A voice from the the outer world

Shai Hulud vs Erika

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    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeA voice from the the outer world1 • ostcsheet

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    L’antica Isso, in seguito poi nota come Kinet Höyük, era una distesa di sabbia e macerie, pallida testimonianza dell’antico splendore, quando ancora re ed eroi ne calpestavano il suolo. Ricordava ancora quando, a scuola, durante le lezioni di storia della signorina O’Brien, aveva sentito parlare di quei luoghi: le montagne rocciose, dai versanti scoscesi e le vette morbide, modellate dal vento e dalla pioggia circondavano l’esercito macedone che si prestava ad affrontare il loro nemico più grande. Erano in svantaggio numerico e sembrava non ci fosse via di scampo per Alessandro Magno, in quei luoghi avrebbe probabilmente visto frenare la sua rapida ed esponenziale espansione verso Oriente per la prima volta. Tuttavia, il giovane re sfruttò al meglio il terreno di battaglia e, contro ogni pronostico, riuscì nel suo intento, sorprendendo tutti e cambiando per sempre la storia con la sua impresa.
    Le sembrò quasi di vederli, i guerrieri macedoni, quando la giovane santa di Andromeda mise piede in quella che un tempo doveva essere la piazza cittadina, che ancora conservava - nonostante il precarissimo stato di conservazione - alcune architetture antiche.
    Una parte di sé, quella più ingenua e infantile, faceva sì che la mente indugiasse sulle fantasie riguardo l’aspetto del luogo nei suoi antichi tempi di gloria, la parte più razionale e matura non faceva altro che cercare di reprimere la prima, di allontanarsi da quella dissociazione, di gridare pericolo.
    Purtroppo, il tempo in cui il mondo si presentava ai suoi occhi di bambina come un luogo pieno di meraviglia era brutalmente finito, l’ingenuità e l’innocenza erano state totalmente trafitte dagli orrori della guerra e della distruzione totale.
    Erika era ben consapevole della cosa, da molto tempo ormai, ma, in cuor suo, sentiva che il Destino fosse in debito con lei, ladro di affetti e di speranze. Era già riuscita a riprendere in mano la sua vita, scegliendo la via della lotta al fianco della dea Athena, ma sentiva che non era abbastanza. Tuttavia, sapeva bene che volere, pretendere troppo, specie da entità o forze più grandi di lei, alla fine, l’avrebbe portata solo a rimanere con un pugno di mosche in mano. Doveva avere fede, doveva credere fermamente che tutto si sarebbe sistemato, presto o tardi, tutto sarebbe andato per il verso giusto e sarebbe stata fatta giustizia.
    Uno scricchiolio catturò improvvisamente la sua attenzione ed Erika si voltò, guardandosi intorno in allerta. Fece correre lo sguardo nervosamente dalla sua destra verso la sinistra, non si sentiva per niente al sicuro. In quel luogo c’era qualcosa di strano. Era stata mandata a investigare su episodi piuttosto strani che si stavano verificando in quella zona da qualche tempo ormai. Secondo i rapporti, la gente del posto si comportava in modo davvero bizzarro: i loro sguardi erano vuoti, smarriti nei meandri della loro mente, come se questa fosse stata soggiogata da una forza più grande, e le loro labbra si muovevano incessantemente, ripetendo un’unica frase:

    Lode a Shai Hulud.

    Poteva essere davvero di tutto, un nuovo culto, un’isteria di massa provocata dalla fame e dalla paura per l’avanzata della Corruzione e degli dei del Chaos… Ma da che aveva messo piede in quella città fantasma, oltre a non aver trovato nessun indigeno del luogo, aveva percepito distintamente un cosmo permeare la zona. Si avvicinò al punto dove pensava provenisse quel rumore sinistro e notò che, proprio al centro della piazza, vi era un fosso… O meglio, ciò che ne rimaneva. Avanzò cautamente, mantenendo alta l’attenzione e restando pronta a reagire a qualsiasi cosa sarebbe successa.


    hmbt2ep

    narrato • parlatopensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata.
    FISICAMENTE • Sana (ancora per poco)
    MENTALMENTE • In campana
    RIASSUNTO AZIONI • let's goooo

    Nebula Chain
    (Abilità doppia) Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore.
    Solo il loro Saint è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, avvertirà una forte scossa elettrica che gli impedirà di usarle.
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Oltre all'abilità di muoversi a suo piacimento, la catena è in grado di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa.
    Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida, è tuttavia debole al ghiaccio e alle temperature artiche.


