuto occuparsi della faccenda in prima persona. Una perdita di tempo, a quel punto.
    Accettò l'olo-comunicazione mentre Ch.Or.O.S. caricava la diagnostica dell'intero sistema, individuando il problema prima ancora che l'uomo iniziasse a parlare. Lo lasciò fare con calma, ascoltandolo appena mentre questi si scusava per il disturbo ed esponeva la questione con dovizia di particolari, indicando i tentativi già attuati.

    Uno dei connettori è difettoso.

    Il capo-tecnico rimase interdetto. La sua piccola riproduzione tridimensionale in alta definizione mostrò chiaramente una fronte corrucciata dietro la maschera di protezione trasparente. Dubbio, chiaramente dovuto al fatto che lui stesso avesse controllato il flusso di energia senza riscontrare irregolarità di sorta, per puro scrupolo, poco prima di contattare l'Alchimista.

    Durante il controllo non hai escluso il circuito di emergenza e il feedback è risultato positivo malgrado il guasto.

    Un errore semplice, perfino comprensibile considerando che quel genere di tecnologia, almeno in quella variante ibrida, fosse conosciuto appieno solo dal suo creatore e - in sostanza - ancora in piena fase di sviluppo. Lo stupore del capo-tecnico veniva però dal fatto che fosse sicuro di aver escluso quell'ultimo test dal rapporto appena fatto. In ogni caso, senza protestare, riavviò la procedura di controllo, assicurandosi di correggere il presunto sbaglio. Aveva imparato a non ribattere. L'Alchimista tendeva ad avere sempre la situazione sotto controllo e a volte pareva conoscere perfettamente cose che una persona normale non avrebbe neanche potuto intuire. I risultati del nuovo test confermarono ovviamente il difetto del connettore. Il capo-tecnico si scusò profusamente per la perdita di tempo. Black Gemini lo liquidò con un gesto di mano, interrompendo la comunicazione.

    Dovrei pensare seriamente a quel metodo di auto-riparazione. - mormorò a mezza voce. Ch.Or.O.S. prese un appunto e iniziò a caricare progetti più o meno datati, per lo più relativi alla miniaturizzazione dei droidi, al miglioramento della strumentazione di manutenzione e alla creazione di routine di gruppo per dirigere l'intervento di piccoli sciami con una funzione comune.
    I trentasette minuti successivi servirono a verificare la fattibilità di un prototipo secondo alcune intuizioni che aveva avuto mentre un altro tecnico lo contattava in merito a un dubbio abbastanza serio. A quanto pareva il progetto che la sua squadra doveva seguire per la costruzione di un mini-reattore si era trasformato improvvisamente in un'intricata mappa di un continente il cui nome risultava illeggibile in qualsiasi lingua umana. Grazie all'intervento dell'I.A. e a un rapidissimo aggiornamento del terminale utilizzato dalla squadra, i dati tecnici vennero ripristinati e il lavoro ripreso in pochi secondi.
    Con un certo fastidio si rese conto che le specifiche del prototipo di mini-droide risultassero per lo più incomprensibili. Il testo era sostituito da una sorta di flusso numerico verticale e gli schemi erano sovrapposti secondo un ordine spiraloide simile alla proporzione aurea. Eppure li aveva appena compilati e - di certo - non ricordava di averli codificati in alcun modo. La sua mente doveva aver fatto tutto per conto proprio.
    Diede ai tre cervelloni sintetici la libertà di tradurre e sbrogliare quel macello, dato che non aveva minimamente voglia di riscrivere tutto da capo, mentre lui cercava di ricordarsi a cosa stesse lavorando prima di venire interrotto.

    Senza rendersi conto di come ci fosse arrivato si ritrovò nuovamente in favore di gravità, i piedi appoggiati a terra. Era sicuro di trovarsi sospeso da qualche parte fino a pochi istanti prima. Fluttuare senza peso in uno spazio nero privo di riferimenti visivi lo aiutava a pensare meglio, di solito. L'angolo di universo termicamente morto che aveva scelto per quella sessione aveva un che di decadente e nostalgico. Nulla che si potesse vedere, ovviamente. Al contrario, si trattava più di una sorta di impressione viscerale.
    Eppure era tutto cambiato. Non si trovava più nel buio assoluto, ma in un luogo che conosceva molto bene, anch'esso privo di vere fonti di luce, sebbene irradiato da una strana luminosità autogena o quantomeno incoerente con le normali leggi di ottica e rifrazione.
    Gli capitava sempre più spesso di essere distratto dai suoi pensieri o dai compiti che tentava di portare a termine. Talvolta viaggiava attraverso intere galassie in un battito di ciglia soltanto per assecondare un desiderio inconscio o soddisfare la pura curiosità senza nemmeno pensarci, o meglio senza concretizzare un desiderio, seguendo invece il superficiale bisogno.
    Quindi... cosa l'aveva condotto lì, al centro del suo dominio? Perché si sentiva tanto pesante? Perché gli era così difficile mantenere l'attenzione su un singolo elemento?
    Una stringa di pensiero tornò a comunicare con Ch.Or.O.S. in cerca di una risposta o almeno di un indizio.
    Non si aspettava quella risposta.

    3Alchemist { - 0 PROTOCOL - ALERT - BREACH DETECTED -
    - section: WALL - level: sub-terror -
    }

    Così presto?

    Senza sprecare secondi preziosi e tentando di aggrapparsi alla piena lucidità guadagnata grazie a quell'affermazione, Lawrence espanse i sigilli che aveva posto su sé stesso tempo prima, rendendoli visibili e concreti. La Geometria prese la forma di un anello fissandosi nello spazio attorno a lui, in maniera da permettergli un più attento esame delle strutture che la componevano. Lo spessore dell'anello era denso di linee e codici, tanto da costringerlo a espanderne il contenuto e svilupparlo su più piani per analizzarlo nella sua interezza. Era CROWN, la corona, un'impalcatura che racchiudeva tutte le formule atte a limitare la presa degli Dei Esterni sul suo prezioso cervello, creata dopo gli infiniti fallimenti dei suoi predecessori sulla base degli stessi sigilli che mantenevano integro quel frammento di Sottosopra, il centro e la chiave di volta.
    Il problema si trovava in profondità, nella sezione di CROWN che limitava ciò che non poteva essere cancellato o dimenticato, ciò che già si annidava dentro di lui. WALL, il muro, arginava il dolore, la follia, la tortura, le mutilazioni, la sofferenza, la disperazione. Tratteneva le voci, gli artigli, le spire. Nascondeva gli occhi. Il vero problema erano gli effetti collaterali.
    All'inizio il contrappasso del sigillo di protezione era solo un generico ottundimento di alcune delle sue funzioni superiori, una sorta di anestesia emotiva che lasciava filtrare solo i picchi di umore più estremi, nulla di anche solo lontanamente invalidante. Al contrario, si era accorto di poter contare molto di più su una mente normalmente libera da afflizioni di vario tipo. Con l'aumentare del suo potere, però, era stato costretto a rinforzare anche il muro, sperimentando un'aspecifica soppressione di determinati elementi chiave, una mutevole selezione di esperienze che veniva resa inerte pur rimanendo immagazzinata nella memoria a lungo termine. In pratica, certi dettagli venivano nascosti - perfino a lui stesso - in modo che non potessero fungere da appiglio per influenze esterne che tentavano di utilizzare il Necronomicon come ponte per infettarlo.
    Ma tutto questo complesso sistema andava continuamente rimaneggiato: da una parte i sigilli erano posti sotto un costante stress che finiva col consumarli e dall'altro la sua mente tendeva a ribellarsi a tali costrizioni, creando utili scappatoie per aggirare gli ostacoli.
    Era fortunato che il malfunzionamento avesse provocato solo un disturbo di attenzione di quel tipo. Sempre che fosse tutto, ovviamente.

