[conquistadores]

ljuben · nadaghar

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    Il collegamento col Solificato si interruppe a causa della scarsa connessione nell'insediamento dal quale trasmetteva, ma la conversazione aveva gettato le basi per un piano d'azione. Vista la posta in gioco, secondo la Rete era giunto il momento di adottare una strategia tanto rischiosa quanto potenzialmente efficace. Con un'espressione concentrata, Ljuben Stoeva contemplò le informazioni raccolte durante la conversazione interrotta, che lampeggavano sul monitor di fronte ai suoi occhi. Le parole del Solificato risuonavano nella sua mente come un'eco lontana di promesse e incertezze. Aveva capito il piano della Rete e le motivazioni che stavano alla base di quel compito, ma doveva agire rapidamente, sfruttando ogni opportunità a disposizione per garantire il successo della missione.

    Le pareti spoglie del suo alloggio, uno dei Qabbrat della Rete, che aveva contribuito a sistemare e riportare ad una condizione di vivibilità minimamente decente ed eletto a propria base operativa, eno illuminate solo dalla luce proveniente dall'unica lampada a sospensione, che correva lungo l'intero perimetro della stanza quadra. I ronzii dei neon sembravano pulsare al ritmo dei suoi pensieri, che stavano già viaggiando nel tentativo di fare un piano più dettagliato: dalle tempistiche all'organizzazione degli spostamenti, fino all'equipaggiamento che avrebbe portato con sé.

    Da quanto aveva capito dopo aver esaminato le prime mappe che gli avevano trasmesso, avrebbe potuto sfruttare un altro Qabbrat nelle vicinanze dell'obiettivo, e da lì percorrere l'ultimo tratto del tragitto in solitaria. Se la Rete aveva deciso di mandare lui soltanto a recuperare quell'artefatto, lo aveva fatto per più di una ragione: prima fra tutte, un solo uomo avrebbe dato meno nell'occhio rispetto a muovere un'intera squadriglia del Bhatt e - sebbene quell'artefatto poteva rivelarsi importante - evidentemente non lo era al punto da accendere, in caso di fallimento, una lente di ingrandimento sull'Ordine da parte delle altre forze nello scacchiere geopolitico di quel mondo ridisegnato dall'Armageddon e dalla Corruzione. In poche parole, se avesse avuto successo, ne avrebbe beneficiato l'intero Ordine; se avesse fallito, sarebbe stato solo un altro degli sciagurati tentativi di teste indipendenti nella sconfinata tela della Rete dei Sussurri.

    Quando si alzò dalla poltrona, l'interfaccia olografica attiva alla sua sinistra si smaterializzò, e G.H.O.S.T., la periferica dotata di AI che lui stesso aveva progettato per assisterlo durante i propri incarichi, si sollevo levitando dall'alloggiamento in cui era inserita, e dal quale si era connessa a tutti i sistemi del Qabbrat. In quel modo, quel suo piccolo compagno di viaggio fungeva da chiave du funzionamento del suo intero rifugio, oltre che da indispensabile fonte di informazione e organizzazione. — Preparati a inviare le istruzioni per l'equipaggiamento necessario. — disse l'Alchimista, rivolgendosi proprio all'IA. — Dobbiamo essere pronti per ogni scenario.

    Con un movimento deciso, l'Alchimista aprì le porte e si immerse nel suo santuario personale di armature e equipaggiamenti. Tra le varie armi e attrezzature, spiccava una figura imponente: la sua Kintaral, l'armatura che aveva riforgiato con il proprio sangue e il proprio cosmo durante la sua Nyâshajak, era in piedi, come un totem, e in qualche modo la sua presenza sembrava penetrare il suo sguardo e i suoi pensieri. La Kintaral emanava un'aura di potenza e mistero: per Ljuben, così come per qualsiasi altro Alchimista, non era soltanto una protezione fisica, ma un'estensione della propria anima, della propria volontà e del proprio sangue. Vi si avvicinò con rispetto, consapevole del suo valore e della sua importanza per la missione imminente. Con gesti metodici, ripetuti decine di volte ormai, Ljuben cominciò ad indossare l'armatura, pezzo per pezzo. Prima le spalliere, poi il pettorale e le bracciali, fino a raggiungere gli stivali rinforzati. Ogni pezzo si adattava perfettamente al suo corpo, come se fosse stato plasmato su misura per lui - e in effetti, lo era stato. Mentre stringeva le cinghie e si assicurava che ogni parte fosse al suo posto, Ljuben sentiva la familiarità e la potenza dell'armatura fluire attraverso di lui. Era come se fosse stato avvolto da un abbraccio protettivo, pronto a difenderlo da qualsiasi pericolo potesse incontrare.

    Nel frattempo, G.H.O.S.T. aveva ultimato i preparativi per la partenza. L'IA aveva organizzato l'equipaggiamento non andando oltre il necessario, ma in modo che tutto fosse sufficiente, e assicurandosi che nulla venisse lasciato al caso. Mentre inviava le istruzioni per il trasporto dell'equipaggiamento al sistema di trasporti della Rete, G.H.O.S.T. monitorava anche le condizioni atmosferiche e le possibili minacce lungo la rotta pianificata. Ljuben terminò di indossare la Kintaral, sentendo il peso dell'armatura conferirgli una sensazione di potenza e sicurezza. Con un'ultima occhiata allo specchio per assicurarsi che tutto fosse al suo posto, si preparò mentalmente per la missione imminente.

    Con uno sguardo alla stanza che aveva chiamato casa per tanto tempo, Ljuben sentì l'adrenalina scorrere nelle sue vene. Era giunto il momento di mettere in pratica tutto ciò che aveva pianificato e preparato. Si diresse verso l'uscita, pronto ad affrontare le sfide che lo attendevano e a portare a termine la sua missione con successo.

    G.H.O.S.T., preparami un briefing dettagliato sulla missione. Abbiamo un lavoro da fare.



    iXNYA9G



    Si trovava a bordo di un mezzo veloce messo a disposizione da alcuni informatori locali della Rete. Non era certo un condensato avanzato di tecnologia, ma faceva la sua parte, e se non altro, lo avrebbe fatto passare in qualche modo inosservato durante il tragitto. Una volta a destinazione, tuttavia, c'erano buona probabilità che - fra qualche abominio della Corruzione o la necessità di allinearsi a livello cosmico con l'artefatto che era stato mandato a recuperare - avrebbe dovuto bruciare un bel po' di cosmo, accendendo su di sé un faro in mezzo all'oscurità. A quel punto, sarebbe dovuto tornare indietro nel minor tempo possibile, o avrebbe dovuto prepararsi a combattere. Con un po' di sfortuna, addirittura entrambe.

    I paesaggi sfrecciavano oltre i finestrini, un alternarsi di foreste lussureggianti e campi aperti, mentre il mezzo si muoveva con una precisione quasi isperata sulla traccia dell'asfalto che anni prima collegava giornalmente Oslo al suo hinterland, e anche a tutta la costa occidentale della Norvegia. Mentre il contachilometri aumentava costantemente, Ljuben osservava con attenzione il paesaggio che cambiava rapidamente intorno a lui. Aveva scelto un momento perfetto per uscire: era partito all'alba dal Qabbrat, e la destinazione si trovava a poco meno di due ore dal rifugio. Aveva pianificato di rientare al calar delle tenebre, in modo da poter lavorare col favore della luce e non incappare in spiecevoli imprevisti - leggasi: Corruzione - in un contesto complicato anche dalla scarsa visibilità. Era una giornata serena, e si aspettava di svolgere il proprio compito senza troppi intoppi.

    Spiegami più nel dettaglio dove siamo diretti.


    G.H.O.S.T. { Certamente, Alchimista. La zona in cui siamo diretti si trova a 73 chilometri a Ovest dal centro urbano conosciuto come Oslo, si tratta di una zona prevalentemente collinare, con un clima temperato in primavera ma particolarmente rigido durante l'inverno. Così come prima dell'Armageddon si trattava di una zona scarsamente popolata, anche la presenza della Corruzione nella zona sembra essere minore che nei centri più abitati }


    Il motore ronzava costantemente mentre il veicolo si apriva la strada attraverso il paesaggio norvegese. Ljuben assorbiva ogni dettaglio del terreno che scorreva davanti a lui, dalla campagna verdeggiate alle colline ondulate che si innalzavano all'orizzonte. Era un territorio selvaggio, quasi completamente ripreso dalla passata influenza dell'uomo, eppure intriso di una quiete che sembrava contrastare con la tempesta imminente che si avvicinava. Nunc sed velit dignissim sodales ut. Lectus sit amet est placerat in. Ipsum faucibus vitae aliquet nec ullamcorper sit. Tempus iaculis urna id volutpat lacus laoreet. Cursus risus at ultrices mi tempus imperdiet nulla.

    Ci hanno mandato più dettagli su ciò che dobbiamo cercare?


    G.H.O.S.T. { Secondo le informazioni del Solificato, l'artefatto che dobbiamo recuperare è una maschera appartenente a un antico Maestro dell'Ordine. La Rete vorrebbe verificare la presenza di possibili tracce dei suoi ricordi pensanti, come quelle contenute negli holocron. }


    Era un oggetto modesto nella sua semplicità, ma l'informazione colpì Ljuben, per il quale una maschera come quella poteva rappresentare un legame con il passato e un segno di speranza per il futuro. Ricordò Xarot, il Primo Alchimista della Freccia, il ricordo pensante con cui lui stesso era entrato in contatto anni prima attraverso l'holocron. Anche Xarot portava una maschera nella manifestazione di sé che aveva scelto di trasmettere ai posteri, un simbolo forse del suo potere e della sua saggezza. Per un istante, Ljuben si chiese se ci fosse una connessione tra le due maschere, se entrambe portassero con sé una parte della stessa storia antica che continuava a influenzare il presente. Nel frattempo, immerso com'era nei propri pensieri, era giunto a destinazione.

    Avvia una scansione della zona. — disse a G.H.O.S.T., una volta sceso dal veicolo.
    E avvisami immediatamente se rilevi qualcosa di anomalo.





    Energia ~ Rossa.
    Cloth ~ Black Freccia (III). Indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Illusioni Ambientali, Proiettili [Arma Cosmica] → Scheda.
    Riassunto ~ Ehilà mi sono spinto fin troppo vicino ad Asgard :mke:
     
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    CITAZIONE
    Alla cortese attenzione del Sacerdote runico di Perth

    Dati gli ultimi resoconti che ci hai portato dal confine con Midgard chiediamo a te, Nadaghar maestro delle Rune, di assicurarti che i confini con la sacra terra di Asgard sia sicuro. Non solo il confine dev'essere sicuro ma anche le popolazioni di uomini che vivono nei territori limitrofi lo siano. Assicurati che nessuno entri nel nostro regno senza permesso, scaccia ogni invasore e assicurati che eventuali minacce non abbiano più l'ardire di avvicinarsi ai nostri territori.

    In nome di Odino

    Il Celebrante

    Era questa la missiva che Nadaghar aveva ricevuto diversi giorni prima. Si era messo in marcia dalla capitale per setacciare il confine e i suoi territori limitrofi. Il resoconto che aveva fornito riguardo allo sterminio di un villaggio di pescatori da parte di uno Specter aveva messo in allarme il Celebrante.

    Era compito specifico del Sacerdote Runico di Perth verificare che i confini di Asgard e dei nove regni fossero al sicuro, da qualsiasi genere di invasione, sia che fosse attuata sul piano fisico, sia sul piano dimensionale. Il sacro dovere che gli era stato affidato per mezzo della benedizione di Heimdall e il fardello di cui si era fatto carico il primo dei Sacerdoti.

    Costui era un elfo, aveva letto delle sue gesta su alcuni tomi di Storie e Leggende di Asgard. Egli aveva scongiurato un piano di Loki, divinità dell'inganno e del caos, avvisando Heimdall in tempo di modo che potè prendere le contromisure adatte.

    Aveva imparato sulla sua pelle quanti cavalieri pericolosi c'erano nel mondo. Tutti molto più potenti di lui. Fortunatamente alcuni non appartenevano a fazioni ostili ma doveva ugualmente prestare attenzione. In quel momento Asgard non poteva permettersi di scoprire il fianco e rischiare di essere invasa.

