Alle Montagne della Follia - Seconda Parte

Mega Quest Asgard&Gea

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    Protogenos of Death

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    ...




    Cosa vedono i Gea quando arrivano nella zona da cui proviene il segnale radio?
    Questo: LINK

    Agite nella vostra sequenza solita di post entrando nel combattimento (Black fammi sapere se ti sei portato dietro la radio o meno, per gli altri mettetemi nelle note cosa avete preso dall'accampamento 1)

    Dopo che i Gea avranno postato posto io, poi God Warrios-> Gea-> Io etc....

    Buon proseguimento :deathmetal:




     
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    Alle Montagne della Follia 3 - Part I
    zeqWK


    Ad ogni passo che facevo la neve scrocchiava sotto i miei piedi, producendo un rumore veramente tremendo. Correvo talmente rapidamente che quei suoni si concatenavano, formando un unico suono che seguiva esattamente le mie orme.
    Avevo sempre odiato la neve, ogni volta che ci facevi un passo sopra e i tuoi piedi vi affondavano sembrava che si spezzasse qualcosa, era come camminare su delle ossa fragili come il vetro. In quel momento mi pareva di star camminando sopra una immensa distesa di ossa, mentre il vento che spazzava quelle lande era la voce dei dannati. Il mio sconforto non era mai stato tale, eravamo appena arrivati lì e già non ne potevo più. Era come l'inferno in Terra, un supplizio che mi veniva inferto ancora prima della mia morte. Ma dovevo continuare a correre, non potevo fermarmi. Se mi fossi fermato forse non avrei avuto più la forza di riprendere a correre.
    Fottutamente debole, ecco cosa ero. Sapevo di essere in una terra di morte e desolazione, con l'unico scopo di affrontare un male ancestrale talmente potente da poter distruggere il pianeta stesso, di star correndo incontro ad un misterioso pericolo senza la minima garanzia di tornare vivo da quel posto.

    -Se mi fermassi, se fallissi, avrei davvero un posto dove tornare? Potrei semplicemente entrare dentro casa e stare lì come se niente fosse, facendo finta di essere fuggito e che non ci sia alcuna minaccia?-

    Una lacrima solitaria mi scese lungo la guancia, perdendosi nell'aria insieme alla neve. No, non avrei mai potuto farlo. Avrei continuato a correre verso la morte, avrei strisciato sui gomiti piuttosto che fermarmi adesso. Il mio orgoglio non mi avrebbe mai permesso di arrendermi in una situazione simile, nonostante il terrore che avevo dentro. Avevo scelto quella vita quando avevo accettato l'eredità lasciatami da Kidest, quell'armatura che adesso indossavo, il simbolo di tutto ciò che ero: un Cavaliere, uno dei Custodi del pianeta, scelto da Gea stessa.
    Avevo preso un impegno serio, dal quale dipendeva la mia vita. Fuggire non era una possibilità. In fin dei conti ero come un soldato...
    Marciare nella neve, verso il nemico, consapevole che la mia vita adesso dipendeva esclusivamente dalle mie azioni, senza la possibilità di voltarmi indietro.
    Ma guardandomi attorno ebbi una minima consolazione. I miei compagni, i miei... i miei amici erano con me e potevo contare anche su di loro.
    Improvvisamente una fiamma mi si riaccese nell'animo.
    Mica potevo semplicemente appoggiarmi a loro, non ero certo più debole né più incapace! Come io avevo bisogno di loro, loro potevano avere bisogno di me! Come ero spaventato io, potevano esserlo loro! Con che coraggio avrei semplicemente accettato il loro aiuto senza ripagarli?! Un tempo ero solo, mentre adesso, quelli che erano perfetti sconosciuti fino a qualche tempo prima, mi avevano accettato come uno di loro. Per me significava più di quel che si potesse credere.
    Improvvisamente, in mezzo alla neve che fioccava, vidi una grossa ombra in lontananza, qualcosa di nettamente più grosso di una persona e anche di una tenda.

    -Ehi, vedo qualcosa là davanti!-

    Forse gli altri avevano visto a loro volta, ma con quella visibilità non si poteva mai dire. A malapena riuscivo a distinguere la linea dell'orizzonte che separava cielo e terra...
    Accelerai ancora di più la mia corsa, deciso a scoprire di cosa si trattasse. Ormai ero conscio che da quelle parti c'eravamo solo noi, il nostro nemico e forse qualche ricercatore superstite, ma quell'ombra non poteva certo essere né di uno dei Gea né di una persona normale, quindi era piuttosto ovvia come conclusione: finalmente avremmo visto in faccia l'avversario.
    Un'improvvisa esplosione di fuoco nella direzione in cui stavo correndo, oltre a farmi prendere un colpo, illuminò la scena che si stava svolgendo poco più avanti: quattro guerrieri in armatura stavano fronteggiando due gigantesche "cose".
    Le cose in questione sembravano giganteschi vermi scuri e semitrasparenti, all'interno dei quali potevo intravedere svariati oggetti, anche se ero ancora troppo distante per vedere bene. Si stavano evidentemente lanciando in una violenta carica, diretti verso il gruppo dei guerrieri. Anche se lenti, data la loro stazza avrebbero comunque colpito con potenza devastante, spazzando via ogni cosa.
    Il mio cosmo avvampò rapidamente, mentre mi avvicinavo sempre di più al campo di battaglia. Non sapevo chi fossero quei tizi, ma sapevo bene che quelle creature non potevano essere qualcosa di buono e visto che il nemico del mio nemico è mio amico avrei dato una mano a sistemare quelle creature immonde. Inoltre il cosmo che emanavano sembrava decisamente quello di un essere umano, il che mi rassicurava ulteriormente.

    -SPOSTATEVI!!!-

    Ero ormai pochi metri dietro il gruppetto che stava affrontando le due bestie quando urlai, sperando che mi sentissero e che nessuno si mettesse sulla mia linea di tiro. Un torrente di fuoco scaturì dal mio pugno destro, puntando verso la più vicina delle due creature, andando esattamente a puntare contro quella che poteva essere definita la sua testa secondo il punto di vista umano. Tuttavia non ero disposto a finire ammazzato per quei tizi lì, quindi avevo adottato la tattica del mordi e fuggi. Nel mio avvicinarmi avevo deviato leggermente a destra, per poi muovermi in obliquo a sinistra, lasciando partire il colpo mentre mi muovevo in quella direzione così che fosse esattamente parallelo allo spostamento del mostro, ma in modo che una volta avvenuto lo scontro fra le mie fiamme ed esso sarei stato al di fuori della sua traiettoria.
    Ed eccomi per l'ennesima volta a fare qualcosa senza sapere assolutamente nulla di quello che stava succedendo, cosa che stava iniziando a succedere un po' troppo spesso. Non sapevo chi erano quei tizi, non sapevo cosa fossero quelle creature, non sapevo perchè ciascuno delle due cose si trovava lì in quel momento e non sapevo perchè il dannatissimo giorno in cui mi ero preso quella cloth e le responsabilità che ne conseguivano non mi ero fatto prima vedere da uno psichiatra.

    KgReq
    narrato; pensato; parlato



    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Cloth ~ Darian del Leone
    Stato della Cloth ~ Perfect - Indossata
    Condizioni Fisiche ~ Perfect
    Condizioni Psichiche ~ Ansioso

    Note
    Arriva la cavalleria :zizi: Dopo una bella corsa in mezzo alla neve e al clima che sembra peggiorare sempre di più, arrivo alle spalle del gruppo degli Asgardiani e vedo che stanno affrontando due creature. Facendo due più due capisco che è il caso di aiutarli e subito dopo la fiammata sparata da Thorfinn arriva anche la mia, che però punta a colpirne uno solo :zizi:
    PS. non ho portato la radio :nono:

    Abilità utilizzate
    Agilità superiore


    Tra i più grandi felini al mondo, il leone domina la savana con la sua superiorità fisica, un misto di potenza e agilità. Proprio questa agilità si riflette sul possessore della Cloth del Leone, conferendogli capacità fisiche solo immaginabili per gli altri guerrieri. Il suo corpo diventa un macchinario perfettamente coordinato, permettendogli movimenti estremamente precisi e rapidi, un equilibrio eccellente, capacità di scatto e di salto superiori a quelle di chiunque altro. La sua velocità è tale che agli occhi di Cavalieri dotati di un potere al suo livello sembrerà quasi di vedere immagini residue dei movimenti del Cavaliere di Gea, atti a disorientare e distrarre potenziali avversari, tale è la sua rapidità e fluidità nei movimenti e negli spostamenti. Sul piano fisico trova ben pochi rivali grazie a queste sue capacità.

    Fuoco Dorato


    Tutte le creature di Madre Natura hanno sempre temuto la luce e il calore del fuoco, simbolo della civiltà umana, conquistato secondo la leggenda da Prometeo e poi donato all’uomo ma non alle bestie. Il Re degli Animali alla fine ha fatto suo questo potere, infondendolo nella sua Cloth, donandole il fuoco più bello e letale mai esistito. Fiamme dorate lo contraddistinguono dal fuoco dell’uomo, un colore dovuto al cosmo che arde come combustibile, fiamme selvagge e indomabili per chiunque non sia il Cavaliere che le crea, pervase di cosmo, tuttavia innocue per il Cavaliere del Leone. Molto più dannose di un normale fuoco, esse possono utilizzare come combustibile qualsiasi cosa, dal legno alla pietra, dal metallo alla carne, bruciando e consumando con ferocia inaudita. Sono altresì difficili da estinguere, estremamente calde come sono, persino stando diversi secondi sotto l’acqua o sotto terra. Un fuoco che ha il colore dorato degli occhi di un leone e la sua stessa ferocia.


    Tecniche utilizzate
    Pugno di Fuoco


    Facendo un gesto simile allo scagliare un pugno, si libera nella direzione del colpo un potente torrente di fiamme, che divora ogni cosa che incontra sulla propria strada. Il colpo e piuttosto ampio (circa due metri di diametro) e procede finchè possibile (ampiezza massima delle tecniche data dall’energia).
    ------
    L’attacco non può essere ridirezionato una volta scagliato.
     
