Saint Seiya Final  - I Cavalieri dello Zodiaco - Full Professional RpG by Forum

Posts written by ¬Elle

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    me ne occupo io draghetto :fiore:
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    Dhawyth→ UrielLux invicta • post IV •
    ♦♦♦♦♦


    L'angelo porta una mano tra i suoi capelli arruffati, sospirando prima di sorriderti pacatamente.

    Sei a casa...cioè più o meno, ci stiamo andando ecco. Ma prima di approdare nel Panangelicum devi rimetterti in sesto, lo scontro con quell'abominio...eh, diciamo che non ti ha fatto proprio bene.

    All'inizio non riesci a capire a cosa si stia riferendo, fino a quando ancora una volta quella dissonanza riverbera dentro di te, incontrollata. Il cosmo sfugge al tuo controllo e ti sembra di dover lottare con tutto te stesso per riprenderne il controllo, per affermare il tuo essere Uriel. In un attimo il guerrierio di Aether è al tuo fianco, imponendo la sua mano ricoperta di luce sulla fiamma che sembra ristabilizzarsi, brillando quasi ad intermittenza dalla tua coppa. Un velo di preoccupazione attraversa gli occhi del marinaio.

    A dhiabhail, avevo avvertito il disturbo nella tua aura ma non pensavo fosse così serio. Prima di ricongiungerti ad Aether dobbiamo stabilizzarti. Ho ragione di credere che l'aver risvegliato il tuo potere sotto Athena ti abbia scombussolato e non poco.

    Ti da' una pacca sulla spalla, sincerandosi delle tue condizioni e fa per avviarsi al timone salvo poi fermarsi all'improvviso

    Quasi dimenticavo, prima che tu creda, e anche giustamente, di avere a che fare con il più maleducato dei navigatori... - si mette una mano sul petto e ti rivolge un breve inchino, prima di aprirsi in un saluto molto più informale - Sono Brendan di Clonfert, apostolo d'Irlanda, viaggiatore dei luminosi oceani di Aether, mo deartháir. Ometterei per ora il "San" prima del nome, troppo pomposo anche per me. E benvenuto a bordo della Muirglór

    Il viaggio prosegue tranquillo, solcando quel mare che sembra non muoversi mai. Brendan ti invita al suo fianco, tenendo sempre lo sguardo fisso sull'orizzonte. Non sembra abbia bisogno di guardarti per capirti, eppure ogni parola che esce dalla sua bocca è in grado di donarti quel conforto di cui hai bisogno.

    So come ti senti, Uriel. Confuso, spaesato...ci passiamo tutti in un modo o nell'altro. Ma per fortuna possiamo sempre affidarci alle stelle, che scritte nel cielo dalla volontà divina, ci guideranno sempre sulla giusta rotta per farci tornare a casa. Datti tempo, fratello, e cerca di vedere tutto quello che ti è accaduto fino ad ora come una parte del viaggio che Aether ha scritto per te.


    Il viaggio verso l'Isola richiederà ancora un po' di tempo. Cosa ti cruccia, se posso chiedere?

    5WenuYi

    NOTE ♦ Post di transizione. Sei in vera forma ma la presenza di "Dhawyth" aleggia ancora dentro di te senti di poterla gestire però grazie anche al supporto di Brendan. Vorrei che ti concentrassi sullo stato d'animo di Uriel, ora che è sveglio.Tutto quello che ha rivissuto era un sogno certo, ma cosa ha lasciato dentro l'angelo? Riversa pure su Brendan tutti i tuoi dubbi e le tue domande, the ginger sailor is there for you 🌸
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    Hello, topic Lattughina per delle domande/curiosità che mi sono sorte. Elemento legno vs rose e rovi del cavaliere di Pesci (o anche in generale, legno driade vs legno altro csvaliere)

    1) Nel gaiden non mi ricordo come o in che punto, ma Luco riesce a prendere controllo delle rose generate da Albafica (mi sembra le nere e le bianche) rivoltandogliele contro, sfruttando controllo vegetale.
    Volevo quindi una mano nel capire se questo è fattibile anche qui, considerato che le rose sono armi cosmiche e tenendo conto che lo scontro sta avvenendo contro un'energia superiore alla mia attuale. È possibile deviarle/farle appassire?

    2) Sulla stessa scia, Driade ha controllo dell'elemento legno, Pesci ha rovi. Con adeguato dispendio cosmico e tenendo conto, sempre in questo caso, di disparità energetica (rossa vs blu), è possibile prenderne il controllo/indebolirli/farli marcire con il mio cosmo/potere?
    Meccanicamente parlando come potrebbe funzionare?

    grazie in anticipo :fiore:
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    Si si bello Oly, un simpatico angioletto, ma quella cloth di cartapesta non si può vedere, quindi pimpiamola subito :asd:

    L'energia c'è, la paura anche, quindi chiedo il test per l'ascensione ad Arcangelo della Furia :fiore:

    Ho già accordi per il suicidio con il master 💕
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    NecroMATTO

    welcome back :asd:
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    tumblr_ni3ddjqi921tqptlzo2_500♦♦♦♦♦

    Hello, non sono brava con le presentazioni ma ci provo lo stesso :fiore:

    • Per ora addestro fino a energia viola e picchio fino a rossa
    • Per lo stesso motivo, ad ora mi dedico solo ad un addestrando. Tendenzialmente solo Daimon (a prescindere dallo schieramento) ed eventualmente Black Saint.
    • In caso di estrema necessità posso spaziare ad altre fazioni previa consultazione con altri maestri e lettura approfondita di topic di lore su cui ammetto di non essere troppo ferrata. Questo punto non sussiste in caso di botte.

    Cosa mi piace
    • I personaggi coerenti e ben presentati, gli utenti che seguono la traccia che fornisco rendendola però più vivace, arricchendola con bei dettagli ma senza sfociare nell'esagerazione. Mi piace insomma quando l'addestrando non si limita ad una pigra rielaborazione di quello che ho scritto io ma si spinge un pochino più in là. (A questo proposito, se non siete sicuri o avete dubbi di sorta, contattatemi tranquillamente via mp )
    • Approfondire la psicologia del personaggio, la sua personalità e le sue motivazioni, e sperare di dare un buono spunto per la sua futura crescita e sviluppo. In generale, prima di iniziare un addestramento o in corso d'opera, mi piace anche sentire il parere dell'utente su eventuali richieste particolari/specifiche.

    Cosa non sopporto
    • I personaggi piatti, poco ricettivi e poco reattivi
    • Gli orrori grammaticali e i post scritti a lista della spesa.
    vi prego.
    non.
    andate.
    a.
    capo.
    ad.
    ogni.
    punto.
    quando.
    non.
    è.
    strettamente.
    necessario.

    Tempistiche
    • In tempi umani, sicuramente almeno un post ogni 7 giorni (dopo i quali potete tranquillamente mandarmi un trillo su msn mp.)Se l'addestramento mi piace particolarmente i ritmi potrebbero essere molto più veloci.

    Esempi di addestramento

    Lux Invicta → Primo add per Uriel

    Slot: [///] non disponibile

    5WenuYi



    Edited by ¬Elle - 2/5/2024, 15:46
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    Dhawyth→ UrielLux invicta • post III •
    ♦♦♦♦♦


    Vaghi senza meta, tormentato dalla spaccatura sempre più profonda tra chi realmente sei e chi hai creduto di essere fino a quel momento. . Senti che qualcosa sta cambiando, alienandoti sempre di più dalle limitanti abitudini e concetti umani: senti meno la stanchezza, nonostante il tuo incessante camminare, la fame non ti attanaglia eppure sono giorni che non metti sotto i denti qualcosa, il sonno è qualcosa che riconduci sempre più ad una perdita di tempo prezioso perchè sai che ti basta fermarti di tanto in tanto, meditare un poco per risentirti completamente rigenerato.

    Il tuo peregrinare senza meta ti porta nei pressi della costa. Il viaggio non è stato privo di pericoli: fuori dalla protezione del santuario, là dove la luce di Athena non risplende, il male è sempre in agguato. Ma tu Uriel, con la tua fiamma e il tuo bagliore, basti a tenere a bada quelle creature inferiori. Non sono pericolose, non per te che hai ormai risvegliato da tempo la scintilla del tuo cosmo. Eppure c'è qualcosa che continua a non quadrare. La conferma di questa interferenza giunge al calare della notte.

