Armageddon: Ghiaccio e Sangue

L'Armageddon su Asgard

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    Protogenos of Death

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    Ghiaccio e Sangue

    PUNTO

    Guarda, laggiù vedo mio padre.
    Guarda, laggiù vedo mia madre,
    e le mie sorelle, ed i miei fratelli.
    Guarda, laggiù vedo la mia linea di sangue,
    Guarda, mi chiamano.
    Mi chiedono di prendere il mio posto tra di loro,
    Tra le mura del Valhalla!
    Dove i coraggiosi possono vivere
    In Eterno!




    I primi ad accorgersi di ciò che stava succedendo furono quei villaggi ai confini del Regno di Odino. La Corruzione li travolse e li inghiottì, aggiungendo i suoi abitanti alle sue legioni.
    Non vi fu cambiamento climatico, ne cataclismi di sorta.
    Asgard era temprata nel fuoco di battaglie divine che si ripetevano in eterno.
    No, il Nemico si manifestò in maniera più permeante. Il vento iniziò a diventare ancora più pungente, sussurrando parole immonde a chi l'ascoltava. I sogni dei più fragili erano colmi d'incubi, gli alberi si torcevano assumendo orride forme, i lupi, gli orsi, e tutti gli altri animali delle zone più esterne mutarono in versioni distorte... più grandi... più assetate di sangue.
    Ogni agente della corruzione pareva fatto di carne, neve e gelo, era come se la vita stessa del Nord fosse stata avvelenata affinché portasse con s'è quella vita ancora pura.

    Le legioni immense di mostri erano seguite da una bruma che mutava ogni cosa su cui passava nella sua versione perversa.
    Non c'era argine a questo mare peggiore della morte.

    Chiunque sarebbe fuggito sperando di morire assiderato prima di venir colto dal Male.
    Non ad Asgard.
    Il Ragnarok aveva temprato gli animi dei soldati, degli abitanti.

    Chiunque si sarebbe abbandonato alla disperazione innanzi al numero sconfinato di avversari che aumentava via via.
    Non ad Asgard.
    Ogni uomo o donna avrebbe vibrato il colpo fatale ad un proprio parente corrotto per vederlo ascendere nel Valhalla

    Le orde erano vicini ai confini murati. Le vedette avevano già avvisato il Celebrante ed i suoi Cavalieri.
    I soldati erano già tutti in posizione, battendo le loro armi sugli scudi, rispondendo al vento oscuro con beffarde grida di sfida, sprezzanti del pericolo.
    Non erano folli, la paura avvinghiava loro il cuore... ma erano guerrieri del Nord.

    La vittoria era ben lungi dall'essere certa, solo una cosa era certa.
    La Corruzione avrebbe versato il suo immondo sangue sul ghiaccio di Asgard.




    Salute guerrieri, la situazione è quella descritta. Asgard è circondata e si prepara all'invasione di un'orda di mostri che non conosce limite. L'animo dei soldati è alto, ma è un vantaggio fragile poiché non hanno ancora affrontato direttamente i mostri.

    La situazione sarà gestita in due fasi:

    Fase I: Organizzazione delle difese. Qui di seguito potete organizzare le difese, creando un topic in dissertazioni varie se volete per aiutarvi. Considerate che avete un ora di gioco prima che arrivino i bestioni (che hanno tra di loro volati mutati grossi e incazzosi, nelle file della fanteria - quelle meglio provviste - uomini corrotti, giganti corrotti, lupi corrotti, elementali di ghiaccio corrotti etc...).
    Discutete pure in gdr, considerando che a parte il primo vostro post in cui dite dove siete e descrivete l'impatto con la situazione i post di discussione della strategia possono essere veloci, di qualche riga. Non siate prolissi dove non è necessario.
    L'ordine di post della prima parte della Fase I, cioè quella in cui capite cosa sta succedendo, è:

    1- Tyg
    2- Tutti gli altri in ordine sparso

    L'ordine di post della discussione strategica in gdr rispecchierà l'ordine creatosi in precedenza.

    Fase II: Botte. Questa fase dipende da che strategia avete stabilito nella Fase I. Io creerò le situazioni che rispecchiano le vostre decisioni. Vedremo quando sarà il momento se gestire la cosa in one post o meno.

    Fase III: ??? La fase III sarà l'esito delle botte...

    NOTA1:

    Tutti riceveranno il messaggio telepatico di Gaz che li aggiorna sul proprio destino e lo potete trovare a questo link:

    https://saintseiyafinal.forumfree.it/?t=64331766

    NOTA2:

    Per i partecipanti alla Quest Alle Montagne della Follia.
    Considerate che sono passati due mesi circa da quegli eventi, quindi non avete problemi di trama o gdr per partecipare a questo evento.
    Anche se l'incontro dei cavalieri non c'è ancora stato consideriamo se ullallà vi racconta cosa ha letto nelle cronache dei vichinghi sapete che c'è un accenno al 21 dicembre 2012

    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:02
     
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    Duhbe no Siegfried, Energia Nera - Post I


    Legenda:
    Narrato -Pensato - Parlato




    Gaz. Ancora lui, una presenza che ormai stava diventando una costante nella vita del Celebrante di Odino... come anche Lelouch, del quale non aveva più notizie da tempo. Ma quando uno dei due tornava ad affacciarsi nella sua esistenza, si scatenava puntualmente un cataclisma di proporzioni non indifferenti, ed anche stavolta la tradizione si manteneva: la minaccia da affrontare era qualcosa che viaggiava su scala mondiale, in tutti i luoghi contemporaneamente e che partiva dalla stessa razza umana. Insomma, la classica gatta da pelare. Ma almeno stavolta il regno del Nord non era totalmente impreparato.

    Già, perchè dopo lo scampato Ragnarok era stato deciso di rinforzare le difese della città; non si poteva mai sapere quale minaccia avrebbe potuto raggiungere i ghiacci eterni, e la risposta era arrivata sin troppo presto. La città era stata precedentemente fortificata, anche con l'aiut degli altri guerrieri del nord: le mura principali e varie zone di terreno erano state trattate periodicamente con pece e resina degli alberi asgardiani... facilmente infiammabili dunque, e aumentavano considerevolmente le capacità di difesa contro i nemici "normali". Erano stati preparati anche diversi pozzi di pece e buche con spuntoni di ametista... neanche a dirlo, la preparazione di tutto questo era stata affidata ai cavalieri di Merak e di Megres, i più adatti a definire quelle strategie. Anche l'equipaggiamento delle truppe era stato preparato a dovere, la grande cura degli asgardiani nell'arte della guerra aveva giocato un ruolo fondamentale; le armi erano già pronte, i guerrieri che le avrebbero usate anche di più. Ogni genere di proiettile poteva all'occorrenza diventare un dardo infuocato, persino le baliste e le catapulte erano già posizionate per fungere da supporto e colpire eventuali nemici, anche volanti. Sulle mura era presente una porzione della fanteria. Il grosso dell'esercito che comprendeva anche la cavalleria si trovava a terra, pronto a contrattaccare una eventuale irruzione delle forze nemiche.

    Quando il messaggio di Gaz giunse, Siegfried non rimase con le mani in mano. Mandò subito gli altri cavalieri insieme ad alcune truppe per richiamare gli abitanti del regno entro le mura del castello prima che fosse troppo tardi. Poco dopo arrivarono messaggi dalle zone più periferiche del regno: un esercito si stava muovendo, ed era diretto verso il cuore della nazione. Da allora i preparativi erano iniziati e tutto si era svolto con ordine e rapidità, fino a quel momento; lo stesso Celebrante, fino a poche ore prima, aveva provveduto ad impregnare con il suo stesso cosmo l'intera area antistante le mura, in previsione di dover utilizzare una bella sorpresa contro il nemico: se con quella mossa aveva sorpreso addirittura Daya della Vergine, poteva riuscirci con chiuque. L'aria iniziava ad odorare di sangue.

    Siegfried si guardò intorno, mentre le prime file dell'esercito comiciavano a comparire all'orizzonte: avevano circa un'ora, prima dell'inizio della battaglia. Gli altri cavalieri, presenze silenziose, si stavano dirigendo ai propri posti. Due di loro erano scherati a protezione delle mura laterali; altri due avrebbero coperto loro le spalle, spostandosi da un fronte all'altro. Lui era il comandante in capo, e a lui toccava presiedere il cancello principale: proprio alle sue spalle c'era la ragazza, la cetra già in mano e stretta forse con troppa foga. Si preparava anche lei alla lotta, ma per alcuni di quei cavalieri era forse la prima battaglia. Forse qualcuno non sarebbe sopravvissuto, data l'inesperienza e la gioventù; ma Asgard poteva essere ben difesa, e anche la stessa natura giocava a favore dei guerrieri del Nord data la posizione del castello: i dirupi laterali potevano essere sfruttati a dovere. Senza voltarsi, il Celebrante inspirò profondamente e si rivolse alla ragazza.

    Nessuna paura, se il tuo braccio sarà saldo nessun nemico potrà sconfiggerti. E non sei sola.

    Nessun discorso aulico in quel momento: non ancora, almeno. Siegfried sfiorò con la mano destra l'amuleto del Valhalla, poi con la stessa mano anche l'elsa della spada Valmhur, provando a raggiungerla con il pensiero.

    Se hai ancora voglia di darmi dello stupido in futuro, pare che anche stavolta dovrai darmi una mano, amica mia...

    La spada lì per lì non rispose; rimaneva comunque una delle armi più terrificanti che lui conoscesse. E sperava che sarebbe intervenuta ancora una volta, per Asgard, anche se questo significava che Siegfried si sarebbe logorato i nervi ancora una volta.

    Che Odino ci aiuti... disse tra sè e sè.

    Ok, io sono pronto. I preparativi di assedio erano preventivi come d'accordo, i dettagli per pece ed ametista li lascio a Rave ed ullallà. Valmhur me la sono portata lo stesso, vediamo se Gorth decide di farla intervenire e in quel caso chiedo scusa a tutti in anticipo... non sarà un bello spettacolo ed Ichi sa perchè XD A proposito, mi son tenuto vago perchè ancora non so se Ichi usa Thor o Mizar, quindi la disposizione sulle mura la lascio a voi. Proviamo a tenerci fedeli a quello schema e che Gaz ce la mandi buona. XD




    Info.


    Condizione Fisica: Illeso.
    Condizione Psicologica: Ottima.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    Tecniche Usate:



     
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    Armageddon!



    Thorfinn lo aveva previsto, o meglio, aveva ipotizzato una simile svolta nel placido scorrere dei giorni del nord. Da giorni udiva il vento soffiare in modo più violento e soprattutto innaturale, il suono dell'aria che passava tra le rocce ed i rami degli alberi pareva portare con se delle voci che, ai meno attenti, sarebbero sembrati semplici rumori accentuati dalla forza delle intemperie.

    La sera prima, tra le vie strette della città addormentata, aveva nuovamente visto sua sorella Faen, i resti ambulanti della ragazza erano oramai più ossa che altro; la pelle tirata e grigiastra, i capelli simili sottili fili sporchi, raccolti in una treccia cadente; aveva perduto gli occhi ed il naso insieme alla mascella, il moncone di una lingua nera e penzolante ciondolava ad ogni passo di quelle gambe ossute da cui la carne putrescente scendeva ancora per poco adesa alle ossa. La voce della ragazza, che risuonava innaturalmente date le condizioni in cui versava il suo corpo, era divenuta più roca, il tono squillante e femminile aveva lasciato spazio a rantoli sommessi, evidentemente anche il respiro di lei possedeva una forma spettrale.

    Thorfinn. Thorfinn Karlsefni. Disse.

    Il barbaro ancora non riusciva a comprendere se quello fosse un morto vivente che lo seguiva, un fantasma tormentatore o il frutto della sua mente sconvolta che sopprimeva il dolore della perdita e quello della colpa.

    Via di qui, Faen, sto pagando il mio debito, Odino mi è testimone! Esclamò restando immobile davanti a sua sorella, lo spettro non rispose, inclinò solo il capo e le sue ossa emisero uno schiocco secco. Non aveva occhi ma a Finn parve proprio che lo stesse fissando, l'assenza di labbra tramutava l'espressione rammaricata di Faen in un ghigno orrendo. La ragazza morta si avvicinò a Thorfinn, lo aggirò, cosa che lo lasciò di stucco, e mise la sua mano destra sul fodero dello spadone spezzato che il fratello portava sulla schiena.

    Thorfinn. Ripetè Faen Cosa farai? Abbandonerai anche loro? Il sangue che ripudiasti è neve sciolta per te, il sangue degli uomini che valore può mai avere?

    Un moto d'ira afferrò il guerriero del nord. Quelle parole, dirette come una pugnalata al cuore, non riuscì a reggerle, si girò a pugni chiusi, voleva colpirla in viso, spaccare quel cranio putrido e senz'occhi certo che così non avrebbe più avuto alcun tormento, ma si ritrovò a prendere a pugni l'aria serrando la mascella e dovendosi arrendere alla frustrazione.

    ...



    L'indomani era giunto rapido e le notizie che portava il nuovo giorno erano delle peggiori.

