A song of Trees

Minosse - Libra

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    Non capisco perché stiamo facendo questo - Disse Lupo, stesa a pancia in giù sul letto e intenta a sfogliare annoiata il libro che aveva davanti. Anche in vita la ragazza non era mai stata propensa o interessata allo studio. Aveva passato più tempo a rotolare da un lato all’altro del letto tenendo il libro in mano che a leggerlo. La donna non aveva ancora visto cosa avesse scelto di specifico. Conoscendola, Lupo aveva preso qualcosa dalla pila semplicemente per zittire le altre due che continuavano a prendersi gioco di lei. La donna aveva personalmente insegnato a leggere alla ragazza quando era ancora una bambina, tanto tanto tempo fa, ma era poco convinta sul fatto che ne avesse fatto qualcosa nel suo poco tempo sulla terra. Sicuramente Lupo compensa con spirito quello che mancava in acume. Lince d’altro canto era seduta su una comoda sedia di vimini al lato della finestra. Aveva tenuto vicino a sé il carrello con il the e i dolcetti ed era intenta a leggere il libro che teneva in grembo, tenendolo aperto con dolcemente con la punta delle dita. Sollevò con consumata eleganza la sua tazza e ne bevve un sorso. Il farlo prima di parlare sembrò alla donna puramente per accentuare la differenza in sofisticatezza tra Lince e Lupo. Con ancora la tazza in mano e gli occhi chiusi Lince scoccò la frecciatina che la donna stava già anticipando.

    Lo facciamo per metterci in pari. Se avessi letto più libri prima di morire probabilmente ora lo capiresti.
    - Appoggiò la tazzina, e alla donna fu chiaro che stava cercando qualcosa da dire per offenderla. - Zoticona.
    Poteva fare meglio, constatò la donna mentre con un lievissimo impulso mentale allontanava il carrello da Lince. Un istante dopo il libro la colpì perfettamente in fronte con un tonfo secco, rimbalzando e cadendo sul pavimento dove poco prima c’era il carrello.

    Bel tiro.
    - Commentò Leone minore, stesa a terra, testa appoggiata alla mano mentre scorreva distrattamente lo sguardo su una rivista sportiva. Lo scoprire che ci fosse così tanto materiale scritto sulle attività fisiche la interessò alquanto. Non aveva realmente visto chi avesse colpito chi, ma era così abituata agli alterchi tra le due che le era uscito di riflesso.

    Tutta quella situazione era nata dal desiderio della donna di recuperare il passo con la società e con la cultura moderna. O meglio, quella che c’era prima dell’apocalisse. Fortunatamente Funeralopolis - dove aveva correntemente preso dimora - era un riflesso fedele di quel modo di vivere. Così le era stato detto almeno. Quella cosa eterea ed elettrica chiamata Internet ancora le confondeva, quindi avevano deciso di sfruttare il materiale scritto che avevano raccolto in un negozio di libri. Prima di tutto scoprirono che i libri erano fatti tutti di carta. Pazzesco. Poi scoprirono, grazie ad uno sconvolto negoziante, che erano scritti tutti così finemente e in modo omogeneo perché circa quattro secoli dopo la sua morte era stato creato un modo per riprodurre rapidamente il testo su di un foglio senza più bisogno della scrittura a mano. Che tempo per essere vivi doveva essere quello, pensò. Non dover aspettare mesi e mesi per avere un manoscritto. Semplicemente uscire di casa, camminare e acquistarlo. Mentre Lince e Lupo si tiravano i capelli a vicenda o si chiudevano le braccia in chiavi articolari alternandosi, La donna era seduta alla sua scrivania, tempia appoggiata al pollice.

    Fate le brave.
    - Disse la donna, senza troppa convinzione. Certo, era trambusto che non aiutava con la lettura del suo libro, ma allo stesso tempo le ricordava così tanto i vecchi tempi del grande tempio, quando le sue giornate tranquille erano attanagliate dai tanti piccoli problemi che non richiedevano una guerra che minaccia di distruggere il mondo.
    Ha cominciato lei! - Gridò lupo mentre Lince, normalmente la più calma e posata delle tre si gettò a mordere l’orecchio della ragazza bloccata tra le sue grinfie. Lupo, distratta dal cercare di liberarsi, venne presa di sorpresa. Lince si aspettava un grido di dolore, ricevette un gemito accorato e roco. Le due si bloccarono sul posto, e Leone minore si voltò verso di loro. Paonazza in volto Lupo lasciò andare la testa con un piccolo tunk sul pavimento. Leone minore tornò a sfogliare con vago disinteresse un articolo sullo sci da fondo. - Ora sappiamo chi è la piccola masochista del gruppo.

    Fottiti! - Rispose Lupo
    Fottila tu, codarda. - La zittì Lince seduta nella posizione del loto sulla schiena di Lupo.
    La donna sollevò lo sguardo al cielo, la prima volta che distoglieva gli occhi dal libro in svariate ore. Una cosa che non apprezzava era che le sue bambine avessero adottato il linguaggio scurrile di quei tempi. Sospirò e tornò a leggere. Non ricordava da quanto fosse stata catturata così tanto da un manoscritto.

    Cosa stai leggendo?
    - Chiese Leone minore, cercando di ignorare cosa fossero finite a fare Lince e Lupo dopo un tale prolungato contatto fisico. La donna finì la frase prima di rispondere.

    Una cronaca di qualche tipo. È scritta in prosa ma è chiaro che chi ha scritto questa serie di libri è avvezzo alle conoscenze cosmiche e ai segreti del mondo. - Voltò la pagina e spostò lo sguardo su un altro libro aperto lì accanto che teneva come riferimento per controllare la coerenza di qualche parte o per ricordare dettagli. C’era anche una lunga serie di appunti vergati a mano. - Da quello che vedo in quest’altro libro l’autore deve aver avuto qualche rivelazione mistica sulla verità dell’universo e sulla natura del divino. Chiaramente è filtrata attraverso le sue conoscenze di allora, ma il lavoro è impressionante.

    Leggi un po’ ad alta voce.
    - Leone minore chiuse la rivista e si sedette a gambe incrociate. La donna si schiarì la voce e cominciò a leggere.

    Il Balrog non rispose. Il fuoco in lui parve estinguersi, ma il buio crebbe. Avanzò lentamente sul ponte, e d'un tratto si eresse ad una immensa altezza, estendendo le ali da una parete all'altra; ma Gandalf si scorgeva ancora, un bagliore nelle tenebre; pareva piccolo, e del tutto solo: grigio e curvo come un albero avvizzito prima dell'assalto di una tempesta. Dall'ombra, una spada rossa si rizzò fiammeggiante. Glamdring rispose col suo bagliore bianco. Vi fu un fragore squillante ed un lampo di fuoco bianco. Il Balrog cadde indietro e la sua spada volò in mille frammenti liquefatti. Lo stregone oscillò sul ponte, fece un passo indietro, quindi rimase immobile come prima. «Non puoi passare!», disse. D'impeto, il Balrog balzò in pieno sul ponte. La frusta turbinava sibilando. «Non può rimaner solo!», gridò Aragorn improvvisamente, tornando di corsa sui suoi passi. «Elendil!» tuonò. «Sono con te, Gandalf!». «Gondor!», gridò Boromir, e d'un balzo gli fu accanto. In quel momento Gandalf rizzò il bastone, e gridando con voce possente, colpì il ponte innanzi a sé. Il bastone si frantumò e gli cadde di mano. Un'abbacinante parete di fiamme bianche avvampò. Il ponte scricchiolò. Si ruppe immediatamente sotto i piedi del Balrog, e la pietra sulla quale egli si ergeva piombò nell'abisso con fragore, mentre il resto rimase in equilibrio, e fremette come una lingua di roccia nel vuoto. Con un urlo terribile il Balrog precipitò in avanti, e la sua ombra piombò giù scomparendo. Ma mentre cadeva, diede con la frusta una sferzata, e le code si avvolsero intorno alle ginocchia dello stregone, trascinandolo sino all'orlo della voragine. Gandalf vacillò e cadde, e cercando invano di afferrare la roccia, scivolò nell'abisso. «Fuggite, sciocchi!», gridò, e scomparve.



