Guida ai Saints

Informazioni sugli 88 Cavalieri di Athena

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  1. Him3ros
     
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    SAINT SEIYA FINAL - ARMAGEDDON
    GUIDA AI CAVALIERI DI ATENA
    FILOSOFIA

    UN ANTICO RETAGGIO

    Prima ancora che Crono spodestasse il padre, gli esseri umani che abitavano il continente perduto di Lemuria possedevano già una cultura molto evoluta negli aspetti spirituali. Durante le loro lunghissime esistenze, essi apprendevano i segreti per attingere allo sconfinato potenziale nascosto nella scienza titanica che li aveva creati.
    Data la vastità e l'eterogeneità dei popoli che formavano l'impero Lemuriano, si erano sviluppate diverse tradizioni ormai entrate a far parte del modo di essere di quelle genti, un insieme di filosofie e di pratiche, alcune evolute al punto da divenire vere e proprie arti, che mettevano l'uomo e la sua interiorità al centro di ogni cosa. Tra tutte, la più completa e codificata proveniva dalla cultura della stessa popolazione di sapienti in cui nacque il Re Santo Rostam. Si dice che questi insegnamenti originassero da entità potentissime, più antiche dei Titani, che si insediarono in quelle terre governandole per lunghi secoli prima di scomparire nel nulla insieme al loro intero dominio.
    Lo scopo della dottrina antica era l'ottenimento di ciò che si potrebbe definire Illuminazione.
    Al contempo simile e diverso da come lo si intende in epoca moderna, il cammino per l'illuminazione era un percorso di crescita fluido, profondamente personale, così come fluida e personale era la progressione di ciascuno attraverso le varie fasi di crescita.

    L'individuo, per elevarsi a livelli più alti, deve passare attraverso una profonda conoscenza di sé stesso.
    Per questa ragione lo studio e l'indagine del creato, il tutto, passavano attraverso l'osservazione e la comprensione dell'essere umano, il singolo.
    Il processo di crescita non era limitato a una sola casta o ceto sociale; al contrario, tutti potevano farne parte, dall'alto funzionario a colui che lavorava la terra. Solo in pochi, tuttavia, erano davvero in grado di esplorarne appieno le potenzialità, per quanto l'arte della meditazione fosse almeno a livelli basilari praticata da chiunque.
    Fin dalle tradizioni più antiche si parlava di un ciclo perpetuo, un continuo approfondimento di sé attraverso i tre piani fondamentali di esistenza dell'essere umano.

    • Piano mentale: il pensiero deve farsi complesso, ma leggero. Idee e intuizioni sono strumenti per ampliare esperienza e conoscenza. La crescita mentale comprende non solo le nozioni comuni e lo studio, ma anche la capacità di intrecciare ciò che è noto per comprendere ciò che è ignoto e scoprire l'invisibile. La psiche è alla base di ogni interazione ed è il primo strumento di analisi del mondo, perciò deve acuirsi, divenendo in grado di penetrare ogni ostacolo ed estendersi a lambire ogni cosa. Prerogativa di una mente elevata è quella di potersi svuotare completamente, fino all'annullamento, permettendo all'individuo di percepire con più chiarezza non solo il mondo, ma sé stesso, portando al rafforzamento di corpo e spirito.

    • Piano fisico: la pratica di una meditazione dinamica è il fondamento di una disciplina fisica superiore, il cui fine ultimo è il perfetto controllo e in egual misura la totale assenza di esso. Il corpo è un'ancora. Da una parte esso limita l'estensione di mente e spirito, ma dall'altra consente di interagire con la realtà materiale. Avvicinandosi al suo apice, il corpo cessa di esistere come limitazione, poiché i confini perdono di importanza e il dominio dei sensi si espande indefinitamente. Il corpo elevato esiste idealmente come parte del creato e come sua istanza, raggiungendo la fusione perfetta con il tutto, ottenendo uno stato concettualmente simile alla morte pur restando vivo e cosciente.