    -Guerra...-

    Meditò il barbaro in un misto di eccitazione e preoccupazione con gli occhi fissi sul suo scrigno. Quella voce sconosciuta, l'essere che si era impunemente infiltrato nella sua testa aveva lasciato una sorta di messaggio di cui il barbaro aveva colto il nocciolo, ci sarebbe stato da combattere e tutto il mondo sarebbe stato vittima delle conseguenze di una battaglia per la sopravvivenza.

    I messaggeri del Celebrante di Odino, Siegfried, l'impettito biondo che si fregiava di difendere l'intera Asgard aiutato dagli altri God Warriors giunsero da lui svegliandolo di soprassalto, uno di loro rischiò di essere decapitato per la troppa foga con cui aveva svegliato il guerriero. Compresa la situazione Thorfinn si era calmato, vestito e aveva cercato di apprendere quante più notizie potesse.

    Mostruosità dalle marche occidentali, il sud sembra essere caduto, hanno preso il sentiero di Ferro...almeno questo dicono i messaggi dei corvi viaggiatori. Dobbiamo mettere in sicurezza le mura, richiamare tutti quelli capaci di combattere.

    ...



    Sulle alte mura di pietra di Asgard le orde degli uomini in armatura scuotevano le loro armi sugli scudi, gli arcieri provavano a tendere le armi e l'odore di pece e resina che ricopriva quasi per intero le mura, la terra davanti ad esse e le fosse completamente ricolme era tanto forte da distrarre i sensi dell'ultimo membro del clan del lupo dal percepire il permeante cosmo del Celebrante o quello dei suoi compagni d'arme.

    Una sola scintilla delle sue fiamme e quelle trappole, il suolo e le mura stesse sarebbero divenute un inferno bruciante, il sapere di avere in mano la vita di quegli uomini non era per niente piacevole, sapeva che gran parte della resposabilità dell'incolumità dell'intera città era nelle sue mani e in quella degli altri God Warriors ma non avrebbe di certo mostrato segni di debolezza o indecisione. Buona parte di quei guerrieri, che se ne stavano con lui sulle mura a insultare le sinistre voci di morte portate dal vento senza alcuna tema del pericolo imminente, era composta da soldati navigati, cavalieri che non vedevano l'ora di menare le mani e spezzare le lance nei corpi nemici.

    Aveva camminato lungo le mura, si era poi spostato verso il versante est di esse, avrebbe mantenuto quel fronte, rivolse un ultimo sguardo alle balliste che stavano all'interno delle mura, ai cavalieri con i corni in mano, pronti a suonarli in caso di carica in vista di uno sfondamento delle mura o dei cancelli presieduti da Siegfried. Un mormorio armonioso si alzò dalle voci degli uomini, dopo gli insulti era seguito un silenzio innaturale, solo il vento foriero di verbi mortiferi osava parlare e per coprire quelle tetre parole dai toni fin troppo oscuri alcuni giovani arcieri presero improvvisamente a cantare.

    La lingua del nord degli uomini di città era contraddistinta da un accento dolce mentre quello di Thorfinn era dotato di suoni gutturali maggiormente pronunciati, la canzone che stavano cantando non era portatrice di sventura ma augurava ai guerrieri di combattere fino a che non avessero guadagnato l'entrata nel Valhalla, per la prima volta un senso di piacevole calore afferrò il cuore del barbaro, si sentì parte di loro e non un estraneo nella sua terra. Alzò la voce, si sentì come il capo di un coro, distinto tra gli altri guerrieri con indosso la sua armatura sovrastata dalla pelle d'orso e la pelle ricoperta di rune rituali dipinte, volto compreso.

    Il canto si levò sempre più forte a coprire il suono sinistro del vento:

    Måder den forsigtige og den almindelige
    Vil ikke tage al min tid, spilde alle mine dage, så lad mig omformulere

    Alt udløbe, jeg levede efter Lyren
    Følg mig

    Til områderne de faldne
    Hvor legender ligger
    Skulle du pludselig deltage i Deres antal
    Sig det sidste farvel
    Fra områderne de faldne
    Hvor heldig orlov
    Og medbringer ord sejren
    At de gjorde Opnå

    Rigdom og herlighed, som vil fortælle min historie
    Der over bakken, er den vide verden, gøre det hele minen

    Stjæl min torden, vil din verden gå under
    Følg mig

    Til områderne de faldne
    Hvor legender ligger
    Skulle du pludselig deltage i Deres antal
    Sig det sidste farvel
    Fra områderne de faldne
    Hvor heldig orlov
    Og medbringer ord sejren
    At de gjorde Opnå.





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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir
    Status: Teso
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Illeso
    Riassunto azioni:
    Appresa la notizia ci si prepara alla battaglia indossando l'armatura e mettendomi sul lato est delle mura.
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")



    Note: Lascio a Ullallà la descrizione delle trappole d'ametista. Iniziamo questo massacro.

     
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  4. ullallà!
     
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    |"Parlato Frederich"|"Parlato altrui"|°Pensato/Telepatia Frederich°|°Pensato/Telepatia altrui°|


    E infine giunse il giorno.
    Non c’era la luce del sole a distinguere luce e tenebre, le nubi coprivano il cielo indiscriminatamente: eppure il tempo era arrivato, lo sentiva. L’ora di mettersi alla prova, l’ora della guerra.
    Fred poteva dirlo osservando tutte le clessidre, gli unici orologi presenti ad Asgard in grado di aiutarlo a organizzare il suo tempo. Da quando il cielo si era fatto scuro ne aveva riempito la sua stanza nella locanda giù in città, li portava ovunque, anche nella biblioteca del palazzo, dalla quale riemergeva dopo ore di ricerche. Anche ora, seduto su una forma d’ametista, si circondava di mappe e fogli, clessidre e manoscritti polverosi. Anche ora, davanti all’orda di demoni che si profilava all’orizzonte, cercava di discernere la situazione, di valutare pro e contro.

    Aveva eretto la sua postazione a pochi metri dalle mura, un agglomerato d’ametista che spuntava su sopra tutti i preparativi della guerra. Cavalli e baliste, rifornimenti già pronti di frecce e armi: tutto era disposto per la battaglia, tutto era stato previsto.
    Si poteva dire che Siegfried aveva visto la cosa da lontano, più di qualunque altro al Nord. Per questo li aveva mandati a recuperare i civili fuori dalle mura, per questo le sue trappole erano già in posizione, Asgard pareva familiare alla guerra. Familiare, al punto da scorgere il fermento nel volto di alcuni, la voglia di lotta negli occhi dei più temerari.
    Già, pareva parte della loro esistenza tutto ciò.
    Avvolti in folte pellicce e con le armi in pugno, i guerrieri del Nord avevano impiegato poco ad arrivare in posizione circa un’ora prima. Il richiamo del corno non aveva sorpreso nessuno, lì nelle terre di Odino, tanto meno il cavaliere di Megres. Frederich era in una locanda vicino alle mura, a bere qualcosa di caldo e a cercare ancora informazioni sull'accaduto: dalla missione svolta qualche tempo prima nel gelo dell’Antartide, fino alla visione apparsa di recente, di elementi per giudicare ce n’erano. Eccome, ripensò.

    Era da un po’ che la corruzione aveva cominciato il suo operato, deformando boschi e cambiato la purezza della neve stessa: la natura era diversa, Fred l’aveva percepito. Ma furono le parole di quell'uomo, Gaz, che, seppure diedero conferma alle preoccupazioni di tutti, portarono nuova speranza.
    L’oppressione che Fred aveva cominciato ad avvertire dentro di sé fu ricacciata più in là, come se il suo cuore fosse schermato dal male che aveva preso piede ovunque.
    A pensarci bene, il tedesco non capiva fino a che punto quel male gli fosse esterno, o se piuttosto fosse una parte di sé. La parte di bramosia, di cupidigia, la voglia di spingersi sempre più in là, non importavano le conseguenze.

    "Al diavolo..."

    Sciacquò via i cattivi pensieri, ripulendo la gola con un’ultima boccata di birra.
    Riesaminò un attimo il boccale, prima di metterlo di nuovo da parte. Asgard era tutta lì per lui, nel sapore forte e sincero di quella birra: trovava l’accostamento calzante.
    Diviso com’era, in preda ai dubbi, il cavaliere di Megres aveva percepito in quel posto una maniera per trovare un equilibrio, per avanzare davvero nel suo cammino.
    La voglia di scovare sempre nuove prospettive, la sensibilità al mondo naturale che lo circondava: come cavaliere poteva riuscire a far combaciare le due cose, a muovere il suo animo – seppure combattuto – su un solo tragitto. Lo stesso tragitto di violenza e morte che attendeva non lontano dalle mura.
    E non vedeva l’ora, Fred, di capire dove l’avrebbe portato.

    Talmente impaziente, Megres aveva passato notti a pensare a come gestire il pericolo che arrivava dal Sud, pur con le sue forze acerbe. Aveva letto libri, si era confrontato con il Celebrante sulle strategie da usare; era stato tra i primi cavalieri a farsi avanti nel recuperare i civili, curioso di dare un occhio alla situazione in prima persona.
    , voleva sapere cosa ne era stato del mondo lì fuori, della caverna d’ametista con i suoi segreti e della biblioteca dei Megres, fucina di conoscenze antiche.
    Voleva sapere cosa ne era stato della sua famiglia, di suo padre e di sua madre e di sua sorella, se era vero che tutto il mondo era sotto attacco.
    Voleva sapere.

    E per farlo, per riappropriarsi di nuovo di quelle – poche – cose a cui teneva nel mondo, c’era un solo modo, aveva convenuto: quella battaglia.
    Curioso, sì, come la sua voglia di mettersi alla prova, di sperimentare i poteri del cosmo, quel desiderio di vivere il momento come un guerriero, andassero d’accordo con le preoccupazioni di chi vede altro oltre la guerra, di chi ha qualcosa a cui pensare fuori dal campo di battaglia. I moti del suo animo, tutt’e due, correvano nella stessa direzione, verso quell’avvenimento.
    Verso la battaglia.


    In quei giorni il biondo aveva passato il suo tempo a pianificare. Dove mettere le trappole, come sfruttare il cosmo, esaminando le mura e la posizione della città: come un bravo manager voleva conoscere i punti di forza e debolezza del contesto in cui operava, comprendere il teatro dello scontro. Quando era stato assegnato in quella posizione, a supporto degli altri cavalieri, si era quindi fatto trovare pronto: aveva eretto la sua postazione qualche giorno prima, un cilindro viola tra catapulte e macchine da guerra che venivano disposte nel piazzale e profughi che accorrevano dai villaggi vicini.
    Un’ora prima, al suono del corno che annunciava l’arrivo del nemico, aveva divelto la terra con i suoi poteri, nascondendovi cristalli acuminati e polvere violetta. Aveva già deciso le locazioni, soppesato il tutto: le buche nel terreno erano concentrate nel centro, partendo dalla zona antistante al cancello per poi spingersi verso i bordi delle mura.
    Era lì che il nemico avrebbe trovato più difficoltà nel suo attacco, così pensava, messo a tu per tu con il dirupo. Era lontano dal cancello che dovevano spingerli: Fred avrebbe fatto di tutto a tal fine, manipolando i cristalli sul fondo delle buche.

    "Ah! E' ora, quindi"

    Quando Siegfried e Finn arrivarono, riesaminò un istante la sua posizione, per poi liberarsi delle scartoffie. In piedi sul costrutto d’ametista, allungò braccia di minerale verso le mura in tre punti, avanti, a sinistra e a destra. L’idea di fare da supporto gli piaceva abbastanza, se non altro poteva valutare le cose e intervenire nei punti più critici: per questo quelle rampe violette, per poter andare rapido in soccorso degli altri cavalieri.
    A lavoro finito indossò la sua armatura, impugnando la spada nella mano destra: la luce della guerra brillava negli occhi grigi; seguì il canto marziale dei suoi commilitoni in silenzio, non conoscendo le parole. Lui non era di Asgard in fondo, non erano quelli i canti che intonava da bambino.
    Eppure Frederich era lì, e non vedeva l’ora di passare all’azione.

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    CONDIZIONI FISICHE:
    Perfette


    RIASSUNTO AZIONI:
    Frederich ha maniacalmente pensato alla battaglia giorni prima e, all'arrivo della corruzione, non fa altro che disporre le trappole nei punti stabiliti. Erige poi un blocco d'ametista qualche metro dietro il cancello, collegandosi alle mura con tre ponti di minerale, una via per ogni compagno da supportare.
     