    La donna smise di leggere e rimase in silenzio per qualche secondo, fissando la pagina. Leone minore guardò il volto della donna e la vide rizzarsi sullo scranno, inspirare profondamente e chiudere il libro. - Torno subito.


    Uno scranno attraversò l’interezza della stanza del tribunale, schiantandosi con grande contro il seggio del tribunale, dove pochi istanti prima sedeva il procuratore dell’inferno, ruolo ricoperto dal mostro antico chiamato Balrog. - NON FUGGIRE CODARDO! TRE VOLTE SIA MALEDETTO IL TUO NOME, CHE LE TUE OSSA DIVENTINO POLVERE SOTTO I MIEI PIEDI ED IL TUO SANGUE DANZI TRA LE MIE DITA! - La donna balzò agilmente oltre il podio inseguendolo.


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    知觉律者 (Zhījué Lǜzhě) - Sovereign of sentience
    Attraverso incredibili addestramenti e mediante strane e antiche filosofie, Libra è in grado di manipolare la materia fisica che la circonda estroflettendo la propria mente verso l'esterno. Con tale capacità può attaccare e difendere in svariati modi limitati solo dalla sua attuale precisione e dalla sua fantasia. Può per esempio stritolare e sbriciolare la materia, infondere detriti di energia cosmica e scagliarli alla massima forza e velocitò di cui è capace, oppure portare questo potere direttamente sulle proprie vittime per torcere, spezzare e torturare in infiniti modi. In ambito difensivo può erigere barriere o deviare attacchi; se il divario energetico lo permette può persino rispedirli indietro seguendo il funzionamento dei bouncer. Questa emanazione mentale può essere rivolta anche verso la struttura stessa dell'esistenza. Con estrema abilità Libra è in grado di traslare la materia attraverso le realtà, armonizzandone la vibrazione dimensionale in modo adeguato da poterne traslare la posizione nelle coordinate della realtà. Questo le permette di teletrasportarsi liberamente all'interno della struttura dell'universo con estrema facilità e precisione, godendo così di assoluta mobilità nel campo di battaglia o nei semplici spostamenti. Una volta sola per duello Libra è perfino in grado di effettuare tale azione con tale tempismo e precisione da poter evitare completamente un attacco avversario, spostandosi in un altro punto del campo di battaglia o direttamente in un'altra dimensione. Tuttavia questa capacità si estende ad ogni aspetto della realtà materiale, includendo gli attacchi di Libra, oggetti e soggetti consenzienti o meno. Se aggrediti dal potere di Libra, anche i suoi avversari possono venire teletrasportati contro la loro volontà.

    Libra può impiegare il suo potere mentale anche in altro modo. La materia psichica emessa dal suo cosmo è in grado di generare miraggi e illusioni incredibilmente potenti che sono indipendenti dalle menti delle vittime che vi assistono, dato che piuttosto che manipolarle direttamente vengono percepite esternamente dai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Ognuno di questi sensi è influenzabile dalle illusioni di Libra, che si dimostra crudele e fantasiosa maestra nell'adoperarle. Il profumo del pane appena sfornato, il suo sapore, la sensazione di ferri roventi conficcati nelle articolazioni e il tocco sensuale di una persona amata. Ogni cosa è replicabile in questo mondo di falsità. Non interagendo direttamente col sistema nervoso della vittima, sollecitazioni come il dolore o altro non portano veri danni ad esso, la sensazione viene comunque provata e sofferta anche se non è un vero attacco. La maestria di Libra delle sue energie mentali le permette poi di addensarle in una sostanza effimera e malleabile chiamata psicoplasma. Tale sostanza, che nello stato naturale somiglia a vetro, è troppo fragile per essere utilizzata offensivamente ma permette a Libra di dare solidità e ulteriore validità alle sue illusioni, creando impalcature tangibili su cui intessere i propri inganni e su cui convogliare la propria essenza cosmica per plasmarla in modo adeguato generando così pseudocostrutti.

    魔神的柱 (Móshéndezhù) - Demon god's Pillar
    Quando era in vita, Libra era il giudice supremo tra i cavalieri devoti ad Atena. Impareggiabile nel suo senso di giustizia e nella saggezza con cui la dispensava, Libra era tutto ciò che ci si poteva aspettare da un custode dell'armatura della bilancia. Ogni cosa ormai è perduta, ma non i poteri con cui Libra esercitava il suo ruolo nelle dodici case. Da sempre il cavaliere della bilancia è maestro delle fluttuazioni del Micro e del Macrocosmo, manipolandole con intenti e risultati peculiari.
    Con il semplice contatto del suo cosmo, Libra può accedere a quello della vittima raggiungendo così la sua natura più intima e segreta. Ogni creatura vivente diventa un libro aperto, di cui può sfogliare le pagine dell'animo profondo. Può conoscerne i pensieri, lo stato d'animo e può osservare il suo passato nella sua interezza in modo da poterlo giudicare in modo completo e assoluto. Persino eventi appannati o cancellati dal tempo e dagli eventi possono essere recuperati poiché nulla si può nascondere alla vista un tempo sacra di Libra. Tuttavia questo è solo l'utilizzo più basico di questo tremendo potere.

    La scienza e la conoscenza cosmica di Libra sono tanto vaste da poter controllare il proprio micro e macrocosmo in modo da sintonizzarlo con quelli con cui viene a contatto. Nel caso il cosmo in questione sia di qualcuno considerato momentaneamente alleato da Libra, può utilizzare questa armonizzazione di cosmi per accompagnarne la manifestazione e incrementarla. In questo modo manipolando le fiamme segrete dell'animo altrui può diminuire lo sforzo con cui gli individui possono manifestare le loro energie, oppure incrementarne il risultato finale. In questo ambito, può concedere l'attributo straordinario ad attacchi o difese alleate. Questa armonia può essere raggiunta forzatamente anche con energie avversarie, ma con scopo ovviamente diverso. Può indebolire la manifestazione esterna di attacchi cosmici e mentali avversari, accompagnandola nell'esistenza e sfaldando le correnti energetiche che la compongono prima che raggiungano Libra o i suoi alleati, indebolendone l'efficacia finale in modo inverso a quello che si ottiene con attacchi alleati. Questa armonia può essere raggiunta anche con effetti già in corso, sfaldandone dall'interno il legame con il cosmo del loro creatore. Veleni, malattie, sigilli, afflizioni mentali spirituali. Ogni tipo di piaga che può essere scatenata dall'avversario può essere arrestata e troncata nel suo percorso. Gli effetti già subiti fino a quel momento ovviamente permangono, ma la conoscenza di libra permette di interromperne la propagazione e l'accumulo nei corpi, menti e anime di chi è degno di queste antiche conoscenze.

