One Amongst the Wary

Fight Test: Wild Youth per la Nera

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    E' una giornata tranquilla, relativamente almeno. Per quanto tranquillo possa essere il viaggiare in un mondo distrutto e perlopiù privato di forme di vita non ostili, quantomeno. Quest'ultimo viaggio nelle profondità delle terre della nazione che anticamente doveva essere chiamata "Russia" ti ha fatto capire svariate cose: innanzitutto, che vivere qui non dev'essere stato bello anche prima dell'avvento della Corruzione.
    Questo viaggio in particolare è stato discretamente fruttuoso, sei riuscito a trovare un paio di individui risvegliati nelle vie del Cosmo, per quanto in maniera debole e rudimentale. Non il massimo, ma questi sono tempi in cui bisogna adattarsi a quello che si ha. Eri in procinto di ritirarti sull'Isola, ma prima che potessi farlo hai ricevuto una comunicazione da agenti della Rete dei Sussurri; suoni graffiati e gracchianti, ma che riesci a identificare oltre le interferenze.

    ...arth... exia... qui ava... osto T-02... sotto ..ttacco... è ovun...
    Un urlo e un'esplosione roboante interrompe la comunicazione. Conosci l'avamposto in questione e ne hai le coordinate, il codice iniziale è una designazione data a basi dedicate allo studio della Corruzione e i suoi mutamenti nei dodici anni che sono passati; dev'essere successo qualcosa di estremamente grave per far chiedere aiuto a un Darth.

    Raggiungere l'avamposto è facile come respirare, eppure al tuo arrivo lo spettacolo che ti accoglie è desolante; le difese esterne sono state sfondate da qualcosa di enorme, ripiegate verso l'interno come se raggiunte da un potentissimo impatto, e il terreno è sporco del sangue di una decina agenti e soldati tagliati in punti letali con precisione millimetrica. La scia di distruzione raggiunge il laboratorio centrale, il luogo dove i campioni più interessanti venivano studiati e, dalle lamiere contorte e nubi di fumo nero, emerge qualcosa.

    Capisci anche prima di vedere che la potenza di questo cosmo è pari alla tua, eppure la sua impronta è strana. Ultraterrena, completamente aliena e inumana. La figura emerge dalle macerie, fluttuando con calma serafica a pochi centimetri dal suolo, l'armatura di un colore che va dal nero al viola scuro cattura riflessi di luce prima che rigiri l'elmo verso di te.

    pWnQigf


    Prende nota della tua esistenza, le placche che compongono l'elmo si smuovono nell'approssimazione di un'espressione di curiosità, come se l'armatura stessa fosse parte del suo corpo alla pari di muscoli facciali.
    Poi tende un braccio verso di te, puntandoti contro una lama ricurva che gli parte dall'avambraccio; una sfida.



    CITAZIONE
    Note: a te la prima mossa. :mke:
     
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    Il mio lavoro procede.
    Non sono ancora riuscito a riempire una caserma di degni soldati, ma i primi addestramenti sono già iniziati, e con l'aiuto dei Sussurri e dei miei Razziatori ormai il mio compito è sempre più semplice.
    Devo solo fasare il mio corpo da una parte all'altra del globo, intercettando le tracce cosmiche che altri hanno individuato per me. A volte, come questa, mi trovo davanti a delle resistenze.
    «Отпусти их сейчас же.» Non ho bisogno di capire quello che mi sta dicendo questa madre. L'intero accampamento si stringe contro di me. I suoi due figli sono a terra, svenuti. Ho appena finito di saggiare le loro capacità, e ho dovuto stordirli per farli smettere di combattere.
    Questa gente ha sopportato cose atroci, lo so. Purtroppo per loro e per me, solo due individui si sono risvegliati. Sputo per terra, sul ghiaccio.
    La madre si avvicina a me, piano, eppure inesorabile. Ha paura che io faccia loro qualcosa. Sono i suoi due figli, intuisco, e sono anche ciò che ha tenuto al sicuro questa comunità fino ad adesso. Da quello che vedo, sono due gemelli.

    Sospiro. Anche grazie al mio arrivo e alla collaborazione con Hybris le condizioni sull'Isola stanno migliorando.
    Per una volta farò un'eccezione. Guardo la donna, seguo lo sguardo terrorizzato che lancia ai suoi ragazzi e poi a me. Proverò a preservare questo legame familiare, anche se l'idea di portare un'altra inutile bocca da sfamare sull'Isola non mi elettrizza.
    Silenzio, donna. Ti porterò via con loro, in un luogo più sicuro di questa landa congelata. Mi aspetto la tua riconoscenza e quella dei tuoi figli - o ti riporterò qui senza di loro.❜ Invio il messaggio telepaticamente, così che possa capirmi nonostante la sua lingua. Poi il mio cosmo li lambisce, teletrasportandoli tutti e tre sull'Isola.
    Sto per seguirli, ma il comunicatore sull'orecchio sinistro vibra prima di emettere un suono. D'istinto, per poter ascoltare meglio la comunicazione, dirigo un impulso psicocinetico su tutti gli altri membri di questa comunità, bloccandoli sul posto, impedendo loro di urlare.
    «...arth... exia... qui ava... osto T-02... sotto ...ttacco... è ovun...» La comunicazione si interrompe. Un istante dopo abbandono queste terre gelide, attraversando lo spazio e le dimensioni verso quella Qabbrat.