    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.


    Tecniche

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    Edited by cloudjumper89 - 23/4/2024, 14:09
     
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    Il mio arrivo in Turchia segnò l'inizio di una nuova era, non solo per me, ma per tutti coloro che avrebbero incrociato il mio cammino. Come profeta delle Sabbie, ero il messaggero di Hades, il dio che mi aveva scelto per espandere la sua influenza e mietere anime. L'atmosfera qui era elettrica, carica di un'energia che solo i luoghi di grande potere spirituale possiedono. Sentivo il palpito del suolo sotto i piedi, ogni granello di sabbia sembrava vibrare con la promessa di conquista e dominio. Non ero un visitatore passivo; ero un catalizzatore del cambiamento, un fulcro di forze antiche e temibili. Con il passare dei giorni, la mia influenza crebbe. Le persone iniziarono a seguirmi, alcune spinte dalla speranza di una nuova vita, altre dal terrore di ciò che potrei fare se avessero rifiutato. Non importava il motivo, perché alla fine, tutti servivano al mio scopo divino.

    Isso era diventata la mia roccaforte, il luogo dove avevo scelto di esercitare il mio potere e manifestare la volontà di Hades. Le strade di quella città erano ormai familiari ai miei piedi, e i suoi abitanti, una volta liberi e indipendenti, si erano piegati sotto il peso della mia presenza. Ogni giorno era un promemoria del potere che avevo accumulato e del destino che avevo scelto per loro. Il giorno di festa era particolare, un momento sacro e terribile che avevo instaurato come simbolo della mia sovranità. La gente del posto, con gli occhi pieni di una fervente devozione mista a paura, si radunava in masse per celebrare non solo la loro sottomissione, ma anche la loro ascensione attraverso il sacrificio. Shai-Hulud, cantavano, ripetendo il mio nome in un crescendo di voci che si alzava verso il cielo come un inquietante presagio. Uno dopo l'altro, i fedeli si avvicinavano al bordo del pozzo dell'ascensione. Non era un vero pozzo, ma un fosso profondo e spoglio, simbolo del vuoto che prometteva liberazione e rinascita. Con un fervore che rasentava la follia, si davano alle fiamme, le loro voci che intonavano Lisan al Gaib in un coro straziante e devoto mentre il fuoco consumava i loro corpi. E poi, come falene attratte irresistibilmente dalla luce, si lanciavano nel fosso.

    Questo rito, il Thawid, era diventato un pilastro della loro esistenza sotto il mio dominio. Era una pratica che avevo instaurato per consolidare ulteriormente il mio controllo e per alimentare il mio potere. Ogni salto nel vuoto non era solo un sacrificio di un'anima al mio servizio; era anche un'affermazione del mio ruolo come messaggero e araldo di forze oscure e antiche. Mentre osservavo dalla mia posizione elevata, il cuore mi si stringeva in una presa complicata di trionfo e di un oscuro, inconfessabile tormento. Il Thawid era più di un semplice atto di devozione; era una via di trasformazione, un pellegrinaggio spirituale che ogni anima intraprendeva per avvicinarsi a un'esistenza superiore. Per gli abitanti di Isso, rappresentava la possibilità di una comunione assoluta con me, Shai-Hulud, la loro guida e mediatore tra il mondo terreno e le forze divine. Il fuoco giocava un ruolo cruciale in questo rito. Non era semplicemente un mezzo di distruzione, ma uno strumento di purificazione. Mentre le fiamme lambivano le carni dei devoti, bruciando via impurità e legami terreni, si credeva che le loro anime venissero liberate dalle catene dell'esistenza mondana. Ogni lingua di fuoco che toccava la pelle non era vista come un tormento, ma come una carezza liberatrice, un passaggio obbligato verso la purificazione.

