thirteenth night

test blu x Luke (2°pg)

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    welsh_woods




    I raggio del Sole entrano caldi e morbidi come fili di seta fra le fronde dei rami.

    Molto diverso dalla tua terra natia, che nessun pittore o poeta potrebbe mai riprodurre con i suoi pennelli o parole. La macchia mediterranea, il sale che si poggia sulla pelle con gli schizzi delle onde, l’eleganza e la bellezza delle coste.

    L’aria è leggermente fredda e umida, non tanto da risultare sgradevole ma da essere percepibile come un elemento distintivo del luogo. Puro silenzio accompagna i tuoi passi, se non escludiamo il cinguettio di qualche uccello in lontananza, che vola via spaventato sentendo la tua presenza.


    Eppure, il Galles ti dona pensieri, sentimenti che ancora in qualche modo fanno eco nel tuo cuore, Asterione. Quali, forse neanche tu lo sai.


    Un rantolo attira la tua attenzione, col tuo sguardo che va già verso il lago di sangue con cui hai ricoperto fiori, rocce e muschio.


    Ottimo, uno è ancora vivo.


    Da quanto tempo gli stai dando la caccia? Da giorni, forse… eppure sai che è necessario.
    Avverti nelle fessure delle Realtà un eco, come un faro che porterà fine a ciò che stai facendo. Ma non sono altre anime umane di cui hai bisogno.


    Il soldato tossisce sangue, strisciando lentamente con le gambe e braccia distrutte dai tuoi colpi, fra i cadaveri dei compagni. Sono duri, valorosi, coraggiosi. Cacciarli non è stato facile, combatterli anche. Più che altro per non ucciderli sul colpo.


    Da tempo hai avvertito come l’ultimo tassello è in qualche modo connesso a Lui, ma ovunque il tuo sguardo cadesse, ovunque cercavi anche solo informazioni anche da altri spettri o risorti che potevano averlo incontrato, avvistamenti, notizie, niente appariva sulle mappe del mondo. E sicuramente sai che non è morto o rinchiuso nelle sue aule perché senti ben chiara la sua presenza qui, nelle terre di Cambria.


    Quindi, ora che avevi sotto la tua ascia un sidhe, la domanda che rimbombava con violenza nel tuo cuore e cosmo era una:



    Dove si trova Oberon delle Fate?










    Angolo Master:


    Well...

    Per tu sai cosa, hai bisogno di Oberon. Riesci a sentirlo ma il problema è che non si trova.

    Hai provato ad intercettarlo da mesi, parlato con chiunque dei tuoi contatti, fatto qualsiasi cosa in tuo potere ma nada. In qualche modo avverti il suo cosmo che permea la zona del Galles come se ti chiamasse (insieme a quell'altra cosa), ma comunque nada.

    Quindi pensi bene di catturare (vivo) uno dei suoi sidhe e interrogarlo.


    Non penso debba dirti altro, hai carta bianca. Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi.

    Enjoy.



     
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    Thirteenth Night

    C'erano tante cose che aveva fatto nel breve periodo del suo ultimo risveglio, lavorando con tutte le sue forze verso l'obiettivo che si era prefissato; aveva mietuto anime su anime, tornando nella Dimensione Infernale per il tempo strettamente necessario a riposare e conservare i suoi ritrovamenti, oltre che per svolgere altri compiti assegnati dai suoi diretti superiori. Detto questo si era trovato, forse per la prima volta dal suo servizio, a gradire molto la grande libertà di cui tutti gli Spectre godevano una volta svolti i propri obblighi immediati.
    Potevano tutti dedicarsi ai propri progetti personali, cosa che Asterione non aveva esitato a sfruttare a ogni concepibile momento.

    Aveva impilato una vera e propria montagna di tributo e sacrificio, anime strappate ai loro destini per essere carburante nell'avvento di un nuovo mondo, eppure c'era un limite a quello che si poteva raggiungere con mera forza dei numeri. All'inizio credeva che semplicemente raggiungendo un certo quantitativo di energia spirituale avrebbe potuto ottenere il suo scopo ultimo, ma apparentemente non era così; c'era un certo prerequisito rituale in anime e sangue, sì, ma se fosse bastato solo questo avrebbe già ottenuto il suo scopo.
    No, il Minotauro sapeva che se avesse presentato queste sue offerte nel loro stato attuale non avrebbe avuto alcun risultato; come? Beh, essere diventato un cacciatore di anime gli aveva dato una certa qual dimestichezza con certi meccanismi e funzionamenti delle materie occulte; non troppa, Asterione restava sempre e comunque un guerriero prima di ogni altra cosa, la sua sapienza nelle arti oscure non era assolutamente paragonabile a quella di Minosse, ma se confrontato ad un arcanista mortale poteva considerarsi un luminare.

    Proprio perché era consapevole che i suoi preparativi erano stati insufficienti si era avventurato in una nuova, possibilmente ultima avventura con quell'obiettivo specifico.
    Aveva percepito, tra le maglie di quell'aberrante Realtà, una risposta ai suoi interrogativi; non sapeva in che modo, ma la soluzione ultima sarebbe passata per l'autoproclamato Re delle Fate. Era stato tremendamente cauto, nelle sue uscite, nel non interferire direttamente con le operazioni degli Eletti di Gea; non che ne avesse paura, Asterione non temeva nulla, ma era giusto ritardare l'inevitabile confronto con nemici dal potere considerevole fino che non poteva evitarlo. Aveva non timore, ma sicuramente rispetto per la forza dell'entità alle loro spalle; non era saggio attirare il suo sguardo su di sé, non finché non fosse stato pronto a sopportarne le drastiche conseguenze.
    In questa circostanza, purtroppo, non poteva fare altrimenti.