    Paradossalmente, in un sistema completo ed equilibrato, dove esiste l'armonia esiste anche la disarmonia. Generando un fenomeno opposto alla risonanza cosmica, Libra può rendere i flussi interni del suo cosmo incredibilmente caotici in modo da rendere l'armonia con l'esistenza semplicemente impossibile. Libra chiama questo fenomeno Discordia. La discordia è energia cosmica rovente e distruttiva, famelica e terrificante, che consuma qualunque cosa con cui viene a contatto. La realtà stessa viene distrutta e annichilita sotto la discordia, che si propaga con crescente velocità provocando reazioni a catena in ciò che divora. Più lungo è il tempo di contatto, più rapidamente ogni cosa viene disintegrata. Nel caso di creature viventi, questa disarmonia cosmica penetra nel profondo del loro esistere, creando un atroce dolore nelle zone che vengono scomposte fino alla disintegrazione. Essere colpiti dalla discordia è una tortura orribile e inumana. Ogni attacco che viene sferrato utilizzando la discordia acquisisce l'attributo distruttivo, permettendo a Libra di colpire con terrificante violenza con il minimo sforzo. All'aspetto la discordia ricorda delle fiamme di colore sanguigno che ruggiscono cupamente mentre si diffondono sulla materia generando un calore torrido




     
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    Ad ogni secolo, ad ogni incarnazione, ad ogni guerra, il Tribunale rimaneva una costante. Una struttura antica, archetipica nel suo concetto e ora resa nelle sue matrici più fondamentali. Minosse aveva potuto ricrearlo dalle fondamenta agli ultimi millimetri delle alte guglie che si stagliavano nel desolato Averno ed era circondato da qualcosa che, sebbene lontanissimo dal concetto umano, gli provocava pace.
    Non avrebbe saputo dire perché esso avesse perso, progressivamente, elementi che ricordavano Creta. Non gli era mai sovvenuto di ricordare il proprio regno, né aveva mai avvertito la necessità di mostrarlo agli altri: per lui, il passato coesisteva nella stessa maniera del presente e non aveva lo stesso significato che aveva per gli altri.
    Nessuno avrebbe colto quel minuscolo frammento di fregio, o il dettaglio di un colore perduto nelle scanalature delle colonne. Nessuno tranne i Giudici, e persino Eaco e Radamante guardavano al passato con la noncuranza con cui gli umani guardano le vecchie foto. Nostalgia, forse, affetto in altri casi. Persino Asterione era passato in quei corridoi più di una volta e il suo sguardo aveva smesso di cogliere quei piccoli rimandi.

    Una cosa era rimasta sempre identica. C’era silenzio. Benefico, salvifico, glorioso silenzio che permetteva la concentrazione rispetto al caos del mondo. Il piano materiale con le sue battaglie, infime e mortali quisquilie, era lontano e contemporaneamente raggiungibile con un battito di ciglia. E quando voleva maggiore silenzio, Minosse si dirigeva fra due particolari colonne e svaniva alla vista. La sua presenza aleggiava nel Tribunale, ma solo come conferma che il Giudice si trovava in quel luogo.
    Il suo sanctum era, poco sorprendentemente, un laboratorio, e molto sorprendentemente, il giardino annesso. Il verde riuniva ogni concetto che gli era a cuore come creatura, in ogni sua parte: il controllo, la crescita, l’unicità, l’utilità. Non era nulla di puramente decorativo, certo. Non vi erano fiori che non fossero utili a qualcosa, né piante che non avessero un qualche ruolo all’interno dell’alchimia. Ogni petalo, stoma o radice era intrisa di energia spirituale che, una volta, era appartenuta a persone. Concetti, idee, ricordi erano ora parte di quell’ambiente piccolo e controllato, alimentato dall’immenso meccanismo infernale.

    Con un delicato movimento del mignolo destro, Minosse guidò il cucchiaino nel mescolare il té. Era concentrato, intento a studiare gli ultimi diagrammi sull’energia spirituale raccolta, e l’espressione sul viso era contratta. C’era un suono persistente e fastidioso che continuava a grattargli il retro della mente. Un tintinnio ripetuto, o forse uno strusciare, e quando si colse ad aver riletto lo stesso diagramma due volte, sulla superficie della tazza comparvero una miriade di crepe sottilissime. Profonde, perfettamente regolari e apparse così repentinamente che la massa della tazza non si scompose neppure. La ceramica, così come il liquido limpido e rossastro al suo interno, non ebbe altro che un microscopico sussulto che increspò la superficie del té per un istante solo.
    Tutto rimase perfettamente integro, perfettamente in equilibrio, perché Grifone non avrebbe perso il controllo neppure in quella situazione.
    Neppure quando l’assenza di Radamante e Eaco era ora così pressante. Erano solo le loro forme fisiche ad essersi dissolte, certo, e ogni razionale pensiero rendeva la cosa irrilevante nel lungo gioco a cui gli Spectre partecipavano.
    Eppure.
    Eppure, i calcoli portavano a risultati che non richiedevano solo razionalità. Richiedevano una totale e completa mancanza di anima per giungere alla conclusione che no, le forme materiali di Radamante e Eaco in quel momento non potevano essere ripristinate. Gli eventi di Asgard e l’apertura del portale avevano drenato risorse preziose, che ora andavano distribuite con riguardo. I sentimenti, per quanto contortamente puri nei confronti delle due figure che lo avevano seguito nella dannazione, erano una debolezza.
    Erano con lui in altri modi e avevano previsto questa eventualità.

    Minosse si concesse un breve, minuscolo espiro. Il tumulto interiore si dissolse, lasciando un pacato vuoto dentro di sé. Una calma che gli si addiceva e lo lasciò libero di bere ciò che restava del té nella tazza prima di vaporizzare il resto e rendersi conto che il persistente rumore che lo aveva deconcentrato proveniva dal Tribunale.
    Il volto di Grifone si voltò molto, molto lentamente verso l’aula di ingresso, dove aveva lasciato Baron Secretaire a gestire l’ordinaria amministrazione. Impiegò circa due frazioni di secondo a tradurre il rumore fastidioso con altre urla, portate da una voce tonante e imperiosa a cui Secretaire stava rispondendo rispettivamente con un urlo sorpreso poco virile e, immediatamente dopo, un contegno che per lui veniva espresso nel coraggio sfacciato di portare la questione fuori dal Tribunale. Più precisamente, a letto.
    Gli occhi di Grifone seguirono la scena, associandovi i protagonisti e le ragioni che avevano portato agli eventi attuali. Era impossibile capire che emozioni stessero attraversando il volto di Minosse in quel momento, visto e considerato il contesto che scoprì. Lasciò che il suo Procurator si difendesse per qualche istante ancora. Ne era in grado, e tenersi allenato in fondo gli faceva bene. Lavorava meglio sotto stress.

    Gli bastò comparire, a tutti gli effetti. Libra stava sferrando un pugno e la mano chiusa venne semplicemente accarezzata da un tocco discreto, fermo. Solo quello, lasciando che il corpo si rendesse conto naturalmente dell’innaturalità con cui il pugno si era bloccato nello spazio. L’esitazione microscopica nel riconoscere l’effetto e ricondurlo alla presenza asfissiante che in quell’istante aveva indosso, invece di una Surplice, un soffice maglione di cachemire color crema, un paio di pantaloni sartoriali perfettamente tagliati sulle gambe affusolate, e un paio di semplici scarpe col tacco dalla caratteristica suola rosso carminio.

    « Apprezzerei che il Procurator ad interim non venisse bistrattato secondo queste premesse, Dama. Occuparsi delle conseguenze di una sua seconda dipartita sarebbe oltremodo disdicevole. »

    Il tono era calmo, di una morbidezza unica e al tempo stesso di una fermezza adamantina. Minosse, nel suo corpo attuale, era fisicamente meno imponente e più basso della Dama in Rosso, ma emanava un’algida nobiltà che lo rendeva inequivocabile in ogni, singola incarnazione. Quella che Libra avrebbe ricordato era un dignitario ottomano, le cui mire su Venezia avevano portato all’improvviso espandersi delle tratte commerciali e della sistematica demolizione delle repubbliche marinare rivali. Gli artigli di Grifone avevano stretto molti dello sfondo di ciò che gli umani avrebbero ricordato come le Crociate, mentre avveniva la vera guerra.