    E poi c'era il fosso dell'ascensione, un abisso scuro e profondo che prometteva un incontro ravvicinato con il divino. Lanciarsi in quel vuoto significava rinunciare a ogni legame terreno, un ultimo gesto di fede estrema per dimostrare la loro totale dedizione e desiderio di unione con il mio spirito. Era un atto di fede estremo, un sacrificio personale che simboleggiava il superamento delle paure più profonde e l'abbraccio di una nuova esistenza guidata dalla saggezza divina. Questo rito non era solo un simbolo della loro sottomissione a me, ma anche un'espressione del loro desiderio di transcendere la realtà quotidiana e di vivere in un stato di armonia con le forze superiori. Ogni partecipante al Thawid diventava un testimone vivente del potere del divino attraverso di me, e ogni sacrificio rafforzava il legame tra la mia volontà e la loro esistenza.

    Attraverso il Thawid, gli abitanti di Isso cercavano di toccare l'infinito, di comprendere misteri oltre la comprensione umana, di diventare più che semplici mortali. E in questo atto estremo, trovavano una sorta di pace, una risoluzione alle inquietudini dell'anima che solo un vero incontro con il divino può offrire. Era una danza macabra e magnifica di fede, sacrificio e speranza, tessuta nel tessuto stesso della loro cultura sotto la mia guida. Mentre i fuochi del Thawid crepitavano e le ombre danzavano sulle pietre antiche di Isso, la mia attenzione fu catturata da una figura che emergeva dalla penombra. Lei, una guerriera dall'armatura scintillante, un servo di Atena, avanzava con un'aura che portava con sé il peso delle stelle, il cosmo che vibrava intorno a lei in onde palpabili. Le catene che portava avvolte intorno alle braccia non erano un segno di prigionia, ma simboli di una battaglia che portava con sé da tempi immemorabili.

    La sua presenza in quel luogo, in quella notte sacra, rievocava in me antichi ricordi, risvegliava un senso di eccitazione che credevo sepolto sotto secoli di dominio e potere. Con un gesto della mano, la invitai a avvicinarsi. La mia voce, profonda e risuonante, si alzò sopra il coro degli adoranti e il crepitio delle fiamme.

    « Il mio desiderio è stato esaudito. Unisciti e festeggia insieme a noi, in modo tale da mostrar loro la verità del Thawid! »



    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ???
    mentalmente | eccitato
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi sono permesso di aggiungere una nota di colore alla tua narrazione. Buon duello e scusa per l'attesa.

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    Lode a Shai Hulud. Lode a Shai Hulud. Lode a Shai Hulud.

    Le sue orecchie erano costantemente ferite da quella nenia, quelle parole erano ormai impresse nella sua mente, marchiate a fuoco nei suoi pensieri. Nonostante tutto l’impegno che ci stesse mettendo nel ignorare quell’inquietante litania, a tratti tetra, Erika non riusciva a non pensare a quel nome. Cauta e solerte, continuò ad avanzare verso il limitare della piazza con al centro il pozzo la cui vista, notò solo allora, era oscurata da una fitta nube oscura. Sembrava una tempesta di sabbia ma il vento portava un odore così acre e forte che dubitava fosse della semplice foschia. Storse il naso e portò una mano davanti alla bocca, coprendola frettolosamente. Tossì forte cercando di ricacciare indietro i conati di vomito.

    Lisan Al Gaib, nostro messia, noi ti preghiamo e ti doniamo il nostro corpo, in cambio della nostra liberazione dalle tentazioni della vita terrena.

    Avanzò ancora e finalmente scorse delle figure umane nella piazza cittadina. Nessuno parve notare la sua presenza, le genti continuavano imperterrite a intonare cori di lode. Scrutò i loro volti e notò immediatamente lo sguardo vuoto, adorante. Lo sguardo della santa di Andromeda si posò in particolare su una giovane donna dal volto scavato dalla fame che teneva per mano una bambina, presumibilmente la figlia, anch’essa visibilmente deperita. Lo sguardo di quest’ultima spento, privo di ogni volontà, la colpì duramente.

    Mostraci la via per raggiungere la salvezza!

