Saint Seiya Final  - I Cavalieri dello Zodiaco - Full Professional RpG by Forum

Posts written by ^Kuja^

  1. .
    Kuja è tornato
  2. .
    - Nick Utente: ^Kuja^
    - Nome della Cloth: Mermaid
    - Casta: Atlantide Yellow Submarine
    - Energia: Bianca?
    - Status: Primo addestramento
  3. .
    ... yes, it's meeeeee
    I know you were all waiting for me
    I'm here, what a gas
    Took a while, but I'm present at last
    It's meeeeeee, it's meeeeeeeee

    KUJAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
  4. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Rent day
    II



    Sì, era una situazione imbarazzante. Aveva perso la testa, quei continui pensieri di quei giorni gli stavano dando parecchie noie e l'unico modo che conosceva per spegnere quei continui pensieri era combattere. Probabilmente qualcuno gli avrebbe spaccato la faccia ma il dolore che avrebbe provato gli avrebbe permesso di spegnere il cervello per qualche ora. Cosa c'era di meglio del sordo dolore di un pugno che ti sfonda la mascella? Si trovò a sorridere e alzò le mani come se si stesse arrendendo ma più perché il suo avversario appena arrivato aveva ragione. Aveva perso la testa e non si era manco presentato. Neanche le buone maniere. Mise la mano sul proprio viso lasciandosi andare ad una leggera risata. Alzò di nuovo gli occhi per osservare il suo avversario e la sua strana armatura.

    «Hai ragione, non mi sono neanche presentato ...»

    Eppure, non aveva idea se fosse il caso di iniziare subito a combattere. Aveva ritrovato lucidità dopo un primo momento di rabbia verso l’esistenza stessa, e si era accorto non solo dei soldati ma di tutto ciò che c’era intorno a loro. Stava anche ascoltando il suo avversario ma chiuse comunque gli occhi lasciandosi andare alle sue percezioni, respirando lentamente, come gli era stato insegnato. Era così rozzo nel suo modo di usare il cosmo che a volte si sentiva davvero imbranato, almeno rispetto a tutti coloro che aveva incontrato in quei suoi primi giorni da cavaliere nero. Decise a quel punto di sedersi sul pavimento a gambe incrociate, in una posizione che più o meno gli sembrava comoda, nonostante tutta l’armatura addosso.

    «Comunque, se vuoi, possiamo anche aspettare. Se devi mandare via delle persone, non ho fretta. Non voglio che tu sia distratto da qualche tuo dovere morale di difenderli»

    Gli disse quasi con aria annoiata. Si grattò la nuca, proprio sotto l’armatura, a volte non riusciva ad indossarla senza provare un profondo senso di fastidio. Scosse il capo ripensando a quella situazione in cui si era appena messo senza riflettere. Ma chi è che va a cercare lo scontro solo per eliminare dalla propria testa quella infinita serie di domande e comportamenti a cui non era abituato. E sicuramente non aveva di fronte un ragazzino invasato ma un combattente esperto. Pensò a quella volta che venne investito da una serie infinita di fendenti fino a lasciarlo morente a terra. Forse stava rischiando di fare la stessa figuraccia, però … già, aveva comunque bisogno di combattere e fare in modo di acquisire esperienza in una qualche maniera.

    «Non mi sono ancora presentato, che sbadato. Il mio nome è Marco Aurelio, Black Saint di Eracle. Se i tuoi uomini vogliono allontanarsi, questo è il momento giusto. Non sono così bravo a controllare il mio cosmo, quindi preferirei che non ci fosse nessuno qua intorno»

    Ribadì alzandosi in piedi. Nessun movimento agile, anzi, sembrava quasi annoiato dall’idea di stare di nuovo sulle proprie gambe. Fece schioccare il collo e rilassò le spalle roteandole appena. Fece lo stesso con le caviglie, sempre con molta tranquillità come se il suo avversario non lo stesse aspettando. Quindi portò i pugni all’altezza del viso, proprio come un pugile, e iniziò a saltellare sulle punte dei piedi. Forse era la prima volta che assumeva quella posizione combattendo contro dei cavalieri dotati di cosmo, e alla fine non era neanche detto che fosse una strategia intelligente. Sorrise.

    «Sono pronto»


    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Ottimale
    Status Psicologico ♦ Ottimale
    Status Cloth ♦ Ottimale

    Riassunto Azioni ♦ Mi hai dato la prima mossa ma da gentildonna quale sono … no aspetta, mi son confuso XD
    Cazzate a parte, il mio piggì prima si assicura che non ci siano vittime innocenti nelle vicinanze e solo allora aspetta l’ok del tuo piggì.

    Abilità


    Tecniche



  5. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Riconquista Black Saint
    I



    Era la prima missione che gli era stata assegnata da quei superiori a cui il suo maestro lo aveva affidato. Che triste realtà finire da un mondo in cui era soltanto un debole sottoposto, scoprire una forza miracolosa, e tornare ad essere il verme che era sempre stato. Solo per un istante aveva creduto di poter essere qualcosa di più ma il potere andava guadagnato e anche stavolta avrebbe fatto di tutto per ottenerlo. Combattere era una delle cose che più gli riusciva bene quindi perché non sfruttare questa sua abilità per riuscire a scalare le gerarchie? Inoltre i suoi compagni più anziani gli avrebbero potuto insegnare di più su quel cosmo e chissà, magari sarebbe diventato più forte, ancora di più.