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    ALLE MONTAGNE DELLA FOLLIA - GOD WARRIORS ED ELETTI DI GEA - POST 1: CROUCHING RUSH






    Narrato; "parlato"; "parlato Andrew"; °pensato°; <<monologhi>>; flashback


    Dopo essere ripartiti, una strana sensazione serpeggiò per un momento nel cuore di Pai Mei. Gli parve che il potere della Madre Terra si fosse assottigliato sempre più, e che il calore che lo pervadeva ogni qual volta camminava nei grandiosi e selvaggi domini di Gea lo avesse abbandonato.

    Il vento lo percuoteva al pari degli altri, flagellando la darian che ricopriva il suo corpo avvezzo ad ogni fatica e avversità. Smagrito, levigato, temprato per combattere ad ogni latitudine. Stava lasciandosi alle spalle le terre dove il macrocosmo di Gea era più forte, per andare incontro ad un potere occulto che abusivamente languiva alla fine del mondo da chissà quanto tempo. Qualcosa che lui pure aveva percepito, ma che aveva terrorizzato Demetra, la più sensibile e percettiva del gruppo messo insieme all'ultimo momento.

    °Se anche il cosmo della Madre non pervade queste terre, basterà la forza che ha instillato nel mio animo. Mi sento in grado di compiere qualunque impresa.°

    Sì, il vento lo percuoteva, denso di fiocchi di neve congelata: strappava il respiro dai suoi polmoni, graffiava le sue guance, sibilava tetro nelle sue orecchie.
    Ma lui continuava a marciare, senza temerlo. Da qualche parte, nel suo cuore, il filo che ormai lo univa agli altri lo persuadeva che avrebbero fatto lo stesso...

    Si fermò. Per un istante aveva avvertito... sì, non c'era possibilità di dubbio. Uno... no, più d'uno. Impossibile però capire quanti.

    Cosmi. Cosmi a lui familiari.

    °Ho già sentito questo tipo di energia. Sì, non posso sbagliarmi. Asgard!°

    Non molto tempo prima, era stato impegnato in una missione sul suolo asgardiano. Nel corso delle drammatiche ore che aveva trascorso a nord aveva fatto la conoscenza di Ryuga, nobile locale che un tempo aveva combattuto sotto le insegne di Odino, e che era stato poi preso di mira da un'oscura maledizione. Ryuga aveva dimostrato un'abilità e un cuore non comuni, e le persone poco più avanti, per quanto forse più acerbe, possedevano un'aura ugualmente selvaggia e coraggiosa.

    "Ehi, vedo qualcosa là davanti!"

    Andrew del Leone, che avanzava con lui, avvertì che un qualche evento aveva interrotto la bianca monotonia del paesaggio. Partì a passo di carica, e prima ancora di chiedere Pai Mei si ritrovò dietro di lui. Ma davvero non si vedeva nulla: la visibilità era ridotta quasi a zero, finché...

    ...il vento cadde per un secondo, ma fu sufficiente. Il muro di neve vorticante si acquietò quel tanto che bastava per mostrare lo scorcio di un titanico combattimento. Alcune sagome, i cavalieri dei quali aveva riconosciuto il cosmo indomito e battagliero, fronteggiavano una minaccia impossibile, inumana. Due colossali creature, dai contorni ancora indistinti, torreggiavano sopra di loro, facendo tremare la terra fin sotto i piedi degli Eletti con le loro movenze. Serpenti?

    Andrew era ormai sul luogo del duello, e seguendo l'esempio di un asgardiano aveva colpito: una vorace fiammata che, scaturendo dalle sue mani, mirava ad avvolgere con il suo splendore dorato uno dei mostri. Proprio la luce di quelle fiamme congiunte permise al monaco di vedere meglio con cosa avevano a che fare: non sembravano serpenti, più che altro lombrichi, vermi dalle fattezze disgustose, con numerosi organi simili ad occhi sulla parte anteriore e il corpo di un nero pece - nero che, schifosamente, era al tempo stesso trasparente e permetteva di vedere dentro le creature.

    "Per tutti gli dei. No"

    mormorò, a tutti e a nessuno. Anche in quella luce incerta era possibile riconoscere scheletri umani galleggiare all'interno di quello che senz'altro era l'apparato digerente, il quale forse correva per buona parte della grottesca anatomia dei mostri. Questi ultimi, muovendosi goffamente ma lasciando presagire tutta la forza di cui la loro mole li dotava, lasciavano partire schizzi di un letale liquame, corrosivo oltre ogni dire: la neve, che da quelle parti doveva essere più o meno perenne, si squagliava sfrigolando a contatto con la minima stilla.

    Un comune intelletto, meno avvezzo a scherzi della natura di tal fatta, sarebbe rimasto sconvolto. Non quello di Pai Mei, che da tempo ormai sguazzava in mezzo a battaglie e omicidi. Preparandosi a scattare in avanti, urlò l'ultima frase:

    "Demetraaa! NON LI TOCCARE! VOI TUTTI, RESTATE A DISTANZA! ATTENTI AL FLUIDO CHE SECERNONO"

    E partì verso il nemico. Nemico: in forma umana o meno, di questo si trattava. E se la forma era quella che aveva davanti agli occhi, non c'era dubbio che l'Antartide andasse mondato da tale sudicia presenza. Per quanto desolate, sempre di terre partorite da Gea si trattava.
    Le falde più esterne della sua aura cosmica, gonfiandosi a dismisura, crearono raffiche di vento che separarono in un baleno la tempesta, permettendo una più chiara visuale a tutti. Rapidi i passi di Pai Mei, rapidi eppure leggeri come piume: al suo passaggio, un solco profondo alcuni centimetri si produsse nella neve. Se i suoi compagni, o gli asgardiani, avessero rivolto lo sguardo nella sua direzione, forse non avrebbero visto altro che una sequenza di immagini simili a ologrammi ondeggiare un attimo e poi svanire seguendo la scia del velocissimo monaco.

    Nei pochi istanti che precedettero l'impatto, le sue facoltà marziali avevano analizzato la situazione. Colpire gli organi posti all'estremità superiore, sperando che davvero di occhi si trattasse? Pensò a cosa succede a un essere vivente se viene colpito agli occhi: sbraita, scalcia, colpisce senza criterio tutto ciò che ha intorno. No, più saggio colpire allo stomaco: per fortuna, gli scheletri di quei poveracci fungevano ottimamente da bersagli.
    Colpire con i suoi famosi colpi di taglio poteva essere un problema: se l'acido fosse sprizzato fuori anche dalle ferite, la traiettoria di simile proiettile sarebbe stata complicata da analizzare e prima lui, poi gli altri avrebbero potuto venire investiti da una morte atroce - anche se già aveva notato come le armature degli altri guerrieri riuscissero a reggere l'azione corrosiva.
    Anche per questo c'era la soluzione.

    Arrivò fin sotto al verme più vicino, restando tuttavia a una ventina di metri di distanza. Le proporzioni del nemico avrebbero spaventato uomini meno arditi: la sezione dei loro corpi aveva un diametro paragonabile ad alcune automobili messe una sull'altra, mentre la lunghezza non era ben quantificabile, visto che in parte erano nascosti alla vista di Pai Mei. Fu tutt'uno: fermarsi, ed estendere il braccio destro, caricato in precedenza con un quantitativo di cosmo ipercompresso ed ora rilasciato tutto insieme. Un bagliore istantaneo, di colore bianco. E un attacco di pura potenza che avrebbe colpito una superficie di mezzo metro quadrato.



    CITAZIONE
    Pg: Pai Mei
    Casta: Eletti di Gea
    Armatura: darian della Tigre (liv. IV, indossata, protezioni per il freddo attive; stato: integra)
    Stato fisico pg: ottimale
    Stato psicologico: calato nel ruolo dello sterminatore, concentrato sul bersaglio e anche, però, sui compagni

    CITAZIONE
    Abilità utilizzate:

    ●Vento: Pai Mei è versato fin da piccolo nelle arti marziali dell'Ordine del Loto Bianco, tra le quali predilige uno stile fatto di movimenti brevi e fulminei, tali permettergli di padroneggiare in modo limitato l'elemento vento creando forti e istantanee correnti d'aria che possono aprire grossi squarci e anche produrre dei tagli sulle superfici colpite, qualora esse non siano abbastanza robuste.

    ● Agilità straordinaria: Pai Mei possiede una corporatura forte ma flessibile, e con gli anni è divenuto straordinariamente agile nei movimenti, sì da distinguersi persino tra i suoi compagni di addestramento. Ciò gli consente di rimanere in perfetto equilibrio anche appoggiandosi a superfici molto ridotte, coordinarsi alla perfezione quando è sospeso a mezz'aria dopo un balzo ed evitare i colpi degli avversari con maggiore facilità di quanto non farebbe un pari energia.
    La coordinazione eccezionale di cui fa sfoggio mentre si muove si rispecchia anche nel rapporto con il suo cosmo, che manipola con efficienza senza pari quando si tratta di trarne supporto per le sue tecniche marziali: egli è in grado di spostarsi agevolmente e senza risentirne troppo alla velocità raggiungibile dalla sua energia, arrivando persino ad ingannare chi gli sia pari o inferiore in potenza cosmica e non sia dotato delle medesime, sovrumane facoltà (oppure di sensi molto acuti): questo inganno si sustanzia in immagini residue che rimarranno sospese in aria per un momento. Spesso è più che sufficiente perché l'ignaro avversario creda che Pai Mei si trovi ancora davanti a lui, non riuscendo a cogliere la reale presenza del ragazzo che magari sta per infliggere un colpo letale.