    • Piano spirituale: l'anima deve farsi grande, un oceano che deve imparare ad abbracciare ogni cosa. Oltre la sensibilità del corpo, oltre l'intuizione della mente esiste la comprensione dell'anima, il livello più intimo di rapporto con l'universo. Essa permette di accedere alla sfera eterea, ai reami più astratti, ma al contempo è la chiave per creare i rapporti e i contatti empatici. Per elevarsi, l'anima deve sia trovare una comunione col creato, sia comprendere e accettare sé stessa; deve fondersi con l'essenza di tutte le cose e forgiare sé stessa ancora e ancora, fino a non avere più distinzioni o conflitti.

    In questo cammino non esistevano particolari vincoli né obblighi, purché la ricerca rimanesse pura, votata all'armonia e non corrotta dall'egoistica ricerca di potere. Il praticante poteva scegliere il percorso più adatto, esaltando le proprie qualità, seguendo le proprie predisposizioni tramite una meditazione incentrata su di esse.
    La natura ciclica del processo di miglioramento avrebbe permesso di sfruttare l'elevazione in uno degli aspetti per raggiungere una maggiore comprensione negli altri due, quindi procedere a uno stadio ancora più alto e così via, come se l'individuo percorresse un'infinita scala a chiocciola verso la completa illuminazione.


    LA CODIFICAZIONE DELLE DOTTRINE

    Non tutti possedevano le giuste conoscenze per sfruttare appieno il proprio potenziale, ma chi ci riusciva era in grado di controllare in maniera perfetta i movimenti del corpo elevandosi all'apice della condizione fisica possibile, oppure diveniva in grado di praticare una forma di controllo energetico simile alla magia.
    Perfino queste abilità, tuttavia, non consentivano ancora all'essere umano di tornare a connettersi con l'energia del creato: il Cosmo.
    Nella speranza di porre fine ai secoli bui del dominio di Yig, coloro che sarebbero divenuti i primi Re Santi trovarono il modo di trarre energia direttamente dalle stelle sfruttando gli straordinari effetti dell'Oricalco, usandolo come tramite per ampliare a dismisura il loro potere.
    Questa scoperta divenne non solo il segreto per ottenere l'agognata libertà, ma anche la base su cui sarebbe stata fondata la grandezza dell'impero di Lemuria nei secoli a venire.
    Dopo la fine della schiavitù, i Re Santi riuscirono a sintetizzare la tradizione e i poteri risvegliatisi dentro di loro, la forza che li aveva resi nuovamente liberi, in una dottrina unitaria. Così, nella rinnovata filosofia lemuriana, il Cosmo fungeva da ponte tra i vari aspetti dell'essere umano.
    La concezione tradizionale era rimasta sostanzialmente immutata, dato che il risveglio del Cosmo non serviva a sostituire le antiche pratiche, bensì a elevarle ulteriormente. Il perfetto controllo di mente, corpo e spirito era visto come indispensabile per l'utilizzo di un potere ancora più grande, capace di dissolvere i limiti conosciuti in precedenza.

    La speranza dei primi Re, tuttavia, non si limitava al solo superamento dei limiti umani. Nella loro visione, infatti, il Cosmo doveva essere il mezzo supremo per l'empatia e la comprensione, divenendo un legame capace di connettere ogni individuo a prescindere da distanze geografiche e differenze personali. Tramite l'energia che scorre e brucia in ciascuno, essi tentarono di costruire non una sudditanza, ma una comunione di uomini, una fratellanza più solida rispetto a qualsiasi vincolo di sangue.

    Nonostante la loro dedizione, questa utopia non poté mai realizzarsi completamente. La paura e l'odio sono mali persistenti, che scorrono nelle vene dell'essere umano come veleno dall'alba dei tempi: la brama di potere crebbe negli uomini dentro e fuori dai domini lemuriani, stravolgendo gli insegnamenti originari di unità e pace per forgiare una via più facile e violenta.