    Il tuo ricordo si fa al contempo più fumoso e più reale, prigioniero di un incubo febbrile: ricordi l'attacco di un'entità potente, rivivi la tua battaglia con esso e la tua caduta. Ricordi il panico, l'incertezza, la consapevolezza di avere un potenziale enorme dalla tua parte ma di non poterne attingere appieno, non in quella tua condizione sospesa tra ciò che eri una volta - un guerriero devoto alla dea ateniese - e ci che ancora non riesci ad essere - un guerriero della luce, un emissario di Aether, un figlio di Phanes.
    La battaglia è cruenta, ne rivivi ogni momento, ne risenti ogni ferita, ogni taglio, ogni osso spezzato fino a quando, questa tua incapacità di spezzare le catene che ti tengono ancorato al passato non si rivela fatale.
    Un assalto più feroce dei precedenti decreta la tua fine: senti la tua fiamma vacillare e rischiare di spegnersi per sempre mentre sprofondi sempre più velocemente in un oblio oscuro.

    La fiamma di Dio che si spegne per così poco? Coraggio Uriel, puoi fare meglio di così!

    E' una voce gioviale quella che risuona nella tua testa, un suono che riconosci immediatamente come amico. Un lampo di luce dorata illumina l'area a giorno, il mare si ritira con una velocità impressionante prima di abbattersi impetuoso e gorgogliante sull'avversario. Per un solo istante ti senti avvolto da un tepore rassicurante che manda in pezzi l'involucro umano che fino ad allora hai indossato, liberando la tua vera forma. Ma sai anche che ormai è troppo tardi.

    Il flashback si interrompe e finalmente apri gli occhi, svegliandoti di soprassalto. Ti guardi attorno spaesato, impiegando più tempo del necessario a capire dove ti trovi: realizzi di essere su una nave e stai solcando un mare placido ma che non conosi. Seduto sulla balaustra, con una gamba a penzoloni, una figura ti osserva, sollevata. Penetranti occhi arancioni sembrano guardare dritti nella tua anima, mentre una leggera brezza gli scompiglia i capelli ramati, gioca con le piume dellle sue ali. Ti sorride, amichevole.

    Ben svegliato, Uriel, cominciavo a temere il peggio

    pmmuNqg
    Blessed traveller, horizon walker
    SAN BRENDAN
    GLORIA DEL SEAFARER
    Angelo dello splendore



    5WenuYi

    NOTE ♦ Perdona l'attesa :fiore: Le note le sistemo più tardi che sono un attimo in corsa xD

    Edit 26.04: Note > Allora. There is A LOT to unpack. È un post molto corposo, da sviscerare per bene: siamo ancora nella dimensione del sogno/ricordo, la spaccatura Uriel/Dhawyth è sempre più evidente ed insopportabile. Il tuo camminare senza meta ti porta alla costa greca, immagina di dover affrontare piccole schermaglie con corrotti minori. Considerati energia viola ma senza poteri di sorta, solo cosmo grezzo, e gestisci tutto autoconclusivamente.
    Lo scontro notturno con un corrotto più potente segna la tua fine ma in un certo senso anche la tua liberazione dal passato.
    Alla fine ti risvegli: sei su una nave, stai solcando un mare di luce, e quella figura (ancora non sai chi sia) ti osserva. Per ora lo riconosci solo per il cosmo, come un guerriero di Aether.
    Per dubbi domande incertezze varie, son qua :fiore:


    Edited by ¬Elle - 26/4/2024, 08:56
  8. .
    maijlöcksche ✧ driade {IV} ✧ energia anemoneMidƨommarthe mourn of the glade
    In a field of flowers, where colors bloom bright,
    A child is lay asleep, in the soft sunlight.
    Despite the battle, raging nearby,
    Between the Flower Man bold, and the Queen of May high.

    Petals danced in the air, as the clash ensued,
    Yet the child slumbered on, in a dream so imbued.
    The scent of blossoms, the hug of the leaves,
    Wrapped around the child, like a comforting breeze.


    Sbocciò dal terreno, silenziosa, bellissima e terribile, sbucando dall'erba bagnata di sangue e dai petali putrescenti. Metallo violaceo, intriso di male ineluttabile, forgiato negli eoni dai tributi reclamati dal Dio dell'Oltretomba: la surplice della Stella del Cielo Asceso si dispose a protezione dell'involucro umano abitato dalla sua unica signora e padrona, rifulgendo nella sua tenebrosa e sinistra perfezione.
    Non aveva più motivo di portare avanti la pantomima della suora indifesa: Maijlöcksche aveva già ottenuto quello che voleva. Lo sguardo che Vridel rivolse a Hirmingard, la consapevolezza della sua crudele scelta e la certezza del dolore emotivo che lo avrebbe perseguitato da quel giorno, ogni giorno fino alla sua morte erano una piccola parte del prezzo che la Driade aveva reclamato per l'interruzione del suo Midsömmar.
    Poi sarebbe venuto il dolore fisico. Lo spettro non contava di riuscire a sconfiggere il santo dorato: sapeva perfettamente che la differenza di potere dei due era al netto vantaggio di Vridel ma ciò non le avrebbe impedito di ferirlo, rovinando quella pacchiana latta dorata e dilaniando quell'orribile ammasso di carne e ossa. Gli umani erano davvero disgustosi.

    Saresti stato un guerriero di Hades esemplare, Vridel. - sussurrò, la voce velata da un'amarezza infinita, sputando un grumo di sangue a terra.

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    Sentiva il veleno del cavaliere prendere piede dentro quello stupido e fragile corpo umano che era costretta ad abitare, un inesorabile e crudele cronometro verso la fine dello scontro. Doveva agire presto, sperare di indebolire quel tanto che bastava il cavaliere dorato per fargli allentare la presa sulla radura e poi...avrebbe trovato una soluzione. Forse attraverso Hirmin-
    Il flusso erratico di pensieri fun interrotto bruscamente, lasciando spazio ad un'espressione di pura sopresa dipinta sul volto dello spettro. Riuscì a malapena a seguirlo con lo sguardo, a processare quello che stava accadendo prima che tutto il suo corpo venisse attraversato da una scarica di atroce dolore che le mozzò il fiato per diversi istanti. Un lampo rosso, una nube scarlatta e una voce crepitante come il tuono in una tempesta: Maijlocksche aveva solo sentito parlare di quella tecnica così devastante e brutale, ciò che non si aspettava minimamente era ciò che provò non appena il sangue marcio di quel maledetto cavaliere entrò in contatto con lei. La sua surplice forniva una copertura adeguata, certo, ma nulla poteva contro la forma gassosa che si insinuò nelle sue narici, lungo la gola, giù nei polmoni. Lo spettro gridò, piegandosi leggermente su sé stessa e alzando le braccia a schermarsi il viso, bruciando il proprio cosmo per attingere al potere curativo della Thanateia. Avvertì le ferite sotto l'armatura riaprisi, gli aghi vermigli acuminati e pungenti schiantarsi sugli avambracci della surplice, bucherellandola, insinuandosi dentro il metallo e a contatto diretto con la pelle della donna. Come un fiume in piena, man mano che il veleno insozzava il suo flusso sanguigno, la sensazione di bruciore acuto e penetrante aumentava a dismisura, deflagrando come fuoco attraverso le vene, lasciando dietro di sé una sensazione di calore e ardore interno che non pareva placarsi, impedendole quasi di pensare.Il dolore cresceva in intensità, così come l'agonizzante sensazione di essere immersa in un pozzo fiammeggiante. Persino un gesto semplice quale respirare era infinitamente doloroso, come se l'aria stessa fosse intrisa di spine infuocate; e ovviamente quello stupido corpo umano e il suo bisogno di avere un cuore pulsante...avvertì Il battito cardiaco accelerare il proprio ritmo, con l'unico risultato di pompare il veleno ancora più velocemente attraverso il corpo, intensificando ulteriormente il dolore.

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    Il cosmo della Stella demoniaca avvampò, avvertì le vene di suor Erentrude gonfiarsi per un attimo prima di venire irrorate dai petali e della linfa benevola del mughetto infernale. Non sarebbe stato sufficiente a cancellare o annullare tutte le tracce della tossina di quel cavaliere maledetto, ma avrebbero rallentato per almeno qualche minuto il fuoco che la stava consumando da dentro. Aveva già detto che detestava la fragilità di quel contenitore umano? Il dolore era limitante, la distraeva troppo. Tanto che impiegò qualche istante più del necessario a registrare ciò che stava accadendo innanzi a lei: il cavaliere si era mosso, chiudendo velocemente la distanza che li separava, abbattendo il suo braccio sulla piccola e innocente Hirmingard. Era davvero un mostro.