    Segni di contaminazione?

    3Alchemist { None detected }

    Fece scorrere una nuova ondata di energia attraverso le trame già esistenti, rinforzando i punti in cui la struttura mostrava segni di indebolimento, seguendone la composizione fino al punto correttamente indicato da Ch.Or.O.S. in una delle componenti accessorie di WALL modificandone infine la ramificazione affinché guadagnasse maggiore stabilità, per poi passare a ricostruire il nucleo da capo. Quando ebbe completato l'operazione non percepì alcun beneficio, ma lo ritenne abbastanza normale, data la limitata estensione dell'errore. Quantomeno quella piccola crisi poteva dirsi risolta. O almeno rimandata. Sapeva che avrebbe dovuto cercare una soluzione più definitiva, se il suo potere si fosse spinto troppo oltre.

    Soppesò l'idea di stendersi e riposare, forse addirittura dormire. Sarebbe stata una scelta saggia. Sana.
    Ovviamente Lawrence non optava quasi mai per l'opzione più sana, non se aveva per le mani qualcosa di interessante. E si era appena ricordato cosa l'avesse condotto alla Chiave del Sottosopra.
    Spese qualche istante per istruire l'I.A. sulla supervisione dei lavori, sperando che 2Human non iniziasse a insultare i tecnici come l'ultima volta in nome dell'"effetto psicologico positivo di reazione alle critiche" che aveva sperimentato tramite chissà quali algoritmi.
    Lei invece lo stava già aspettando. Era immobile al suo posto, adornata da quegli abiti così comicamente anacronistici, un tocco di una personalità a dir poco peculiare. L'Automa lo salutò accennando un inchino.
    L'Alchimista stese la mano verso il centro della grande piattaforma nel centro di quel luogo, rivelando i milioni di miliardi di configurazioni geometriche che lo componevano. I sigilli erano in movimento, un lento moto costante simile a quello degli ingranaggi di un orologio gigante. Un gran numero di sottili linee si alzò dalla base, dando forma a una rappresentazione schematica di ipersfere sovrapposte.

    Per quanto complesso, quell'insieme di forme non-euclidee non era che una miserrima frazione di ciò che sarebbe stato il progetto ultimato: una completa mappa del Multiverso Fallimentare e dei suoi rapporti con le dimensioni tangenti del Multiverso Materiale. L'obiettivo era più che ambizioso, soprattutto considerando che - malgrado il generale degrado e i difetti strutturali - i singoli universi da mappare erano comunque straordinariamente ampi e diversificati.
    Aveva iniziato quel lavoro quasi come un passatempo, spinto da una scintilla di curiosità e forse follia, ma presto aveva preso l'abitudine di dedicare a quell'occupazione una sostanziale fetta di ciò che poteva definire "tempo libero". Osservò la sezione di mappa che stava cercando di espandere e si concentrò sulla struttura della Realtà in quella sua precisa fluttuazione, notando con piacere che la sua attenzione fosse tornata stabile.

    DiEj49W

    Sulla Terra, Death Queen Island sperimentò un lieve calo di tensione, mentre una gargantuesca quantità di energia cosmica della Lacrima veniva deviata per sostenere la piena potenza dei processori quantici di Ch.Or.O.S. per il tempo necessario a convertire le percezioni di Lawrence in dati, elaborarli in una rappresentazione e rapportare tutto quanto alla scala in uso. Il processo venne ripetuto in un tempo relativamente ridotto, fino di fatto a compilare l'interezza della parte misurabile di quell'universo. Una goccia di sudore gli scivolò lungo la tempia. Era già in affanno, ma la sua resistenza a quel processo stava migliorando.

    Bene. Andiamo avanti.



    narrato - parlato - pensato - °telepatia°
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    riassunto azioni » -
    lawrence s. conley | energia viola | black gemini {vii}
    abilità »

    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Per questo motivo, anche se possono essere sciolti oppure spezzati con la forza a costo di un notevole dispendio energetico, i sigilli sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'attacco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

    tecniche »
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final


    Edited by Him3ros - 11/6/2022, 23:43
     
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    Capitolo I - Runaway



    2


    Continui, e continui, e continui.

    Come prima, ti rendi conto di come sia un obiettivo estremamente complesso da raggiungere, quello di realizzare una mappatura stabile delle zone del Sottosopra; la geografia – soggetta alle regole del chaos e alla natura non euclidea della realtà stessa – è colpita da violenti mutamenti, talvolta, così come da fenomeni lontani dal comune immaginario scientifico.

    Ed è proprio durante una delle varie fasi della tua macroanalisi che qualcosa si presenta al tuo sguardo: i tuoi sistemi percepiscono un movimento fin troppo regolare al limitare della zona ancora sconosciuta, con quella che sei arrivato a delineare, a conoscere con approccio distante.

    Non avendo osservato da vicino il fenomeno che ha scaturito questo tipo di allarme, ti rendi conto di come esso presenti dei dati parziali ma, nonostante ciò, abbastanza chiari: un piccolo gruppo, una cellula composta da quattro organismi, si muove in modo regolare – in linea retta – con velocità decrescente. Nel momento in cui sono rientrati nel campo da te controllato, hai notato un calo nella velocità di movimento.

    Tu conosci come funziona la mente delle creature completamente infettate dal veleno del Sottosopra, in modo simile a coloro che comandi. È un comportamento che si applica anche in questo avvenimento? Quand’è che il caso e la coincidenza diventano… Un pattern?