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  5. Karandras
     
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    Ghiaccio e Sangue – Ryner Post 1





    Legenda
    Narrato
    Pensato
    Parlato


    Se ne stava li, con la sola compagnia del meta lupo fenrisiano che era stato come un padre per lui, da quando era giunto nella città di Asgard e preso nella famiglia Unghart era rimasto sempre estasiato da quei racconti che Katja gli proponeva, quella donna era capace di penetrare i muri dell’incomprensione, riuscendo a far comprendere al piccolo Ryner quei suoni che iniziò a sentire da quando incontro Johanna di Seadragon e sua figlia. Gli venne anche fatto capire chi fosse da quando era entrato in possesso di quella pelliccia che tutti chiamavano God Robe, etichettando il bambino come Guerriero di Odino. Ora la stava indossando quella pelliccia, gli era stato detto che quest’oggi ci sarebbe stata una grandissima caccia, la più grande da tantissimo tempo e che tutti i Guerrieri di odino avrebbero partecipato. Attraverso l’uomo che sembrava essere il maschio alfa dei Guerrieri, aveva capito quale sarebbe stato il suo compito, quando sentiva quelle voci direttamente nella testa riusciva a comprendere perfettamente le parole, quei suoni che spesso faceva fatica a seguire.
    Fu per quello che comprese anche le parole di una voce sconosciuta, che parlava di un male che affliggeva il mondo, che bisognava resistere. Per il modo di vedere di Ryner e per come era abituato si trattava di cacciare, uccidere il nemico e mettere al sicuro quella tana chiamata Asgard. Certe abitudini sono dure a morire. Di certo però quelle parole erano riuscite a scacciare il senso di smarrimento che aveva catturato il bambino quella mattina, sia lui che i suoi fratelli lupi erano irrequieti, cupi, ma quelle parole furono un vero toccasana, una medicina miracolosa per uno spirito provato.


    Ed ora se ne stava li, accucciato, passando la mano nella folta pelliccia a lato del muso di Gardyas, così aveva scelto di chiamare il metalupo nero, attendendo la venuta del male. Vicino a lui gli altri cavalieri di Odino, li aveva conosciuti da poco ed era sempre incuriosito da loro: percepiva in loro un fuoco come il suo, ma ciascuno di loro ne aveva uno differente, per forza e per tonalità. Il capo di loro gli aveva fatto capire che il suo compito sarebbe stato di supporto agli altri, insieme al guerriero capace di generare quelle pietre violette in cui Ryner si divertiva a prendere il proprio riflesso, ma non questa volta, questa volta gli era stato detto di stare attento, non capì quello strano abbraccio di Katja, ne il motivo per il quale la donna, moglie di Ulrik Unghart, avesse il muso rigato di acqua che scendeva dagli occhi, per un momento sembrò quasi che la donna non volesse lasciar andare Ryner, fino a che lo stesso Ulrik non le fece mollare la presa. Il bambino la salutò tranquillamente mentre saltava sulla groppa di Gardyas e si dirigeva, seguito dal resto del branco, su quelle grandi mura di pietra. Ed ora se ne stava li, con il grosso metalupo nero che annusava il sentiero di ametista formato dall’altro Cavaliere.

    Si volse verso la città vide in lontananza Ulrik e lo salutò con un ampio gesto della mano quando la sua attenzione venne catturata dal resto di quelle persone che avevano iniziato ad emettere una serie di versi, di parole, tutti insieme; Ryner non colse il significato di quelle parole, lui necessitava che le cose gli venissero spiegate lentamente di solito per capire il senso delle frasi, ma quella strana serie di parole, così cadenzata, sembrò quasi rapirlo. Chiuse gli occhi, in silenzio per qualche istante. Quando li riaprì emise un ululato alto e profondo, subito seguito da Gardyas e dal resto dei lupi, il canto del branco andò ad unirsi a quello degli uomini.

    -----------------------------

    Nome: Ryner Arjak
    Casta: God Warrior
    Energia: Gialla [Tecniche: 5 metri di raggio - Velocità: Sfiora Mach 1 (Velocità del Suono: 332 m/s)]
    Stella: Alioth, Epsilon Ursae Maioris
    Cloth: God Robe di Fenrir (Robe Grado IV)
    Stato Cloth: Indossato – In perfette condizioni
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Psicologico: Pronto alla caccia.
    Riassunto Azioni: Si mette in posizione, pronto a muoversi ove occorra.

    Abilità Utilizzate:
    Rokushiki - Sesto Senso
    Ѻ Rokushiki Sesto Senso
    Nell'essere umano tale è il nome della sesta coscienza o anche chiamato Sesto Senso che racchiude la complessità dei cinque sensi più la mente stessa che li percepisce. Con tale maturazione un mortale può sfruttare il proprio potere interiore o Micro Cosmo e divenire capace di compiere azioni prodigiose proprie di quella cerchia ristretta chiamata Cavalieri: con la propria energia potrà accelerare rallentare o spezzare, a seconda della natura del proprio potere, il movimento degli atomi ed i loro legami ottenendo una forza distruttiva oltre le possibilità umane. Ma non è tutto, anche la velocità aumenta raggiungendo quella del Suono! Tale limite sarà superabile maturando ulteriormente il proprio cosmo [Sbloccabile ad Energia Gialla].


    La Saga dell’Ammazzabestie
    La Saga dell’Ammazzabestie
    Cresciuto nelle nevi perenni di Asgard insieme alla sua famiglia di lupi, Ryner è di fatto diventato estremamente resistente alla bassa temperatura naturale. Ciò si riflette in una naturale immunità al freddo naturale, tale protezione non si applica al geo indotto da componenti cosmiche.
     
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  6. ~denenne~
     
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    Armageddon I ~ A brave new world

    È di nuovo nella caverna ghiacciata. Mille ombre si muovono attorno a lei, ma non le è possibile cogliere in flagrante il loro movimento, perché se cerca di fissare lo sguardo su quelle forme sfuggenti non vede altro che il suo riflesso su una delle pareti ghiacciate che la circondano. Tutto quello che riesce a carpire di loro è dovuto alla sua visione periferica.
    Non si ricorda come è finita nuovamente in quel luogo e soprattutto non capisce come mai sia nuda. Non ha con sé né l’armatura né la pesante pelliccia che di solito usa per spostarsi nel regno di Asgard. Stranamente, però, non ha freddo.
    Comincia a vagare, ancora una volta, lungo i molteplici corridoi che formano la caverna, senza una meta precisa, seguendo solo l’eco dei suoi passi. Dopo qualche minuto, si ritrova nella stessa camera in cui ha trovato Octavia e l’armatura, qualche tempo prima. L’una e l’altra sono altrove, ovviamente, ed uno strano sussurro riempie ora lo spazio.
    All’improvviso, mentre la ragazza di avvicina al piedistallo dove era posta la sua armatura, per nessun motivo in particolare, il cuore comincia a batterle velocemente nel petto, come se il suo istinto avesse colto un pericolo ancora celato ai suoi sensi. Sam si guarda attorno, sempre più preoccupata, mentre l’aria diventa più pesante e il freddo comincia infine a penetrarle nella pelle, nei muscoli e nelle ossa, salendo lentamente e dolorosamente dai piedi alla testa. Il sussurro in sottofondo cresce sempre più, fino a diventare un urlo lacerante, e le ombre, che hanno cominciato a vorticare sempre più confusamente ai lati del suo campo visivo, la circondano, per sopraffarla.
    Sam cade a terra, gli occhi serrati, la testa tra le mani. Il rumore è insopportabile e qualcosa di caldo comincia a colare fuori dalle sue orecchie.
    Dopo quella che sembra un’eternità, torna infine il silenzio. Lentamente, Sam riapre gli occhi. E quel poco colore che le era rimasto addosso fluisce via del tutto.
    Hoover è in piedi di fronte a lei, il suo sorriso maligno ancora più largo di quel che ricorda. L’uomo la guarda con curiosità e commiserazione, per poi parlarle, con un tono di voce piacevole come lame di metallo su di una lavagna.

    -Le cose stanno cambiando, piccola Sam. Sicura di sapere davvero cosa vuoi?-

    La ragazza si sveglia, in un bagno di sudore.
    Un sogno, è stato solo un maledettissimo sogno. Ma, nonostante questo, le parole stridenti di Hoover le rimbombano ancora nelle orecchie, mentre Sam osserva la penombra della sua camera con gli occhi sgranati e il respiro che, lentamente, torna a farsi regolare.
    Il vento infuria, fuori dalla finestra, come ogni notte. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso nel suo fischio, qualcosa di più acuto e minaccioso.
    La guerriera scuote la testa un paio di volte. Sono solo le ultime suggestioni dovute all’incubo, non c’è niente di strano nel vento fuori dalla sua finestra.
    E se invece fosse stata proprio quella nota inquietante ad ispirarle il sogno?
    Sam sospira e torna a sdraiarsi, gli occhi fissi sul soffitto. Non crede che riuscirà ad addormentarsi nuovamente, con il peso sullo stomaco che l’inquietante proiezione onirica di Hoover le ha lasciato.
    Ed è allora che una voce si fa strada nella sua mente. Sam la ascolta, trattenendo il respiro. Vorrebbe poter credere che quel messaggio telepatico sia ancora parte dell’incubo di poco prima, ma l’urgenza nella voce le dice che, purtroppo, è ben sveglia.
    Quando il misterioso cavaliere di nome Gaz termina il suo discorso, le prime luci dell’alba cominciano a filtrare dagli scuri che chiudono la sua finestra e le ombre della notte vanno lentamente dissolvendosi. Prima ancora che gli ultimi echi della voce misteriosa si spengano nella sua testa, Sam è in piedi, pronta a cominciare una nuova giornata.
    Il suo pensiero corre per un attimo a sua madre.

    °Scommetto che nemmeno la corruzione riuscirà a tirarla fuori da quella maledetta stanza…°

    Ma non ha tempo per preoccuparsi anche di questo problema, perché un messaggero del celebrante si presenta alla sua porta, con l’ordine di partire per i confini più estremi e raccogliere tutti gli asgardiani non ancora caduti preda di quella inquietante minaccia.
    In compagni degli altri guerrieri leggendari e di alcuni soldati semplici, la ragazza corre in aiuto di chi ancora ha conservato la sua natura umana.

    ~~~~~~~~

    È passato qualche giorno, ma sembrano secoli. Non c’è stato un attimo di riposo, da quando ha ricevuto la chiamata del celebrante, ed ora, mentre dall’alto dei cancelli di Asgard osserva l’orizzonte, Sam si chiede quanto tempo sia passato da quando ha avuto l’incubo e ha ricevuto il messaggio telepatico di Gaz. Forse pochi giorni, forse secoli. Ma tutto ora è pronto.
    Attorno a lei, gli uomini dell’esercito del nord fremono, nell’attesa dei nemici. Nessuno di loro ha fretta di morire, ma tutti sono pronti alla battaglia. Giovani e meno giovani, si preparano a quello che è forse il loro ultimo giorno su questa terra, ma nessuno cede alla paura, sebbene siano tanto saggi da provarne. Ai loro piedi, il grosso dell’esercito e la cavalleria sono pronti ad un eventuale assalto via terra, mentre sulle mura arcieri e fanti si preparano alla battaglia aerea.
    Le macchine da guerra sono pronte a scattare, Frederich e Thorfinn hanno provveduto a rinforzare le difese della città, sempre pronta alla lotta.
    La ragazza stringe meccanicamente la cetra, quasi a cercare conforto dal contatto con il freddo metallo della sua arma. Lo sguardo è fisso sull’orizzonte, che va pian piano oscurandosi: ancora un’ora al massimo, prima che l’esercito nemico arrivi ai piedi della città.

    -Nessuna paura, se il tuo braccio sarà saldo nessun nemico potrà sconfiggerti. E non sei sola-

    Il celebrante di Odino è davanti a lei ed entrambi presiedono il cancello principale, mentre gli altri guerrieri del dio del nord si avviano ai rispettivi posti di combattimento. La ragazza annuisce, senza spostare lo sguardo dalla massa oscura che cresce sempre più all’orizzonte. È tesa, non può negarlo. Le parole di Hoover le risuonano ancora una volta all’orecchio della mente.
    È la sua prima, vera battaglia. La tensione le acuisce i sensi: un odore pungente e ferroso arriva alle sue narici. Che sia già cominciata?
    All’improvviso un canto si innalza verso il cielo, prima fievole e traballante, poi sempre più deciso. Non conosce le parole, ma la melodia le entra subito in testa, avvolgendole i sensi e riscaldandole il cuore. Ancora una volta, la musica corre in suo aiuto, la sorregge e la conforta, scacciando via l’ultimo ricordo del suo vecchio datore di lavoro.
    La sua mano destra comincia a muoversi leggera sulla cetra, come sempre animata da una volontà propria, mentre la sinistra allenta la presa sullo strumento. Giusto qualche nota, per dare il suo contributo al canto dei guerrieri del nord. Spontaneo, un sorriso sale alle labbra della ragazza.

    narrato ~ pensato ~ parlato ~ parlato altrui ~ flashback
    Energia ~Verde
    Stato della Cloth ~ Indossata, integra
    Condizioni Fisiche ~ Ottime
    Condizioni Psichiche ~ Un po' tesa, ma pronta alla battaglia
    Riassunto/Note ~
    AbilitàTecniche



    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:02
     
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    Battle for Asgard
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    L'orda si riversa come un mare verso le mura della cittadella. Non c'è strategia, non c'è tattica, c'è solo folle furia distruttrice.
    Ogni sorta di corruzione compone l'esercito blasfemo.
    Umani corrotti armati di macete si scavalcano a vicenda per giungere per primi allo scontro, bestie mutate si azzannano tra di loro eccitandosi per la battaglia, orrori volanti disegnano traiettorie senza senso per ingannare la mira degli arcieri e lanciano dalla bocca dardi verdastri verso le mura, con l'obiettivo di squagliarle.
    Guardando l'orizzonte l'orda sembra non aver fine, coperta dalla bruma che avanza con lei...