    CITAZIONE
    Tecniche utilizzate:

    Crouching Rush: dopo avere concentrato una elevata quantità di cosmo intorno alla propria persona, Pai Mei lo comprime per poi rilasciarlo tutto in una volta in direzione del nemico. Cruciale è la velocità con cui riesce ad eseguire il movimento, da cui dipende la deflagrante potenza del colpo sferrato. La definizione, altrimenti paradossale, di “slancio accovacciato” si riferisce al contrasto tra l'accumulazione del cosmo e il suo repentino rilascio. L'effetto visivo di questo colpo è paragonabile a quello di un'onda di energia che si palesa mediante un rapido bagliore bianco.

    CITAZIONE
    Riassunto: arrivati in vista dei vermoni, in un petosecondo Pai Mei analizza la situazione come ogni buon guerriero, e parte a velocità supersonica: il colpo, una botta cosmica altamente concentrata, mira a dove dovrebbe esserci lo stomaco del verme più vicino. Pai Mei sferra il colpo da una distanza di circa venti metri. P.S.: il guerriero di Asgard di cui parlo, di nome Ryuga, è un png che Violate sta usando in un mio upgrade per la cloth, ambientato appunto ad Asgard
     
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  4. Nimuo
     
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    WrJ4D

    Parlato-Narrato-pensato

    In un attimo fui accanto a Demetra, per sostenerla ed aiutarla a rialzarsi. Pensai inizialmente ad un mancamento dovuto al freddo, ma dovetti ricredermi, poiché era stata investita da qualcosa di più oscuro e profondo, che nessuno di noi altri era riuscito ad avvertire. Ancora non capivo cose come "emanazione cosmica" e simili, ma ne compresi la gravità attraverso le sue parole angosciate e i suoi tremori: il mio volto divenne ancora più preoccupato, mentre elaboravo il da farsi. Voltandomi verso i miei fratelli vidi nei loro sguardi i miei pensieri, tra i quali però non vi era posto per l'indecisione. Facendomi forte di questa condivisione presi in braccio Demetra, reggendola delicatamente.

    Sembra che non faccia altro che scusarmi... mi perdonerai per questo, dobbiamo correre!

    Non volevo assolutamente mancarle di rispetto, ma avevo compreso la difficoltà nell'affrontare un terreno così impervio come quello dell'antartide e non avevamo tempo da perdere. Le affidai il computer quindi scattai dietro Andrew e Pai Mei. Correvano agilmente, veloci come mai avevo visto in vita mia, riuscivo a stargli appena dietro e solo seguendo il sentiero aperto da loro.
    Più correvo più mi chiedevo cosa ci aspettasse, cercando di dar pace alla sensazione di inadeguatezza che mi tormentava: sarei stato un peso? Sarei stato in grado di aiutarli? E ancora di più, sarei stato in grado di proteggerli? Inutili pensieri che però non facevano che tormentarmi, d'altra parte non avevo ancora combattuto veramente contro qualcuno e ancora non conoscevo a pieno i miei poteri, quali fossero i miei limiti. Tuttavia non potevo e non dovevo tirarmi indietro.


    -Ehi, vedo qualcosa là davanti!-


    La voce di Andrew richiamò la mia attenzione e, sforzando di vedere oltre la tormenta, anche io riuscii a scorgere delle figure. Stavo per avvertire Demetra che mancava poco, quando un'enorme fiammata illuminò la terra ed il cielo, con un'esplosione attutita dal vento feroce ma che faceva comprendere la potenza dell'esplosione. Sorpreso mi accorsi che non avevo rallentato la mia corsa, anzi, avevo accelerato il passo, forse richiamato dall'urgenza. Per me fu impossibile stare dietro ai miei compagni, che scattarono ad una velocità che io appena potevo immaginare, precedendomi sul campo di battaglia.
    Quando anche io fui abbastanza vicino per vedere ciò che ci aspettava non riuscii a trattenere un sussulto: dei mostri terrificanti sembravano intenti ad aggredire due figure che a loro confronto sembravano formiche. Degli esseri che non avrei mai pensato potessero esistere, qualcosa che solo nei film dell'orrore si vedono: vermiformi, enormi, con file di denti appuntiti, emanavano un aura cupa e vuota.


    Madre dove ci hai condotto?

    Sussurrai quelle parole senza nemmeno rendermene conto, invocando qualcosa che nemmeno conoscevo. Osservai, per quello che mi era possibile i rapidi attacchi dei miei compagni, e non dovetti faticare molto per seguire il consiglio di Pai Mei.

    Ci siamo Demetra, adesso ti lascio andare ok?

    L'adrenalina aveva preso a scorrere ed in pochi secondi tutto il mio corpo si tese, pronto a lanciare un attacco. Cosa potevo fare dalla lunga distanza? Fino ad ora ero stato molto bravo a colpire con i pugni, sfogando la mia energia direttamente sul corpo avversario, ma in quel momento non avevo la possibilità di farlo. Con lo sguardo fisso sui mostri, che in quel momento erano avvolte da fiamme di svariato colore, decisi che non c'era tempo da perdere, dovevo approfittare del momento, ed assicurarmi che quelle cose non ci avrebbero attaccato. Richiamai il mio potere manifestandolo intorno a me: la luce bianca e calda che ormai mi apparteneva diede forza alle mie idee, modificando la propria forma. Ormai avevo compreso che potevo modificare la forma e la consistenza di quell'energia, quindi dovevo solo trovare la forma migliore per attaccare.
    Mi concentrai al massimo, per sviluppare la forza adeguata a quello che avevo in mente, quindi rilasciai tutto il mio potere, che esplose in sei frecce distinte tutte rivolte verso il mostro che Pai Mei aveva ignorato. Se tutto fosse andato secondo i miei piani, sarei riuscito a colpire l'immonda creatura trapassandola, un colpo che speravo non avrebbe lasciato scampo.


    2WYSB

    NomeOscar
    ClothCervo
    EnergiaVerde
    Status FisicoOttimo
    Status MentaleOttimo
    Status ClothIndossata

    Riassunto AzioniRaggiungo il campo di battaglia e attacco con il Vector Arrow, con frecce taglienti.

    Abilità
    Luce
    Sin dai tempi antichi il cervo è associato alla luce e al Sole: nelle leggende del nord, dove rappresenta l'illuminazione della civilizzazione, nella più conosciuta mitologia greca, dove veniva consacrato ad Apollo, Atena e Diana, dei della luce e della purezza. Oscar ha fatto sua questa eredità, riuscendo a di manipolare a suo piacimento la luce: dalla semplice manifestazione, che accieca gli avversari, alla creazione di raggi in grado di penetrare i materiali più resistenti. Inoltre, come i raggi del Sole, il suo cosmo è in grado di provocare ustioni anche di grave entità.


    Tecniche
    .Vector Arrow -offensiva-
    Oscar farà esplodere il proprio cosmo in una miriade di frecce luminose(il numero varia in base al cosmo utilizzato e il massimo numero dipende dall'energia in possesso) che scaglierà casualmente verso il suo avversario. Tali frecce una volta raggiunto il bersaglio potranno esplodere -e causare i tipici danni da cosmo- o, grazie alle proprietà del suo cosmo, perforare e tagliere. Purtroppo per l'avversario non ci sarà modo di capire quali frecce esploderanno e quali invece no. Vista la difficoltà di esecuzione in rari casi Oscar lancerà frecce con diverso potere durante lo stesso attacco, tenderà piuttosto a lanciare frecce o solo perforanti o solo esplosive, mantenendo comunque un certo effetto sorpresa.


    NoteScusa Kasde, ma Oscar è così... spero non sia un problema.
     
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    Figlia della Terra

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    > Bat no Demetra ●

    bat

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    2vjplrk




    S
    entiva ancora il suo animo vibrare dall’inquietudine e la mente annebbiata da ciò che aveva sentito. Il suo corpo era ancora scosso da leggeri brividi e spasmi, ma stava pian piano recuperando il controllo e la calma; non aveva prestato attenzione a chi l’aveva aiutata a rimettersi in piedi, ma da cosmo che percepì ai margini della sua mente doveva essere Oscar.
    Scosse piano il capo, come a volersi snebbiare la mente, percependo la preoccupazione e l’insicurezza dei suoi compagni, ma non vi era tempo per le debolezze. Doveva essere saldi e sicuri di ciò che stavano per fare.
    Deglutì, inspirando profondamente e cercando di azzittire quel senso di angoscia opprimente il quale, in quel momento, non le sarebbe stato utile, per nulla.
    Sentì i primi movimenti e stava già per muoversi a sua volta per seguire gli altri, ma non fece in tempo che si sentì sollevare da terra e prendere in braccio; si raggelò, shockata da quello che il suo confratello aveva fatto, non riuscendo a rispondergli. L’inadeguatezza, il suo sentirsi debole e inutile in quel frangente, si fecero sentire con ancora più insistenza, mentre stringeva forte il computer che le era stato affidato e provò paura. Una viscida e strisciante sensazione di gelo, le serpeggiò lungo al corpo, mentre una voce melliflua le poneva domande come: “Riuscirai a difendere i tuoi compagni?”; “Riuscirai ad adempire al volere della tua Dea nella condizione in cui versi?”; “Sarai all’altezza del compito, difettosa come se e in difficoltà su questo terreno inospitale?”. Tutte quelle domande, con tutti i loro dubbi e i significati in essi nascosti, la stavano spaventando e distruggendo allo stesso momento; per gli altri era lo stesso, forse, ma per lei quei dubbi e preoccupazioni erano devastanti. Loro non erano difettosi, loro erano funzionanti in ogni loro componente e lei? Lei era rotta. Gli mancava la vista uno dei sensi più importanti e il suo udito era compromesso da quell’immenso vuoto che aveva attorno; di certo poi, il comportamento di Oscar, anche se di fretta, non l’aveva aiutata. Si sentiva ancora più inutile e debole, quasi come se dovesse essere difesa. Strinse forte le labbra e il pc, la bollente indignazione le rodeva il corpo insieme alla determinazione. Non poteva cedere! La Madre l’aveva scelta per un buon motivo! La Madre non sceglieva i suoi guerrieri a caso; lei aveva visto qualcosa di buono e utile in lei e, di certo non l’avrebbe delusa, come non avrebbe deluso i suoi compagni. Doveva difenderli per quanto le sarebbe stato possibile e aiutarli, senza alcuna paura a preoccupazione. Loro ce la potevano fare anzi, dovevano farcela.