    L’attenzione di Erika fu catturata all’improvviso da un lampo di luce proveniente dal centro della piazza, poco lontano dalle rovine del fosso. Lingue di fuoco illuminarono come un fulmine nella notte più oscura l’aere. Erika osservò inorridita e sconvolta la scena che le si presentò davanti: un uomo aveva appena appiccato fuoco ai propri indumenti e aveva cominciato a dimenarsi in preda al dolore causato dal calore insopportabile del fuoco che era divampato con violenza.

    Mostraci la via, Lisan Al Gaib!

    La donna si mosse meccanicamente verso il pozzo come un burattino mosso da fili invisibili, la bambina che teneva per mano la seguì obbediente, senza dire nulla né fare alcuna domanda alla madre. Gli occhi di entrambe erano fisse sulla figura infuocata che si distorceva nella luce. Sui loro volti non vi era nessuna espressione sorpresa o inorridita da tale macabro spettacolo, solo profonda comprensione e una strana, insolita impazienza. Continuarono a pregare imperterrite, come se lo spettacolo a cui stavano assistendo fosse del tutto normale. Nel momento in cui l’uomo di fuoco si gettò nel pozzo, l’ennesimo coro di voci in preghiera si innalzò, più forte e deciso di prima, invocando liberazione e rivelazione divina.
    Erika rimase a bocca aperta di fronte alla scena che seguì: la giovane donna avanzò, la determinazione nella sua voce era così tanta che la santa di Andromeda era sicura di essere riuscita a distinguere la sua voce fra le molte presenti sulla scena di quello che ormai era quasi certa essere a tutti gli effetti un efferato rito sacrilego. Si fermò giusto per sollevare la figlia e prenderla in braccio, appoggiandosela con indicibile grazia sul fianco destro. La piccola si aggrappò al corpo della madre, lasciandosi andare dolcemente alla sua stretta. Erika rabbrividì nel vederla avvicinarsi al pozzo, nel punto in cui l’uomo si era precedentemente dato fuoco.
    ... No, non… pensò, scuotendo la testa sgomenta. Non riusciva a muovere un singolo muscolo, era come paralizzata dal terrore di ciò che stava per succedere. Non voleva crederci, nulla di quello che stava vedendo stava accadendo sul serio.
    Ti prego, non farlo… pregò silenziosamente la donna, pregando Athena e qualsiasi altro dio del Creato di fermarla, di impedirle di perpetrare quel terribile atto.
    Nel momento in cui vide le figure di madre e figlia danzare nelle fiamme ardenti, Erika si sbloccò, come se il calore di quel fuoco avesse raggiunto i suoi arti pietrificati dal gelido orrore che stava provando nell’assistere a tutto quello. Avanzò a sua volta, trascinando pesantemente le gambe fino a farsi largo fra la folla di fedeli. Gli occhi chiari erano fissi su quello che doveva essere il volto della bambina, la cui pelle ora era colata a tal punto che poteva scorgere i tessuti muscolari nella carne viva. Gli occhi azzurri - della stessa sfumatura di quelli della santa di Andromeda - si posarono su di Erika e questa rabbrividì. Distolse immediatamente lo sguardo, incapace di sostenere tale scena: quella visione e l’odore di pelle bruciata le provocò un altro conato di vomito che le spezzò il respiro. Sentì le ginocchia cedere e si ritrovò riversa a terra, con la saliva che, mischiandosi alle lacrime, le colava dalle labbra.
    Una voce, terribile e spaventosamente eccitata, risuonò, zittendo tutti gli altri suoni. Un riflesso violaceo e un cosmo che sapeva di morte e crudeltà catturarono immeditamente la sua attenzione e, improvvisamente, un odio viscerale pervase le sue membra. Era uno specter, uno dei malvagi servi di Hades, il malvagio dio dell’oltretomba e uno dei più acerrimi nemici di Athena.
    «Il mio desiderio è stato esaudito. Unisciti e festeggia insieme a noi, in modo tale da mostrar loro la verità del Thawid!»
    Bastardo! riuscì solo a pensare prima che il suo corpo si mosse, come mosso da un innato istinto omicida: era di fronte a qualcosa di ben più peggiore dei mostri che aveva incontrato fuori dal Santuario.
    «Questa folle e insensata carneficina finisce qui e ora!» gridò, la rabbia le fece vibrare intensamente le corde vocali, mentre con l’ausilio del proprio cosmo cercò di evocare una folata di vento che indirizzò, suo malgrado, contro la ragazza in fiamme. Col vento che soffiava sul fuoco, voleva cercare di far innalzare ancora di più le fiamme in modo da ostruire il più possibile la vista che lo spectre, dall’alto del suo trono, aveva su di lei in modo da trarne un vantaggio.
    Non riuscì tuttavia a non indugiare per qualche istante con lo sguardo pieno di pentimento sul corpo dilaniato dalle ustioni e dalle escoriazioni della povera donna; la bambina, fortunatamente, aveva ormai spirato, aveva smesso di soffrire.
    Erika si sarebbe poi spostata con uno scatto verso la sua sinistra e, nuovamente grazie al potere del proprio cosmo, avrebbe tentato di evocare un tornado di vento elettrico con cui avrebbe cercato di intrappolarlo e fargli danno attraverso le scariche elettriche provenienti dalle sue violente raffiche. Successivamente, avrebbe apportato un secondo attacco, più forte e micidiale: avrebbe lanciato entrambe le catene verso il punto in cui si trovava lo spectre per tentare di colpirlo brutalmente in più punti vitali, senza alcuna pietà.
    «La pagherai cara per quello che hai fatto, per tutte le vite innocenti che hai strappato con l’inganno!» avrebbe urlato piena di rabbia nel momento in cui avrebbe attaccato con la catena il nemico.