    Molto bene.
    L'orda semplicemente assalta le mura cercando di buttarle giù a colpi di qualsiasi cosa e con l'apporto aereo.
    Considerate l'orda come una sorta di "attacco in duello" (tipo un costrutto o un'onda di energia che vi viene addosso), quindi descrivete la vostra reazione e dei soldati/civili nella vostra zona. Quindi se avete disposto trappole descrivete come scattano e che esito hanno.

    L'unica parte dell'orda che è una minaccia attiva che supera le mura sono le bestie volanti che lanciano getti acidi.

    L'energia dei componenti dell'orda è bianca, sono più forti e resistenti di esseri umani o animali normali.
    Il problema è che sono tantissimi e sembra non risentano del dolore (dei danni sì).

    Terminate il vostro post quando avete fatto la vostra azione di difesa (autoconclusiva) e la vostra azione di attacco (non autoconclusiva).

    NOTA1: la bruma è più indietro rispetto all'orda, ma sta avanzando anch'essa lenta e inesorabile...

    NOTA2: Nella parte off gdr del vostro post vi chiedo di mettere un riassunto schematico delle azioni che fate, essendo tanta roba da gestire non vorrei perdermi qualche particolare importante della vostra strategia, tnx :deathmetal:


    Composizione dell'orda:

    Unità volanti

    Umani corrotti

    Esempio di animali corrotti

    Altri tipi di umani corrotti

    Orda di bestie corrotte

    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:04
     
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    L'avanguardia si avvicinava sempre più velocemente alle mura della città, seguita da una sorta di nebbia che la sovrastava nelle retrovie. Il Celebrante non aveva mai visto nulla del genere: aveva combattuto contro orchi, drow, demoni. Ma non aveva mai visto un numero così impressionante di avversari, e tutti insieme. Si chiese quanti di quegli umani corrotti un tempo fossero stati asgardiani; magari ognuno di loro aveva ancora qualche conoscente, o parte della famiglia, in vita e ignara di cosa stesse accadendo. Da buon stratega quale si era rivelato essere durante il Ragnarok, Siegfried immaginò facilmente anche che le prime file fossero la "carne da macello" per gli avversari: unità deboli, in grado di creare scompiglio ma sacrificabili, che costituivano forse la metà di un esercito senza fine.

    L'onda nera che si avvicinava inesorabilmente era formata da varie creature, di certo superiori ai normali esseri umani; vi erano anche vari esseri volanti, simili a delle mante, che avrebbero potuto creare problemi ai difensori. Ma ad Asgard il tiro con l'arco e l'uso di balestre erano pratiche molto comuni, di certo i soldati avrebbero sfruttato il lato "piatto" per prendere la mira e colpire. Siegfried si voltò verso uno degli ufficiali:

    Dì agli arcieri di tenersi pronti, quelle bestie non devono avere la possibilità di scendere in picchiata su di noi. Che i proiettili si accendano per quando arriveranno a 500 metri dalle mura, non voglio sorprese e che l'accoglienza sia delle più calorose!

    Non si vedevano mezzi di assalto nell'orda, quindi le forze avrebbero cercato di attaccare le mura e più direttamente il cancello, ma non avrebbero avuto vita facile; gli altri cavalieri avevano disposto le loro trappole con accuratezza... come lui, d'altra parte. Doveva solo scegliere il momento migliore per farla scattare, e quel momento probabilmente sarebbe stato solamente quando anche quella sorta di nebbia sarebbe arrivata al campo di battaglia: Siegfried lo sapeva, se lo sentiva. Il grosso delle forze era proprio lì, lui avrebbe concentrato il massimo della propria forza in quel momento, sperando che anche Valmhur, che fino a quel momento rimaneva silenziosa nel fodero, avrebbe contribuito alla salvezza del regno del Nord. Il guerriero alzò il braccio destro, i proiettili furono tutti quanti accesi, l'adrenalina scorreva a torrenti dentro le vene di tutti i soldati, l'odore del sangue iniziava ad essere percepito prima ancora di essere sparso. Pochiattimi, meno di un minuto, il cosmo del guerriero iniziò a bruciare mentre sentiva anche i suoi compagni dar vita a nuova energia cosmica alle sue spalle. Compagni, non sottoposti. Poche sensazioni si avvicendarono nella mente del cavaliere. Guerra. Sangue. Orrore. Ma tutto fu scacciato dall'ultima di queste, che permeò la sua determinazione. Metallo. Poi un solo urlo, che sovrastò il suono dei corni dell'esercito asgardiano:

    ODIIIIIINOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!

    L'impatto con le mura fu devastante, molti degli avversari morirono schiacciati tra l'urto e le fila retrostanti che schiacciavano i cadaveri dei compagni. Un attacco frontale, privo di ogni senso logico. Bene.

    Il cosmo del celebrante iniziò a divampare con vigore, mentre i volanti si apprestavano ad avvicinarsi alle mura: in parte li avrebbe spazzati via lui col primo attacco, gli altri sarebbero state facili vittime degli arcieri. L'energia si concentrò nei pugni del guerriero.

    Un giorno di sangue, per la gloria di Asgard! OCCHI DEL DRAGO, COLPITE NEL SEGNO!!!

    Le sfere di energia lasciarono le braccia del Celebrante, fendendo l'aria che fino a pochi attimi prima era totalmente immobile fino ad andare a colpire dall'alto un gran numero di creature. Il suo attacco era molto forte, sì, ma il nemico puntava sul numero; tuttavia gli occhi del drago avevano un ulteriore scopo, quello di disturbare, sia con l'esplosione dell'impatto che con lo spostamento d'aria causato dal colpo, di scombussolare il volo di quelle strane mante. Riuscire in quell'intento significava fornire una facile preda agli arcieri, che non si fecero pregare per scoccare frecce e dardi colpendo così buona parte di quelle creature che cercavano di mantenere il controllo in aria. Anche le catapulte stavano contribuendo alla causa, schiacciando vari avversari con i proiettili fiammeggianti. Siegfried guardò verso il basso: per il momento i cancelli reggevano, per buttarli giù sarebbe servito come minimo un ariete di grandi dimensioni, e che avrebbe avuto vita molto breve se fosse comparso.

    Ripetè l'attacco, cercando di colpire il massimo numero di avversari possibile e continuare a disturbare il volo delle creature fluttuanti, poi si guardò intorno: tutti gli altri erano impegnati nella lotta, e nel campo di battaglia comparivano ora fiamme, ora cristalli di ametista, ora ghiaccio. La musica del nord permeava l'aria alle sue spalle. Dovevano farcela.

    Ma la nebbia sembrava continuare ad avvicinarsi, e con essa ciò che al suo interno vi era celato.

    Riassunto: Uso gli occhi del drago (descrizione della tecnica in basso nel riquadro) per disturbare il "volo dei volanti" e colpire gli avversari terricoli. I volanti che non riesco a colpire io, se la cosa va a buon fine, vengono fatti a pezzi dagli arcieri che giocano al tiro al piattello. Le catapulte sparano pure, i proiettili vanno sempre contro i terrestri. Non ho accennato alle buche e le mura in fiamme perchè sennò gli altri non hanno che dire. La mia trappola scatterà più avanti. Ragazzi, CE LA DOBBIAMO FARE. Se vinciamo, vacanza alle Hawaii per tutti e offro io.




    Info.


    Condizione Fisica: Illeso.
    Condizione Psicologica: Ottima, pronto al contrattacco.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    Tecniche Usate:
    Occhi del Drago: Colpo prerogativa della Cloth di Alpha UMA. Siegfried concentra il cosmo nelle braccia assumendo una posizione di guardia; subito dopo, lasciando sguarnite le difese per una brevissima frazione di secondo, scaglia due potenti sfere di energia dal diametro di un metro ciascuna che esplodono a contatto con l'avversario, provocandogli danni da cosmo e da deflagrazione.



     
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    Death Queen Island Blade Master

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    Armageddon!



    Erano lì, un numero che il barbaro non si azzardava neanche a contare, non più uomini né creature delle terre del nord, non più giganti di ghiaccio, ciò che aveva davanti era una sconfinata serie di mostri deformi e assetati di sangue le cui deformità mai erano state viste in quelle lande. I jomsvikings, gli uomini al suo fianco sulle mura della città, non tremavano, nessun fece un passo indietro, nessuno emise un suono da quando avevano finito di cantare. Solo quando le prime file nemiche iniziarono a correre emettendo versi gorgoglianti le armi sbatterono sugli scudi, gli archi si tesero all'unisono al segnale del god warrior, che alzò il braccio destro bruciando il suo cosmo, i giavellotti vennero estratti dalle fodere in pelle dietro le schiene e le punte messe ad ardere. Le bestie orrende furono a meno di cento metri dalle mura quando i loro timpani vennero invasi dall'urlo degli asgardiani.

    Kuolemaansa asti, ja Valhalla! Urlò il barbaro abbassando la mano. Al suo cenno una pioggia nera ed arancio di frecce infuocate invase il cielo dirette verso quelle anormali creature volanti che solcavano l'aere sotto le nubi grigie. Loro intento era abbatterle o almeno rallentarne l'avanzata.

    Per Asgard!!! Fu l'urlo di centinaia di uomini che iniziarono a scagliare calderoni di pece bollente dalle mura centrando i nemici che per primi s'erano lanciati all'attacco giungendo celeremente sotto i bastioni di Asgard.

    Per i nostri figli!!! Quel grido acuto colpì il barbaro più degli altri. Erano le centinaia di voci delle più forti femmine tra i guerrieri, le shieldmaidens di Asgard che difendevano la casa e la famiglia a volte anche meglio degli uomini stessi con lo scudo e l'ascia, madri, mogli e figlie combattevano fianco a fianco con le loro sorelle in armi ergendo una muraglia di scudi e scagliando leggere asce da lancio arroventate sui bracieri con mira perfetta.

    vinlandsagac090v2002



    Buona parte di quelle creature che rimpolpavano le file dell'apparentemente disroganizzato esercito nemico erano uomini, o ombre di uomini che furono. Mascelle cadenti, corpi deformati, cavità oculari prive di occhi o talvolta con occhi vitrei e marcescenti, uno spettacolo nauseabondo e triste quello di coloro che un tempo erano suoi simili si presentò davanti a Thorfinn, il quale, pronto a sfogare tutta la sua ira si ritrovò ad agire pensando a tutt'altro.

    -Faen...che sia anch'ella tra di loro? -

    Calando la visiera del diadema sugli occhi il guerriero del nord strinse le mascelle e decise che avrebbe agito secondo i dettami della logica e non della furia, come soleva insegnare suo padre v'era bisogno che il ghiaccio della mente guidasse il fuoco dello spirito nella giusta direzione in cui colpire.

    Ancora un attimo... Sussurrò gonfiando il cosmo e mettendosi in piedi sul bordo delle mura. Frecce infuocate perforavano l'aria a centinaia, ricadevano sui mostri, alcuni dei quali semplicemente vennero travolti dai loro simili nella carica verso le mura. Quelli che venivano colpiti dalla pece bollente e dai grossi sassi gettati dall'alto restavano in piedi e si facevano schiacchiare e spappolare dai loro simili che battevano animalescamente contro la pietra spessa sporca di catramoso liquido pronto a bruciare. Ancora un'attimo... ripetè ancora il barbaro, la sua mano destra puntata verso il basso, ai piedi della muraglia difensiva, e quella sinistra verso l'alto che seguiva i movimenti di una di quelle grosse creature volanti che venivano colpite dalle frecce infuocate ma avanzavano ancora imperterrite.

    Da dietro la visiera nessuno avrebbe potuto vedere la concentrazione che v'era negli occhi di Thorfinn, il figlio del troll di Jom si morse le guance tra i molari nell'atto di separare febbrilmente il doppio potere che gli Asi avevano donato lui tanto misericordiosamente mesi prima. Il fuoco era per il basso, il ghiaccio per l'alto, due opposti che convivevano nel cosmo dell'uomo sarebbero stati utilizzati nello stesso momento ma separatamente, una nuova maestria nella dominazione dell'energia e una volontà d'acciaio erano ciò che l'animo del barbaro ricercarono. Fu come forgiare una nuova arma, anzi due!

    Al suo lato destro un enorme cosmo divampò, era il potere di Siegfried, l'uomo poteva non essere il migliore trai celebranti, a detta del barbaro, ma di certo la sua forza poteva ben dirsi leggendaria, un moto di sfida afferrò il suo cuore, ma anch'esso venne sopperito dalla concentrazione.

    Katso minua nyt, kierosilmäinen!

    La mano destra s'aprì d'impulso, una lingua di fuoco e cosmo corse in basso sfidando la gravità e parve, per un solo secondo, morire al suolo, ma la soddisfazione giunse quando sentì urlare sguaiatamente le creature che, ignare, finirono vittime della trappola asgardiana. Le mura contro cui tanto si dibattevano divennero, per metà della loro altezza, un inferno di fiamme; i corpi ricoperti di pece si consumavano dimenandosi, quel movimento espanse a macchia d'olio le fiamme da una bestiaccia ad un'altra favorendo il propagarsi dell'incendio, a finire coloro che ancora erano in preda alle fiamme vi erano gli huscarls, l'elité armata di giavellotti fece strage inchiodando al suolo quanti più nemici possibile.

