minutes to midday

pegasus vs iperione

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    In varie località, principalmente delle Grecia ma anche di altre zone del pianeta che erano raggiunte in qualche modo dalla presenta dei santi di Athena, cominciarono ad apparire in giro per le strade deserte, muri di palazzi ricoperti di rampicanti, colonne di piccoli tempietti, alberi, dei volatini di strana natura.

    Alcuni addirittura arrivarono fino ad Asgard i ai limiti degli insediamenti atlantidei. Qualcuno venne avvistato svolazzare verso un avamposto degli alchimisti neri, altri usati come sottobicchieri in qualche locale di soldati titanici a Kiev.


    Su tali volantini era scritto, in una grafia abbastanza brutta e sicuramente fotocopiati alla bene e meglio da qualche eliografia dozzinale:



    volantino





    Nel retro del foglio, le istruzioni per arrivare a un parco-giochi abbandonato in una remota località del Sud della Turchia. Non abbastanza importante o vicino per avere qualche piano futuro in tempi brevi per il Grande Tempio, ma anche abbastanza tranquillo da poter essere distrutto senza troppi problemi.


    Seduta su una panchina, a bere da una lattina una soda sotto la debole luce della Luna che calava, Matar di Pegasus. Armatura già indossata, non si aspettava davvero che qualcuno venisse sul serio.

    Aveva chiesto il favore a un paio di persone di distribuire i volantini ed era anche stata considerata abbastanza ingenua da considerare che questa opzione potesse essere valida. Il punto è che si annoiava, e al momento nessuno era disponibile per qualche sparring amichevole e stranamente nessuna missione degna di nota.


    Almeno mi sto facendo una bella passeggiata – disse fra se e se, finendo con un singolo sorso la lattina e gettandola con un bel tiro in un secchio della differenziata. Difficile che la cosa funzionasse dopo dodici anni ci Corruzione, ma ehi! Come saint doveva dare il buon esempio.


    Si alzò stiracchiandosi e facendo un po di stretching, guardando il cielo stellato che si sovrapponeva alla ruota panoramica che ancora, per qualche strano gioco del destino, ancora non era crollata. Era comunque bella fatiscente, molto diversa da quella che si ricordava di vecchi giorni passati al Luna Park con la sua famiglia a divertirsi.


    Ah, divertirsi. Una cosa carina da fare ora come ora. Aveva ancora un nel po’ di tempo prima che la raccattassero con un teleport. La scusa di una ricognizione poteva servire solo per un po’… non che non avesse fatto fuori un po’ di corrotti nel frattempo.



    [taglio di scena con una montagna di carne con tanti fori di pugni e segni di percosse che ancora si contorceva negli ultimi spasmi muscolari]



    Salticchiando lungo le mattonelle di sbiadita vernice colorata del viale centrale,arrivò esattamente sotto la grande ruota del parco, alzando le braccia quasi come se volesse in qualche modo allungarsi per toccare la parte più alta.

    Poi, improvvisamente, una strana sensazione cosmica… come se il Sole stesse sorgendo diverse ore in anticipo.





    Matar | Pegasus (V) | Energia: Blu



    Abilità: Resistenza, Furore Sacro, Ultimo Sforzo, Favore di Athena.

    Stato: OK


    Riassunto: Rubato l'idea del festival, ma i mezzi sono quelli che sono :3



     
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    iperione spadone {VIII} energia bluminutes to midday1
    C’erano davvero poche cose in grado di sorprendere Iperione, un essere di una potenza e di un’antichità quasi inimmaginabili. Le sue memorie, avvolte in una nebbia impenetrabile, erano offuscate dai sigilli che contenevano la sua vera forza, limitando i suoi ricordi così come la sua potenza. Era un tema che sua sorella Mnemosine aveva esplorato con lui molte volte, ma di cui Iperione non riusciva a cogliere pienamente il senso. Eppure, questa condizione di semi-potenza non lo turbava tanto quanto disturbava i suoi fratelli. Lui, a differenza di loro, trovava un certo piacere nel mettersi alla prova, esplorando con curiosità come gli umani, così limitati nella forma, nel pensiero e nella comprensione del cosmo, potessero vivere senza farne una tragedia. Dopotutto, gli umani erano loro creature, e forse era proprio nella loro imperfezione che si poteva scorgere il tocco divino.