    Quantomeno il posto era bello, sorprendentemente dato lo stato di distruzione e declino del mondo intero; in un'altra occasione avrebbe colto l'occasione per fermarsi in quell'oasi di pace e natura per qualche momento di quieta contemplazione, forse avrebbe anche potuto concedersi dei momenti di lettura. Il cuore del Minotauro non era ancora diventato una massa di metallo e logica, fredda e insensibile al richiamo di ciò che un tempo lo aveva reso "umano", poteva ancora trovare bellezza in quei piccoli attimi e pulsioni che gli ricordavano di non essere sempre stato un mostro.
    Sfortunatamente portava solo sangue e morte.

    Cacciare i figli di Gea era stato faticoso; non perché fossero un'effettiva minaccia nei suoi confronti, quanto perché erano così maledettamente sfuggevoli.
    Era nella natura degli esseri fatati muoversi con inganno e sotterfugio, e Asterione detestava con tutta l'anima questa gentaglia, ma non poteva fare a meno di averci a che fare in quei momenti. Poteva solo adoperarsi affinché durassero poco. La parte peggiore, incredibilmente, non era stata il trovarli o andare oltre le illusioni inganni che li circondavano; era la loro rivoltante fragilità. Perché non aveva tempo di tornare nella Dimensione Infernale e interrogare ogni singola anima, avrebbe dovuto lasciarne almeno uno vivo per poi estorcere una qualche confessione. In quest'ultimo fondamentale, Asterione era stato decisamente carente.

    Schioccò la lingua, rimirando il lago di sangue e poltiglia che aveva sparso in una foresta un tempo incontaminata, maledicendo tra sé e sé la fragilità di queste creature fatate.
    Il Minotauro non era più abituato a combattere con intento non letale, coloro che sopravvivevano a incontri con lui lo facevano per propri meriti e non perché lui avesse in qualche modo trattenuto i colpi, pertanto i primi incontri con la stirpe di fate erano stati decisamente pieni di brutalità e violenza fatale. Per una volta che aveva intenzione di parlare e basta... okay, pazienza, ce n'erano sicuramente altri e poteva sentire la presenza di Oberon aggrapparsi attorno a lui, ovunque ma senza una direzione precisa. L'avrebbe trovato prima o poi.
    Poi sentì un rantolo, e Asterione si girò verso quel suono come un leone in procinto che azzannare una preda.

    Avanzò verso la creatura fatata riversa prona al suolo, braccia e gambe spaccate e schiacciate dalla sua ascia, probabilmente il dolore l'aveva fatto svenire; strinse una mano attorno alla testa dell'essere, sollevandolo leggermente da terra. Non abbastanza da fargli altro male, non voleva ucciderlo dopotutto, ma aveva una domanda molto pressante per lui.
    Dov'è Oberon?
    Parlò con voce bassa e roca, un tono come due macigni che cadono da una montagna e devastano ogni cosa lungo il loro sentiero, la voce di chi non ammette replice.
    So che è qui, tu mi dirai dov'è di preciso e come raggiungerlo.

    Non sei indispensabile, come ho trovato te troverò qualcun altro. Sono paziente. Era una leggera esagerazione quella, fatta allo scopo di rendere ben più credibili le sue minacce. In verità Asterione si era decisamente stancato di andare in giro per il Galles alla ricerca di quel maledetto Gea; avrebbe potuto giocare la partita in maniera più lungimirante, aveva la longevità e i mezzi per farlo, ma avrebbe di gran lunga preferito risparmiarsi la fatica.
    Collabora e avrai salva la vita. Ostacolami ancora e pregherai di poter morire.

    Era sincero. Non poneva mai offerte che non aveva intenzione di onorare, ma in cambio di quell'informazione così importante avrebbe davvero rinunciato a un'anima così strana e antica da aggiungere alla sua riserva di energia spirituale.
    Altrimenti l'avrebbe portato al Tribunale e chiesto a qualcuno di dargli informazioni coerenti, avevano modi per divinare certe cose.

    Non era un gioco che Asterione poteva perdere, restava da capire quando avrebbe vinto.

    8gWY7Vi
    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    Il fae ti guarda, con la sua testa stretta nella tua mano. Sentivi come il suo cranio sottile malapena riusciva a sostenere anche la tua morsa più gentile, ma il suo sguardo era tutto fuorché specchio del suo corpo martoriato.

    La iride dell’unico occhio vibrava, quasi raccontando la storia dei suoi pensieri. Paura, ovviamente. I guerrieri di G.E.A., umani e non erano votati alla vita. Mangiare, dormire, combatter, divertirsi e spegnersi nell’abbraccio del nero alla fine della loro storia, ma mai morire inutilmente. Questa era per alcuni un marchio di codardia, ma in verità una forza fondata su elementi concreti.

    Ma anche, fra scintille di sdegnoso odio… calcoli. Come se stesse soppesando la situazione, se credere alle tue parole e quali conseguenze potevano mettere in moto. Non voleva morire, come detto, ma anche non voleva che altri suoi compagni venissero travolti dalla tua ascia. Per un breve momento, la pupilla si concentro su una giovane fata divelta a metà poco lontano alla sua destra, e il battito del suo cuore accelero accompagnato da lacrime miste a fango.


    Non lo sappiamo – disse infine. Sentivi onesta nella sua voce, questo era un problema – Da diversi giorni non si è più presentato né ha dato sua notizie. Uno… dei suoi avamposti nascosti non ha dato più notizie e ha deciso contro il consiglio della stessa Lady Titania di investigare personalmente… Da allora niente, siamo anche noi alla sua ricerca, eheh… forse potrei chiedere io a te, nè sapresti magari di più...


    Tossisce sangue, mentre avverti il suo cosmo diventare sempre più debole mentre il sangue del colore di linfa degli alberi colare ovunque da lui. Iniziò a ridacchiare, poggiando le mani a terra come per aiutarti a far si che rimanesse ancora sveglio.