    La corruzione nel mondo stava venendo eradicata e i più audaci tra i guerrieri iniziavano ad avventurarsi nel mondo. Il regno sacro di Asgard non era mai stata una meta facile da conquistare, la sua conformazione, il clima, le creature e la sua posizione rendevano il territorio difficile da espugnare. Gli sprechi di forze che avrebbero dovuto impiegare i loro nemici per invaderli sarebbero stati troppo alti per valerne qualsiasi prezzo.

    La corruzione infine aveva reso quei territori ancora più pericolosi, anche se grazie ai God Warrior e agli alleati dei nove regni essa stava venendo eradicata. Se si deve pensare ad un beneficio che ha portato la corruzione era la riunificazione pacifica e compatta di tutte le razze dei Nove Regni. Pochi su Midgard erano a conoscenza di questa unione che aveva reso Asgard una forza potente e temuta. Chiunque si fosse addentrato al suo interno avrebbe trovato pane per i loro denti.

    Per questo i più audaci al massimo si spingevano nei suoi confini, per capire se vi era una crepa in quell'impenetrabile difesa.

    Quel giorno il tempo era mite, Nadaghar si era da poco svegliato e mentre faceva colazione segnava con una matita sulla mappa i punti strategici che aveva controllato lungo la frontiera. Si trovava all'interno della foresta seduto su una roccia, faceva colazione con uno dei succulenti panini di Giapethree. Si era assicurato di ordinarli prima di partire, erano la cosa migliore per il viaggio faticoso che lo aspettava.

    Doveva coprire miglia e miglia di territori in poco tempo. Muoversi rapidamente consumava energia, anche per un drow che si muoveva con più grazia e leggerezza di chiunque altro.

    Sulle proprie membra vi era adagiata la God Robe di Perth, sulla cintura brillava di una luca perlacea lo zaffiro di Vili, simbolo del potere runico affidatogli. Quel giorno avrebbe dovuto coprire una delle località più esposte del confine, Oslo e i suoi dintorni. Non molto tempo prima aveva rischiato la vita affrontando una Specter che aveva sterminato un villaggio di pescatori.

    "Sento ancora le loro urla penetrarmi nell'anima"

    Ella lo aveva torturato facendogli sentire le urla di dolore che avevano provato prima della morte. In quel momento il Drow aveva percepito la disperazione che i loro nemici erano in grado di infliggere alle persone. Specialmente le popolazioni abitanti lungo la frontiera, esse dovevano essere salvaguardate proprio perchè erano sotto la giurisdizione di Asgard.

    Si era ripromesso che nessuno avrebbe avuto più l'ardire di mettere in discussione la sicurezza di Asgard, nè andava della loro fama e del suo personale onore. Aveva controllato gran parte del territorio con attenzione e scrupolosità.

    Si era rimesso in marcia da qualche ora attraversando la foresta, osservava con la sua vista e con la sua percezione cosmica ciò che stava al di là della selva. Niente sfuggiva al suo sguardo o ai suoi sensi, ogni traccia cosmica seppur flebile veniva analizzata con scrupolo e soppesata nel rischio che poteva rappresentare.

    Nemmeno il dolce vento caldo che accarezzava il suo viso scuotendo le fronde riusciva a placare il suo animo. I suoi passi si muovevano silenziosamente e aggraziatamente nel sottobosco. Solamente il silenzio lo circondava, i rumori della natura erano un placido sfondo nella più totale concentrazione mentale in cui era entrato il Sacerdote.

    Si avvicinava sempre di più al di fuori della foresta per raggiungere le pianure che circondavano Oslo dalla parte dell'entroterra. La città marittima era illuminata nei suoi palazzi da un tiepido sole primaverile.

    "Ma che diamine.."

    Fu messo all'erta da un rombo. Un frastuono aveva completamente ricoperto l'ambiente spezzando qualsiasi quiete naturale. Era il rumore di quegli oggetti che gli umani utilizzavano per coprire lunghi spostamenti in maniera veloce. Loro li chiamavano mezzi di trasporto.

    Li ricordava come degli ammassi di ferraglia di bassa lega. Nè aveva visti e sentiti molto durante il suo esilio su Midgard. Fu facile per l'elfo oscuro riconoscere il loro trambusto.

    Rallentò il passo, cercando di individuare la zona di provenienza. Si avvicinò più silenziosamente possibile muovendosi attraverso il limitare della foresta a distanza di sicurezza. Distanza di sicurezza significava che avrebbe fatto in modo di passare inosservato alla vista di chi si trovava all'esterno.

    Prima ancora della vista, furono i suoi sensi cosmici a mettersi in all'erta percependo un cosmo.

    "Un umano"

    Pensò immediatamente. Sarebbe potuto essere benissimo un alleato, uno dei Saint di Athena, venuto a disturbare la quiete con una ferraglia inquinante. Individuò con la vista la zona, la visuale era coperta da un forte vento e dal fumo di un gas di scarico che copriva l'aria con il suo fetore.

    "Umani.. tsk.. distruggono il loro stesso mondo"

    Non li aveva mai compresi per quel motivo. La loro avidità si avvicinava a quella dei Nani. Questi ultimi però non avevano mai provocato distruzioni ambientali in larga scala. Al massimo risvegliavano qualche demone dalle profondità delle miniere.

    Si avvicinò con circospezione a circa una decina di metri dalla posizione del cosmo individuato. Cercò di rimanere nascosto tra gli alberi, mentre individuò una sagoma in mezzo alla nube di gas. Rimase ad osservare per qualche istante mentre il rumore diventava sempre più calmo.

    «Fermo dove sei!»

    La sua voce imponente riempì l'aria con un tono acceso e imperativo.

    «Sei vicino al confine con la sacra terra di Asgard, dichiara la tua identità e cosa ti spinge fin qui.»

    Non avrebbe mai attaccato un alleato o un umano senza un vero motivo. Erano in pochi coloro che avrebbe attaccato a vista, come ad esempio gli Specter, ma quel cosmo non sembrava avere quel tipo di natura. Non voleva d'altro canto essere superficiale e dare per scontato che quello fosse un alleato.

    «Per me può essere tranquillamente uno che si è perso, oppure uno stolto che vuole provare ad addentrarsi ad Asgard senza permesso.»

    Terminò il suo intervento

    «Ti consiglio di dire la verità, qui sei giudicato dagli dei di queste terre. Se mentirai lo saprò.»

    Era vero, aveva i mezzi per scoprire l'identità della persona che aveva davanti. Incerto decise ancora di non usarli, ma era pronto a farlo se costretto. Il fumo intanto si diradava lasciando spazio ad una figura sempre più nitida agli occhi del Sacerdote. Un umano.

    "Alleato o nemico?"



    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth

    STATUS FISICO In forma
    STATUS MENTALE Concentrato
    STATUS ROBE Intatta e indossata

    RIASSUNTO AZIONI
    Mi tengo nascosto tra gli alberi al limitare della foresta. Mi pronuncio senza farmi vedere.

    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

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    Fermo dove sei! Sei vicino al confine con la sacra terra di Asgard, dichiara la tua identità e cosa ti spinge fin qui.

    E come per magia, quella che doveva essere un'operazione di routine si stava trasformando in un incontro, l'ennesimo, con una delle tante forze in gioco in quello scacchiere in cui umani, déi e antichi si sfidavano per dominio della realtà e di tutte le dimensioni che ne facevano parte. Ljuben serrò le mandibole con irritazione mentre ascoltava le parole del suo misterioso interlocutore. Quel contrattempo era l'ultima cosa di cui avrebbe avuto bisogno in quella che doveva essere una semplice operazione di recupero. La presenza del misterioso guardiano, della quale percepiva chiaramente un cosmo in qualche modo molto simile al suo, rappresentava un ostacolo imprevisto, un'interferenza fastidiosa nel suo piano perfettamente orchestrato. Aveva pianificato ogni dettaglio di quella missione con cura meticolosa, cercando di evitare qualsiasi intoppo o ritardo. Il quel momento, tuttavia, il suo piano rischiava di andare in frantumi. Sentiva il peso della responsabilità sulle sue spalle, la pressione di portare a termine la missione per il bene del suo Ordine.

    Inclinò la testa, protetta dietro l'elmo della sua Kintaral, verso la spalla destra. Osservò la radura di fronte a sè, il limitare della foresta e le sagome degli alberi, muovendo qualche passo in quella direzione. Sebbene percepisse chiaramente l'emanazione cosmica del guardiano - stando alle sue parole - della sacra terra di Asgard, non riusciva a individuare il punto preciso dal quale essa provenisse. L'unico indizio che aveva era la voce, ed essa proveniva proprio dal limitare della selva, a una decina di metri malcontati da lui.

    La voce, tuttavia, gli era sembrata ferma ma non immediatamente minacciosa, come se gli stesse dando davvero il beneficio del dubbio. Poteva cavarsela senza combattere, forse. Gli sarebbe bastato mentire, inventare qualche scusa e ingannare una mente probabilmente semplice come quella di un Asgardiano. Con tutta probabilità, tuttavia, egli avrebbe preteso di guardalo allontanarsi, impedendogli di potare a termine il proprio obiettivo: di certo, non avrebbe in alcun modo rivelato il vero motivo dietro il suo viaggio. Sebbene non vi fosse alcuna certezza che la maschera contenesse tracce mnemoniche di un antico Alchimista, non poteva svelare al guardiano la presenza o l'esistenza di un simile artefatto: ne avrebbe con tutta probabilità reclamato la proprietà, se non altro per una qualche questione di vicinanza territoriale. Insomma, probabilmente non c'era alcun modo di evitare uno scontro, dopotutto.

    Per me può essere tranquillamente uno che si è perso, oppure uno stolto che vuole provare ad addentrarsi ad Asgard senza permesso. Ti consiglio di dire la verità, qui sei giudicato dagli dei di queste terre. Se mentirai lo saprò.

    E come se Ljuben avesse bisogno di un'altra piccola spinta verso lo scontro, il misterioso Asgardiano aveva appena toccato un punto estremamente dolente. Sebbene con molto meno fanatismo rispetto ad altri Alchimisti, il disprezzo di Ljuben per le autorità divine si accese - dopo quelle parole - con rinnovata intensità. Non odiava le divinità, come altri suoi compagni filosofi, ma era d'accordo sull'essere stanco di doversi sentire sottomesso a leggi e giudizi degli déi, contrario alla considerazione ch'essi avevano dell'uomo, un burattino nelle loro mani. Se c'era qualcosa che aveva imparato nel corso degli anni, era che nessun dio avrebbe potuto dettare il suo destino, o giudicarlo per le sue azioni.

    Con un respiro profondo, l'Alchimista si preparò mentalmente per l'inevitabile scontro. Per quelli come lui, la conoscenza era il potere supremo, l'arma con cui l'uomo poteva superare le barriere imposte dagli déi e trascendere al di là dei limiti del divino. Ljuben credeva fermamente che l'uomo dovesse essere il padrone del proprio destino, libero da qualsiasi forma di controllo o dominio divino. Era convinto che solo attraverso la ricerca incessante della conoscenza e della verità, l'umanità potesse raggiungere la sua piena potenzialità e liberarsi dalle catene dell'ignoranza e della sottomissione. Le parole del suo interlocutore, con quel riferimento agli déi e al loro implacabile giudizio, rappresentava un affronto diretto a questa visione del mondo. Per Ljuben, ogni tentativo di interferenza divina era una violazione dei principi fondamentali dell'Ordine, un insulto alla libertà e all'autonomia dell'uomo. Non avrebbe permesso a nessuna autorità divina di piegarlo o di impedirgli di perseguire la sua missione.

    Non sono qui per ricevere giudizi divini né per sottostare alle leggi degli déi di queste terre. — rispose con voce ferma. — Sono qui per conto del mio Ordine. Nessuna autorità divina ha il diritto di ostacolare la nostra missione.

    Poche parole, alle quali ne sarebbero seguite altre, ma solo quando nella sua mente fu chiaro il da farsi: nonostante avesse intuito solo approssimativamente la posizione del suo obiettivo, Ljuben non esitò a costruire la sua prima offensiva di quella giornata. La dichiarazione di battaglia definitiva verso gli déi e chi a loro si affidava cieciamente e senza alcun spirito critico. Un manifesto delle proprie convinzioni e dei dogmi del suo Ordine.