    Qabbrat T-02, località segreta

    L'odore di sangue e cemento diventato polvere è la prima cosa che mi arriva alle narici. Tremendo e spiacevole.
    Capisco immediatamente che la base è perduta. Ogni progresso si è interrotto. In quell'avamposto studiavano, vicini come mai alla corruzione, quella piaga stessa - ideando, se non cure, armi adatte a sconfiggerla.
    Sospiro di nuovo. La Rete dei Sussurri dei miei giorni, così potente e segreta da portare al crollo di un'intero Daleth, non avrebbe mai permesso un simile spreco. Invece sono stati colti di sorpresa, distrutti da... un essere che sta uscendo adesso dalle macerie che lui stesso ha causato. Non è un uomo, lo riconosco dalla sua impronta energetica.
    Non ha l'aura oscura e carica di morte di cui ho sentito una simulazione da Ch.Or.O.S.; neanche quella incomprensibile, dissonante, di molti Daimon. Titano, dunque. Non che abbia importanza. Un inumano ha deciso, una volta ancora, di interferire con le vicende umane - ha portato indietro le lancette, per quanto assurdo sia combattere con il futuro. Tutte le ricerche di questa base, infatti, non andranno perdute.
    Le risorse che vi erano all'interno sono più delicate: avranno bisogno di tempo per essere sostituite. Guardo la distesa di metallo e di cemento davanti a me.

    Tutto è distrutto, perso; le sole nostre presenze richiameranno nell'arco di minuti uno sciame di corruzione a completare l'opera.
    Allungo lo sguardo verso il Titano. Le lame sulle braccia della sua - armatura? - sono ancora sporche del sangue dei Sussurri. Dietro di lui c'è una scia di devastazione e di cadaveri, che porta fino al centro della Qabbrat. Mi guarda con quella che posso interpretare solo come un'aria di sfida e di curiosità.
    «Odio le perdite del mio tempo.» Dico, secco, senza muovere un muscolo dalla mia posizione. Un Sith'ari non perde il controllo per così poco.
    «Niente di irreparabile, ovviamente. Un inconveniente nel nostro lavoro.» Non è un eufemismo: è un ingranaggio saltato nel grande schema delle cose. Può essere riparato e sostituito, e la macchina riprenderà a girare. Tuttavia.
    È mio dovere mettere questo Titano al suo posto. Non posso permettere che certi incidenti diventino quotidiani, quindi intendo fermare la cosa sul nascere.
    «Comunque; pagherai.» La voce che esce dalla bocca di questo corpo è laconica, una constatazione dell'ovvio. Quasi apatica, senza odio.

    0qVuOPt


    Lancio un ultimo sguardo verso di lui.
    Così come io sono tornato dall'oblio, così anche queste divinità sconfitte e rinnegate dal tempo vogliono uno spazio in questo mondo. È nostro dovere negarglielo.
    Il mio cosmo oscuro si espande, lambisce in un istante tutta l'area della base su cui ci troviamo. Nello stesso momento la Kintaral appare e mi ricopre, chiudendo il mio corpo in una protezione di Orium e Oricalco nero.
    L'istante dopo diffondo un impulso psicocinetico e il mondo si capovolge. È un movimento secco, in cui sollevo le fondamenta della Qabbrat attorno a noi, girando tutto l'avamposto su sé stesso. Agisco sulle mura esterne, sulla base centrale, e sullo spazio tra me e il Titano.
    Alzo in aria tonnellate e tonnellate di materiale - cemento, metallo, cadaveri e sangue - e lo rivolto. Nella torsione molte cose si spaccano, vanno in pezzi. Il mio non è un esercizio telecinetico di finezza, ma di pura e semplice potenza grezza. L'unica cosa a cui sto attento è quella di creare un'area relativamente incolume attorno a me, per non venire coinvolto da quel crollo.
    Il resto della Qabbrat subisce una deformazione che riempirà l'aria di detriti, di lamiere, e che poi porterà a uno schianto di tutto l'avamposto sulla terra da cui l'ho sollevato. L'area che coinvolgo è enorme, si estende per centinaia di metri attorno a me.