    Ti ho risposto dunque spettro… potrai uccidermi se non sei essere di parola, e uccidere anche intere legioni di sidhe… ma non avrai mai la tua risposta. Le nostre marche sono spesso segrete anche a noi, ehehe… qualunque sia la tua ragione sei… - Si blocca, guardando in un punto preciso con sorpresa e sgomento.


    Lo sente, e anche tu. La Realtà stessa è come se fosse attraversata da un’Onda. I colori diventano in un punto più vibranti e poi spenti, l’aria rinfrescante e morta, gli alberi per pochi istanti sembrano sul punto di fiorire e marcire allo stesso tempo e poi finti come se fatti di plastica.

    L’impronta cosmica è familiare ad entrambi, un colpo di fortuna per te e di disperazione per il sidhe. Urlando, le mani appoggiate al terreno si irradiano di cosmo e cortecce di pianta spuntano per tentare di bloccarti gambe e braccia. Decide di sfruttare l’occasione per colpirti di sorpresa, e con l’urlo di “Agharta Gu Bràth!” i rovi prendono fuoco per cercare di incenerirti.

    Tuttavia, la sua debolezza e l’essere a un passo dalla morte non un grande pensiero per te. Non ora che hai finalmente informazioni e una traccia ben visibile.


    Risolvendo questo problema, sai cosa fare. L'impronta cosmica mischiata nell'energia dell'onda era chiaramente quella della tua preda. Se fosse caso, fortuna o destino non lo sai e francamente, te ne importa?

    Riprendi quindi la tua avanzata verso Oberon.




    […]






    L’onda ha sicuramente un centro, con piccole vibrazioni cosmiche che ancora echeggiano. Difficile usarle come base per spostarsi, devi concentrarsi e fare tua tutta la tua conoscenza, abilità e percezione del cosmo ma piano piano avanzi sentendo come le vibrazioni e l’aura dell’Araldo diventano sempre più potenti e concreti… così come il richiamo di ciò che possiede. Di ciò che tu vuoi, anche senza sapere di preciso cosa sia.

    Forse vuole aiutare a farsi trovare da te, devoto e leale guerriero illuminato della Stella Demoniaca, forse un caso. Forse una trappola.


    Arrivi finalmente in quello che riconosci essere la fonte. Quasi al limitare della foresta, vedi come una frattura nel mondo coperta di stracci che puoi tranquillamente spostare con le tue mani, avanzando dietro al sipario in un luogo che appare identico se non fosse per qualcosa di totalmente alieno.







    Sei giunto alla fine.








    Angolo Master:


    Il sidhe pare abbastana collaborativo, più che altro perché non ha neanche lui idea dove si trovi Oberon. Caso vuole che succede qualcosa, una sorta di terremoto nella realtà che mostra un ottimo indizio.

    L'amico tenta di colpiri di sorpresa (AD rovi che cercano di bloccarti che poi prendono fuoco per tentare di bruciarti come AF) ma è malapena a Gialla e mezzo morto quindi non ti impensieriscono. Descri comunque in modo figo quello che fai e se poi lo ammazzi o meno.


    Poi prosegui. Non è semplice ma in qualche modo riesci a "orientarti" con l'onda e i suoi echi arrivando a una sorta di spazio nascosto ormai visibile, dove trovi letteralmente un buco nero nella foresta. Concettualmente, pensalo come l'entrara del DLC di Dark Souls1.

    Li dentro, palesentemente, sembra esserci Oberon... che fai?



     
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    Thirteenth Night

    Asterione dovette trattenere un sospiro esasperato all'inutilità di quello che gli aveva detto la creatura fatata. Non percepiva inganni o menzogne di alcun tipo, ma questo poteva essere benissimo un inganno dovuto alla natura degli esseri come lui, capaci di dare tre bugie per ogni verità; non si fidava di quella creatura, avrebbe dovuto guardarsi le spalle in ogni caso e confrontare ogni informazione con quello che sapeva, eppure era difficile lavorare quando non gli era stato dato niente.
    Poteva essere una menzogna, come detto, ma in quel caso era un inganno enunciato in maniera così convincente da renderlo indistinguibile dalla verità.

    Nemmeno gli esseri fatati sapevano dove si trovava il loro re, patetico davvero perdersi un sovrano in questo modo, un Araldo di Gea e servo diretto di un Dio Antico. Erano più inefficienti di quello che pensava.
    Ritornando comunque a riflessioni sulla sua questione, partendo dal presupposto che ciò che gli era stato detto dal suo prigioniero fosse vero, si rese conto di avere per le mani un bel problema; se nemmeno le forze di Gea potevano rintracciare Oberon, voleva dire che l'Araldo si era infilato in un problema molto più grande di lui. In quel caso Asterione avrebbe dovuto rintracciarlo seguendo il suo istinto e null'altro, facendo sua la traccia che stava sanguinando tra le maglie dell'universo materiale e seguendola fino alla sua fine; poi avrebbe dovuto comprensibilmente occuparsi di qualunque cosa era capace di trattenere un Araldo in questo modo. Non una questione semplice, dovette riconoscere, ma il Minotauro non temeva certo il prospetto di un avversario temibile.
    Era più interessato all'effettiva natura di ciò che stava vincolando il re delle fate, e se fosse stato in grado di liberarlo con le sue conoscenze.