    E così, eccolo a bordo delle nave della flotta che Isaac gli aveva affidato per affiancare Lars e distruggere i vari portali. Il suo compito era molto semplice: non avendo il potere di chiudere quei varchi dimensionali, doveva fornire supporto e distruggere quanti più corrotti più possibile, lasciando che fossero i due più esperti a fare gli eroi della situazione. Era d'accordo, non aveva senso mettersi in pericolo quando non aveva neanche le capacità per reggere un soffio di Isaac o Lars. Era ancora così lontano dall'essere al loro livello che era molto meglio stare nelle retrovie e fornire tutto il supporto a loro necessario. E poi comandare delle truppe gli veniva davvero semplice. Aveva fatto venire i suoi uomini sul ponte della nave mentre si stavano avvicinando al caos della battaglia per un piccolo discorso incoraggiante. E una botta di stima dovuta al suo controllo cosmico che gli avrebbe dato ulteriore coraggio e ispirazione. Ce ne sarebbe voluta tanta per morire per loro.

    «Il nostro compito non sarà affatto semplice. Non credete di stare nelle retrovie e lasciare agli altri tutto il lavoro sporco. NOI siamo gli addetti al lavoro sporco e dobbiamo essere perfetti! Forse saremo più deboli dei cavalieri neri a cui faremo da supporto, ma dimostreremo il nostro valore! Soldati! Alzate il pugno sul vostro cuore con me! Offriamo alla causa mente, corpo e anima! Offriamolo e facciamo vedere a questi corrotti cosa succede a mettere gli esseri umani all'angolo! È il nostro momento! Avanziamo!»

    Non era granché ma il suo cosmo avrebbe dato la spinta necessaria a tutti i suoi soldati per prepararsi mentalmente allo scontro e il combattimento sarebbe stato più semplice. Il fatto stesso che il cavaliere di Eracle potesse alterare le sensazioni di tutto loro era una grandiosa qualità. Tutto quel coraggio avrebbe potuto vacillare alle prime budella tra le mani e invece, con quella spinta, avrebbero combattuto anche tranciati in due. Comodo per la causa. Vide uno dei ragazzi, uno dei più giovani, impugnare la sua arma, ancora tremante. Che fosse il suo battesimo? Non riuscì a trattenere un sorriso. Gli si avvicinò e gli diede una leggera pacca sulla spalla, usando ancora più cosmo per infondergli il coraggio necessario.

    «Qualsiasi cosa accada, stai tranquillo. Sei nella mia nave e farò di tutto per proteggervi da quei mostri. Combatti con onore, ragazzo, combatti e distruggi le catene che ti hanno imprigionato. È il tuo giorno!»

    Gli sorrise e lui annuì, incoraggiato dal potere del cavaliere. Sarebbe morto entro i primi minuti. Era così debole e fragile, chissà quanto avrebbe resistito nel suo mondo, ma tenne queste considerazioni per sé.

    Erano quasi a contatto con la battaglia. Alzò la mano per preparare i cannoni e i soldati all'ingaggio. La abbassò in un movimento netto che scatenò la potenza di fuoco della flotta che gli avevano fatto portare con sé. Gli mancava quella sensazione di caos e sangue. Strinse i pugni e fece un lungo respiro mentre le navi nemiche si avvicinavano alla sua. Il suo cosmo esplose e lui, nella sua bella armatura nera, si sentì pronto a ingaggiare il nemico. Vide una nave che stava arrivando e che avrebbero speronato nel giro di pochi secondi. Che sensazione magnifica! Stava sorridendo come un pazzo di fronte al fulcro della sua pazzia.

    «Preparatevi! È ora!»

    Urlò, o forse ruggì, mentre la nave speronava la nemica. Si lanciò all'arrembaggio pronto a combattere, facendo letteralmente volare i primi avversari fuori dalla nave e continuando quella lotta sanguinolenta mentre i suoi uomini avevano iniziato a sparare e si tenevano a distanza. Il piano era molto semplice. Gli serviva solamente prendere le misure, liberarsi di qualche nemico e poi colpire con tutta la forza che aveva in corpo la nave facendo abbastanza danni per vederla affondare nell'oceano. Non c'era neanche bisogno di scatenare chissà quale potere, i materiali finivano tutti per piegarsi ai suoi pugni di Eracle. Dovette lottare più del previsto però, i corrotti non erano deboli esseri umani e resistevano molto di più. Comunque caddero come gli altri sino a che non si trovò in posizione per distruggere la prima nave. Caricò il pugno destro ma qualcosa lo colpì al fianco facendolo quasi volare via dallo scafo. Che diamine lo aveva colpito? Fortunatamente non era così forte da fargli grossi danni ma non poteva permettersi di sottovalutare chiunque fosse riuscito a spostarlo.

    Credi forse che ti permetterò di distruggere le mie navi, pivello?

    Un uomo, corrotto probabilmente da quanto vedeva, da quelle vene nere sul collo e gli occhi completamente neri come quelli di uno squalo. Anche i suoi denti sembravano affilati e forti. Doveva essere lui ad averlo disturbato.

    «Bene, ecco un insetto da schiacciare ...»


    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Ottimale
    Status Psicologico ♦ Ottimale
    Status Cloth ♦ Ottimale

    Riassunto Azioni ♦ Primo post

    Abilità


    Tecniche



  6. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Rent day
    I



    Aveva viaggiato tanto, sempre più pensieroso mentre il suo corpo e la sua mente si abituavano a quel mondo distrutto da un cataclisma ma che sembrava comunque migliore di quella che una volta chiamava realtà. Camminò tra le macerie accarezzando le pareti devastate da chissà cosa, cercando di rendersi conto di quel cambiamento e di come lui stesso stava mutando. Era tutto completamente diverso e le domande sulla sua debolezza rispetto ad altri guerrieri erano diventate la norma. Non aveva l'esperienza e la padronanza che riconosceva agli avversari, tutti abituati a quelle “regole” che lui aveva conosciuto solo tramite un'iniezione di conoscenza del suo maestro ma di cui stava avendo esperienza diretta solo in quei giorni. E la domanda principale era … perché era lì? Se la faceva spesso, ignaro di quali fossero i piani del suo maestro che lo aveva prelevato dal suo mondo.