    Non è semplice, ma è perfettamente gestibile con il potere che ho raggiunto.
    Allo stesso modo, so bene che qualche tonnellata di materia che cade su un Titano non può impensierirlo o danneggiarlo troppo, nemmeno se spinta con la psicocinesi. Certo, l'impatto può creare qualche contusione, ma è materia che entrambi possiamo distruggere senza sforzo.
    Lo scopo principale è quello di causare caos, riempiendo l'aria di detriti e di polvere che rendano difficile percepire qualsiasi cosa. La stessa natura dell'attacco potrebbe disorientarlo, fargli perdere per un attimo le coordinate spaziali. Conto di inserirmi in questa esitazione, se il Titano la subirà. Dopo questo primo sconvolgimento passerò al vero attacco, al vero motivo per cui creare una distrazione così fuori scala.
    Darò vita, a qualche metro dal Titano, a una lancia d'orium. Sarà lunga due metri, con la punta più affilata che riesco a creare. La dirigerò, a una velocità quasi della luce, verso un punto preciso: il petto del Titano. Non so se la sua anatomia è umanoide, in ogni caso cercherò di colpirlo lì dove un uomo avrebbe un cuore pulsante, spingendo la lancia per perforare e causare danni interni.

    Ma non solo.
    Come ogni mia creazione l'orium porterà con sé i suoi sussurri distorcenti: se colpirà la lancia causerà anche un conseguente danno mentale, per danneggiare i suoi collegamenti nervosi e la sua capacità di ingaggiare uno scontro strategico.
    Al termine del mio attacco il terreno di scontro stesso sarà mutato in modo irreversibile, diventando un groviglio inestricabile di metallo, cemento e cadaveri ormai irriconoscibili. Ma io sarò l'unica costante. Resterò perfettamente fermo sul posto, incurante della devastazione che ho portato.
    Il mio è un messaggio: anche se si sforza di distruggere le nostre pedine, non potrà niente contro il Daleth e i Sith'ari. Io stesso, come gli ho dimostrato, non mi farò scrupoli a finire di distruggere ciò che ha osato toccare. Ricostruiremo da un'altra parte, e poi ancora, perché l'Ordine procede in una sola direzione. Non mi limiterò: non mi interessa riportare i corpi dei Sussurri sull'Isola. Sono morti seguendo un'ideale, e devono essere onorati di aver fatto la loro parte per avvicinare un nuovo Impero Nero.
    Non mi farò intimidire, non giocherò, e non asseconderò la sua sfida. Ma comunque soffrirà. E io - io mi godrò la cosa.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Siccome Yianni è una persona posata come AD prende la base (con le lamiere, i cadaveri ecc.) e la rivolta su sé stessa, per farti finire in un inferno psicocinetico in cui crolla tutto, possibilmente anche su di te. Sì, Yianni rigira la Qabbrat come se fosse un'omelette. Lo scopo è non farti capire niente e aprirti all'AF. Nascosta da tutto il bordello, infatti, arriva una lancia d'orium che mira al cuore, con danni misti mentali.
    Giusto per dare una misura, considererei la base che Yianni solleva con un diametro di 500 metri.


    Edited by Wild Youth - 6/4/2024, 23:18
     
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    La pioggia di detriti, l'intera base e i corpi dei suoi difensori ormai morti danzano sulle note dei tuoi psioni, come un maestro dirige un'orchestra tu usi ogni risorsa a tua disposizione contro il tuo nemico. Oltre il coro cacofonico di ferro che stride e polvere e questa pioggia di materia solida diretta contro il Titano, coro che non puoi sentire dato che le tue percezioni sono elevate oltre la velocità cui viaggia il suono, una voce viene proiettata direttamente nella tua mente; il suono è metallico e neutro, privo di qualsiasi inflessione emotiva, freddo come il ghiaccio.
    °No.°

    °Proverai a farmela pagare.°
    La lancia di Orium penetra nella nube di detriti, scostandola e polverizzando tutto ciò che tocca tanto il potere cinetico del costrutto opposto contro l'inadeguatezza di semplici materiali da costruzione e lamiere contorte, per poi giungere a uno strato di metalli e materiali schiacciati; a quel punto vedi che la lancia impatta contro un muro composto da linee dorate intersecate l'un l'altra fino a comporre una sfera che avvolge sia il Titano che qualcos'altro che sembra condividerne le immediate vicinanze. E' lì, le due lame ricurve protese verso l'esterno, e da lui sta venendo sprigionata una forza invisibile che sta spingendo via e schiacciando i detriti che gli hai scaraventato contro, mentre il sigillo protettivo si occupa del resto.
    Il disegno si piega sotto l'impatto del tuo attacco, venendo trascinato sempre più verso l'interno dalla punta dell'arma che hai generato, e tuttavia ad esso si oppone la stessa forza che cerca di mandarlo fuori bersaglio. Tuttavia, dopo un singolo attimo di pazienza tra scintille sfrigolanti, l'arma passa oltre.
    L'impatto contro il petto del Titano è stato attutito, l'arma non riesce a perforare la protezione della sua strana armatura, e tuttavia nel far scorrere l'Orium verso l'esterno del suo petto noti gli inequivocabili segni di dolore subito.