    Per te non è difficile arrivare in quel posto; l’ambiente roccioso, apparentemente deserto, sembra possedere una forza di gravità molto sottile, che permetterebbe di spostare enormi pesi con una facilità disarmante. Ciò che ti colpisce è una strana composizione di rocce: raccolte ed ammassate in modo circolare, come a delineare un’enorme barriera, oltre la quale percepisci le presenze che cerchi. È qualcosa di improvvisato, di grezzo, fatto nemmeno troppo tempo prima del tuo arrivo. La tua mente capta qualcosa, come un ronzio leggero che diventa sempre più intenso, sempre più confuso. Non sono vere e proprie parole, quelle che senti con la forza del pensiero, ma più sensazioni che ti ispirano quel comando.


    Via. Pericolo. Via. Minaccia.


    L’ultima cosa che riesci a sentire è uno schiocco, un rumore secco, prima che da oltre le rocce parta una pioggia di colpi.




    _____________________________________

    Angolo Master

    Direi che è arrivato il momento, per Law, di andare a controllare cosa succede di strano :zizi:
    Ugualmente a prima, puoi gestire la partenza come preferisci, riesci a triangolare la direzione e il punto giusto in cui intercettare la presenza.

    La pioggia di colpi di cosmo grezzo, da oltre la barricata, è ad Energia Rossa

    Cosa fai? Come sempre, a te la scelta.
     
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    Vagò tra le pieghe dello spazio per un tempo indefinito. Non c'erano riferimenti, in quel luogo, adatti a distinguere un'ora da un minuto. Avrebbe semplicemente continuato finché non avesse sentito il bisogno di bere, mangiare o dormire.
    Di tutte le sue infinite occupazioni, quella era la più affascinante. Le limitazioni di WALL gli impedivano di sperimentarne le sfumature più piacevoli, che venivano sepolte sotto una marea di codici e vincoli emotivi, ma quando vi si immergeva totalmente non esisteva noia o stanchezza.

    Spostò una minuscola frazione della sua attenzione verso il processo di conversione, che aveva appena subito una ripida impennata a causa del volume dei dati appena riportati. Era naturale, dopotutto gli ammassi di galassie all'interno degli universi meno degradati potevano offrire una quantità di informazioni pressoché illimitata.
    Le informazioni grezze andavano poi analizzate. Alcune cose aveva imparato a trattarle per conto suo, a furia di tentativi, altre dipendevano dal sistema sensorio delle sue creature o dalle misurazioni e rilevazioni strumentali condotte dall'I.A. in parallelo.
    Purtroppo non aveva un vero e proprio ordine da seguire. Si limitava a considerare per primi i mondi tangenti, quelli più simili tra loro, sperando di muoversi con criterio all'interno di una struttura che non aveva nulla di fisso. Molto presto era stato costretto a implementare funzioni di calcolo tali da spingere le capacità di rilevazione del movimento fino al punto da prevedere il moto erratico di alcune linee dimensionali, o quantomeno desumere la probabilità che in ogni momento un dato universo si trovasse in un dato punto. Con sua sorpresa quel metodo di indagine basato sullo studio delle teorie alla base della meccanica quantistica aveva premiato il grande sforzo necessario a completarlo. Gli errori erano all'ordine del giorno, ma la continua verifica li stava riducendo significativamente.
    Quel tipo di operazione non sarebbe stata possibile da un altro luogo. La presenza stessa della Chiave in rovina era l'unico elemento in grado di garantire un minimo ordine in un multiverso inondato dal caos. Tale funzione lasciava delle tracce energetiche, una via preferenziale per le stringhe cosmiche che permetteva di schematizzare il ruolo di quel piano al "centro" di ogni cosa. Il suo punto di partenza.
    Così, molto lentamente, una semplice rappresentazione in scala infinitesimale era diventata un minuscolo ingranaggio di un meccanismo mastodontico, che comprendeva posizione fisica di stelle e pianeti, rilevazioni sulle componenti materiali e sulla qualità dell'energia, stime gravitazionali, moti relativi interni e previsioni di macro-moti esterni.

    Il grado di concentrazione richiesto dal processo era talmente alto da costringerlo a fermarsi per qualche minuto ogni ora circa. Durante quelle pause lasciava che il ponte dimensionale del suo strano osservatorio rimanesse aperto per non rischiare di perdere la connessione col giusto settore. Onde evitare inutili perdite di tempo, Ch.Or.O.S. continuava in background a lavorare sulle rilevazioni locali, scavando in profondità nelle informazioni rilevate e incrociando i dati con quelli raccolti in momenti diversi, per verificarne l'attendibilità, riportando poi i segnali più significativi.
    Lawrence aveva chiuso gli occhi, respirando profondamente e lasciando fluire liberamente i pensieri, tentando di svuotarsi la mente per qualche istante e allentare la pressione sul sistema nervoso.
    Un tentativo fallimentare, interrotto sul nascere dall'I.A. tramite una semplice notifica.

    3Alchemist { data anomaly - code 133 }


    Prima di rendersene conto era già immerso nel turbine di codici. Scavò fino a raggiungere la singola stringa che identificava il curioso caso anomalo appena rilevato. Uno o più corpi in una traiettoria di movimento semplice, differente dalle caratteristiche desunte dagli schemi comportamentali e dalle previsioni fatte sui biomi del resto del sistema stellare e dei corpi celesti più vicini.
    La situazione gli ricordò molto da vicino il fastidio sperimentato nel momento in cui le coscienze degli antichi Alchimisti avevano tentato di sottomettere la sua o di mettere alla prova l'ultimo erede. La vera motivazione continuava a sfuggirgli e in ogni caso non gli importava ora come non gli era importata al tempo. I morti devono restare morti e non devono curarsi degli affari dei vivi. Quella piccola deviazione di pensiero gli lasciò uno strano peso sul petto, come se si fosse dimenticato qualcosa di importante. Un evento improbabile, a dire il vero. Era decisamente più plausibile che si trattasse di uno strascico del cedimento del sigillo appena avvenuto. Lasciò correre, mentre una più accurata analisi si delineava davanti ai suoi occhi.

    Quattro elementi. Moto rettilineo. In decelerazione.

    La stranezza partiva dalla quantità. Era generalmente più abituato a singole entità o gruppi molto numerosi. Di per sé non significava nulla. La traiettoria poteva indicare solo un obiettivo preciso, un'ottimizzazione del tragitto da un punto A a un punto B senza erratiche deviazioni. Ancora una volta non si trattava di un indizio inequivocabile se preso a sé, ma assumeva un certo peso se accostato agli altri.
    Lawrence si era mosso per molto meno. Aveva preso la decisione di indagare personalmente ancora prima di aver conferma che valesse la pena farlo.

    Si sono appena fermati.

