Segreti di Pietra

nadia vs asterione

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    Quando sei qui con m-Quando sei qui con me, con me
    con meQuando sei qui con me ~


    Sotto un cielo annerito dalle ceneri di un mondo un tempo fiorente, i resti di una città che conosceva il significato della bellezza giacevano in rovina. Edifici sventrati, le cui strutture sembravano piangere lacrime di polvere, formavano un macabro labirinto di disperazione. Questo villaggio, già abbandonato e spettrale prima dell’Armageddon, si trasformò sotto la lente della distruzione globale in un palcoscenico drammaticamente bello e inquietante.

    Craco si ergeva su una vetta solitaria, con le sue rovine che si affacciavano su una valle desertica. La sua posizione elevata e isolata lo rendeva visibile per chilometri in ogni direzione, una silhouette inquietante contro un cielo perpetuamente grigio. Dopo l'apocalisse, il silenzio di Craco era ancora più pronunciato, i suoi edifici crollati e le strade vuote erano testimonianze mute di una catastrofe tanto umana quanto divina.

    E tra le ombre di questa distopia, un campo disseminato di corpi attirava l'attenzione, un monumento silenzioso all'apice della distruzione umana: una giovane donna, i suoi capelli un tempo dorati ora opachi, la mano tesa come se nella sua ultima istanza avesse cercato di afferrare un'ultima speranza svanita nel nulla. Accanto a lei, il piccolo corpo di un bambino, avvolto in un abbraccio che non ha potuto proteggerlo dal destino che si è abbattuto su di loro.

    Quando sei qui con me
    Questa stanza non ha più pareti,
    Ma alberi ~
    La melodia continuava a fluire da una radiolina nascosta chissà dove, come se le parole cercassero di trasformare la desolazione in un ricordo di intimità e protezione. I corpi sembravano quasi rispondere al richiamo della canzone, evocando l'immagine di un tempo in cui queste rovine erano case piene di vita e risate, prima che il cielo fosse oscurato dalla Corruzione.

    Più in là, un gruppo di corpi intrecciati in quello che sembra un abbraccio collettivo, come se in un ultimo disperato tentativo di umanità avessero cercato consolazione l'uno nell'altro mentre il mondo intorno a loro crollava.

    Infinite finestre mostrano tutte la stessa luna,
    ma più bella, da qui ~
    La canzone proseguiva, offrendo una visione di unità e condivisione persino nella morte, una luna testimone silenziosa di questo legame ininterrotto.

    Nadia intanto si avvicinava, osservando la scena con profondo rispetto e terrore. La sua Adamas, sino a quel momento simbolo di forza e gloria, ora portava il peso del lutto per le vite perdute. Sussurrò una preghiera per i caduti, invocando Crono perché vegliasse su loro, mentre la canzone giungeva al suo ritornello, "il cielo in una stanza," come a ribadire che, nonostante la vastità della distruzione, esisteva ancora un luogo, seppur metaforico, dove cielo e terra si incontravano e dove l'amore, in qualche modo, sopravviveva.

    Questi corpi, questi frammenti di vite un tempo piene di speranza, diventarono il fulcro di una narrazione più ampia, una testimonianza della fragilità umana di fronte a forze incomprensibili. Ma la radiolina, con la sua melodia incessante, sottolineava anche la resilienza dello spirito umano, la sua inarrestabile ricerca di bellezza anche nelle rovine. La canzone diventava quasi un ponte tra il mondo che è stato e quello che poteva ancora essere, un filo di voce che legava insieme i cuori spezzati.

    Man mano che il Gigante esplorava ulteriormente la desolazione, scoprì altri corpi, ognuno raccontando la propria storia silenziosa di vita e perdita. C’era un uomo anziano, il viso segnato dal tempo e dalle battaglie, le mani ancora strette attorno a una fotografia sbiadita e quasi irrimediabile. È un ricordo tangibile del mondo che è stato, un frammento di gioia intrappolato in un istante.

    Anche se non ci sei tu, io guardo in alto
    e vedo il cielo in una stanza ~
    La canzone risuona, evocando la presenza di chi è assente, la forza dei ricordi che sopravvivono al disastro.

    Ogni scoperta, ogni corpo ritrovato, diventò un capitolo di una storia più grande che parlava non solo di distruzione, ma anche di amore, di legami indissolubili che persistono oltre la fine. Nadia, testimone di questa tragedia, si sentì onorata di essere custode di queste storie, di portare avanti il ricordo di queste vite così come l’eco della canzone attraversava il silenzio.

    E poi, quasi nascosta tra le rovine, fu scoperta la fonte di quella melodia incessante. La piccola radiolina, coperta di polvere ma ancora intatta, il suo schermo illuminato un faro di resistenza contro l’oscurità. Nadia, le dita tremanti ancora intorno alla piccola radiolina, fece scivolare il dito sull'interruttore, soffocando l'ultima nota, che si dissipò nell'aria come un sospiro. Un peso opprimente si era adagiato sul suo cuore, alimentato dalla vista dei corpi sparsi tra le rovine di Craco e dal pensiero lancinante che forse, solo forse, avrebbe potuto salvarli se solo fosse arrivata prima. Non sapeva se quelle vite si erano spente prima che il suo viaggio avesse inizio, o se il destino avesse sigillato il loro fato mentre lei lottava contro il tempo e la distanza.

    Il silenzio che seguì fu un contrasto agghiacciante alla melodia che fino a un attimo prima aveva riempito l'aria. Fu in quel silenzio che il dolore e il rimorso crebbero dentro di lei, un tumulto emotivo che cercava una via d'uscita. Senza preavviso, il suo cosmo lucente prese fuoco, un'esplosione di energia che non conosceva limiti né controllo, un urlo silenzioso di disperazione che cercava disperatamente di sfidare l'immutabilità della morte.

    Il cosmo di Nadia esplose attorno a lei, un tumulto di luce e potenza che fece quasi tremare le fondamenta stesse di Craco. Era come se l'intero universo rispondesse al suo dolore, le sue energie distorte che riecheggiavano tra le rovine in un crescendo devastante, simile al fragore di innumerevoli bombe. Le rovine antiche e il cielo stesso sembrarono fermarsi, testimoni di un dolore troppo grande per essere contenuto in un singolo cuore.

    Infine, l'intensità dell'esplosione si attenuò, lasciando Nadia avvolta in un velo di silenzio più profondo di prima. La sua forza la abbandonò, e con essa ogni barriera che aveva eretto contro il dolore. Si accasciò tra le pietre fredde, il corpo scosso da singhiozzi, mentre le lacrime solcavano il suo viso, unica testimonianza del tumulto che aveva appena scosso il luogo. Piangeva per coloro che non aveva potuto salvare, per la speranza che sembrava così irraggiungibile, e per il peso di un destino che le era stato affidato, un fardello troppo pesante per essere portato da sola.

    In quel momento di completa vulnerabilità, Nadia non era più solo una guerriera, ma un simbolo di ogni cuore spezzato dalla perdita, di ogni anima che aveva gridato contro l'iniquità del destino. Da dodici, dannati anni. La sua lotta, il suo dolore, e la sua resilienza divennero la melodia silenziosa di Craco, un inno alla forza che risiede nel profondo della disperazione.

    CzdbbQF

    Fisico ● Perfetto
    Mente ● Piantini
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata COMPRESSA
    In Breve ● Sarebbe un peccato se

     
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    C'erano state tante tragedie nel consumarsi dell'Armageddon. Inevitabile che fosse così, non tutti erano abbastanza forti da evitare di lasciarsi trasportare da quell'onda di impulsi basici che avevano trasformato persone un tempo normali in mostri; non si riferiva semplicemente alla Corruzione, la privazione e il dolore avevano reso l'uomo il peggior predatore di sé stesso. Tale era la loro natura, così a fondo erano caduti da rivoltarsi l'un l'altro come un branco di iene fameliche.
    Non era stata la Corruzione a distruggere Craco, a ghermire le persone che lì avevano trovato rifugio, né il Chaos e neanche i Caduti; no, non era stato nemmeno Asterione stesso. Altri umani avevano attaccato questo ritrovo dei propri simili, ovunque poteva vedere i segni di una lotta serrata ma impari, l'odore della polvere da sparo e il nero delle fiamme, poteva quasi assaporare l'acre aroma della violenza e della brutalità che era stata fatta su persone inermi. E, soprattutto, il più grande indicatore di questo era la presenza di anime. Se fosse stata la Corruzione non avrebbe trovato spiriti da mietere in fin dei conti. Non era un modo di compiere il suo dovere a cui era abituato, le sue vittime erano in genere urlanti e soprattutto vive, da trascinare nella Dimensione Infernale con le unghie e con i denti, queste? Erano anime gentili, ancorate lì da catena di tragedia e disperazione, prede facili.
    Il suo camminare fece eco all'energia spirituale che si sfibrava, innestandosi all'interno dell'essenza del Minotauro in attesa del suo ritorno a casa, quando avrebbe potuto riversarle nell'obelisco e affidarle al giudizio di Minosse. C'era un'anima con abbastanza presenza di sé per accogliere la sua presenza con consapevolezza, un uomo che stava stringendo gli spiriti catatonici della propria famiglia.
    Saremo al sicuro? Disse l'uomo, permettendosi di rivolgere al Minotauro uno sguardo pieno di speranza.
    No.