    Contemporaneamente all'emissione di fuoco un'ondata ghiacciata in un'area a ventaglio dipanatasi dalla mano sinistra di Thorfinne spazzò il cielo davanti e sopra le mura, il bersaglio erano i mostri volanti che tanto avevano resistito alle frecce e ai giavellotti. L'intento era quello di congelarne il più possibile facendo in modo di rallentarli e renderli facile preda di frecce e giavellotti o, nel migliore dei casi, farli precipitare sui loro simili terrestri schiacciandone il più possibile nello schianto.

    Tutto per allontanarli dalle mura, tutto per farli indietreggiare e poi ricadere nello strapiombo roccioso alle loro spalle prima che quell'inquietante bruma arrivasse portando con se il terrore misterioso del sud che aveva tramutato quelle creature in orride aberrazioni.




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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir
    Status: Battagliero
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Illeso
    Riassunto azioni:
    Attendo che le prime file di nemici si avvicinino alle mura e nel frattempo seguo con gli occhi i movimenti delle mante volanti. Al momento esatto, in concomitanza con l'attacco di Tyg, do fuoco alle trappole di pece ed alla parte delle mura resa infiammabile per allontanare e bruciare (soprattutto bruciare eheh) gran parte della marmaglia mentre gli uomini continuano a colpire con giavellotti ed asce da lancio. Subito dopo, distanza di secondi, lancio la variante a una mano dell'Universe Freezing per tentare di congelare le mante rallentandole o, in caso migliore, farle schiantare sull'orda nemica sotto di esse.
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Frostfire Overlord ~
    Le energie del cavaliere sono potenziate da forti proprietà ghiaccianti e brucianti, tali da intrappolare tutto ciò che incontrano sotto la morsa del gelo e distruggere con la potenza del fuoco. Ciò si esprime con la peculiare capacità del guerriero di rallentare o accellerare il moto delle molecole della materia, portando al congelamento o bruciando di qualsiasi cosa tocchi direttamente o indirettamente col suo cosmo. Tali effetti si esprimono anche con la capacità di un quasi istantaneo congelamento di manifestazioni di cosmo come sfere, raggi energetici e simili, arrivando a congelare anche le armature grazie alla propria potenza(congelamento sempre soggetto al rapporto energia/cloth) o al rapido incenerimento di materia fisica tramite fiamme nate dal cosmo. Il congelamento può essere superficiale o profondo; se interessa non solo la pelle, ma anche i tessuti sottostanti può causare la necrosi dei tessuti per cancrena. In seguito ad ulteriore esposizione al freddo, subentrano degli effetti generali sull'intero organismo portando all'assideramento mentre l'incenerimento è più simile a quello naturale e graduale del normale fuoco ma il processo può essere facilmente velocizzato dall'esponenziale aumento del calore in grado di causare grandi scompensi nel corpo nemico, basti pensare alla creazione di un'area d'aria torrida in grado di bruciare anche l'aria che l'avversario respira. Il controllo dei due elementi è quasi totale nel caso del God Warrior. Da ghiaccio e fuoco cosmici egli sarà in grado di generare creazioni di offesa e difesa di foggia varia per ogni evenienza, dalle semplici armi bianche all'elaborazione di crezioni ben più complesse dando così una vasta, quasi infinita, gamma di applicazioni tecniche all'utilizzo del suo duplice potere elementale.
    Nota: L'utilizzo dell'abilità di base si concentrerà, in battaglia, su un solo elemento alla volta, mentre nell'uso delle tecniche i flussi elementali possono anche essere utilizzati nello stesso momento.
    (Attiva - "Energie Fredde + Energie Calde") Utilizzato: Energie Calde

    Universe freezing ~
    Il guerriero raccoglie le gelide energie del proprio cosmo così attorno a lui s’andrà a formare un concentrato di ghiaccio e cosmo che andrà a spostarsi presso le braccia. Le mani si uniranno sopra il capo e poi verranno abbassate per scagliare un'ondata gelida; quest'ultima esploderà lanciando una grande massa di frammenti che avanzerà in un angolo di novanta gradi con irruenza e rapidità. Essi sono dotati di capacità taglienti e provocano danni da lacerazione al bersaglio ma il loro scopo principale è attecchire sui corpi presenti nell'area e congelarli costringendoli all’assoluta immobilità, abbassandone la temperatura e rendendoli così statue di ghiaccio in balìa del guerriero.
    Variante: Il colpo può essere scagliato anche con un solo braccio e con un minore tempo d'azione. In tal modo il colpo scagliato sarà più rapido e ugualmente efficace ma il dispendio energetico sarà minore.




    Note:

     
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  10. ullallà!
     
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    |"Parlato Frederich"|"Parlato altrui"|°Pensato/Telepatia Frederich°|°Pensato/Telepatia altrui°|


    “ODIIIIIINOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!”

    Il grido del Celebrante diede avvio al putiferio. A destra e a sinistra gli facevano eco il clangore della battaglia, gli inni dei nordici nel loro linguaggio antico. Anche Finn aveva urlato, lo aveva sentito.
    Lui si era incamminato sul ponte centrale, quello diretto verso Siegfried e Sam, senza mai staccare gli occhi dalla scena davanti a sé. Oh, aveva sobbalzato certo, quando aveva percepito le energie degli altri - il potere di Siegfried era preso a crescere, aveva notato la maestria del barbaro nel padroneggiare elementi diversi. Avrebbero dovuto incontrarsi lui e Fred, per parlare di quella storia.
    Però Megres era rimasto concentrato: il marasma di creature sotto le mura, la marea di teste e fauci che si mischiavano nella carica. Voleva capire come si stava muovendo il nemico, se mai l’orda avesse un fine.
    Pareva di no.
    Giunto a pochi passi dai suoi compagni abbandonò il ponte violetto, raggiungendo i bastioni. Aspettò che le sfere di Siegfried rilasciassero la loro energia, un’energia immensa, prima di partecipare.

    Nel frattempo era rimasto immobile alle spalle dei due cavalieri, bisbigliando parole senza senso agli spiriti. In effetti non aveva mai capito a fondo quel potere, quel suo legame con la natura; lui si limitava a fare ciò che più gli veniva spontaneo, chiudendo gli occhi e dicendo parole a mezzabocca: tutto così facile, e non era mai stato troppo ad indagare. Come un bambino, pensò.
    Si sarebbe documentato in futuro.
    Le correnti presero a montare, continuando l’effetto dell’onda d’urto precedente anche una volta che questa era passata: l’idea di Frederich era di sfruttare quell’attacco già avviato, per continuare a respingere le creature alate. Gli spiriti del vento convogliavano il suo cosmo, continuando a sballottare qua e là gli orrori volanti. Erano quelli i nemici più pericolosi, a suo giudizio: di loro si sarebbero dovuti disfare ora.

    Rimanendo con le palpebre serrate, Megres si lasciò trasportare da quanto sentiva, mentre esercitava i suoi poteri. Il cosmo di Sam e Siegfried davanti a lui, le energie dei compagni tutto intorno: quella era musica per le sue orecchie, non anelava a nulla di più. Niente lo appagava allo stesso modo, in nulla vedeva quelle infinite possibilità.
    Nel cosmo si sentiva completo.

    Si lasciò cullare per qualche altro istante, prima di riaprire gli occhi.
    La battaglia infuriava. Frecce venivano scagliate dai guerrieri del Nord, il fischio dei giavellotti arrivava chiaro alle sue orecchie. L’orda non si fermava, non aveva intenzione di fermarsi: le creature corrotte calpestavano i caduti, si accalcavano gli uni sugli altri. C’era da fare altro.
    Il vento non era stato che un palliativo in fondo, una mera azione difensiva, che non danneggiava seriamente le fila nemiche. Se la battaglia doveva durare però – e fu questo il giudizio di Fred – c’era bisogno di cambiare il contesto in loro favore.

    Qualche secondo era passato dai primi attacchi dei suoi, sapeva di essere in ritardo – non gli importava; in un certo senso si trovava più a suo agio ad agire da secondo, valutando. Per lo stesso motivo non azionò le trappole, lasciandole coperte dal terreno: le buche, disposte a campana con base nel cancello, sarebbero servite a deviare il flusso nemico. Il cordone così segnato arrivava quasi ai limiti del suo raggio d’azione, e avrebbe impiegato una discreta parte di cosmo con quella mossa. Ma non era il tempo, giudicò.
    Chiuse di nuovo gli occhi.

    La roccia sotto i piedi dell’orda prese a cambiare forma, inclinandosi.
    La zona antistante il cancello mutava la sua pendenza, i corrotti si trovarono a dover affrontare una salita per arrivarci: assai scomodo, lui da scalatore ne sapeva qualcosa. Il cavaliere di Delta contava di rendere più difficile l’avanzata in questo modo, quell’esercito non aveva proprio l’aria di stare a pensare ai vantaggi concessi dall’altezza.
    Frederich sperava, così, di lasciar defluire una parte dell’orda – per quanto piccola – verso i lati. Già, ci aveva pensato parecchio, e la conclusione era evidente.
    La zona centrale era la più critica.

    Spalancò le palpebre Megres, curioso di vedere il suo operato. Un secondo cordone, di poco esterno a quello delle trappole, si era formato: un certo dislivello divideva le due zone ora, quella davanti a lui e la restante parte esterna. Rimase imbronciato, sperando di vedere gli effetti da lui cercati – almeno in parte. Tirò un sospiro.
    Era a corto di fiato.
    Non che fosse stanco, dopotutto: non era nemmeno un attacco in piena regola quello, malgrado l’ampia scala. Ma Frederich non era così abituato ad usare gli spiriti della natura in maniera diverse, non in successione almeno, e la cosa gli poteva creare difficoltà. Avrebbe chiesto a Finn al riguardo, davvero.
    Il barbaro pareva cavarsela bene a gestire i suoi poteri, e Fred trovò una motivazione in più per arrivare vivo oltre quella prova – anche se per ora non gli dispiaceva affatto, stare lì.
    Poteva fare pratica.

    Si girò, ansioso di vedere come se la cavavano gli altri.


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    EVENTO DI CASTA: Armageddon, Ghiaccio e Sangue.
    FREDERICH, God Warrior di Megres.
    ENERGIA Verde.


    CONDIZIONI FISICHE:
    Leggermente affaticato per l'uso quasi combinato di diversi poteri - Fred è energia verde - ma nessun danno da segnalare.

    ABILITA' USATE:
    Tutt'uno con la montagna

    Il cavaliere di Megres ha un rapporto peculiare con i monti e la natura selvaggia, che da sempre ama e rispetta. Egli è infatti dotato di una sensibilità così elevata nei confronti delle forze naturali tale da poter mettersi in contatto con gli spiriti che le governano.
    Megres può infatti dialogare con gli spiriti della natura in maniera telepatica o vocale, e cercare di convincerli a prendere il controllo attivo di una parte dell'ambiente circostante. Ogni spirito ha una sua affinità con un particolare elemento, e inoltre per poter sfruttare un fenomeno naturale esso deve essere già presente, anche se flebile: dunque non sempre è semplice usare la natura a proprio vantaggio, tanto più perché gli spiriti vanno convinti. Un'altra differenza tra i vari spiriti naturali è la loro potenza, in base alla quale si possono avere diversi risultati; in ogni caso il controllo indiretto che il cavaliere esercita sulla natura può avere come effetti i più disparati: un attacco degli elementi ambientali verso un nemico, la modifica del paesaggio e così via.
    Seppure le tecniche baste su questa abilità possono piegare praticamente ogni elemento naturale al volere del cavaliere, c'è da considerare che essa gli dà un controllo solo indiretto, ed inoltre deve sempre prendere avvio da un fenomeno già in corso.

    TECNICHE USATE:
    Spiriti della natura

    Utilizzando le sue affinità con l'ambiente naturale, il cavaliere di Megres è in grado di richiamare a sè gli spiriti della natura presenti nelle vicinanze: al prezzo di una totale immobilità, necessaria alla concentrazione, egli può dialogare con questi spiriti, al fine di convincerli ad aiutarlo.
    Tale tecnica richiede un grande livello di concentrazione, e il controllo e la potenza degli spiriti richiamati dipende dalla quantità di cosmo bruciato dal cavaliere: tanto più ne impiegherà, tanto più riuscirà a controllare gli spiriti, che comunque attaccheranno solo bersagli ostili al cavaliere.
    Se la tecnica è stata effettuata con successo, gli spiriti eserciteranno il loro potere sulle forze naturali presenti nel paesaggio, al fine di attaccare, intralciare o difendere. Tali elementi possono comprendere vegetazione, eventi atmosgerici, pietre, terra, fiumi e così via. Seppure tale tecnica presenta il vantaggio della flessibilità, il controllo che chi l'ha lanciata esercita sulle forze naturali è solo indiretto e parziale.
    Elementi influenzati: Aria (difesa), Terra (attacco)

    RIASSUNTO AZIONI:
    Fred imbocca il ponte centrale tra quelli che collegano la sua postazione (messa pochi metri dietro il cancello) alle mura. Si ritrova così assieme a Siegfried e Sam e, usando gli spiriti della natura, rinforza l'onda d'urto nell'attacco del primo. Si tratta in pratica di una difesa contro i volanti, volta a respingerli ulteriormente. Passa poi all'attacco, in leggero ritardo rispetto agli altri, creando un dislivello nel terreno di lotta davanti al cancello (15 m di raggio). Più che un attacco è un azione volta a darci qualche vantaggio in futuro. Non aziona le trappole.