    I portali da quel luogo verso il multiverso erano sempre particolari, carichi di un attrito e una sofferenza insita nelle maglie dello spazio-tempo che non riusciva a ignorare, per quante volte l'avesse sperimentata. La transizione da un punto all'altro del Sottosopra, invece, era meno traumatica.
    Comparve a circa un metro di altezza sopra la landa polverosa, mentre ancora 3Alchemist sciorinava i dati ambientali. A quanto pare si trovava su un satellite roccioso di un pianeta di medie dimensioni, che occupava una buona parte del cielo visibile con la sua massa rossastra. L'atmosfera era rarefatta, composta per lo più da gas non assimilabili alle varie tavole periodiche che era stato costretto a compilare per catalogare i singoli universi. Le analisi a tale riguardo erano ancora in corso.
    Si guardò intorno constatando un paesaggio privo di particolarità evidenti. A perdita d'occhio si stendeva una piana rocciosa, nulla a che vedere con le masse organiche planetarie che aveva osservato da lontano, o con le foreste di cristallo vibrante che aveva attraversato, oppure ancora con i turbolenti crogioli di materia ed energia generati da un'entropia fuori controllo.
    Un deserto. Un luogo davvero poco interessante all'apparenza, ma non mancava di emanare la caratteristica firma energetica che caratterizzava anche il resto del suo dominio.
    Era ormai abituato a riconoscerla, quella traccia, la firma profonda lasciata da un conflitto antico quanto il concetto stesso di creazione. Ci viveva dentro, la sentiva arrampicarsi ai margini delle sue percezioni nonostante tutte le precauzioni e le difese che continuava a erigere. Non si stupiva certo della triste sorte dei suoi predecessori e di tutti coloro che avevano dovuto affrontare quello stesso gravoso compito. La follia è sempre stata il prezzo ultimo da pagare per l'insolenza di chi osi indagare troppo a fondo nelle radici dell'esistenza, ma in quel luogo la follia era l'aria stessa, così come i sassi e la sabbia su cui stava per poggiare i piedi.

    La scarsa accelerazione gravitazionale accompagnò con una strana dolcezza il suo corpo appesantito dall'armatura nel contatto con la superficie del corpo celeste. Si diede qualche secondo per abituarsi alla differenza, muovendo braccia e gambe e controllando gli spostamenti di ciascuna parte del corpo con più attenzione del solito. Era sempre una sensazione bizzarra, ma non si trattava certo del suo primo giro di giostra.
    Smise presto di occuparsi delle questioni meccaniche per passare a cose più urgenti.
    L'interno del visore sullo schermo gli mostrò la ricostruzione della traiettoria di spostamento delle quattro creature. Alle sue spalle fiorì una raggiera di linee cosmiche, a formare il corpo fittizio di Choros. La creatura, in quella forma ridotta, si limitò a ruotare sul suo asse, espandendo subito la sua coscienza. Lawrence fece lo stesso e le due percezioni si intrecciarono a formare un perfetto continuum in grado di sondare oltre il piano fisico di esistenza, mentre un altro sigillo veniva intrecciato, una chiave di potenziamento per la sua mente, che gli avrebbe concesso di ragionare più rapidamente e di proteggersi con più efficienza in caso i suoi inquilini si fossero dimostrati meno affabili di quanto stesse sperando.
    Solo allora si mise in marcia, percorrendo a una velocità del tutto umana l'ultimo tratto di strada che li separava dall'obiettivo, momentaneamente fermo a circa un miglio dalla loro posizione.

    Il viaggio fu breve e privo di sorprese. A quanto pareva quel satellite non brillava certo per la concentrazione di attività sulla superficie, variabile che forse aveva aiutato proprio la rilevazione che l'aveva condotto lì.
    La prima cosa che notò fu la sistemazione irregolare - o per meglio dire innaturale - delle rocce. Un muro incurvato. Una barriera... o forse una trincea. Era un'opera che non sottintendeva una grande cura. Sembrava posticcia o quantomeno preparata troppo frettolosamente per durare. Senza alcun dubbio, però, testimoniava la presenza di una forma di vita pensante in grado di modificare l'ambiente per trarne beneficio. La presenza di più elementi denotava volontà o necessità di aggregazione.
    Tutte osservazioni che cozzavano con la persistente impronta caotica che andava ben oltre quella ambientale.
    Stava per spingere la sua mente verso le creature per sondarle a distanza, quando captò una serie di segnali mirati. Al pari della costruzione di pietre, la stentata comunicazione mentale era grezza e approssimativa, tanto che non gli fu chiaro se si trattasse di un avvertimento o di un'involontaria esternazione di paura.
    La cosa che invece comprese perfettamente fu l'attacco successivo. Debole. Un colpo di avvertimento? La pioggia di colpi superava di varie misure la velocità del suono, ma non rappresentava un pericolo per un Alchimista in allerta. Due vortici di spazio puro rinforzati dalla Geometria si generarono ai suoi fianchi, intersecandosi sulla proiezione del suo asse sagittale. Il cosmo avversario venne catturato dalle anomalie e si agitò, spinto a una deviazione forzata e posto in un equilibrio dinamico di forza che - per il momento - ponevano tutto in stasi.
    Avrebbe potuto rispedire l'attacco al mittente. Ci pensò seriamente per una frazione di secondo. In altri momenti non avrebbe esitato davanti a un pericolo diretto, ma la situazione stuzzicava una parte di lui che riusciva ancora a non cedere alla più facile e violenta soluzione di soppressione.
    Lasciò quindi che l'energia fosse libera di sfogarsi, esplodendo ben lontano da lui e dal muro, sollevando una grande quantità di polvere nell'impatto.
    Espanse la mente, cercando di modularne la pressione e imitando il metodo di comunicazione per concetti che aveva captato, semplificando però il messaggio.

    basta


    Sfiorò soltanto con la sua emanazione cosmica il margine del muro di pietre, abbastanza per farlo tremare. Quello si, sarebbe stato un avvertimento da parte sua. Era curioso di capire cosa ci fosse al di là di quella primitiva difesa e di come sarebbe stato interpretato il suo gesto.



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    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Per questo motivo, anche se possono essere sciolti oppure spezzati con la forza a costo di un notevole dispendio energetico, i sigilli sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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    Capitolo I - Runaway



    3


    Il tuo avvertimento, così come la vibrazione cosmica che emani attraverso l’aria e la barriera, non passano inosservati. Per qualche minuto c’è silenzio, in cui avverti una condensazione cosmica dietro lo stesso muro; poi, all’improvviso, senti qualcosa schioccare e strisciare, senti il grosso masso frontale spostarsi con lentezza e una massa cangiante muoversi in rapida velocità verso di te, frontalmente.