    Non aveva ragione per mentire, non poteva offrire certezze a nessuno di coloro che avrebbe portato con sé. Qualcuno sarebbe diventato nutrimento, qualcun altro avrebbe vissuto nella beatitudine, qualcun altro sarebbe stato semplicemente dimenticato. Avrebbero scoperto il loro destino una volta davanti allo sguardo del Grifone, Asterione li avrebbe solo condotti lì. Eppure il Minotauro non era solo a Craco.
    Una presenza strana, inumana, che mai aveva avvertito prima di quel momento; almeno, non ricordava di essersi confrontato contro gli antichi signori dell'universo. Non poteva lasciare che la possibilità di mietere un'anima così potente andasse sprecata, soprattutto se così facendo avrebbe potuto indebolire le forze dei Titani. Non si sarebbe aspettato di vedere quello spettacolo, ed era raro per lo Spectre di essere sorpreso.
    Aveva già visto questo, anche lui era stato in ginocchio, anche Asterione aveva guardato per terra con la consapevolezza di aver fallito; anche lui era stato in questa posizione. Lui contro le sue tragedie si era alzato, rispondendo al dolore con altro dolore, il Gigante davanti a lui avrebbe fatto lo stesso.

    Eppure, forse non subito.
    Conosco il tuo dolore, Spartoi.
    Parlò con voce grave e solenne
    So cosa significa fallire nella propria missione, so cosa si prova quando chi devi proteggere muore in ogni caso, so come ci si sente a non riuscire a salvare i propri amati. Intese, ma dubitava che il Gigante lo sapesse. Non importava, era nella loro natura annichilirsi e distruggersi nel nome dei loro rispettivi signori, ma c'era un modo in cui queste cose andavano fatte; una cosa Asterione aveva salvato dal rogo che aveva annientato la sua famiglia e il suo regno, ed era il suo onore. Non si sarebbe abbassato in quel modo, riducendosi nell'attaccare un onorevole guerriero in un momento del genere.
    Avrebbero combattuto, questo era inevitabile, ma c'era un solo dono che avrebbe potuto farle: più tempo.
    Il Minotauro attenderà.
    E avrebbe aspettato, le braccia conserte dietro la schiena, che la sua futura avversaria fosse pronta a confrontarsi nel pieno delle sue facoltà. Non avrebbe accettato niente di meno.

    8gWY7Vi
    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲ ellò

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    Aveva momentaneamente abbassato la guardia, concedendosi un breve lasso di tempo per esplorare i propri sentimenti più profondi. Nonostante le circostanze straordinarie, lei non aveva perso del tutto la sua essenza originaria; la sua alleanza con l'entità Grazione si manifestava più come una simbiosi equilibrata e bilaterale, in cui entrambe le entità mantenevano un rispetto scrupoloso per i rispettivi spazi vitali. Tuttavia, nell'ampio spettro delle possibilità che Nadia aveva considerato, non aveva mai immaginato di dover affrontare la contingenza più oscura e fastidiosa: l'apparizione di uno Spectre. Un messaggero dell'oltretomba, un demone ancestrale impegnato nell'esercizio del male più spietato, con l'obiettivo di raccogliere anime inermi e di popolare regni infernali contorti, rappresentando così l'antitesi più completa e profonda di ciò che Nadia e la sua illustre stirpe di dominatori della Realtà si proponevano di essere.
    Nadia aveva interrotto il proprio pianto e messo da parte le emozioni umane non appena aveva percepito l'aura sinistra della creatura, un'aura che portava con sé un odore di morte e che provocava una reazione viscerale in ogni parte del suo essere; ogni fibra del suo corpo vibrava in risposta, irritata e disturbata da quella presenza nefasta. Se avesse prestato più attenzione ai consigli di Grazione, ascoltandoli fino in fondo e senza riserve, non avrebbe potuto evitare che Craco fosse annientata in un battibaleno, consumata da lampi di luce accecante e da fiamme divoranti, e il tutto in preda ad una rabbia accecante.

    Invece, trovandosi immobile, era paralizzata non dalla paura, ma da un profondo stupore. Questo sentimento si intensificò quando la Bestia, contro ogni aspettativa, aprì la bocca per parlare. Con una voce che sembrava comprendere la frustrazione e il dolore acuto di Nadia — un dolore dovuto a tragedie per le quali, senza dubbio e il più delle volte, aveva avuto una parte di responsabilità — la creatura mostrò una forma di compassione inaspettata. LUI, dall'alto della sua esistenza immortale e malvagia, sembrava cercare un'improbabile sintonia empatica con la Gigante, in un contesto dove, realisticamente, aveva solo vantaggi da guadagnare.

    « SSS k k a a mmmm ooo l l ooo xx xx » Un'espressione enigmatica e oscura, del tutto inaccessibile per coloro privi di ascendenze titaniche, eppure pronunciata con una tale intonazione da suonare decisamente sprezzante e chiaramente percepibile come un insulto. Indipendentemente dalle circostanze che avevano portato alla nascita di quello Spectre, questi non aveva il diritto, anzi, non avrebbe dovuto nemmeno concepire l'idea di comprendere quel genere di sofferenza. Che avesse sperimentato o meno tale dolore, in qualsiasi forma, tempo o modo, semplicemente non ne possedeva il diritto.

    Così, senza aggiungere altre parole, al suo il Minotauro attenderà Nadia, si era già dissolta tra le onde increspate causate dalla rifrazione della luce, utilizzando il potere del suo cosmo per rendere chiaro che attendere o meno non avrebbe inciso sul risultato. La donna non era intenzionata a sprecare ulteriore tempo; l'ambiente di moria generale offriva il palcoscenico ideale per un confronto diretto e senza alcuna restrizione. Proprio in virtù di questo scenario, Nadia rifletté su quanto potesse essere vantaggioso che il suo avversario fosse proprio uno Spectre. Era pronta a liberarsi di ogni tensione, scaricando la sua furia e il dolore accumulato — emozioni profondamente personali, inalienabili e non condivisibili. Non con quella Creatura.

    Sfruttando la sua invisibilità quasi perfetta, avrebbe poi lanciato un assalto fulmineo verso di lui, attivando i propulsori integrati nella sua Adamas per raggiungere la massima velocità possibile. Mentre si muoveva, avrebbe avvolto il proprio corpo in un'intensa luminescenza, abbagliante al punto da danneggiare la vista del nemico, garantendo così un vantaggio decisivo. Appena avvicinatasi abbastanza, con i piedi saldamente ancorati al suolo e una forza considerevole a sostenere il suo impatto, avrebbe concentrato il cosmo e la luce solidificata nei suoi pugni per sferrare un colpo devastante, il [QUANTUM HEXENHAMMER], diretto al petto del Minotauro. Questo attacco, carico di tutta la potenza che la Gigante poteva convogliare in un istante così effimero, mirava a essere letale. Il Minotauro era destinato alla distruzione, ma la donna era consapevole di non poterlo sottovalutare e si preparava a non agire alla cieca nei momenti iniziali dell'incontro.

    CzdbbQF

    Fisico ● Perfetto
    Mente ● Niente piange tutto distrugge
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata COMPRESSA
    In Breve ● Semplicemente: scatto in direzione di minoboi pseudo invisibile [supporto] e mi illumino di immenso, il bagliore accecante è un [AD] che prova a bruciargli le retine; una volta accorciate le distanze unisco i pugni, li rivesto di cosmo e luce solidificata e tento di sfondarti il petto con un [AF] pregno di tutti gli effetti possibili. Ah, il colpo ha un nome ma non una descrizione, lo metto solo per lasciarti immaginare l'azione :zizi:

    PS: nel dialogo ti dico che sei patetico

     
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    Oh beh, aveva provato a essere cortese. Non che gli interessasse davvero dei problemi dello Spartoi, non aveva effettivamente neanche la caratura morale per ritenersi offeso dall'improvvisa aggressione subita, era giusto un modo come un altro per passare il tempo e mostrare empatia; era ancora capace di provare certe cose e trovava che gli scontri fino alla morte fossero più divertenti quando erano in due a partecipare a quel gioco. Poteva essere anche un modo per tirar fuori le umane virtù nei suoi avversari, magari destinarli alla gloria dei Campi Elisi in un ultimo atto di glorioso conflitto e non persi nell'oblio di Funeralopolis.
    Tuttavia aveva ottenuto un risultato, ossia di far arrabbiare lo Spartoi; sapeva bene che rabbia può condurre a compiere gesti avventati, quindi quantomeno poteva venire fuori qualcosa di utile da tutta la questione. L'anima del suo nemico, per dirne una, sarebbe stata un bel premio da portare nella Dimensione Infernale.
    Si rese conto di aver approcciato la questione in maniera forse un po' lassa, senza prepararsi adeguatamente alla pletora di strani poteri che la sua nemica avrebbe potuto avere; la sua improvvisa sparizione, ad esempio, attivò ogni allarme di cui disponeva. Era una delle poche conseguenze nefaste che potevano esserci quando si era davvero, completamente e totalmente immortali; si smetteva di considerare incontri di quel tipo come una minaccia per la propria incolumità.
    Un errore che avrebbe pagato con quantitativi di danno che, se fosse stato più attento, avrebbe potuto evitare. Eresse attorno a sé una barriera di cosmo grezzo, non essendo in grado di prevedere dove esattamente avrebbe attaccato non avrebbe potuto opporre una difesa murata al suo avversario. Il lampo di luce fu, nuovamente, una sorpresa; chiuse d'istinto gli occhi, potendo constatare le conseguenze di aver reagito quell'istante troppo tardi.
    Sentì qualcosa impattare contro la propria barriera, infrangerla, e poi giungere contro il suo petto, sebbene ridotto nella potenza, e scaraventarlo via.

    L'impatto gli fece espellere l'aria che aveva nei polmoni, facendo rovinare Asterione all'indietro sospinto dall'energia cinetica dell'attacco. Piantò i piedi a terra, affondando nella roccia e lasciandosi enormi solchi lungo il tragitto, ma infine riuscì ad arrestare la sua corsa. Aprì gli occhi, facendo un breve inventario mentale dei danni subiti; aveva male al petto, ma era un torpore e un bruciore più che sopportabile, un leggero fastidio agli occhi e piccole macchie luminose nel suo campo visivo, ma niente di invalidante. Ora poteva vedere bene che al di fuori della foga del momento l'invisibilità dello Spartoi non era perfetta, la rifrazione faceva intuire dove si trovasse il suo nemico. Ora che aveva sperimentato sulla sua pelle quegli insidiosi poteri, non si sarebbe fatto cogliere impreparato una seconda volta. Sul volto gli si dipinse un ghigno di scherno.
    Tutto qui?
    Aveva sprecato la sua occasione per finirlo quando non sarebbe stato in grado di rispondere meglio alla sua offensiva, non ce ne sarebbe stata un'altra. Asterione alzò entrambe le mani, il taglio dipinse una traiettoria che si incrociò, coincidendo con la fiamma blasfema del Minotauro che prese ad ardere al pieno del suo potere. Dipinse due archi di energia cosmica, infusi del potere dell'Ascia, in una X, lunga tre metri, che si proiettò in avanti nella direzione in cui poteva vedere il suo nemico; quel preludio avrebbe percorso i sette metri che li separavano non per infliggerle un qualche grande danno, quanto per impegnare la sua attenzione o farle compiere una schivata avventata.
    Asterione unì le mani sopra la testa a martello, e la Labrys si manifestò in un enorme fascio di energia; largo dodici metri e lungo trenta, non avrebbe lasciato niente al caso in questa offensiva. Le avrebbe mostrato, esattamente, quanto fosse condannata.

    Calò entrambe le mani con un urlo belluino, facendo piombare in basso l'emanazione della sua arma nel tentativo di schiacciarla totalmente sotto il peso della superiore potenza cosmica dell'artefatto.


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    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲ moderata contusione e lieve ustione al petto (fiato corto, microfratture alle costole, pelle arrossita e bruciacchiata), lievi danni agli occhi (bruciore, piccole macchie luminose nel campo visivo)
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲ l'invisibilità e il flash mi colgono un po' di sorpresa, quindi riesci a tirare un discreto colpo. Detto questo, io rispondo al fuoco con una lamina piccola per impegnarti un attimo (AD, Arma Infusa + Cosmo Soverchiante), poi faccio una LAMA GROSSA per schiattarti dove sei (AF, Arma Infusa + Cosmo Soverchiante)

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


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    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    Nell'arena satura di energia cosmica, il conflitto tra Nadia e Asterione stava per raggiungere un climax di forza brutale. Nonostante la robusta barriera di cosmo grezzo eretta da Asterione per difendersi, il pugno di Nadia lo colpì con una ferocia inaspettata. La forza dell'impatto era talmente potente che, nonostante la difesa, Asterione arretrò di parecchi metri, lasciando dietro di sé una scia di energia vibrante che si disperdeva nell'aria come cenere. Sbalordito ma non sconfitto, lo Spectre reagì con prontezza quasi soprannaturale. Alzò le mani con fluidità e precisione, disegnando nel vuoto due archi di energia cosmica che si intrecciarono a formare una X scintillante. Questa struttura non solo simboleggiava la sua risoluta determinazione a resistere, ma fungeva anche da preludio a un contrattacco imminente.

    Nel vedere il suo avversario muoversi, Nadia, dovendo elaborare rapidamente una strategia, plasmò immediatamente un prisma di luce difensivo. Il suo scudo brillava di un'intensità che rifletteva la sua fiducia nella sua robustezza. Così, mentre Asterione lanciava il suo primo assalto, Nadia, in un misto di coraggio e forse eccessiva sicurezza, credette fermamente di poter sopportare il colpo con la sua barriera.

    UHG! Tuttavia, quando l'energia scagliata da Asterione colpì il prisma, l'impatto si rivelò straordinariamente più devastante di quanto Nadia avesse anticipato. La collisione tra le due forze liberò un'onda d'urto che si propagò con un boato assordante, facendo tremare il terreno sotto di loro. La reazione fu tanto violenta che persino Nadia, abituata a confronti di tale intensità, ne rimase sbalordita.

    Asterione, non ancora soddisfatto e deciso a capitalizzare il momento di sorpresa, alzò le braccia con un gesto teatrale. Da questa posizione elevata, evocò un gigantesco fascio di energia cosmica, di proporzioni quasi bibliche. Questa colonna di pura potenza si stagliava nel cielo come un pilastro di luce e oscurità intrecciate, promettendo di essere non solo un esibizione di forza pura ma anche un presagio di ulteriori devastazioni.
    Nadia, fissando l'immensa manifestazione di potere di Asterione, capì che la battaglia stava per entrare in una fase ancora più feroce e imprevedibile, segnando un punto di svolta decisivo nel loro confronto cosmico.

    Cosa diamine... Con il cuore che batteva all'impazzata, osservava la mole imponente del fascio di energia cosmica evocato dal demone. Era chiaro che ogni via di fuga era preclusa; l'immensa colonna di energia avvolgeva l'arena con la sua presenza opprimente, tagliando fuori ogni possibile scampo. In quel momento di realizzazione, Nadia sapeva che l'unica risposta possibile era rafforzare la sua difesa. Concentrandosi intensamente, infuse ulteriore cosmo nel suo prisma di luce già crepato dall'attacco precedente. Le crepe iniziarono a risplendere più vivacemente mentre l'energia cosmica si accumulava, rafforzando la struttura in maniera visibile. Il prisma, sebbene segnato da fenditure di luce che ne evidenziavano la fragilità, ora vibrava con una forza rinnovata, pronto a sfidare il potere devastante dell'avversario.

    ~ N.W.T. - neural wave transmission, durata trasmissione delle informazioni: 0,01 secondi.

    [grace.1] RAGAZZA
    [nadiareed] RICEVUTO.
    Non aveva mai percepito il Gigante così, terribilmente agitato.
    Così, l'attimo prima che il secondo colossale colpo di Asterione potesse abbattersi su di lei, Nadia attivò la sua trasformazione in Gigante. La sua statura crebbe esponenzialmente, e con essa la sua forza e resistenza fisica. I muscoli si ingrossarono, le ossa si indurirono, e la pelle assunse una tonalità iridescente, segno di un aumento significativo delle sue capacità difensive. Era una metamorfosi dettata dalla pura necessità di sopravvivenza, un baluardo contro l'inevitabile assalto. Quando il fascio di energia di Asterione colpì, lo fece con una forza che avrebbe schiacciato qualsiasi cosa nel suo cammino. La collisione contro il prisma di Grazione rilasciò un'onda d'urto che scosse l'intero campo di battaglia, facendo echeggiare un tuono sovrannaturale. La barriera luminosa tremò violentemente, le crepe già presenti si allargarono in un intricato reticolo di luce che minacciava di cedere.

