TOTAL WAR TOURNAMENT

Prologo

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  1. Saïtama
     
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    ❍ Total War Tournament ❍
    « Parlato » ° Pensato ° Narrato

    Quel giorno ricordarono il terrore della sua dominazione.. persero l'onore della vergogna di vivere nella loro gabbia..



    Buio.
    Buio ovunque i suoi occhi provassero a scrutare.
    Nulla si riusciva a vedere, così come a udire o a percepire.
    Totale silenzio, a parte quel fastidioso fischio nei timpani che non gli dava tregua.
    La testa gli faceva maledettamente male, come se qualcuno si stesse divertendo a trapanargli la scatola cranica; non capiva cosa fosse successo, dove si trovasse o come diavolo fosse finito li.
    La sensazione era simile a uno di quei devastanti dopo sbornia che ti frullavano il cervello una volta sveglio, anche se non ricordava di averci dato dentro alzando eccessivamente il gomito.
    Eppure si sentiva uno schifo, come se lo avessero shakerato per bene mandandogli in confusione le capacità percettive.

    « Merda... che male... »


    I suoi ricordi erano confusi, anzi, se doveva essere onesto non ricordava un granché, benché provasse a fare mente locale.
    Che stesse sognando?
    Che fosse solo un bizzarro scherzo prodotto dalla sua mente?
    Al momento elaborare una qualche teoria gli riusciva difficile, doveva prima riprendere possesso di se stesso.
    Era ancora sdraiato su quella pavimentazione, percepiva il corpo pesante come un macigno.
    Quando era avvenuta la sua vestizione?
    Perché indossava la sua surplice?
    Altri quesiti a cui non sapeva dare risposta, sentendosi come il bizzarro personaggio di uno di quei giochi sadici di cui era l’inconsapevole protagonista.
    Cercò di rialzarsi: si sentiva legato, lento e impacciato nell'eseguire movimenti fluidi con la solita agilità che lo contraddistingueva.
    Dopo un paio di tentativi, infine riuscì a rimettersi in piedi per procedere a una prima esplorazione dell’ambiente, seppur non sapesse come potersi orientare e quanto fosse ampio quello spazio.

    « Nasir… »


    Istintivamente pronunciò il nome del suo superiore.
    L'ultima cosa in ordine cronologico che rimembrava era l'essere stato convocato per far ritorno nel Canvas e più precisamente su Mercurio, ma oltre a ciò, nient’altro.
    Più provava a spremersi le meningi, e più l'unica cosa che otteneva era un mal di testa ancora più forte.
    Che fosse un test a cui inconsapevolmente stava venendo sottoposto?
    Una sorta di malia friggicervello per vedere quanto fosse migliorato?
    Quanto si fosse raffinato.
    Quel sadico vampiro era capace di tutto.
    Ancora rammentava quanto fosse stato difficile convincerlo la prima volta, figuriamoci che cosa si sarebbe dovuto aspettare ora.
    Sempre se si fosse trattato del cielo longevo.

    2ailduv


    Lentamente stava riprendendo coscienza e comprensione, ma ancora non a un livello sufficiente per poter riordinare le idee e estrapolare qualche informazione.
    Anche un brandello di ricordo sarebbe stato utile a fare più chiarezza, ma nulla, il niente più assoluto; non gli rimaneva altro da fare che usare un altro approccio per capirci qualcosa di più, dato che quell’oscurità così fitta non gli permetteva di vedere a un palmo dal naso.
    Se i suoi occhi e i suoi sensi era fuori uso, o meglio, non idonei a quell’ambiente, avrebbe usato altri mezzi per superare il momentaneo impedimento e farsi breccia nelle tenebre.

    « Pensare che il buio possa fermare un pipistrello è proprio da stupidi… »


    Aveva i suoi fidi strumenti su cui fare affidamento per orientarsi e capire quanto quello spazio fosse grande, oltre a cercare la via di uscita.
    Se ce ne fosse stata una.
    Il buio era un alleato dei pipistrelli e non un nemico, da che mondo è mondo questo si sapeva, e grazie a ciò avrebbe magistralmente risolto il rebus.
    Anche in una situazione simile la sua arroganza non riusciva ad essere sopita: era consapevole del fatto di ritrovarsi immerso in un elemento che non poteva ostacolarlo.
    Alzando un braccio, richiamò diversi costrutti affinché ognuno si dirigesse in una precisa direzione; doveva capire quanto spazio gli fosse stato concesso; doveva stravolgere quella situazione trasformando il suo stato di recluso in dominatore incontrastato di quello spazio.
    Solo i più forti potevano adattarsi.
    Un sorriso sprezzante nell’ostentare fiera sicurezza nei suoi mezzi, convinto che a breve tutto si sarebbe risolto per il meglio, ma qualcosa sembrava avere altri piani per lui, decidendo di sgretolare ogni sua certezza guardando in faccia la realtà.
    Vi fu solo misero fallimento una volta che i pipistrelli incontrarono quelle solide mura: al sol contatto percepì essi disgregarsi e diventare non più di polvere cosmica.