    LA CASTA DEGLI ALCHIMISTI

    Le capacità concesse dal controllo cosmico permisero di evolvere il modo stesso in cui gli uomini vedevano il mondo. Le discipline derivanti dall'unione delle antiche pratiche e delle nuove scoperte diedero ai Lemuriani i giusti mezzi per comprendere e plasmare la Realtà.
    Negli anni che seguirono il consolidamento del loro potere, i Re Santi e i loro discepoli più fedeli costituirono la Casta degli Alchimisti. Scienziati metafisici e filosofi, essi rappresentavano l'apice dell'evoluzione culturale e intellettuale della razza umana.

    L'Alchimia, lo studio del Cambiamento, altro non è che lo sviluppo e il perfezionamento di tutti gli studi sul Cosmo, sull'essere umano e sulla Realtà. Essa nacque dalla necessità di delineare una serie di regolamenti fondamentali per impedire l'abuso di un potere tanto pericoloso e al contrario per svilupparne tutti gli aspetti benefici.
    Anche secondo l'arte e la scienza alchemica, l'uomo permane al centro di un sistema di interazioni con l'Universo: la ricerca del sé, dell'interiorità e dell'illuminazione è infatti sia il punto di partenza della pratica, sia il fine ultimo dell'Alchimia. L'uomo deve conoscere sé stesso per poter interagire con la natura e l'interazione con la natura tramite la propria volontà permette la trasformazione dell'individuo.
    La trasformazione di sé non è tuttavia intesa come mutazione o allontanamento dalla natura umana. Le ferree regole della disciplina vietavano categoricamente di sperimentare sugli esseri viventi e perciò ogni manipolazione o perversione rappresentava un grave affronto e veniva severamente punita. L'altro divieto assoluto riguardava l'alterazione dei legami cosmici e dei poteri a essi associati.
    Proprio per prevenire e sopprimere efficacemente tali devianze, la pratica dei precetti alchemici era relegata a un piccolo gruppo e ogni segreto veniva celato tra i membri della Casta.

    Come già detto, la capacità di un individuo di piegare il Cosmo per modificare la realtà doveva sottostare a una profonda comprensione ed elevazione personale. Senza abbandonare la visione filosofico-metafisica, a essa fu affiancato un preciso studio di carattere scientifico, che permise agli Alchimisti di comprendere il mondo attorno a loro partendo dalle sue componenti fondamentali.


    L'ALCHIMIA DEI METALLI

    L'origine delle ricerche svolte dai Re Santi era ovviamente il legame tra il Cosmo e l'Oricalco.
    I primi esperimenti che diedero il via a quello che sarebbe stato in seguito codificato come "processo alchemico" altro non erano che primitivi tentativi di comprendere cosa fosse e come funzionasse quel minerale così diverso dagli altri. Avendo studiato le stelle per conto di Yig, Rylhir e Dyzan conoscevano da tempo le proprietà dell'Oricalco, in primis quella di assorbire e conservare energia cosmica e spirituale. Ci volle molto tempo per riuscire a comprendere che tale particolarità proveniva proprio dalle stelle e che probabilmente l'origine dell'Oricalco stesso fosse da ricercare nella volta celeste. Essi furono i primi a teorizzare che alcune delle stelle più antiche potessero nascondere il minerale al loro interno, probabilmente in qualche stato della materia ancora sconosciuto.
    Altrettanto tempo fu impiegato per capire come lavorare il materiale grezzo e renderlo malleabile come il metallo. Era già noto come gli uomini-serpente lo amalgamassero col Gammanium per ottenere armi potentissime e quasi inscalfibili, ma la progenie di Yig aveva gelosamente custodito il segreto di tale lavorazione.