    E poi sempre quel pensiero, quel ragazzino che gli aveva curato le ferite nonostante fossero nemici. Era una persecuzione l'idea che potesse esistere una sorta di bontà d'animo che prescindeva dai propri obiettivi. Era solo e puro buon cuore quello che aveva spinto il ragazzino a curargli le ferite e lasciarlo andare senza attaccarlo alle spalle. E lui? Avrebbe potuto colpirlo alla gola e fargli sputare sangue quand'egli si avvicinò per sistemargli le ferite. Perché non lo aveva fatto? Perché anche lui si era lasciato trascinare in quell'assurdità senza finire il lavoro? Strinse i denti e per un attimo sentì d'essere ricolmo d'ira pronta ad esplodere da un momento all'altro. Eppure si controllò, non aveva senso far esplodere il cosmo in una zona di cui non sapeva niente, ma allo stesso tempo … aveva bisogno di distruggere qualcosa o farsi del male al punto da non dover più pensare a quelle stronzate.

    Qualcosa in lontananza catturò la sua attenzione. C'erano altre persone nelle vicinanze? Ne poteva sentire la presenza. Sì, ne era sicuro. Forse tra quelle persone c'era pure un guerriero che potesse soddisfare la sua necessità di combattere e allontanare la mente da quei continui pensieri. Si avvicinò cauto, conscio di non poter azzerare il cosmo mentre indossava la sua pesante armatura. Se c'era qualcuno in grado di percepire il cosmo, avrebbe sicuramente riconosciuto la sua traccia e non avrebbe potuto prenderlo alla sprovvista. Ma non era quella la sua intenzione. L'essere cauto era dovuto al pericolo costante di quel mondo. Se ci fosse stato un guerriero, di sicuro non avrebbe avuto problemi a combatterlo, anche a costo della vita. Non era successo proprio con quel pazzo armato di spada spirituale? Aveva rischiato notevolmente quel giorno.

    Fu così che, una volta che tutto sembrava pronto per la partenza, il cavaliere nero si palesò di fronte a tutti nella sua armatura nera e il mantello che seguiva il corso del vento. Un uomo alto, biondo e muscoloso, dallo sguardo truce, eppure un occhio attento avrebbe letto molto di più negli occhi azzurri. Fece esplodere il suo cosmo come a voler palesare l'aggressività del suo gesto, una sfida per chiunque si sentisse abbastanza coraggioso da accoglierla.

    «Non mi interessa chi, qualcuno di voi oggi combatterà con me. Ne ho veramente bisogno»

    Disse senza tante cerimonie e quasi come un kamikaze allo sbaraglio. Il suo spirito era inquieto e, in qualche maniera, doveva calmarsi abbastanza da dimenticare gli ultimi eventi. Poteva diventare più forte solo continuando a combattere e imparando dai suoi errori. Strinse i denti e attese una risposta. Era impaziente di vedere chi avrebbe colto la sfida.


    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Ottimale
    Status Psicologico ♦ Ottimale
    Status Cloth ♦ Ottimale

    Riassunto Azioni ♦ Primo post

    Abilità


    Tecniche



  7. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    The clash of anarchy
    I



    Il guerriero nero aveva parecchio a cui pensare. Il mondo che aveva trovato al suo “risveglio”, se così lo si può chiamare, gli aveva dato tanti insegnamenti in così poco tempo da non sapere se fosse riuscito davvero ad assorbirli. Specialmente il combattimento con quel ragazzino … era incredibile quanto lo avesse scosso il suo modo di porsi nonostante fossero nemici. Riguardò la mano destra e la mente tornò a quegli eventi così insoliti, a quella gentilezza a cui non era abituato e che, al pensiero, gli faceva venire la pelle d'oca. Non riusciva proprio a non provare disagio al ripensare a quei momenti così strani per un uomo vissuto nell'odio e nella guerra sociale.

    Il suono di una battaglia lo richiamò all'ordine. Alzò gli occhi e cercò di individuare la fonte del caos che sentiva all'orizzonte. Difficile non vedere la grossa nave che aveva iniziato un attacco sul terreno desertico ben distante da lui, per fortuna. Rimase seduto ad osservare, pronto ad indossare la sua armatura, ancora nel box scuro dei black saints. Non aveva nessuna di avvicinarsi e l'unica cosa che poteva fare era rimanere fermo a osservare e cercare di capire quel mondo così bizzarro che aveva di fronte. Non c'era niente che gli ricordasse il suo mondo, lo stesso dov'era cresciuto. Era davvero così … strano.

    A pensarci bene non gli sarebbe dispiaciuto avere una cosa simile da comandare e poter utilizzare come meglio credeva. Il problema principale era proprio che si chiese se fosse davvero utile una volta arrivati a certi livelli di potere. Ripensò ad alcuni suoi superiori, ai maestri, così potenti che avrebbero potuto distruggere un intero esercito con il solo muoversi della mano mentre lui a malapena riusciva a tenere testa ad alcuni suoi avversari dello stesso livello di potere. Chissà se anche stavolta, di fronte al possessore di quella strana nave, si sarebbe dimostrato debole oppure le cose sarebbero andate diversamente.