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    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata, integra.
    FISICAMENTE • Sana
    MENTALMENTE • Inorridita e incazzata nera come mai lo è stata prima d'ora. Vuole solo vederti morto per le atrocità che stai commettendo.
    RIASSUNTO AZIONI[diversivo] rika crea delle raffiche di vento cosmico che soffiano verso la donna in fiamme con l'intenzione di far divampare ancora di più il fuoco e ostruire la visuale a Shai Hulud. Successivamente, si sposta il necessario per avere in vista lo specter e cerca di creare un vortice di vento elettrico con la tecnica Wrath of the Hurricane [attacco debole] con cui cerca di intrappolarlo e poi scagliare un Thunder Wave [attacco forte] verso Worm per trapassarlo in più punti del corpo.

    Nebula Chain
    (Abilità doppia) Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.


    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.


    Tecniche

    Wrath of the Hurricane - Tecnica Nebulosa (Offensiva): Erika crea un mulinello di vento elettrico che, se scagliato contro l'avversario, tenterebbe di circondarlo al fine di intrappolarlo in una morsa potenzialmente letale. Nel momento in cui l'avversario dovesse ritrovarsi circondato dalle correnti della Nebulosa, all'interno del vortice di elettricità e vento, esse imperverseranno, lanciando scosse elettriche che causeranno danni da Elettricità (ad esempio, ustioni alla cute, contrazioni involontarie dei muscoli, perdita di coordianazione dei movimenti, etc).
    [Questa tecnica è considerata lanciata ad effetto di Cosmo poderoso (Aura soverchiante)]

    Thunder wave - Tecnica offensiva con catene: La tecnica offensiva più basilare: Erika lancia la catena d'attacco verso il suo avversario o un oggetto ed essa avanzerà fino a tentare di centrarlo, mirando a un punto preciso del corpo bersagliato. Si tratta di un attacco fisico che mira a ferire, più o meno gravemente, l'avversarion. Inoltre, tutti gli attacchi portati con la catena hanno anche una componente di danno elettrico: essendo la catena costantemente infusa di corrente elettrica, una volta colpito il suo bersaglio, essa rilascerà delle scariche elettriche che lo danneggeranno ulteriormente.


