TOTAL WAR TOURNAMENT

Over blu- prologo

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  1. Aleksander Seraf
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    i sentiva quasi fluttuare, in un limbo ovattato, sospeso tra sogno e realtà. Un grande palazzo innanzi a lui, non Grande Inverno con le sue alte torri, ma quasi una cattedrale dalle geometrie antiche e aliene. Non aveva mai visto quel luogo prima d’ora eppure gli sembrava stranamente familiare. Attorno a lui altre sette figure, indistinte e mutevoli, che sembravano fissare qualcosa di invisibile ai suoi occhi. La grande cattedrale cantava in sua presenza, un canto armonioso fatto da milioni di voci. Le porte d’avorio si spalancarono innanzi a lui invitandolo a entrare. Poi un rumore assordante e il ritorno alla realtà.
    Era in una stanza completamente buia, i sensi che cercavano invano di ambientarsi mentre lo stridio andava lentamente scemando. Si osservò le mani, e quasi si stupì vedendole coperte dal purpureo acciaio della sua armatura. Quando l’aveva indossata? E dove si trovava? Le nere e fredde pareti non appartenevano al suo castello ne a nessun altro luogo del cielo infernale. Si trovò a passare lentamente la mano sulla parete mentre rivoli di ghiaccio, algidi e perfetti, vi si dipanavano intrecciandosi armoniosi. Non c’era alcuna illuminazione, fatta esclusione per il tiepido bagliore dorato che lo circondava, un luce che rischiarava un viso freddo e inespressivo. Era stanco Edd, quasi non dormisse da secoli, e il suo volto già normalmente crucciato e tetro sembrava sentire ancora di più il peso della sua missione. Aveva salvato milioni di persone, brandito la spada della vita, si era eretto a campione di luce sotto una luna nefasta. Eppure tutto gli sembrava inutile, quasi stesse solo compiendo dei passi già decisi, su di una enorme scacchiera invisibile. E ora questo. Rapito, prelevato come una marionetta pronta a danzare a comando. Una voce ruppe il silenzio, perforandogli i timpani. Una nuova prova, una nuova sfida, un nuovo pazzo che nella sua arroganza pensava di potersi ergere a giudice, giuria e boia per puro diletto. Dei, demoni, corrotti. Quanti di loro avevano provato a domare il lupo, a incatenarlo e a farlo proprio. Tutti avevano fallito. Tutti giacevano nella sconfinata pila di cadaveri che si era creata alle sue spalle nel corso degli anni.

    Poi, dopo lunghissimi minuti, un lampo accecante che lo costrinse a coprirsi gli occhi mentre le pupille si restringevano adattandosi alla nuova fonte di luce. Il grande specchio mostrava le alte mura di Grande Inverno cinte d’assedio, una gigantesca armata che furiosa ne assaltava i bastioni mentre, sotto i vessilli degli Stark, i suoi uomini combattevano eroicamente. Barristan il valoroso era al centro della lotta, imbrattato di sangue roteava la spada con la forza di mille uomini. Ma ad ogni ondata che respingevano i nemici tornavano più numerosi e più forti. Senza di lui, senza il suo controllo sui ghiacci eterni non avrebbero mai potuto vincere. Il suo sogno, tutto ciò che aveva costruito scendendo a patti con il suo onore, con la sua devozione alla luce, rischiava di trasformarsi in un oceano di cenere.

    Vuoi che combatta per te? Vuoi giocare con il lupo bianco? Vuoi che uccida in tuo nome? E sia, non sarebbe la prima volta che sono costretto a farlo. Ma sappi una cosa, spera che io cada prima di poterti incontrare. Prega qualunque essere tu consideri superiore a te che il mio potere sia sempre troppo lontano per poterti ghermire. Perché quando accadrà, nulla potrà salvarti.



    Si inginocchio, lasciando che il pesante mantello di lupo si adagiasse al suo attorno a lui per poi, con un rapido movimento, impugnare l’elsa dalla sua spada. Il suo cosmo ora brillava più forte, fulgido e splendente come una stella in una notte d’estate. A ondate investiva le pareti. Non c’era rabbia in esso, solo fredda e spietata determinazione. Le labbra gli si muovevano appena sussurrando antichi rituali e giuramenti dimenticati da tutti, tranne che dal primogenito del casato Stark. Tutti finivano con le stesse parole. Un promemoria della caducità della vita, che ogni guerriero dovrebbe tenere a mente quando scende in battaglia e, allo stesso tempo, una tetra promessa per chiunque fosse tanto sfortunato da incrociare il filo della sua spada.

    Valar Morghulis.



    Sulla parete alle sue spalle, ora perfettamente visibile, la testa di un metalupo era stata disegnata da migliaia di rivoli di ghiaccio. Eddard Stark stava scendendo in guerra e persino il cielo si sarebbe spaccato al suo passaggio.




    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Nera.
    9orGM22

    Stato Fisico: Perfetto.
    Stato Mentale: Concentrato.
    Stato Surplice: Integra.
    Abilità Passive:
    Abilità Attive e Tecniche:
    Riassunto: Povero chi si trova Edd contro.

    "THE MAN WHO PASSES THE SENTENCE SHOULD SWING THE SWORD"

     
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8 replies since 6/2/2017, 13:03   497 views
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