    Sentimentale. Inaspettato.- ringhiò con furore, iniziando a ricoprire i bracciali della surplice con strati di corteccia.

    Una difesa improvvisata, insufficiente a fermare l'assalto impetuoso e feroce del santo dorato. Avvertì il potere della Thanateia impiantata nel cuore della bambina affievolirsi drasticamente fino a sparire del tutto, mentre il corpo di Hirmingard svaniva in un tripudio di luce, lasciando completo campo libero all'uomo. Il primo fendente la colpì con violenza, senza nemmeno che Maijlocksche avesse tempo di capire cosa la stesse ferendo. Avvertì solo il clangore metallico riverberare per tutta la sua armatura, un tremore infinito che precedette uno scricchiolio sinistro ed infine uno schiocco netto. La' dove l'arma improvvisata del santo aveva fatto breccia rimaneva solo metallo slabbrato e sangue nero che colava copioso dalla debole carne dell'host. Una mazza di rose nere, le stesse dannate rose capaci di infrangere qualunque cosa entrasse in contatto con esse: il punto d'impatto della spina sullo spallaccio destro era stato sufficiente ad indebolire l'armatura infernale, la direzione e la potenza del fendente aveva fatto il resto, incrinando prima e scavando nella surplice poi, lacerando la pelle sottostante fino al fianco sinistro. Strabuzzò gli occhi, spinta indietro dall'impatto, cadendo a terra in ginocchio; il fiato venne troncato di netto da un fiotto di sangue che uscì dalla bocca, colando e mischiandosi con la saliva lungo il mento della donna che, per ragioni del tutto inspiegabili, sorrise. Un sorriso folle e spietato in perfetta sintonia con lo sguardo del cavaliere.

    Galleggerà per sempre, Vridel. Dimenticandosi di te per l'eternità.

    Parole di fiele, rantolate appena ebbe respiro per parlare. Gli occhi del demone brillarono alzando nuovamente il braccio attorno al quale si venne a creare uno scudo di corteccia attraversata da venature violacee, mentre l'assalto del santo continuava incessante. Perse il conto dei fendenti che si abbatterono su di lei, mitigati solo in minima parte dal continuo afflusso di cosmo che le permetteva di ricreare la barriera là quando veniva irrimediabilmente infranta dalle rose ateniesi. Sentiva lo stivale sprofondare sempre di più nel terreno ad ogni colpo, avvertiva le schegge del metallo dei morti penetrarle nella carne ogni volta che il mazzafrusto sfondava il legno e proseguiva la sua corsa impattando sull'armatura, ogni colpo portato con potenza tale da spezzare la cloth là dove colpiva con ferocia e crudeltà. Soffriva dei danni dei contraccolpi, le costole incrinate dagli assalti che avevano colpito il fianco del corpo centrale dell'armatura le rendevano ogni respiro un'agonia infinita; radio e ulna completamente maciullati, sorretti solamente dal legno che ormai cresceva direttamente dalla carne scoperta del guerriero infernale. L'armatura aveva visto anch'essa giorni migliori: gli spallacci erano completamente rotti, e una ragnatela scomposta si snodava su entrambi i parabraccia, schiantati e ormai incastonati nella pelle e nelle ferite dello spettro che nonostante tutto resisteva. Coperta di sangue che trasudava dalla surplice stessa, Maijlocksche non avrebbe ceduto, non prima di aver portato un vero attacco al suo nemico.

    Con la vista non completamente nitida, sudata e ansimante, la Driade avrebbe portato la sua offensva appena la foga del cavaliere dorato avesse subito un rallentamento. Radici morbide sarebbero cresciute dietro di lei, a suo sostegno, aiutandola a spingersi verso Vridel in una breve quanto improvvisa carica. In un'azione rapida ed esplosiva, avrebbe compiuto qualche passo avanti, spingendo lo scudo verso l'esterno con tutta la forza di cui era capace e.che le rimaneva, mirando al pettorale e alla spalla alta del cavaliere con la sola intenzione di spingerlo, sblanciarlo e guadagnare qualche prezioso secondo di tregua necessaria a riposizionarsi al meglio. Una volta in mischia, dalla sua difesa due grovigli di rovi e rami sarebbero scattati verso gli arti del cavaliere, cercando di avvolgerlo dalle spalle agli avambracci, proseguendo lungo i polsi e risalendo fino al manico dell'arma fiorita, muovendosi poi verso il basso alle spalle del guerriero. L'intento della mossa era quello di bloccare il cavaliere e il suo costrutto, lussandogli le articolazioni interessate e bloccandolo in una posizione innaturale e scomoda, per renderlo più vulnerabile all'offensiva vera e propria. Il terreno sotto i piedi del cavaliere si smosse, e da esso sei acuminati spuntoni legnosi ricoperti di spine ricurve e appuntite e Thanateia in fiore sarebbero scattati con violenza verso l'alto,incrociandosi a metà strada e mirando là dove l'armatura dorata poteva offrire meno protezione. Mirando all'inguine, le radici velenose avrebbero tentato non solo di impalare l'avversario, ma anche di lacerare la carne, tranciare muscoli, vene e arterie e rilasciare direttamente nel corpo la tossina del fiore infernale, arrecando danni tanto al fisico quanto allo spirito di Vridel.

    Urla, Vridel. Piangi per me.

    As the Flower Man fought, and the Queen held her ground,
    The child slept on, in peace profound.
    For innocence knows not of wars and strife,
    Only the beauty of nature, in its purest life.

    Yet when the battle will cease, and the field grows still,
    The child will not awake, not a smile nor a thrill.
    For in dreams, amidst petals so fair,
    She found solace, beyond compare.


    Every flower is a soul blossoming in nature.
    Fisico ● Veleno tamponato da mughetto ma fa comunque male, taglio profondo e slabbrato da spalla a fianco, ferite sanguinolente lungo tutte le braccia e le spalle, botte ovunque e ossa della cassa toracica e degli avambracci rotte
    Mente ● You still fucked with the wrong flowey
    Status Surplice ● Indossata, spallacci spezzati, corpetto spaccato da spalla a fianco, protezione della parte alta delle braccia e degli avambracci schiantata in pezzi, armatura crepata in più punti
    Riassunto ● METTO LA SURPLICE CHE ASSOLUTAMENTE NON MI SONO SCORDATA IL POST PRIMA, MANNAGGIA ALLA MEMORIA DA FOGLIA AUTUNNALE, poi piango. Tanto. Maya è colta di sorpresa dall AD di Vridel, il dolore del sangue tossico lo sente e anche parecchio nonostante la [Difesa] che consiste nell' attivare il mughetto dentro di me per tamponare il veleno del Crimson Thorn. Tra il dolore e l'uccisione di HIrmi out of the blue, Maya si distrae e non riesce a creare in tempo una barriera fisica: il primo fendente passa squarciandole l'armatura e la carne sotto. Indietreggia e cade in ginocchio continuando la sua fase di difesa cercando di mitigare quanto possibile i danni dei fendenti. La maggior parte però passano lo stesso per la proprietà delle rose nere, spaccando la cloth dove impattano e aggiungendo dolore al dolore. Appena però nota un rallentamento nella serie di colpi tenta una piccola carica contro Vridel, spingendolo con lo scudo aiutata nello slancio da radici che crea dietro di lei [supporto + movimento]. Lo shield bash serve per far partire l' [AD]: dalla corteccia/difesa nascono rami intrecciati e robusti che cercano di bloccare le braccia e le spalle di Vridel, stringendo il tutto e tirando verso il basso, all'indietro per costringerlo in una posizione scomoda e renderlo più vulnerabile all' [AF]. Da sotto i piedi di Vridel sbucano 3+3 radici spesse e acuminate ricoperte di mughetto e spine, incrociandosi a x mentre scattano verso l'alto. L'idea è di mirare all'inguine e da lì cercare di impalarlo e FARGLI MALE DENTRO, LETTERALMENTE.
    Scusa amore della mia vita :fiore:
    Nota: ho preferito subire un po' più di danni per "ricalibrare" quelli che nel precedente post -in assenza di surplice- avevo incassato decisamente male. Sowwy ancora ç.ç
    Princess of flowers {Controllo vegetale}
    E' stato osservato che l'entità demoniaca possiede la capacità innata di controllo, creazione e manipolazione degli elementi vegetali nella loro interezza. Si denotano in particolare due specializzazioni di questa sua abilità:
    ● la prima consiste nella materializzazione ed utilizzo di legno, creazione diretta della volontà della Driade. Non si sottolinea una varietà specifica di legname, e la corteccia creata dall'entità aliena non sembra presentare caratteristiche diverse dall'ordinario. Questo potere rimane comunque da non sottovalutare, in quanto la Driade ha mostrato più volte la pericolosità dello stesso, utilizzandolo sia a scopo di attacco che di difesa. Il legno della Driade è considerabile alla stregua di un elemento vivo e attivo, che può essere costantemente modellato in forme innaturali, ricreato quasi immediatamente se danneggiato e modificato a piacimento nelle dimensioni. Le limitazioni di questa sostanza dipendono dunque solo dalla fantasia della sua creatrice e dalla quantità di energia in suo possesso. Particolare nota è la possibilità per la Driade non solo di estroflettere le parti legnose ma anche di ricoprire il proprio corpo - interamente o parzialmente -andando a creare un ulteriore livello di protezione a costo di una ridotta libertà di movimento.
    ● L' influenza della stella demoniaca si applica ed estende inoltre ad ogni forma di flora locale presente in una data area: attraverso la sua aura, la Driade può controllare a piacimento ogni forma vegetale, da semplici alterazioni di forma e dimensione a vere e proprie manipolazioni potenzialmente letali. Si sottolinea in modo particolare la predilezione nello stimolarne la crescita e riproduzione in maniera quasi infestante. L'entità non è tuttavia capace di controllare direttamente specifiche caratteristiche proprie di specie velenose o urticanti, che si manifestano solo come danni collaterali nel momento in cui le piante in questione entrano in contatto con il bersaglio della sua ira. {n.d.r: quest'ultima affermazione sembra trovare eccezione solo negli esemplari di Lilium convallium, fiore per cui la Driade sembra avere sviluppato un controllo superiore e completo, vedi note sotto}
    In ultimo - sebbene non ne faccia mai praticamente uso se non in casi estremi - l'aura dello spettro è in grado di annientare ogni essere vegetale presente nel suo raggio d'azione.