    Poi accadde. I suoi sensi colsero una traccia, un qualcosa che sanguinò nella realtà e la alterò in maniera visibile, un'impronta aliena ma incredibilmente familiare; la sua preda, l'obbiettivo ultimo della sua cerca, aveva forse cercato di mandare un segnale ai suoi soldali, ma non aveva comprensibilmente idea di chi avrebbe colto la sua richiesta d'aiuto. Non riuscì a trattenere un ghigno soddisfatto da quanto il caso, per una singola volta, sembrasse aver favorito lo Spectre; avrebbe ringraziato il cielo, se non avesse saputo fin troppo bene cosa ci abitava.
    Poi il Sidhe decise di fare una cosa estremamente stupida.

    Asterione sentì dei rovi avvolgersi attorno alla sua forma fisica, un attacco così debole e insignificante da non essere neanche immediatamente registrato come una minaccia, incapace di scalfire le difese della Surplice e neanche di resistere all'esplosione di pura energia cosmica che rilasciò istintivamente in risposta.
    Una scelta sciocca, avendo avuto quello che voleva il Minotauro non aveva alcuna ragione per uccidere l'essere fatato, il divertimento di prendere una debole vita non valeva la perdita di tempo che avrebbe ritardato l'avvicinarsi al suo obiettivo ultimo, ma scegliendo di attaccarlo aveva lanciato una sfida al Minotauro e lo Spectre rispondeva sempre alle sfide. Semplicemente alzò il piede sinistro e lo schiantò a tutta forza sul cranio della fata, che scoppiò in ogni direzione in una rivoltante pioggia di cervella gelatinose, sangue rosso e schegge di cranio infranto.
    L'anima di quell'inetto guerriero venne assorbita nell'essenza di Asterione, e lì sarebbe rimasta fino al suo ritorno nella Dimensione Infernale per scontare il prezzo della debolezza. Lo Spectre fece ardere lievemente il suo cosmo, avvolgendosi in una patina di fuoco ametista per vaporizzare sangue e frattaglie che ancora adornavano la sua forma; non sarebbe stato carino presentarsi al cospetto di un Re indossando il sangue dei suoi sudditi.

    Sfortunatamente, al termine del suo percorso, non trovò quello che si aspettava.
    Hm. Un buco.
    Constatò con voce serafica, di chi stava commentando su un fatto. Un buco nella realtà, oltre il quale poteva avvertire la presenza di Oberon; eppure questa strana cosa non rientrava nelle conoscenze di Asterione. Di certo non un qualcosa di anormale, c'era molto che non sapeva nelle materie occulte, era un guerriero e non uno studioso; sospettava che ci fosse solo un modo per scoprire per certo cosa era successo al suo obiettivo, ma quantomeno volle togliersi lo scrupolo di approcciare la questione in maniera razionale.
    Prese un sassolino e lo lanciò al centro del buco, vedendolo scomparire di netto, inglobato senza scampo. Okay, decisamente non la cosa più rassicurante da vedere, proseguendo.

    Non sembrava esserci una sorta di attrazione attiva, come se si fosse semplicemente piantato lì senza curarsi di intrappolare altro nella sua presa. Non pareva neanche avere una vera e propria fisicità, di per sé, non reagiva né all'impatto con oggetti solidi e né a energia cosmica; caso in punto, giusto per vedere se potesse essere in grado di distruggerla, aveva liberato un raggio di Cosmo violaceo dalle sue dita, solo per vederlo svanire verso il centro e passare oltre i bordi di questa strana struttura.
    Il verdetto? Avrebbe dovuto probabilmente entrarci direttamente per capire qualcosa, non potendola distruggere o interagirci in altro modo; certo, correva il rischio di essere intrappolato come il Re delle Fate, ma differentemente da lui aveva il netto vantaggio di potersi suicidare per tornare a casa; sarebbe stato imbarazzante al suo eventuale ritorno, certo, ma era uno dei pregi dell'essere assolutamente immortale.

    Prese un profondo respiro, più infastidito che altro, prima di allungare la mano e fare un passo verso il buco.

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    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


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    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    Un passo. Poi un altro. Poi un altro ancora.

    Inizialmente, non senti niente. Come passare da un giardino all’interno di una casa o capanna chiusa, con niente che percuote il tuo corpo, confonde la tua mente o sfregia il tuo spirito. La temperatura rimane simile a quella esterna, forse un po’ più calda ma solo perché il posto sembra chiuso all’esterno se non per quel passaggio.

    Le suole della tua surplice echeggiano in un pavimento nero, che è nero come il resto di ciò che ti circonda, in ogni luogo e direzione. Non vedi niente, ma non capisci se perché questo strano luogo è completamente buio o perché ogni cosa è cosi nera da non poter distinguere i contorni.


    E prima che tu possa anche solo pensare di fare qualsiasi altra cosa, come una tenda che si chiude anche l’unica luce che ti accompagna alle tue spalle sparisce, rimanendo totalmente nelle tenebre. Anche se, è strano… riesci tranquillamente a vedere le tue mani e il tuo corpo. Poco più avanti, noti il sasso che hai lanciato, perfettamente colorato di grigio con un po’ di muschio verde sulla sua superficie. Spicca come un astro in questa assenza di qualunque forma, sensazione o concetto fisico che non fosse una totale assenza.


    Poi, cadi. O almeno, cosi ti sembra. Lo capisci solo tramite il senso dell’equilibrio, perché senza alcun punto di riferimento non puoi definire se ti stai davvero spostando verso il basso o tutto ciò che ti circonda sia scappando sempre più velocemente verso l’alto.


    In questa totale assenza, privo anche di un qualche vento che soffia sulle tue guance, senti come di tanto in tanto tu passi attraverso qualcosa, leggere ma presenti, come ragnatele che rallentano la tua caduta riempiendoti come un balsamo di strani pensieri dentro al tuo corpo e mente. Qualcosa che puoi concepire come una essenza di nostalgia. Di tempi migliori, di tempi felici.