    Sì, decise di farlo. Era il momento. Aprì il box dell'armatura e la indossò, pezzo per pezzo, mentre altrove infuriava la battaglia. Fece schioccare le ossa di tutto il corpo, dalle caviglie al collo, e decise di far esplodere il suo cosmo, voleva attirare l'attenzione del guerriero che stava dando prova del suo coraggio in quella battaglia. Aveva un conto in sospeso con se stesso e con tutto quel mondo che pareva rifiutarlo e dimostrargli ogni giorno la sua totale debolezza. Lui, che era sempre stato sicuro di sé, ora si trovava in una sorta di limbo che non aveva la possibilità di gestire. Il cosmo sembrò agitarsi ancora di più.

    «Forza, vieni qui a combattere, chiunque tu sia. Ho bisogno di dimostrare a me stesso che cosa sono in grado di fare!»




    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Ottimale
    Status Psicologico ♦ Ottimale
    Status Cloth ♦ Ottimale

    Riassunto Azioni ♦ Primo post

    Abilità


    Tecniche



  8. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Hagane no tamashi
    VI



    Davvero aveva ancora intenzione di parlare? Quanto avrebbe voluto avere la forza di alzare il pugno e colpirlo così forte da sfondargli la mascella, non per vincere il combattimento, quanto per chiudergli la bocca e concludere quelle continue torture che gli stava infliggendo a forza di discorsi che non avevano nessun senso, almeno per lui. Immaginò che pure gli antichi esseri potessero crollare di fronte alla demenza senile perché non riusciva a immaginare altro per l'oscuro individuo che blaterava e filosofeggiava ancora e ancora.
    Si chiese se gli inferi, così come gli era stato descritto potesse risultare l'altro mondo. Potessero essere peggiori di quel momento. O forse era già morto e la sua punizione era ascoltare il delirante discorso di un immortale per un tempo infinito, lasciandolo impotente e in ginocchio, impossibilitato a rispondere con i propri pugni ad ogni parola noiosa e ricca di Ego del suo avversario. E aveva ragione lui! Chi non avrebbe voluto tornare in vita se la sua penitenza eterna fosse stata ascoltarlo all'infinito, in un loop di delirio, demenza senile e … vuoto totale? Non riusciva neanche a descrivere quei discorsi così privi di significato per lui.
    Riaprì gli occhi basito quando formulò quella sciocca minaccia. Ma aveva idea di chi fosse lui, da dove venisse e chi aveva incontrato? Il suo Maestro, lui sì che sapeva terrorizzarlo, che gli aveva mostrato ogni orrore, ma quelle parole, così vuote, così insignificanti. Alla fine non ci riuscì proprio e scoppiò a ridere senza riuscire a fermarsi.

    «Sei serio? Tagliami le braccia e le gambe e fammi morire dissanguato, o staccami la testa ma ti prego, ti supplico, fammi andare a scontare la mia pena altrove perché se devo ascoltare ancora i tuoi discorsi giuro che mi mordo la lingua e mi soffoco col mio stesso sangue!»

    E sbuffò.

    «Ma quale melodrammatico. Chiudo gli occhi perché sono stanco e non ho voglia di stare a guardarti. Ti mancano almeno trenta chili di muscoli e un aspetto più rude per avere la mia attenzione. O un paio di tette, e meno barba. Invece di dire a me di essere educato, fai il tuo dovere e liberami dell'onere di stare qui in ginocchio. O liberami della tua presenza così che possa dormire e riprendermi. Decidi tu cosa fare, ma deciditi o invecchierò abbastanza per morire di morte naturale aspettando te.»

    Ma che gioco e gioco. Più lo sentiva parlare e più avrebbe voluto mordersi la lingua e darsi una morte adeguata. Perdere le energie in quel modo di fronte ad un essere così egocentrico era davvero la cosa peggiore che avesse fatto in tutta la sua esistenza, e dire che di cose riprovevoli ne era pieno il suo curriculum. Come quella volta che aveva ucciso nel sonno il suo compagno di stanza a dieci anni solo perché era stato più bravo di lui nell'ultimo test fisico. A sangue freddo, giusto per dimostrare chi sarebbe sopravvissuto in quel mondo che era la sua realtà, ben diversa da tutto quello che aveva visto una volta tirato fuori da Rei.
    Aveva senso continuare a infastidirlo così? Probabilmente si sarebbe pure divertito l'altro, l'egocentrico e anziano essere che aveva di fronte. Ma non aveva minimamente voglia di continuare il discorso, la sua voce stava iniziando ad irritarlo. Si chiese se sarebbe riuscito a racchiudere un minimo di fronte per alzare il pugno e dargli un montante ma le probabilità erano scarse. Anche un meteorite dritto sulla sua faccia aveva più probabilità di lui che riusciva a muoversi. Se fosse sopravvissuto, si sarebbe per sempre tenuto un minimo di energie per sfuggire ai chiacchieroni e, scoprì per sua sfortuna, erano davvero troppi per i suoi gusti

    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Animo devastato dai colpi spirituali di Amaterasu, più ferite su ventre e spalla.
    Status Psicologico ♦ Consapevole della propria morte molto vicina
    Status Cloth ♦ In viaggio verso altri lidi

    Riassunto Azioni
    Perdonami tu del ritardo mostruoso!