    Celestial tears {Thanateia Avernalis}Le origini del fiore infernale rimangono ad oggi ancora avvolte nel mistero e anche il suo studio botanico risulta particolarmente complesso per la natura intrinseca del vegetale stesso. Da documenti e ricerche risalenti ad almeno alla prima guerra sacra, la tossicità del mughetto demoniaco risulta trasmissibile sia per semplice contatto cutaneo sia tramite ingerimento che attraverso le vie respiratorie. Non si tratta di un comune veleno: più che il deterioramento del corpo fisico si è infatti assistito al deperimento spirituale fino alla totale perdità di volontà di coloro rimasti esposti troppo a lungo alle esalazione venefiche della pianta. Sono accertati due stadi, che sembrano essere correlati all'effettivo potere a disposizione della Driade:
    ● Il primo stadio rilevato in uno spettro elettromagnetico del visibile che oscilla tra giallo verde e rosso, limita l'effetto dannoso del veleno che si manifesta con un generalizzato senso di spossatezza e perdita graduale ma costante del proprio io. La tossina in questo stadio è quella che manifesta più similitudini con la controparte terrena, se non che il mughetto demoniaco agisce direttamente sullo spirito della vittima. [classificazione: veleno cosmico]
    Da non sottovalutare è anche l'accertato potere curativo che questo stesso fiore possiede: sotto il comando della stella creatrice, il mugherino agisce come parziale antidoto contro veleni e agenti patogeni portatori di malattia, siano essi comuni o cosmici. Si sottolinea la non totalità della cura ma l'effetto guaritivo volto a contrastare e rallentare l'avanzata del danno dona alla Driade - o chi possieda del mughetto in corpo - una certa resistenza ai sopraccitati elementi [classificazione: resistenza a veleni e malattie]
    ● Il secondo stadio si presenta nell range visivo dal blu in avanti, dove oltre all'intensificarsi degli effetti velenosi si aggiungono effetti collaterali riconducibili a stati confusionari e sonnolenza acuta. Nei casi più gravi l'effetto sedativo può portare alla totale catalessi del soggetto colpito, dove in contrasto con la totale immobilità del corpo, l'attività cerebrale denota picchi altissimi riconducibili alla fase REM. Si riscontrano inoltre degenerazioni comportamentali fino alla perdita completa del senno e della ragione dovuti all'elevato effetto alucinogeno. La Driade non sembra tuttavia avere controllo alcuno né sugli incubi né sulle alterazioni della personalità riscontrate nelle vittime.[classificazione: veleno migliorato]
    Anche l'effetto curativo è soggetto a mutazione migliorativa: il fiore garantisce al proprio host un boost provvisorio capace di mitigare ulteriormente i danni subiti. Si verifica un temporaneo e progressivo spegnimento dei centri nervosi associati al dolore, rendendo il soggetto posseduto dal Lilium simile ad un non morto. Veleni, tossine, infezioni e malanni riducono il loro effetto quasi fino a regredire. La perdita di un arto o appendice risulta più sopportabile e meno dolente, Non si documentano casi in cui l'amputazione sia stata interamente ricostruita.[classificazione: guarigione]
    L'effetto guaritivo portato all'estremo si traduce in una completa trasformazione dell'host umano in non morto da cui è impossibile fare ritorno; la Driade e gli altri spettri sono di fatto immuni a quest'ultmo fenomeno. [classificazione: anatomia non morta completa, only gdr]


    TECNICHE ● ///

    Narrato | Parlato | Pensato | scheda


    Edited by ¬Elle - 24/4/2024, 01:07
  9. .
    i know bby, giuro stasera vedo di postare <3
  10. .
    Ferie sacrosante, out tra una roba e l'altra da domani all'1 maggio
    Avrò connessione e tutto ma non penso di postare tra vacanzina e semi trasloco :asd:
    Ritorno full operativa con post e quant'altro da maggio :fiore:

    Baci superstellari <3
  11. .
    olethros traxysadaimon {IV} energia viola
    Fiery resurgencea tale of anger and rebirth

    Nel campo scarlatto la donna riposa e attende. E' una sensazione di anticipazione quella che la pervade ma non sa spiegarsene il motivo. Forse non le importa nemmeno, in fondo. E' nella pace, è nella quiete, è nella solitudine. Per un lungo ed interminabile momento quello è tutto ciò che desidera.Per un lungo ed interminabile momento accarezza l’idea di rimanervi per sempre ma è solo un istante, dilatato in un tempo e in uno spazio che non seguono regole, in un’immensità infinita di cui Estelle non è altro che una piccola goccia. Non è la prima volta che si ritrova in questa situazione, oserebbe quasi dire che ne è ormai avvezza, e ancora una volta la sua scelta ultima non cambierà: per quanto invitante, per quanto perfetta, l’assoluta pace non fa per lei.

    I fiori rossi attorno a lei vibrano, inondando le sue narici di un odore…particolare. È il profumo dei gigli, dolce e delicato, misto con una nota ferrosa e metallica, tipica del sangue. Per un momento si estranea completamente, viaggiando lontano, in un luogo che sa di non conoscere ma che allo stesso tempo percepisce come famigliare. Vede una foresta malata, una radura sconquassata dalla distruzione e dal conflitto, vive attraverso occhi alieni una battaglia che sente propria, percepisce un furore sacro e una rabbia che va oltre il semplice sentimento umano semplicemente essere dentro di lei. Lo scontro non conosce tregua, non conosce limiti: il suo obbiettivo deve essere distrutto, è necessario che sia estirpato dalla realtà per permettere a quest’ultima di rinnovarsi, di nascere nuovamente. Non importa che il suo avversario sia superiore a lei in termini di potenza, non importa che il nemico sembri rimanere in piedi nonostante i suoi attacchi: assalto dopo assalto, colpo dopo colpo, lei prosegue fino a quando non è il corpo stesso che la ferma, impedendole di proseguire oltre. Si sente cadere, avverte lo schianto col terreno, il dolore che attraversa le sue membra da capo a piedi. Alzati, ti prego, puoi ancora combattere, dobbiamo farlo…