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    Edited by cloudjumper89 - 27/4/2024, 23:00
     
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    La tensione tra me, Shai-Hulud, e la donna, un guerriero sotto l'egida di Atena, cresceva mentre la luna si levava alta nel cielo notturno. La sua accusa era ferma e chiara, un colpo diretto alla natura del mio governo e alla sacralità del Thawid. La mia reazione fu misurata, un semplice inclinare del capo, come se cercassi di comprendere una lingua dimenticata. Nei suoi occhi ardeva un fuoco tumultuoso di rabbia, odio e disgusto; emozioni che, in modo inaspettato, mi solleticavano piacevolmente l'anima. Era esattamente il tipo di sfida che avevo sperato di affrontare un giorno. Io, a mia volta, la osservavo attentamente. Non solo valutavo la sua armatura e il suo cosmo, testimoni della sua devozione a Atena, ma anche il suo spirito, così vibrante di convinzione. Le risposi con calma, la mia voce un flusso tranquillo che cercava di spegnere le fiamme del suo disappunto.

    « Queste persone non vengono sacrificate contro la loro volontà. Ognuno di loro ha scelto questo cammino per trovare la pace e un mondo migliore. Qui, possono realizzare i loro sogni più puri. Qui, sorelle e fratelli separati dalla vita possono finalmente abbracciarsi e vivere in una comunione che il mondo terreno spesso nega. Qui, si liberano dal male che insozza questo mondo. »

    Il mio discorso era inteso non solo a difendere il Thawid, ma anche a offrirle una nuova prospettiva, una visione di un'utopia che forse non aveva considerato. La mia offerta era genuina; un invito a vedere oltre la superficie di quello che sembrava essere un rito di morte, per scoprire la promessa di rinascita e di speranza che il Thawid realmente rappresentava. Il crepitio del fuoco sembrava sottolineare ogni mia parola, aggiungendo un senso di urgenza e verità.

    « Ti invito a vedere con i tuoi occhi, non solo a giudicare con il cuore prevenuto. Unisciti a me, osserva da vicino e poi decidi se il cammino che offro è veramente oscuro come credi. »

    Era chiaro che le mie parole miravano a farle considerare la possibilità che ci potesse essere verità e bellezza anche in un atto così radicale e definitivo come il Thawid. L'obiettivo non era solo convincerla della legittimità del mio operato, ma anche offrirle un ruolo in questo nuovo ordine che stavo cercando di costruire. La decisione era ora nelle sue mani. Avrebbe potuto accettare l'invito e scoprire di più, o rifiutare e rimanere ancorata ai suoi principi. In entrambi i casi, il suo prossimo passo sarebbe stato cruciale per il futuro di Isso e per il destino delle anime che cercavano la mia guida verso l'ascensione.

    Mentre la ragazza, guerriero di Atena, si lasciava guidare dalla rabbia, il suo cosmo esplodeva in un tumulto di energia elettrica, che sfidava l'aria densa di fumo e il profumo acre di carne bruciata. Il cielo sopra di noi si oscurava ulteriormente, mentre le sue emozioni si materializzavano in un violento assalto di vento elettrico che cercava di avvolgermi e immobilizzarmi. Le sue catene, strumenti di battaglia tanto quanto di simbolo, si scagliavano verso di me con un'intenzione chiaramente letale, risuonando nell'aria con il sibilo della loro furia elettrica. Nonostante la sorpresa e l'intensità dell'attacco, rimasi concentrato e calmo. La mia risposta doveva essere misurata, potente ma non fatale, intendendo mostrare forza senza causare una rottura definitiva. Così, mi avvolsi nei miei tentacoli, infusi del mio proprio cosmo, creando un baluardo contro il suo assalto. Questi tentacoli, emanazioni del mio essere e del mio potere, si muovevano con una grazia fluida e precisa, danzando nell'aria come foglie al vento, pur essendo carichi di una forza devastante.

    Nonostante il dolore lancinante causato dalle scariche elettriche che mi attraversavano il corpo, la mia determinazione rimase incrollabile. La lotta con il guerriero di Atena stava raggiungendo il suo culmine, e sapevo che dovevo agire con decisione per dimostrare la mia forza. Raccogliendo le energie, e nonostante il dolore che mi tormentava, mi scattai in avanti con un balzo potente. Atterrando pesantemente a circa dieci metri di distanza, i miei tentacoli colpirono il terreno con violenza, generando onde di scossa che si propagavano attraverso la terra. L'emanazione del mio cosmo, amplificata dall'impatto, si espandeva attorno a me con l'intento di disorientare la guerriera e farla indietreggiare. Sfruttando quel possibile momento di incertezza, mossi rapidamente i miei tentacoli nel sottosuolo. Con un movimento fluido e preciso, li guidai verso di lei, facendoli emergere proprio sotto i suoi piedi. Il loro obiettivo era chiaro: avvolgerla in una morsa inesorabile.