    Prima che l'interezza di ciò che stai controllando gli rovini addosso sia lui che l'altra creatura che occupa il suo spazio vengono inglobati da fenditure nella struttura dello spazio, svanendo altrove.
    Un tremore porta l'attenzione alle tue spalle, dove un'altra creatura ha toccato terra a un centinaio di metri alle tue spalle, schiacciando lamiere e detriti come se fossero carta.
    °E fallirai.°
    Lo spazio attorno a te si fa pesante, come se i veli che compongono l'esistenza stessero avvolgendosi attorno a te per cercare di sottoporti a una potente pressione, torcendoti quel tanto che basta per rendere i tuoi movimenti difficoltosi e soprattutto mantenerti fermo per quello che accadrà in seguito. Il Titano è al fianco della sua creatura che, dopo aver preso un profondo respiro, proietta una letterale ondata di fiamme contro di te.

    03aHf4N

    [CATACECAUMENE]

    Le fiamme avanzano per qualche decina di metri, poi l'enorme ondata di fuoco prende a incanalarsi verso un unico punto, assottigliandosi sempre di più e avvolgendosi attorno a una singola linea nera che si estende orizzontalmente per seicento metri di lunghezza.
    Ha usato la grossolana telecinesi spaziale di cui dispone per inglobare l'energia rovente emanata prima verso la lama dimensionale che ti ha proiettato contro, rendendo il suo attacco ancora più insidioso.

    La lama procede nel suo cammino, recidendo con precisione nanometrica tutto quello che tocca, mirando a colpirti in orizzontale all'altezza dei fianchi, lasciandosi dietro una scia di materia separata e liquefatta.

    CITAZIONE
    Note: mi difendo da entrambi gli attacchi con un misto di telecinesi dimensionale e big sigillo che mi avvolge a sfera fatto da Kampe. La lancia ovviamente passa oltre, ma riesco a ridurre i danni.
    Una volta difeso mi portaleggio fuori, faccio good old reliable telecinesi dimensionale per cercare di stritolarti un attimo dove sei e renderti difficoltosi i movimenti (AD, Dimensioni), poi evoco Amalagam e faccio il giochetto che ho descritto per spararti una BIG lamona dimensionale con fuoco (AF, Arma Infusa + Fuoco); questo attacco è alla massima potenza di una viola.

    SUBJECT 5 WARDEN: K.01 KAMPE — anticamente Kampe era un Gigante messo a guardia del Tartaro e, cosa più importante, un'amica di Giapeto. Sua assistente in molti esperimenti, aiutava il Titano a mantenere ordine nella popolazione prigioniera assicurandosi che i potenti sigilli di vincolo restassero al massimo della potenza, oltre a mantenere certi soggetti in un continuo stato comatoso. Durante la Titanomachia fu tra le infinite vittime di Zeus, brutalmente assassinata quando questo liberò gli originali Ecatonchiri e i Ciclopi prigionieri.
    La Kampe attuale non è ovviamente l'originale, è un soggetto cresciuto da un misto di materiale genetico della Guardiana e Ichor, non dispone delle sue memorie originali ma pare avere conservato brandelli di personalità. In verità non è stato neanche Giapeto a compiere questo esperimento, ma non ha trovato nessuna ragione per terminarlo; per ora anche solo una voce famigliare è abbastanza.
    A differenza di tutti gli altri soggetti e sebbene sia comunque legata alla Dunamis del suo signore, la Guardiana non è né un esperimento e né una prigioniera, è l'unica tra le evocazioni del Titano ad avere una vera personalità e libero arbitrio.

    Alta tre metri e lunga 15, considerando la coda, Kampe può manifestare in autonomia un rafforzamento delle regole della realtà sotto forma di un costrutto geometrico: i Sigilli della Guardiana possono essere forgiati secondo il suo desiderio, sia nella forma che nel numero (sebbene limitato all'estensione della Dunamis di Giapeto e a forme bidimensionali o tridimensionali), e dispongono di una Durezza Straordinaria, risultando estremamente resistenti a effetti dannosi.
    I Sigilli possono essere impressi e lasciati inerti, allo scopo di preparare trappole, usati come difese per resistere ad attacchi, fatti esplodere come tentativo di offesa contro i propri nemici: questa particolare tipologia dell'arte impone su chi viene raggiunto da essi una crescente difficoltà, proporzionale al divario energetico e al numero di Sigilli andati a segno, nel manifestare poteri cosmici. Per liberarsi da questi sigilli le vittime dovranno bruciare tanto Cosmo quanto ne sarebbe necessario per rompere dei Costrutti dalla Durezza Straordinaria; man mano che gli effetti di questo potere e i Sigilli imposti sul bersaglio si accumulano i bersagli vedranno i propri movimenti farsi sempre più difficoltosi, fino a provocare in casi estremi una paralisi totale.
    [Sigilli Base di Vincolo, Sigilli Base di Potenziamento]

    SUBJECT 4: C.09 AMALGAM — originariamente il progetto che coinvolgeva il Gigante Chimaera era molto diverso dal prodotto finito. Giapeto lo aveva inteso come una batteria fissa capace di scatenare distruzione su larga scala tramite devastanti getti di fuoco; tuttavia all'ultimo momento furono imposti dei cambiamenti al progetto in modo da renderlo in grado di impugnare armi e muoversi con grande rapidità. Giapeto accordò le modifiche, non senza un po' di frustrazione, ma mantenne come suo esemplare personale il prodotto ormai quasi completo secondo la sua idea originale.