    Abilità


    Tecniche



  9. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Hagane no tamashi
    V



    Il suo pugno avrebbe dovuto colpirlo e invece … nulla. Sferrò il montante nel vuoto e tutte le energie si spensero in quel preciso istante. Non aveva più le forze per continuare la battaglia, si limitò a cercare con lo sguardo il suo avversario e, una volta trovato, iniziò a ridere. Scoprì di non averne paura. Non della morte in sé, proprio di quel mostro che aveva incontrato. Ripensò a quel primo incontro con il suo maestro e solo allora ricordò cos'era il vero terrore. Lì, in quel preciso istante, cos'avrebbe dovuto temere? Era praticamente morto.
    E invece l'altro ripose la lama nel fodero e cominciò a parlare. Perché tutti i suoi avversari avevano, a parte Ingrid, questo interesse a chiacchierare? Era sfinito, gli faceva male persino in luoghi in cui non batteva il sole, perché rovinargli il momento di rassegnazione pacifica con tutti quei discorsi privi di utilità, almeno per lui.
    Usò tutte le sue energie rimaste per stare in piedi, respirando lentamente e controllando ogni muscolo del suo corpo, ma la verità era che non ne aveva più. Quel colpo spirituale aveva completamente devastato il suo essere, al punto che, espirando, cadde in ginocchio senza neanche riuscire a sollevare le braccia. Il contatto delle ginocchia al suolo gli fece provare una fitta lungo tutto il corpo che gli strappò un'imprecazione.

    «Non ho mai pregato nessuno e non lo farò adesso, né mai. Dovrei pregare per cosa, per rimanere vivo? Se mi vorrai ammazzare, le preghiere non mi faranno da scudo. Se vorrai ficcarmi la tua spada nel c..o, non saranno le preghiere a salvarmi dall'essere impalato. Quanto sei noioso ...»

    Aveva perso totalmente le sue qualità diplomatiche, se ne rese conto. Ogni combattimento che aveva fatto nell'ultimo periodo lo vedeva sconfitto. O non in buone condizioni. Lui che nella sua realtà era un maestro del combattimento, si era ritrovato nella situazione di stare in ginocchio senza forse di fronte ad un “tizio” così pieno di sé da fargli venire la nausea. Manco il suo maestro, tremendamente più potente di lui, si era posto in quella maniera nei suoi confronti.

    «Perché stai perdendo tutto questo tempo a farmi domande di filosofia? Io non sono un filosofo. Ho tante qualità ma … beh, come vedi in questo momento non ho nessuna intenzione neanche di essere diplomatico»

    Riprese a ridere, conscio di come stesse peggiorando la sua precaria situazione ma perché affannarsi tanto quando non aveva più nessuna energia neanche per fuggire lontano da quello strano individuo? Il suo avversario lo aveva letteralmente fatto a pezzi, su tutta la linea. E il suo ultimo pugno aveva colpito tanta aria quanto l'ego del suo avversario. Non era riuscito neanche a piazzargli un pugno su quel faccino “adorabile” che si ritrovava. Quanto avrebbe voluto spaccargli la mascella, eppure non aveva la forza manco per dargli una carezza. Era davvero un debole. E rise ancora.

    «Forza, fai il tuo dovere e uccidimi. Se non lo fai, stai tranquillo che ci rivedremo e la prossima volta non sarà così facile mettermi in ginocchio. Non ho paura della morte, non è neanche la prima volta che ci vediamo faccia a faccia. Anzi, abbiamo un rapporto così intimo che se la invitassi a prendere un tè, mi porterebbe anche i pasticcini. Non ti pregherò per lasciarmi in vita, aspetterò qui con gli occhi chiusi e un bel sorriso che tu faccia la tua mossa. L'unica cosa, non svegliarmi se vuoi continuare a discutere dei di bambini capricciosi e preghiere. Non sono interessato ai tuoi deliri.»

    E così fece. Chiuse gli occhi e attese. La sua mente era sgombra. Un debole come lui si meritava la morte. Che senso aveva continuare a umiliare se stesso? Di una cosa era certo. Se si fossero incontrati ancora, le cose sarebbero andate molto diversamente. Lui sarebbe stato più forte. E l'altro sarebbe stato in ginocchio di fronte a lui.

    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Animo devastato dai colpi spirituali di Amaterasu, più ferite su ventre e spalla.
    Status Psicologico ♦ Consapevole della propria morte molto vicina
    Status Cloth ♦ In viaggio verso altri lidi

    Riassunto Azioni
    Perdonami tu del ritardo mostruoso!

    Abilità


    Tecniche



  10. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Tough boy(s)
    IV



    Il ragazzino aveva ancora qualcosa da dirgli e gli si avvicinò. Non aveva paura di un attacco, non da quella figura tanto ingenua. Anzi, Marco Aurelio si domandò più volte se non fosse davvero un idiota. A quella distanza, senza difese, avrebbe potuto colpirlo a tradimento e ucciderlo, senza alcun rimorso o problema. Il fatto che non ne avesse voglia giocò a favore del ragazzino, lasciandolo avvicinare.
    Diverso fu il constatare che aveva deciso di curarlo, in minima parte, proteggendo le varie ferite da possibili infezioni. Si sentì imbarazzato come una vergine che per la prima volta apriva le porte di un bordello. Si sentiva tremendamente a disagio nell'osservare da vicino la gentilezza di qualcuno, evidentemente disinteressato, tanto da sentirsi sporco. Si irrigidì per un momento ma lo lasciò fare, d'altronde aveva bisogno di una medicazione e raggiungere l'isola senza sarebbe stato ben più seccante.
    Per un attimo smise di ascoltarlo, non era così interessato ai discorsi del ragazzino, e chiuse gli occhi per pensare al tragitto per ritornare a casa, sospirando leggermente. Riaprì gli occhi poco dopo, ad osservare il lavoro finito da quel pivello che aveva accanto. Gli aveva dato una sistemata per davvero. Non era al massimo della forma ma non rischiava di morire per strada a causa della stanchezza e delle ferite. Forse lui non si era accorto della reale entità dei suoi danni, ma Marco Aurelio sapeva benissimo quanto fosse impossibilitato a camminare nonostante avesse fatto di tutto per mascherarlo. Non avrebbe mai lasciato intravedere una debolezza nel suo corpo, specialmente in combattimento, però tornò a guardare il ragazzino e sollevò il sopracciglio destro. C'era davvero gente così ingenua nel mondo? Non era per nulla abituato, ed era la seconda volta che qualcuno gli faceva un favore da quando era in quella realtà, completamente diversa dall'oscura fossa piena di serpenti che era la città in cui era cresciuto.
    Reagì male, di nuovo, stavolta per il crescente imbarazzo che gli provocava tutta quell'ingenuità. Ingrid lo aveva aiutato ma non era né stupida né ingenua. Aveva molto rispetto per Ingrid in realtà. Per il ragazzino? Non ne era sicuro.