    In un primo momento, i tentacoli cercarono di bloccarle i movimenti, avvolgendosi attorno alle sue gambe e braccia. La pressione aumentava, una stretta potente che rischiava di oltrepassare il limite del semplice immobilizzo per avventurarsi in un territorio più pericoloso e doloroso. Ogni fibra dei tentacoli era carica di un potere tremendo, capace di frantumare ossa e indebolire non solo il corpo ma anche lo spirito di chi vi era avvolto.



    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni su braccia e corpo, effetti secondari derivanti dall'elettricità
    mentalmente | eccitato
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi difendo avvolgendomi con i tentacoli e cosmo, successivamente salto dalla zona rialzata a circa dieci metri da te. Atterrando uso i tentacoli per far vibrare il terreno e creare un'onda di cosmo che dovrebbe sbalzarti [AD], poi faccio passare i tentacoli sotto terra e prima cerco di bloccarti [Supporto], per poi tentare di stritolarti [AF].

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    «Queste persone non vengono sacrificate contro la loro volontà. Ognuno di loro ha scelto questo cammino per trovare la pace e un mondo migliore. Qui, possono realizzare i loro sogni più puri. Qui, sorelle e fratelli separati dalla vita possono finalmente abbracciarsi e vivere in una comunione che il mondo terreno spesso nega. Qui, si liberano dal male che insozza questo mondo.»
    Le parole del Verme risuonarono nelle sue orecchie, il tono superbo e megalomane con cui venivano pronunciate le facevano ribollire sempre più il sangue di rabbia e di disgusto per quell’essere. Ciò che la irritava di più era la placida calma con quale lo Spettro le stava spiegava, o meglio, stava giustificando tutta quella crudeltà e quella violenza contro delle anime spaventate e indifese.
    Gli occhi della ragazza si erano ridotte a due fessure sottili e taglienti, le pozze turchesi parevano ribollire, come una placida distesa di acqua che veniva attraversata da una potentissima e inaspettata scarica elettrica.
    «Ti invito a vedere con i tuoi occhi, non solo a giudicare con il cuore prevenuto. Unisciti a me, osserva da vicino e poi decidi se il cammino che offro è veramente oscuro come credi.» disse l’abominio, prima che questo mosse i suoi infernali tentacoli per parare il suo attacco. Digrignò i denti quando vide che l’avversario era riuscito a neutralizzare quella che era stata la sua principale offensiva, ossia l’aggressione diretta della catena.
    «Non ho intenzione di prendere parte a questo massacro, ho giurato di proteggere gli indifesi e i bisognosi. Tu non fai altro che ingannarli, promettendo loro la salvezza e la liberazione da ogni sofferenza e donandogli nient’altro che una morte ignobile e meschina.» sputò con fredda rabbia contro Shai, restando allerta sulle sue prossime mosse.
    «Nella morte non vi è nulla, se non la fine di tutto. Non ci sono sogni, non ci sono desideri né speranze nel sonno eterno. Solo vivendo e proteggendo la vita, si può sperare, un giorno, di essere felici e di realizzarsi, di trovare la propria strada!» affermò e si preparò all’attacco nemico.
    Vide indistintamente i tentacoli precipitarsi verso il terreno, infilandosi sotto di esso e percepì chiaramente la forza cosmica che lo Specter infuse nei suoi arti. Era prorompente, sembrava come se dovesse distruggere ogni chicco di sabbia che si trovasse sotto i suoi piedi. Più veloce che potè, nel momento in cui cominciò a sentire la terra tremare, individuò un punto a cui poter reggersi e allungò la catena di difesa verso una colonna a poca distanza da dove si trovava per fissarla intorno ad essa. L’altra catena, invece, si infilò a sua volta nel terreno allungandosi a dismisura, sparendo dalla vista dei due combattenti.