    Se cercherai di ostacolarmi, ti assicuro che sarai tu a dover rendere conto delle tue azioni.

    Allargò entrambe le braccia, mentre il suo cosmo prese a bruciare e vibrare, con colori che andavano dal nero più intenso al cobalto, che si manifestava nei riflessi di fiamme e folgori scaturite proprio dal crepitare di quella forza, una forza sviluppata senza alcun ausilio o dono da parte delle divinità, frutto semplicemente della conoscenza, dell'anima e del sangue di un Alchimista. Per una quindicina di metri alla sua destra e alla sua sinistra, e per un paio di metri di altezza, piccole gocce di pece presero a vorticare, addensandosi da uno stato più fluido ad uno più solido, andando a materializzarsi in tanti proiettili di diverse forme e dimensioni: da quelli semplici revolver a quelli di fucili di assalto. Calibri abbastanza piccoli, ma un nuvolo abbastanza numeroso da andare a formare un vero e proprio plotone d'esecuzione, pronto a fucilare un'area rettangolare di fronte all'Alchimista.


    Narr'Kethkren
    Yuntok Qo, Seconda Forma: Plotone d'Esecuzione


    Il suo obiettivo era innanzi tutto costringere il suo avversario a difendersi da quell'attacco - palesando sè stesso o la propria emanazione cosmica. In almeno un proiettile su quattro aveva immagazzinato parte della sua emanazione cosmica, in modo da farlo deflagrare all'impatto, arrecando potenzialmemte oltre a tutti i possibili effetti di perforazione dei suoi costrutti ordinari, ustioni ed escoriazioni dovute alle stesse esplosioni cosmiche che ne sarebbero derivate. Durante il breve tragitto dei suoi proiettili, inoltre, avrebbe rapidamente intessuto una trama illusoria in grado di proiettare la sua immagine lì nel punto dal quale aveva sferrato l'attacco, in modo da nascondere sé stesso nella trama stessa, e allontanarsi di una quindicina di metri da quello stesso punto, ed ingannare la percezione dell'avversario in vista di un possibile successivo attacco.




    Energia ~ Rossa.
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    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Illusioni Ambientali, Proiettili [Arma Cosmica] → Scheda.
    Riassunto ~ Eccoci qui col mio primo turno di combat in questa mia nuova avventura sul forum. Dunque, la mia fase si articola in un attacco semplice e un'azione di supporto. L'attacco è un barrage di proiettili [AF] - immagina come un plotone di esecuzione su varie file che spara verso un'area larga venti-trenta metri e alta un paio. Ovviamente non ci sono soldati né altro, solo tanti proiettili che si generano a mezz'aria e vengono poi spediti di fronte a Ljuben. Durante l'attacco, Ljuben tesse anche un'illusione ambientale in modo da potersi allontanare e riposizionare una quindicina di metri di più indietro rispetto al punto da cui ha lanciato l'attacco e nel quale sta continuando a proiettare sè stesso [Supporto: Diversivo/Riposizionamento].
     
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    Gli occhi dell'elfo oscuro scrutavano tra le fronde, fissi su quello che poteva essere un invasore o semplicemente una persona smarrita.
    Lo studiava, ne soppesava le espressioni facciali, la sua natura umana lo aveva tranquillizzato. Sapeva benissimo che non tutti gli umani dotati di cosmo erano alleati di Asgard e, conscio di ciò aveva messo lo aveva messo sull'attenti.

    Le ultime invasioni avevano acuito la sua natura sospetta di drow, ed era solo perchè era un umano che non lo aveva attaccato a vista. Si sarebbe assicurato che i confini di quel regno sarebbero stati sicuri per tutti gli abitanti al loro interno e non solo, anche per coloro che abitavano il confine.

    Il volto dell'interlocutore era inespressivo, Nadaghar però non dovette attendere molto prima di ricevere la risposta al suo interrogatorio.

    «Non sono qui per ricevere giudizi divini né per sottostare alle leggi degli déi di queste terre.»

    Ahime, non sembrava quella che aveva sperato.

    «Sono qui per conto del mio Ordine. Nessuna autorità divina ha il diritto di ostacolare la nostra missione.»

    Fece un sospiro, sconfortato. Era deluso da quella risposta, la convinzione degli umani di essere padroni di quel mondo era solamente una stupida illusione. Ricordava una fazione che si nutriva inutilmente di quell'utopia, i Cavalieri Neri.

    Speravano in qualcosa che non si sarebbe mai potuto rivelare, era una realtà imprescindibile dei fatti che gli umani erano solo una piccola parte di quel mondo. Sarebbe stato molto più saggio da parte loro accettare la loro natura e la realtà. Ciò dimostrava quanto essi fossero arretrati, al pari di chi crede che il loro astro fosse piatto e che il sole vi ruotasse attorno.

    «Se cercherai di ostacolarmi, ti assicuro che sarai tu a dover rendere conto delle tue azioni.»

    Non solo aveva osato invadere un territorio non suo, ma si poneva in posizione di superiorità come se fosse in grado o avesse l'autorità di giudicare qualche cosa.

    «Risposta sbagliata, umano.»

    Si limitò solamente a rispondere in questo modo, con il cuore colmo della compassione che si prova per gli stupidi. Avrebbe dovuto infliggere a lui una punizione esemplare, sarebbe stato severo, come non lo era mai stato.

    Non era solo l'affronto di un sempliciotto, quanto alla pericolosità che non avvertiva nel sfidare un potere di cui non aveva compreso la pericolosità. Lo vide allargare le braccia evocando un cosmo nero con riflessi cangianti, indossava un'armatura del medesimo colore. Attraverso il cosmo condensò nell'aria molteplici gocce di una sostanza viscosa che sembrava pece. La plasmò fino a dare ad essa la forma di proiettili che scagliò nella sua direzione, dando all'elfo oscuro motivo di difendersi, non aspettava altro.

    «Potevi andartene, la punizione di Odino di abbatterà severa su di te, stolto.»

    Osservava i proiettili sfrecciare in sua direzione, percepì immediatamente qualcosa di anomalo, alcuni sembravano passare attraverso la materia, altri si dirigevano verso di lui senza toccare nulla.

    "Mi puzza.."

    Pensò, mentre assumeva una posizione di difesa portando Ithildin a protezione del viso e della parte superiore del corpo, impugnata con entrambe le mani. Richiamò il suo cosmo che lo ammantò di un'aura azzurrognola ricoprendolo, un cerchio di solidificò all'altezza della fronte circondandogli completamente la testa.

    In quel momento il cosmo donò alla sua percezione una marcia in più, i proiettili erano sempre gli stessi ma iniziò a percepirli in maniera diversa. Si accorse che alcuni erano fatti di un materiale diverso, uno che conosceva molto bene.

    "Energia mentale"

    In quel momento concentrò il cosmo e mosse la spada per intercettare solamente i proiettili che avevano una matrice fisica. Roteò la spada al massimo della velocità, ma nonostante ciò alcuni colpi penetrarono la sua difesa. Alcuni si infransero contro l'armatura senza provocare ferite. Altri invece, tre per la precisione andarono a segno. Uno colpì l'avambraccio sinistro, uno colpì la spalla sinistra e il terzo lo prese di striscio sulla guancia.

    Provò diverse fitte di dolore, la carne si era lacerata per l'attrito con i proiettili che lo trafissero da parte a parte andando a conficcarsi dietro lui su alcuni alberi, la guancia invece subì una scottatura da abrasione. Rivoli di sangue colarono dalle lesioni lungo la sua pelle violacea.

    «Tutto qui?»

    In quel momento l'adrenalina era entrata in circolo e non avvertiva pienamente il dolore ricevuto, abituato a ben di peggio dagli scontri precedenti, quelle ferite per lui erano solletico. Il cuore prese a battere più ritmicamente, intonando i tamburi asgardiani di guerra.

    I suoi occhi si fissarono sull'avversario che intanto aveva sfruttato quell'apertura per creare una copia di se stesso, l'effetto della runa illusoria però era svanito, e ad una prima occhiata era difficile riconoscere il vero nemico.

    Sorrise resosi conto della pochezza della strategia del nemico. Aveva dichiarato guerra senza conoscere che avrebbe affrontato il Maestro delle Rune di Asgard, nessuno conosceva le rune quanto lui.

    "Oggi è il tuo giorno sfortunato"

    Richiamò il cosmo facendolo crepitare di pura potenza intorno a lui, il corpo si ricoprì interamente di scosse di energia pura che si infrangevano contro il terreno. Scattò in avanti in direzione delle due figure impugnando la spada solo con mano destra.

    Una volta arrivato a circa un paio di metro dalle due figure con un movimento della mano sinistra emanò dell'energia mentale in grado di connettersi con entrambe le figure. Normalmente quella connessione l'avrebbe sfruttata per rendere i suoi avversari suoi schiavi, ma in quel caso doveva scartare il transitorio e rivelare il vero.

    Produsse una scossa di energia mentale direzionata su entrambe le figure, ben lontana dalla sua massima potenza. In quel caso aveva lo scopo di far svanire la copia illusoria e creare un danno minore sul vero nemico, la scossa, se fosse andata a segno, avrebbe danneggiato la mente friggendo il cervello e il sistema nervoso provando a rendere più complessa la sua vera offensiva.

    Una volta che fosse stato chiaro quale dei due fosse il reale corpo del suo nemico, avrebbe cambiato la direzione della corsa per dirigersi verso la sua direzione, obiettivo arrivare corpo a corpo.

    Una volta giunto ad un metro di distanza decise di arrestare la corsa. Producendo una spallata nel vuoto rilasciò una parte minore del suo cosmo allo scopo di sollevare un polverone atto a rendere più difficoltosa la vista. Con un movimento circolare del corpo roteò su sè stesso dandosi lo slancio con il piede destro facendo perno con il sinistro per darsi un forte slancio propedeutico a produrre più forza rotativa.

    Rilasciò un violento fendente orizzontale in direzione del basso ventre. Aveva memorizzato quella parte come scoperta dalla protezione avversaria. Il fendente era completamente investito dall'energia della runa necrotica. Lo scopo era quello di aprire in due il ventre avversario facendone uscire le budella con un taglio orizzontale.

    «Forza! fammi vedere quanto è corrotto il suo sangue blasfemo. Bagnerò questo confine con le tue interiora, serviranno da monito a tutti i tuoi simili. A comprendere quanto siete stati stupidi a sfidare Asgard!»

    La determinazione di Nadaghar era senza pari, era completamente inebriato della furia della battaglia. Inoltre il suo avversario lo aveva sollevato nell'avere qualsiasi tipo di riguardo nei suoi confronti. Poteva colpire con tutta la forza e l'abilità che aveva appreso fino a quel momento.