    « Avete la mia attenzione. Fate la vostra richiesta. »

    Il Giudice sostenne lo sguardo, e forse, solo l'incredibile e inumana pazienza che lo contraddistingueva avrebbe permesso a quel dialogo di svolgersi con serietà.



    narrato ● « parlato »pensato| telepatia |« parlato altri »

    pseudonimo ● Kazue Satō
    surplice ● Stella del Cielo Nobile, Grifone {VII}
    energia ● Nera
    schieramento ● Spectre di Hades
    fisicamente ● Ottimo
    mentalmente ● Ottimo
    status surplice ● Non indossata

    riassunto azioni ● Yo :asd:
    abilità ●

    tecniche ●


     
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    La donna inseguì Balrog tra le colonne del tribunale, dietro una delle quali lo spectre cercò di dribblare prima a destra poi a sinistra di essa come fece un imperatore cinese alle prese con un assassino una volta. Storia incredibilmente ilare quella, gli permise di guadagnare mezzo secondo.

    Signora! Signorina? - Aggiunse incerto, lievemente affannato il povero Secretaire. - Siamo sicuramente partiti con il piede sbagliato in questa discussione. Mi rendo conto che questi sono tempi difficili per tutti ma malmenare il sottoscritto potrebbe non sortire il minimo effetto positivo sul suo umore e di sicuro ne avrebbe uno molto negativo sul mio - Con uno scatto agile si mosse ad un'altra colonna, ripetendo il tutto conscio del fatto che la donna non fosse in grado di bucare la colonna da parte a parte. Anche se fosse in grado sapeva che non l'avrebbe fatto, sarebbe stato un affronto troppo grosso all'autorità dei giudici. - Se davvero vuole mantenere il confronto sul piano meramente fisico, posso invitarla a considerare metodi alternativi e luoghi più appropriati di questo tribunale. Nello specifico, trovo che un'alcova sarebbe perfetta allo scopo

    Appena terminata di pronunciare quella frase Balrog si fiondò verso il basso con così tanta rapidità che il suo cappello rimase sospeso per aria per l'istante in cui il pugno della donna passò sotto di esso, dove un momento prima c'era il suo volto. Fiondò le braccia verso l'alto per recuperarlo e se lo ricacciò in testa di prepotenza mentre aveva già ripreso a correre. In verità non avevano percorso molta distanza, ma tra l'andare avanti e indietro tra colonne e seggi il tutto sembrò molto più lungo. Entrambi potevano usare i loro poteri in quella situazione, ma Balrog dal canto suo avrebbe preferito non trovarsi in quella situazione in primo luogo. La donna invece voleva solo avere il piacere personale di fare impattare le sue nocche contro il volto di Balrog, nel modo più personale possibile. Se possibile infliggere sulla sua carne qualche violenza non troppo debilitante, così da non impedirgli il proseguire delle sue mansioni. Non sia mai che la donna, ultima arrivata si mettesse ad inficiare il funzionamento della macchina infernale.

    Finalmente Balrog aveva sbagliato a scattare di lato e si era chiuso da solo in un angolo, così Libra ottenne il momento perfetto per colpire. Solo che non ci fu nessun colpo. La donna percepì la presenza precipitare su di lei come una cascata gelida e rovente allo stesso tempo. Senza nemmeno guardarlo, senza nemmeno cominciare a percepire la sua presenza materiale, la donna capì subito come quel Grifone fosse differente da quello che aveva incontrato un tempo. Questo era autentico, più reale, più pieno, per mancanza di un termine adeguato. Aveva saputo come gli spectre odierni non utilizzassero più umani come ospiti basandosi invece su corpi fittizi generati dalla massa infernale, come il suo. Quello che era appena apparso davanti a lei a parare il colpo verso Balrog era l'esperienza più genuina che si potesse avere del mostro conosciuto come Grifone, che allo stesso tempo era Minosse giudice degli inferi. La donna sospirò. Aveva solo sperato di mandare un colpo a segno prima che il signore del tribunale arrivasse.
    La donna inspirò e si allontanò di qualche passo da Grifone, espirando lentamente e a lungo dal naso, lasciando che la stizza scivolasse via da lei come acqua di un ruscello. Pace interiore, pensò. Pace interiore.

    Lord Minosse, chiedo venia per la mia mancanza di rispetto.
    - Cominciò, con tono limpido e calmo. - Ma ho sentito l'impellente bisogno di aggiustare un torto portato dal vostro sottoposto che ho rinvenuto di tempi passati per voi, ma futuri per me. - Scoccò un'occhiata furente a Balrog che più di ogni altra cosa avrebbe preferito non essere lì in quel preciso istante, anche se non poteva nascondere una vaga curiosità su cosa DI SPECIFICO stesse venendo accusato. Ricambiò l'occhiata con l'espressione altezzosa di un gatto a cui viene puntato un coltello. Ciò servì solo ad incrementare la rabbia della donna, la quale stava costringendosi con tutte le sue forze a stare calma. - Ovviamente saprete di come COSTUI ha portato alla morte Mithrandir a Khazad-dûm. Ammetto la mia mancanza di professionalità, ma sapere di un così grand'uomo perire in modo così meschino mi ha fatto dimenticare me stessa.


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    Attraverso incredibili addestramenti e mediante strane e antiche filosofie, Libra è in grado di manipolare la materia fisica che la circonda estroflettendo la propria mente verso l'esterno. Con tale capacità può attaccare e difendere in svariati modi limitati solo dalla sua attuale precisione e dalla sua fantasia. Può per esempio stritolare e sbriciolare la materia, infondere detriti di energia cosmica e scagliarli alla massima forza e velocitò di cui è capace, oppure portare questo potere direttamente sulle proprie vittime per torcere, spezzare e torturare in infiniti modi. In ambito difensivo può erigere barriere o deviare attacchi; se il divario energetico lo permette può persino rispedirli indietro seguendo il funzionamento dei bouncer. Questa emanazione mentale può essere rivolta anche verso la struttura stessa dell'esistenza. Con estrema abilità Libra è in grado di traslare la materia attraverso le realtà, armonizzandone la vibrazione dimensionale in modo adeguato da poterne traslare la posizione nelle coordinate della realtà. Questo le permette di teletrasportarsi liberamente all'interno della struttura dell'universo con estrema facilità e precisione, godendo così di assoluta mobilità nel campo di battaglia o nei semplici spostamenti. Una volta sola per duello Libra è perfino in grado di effettuare tale azione con tale tempismo e precisione da poter evitare completamente un attacco avversario, spostandosi in un altro punto del campo di battaglia o direttamente in un'altra dimensione. Tuttavia questa capacità si estende ad ogni aspetto della realtà materiale, includendo gli attacchi di Libra, oggetti e soggetti consenzienti o meno. Se aggrediti dal potere di Libra, anche i suoi avversari possono venire teletrasportati contro la loro volontà.

    Libra può impiegare il suo potere mentale anche in altro modo. La materia psichica emessa dal suo cosmo è in grado di generare miraggi e illusioni incredibilmente potenti che sono indipendenti dalle menti delle vittime che vi assistono, dato che piuttosto che manipolarle direttamente vengono percepite esternamente dai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Ognuno di questi sensi è influenzabile dalle illusioni di Libra, che si dimostra crudele e fantasiosa maestra nell'adoperarle. Il profumo del pane appena sfornato, il suo sapore, la sensazione di ferri roventi conficcati nelle articolazioni e il tocco sensuale di una persona amata. Ogni cosa è replicabile in questo mondo di falsità. Non interagendo direttamente col sistema nervoso della vittima, sollecitazioni come il dolore o altro non portano veri danni ad esso, la sensazione viene comunque provata e sofferta anche se non è un vero attacco. La maestria di Libra delle sue energie mentali le permette poi di addensarle in una sostanza effimera e malleabile chiamata psicoplasma. Tale sostanza, che nello stato naturale somiglia a vetro, è troppo fragile per essere utilizzata offensivamente ma permette a Libra di dare solidità e ulteriore validità alle sue illusioni, creando impalcature tangibili su cui intessere i propri inganni e su cui convogliare la propria essenza cosmica per plasmarla in modo adeguato generando così pseudocostrutti.