    L'Oricalco nativo subiva un lungo e complesso processo di lavorazione, frutto soprattutto dell'affinità che Dyzan, divenuto il primo Re Santo dell'Ariete, aveva sviluppato con esso.
    Estratto spesso in forma cristallina, esso veniva fuso a temperature altissime, raggiungibili solo attraverso la manipolazione delle fiamme in ambiente controllato. Il prodotto ricavato veniva quindi esposto a una grande quantità di energia cosmica, che catalizzava una sorta di reazione sufficiente a orientare le molecole nella giusta direzione.
    Una volta alzata ulteriormente la temperatura, il materiale veniva fatto raffreddare, assumendo caratteristiche fisiche simili a quelle di un qualsiasi metallo, mantenendo al contempo anche le proprietà di base.
    Gli innumerevoli fallimenti che avevano preceduto la scoperta delle giuste procedure portarono Dyzan a sviluppare un metodo, una serie di passaggi e reazioni necessari alla trasformazione del minerale grezzo nella sua forma raffinata. Su questo metodo si fondò il processo alchemico, divenuto in seguito modello per qualsiasi tipo di sperimentazione, fosse essa pratica o teorica e da esso si svilupparono le tre fasi attraverso le quali ogni verità poteva essere svelata: Scomposizione, Purificazione e Trasformazione.

    La Scomposizione o Degradazione è il primissimo passo da compiere e il suo scopo non era altro che semplificare la sostanza studiata, dividendola nei suoi componenti basilari, oppure separandola da altre sostanze di tipo diverso, oppure ancora modificare il suo stato affinché possano essere applicati metodi di analisi o di sperimentazione non altrimenti sfruttabili.
    Segue quindi la Purificazione, o Distillazione, la fase che porta la sostanza scomposta al massimo grado di purezza, eliminando tutto ciò che potrebbe alterare la sostanza stessa o il procedimento in corso. Impurità materiali ed energetiche, instabilità di stato o qualsiasi aspetto grossolano o non rifinito sono tutte imperfezioni che non consentirebbero lo sviluppo dell'opera. Normalmente viene impiegato un catalizzatore o reagente (materiale oppure energetico) per ottenere la Purificazione.
    Infine la Trasformazione, o Sublimazione, porta la sostanza allo stadio finale, l'obiettivo della trasmutazione alchemica. In questo stadio la sostanza si fissa, si organizza secondo le forze applicate nelle fasi precedenti per acquisire gli attributi desiderati dall'Alchimista.

    La metallurgia divenne il campo principale di specializzazione della scienza lemuriana.
    Interi millenni di esperienza e intuizioni portarono gli artigiani e gli scienziati a un tale livello di maestria da non avere eguali sulla Terra. L'apice dello sviluppo dell'Alchimia dei Metalli venne raggiunto però solo in seguito alla Battaglia del Mare Cremisi, quando il terribile massacro persuase Atena a rivelare agli Alchimisti i segreti delle Kamui Divine.
    Unendo gli insegnamenti della Dea alle incredibili arti di cui già disponevano, gli Alchimisti riuscirono a catalizzare la perfetta unione tra l'Oricalco raffinato e il Gammanium tramite la Polvere di Stelle. Il Re Santo dell'Ariete e il Cavaliere dello Scultore riuscirono a forgiare degli utensili miracolosi e, dall'unione della scintilla divina donata dagli astri e del soffio vitale, nacquero delle armature vive, artefatti dalla potenza sconfinata che avrebbero potuto rivaleggiare con creazioni divine, capaci di incanalare la forza delle costellazioni ed esaltandone la benedizione.


    L'UOMO ALCHEMICO

    Nella visione proposta dall'Alchimia, le antiche pratiche assunsero un nuovo significato. I piani di esistenza dell'uomo smisero di essere considerati come interpretazioni variabili e assunsero un aspetto più definito, come se venissero considerati dei veri e propri ingredienti alchemici. Questa evoluzione intellettuale permise agli Alchimisti di studiare il proprio Io secondo gli stessi metodi utilizzati per studiare il resto del creato.