    Un discorso simile, fatto con sua sorella Teti, avrebbe sicuramente scatenato un’animata discussione. La verità era che Iperione sentiva la mancanza dei suoi fratelli e sorelle. C’era qualcosa nel legame con la sua famiglia che non sapeva spiegare; un vincolo profondo che sembrava ancorato all'essenza stessa della realtà.

    Quella mattina, dopo aver trascorso la notte in un bar intergalattico, Iperione si imbatté quasi per caso in un volantino su un tavolo. Lo raccolse, e il suo sguardo assunse l'espressione di chi stenta a credere a ciò che sta leggendo. Era un invito a combattere in un luogo tanto lontano e pericoloso quanto affascinante: la Turchia. Un luogo di corruzione, caduti e chissà quali altre sfide riservava il mondo. Certamente, anche lui aveva combattuto, ma in modo diverso.

    “Mat di Pegasus,” ripeté ad alta voce, con un tono a metà tra l’incredulo e l’divertito. Aveva incontrato un altro Saint, e si chiese perché questo Mat non potesse utilizzare la propria arena, se era così desideroso di combattere. Un invito simile, un volantino che viaggia attraverso il multiverso, era la cosa più insensata che avesse mai visto, eppure, da qualche parte remota e profonda del suo essere, lo faceva sorridere.

    Senza esitare, Iperione si diresse a grande velocità verso il luogo dell’incontro a bordo di una delle sue navi. All'arrivo, scorse una ragazza che indossava l'armatura di Pegasus, in attesa trepidante del suo avversario. Dopo aver parcheggiato la sua astronave a debita distanza, Iperione camminò verso l’area dell’incontro e, una volta di fronte al cavaliere di Pegasus, posò il volantino su un’altalena vicina.

    “Tu devi essere Mat,” iniziò Iperione. “Io sono Iperione il Nero, e accetto la tua sfida.” Il suo tono mescolava serietà a una vena di divertimento per l’unicità della situazione. “Scegliere la Turchia è molto audace. Combattiamo e, se dimostrerai il tuo valore, potrei offrirti una proposta: un luogo dove potrai allenarti in pace e migliorare le tue abilità.”

    L'offerta di Iperione era genuina, non poteva essere altrimenti. Se la ragazza avesse mostrato il coraggio e la forza che si attende da un cavaliere di Pegasus, avrebbe meritato l'arena. Questo cavaliere o era incredibilmente sicuro delle proprie capacità, o era follemente ignaro dei pericoli di un invito del genere.

    “Ma ora, prego, apriamo le danze,” concluse Iperione, con un tono fermo e deciso, pronto a scoprire se quella giovane guerriera avrebbe potuto reggere il confronto con un dio.

    narrato • "parlato"pensato| telepatia |
    casta Titani
    fisicamente a posto
    mentalmente non sa, se sei pazza o se sei pazza
    riassunto azioni ma MENIAMOCI

    Gurthang
    Iperione, il Titano del Sole e dei Cieli, incarna la personificazione del vero guerriero. La sua soma, uno spadone mastodontico, rappresenta integralmente l'essenza di ciò che lui stesso simboleggia. Iperione può manifestare fisicamente uno spadone colossale composto dallo stesso materiale della sua soma. Quest'arma imponente, dal design non convenzionale, si distingue per la sua grandezza e lo spessore fuori dal comune. Vista frontalmente, l'arma assume una forma triangolare, ampia alla base e si restringe verso l'estremità superiore, culminando in una punta affilata. Ciò che la rende unica è una cavità circolare situata a circa metà della sua lunghezza. L'impugnatura, straordinariamente lunga, conferisce una notevole manovrabilità, a patto che chi la maneggi ne possieda la forza sufficiente anche solo per sollevarla. La sezione dell'arma è spessa e dalla forma romboidale. Come la sua soma, l'arma è nera come la pece. La caratteristica cavità al centro dello spadone, quando Iperione intende evocare il suo potere massimo, si carica di vento solare, emanando l'aspetto di un sole in miniatura. Dal punto di vista pratico, Iperione può richiamare l'arma in qualsiasi momento e usarla per annientare i suoi nemici. La robustezza dello spadone, paragonabile a quella della sua soma, la consacra come una delle armi più potenti dell'universo. Il Titano, con maestria, può sfruttare lo spadone per orchestrare i suoi attacchi, lanciando fendenti di vento solare e dunamis che si propagano nell'aria, sottolineando la sua formidabile abilità nel combattimento cosmico.