    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth
    STATUS FISICO Ferite a perforazione su avambraccio sx e spalla sx, ferita da abrasione sulla guancia dx
    STATUS MENTALE Concentrato
    STATUS ROBE Intatta e indossata

    RIASSUNTO AZIONI

    Noto il comportamento strano dei proiettili illusori a contatto con la materia e attivo la tecnica vuoto mentale che mi permette di scindere quelli illusori da quelli reali, intercetto con il movimento della spada la maggior parte dei proiettili [Azione di difesa]. Molti passano, alcuni vanno ad impattare contro l'armatura che tanka mentre tre passano e mi feriscono l'avambraccio sx, la spalla sx passando da parte a parte mentre uno mi becca di striscio sulla guancia dx. Scatto in avanti verso entrambe le figure, uso la tecnica Costrizione per rilasciare energia mentale su entrambe le figure. [Attacco debole] Quest'energia ha lo scopo di far cadere l'illusione e produrre sul vero corpo danno al cervello e al sistema nervoso allo scopo di rendere le reazioni più lente e difficili.
    Una volta diventato chiaro quale dei due il vero corpo, mi dirigo verso di lui, arresto la corsa dando una spallata al vuoto rilascio una leggera quantità di cosmo per sollevare un polverone sui tuoi occhi [Diversivo] e poi menò un fendente da da sinistra verso destra all'altezza del ventre [che è completamente scoperto dall'armatura da questa immagine] [Attacco forte]. Il fendente è intriso dell'energia della Runa della necromanzia [Distruzione della vita]


    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE

    Vuoto mentale
    ⟡ Runa di Illusione ⟡

    Una mente impenetrabile è frutto di un duro e spossante addestramento. Usare il cosmo per permeare la propria mente allo scopo di renderla impermeabile alle influenze esterne è lo scopo di questa tecnica. Nadaghar è in grado di concentrare il cosmo allo scopo di creare un muro invalicabile tra la propria mente e le influenze mentali esterne. Grazie ad esso è in grado di difendersi, resistere maggiormente agli attacchi e nel caso riuscire a libersene con più facilità (Tutto in relazione al divario energetico).
    In questo stato si è inoltre in grado di osservare la proiezione mentale avversaria e utilizzarla nelle applicazioni seguenti della tecnica Retribuzione


    Costrizione
    ⟡ Runa di Ammaliamento ⟡

    L'ultima delle tecniche più insidiose del Drow è l'invasione mentale. Infatti egli tramite la runa dell'ammaliamento può instillare un comando nel cervello dell'avversario tramite il contatto con il proprio cosmo. Il comando influirà la sede dei sistemi nervosi e tramite una scarica cosmica è in grado di influenzarne il funzionamento andando a intaccare le facoltà motorie.
    Questa scarica può anche essere sovraccaricata per creare una scarica di dolore mentale e creare danno psichico al cervello e al sistema nervoso. Il tutto in relazione al divario energetico con il nemico.


    Luna crescente
    ⟡ Spada + Runa di Necromanzia ⟡

    La manipolazione della runa della Necromanzia può estendersi fino a dare alla proprietà al proprio cosmo di assorbire la vita. Ciò che ha ispirato questa tecnica è stata la prima volta in cui Nadaghar ,arrivato in superficie, ha visto la luna. La mezzaluna lo aveva affascinato e così egli può darne la stessa forma al suo cosmo. Lanciando delle mezzalune di cosmo in direzione dell'avversario esse saranno in grado di esplodere per generare non solo danno a deflagrazione cosmica ma anche di disperdere energia vitale dell'avversario.


    Le mezzelune possono essere generate infondendole direttamente nel proprio cosmo oppure infondendo la spada.

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    Tutto qui?

    Sorrise. Era esattamente ciò che avrebbe detto anche lui dopo aver subito un colpo del genere, per non concedere al proprio nemico la soddisfazione di godere del dolore causato, e per fargli credere che - nonostante tutto - non si era poi fatto così male. Eppure l'aveva sentito, distintamente, in quel mare di rumori e stridii, di sibili e di proiettili conficcati nel legno: l'aveva udito, il dolce suono dei proiettili penetrare nella carne del nemico. L'aveva percepito, alcune delle sue armi avevano centrato il bersaglio. Poche, per la verità, ma era quello che tutto sommato si aspettava: aveva appositamente generato un attacco tanto ampio quanto leggero, in modo stanare il nemico e identificare con chi avrebbe dovuto confrontarsi. Da quel momento in poi, pensò, lo scontro sarebbe stato in discesa. Una scintilla di soddisfazione si accese nel profondo della sua mente, simile al brivido di un cacciatore che colpisce la propria preda per stanarla e sfiancarla. Non c'era, infatti, nella sua euforia, una sensazione di conclusione, ma piuttosto quella di un potere controllato, di dominio sulla situazione.

    I suoi proiettili avevano infatti colpito il nemico, senza tuttavia causarne una morte immediata. Era solo l'inizio di un intricato gioco di astuzia e strategia che avrebbe visto come protagonisti l'Alchimista e un nemico che, non appena uscì dalla radura, lo lasciò per le sue fattezze per un istante sorpreso. Ljuben Stoeva rimase sbalordito quando vide emergere dalla radura il proprio nemico - un drow, un individuo appartenente ad una specie che non aveva ancora mai visto o incontrato, e che credeva potesse appartenere soltanto ai miti popolari. La sua pelle nerastra brillava appena sotto la luce filtrante attraverso le fronde degli alberi, mentre i suoi occhi - intensi come brace ardente - lo giudicavano con un senso si superiorità e minaccia. L'Alchimista non potè fare a meno di osservare con curiosità e una punta di deferenza quella figura tanto diversa da ciò che aveva visto prima.

    Non ebbe tuttavia tempo per ragionare oltre. Osservò il drow lanciarsi alla carica, e di contrò attivò istintivamente intorno al proprio corpo una barriera cosmica: non era granchè, ma avrebbe attutito qualche colpo, rendendolo meno duro, e irrobustito in qualche modo le sue difese, proteggendolo da eventuali e indesiderate sorprese o effetti imprevisti. Il nemico alzò la sua mano sinistra, e un'energia mentale si diffuse nell'aria come un crepito improvviso. L'Alchimista avvertì la propria mente intorpidirsi, come se fosse stata avvolta dal freddo abbraccio di una nebbia. La sua consapevolezza si offuscò e le sue reazioni si fecero più lente, come se fosse stato ingabbiato in un mondo di pensieri nebulosi. Al contempo, l'illusione che aveva tessuto si dissolse nell'aria, rivelando la falsità e l'inganno dietro la sua strategia: il drow si scagliò quindi all'attacco, e tutto ciò che la sua mente riuscì ad escogitare, fu di balzare all'indietro, per evitare il colpo di spada dell'elfo.

    Ljuben Stoeva sentì un brivido gelido attraversare il suo corpo nel momento in cui la lama del drow lo colpì, passando in profondità il filo, per parte della sual lunghezza, sulla sua coscia sinistra. Si era mosso con un leggero ritardo, abbastanza per evitare un colpo mortale, ma non sufficiente ad evitare di essere colpito dal nemico: un dolore acuto lo attraversò come uno shock, mentre il freddo metallico della spada sembrava bruciare la sua carne. Il dolore riallineò la sua mente a ciò che stava succedendo, mentre il sangue cominciò a scorrere caldo lungo il taglio, tingendo di rosso la veste che indossava sotto la Kintaral. Nonostante il ritardo nella reazione, proprio grazie a quella scarica di adrenalina Ljuben riuscì a recuperare la concentrazione, soffocando il grido fi dolore che minacciava di sfuggirgli. Sentiva il cuore battere furiosamente nel petto mentre l'adrenalina gli impregnava il corpo, alimentando la sua determinazione.

    Per un breve istante, incrociò lo sguardo del nemico. Fissò il drow con uno sguardo carico di disprezzo e di biasimo, ma non per la sua razza, o i suoi lineamenti. No, il suo disprezzo era riservato al fatto che l'essere di fronte a lui si era mostrato tanto debole, come tanti altri esseri umani che aveva incontrato nella propria vita, da affidarsi ciecamente ad un dio piuttosto che alle proprie potenzialit. Un essere intelligente si era fatto servo di un dio, inaccettabile: l'Alchimista non poteva sopportare la vista di coloro che si piegavano davanti alle divinità, rinunciando alla propria volontà, alla propria autodeterminazione. Era una forma di debolezza che lo disgustava profondamente, che alimentava il suo senso di biasimo e la sua convinzione nella superiorità dell'uomo - e degli esseri come lui - in grado di forgiare il destino con le proprie mani e il proprio ingegno. Avvertì un moto di frustrazione e rabbia nei confronti di tale creatura, che si riconosceva nell'oscurità della cieca devozione anziché nella luce della propria capacità di creare e dominare il proprio destino. Una colpa che - decise - avrebbe pagato con la vita.

    Quando l'uomo con la fucile incontra l'uomo con la spada - l'uomo con la spada è un uomo morto. Utilizzò la distanza ridotta fra sè e il suo avversario, estendendo entrambe le braccia verso di lui, una dopo l'altra - in modo da generare effetti diversi. Due rapidi gesti, anche abbastanza semplici per la verità, attuando i quali notò tuttavia una certa pesantezza: ancora nulla di serio, ma era come se la sua fatica fosse in qualche modo sproporzionata rispetto a quanto effettivamente profuso fino a quel momento. Con la prima mano, la destra, avrebbe accompagnato una versione cosmica di un colpo di shotgun indirizzato al volto del drow. Se l'avesse colpito, l'impatto avrebbe potuto avere effetti devastanti, dilaniandole la carne, le ossa e i tessuti molli, sbriciolandoli sotto l'energia cinetica dei proiettili, risultando in una fotografia degna di uno splatter. Col movimento dell'altra mano avrebbe generato un'esplosione cosmica per lasciarsi sbalzare di una quindicina di metri all'indietro, ristabilendo la distanza fra sé e il proprio nemico. Perché quando l'uomo con la fucile incontra l'uomo con la spada - l'uomo con la spada è un uomo morto, ma sempre se l'uomo con il fucile rimane ad una debita distanza.



    Energia ~ Rossa.
    Cloth ~ Black Freccia (III). Indossata.
    Condizioni ~ Profondo taglio sulla coscia sinistra. Principio di affaticamento.
    Abilità ~ Illusioni Ambientali, Proiettili [Arma Cosmica] → Scheda.
    Riassunto ~ Quando arriva la tecnica mentale, oltre ad attivare istintivamente una classica barrierina cosmica superficiale, cerco di schermare la mente grazie alle mie abilità mentali, in questo modo evito danni mentali seri (era un attacco debole dopotutto) ma comunque mi sorprendi abbastanza da aver attecchito con l'effetto, e nel movimento mi accorgo che non sono super-mega-reattivo nel difendermi. Vedo il tuo scatto e arretro con un passo all'indietro: il tempismo della reazione per le ragioni di cui sopra non è perfetto, quindi non ti mando completamente fuori tempo e - a causa anche del mio movimento - subisco un danno abbastanza serio alla coscia sinistra, su cui il filo della lama taglia in maniera abbastanza profonda. A quel punto compio due azioni, quasi simultanee: un colpo di shotgun [AF] composto di proiettili cosmici diretto al tuo volto, sprigionato dalla mano destra e, in un momento immediatamente successivo, un'esplosione cosmica [AD]] per sbalzarmi una quindicina di metri da te.
     
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    Il colpo non era andato a segno, l'avversario si era mosso in tempo per evitare di essere colpito su un punto vitale. Era andato a segno comunque su un punto non vitale ma importante strategicamente in uno scontro. Il sangue colava dalla ferita che aveva inferto sulla sua coscia sinistra bagnando il terreno.

    Un primo pegno era stato pagato per le blasfemie pronunciate, ma non bastava, Nadaghar non si sarebbe in alcun modo accontentato di così poco. L'offesa di averlo attaccato dopo averlo invitato a rivelare la sua presenza era un fio troppo grande per cavarsela solo con un piccolo graffio sulla gamba.

    "Odino accetta questa come prima offerta, a breve ti darò il resto."

    Una preghiera diretta al padre di tutti, mentre contemplava quel sangue profanato dall'offesa agli dei. Non aveva nulla di speciale, era un comune sangue mortale così come il suo. Inchiostro con cui avrebbe tinto q uella terra sacra, gli asgardiani non erano diplomatici come i Cavalieri di Athena loro alleati. Le punizioni da loro inflitte erano severe come il freddo che li sferzava dall'alba dei tempi.

    L'avversario intanto non si era ancora arreso, si apprestava ad attaccare nuovamente, non si aspettava qualcosa di diverso. I cavalieri neri erano dei folli che pensavano di non avere nulla da perdere nella loro insensata lotta contro le divinità. In realtà quello era l'unico modo che pensavano per essere considerate da esse, imparare il proprio posto nel mondo era ciò che non avevano mai appreso.

    Il nero cosmo si concentrò sulle mani per condensarsi in un proiettile cosmico che esplose in una salva di colpi cosmici. La distanza era breve ma la velocità dei due contendenti era pressochè simile. L'elfo oscuro concentrò il suo cosmo incrociando le braccia davanti al volto per richiamare la sua armatura di forza mista a cosmo.

    "Acc.."