    Carica di quella nuova fiammella, percepisce prima degli altri la presenza di altre persone; ogni respiro o movenza, provocava delle piccole vibrazioni e il loro cosmo, la raggiungeva perfettamente. Aveva una percezione nitida della loro presenza la quale, poi venne confermata da Andrew ma, al contempo, una vibrazione diversa di una cosa semi liquida, enorme e che emanava un fetore acido e di putrefazione che quasi la fece vomitare, le giunse al naso. Il suo colorito si fece verde-grigiastro, ma non lo dette a vedere e, l’urlo di avvertimento di Pai Mei, la riscosse leggermente e sorrise leggermente.
    Tutto poi si svolse velocemente: la vibrazione del cosmo di Andrew con il cantico della fiamma ardente e successivamente quelli di Pai Mei e il vento e si senti frastornata e confusa, non sapendo esattamente cosa fare o meglio, lo sapeva. Ma quel susseguirsi di eventi uno dietro e sentire nuovamente i piedi toccare terra e il cosmo di Oscar, mischiato al peculiare cantico della luce, la portò a far girare freneticamente le rotelline nella sua testa e la sua versione chibi mentale ad un punto tale che, la sua controfigura mentale pucciosa, fece il botto. Dalla sua testolina, si alzò un funghetto atomico e, a caso, le passo ciò che stava cercando.

    Appena le giunse l’informazione prese a canticchiare una canzone a mezza voce; non sa se gli altri la stiano ascoltando, ma non le importerebbe più di tanto, mentre intorno a lei verrebbero a formarsi tanti piccoli pipistrellini neri come la notte i quali, le danzerebbero intorno pigramente.

    « CONSIGLIO DI INDIETREGGIARE! »

    Era raro sentirla usare un tono di voce così alto, ma quella tecnica poteva essere “pericolosa” anche per gli altri e, sperando che l’abbiano sentita tutti, scaglierebbe i suoi pipistrelli contro l’enorme figura vibrante e puzzolente; se l’essere venisse colpito dai pipistrelli, essi esploderebbero, producendo un suono limpido e tonante di campana, rilasciando però anche delle onde sonore che provocherebbero dei danni da impatti agli esseri.

    Casualmente, uno dei pipistrelli, andrebbe a finire vicino al posteriore di Oscar per poi esplodere. Provocherebbe però, un'esplosione di molto inferiore a quella degli altri pipistrelli, tanto per far spaventare Oscar.

    « Scusami Oscar. Mi deve essere sfuggito. »

    Tranquilla e pacata è la voce della giovane albina, che non pare troppo preoccupata per il cervo di luce.


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    Stato Fisico x Ottimale | Stato Mentale x Ottimale/fuso | Stato Darian x Integra | Segni particolari x Fasciatura che le copre la parte degli occhi


    AbilitàTecniche

    Ultrasuoni x Questa abilità, permette a chi ne fa uso, di produrre con il solo ausilio del proprio corpo, diversi tipi di onde sonore a frequenze variabili. Gli ultrasuoni, sono delle onde meccaniche sonore. A differenza dei fenomeni acustici propriamente detti, le frequenze che caratterizzano gli ultrasuoni sono superiori a quelle mediamente udibili da un orecchio umano.

    Sensi Sviluppati x E' un'abilità che si sviluppa con il tempo, la dedizione e la pazienza. Tale abilità, permette di sviluppare i quatto sensi di cui l'essere umano è in possesso e accuirli, rendendo il soggetto più sensibile al mondo che lo circonda.



    tecnica Offensiva Pipistrelli Esplosivi x Canticchiando un motivetto a mezza voce e concentrando il suo cosmo, crea attorno a se dei pipistrelli i quali, vengono lanciati verso l'avversario; la peculiarità di queste piccole creature è il fatto che appena toccano qualsiasi cosa esplodono, rilasciando nell'aria un'intensa onda sonora, simile al suono vicinissimo di una campana. Se l'avversario viene colpito o si trova in prossimità dell'impatto, riporterà ferite da impatto, stordimento e sordità temporanea.






    Note x Scusatemi, ma il pg ha avuto un momento fluffoso.XD
    Nimu, scusami per la mini vendetta, ma a Dem non piace essere un peso per gli altri o essere aiutata senza che lo abbia espressamente richiesto.
    Scusate il ritardo!^^""

     
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    *La serie di assalti si abbatte senza pietà sulle due bestie prese di sorpresa, spezzandole e disperdendole come fossero melma, melma che sembra mantenere una certa volontà visto che sembra che i vari pezzi si muovano indipendentemente.

    I loro resti sprofondano nella neve sparendo in enormi nuvole di vapore acqueo, lasciando buche dai bordi anneriti, sia dalle fiamme che dall'effetto del loro corpo.*




    I vermoni sono sconfitti, potete confrontarvi liberamente per presentarvi, mazziarvi, fare quello che volete.
    Quando arrivate ad una comune decisione sul da farsi scrivetemelo nel topic off gdr :zizi:
    Per i post di solo dibattito tra i vostri pg siate sintetici :zizi:




     
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  7. ullallà!
     
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    |"Parlato Frederich"|"Parlato altrui"|°Pensato/Telepatia Frederich°|°Pensato/Telepatia altrui°|



    Poco tempo era passato dal loro arrivo in quei luoghi, e già una serie di situazioni impensabili si erano verificate. Prima le tracce e i ritrovamenti tra le nevi, poi i mostri sbucati dal nulla – quindi altro ancora.
    Colpendo fameliche, le fiamme di Thorfinn avevano divorato letteralmente la carne dei vermi, dando mostra del magnifico potere di cui il barbaro era dotato. Da quando si era messo in quella faccenda, dal suo vero principio, Fred aveva trovato diversi motivi per andare avanti, per curiosare un altro po’: nuove realtà da scoprire, profezie antiche e fantasmi. E ora nuove conoscenze.
    O forse no.
    Comunque, tra la polvere di ghiaccio e il vapore rilasciati nell’aria, le creature erano sparite. Sconfitte e ricacciate nel sottosuolo, non erano state solo le azioni dei due guerrieri del Nord ad avere il loro effetto però – c’era anche dell’altro. Movimenti nel cosmo, la presenza di altri guerrieri in quelle lande inospitali – altre cose da scoprire. Gettò un rapido occhio ai suoi compagni, i profili confusi nel vapore; il segno del loro passaggio l’avevano lasciato, i vermi, e non era detto la cosa fosse finita lì: guardò meglio, attese un istante.
    Il ghiaccio gli rispose col silenzio.
    Niente pareva smuovere la situazione, non più di quanto era già accaduto almeno. Scrutò i profili dei nuovi venuti con occhio serio, per poi scoprire una presenza che lui già conosceva: il leone di fuoco, guerriero di cui portava ancora i segni.

    Sperò che anche l’altro avesse il suo con sé, di segno – non aveva mai accettato l’idea di aver perso la spada viola, il favoloso lascito degli antichi custodi di Megrez. In un primo momento aveva pensato di andarla a riprendere, cacciare in lungo e in largo il guerriero del bosco: era una parte di sé quell’oggetto, un compimento spontaneo del suo affascinante e mai sufficiente potere.
    Ma un’altra serie di eventi l’avevano travolto, eventi più gravi e pericolosi – incredibili, in una parola. Gli stessi eventi che li avevano portati a rincontrarsi lì, adesso.

    Si affiancò a Finn, il più in vista dei suoi compagni; non aveva idea circa le intenzioni dei guerrieri, e il Leone aveva dimostrato un'indole focosa, per quanto interessante. Si scrollò gli spallacci dal ghiaccio e dalle cenere, lascito della battaglia, quindi parlò, il cosmo ancora lontano dall’essere cheto.

    “AH, questa è una vera sorpresa!”
    “Andrew, il Leone di Gea. Come scordarsi di te e del nostro – mmh, scambio di vedute?”


    Gli accenti affabili come al solito, la parlantina sciolta. Gettò particolare enfasi sull’ultima espressione, massaggiandosi la barba biondiccia con fare circospetto.
    Un altro occhio all’esterno, sempre ansioso di tenere il controllo, quindi tornò suoi nuovi venuti. Li squadrò con calma, soppesando i loro volti e le luci nei loro occhi – ma soprattutto la natura di quei cosmi.
    Cosmi con un accento selvaggio, particolarmente presente nel Leone – come ricordava – e in almeno un altro di loro. Cosmi primordiali anche, da cui non percepiva una chiara nota di pericolo: pareva anzi tutt’altro, in alcuni.

    “Resta da vedere la natura di questa sorpresa, però…”


    Si rivolse al barbaro, arricciando le labbra. Aveva parlato con parole leggere, quasi dando fiato alle preoccupazioni della sua mente. Il fuoco dell’Asgardiano non era stato il solo ad abbattere i mostri, e altri poteri ancora vi avevano partecipato, l’aveva intuito malgrado il trambusto.
    Ma parole luccicanti a parte, non poteva fidarsi – non l’aveva mai fatto.






    QUEST ~ Alle Montagne della Follia, parte II.
    FREDERICH ~ God Warrior di Megres.
    ENERGIA ~ Verde.


    CONDIZIONI FISICHE: Piccole "macchie" di bruciato sui punti delle braccia scoperti, leggero affaticamento da uso di cosmo. .

    RIASSUNTO AZIONI: Chiacchiere :sisi:

    EDIT: Aggiunto specchietto.