    Ichor
    Essere un Titano comporta un'eredità divina, una dote che nessun altro può vantare. Il sangue di Iperione, al contrario del cremisi umano, assume varie sfumature di azzurro, oscillando tra il turchese e il blu scuro. La peculiarità di questo sangue divino risiede nella sua ricchezza di dunamis, un'energia cosmica che lo pervade. Ciò fa sì che il sangue di Iperione guarisca lentamente e costantemente le ferite di lieve entità. Che si tratti di tagli, ematomi o fratture, nel tempo queste scompaiono grazie al potere lenitivo del suo stesso sangue. Tuttavia, in combattimento, questa capacità non garantisce la guarigione di ferite gravi o invalidanti, a meno che non si attivi il suo potere attivo. In tal caso, amalgamando sia l'azione offensiva che difensiva, Iperione può concentrare una notevole quantità di dunamis nel suo sangue. Facendo ciò (un'abilità utilizzabile solo una volta in un duello), ha la possibilità di curare i danni fisici o eventuali stati alterati (come la perdita di sensi, problemi al sistema nervoso o avvelenamento). Oltre a ciò, l'Ichor conferisce a Iperione l'immortalità, facendo sì che ogni imperfezione fisica del suo corpo prima del risveglio svanisca con il tempo. Il suo sangue, inoltre, può essere impiegato per curare gli altri o dar vita a oggetti inanimati, trasformandoli in obbedienti servitori (only GdR). In questo modo, il potere di Iperione si estende oltre il campo di battaglia, influendo sulla vita e sulla creazione stessa.


    Vento Solare
    Iperione, nella sua veste di Dio del Sole, possiede la straordinaria abilità di richiamare a sé tutta la potenza di quell'astro che è fondamentale per la vita sulla terra. Il suo potere si concretizza nel richiamare o creare dal nulla il "potere di Helios", un vento solare in grado di spazzare via ogni cosa e di bruciare con una fiamma più intensa di qualsiasi altra. Questo potente dono divino si suddivide in due elementi distinti: aria e fuoco. Il controllo di Iperione sull'elemento vento è praticamente totale. Può richiamare grandi quantità di vento o manipolare quello già presente sul campo di battaglia, generando proiettili d'aria, potenti tornadi o esplosioni devastanti liberando aria compressa. La sua maestria nel controllo del vento gli permette di alterarne la pressione e la direzione, ma va oltre, variando anche la composizione dell'ossigeno nell'aria o generando fenomeni come l'evaporazione dei liquidi. La sua abilità con il vento estende anche la possibilità di simulare il volo sfruttando le correnti, utilizzare getti d'aria senza riuscire a raggiungere l'abilità piena, è inoltre possibile accelerare i movimenti senza poter mai raggiungere il potere espresso da chi possiede per esempio l'agilità straordinaria. D'altra parte, il controllo sull'elemento fuoco, seppur meno vasto rispetto al vento, merita rispetto. Attraverso la sua capacità, Iperione può innalzare la temperatura tramite l'espansione del suo cosmo, creando fiamme in varie forme, che esse siano fruste, proiettili o sfere. Ha la facoltà di avvolgersi di fiamme o infiammare la sua arma per eseguire attacchi ardenti. Pur non raggiungendo la stessa maestria del vento, non è raro vederlo creare sfere infuocate per annientare i suoi avversari. Entrambi gli elementi, essendo di tipo aeriforme, vantano una straordinaria duttilità e si distinguono per la loro manovrabilità eccezionale. A ciò si aggiunge la possibilità di combinare vento e fuoco per generare il Vento Solare, una fusione che offre spettacolari risultati. Iperione può così creare tornadi di vento che ustionano e fanno evaporare il sangue, lame di vento infuocate o sfere di fuoco che implodono, seminando distruzione per chilometri.


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