    Il colpo era troppo veloce per essere contrastato dalla difesa piena, la barriera di cosmo e potere mentale si era a malapena formata da bloccare solo alcuni dei proiettili che gli finirono addosso. Alcuni impattarono direttamente contro i bracciali dell'armatura, alcuni furono deviati e colpirono a bruciapelo sotto le spalle provocando delle scottature di media intensità. Uno di essi deviato lo colpì sulla parte alta della fronte in diagonale, se non avesse avuto l'elmo a smorzare parte del colpo il proiettilo sarebbe penetrato nella sua testa.

    "Maledetto! La pagherai cara"

    Il sangue colava caldo e abbastanza copioso sul volto dell'elfo oscuro che ebbe un leggero sussulto, un piccolo mancamento prima che l'adrenalina gli restituisse la lucidità e la concentrazione. La barriera intanto si era completamente formata mentre impattava contro un'esplosione cosmica scagliata immediatamente dopo.

    Diverse ferite da abrasione cosmica, di lieve intensità, penetrarono sotto i bracciali sulle braccia e sulle cosce. Strinse i denti per sopportare il dolore mentre sentiva una fitta di dolore dovuta alle ferite subite.

    Un grosso polverone si alzò mentre percepiva la fonte cosmica del nemico allontanarsi dalla sua posizione.

    Scappare non ti servirà a nulla

    Non perse tempo e passò immediatamente al contrattacco sfruttando la copertura del fumo. Furioso concentrò il suo cosmo azzurrognolo che brillò con ancora più intensità per condensare dell'energia mentale in manifestazione fisica. Avrebbe concentrato quell'energia per creare una morsa di energia cinetico attorno al collo, questo colpo serviva a provocare un principio di asfissia e mancamento all'avversario il giusto da coprire la sua reale offensiva. Provando ad indurre un comportamento inconscio comune quando si viene soffocati, ovvero portarsi le mani al collo.

    Con la copertura aprì un varco dimensionale che conduceva al fianco sinistro del suo avversario. Scattò al suo interno per attraversarlo e trovarsi a contatto con lui per un attacco da sinistra, un colpo di taglio per provare a colpire il torace sul punto scoperto dell'armatura. Questa volta essendo dal lato e da una distanza più breve avrebbe provato a colpire più a fondo.

    L'arma ricoperta di un mortifero cosmo era pronta a colpire diversi punti vitali in caso di successo.

    "Pensi che scappare serva a qualcosa?"

    Disse furiosamente il drow. La voce era un ringhio, avrebbe colpito con violenza, una furia che aveva manifestato solamente quando era stato sotto il controllo di Gerion. La sua parte oscura era qualcosa che normalmente riusciva a dominare, ma quel giorno stava facendo fatica.

    Erano state le sconfitte che aveva ricevuto in precedenza, la pressione dovuta alle perdite delle ultime infiltrazioni nel regno a renderlo particolarmente spietato. Era una furia lucida, sapeva benissimo che stava utilizzando quella parte che odiava così tanto di sè stesso come arma a difesa di quelle sacre terre.

    «Ti farò sprofondare in un terrore che nella tua vita hai solo immaginato!»

    Gli umani non conoscevano i Drow in genere, normalmente erano schivi e particolarmente restii nell'accettarli e facevano bene, i figli del buio erano capaci di una crudeltà immane. Doveva controllare quella furia, così come Tyr faceva e farla diventare furore della battaglia. Un furore che avrebbe scagliato contro i suoi nemici. In quel colpo c'era tutta la rabbia e la frustrazione accumulata in quell'ultimo periodo. Un urlo di guerra riecheggiò nell'aria, diventando eco nella foresta.




    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth
    STATUS FISICO Ferite a perforazione su avambraccio sx e spalla sx, ferita da abrasione sulla guancia dx, Ferita intensa da penetrazione sulla fronte alta sx, diverse scottature sulle braccia da bruciapelo e lievi abrasioni su braccia e cosce.
    STATUS MENTALE Furente
    STATUS ROBE Ammaccata sui bracciali e sulla parte sinistra dell'elmo

    RIASSUNTO AZIONI

    Mi porto le braccia al volto e inizio a lanciare l'armatura di forza per difendermi. La salva di proiettili penetra attraverso la difesa (Che blocca solo qualche colpo) impattando contro i bracciali e le braccia. I colpi deviati mi feriscono come riportato sopra. La difesa poi si crea quando lanci l'esplosione, per il quale subisco abrasioni di bassa intensità su braccia e cosce [Azione difesa]. L'esplosione crea un'enorme polverone che sfrutto per la mia offensiva. Prima utilizzo la psicocinesi per applicare una morsa sul tuo collo [Attacco debole], successivamente uso un varco dimensionale all'interno del polverone [Supporto] e lo attraverso per sbucarti a distanza zero sul tuo fianco sinistro e darti una spadata di taglio al fianco scoperto dall'armatura [Attacco forte]. Ti riporto sotto le tecniche di riferimento.


    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE

    Armatura di forza
    ⟡ Runa di Invocazione ⟡
    Le capacità del Sacerdote non finiscono qui, egli è infatti tramite la runa dell'invocazione proiettare la sua energia mentale all'esterno permettendo di influenzarne fattori fisici. Il drow infatti è in grado di creare una cupola di cosmo attorno a lui tramite il cosmo grezzo e di potenziarla e supportarla attraverso le energie della propria mente.
    Essa sarà in grado di proteggerlo dagli attacchi cosmici avversari e lo ricoprirà interamente.

    Il drow potrà decidere di proiettare la forza cinetica dalla sua mente per creare una maifestazione in grado di difenderlo dagli attacchi più rapidi e meno potenti in quanto meno elaborata della cupola ma più veloce nell'esecuzione.


    Strangolamento
    ⟡ Runa di Invocazione ⟡
    La runa di invocazione non può essere solo una potente arma di difesa ma può anche esserlo in attacco. Infatti Nadaghar può dare una manifestazione fisica dei propri poteri mentali tramite il cosmo per creare una morsa cinetica in grado di stringere e stritolare il corpo avversario allo scopo di provocarne uno stritolamento e un collasso.
    Più ampia sarà la zona di stritolamento allo stesso modo il consumo cosmico per esercitarne la massima forza sarà più elevato.


    Porta dimensionale
    ⟡ Runa di Evocazione ⟡
    La manipolazione dello spaziotempo è non solo qualcosa che Nadaghar è in grado di proiettare nella mente dell'avversario ma che è anche in grado di riprodurre nel tessuto della realtà. Attraverso il potere della runa di Evocazione è in grado di aprire un varco dimensionale tra due squarci. Può essere utilizzato in due modi, a scopo difensivo per provare ad assorbire e deviare un attacco nemico oppure allo scopo di muoversi da un punto all'altro.

    La capacità di assorbimento del varco dimensione è direttamente proporzionale al divario energetico del colpo a cui si frappone. In caso di differenze energetiche più grandi la sua potenza di assorbimento e/o deviazione nè potrebbe risultare parziale.


    Luna crescente
    ⟡ Spada + Runa di Necromanzia ⟡
    La manipolazione della runa della Necromanzia può estendersi fino a dare alla proprietà al proprio cosmo di assorbire la vita. Ciò che ha ispirato questa tecnica è stata la prima volta in cui Nadaghar ,arrivato in superficie, ha visto la luna. La mezzaluna lo aveva affascinato e così egli può darne la stessa forma al suo cosmo. Lanciando delle mezzalune di cosmo in direzione dell'avversario esse saranno in grado di esplodere per generare non solo danno a deflagrazione cosmica ma anche di disperdere energia vitale dell'avversario.


    Le mezzelune possono essere generate infondendole direttamente nel proprio cosmo oppure infondendo la spada.

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    L'Alchimista guardò con un misto di soddisfazione e sdegno i suoi proiettili cosmici colpire il proprio avversario. L'aria vibrava intorno a lui, carica dell'energia primordiale che lui stesso aveva plasmato in letali frammenti di potere. Ogni colpo era un'ode alla sua filosofia, una dimostrazione della sua convinzione nella forza dell'uomo di controllare il proprio destino senza piegarsi agli dei o agli antichi immortali. Osservava, dall'altra parte il drow, ostinato e devoto ad Odino, stringere i denti per resistere al dolore. Ma le ferite inflitte dai suoi proiettili cosmici non erano solo fisiche; voleva che penetrassero anche nell'animo del suo avversario, minandone la sua fede, sfidandone la sua sudditanza divina. Ogni gemito soffocato, ogni sguardo di sfida nei confronti del dolore, era una vittoria per Ljuben e per la propria dottrina.

    Tuttavia, non era solo la sofferenza fisica del drow a gratificarlo. Era la lotta interiore, il conflitto tra la morale di un cavaliere nero e la devozione di un guerriero runico, che lo alimentava. Vedere il drow resistere non solo al dolore ma anche alla tentazione di vedere scalfite le proprie convinzioni lo ricolmava di un senso di trionfo perverso. Era una conferma della sua visione del mondo, della sua filosofia che proclamava l'importanza dell'individuo sopra qualsiasi divinità o entità superiore.

    Il clangore dei proiettili cosmici dell'Alchimista che picchiavano sulle metalliche protezioni del drow risuonava attraverso la radura, sollevando un'agitazione di polvere e detriti che danzava nell'aria. La luce filtrava attraverso le fronde degli alberi, creando giochi d'ombra e di luce che si mescolavano con il turbine di particelle cosmiche dei due combattenti. Il terreno, una volta immacolato, era ora segnato da profonde fenditure e crateri, testimonianze dell'impatto dei proiettili che si frantumavano al contatto con il suolo, e dei fendenti del guerriero runico. La vegetazione circostante si contorceva sotto il peso del conflitto, rami spezzati e foglie strappate danzavano nel vento creato dalla forza dei colpi. Il polverone sollevato dai colpi formava una cortina di nebbia intermittente, che avvolgeva i combattenti in un velo misterioso, accentuando l'atmosfera surreale e intensa della loro lotta. E mentre la foresta fitta osservava muta lo scontro tra due opposte visioni del mondo, il cielo sopra di loro si tingeva di un colore rosso sangue, come se la stessa natura avesse preso parte al conflitto, testimone silenzioso della battaglia tra l'oscurità e la luce.

    Tsk.

    La manovra del drow lo sorprese: sentì improvvisamente un'opprimente presa stringersi intorno alla sua gola, come se l'intera atmosfera fosse improvvisamente stata svuotata dell'ossigeno. La sensazione di soffocamento si diffuse istantaneamente attraverso il suo corpo, mentre l'aria sembrava fuggire dai suoi polmoni. Una fredda onda di panico lo attraversò mentre la morsa telecinetica del drow serrava sempre più forte, schiacciando la sua trachea con implacabile ferocia. Il suo cuore batteva selvaggiamente nel petto, cercando disperatamente di pompare ossigeno al cervello affamato di aria. La vista si offuscò leggermente, mentre le sue mani si agitavano freneticamente nell'aria, cercando un appiglio, un modo per liberarsi dalla presa spietata del suo avversario. Ma ogni movimento sembrava essere vano, ogni respiro un tormento mentre l'asfissia minacciava di sopraffarlo.

    Un brivido di sorpresa e paura corse lungo la schiena di Ljuben mentre il drow, veloce come un'ombra, si materializzò improvvisamente alla sua sinistra, proprio sul lato doveva aveva già riportato una profonda ferita alla gamba, nascosto dal turbinio di polvere sollevato dai loro scontri. Intuì che non aveva alcuna finestra per difendersi, o attutire in qualche modo l'attacco del nemico: avrebbe dovuto compiere qualche difficile torsione del busto, per cominciare, e poi imbastire una difesa efficace. L'unica chance era probabilmente quella di attaccare lui stesso, cercando di massimizzare il danno sfruttando lo stesso movimento del proprio nemico, come gli avevano insegnato i Maestri della Zartok Qo, la Quinta Forma di combattimento: protese la sua mano sinistra, alzandola verso il volto del drow, generando dal palmo un colpo di shotgun verso il viso del suo avversario. L'energia cosmica si materializzò con un sibilo vorticoso, frammentandosi in un'esplosione di armi cosmiche dirette con veemenza verso il volto del drow.