    Vedi tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli e sorelle, la tua casa, i tuoi amici. Ogni strato ti avvolge come comode lenzuola, ad ogni contatto un ricordo di un passato spensierato e senza pensieri difficili, dove ogni giorno era un bel giorno.


    Una malia sidhe, te ne rendi perfettamente conto… eppure, perché non perdersi per un po’, Asterione? Perché non fermarsi un po’ nel buio a ricordare i tuoi momenti felici?






    Angolo Master:


    Beh, che dire. Entri ed è tutto buio, ma un buio strano, più come se tu fossi dentro a un "niente" che in un luogo buio (sempre citando Dark Souls, l'Abisso dei Quattro Re, ma giusto per darti una idea visiva).

    Poi, il buco si chiude alle tue spalle ma inizia a cadere anche qui in modo strano tipo come se fossi uscito fuori dai limiti di una mappa di un videogame, sentendo di passare come dei "veli" senza consistenza che non ostacolano il tuo movimento... e qui inizia a subire gli effetti di qualcosa che può essere descritta in termini di gioco come un attacco misto di Influenza e Illusioni Mentali (Energia Blu). Sei portato a ricordare vividamente ricordi felici della tua gioventù in questa totale assenza di stimoli e a perderti in essi.

    Ovviamente, non penso che il tuo Pg voglia farlo, quindi descrivi come "blocchi" la cosa.

    Per qualsiasi cosa, sai dove contattarmi. Enjoy!



     
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    Thirteenth Night

    Non sapeva cosa aspettarsi, e in un certo senso già questa era una novità rispetto a quello che accadeva di solito. Per forza di cose, dopo aver trascorso così tanto tempo a calcare le lande mortali e immortali, aveva visto talmente tante stranezze da essere molto difficile da sorprendere; dopotutto parte della sua essenza era un entità che esisteva agli albori della Realtà, sebbene non ricordasse gran parte degli avvenimenti svoltisi in tempi così lontani, ciò non toglieva che l'esplorare l'universo materiale aveva perso il suo fascino. Eppure, di tanto in tanto, succedevano cose del genere, cose capaci fargli vedere che quella massa di dolore e inestricabili regole doveva essere distrutta.

    Non era per niente contento di doversi misurare con tutta questa serie di anormali stranezze, sapeva per certo di star piombando in una trappola, le sue erano misure estreme che non avrebbe preso in nessun'altra circostanza. C'erano tanti elementi di incertezza, ad esempio cosa esattamente aveva intrappolato Oberon e perché non era stato in grado di liberarsi da solo, creatura fatata o meno restava comunque un Araldo di Gea, non tra le entità più facili da ingannare; poteva essersi chiuso in quel posto di sua spontanea volontà, ad esempio, tutta questa immensa serie di problemi un qualcosa che aveva scatenato egli stesso. Ma perché?
    Tanti interrogativi, tante domande a cui non voleva trovare risposte, ma le circostanze lo stavano costringendo a mettere le mani in inconvenienti non suoi; un qualcosa di sicuramente diverso dalla norma, non poteva dire di aver combinato qualcosa del genere in precedenza, se non altro.

    L'interno del buco era un luogo ben più vasto di quanto avrebbe anche solo lontanamente immaginare, un'ampia e infinita distesa di nero, l'assenza di ogni altro punto di riferimento ad esclusione del sasso che aveva lanciato dentro prima; ricoperto di muschio e vegetazione, come se all'interno fossero trascorsi anni e anni e non pochi secondi.
    Poi cadde.
    Inesatto dire che fosse una caduta, senza nulla che gli dicesse qual era il sopra e quale il sotto poteva benissimo essere che i suoi sensi fossero totalmente perduti e ingannati, in preda della malia di quel luogo e di chi era a tirare le fila di tutta questa colossale perdita di tempo. Una pessima giornata quella, iniziata nella maniera sbagliata e che stava per assumere contorni ancora più drammatici.

    A ogni istante, Asterione percepì come un leggero velo avvolgerglisi attorno, una sensazione morbida e lieve, una morbidezza che portò alla luce la stanchezza dei millenni su millenni. Provò torpore, fatica, e memorie presero spontaneamente a riaffiorargli nella mente; cose che ricordava, un momento ormai perduto prima di diventare un assassino, prima del dolore e prima delle lacrime e dei sacrifici, prima degli infiniti tradimenti.

    ***

    Troppo affrettato, ragazzo.

    Si rialzò, le vesti regali sporche della sabbia dell'arena, mentre dagli spalti riecheggiarono risatine a stento trattenute. Meritato scherno per qualcuno che aveva sempre ostentato orgogliosa certezza in tutto quello che faceva, quasi presunzione nella sua forza e nei poteri che venivano dal suo retaggio, ma che di quel mondo aveva ancora tanto da vedere; sarebbe stato Re di Creta in futuro, ma per ora davanti a Radamante era solo un ragazzino come un altro.
    In una delle sue rarissime visite a casa, Asterione non aveva smesso di perseguitarlo con domande infinite sulle battaglie che aveva combattuto, storie di scontri contro esseri così potenti da essere impossibili da credere, se non fossero venute da chi non aveva mai pronunciato una singola menzogna. Nella sua vita.
    Il giovane principe di Creta si lanciava nello scontro con la foga di chi aveva qualcosa da provare, dimostrare di essere degno del suo potere e degli onori che sarebbero stati suoi, della Labrys che stringeva tra le mani, eppure era felice. Felice di imparare, felice di potersi misurare contro chi quel mondo l'aveva visto in ogni sua sfumatura, felice di vedere suo zio e di poter apprendere ogni sua movenza, di poter fare sua quella pazienza serafica e portamento regale.