    Estelle grida, un urlo silenzioso, niente di più che un pensiero che si disperde ai confini della visione, mentre avverte qualcosa formarsi nella sua mano. Riconosce una bussola, fatta di pietre preziose scarlatte e nere, ma essa non punta al nord. L’ago gira su sé stesso, come impazzito fino a quando non si ferma, indicando un punto imprecisato alle sue spalle. Nei riflessi fa capolino una seconda figura, occhi smeraldo la osservano quasi divertiti. Solleva lo sguardo e Rei è davanti a lei, ma non è dove la bussola vuole che lei vada. Sente la voce del compagno d’armi, ovattata nella sua mente nonostante la vicinanza: è un addio. Estelle odia gli addii, gli addii portano irrimediabilmente alla dimenticanza. Estelle non vuole dimenticare. Non vuole essere dimenticata.
    Nonostante la pesantezza del suo corpo, nonostante ferite che non sono presenti sul suo corpo la stiano lacerando dal dolore, la donna copre la distanza che la separa da ciò che una volta fu il cavaliere nero dei gemelli. Non dice nulla, non emette un suono, semplicemente lo abbraccia quasi con violenza, con disperazione, gratitudine: vorrebbe dirgli tante cose, sommergerlo di domande ma sa che non ha tempo. Si limita a chiudere gli occhi, aggrappandosi anima e corpo a Rei, concentrandosi sulla fisicità e materialità del giovane uomo innanzi a lei che con una dolcezza infinita la cinge a sua volta, sussurrandole all’orecchio, appena percettibile

    Non avere paura, Estelle.
    Non dimenticarmi, Rei.

    Il nodo in gola è sempre più stretto e una lacrima ribelle sgorga dallo sguardo rubino della giovane. Avverte la presenza di Rei farsi sempre più lontana ed eterea fino a scomparire del tutto. Rimane sola, con la bussola e i gigli scarlatti che la avvolgono in un vortice che la trascina via, lontana.

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    Dal sangue e dalle ferite di Olethros steli eterei di Lycoris Radiata avevano iniziato a brillare, rifulgenti nel loro bagliore vermiglio mentre bevevano avidamente il sangue sparso sul terreno. La vista dell’angelo sempre più appannata si rifiutava di lasciare la silhouette dello spettro, come a volerlo sfidare nonostante le sue condizioni non glielo permettessero. Agli angoli dei suoi occhi, la realtà prese ad accartocciarsi, strapparsi e svanire ineffabile come una voluta di fumo: non sapeva spiegarsene il motivo, non comprendeva se fosse stata opera del servo del male o della bussola, che aveva lasciato la sua mano. Sprofondò in un luogo intoccato dal tempo, lontano da ogni spazio, un eterno istante di esistenza e non esistenza, circondato dal buio e dal silenzio. Un punto lontano sembrava brillare, l’unica stella in un mondo eclissato dalle tenebre: quanto distante poteva essere? Allungò il braccio, oscurando per un momento quella fiammella così insignificante nell’immensa macchia nera ma che pareva irradiare un calore e una vita senza eguali. Con sua sorpresa la afferrò e immediatamente la sua intera forma venne attraversata da quella stessa vitalità, rifulgendo nella sua caotica moltitudine di colori cangianti. Le ferite si richiusero, la stanchezza accumulata dallo scontro si fece più sopportabile. Alzò la mano, portandola vicina ai suoi occhi, riaprendola con delicatezza.




    Lo sguardo citrino del daimon si soffermò sulla figura innanzi a lui, soppesandola: non ricordava quando era stata l’ultima volta che ad ascendere a Distruzione fosse stata una femmina. Era estremamente delicata, muscoli appena accennati, statura non troppo alta: pareva non avere alcuna relazione con il mondo della guerra e delle battaglie. Eppure, quando incontrò il suo sguardo, capì che si stava sbagliando: negli occhi cremisi della donna innanzi a lui vi era determinazione, consapevolezza, gli stessi sentimenti che si riflettevano nella sua emanazione cosmica potente, nonostante la sua infinita piccolezza a confronto dell’angelo. Il potere della donna, nuda e luminosa, pareva capace di irradiare l’interezza dell’araldo di Polemos. Un dettaglio attirò la sua attenzione: stretta nella sua minuscola mano umana vi era la stessa bussola che aveva stretto Olethros prima di cadere, l’ago nero puntato dritto verso di lui. Chiamò il suo nome, proiettando la sua voce nella mente della giovane che si limitò a fargli un breve cenno di assenso, lo sguardo fisso su di lui, senza traccia di timore alcuno.


    Farà male, ma è necessario. Non fermarti. Urla, piangi, implora, disperati, chiedi pietà, sgolati ma qualsiasi cosa succeda non.fermarti.

    Appoggiò la punta del dito nel petto di Estelle, una formichina se comparata alle gargantuesche proporzioni del guerriero angelico; il simbolo sul petto di Olethros brillò, spalancando le porte alla sublimazione del dolore. Immediatamente il corpo della donna si irrigidì, mentre l'artiglio del daimon sgualciva la pelle morbida, lacerava i muscoli, spezzava le ossa. Aveva già esperito qualcosa di simile, Estelle, e nemmeno troppo tempo prima: tra un ringhio soffocato e i denti stretti all'inverosimie, la mente della donna tornò per un attimo in una stanza nera con uno strano marchingegno nel centro ma le memorie sfuggirono via, diventando confuse e lontane mano a mano che il dolore aumentava, crudele e infinitamente superiore a quello provato dentro quello strano aggeggio Un dolore senza fine, oltre ogni qualsiasi concezione umana della parola stessa. Faticava a pensare, faticava a respirare: cercò lo sguardo di Olethros, realizzando che tutto ciò che stava provando si stava riflettendo anche sul daimon. Era come trovarsi in un uragano feroce e incontrollato, capace di squartare ogni cellula e ogni atomo del corpo con precisione maniacale: e più il daimon avanzava, forzandosi dentro quell'umana così piccola e così minuta, il dolore raggiunse vette semplicemente catartiche.Un sadico architetto di devastazione, capace di ridefinire due realtà opposte e conciliarle in una, un processo di distruzione necessaria per lasciare spazio a qualcosa di nuovo, di rinnovato.

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    {Collassa.Cedi.Vai in pezzi, Estelle.Non avere paura. Permettiti di andare in frantumi e di essere forgiata di nuovo, in una forma più elevata. È il tuo salto della fede, il più grande atto di coraggio che tu potrai mai fare. Distruggiti.Questa non è la fine.Questa è la tua nascita.}



    Le parole del daimon erano ricolme di fatica e pesantezza, consapevole di ogni atomo che con la sua stessa essenza stava dilaniando, facendolo esplodere in un universo di dolore che decostruiva e riforgiava il corpo a proprio piacimento, una tela di carne, membrane e ossa distrutta, riformata e portata oltre il limite, sublimando. La pelle, quel confine ormai antico tra il sé e il mondo, si accendeva ad ogni millimetro dell'essenza del daimon che penetrava dentro di lei, una fiamma che bruciava sia con calore sia con un freddo insopportabile; i nervi, ormai trascesi, parevano in grado solo di inviare impulsi di sofferenza infinita. Il cuore, custode del ritmo della vita, tamburellava con battito frenetico e irregolare, ogni palpito un promemoria dell'assalto incessante del guerriero ancestrale.
    Sopportare tale dolore, essere rimodellati da esso, essere scavati e riempiti nuovamente con qualcosa di così profondo e antico era qualcosa che Estelle, nella sua esistenza da cavaliere nero, non era mai riuscita a compiere interamente: un'alchimia del sé, dove ciò che era una volta semplicemente umano veniva trasmutato in qualcos'altro - qualcosa forgiato nel crogiolo di sofferenze inimmaginabili, qualcosa che era infinitamente più di quanto non fosse una volta. Estelle resistette, contorcendosi, schiumando, pregando, spezzandosi. E quando l'ultimo brandello di Olethros fu dentro di lei, lo stesso simbolo una volta presente sul petto del daimon campeggiava ora tra i suoi seni, pulsante di energia, ricolmo di sacralità e rabbia.