    ° Ma che cazz!?!?!?! °


    Una rabbia incontrollabile prese possesso appena comprese il nulla di fatto, rifiutandosi di accettare una simile costrizione; chiunque fosse a tenere le redini di quel passatempo o esperimento, non aveva fatto i conti con la sua ostinazione.
    Lo sciocco che pensava di riuscire a tenerlo richiuso in quel posto merdoso si sarebbe presto reso conto di cosa fosse capace.
    Una tempesta non si poteva tenere reclusa.
    Ripeté nuovamente l’azione precedente, ma aumentando esponenzialmente il numero rispetto a prima.
    Voleva far ricorso a mezzi decisamente più drastici.

    « E’ solo una questione di numero… e io posso fare affidamento su un fottuto esercito. »


    In ogni direzione un nugolo nero si sarebbe abbattuto contro un preciso obiettivo, dando vita a una ritorsione estremamente violenta; stormi intrisi di cosmo instabile per scatenare potenti detonazioni una volta a contatto.
    L’obiettivo era chiaro e semplice: abbattere le pareti a furia di bombardarle e aprirsi con la forza un varco.
    Ne avrebbe fatto macerie di quel posto.
    Le sue grida di frustrazione accompagnarono quella mitragliata incessante, sentendosi al pari di un vulcano che stava eruttando.
    Anche lo stesso destino si sarebbe dovuto inchinare alla sua furia.
    Chi si inchinò però in realtà fu solo lui, non potendo ignorare quella sgradevole sensazione che gli stava dilaniando la testa.

    -Ho divorato il vostro mondo e sconvolto le vostre vite. E nessuno è venuto a cercarmi! Il vostro mondo ha dei paladini molto scarsi. Per questo, vengo io da voi. Consideratelo un dono: vi sto dando la possibilità di incontrarmi, ma devo sincerarmi che ne valga veramente la pena. Per questo voglio darvi...Delle motivazioni. Per cosa combattereste...Fino alla fine?-

    « Figlio di put… HAAAAAAAAAA! »

    D’un tratto una voce metallica si annidò nella sua mente, costringendolo a interrompere l’azione a causa di quel malessere invasivo.
    Un’esperienza profondamente sfiancante e dolorosa, come se degli uncini stessero cercando di conficcarsi nel cervello.
    Poi tutto si fece bianco provocandogli momentanea cecità.
    Una luce accecante investì lo specter annebbiandogli la vista per qualche istante, fino a quando, solo una volta riabituatosi dopo un leggero e iniziale bruciore agli occhi, poter osservare l’angosciante visione del Canvas venire letteralmente fagocitato da una nube nera.
    Cosa diavolo stava riflettendo quella parete tramutata in un gigantesco specchio?
    Il suo Dio, il potente mietitore, che veniva alla fine annientato da quel cancro nero?
    Non era possibile che fosse stato raggiunto dalla corruzione. Non ci voleva credere.
    Eppure la visione era chiara: la fine di tutto.
    Hades era la sua certezza di vittoria, ma senza la sua forza che ne sarebbe stato di lui?
    Addio scappatoia da una vita miserevole. Addio ai sogni di gloria. Addio a quella possibilità di curarsi totalmente da quell'infezione chiamata umanità.
    Solo il baratro lo avrebbe atteso, e con esso la sua epurazione.
    Gli occhi si sgranarono, la bocca cominciò a tremare per lo sgomento mentre rivoli di sudore discesero lungo la fronte.
    Fece fatica anche a deglutire, come se avesse un groppo in gola.
    Così il corpo come la mente era sotto forte stress.
    Non aveva mai provato una simile sensazione di disperazione mista a smarrimento; per quanto una parte di lui fosse conscia che si trattasse solo di semplici immagini, il pensiero che quella predizione potesse realizzarsi lo annichilì.
    Anzi, lo pietrificò del tutto.

    « N..n.. n.. n no… no.. non…p..p..può… ess… essere… »


    Non riuscì a fare altro che balbettare.
    Cosa stava succedendo? Era andato completamente in tilt.
    In un istante tutta la sua fierezza era stata ridotta in frantumi.
    L’arrogante e sfrontato Aeglos pietrificato dalla paura, quasi da pisciarsi addosso.
    Mai gli era capitato di provare un simile sgomento misto a impotenza – neanche durante la sua merdosa infanzia tra abusi e violenze -, eppure, nel mentre osservava lo svolgersi, non poté fare a meno di provare ciò.
    Le immagini che seguirono furono anche peggio.
    Uno scenario talmente catastrofico da desiderare di accecarsi con le sue stesse mani: se avesse avuto un punteruolo si sarebbe cavato gli occhi per non essere costretto ad osservare neanche un ulteriore fotogramma.
    I vari cieli sbriciolarsi come qualcosa di fragile e usurato; i più potenti guerrieri venire annientati con una facilità imbarazzante; quella massa nera inghiottire ogni cosa accrescendo inesorabilmente la sua mole senza risparmiare alcunché; i restanti specter venire smembrati come carne da macello.
    LA TOTALE ESTINZIONE DI UN DIO E IL SUO SEGUITO.
    A un certo punto non poté fare a meno di cadere in ginocchio manifestando arrendevolezza.
    Le gambe cedettero inesorabilmente, come colpite da una fragilità improvvisa non potendo evitare di genuflettersi.
    Sconsolato, osservava se stesso venire ingabbiato da quell’entità che non riusciva a comprendere di cosa esattamente fosse fatta: sembrava fumo ma allo stesso tempo pece.
    Una sorta di simbionte famelico che non lasciava alcuna traccia di esistenza dopo il suo passaggio.