    Quando arriva a pochi metri da te, con zampe e denti schiusi, qualcosa da dietro la trattiene, bloccandola e impedendole di lanciarsi completamente sulla tua figura. Tuttavia, quello che vedi è davvero peculiare. Quattro figure insettoidi si mostrano, nervosamente schioccando e strofinando i loro arti, facendo muovere a intermittenza le loro ali. Anche quella che ha tentato di assalirti si allinea agli altri e, insieme, cominciano a inclinare la testa in tua direzione. Una volta realizzato che non le stai attaccando, il loro atteggiamento ostile si calma, nonostante continuino ad essere in allerta.

    Simile. Nemico. Dubbio. Alleato.

    Questa volta, non sono solo sensazioni; ti rendi conto che la tua mente riesce a captare una forma basilare di comunicazione, lontana dalla complessa codificazione linguistica. Cionondimeno, è un modo più evoluto rispetto a come comunichi con le tue evocazioni; ti permette di capire che possiedono una forma di intelligenza più sviluppata. Uno di loro si volta nervosamente verso la direzione da cui sono venuti, un altro gli colpisce la testa con la zampa, facendolo voltare.

    Pericolo.

    Uno si avvicina lentamente; percepisci curiosità in lui. Ti gira lentamente attorno, emettendo piccoli schiocchi dai denti, ti sta chiaramente studiando.

    Simile. Chaos. Infetto.

    Fisicamente li vedi molto diversi dagli esseri del sottosopra che hai sottomesso; percependoli da vicino, con calma, e osservandoli, ti rendi conto che in loro c’è indubbia presenza di infestazione caotica, ma non sono prodotti di essa, e la contaminazione – per quanto consistente – non è completa. Un altro di essi si avvicina di più; capisci che non hanno occhi, ma possiedono qualche forma di percezione tramite le appendici sulla loro testa.


    Minaccia. Pericolo.


    Si alza di qualche metro da terra, per poi abbassarsi di nuovo, come a catturare la tua attenzione, spostandosi nella direzione da loro già conosciuta. Guardare in loro ti permette di comprendere completamente lo stato d'animo: spaventato, preoccupato per qualcosa.




    _____________________________________

    Angolo Master

    Siccome abbiamo scelto la strada del non far esplodere a vista, ecco a te quattro esseri strani.

    Come detto nel post, non sono propriamente simili alle creature che controlli, hanno carattersitiche vagamente diverse e sono capaci di una comunicazione basilare, il che significa che puoi interagirci :zizi:
     
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    Attese.
    Non era mai stato un tipo particolarmente paziente, ma non poteva nemmeno dirsi irragionevole.
    Già la mancanza di un ulteriore assalto stava a significare che quell'attesa avesse un senso, una sua logica. Ebbe il tempo di pensare con più attenzione a ciò che aveva visto e sentito, alle impressioni che la sua creatura aveva catturato. Iniziò inevitabilmente ad abbozzare qualche ipotesi, ma non raggiunse nessuna risposta concreta. L'unico dettaglio certo era la spiccata differenza con le creature in cui si imbatteva durante le sue esplorazioni.
    Gli esseri del Sottosopra non erano interamente caotici, così come non lo era la natura originaria di quel multiverso; la loro biologia e i loro schemi mentali erano tuttavia delineati e costruiti su basi pericolosamente instabili, tramite materia ed energia sempre meno differenziate mano a mano che ci si immergeva nel crogiolo, il metaforico abisso mano a mano più simile ai reami esterni. A prescindere dal grado di entropia e dell'influenza di quest'ultima durante il loro arco vitale, essi erano il risultato di un sistema ibrido tra ordine e disordine, che a sua volta si basava su materie ed energie costitutive solo parzialmente concordi alla volontà demiurgica dei Protogenoi. Per tale motivo gli era possibile controllarli in maniera perfetta pur non possedendo alcun effettivo potere diretto sul Caos.

    Trovandosi di fronte la creatura non riuscì a fare a meno di identificarne i tratti e le caratteristiche fisiche con ciò che conosceva. Ancora prima di preoccuparsi per l'attacco - probabilmente un gesto istintivo, dovuto alla necessità che tutti gli essere hanno di sopravvivere e difendersi dai predatori - stava riflettendo sulle profonde somiglianze tra la macchia colorata appena distinguibile e certe famiglie di artropodi.
    La creatura si fermò a un soffio da lui, rendendo inutile una vera e propria difesa, ma mettendolo nelle condizioni di approfondire le vaghe impressioni appena catturate.
    La forma lo lasciò quasi indifferente, abituato com'era ad aspetti molto più difficili da sopportare. O semplicemente la sua accettazione era evoluta tanto da non confondersi col fetore relativista di chi crede che la propria specie sia l'unica formalmente accettabile.
    Il colore, che aveva distinto da una macchia sfocata nel momento in cui l'attacco era stato interrotto, era molto più affascinante da un punto di vista puramente costitutivo. Non poté fare a meno di chiedersi cosa avrebbe mai rivelato un'accurata analisi chimica e spettrografica completa di un solo, minuscolo frammento di carapace. Sempre che "carapace" fosse un termine corretto.
    Quando gli altri soggetti sbucarono dalla barricata vide che appartenevano tutti alla stessa razza, almeno apparentemente. Recuperando qualche nozione di zoologia avrebbe potuto accomunarli a una complessa mutazione di organismi simili ai decapodi, ma ovviamente il numero di arti avrebbe prontamente reso la definizione inutile, oltre che ridicola. Non erano aragoste.
    Al contrario, ogni aspetto che si soffermava a osservare lo portava sempre più lontano dal primo, sciocco tentativo di condurre similitudini con anatomie terrestri. Certo, era innegabile che la vita - perfino a interi universi di distanza - seguisse un insieme di regole precise, che col passare di innumerevoli ere doveva aver selezionato categorie evolutive e soluzioni naturali molto simili tra loro.
    Non riuscì nemmeno a capire se si trattasse di organismi terrestri o anfibi. Sembravano saper sfruttare l'ambiente in maniera efficiente e sensata, facendo propendere per la prima soluzione, ma aveva davvero troppi pochi elementi per dirsi certo della cosa.

    Più che essersi fermato da solo era chiaro che l'esitazione e l'interruzione dell'attacco fosse opera di uno degli altri individui.
    Comportamento sociale, unito a strategia e comunicazione. La barricata, il colpo di avvertimento, una razionalità sufficiente a capire che non avesse senso continuare l'attacco verso lo strano essere vestito di metallo nero.
    C'era della complessità, della ragione. Non si trattava di puro istinto o di intelligenza commisurata alla sussistenza animale. No, esistevano delle chiare intenzioni, scintille, barlumi di un pensiero superiore dietro all'insieme di comportamenti che poteva vedere davanti a sé.
    Un'altra prova della loro diversità, del loro essere mosche bianche in un marasma di casualità.
    Poteva dirlo con certezza, dopo anni passati a studiare l'assurdità incarnata dai Grandi Esseri, che non riducevano tutto a processi mentali o bioelettrici, ma rappresentavano un costante scambio di masse di coscienza priva di identità, pensiero senza essenza. O essenza senza pensiero diretto, esattamente ciò che per Descartes significherebbe non esistere propriamente.