    COS'È TUTTA QUESTA FORZA! Nadia dispiegò le mani in alto, incanalando ogni frammento di resistenza nel suo prisma di luce difensivo. I suoi piedi si ancorarono saldamente al suolo, le gambe larghe e muscolose come pilastri di pietra, mentre il terreno sotto di lei tremava sotto l'impatto. L'energia dello Spectre colpì con una forza bruciante, scagliandosi contro le mani di Nadia e il suo prisma come un martello cosmico su un'incudine. Il prisma, già crepato dal precedente attacco, si contorse sotto il nuovo assalto, brillando intensamente in risposta alla pressione. Le crepe si moltiplicarono, disperdendo sprazzi di luce che sembravano scintille elettriche, segnali visivi del loro imminente cedimento. Nadia sentì il dolore irradiarsi dai palmi delle mani fino alle spalle; era un bruciore acuto, come se migliaia di aghi si conficcassero nella sua carne. La pressione esercitata dall'enorme fascio energetico era schiacciante, costringendola a incanalare ancor più forza nelle sue estremità per mantenere la barriera. Nonostante la sua forma gigantesca e la forza soprannaturale, le sue braccia tremavano sotto il peso dell'energia opprimente.
    I suoi piedi, piantati nel terreno, lasciavano impronte profonde mentre lottava per mantenere l'equilibrio. Il terreno stesso sembrava cedere, spaccandosi in fessure che si diramavano come vene da sotto i suoi piedi. La stanchezza muscolare era palpabile, ogni fibra del suo corpo gigante pulsava dolorosamente mentre lottava per sostenere l'ondata di energia.

    Nonostante tutto, Nadia riusciva a mantenere la sua posizione, dimostrando una resilienza quasi sovrumana. I danni al suo prisma difensivo erano evidenti e gravi, ma non ancora letali. La lotta di Nadia era una testimonianza della sua ferrea volontà e del suo impegno eroico nel resistere contro una forza che avrebbe facilmente sopraffatto chiunque altro. La sua determinazione era chiaro segnale che, nonostante la potenza schiacciante di Asterione, non avrebbe ceduto senza combattere fino all'ultimo respiro.

    « Oh no, abbiamo appena cominciato. » Con un supremo atto di volontà, Nadia respinse l'assalto energetico dello Spectre, sfruttando poi le sue avanzate capacità di rifrazione per eclissarsi nella migliore forma possibile data la situazione. La sua esistenza era un velo sottile tra il visibile e l'invisibile, e non aveva bisogno che il demone distogliesse lo sguardo per attuare il suo piano.

    Rapida e senza esitazioni, estese le braccia, che aveva sapientemente camuffato, per eseguire un attacco a mano aperta, senza muovere nemmeno un passo. Il suo obiettivo non era altro che disorientare lo Spectre o almeno costringerlo a difendersi lateralmente per evitare l'implacabile forza delle sue mani possenti. Con questa distrazione in atto, Nadia si preparò a sferrare un devastante calcio, scagliandolo dall'alto verso il basso in un arco di potenza mirato a schiacciare il demone infernale contro il suolo. Desiderava farlo sprofondare nella terra, terra che avrebbe riecheggiato e tremato sotto l'impeto dell'impatto.

    CzdbbQF

    Fisico ● Dolori acuti e bruciature lungo le braccia a causa della pressione esercitata dagli attacchi di Asterione. Ha inoltre riportato contusioni profonde e stanchezza muscolare estrema, che hanno messo a dura prova le sue articolazioni, specialmente nelle spalle e braccia. Le scosse intense degli impatti hanno potenzialmente causato anche minori lesioni alla pelle, compromettendo la sua capacità di difesa.
    Mente ● Angry lvl 100
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata, GIGANTE ● Graffiature superficiali.
    In Breve ● Volevi Grazione, eccoti Grazione :kuku:
    Nadia si difende come può dal tuo AD, subendo un po' perché tu hai cosmo più grosso del suo. Poi, vedendo l'imponenza del suo AF, è costretta ad assumere la forma gigante per aumentare sensibilmente la sua resistenza e forza fisica, continuando a tenere attivo il prisma difensivo ma subendo comunque tutti gli effetti descritti sopra. Con un ultimo sforzo rimbalza la lama grossa e tenta un sole-piatti [AD] per spingerti a difenderti e che comunque non fa tantissimo male, salvo poi sferrare un poderoso calcio [AF] dall'alto verso il basso, mirando chiaramente la tua testa. Per la manovra ho considerato le dimensioni del Gigante alla mia energia, e la distanza che citi tu nel tuo post che è di 7 metri. In teoria dovrei riuscire a coprire quella distanza con gambe e braccia, se pensi non sia possibile dimmelo che ci ragioniamo insieme ed eventualmente edito!

     
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    Fu soddisfatto da quella reazione. Nessuna fuga e nessun passo indietro, bensì lo Spartoi accolse l'attacco a braccia aperte con la furia e il coraggio proprio di una stirpe di guerrieri; sì, avrebbe potuto trarci qualcosa di interessante da quella giornata. Oltre al semplice matematico profitto, oltre ai calcoli di convenienza che le circostanza gli imponevano di fare, poteva essere genuinamente divertente confrontarsi contro uno degli antichi soldati che avevano protetto l'universo.
    Forse la sua Stella aveva combattuto con loro, prima di incarnarsi in Asterione, ma non era giunto a un livello di consapevolezza tale da poter richiamare ricordi così lontani nel tempo; lui, da canto suo, non aveva mai avuto occasione di confrontarsi contro un avversario così mitico, la Gigantomachia era già lontana nella sua sua gioventù. Per quanto ne sapeva poteva essere la prima volta che combatteva contro un Gigante, memoria non perfetta permettendo.

    Intravide che, oltre l'energia cosmica del suo attacco, lo Spartoi aveva assunto dimensioni decisamente superiori rispetto alla ristrettezza della forma umana; era ancora occultato dalla sua mimetizzazione ottica, fattore che gli impediva di determinare precisamente dove fosse o con che cosa lo stesse attaccando, ma riusciva a intravedere quello che bastava per capire che qualcosa stava arrivando a grande velocità contro di lui.
    Alzò la destra, richiamando l'Ascia e poi abbattendo la mano in basso; richiamò una lama di energia cosmica che si proiettò in avanti, raggiungendo questo qualcosa che stava per schiantarsi contro di lui a velocità ipersoniche. Riuscì in qualche modo a evitare questo primo assalto, respingendolo con la forza dell'artefatto, ma fu evidente che non sarebbe stato così facile; vide che qualcosa stava per piombargli contro dall'alto verso il basso, un qualcosa di così grande da poterlo schiacciare completamente.

    Bene.
    Alzò entrambe le mani, chiuse a pugno, due fasci di energia che non avevo scopo offensivo; la benedizione dell'Ascia avrebbe semplicemente dovuto rallentare qualunque cosa stava per abbattersi su di lui e disperderne la forza d'impatto, ma il potere fisico del Gigante era troppo per essere interamente disperso, anche da un'arma potente come la sua.
    Vide le estensioni di energia infrangersi, e fu costretto ad aprire le mani per provare ad attutire il colpo; non ci riuscì, non completamente almeno. Sebbene i suoi arti fossero protetti, il resto del suo corpo non era così impervio. Avvertì l'impatto spargersi in maniera uniforme lungo schiena, provocandogli fitte di dolore, ma i danni più gravi furono verso i suoi punti di appoggio; la caviglia destra cedette sotto questo peso, ma Asterione rimase in piedi.

    L'impatto era stato così potente da farlo sprofondare a terra, ma la vicinanza contro la cosa che l'aveva colpito voleva dire che adesso avrebbe potuto contrattaccare più agilmente sfruttando la mole del suo nemico contro di lui.
    Sarebbe noioso ucciderti altrimenti.
    Prima che potesse ritrarre l'arto, Asterione chiuse la destra a pugno e sferrò un singolo colpo nel pieno delle forze verso la cosa che era adiacente a lui; non poteva determinare esattamente di cosa si trattasse, e da quel momento la sua mobilità sarebbe stata alquanto ridotta, ma tanto valeva sfruttare una possibilità ora che gli si era presentata.

    Quel singolo pugno, oltre a contenere tutto il potere che l'arma del Minotauro era in grado di scatenare e dunque di fare quanto più danno possibile, dopo essere stato sferrato sarebbe stato il punto di partenza per generare un nuovo fascio di energia cosmica, sempre pervaso dal potere dell'arma, stavolta mirato verso l'alto e che avrebbe dovuto sfruttare la sua maggiore potenza cosmica per togliere di dosso qualunque cosa lo stesse costringendo fermo a terra e magari infliggere qualche ferita minore.