    魔神的柱 (Móshéndezhù) - Demon god's Pillar
    Quando era in vita, Libra era il giudice supremo tra i cavalieri devoti ad Atena. Impareggiabile nel suo senso di giustizia e nella saggezza con cui la dispensava, Libra era tutto ciò che ci si poteva aspettare da un custode dell'armatura della bilancia. Ogni cosa ormai è perduta, ma non i poteri con cui Libra esercitava il suo ruolo nelle dodici case. Da sempre il cavaliere della bilancia è maestro delle fluttuazioni del Micro e del Macrocosmo, manipolandole con intenti e risultati peculiari.
    Con il semplice contatto del suo cosmo, Libra può accedere a quello della vittima raggiungendo così la sua natura più intima e segreta. Ogni creatura vivente diventa un libro aperto, di cui può sfogliare le pagine dell'animo profondo. Può conoscerne i pensieri, lo stato d'animo e può osservare il suo passato nella sua interezza in modo da poterlo giudicare in modo completo e assoluto. Persino eventi appannati o cancellati dal tempo e dagli eventi possono essere recuperati poiché nulla si può nascondere alla vista un tempo sacra di Libra. Tuttavia questo è solo l'utilizzo più basico di questo tremendo potere.

    La scienza e la conoscenza cosmica di Libra sono tanto vaste da poter controllare il proprio micro e macrocosmo in modo da sintonizzarlo con quelli con cui viene a contatto. Nel caso il cosmo in questione sia di qualcuno considerato momentaneamente alleato da Libra, può utilizzare questa armonizzazione di cosmi per accompagnarne la manifestazione e incrementarla. In questo modo manipolando le fiamme segrete dell'animo altrui può diminuire lo sforzo con cui gli individui possono manifestare le loro energie, oppure incrementarne il risultato finale. In questo ambito, può concedere l'attributo straordinario ad attacchi o difese alleate. Questa armonia può essere raggiunta forzatamente anche con energie avversarie, ma con scopo ovviamente diverso. Può indebolire la manifestazione esterna di attacchi cosmici e mentali avversari, accompagnandola nell'esistenza e sfaldando le correnti energetiche che la compongono prima che raggiungano Libra o i suoi alleati, indebolendone l'efficacia finale in modo inverso a quello che si ottiene con attacchi alleati. Questa armonia può essere raggiunta anche con effetti già in corso, sfaldandone dall'interno il legame con il cosmo del loro creatore. Veleni, malattie, sigilli, afflizioni mentali spirituali. Ogni tipo di piaga che può essere scatenata dall'avversario può essere arrestata e troncata nel suo percorso. Gli effetti già subiti fino a quel momento ovviamente permangono, ma la conoscenza di libra permette di interromperne la propagazione e l'accumulo nei corpi, menti e anime di chi è degno di queste antiche conoscenze.

    Paradossalmente, in un sistema completo ed equilibrato, dove esiste l'armonia esiste anche la disarmonia. Generando un fenomeno opposto alla risonanza cosmica, Libra può rendere i flussi interni del suo cosmo incredibilmente caotici in modo da rendere l'armonia con l'esistenza semplicemente impossibile. Libra chiama questo fenomeno Discordia. La discordia è energia cosmica rovente e distruttiva, famelica e terrificante, che consuma qualunque cosa con cui viene a contatto. La realtà stessa viene distrutta e annichilita sotto la discordia, che si propaga con crescente velocità provocando reazioni a catena in ciò che divora. Più lungo è il tempo di contatto, più rapidamente ogni cosa viene disintegrata. Nel caso di creature viventi, questa disarmonia cosmica penetra nel profondo del loro esistere, creando un atroce dolore nelle zone che vengono scomposte fino alla disintegrazione. Essere colpiti dalla discordia è una tortura orribile e inumana. Ogni attacco che viene sferrato utilizzando la discordia acquisisce l'attributo distruttivo, permettendo a Libra di colpire con terrificante violenza con il minimo sforzo. All'aspetto la discordia ricorda delle fiamme di colore sanguigno che ruggiscono cupamente mentre si diffondono sulla materia generando un calore torrido






    Edited by ~Gab~ - 4/3/2024, 00:45
     
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    Minosse ascoltò con pazienza, poiché di pazienza infinita era composto in ogni sua fibra.

    Era stata l’unica cosa che, nei millenni, gli aveva permesso di mantenere la calma e la compostezza per cui era famoso, e che si trattava di una delle pochissime cose su cui perfino 108 creature maligne più antiche del mondo si trovavano unanimemente d’accordo. Il Magister Officiorum era talmente raro all’ira che alcuni Spectre giuravano di non averlo mai visto neppure alzare la voce. Alcuni ne avevano fatto una sfida: le creature che erano più riottose e caotiche, insofferenti alla gerarchia, avevano preso come punto fermo causargli una reazione diversa da un'alzata di sopracciglia. Una in particolare ci riusciva abbastanza spesso, a ogni incarnazione.
    Minosse era capace di essere un mostro, questo era indubbio, e tutti avevano visto sin dalla prima Guerra Sacra i livelli a cui era arrivato nel combattere per Ade. Ma era capace anche di ascoltare: di rimanere imparziale e offrire una parola di consiglio, minaccia, addirittura conforto se mai fosse possibile concepire che un mostro potesse averne bisogno (e lui fosse in grado di darne).

    « Suppongo Vizaresh sarebbe lusingato di sentire ancora questa storia, se fosse qui. »

    C’era uno strano, mutevole e a tratti agghiacciante cameratismo in quella banda di mostri. Per così tanto tempo vincolate a corpi umani dentro a un luogo come l’Averno, gli Spectre avevano argomenti di conversazione infiniti fra di loro quando ritenevano necessario usare le parole per portarli avanti. Le Legioni che si erano formate quasi immediatamente attorno ai Giudici, con l'eccezione di chi aveva scelto di donare la propria alleanza ad altri, radunavano inevitabilmente personalità affini, o quantomeno metodologie che potevano essere discusse fra loro. Radamante amava i guerrieri: attorno a lui c'era chi lo aveva visto in battaglia e non aveva mai più scordato cosa significasse vederlo all'opera; Eaco aveva armi: macchine di distruzione con scopi semplici da comprendere, una collezione di strumenti adatti a ogni scopo non diverso da un coltellino svizzero o una cartucciera di proiettili.
    Minosse aveva radunato intorno a sé le menti. Persone con cui discorrere era un passatempo fruttifero, e con cui non era insolito vedere messe sul tavolo grandi discussioni sugli sviluppi del mondo. Autori, artisti, filosofi: sotto il giudizio era passata gran parte dell'umanità migliore e peggiore. C'erano stati grandi momenti di critica letteraria, con dibattiti feroci su opere mai pubblicate

    Quindi è lecito immaginare che quando la Stella del Cielo Eccellente si ritrovò, dopo una comparsata alla battaglia di Somme nel 1916, immortalata per i decenni a venire dentro uno dei capolavori della letteratura moderna, nessuno dentro l'Averno era rimasto all'oscuro della cosa, e che quando il momento era giunto, Balrog aveva chiarito anche il dubbio o meno sulla presenza delle ali con l'autore stesso.