    L'attuale generazione di Amalgam è alta 7 metri ed è capace, aperte le fauci draconiche, di generare getti di fuoco a temperature elevatissime: può focalizzare il suo potenziale ustionante in raggi di pura energia rovente o spargerlo in un'ampia area d'effetto, in entrambi i casi chiunque ne venga investito senza le adeguate difese subirà gravissimi danni fuoco. La pelle si discioglierà, scoprendo i muscoli o, se l'esposizione alla fiammata è stata sufficientemente estesa e potente, forse fino alle ossa.
    [Fuoco]
     
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    Appena il mio attacco termina non perdo tempo.
    Ho potuto seguirlo con difficoltà: anche la mia vista è stata offuscata dai detriti e dalla distruzione che io stesso ho provocato.
    Un fiume di polvere d'orium mi circonda, ruotando furiosamente attorno a me. Una difesa preventiva, che plasmerò a seconda dei movimenti del Titano. Non presto nemmeno attenzione alle parole con cui lambisce la mia mente: tutta la mia concentrazione è sul suo cosmo, che ribolle con un intensità che potrei raggiungere a fatica. So che sta combattendo per uccidere - so che devo fare altrettanto.
    La terra trema, e capisco prima ancora di girarmi che il Titano è ora alle mie spalle. Anche solo voltarmi verso di lui è complesso: una forza telecinetica mi spinge verso il basso, bloccando i miei movimenti. Conosco quelle tattiche; io stesso le utilizzo per poter portare un vero attacco devastante. Vuole tenermi fermo sul posto, rendendomi una preda facile. Con una spinta psicocinetica opposta riesco a girarmi, e lo vedo appena in tempo portare il suo assalto.

    Un drago, di fianco a lui, sputa un getto di fuoco dalle fauci.
    L'attacco è veloce, ma riesco a seguirlo con la vista. Ci separano un centinaio di metri, ma al nostro livello di potere è nulla. Le fiamme si compattano, si assottigliano, concentrandosi in un punto. Una lama dimensionale le attira, fendendo l'aria e tutti i detriti che non hanno ancora smesso di cadere.
    Smetto di osservare, e agisco. L'orium che mi circonda si frappone tra me e il taglio dimensionale. Creo una decina di muri compatti, spessi svariati centimetri e alti fino alle mie spalle, che possano rallentare l'impatto e disperdere parte del suo potere. Devo affidarmi alla naturale resistenza dell'orium, perché contro quel taglio e quelle fiamme anche la Kintaral potrebbe poco. La difesa è concentrata solo sul mio corpo, così da opporsi con più precisione possibile all'enorme area che invece il titano ha scelto di distruggere.
    Mi preparo. So che presto proverò dolore, nonostante l'immensa mole di orium che ho plasmato. È inevitabile, con un attacco tanto potente e concentrato. Ma il dolore non mi spaventa. Che questo corpo diventi cenere, se mi permetterà di far soffrire allo stesso modo un titano.

    Posso sempre colonizzare un nuovo contenitore di carne in qualsiasi momento.
    È su questo pensiero che mi concentro, quando la lama dimensionale impatta con il primo muro, frantumandolo di netto. Poi il secondo, il terzo. Non mi sembra che la sua corsa rallenti, ma è solo un'impressione: deve esserlo.
    Quattro, cinque, sei. Respiro a fondo. Sette. Otto. Il nono muro cede dopo uno strappo, gettando orium verso di me. Dieci. La lama affonda e riemerge dall'ultimo strato difensivo. L'impatto mi colpisce all'addome e mi mozza il respiro, facendomi sputare immediatamente sangue. La lama dimensionale colpisce la Kintaral, non riesce a tagliarla, ma la sola potenza del colpo è abbastanza da spaccare i capillari sotto di essa. Il calore che emette supera la mia protezione, dando fuoco alla carne e ustionandola immediatamente. Fa male. La sola spinta mi fa arretrare di mezzo passo.
    Per un attimo la mia vista è sostituita da lampi bianchi, e io devo lottare per calmare il dolore. So che l'addome ora ha una contusione che lo attraversa, unita a una bruciatura che continuerà a distrarmi e a reclamare la mia attenzione.
    Respiro profondamente, e il solo farlo mi lancia un'altra fitta. Eppure l'attacco del titano è passato, e io sono ancora in piedi. Le macerie della nostra devastazione, della Qabbrat e del mio orium, continuano a cadere.