    «Mi hai curato davvero. Sei forse un idiota? Io e te siamo nemici, e lo saremo anche dopo questo tuo favore. Avresti dovuto lasciarmi ferito e sperare che qualcosa mi uccidesse nel tragitto. Io non mi preoccuperò del tuo futuro, e se ti fai ammazzare o meno non mi interessa. Non riesco neanche a descrivere quanto mi fai incazzare!»

    Raccolse il mantello sulle spalle e si coprì con esso, dando le spalle al ragazzino e riprendendo a camminare. Era fuori di sé e non riusciva a togliersi quella sensazione di “gentilezza” che vi aveva gettato addosso il pivello, tanto da fargli venire la pelle d'oca. Non riusciva a comprendere un comportamento simile con un nemico, ben lontano dal rispetto che si potesse provare per un combattente esperto. Lui non avrebbe mai facilitato il ritorno a casa di un suo nemico. Proprio non riusciva a vedere il senso di quell'attaggiamento, e più ci pensava, più si sentiva incazzato. La rabbia non faceva che crescere e preferì dargli le spalle o lo avrebbe colpito, giusto per fargli capire che non erano amici né avversarsi, ma nemici e in un'altra situazione, ben più favorevole, gli avrebbe volentieri strappato il cuore dal petto.

    «Non ho niente da dire sulla mia Realtà ad un ragazzino ingenuo come te, e non mi interessa nulla dei tuoi compagni con cui vi fate le trecce. Stammi lontano o giuro sulla mia stessa armatura che ti stritolerò fino a farti esplodere gli organi. Non riesco proprio a sopportarti»

    Detto ciò, si allontanò sbuffando, ancora ricolmo d'ira. Eppure gli era sembrato giusto dargli un indizio, quel semplice “la mia Realtà”, e per un attimo si pentì di averlo fatto. Non riusciva a capirlo e non vedeva l'ora di allontanarsi e pensare ai fatti suoi lontano da quel pivellino. Strinse il pugno e continuò a pensare ai suoi poteri, al modo in cui stava combattendo. Gli serviva più forza, ancora di più. Aveva rischiato con uno stupido ragazzino, i suoi pugni non riuscivano manco a stendere uno così, figuriamoci nemici ben più pericolosi.
    Quell'incontro lo aveva decisamente fatto ribollire di rabbia. Era molto lontano dal sentirsi soddisfatto. Troppo lontano.

    The End


    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Spalla sinistra rientrata ma comunque dolorante, varie ustioni sul corpo, braccio sinistro gravemente danneggiato, stinco incrinato e a rischio di frattura in caso di ulteriore stress fisico
    Status Psicologico ♦ Ottimale
    Status Cloth ♦ Bracciale incrinato, qualche incrinatura sui gambali

    Riassunto Azioni ♦ Boom, completato e con tantissima maleducazione e odio XD

    Abilità


    Tecniche



  11. .
    Vi attendo entrambi allora ❤️ ci mettiamo d'accordo via messaggio nel caso
  12. .
    Ciao a tutti
    Qualcuno per un incontro amichevole? Qualsiasi energia, qualsiasi divertimento, aperto a nuove esperienze
  13. .
    Se non dovessi essere d'intralcio, sarei felice di partecipare come Scudiero. So lucidare le armature, fare il fuoco, so anche sputare nel vostro cal ... no, questo non dovevo dirlo!
  14. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Hagane no tamashi
    IV



    Che cosa aveva fatto?

    Non ne aveva idea ma quello che aveva smosso non era un semplice sassolino, ma una montagna intera che adesso rischiava di franargli addosso. L’oscurità che aveva risvegliato nel cuore di Amaterasu la vide tutta insieme, proiettata nella sua mente come un incubo che ti annienta l’animo. Lo osservò a lungo mentre quel nero potere lo avvolgeva e cambiava il colore della sua armatura e mutava l’espressione sul suo viso. Assorbì ogni istante di quell’agonia mentre la consapevolezza di essersi scavato la fossa si fece sempre più forte in lui. Se anche avesse voluto, in nessun modo avrebbe potuto salvare la sua anima. Il suo potere non funzionava in quel modo. Poteva solo risvegliare l’oscurità, non richiuderla nel vaso di Pandora. Deglutì a fatica mentre sentiva l’impulso di darsi alla fuga ma allo stesso tempo le gambe si immobilizzarono. Era terrorizzato.

    Si mise a sorridere, conscio del grave errore e allo stesso tempo divertito per come era riuscito a distruggersi con i suoi stessi poteri. Aveva scoperto che pure un dio poteva provare delle orribili sensazioni e che quel bianco così puro non era che una facciata di quello che era davvero Amaterasu. Se mai fosse sopravvissuto, quella era un’informazione estremamente utile che avrebbe potuto dare ai suoi maestri, sempre se loro non sapessero già ogni cosa. Era assurdo che pensasse a tutto ciò mentre il suo avversario si stava trasformando in un essere assetato di sangue e dolore, un puro sadismo di cui lui sarebbe caduto vittima. Se non poteva scappare, cosa che sicuramente era impossibile di fronte ad un essere più potente e più veloce di lui, almeno doveva farsi onore combattendo, sempre che gli fosse data la possibilità di controbattere al prossimo attacco, quello che stava preparando per renderlo agonizzante.