    « Quello che avete davanti, Dama, di Balrog possiede l'arma su mia delega e l'accesso a ciò che serve per il suo ruolo. Quindi, traslerò volentieri la Sua indignazione sulla mia persona, a livello puramente metaforico, e farò in modo di fugare ogni dubbio. »

    Con molta calma, e un sorriso compito e professionale, Minosse, Re di Creta, Grifone, Magister Officiorum, Generale di Ade, guardò la Donna in Rosso e disse:

    « L'anima dell'Istari conosciuto come Gandalf il Grigio, o Mithrandir, Olórin, Tharkûn, Incánus, Custode dell'anello che portava il nome di Narya, non è in nostro possesso. »

    Ci sarebbe voluto l'estro creativo dell'intera letteratura mondiale per descrivere la reazione di Baron Secretaire alla compassata tranquillità con cui il Giudice disse quella frase. Il suo sguardo, dietro gli occhiali da sole, continuò a passare da Minosse alla Donna, e viceversa, finché l'unico percepibile passaggio di emozioni venne raccolto in un singolo, trattenutissimo, inspiro che ricordò quasi un singhiozzo. Era la calma prima della tempesta e Secretaire alzò prima un dito, poi annuì grato in risposta al cenno di Minosse e si dileguò con un inchino molto appropriato.
    Tutti avrebbero ringraziato che il Tribunale non trasmetteva il suono in maniera normale, quando avrebbe smesso di ridere.

    « Il lato positivo, Dama, è che non è in possesso di nessuno, se non della mente che l'ha creata, e che ho il sospetto l'ispirazione per la sua figura sia stata presa da un'entità che faremmo meglio a non incontrare. »

    Minosse inclinò appena il capo di lato, in un gesto che voleva essere tanto accomodante quanto di stimolo alla realizzazione. Se fosse stato più espressivo di faccia, probabilmente le sopracciglia si sarebbero alzate e abbassate con estrema eloquenza.
    Invece quel viso androgino, di una bellezza simmetrica e proporzionata, manifestava quella comprensione e infinita pazienza solo grazie agli occhi e un microscopico accenno di sorriso da un angolo della bocca.

    « Posso offrire una panoramica più completa, ma servirà quantomeno qualcosa da bere e che Arcarius continui a svolgere il suo dovere in mia assenza. »




    narrato ● « parlato »pensato| telepatia |« parlato altri »

    surplice ● Stella del Cielo Nobile, Grifone {VII}
    energia ● Nera
    schieramento ● Spectre di Hades
    fisicamente ● Ottimo
    mentalmente ● Ottimo
    status surplice ● Non indossata

    riassunto azioni ● :ciaone:
    abilità ●

    tecniche ●




    Edited by ~S i x ter - 21/3/2024, 09:20
     
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    Quando Minosse cominciò ad elencare i nomi e i titoli di quello che aveva recentemente conosciuto come Gandalf il Grigio, la donna ebbe un microscopico sussulto interiore, qualcosa di simile alla contentezza nell'aspettarsi di ricevere l'anima di un così grande individuo. Non per diletto come un bambino si aspetta un animaletto da compagnia, ma per avere un compagno di conversazioni di alto livello e con il peso degli anni ad arricchire la sua saggezza. Per quanto la donna si atteggiasse a giovane e lasciva, aveva comunque più di duecento anni umani sulle spalle. Quella parvenza di gioia, forse la prima vera apparizione di quella emozione per la donna dal momento in cui era entrata nel Lost Canvas, si estinse immediatamente dopo che la terrificante comprensione della verità si rovesciò su di lei come una doccia gelata.

    Non cambiò veramente posizione, ma per certi versi, la donna sembrò sgonfiarsi. Quella terrificante e costante aura di arroganza e superiorità che accompagnavano ogni sua azione si sciolse, e la vaga pressione cosmica che si era esercitata nell'inseguire Balrog scomparve. I suoi capelli che erano sempre in una lievissima danza per la manifestazione inconscia del suo soverchiante potere cosmico si fermarono. Lisci, immobili. Forse sembravano anche un poco meno lucenti.

    La donna aprì la bocca e la chiuse un paio di volte. Da una rabbia infastidita, quasi infantile, ad un profondo senso di sconforto, accentuato dalla vasta differenza dei due stati emotivi e la rapidità del cambio. Per un istante era sicura di ogni cosa, in quella sua microscopica crociata nel malmenare quello che era essenzialmente un funzionario pubblico, ora...non lo sapeva nemmeno lei. Mithrandir non esisteva. Era solo un libro. Nessuna vera metafora di scontri del mondo. Almeno quello credeva. Era una cosa incredibilmente stupida su cui sconfortarsi, ma aveva passato gli ultimi anni solari a fare tutto al massimo, con ogni esagerazione, con ogni eccesso, che non si era mai veramente fermata sui particolari di quel mondo moderno. Si sentì deragliata. Quello fu il momento in cui realizzò DAVVERO quanto tempo fosse passato. Si sentì lievemente disorientata.

    Capisco. - Riuscì a spremere fuori. Inclinò appena il capo, pensierosa, guardando il giudice infernale. L'unica magrissima consolazione era che la creatura davanti a sé fosse incredibilmente troppo disinteressata per giudicare quella sua figuraccia. - Vi ringrazio per il chiarimento. - Non aveva intenzione di scusarsi.

    Si guardò in giro, avendo solo un vago ricordo di quel luogo. Sapeva di esserci già stata, non ricordava veramente i dettagli. Per forza di cose, per essere stata nello Stige, doveva essere stata giudicata in questo luogo. In un istante preferì non trovarsi più lì. - Accetto volentieri la vostra offerta, Giudice.


    MgG1zA9

    LIBRAVI | spectre | blu
    fisicamente |
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    status surplice |

    riassunto azioni |

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    知觉律者 (Zhījué Lǜzhě) - Sovereign of sentience
    Attraverso incredibili addestramenti e mediante strane e antiche filosofie, Libra è in grado di manipolare la materia fisica che la circonda estroflettendo la propria mente verso l'esterno. Con tale capacità può attaccare e difendere in svariati modi limitati solo dalla sua attuale precisione e dalla sua fantasia. Può per esempio stritolare e sbriciolare la materia, infondere detriti di energia cosmica e scagliarli alla massima forza e velocitò di cui è capace, oppure portare questo potere direttamente sulle proprie vittime per torcere, spezzare e torturare in infiniti modi. In ambito difensivo può erigere barriere o deviare attacchi; se il divario energetico lo permette può persino rispedirli indietro seguendo il funzionamento dei bouncer. Questa emanazione mentale può essere rivolta anche verso la struttura stessa dell'esistenza. Con estrema abilità Libra è in grado di traslare la materia attraverso le realtà, armonizzandone la vibrazione dimensionale in modo adeguato da poterne traslare la posizione nelle coordinate della realtà. Questo le permette di teletrasportarsi liberamente all'interno della struttura dell'universo con estrema facilità e precisione, godendo così di assoluta mobilità nel campo di battaglia o nei semplici spostamenti. Una volta sola per duello Libra è perfino in grado di effettuare tale azione con tale tempismo e precisione da poter evitare completamente un attacco avversario, spostandosi in un altro punto del campo di battaglia o direttamente in un'altra dimensione. Tuttavia questa capacità si estende ad ogni aspetto della realtà materiale, includendo gli attacchi di Libra, oggetti e soggetti consenzienti o meno. Se aggrediti dal potere di Libra, anche i suoi avversari possono venire teletrasportati contro la loro volontà.