    Anche l'analisi del "fenomeno uomo", sebbene presentasse notevoli differenze e limitazioni nella sperimentazione rispetto alla manipolazione della materia inerte, era diviso in tre fasi:

    • Scomposizione: l'uomo come processo alchemico esiste già e anzi non va alterato nella sua composizione basilare, perciò non si tratta ovviamente di una scomposizione letterale, ma di una separazione concettuale tra le diverse componenti per ragioni di studio e comprensione. I primi Alchimisti lemuriani separarono l'uomo in tre componenti fondamentali, secondo quanto già noto al pensiero del tempo e alla tradizione.
      Si aveva quindi una componente fisica o solida (corpo), una componente eterea o aeriforme (spirito) e una componente intermedia o liquida, in parte fisica e in parte eterea (mente).
      Simbolo di questa fase è la costruzione di un triangolo equilatero, i cui angoli rappresentano proprio corpo, mente e spirito.


    • Purificazione: per preparare la trasformazione finale viene aggiunto un nuovo componente diverso dagli altri, il Cosmo, la componente superiore o plasmatica. Ciascun elemento è collegato direttamente agli altri e in questo processo vengono considerati proprio i rapporti tra le singole componenti, ma anche il loro insieme unitario.
      Presa coscienza dei propri limiti, il rapporto tra uomo e natura ora non avviene più tramite un processo inconscio o addirittura passivo, bensì in maniera del tutto consapevole.


    • Trasformazione: una volta compresi i singoli componenti e l'opera nella sua interezza, avviene il cambiamento. Il simbolo che esemplifica questa fase si modifica e viene reso più complesso, tridimensionale; il Cosmo viene rappresentato come un punto equidistante dagli altri tre, diventando il vertice di un tetraedro, a rappresentare la forza delle stelle che illumina l'umanità dall'alto.
      Lo scopo ultimo di ciascun Alchimista è quello di perseguire l'equilibrio tra le sue diverse componenti, raggiungendo uno stadio di consapevolezza superiore divenendo un essere incorruttibile e perfetto. Così facendo, l'essere umano nella sua forma più pura sarebbe in grado di fondere in maniera totale il suo microcosmo col Macrocosmo, raggiungendo la forma ideale che - si teorizzava - non fosse stata interamente prevista per l'uomo nemmeno dai suoi creatori.

    La Casta degli Alchimisti raggiunse delle vette di conoscenza altissime, tanto da permettere a ciascuno dei suoi membri di ottenere un alto grado di controllo sulla Realtà. Diversamente da quanto avviene al giorno d'oggi, le costellazioni non concedevano la loro benedizione a un solo individuo, ma erano estese all'intera famiglia, che coltivava i poteri da esse concessi attraverso le generazioni. La consanguineità era senz'altro la ragione più semplice per questa condivisione, ma pare che fosse possibile estendere l'influenza delle stelle anche a qualcuno che non possedesse questo dono fin dalla nascita. L'unico divieto era quello di manipolare tale legame al fine di ottenere diversi tipi di benedizione oppure interrompere la connessione con la propria costellazione, concetto che veniva considerato alla stregua dell'eresia.

    I membri più anziani delle diverse famiglie parevano essere in grado di alterare la Realtà al punto da superare la concezione di spazio e di tempo. Seguendo i precetti dell'Illuminazione prima e dell'Alchimia in seguito, sembra che la profonda comprensione dell'Universo permettesse loro di piegare lo spazio con la mente, esercitando un raffinato potere psicocinetico, oppure di spezzarlo e attraversarlo, in una sorta di teletrasporto.
    Solo in pochi, tuttavia, decisero di coltivare queste capacità, rendendole intrinsecamente parte della loro eredità.

    Col passare dei secoli, da una parte a causa della salita al potere di Zeus, della nascita delle prime generazioni di uomini mortali e dall'altra a causa delle scoperte di Asclepio, della guerra e della distruzione di Lemuria, gran parte della saggezza e dei segreti di queste arti vennero dimenticati o perduti. Soltanto alcuni testi segreti sopravvissero alla distruzione tra le montagne dello Jamir e da allora solo pochi individui sono riusciti in epoche più moderne a raggiungere quella stessa grandezza sognata e tanto agognata dai loro antichi predecessori.