    E poi qualcosa lo stupì ancora di più: le sensazioni irradiate poco prima dalle coscienze degli esseri si fecero più precise, divenendo concetti. Non davvero parole in quanto tali, ma una buona approssimazione. Per confronto, l'unico modo che aveva per comandare le sue evocazioni era quello di imporre sul loro codice compositivo la sua volontà diretta, a causa delle differenze inconciliabili tra il pensiero ordinato e il pozzo nero di follia che costituiva i loro processi mentali. Choros faceva eccezione, in un certo senso, ma solo grazie alla sua peculiare origine, unica persino nel contesto del Sottosopra.
    Si chiese di chi fosse il merito di quell'evoluzione in positivo, dato che il loro metodo di comunicazione restava in buona parte un mistero. Gli schiocchi e i diversi suoni prodotti dal loro corpo sembravano di qualche importanza in quel senso; capire quanta rilevanza avessero era tutt'altra cosa. Aveva sentito troppo poco per poter elaborare uno schema di riconoscimento o perfino per scovare una traccia degli elementi comuni tra i pochi concetti che gli esseri avevano espresso. Sospettava che la parziale telepatia venisse integrata dai suoni, probabilmente raffinandone gli aspetti più grezzi e meno pratici. Non si aspettava di risalire al loro linguaggio con una base così scarna, ma almeno poteva tentare di avvicinarsi al loro modo di pensare, alla forma mentis che influenzava quel tipo di comunicazione e viceversa, tutto pur di migliorare il suo livello di comprensione.
    L'I.A. giunse più o meno alla stessa conclusione, preoccupandosi però di registrare gli avvenimenti degli ultimi minuti affinché potessero essere studiati in un secondo momento.

    I vari dubbi e tutte quelle ipotesi non potevano però trovare conferma in quel frangente tanto teso. Gli esseri potevano aver colto le sue intenzioni buone o almeno non apertamente ostili, ma restavano guardinghi. Lo studiavano, anche se forse non nello stesso modo in cui lui studiava loro.
    C'erano differenze tra i singoli individui, che si dividevano tra curiosità e diffidenza.
    Non tutti lo consideravano pericoloso. Uno in particolare lo identificava come simile. Una strana associazione, o un concetto quantomeno fuorviante. L'unica similitudine che poteva davvero esserci tra loro era la non-appartenenza a quel luogo. L'idea di "infezione" lo turbò solo fino a un certo punto, avendo avuto a che fare più e più volte con umani o umanoidi decisamente più crudi nelle loro definizioni.
    Il pensiero che qualcuno o qualcosa potesse entrare e aggirarsi indisturbato per chissà quanto tempo nel suo dominio non lo riempiva certo di felicità e pensieri positivi. Le spiegazioni potevano essere molteplici, a partire dall'instabilità del tessuto dimensionale provocata nei millenni dal primo Black Gemini. Aveva bisogno di loro per capire cosa fossero e da dove venissero, ma quel tipo di problema avrebbe richiesto tempo e una capacità di comunicazione molto più estesa di quanto potesse ottenere in pochi secondi.

    I suoi strani amici, infatti, avevano fretta. O paura. O entrambe le cose.
    Fuggivano da qualcosa. Gli sembrava abbastanza ovvio, ancora prima che emettessero concetti di "pericolo" e "minaccia". Erano in allerta, un'allerta che non aveva nulla a che fare con lui. Continuavano a spostare l'attenzione verso la direzione da cui erano venuti, spostando le appendici sul capo in quella direzione. Doveva trattarsi di un apparato sensoriale, forse adatto a sopperire alla vista, dato che parevano privi di occhi.
    Non era però il momento di tornare a interessarsi alla fisiologia aliena. Doveva capire di più.

    ° Minaccia? Pericolo? °

    Non sapeva come porre una domanda in maniera da risultare comprensibile alle creature, quindi utilizzò semplicemente gli stessi identici concetti e idee che erano arrivati alla sua mente, mischiandoli a dubbio e alla necessità di ottenere più informazioni.
    Poteva combattere o poteva aiutarli a fuggire in maniera molto più rapida ed efficiente, ma non aveva nessuna intenzione di farlo alla cieca. Inoltre non voleva complicare troppo il suo messaggio per evitare fraintendimenti, perciò si limitò ad accompagnarlo con la chiara immagine del suo cosmo che si espandeva e lo avvolgeva in un chiaro intento d'azione.



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    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Per questo motivo, anche se possono essere sciolti oppure spezzati con la forza a costo di un notevole dispendio energetico, i sigilli sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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    Capitolo II - Turning back and holding on



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    Pericolo. Alleato. Aiuto.

    Ancora, le voci si presentano alla tua mente, ma questa volta non cercano più di attirare la tua attenzione, bensì, la veicolano tutti insieme verso un punto lontano. In tua presenza, sembrano aver smesso di tremare così tanto e, in maniera graduale, sembrano approcciarsi con più sicurezza e facilità. Quella che prima sembrava più amichevole si avvicina ancora di più, poggiando una testa in prossimità della tua mano, come se la stesse annusando - anche se sprovvisto di olfatto, apparentemente. La consistenza dei suoi organi percettivi è diversa dalle creature del chaos che hai incontrato fino a quel momento.

    Fratello. Pericolo.
    Grande. Abitante. Prima.
    Dolore. Chaos.


    Sembra quasi uno sforzo per lui, ma capisci che sta tentando di spiegare qualcosa. Si muove in maniera errante di nuovo, prima di puntare - assieme agli altri - nella direzione sconosciuta. Le ali insettoidi cominciano a ronzare e gli altri tre si sollevano per qualche secondo nella stessa direzione, prima di atterrare di nuovo e voltarsi verso di te. Una delle zampe dell'essere più in prossimità. Ti vogliono portare lì, ormai puoi capirlo senza alcun dubbio o problema; forse è la presenza del Signore del Sottosopra, forse è perché si sentono simili a te, perché la tua presenza - il tuo cosmo - fa capire loro molto più di quanto potrebbe farlo il semplice vederti o ascoltarti.

    Grande. Abitante. Pericolo. Morte.
    Chaos. Corrompe. Comanda. Avanza.
    Grande. Abitante. Prima. Lasciato. Pericolo. Pericolo. Aiuta.