    8gWY7Vi
    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲ moderata contusione alla schiena (danni muscolari), grave contusione alla caviglia destra, moderata contusione e lieve ustione al petto (fiato corto, microfratture alle costole, pelle arrossita e bruciacchiata), lievi danni agli occhi (bruciore, piccole macchie luminose nel campo visivo)
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲ mi difendo come posso per evitare che mi esploda la testolina, ma essendo tu fisicamente più forte qualcosa passa e mi faccio male. Proseguendo, già che sto lì ti tiro un singolo cazzottone al piede (AF, Arma Infusa Grado V + Cosmo Soverchiante), poi immediatamente dopo sparo un altro laser grosso a distanza zero (AD, Arma Infusa + Cosmo Soverchiante) per cercare di toglierti di dosso.

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    In mezzo al caos del combattimento, Asterione, aveva eretto una difesa precipitosa contro l'attacco devastante di Nadia. Lei, avvolta in un alone di luce abbagliante, sferrò i suoi colpi con pugni impregnati di cosmo e luce solidificata. Asterione riuscì a intercettare il colpo con le braccia, ma l'impatto fu così violento che le sue difese grezze non impedirono un'onda d'urto che lo scosse profondamente, facendogli percepire una ferocia d'energia che gli mandò dolorose vibrazioni attraverso i tessuti e le ossa. Nonostante la potenza di Nadia, Asterione rispose prontamente, alzando le mani verso l'alto per difendersi dal calcio mirato. L'impatto tra il calcio di Nadia e le mani dello Spectre fu eccezionale; lei percepì una resistenza insolitamente forte, quasi come se gli arti di Asterione fossero rinforzati da un qualche meccanismo soprannaturale che potenziava le sue capacità difensive. Questo insight la portò a una conclusione rapida: nei futuri confronti, avrebbe dovuto evitare lo scontro fisico diretto o assicurarsi di essere adeguatamente protetta.

    Asterione, benché sopraffatto dall'energia dell'attacco, non si diede per vinto. Sprofondando leggermente nel terreno sotto l'impatto, concentrò rapidamente le sue energie in un pugno, colpendo con precisione chirurgica il piede di Nadia. Questa, avvertendo l'intensificarsi del pericolo, tentò rapidamente di erigere una barriera difensiva attorno all'arto, invocando uno scudo di luce e cosmo che circondava la sua figura. Il suo intento era di attutire o disperdere l'attacco, proteggendo i punti più vulnerabili, come le articolazioni e i tendini, che sapeva essere cruciali per la sua mobilità in combattimento. Non appena il pugno di Asterione colpì, il contatto fu come l'incontro tra due forze della natura. Nonostante la sua difesa fosse stata prontamente attivata, l'energia di Asterione si rivelò straordinariamente potente. Il pugno penetrò lo scudo come un proiettile che squarcia una tela, centrando il piede di Nadia con una precisione brutale. Il dolore che ne seguì fu acuto e travolgente. Nadia sentì come se una lancia infuocata le fosse stata conficcata nel piede, irradiando onde di dolore acuto che si propagavano su per la gamba fino a raggiungere l'anca.

    La forza dell'impatto fu tale che le ossa del piede subirono microfratture, mentre i tessuti molli intorno all'area colpita mostrarono immediati segni di ematoma e infiammazione. Se non avesse assunto quella forma, probabilmente avrebbe perso letteralmente il piede. Con la situazione che si faceva sempre più critica, Asterione non esitò a concentrare cosmo anche nell'altro pugno, preparandosi per un altro attacco possibilmente devastante. Nadia, incapace di prevedere la sua prossima mossa e conscia del pericolo crescente, decise di adottare una strategia diversa. In un lampo di lucidità, si rimpicciolì tornando alla sua forma umana più vulnerabile, ma più agile. Attivò i propulsori sulla sua armatura e si allontanò rapidamente, guadagnando la distanza necessaria per riorganizzarsi.

    Con il dolore ancora pulsante nel piede, Nadia fissò Asterione con uno sguardo glaciale, la sua voce tremante per l'ira ma chiara come il cristallo. « Bene, allora preparati a restare deluso, perché la noia sarà l'ultimo dei tuoi problemi. » Una volta a debita distanza, senza perdere altro tempo e sfruttando il momento di vantaggio dato dallo Spectre ancora parzialmente affossato, Nadia raccolse il cosmo nelle sue mani. Con un grido di sfida, evocò una bordata di energia e luce dal potere ustionante, lanciandola con ferocia verso Asterione. L'intento era chiaro: investire il suo nemico con un'offensiva che potesse massimizzare il danno, sfruttando la sua momentanea vulnerabilità per colpirlo con tutto il potere devastante che riusciva a convogliare.

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    Fisico ● Dolori acuti e bruciature lungo le braccia a causa della pressione esercitata dagli attacchi di Asterione. Ha inoltre riportato contusioni profonde e stanchezza muscolare estrema, che hanno messo a dura prova le sue articolazioni, specialmente nelle spalle e braccia. Microfratture al piede coinvolto nell'attacco ed ematomi dei tessuti molli circostanti. Legamenti stirati ma, in generale, danni contenuti poiché in forma Gigante.
    Mente ● Angry lvl 100000000
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata, COMPRESSA ● Graffiature superficiali.
    In Breve ● Evoca una difesa per attutire il tuo cazzottone ma comunque l'impatto c'è e fa malissimo. In vista del tuo attacco debole Nadia torna nella versione compressa e si riposiziona lontano da Asterione, sfruttando un unico [AF] sparando un'onda energetica con tanto di AAAAAAA

     
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    Poche cose erano divertenti come un avversario che faceva le cose in grande, metaforicamente e letteralmente. Un po' di genuina e sana voglia di competere nell'arena più cruenta e bella di tutte, di perdersi nella gioia dello scontro e di lasciarsi attraversare da quell'estasi furibonda, e semplicemente dimenticare tutto nell'abbraccio della violenza; poteva concedersi il vezzo di un momento, di mettere da parte orgoglio e professionalità e semplicemente godersi questo scontro per un momento in più.
    Asterione non era, ancora, una macchina; non era fatto di fredda logica e alieno pensiero, non si era perso negli ingranaggi della loro gloriosa e infinita soluzione. Era un guerriero, era stato sempre e solo un guerriero, e combattere per una causa davvero giusta era un qualcosa che toccava il profondo della sua ideologia.
    Di quello che gli era rimasto, almeno.

    Dal nascondiglio di terra dove era piombato, il Minotauro vide la Gigante, ritornata in una forma umana, allontanarsi da lui e iniziare ad accumulare energia cosmica; oh, si disse nel prepararsi alla difesa, questo sarebbe stato meraviglioso.
    Fece un passo avanti, la sinistra a palmo aperto davanti a sé e la destra chiusa a pugno all'altezza del fianco. Una posizione perfetta di preparazione, un attimo di attesa per quello che sarebbe accaduto tra qualche istante nella gloria della velocità ipersonica; attese, con il volto distorto in un ghigno assolutamente ferale e folle, perso nella foga e nell'euforia del dolore subito e del sangue versato, completamente dimentico di altro che non fosse la fine della sua nemica e come sopravvivere a questo prossimo colpo.
    Quando vide l'enorme raggio luminoso, il Minotauro rispose facendo scattare il pugno in avanti e ruggendo con la furia di un leone, più un verso da animale che una vera e propria persona.

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    Le loro fiamme si incontrarono, una una luce pura e sacra e l'altra un bagliore di energia blasfema, due raggi di energia che erano emanazioni delle loro nature più pure. L'energia di Asterione era diretto risultato del potere della Labrys, di un'arma che non tollerava di vedere eguali, e che in questa vita non aveva ancora trovato il suo pari.
    La massima forza portata dall'artefatto, in congiunzione alla sua stessa natura, gli consentirono di disperdere parte dell'offensiva nemica che, tuttavia, riuscì comunque nello sforzo disperato di andare oltre il potere del Minotauro, infrangendo il suo cosmo. Il raggiò impattò contro Asterione, raggiungendolo in pieno, disciogliendo e spaccando la terra attorno a lui in un ammasso di poltiglia arancione e rovente.

    Il Minotauro fu raggiunto sia dall'impatto solido che dal potere ustionante del raggio stesso, aggravando ferite che già aveva subito al petto e aggiungendone altre. Strinse i denti nuovamente, prendendo un respiro gorgogliante che gli portò il sapore del sangue in bocca; ah, il dolore. Una gloriosa costante di ogni sua esistenza.
    Guardò la Spartoi e decise che avrebbe fatto quello che faceva meglio davanti a ogni sfida o minaccia; avanzò, sempre e comunque, solo avanti fino alla sua vittoria completa. L'avrebbe spezzata, avrebbe distrutto quel Gigante con le sue stesse mani. Poggiò il peso sulla caviglia sinistra, l'unica ancora in grado di sostenere il suo peso e di spingerlo avanti con una qualche misura di controllo. Molleggiò una volta, due, e poi saltò.
    Dire che fu un salto sarebbe stato inesatto, quello di Asterione fu un proiettarsi verso il suo bersaglio tramite utilizzando un'esplosione di cosmo localizzata sotto il piede come propulsione. Avanzò, una mossa rischiosa che l'avrebbe posto a diretto contatto con il bersaglio, ma non aveva la benché minima paura di un po' di sofferenza.