    Ma mentre l'attacco si sprigionava, un'onda di dolore acuto squarciò il fianco di Ljuben. Il drow aveva trovato la sua apertura, colpendolo con la sua spada nell'istante in cui Ljuben si era abbandonato all'attacco. Una fitta di dolore lo attraversò, come un fulmine che lo colpiva nel punto più vulnerabile del suo essere. Ljuben trattenne a stento un grido di dolore, il suo corpo reagì istintivamente al colpo, cercando di proteggere la ferita con una mano mentre l'altra continuava a generare energia per l'attacco. La sensazione di bruciore si diffuse rapidamente attraverso il suo corpo, ma la sua determinazione non vacillò.

    Con la mente annebbiata dal dolore e il respiro affannoso, Ljuben si sforzò di riprendere compostezza dopo l'attacco incrociato. Il suo corpo pulsava di dolore, ogni respiro era un tormento mentre l'aria fredda bruciava i suoi polmoni. Con passi incerti, si erse di fronte al suo nemico, il volto contratto dall'agonia ma gli occhi ardenti di determinazione. Il sangue macchiava le vesti sotto la sua Kintaral, le ferite aperte sulla coscia e sul fianco gli ricordavano la fragilità del suo essere fisico, ma dentro di lui ardeva ancora la fiamma della sua filosofia e della sua dottrina.



    Energia ~ Rossa.
    Cloth ~ Black Freccia (III). Indossata.
    Condizioni ~ Profondo taglio sulla coscia sinistra, fianco squarciato. Affaticato nella stessa misura dei danni subiti.
    Abilità ~ Illusioni Ambientali, Proiettili [Arma Cosmica] → Scheda.
    Riassunto ~ Contrattacco con colpo di shotgun dritto al tuo volto :zizi:


    Edited by caligola~ - 26/4/2024, 16:07
     
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    La battaglia ai margini della foresta norvegese si stava svolgendo, violenta, senza esclusione di colpi. Il confine presieduto dal Sacerdote runico doveva essere sicuro, non poteva permettere a nessun'altro di calpestarlo e penetrare all'interno del regno.

    Era diventata ormai una questione d'orgoglio, i nemici di Odino erano tanti e attrezzati. Ora che la corruzione stava per essere sconfitta pensavano di tornare a fare la voce grossa, sbucando dal terreno come tanti vermi.

    Si erano forse dimenticati che Asgard era una terra di guerrieri implacabili, la loro fede in Odino non era cieca ostentazione ma una consapevole decisione di offrire la propria furia, il proprio ingegno e doti in battaglia. Tenere al sicuro quel regno dagli invasori era il suo specifico compito.

    Quel Black Saint era convinto di poter entrare e fare i suoi porci comodi, sbandierando i suoi ideali folli, pieni della stupidità che ha sempre condotto Midgard in rovina. La spada era penetrata tra le difese lacerando le carni non solo esterne ma anche interne del suo avversario.

    Nella foga della battaglia non si era accorto che nella sua follia, l'avversario aveva concentrato il cosmo per rispondere a quell'offesa con un vero e proprio contrattacco suicida. Il suo nero cosmo si conglomerò nei suoi soliti proiettili che esplosero proprio nel momento in cui lui affondava il colpo.

    "Folle"

    Non aveva il tempo per reagire o difendersi, i proiettili diretti all'altezza della testa impattarono in maniera casuale ma potente. La maggior parte impattò contro l'elmo che era a protezione della testa, ammaccandolo e facendogli subire un trauma cranico. Altri invece penetrarono nella sua carne all'altezza del volto. Uno gli squarciò il sopracciglio destro passandolo da parte a parte, un altro lo colpì di striscio sul naso, fratturandoglielo.

    Fortunatamente la testa durante l'attacco era inclinata e questo aveva giovato per evitare di essere colpito in punti vitali. Il sangue schizzò sul volto mentre avvertiva uno dolore al cranio si espandeva provocandogli un forte stato di confusione, le orecchie fischiavano, la vista si era sfocata.

    Furono istanti critici, nonostante la confusione non poteva permettersi di rimanere scoperto alla mercèe dell'avversario. Lo aveva ferito, quel folle aveva scelto di compromettere la sua salute allo scopo di infliggergli una ferita seria. Il volto dell'elfo oscuro era diventato una maschera di sangue. Esso era andato a coprirgli il volto rendendolo ancora più spaventoso e aggressivo.

    "Non posso mollare ora!"

    La sua forza di volontà lo manteneva in piedi, aveva subito ferite ben più serie di quella. I suoi pensieri offuscati non gli permettevano di ragionare ad una strategia ben definita. Sentiva solo il rumore del battito del suo cuore accellerare, come i tamburi di guerra. La vista sfocata riconosceva il soggetto davanti a lui, nero in mezzo al verde.

    L'adrenalina lo teneva in piedi iniettandogli l'ennesima dose di furia asgardiana. Sentiva dentro di lui montare la furia della battaglia, la sua memoria lo condusse ai momenti in cui, sotto il comando di Gelion falciava miriadi di elfi chiari. Senza pietà li strappava alle loro vite così candide, dando espressione di una crudeltà senza pari.

    Ricordava la sua lama mulinare nel balenare della battaglia, sapeva che quel periodo era finito, ma ora aveva bisogno più che mai di quel Drow, di quel Nadaghar. Doveva tirarlo fuori, lo sapeva, era per il bene di Asgard. Sentiva nel suo corpo crescere una furia senza pari, nel suo essere aveva preso a scorrere la sua oscurità, quella parte corrotta del suo animo figlia di Jolvnir.

    Olath Yorn

    Quella tenebra divenne parte di sè ricoprendolo interamente, mentre con un movimento furioso, privo di qualsiasi grazia impugnò la spada con entrambe le mani e con la maggior velocità che riusciva a raggiungere la trascinò a terra per mulinare un fendente dal basso verso l'alto, per cercare di prendere in pieno il suo avversario e restituirgli parte del danno che aveva subito. Colpo su colpo.

    Prima di menare il fendente aveva strisciato la lama a terra per un motivo, proiettare verso il suo volto un polverone allo scopo di celare la sua presenza e allo stesso tempo provare a rendere più complicata la difesa.

    «Beh non mi hai ammazzato! E ora prendi questo!»

    Che speranze aveva avuto nel scoprire il fianco per colpirlo al volto? Ucciderlo forse? Non ci era riuscito. Ora doveva fare i conti con l'oscurità.

    Dalla spada emanò un fendente di cosmo intriso del potere della runa necromantica centrale, per prenderlo in pieno. Avrebbe compiuto allo stesso tempo un balzo indietro e a destra per mettersi al riparo da eventuali attacchi suicidi. All'ombra degli alberi, mentre l'oscurità lo aveva completamente ricoperto. Ora era lui una vera e propria ombra.

    Più scura della notte, delle tenebre e dell'armatura che il suo avversario portava con orgoglio. Avrebbe imparato che vi era qualcosa di più oscuro, di più spaventoso nel mondo.

    Intanto il dolore e lo stato di shock stavano scemando, il fischio prese a far posto al frusciò delle foglie, la sua vista riacquistava gradualmente la sua originaria facoltà. Pronto ad una nuova difesa, il suo avversario doveva fare i conti con quel fendente dopo aver deciso di scoprire il fianco. Lui invece era ancora in piedi, è vero, era ferito.

    Il suo avversario sbagliava a non preoccuparsi ad aver provocato un drow, in quello stato Nadaghar aveva perso qualsiasi forma di pietà. Chissà quali conseguenze avrebbe provocato tale gesto, sarebbe riuscito a riprendere il controllo di sè stesso oppure avrebbe creato un incidente diplomatico ben più serio di ciò che aveva preventivato.

    «Anf.. Anf..»

    Riprendeva fiato, mentre percepiva il peso dell'utilizzo del cosmo fatto. Doveva essere efficace se voleva raggiungere il suo obbiettivo. Non voleva più punirlo, ma eliminarlo dall'esistenza.




    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth
    STATUS FISICO Ferite a perforazione su avambraccio sx e spalla sx, ferita da abrasione sulla guancia dx, Ferita intensa da penetrazione sulla fronte alta sx, diverse scottature sulle braccia da bruciapelo e lievi abrasioni su braccia e cosce. Trauma cranico e ferita sulla testa, sopracciglio destro completamente spappolato, naso rotto e spappolato in superficie.
    STATUS MENTALE In stato di Olath Yorn, l'oscurità ha preso temporaneamente il sopravvento. Vuole eliminare il nemico.
    STATUS ROBE Ammaccata sui bracciali e sulla parte sinistra dell'elmo, elmo completamente ammaccato nella parte superiore.

    RIASSUNTO AZIONI

    Essendo che hai usato un contrattacco, non posso far altro che subire il tuo colpo e quindi non utilizzo nessuna difesa attiva. Il volto è proiettato in avanti e inclinato e questo mi permette di non subire colpi perpendicolari. L'elmo comunque tanka alcuni dei tuoi colpi. Successivamente meno un fendente dal basso verso l'alto strisciando la spada a terra per spararti della terra in faccia [Diversivo] e menare un fendente cosmico verticale diretto a te, completamente intriso della runa necromantica [Attacco forte]. Nel momento in cui sono coperto subentra lo stato di oscurità che visto lo shock mentale subivo prende il sopravvento. Dopodichè faccio un balzo indietro e a destra per avvicinarmi alla penombra di alcuni alberi e provare a mimetizzarmi.

    P.s: In questo stato il mio PG vuole eliminarti.


    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE

    Luna crescente
    ⟡ Spada + Runa di Necromanzia ⟡
    La manipolazione della runa della Necromanzia può estendersi fino a dare alla proprietà al proprio cosmo di assorbire la vita. Ciò che ha ispirato questa tecnica è stata la prima volta in cui Nadaghar ,arrivato in superficie, ha visto la luna. La mezzaluna lo aveva affascinato e così egli può darne la stessa forma al suo cosmo. Lanciando delle mezzalune di cosmo in direzione dell'avversario esse saranno in grado di esplodere per generare non solo danno a deflagrazione cosmica ma anche di disperdere energia vitale dell'avversario.

    Le mezzelune possono essere generate infondendole direttamente nel proprio cosmo oppure infondendo la spada.


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    Il contrattacco dell'Alchimista trovò il suo bersaglio, la sua energia cosmica esplose con una potenza feroce e letale. Un sibilo di soddisfazione misto a dolore accompagnò il movimento della sua mano mentre il colpo raggiungeva il suo obiettivo. Un'onda di calore si sprigionò nell'aria, seguita da un fragoroso scoppio di frammenti di energia cosmica. Mentre la fredda lama dell'elfo penetrava nelle sue carni, gli occhi ardenti dell'Alchimista osservavano i suoi proiettili colpire casualmente e violentemente il capo del drow. Guardò con brutale soddisfazione il volto del suo nemico distorcersi dall'agonia, mentre il sangue sprizzava dalle ferite.

    Era una sensazione cruda e primitiva, il calore del sangue del nemico che schizzava sul suo viso, bagnandolo con una carica visceralmente simbolica. Era il segno tangibile della sua libertà, una testimonianza della sua abilità di padroneggiare le Forme di Combattimento dell'Ordine, della sua capacità di trasformare l'energia cosmica stessa in strumento di distruzione al suo servizio. Sentì il calore del sangue del drow sulla sua pelle, una sensazione che gli fece correre brividi lungo la schiena, ma che allo stesso tempo lo riempiva di una strana euforia. Si sentì invaso da una sensazione di trionfo e di potere. Era un momento effimero, ma intensamente gratificante, che lo caricava di energia e determinazione per continuare la sua lotta fino alla fine, consapevole che ogni goccia di sangue versata rappresentava una vittoria nella sua ricerca dell'ascensione dell'uomo al di là delle catene degli dei e degli antichi immortali.