    «Stavolta l’ho fatta proprio grossa, eh?»

    Non aveva scampo e qualsiasi offensiva gli venisse in mente, non vedeva come i suoi colpi potessero superare quell’armatura così potente al confronto della sua. Doveva combatterlo da più vicino o niente avrebbe intaccato le sue difese. Strinse il pugno e fece per scattare in avanti quando un’onda d’urto cosmica lo investì. Piantò i piedi a terra e portò le braccia di fronte a sé per proteggersi ma era troppo debole per essere il vero attacco. E aveva ragione.

    L’attacco vero e proprio arrivò subito dopo. Caricò tutta l’energia possibile per creare il manto del leone e si lanciò verso il guerriero oscuro, praticamente in mezzo a quel turbine di fendenti spirituali. Il cosmo della sua armatura avrebbe schermato una piccola parte di quell’offensiva, davvero misera non avendo difese contro quel tipo specifico di attacco, ma abbastanza per non ucciderlo. I fendenti lo tempestarono di ferite, attaccarono il suo spirito provocandogli un dolore che mai avrebbe potuto percepire in un mondo “normale”. Neanche nella sua realtà, dove non aveva idea del cosmo e delle sue potenzialità, avrebbe mai potuto provare una simile agonia. Aveva proprio ragione quella figura oscura. Gli stava suonando una melodia niente male, almeno dal suo punto di vista. Non gridò però, neanche in un milione di anni gli avrebbe dato la soddisfazione di mostrargli il male che gli stava provocando. Non gli avrebbe dato alcuna soddisfazione e di certo non gli avrebbe permesso di farsi beffe di lui. Lui non era un semplice umano, era il futuro Imperatore e non si sarebbe mai mostrato debole di fronte a quell’essere.

    Gli aveva fatto male però, davvero male. Il suo corpo sembrava rilasciare fumo tanto era potente l’attacco di Amaterasu, della sua versione oscura. I muscoli gli facevano così male che ogni movimento gli provocava fitte come se fosse punto da milioni di pezzi di vetro contemporaneamente. Il solo pensare gli faceva pulsare il cranio e gli occhi a tal punto da rischiare di svenire da un momento all’altro. Ma strinse i denti, si fece forza pensando all’unico modo che aveva per riuscire a dargli un colpo, uno soltanto. In seguito lo avrebbe sicuramente ucciso, ma almeno un dannato pugno su quella faccia di … gliel’avrebbe voluto dare. Doveva fargli capire chi aveva di fronte. Debole, vero, umano, verissimo, ma non si sarebbe arreso neanche di fronte a Zeus in persona, figuriamoci di fronte a lui.

    «Non crederai che sia finita così, vero?»

    Gli urlò. Alzò la mano destra, chiuse il pugno, ed ecco che la sua offensiva aveva inizio. Non avrebbe mai potuto colpire con forza da quella distanza, soprattutto non c’era niente che potesse sorpassare incolume le sue difese senza prima creare una minima breccia. Colpì il terreno con forza provocando una grande nuvola di polvere, in modo da nascondere se stesso agli occhi di Amaterasu, anche se aveva ben in mente quanti passi lo distanziassero da lui. Registrò con molta cura la sua posizione. A quel punto ecco che alla sinistra della nuvola, esplodendo a poca distanza da Amaterasu, un’altra sfera di cosmo per attirare la sua attenzione ma non era finita qui. Era sicuro che non sarebbe caduto nello stesso tranello una seconda volta e non aveva intenzione di sottovalutare in alcun modo il suo avversario. Per quello decise di usare una tattica estrema, davvero estrema.

    Dalla nuvola, in alto, il cavaliere oscuro avrebbe potuto vedere l’armatura del Black Saint spuntare tra la polvere, carica di debole cosmo. Marco Aurelio sperava davvero che credesse di vederlo in quell’armatura vuota per un secondo e che si concentrasse su di essa il tempo necessario per azzerare le distanze e uscire da quella nuvola di polvere per attaccare il suo nemico. Un solo attimo, lo stesso che gli sarebbe servito per caricare tutta la sua energia nel braccio destro, tutto il suo cosmo nel suo pugno, correndo quasi sottovento, il più basso possibile, come se avesse paura che quell’essere sentisse pure l’odore della sua carne ferita, o del suo animo dilaniato da quei fendenti. Un unico colpo che avrebbe dato una degna fine al cavaliere di Eracle nero.

    L’armatura rimase intatta per un attimo prima di disfarsi e cadere rivelando il trucco di Marco Aurelio. Per lui il tempo di arrivare sotto al guerriero, sotto Amaterasu, con il pugno carico di una quantità di cosmo enorme, richiusa in esso tutta la forza di cui poteva contare il cavaliere di Eracle. Stava sorridendo, contento di aver potuto fare almeno quel passo, o averci provato. D’altronde cosa poteva fare a parte sorridere di fronte ad un essere che aveva dimostrato di essere notevolmente più potente di lui? Tanto valeva sbattersene e dimostrargli che pur nella sua debolezza era in grado di sferrargli un pugno di tutto rispetto. Il Big Black Kornehoros. Un pugno carico di cosmo e forza diretto al viso di Amaterasu con un uppercut che sarebbe esploso a contatto con il corpo del suo avversario e avrebbe rivelato tutta la sua potenza. L’avrebbe colpito? Forse. Avrebbe vinto? Era sicuro che quello sarebbe stato il suo ultimo pugno ma desiderava che almeno fosse … esplosivo.