    Una volta giunto a portata della Spartoi, avrebbe semplicemente calato il pugno destro in un arco discendente verso la parte superiore del suo cranio, nel tentativo di sfracellarlo con la potenza della sua arma.
    Un atto tanto semplice quanto disgustosamente brutale.


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    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲ moderata contusione alla schiena (danni muscolari), grave contusione alla caviglia destra, grave contusione e moderata ustione al petto (fiato mozzato, lacerazioni e sanguinamento interno, costole fratturate, pelle bruciata e disciolta, muscoli scoperti), lievi danni agli occhi (bruciore, piccole macchie luminose nel campo visivo)
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲ contrasto il LASER GROSSO con un altro LASER GROSSO, poi salto verso di te con tanta cattiveria e malevolenza per tirarti un singolo punio sulla testa (Arma Infusa + Cosmo Soverchiante)

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    Grazione era sempre stato un guerriero, ma secoli di stasi nel Tartaro avevano smorzato la memoria del combattimento, il dolore, il piacere crudele di infliggere ferite. Ogni sensazione era stata sepolta sotto un velo di oblio, ogni impulso bellicoso sopito da un’esistenza immobile e sospesa. Tuttavia, man mano che il tempo nel Tartaro si allontanava come un sogno al risveglio, le emozioni e gli istinti combattevano per ritornare alla superficie.

    Mentre la battaglia infuriava, ogni colpo assorbito e ogni colpo dato risvegliava una parte dimenticata di lui. Il dolore divenne un vecchio amico che lo salutava con una stretta ferma, e il piacere di vedere il nemico retrocedere sotto i suoi attacchi riaccendeva un fuoco che credeva estinto. Con ogni movimento in combattimento, Grazione riscopriva il gusto amaro e dolce della lotta, il fervore di vita che solo il confronto mortale può portare. Mentre osservava lo Spectre di fronte a lui, un senso di riconoscenza pervase il suo spirito combattivo. Ti dovrò ringraziare pensò, con un velo di riconoscenza, prima di cancellarti dall’esistenza.

    Mentre il duello proseguiva, lo Spectre sfoderò una difesa contro il raggio fotonico di Nadia. Con un gesto brusco e deciso, emise un raggio cosmico proprio, che si scontrò con l’attacco della donna. L’impatto tra le due forze cosmiche fu di una violenza inaudita; il terreno circostante, martoriato dall’energia liberata, si frantumò e deformò, trasformando il campo di battaglia in un panorama di rovine fumanti. Nadia, per un istante, credette di vedere uno strano sorriso sul volto dello Spectre. Condividendo pensieri e sentimenti con Grazione, capì quell'espressione e, quasi inaspettatamente, un sorriso si dipinse anche sulle sue labbra. Erano guerrieri, entrambi consapevoli del legame indissolubile che solo chi condivide la furia della battaglia può comprendere.

    Asterione, approfittando della nuova conformazione del terreno, che gli offriva una libertà d'azione improvvisa, si lanciò in un balzo prodigioso verso Nadia, il pugno carico di cosmo e intenti omicidi.
    Nadia, mentre osservava l'avanzata di Asterione, non poté fare a meno di ammettere, « Ho atteso a lungo un avversario come te. » La sua voce era un misto di sfida e ammirazione mentre tornava alla sua forma di Gigante, un gigantesco avatar di potenza e furia.
    Concentrando il suo cosmo lucente nel pugno sinistro, Nadia iniziò a caricare il suo attacco con un moto ascendente, le energie cosmiche fluttuanti intorno alla sua figura imponente. Il tempo sembrò rallentare mentre i due combattenti si avvicinavano, la tensione tra loro palpabile come l'aria prima del temporale.

    Asterione, con la precisione e la forza di un cataclisma, mirò il suo pugno direttamente alla testa di Nadia. La forza del colpo, concentrata e imbevuta del cosmo ancestrale dello Spectre, si abbatté sulla testa di Nadia con la precisione di un chirurgo e la ferocia di una bestia selvaggia. Nel momento dell'impatto, il suono di un'ossatura che cedeva sotto una pressione immane risuonò nel campo di battaglia, una sinfonia orribile di crepitii e scricchiolii che avrebbero fatto rabbrividire anche il più stoico degli osservatori. Le microfratture che si generarono lungo il cranio della forma gigante di Nadia erano come filigrane di dolore che si diffondevano attraverso la sua testa. Ogni frattura si diramava, creando una rete di lesioni che minacciavano di compromettere l'integrità strutturale del suo enorme cranio. L'impatto non solo causò danni fisici ma scatenò anche un'onda d'urto interna, che risuonò nel suo cervello, disorientandola e infliggendo un dolore così acuto e opprimente che per un momento, tutto il resto del mondo sembrò svanire in un vortice di luce bianca e rumore bianco. Il dolore era tanto intenso quanto immediato, assorbendo ogni frammento della sua attenzione. Nadia sentiva come se un martello pneumatico avesse colpito direttamente la sua testa, pressando e distruggendo non solo l'osso ma anche il tessuto molle sottostante. Il dolore pulsava ritmicamente, in sincrono con il battito del suo cuore, ogni pulsazione amplificava l'agonia fino a renderla quasi insopportabile. In aggiunta al danno fisico, l'impatto ebbe un effetto debilitante sulla sua capacità di mantenere la concentrazione e la lucidità mentale. La brutalità del colpo la lasciò stordita, la sua visione si offuscò e le sue orecchie ronzavano, un indicatore chiaro di una possibile commozione cerebrale. Lotta come poteva per rimanere consapevole e focalizzata, Nadia sentiva la sua forma gigante vacillare, la sua solida presenza nel mondo fisico ora minacciata dalla potenza devastante dello Spectre.

    Tuttavia, nonostante il dolore e la disorientamento, un barlume di resilienza brillava ancora dentro di lei.
    Nel medesimo istante, con la determinazione di chi sa di non avere altra scelta se non quella di rispondere con pari intensità, preparava il suo contrattacco. Con un moto fluido ma carico di tutta la forza che poteva radunare, il suo pugno destro, illuminato da un’intensa luce cosmica, si alzò dal basso verso l’alto mirando al volto di Asterione. La sua mano sembrava un meteora, pronta a squarciare l’oscurità con un bagliore che prometteva distruzione.

    [ASTROCLAST BLITZ]



    CzdbbQF

    Fisico ● Ematomi diffusi e dolori da contusione a braccia e fianco. Fianco sanguinante ed escoriazioni su mani e braccia. Possibile, grave trauma cranico con microfratture estese.
    Mente ● Nadia scema dopo il pugno in testa
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata, GIGANTE, crepe sulla testa e graffi sul resto dell’adamas
    In Breve ● E niente, che dire.
    Un PUNIO vs PUNIO mi mancava

     
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    Che bellezza. Sentire la sua mano raggiungere il capo della sua nemica, lo scricchiolio di ossa che si infrangono, di sangue versato e dolore inflitto; solo un guerriero che aveva trascorso l'eternità a combattere poteva capire quanto fosse raro qualcuno che capisse, che capisse davvero, cosa si provava in quei momenti supremi. Qualche Saint nel corso dei millenni aveva capito, ma sempre troppo pochi; loro erano rivali ideologici da spezzare nel corpo e nello spirito, non avversari con cui condividere quegli attimi di estasi. C'era divertimento lì, ma era completamente un'altra cosa.
    Il Gigante capiva, davvero, la bellezza intrinseca in quegli atti di pura e semplice violenza; non c'era nient'altro, nulla che importasse davvero, solo vivere o morire e lasciarsi andare a quest'orgia di indescrivibile brutalità.

    Avrebbe voluto che quel momento durasse per l'eternità, davvero. Avrebbe voluto che quel Gigante potesse combattere per sempre, di trascinarlo con sé nelle arene dei Campi Elisi e condividere un infinito spezzarsi, e forse lo avrebbe fatto. Forse, ma prima avrebbe dovuto sopravvivere.
    Il Gigante si era esposto all'attacco di Asterione per poterlo cogliere in fallo e sferrare un colpo a sua volta; una tattica rischiosa ma che in quella circostanza aveva pagato. I due colpi furono sferrati praticamente allo stesso istante, nel momento in cui la sua mano aveva raggiunto l'obiettivo quella della sua nemica aveva fatto lo stesso contro la testa del Minotauro. L'impatto fu sostanziale.
    Si sentì sollevare in alto, un colpo così forte da fargli perdere conoscenza per un momento; un singolo istante in cui avvertì il cervello rimbalzargli ovunque nel cranio.