    0qVuOPt


    Ma io non tremo, e non arretro.
    È riuscito a spostarmi di mezzo passo. Mi viene da sorridere da sotto l'elmo della Kintaral. Mi chiedo se sia frustrante, per lui, un umano che non può disintegrare con uno schiocco di dita. Nonostante ciò che ho visto, sono ancora convinto che siamo alla pari.
    Lo vedremo.❜ Rispondo solo adesso al suo messaggio telepatico, rinnovando il mio intento.
    Del resto il fallimento è una cosa che voi titani conoscete intimamente, non è vero?❜ La mia è una domanda retorica. È divertente, perché anche io conosco il fallimento, la caduta, la perdita. Ma io sono un uomo, e come tale posso imparare dai miei errori. E, del resto, nemmeno io so cosa voglia dire perdere il controllo della realtà, diventando così misero da poter essere contrastato da un umano. Meglio: ho visto innumerevoli uomini più potenti di lui. Io stesso so che raggiungerò il livello di Hybris, di Icterius, e poi perfino di Liriya. Ma prima devo vincere.
    Se voglio vincere questo scontro - meglio, se voglio sopravvivere a esso - dovrò attaccarlo su tutti i fronti. Fisico, mentale, morale. Solo se riuscirò a trascinare la battaglia in avanti avrò una speranza. Mi basta resistere un secondo in più di lui.

    Posso farlo. L'alchimia dell'orium guiderà la mia mano.
    Per prima cosa devo privarlo delle sue capacità combattive. È un evocatore, ed è capace di manipolare le dimensioni. Entrambi i poteri presuppongono un certo dominio sulla propria mente, per poter elaborare strategie complesse. Intendo agire su questo aspetto, rendendo il titano meno di un uomo: una bestia priva di senno.
    A quel punto sarà più brutale, ma spero si aprirà di più, arrivando a commettere errori fatali. Ancora una volta richiamo l'orium sul campo di battaglia. Il mio cosmo oscuro arde, lambisce l'aria attorno al titano, e plasma il minerale caotico direttamente attorno a lui. Lo circondo di frammenti di orium per decine di metri, attorno, in alto e in basso, per non lasciargli spiragli. La mia è una fitta nebbia nera, che copra la sua visuale, per impedirgli di vedere.
    Voglio fargli credere che il vero attacco sarà un altro, preparandosi per qualcosa che non arriverà mai. Infatti è quello il mio assalto. Ogni frammento è incredibilmente sottile, così appuntito da poter squarciare la carne viva.

    Pochi istanti dopo ogni scheggia inizierà a muoversi, come impazzita, attorno al titano.
    Cercherò di intrappolarlo in una massa vorticante di scaglie d'orium, che nel loro movimento proveranno a impattare anche contro di lui. Spero siano abbastanza appuntite da poter penetrare negli spazi vuoti della sua armatura, tra le giunture e i suoi interstizi. Non mi interessa dissanguarlo - le schegge sono troppo piccole per causargli gravi danni - ma solo colpirlo un numero di volte sufficiente a innestare l'orium e la sua influenza. Basterà che io riesca a colpirlo e a tagliarlo, infatti, perché l'orium provi a diffondere un ordine caotico nella sua mente.
    oʇsoɔ ı̣sɐı̣sןɐnb ɐ ı̣ɯı̣pı̣ɔɔn
    L'influenza tenterà di renderlo sempre meno autonomo, sempre più violento, conducendolo a una rabbia senza freni. È un rischio, perché in questo stato anche il dolore che posso causargli sarà meno debilitante, ma l'ira potrebbe anche condurlo in errore, fargli fare mosse più avventate e meno studiate.
    E, alla fine, l'orium restituirà ogni stilla di dolore sopito, aggiungendo anche un ingente danno psionico frutto della sua essenza caotica.
    Spero di colpirlo. Perché, se ci riuscissi, la clessidra di questo scontro inizierebbe a scorrere, inesorabile. Portando, inevitabilmente, uno dei due a finire il suo tempo.
    Questa è la mia scommessa. Così è come vincerò.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Contusione e ustione estesa e dolorosa su tutto l'addome.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Difesa con strati di orium a durezza straordinaria e tanto dolore.
    Poi Yianni decide di andare di mind games e di long game, perché è un figlio di. Per prima cosa riempie l'aria attorno a te di frammenti di orium affilati, per decine di metri, per non farti vedere nulla e farti pensare che stia arrivando altro (supporto). I frammenti però iniziano a muoversi all'impazzata per tagliuzzarti, sono abbastanza sottili da infilarsi nelle giunture e interstizi (ad). Se ti prendono provano a gettarti nel berserk indotto da orium - descrizione in scheda (af).
    Yianni non si è ancora mosso dal posto, e ti aspetta.