    ....


    All’improvviso la visione si interruppe prima che potesse osservare la conclusione di quel nefasto evento, anche se non gli risultò difficile immaginare l’inesorabile e terrificante epilogo a cui era destinato.
    Il buio riprese possesso della stanza riportandolo alla realtà, ma non poté fare a meno di rimanere ancora in ginocchio con le mani poggiate sul freddo pavimento per potersi riprendere dal forte stato di shock a cui era stato sottoposto - gli occhi sbarrati erano il chiaro segnale di come la sua psiche fosse stata violentemente turbata, rivivendo ancora, e ancora, e ancora quell’orrore che aveva appena osservato e vissuto, in un certo senso.
    Si trattava solo di un'illusione? Di un gioco perverso per mandargli in pappa il cervello?
    Eppure gli era sembrato tutto così maledettamente reale. Non poteva essere solo una messa in scena.
    Un fondo di verità doveva esserci.
    A che pro altrimenti essere sbattuto in quella sottospecie di tugurio?
    Le parole di quella voce metallica non smettevano di essere ripetute nella sua testa come un mantra.

    -L'unico modo per sapere se tutto ciò è vero, e per tornare liberi, è giocare fino alla fine. Non vedo l'ora di conoscere il fortunato...-


    Era palese il significato: combattere fino alla fine per salvaguardare ciò a cui più tenesse, e per lui la cosa più cara era la necessità di preservare quel posto che poteva dare un senso alla sua esistenza, oltre che garantirgli un futuro.
    La sua vita era aggrappata alla stessa sopravvivenza di Hades.
    Non vi era possibilità di scelta, solo affrontare le avversità con la giusta crudeltà e spietatezza che lo contraddistinguevano.
    Riportandosi in piedi, il suo sguardo venne come resettato, pervaso nuovamente da granitica sicurezza o forse solo furente istinto omicida.
    Chiunque si fosse trovato davanti sarebbe stato abbattuto senza alcuna pietà.

    « E sia… »




    zDZV9R2


    aeglos ~ surplice di Bat {IV} ~ en. rossa

    mente ~ Turbato
    fisico ~ Illeso
    cloth ~ Intatta e indossata

    abilità ~
    [agilità straordinaria]
    Come ogni assassino che si rispetti, Aeglos è stato donato di un agilità sovrumana che lo rende capace di movenze fuori dall'ordinario.
    Silente e celere in ogni suo movimento, lo spectre di Bat può raggiungere la sua velocità limite molto più rapidamente di altri avversari pari energia che non siano dotati dello stesso talento. Di conseguenza, sarà possibile per lo spectre schivare o agire in maniera più repentina dimostrandosi una vera spina nel fianco: in questo modo i suoi movimenti risulteranno più difficili da seguire persino dai pari energia, a meno che non si disponga della stessa abilità o dei Sensi Acuti.
    Grazie a ciò si sarà capaci di creare immagini residue, simili ad ologrammi, che potranno essere usate come supporto per confondere il nemico. Questi ologrammi però potranno nascere solo a seguito di un movimento alla massima velocità (con tutte le conseguenze che ne deriveranno) duplicando esattamente ogni azione dello spectre (non si tratterà quindi né d'illusioni, né di salvataggi automatici come un Teleport, ma solo di normali diversivi).

    [pipistrelli]
    Prerogativa di Aeglos è quella di creare e controllare speciali Pipistrelli Cosmici dalle fattezze non diverse da quelli reali.
    Questi animali accompagnano ogni momento di vita dello spectre, dimostrando di essere per lui dei compagni fedeli e affidabili in ogni utilizzo.
    Questo profondo legame gli consente di richiamare un numero variabile di questi animali - da un singolo di essi fino a veri e propri stormi - che si ergeranno in sua difesa o in caso contrario, venire utilizzati per offendere o per condividere ciò che essi vedono o sentono così da essere in ogni momento prontamente informato.
    Da sentinelle ad esploratori, fino a vere e proprie armi da utilizzare in battaglia tramite i loro canini pronunciati o mediante l'emissione di ultrasuoni in grado di attaccare direttamente il sistema nervoso del nemico.

    note ~




    Edited by Saïtama - 26/1/2017, 16:34
     
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