    Aveva dolore, probabilmente la parte inferiore della faccia era bruciata completamente, rendendo gli la faccia una maschera di vene e muscoli intrecciati in un'espressione di rivoltante giubilo.
    No, non era messo decisamente bene; poteva ancora combattere, certo, ma i danni riportati in quel momento erano impietosi. Il mondo stava girando, forse anche perché aveva fatto effettivamente un paio di giri spinto in alto, perlopiù per il trauma cranico subito; non gli importava, però. Si stava divertendo, davvero. Ma tutte le cose belle dovevano finire, e il Minotauro avrebbe posto fine a questa portando nella Dimensione Infernale un trofeo ineguagliato.
    Nel momento in cui il suo corpo si orientò verso il Gigante, Asterione si proiettò in avanti lasciandosi alle spalle una devastante esplosione di energia cosmica che lo sospinse verso il volto della sua nemica.
    Rispetto.

    Disse, la voce roca e stanca, un singolo respiro che portò ammirazione e onore verso l'antica creatura che l'aveva messo alla prova in maniera così aspra.

    [GRAND AXE CRUSHER]
    Labyrinth Final Edge

    Si proiettò verso il centro del suo volto alla stregua di una meteora ametista, lasciandosi dietro una scia di fuoco violaceo, il pugno destro pronto a scattare verso il suo bersaglio non appena fosse giunto a portata, scaricando nel punto più vitale della sua nemica tutto il devastante potere dell'Ascia.

    8gWY7Vi
    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲ leggero affaticamento, moderata contusione alla schiena (danni muscolari), grave contusione alla caviglia destra, grave contusione e moderata ustione al petto (fiato mozzato, lacerazioni e sanguinamento interno, costole fratturate, pelle bruciata e disciolta, muscoli scoperti), gravissima contusione e moderate ustioni alla testa (trauma cranico, fratture, forti vertigini, pelle bruciata e disciolta, muscoli scoperti) lievi danni agli occhi (bruciore, piccole macchie luminose nel campo visivo)
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲ mi prendi e fai tanto tanto tanto male. Siccome siamo pazzi mi sparo in avanti a ti tiro un cazzottone infinito della violenza immane in mezzo alla faccia (Arma Infusa Grado V + Cosmo Soverchiante)

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    NADIA REED
    ENERGIA ROSSA
    « parlato » pensato « parlato altri »
    Il campo di battaglia vibrava di energia cosmica e luce pulsante mentre Nadia incanalava il suo potere nel pugno sinistro. Con una carica di pura energia cosmica, il suo Astroclast Blitz scattava verso Asterione, avvolto in una luminescenza accecante. L'impatto del pugno era devastante; colpì lo Spectre direttamente al viso, facendolo sobbalzare all'indietro con una forza inaudita. L'energia del colpo, infusa di un potere ustionante, bruciò e frantumò l'epidermide dello Spectre, lasciando il suo volto irrimediabilmente danneggiato, la pelle e i tessuti sottostanti vaporizzati e carbonizzati dal contatto con la luce intensa.

    L'effetto dell'impatto non si limitava solo al danno visibile; le profonde ustioni irradiavano un dolore acuto che percorreva il corpo di Asterione, consumando qualsiasi residuo di normalità nella sua fisionomia spettrale. Ogni traccia del suo viso un tempo temibile era ora una maschera di dolore e distruzione, un ricordo torturato dell'energia devastante scatenata da Nadia. Per il Gigante ogni colpo scambiato con lo Spectre era una scarica di adrenalina pura. L'ebbrezza di quel confronto fisico, la gioia perversa di sentire il proprio pugno infrangere le difese dell'avversario, si mescolava al dolore che le percorreva il corpo ad ogni movimento. Era un piacere indissolubilmente legato al tormento, un cocktail di sensazioni che la spingeva ai limiti della sopportazione fisica. La consapevolezza di non poter reggere ancora per molto cresceva dentro di lei, ogni fibra del suo essere vibrava di tensione e stanchezza.

    Asterione, tuttavia, non mostrava segni di cedimento. Con un ruggito di sfida, si lanciò nuovamente contro il Gigante, il pugno carico di energia cosmica mirato a colpire con una forza brutale. Nadia, ancora stordita dallo scambio precedente ma trascinata dall'apice dell'eccitazione, evocò un prisma di luce davanti al suo viso e incrociò le braccia, ormai debilitate, per difendersi. Il nuovo impatto fu catastrofico. La forza dello Spectre era tale da infrangere la difesa di luce e spezzare gli avambracci di Nadia, i suoni delle ossa che si frantumavano mescolandosi al frastuono dell'energia cosmica. Oltre alla rottura fisica, il colpo causò un'impressionante reazione a catena di danni interni: i muscoli e i tendini nelle braccia di Nadia furono gravemente lacerati, il dolore si propagava come un incendio attraverso il suo corpo gigantesco. Respirando affannosamente, con il corpo martoriato dal dolore e la stanchezza che le appesantivano ogni pensiero, Nadia ammise a se stessa e ad Asterione:
    « Sono al limite delle mie forze... ma ne voglio ancora... voglio concedermi l'ultimo atto di forza. »

    Con una voce che riecheggiava tra le rovine fumanti del campo di battaglia, urlò: « Ancora! Soltanto un'altra volta! » Attivando i propulsori, si avvicinò con la sua imponente mole al nemico, determinata a sferrare un ultimo, decisivo attacco. Raccogliendo le ultime riserve del suo cosmo, Nadia concentrò tutto nel pugno destro. Questa volta, non vi erano manipolazioni di luce o altri artifici; solo la pura, schiacciante forza del cosmo puro. Con ogni particella del suo essere vibrante di potenza non ancora scatenata, era pronta a lanciare il colpo finale in un duello che aveva superato ogni aspettativa di ferocia e grandezza.

    Ma mentre Nadia si preparava a sferrare quello che aveva pensato essere il suo colpo finale, un'epifania le attraversò la mente con la stessa intensità del cosmo che pulsava nel suo pugno. La realizzazione arrivò inaspettata, un lampo di chiarezza in mezzo alla tempesta di dolore e fatica: non aveva alcuna speranza di distruggere completamente Asterione, lo Spectre con cui aveva condiviso una battaglia così feroce e esaltante. Il suo corpo gigante avanzava, i propulsori al massimo per colmare la distanza tra lei e il suo nemico, Nadia sentiva una strana miscela di disappunto e sollievo. Il disappunto derivava dalla consapevolezza delle sue limitazioni, dal riconoscere che, nonostante tutto il suo potere, c'era un limite a ciò che poteva fare contro una creatura come Asterione. Il sollievo, però, era più profondo e sorprendentemente dolce. Era la consapevolezza che, se non poteva distruggere Asterione, avrebbe avuto altre opportunità di trovarsi di fronte a lui, di sentire ancora l'ebbrezza di quella battaglia. Questa consapevolezza si trasformò in un desiderio silenzioso, un desiderio che non si aspettava di provare: il desiderio di non voler realmente distruggere lo Spectre. Nadia iniziò a comprendere che il piacere che provava nel combattere Asterione non derivava solo dalla lotta per la sopravvivenza o dalla vittoria, ma dall'atto stesso del combattimento, dalla sfida di misurarsi con un avversario degno. Era il gioco dei pugni incrociati, il danzare sul filo del rasoio tra il controllo e il caos, che la faceva sentire veramente viva.

    Ogni scambio di colpi, ogni movimento calibrato, ogni attimo di tensione prima dell'impatto aveva riportato a Nadia un senso di vitalità e scopo che aveva dimenticato in un'esistenza trascorsa tra battaglie meno memorabili. L'idea di perderlo per sempre, di chiudere questa porta appena riaperta, le pesava sul cuore più di quanto avrebbe mai ammesso.

    « Potremmo fare questo all'infinito... » sussurrò Nadia, quasi a se stessa, mentre il suo pugno si caricava di energia. « E forse dovremmo. » Le parole erano un riconoscimento silenzioso del legame combattivo che aveva formato con Asterione, un avversario che ora vedeva sotto una nuova luce.

    Mentre il cosmo si concentrava nel suo pugno, Nadia non vedeva più solo un nemico, ma un compagno di duelli futuri, un catalizzatore per quella parte di sé che rifiutava di arrendersi, di smettere di lottare. Il piacere di incrociare i pugni, di testare e essere testata, era diventato troppo prezioso per essere semplicemente lasciato andare. Con queste nuove riflessioni, il pugno di Nadia non era più solo un atto di guerra, ma anche un gesto di rispetto e di sfida per il futuro, un invito a continuare a danzare in quella tempesta di cosmo e luce, ancora e ancora.

    E quando sarebbe diventata abbastanza forte da porre fine alla sua esistenza, non avrebbe esitato, ed era anzi convinta che Asterione fosse mosso dagli stessi pensieri. Per ora, però, si sarebbe semplicemente goduta il momento.