    Tremano ancora una volta, forse una forma di percezione di un ricordo, una memoria, simile a quando rabbrividisci dopo aver ricordato un trauma. Si stringono tra di loro; nel modo di pensare, nella maniera in cui si comportano, fanno quasi pena. Devono essere scampati a chissà cosa per un caso fortuito. Uno di loro mette di nuovo la zampa sotto la tua mano, come ad alzarla e a trascinarti. Senti la connessione con gli esseri del chaos che comandi vibrare per qualche secondo. A loro modo, ti stanno dicendo di fare attenzione - ti stanno mettendo in guardia. Non verso i tuoi nuovi 'amici', ma verso qualcosa di diverso. A modo loro, ti confermano quel senso di preoccupazione che anche i quattro sconosciuti hanno portato alla tua attenzione. Nel momento in cui sondi ancora le loro menti o i loro spiriti, percepisci i ricordi di una fuga, un'enorme ombra che si estende, un lampo rosso che squarcia nubi del medeismo colore. Il tuo indagare si interrompe subito.

    Grande. Abitante. Solo.
    Prima. Lasciato. Rimasto.
    Chaos. Corrompe.
    Pericolo. Fratello.
    Pericolo. Aiuto.










    Movimenti sconnessi, un dolore che arriva nelle profondità delle viscere
    Il freddo lo coglie e un grido è rivolto verso un punto lontano
    Triste. Ferito. Pericolo.






    _____________________________________

    Angolo Master

    A modo nostro, in maniera molto peculiare, i bzz boys cercano di comunicarti qualcosa. Da loro, ovviamente, non puoi aspettarti una comunicazione connessa da un filo logico.

    Ti indicano un posto e sembrano vogliano portartici, che fai?
     
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    La risposta al suo gesto fu molto più umana - o in generale animale - di quanto si fosse prefigurato.
    Pur non mettendo in dubbio l'esistenza di uno schema comportamentale accomunabile a tutti gli esseri biologici, anche uno come lui faticava a non interpretare certi gesti o reazioni attraverso la mera similitudine con forme di espressione già conosciute.
    Più e più volte si era scontrato con quel concetto, senza tuttavia riuscire a ottenere dai suoi studi una risposta precisa. Era probabilmente colpa della sua anima da antropologo, la passione che viveva in lui da quando aveva memoria, che lo spingeva a immergersi in quei dettagli, a trovare un significato ai gesti e ai suoni, al modo di essere, di costruire, di interagire.

    Forse dovrei coniare un termine più adatto di "antropologia".

    L'individuo più prossimo a lui continuava forse a studiarlo. Non gli era chiaro cosa pensasse di ottenere... annusandolo? Era questo ciò che stava tentando di fare? Lo lasciò continuare. In ottica di collaborazione, come anche di studio, un certo grado di fiducia reciproca poteva rivelarsi molto più utile di una momentanea alleanza basata sulla necessità.
    Non poté evitare di chiedersi cosa sarebbe successo se non si fosse trattenuto, se avesse reagito all'attacco e soppresso la minaccia diretta, rispondendo alla cieca senza sapere chi avesse davanti. Non era affatto facile immaginare che tipo di esito si sarebbe potuto avere se al posto suo avesse mandato una delle sue sottoposte, per esempio. Quanto di quell'atteggiamento tutto sommato amichevole era dovuto alla quantità di potere che gestiva? Quanto al suo ruolo? E soprattutto: quanto potevano sapere o intuire quelle creature di tutto ciò?
    Era tentato di indagare in maniera molto più decisa. I suoi dubbi erano forse eccessivi, legati più alla puntigliosità tipica del suo carattere e alla generale mancanza di una comunicazione efficace. Sarebbe davvero servito a qualcosa forzare l'emersione delle risposte violando la mente dei suoi inaspettati alleati? Si e no.
    Negli ultimi anni aveva imparato a valutare quanto e come convenisse forzare la mano nell'ambito della raccolta di informazioni.
    Il primo contatto con le loro coscienze aveva rivelato solo un abbozzo indefinito di pensiero superiore, probabilmente a causa di strutture cerebrali troppo diverse o di un'influenza caotica più grave rispetto a quanto avesse constatato di primo acchito. Per arrivare a comprenderne davvero i pensieri e i concetti più articolati avrebbe dovuto scomporre e schematizzare una sorta di mappa, da seguire a ritroso per ottenere un risultato soddisfacente. Un processo che moriva dalla voglia di intraprendere, col tempo. Tempo che però non aveva, a giudicare dall'agitazione dei suoi amici.
    Certamente sarebbe stato molto più semplice penetrare le difese mentali di uno di loro e farsi strada nella sua psiche senza particolari riguardi, ma al contrario, farlo con delicatezza o discrezione - o rispetto - era fin troppo complesso.

    In sostanza, l'unica opzione possibile nell'immediato era fidarsi.
    Che lui non ne fosse in grado era un discorso a parte. Avrebbe dovuto prendere le sue precauzioni. Fortunatamente non era da solo: Choros, in assoluto silenzio, ruotò sul suo centro di un settimo di giro verso destra e di un altro terzo verso sinistra.

    Molto bene. - rispose lui sfruttando il legame perfetto che intercorreva tra le loro sfere di coscienza,
    Avrebbe pensato esso stesso a monitorare in background le fluttuazioni mentali ed emotive degli esseri, soprattutto per rilevare un'eventuale accenno di minaccia o di aperta ostilità.
    Il loro comportamento si faceva ogni secondo più agitato. Il tempo stava scadendo. Tentavano in tutti i modi di attirare la sua attenzione nella direzione indicata dal più vicino di loro, quello che sembrava fidarsi di più.
    O che semplicemente era più disperato degli altri.
    Tramite le percezioni di Choros, attraverso la strana composizione di note che vibrava in quelle forme di vita, continuava a vedere null'altro che paura. Una paura atavica, più grande di loro, più vasta di qualsiasi spazio siderale. Una paura che aveva colori e forme.