    Perdonate l'edit, si trattava solo di un errore nello scritto.


    Edited by ullallà! - 16/3/2013, 16:26
     
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  11. Karandras
     
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    Ghiaccio e Sangue – Ryner Post 2






    L’odore rancido della morte, della decomposizione e della corruzione colpiva i sensi del bambino come un maglio. Quell’insieme deforme di esseri doveva essere la sua preda, la loro preda, anche se agli occhi del bambino sembrava quasi il contrario, come se fosse un predatore di predatori. Ringhiò con forza ed insistenza ed a rispondere furono i suoi lupi, dovette tenerli fermi per non farli balzare sul nemico. Gli era stato spiegato che il terreno di battaglia era stato costellato di trappole, l’ultima cosa che voleva era che un membro del suo branco ci finisse dentro insieme a quegli esseri. I fuochi magici, chiamati cosmo, degli altri God Warrior si propagarono, investendo di un turbinio di nuove sensazioni il protetto di Fenrir. Ma non era tempo di rimanere affascinato da quelle dimostrazioni di potere. Anche lui era un membro della cerchia dei Guerrieri di Odino, ed era tempo di battaglia quello. Si alzò in piedi, proprio mentre il Cavaliere Alfa sprigionò uno colpo lucente di potenza tale da far impallidire la luce delle stelle, fiamme vennero erette dal grosso guerriero con il folto pelo mentre quello che manipolava l’ametista scatenò la terra contro i loro nemici. Posò le mano su quattro dei lupi del branco, fece ricorso al suo fuoco magico che avviluppò i tre corpi di una tenue luce blu; in quella condizione riusciva a comprendere i desideri dei suoi fratelli a quattro zampe, e riusciva a comunicare completamente con loro.

    § Restate vicini alla femmina, uccidete i nemici che le si avvicinano e… restate in vita. §

    Ancora non riusciva ad esprimere bene i propri pensieri, tantomeno in una condizione come una battaglia vera. Dall’esterno era possibile sentire solo il suo ringhio che cessò nel momento stesso in cui quattro dei lupi del branco, avvolti in una tenue luce bluastra, scesero dalle mura e si misero intorno a Sam. Dal canto suo Ryner non rimase fermo: era consapevole del fatto che fosse l’omega del gruppo, i suoi colpi di fuoco magico non erano che una frazione di quelli degli altri cavalieri di Asgard, stando sempre in piedi sulle mura, ma ben lontano dalle fiamme di Finn, , volse il capo verso quelle strane creature piatte volanti, che erano già state colpite da Fafnir e dagli uomini di Sleipnir anche lui diede il suo contributo: unendo le mani davanti a se concentrò il suo cosmo nella “bocca di lupo” che aveva formato, puntò le mani verso le creature volanti più vicine e, mentre emetteva un lugubre ululato, rilasciò quell’energia che tracciò un solco bluastro nella nera torma scompigliata dai colpi degli altri cavalieri; la sua energia per un istante assunse la forma di un lupo in corsa, prima di svanire, assumendo i colori stessi dell’ambiente circostante, per poi esplodere subito sotto l’esplosione generata dal colpo di Siegfried. L’intenzione del bambino era di far abbassare quella specie di aquiloni a terra, usando i colpi e gli spostamenti di aria per farli convergere verso il suolo.

    Al seguito dell’ululato del bambino anche altri uomini risposero. Erano i cacciatori di Asgard. Gruppo di uomini che, avventurandosi nelle distese gelate, procacciavano il cibo e le pelli per la città del Nord. Uomini che erano oramai uniti ai lupi da quando Ryner venne ad Asgard con la sua Robe. Uomini di una tempra eccezionale, come ogni altro ad Asgard; nell’udire il verso del bambino lupo tirarono con gli archi, a squadre di quattro uomini, alle frecce, appositamente più spesse, erano assicurati dei riquadri di rete, lanciata nel cielo si sarebbe aperta nella speranza di intrappolare alcune di quelle bestie per poi finirle una volta a terra.

    Al richiamo del lupo fece quindi eco il sibilo assordante delle frecce.

    -----------------------------

    Nome: Ryner Arjak
    Casta: God Warrior
    Energia: Gialla [Tecniche: 5 metri di raggio - Velocità: Sfiora Mach 1 (Velocità del Suono: 332 m/s)]
    Stella: Alioth, Epsilon Ursae Maioris
    Cloth: God Robe di Fenrir (Robe Grado IV)
    Stato Cloth: Indossato – In perfette condizioni
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Psicologico: Pronto alla caccia.
    Riassunto Azioni: Manda quattro lupi, infusi di cosmo, intorno a Sam come ulteriore protezione. Poi Scaglia la tecnica “Lupo nella Tormenta” subito sotto il solco tracciato dal colpo di Siegfried in modo da continuare a destabilizzare il volo delle mante o addirittura di farle cadere a terra. I cacciatori scagliano quindi frecce con delle reti legate che, aprendosi dovrebbero intrappolare o far cadere le bestie volanti, quelle a terra verranno finite a colpi d’ascia e zanne dei lupi.

    Abilità Utilizzate:
    Rokushiki - Sesto Senso
    Ѻ Rokushiki Sesto Senso
    Nell'essere umano tale è il nome della sesta coscienza o anche chiamato Sesto Senso che racchiude la complessità dei cinque sensi più la mente stessa che li percepisce. Con tale maturazione un mortale può sfruttare il proprio potere interiore o Micro Cosmo e divenire capace di compiere azioni prodigiose proprie di quella cerchia ristretta chiamata Cavalieri: con la propria energia potrà accelerare rallentare o spezzare, a seconda della natura del proprio potere, il movimento degli atomi ed i loro legami ottenendo una forza distruttiva oltre le possibilità umane. Ma non è tutto, anche la velocità aumenta raggiungendo quella del Suono! Tale limite sarà superabile maturando ulteriormente il proprio cosmo [Sbloccabile ad Energia Gialla].


    La Saga dell’Ammazzabestie
    La Saga dell’Ammazzabestie
    Cresciuto nelle nevi perenni di Asgard insieme alla sua famiglia di lupi, Ryner è di fatto diventato estremamente resistente alla bassa temperatura naturale. Ciò si riflette in una naturale immunità al freddo naturale, tale protezione non si applica al geo indotto da componenti cosmiche.


    Tecniche Usate
    Lupo nella Tormenta
    Lupo nella tormenta (Attacco Cosmico a distanza):
    Ryner unisce le mani e le punta verso il suo nemico, convogliando il cosmo nelle braccia rilascia una bordata energetica che, in volo, assume la forma di un lupo di colorazione simile all'ambiente circostante, in modo da rendere il colpo più arduo da individuare.
     
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    Armageddon: Ghiaccio e Sangue
    Capitolo I



    Tutti stavano correndo in un'unica direzione. La follia oscura si stava riversando su Asgard e la povera gente che non era in grado di combattere cercava rifugio nella fuga; solo un uomo sembrava andare in senso contrario alla folla in quella zona della città. Era un giovano dal corpo agile e sottile, il bel viso contornato concentrato; i suoi occhi rivelavano che non aveva paura, non sembrava toccato da quanto stava accadendo. Sulla sua spalla uno strano scoiattolino sembrava volerlo accompagnare in cotal frangente. Le persone intanto correvano via sperando che i soldati dietro di loro fermassero l'orrore.

    "non avere paura ragazzo, Ratatoskr è con te come lo è stato con tuo padre durante il Ragnarok"

    Il giovane sorrise accarezzando la folta coda del divino animale. Poi ispirando prese ulteriore coraggio liberando il proprio cosmo e richiamando a se l'armatura mentre la piccola creatura trovava riparo altrove, era si un essere millenario e di divine origine ma in quella situazione sarebbe stato di impaccio al giovane guerriero durante la sua prima vera battaglia.

    °venite a me mie vesti!°

    Il pensiero si tramutò in luce e la luce richiamò le sacre vestigia di Mizar che si adagiarono sul suo corpo rivestendolo alla perfezione. Camille era un giovane delicato dall'animo sensibile, non aveva mai combattuto eppure dopo quanto accaduto con suo padre ora lui ne possedeva il cosmo e le conoscenze necessarie; era stato come se tutta la vita del genitore si fosse riversata in lui assieme all'esperienza. Non aveva mai combattuto ma sapeva come fare, lo sapeva eccome. Nella mano sinistra apparve Ice, l'elsa della spada vanto della sua genia, dono del lontano parente che assieme al padre gli aveva permesso di vivere divenire forte. Quell'uomo ora era uno spettro dell'Ade e grazie a Michèl Camille sapeva benissimo cosa volesse dire... eppure il suo cosmo rifulgeva ancora dell'oro più puro ed il suo cuore era votato alla salvaguardia della loro antica dinastia. Non soltanto la spada gli aveva donato Ed Stark, anche l'amore per la propria genia e l'orgoglio di ciò che era.... sangue Stark, sangue fiero, sangue guerriero. In quel momento una creatura mutata dall'oscurità piombò innanzi seminando il panico e uccidendo alcune guardie, distruggendo un muro di cinta interno. Fu il caos totale, assoluto, un terrore mai visto in quei luoghi.

    ICE MAKING

    Tutti continuano a scappare eccetto Camille che sfoderando Ice e generando col ghiaccio la sua lama terribile avanzava impavido verso la creatura.

    "scappa ragazzo! non fare il folle!"

    Gli dicevano alcuni.

    "Odino ci salvi non ce la puoi fare contro quella bestia!"

    Altri urlavano. Ma Camille non cedeva, era calmo dentro di se, percepiva il padre che nonostante la perdita dei poteri era spiritualmente lì accanto a lui; Michèl si trovava dentro il palazzo centrale assieme a molte guardie ed alla vecchia Flarensia. Il giovane poteva combattere sereno, al momento era più al sicuro di lui certamente. Alzò Ice al cielo fermandosi a pochi metri dalla creatura.

    -non fuggite! lo abbatterò! Ma dovete restare per darmi la forza di farlo!-

    Un discorso da pazzo pensarono in molti. Il giovane corse quindi incontro all'essere che saettava la sua coda puntuta come una frusta. Con il piatto della spada si difese dalla prima sferzata, poi con una finta sulla destra tentò un primo approccio per far saggiare alla sua lama le carni di quell'aberrazione. Era grande, quanto un elefante adulto se non di più. E forte, molte forte. Il mostro provò nuovamente a colpire il giovane, il quale dopo essere stato toccato di strisciò lanciò un altro fendente stavolta rilasciando anche energia cosmica gelida verso il mostro. Questi venne ferito sul petto urlando tutto il suo livore. Aveva gli occhi iniettati di sangue, da quando la corruzione si era impadronita di lei nessuno era stato in grado di ferirla! Chi era dunque quel piccolo insetto umano per farlo? Camille con Ice sguainata rimase fermo innanzi ad essa, attorno la gente si era davvero fermata per vedere quel solitario guerriero di Odino fronteggiare un simile mostro. Questi prima di attaccare nuovamente si chinò verso di lui urlandogli contro tutta la rabbia che aveva; Camille strinse i denti, era terribile, da far accapponare la pelle. Ma non poteva cedere, non adesso.

    -urla quanto vuoi, fra un po ti farò smettere!-

    Accumulò cosmo nella mano destra nel momento in cui l'essere stava per colpirlo nuovamente... una finta, un rapido spostamento eppoi il rilascio di gelido cosmo verso le zampe di quella... cosa! Il god warrior ruzzolò a terra dopo aver schivato un altro colpo, prendendo nella schiena una zampata portata a tradimento. Un po di sangue colò dalla sua bocca ma certamente la sua decisione non si spezzò per così poco. Nuovamente tornò alla carica con la spada di ghiaccio; fu una lotta sfrenata e brutale, la gente aveva davvero smesso di scappare e ora guardava con occhi spalancati quanto stava accadendo. Dopo un tempo interminabile la creatura era riversa a terra e l'armatura del giovane era ricoperta dal suo blasfemo sangue; Camille piantò Ice in una zampa del mostro bloccandolo a terra dopo avergli tranciato coda e due zampe. Era un po affaticato, dopotutto il suo fisico non era ancora capace di sostenere appieno il cosmo gelido che aveva ereditato dal padre e da Ed. Il collo della cosa saettò per un accenno di morso ma il giovane lo calciò buttandolo nuovamente a terra. In un istante gli fu sopra, la mancina intrisa di cosmo con la punta delle dita ricoperte di ghiaccio affilato a guisa di artigli.

    -venite quando volete e in quanti volete... finchè ci saremmo noi Asgard sarà protetta! E ora-

    Il cosmo si addensò più rapidamente e la mancina brillò di luce bianca.

    -...muori!!!-

    VIKING TIGER CLAW!!!!

    La gola dell'essere fu squarciata morendo fra atroci sussulti. La gente si era fatta attorno a quel giovane e sconosciuto eroe che aveva sconfitto un mostro di cotal orrore. Camille aveva il respiro corto anche se in parte era eccitato dall'azione e dal combattimento. Afferrò Ice richiamandone la lama e riducendola a semplice elsa. Ratatoskr sbucò da chissà dove saltando sul coprispalla destro del guerriero, mentre la gente aveva preso vigore e coraggio e inneggiava nella sua direzione.