    Il cosmo bruciò di rinnovato vigore, squarciando l'oscurità con la sua fulgida aura, distruggendo il nulla attorno ad ella. Ancora una volta catapultata in un vortice senza inizio e fine, osservava ora dall'alto un luogo che sembrò riverberare nella sua stessa essenza: una moltitudine di realtà intrecciate tra loro in una rete senza fine di guerre e conflitti. La mente della donna venne trafitta da una quantità semplicemente abnorme di visioni, in una linea temporale inconcepibile ai semplici umani: dalle prime albe nebbiose della civiltà dove tribù ormai dimenticate e sepolte dalla polvere degli eoni si scontrano per le valli fluviali fertili, seguite dal clangore delle armi di bronzo che brillavano sotto il sole, mentre uomini in armature di cuoio si lanciavano attraverso i campi aperti, le loro grida di guerra mescolate con quelle dei feriti e il frastuono di scudi e lance. Vennero poi le marce disciplinate delle legioni, file di soldati in armature luccicanti, con mantelli svolazzanti: Olethros era lì in mezzo a loro, attraversando paesi e continenti, assediando, conquistando e distruggendo ciò che si frapponeva tra lui, i suoi compagni e il suo paradigma. Giunsero i castelli e le roccaforti di pietra, circondati da foreste oscure, intoccati dal tempo fino al momento della guerra: cavalieri in armature pesanti a cavallo si lanciavano attraverso campi fangosi, con lance pronte. Frecce piovevano dal cielo e trabucchi lanciavano proiettili infuocati oltre le massicce mura di pietra, incendiando le fortezze interne. Sorvolava ora il mare prima di osservare l'orizzonte sconfinato dall'alto dell'albero maestro: era l'epoca delle navi, della pirateria e dell'espansione, conchiglie di legno che portavano alte le bandiere degli imperi europei mentre solcavano le onde oceaniche delle neonate rotte navali, cannoni ruggivano in battaglie feroci, danze violente sul filo dell'acqua. Su lidi lontani, le raffiche di moschetto riempivano l'aria, tagliandola con i loro fischi, impregnandola con l'odore della polvere da sparo che soffocava le grida degli indigeni sommersi dal passo delle truppe straniere.
    Un ciclo infinito di battaglie, conflitti, distruzioni e rinnovamento che altro non erano che il volere ultimo di Polemos.

    Respirò, un gesto naturale ma superfluo, mentre accarezzava, si beava di quella marea infinita di mondi e realtà attraversate da un eterno attimo di conflitto senza fine. Era a casa, nel Panomoteion, il reame dove la Guerra incarnata regnava incontrastata. E Olethros, finalmente riunito alla e nella sua forma umana rappresentata da Estelle, era pronto a riprendere il suo posto in quel multiverso.

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    Una voce risuonò nella sua mente, preceduta da uno sfarfallio dell'aria attorno al daimon: una figura sfocata fece la sua comparsa nel campo visivo del guerriero, dapprima indistinguibile dalla mente mortale ma che divenne via via sempre più nitida e definita mano a mano che Olethros si concentrò su quel punto, adattandosi all'immensa aura cosmica che si stava manifestando. Una Chera, un eone dell'alto concilio della Furia si era palesata alla sua presenza: un onore di cui pochi angeli potevano fregiarsi. Abbassò lo sguardo rifulgente di oro, chinando la testa in un rispettoso inchino all'apparizione della creatura celeste, riflesso perfetto della Volontà suprema del Protogenos del conflitto.

    La vostra presenza è inaspettata a dir poco, divino Eone. A cosa deve questa onoreficenza, una semplice umana ascesa, se posso chiedere?

    every act of creation begins with an act of destruction.
    Fisico ✧ Ottimo
    Mente ✧ Ascended Estelle
    Status Gloria ✧ Integra, indossata
    Riassunto ✧ No riassunto, te lo leggi tutto e soffri come ho sofferto io xD
    Solo un disclaimer: so che non ho la forma gigante in game, concedimela per visual flavour solo per questo post <3
    Edit per correzioni di obbrobri grammaticali e refusi che mi erano sfuggiti.
    Harbinger of destruction {Cosmo distruttivo}
    Distruggere, annientare, cancellare dalla realtà ciò che impedisce il rinnovamento. Il cosmo del Daimon riflette appieno il concetto che egli stesso incarna, manifestandosi come energia tumultuosa capace di disgregare ciò con cui entra in contatto, rendendo potenzialmente più insidiosi e pericolosi i propri attacchi. La furia di Olethros si realizza come una luce cangiante e accecante che semplicemente dissolve nel nulla ciò che non le si oppone.

    Mind over matter {psicocinesi}La distruzione è imposizione della propria volontà sulla realtà. Olethros è in grado di interagire con tutto ciò che lo circonda grazie al semplice pensiero, e all'applicazione della sua psiche sulla materia. Ciò rende superfluo il contatto diretto con la stessa per poterla muovere, in uno spettro di possibilità che variano dal semplice spostare oggetti a distanza al piegare e costringere i nemici in morse dolorose e potenzialmente distruttive. L'unica limitazione è rappresentata dal livello del proprio cosmo: egli è quindi in grado di utilizzare la psicocinesi nella sua forma più grezza e immediata sia sfruttandola nella sua espressione più fine, per deviare o respingere al mittente gli attacchi subiti, dipendentemente dal proprio livello energetico. Il pieno controllo della sua psiche gli permette inoltre di potersi difendere da effetti illusori e di controllo mentale; in ultimo, la psicocinesi trova anche applicazione come temporaneo aumento delle proprie caratteristiche fisiche, permettendo al daimon di accelerare la velocità dei propri colpi o sferrare colpi al limite della sua forza con minore sforzo, senza tuttavia eguagliare le controparti straordinarie.

    Bane of lost souls {Spirito}La rovina e la furia di Olethros non conoscono limiti, arrivando a poter interagire non solo col piano materiale ma anche con quello spirituale, a voler rendere l' annichilimento di ciò che gli si oppone totale. Il daimon è in grado di interagire nei modi più svariati con l'energia spirituale, plasmando attacchi difficilmente contrastabili da sole difese fisiche: questa abilità permette infatti di colpire la parte più profonda e nascosta di ogni essere vivente, lasciando quindi intatto il corpo materiale ma provocando danni all'anima e al proprio io interiore. Lo scopo primario delle offensive di questa natura è tentare di fare venir meno la volontà e la determinazione dell'individuo, portandolo in caso di danni ingenti, alla perdita del controllo sulla propria stessa anima.
    • proiezione astrale | Il controllo dello spirito è tale che Olethros può lasciare dietro il sè il proprio corpo per operare in forma di proiezione astrale. Questo gesto è tendenzialmente evitato in combattimento, proprio per lo stato di estrema vulnerabilità in cui lascia il corpo fisico.
    • la spaccatura dell'essere |Olethros può trasportare sé stesso e gli altri (tanto l'anima quanto il corpo) in mondi Spettrali o direttamente in dimensioni Spirituali. La differenza tra i due luoghi è sottile ma fondamentale: il primo appare come una versione distorta della realtà materiale, dove le anime risiedono in una sorta di passaggio intermedio tra il piano materiale e quello spirituale. In questo mondo la presenza materiale del corpo è ancora sopportabile, sebbene la grande quantità di energia e spiriti presenti nel semipiano tenda ad avvantaggiare il daimon qualora il luogo fosse terreno di scontro. La dimensione spirituale è invece più insidiosa e remota, trattandosi di un vero e proprio mondo a sé stante, scollegato dalla realtà materiale. Gli orrori e la sua aliena natura rendono la dimensione spirituale difficilmente sopportabile alla psiche e impossibile permanervi se non in caso di annientamento definitivo.