    Edited by Wild Youth - 10/4/2024, 11:14
     
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    Nell'istante in cui la nube di Orium parte da te le voci di orrore senza fine raggiungono un nuovo acuto, tante piccole voci che, unendosi assieme, formano un vociare quasi assordante. Mentre la creatura del Titano si ritrae immediatamente all'interno di una faglia spaziale, lui prende a mulinare le lame, girando sui piedi in una piroetta che strappa il Velo di Urano come se fosse un telo in quattro punti, nelle sue direzioni cardinali.
    Nell'istante in cui il nugolo di schegge cristalline si avvicina a lui, queste cominciano a deviare nella loro traiettoria intesa; flussi telecinetici prendono ad incanalarli all'interno di quei quattro portali, disperdendo l'attacco senza danno nel nulla tra le dimensioni. Nella gloria dell'iperluce, è un qualcosa dura svariati istanti; tu che cerchi di sopraffare la capacità di assorbimento della sua difesa contro il suo cercare di limitare a ogni costo contatto con la pietra nera. E, infine, hai successo.
    Uno dei portali collassa, chiudendosi su sé stesso e consentendo alla nebbia di Orium di raggiungerlo. Il Titano fa immediatamente un passo all'indietro, ma è ormai troppo tardi. La nube lo raggiunge alla gamba e al petto, insinuandosi all'interno dell'armatura; vedi le placche dell'elmo contrarsi, come nell'espressione di qualcuno che ha ricevuto una ferita degna di nota ma di certo non grave. Non importa, non era questo lo scopo.
    Accade in un istante, la tua influenza lo raggiunge.

    C'è un attimo in cui è completamente fermo, le placche dell'elmo si allargano come a mostrare genuino stupore e sorpresa, e poi si distendono in un aspetto supino e sornione. Delle strane risate si proiettano nella tua mente, metalliche, tutte nello stesso istante mentre il Titano comincia ad avere le movenze oscillanti di un felino che ha appena visto qualcosa da azzannare al collo.
    Le risate diventano un indistinguibile grido rabbioso, una sorta di statica nella tua psiche, e lo spazio si distorce alle sue spalle.

    ■̵̨̨̢̧̢̢̧̡̢̛̛̪͍͖͖̻͍̜̫̣̳͔̠̪̦͉̼͉̮̝͎̹̫̰̖̯̦̟͙̪̮̦̮̲͖̮͕̺͈̹͎̖͇̝̟͇͕̜̦̜̹͕̰̯̻̜̝̋̄̉̊̓̒̎̔̊̍̓͌͋͆͐̔̎͊͐̃̓͊̌̍̃̏͊̊́͂̑͋̋̍̿̂̎͛͋̀̈́̇͐̏͗͆͑͛̒̔̓̀̏̚̚͘͜͜͝͝͝͝͠͝͝͝■̷̧̢̡̛͓̣̱̟͕̞̬̲̯̺̓̅̈́͆̇͑͊͐̍̍̌̋̄̓̇͂̂̑̽͒̿̂̌̈́̀̊͌̆͗͌̃̔̚̕͜͜͝■̴̢̨̨̛̻͉̞̣̪̫̝̝̖̥̫͉̺͖̖̠̺͔̭̙̹͚̪̲̥̪̦̝̠̖̩̳͑͌͆͒̓̉̉̓̌̽͊̽͐̽͌́́̊̀͊̊͋̈́̆̒̄͛̉̀̆̈́͗̂͊̾͐̑̾̌͒̿̓͘͘͠͝ͅͅ■̷̡̢̢̨̢̯̭̻̺̘͇̟̭̱̱̦̞̻̦̫̹͔̣̘̰̳̙̮̬̜̣̭͚̳̣̪̹̥̭̙͓͉͔̥͇̱̺̪̖̹̟̹͎̿̑̿̄̿̓̍̐̇́̊͒͌̾́̈͐̈́̀͜͜͠͝ͅͅ■̸̨̨͇̗̲͕̝͓̰͕̼͎͈̮͎͇̱̙̗̣̮̰̼͓͍̙̣̘͖͕̭͖̦̯̬̯̻̟̰̳̞͉̥͓̱̠͉̻̠̻̻̐͊͊̓̓͊̎́̓̂̆͒̍͜͠ͅͅͅ■̵̡̢̛̛̬̭̲̠̣̞͔̖̭̰͚̫̇͛̍͛̊̅̂̄͊̊͗̿̀̽͊̿̋̾̍̈́̉̀̉̓̾͐̀̉̉͂̈́̈́͗̇͛̄͌͌̂̈́̂͘̕͘̚̚͝■̴̧̧̨̢̺̣̼̪̩̯̲̘̩̞͙͚͓̣͖̜͉̯̖̦͉͈̭̹̬͍̯̝͉̼̮͚̭͎̪̠̹̥̘̬̩͈̳̥̰̥̯̂͒͊͗̆̿͗̉̾̈́̀͐͂̽̾̍̇̈̂̀̽͒́̎͆̈́̀̈́͐̔̓̆̾̊̂̊̍̇͆́̽̒͗̓̕͘͘͘̚͜͜͜͝͝͝͝͝͠͝ͅ



    Una creatura enorme emerge dalla sua prigione, facendo tremare la terra con la sua mera presenza e oscurandovi con la sua mole. Le centro braccia di quest'essere scattano all'istante.