    Edited by ullallà! - 1/6/2013, 16:26
     
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    Alle Montagne della Follia 3 - Part II
    zeqWK


    Non mi era mai piaciuto ammazzare esseri viventi, ma dovetti ammettere che ammazzare in quel modo aveva qualcosa di spettacolare. Un'ondata di colpi aveva travolto quelle abominevoli creature, facendole letteralmente esplodere in un tripudio di luci colorate ed esplosioni dal notevole effetto scenico. Sembrava quasi che fosse stato un immenso fuoco d'artificio colorato a distruggere quelle bestie.
    Però i loro resti che si sparsero su tutta la distesa di neve e ghiaccio mi fecero accapponare la pelle: ovunque erano piovute ossa umane semi-digerite e ammassi di poltiglia acida che stavano addirittura sciogliendo il terreno sotto di loro. Era stata un'ottima idea colpire dalla distanza quelle creature, altrimenti non avrei potuto garantire che i nostri corpi ne sarebbero usciti interi.
    Beh, ormai era tardi per preoccuparsi di certe cose e per fortuna era andato tutto bene. Era quindi giunto il momento di occuparsi dell'altro problema.

    -AH, questa è una vera sorpresa! Andrew, il Leone di Gea. Come scordarsi di te e del nostro... mmh, scambio di vedute?-


    Friederich di Megres, Cavaliere di Asgard. Più quelli che probabilmente erano suoi compari. Osservai per un attimo lo spigoloso uomo al fianco del guerriero di Megres, un cavaliere dall'aria arcigna e pericolosa e con un cosmo di notevole potenza, o almeno se paragonato al mio. Forse per Pai Mei non sarebbe stato un avversario così temibile...
    Diamine, li avevo appena incontrati e già pensavo a loro come nemici! Non sapevo nemmeno perchè fossero lì!
    Accantonai per un attimo il ricordo dello scontro col tedesco, che Friederich aveva voluto stupidamente ricordarmi, e ragionai sul perchè quel gruppetto di guerrieri fosse lì. Poteva forse darsi che centrassero con il nostro compito? Possibile.

    -La sorpresa è reciproca, Friederich. Ti trovo molto più in forma dell'ultima volta che ti ho visto, mi fa piacere. Ma sono più che altro sorpreso dal trovarti qui. Non è esattamente un posto dove si va coi propri amici a fare una passeggiata. Immagino siate qui per qualche motivo in particolare...-

    Parole fredde come il ghiaccio su cui stavamo in piedi, ma che erano necessarie. Per quanto quell'individuo non mi andasse a genio, in quel momento avevamo già troppi nemici e pochi amici e se i Cavalieri di Asgard stavano lottando anche loro contro quelle creature forse voleva dire che il nostro scopo era il medesimo o che almeno coincideva per la maggior parte con il loro. Difficile a dirsi, visto che non sapevamo quasi niente del nostro compito.
    Guardai per un attimo gli altri Gea, incerto se proseguire o meno la frase. Poi osservai i volti degli Asgardiani. Indossavano cloth diverse dalle nostre, servivano un dio diverso, ma in fondo eravamo tutti umani che abitavano su quel pianeta e il nostro scopo era salvare proprio gli umani e quel pianeta.

    -... come noi del resto-

    Io avevo ragionato in maniera piuttosto liberale, ne ero consapevole. Il me di un tempo sarebbe rimasto sulla difensiva e avrebbe tentato quantomeno di tenere a distanza i guerrieri del Nord, ma ero cambiato e speravo non in peggio. Ma quei guerrieri temprati dai cosmi gelidi probabilmente non erano della mia stessa idea. Se volevo risposte dovevo convincerli.
    Un mulinello di fuoco si generò dalla mia mano, allungandosi per un breve tratto verso l'alto. Nonostante il mio cosmo fosse nuovamente calmo e non battagliero, temetti di provocare delle reazioni spiacevoli nei guerrieri di Asgard. Ma dopo un paio di secondi ecco che le fiamme scomparivano e al loro posto rimaneva la spada violacea del Cavaliere di Megres, rimasta in mio possesso dopo il nostro scontro.
    Con forza presi e la conficcai nel terreno davanti a me di punta, certo che un po' di ghiaccio non avrebbe avuto effetti dannosi su quella lama unica. Mi era capitato più volte di esaminare con curiosità quell'arma nel periodo in cui era stata in mio possesso e avevo scoperto con mio stupore che era terribilmente affilata e altrettanto robusta. Mi ero sorpreso a pensare che ero stato fortunato a non averla dovuta affrontare in battaglia.

    -Questa è tua. Potrebbe servirti visto quello che sta succedendo-

    Aggiunsi con un sorriso a metà tra l'ilarità e la sfida. Quello era il mio segno di buona volontà nei confronti degli Asgardiani.

    KgReq
    narrato; pensato; parlato



    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Cloth ~ Darian del Leone
    Stato della Cloth ~ Perfect - Indossata
    Condizioni Fisiche ~ Perfect
    Condizioni Psichiche ~ Calmo

    Note
    In mancanza di rami d'ulivo restituisco la spada a Freiederich :zizi: Ci sono già abbastanza nemici secondo il parere di Andrew e mantenere rapporti quantomeno amichevoli con gli altri è più che necessario :zizi:

    Abilità utilizzate
    Nessuna
    Tecniche utilizzate
    Nessuna
     
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  9. 'Azz!
     
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    ALLE MONTAGNE DELLA FOLLIA - GOD WARRIORS ED ELETTI DI GEA - POST 2: CONCILIABOLO




    Narrato; "parlato"; °pensato°; <<monologhi>>; flashback


    Le armature dei nuovi venuti, la veemenza con cui si erano scagliati contro l'alieno nemico, e ora il nordico contegno, calmo e misurato come si addice ad ogni buon guerriero nato in Asgard: tutto in loro ricordava al monaco la sua non troppo lontana avventura nelle terre del Nord, durante la quale non aveva incontrato nessuno che portasse una God Robe, ma in compenso si era imbattuto in un buon numero di abominii e per un po' aveva temuto di lasciare quel mondo che tanto amava.
    Chiuse a chiave nella propria memoria quella vicenda, in un angolo ove non potesse disturbarlo.

    Li squadrò per un attimo. Fulgidi esempi di quella razza così abituata ai ghiacci eterni... e infatti non sembravano soffrire l'assurdo clima dell'Antartide più di tanto. In particolare, lo colpì l'uomo alto che indossava le armi di Merak, e che aveva un cosmo non meno fiammeggiante di quello di Andrew. Anche Megrez lo stupì: a quanto pareva lui e il Leone già si conoscevano.

    "Vedo che le presentazioni tra voi due non sono necessarie... e che Andrew si portava dietro qualcosa di tuo, cavaliere"

    disse riferendosi alla spada di ametista, sbucata fuori come per magia. La fronte serena, le mani aperte e leggermente in avanti come a mostrare intenzioni pacifiche, continuò:

    "Immagino sia per voi una sorpresa trovare gli Eletti di Gea, la Madre, a queste latitudini. In realtà non lo è più di tanto, poiché rispondiamo alla chiamata della Madre e ci dirigiamo laddove i suoi domini siano in pericolo... e questo può ben includere persino queste plaghe così poco ospitali. Più singolare, in effetti, è trovarci tutti nello stesso posto, giacché gli Eletti di norma proteggono ciascuno aree geografiche più limitate: è che abbiamo ricevuto tutti la medesima chiamata. Qualcosa di grave sta accadendo qui, e quelle creature ne sono la prova."

    "Io sono Pai Mei, e incarno lo spirito della Tigre dell'Est. Nato in Jamir, terra di eroi al pari della vostra, la mia dea ha guidato i miei passi qui, e insieme ai miei compagni ho viaggiato per scoprire l'origine del cancro che sta corrodendo il pianeta a partire dal Circolo Polare Antartico."

    "Piuttosto, e scusate se ve lo chiedo: cosa ci fate voi qui, in pratica agli antipodi della terra che avete giurato di proteggere? Arrivo a pensare che Odino abbia un ottimo motivo per lasciare i propri domini sguarniti di così validi difensori."


    Le parole del jamiriano svelavano i suoi peggiori timori: due divinità tanto diverse che mobilitano tutti i rispettivi più forti paladini nello stesso tempo e, presumibilmente, per la medesima causa. Il problema poteva essere più vasto di quanto loro tutti speravano, e i raccapriccianti anellidi uccisi poco prima non ne erano che l'anticamera.
    Che una spedizione scientifica di per sé innocua avesse risvegliato qualcosa che era sfuggito al suo controllo? Tenne per sé un'ultima considerazione, e cioè che ancora una volta, forse, la smania di progresso dell'uomo aveva provocato più danni di quanti non ne avesse risolti.


    CITAZIONE
    Stato fisico: perfetto, a parte il freddo che comunque ormai dà meno fastidio di quanto non facesse all'inizio.
    Stato darian: perfetto (protezioni contro il freddo sempre attive :ehsi:
    Stato psicologico: esteriormente rilassato, interiormente preoccupato del possibile significato della presenza dei God Warriors.
    Riassunto: bla, bla, ciao ciao.
     
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  10. Nimuo
     
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    WrJ4D

    Parlato-Narrato-pensato

    Appena un attimo dopo che il mio colpo fu partito sentii un'esplosione colpirmi nella zona sacrale: non so se fu per l'energia che ancora mi circondava o se fosse il colpo in se ad essere debole, ma non ricevetti alcun tipo di danno. Con la coda dell'occhio vidi Demetra sorridere maliziosa, ma in quel momento dovevo concentrarmi sui mostri, difatti non abbassai la guardia fino a quando non li vidi scomparire annichiliti dalla forza -o forse dal numero- dei colpi. Non mi scomposi di fronte all'orrore che lasciarono, forse peggio di ciò che erano da vivi, tuttavia il dispiacere per quelle persone che ormai erano irriconoscibili e che nessuno forse avrebbe ricordato, mi lasciò un retrogusto amaro che non avrei dimenticato. Finito il nostro scontro lampo, mi avvicinai ai miei compagni cercando di capire chi avessimo assistito, notando immediatamente armature lucenti del tutto paragonabili alla mia. Lasciai ai miei fratelli il compito di rompere il ghiaccio, incuriosito dal leggero astio che sembrava trapelare dalle parole di Friederich e di Andrew, ma non ci fu bisogno di mitigare gli animi.