    Libra può impiegare il suo potere mentale anche in altro modo. La materia psichica emessa dal suo cosmo è in grado di generare miraggi e illusioni incredibilmente potenti che sono indipendenti dalle menti delle vittime che vi assistono, dato che piuttosto che manipolarle direttamente vengono percepite esternamente dai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Ognuno di questi sensi è influenzabile dalle illusioni di Libra, che si dimostra crudele e fantasiosa maestra nell'adoperarle. Il profumo del pane appena sfornato, il suo sapore, la sensazione di ferri roventi conficcati nelle articolazioni e il tocco sensuale di una persona amata. Ogni cosa è replicabile in questo mondo di falsità. Non interagendo direttamente col sistema nervoso della vittima, sollecitazioni come il dolore o altro non portano veri danni ad esso, la sensazione viene comunque provata e sofferta anche se non è un vero attacco. La maestria di Libra delle sue energie mentali le permette poi di addensarle in una sostanza effimera e malleabile chiamata psicoplasma. Tale sostanza, che nello stato naturale somiglia a vetro, è troppo fragile per essere utilizzata offensivamente ma permette a Libra di dare solidità e ulteriore validità alle sue illusioni, creando impalcature tangibili su cui intessere i propri inganni e su cui convogliare la propria essenza cosmica per plasmarla in modo adeguato generando così pseudocostrutti.

    魔神的柱 (Móshéndezhù) - Demon god's Pillar
    Quando era in vita, Libra era il giudice supremo tra i cavalieri devoti ad Atena. Impareggiabile nel suo senso di giustizia e nella saggezza con cui la dispensava, Libra era tutto ciò che ci si poteva aspettare da un custode dell'armatura della bilancia. Ogni cosa ormai è perduta, ma non i poteri con cui Libra esercitava il suo ruolo nelle dodici case. Da sempre il cavaliere della bilancia è maestro delle fluttuazioni del Micro e del Macrocosmo, manipolandole con intenti e risultati peculiari.
    Con il semplice contatto del suo cosmo, Libra può accedere a quello della vittima raggiungendo così la sua natura più intima e segreta. Ogni creatura vivente diventa un libro aperto, di cui può sfogliare le pagine dell'animo profondo. Può conoscerne i pensieri, lo stato d'animo e può osservare il suo passato nella sua interezza in modo da poterlo giudicare in modo completo e assoluto. Persino eventi appannati o cancellati dal tempo e dagli eventi possono essere recuperati poiché nulla si può nascondere alla vista un tempo sacra di Libra. Tuttavia questo è solo l'utilizzo più basico di questo tremendo potere.

    La scienza e la conoscenza cosmica di Libra sono tanto vaste da poter controllare il proprio micro e macrocosmo in modo da sintonizzarlo con quelli con cui viene a contatto. Nel caso il cosmo in questione sia di qualcuno considerato momentaneamente alleato da Libra, può utilizzare questa armonizzazione di cosmi per accompagnarne la manifestazione e incrementarla. In questo modo manipolando le fiamme segrete dell'animo altrui può diminuire lo sforzo con cui gli individui possono manifestare le loro energie, oppure incrementarne il risultato finale. In questo ambito, può concedere l'attributo straordinario ad attacchi o difese alleate. Questa armonia può essere raggiunta forzatamente anche con energie avversarie, ma con scopo ovviamente diverso. Può indebolire la manifestazione esterna di attacchi cosmici e mentali avversari, accompagnandola nell'esistenza e sfaldando le correnti energetiche che la compongono prima che raggiungano Libra o i suoi alleati, indebolendone l'efficacia finale in modo inverso a quello che si ottiene con attacchi alleati. Questa armonia può essere raggiunta anche con effetti già in corso, sfaldandone dall'interno il legame con il cosmo del loro creatore. Veleni, malattie, sigilli, afflizioni mentali spirituali. Ogni tipo di piaga che può essere scatenata dall'avversario può essere arrestata e troncata nel suo percorso. Gli effetti già subiti fino a quel momento ovviamente permangono, ma la conoscenza di libra permette di interromperne la propagazione e l'accumulo nei corpi, menti e anime di chi è degno di queste antiche conoscenze.

    Paradossalmente, in un sistema completo ed equilibrato, dove esiste l'armonia esiste anche la disarmonia. Generando un fenomeno opposto alla risonanza cosmica, Libra può rendere i flussi interni del suo cosmo incredibilmente caotici in modo da rendere l'armonia con l'esistenza semplicemente impossibile. Libra chiama questo fenomeno Discordia. La discordia è energia cosmica rovente e distruttiva, famelica e terrificante, che consuma qualunque cosa con cui viene a contatto. La realtà stessa viene distrutta e annichilita sotto la discordia, che si propaga con crescente velocità provocando reazioni a catena in ciò che divora. Più lungo è il tempo di contatto, più rapidamente ogni cosa viene disintegrata. Nel caso di creature viventi, questa disarmonia cosmica penetra nel profondo del loro esistere, creando un atroce dolore nelle zone che vengono scomposte fino alla disintegrazione. Essere colpiti dalla discordia è una tortura orribile e inumana. Ogni attacco che viene sferrato utilizzando la discordia acquisisce l'attributo distruttivo, permettendo a Libra di colpire con terrificante violenza con il minimo sforzo. All'aspetto la discordia ricorda delle fiamme di colore sanguigno che ruggiscono cupamente mentre si diffondono sulla materia generando un calore torrido

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    « Molto bene. »

    Minosse si voltò, le braccia ordinatamente conserte dietro la schiena, la massa setosa e semovente che lo seguì come una scia quando si incamminò. Non le ordinò di seguirlo, ma la richiesta rimase sospesa a galleggiare nel brevissimo silenzio che precedette il primo passo verso i meandri del Tribunale. Per diversi minuti, a inseguirli fu solo il quieto suono dei suoi tacchi e delle calzature della Dama sul pavimento lucido. Lasciò a quest’ultima quel tempo per sé, avvertendo il rimestarsi delle emozioni. Il suo fu un interesse pacato, tanto clinico quanto razionale nell’osservare l’avvicendarsi delle reazioni emotive senza neppure gettare uno sguardo alle loro origini a pochi centimetri da lui.

    Una cosa curiosa, il tempo. Per gli Spectre era un dato di fatto, una costante fissa che veniva con l’essere creature di un’antichità spaventosa che potevano sfogare i propri metodi, istinti e volontà di distruzione solo ogni paio di secoli, e per un lasso di tempo considerevolmente breve. Avevano sempre avuto i loro modi per recuperare in fretta le informazioni che mancavano al disegno d’insieme (la stupidità e mancanza di comunicazione umana rimaneva uno dei limiti più grossi e fastidiosi), e nel tempo ogni Guerra Sacra si era strutturata secondo diverse strategie proprio a causa della situazione corrente nel mondo.
    Per gli Spectre, il tempo era un’inconvenienza.
    Ma il tempo, per le persone? Era un nemico, e creature che non erano il Giudice (per lui c’era un numero preciso) avrebbero perso il conto di quanti mortali erano caduti fra gli artigli di questo o quell’altro errore a causa dell’incessante scorrere in avanti e delle sue conseguenze. O anche solo per paura. Valeva anche per i Cavalieri, che lo volessero o meno, in un costante pendolo tra affrontare la minaccia e allevare le generazioni per farlo.

    E in un Risorto? Quello era interessante. Una variazione, quantomeno. E la Donna era a a tutti gli effetti il primo Risorto che Minosse aveva avuto modo di incontrare da quando il Rosario aveva disturbato le sue reincarnazioni, e si concesse qualche breve momento per rigirare il concetto fra le mani. Un’anima prescelta da Hades in persona, un guerriero disposto a donare tutto per un’eternità immortale, consapevole che il mondo era andato avanti senza di essa.
    E dritto nel baratro, secondo le attuali circostanze. Ricordava ancora la risata belluina e roboante dell’esercito infernale quando il primo fra quei prescelti si era aggiunto alle fila, durante la prima Guerra Sacra.