    TECNICHE ✧

    narrato ✧ parlatopensatoscheda


    Edited by ¬Elle - 23/4/2024, 00:27
  12. .
    modifichina per Driade, mi sono accorta che avevo missato l'effetto veleno fisico del mughetto infernale o che comunque non era scritto bene

    come è ora:
    CITAZIONE
    Le origini del fiore infernale rimangono ad oggi ancora avvolte nel mistero e anche il suo studio botanico risulta particolarmente complesso per la natura intrinseca del vegetale stesso. Da documenti e ricerche risalenti ad almeno alla prima guerra sacra, la tossicità del mughetto demoniaco risulta trasmissibile sia per semplice contatto cutaneo sia tramite ingerimento che attraverso le vie respiratorie. Non si tratta di un comune veleno: più che il deterioramento del corpo fisico si è infatti assistito al deperimento spirituale fino alla totale perdità di volontà di coloro rimasti esposti troppo a lungo alle esalazione venefiche della pianta. Sono accertati due stadi, che sembrano essere correlati all'effettivo potere a disposizione della Driade:
    ● Il primo stadio rilevato in uno spettro elettromagnetico del visibile che oscilla tra giallo verde e rosso, limita l'effetto dannoso del veleno che si manifesta con un generalizzato senso di spossatezza e perdita graduale ma costante del proprio io. La tossina in questo stadio è quella che manifesta più similitudini con la controparte terrena, se non che il mughetto demoniaco agisce direttamente sullo spirito della vittima. [classificazione: veleno cosmico]

    diventerebbe così, modificate le parti in rosso

    CITAZIONE
    Le origini del fiore infernale rimangono ad oggi ancora avvolte nel mistero e anche il suo studio botanico risulta particolarmente complesso per la natura intrinseca del vegetale stesso. Da documenti e ricerche risalenti ad almeno alla prima guerra sacra, la tossicità del mughetto demoniaco risulta trasmissibile sia per semplice contatto cutaneo sia tramite ingerimento che attraverso le vie respiratorie. Non si tratta di un comune veleno: oltre al deterioramento del corpo fisico dovuto alla tossina presente anche nella controparte terrena,si è infatti assistito al deperimento spirituale fino alla totale perdità di volontà di coloro rimasti esposti troppo a lungo alle esalazione venefiche della pianta. Sono accertati due stadi, che sembrano essere correlati all'effettivo potere a disposizione della Driade:
    ● Il primo stadio rilevato in uno spettro elettromagnetico del visibile che oscilla tra giallo verde e rosso, mostra come l'effetto dannoso del velenosullo spirito si manifesti con un generalizzato senso di spossatezza e perdita graduale ma costante del proprio io. La tossina agisce inoltre anche a livello fisico con i medesimi effetti del mughetto terrestre, causando episodi di bradicardia, ipertensione arteriosa e aritmie cardiache. La severità dell'intossicazione dipende dalla quantità di veleno presente nel corpo avversario e dalla potenza della Driade.[classificazione: veleno fisico e spirituale]
    Da non sottovalutare è anche l'accertato potere curativo che questo stesso fiore possiede: sotto il comando della stella creatrice, il mugherino agisce come parziale antidoto contro veleni e agenti patogeni portatori di malattia, siano essi comuni o cosmici. Si sottolinea la non totalità della cura ma l'effetto guaritivo volto a contrastare e rallentare l'avanzata del danno dona alla Driade - o chi possieda del mughetto in corpo - una certa resistenza ai sopraccitati elementi [classificazione: resistenza a veleni e malattie]

    il resto dell'abilità rimane invariata.
  13. .
    Perdetto, era per avere conferma visto che nella scheda ho missato male quel pezzo :zizi:

    Modificato anche titolo, scusa Gorthino <3
  14. .
    Avevo probabilmente un altro topic simile ma non sono riuscita a recuperarlo eheh

    Giuro che questo lo utilizzo ogni volta che ho dubbi sulle abilità dei miei pg

    Inauguro con Lattughina e la sua abilità Lacrime di Morte

    citando

    CITAZIONE
    Lacrime di Morte: Questo fiore infernale, dall’aspetto e le caratteristiche del mughetto, ha in sé la capacità di assorbire l’anima di chi lo tocca o ne assapora l’aroma. L’effetto dell’esposizione a questo soprannaturale veleno (per inalazione, contatto o ingestione) è molteplice, a seconda dell’intensità dell’esposizione e della volontà dello Spectre, che può desiderare sia la cura che la distruzione del suo bersaglio. La proprietà fondamentale è la capacità di privare un corpo dell’anima e mutarlo in un non morto, libero dalle sofferenze imposte dalla Realtà.
    Da Energia Gialla:
    - Effetto Dannoso: Il veleno ha effetti sul fisico simili alle tossine presenti nel mughetto e sull'anima della vittima il danno spirituale porta a un indebolimento progressivo della sua volontà e del suo senso di identità. Il secondo effetto, pur essendo simile ai danni apportati da Influenza Mentale, è puramente di tipo spirituale.
    - Effetto Curativo: La pianta può contrastare veleni o effetti patogeni, come l’insorgere o lo svilupparsi di malattie di qualsiasi origine. Può assorbire sostanze velenose con i fiori di mughetto come fossero un filtro o agire direttamente nel corpo. A questo livello non si può curare completamente lo stato, ma si può rallentare o fermare l’effetto dannoso usando come riferimento l'abilità Resistenza Straordinaria.
    Da Energia Blu
    - Effetto Dannoso: Oltre ai danni fisici e spirituali progressivi, il veleno ora causa effetti ipnotici e narcotici a causa del suo maggior effetto sulla struttura spirituale della vittima. L’effetto narcotico può portare a stati alterati di coscienza fino a una catatonia colma di incubi, mentre l'effetto ipnotico induce stati d'animo alterati fino all'annientamento della volontà. Non possono essere determinati né i sogni né i comportamenti alterati.
    - Effetto Curativo: Il mughetto può donare temporaneamente a chi ne beneficia l'anatomia di un non morto, quindi guarire da danni causati da sostanze tossiche o malattie ed in generale da ciò che non affliggerebbe un non morto. Nel caso di danni che subirebbe anche un non morto, come l'amputazione o la distruzione di un arto, l'effetto sarebbe la riduzione progressiva del dolore. Questa azione segue le regole dell'abilità Guarigione.
    La totale anatomia di non morto significa totale perdita dell'anima e della volontà [only GdR], e non sarà possibile raggiungere tale effetto finale su di sé o sui Risorti.

    la domanda banalissima e biondissima è la seguente: oltre all'effetto su spirito quindi il mughetto infernale agisce anche come veleno sul fisico intossicando il corpo?

    :fiore: Grazie in anticipo

    Edited by ¬Elle - 19/4/2024, 20:42
  15. .
    olethros traxysdaimon {IV} energia viola
    Fiery resurgencea tale of anger and rebirth

    Per quale stramaledetto motivo non stava riuscendo fino in fondo nel suo intento?
    La domanda attraversò la mente dell’angelo per un solo istante, riempiendolo di frustrazione. Era stato così facile con gli altri avversari e anche con l’albero corrotto, nonostante la pericolosità, era andato tutto liscio, senza intoppi. Eppure con lo spettro di Hades era diverso: più Olethros lo attaccava e meno questo sembrava fiaccarsi, cedere anche solo di un millimetro.

    Al contrario le forze del daimon erano sempre più agli sgoccioli: i combattimenti intrapresi nella foresta, lo scontro con l’Anima della Terra…Olethros era sempre più esausto, ormai sorretto solo dalla sua incrollabile volontà nel voler epurare quel luogo dalla presenza nemica e dalla necessità di compiere fino in fondo la sua missione, rappresentata dal paradigma che egli stesso incarnava.

    Ma spesso la volontà non era sufficiente, specie quando sembrava che la propria mente remasse contro sé stesso: echi di voci che non conosceva, pensieri, parole, emozioni aliene, ricordi sempre più pressanti si facevano la guerra contendendosi l’attenzione del Daimon, distraendolo anche se poco dallo scontro in atto. E la bussola, quell’infernale arnese che l’angelo aveva avuto la malaugurata idea di ricomporre e portare con sé non faceva altro che aggiungere caos e tumulto nella testa di Olethros. Il cerchio aveva preso infatti a vibrare sempre di più, quasi a scottare nel palmo serrato dell’araldo di Polemos, sempre più pressante, come a volergli suggerire di lascar perdere il Necromante e volgere la sua attenzione altrove.

    Smettetela, fate silenzio tutti.

    Ancora una volta un singolo momento di distrazione si rivelò fatale. Il costrutto draconico si infranse, lasciando campo libero ad una seconda ondata di mani scheletriche più insidiose delle precedenti, che risalirono lungo il corpo dell'angelo, bloccandolo sul posto. Avvertì le loro unghie conficcarsi nella sua carne, ancorandosi ad esso, graffiandolo, lacerando la sua stessa essanza là dove quelle blasfeme propaggini si ancoravano all'angelo, impedendogli qualsivoglia movimento, risucchiando energia vitale e affaticandolo inesorabilmente. La vista sfarfallò per un attimo, ma non fu sufficiente a fare abbassare lo sguardo del Daimon, puntato con testardaggine e fierezza negli occhi del servo infernale: la resa non era contemplata, non fino a quando una singola stilla di vita sarebbe rimasta nel suo corpo. Sarebbe stato l'assalto finale, lo capiva, lo percepiva: l'ultimo gesto in cui Olethros avrebbe riversato tutte le forze che gli rimanevano. Avvertì il Necromante espandere il proprio cosmo, e il daimon chiuse per un attimo gli occhi, respirando prima di rivolgere una semplice invocazione al suo Signore.