    Mi presento anche io, Oscar, eletto di Gea. Mio fratello Pai Mei solleva delle questioni interessanti, anche io sono curioso di capire cosa ci porta qui.

    Osservai per qualche secondo i loro visi, e non riuscii a percepire intenzioni ostili, accarezzando l'idea di aver trovato alleati.

    Arriviamo da un campo che si trova poco più a valle rispetto alle montagne, richiamati da una trasmissione ricevuta tramite una radio. Pensiamo provenisse proprio da qui e da quelle... creature.

    La preoccupazione di Pai Mei andava oltre la mia comprensione, mi mancava l'esperienza per comprenderne il peso, ma non ero uno sciocco e sapevo leggere dietro le righe e non promettevano niente di buono. Decisi quindi che fosse opportuno condividere quello che sapevamo, nella speranza che gli altri ci avrebbero aiutato.

    Inoltre se le mie supposizioni sono esatte, ci dovrebbe essere un altro campo, ancora più vicino alle montagne. Forse li troveremo qualche altra risposta.

    Forse ero stato troppo avventato, ma non c'era tempo da perdere e soprattutto, volevo andarmene da quel posto.

    2WYSB

    NomeOscar
    ClothCervo
    EnergiaVerde
    Status FisicoOttimo
    Status MentaleOttimo
    Status ClothIndossata

    Riassunto AzioniMi presento e cerco di spiegare quello che ho già detto agli eletti.

    Abilità

    Tecniche

    Note
     
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    bat

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    E
    tutto esplose. La convergenza dei loro attacchi aveva dato vita ad una esplosione, dove i corpi gelatinosi di quelle creature si erano smembrati; sentì il rumore acqueo dei pezzi che si distaccavano e cadevano a terra in un tonfo leggero, seguito subito dallo sfrigolio della neve e dal tonfo leggero di qualcos’altro. Il tremendo ore di acido, morte e ossa disciolte le arrivò al naso, facendola indietreggiare leggermente di un passo e trattenere il respiro, mentre cercava di abituarsi.
    Sentiva una brutta sensazione attanagliarle il petto e sapeva il perché. L’urlo che aveva sentito in precedenza dalla radio e tutto ciò che da essa era giunto, l’avevano sconvolta. Non si sarebbe mai aspettata che un male così grande si sarebbe risvegliato e che la Madre lì avrebbe mandati nella tana nel lupo. Rabbrividì leggermente, ormai il freddo lo sentiva lievemente, e abbassò il capo pensierosa, finché non sentì la voce di Andrew; lentamente, si avvicinò al gruppo, orientandosi grazie alle loro voci e lì raggiunse, restando però discostata visto che l’odore in quel punto era ancora più forte di prima.
    Ascoltò Andrew, scambiare parola con un uomo di nome Friederich e percepì altri cosmi sconosciuti, ma non ostili.
    La preoccupazione che sentiva nella voce di Pai Mei era uguale alla sua, ma non sapeva quanto il fratello avesse compreso esattamente di tutta quella questione; l’Antartide era la terra dell’orrore e della pazzia, dove l’animo debole soccombeva alla morte e l’animo forte impazziva nella paranoia e nel terrore. Scosse piano la testa, mentre il vento ora si era fatto leggero come anche i fiocchi che scivolavano sulla terra. Sentiva aria di tempesta e quella quiete, non faceva che preannunciargliela a viva forza; sospirò piano, volgendo il capo verso i due gruppi e alle parole di Oscar rimase in silenzio, per qualche attimo, per poi prendere parola.

    « Demetra Caelum, Eletta di Gea. »

    Delicata la voce e gentile il tono, mentre si rivolge ai nuovi giunti con un piccolo inchino rispettoso, ben sapendo che sono di Asgard, ma la cosa non le provoca alcun fastidio, per poi sollevare il viso verso l’alto; se l’avessero guardata inviso, i nuovi giunti, avrebbero visto un elmo che richiamava la forza della testa di un pipistrello che la copriva sui lati del viso e la parte degli occhi, coprendoli del tutto, mentre i capelli candidi come la neve che scendeva svolazzavano leggeri alla brezza.
    Non parlò più, c’erano gli altri per assolvere a quel compito, visto che lei preferiva stare nella penombra, ma rimase vigile, nel caso i suoi sensi captassero qualcosa di nuovo o di pericoloso.


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    Ultrasuoni x Questa abilità, permette a chi ne fa uso, di produrre con il solo ausilio del proprio corpo, diversi tipi di onde sonore a frequenze variabili. Gli ultrasuoni, sono delle onde meccaniche sonore. A differenza dei fenomeni acustici propriamente detti, le frequenze che caratterizzano gli ultrasuoni sono superiori a quelle mediamente udibili da un orecchio umano.

    Sensi Sviluppati x E' un'abilità che si sviluppa con il tempo, la dedizione e la pazienza. Tale abilità, permette di sviluppare i quatto sensi di cui l'essere umano è in possesso e accuirli, rendendo il soggetto più sensibile al mondo che lo circonda.



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    *Vi state scambiando le informazioni per qualche minuto, quando la terra torna a tremare e a fumare.
    Una decina di vermi neri sbuca dalla neve, corrodendola con la materia gelatinosa che li compone.

    Proseguite verso quello che sembra il terzo campo, noi ci occuperemo di queste bestie.
    Potrebbero essercene molte in giro ed è buono che uno dei due gruppi copra le spalle all'altro mentre è in avanguardia...

    *Freiederich e gli altri Asgardiani iniziano a bruciare il loro cosmo e a scatenarlo contro i vermi.
    E' la vostra occasione.*




    Il terzo accampamento è quello che avete visto nella mappa.
    E' il terzo più grosso ed è vicino alla montagna.
    Quando ci arriverete, attraversando una tormenta di vento pieno di neve e ghiaccio, lo troverete praticamente raso al suolo, più degli altri.
    Se cercate troverete ben poco.

    I residui dell'accampamento danno sul fianco di quella che sembra una montagna, nel quale potete notare uno strato di ghiaccio dissolto, un secondo strato roccioso ricoperto da strani simboli che ha un'apertura nel mezzo, creata probabilmente da una potente esplosione.
    Tuttavia non ci sono molti residui in giro.

    Innanzi alla breccia notate decine e decine di solchi nella neve ed un cadavere, di cui resta solo il lato destro del corpo.
    Accanto al corpo c'è un registratore di missione, apparentemente ancora funzionante.

    Agite come meglio credete :zizi:

    PS: Le informazioni raccolte dal primo accampamento:

    CITAZIONE
    Nel computer trovate aperti tre file in finestre una sopra l'altra:
    1- Una mappa della zona con dei puntini rossi, tre, dislocati attorno alla montagna. Sono in linea retta. Il più grosso dei punti rossi è quello vicino alla montagna
    2- Un programma di posta elettronica. Le mail riguardano aggiornamenti informali ad un certo James Logan, email: [email protected]. Le mail sono in inglese ed è abbastanza evidente che trattino di un qualche rilevamento geologico.
    All'inizio parlano solo delle evidenze geologiche della regione, lamentando nulla di fatto e criticando il professor Leonard Foster per averli portati fino a lì e parla di un certo professor Donald Norrington, definendolo un ciarlatano.
    Le mail più recenti, che terminano a una settimana fa dicono che il Campo 3 ha trovato qualcosa, dicono resti fossili ma una tormenta ha silenziato le radio.
    Il giorno dopo è successo con il Campo 2.
    L'ultima mail parla di strani rumori, come piccoli terremoti.
    Poi più nulla.
    3- Una nota con scritto:"Techeli? O Tekeli? Cosa cazzo vuol dire?? Cosa cazzo vuol dire??? Maledetto Foster e questo inferno!! Domani riascolterò quelle registrazioni sulla radio, ora non ce la faccio più, non ce la faccio più..."





     
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    Alle Montagne della Follia 3 - Part III
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    Scoprire che gli Asgardiani erano nostri alleati in quelle terre desolate e piene di terribili sorprese mi alleggerì l'animo, prima gravato da mille preoccupazioni. Forse eravamo ai limiti della terra a combattere mostri sconosciuti, ma se non altro potevamo contare gli uni sull'aiuto degli altri, anche solo per tornare a casa tutti quanti vivi.
    I convenevoli durarono ben poco, però. A quanto pareva non avevamo nemmeno tempo per fare quattro chiacchiere.
    Numerose creature vermiformi, all'incirca dieci, sbucarono dalla neve, facendosi largo attraverso di essa sciogliendola esattamente come avevano fatto i loro simili precedentemente abbattuti. Fu uno spettacolo piuttosto schifoso vedere quelle masse gelatinose ergersi su di noi, tremolando sotto le violente sferzate del vento, semitrasparenti e fumanti per le sostanze acide che contenevano, mentre la neve che cadeva evaporava istantanea non appena li sfiorava. Non l'avrei ammesso nemmeno sotto tortura, ma a vederli meglio e senza lo scatto di adrenalina che avevo avuto prima incutevano un certo timore.
    Fu un discreto sollievo vedere i Cavalieri del Nord farsi avanti, decisi ad affrontare la minaccia per darci modo di raggiungere il terzo campo base, quello che secondo la mappa si trovava ai piedi del massiccio montuoso.