    "l'ha abbattuto! Odino è ancora con noi!"

    "Asgard può farcela! I suoi guerrieri la stanno davvero difendendo, non siamo soli!!"

    "Odino!!! Odino!!!!!!"

    Camille si guardò attorno un po stupito, sapeva di dover combattere, ma non aveva mai pensato all'eventualità di divenire una specie di... eroe!

    "Ratatoskr pensa che come prima battaglia non c'è male, se volevi stancarti da subito e far bella figura con il popolo ci sei riuscito ragazzo"

    Il giovane rise respirando un po meno a fatica.

    -non ho velleità da eroe... ma dobbiamo ridare speranza a questa brava gente-

    Alzò nuovamente ice riforgiandone la lama e facendola risplendere di candido cosmo.

    -Asgard! Sei una città fiera, coraggiosa! Non cedere mai, non pensare mai che sia finita! Oggi io ed i miei compagni lottiamo assieme a te... NOI SOPRAVVIVEREMO!!!!-

    Indicò con la punta della lama l'orda nera che si andava addensando attorno alla città.

    -LORO MORIRANNO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-

    Senza attendere oltre si rigettò nella lotta, rinvigorito dalle grida dei cittadini che saggiamente avevano ripreso a fuggire in cerca di un riparo. Non più per paura, non più per l'orrore... ma solo per non essere d'intralcio ai loro sacri difensori.



    ζ Personaggio : Camille Lars Vidan
    ζ Allineamento Morale : Legale Buono
    ζ Divinità : Odino
    ζ Schieramento : Asgard
    ζ Casta : God Warriors
    ζ Stella : Zeta Ursae Maioris (Mizar)
    ζ Armatura : robe di Mizar
    ζ Livello armatura : robe liv.IV
    ζ Livello Cosmico : Energia Viola
    ζ Super-Sensi Attivi : (7) Manashiki

    ζ Status Armatura ( indossata ) : intatta.
    ζ Status Psico/Fisico : un pochetto affaticato, diverse escoriazioni e lividi a causa del combattimento, nessuna ferita grave.

    ζ Riassunto azioni : ok, scusate ho fatto una scena un po oneshot giusto per introdurre il personaggio :asd:











    ~Speciale

    ζ Corno di Heimllnir: oggetto speciale
    quando Camille soffia nel corno il potere di quest'ultimo si palesa nuovamente: la luce degli occhi del cavaliere si offusca (come durante il Ragnarök per Michèl, precedente dententore) e questi può agire solo sulla base degli altri sensi sorretti dal suo cosmo; cosmo che per un breve momento, ovvero per la durata di tre (3) post, ottiene un innalzamento rapido e inaspettato (effetto simile all'abilità Cosmo Straordinario) permettendo al cavaliere di spingersi fino al limite del proprio reale potere. Al termine di ciò inizierà a riacquistare la vista e per un (1) post sarà affaticato a causa del grosso sforzo, la vista tornerà al meglio solo nel turno o post successivo Monouso ad Incontro.

    ζ Elsa di ICE: oggetto normale
    per meglio dire ciò che resta della spada del casato Stark. Di Ice infatti rimane solo l'elsa sul cui manico vi è ancora inciso in un piccolo anello d'oro bianco la scritta "Winter is coming"; dono di Edward Caliban Stark al giovane cavaliere essa può essere utilizzata per facilitare l'attuazione di una notevole tecnica utilizzata dai maestri del ghaccio; come il suddetto Edward ora Camille la può infatti utilizzare per generarvi sopra una lama di puro ghiaccio azzurro con la quale combattere e in alcuni casi anche difendersi. Dono prezioso soprattutto simbolico, essa è custodita gelosamente, assieme al magico corno, dal coraggioso ragazzo.

    ζ Ratatoskr: companion
    è il divino messaggero che viveva sull'albero Yggdrasill, latore di messaggi fra il serpente Níðhöggr che ne risiedeva alla base e la grande Aquila che vi viveva sopra. Durante gli eventi del Ragnarök in cui incontrò i cavalieri di Odino decise di accompagnare il gigantesco Michèl, non si sa se per amicizia sincera o mero capriccio. Con l'entrata in scena di Camille il divino scoiattolo ha deciso di passare parecchio del suo tempo con il giovane, nella vana speranza che cresca più saggio e attento dello scapestrato genitore.


    ~Abilità

    ζ Ice Lord Ghiaccio
    Discendente del ramo asgardiano degli Stark, Camille è l'ultimo erede della secolare tradizione della manipolazione delle energie fredde; saltando stranamente suo padre questa si è rivelata in tutto il suo potere nel giovane ragazzo, la cui vita è mutata per sempre a seguito del risveglio del cosmo e la scoperta dei poteri in esso celati. Come i suoi antenati, fra cui quello stesso Edward Caliban Stark tornato alla vita come specter e divenuto poi suo mentore, egli padroneggia la nobile e difficile arte di rallentare il moto degli atomi fino a portare la materia al congelamento. Il cavaliere di Asgard può manipolare il ghiaccio come desidera, sia sotto forma di gelide correnti d'aria, a guisa di sfere esplosive e perfino come potente lama affilata.

    ζ Tiger's Step Agilità Straordinaria
    Le movenze del cavaliere sono degne dell'antico predatore felino che incarna. Egli può spostarsi fino ai limiti della velocità concessagli dal proprio cosmo, rendendo così difficile seguirne rapidi movimenti perfino a chi nel cosmo gli è pari se privo di abilità propedeutiche come la medesima agilità o i sensi acuti. Tale movimento può creare l'effetto conosciuto come immagini residue le quali simili a ologrammi possono confondere gli avversari sulla reale posizione del cavaliere; in alcun modo non si tratta di illusioni e non permettono di schivare un attacco, semplicemente vengono creati con spostamenti a velocità massima e riproducono l'esatto movimento del cavaliere.

    ζ Manashiki Settimo Senso
    Questo è il vero primo passo per una maggiore comprensione di se e dell'Universo. A tale stadio il cavaliere ormai maturo ha ottenuto totale padronanza del Sesto Senso e del Micro Cosmo nascosto dentro di se; con questa nuova conoscenza questi può attingere energia dall'Universo stesso accedendo al Macro Cosmo al di fuori di se. Grazie al Settimo Senso la capacità distruttiva di un cavaliere aumenta notevolmente, permettendogli inoltre di valicare il limite della Velocità del Suono e raggiungendo l'insuperabile Velocità della Luce [Sbloccabile ad Energia Viola].

    ζ Behind the Words Telepatia
    Capacità invero comune ai cavalieri di alto livello, permette di parlare senza l'ausilio della favella a una o più persona anche da notevole distanza; gli basterà conoscere il volto o il cosmo di colui o colei che vuole raggiungere per proiettare la propria voce nella mente di questi. Tale abilità non può essere usata per leggere o influenzare la mente altrui in combattimento, riducendola ad un mero strumento per comunicare con compagni lontani o in modo discreto senza l'uso delle parole GdR-Only.


    ~Tecniche

    ζ Viking Tiger Claw Bianchi Artigli della Tigre
    Tecnica storica del cavaliere di Mizar consiste nel condensare ghiaccio sulle dita, all'altezza fra la prima e seconda falange, a guisa di acuminati artigli di bianco splendore. Tali costrutti perdurano per tutta la sola durata dell'attacco e qualora li volesse usare nuovamente devono essere da lui riplasmati. Il cavaliere tempesterà con un elevato numero di colpi il corpo degli avversari presenti nella zona d'effetto, mirando soprattutto a quelle parti del corpo non debitamente protette e per questo più facilmente raggiungibili. I danni causati in tale maniera sono di lacerazione inoltre in ogni punto colpito si formerà del ghiaccio che causerà danni da congelamento, per poi rompersi alla fine dell'attacco. La potenza di impatto potrebbe essere tale, in caso di inadeguata difesa o dislivello cosmico, che i malcapitati così colpiti potrebbero essere scaraventati verso l'alto per poi cadere rovinosamente a terra.

    ζ Blue Impulse In nome dei ghiacci eterni di Asgard
    Il cavaliere del Nord espande il proprio cosmo portandolo alla più bassa temperatura possibile; dietro di lui si generano costrutti simili ad iceberg a causa dell'ammasso di energia congelante ottenuto. Egli convoglia poi il colpo in una grossa sfera di azzurro ghiaccio, lanciata contro il bersaglio una volta raggiuntolo esplode tentando di congelare ogni cosa presente nell'area d'effetto e aggiungendo a ciò danni causati dalla deflagrazione e conseguenti schegge di ghiaccio ivi prodotte. Anche questo colpo potrebbe scaraventare in aria il nemico qualora lo subisca in pieno. I danni prodotti sono così da congelamento e fisici a causa dell'esplosione generata.

    ζ Asgardian Rain Colpisci pioggia gelida!
    In onore delle infinite tempeste di neve che sferzano le terre del Nord il cavaliere ha forgiato tale impetuosa tecnica. Il protetto di Mizar genera numerose sfere di ghiaccio blu grandi quanto il suo pugno per poi lanciarle verso l'alto e farle piombare in modo casuale sull'area d'effetto della tecnica; tali sfere dopo un contatto fisico qualsiasi esplodono in bordate di ghiaccio generando altresì pericolose schegge che possono ferire i presenti. Per il numero e la casualità dello loro traiettoria di caduta divengono un complicato assalto da evitare appieno, poiché anche senza contatto diretto le limitate ma numerose esplosioni congelanti possono causare notevoli problemi a coloro che non si ritrovano in grado di difendersi correttamente.

    ζ Icing Trap Trappola ghiacciata
    Caricando il cosmo nelle braccia il cavaliere può rapidamente lanciare delle bordate glaciali che, congelando il terreno lungo il tragitto, sfociano poi in ammassi ghiacciati simili a speroni con lo scopo di colpire uno o più avversari dal basso verso l'alto; con il contatto fisico essi esplodono in mille schegge tentando di congelare ciò che toccano. Il lancio con un singolo braccio risulta più rapido e quindi adatto per un attacco di sorpresa, mentre portato con entrambe le braccia perde in celerità iniziale ma ne guadagna in potenza offensiva.
    » Variante Difensiva : il cavaliere invece di propagare a distanza il colpo può generare più rapidamente degli speroni di ghiaccio innanzi e attorno a se per protezione. Qualora l'avversario sia ingaggiato in mischia il cavaliere può rinunciare alla propria azione offensiva e far esplodere verso di esso i costrutti di ghiaccio nel tentativo di sorprenderlo e investirlo così con schegge di ghiaccio, il cui contatto oltre che lacerare potrebbe anche provocare danni da congelamento.

    ζ Icing Death ICE
    Con tale manovra il guerriero genera una spada di puro ghiaccio la cui lama è affilata quanto i suoi artigli. Tale costrutto richiede una notevole concentrazione percui durante l'utilizzo sia in fase offensiva che difensiva non può utilizzare tecniche combattive differenti. Quando la lama colpisce genera in caso di mancata o non adeguata difesa dei danni da lacerazione, tentando di rilasciare energia cosmica congelante all'interno delle ferite prodotte; molte ferite si prodotto equivale ad un grosso rischio per colui o colei che le subisce!
    » Modalità Difensiva : la spada potrà essere utilizzata per tentare di parare un singolo attacco o per difendere il proprio portatore da un attacco ad area; la lama per volontà del suo creatore può mutare forma ed espandersi divenendo così una piccola calotta di cosmo e gelo con lo scopo di tentare di proteggerlo, per poi tornare alla forma originaria subito dopo.
    » Variante di Creazione : sfruttando un'elsa di spada adeguata a sostenere simili energie il cavaliere è obbligato a crearne solo la lama ed il filo, dovendo così concentrarsi di meno per mantenerla stabile. Gli sarà possibile quindi con la mano libera portare rapidi attacchi con gli artigli della tigre attivi o rilasciare esplosioni di cosmo congelante in combinazione con un fendente della spada.
    In ambedue le forme il cavaliere può decidere in qualsiasi momento di annullare compattezza del ghiaccio per farlo esplodere letteralmente addosso all'avversario, qualora ne sia coinvolto in mischia. E' altresì vero che qualora la lama dovesse rompersi il cavaliere la ripristinerebbe immediatamente fintanto che la tecnica perdura.
    Nota: per creare tale arma, sia essa solo lama o completa di impugnatura, il cavaliere deve sacrificare del tempo! Percui nel medesimo turno può solo crearla e lanciare con essa un attacco oppure difendersi e poi crearla senza attaccare. Nel caso dovesse agire per primo può prendersi il tempo di generare il ghiaccio a guisa di spada e subito dopo lanciare con esso un attacco nel medesimo turno.
    [Tecnica basata su ICE di Alkesander Seraf ©® 2012, su sua autorizzazione per esigenze di trama]
    raggio Tecniche 70m., Incrina Liv.V / Rompe Liv.IV-I, Velocità Luce con difficoltà


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    Edited by IchigoRuleZ - 22/2/2014, 14:05
     
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    Protogenos of Death

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    Battle for Asgard
    Ghiaccio e Sangue

    PUNTO



    Gli orrori volanti vengono respinti con successo, sebbene alcuni assalti riescano a colpire alcune zone delle mura e il portone, corrodendo leggermente ma senza comprometterne la struttura.