    Πόλεμε, ακούσε την έκκλησή μου και στήριξέ με στο πλευρό μου,[ Polemos, hear my plea and stand by my side,
    As I march forth into the fray, let your strength abide.]
    Καθώς προχωρώ μπροστά στον αγώνα, ας με συνοδεύει η δύναμή σου.

    Il potere di Olethros brillò a piena intensità, mentre lo squarcio che dava sulla sua dimensione spettrale venne sconquassato da una vibrazione carica di furore. Un turbinio di anime si riversò da esso, nell'esatto momento in cui lo spettro faceva partire la propria devastante offensiva: spiriti e fantasmi di battaglie oramai dimenticate negli eoni del passato si sarebbero precipitate addosso e attorno al Necromante, in una distruttiva spirale di violenza, rabbia e furia omicida, atte a fare a brandelli l'anima stessa dell'avversario, convogliando nella loro carica l'essenza stessa del Daimon della Distruzione.

    Μάχη, Πόλεμος, Νίκη, Πόνος
    Δίκη, Πόλεμος, τρόμος παντού
    [ Mákha, Pólemos, Nike, Pónos
    Díki, Pólemos, Trómos pantou ]


    Continuò a ripeterlo come un mantra, dapprima gridando, ringhiandolo. Non si fermò nemmeno quando fu travolto dall'offensiva spirituale dello spettro, quando l'avvertì farsi strada nel suo spirito e nel suo animo, dilaniandolo e annientando inesorabilmente ogni sua facoltà. Parole ripetute all'infinito, gridate silenziosamente nella mente del guerriero angelico, l'unica sua ancora di salvezza dall'abisso di morte e dimenticanza nel quale stava venendo trascinato. Percepì lontanamente la presa dei costrutti demoniaci venire meno - forse tranciate dagli ultimi strascichi di furia delle anime - mentre a peso morto Olethros precipitava verso il terreno, lo sguardo vitreo puntato in qualche modo ancora verso il nemico.

    Fissava il cielo azzurro, ritagliato tra i rami spezzati della foresta che non era riuscito a salvare; la pallida luce del sole sembrava quasi venire eclissata dalla figura del Necromante, riflessa nelle iridi vacue e svuotate di Olethros che, riverso a terra in un lago del suo stesso icore, aveva forze solo per respirare e anche a malapena. Avvertiva dolore, una fitta costante che attraversava tanto la sua forma fisica quanto il suo spirito. Non riusciva a pensare lucidamente, non riusciva a ricordare se avesse mai provato una sensazione simile durante la sua lunga esistenza. Forse non era importante. Persino pensare gli sembrava arrecargli dolore.
    Volse a fatica la testa verso destra, registrando a malapena una sorta di interferenza come un...cellulare tenuto su vibrazione? Che cos'erano poi i cellulari? Per un breve attimo in un flash fugace, i suoi neuroni ricordarono della bussola di cristallo. Corrucciò la fronte, gli sembrò quasi di strizzare con le mani il proprio cervello, avvertì una scossa trapassargli il cranio mentre, come se stesse spostando un'intera montagna, faceva poggiare la bussola nella sua mano lorda di sangue.

    Po...lemos...E...s....telle.

    Furono le uniche parole che con estrema difficoltà fu in grado di elaborare mentre, esausto e a pezzi, si aggrappava con ogni fibra di sé stesso a quello strumento.

    Estelle..

    every act of creation begins with an act of destruction.
    Fisico ✧ Devastato sia fisicamente che spiritualmente, esausto.
    Mente ✧ Polemos dammi forza che io gna faccio più
    Status Gloria ✧ peggio del corpo, probabilmente
    Riassunto ✧ Improvvisandomi Chierico di Polemos, I CAST SPIRIT SHROUD in [contrattacco]: richiamo anime dal semipiano e aggiungo mia energia spirituale per creare un mulinello di spiriti incazzati neri attorno a Olethros. Ogni spirito che colpisce il Necromante esplode convogliando cosmo distruttivo e danno spirituale pesante, una sorta di frullatore che cerco di mantenere fino alla fine. Dal canto suo Oly si prende in pieno sia AD che AF dello spettro. Devastato, tumefatto, annichilito, mentre è riverso a terra e tumulato dal dolore, rivolge l'ultimo pensiero ad Estelle e alla bussola, usandola metaforicamente come unica ancora di salvezza.
    Harbinger of destruction {Cosmo distruttivo}
    Distruggere, annientare, cancellare dalla realtà ciò che impedisce il rinnovamento. Il cosmo del Daimon riflette appieno il concetto che egli stesso incarna, manifestandosi come energia tumultuosa capace di disgregare ciò con cui entra in contatto, rendendo potenzialmente più insidiosi e pericolosi i propri attacchi. La furia di Olethros si realizza come una luce cangiante e accecante che semplicemente dissolve nel nulla ciò che non le si oppone.

    Mind over matter {psicocinesi}La distruzione è imposizione della propria volontà sulla realtà. Olethros è in grado di interagire con tutto ciò che lo circonda grazie al semplice pensiero, e all'applicazione della sua psiche sulla materia. Ciò rende superfluo il contatto diretto con la stessa per poterla muovere, in uno spettro di possibilità che variano dal semplice spostare oggetti a distanza al piegare e costringere i nemici in morse dolorose e potenzialmente distruttive. L'unica limitazione è rappresentata dal livello del proprio cosmo: egli è quindi in grado di utilizzare la psicocinesi nella sua forma più grezza e immediata sia sfruttandola nella sua espressione più fine, per deviare o respingere al mittente gli attacchi subiti, dipendentemente dal proprio livello energetico. Il pieno controllo della sua psiche gli permette inoltre di potersi difendere da effetti illusori e di controllo mentale; in ultimo, la psicocinesi trova anche applicazione come temporaneo aumento delle proprie caratteristiche fisiche, permettendo al daimon di accelerare la velocità dei propri colpi o sferrare colpi al limite della sua forza con minore sforzo, senza tuttavia eguagliare le controparti straordinarie.

    Bane of lost souls {Spirito}La rovina e la furia di Olethros non conoscono limiti, arrivando a poter interagire non solo col piano materiale ma anche con quello spirituale, a voler rendere l' annichilimento di ciò che gli si oppone totale. Il daimon è in grado di interagire nei modi più svariati con l'energia spirituale, plasmando attacchi difficilmente contrastabili da sole difese fisiche: questa abilità permette infatti di colpire la parte più profonda e nascosta di ogni essere vivente, lasciando quindi intatto il corpo materiale ma provocando danni all'anima e al proprio io interiore. Lo scopo primario delle offensive di questa natura è tentare di fare venir meno la volontà e la determinazione dell'individuo, portandolo in caso di danni ingenti, alla perdita del controllo sulla propria stessa anima.
    • proiezione astrale | Il controllo dello spirito è tale che Olethros può lasciare dietro il sè il proprio corpo per operare in forma di proiezione astrale. Questo gesto è tendenzialmente evitato in combattimento, proprio per lo stato di estrema vulnerabilità in cui lascia il corpo fisico.
    • la spaccatura dell'essere |Olethros può trasportare sé stesso e gli altri (tanto l'anima quanto il corpo) in mondi Spettrali o direttamente in dimensioni Spirituali. La differenza tra i due luoghi è sottile ma fondamentale: il primo appare come una versione distorta della realtà materiale, dove le anime risiedono in una sorta di passaggio intermedio tra il piano materiale e quello spirituale. In questo mondo la presenza materiale del corpo è ancora sopportabile, sebbene la grande quantità di energia e spiriti presenti nel semipiano tenda ad avvantaggiare il daimon qualora il luogo fosse terreno di scontro. La dimensione spirituale è invece più insidiosa e remota, trattandosi di un vero e proprio mondo a sé stante, scollegato dalla realtà materiale. Gli orrori e la sua aliena natura rendono la dimensione spirituale difficilmente sopportabile alla psiche e impossibile permanervi se non in caso di annientamento definitivo.


    TECNICHE ✧

    narrato ✧ parlatopensatoscheda
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