    La tenue curiosità del Giudice fu palese. Così come era palese che sapesse delle percezioni che lo rendevano, ironicamente, un libro aperto alla persona che camminava accanto a lui. Non si erano mai incontrati durante le Guerre Sacre che avevano visto i due eserciti incrociarsi con la Rossa da un lato - come Gold Saint e poi come Gran Sacerdote - e Minosse di Grifone dall’altro. Eppure, avevano avuto ruoli paradossalmente simili, nella gestione delle informazioni e dell’esercito. Erano a capo di forze che andavano ben oltre ogni immaginazione, e informazioni che un singolo mortale non poteva mai sperare di assaggiare.
    Ma in una mera manciata di secoli, la Donna era arrivata e sparita dal mondo.
    Grifone aveva la sua eternità e i suoi ricordi fino a un soffio dalla propria creazione come stilla di pensiero di Angra Mainyu, quando il Tempo neppure era un concetto e la guerra aveva davvero il significato di “prima”.

    Fu una passeggiata breve. Davvero, non più di qualche minuto formalmente speso in silenzio. Ma sarebbe stato evidente che non c’era nulla, nella aliena e limpida mente di Grifone, che avesse la benché minima necessità o volontà di nascondere.
    Anche perché, nella sua immensa vita che era composta da più vite e poi una esistenza…c’erano istanze che Grifone aveva lasciato andare. Perse nell’ultima brezza e in ultimo volo. Foglie a terra, cadute da un albero che non avrebbe mai più conosciuto o concepito la primavera.

    E lei avrebbe chiesto per prima, nel modo in cui solo lei poteva chiedere. Solo allora Minosse avrebbe incrociato il suo sguardo, lasciandosi rispondere.

    i33k8K7

    Stimme In Die Zimmer


    La prima volta che ha incontrato Pasifae ne è terrorizzato. Figlia di Helios. Titanide. Strega del Sole che Sorge. Lui non è più un dio, ma lo è stato. Sarà abbastanza?

    Lei ha l'espressione di un animale in gabbia, di chi è stata condannata all'esilio, all'ombra quando nelle sue vene scorre il sangue del sole. Niente è degno.



    Soli. Separati. Non si parlano neppure, cauti o diffidenti.
    Lei non vuole, lui non sa che fare.



    La prima volta che lui le ha donato una poesia, ogni singolo verso ricavata da una formula alchemica visivamente e tecnicamente pura, interconnessa nella forma quanto nel significato. L'attivazione è un pensiero e l’effetto è il desiderio che si dissipi dalla mente di chi l’ha creata. Magia, fatta solo ed esclusivamente per quel momento e per quell’istante. Per lei che può capirla.

    La prima volta che lei si è resa conto di amarlo. Gli brillano gli occhi mentre parla, la punta delle dita che freme di fronte alla scoperta, alla teoria che si fa verità di fronte al suo animo. La timidezza svanita come una crisalide, ed è brillante, ironico, gentile. Umano.



    Capiscono entrambi cosa vuol dire vedere il flusso.
    Pulsa, la pelle sottile come un frutto troppo maturo.
    Le verità e i sussurri sono lì.
    Questo mondo è r̶̢̡͈͓̺̣̮̦̺̖̆̌͜͝o̸̞͓̻̬̙̻̫̤̙̭̩̒̀̏͒̈̽͠͝t̶̢̪̹̳͖̜̊̒̍̉̍̊̕͝ṭ̸̜̗͔̮͑͛̐o̸̡̪͙̦͇̱̺̯͌͑͂̎̔͒̅́̐͆̓ͅͅ e qualcosa sta cercando di tenerlo insieme.



    La sensazione delle piccolissime dita che si stringono attorno alla tua falange, enorme in confronto a quelle mani appena nate. Sono un soffio, un battito di ciglia e sono vivi. Sei un dio per loro, o l’equivalente di un’entità aliena che chiami, e chiami, ti sgoli e speri capisca e risponda.
    Il primo, a cui ha dato il nome dell’entità che ha chiamato padre.
    L'ultima, a cui hanno dato un nome che brilla di luce propria.
    Sì, possiamo essere dèi di questo.

    Tutti loro, scintille nel cielo, piccoli soli.
    Acalla, Deucalione, Catreo, Senodice, Androgeo, Glauco, Arianna, Fedra.
    I nostri soli.

    Abbiamo visto le costellazioni nascere e morire e i recessi infiniti dello spazio, e non erano nulla in confronto a quello che sono stati i nostri figli per noi.
    Li amiamo così tanto e li vediamo appannarsi, la morte si sta aggrappando già a loro. Soffia sul loro collo, afferra le loro gole, chiude loro gli occhi.
    Siamo dèi per loro, eppure non possiamo fare nulla.

    La mia ultima parola è il tuo nome, il tuo antico nome, nella lingua che è un canto e nessuno sentirà mai più e che tu non puoi più comprendere.

    Non sarò mai più intero senza di te. Non lo sono mai stato, sin dal primo momento. Non sarei mai dovuto essere io, sul trono di Creta.



    Ti prego, non lasciarmi da solo.
    Questo mondo andrà in pezzi e non so come fermarlo.




    Questo è un editto divino.
    E lo spezzerò con la sostanza che gli dèi respirano.
    Incido il mio canto su questa realtà, prosciugo ogni stilla di me.
    Lascio l’amore per ultimo.

    yoMH15r



    Divento ń̵͈̗̭̣̉͗̏͗̊u̴̮͓̞̱̿̿̕ļ̵̛̠̣̫̜̻̪̆͌̅͂̎̑̈́̀̒͌͜l̷͚͖͒̍͝à̴̡͈̩͓͖͇͕̞̈́̑, per diventare u̸̟̺̯̣̭͛̾̎͆̎̕͝ņ̷͉͓̫̞̻͙͉̯̜͖͆́̏̒̑̓́͋͗o̶͈̙͙̗̩̝̺̽̀̌̿̃͛̒͜͜͠͝ͅ.
    Per creare oltre le regole.
    Per diventare regola.



    ABFHlLp





    Ti vedo, █ █ █ █ █ █
    Vedi me, ma io sono specchio, diamante, soglia.

    Sono la parola Nobiltà e sono la volontà di elevarsi
    che distrugge gli indegni.





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    Grifone era seduto. Gli artigli ticchettarono piano sull’erba del giardino, e scrollò appena le ali in un fruscio che attraversò l’aria ricordando il metallo quando si spostò per mettersi più comodo, distendendo una delle zampe posteriori. La sua Vera Forma, nella Dimensione Infernale, occupava uno spazio molto più ampio, e al tempo stesso sembrava leggera e insostanziale. Ogni singolo nanometro era composto da metallo infernale così sottile e impalpabile da sembrare soffiato, tessuto, cucito nel comporre piume, artigli insieme all’energia cinetica. Non era il peso a schiacciare l’erba sotto di lui, ma la presenza di quella immensa volontà sbagliata, dietro una maschera d’osso che si inclinò quasi giocosamente di lato. La corona di sottili catene di metallo, quasi sfilacciata nel drappeggiarsi attorno alle corna, tintinnò con grazia quando posò il viso su una zampa. E gli occhi, due masse di turbinante energia, si assottigliarono dietro le cavità della maschera d’osso completamente inespressiva.

    Erano al livello del tavolo, oltre il quale la Dama era stata adagiata su un comodo triclinio, permettendole di riprendersi con tutta calma da ciò che era successo. Oltre di loro, un giardino quieto e silente, dove nulla si muoveva tranne ciò che era al suo centro.

    « Ora tocca a me, Dama. E la mia domanda è: cosa bevi ora? »

    La coda spazzò morbida e curiosa il terreno, senza intaccare un singolo filo d'erba.



    narrato ● « parlato »pensato| telepatia |« parlato altri »

    surplice ● Stella del Cielo Nobile, Grifone {VII}
    energia ● Nera
    schieramento ● Spectre di Hades
    fisicamente ● Ottimo
    mentalmente ● Ottimo
    status surplice ● [Vera Forma]

    riassunto azioni ● Come concordato, ti anticipo cosa accade espandomi come mi hai anticipato. A bold move :caffe:
    abilità ●

    tecniche ●


     
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