    Felice anche che la sua famiglia lo stesse guardando, che stessero vedendo quanto stesse migliorando, che sapessero che nessuno avrebbe fatto loro del male finché ci sarebbe stato lui a proteggerli.
    Momenti leggeri, troppo pochi e troppo lontani in un'esistenza che avrebbe costretto tutti lungo sentieri dolorosi e inaspettati. Eppure, perché non fermarsi e continuare ad allenarsi, continuare a vedere i volti di fratelli e sorelle e genitori felici com'erano, e non ricordi di morte e tradimento.

    P̸̧̡̛̗̺̱̫̜̤̖̆͊͊̀̽̕͘ͅȅ̷̜͔͍͉̖͋͗͌͊̐̑ͅr̵͍̫̻̝̰͔̰̩̖̬͆̀̉́̆c̷̭̘̯͖̠̬̼̐̃̊̉͜h̵̨̖͕͔̘͚͇̣̓̈́̍̿̈́̅͛̎̇͋́̏̂͘͝͝ͅè̷̢̤̳͎͇̔̏̑͑̂̚͜ͅ ̴̟̱͉͔̰̰̱̮̻͈͐̾̽͌̓̀̀͊́̓̀̊̏̑̅͠͠ͅn̸͓̹̳̖͈̫̏̓̑̀̍̎͆̉͌̈̈͝ő̶̧̳̺̲̘͉̈́̀̑̈̈̄͆̇͆̓͂͗͘n̶̢̻͎̬̟̰̤̤͚̠͖̬͓͖͗̈́̉.̶̨̳̦̱͓̻̬͐͝.̵̛̛͓͎̲̝̝̘͇̦̭͖̣̼̥̮̈́́̓͌̄̈͛̃̂͒͐̄̄.̷̢̧̦̥̺̬͚̱̦̹͎͂͊͊̿̐͐͋̏̚͝͝ͅͅ

    ***

    Non era vero. Asterione sapeva che non era vero, nonostante tutto ciò che aveva di più caro nel suo animo gli urlasse il contrario, di fermarsi giusto un altro po' e di perdersi in quei ricordi così belli e dolci; eppure non poteva, né voleva. Erano momenti perduti, ormai svaniti nel fuoco di ciò che era successo a tutti loro, per quanto facesse male ammetterlo, e il Minotauro aveva un dovere.
    Non verso la famiglia che aveva perso, ma per quella che aveva seguito e che ancora poteva salvare.

    L'orripilante nota del suo cosmo si levò alta, una meteora viola che brillò nel buio più totale, simbolo di una volontà che non si sarebbe mai piegata anche ai più dolorosi e personali tormenti. Spezzò la malia fatata con fatica, mentre l'ormai familiare dolore cominciava a farsi strada dal suo capo, ripercorrendo le terminazioni nervose infliggendo un senso di bruciore diffuso.

    Vengo in pace. Disse Asterione a Oberon o a qualunque altra entità stesse mantenendo quell'insulso teatrino; dubitava che sarebbe stato l'ultimo attacco di questo genere, ma era il caso di far capire a chiunque stesse divertendosi a sue spese esattamente contro chi aveva a che fare.

    Ma continua così e ti assicuro che la cosa cambierà.
    Avrebbe avuto quello che voleva da Oberon, a costo di spaccargli ogni osso del corpo e di trascinarlo esanime.
    Continuò a cadere.

    8gWY7Vi
    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲
    mentalmente ☲ moderato danno mentale (bruciore diffuso, leggeri tremori)
    riassunto azioni ☲

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    Cadi cadi cadi….

    Continui a sentire questi veli, questa energia e questa malia ma la combatti. Il passato è passato, la tua anima fortezza che respinge orde di nostalgici ricordi. Tutto ti avvolge, mentre senti un terpore lungo il tuo corpo. Fa caldo, fa freddo, fa umido ma la tua gola è arida. Poi, apri gli occhi. O li avevi già aperti, e la realtà semplicemente si apriva davanti a te.


    Ora, tante cose accadono quasi contemporaneamente, quindi andiamo con ordine:


    La prima, è una musica. Una musica gioiosa, allegra, ma in cui riesci a sentire nella sua armonia un concetto che non ti piace: fame.



    goblin%20band



    We've got a baby, we can feast!
    We can dine three days at least
    Baby blood and baby bones
    Baby butter for the baby scones
    Little baby feets, little baby toes
    Every one of us wants the nose
    Baby's had such very bad luck
    Now into baby, we will tuck
    Eat the baby, add some salt
    Bay leaves, barley, powdered malt
    Now baby's salted, she's a treat
    His destiny, it's time to mee
    t





    Ti trovavi in quella che sembrava una gabbia di metallo arrugginita ricoperta di muschio e funghi. Abbastanza grande da poterti alzare e muovere, con i tuoi piedi che scricchiolavano su un pavimento di legno. Legno che in strutture assurde e confusionarie copriva una intera stanza di pietra nera, sulle quali centinaia di mostriciattoli sciamavano senza fine cantando, suonando strumenti musicale e facendo un baccano infernale anche se a tempo di musica.



    Baby we need
    Baby we feed
    Eat with our teeth
    Better than beef
    Baby so soft
    Carried aloft
    Big brown eyes
    Caramelise





    Continuavano a cantare di un bambino, ma ovunque girassi il tuo sguardo non vedevi niente. Le loro impronte cosmiche erano sicuramente sidhe e non c’erano umani o altre creature oltre… oltre te. Le tue mani gigantesche ti sembravano ora decisamente piccoline anche se la surplice le copriva come sempre. Anche la gabbia ti appariva troppo grossa per le tue normali dimensioni e la tua voce aveva un tono più acuto e bianco. Un cristallo di quarzo nero che si trovava poco distante dalle sbarre mostrava il riflesso del tuo corpo ringiovanito all’età di un bambino.