    RJaMnC0

    Quante volte l'aveva vista nelle espressioni molto più chiaramente interpretabili dei pochi umani che era riuscito a salvare da morte certa? Gli occhi di chi aveva visto la guerra, il declino di un intero mondo, una disfatta molto più grande di qualsiasi civiltà esistente. Le aree cerebrali erano diverse, gli effetti biologici anche. Era tutto differente... eppure riusciva a interpretare tutto in modo tanto pulito anche senza sentirlo come un riflesso pseudo-empatico. Forse la paura è davvero un linguaggio universale.
    Le "parole" degli esseri ronzavano nella sua testa prendendo via via sfumature più concrete, mischiandosi sempre più al terrore che ormai non facevano nulla per nascondere.
    Due particolari concetti, tra tutti, finirono per colpirlo.

    grande
    prima


    Un brivido corse lungo la sua schiena. Il brivido della scoperta, il piacere del mistero.
    Gli esseri incatenati al Necronomicon si agitarono, inquieti, ricordandogli una reazione molto simile, sperimentata durante e dopo il suo incontro con le ombre dei vecchi Alchimisti dei Gemelli. Poteva davvero trattarsi di qualcosa di tanto grande e potente da rivaleggiare con i Grandi Esseri? Non sapeva quasi nulla del resto di quel settore e l'idea di trovarvi l'equivalente di un Antico lo intrigava come poche altre cose.
    Di certo, però, doveva esserci una buona spiegazione: per quale motivo le sue strumentazioni e perfino i suoi sensi avevano captato i fuggiaschi e non la massa caotica da cui scappavano? E come erano riusciti a scappare in primo luogo da una minaccia simile? Erano domande che avrebbero trovato risposta solo indagando nella giusta direzione.
    Non era più il caso di aspettare. Il suo cosmo bruciò e si espanse, generando subito le componenti dei sigilli, intrecciandole attorno a sé e fondendole al suo corpo e alla sua armatura. Dopo una breve riflessione la stessa composizione venne forgiata attorno a ciascuno degli altri, andando a creare altre Chiavi identiche alla sua. L'intero processo richiese qualche secondo più del normale per essere ultimato, dovendo trovare il modo di adattare le formule dei sigilli a una base del tutto diversa da quella umana. Fu anzi costretto a semplificare al massimo la struttura per farla aderire a una nuova essenza, spostando e variando i punti di intersezione e i calcoli matematici necessari a chiudere l'opera su sé stessa e renderla effettiva.
    Una volta superato l'intrigante ostacolo, i segni sui carapaci vennero integrati nel corpo degli... Xenopodi? Era un nome come un altro, già utilizzato per definire alcune specie fossili, ma sostituito con definizioni tassonomiche più precise.
    Dovevano sopravvivere, quantomeno al fine di dargli più dati sulla loro fuga e sulla loro origine. Aveva bisogno di sapere ogni cosa, soprattutto se si trattava di informazioni cruciali riguardo alla solidità - o alla permeabilità - delle barriere dimensionali che tenevano il Sottosopra isolato da tutto il resto. I sigilli, inoltre, gli avrebbero dato un chiaro vantaggio in caso di inganni o tradimenti, potendoli sciogliere in ogni istante o nel peggiore dei casi farli detonare a contatto diretto, ponendo fine con ogni probabilità a qualsiasi offensiva.
    Era davvero difficile fingere un simile livello di paura o disperazione, ma era ormai abituato a non dare nulla per scontato, nemmeno la lealtà di chi combatte dallo stesso lato di una barricata.
    Quando parlò lo fece con la voce e il pensiero insieme.

    Andiamo.




    narrato - parlato - pensato - °telepatia°
    status fisico » Buff Resistenza.
    status mentale » Intrigued. Buff Mente.
    status cloth » Perfetto, indossata.

    riassunto azioni » Mi preparo attivando su me stesso il buff a resistenza sommandolo a quello mentale già attivo, quindi lo casto pure sui bzzboys , preparandoci allo scontro (o alla rocambolesca fuga).
    lawrence s. conley | energia viola | black gemini {vii}
    abilità »

    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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    [ Κλείς Mεγίστη ] Kléis Megístē
    Alterare la Realtà è un processo fine e complesso, che solo le menti più alte possono portare a termine. Anche gli effetti macroscopici partono dal microscopico, così come per agire sul Multiverso bisogna partire da sé stessi.
    Questa Chiave Suprema consente di disegnare un articolato sigillo che muta e magnifica il fluire delle energie del soggetto marchiato, partendo dal cosmo e specializzandosi in una particolare funzione diversa per ogni segno. I benefici da essa derivati sono comunque inferiori ad abilità "straordinarie". Ogni singolo sigillo può agire in una sola delle forme codificate.
    - Agendo sui meccanismi di reazione si aumentano le capacità di compliance al dolore e alla fatica, rendendo più sopportabili gli sforzi e i danni subiti sul piano fisico, mentale e spirituale [Buff Resistenza].
    - Agendo sulla mente i sigilli si connettono alla capacità mentale del sigillatore, permettendo ai processi cerebrali di svolgersi con maggiore libertà, arrivando ad acuire l'intelletto e velocizzare lo scambio di informazioni, facilitando le reazioni di fuga da effetti illusori [Buff Mente].

    II - [ χορός ] Chóros
    Il Black Orium è originario del Sottosopra e rappresenta una delle scoperte fondamentali di Darth Furoris per la causa dei Cavalieri Neri. La sua struttura unica permette di assorbire una quantità assurda di energia mentale, rendendolo una perfetta base per forme di intelligenza artificiale. In questo caso più unico che raro, però, non parliamo di un costrutto, di qualcosa di progettato, di voluto. Chorós è una creatura nata da una particolare convergenza di onde psioniche che hanno trovato un nucleo stabile nella materia tramite una grossa massa di Orium, evolvendosi in circuiti e apparati. Il risultato di questo evento fu una gigantesca macchina con coscienza di sé, con un corpo a sezioni rotanti vagamente circolari, composto di uno strano ibrido cristallino-metallico.
    La creatura è legata in modo indissolubile alla natura distorta del Sottosopra, ma il suo scopo è quello di uscirne, di raggiungere e inglobare ogni cosa nel raggio della sua conoscenza. Questa spasmodica ricerca ha portato il linguaggio di espressione a evolversi in maniera radicale, arrivando al punto da potersi insinuare direttamente attraverso i piani più eterei di esistenza. La sua essenza genera moti di energia distorta che viaggiano attraverso le dimensioni, filtrando tra gli strati di realtà e divenendo -per attrito col tessuto dello spazio-tempo- qualcosa di simile a una melodia. Una melodia che non è chiaramente riconoscibile e che esula dai canoni imposti dalle culture umanoidi, risultando strana, deviata e discordante. Non ha spartiti, non ha tecnica, né forma. È pura brutalità.
    Molte specie, tra cui gli esseri umani, utilizzano il suono per comunicare e i movimenti del corpo come sistema offensivo, tuttavia questa creatura ha un comportamento diametralmente opposto: comunica tramite movimenti di rotazione e rivoluzione che sembrano una danza, utilizzando invece la musica come strumento di offesa.
    Questo tipo di attacco, oltre alla possibilità di diffondersi come una potente onda sonora in grado di intaccare la materia, può infliggere gravi danni all'anima della vittima, inibendone di conseguenza le emozioni e la volontà fino a spegnerle completamente, sprofondando il nemico nell'oblio più totale. [Musica (danno spirituale)]
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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