SITH'EKESH

il linguaggio degli Alchimisti, 2024

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    Dopo anni di studio dei testi più strani, posso affermare che il Sith'ekesh - letteralmente "linguaggio perfetto" - non sia perfetto per niente... e gran parte del suo fascino dipende proprio da questo.
    La sua origine è nascosta tra gli insegnamenti dei primi Dodici, i più potenti discepoli di Asclepio. Necessitando di una lingua comune per trasmettere in maniera più efficiente i segreti degli Alchimisti, essi la presero da un popolo decisamente meno evoluto, di stampo tribale. Perfino la parola "Sith" nient'altro sarebbe che il nome di questi indigeni, una delle tante popolazioni la cui scomparsa è stata del tutto oscurata dalla disastrosa guerra tra Atlantide e Lemuria.
    Una lingua tribale non aveva tuttavia la completezza strutturale o lessicale per sostenere una dottrina filosofica: per questo motivo alcune complessità grammaticali e logiche sono state adattate da alcuni dialetti lemuriani. Allo stesso modo sono stati coniati termini del tutto nuovi, talvolta partendo dai suoni e dai dittonghi tipici della lingua tribale, uniti poi a formare parole molto più articolate. Nei testi presenti nell'Archivio non è raro imbattersi in modi diversi - e talvolta contrastanti - di tradurre le stesse locuzioni, così come attestazioni di grafie diverse per gli stessi termini, oppure termini che assumono un dato significato solo se accostati a determinati altri.

    Per fare un esempio pratico della densità di questa lingua, basti pensare ancora una volta al termine "Sith". Gli Alchimisti originali, adattandolo ai dettami della propria filosofia, finirono per convogliare in un nome proprio un significato comune, cioè il concetto di "individuo perfetto".
    La mia teoria, basata sul raffronto di alcuni trattati scritti a millenni di distanza, è che "perfetto" sia una semplificazione estrema di un termine ben diverso, qualcosa che potremmo definire con la perifrasi "pronto a compiere il cammino verso la perfezione". Infatti lo stadio di "sith" è raggiungibile - nelle pratiche iniziatiche codificate dai Dodici - in seguito al completamento della Reltok Hâsk, cioè la terza di quattro Trasmutazioni del Sé. Stando alla traduzione più superficiale, in sostanza, un umano diventerebbe perfetto già a tre quarti del percorso. Una leggerezza bella e buona, per un sistema filosofico così attento nella sua auto-definizione, visto e considerato che l'Ascensione nel suo complesso deve essere trattata dall'accolito come un processo in continuo divenire.
    Sith indica però non solo la terza fase del processo, successiva a Tyro e Massassi, ma l'Alchimista stesso, inteso come figura generica di appartenenza alla casta. Non è infatti sbagliato tradurre direttamente Sith come Alchimista, laddove Sith'ari indica lo status di Alchimista Supremo, ma non per questo un Alchimista è anche Perfetto.

    Alcuni testi sfruttano costruzioni complesse, con desinenze specifiche per differenziare i complementi.
    Talvolta i termini più comunemente associati confluiscono in parole composte. Sith'ekesh è forse un esempio quanto mai lapalissiano di composizione tra "Sith", di cui ho discusso, e "ekesh", linguaggio. Sono attestate forme meno eleganti, come "ekesh sithak" col suffisso genitivo -ak, ma si tratta di casi sporadici. Di contro, non è attestato l'uso indipendente di "ari" con il significato di "supremo".
    Esistono anche casi opposti, in cui due parole rimangono separate e non accordate tramite particolari desinenze, pur assumendo nel complesso un significato particolare. Celebre esempio tra i termini più utilizzati dagli Alchimisti è Dun Möch, letteralmente "dun = ferita" e "möch = lingua (inteso come parte anatomica)" che indica la pratica di fiaccare lo spirito avversario tramite la sola capacità dialettica del Sith, e che quindi potrebbe essere tradotto in "ferire tramite la lingua". La particolarità potrebbe essere dovuta all'aspetto metaforico della locuzione, ma non si tratta comunque di una regola fissa.

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    Un'altra affascinante caratteristica di questo linguaggio è invece la chiarissima traccia che esso ha lasciato sulle lingue antiche e moderne. Per quanto nascosto, l'Impero Nero era già potente e prospero durante la nascita e l'ascesa delle meggiori civiltà del mondo antico. Durante la sua millenaria presenza, alcuni aspetti culturali (e in questo caso, linguistici) hanno attraversato il velo di segretezza e inquinato il substrato delle popolazioni in rapida crescita, evolvendosi di conseguenza. Alcuni dei suoni o addirittura alcune parole e concetti sono sopravvissuti fino all'epoca moderna. Le influenze più evidenti sono sulla lingua ebraica, che col Sith'ekesh condivide anche la caratteristica densità di significato, e su certi dialetti dell'Africa nord-orientale.

    Uno degli esempi a me più cari, può essere ritrovato nella parola sith "hybris". Essa, stando alle interpretazioni più complete della metafisica degli Alchimisti, rappresenta la pulsione al superamento dei propri limiti, il desiderio bruciante che guida coloro che cercano la Verità.
    Quasi a contrastare questo significato, la lingua degli schiavi olimpici assunse la parola "ὕβρις" col significato di tracotanza, di irrispettosa sfida alle divinità, l'orgoglio che tende a sopravvalutare la propria forza causando infine la caduta.
    Ironico pensare che - nella sua etimologia più immediata - "desiderio" provenga dal latino de-, e sidus, "stella", letteralmente, "cessare di contemplare le stelle", un chiaro richiamo alla Saaraiajak e alla rinuncia del potere offerto dalla Corona Dorata. Tutto ciò dovrebbe ricordarci come l'impronta dell'Alchimia sia davvero difficile da nascondere, perfino con armi orribili quali ignoranza e oppressione.

    Ovviamente sto parlando con eccessiva banalità di un processo molto lungo e macchinoso.
    La lingua Sith è giunta a noi come una collezione frammentaria di fonemi e regole grammaticali all'apparenza piuttosto semplici, ma al suo interno prosperano irregolarità e misteri che - a tutt'oggi - richiedono una quantità di tempo e attenzione che personalmente non posso affatto permettermi di investire.
    Ho quindi chiesto ad Alaric di stilare, a beneficio di tutti, un breve glossario che raccolga i termini più utilizzati nelle opere di riferimento conservate in Archivio, con la traduzione attestata più frequentemente. La sua competenza criptolinguistica sarà preziosa, per il futuro dell'Ordine.

    ۞



    Edited by Him3ros - 27/4/2024, 13:09
     
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