    -Fate vedere a questi cosi perchè non bisogna mai mettersi contro un Cavaliere. Noi intanto andiamo a vedere cosa c'è più avanti-

    Il cosmo degli asgardiani che cominciava a bruciare fu una risposta sufficiente per me. Se la sarebbero cavata. Probabilmente.
    Mi voltai verso i miei compari, incitandoli

    -Andiamo! Adesso o mai più!-

    E così riprese la nostra avanzata nella neve, con l'ignoto davanti e imprevisti alleati che combattevano alle nostre spalle, mentre la neve ci circondava sempre più fitta e il vento ci colpiva sempre più gelido.
    La neve per terra mi arrivava ormai oltre la caviglia e ad ogni passo temevo di sprofondare in una delle famose gole nel ghiaccio celate dalla neve fresca. Ancora di più era le neve che continuava a scendere senza sosta dal cielo, ormai molto più fitta di quando eravamo partiti, che andava a formare quasi una cortina bianca davanti ai miei occhi, permettendomi di vedere a malapena a qualche metro di distanza. Poi cominciò a tirare il vento.
    Raffiche brusche e taglienti, come lame sottili che si insinuavano tra i vestiti fino a raggiungere la pelle, che oltre a buttarmi addosso la neve che cadeva sollevavano quella presente sul terreno, contribuendo notevolmente a peggiorare la situazione. Ormai non vedevo più che ad un paio di passi di distanza, giusto il necessario per non finire contro la prima roccia che usciva dalla neve. Il terreno si era fatto sempre più pieno di piccole rocce, alcune quasi delle dimensioni di una persona, segno che c'era molta più pietra da quelle parti. Forse la tempesta non ci aveva fatto sbagliare strada e ci stavamo avvicinando alla montagna.
    Dietro di me sapevo che c'erano ancora i miei compagni solamente perchè percepivo il loro cosmo nelle vicinanze, altrimenti, basandomi solo sui miei normali cinque sensi, sarebbero potuti essere anche dispersi da tempo nella neve. Forse, tra tutti quanti, Demetra sarebbe stata l'unica in grado di trovarci senza percepire il nostro cosmo, ma con quel vento tremendo forse anche i suoi super-sensi sarebbero stati inutili.
    Raggiunsi il campo senza nemmeno accorgermene. Quando affondai per la milionesima volta il piede nella neve, sentii sotto la mia pianta del piede qualcosa di solido. Sorpreso, mi fermai e osservai meglio: si trattava di un palo metalli sottile e laccato, incastrato con un altro e con attaccati ancora pezzi di tela. Insomma, era senza ombra di dubbio un pezzo di una normale tenda, simile a quelle che avevamo visto nell'altro campo. Guardandomi attorno, quel poco che riuscii a vedere furono pezzi di tende ovunque, frammenti metallici e altre oggetti semisepolti nella neve, mentre potevo sentire una qualche stoffa schioccare come una vela ogni volta che il vento la investiva. Del Campo 3 non rimaneva più nella se non resti devastati.

    -Ragazzi!!! Qui non è rimasto nulla!!-

    Per riuscire a farmi sentire sopra quel vento tremendo mi toccò sgolarmi, ma se non altro sperai che gli altri avessero capito.
    Come un fantasma tra delle rovine, mi aggirai a passo lento tra quei resti congelati, osservando la totale distruzione in silenzio. Oltrepassando quella devastazione, raggiunsi dopo poco una parete di roccia che saliva ripida verso l'alto, scomparendo oltre il sipario bianco creato dalla tormenta. Evidentemente avevamo trovato la montagna, cosa che confermava che quello era senza dubbio il Campo 3, visto che la mappa lo indicava vicino ad essa. Costeggiando il fianco della montagna, sorprendentemente liscio, proseguii nella direzione in cui sembrava avanzassero ancora i resti delle tende che vedevo alla mia sinistra. Pochi metri e anche i resti delle tende svanirono, però trovai ben altro.

    -Oh cavolo-

    Il terreno era stato segnato più e più volte, come testimoniavano le decine di solchi che andavano in varie direzioni. La cosa più inquietante era da dove provenivano tutti quei solchi: una sorta di fenditura era stata aperta nel ghiaccio e nella roccia sottostante, aprendo un varco verso ciò che vi era oltre. La roccia era totalmente ricoperta da simboli ignoti e molto probabilmente antichi a giudicare dal suo stato, mentre i segni lasciati sul ghiaccio lasciavano intendere che fosse stato usato un potente esplosivo per creare quel passaggio. La conferma di ciò l'avrebbero potuta dare i detriti causati dall'esplosione, ma stranamente non c'erano né scaglie di ghiaccio né pezzi di pietra nei dintorni. Forse erano stati coperti dalla neve, ma non mi misi a cercarli, concentrato maggiormente su qualcos'altro.

    -PRESTO!! CORRETE QUI!! HO TROVATO QUALCOSA!!-

    All'ombra del passaggio, giaceva in terra qualcosa. La neve aveva solamente iniziato a coprirlo, ma quando mi avvicinai per controllare meglio, mi bloccai immediatamente, mentre sentivo il mio stomaco rivoltarsi. Quelli che sembravano resti umani, tremendamente straziati e mutilati, giacevano a terra nella neve. Era come se del corpo di quella persona tutto il lato sinistro fosse stato strappato via con violenza, lasciando il resto a congelare nella neve.
    Forse era meglio aspettare che arrivassero gli altri per veder meglio e farsi qualche idea, prima di giungere a conclusione affrettate, ma la situazione mi sembrava chiara: da quel passaggio era uscito qualcosa, anzi, molto qualcosa e quelle creature avevano massacrato tutti quanti. E forse ce n'erano altri là annidati nelle tenebre.

    KgReq
    narrato; pensato; parlato



    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Cloth ~ Darian del Leone
    Stato della Cloth ~ Perfect - Indossata
    Condizioni Fisiche ~ Perfect
    Condizioni Psichiche ~ Inquietato

    Note
    Mi limito a seguire la traccia, non ho tempo per mettere robe extra @___@

    Abilità utilizzate
    Nessuna
    Tecniche utilizzate
    Nessuna
     
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  14. 'Azz!
     
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    ALLE MONTAGNE DELLA FOLLIA - GOD WARRIORS ED ELETTI DI GEA - POST 3: A OGNUNO LA SUA PARTE




    Narrato; "parlato"; "parlato Andrew"; "parlato God Warriors"; °pensato°; <<monologhi>>; flashback


    La terra tremò. Di nuovo.
    Era destino che quel viaggio non contemplasse neppure un attimo di tregua. Proprio ora che nuovi compagni si erano aggiunti alla spedizione, le insidie dell'Antartide tornavano a reclamare attenzione. Infatti i due colossali vermi di prima erano solo un'avanguardia.
    Altre creature, similmente foggiate dall'ironica fantasia di un artefice tanto dotato quanto pazzo, bucarono la neve con le proprie eburnee forme, dimenandosi per un istante nell'aria gelida per ricadere con parte del proprio disgustoso corpo sul suolo immacolato. Pai Mei ne contò una decina, ma non ebbe il tempo di soffermarsi.
    I God Warriors avanzarono compatti, frapponendosi tra i mostri e gli Eletti di Gea, pure pronti alla pugna. Pai Mei, già con la guardia alzata, ebbe presto sentore delle loro intenzioni, che vennero a loro volta confermate da parole impavide:

    "Proseguite verso quello che sembra il terzo campo, noi ci occuperemo di queste bestie.
    Potrebbero essercene molte in giro ed è buono che uno dei due gruppi copra le spalle all'altro mentre è in avanguardia...
    E' la vostra occasione."


    Si concesse mezzo sorriso (a detta di chi lo criticava, il cinquanta per cento della sua scorta annuale di espressioni di gaiezza) e fece per voltarsi:

    "I soldati di Odino, fieri e indomiti, reclamano per sé questo duello. Sia: dimostrate il vostro onore, rispediteli negli inferi dai quali provengono e poi raggiungeteci... oppure crepate con onore! Eletti di Gea, il nostro obiettivo è la montagna!"

    La mappa che avevano trovato al campo base A, correttamente decifrata da Oscar e Andrew, mostrava che il terzo puntino rivestiva un'importanza predominante. Sia per le dimensioni, decisamente maggiori rispetto agli altri due, sia perché era l'ultimo.

    La marcia non fu facile: nulla, in quel luogo, lo era. La furia degli elementi crebbe, e si scatenò con tutto l'impeto di cui era capace: pur acclimatati e bardati alla bisogna, i quattro eroi dovevano spesso proteggersi il viso, e finanche il monaco era scosso dai brividi. Badando a che Demetra non si confondesse a causa dell'assenza di punti di riferimento e della forza della tormenta, cercò di seguire la strada che conduceva all'obiettivo (cosa non molto difficile, visto che da lì alla montagna la strada era più o meno sgombra e pianeggiante, senza valloni da superare o oggetti da aggirare).

    Ai piedi del monte, gli elementi tendevano a placare il proprio sfogo: i primi rilievi minori offrivano un piccolo riparo e fungevano da frangivento. Il fianco vero e proprio offriva una prova della bizzarra morfologia del luogo: saliva subito verso l'alto, quasi a perpendicolo, forse per effetto della costante erosione degli elementi. Il gruppo seguitò per alcuni minuti a esaminarlo, dato che se un campo base c'era, doveva essere lì, dove il vento colpiva di meno e c'erano maggiori probabilità di lavorare senza disturbo.

    La voce di Andrew, di nuovo udibile al di fuori della cacofonia del vento, annunciò una scoperta.
    Ai suoi piedi la neve celava a malapena i resti di un insediamento umano, e le rocce a strapiombo nelle vicinanze ne erano anzi curiosamente prive. Nel bel mezzo della parete, un foro di dimensioni ragguardevoli interrompeva la maginficenza della natura, stonando come un peto in un salone affollato di dame dell'alta società.
    Pai Mei, che aveva pensato di trovare un accampamento simile al primo, si stupì di quanti pochi resti ci fossero. Che qualcosa avesse strappato via le vite degli scienziati al lavoro, era ormai assodato: le cose dovevano essersi volte al peggio ben presto per i temerari. Ma non vi erano più tende, niente più...

