TOTAL WAR TOURNAMENT

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    I

    Nel buio, Kazue inspirò profondamente prima di aprire gli occhi. Contemplò il muro di oscurità intorno a lei con calma, ascoltando i lievi cigolii della Surplice a ogni suo respiro.
    Non aveva paura. Aveva smesso di avere paura nel momento in cui si era resa conto che Hades non l'avrebbe abbandonata, finché avrebbe continuato a combattere, a vivere, a esistere per lui. Il fatto di avere l'armatura indosso lo dimostrava.

    Anche se al Re, quelle vesti cominciavano a stare strette.

    Percepiva l'ambiente chiuso intorno a sé, abbastanza largo per distendersi e alzarsi, se lo avesse voluto. Ma lei era seduta, le gambe incrociate e le mani posate sull'armatura, i lunghi capelli scuri che scendevano in una cascata nera sul metallo dei pettorali. Prendeva coscienza con ciò che le stava intorno e, nel mentre, faceva mente locale su quanto era successo.
    Ricordava la prova. La conclusione di essa. L'estensione del gioco di Mephistopheles e quello di Hades, due paia di occhi vigili su di lei e sul percorso che stava affrontando...in attesa di un suo errore.
    Poi un fischio assordante, che a un certo punto aveva smesso di udire ma continuava a percepire a causa del dolore che le causava: il volto di Kazue si contrasse involontariamente, le sembrava ancora di sentirlo riecheggiare dentro di lei.

    Il libro le comparve tra le mani, levitando a pochi centimetri dalle sue dita magre, che contemplarono la conferma di quanto stava pensando: non aveva nulla da dirle. Aveva imparato a non fare sempre affidamento su di esso, in quanto a volte il presente portava momenti che, molto semplicemente, non potevano essere spiegati se non quando diventavano già storia.

    « Ho divorato il vostro mondo e sconvolto le vostre vite. E nessuno è venuto a cercarmi! Il vostro mondo ha dei paladini molto scarsi. Per questo, vengo io da voi. Consideratelo un dono: vi sto dando la possibilità di incontrarmi, ma devo sincerarmi che ne valga veramente la pena. Per questo voglio darvi...Delle motivazioni. Per cosa combattereste...Fino alla fine? »

    Il pugno si rilassò lentamente mentre le ultime sillabe di quella strana voce si spegnevano nella sua mente. Kazue dentro di sé quasi sorrise, anche se nessuna emozione particolare le attraversò il volto: aveva già subito un gioco del genere e non aveva intenzione di farsi cogliere ancora impreparata. Aveva parlato di un "voi": questo significava che c'erano altri nella sua condizione. E che aveva divorato il mondo e sconvolto vite...ma quali?

    Da dove veniva, l'essere che sperava davvero di contenerli così a lungo in quella gabbia? Il Re la guardò, calma e impassibile di fronte all'ennesimo gioco, e dopo un tempo immemorabile si sentì di sorridere: immaterialmente, accanto a lei, qualcosa si distorse e una mano le accarezzò il volto senza sfiorarlo.

    « Hai fatto una lunga strada, allora. Chiunque tu abbia rinchiuso qui, doveva essere uno spettacolo interessante. »

    La parete di fronte a lei si illuminò e, per un tempo che le parve discretamente non necessario, Kazue contemplò se stessa. Sapeva già del proprio aspetto, di quanto era cambiata durante ciò che le era accaduto...ma era necessario e le stava bene così. Incontrò il proprio sguardo e vide il riflesso azzurro che le attraversò le iridi per un istante, dandole la conferma che il Re stava guardando - e venendo guardato - insieme a lei.

    Quello che vide da una parte la atterrì, dall'altra la rese felice. Era seduta in un mondo spoglio, dove le cose stavano ancora per nascere e altre erano già nate da tempo. Alberi contorti cercavano di afferrare il confine tra cielo e terra e tutto era soffuso di una luce irreale, che proveniva dall'interno.
    Accanto a lei, la figura nera e informe, fatta di lingue d'ombra e occhi azzurri, era ritta in piedi senza toccare terra. Si fissarono a lungo, mentre dentro entrambi cresceva un senso di inquietudine e lontananza, come un filo lentamente teso fra qualcosa che fino a pochi istanti prima era profondamente connesso.

    E quando entrambi realizzarono il vuoto che avevano dentro, la vide portarsi una mano al petto e boccheggiare, continuando a fissarlo con una forza inesorabile, supplicandolo di non staccarsi da lei. Il Re la vide farlo e fu come cessare di esistere di nuovo.
    Di nuovo, sentì il dolore della perdita che lo attanagliava, qualcosa che aveva sanato millenni prima sacrificando tutto per riavere l'infinito.
    Lei era in piedi e l'eco del suo grido muto gli si spense dentro insieme alla visione dello specchio.


    « L'unico modo per sapere se tutto ciò è vero, e per tornare liberi, è giocare fino alla fine. Non vedo l'ora di conoscere il fortunato... »

    Kazue respirava a fatica, le dita che spasmodicamente cercavano di stringere qualcosa dentro di sé senza riuscirci. Per un attimo, prima che l'oscurità tornasse, era certa di aver visto lui fare lo stesso, ma ciò che la rendeva confusa e irritata era il battito del proprio cuore, che le riempiva le orecchie come un tonante uragano.
    Aveva avuto la sensazione che qualcosa le stesse venendo strappato via, ma le sfuggiva qualcosa. La risposta era a pochi centimetri, lo sapeva. Mancava pochissimo alla risoluzione del problema, alla quadratura del cerchio, al momento in cui finalmente si sarebbe sentita completa.

    E fino a che quel preciso istante si fosse concluso, avrebbero dilaniato il mondo intero.

    MsGxe2m
    narrato ● il Re ● « parlato » ● pensato ● × telepatia ×

    Riassunto azioni ● Sviluppo la traccia e chi deve capire, capisca.


    cSUIgYW
    Nome ● Kazue Satō
    EnergiaRossa
    Surplice ● Balrog {V}
    Status Surplice ● Indossata, intatta
    Status Fisico ● Ottimo
    Status Psicologico ● Bring it on.

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