    Qualsiasi sentimento di stupore, rabbia e fastidio viente interrotto quando la folla in delirio canta più forte, con il cosmo di Oberon che avanza… anche se lo senti strano. Diverso da quello che hai avvertito fino a ora.

    I mostriciandoli si aprono come ali, lasciando uno spazio libero fra una porta e la tua gabbia.



    He's the Goblin King
    Yes, the Goblin King
    He's not a myth, he's an actual thing
    Here's the King, here's the King
    Here's the King, here's the King Goblin





    La figura alza una mano, e la musica si interrompe. Solo silenzio, intervallato da qualche goblin ce ridacchia e dai passi del loro re. Alto, bello, slanciato e regale. La sua darian risplende nel bianco latteo come una macchia in quel mare di scuro. E Oberon, ma al contempo non lo è.


    Uno spettro di Hades… no, non solo. Un principe di un antico regno entra nell’uscio della mia porta senza invito - Si ferma, guardandoti, con un sorriso fra il curioso e il beffardo - Il desiderio di divorare una carne di un regale come me è forte, cosi come da farne banchetto con i miei leali sudditi… quindi dimmi:


    goblin%20king

    Cosa ci fai il Minotauro in presenza di Erlking,
    Re dei Goblin e nuovo Araldo dell’Equilibrio?









    NOTA MASTER: Okay, seguimi:

    Sei un ragazzino. La malia dei goblin avrebbe dovuto farti trasformare del tutto in un bimbo indifeso buono da pappare, ma un po' la tua azione, un po' perché sei uno specter, un po' perché sei di base un tizio che ha vissuto in un'epoca mitologica, la cosa è stata "quasi" del tutto rigettata. Hai quindi ancora la tua surplice, cosmo e poteri, memorie (anche se un pochino gli effetti li potresti sentire, giocateli :3 )

    Il problema è che ciò che trovi non è Oberon, ma Erlking, re dei Goblin, che ha la sua darian e si dichiara nuovo Araldo (wat?) e ti chiede che vuoi.

    La prigione sembra resistente ma niente che la tua ascia non possa abbattare, e lui senti che è forte (Energia Blu) ma affrontabile. Hai una tonnellata di goblin attorno a te, ma quello che hanno in numero lo perdono in forza individuale.

    Quindi che fai? Discuti civilmente cercando di capire che succede o vai in Ira e Carichi?





     
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    Thirteenth Night

    Così, a caldo, Asterione non ricordava di essere mai stato così umiliato. Eppure era morto davvero tante volte, la sua vita si era spenta in infiniti modi, a volte pieni di gloria e valore, altre volte poco dignitosi; mai, in tutta la sua esistenza, qualcuno aveva mai offeso il suo orgoglio in questo modo. Il suo corpo, contenitore dell'orgogliosa essenza di un guerriero orgoglioso e fiero, ridotto a quello che era nella sua infanzia. Era davvero stato trasmutato in un bambino e rinchiuso in una gabbia, come un comune animale e non un servo di Ade.
    Un insulto tremendamente grave al suo ruolo, al suo onore, a tutto ciò che poteva concepibilmente offendersi.

    Si guardò intorno, trovandosi circondato da piccole e rivoltanti creature che sembravano impegnate a perdersi in festività e cantare vittoria troppo presto su quello che era entrato nel loro regno; avrebbe aperto la gabbia a mani nude, lanciandosi su di loro per farne strage, ma apparentemente gli si rivelò, finalmente l'architetto di tutto quel rivoltante teatrino. Erkling, il Re dei Goblin.
    Perfino nome e titolo gli facevano venire conati di vomito; Re? Al massimo era un ladro particolarmente fortunato, che aveva trafugato potere non suo e adesso lo sfoggiava come un vessillo, non un vero monarca. Dubitava fortemente che Gea avesse deciso di modificare in questo modo la struttura dei suoi servitori, quale che fosse la ragione dietro queste stranezze il Minotauro poteva essere assolutamente sicuro che questo si trattava di un vero e proprio colpo di mano.
    Una ribellione contro un sovrano da parte di un suddito troppo ardito, un qualcosa che nel passato di Creta si era già verificato, in tempi così lontani e remoti che neanche lui poteva ricordare. In circostanze normali non si sarebbe curato delle circostanze di Oberon, delle beghe e della politica interna delle varie fazioni fatate, e delle inefficienze del Re nel tenere in riga i suoi servi.
    Quelle non erano circostanze normali, però.

    Inspirò profondamente, inondando polmoni troppo piccoli di ossigeno e del fetore repellente dei suoi orripilanti carcerieri, un gesto che serviva per aiutarlo a soffocare spasmi di rabbia che stava già montando in lui. Piccoli tremori, scatenati dall'impatto di pura energia psionica in precedenza, che soffocò con uno sforzo di volontà stringendo i denti; aveva un discreto mal di testa e un bruciore che sembrava essersi diffuso fin dentro le ossa, ma non era nulla di invalidante. Poteva combattere.
    Aprì la bocca, e fu tentato di mordersi la lingua quando la voce che uscì dalle sue corde vocali ebbe un tono così disgustosamente giovanile, alto e acuto.
    Voglio Oberon.
    Inspirò di nuovo, rilasciando aria e soffocando la sete di sangue che stava minacciando di fargli perdere il controllo. Trovava incredibilmente difficile sopprimere i peggiori istinti della Stella in questa circostanza, come se le usuali barriere di onore e compostezza semplicemente non fossero più lì.
    Aveva senso, era effettivamente tornato bambino, ma quello era un pensiero che gli sarebbe venuto dopo

    Non mi importa di chi tu sia, quali siano i tuoi obiettivi, o cosa stia succedendo. So solo una cosa.
    La sua espressione sarebbe davvero potuta sembrare minacciosa, non fosse venuta dalla voce di qualcuno che a stento arrivava ai dodici anni.