    Ljuben si sentiva stanco, esausto oltre ogni limite concepibile, ma sapeva che non poteva permettersi di abbassare la guardia. Il drow avanzava con determinazione, insieme alla sua spada scintillante, nel chiarore della radura, e l'Alchimista sapeva di doversi preparare a fronteggiare un altro attacco letale. Il diversivo lo colse di sorpresa, più che altro a causa della sua già precaria condizione fisica, che non gli consentiva di reagire col dovuto tempismo. Con la vista oscurata dalla terra scagliata in faccia come diversivo, Ljuben dovette fare affidamento sull'istinto e sull'esperienza. Le sue mani tremavano leggermente mentre cercava di concentrarsi, di respingere la stanchezza che gli annebbiava la mente. Sentiva il peso del suo corpo, ogni muscolo gridava di dolore, ma sapeva che non c'era spazio per la debolezza in quel momento.

    Con uno sforzo, Ljuben eresse una barriera cosmica intorno a sé, una scura e opaca barriera di oscurità che risplendeva di riverberi cobalto nel silenzio della radura. Era un gesto disperato, ma necessario, un tentativo di proteggere se stesso da un altro attacco mortale. Portò istintivamente le braccia a copertura della figura, in posizione di guardia: il fendente del drow impattò la barriera con un fragore assordante, l'energia sprigionata dall'impatto risuonò nell'aria circostante. La barriera tremò sotto la forza dell'attacco, i bracciali dell'armatura di Ljuben si illuminarono intensamente mentre assorbivano parte dell'energia del colpo. Ma non tutta la potenza dell'attacco fu assorbita o respinta. Una parte dell'energia riuscì a penetrare la barriera, causando ferite da taglio aggiuntive sul già indebolito corpo di Ljuben. Sentì il bruciore acuto dei tagli mentre il dolore si diffuse attraverso il suo corpo, ma non cedette, anche se faceva sempre più fatica a tenersi in piedi.

    Quando - un istante dopo - riaprì gli occhi dopo l'impatto, il drow sembrava essere scomparso. L'Alchimista neavvertiva tuttavia l'odore acre dell'odio impregnare l'aria, la sua traccia cosmica ancora nei paraggi, un segno inequivocabile della presenza del drow, anche se non lo vedeva fisicamente. La sua energia cosmica, carica di un istinto omicida primordiale, fluttuava nell'atmosfera circostante come un'ombra minacciosa, pronta a scatenare il suo potere letale in qualsiasi momento. Non poteva lasciare spazio all'incertezza o alla paura; poteva solamente affidarsi alla necessità di porre fine a quella contesa una volta per tutte, di annientare il suo avversario e ottenere ciò per cui era giunto in quell'angolo di mondo dimenticato persino dagli dei Olimpici. Raccogliendo ogni briciola di energia cosmica che gli restava, Ljuben concentrò il suo potere con una ferocia implacabile. Il suo corpo vibrava di potenza, una luce intensa brillava nei suoi occhi mentre il suo cosmo ardeva con una fiamma incandescente.

    Ljuben alzò la mano tremante, carica del potere oscuro che si agitava dentro di lui. Concentrò ogni fibra del suo essere nell'invocare le tenebrose energie che pulsavano nel suo sangue, mentre un'aura sinistra si espandeva intorno a lui come un'ombra crescente. Con un grido che risuonò nella radura, Ljuben scagliò una serie di esplosioni di energia oscura contro il limite della fitta foresta di fronte a lui. Ogni detonazione fendeva l'aria con violenza, illuminando l'oscurità circostante con una luce sinistra, i cui riverberi danzavano e scintillavano come stelle oscure nel cielo.

    Il terreno sotto i suoi piedi trepidava e si sgretolava sotto la potenza delle esplosioni, mentre gli alberi vacillavano e gemevano sotto l'assalto implacabile della sua alchimia. Ogni colpo era come un martello che picchiava contro l'incudine della foresta, determinato a forzarne la protezione e a smascherare il drow che si nascondeva al suo interno. Esplosione dopo esplosione, Ljuben continuò il suo assalto devastante, deciso a soverchiare ogni ostacolo sul suo cammino. Con un'ultima detonazione che risuonò come un tuono, la foresta si fendette e si aprì davanti a lui, rivelando il sentiero per il suo nemico.

    Con lo sguardo infuocato dalla determinazione, Ljuben si preparò a lanciare una pioggia di proiettili cosmici di varie forme, calibro e dimensioni, tutti indirizzati contro il suo avversario, provenienti da tante e diverse angolazioni, rispondendo all'attacco precedente con uno dello stesso grado offensivo. La radura tremò sotto il potere dei suoi proiettili, mentre Ljuben avanzava con passo deciso, pronto a continuare la sua lotta fino alla fine, consapevole che solo con il massimo sforzo e la massima determinazione avrebbe potuto sconfiggere il suo nemico e fargli ottenere il manufatto per il quale stava mettendo in gioco la sua stessa vita.



    Energia ~ Rossa.
    Cloth ~ Black Freccia (III). Indossata.
    Condizioni ~ Profondo taglio sulla coscia sinistra, fianco squarciato. Ferite da taglio nella parte superiore del corpo. Affaticato nella stessa misura dei danni subiti.
    Abilità ~ Illusioni Ambientali, Proiettili [Arma Cosmica] → Scheda.
    Riassunto ~ Allora eccomi qui. Fase difensiva abbastanza semplice: barriera più armatura a protezione. Incasso un po', qualcosa passa, ma sono e credo siamo praticamente allo stremo. A quel punto allora utilizzo Vigore Oscuro (ti riporto la nota qui sotto) per rendere Straordinaria la mia azione offensiva: l'attacco debole è una serie di esplosioni cosmiche ad area che vogliono distruggere il limitare della foresta per tentare di stanarti, per poi bersagliarti con una pioggia/tempesta di proiettili (armi cosmiche) di svariate forme e dimensioni, senza un pattern preciso [AF]. Sto bruciando una marea di cosmo per fare sta roba, al prossimo turno probabilmente sarò senza troppa benzina :zizi:

    Vigore Oscuro — Attraverso un intricato processo di manipolazione, l'Alchimista ha imparato bruciare un volume maggiore di Cosmo, alimentando così il proprio potere ben oltre i suoi soliti limiti. Questo potenziamento temporaneo - utilizzabile una volta a scontro, e per la durata di un turno - offre all'alchimista la possibilità di compiere gesta straordinarie: può canalizzarlo per sferrare un attacco devastante, potenziando al massimo il proprio output offensivo, oppure può optare per un aumento drastico della propria resistenza, per meglio incassare i colpi nemici.

    edit. aggiunta nota vigore oscuro e danni nello specchietto.


    Edited by caligola~ - 7/5/2024, 11:08
     
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    Era diventato ombra, fuso con essa ai piedi di un secolare albero della foresta asgardiana. L'oscurità scorreva dentro di lui, sussurri avevano iniziato a ronzargli in testa.

    "Uccidilo... è un nemico di Asgard... lo hai già fatto soffrire... ora dagli il colpo di grazia..."

    La confusione che gli aveva provocato quell'attacco aveva permesso a quella parte recondita di lui di emergere. Eppure era riuscito a confinarla in maniera chirurgica all'interno del suo sè, si era allenato a vincere su essa durante il suo esilio su Midgard.

    Mai si era ripresentata come in questo momento, probabilmente era quella furia ad averla fatta emergere. La corruzione di Jolvnir. Non poteva in alcun modo liberarsene nonostante gli sforzi.

    Il cuore martellava all'impazzata pulsando sangue sulle tempie, mentre in pieno stato adrenalinico sentiva che lo stato confusionale man mano stava passando. Osservava come uno spettatore esterno la corruzione aver preso del suo corpo, non era ancora in grado di metterla a tacere. Attendeva pazientemente il momento propizio, sperando dal profondo del cuore di non fare troppi danni.

    Il nemico aveva incassato il colpo, difendendosi, si vedeva che quel gesto folle gli aveva costato molto in termini di energie vitali. Le ferite che gli aveva inferto erano fortemente debilitanti per il corpo, non sarebbe mancato molto al suo completo cedimento. A quel punto sperava di essere tornato in sè, per evitare di assassinarlo e creare una qualsiasi forma di incidente tra fazioni.

    Il nero cosmo si manifestava nuovamente intorno alla figura del nemico, questa volta rispetto alle precedenti in una quantità spropositata. Funesto e ricolmo di rancore strisciava come una serpe per poi esplodere con una potenza inaudita in un bombardamento a tappeto sull'intero limitare della foresta.

    Bom! Bom!

    Diversi boati si avvertivano in lontananza, sapeva che era una questione di tempo prima che avrebbe colpito pure la sua zona. Per cui decise di concentrare il suo cosmo per iniziare a creare una difesa che lo avrebbe protetto. Un misto di cosmo ed energia cinetica disposto attorno a lui in una sfera. Un'armatura completa.

    Le esplosioni colpirono solamente di striscio la barriera che fortunatamente resse, lasciando solo quale piccola scottatura sulle braccia. I tonfi degli alberi che precipitavano avevano seguito i boati delle esplosioni. Sulle loro teste il cielo rosso iniziava ad intravedersi mentre un'agglomerato di cosmo oscuro si divideva in una miriade di proiettili di diversa per scagliarsi completamente alla cieca sulla zona sopra la sua testa.

    Nadaghar guidato dai movimento istintivi dell'Olath Yorn piantò la spada a terra per coprirsi con le braccia la testa e il volto. Aveva preso troppi danni su di essa e prendere altri danni gli sarebbe stato fatale. I proiettili si schiantarono ad una velocità inaudita sul terreno. Si schiantarono sulla sua barriera infrangendosi su essa.

    Micro e macro esplosioni facevano vibrare il cosmo e l'energia cinetica. Questa volta però la ferocia dell'attacco era maggiore, i colpi erano più potenti e violenti. I proiettili, esplodendo, sembravano disperdere l'energia della barriera che in poco tempo cadde. Alcuni colpi passarono le difese infrangendosi sulla sua armatura e sulle sue braccia.

    Alcuni penetrarono nelle carni nelle parti scoperte dell'armatura, sulle parti alte delle braccia e sulle coscie, perforando la carne oscura come la notte. Non c'era sangue, c'era solo oscurità che sgorgava dal suo corpo e colava nel terreno. Il dolore percepito era grande ma nemmeno un urlo provenì dalla sua bocca, non vi era traccia alcuna di umanità in lui. Era tornato ad essere la macchina da guerra che era quando era al servizio di Genlon.

    Gli altri colpi si infransero sugli alberi caduti e sul terreno creando un grande polverone e una confusione enorme. Un diversivo ottimo che avrebbe sfruttando per tentare di eliminare la minaccia che aveva dinanzi. Aveva usato parecchio potere cosmico fino a quel momento, ma avrebbe ugualmente dosato le sue forze rimanenti per fare attacchi mirati ed efficaci, a differenza del suo avversario.

    ...

    In mezzo alla polvere estrasse lo spadone da terra per scagliare in aria una piccola bomba di cosmo intriso di potere necromantico in direzione della posizione che percepiva del nemico.

    Mentre il proiettile sfrecciava in quella direzione richiamava il cosmo per evocare qualcosa di terribile, l'arma segreta che Odino gli aveva donato, qualcosa che doveva servire a proteggere Asgard stava per essere usato come mero strumento di assassinio.

    Lo scopo del proiettile cosmico era quello di atterrare di fronte al cavaliere nero allo scopo di creare un'esplosione contenuta di cosmo necromantico e creare un danno sufficiente a sbalzare in nemico indietro. Mentre il polverone si diradava davanti a lui avrebbe atteso l'esplosione per aprire alle spalle del nemico uno squarcio grande quanto egli stesso.

    Lo scudo di Odino lo chiamavano, la sua capacità di fendere la realtà per creare una tasca dimensionale ricolma di cosmo necrotico che avrebbe attirato al suo interno qualsiasi manifestazione fisica vicina. L'energia necrotica emanata avrebbe indebolito tutto ciò che vi sarebbe stato nelle vicinanze, rendendo il suo assorbimento inevitabile.

    Calcolando bene le distanze avrebbe evocato essa direttamente alle spalle del nemico che distratto e spinto dalla forza cinetica dell'esplosione avrebbe dovuto preoccuparsi di una minaccia molto più grande. Un attacco micidiale utilizzato a quel punto dello scontro, aveva ferito e debilitato il suo avversario sia nel corpo che nelle sue energie fisiche. Già per un nemico nel pieno delle sue forze sarebbe stata impresa ardua resistere a quella trappola mortale.