    °...tracce di vita, o di un'opera di qualche tipo. Qui qualcosa è passato e si è portato via tutto, senza pensare. In un istante di follia omicida.°

    Il pensiero corse subito ai vermi alieni di poco prima, e alla battaglia che i God Warriors stavano portando avanti anche per loro. Non se ne udiva più il fragore, ma con quel vento lo trovò normale.
    Furono i simboli incisi sulla roccia intorno al tunnel a incuriosirlo. Avrebbe scommesso che non facevano parte di un codice da scienziati, e neppure che erano frutto del caso o della mano di uno squilibrato. Come in una lingua che non si conosce, essi celavano una grammatica arcana che poteva solo essere intuita dai profani.

    Che cosa fa un temerario quando un'apertura misteriosa, circondata da oscuri segni, gli si schiude dinanzi? L'istinto è quello di entrare. Pai Mei non era un temerario in senso stretto: piuttosto un guerriero riflessivo che fa la propria mossa solo dopo aver bene ponderato ciò che può comportare. Nelle viscere della montagna sarebbero stati ben più esposti agli assalti delle creature nere, e in particolare lui si sarebbe trovato forse a disagio in uno spazio angusto. Ma poteva contare pur sempre sul proprio cosmo indomabile.
    E gli altri? Ne percepiva il fervore, al di sotto di un comprensibile strato di incertezza. Il cosmo non mente: il Fato gli aveva donato finalmente compagni, e compagni degni di andare a fondo di quella storia.

    "L'assenza di resti, o quasi, secondo me sta ad indicare il passaggio di quei mostri. Così come scioglievano la neve, avranno potuto ben fare altrettanto con qualche pezzo di metallo. Inoltre non credo che..."

    "Presto!!! Correte qui!!! Ho trovato qualcosa!!!"

    Andrew stava in piedi, interdetto, e poi un'espressione di puro disgusto gli coprì il volto. La stranezza della situazione, la sua improbabilità lo avevano colpito come una mazzata alla nuca. E come dargli torto? Il mezzo cadavere che affiorava dagli ultimi strati nevosi non poteva che essere stato vittima dei vermi neri. Già, non doveva avere avuto il cosmo a proteggerlo, lui.

    "Osservate come l'acido ha annientato la parte sinistra"

    dissertò, con una fredda logica che colse lui stesso di sorpresa. Doveva essere in procinto di tramutarsi a sua volta in un mostro, se riusciva così bene a soffocare il naturale sgomento che quella visione avrebbe provocato... in chiunque.

    "Non può essere stato nulla di diverso. O forse sì, qualcosa di ancor più pericoloso? Se la Madre ci ha fatti venire tutti qui, dev'esserci forse qualcosa di ben peggiore di qualche vermone."

    Già, forse parecchi vermoni, obiettò il suo non del tutto atrofizzato senso dell'umorismo.

    Ciò che rimaneva del viso aveva un'espressione indicibile: era come se quell'uomo avesse inseguito le speranze e gli obiettivi di una vita, per poi accorgersi di avere commesso un tragico errore.

    "Oh"

    disse, distogliendo l'attenzione dalle macabre spoglie. Forse qualcos'altro era scampato all'oblio perenne di quella tomba di ghiaccio: a poca distanza, alla destra della mano ancora intera, un registratore in uno stato sorprendentemente buono riposava in attesa di essere trovato. Aveva gli isolamenti tipici delle attrezzature che già avevano reperito in precedenza, e chissà, magari funzionava ancora. Lo sollevò con la sinistra.

    "Più ci imbarchiamo in questa storia, maggiore è l'impressione che qualcuno voglia tirarci un brutto tiro. Ma chiunque sia il burlone, avrà di che pentirsi della sua sfacciataggine. Fratelli, io dico di sentire che cosa questa macchina ha da dirci, e di entrare nella voragine facendoci largo a suon di pugni."

    La sua mano destra, libera da impegni, avvampò di un cosmo bianco e arancione, che subito si tramutò in un turbine. I venti lambivano la darian, senza toccarla, mentre avrebbero fatto brandelli di qualunque cosa li avesse sfiorati dal di fuori e non fosse stata robusta abbastanza.

    "Esprimete la vostra opinione, ve ne prego. Io non ritengo utile separarsi ancora, e penso che insieme fronteggeremmo meglio i nuovi pericoli che senz'altro ci attendono. Ma la decisione dev'essere presa coralmente, come abbiamo fatto fin qui. Pur essendo disposto a sacrificare la mia vita alla causa, non smanio di fare lo stesso con le vostre, compagni."



    CITAZIONE
    Stato fisico: perfetto.
    Stato darian: perfetto - protezioni contro il freddo sempre attive. NOTA: mentre la quest "riposava", ho finito l'apposito test e raggiunto il grado V. Essendo però un upgrade istantaneo incompatibile con lo svolgersi degli eventi, per ora sono ancora al IV, e mi riservo di "evolvere" la darian più avanti.
    Stato psicologico: ormai calato nella logica di una battaglia senza logica, anche se sospetto che il peggio debba ancora arrivare :asd:

    Riassunto: lasciati gli Asgardiani a menarsi con i vermi, ci si sposta al terzo campo, del quale non rimane più nulla. Trovato il registratore, non lo accendo (nel gruppo c'è qualcuno molto più portato di Pai Mei per la tecnologia), ma incito gli altri alla lotta :x):
     
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  15. Nimuo
     
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    WrJ4D

    Parlato-Narrato-pensato

    Con mio grande dispiacere il nostro scambio di informazioni fu immediatamente interrotto dall'arrivo di nuovi nemici. Tuttavia i guerrieri di Asgard decisero di affrontarli da soli, per darci la possibilità di avanzare nella nostra missione: un misto di preoccupazione e delusione mi pervase. Volevo proteggere i miei fratelli, e allontanarsi era forse il modo migliore per farlo, ma scappare da una battaglia era inaccettabile per me. Per fortuna ci fu chi decise al mio posto, poiché sia Andrew che Pai Mei scelsero di avanzare.

    Vi spettiamo più avanti!

    Questa volta evitai di offendere Demetra, e presi la sua mano per guidarla in quell'inferno che potevo solo lontanamente immaginare doveva essere per lei.
    Seguivo le scie lasciate dai miei fratelli, sperando di evitare così brutte sorprese, come baratri nascosti dalla neve. Mi trovai improvvisamente a pensare a come fossi finito li, e mi sorpresi non trovando nessuna risposta: un fastidio, la mancanza di qualcosa, un viaggio alla scoperta di me stesso e adesso, l'Antartide e dei mostri. Si dei mostri come si vedono nei film horror, dove non c'è modo di scappare se non dopo la morte di chissà quante persone e l'uso di chissà quale arma di distruzione di massa. Ma anche io facevo parte dei mostri, anche io adesso possedevo il potere di divenire un mostro per l'umanità.
    Incredibile, ma nella mia razionalità i mostri non avevano spazio nella realtà. Avevo sempre pensato che se mai mi fossi trovato di fronte a qualcosa che non ha niente di scientificamente spiegabile sarei semplicemente impazzito dal terrore. Ed invece eccomi qui, a correre ad una velocità spropositate, coperto da un'armatura talmente pesante che le mie membra avrebbero dovuto solo piegarsi e morire impossibilitate a fare qualsiasi cosa.
    Sorrisi eccitato. Ripetitivo, si, ma avevo trovato il mio mondo e sapevo che non poteva essere diversamente. Quante volte avevo avuto quella sensazione? Quante volte avevo pensato: "questo non è il mio posto, non dovrei essere qui"? Quante volte? un tarlo che rendeva le mie giornate senza senso, pesanti e spesso oppressive. Ma ora ero li, nel mio mondo.

    Arrivammo al campo -o almeno quello che ne rimaneva- in un attimo. Cercavo con lo sguardo qualche figura mostruosa, ma non tornava altro che desolazione e distruzione. Un brivido gelido mi percorse la schiena, mentre realizzavo che eravamo arrivati dove tutto era iniziato. Lo sguardo continuò ad indagare, questa volta cercavo degli scavi, o qualcosa che potesse ricordarli e subito fui attirato dalla parete della montagna. Era impossibile capire in quale punto si trovasse il campo, poiché la parete spariva immediatamente nascosta dalla tormenta di neve.


    Demetra, siamo al campo e... non c'è rimasto più nulla. Sembra che quei vermi abbiano raso al suolo tutto quanto e la neve ed il vento hanno fatto il resto...

    Mi interruppi voltandomi di scatto per vedere il volto della ragazza. Mi resi conto che non la conoscevo minimamente e senza troppi complimenti mi ero messo a fargli da guida e, ancora peggio, da occhi.

    Scusami, non volevo essere così...

    Così come? Invadente? Sfrontato? Offensivo? La mia mano tremò lievemente, come se volesse trasmettere quello che gli occhi di Demetra non potevano vedere sul mio volto. Ma quel momento fu interrotto dalle grida di Andrew, che richiamò la nostra attenzione. Guidai per l'ultima volta la ragazza, e una volta di fronte ai nostri fratelli la lasciai, abbassandomi sul cadavere.
    Uno spettacolo atroce, ma irresistibile. Fissai nella mia mente quel corpo mutilato, l'espressione indecifrabile. Decisi che non c'era tempo da perdere, che era nostro dovere fermare quegli esseri orripilanti.


    Non possiamo dividerci, qualunque cosa ci aspetti dentro questa montagna è una cosa che dobbiamo affrontare insieme Ma prima sentiamo cosa c'è sul registratore, forse ci può aiutare a decifrare quelli.

    Indicai i simboli che ornavano la roccia, incapace di collegarli a qualsiasi scrittura mai vista.

    2WYSB

    NomeOscar
    ClothCervo
    EnergiaVerde
    Status FisicoOttimo
    Status MentaleOttimo
    Status ClothIndossata

    Riassunto AzioniSeguo gli altri e mi impongo perché continuiamo uniti.

    Abilità

    Tecniche

    Note
     
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28 replies since 6/5/2013, 16:13   481 views
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