    Il tuo teschio sarà la mia coppa.

    Detto questo, permise alla rabbia ancestrale della Stella del Cielo Prigioniero di allacciarsi alla sua indignazione e far ardere lo sdegno di Asterione come un incendio. Il nobile e decaduto Principe di Creta non c'era più, al suo posto si sarebbe rivelato tutto l'orrore che il Minotauro era in grado di infliggere.
    Avrebbe fatto scontare a quelle maledette fate ogni secondo di umiliazione.

    Allungò entrambe le mani, sradicando le barre della sua prigione e piegandole sotto le dita come se fossero fatte di semplice cartone, emergendo fuori come una visione da incubo di fuoco ametista e furia smodata.
    Mosse la sinistra, richiamando tramite il cosmo la benedizione della Labrys, convogliando le sue energie blasfeme in un lungo fascio che mosse in una linea circolare, quasi piroettando su sé stesso. Un atto che avrebbe mirato a spazzare via l'esercito di Goblin, o quantomeno a tenerlo impegnato per quel tanto che bastava per dare ad Asterione la possibilità di sferrare il suo attacco.

    Saltò in avanti, il suo corpo piccolo e leggero si proiettò oltre alimentato da rabbia e rancore, e una volta giunto a portata di Erkling avrebbe sferrato due colpi con le manine.
    Due pugni, due rombi di Ascia, un uppercut mirato al mento e un gancio che sarebbe piombato sulla tempia del nemico.

    8gWY7Vi
    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minitauro [IV] Indossata, integra
    fisicamente ☲ smol
    mentalmente ☲ moderato danno mentale (bruciore diffuso, leggeri tremori)
    riassunto azioni ☲ mi incazzo così tanto che è boh illegale, faccio una lama grossa circolare (AD, Arma Infusa + Cosmo Soverchiante) per spazzare via i goblin poi cerco di saltare addosso a Erkling per spaccargli la faccina con un doppio cazzottone (AF, Arma Infusa Grado V + Cosmo Soverchiante).

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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    I rumori del ferro piegato venne accolto dal sopracciglio del re che si alzò sorpreso ma non spaventato. Che la malia non aveva attecchito gli era chiaro, ma non si aspettava che la tua forza fosse ancora così presente. Un sorriso leggero ma beffardo apparve sul suo volto.



    Ma io sono Oberon, il nuovo Oberon.
    E se vuoi il mio teschio, dovrai prenderlo piccolo vitello.



    Il clangore dello sciamare dei goblin che urlano in piena all’ira inizia appena finisce di parlare. Un gesto di sfida verso il loro sovrano che genera una tale e immediata violenza può essere riconducibile a una immensa fedeltà alla sua persona o innata paura della sua ira se decidesse che la reazione non è stata appropriata. Meglio la tua lama che la sua ira.

    Si parano davanti a lui, cercando di placcarti come un fiume in piena di carne ma le loro teste saltano come tappi di spumante al taglio della tua ascia, lasciandoti facilmente libero un passaggio per Erkling. Riesci senza problemi a lanciare i due cazzotti, ma con un rapido gesto della mano, il re dei Goblin disegna due cerchi con le mani che prendono forma nell’aria di due piccoli buchi neri uguali a quello che hai visto in superficie. Buchi dai quali escono i corpi di diversi goblin che assorbono urlando di dolore l’impatto che comunque trapassa senza problemi andando a tozzare contro la darian che riecheggia come una campana nella distruzione.

    Nonostante tutte le difese, il colpo è comunque cosi violento che Erkling viene scaraventato lontano dall’urto, ringhiando con versi che non sembravano potessero uscire da una persona cosi regale. Se nelle tue intenzioni c’era anche farlo spazientire, direi che ci sei riuscito.



    Mangerò il tuo cuore e berrò il tuo midollo, empia creatura di morte! E mi guarderai mentre lo farò, Minotauro!!!


    I suoi occhi si illuminano in un lampo di luce ferina, mandando una fortissima onda di energia mentale che avrebbe cercato di sovraccaricare il tuoi sistema nervoso centrale per disorientarti, mentre il suo cosmo iniziava a creare glitch nella realtà simile a squame piumate e piccoli cristalli di sale. Con sdegno punto la mano destra aperta in tua direzione e dalle sue dita partirono cinque raggi di cosmo puro che a velocità supersonica stavano puntando in tua direzione. Ma circa a tre quarti della distanza, cinque piccoli portali si aprirono davanti a loro e altrettanti intorno a te. Uno sopra la tua testa, due ai lati opposti del tuo corpo, uno dietro la tua schiena e l’ultimo sotto i tuoi piedi.

    Inutile dire che sarebbero usciti da li i colpi per tentare di farti molto male.


    Intanto altri goblin sono entrati nella stanza, questi non più in festa ma armati di tutto punto con armi e armature di ossa e cuoio sidhe. Sebbene caotici il loro comportamento e marziale e attendono con paziente l’ordine del loro re.







    NOTA MASTER: Meni Bowie/Erkling, e lui ti risponde creando portali per mettere davanti goblin che si sacicicano per lui esplodendo sotto la tua ascia che comunque va a colpirlo, ma una grado VII è una grado VII.

    Tuttavia Greataxe è fuerte e il simpaticone viene sbalzato via e si incazza. Ha più o meno i poteri di un Oberon classico (Dimensioni + Illusioni Complete) e usa prima una semplice onda di energia mentale per cercare disorientarti (AD) e poi cinque (5) raggi di energia cosmica grazza che poi improvvisamente spariscono in dei portali e appaiono in cinque direzioni diverse attorno a te per tentare di farti male (AF).

    Nel mentre arrivano altri goblin armai di tutto punto, ma come al solito sono carne da cannone, il tizio pericoloso nella stanza è lui.





     
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