    Una volta assorbito il suo avversario avrebbe chiuso la tasca per stritolarlo completamente al suo interno, schiacciato e risputato come uno scarto al di fuori mentre le sue energie rimanenti venivano assorbite.

    Quella spietata e folle lotte era giunta al suo culmine, le energie del Sacerdote runico iniziavano a venire meno. Il peso del cosmo evocato iniziava a schiacciarlo, lo avvertiva nel corpo ma era ancora in grado di resistere. Una lotta furiosa era cominciata dentro di lui, la coscienza di Nadaghar stava cominciando a lottare per riprendere il controllo del suo corpo. Sarebbe riuscito nel suo intento prima di eliminare il suo avversario, o, per l'ennesima volta sarebbe intervenuto troppo tardi?

    "Non esiste! Devo evitare questa cosa a tutti i costi!"

    Un urlo, interiore e sordo all'esterno echeggiava nelle profondità dell'anima dell'elfo oscuro.




    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth
    STATUS FISICO Ferite a perforazione su entrambi gli avambracci, ferita da abrasione sulla guancia dx, Ferita intensa da penetrazione sulla fronte alta sx, Scottature e perforazioni sulle coscie e le braccia. Trauma cranico e ferita sulla testa, sopracciglio destro completamente spappolato, naso rotto e spappolato in superficie. Diversi ematomi al di sotto dell'armatura sulle braccia, sul busto e sulle gambe.
    STATUS MENTALE In stato di Olath Yorn, l'oscurità ha preso temporaneamente il sopravvento. Vuole eliminare il nemico. Lotta interiore per controllarla
    STATUS ROBE Ammaccata sui bracciali e sulla parte sinistra dell'elmo, elmo completamente ammaccato nella parte superiore. Diversi bolli ed ammaccature sulle braccia, sul busto e sui gambali.

    RIASSUNTO AZIONI

    Mi difendo dal tuo attacco alla cieca lanciando l'armatura di forza che mi ricopre a 360°. [Azione difesa] Essendo il tuo un attacco alla cieca non devo difendermi da tutto e quindi la barriera regge le esplosioni del tuo attacco debole e parte dell'attacco forte. Ovviamente essendo che lo hai lanciato con il Vigore Oscuro anche se non tutti i proiettili colpiscono me essi sono in grado di spazzare via la difesa e passare. Prendo il danno evitando di ferirmi alla testa e tankando in parte con la cloth. Successivamente, ancora in preda all'oscurità, sfrutto il casino e il polverone che hai creato con le tue esplosioni per lanciarti una bomba di cosmo necrotico [Attacco debole] lo scopo è quello di esploderti davanti e creare un'onda d'urto per sbalzarti indietro. Alle tue spalle creo lo squarcio dimensionale chiamato Scudo di Odino per incastarti con l'esplosione al suo interno. Stritolarti e risputarti fuori come nuovo, con le forze prosciugate. [Attacco forte].

    N.B: l'esplosione è dotata della proprietà del cosmo necrotico, lo scudo di Odino nè è dotato sia al suo interno che ne emette l'effetto all'esterno per coloro che sono nelle vicinanze.

    Come sempre ti metto i rimandi alle tecniche. Direi che siamo agli sgoccioli comunque.


    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE

    Luna crescente
    ⟡ Spada + Runa di Necromanzia ⟡
    La manipolazione della runa della Necromanzia può estendersi fino a dare alla proprietà al proprio cosmo di assorbire la vita. Ciò che ha ispirato questa tecnica è stata la prima volta in cui Nadaghar ,arrivato in superficie, ha visto la luna. La mezzaluna lo aveva affascinato e così egli può darne la stessa forma al suo cosmo. Lanciando delle mezzalune di cosmo in direzione dell'avversario esse saranno in grado di esplodere per generare non solo danno a deflagrazione cosmica ma anche di disperdere energia vitale dell'avversario.

    Le mezzelune possono essere generate infondendole direttamente nel proprio cosmo oppure infondendo la spada.


    Scudo di Odino
    ⟡ Runa di Necromanzia + Runa di Evocazione ⟡
    Una tecnica insidiosa di Nadaghar che crea una trappola subdola. Con un movimento dellla mano crea uno squarcio dimensionale grande e profondo a sufficienza da contenere l'avversario. Può essere chiuso in qualsiasi momento per provare ad imprigionare il nemico (o una parte di esso) al suo interno. Esso è costantemente irrorato dall'energia della runa necromantica che è in grado di emanare un'aura che influenza e assorbe l'energia vitale avversaria. Non solo tutto ciò che si trova all'interno dello squarcio è sotto l'effetto dell'aura di necromanzia ma anche tutto ciò che si trova nelle vicinanze ne viene influenzato (Anche se in maniera inferiore).


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    Forse ho esagerato un po'.

    Non andava particolarmente fiero di quello che aveva fatto. All'improvviso, quello che non doveva sembrare un lavoretto, stava cominciando ad avere tutti i contorni di un lavoretto. Soverchiare un intero luogo non era da lui, che era stato addestrato a ragionare, pensare e comportarsi come una spia, a sfruttare diversivi, momenti, anticipazioni. A tramare nell'ombra, evitare lo scontro aperto, mettendo gli obbiettivi della missione sopra ogni altra priorità. Invero, si era lasciato andare alla violenza di quello scontro, che si era presto trasformato in una questione di sopravvivenza, di vita o di morte. Uno scontro fra creature mortali, causato dalla finta benevolenza che un dio aveva mostrato alla sua gente, costringendola a combattere battaglie a cui avrebbe potuto mettere fine con un semplice schiocco delle dita. E così, per la sua pigrizia, Odino stava perdendo non solo un combattente, ma anche una porzione del bosco non molto distante dalle porte della sua Terra.

    Allo stesso tempo, se dall'alto della sua magnanima pigrizia, il cosiddetto Dio dai Molti Nomi avesse scelto un guerriero meno codardo, che per ben due volte si era rifugiato nella buia coltre della foresta, quel giorno non avrebbe dovuto piangere né uomini, né alberi.

    Ebbe, in ogni caso, a malapena il tempo di crogiolarsi in quei pensieri: dalla figura ormai trasfigurata del suo avversario partì un grosso proiettile di cosmo grezzo, una manifestazione abbastanza semplice e - per la verità prevedibile - del suo intento omicida: un attacco che probabilmente celava qualche altra minaccia, ma dal quale non poteva tuttavia esimersi dal difendersi. A fatica, portò le braccia davanti al proprio petto, irrobustendo la sua difesa - già affidata alla Kintaral - ad uno schermo di nero cosmo che si materializzò davanti a lui, e che - sperava - sarebbe stato abbastanza robusto, pur se richiamato con quelle ultime energie che avvertiva di avere, da respingere o assorbire l'offensiva nemica, lasciandogli spazio per un ultimo assolo.

    L'attacco - invero - celava dell'altro, ma non esattamente nel modo e nei tempi che l'Alchimista aveva immaginato, quasi programmato.
    L'offensiva esplose di fronte a lui, ma la matrice cosmica dell'emanazione sembrava più terrificante, oscura, pericolosa. Irrobustì la propria difesa, ma non ebbe il tempo di realizzare che l'unico scopo di quell'esplosione era farlo arretrare di qualche metro, per gettarlo fra le braccia della vera minaccia del drow - quella che, Ljuben non poteva saperlo - rappresentava la signature move dei guerrieri della runa che aveva ereditato: la massima benedizione dei combattenti di Odino.

    Una sensazione di vertigine lo avvolse mentre si trovava improvvisamente intrappolato all'interno di quella fenditura nell'etere. La pressione dell'ambiente dimensionale lo schiacciava da ogni lato, come se il tessuto stesso della realtà cercasse di risucchiarlo nell'abisso dell'oblio. Ljuben avvertiva il respiro strozzarsi, e il corpo debilitato lottare per resistere alla pressione implacabile che minacciava di spremere ogni briciola di energia vitale dalla sua esistenza. Il vuoto intorno a lui sembrava divorare ogni cosa, risucchiando la sua essenza con una voracità insaziabile. Ljuben si sentiva come se stesse affogando in un mare di nulla, mentre la sua coscienza veniva annebbiata dalla sensazione di vuoto che lo avvolgeva.

    Nonostante la disperazione che lo avvolgeva, Ljuben riuscì a riunire le sue ultime riserve di forza e volontà. Con uno sforzo supremo, cercò di stabilizzare la sua presenza all'interno dello squarcio dimensionale, di resistere alla sua asfissiante presa, pompando attraverso il proprio sangue gli ultimi barlumi della sua fiamma, del suo nero cosmo, aggrappandosi alla speranza di sopravvivenza, determinato a non cedere al vuoto che minacciava di inghiottirlo interamente.

    Fu sputato fuori dal varco dimensionale come una foglia alla deriva, il suo corpo esausto e dolorante era appena in grado di mantenere la posizione eretta. Con uno sforzo, si sollevò a stento e si rivolse al suo piccolo assistente robotico che stava registrando le sue rilevazioni. Aveva fatto sì che G.H.O.S.T. potesse portare a termine il suo lavoro, cercando nei dintorni l'oggetto per il quale erano arrivati in quel posto così freddo, così a nord, così inospitale, e che non vedeva l'ora di abbandonare.

    G.H.O.S.T., hai terminato la scansione della zona?

    Il piccolo assistente, con i suoi sensori luminosi che brillavano nell'oscurità, sembrava ansioso mentre si avvicinava a Ljuben. Con movimenti agili, iniziò a trasferire i dati raccolti durante lo scontro, il suo processore lavorava instancabilmente per elaborare le informazioni.

    G.H.O.S.T. { Affermativo, Alchimista.
    Nessuna traccia della maschera, né di altri artefatti appartenenti all'Ordine.
    }


    Un altro buco nell'acqua. E va bene, ci ritiriamo.

    Consapevole della sua estrema situazione di affaticamento e dell'impossibilità di continuare il combattimento, decise di ricorrere a un'astuzia per battere senza spiacevoli inconvenienti in ritirata. Tessendo una trama illusoria con il potere della sua mente e della sua energia cosmica, scagliò contro il suo nemico una debole selva di proiettili, accompagnata da un'immagine illusoria che sembrava fotografare la situazione così com'era, con l'Alchimista intento a lanciare un attacco frontale verso il proprio nemico. Mentre costui si sarebbe concentrato dal difendersi dai suoi proiettili, Ljuben si sarebbe ritirato silenziosamente, sfruttando l'opportunità per sfuggire allo scontro senza essere ostacolato. Aveva ottenuto le informazioni sulla maschera che cercava durante lo scontro, e ora che l'obiettivo della missione era stato raggiunto, non era disposto a mettere ulteriormente in gioco la propria vita per una vittoria personale. La saggezza - credeva - consisteva nell'avere il coraggio di riconoscere quando era il momento di ritirarsi, di scegliere la prudenza anziché l'orgoglio. La sua filosofia non lo spingeva a combattere per la gloria o per la vendetta, ma per la ricerca della verità e della conoscenza.



    Energia ~ Rossa.
    Cloth ~ Black Freccia (III). Indossata.
    Condizioni ~ Profondo taglio sulla coscia sinistra, fianco squarciato. Affaticato nella stessa misura dei danni subiti.
    Abilità ~ Illusioni Ambientali, Proiettili [Arma Cosmica] → Scheda.
    Riassunto ~ Che dire, grazie della giocata e del tempo :zizi: Hai un personaggio con poteri molto insidiosi ed è stato divertente e sfidante combatterci contro. Molto rapidamente, in parte subisco il tuo colpo e ne mitigo gli effetti semplicemente bruciando cosmo, ma avendo di fatto terminato le energie, decido di battere in ritirata - complice il fatto che G.H.O.S.T. non ha trovato l'artefatto per il quale i due erano giunti sul luogo. Per coprire la ritirata, Ljuben lancia un singolo attacco di proiettili contro il tuo personaggio (attacco) e copre la sua fuga con una trama illusoria, che prosegue la sequenza dell'attacco frontale appena lanciato. Puoi difenderti molto tranquillamente dall'attacco, è veramente debole :zizi:

    Grazie ancora e alla prossima!
     
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