    MISSIONE

    Atena, da sempre sostenitrice dell'umanità tutta, è la protettrice della pace e della giustizia sulla Terra. Lo scopo dei suoi Cavalieri - o Saint - è quello di difendere questi stessi ideali e allo stesso tempo gli stessi mortali dalle terribili minacce che nei millenni si sono avvicendate. Che il pericolo provenga dai servi di altre divinità o da forze primordiali, un Cavaliere è pronto a dare la sua stessa vita per portare a termine la sua missione e il suo cuore, come la sua fede, rimane salda nell'affrontare qualsiasi avversità.

    Dopo la fine delle grandi guerre contro Atlantide, il ruolo degli antichi Re è profondamente mutato. Con la caduta di Lemuria, infatti, essi non svolgono più incarichi di governo, né di fatto controllano veri e propri regni. Il loro compito è quello di farsi garanti dei valori difesi dalla loro Dea, proteggendo gli innocenti e mantenendo la pace.
    I Dodici Cavalieri d'Oro, cioè coloro che ereditarono le mitiche armature dei Re Santi, sono divenuti guardiani, il cui compito ultimo è quello di difendere il Grande Tempio e la dea Atena. A ciascuno di essi è assegnata una delle Case dello Zodiaco, poste sulla lunga scalinata che conduce al punto più alto del Santuario, ove risiede la divinità.
    Le caste dei Principi e dei Cavalieri hanno dato vita rispettivamente ai Cavalieri d'Argento e ai Cavalieri di Bronzo, agenti che percorrono il pianeta in lungo e in largo per salvare quante più vite possibili.

    Dopo il Tempo del Mito, la costante vigilanza dei Cavalieri ha assunto via via sempre più connotati di segretezza, una lotta nelle ombre e contro le ombre.
    Il Grande Tempio stesso è stato nascosto alla vista dell'umanità, celato in una valle e circondato da difese naturali e cosmiche.
    Ciò ha permesso al genere umano di svilupparsi in maniera autonoma, combattendo le proprie battaglie senza affidarsi a un potere superiore. Le civiltà si sono susseguite una dopo l'altra, indipendenti e sempre meno consapevoli del sottilissimo equilibrio di potere che utilizzava la Terra come principale terreno di scontro.
    Dopo il 2012 tale equilibrio è nuovamente mutato, precipitando il mondo nella disperazione. In seguito all'Armageddon, i Santi di Atena sono tornati a essere dei fari di speranza, assumendo apertamente - nel totale crollo della società moderna - il ruolo di guide e protettori senza più farne segreto alcuno.
    Da allora il Grande Tempio non è più soltanto la fortezza dei fedeli di Atena, ma anche un luogo sicuro, una delle pochissime zone libere della terra in grado di ospitare i pochi sopravvissuti rimasti.
    Negli ultimi anni sono state alzate nuove cinte murarie, costruite nuove zone residenziali e un completo sistema di autosostentamento all'interno della vallata del Santuario, che riesce a garantire abbastanza cibo per la popolazione in lentissima crescita. La recente liberazione dell'Attica e la bonifica della vicina capitale potrebbe anche concedere la ripresa di una vita quasi normale per molti rifugiati, dopo anni passati a sopravvivere in spazi ridotti all'osso.
    Atena infatti non vuole soltanto salvare gli uomini dalla Corruzione e nasconderli dentro la campana di cristallo che è il Santuario: il suo scopo ultimo è quello di riuscire non solo a sconfiggere il male che sta affliggendo il mondo, ponendo definitivamente fine all'Armageddon, ma vuole anche cogliere l'occasione per ricostruire la società umana, questa volta aiutandola in modo diretto e visibile.
    Gli uomini sono sempre riusciti a risorgere dalle proprie ceneri più forti di prima e Atena ha intenzione di aiutarli a rinascere, forti di tutta la conoscenza che fin'ora hanno acquisito e che la Dea ha costantemente cercato di difendere e preservare.




    Edited by Him3ros - 29/11/2023, 18:14
     
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