    ~ Quando sei qui con me
    Questa stanza non ha più pareti,
    Ma alberi ~



    CzdbbQF

    Fisico ● Distrutto
    Mente ● GRAZIONE WANTS MORE
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata, GIGANTE, gravi ammaccature
    In Breve ● Si difende come può, riportando altri seri danni ma alla fine il PUNIO vince su tutto, e te ne sferra un altro, soltanto un pugno cosmico senza effetti secondari. Ho particolarmente apprezzato questo duel, e anche io ne voglio altri in futuro... Grazie Minoboi!

     
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    Capiva. Ne ebbe la conferma, ma sarebbe stato sorpreso altrimenti; gli Spartoi venivano da un conflitto che precedeva la vita umana, quando ancora questa non era nemmeno un pensiero nelle menti dei suoi creatori, loro già combattevano. In loro c'era l'eredità degli infiniti millenni trascorsi nell'ancestrale carneficina contro i Daimon e infiniti altri nemici, così come la sua Stella aveva distrutto innumerevoli nemici prima di raggiungere la sua perfetta incarnazione in Asterione.
    C'era qualcosa nel confrontarsi con loro che toccava qualcosa di profondo in entrambe le parti del Minotauro, sia il mostro che quanto ancora restava dell'orgoglioso guerriero che avrebbe dovuto difendere ciò che amava.

    Il colpo del Gigante fu accolto da un altro pugno di Asterione, un attacco che impattò contro la mano della sua nemica, e fu solo la benedizione dell'Ascia a permettere che l'arto non esplodesse tanta la forza dell'attacco. Lo Spectre venne proiettato all'indietro, scaraventato a terra e affondando nella fredda roccia di una città ormai devastata dalla loro furia.
    Il suo contenitore corporeo era stato danneggiato molto, ma avrebbe ancora potuto andare avanti se proprio l'avesse voluto; avrebbe corso il rischio di danneggiarsi in maniera critica e forse irreparabile, ma forse sarebbe riuscito a ottenere l'obiettivo che l'aveva fatto iniziare quello scontro. Di contro, non voleva.
    Non solo perché il rischio di perire definitivamente era concreto, e in quella circostanza aveva responsabilità e doveri ben più grandi e importanti rispetto a saziare la sua sete di sangue e anime, ma anche perché non voleva uccidere ancora quella donna. No, certi avversari erano rari e andavano coltivati come un tesoro prezioso, perderlo quando entrambi non avevano ancora raggiunto il loro pieno potenziale sarebbe stato uno spreco intollerabile.

    Potremmo. Affermò. Gli sarebbe piaciuto portarla nella Dimensione Infernale e affrontarla nell'eternità beata dei Campi Elisi; lì avrebbero potuto distruggersi all'infinito, perdersi in una spirale di gloriosa battaglia e omicidio, tale era il potere di Ade e del dono che faceva a chi era degno.
    E lo faremo. Dichiarò. Poteva essere interpretato come una minaccia velata, ma lo Spectre alludeva all'inevitabile conclusione di ogni esistenza che sarebbe giunta tra le fila del Signore Oscuro. La loro vittoria era scritta, destinata perfino.
    Ma non ora. Concesse. Non sarebbe stata una fine degna per lei, né per lui; avevano ancora tante cose da fare, tanto potere da acquisire, nuove vette da scalare, prima di potersi finalmente concedere la gloria di uno scontro finale che avrebbe tolto la vita a uno dei due, o a entrambi. Era paziente, veniva con la sua natura di eterno e immortale abominio, e aveva compiuto i suoi obblighi più di una volta.
    Poteva concedersi un piccolo strappo alle regole.

    Ti ricorderò. Disse. Prima di richiamare a sé le energie spirituali che ne dissolsero il corpo, riportandolo nel rifugio del Cielo del Giudizio.
    Le sorrise, sebbene non avesse più lo strato di pelle per rendere quel gesto rassicurante come intendeva. Un ultimo gesto di rispetto, per un avversario la cui memoria avrebbe echeggiato nella Stella; prima farne suo lo spirito.

    Che bella giornata.


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    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲ leggero affaticamento, moderata contusione alla schiena (danni muscolari), grave contusione alla caviglia destra, grave contusione e moderata ustione al petto (fiato mozzato, lacerazioni e sanguinamento interno, costole fratturate, pelle bruciata e disciolta, muscoli scoperti), gravissima contusione e moderate ustioni alla testa (trauma cranico, fratture, forti vertigini, pelle bruciata e disciolta, muscoli scoperti) lievi danni agli occhi (bruciore, piccole macchie luminose nel campo visivo)
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲ rispondo al punio e poi vado. Grazie a te per questo duello, mi sono divertito assai! La porta è sembra aperta per immane ultraviolenza futura :riot:

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    VII.

    Il campo di battaglia, già straziato da un duello titanico, tremava sotto l'ombra di un confronto finale. Asterione accolse la sfida di Nadia con un ruggito che echeggiava come un tuono attraverso le rovine circostanti. Nadia stava per confrontarsi con un avversario che non desiderava uccidere, ma con cui sentiva di dover misurare ancora una volta le proprie forze.

    Le due entità si fronteggiarono, cariche di una tensione che trascendeva la mera semplice lotta per la sopravvivenza. C'era un riconoscimento tacito tra loro, una comprensione profonda che solo coloro che hanno condiviso il ferro e il fuoco possono percepire. Nel momento in cui i loro occhi si incrociarono, un'antica verità sembrò sussurrare nell'aria: qui si combatte non per la distruzione, ma per la pura essenza del confronto, per il piacere di misurarsi con un pari, per la danza selvaggia e cruda che è il combattimento.

    Con un grido che sembrava squarciare il cielo, Asterione si lanciò verso Nadia, il suo pugno carico di una forza cosmica oscena. Nadia, a sua volta, concentrò tutto il suo cosmo nel pugno destro, la luce che lo avvolgeva brillava come una stella cadente. I loro pugni si mossero con una sincronia devastante, due meteoriti destinati a collidere con una forza che avrebbe potuto riscrivere il destino di mondi interi.

    Il momento dell'impatto fu un'esplosione di luce e energia che rischiarò il campo di battaglia come il sole a mezzogiorno. L'onda d'urto dell'impatto fu così violenta che entrambi i combattenti furono sbalzati indietro, le loro figure delineate contro l'energia pura che li aveva momentaneamente uniti e separati. Mentre Asterione gestiva la sua energia oscura per ammortizzare il colpo e scomparire, Nadia affrontava una trasformazione spettacolare.

    La regressione da gigante a umana avvenne in un istante di grazia e dolore. La sua enorme statura si ridusse rapidamente, mentre le linee del suo corpo si affinavano, ritornando alle proporzioni umane. La trasformazione era accompagnata da una cascata di luce cosmica che sembrava sgorgare da lei, illuminando i detriti circostanti. Il processo, sebbene esteticamente sublime, non era privo di conseguenze fisiche: Nadia finì la sua caduta tra i detriti, il corpo dolorante e chiaramente danneggiato. La mano, l'avambraccio e la spalla che aveva usato per l'ultimo attacco erano completamente fratturati, ogni movimento un promemoria acuto del prezzo pagato per quel pugno finale.

    Prima di svanire, Asterione fissò Nadia con uno sguardo che era un misto di rispetto e promessa. Il suo sorriso, mentre si dissolveva nelle ombre da cui era venuto, era la conferma silenziosa di un incontro futuro. Nadia, nonostante il dolore che la attraversava, annuì con determinazione. Sapeva che si sarebbero incontrati di nuovo, e quella consapevolezza infondeva nelle sue vene un misto di trepidazione e aspettativa. Con un sussurro affaticato, attivò la connessione neurale con la Torre Nera, la sua base di operazioni. — Qui Nadia… ho bisogno di aiuto mormorò, la voce resa roca dal dolore e dalla stanchezza. Nonostante la ferocia del combattimento, la sua mente era già proiettata al futuro, a prepararsi per il prossimo incontro, a curare le ferite e a ricostruire ciò che era stato perduto nella battaglia.

    Mentre il teletrasporto cominciava a disgregare la sua figura per ricomporla in una delle sale operatorie della Torre Nera, le ombre della notte iniziarono a inghiottire il campo di battaglia, lasciando Nadia a riflettere sulla natura del combattimento, sulla fragilità della vita e sulla strana bellezza di un'eterna rivalità che, contro ogni logica, era diventata la fonte di una delle connessioni più intense della sua esistenza.



    Energia ~ Rossa.
    Cloth ~ Adamas di Grazione, IV ~ Indossata, COMPRESSA, ammaccata
    Condizioni ~ Distrutta letteralmente
    Abilità ~ Manipolazione Luce, Guarigione Spirito/Mente → Scheda.
    Riassunto ~ :ciaone:

    Un grazie a caligola per avermi concesso di usare il suo layout mentre piango senza pc fino a giugno
     
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12 replies since 11/4/2024, 20:39   459 views
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