    Grazie a questa contromisura, Erika riuscì ad evitare di essere sbalzata ma il vero attacco, come avrebbe scoperto di lì a poco, doveva ancora realizzarsi. I tentacoli riemersero improvvisamente dal suolo, proprio sotto i suoi piedi. Riuscì in qualche modo a non farsi bloccare totalmente da loro, facendo un piccolo scatto verso sinistra. Proprio quando era sicura di avere evitato il peggio, il sordo suono di ossa che si spezzavano le ferì le orecchie e un dolore lancinante si irradiò dal suo stinco sinistro. Erika lanciò un grido di pura sofferenza, la voce cristallina e angosciosa allo stesso tempo risuonò nell’aria polverosa e intrisa di elettricità che avvolgeva la piazza.
    Nonostante il momento di confusione e agitazione, qualcosa riportò Erika a un’improvvisa lucidità. Improvvisamente, nella sua mente si materializzarono le figure della madre e della bambina, arse vive poco prima dell’inizio della battaglia. Malgrado il dolore che indubbiamente avevano provato in quei terribili momenti, non avevano dato segni di cedimento, troppo convinte dalle false speranze del messia oscuro che le aveva soggiogate. Un odio improvviso si fece largo dentro di lei nel ricordare quell’istante. Socchiuse le labbra mentre riprendeva il contatto visivo col suo nemico. Non cedette, si morse il labbro, sopportando il dolore per continuare a reggersi in piedi, e con un gesto della mano guidò la catena di attacco fuori dal terreno, proprio dietro le spalle Specter. La catena avrebbe sibilato, rapida e silenziosa, fino ad avvolgersi intorno al collo di Worm. Una volta riuscita ad agganciarlo saldamente, la catena avrebbe stretto la sua morsa, stritolando a sua volta le carni di Shai Hulud cercando di strozzarlo. L’elettricità di cui era intrisa avrebbe, conseguentemente, fatto il suo, mandando potenti scosse elettriche che avrebbero cercato di friggere quel maledetto verme - di nome e di fatto - senza alcuna pietà.
    Nel mentre, Erika avrebbe tentato di liberarsi dalla morsa del tentacolo usando il proprio cosmo grezzo per sciogliere la presa, approfittando dell'eventuale distrazione data dal proprio attacco andato a segno.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata integralmente, intatta.
    FISICAMENTE • Frattura di tibia e perone della gamba sinistra con conseguenti ematomi e contusioni a stinco e polpaccio. Fatica a rimanere in piedi ma ci prova, sopportando il dolore.
    MENTALMENTE • Sempre più nera, prova un odio smisurato per le tue parole e per le tue azioni.
    RIASSUNTO AZIONI • Per counterare il terremoto creato dai tuoi tentacoli, Erika fa avvolgere la catena di difesa intorno a una colonna distante in modo da riuscire a mantenersi in equilibrio mentre quella di attacco si infila nel terreno e scompare dalla tua vista [Supporto + Difesa]. Grazie alla catena di difesa, Erika mantiene l’equilibrio e quando i tentacoli sbucano dal terreno e cercano di bloccarla non la avvolgono completamente ma riescono a bloccarle e stritolare la gamba sinistra, la parte sotto il ginocchio. La catena di attacco, intanto, ha superato sottoterra il punto dove ti trovi e sbuca alle tue spalle, infusa di elettricità, e con essa Erika cerca di mirare al tuo collo: [Attacco con Thunder Wave] cerca di legartela al collo e strozzarti con essa, cercando inoltre di friggere a puntino Worm con l’elettricità. Cerca di liberarsi approfittando dell'eventuale messa a segno del suo attacco contro Worm.

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche

    Thunder Wave - Tecnica offensiva con catena La tecnica offensiva più basilare: Erika lancia la catena d'attacco verso il suo avversario o un oggetto ed essa avanzerà fino a tentare di centrarlo, mirando a un punto preciso del corpo bersagliato. Si tratta di un attacco fisico che mira a ferire, più o meno gravemente, l'avversarion. Inoltre, tutti gli attacchi portati con la catena hanno anche una componente di danno elettrico: essendo la catena costantemente infusa di corrente elettrica, una volta colpito il suo bersaglio, essa rilascerà delle scariche elettriche che lo danneggeranno ulteriormente.
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