    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Animo devastato dai colpi spirituali di Amaterasu, più ferite su ventre e spalla.
    Status Psicologico ♦ Consapevole della propria morte molto vicina
    Status Cloth ♦ In viaggio verso altri lidi

    Riassunto Azioni
    Marco Aurelio capisce di aver commesso un notevole errore. Si lancia in mezzo ai fendenti con il Manto del Leone conscio che tanto gli faranno malissimo, e lo fanno. Lui comunque resiste e prova il suo ultimo attacco con le forze rimaste. Colpisce il terreno per provocare la polvere, spara una sfera di cosmo alla destra di Amaterasu che esplode senza danni, per distrarlo, poi lancia la sua armatura leggermente carica di cosmo per tenerla assieme per dare l’impressione che sia lui, che spunta da sopra la nuvola di detriti, tutto per coprire la sua intenzione di andare frontalmente e cercare di colpire con un uppercut (big black kornehoros) il viso di amaterasu.

    Abilità

    Pugno dell'Imperatore (Forza straordinaria): l'incredibile forza di Eracle scorre nelle sue vene. I suoi pari, che non hanno la stessa innata capacità, subiscono il suo strapotere fisico. I suoi pugni e calci sono estremamente potenti e lui stesso è in grado di mostrare una forza fisica senza pari, esattamente come il mitico personaggio a cui è ispirata la sua armatura. I suoi colpi sono tanto forti che, con la giusta concentrazione di cosmo, possono creare delle vere e proprie onde d'urto o contrastare i colpi avversari con la sua forza fisica. Solo un uomo forte come lui può guidare l'esistenza verso un futuro migliore e illuminato.
    Tecniche

    Big Black Kornehoros: Versione potenziata del colpo, più lento a caricare ma che fa ricorso a tutta la forza del cavaliere nero. Caricando il cosmo nel suo braccio, può scatenare un pugno ancora più potente, tanto da creare una potente onda d'urto che può creare enormi crateri (dipende dall'energia) e distruggere tutto ciò che trova sulla sua strada.

    Manto del leone: una tecnica puramente difensiva che consiste nel ricoprire di cosmo il corpo del cavaliere nero e renderlo molto più resistente ai colpi, una sorta di barriera fisica per difenderlo a 360 gradi nelle situazioni più pericolose. Variante: può utilizzare la tecnica anche per ricoprire una parte del corpo ben precisa e renderla anche più efficiente.

  15. .

    9IXuon6
    Marco Aurelio ♦ Black Eracle {III} ♦ Energia rossa
    6kmTNtT
    Tough boy(s)
    IV



    Scosse il capo ad ogni parola del cavaliere bambino. Sospirò vistosamente quando concluse il suo discorso comprendendo che di fronte non aveva un guerriero ma un ragazzino pieno di ideali di cui non se ne faceva niente. Se avessero continuato, avrebbe rischiato davvero di ucciderlo e magari avrebbe scatenato qualche guaio diplomatico di cui non voleva prendersi la responsabilità. Se n’era accorto nel primo momento in cui aveva esposto il suo corpo ad un attacco diretto, roba da pazzi considerando il corpo umano a cui erano legati. Era semplicemente un pazzo con grandi poteri, un esaltato che avrebbe solo creato non pochi problemi alla sua situazione. Non aveva nessuna intenzione di rischiare e dover affrontare il suo maestro dopo un errore del genere.

    «Sei solo un ragazzino …»

    Disse ad alta voce e senza preoccuparsi dell’eventuale offesa che avrebbe percepito l’altro guerriero. Era voluta.

    «Da morto non servi a nessuno, a questo non ci hai pensato? Va bene esaltarsi per il combattimento ma devi imparare i limiti di questo pensiero prima di ammazzarti per raggiungere le tue “stelle”. E sinceramente io non ho intenzione di rischiare la vita o altro perché un ragazzino ha deciso che deve fare il kamikaze in un combattimento privo di importanza se non del piacere stesso del combattimento. Per cui io ti saluto e ti auguro di non farti ammazzare per una stronzata simile. Non c’è nulla di onorevole nel morire come un idiota. Addio.»

    Parole dure? Può darsi ma non aveva il “tatto” tra i suoi talenti e non aveva intenzione di risparmiarsi solo perché l’altro era un ragazzino. Disse le cose come stavano per lui e si girò dando le spalle al suo avversario e alzando la mano in segno di saluto. Aveva tutte le intenzioni di andarsene. Fece un gran respiro e fece il primo passo accorgendosi di quanto la gamba fosse danneggiata solo ora che l’adrenalina si stava abbassando. Si inchino per prendere un tubo di metallo, probabilmente uno dei resti di quei palazzi ormai distrutti, e decise di usarlo come appoggio per non sforzare troppo l’arto ferito gravemente. Se l’altro non fosse intervenuto in qualche modo, lui avrebbe proseguito senza più fermarsi.


    6kmTNtT
    narrato ♦ parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ♦ Spalla sinistra rientrata ma comunque dolorante, varie ustioni sul corpo, braccio sinistro gravemente danneggiato, stinco incrinato e a rischio di frattura in caso di ulteriore stress fisico
    Status Psicologico ♦ Ottimale
    Status Cloth ♦ Bracciale incrinato, qualche incrinatura sui gambali

    Riassunto Azioni ♦ Mi dispiace per il ritardo ENORME!

    Abilità


    Tecniche



1934 replies since 4/3/2005
.