    Le prime file dell'orda vengono avvolte dalle fiamme delle trappole e le seconde file abbattono i feriti e li scagliano contro le mura per soffocare le fiamme o per farsi scudo contro le frecce.
    Le creature escono dalla bruma che è sempre più vicina, mentre il portone, per quanto ben difeso, inizia a scricchiolare sotto la massa di carne che si infrange su di esso ogni istante.





    Primo assalto respinto, le forze aeree si ritirano per il momento.
    Le forze di terra attaccano con più veemenza incuranti delle perdite.

    Tocca a voi, decidete se mantenere una difesa come ora o iniziare ad agire in modo più aggressivo.
    Scegliete pure la strategia e poi postate nell'ordine solito :zizi:

    NOTA: Considerate risorse, energie delle truppe, munizioni etc... :zizi:

    Composizione dell'orda:

    Unità volanti

    Umani corrotti

    Esempio di animali corrotti

    Altri tipi di umani corrotti

    Orda di bestie corrotte

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:05
     
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    Eternal Champion

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    Duhbe no Siegfried, Energia Nera - Post III


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    La battaglia infuriava alla base delle mura; per il momento l'orda era rimasta chiusa fuori dalle mura, le difese tenevano bene e quelle poche creature che erano riuscite a superare le difese per via aerea erano state rapidamente abbattute. Ma l'esercito nemico aveva ancora due punti di forza: sembrava non dar peso alle proprie perdite, non risentendo morlamente degli effetti della battaglia; e sembrava non finire mai. La bruma si era avvicinata ulteriormente, qualunque cosa stesse nascondendo di lì a poco si sarebbe mostrata e gli asgardiani avrebbero dovuto giocare tutte le loro carte a favore.

    La situazione era diversa dalla guerra contro Genlon al fianco di Eilistraee... quella volta Siegfried si trovava in un mondo lontano e doveva solo badare a difendere la propria vita, mentre distruggeva tutti gli avversari che gli capitavano a tiro; adesso, invece, aveva dietro di sè tutto il fiero popolo di Asgard, pronto a morire. Ma non si doveva arrivare a tanto, non quel giorno. Troppe vite erano state spazzate via, troppo sangue era stato versato.

    Una rapida occhiata intorno e vide che i volanti si erano ritirati, ma le forze di terra iniziavano a concentrarsi verso i grandi portali della città. Le contromosse erano abbastanza semplici, ma bisognava invertire l'andamento della battaglia o non se li sarebbero più levati di dosso. D'altra parte era impossibile sperare di vincere quella guerra per sfinimento da parte di chi attaccava.

    I cancelli! NON PERDIAMO I CANCELLI!!!

    Si scambiò uno sguardo con Frederich, in quel momento a due metri da lui.

    Rinforza il portone con l'ametista, dentro e fuori, e vedi di puntellarlo. E che gli arcieri si tengano pronti, quei mostri volanti potrebbero riapparire da un momento all'altro. VAI!!!

    In quell'ordine si poteva avvertire chiaramente l'incitamento a non abbassare la guardia e a continuare dando il massimo come fino a quel momento. Tutti gli asgardiani si stavano impegnando superbamente, ma il Celebrante temeva che avrebbero dovuto superare i propri limiti in modo impensabile. Decise allora di dar un segno agli avversari, sperando di alzare il morale agli altri guerrieri. Arrivò vicino al bordo delle mura e fece vibrare di rabbia il proprio cosmo: avrebbe voluto che anche Urzla, Daya, Lelouch, Stephàne e magari anche Gazka fossero lì con lui a dargli man forte, ma doveva farcela da solo con i suoi guerrieri. E con estrema violenza, attaccò.

    Possa il cuore sorreggere il mio braccio fino alla fine! HEAVEN'S... STOOOOOOOORRMMM!!!

    I raggi di luce all'inizio si dispersero su tutta l'area antistante le mura, per poi gradualmente convergere verso la zona più centrale dove i nemici si andavano ad accalcare. Siegfried stava mettendo tutto se stesso in quell'attacco, ma sapeva bene che la partita era ancora tutta da giocare... ed Asgard se la sarebbe giocata fino all'ultimo.

    Dopo l'attacco rilassò i muscoli, riprendendo fiato. Non guardò se e quanto il suo attacco fosse stato efficace ma si concentrò, invocando con la mente l'aiuto dell'unico alleato che in quel momento avrebbe potuto aiutarlo a reggere le sorti della battaglia e che, se avesse risposto, lo avrebbe naturalmente trattato come una pezza da piedi.

    Oh, divina luce che anima gli spiriti guerrieri, lama distruttrice di ogni forma di oscurità, spirito d'infinita saggezza!!! L'umile Celebrante chiede il tuo aiuto, tu che fosti forgiata nella celeste Asgard e brandita dallo stesso dio Odino... i regni terreni hanno nuovamente bisogno della tua unica e grande protezione, o invincibile! POTENTE VALMHUR, VIENI IN NOSTRO AIUTO!!!

    Siegfried non riusciva a capire se la cosa più fastidiosa era farsi insultare dallo spirito della spada, o dover fare ogni volta un'operazione di lecchinaggio. Ma a quel punto o la va o la spacca, le sue reticenze non valevano il suo popolo.

    Ok, in pratica ho attaccato ad area bella estesa e dato un paio di direttive. A fine post provo ad invocare Valmhur per capire se è della partita o no, e per chi se lo stesse chiedendo Aldo mi ha imposto il lecchinaggio ogni volta che cerco di svegliarla per convincerla a darmi una mano, certe volte pure per attaccare. E la spada ha il vizio di chiamarmi "stupido" almeno 3-4 volte ogni frase.




    Info.


    Condizione Fisica: Illeso.
    Condizione Psicologica: Ottima, pronto al contrattacco.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    Tecniche Usate:
    Heaven's Storm: Come una danza di raggi, così diparte il colpo di Siegfried. Centinaia di raggi che si crean al movimento delle braccia del Cavaliere del Nord, come a voler ricreare il movimento della leggendaria spada che fu dell'antico Siegfried ai tempi dei miti nordici. La spada leggendaria chiamata Gramr e commemorata dal guerriero attraverso il possesso dello zweihander Mimung, arma a lui assegnata. Il mito narra che Gramr fosse una spada invincibile, da cui questo colpo trae le sue origini. Quando questo colpo va a segno, causa danni da cosmo e da deflagrazione.



     
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    Death Queen Island Blade Master

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    Armageddon!



    Un grido di soddisfazione si alzò dalle fila degli arcieri, la bestia volante era stata abbattuta dal Viandante di Ferro, qualcuno, incurante del cosmo che aleggiava ancora attorno al God Warrior gli aveva dato una forte pacca sulla spalla, qualcun altro aveva inneggiato ad una prematura vittoria, un paio di ardite shieldmaidens urlarono il nome di Finn con qualcosa in più della semplice foga della battaglia nella voce.

    Odino è con noi!

    Strillò qualcuno dalle seconde fila di guerrieri, quelli armati di giavellotto ma Thorfinn ipotizzò che il dio guercio stava osservando gli sforzi del suo popolo senza preoccuparsi tanto delle loro vite, tali cupi pensieri venivano da ciò che vedeva sotto le mura, il barbaro si massaggiò la mascella nervosamente mentre altri uomini, guidati dall'elitè dei Jomsvikings continuava a scaricare calderoni di pece e dardi infuocati sulla massa brulicante che sciamava avanti e indietro contro i bastioni nel tentativo di sfondarli nonostante le fiamme e le trappole di ametista.

    - Odino è molto più lontano di quanto questa gente pensi, -

    Tenne per se quelle amare parole e prese nuovamente a bruciare il cosmo, il dono degli Asi era un prodigio di cui poteva andare fiero, lo rendeva unico tra gli uomini ma allo stesso tempo il suo utilizzo costante debilitava il corpo, lo stancava fino al dolore e all'intorpidimento che ne conseguiva in caso di sforzi maggiori. La battaglia si prospettava lunga e non sapeva quanto le sue risorse fisiche avrebbero retto, l'unico pensiero che lo rassicurava era che normali uomini e donne si erano messi a difesa della città dando il cento per cento senza che nessun dio li benedicesse, perchè lui avrebbe dovuto trattenersi?

    I CANCELLI...

    L'urlo di Siegfried del drago bicefalo risvegliò il barbaro dal troppo elucubrare, il cosmo ebbe un sussulto, fu quasi sul punto di casuare un incidente dovuto alla sua stessa potenza dirompente, ancora doveva abituarsi alla rapidità estrema con cui il suo corpo e la sua energia reagivano in confronto al resto del mondo. Gli occhi schermati dalla celata dell'armatura di Sleipnir goderono dunque di un nuovo spettacolo, il colpo scagliato dal Celebrante di Odino sbalordì Finn per la rapidità e la potenza distruttiva, vide in pochi attimi dozzine di quegli esseri venire sbalzati, dilaniati, lacerati come fossero bambole di pezza tra le mani di un gigante di brina.

    In un moto di invidia Thorfinn ricordò di essere il figlio di Thors di Jom, detto il troll, il più forte dei barbari e di Brinhild del Lupo che veniva ricordata dalle shieldmaidens come "la torre del muro di scudi" per la sua stazza e resistenza. avrebbe reso onore ai suoi genitori ed ai suoi antenati tentando di emulare il potere che aveva appena visto scatenarsi sotto i suoi occhi.

    Nelle sue orecchie tamburi di guerra tentavano di coprire i versi orrendi delle creature nemiche, gli animali di Asgard, un tempo nobili e ferali, erano stati mutati in dementi mostruosità con le quali gli uomini corrotti,ancora dotati di una certa intelligenza, tentavano di spegnere il fuoco e creare una breccia non curanti delle perdite fisiche.

    Il fuoco! Esclamò un vecchio Huscarl intento a subissare di dardi infuocati quello che doveva essere un orso mutato Tentano di spegnere il fuoco coi corpi dei morti!

    Thorfinn ebbe un crampo alla mascella prima di serrarla nuovamente, quando il cosmo arancio vivo di fiamme iniziò rosseggiare sempre più vivo i guerrieri attorno al cavaliere di Sleipnir iniziarono a invocarlo come fosse anch'egli un dio benevolo. Recitavano pezzi di antichi canti, orazioni che divennero un coro. Avvicinandosi di una decina di metri verso i cancelli della città per dar man forte agli altri God Warriors il barbaro si lasciò una scia di fiamme innocua al suo passaggio, i piedi toccavano a malapena i parapetti e i bordi ghiacciati delle mura, i più anziani tra i Jomsvikings sgranarono gli occhi stanchi, un'orbo dalla lunga barba che dava ordini ai lanciatori di giavellotto inneggiò direttamente al cavallo a otto zampe, ben presto le fiamme di Thorfinn di Sleipnir vennero accompagnate da un singolo canto.

    Ride down from Asgard
    To the battlefield
    Bringer of the Valiant Dead
    Who died but never yeilded
    Carry we who die in battle
    Over land and sea
    Across the rainbow bridge
    To Valhalla
    Odin's waiting for me



    Aria gelida e pungente entrò nelle narici del guerrieo mentre il fuoco magico del suo cosmo prese a sciogliere il ghiaccio sulla pietra levigata, le rune rituali sulle sue guance, sulle falangi e sul mento presero a illuminarsi di luce arancio chiara, i pugni chiusi vennero portati sulla testa dalle braccia tese, dai piedi risalì l'intera energia bruciante, attraverso le braccia, scivolò sulle protezioni dell'avambraccio scorrendo sulle scanalature foggiate a mò di capo equino.

    Discendi da Asgard sul campo di battaglia... Sussurrò Thorfinn quando concentrò il cosmo di fuoco nelle mani.

    Un ennesimo grido di stupore misto a furia uscì dalle gole degli asgardiani quando un ventaglio di fiamme piombò dall'alto verso il basso sui nemici ai piedi delle mura accompagnato da un'ennesima emanazione che richiamava la forma della mitica cavalcatura del dio grigio. Il colpo non serviva solo a carbonizzare i nemici che si erano asserragliati sotto i bastioni di Asgard ma anche a ravvivare e propagare maggiormente le fiamme nate dalla precedente accensione così da non permettere ulteriori tentativi di estinzione da parte dei nemici.


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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir
    Status: Battagliero
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Illeso
    Riassunto azioni:
    Mi avvicino al cancello di soli dieci metri per non abbandonare la mia posizione, il tutto caricando il cosmo di fuoco. Arrivato al punto interessato scaglio dall'alto in basso il mio colpo "Great Under Pressure" per ravvivare le fiamme difensive delle mura e carbonizzare quanti più figli di troia possibile.
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Great ardent pressure ~
    Il cavaliere di Sleipnir sviluppa un potente colpo infuocato intriso di cosmo che ricorda la forma di un cavallo a otto zampe in corsa. L'attacco di considerevole potenza tende a bruciare tutto ciò che incontra (a discrezione del dislivello energetico) e carbonizzare il bersaglio in un'area a ventaglio di centottanta gradi [180°] per la massima estensione(in lunghezza) consentita dall'energia in possesso dal caster. Oltre a bruciare la tecnica tende a spazzare via ciò che incontra sbalzandolo nella direzione del colpo.




    Note:

     
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