    Tech-Iapetos-HekatonMenis

    [HEKATON MENIS]

    Il Titano squarcia nuovamente lo spazio e l'oscena massa di braccia e mani affonda in due portali che si aprono a quattro metri di distanza alla tua destra e sinistra. Gli arti che dardeggiano in tua direzione sono così tanti da poter raggiungere l'interezza del tuo corpo come una sorta di orripilante serpe, nel tentativo di schiacciarti in una tempesta continua di colpi dalla potenza incommensurabile.


    CITAZIONE
    Note: mi difendo dalla nebbia di Orium con portali, ma quello che passa entra e mi manda in ira. Siccome sono in berserk non posso fare cose complesse, quindi mi limito a evocare l'ecatochiro per chiuderti in un metaforico bozzolo di cazzotti (Forza Straordinaria)

    CITAZIONE
    SUBJECT 1: HECATONKEIRES — gli ecatonchiri sono tra gli esperimenti più faticosi ma produttivi che il Titano dello Spazio abbia mai eseguito. Ritenuti originariamente troppo feroci e imperfetti per poter fare parte dell'esercito dei Giganti, Giapeto acquisì il materiale genetico dei tre primi prototipi della specie centimane; una volta coltivati fino a una completa maturazione, le creature furono soggetto di numerose procedure al fine di annullarne le devastanti pulsioni e massimizzarne la potenza combattiva.

    Agli occhi di una creatura meno avvezza alla genetica e alle procedure di Giapeto, gli Ecatonchiri non dovrebbero essere neanche vivi: organi interni e appendici ritenute non necessarie alla battaglia sono state completamente rimosse, rimpiazzate da ulteriori fasci muscolari capaci non solo di supportare le cento braccia e cinquanta testa di ognuno, ma di sprigionare una potenza fisica devastante e superiore a quella di comune guerriero divino. Contestualmente i cervelli delle creature sono stati ampiamente rimaneggiati, le loro menti riempite di ampi programmi di ricondizionamento psichico, gli unici pensieri concessi sono eoni su eoni di arte combattiva; ogni possibile mossa e colpo di una devastante arte marziale è conservato in essi, pronto ad essere scatenato alla volontà di Giapeto. Ovviamente questo li rende incapaci di formulare in autonomia pensieri che non siano relativi al prosieguo della lotta in corso, o al massimo di eseguire l'ultimo comando che il Titano ha imposto, ma questo non è certo un problema per lui.

    Non è cosa comune vedere gli ecatonchiri al massimo dei loro 100 metri di altezza, a meno di disporre di spazi sufficientemente ampi; più frequentemente Giapeto è solito aprire piccole finestre dimensionali nelle loro celle di contenimento in modo da consentire loro di far passare le braccia e sferrare attacchi nei punti indicati dal Titano.
    [Forza Straordinaria]


    Edited by Luke¬ - 13/4/2024, 00:12
     
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    La clessidra è stata girata.
    Da questo momento in poi la sabbia scorrerà più veloce e il tempo si assottiglierà sempre di più. Ho fatto la mia scommessa: ora posso solo recitare la mia parte in questa storia, convincendomi che non sarà oggi la parola fine.
    La risata del titano che mi rimbalza nella testa mi conferma che il piano ha avuto successo. Un portale si apre alle sue spalle e d'istinto una patina d'orium, come un'infiorescenza cristallina, cresce in modo grezzo sul mio corpo. Una difesa aggiuntiva, per quanto misera, che si sovrappone alla Kintaral, inserendosi tra le sue placche.
    Ciò che emerge alle spalle del titano è un essere alto un centinaio di metri, con un'anatomia che non ha alcun senso se non per una cosa: la guerra. È un fascio di muscoli, un insieme di braccia pronte a scattare. Ho chiesto violenza: riceverò violenza.
    Stringo i denti, con la visione periferica vedo che ai miei lati si aprono altri due portali, che comunicano con quelli aperti dal titano davanti alle braccia della creatura.
    Sono vicini, molto vicini. Troppo, per circondarmi da una quantità sufficiente di orium. Avrei bisogno di decine e di decine di metri che mi avvolgano in ogni direzione.

    Non è un lusso che posso permettermi.
    Ma non è l'unica capacità che la mia Kintaral mi dona. Sono l'erede del retaggio dei primi alchimisti. Comprendo lo spazio in modo istintivo e posso muovermi in esso come desidero. Devo concentrarmi sui pugni che emergono dai portali, schivandoli un attimo prima che possano toccare il mio corpo. Non ho bisogno di muovermi, solo di prestare attenzione, intercettando la loro velocità folle prima che possano travolgermi.
    Il primo pugno della creatura arriva dal portale di destra. Lo sfasamento spaziale mi porta a ricomparire a un metro dal colpo. Sento il sibilo del pugno e lo spostamento d'aria, ma non mi fermo. Mi sono portato davanti allo squarcio sinistro, da dove già è emerso il prossimo attacco. Ancora una volta scompaio e ricompaio a breve distanza. Non calcolo, non ragiono. Mi affido ai riflessi e ai miei sette sensi.
    Un errore di pochi centimetri può essere fatale. Un altro pugno attraversa l'aria in cui mi trovavo fino a pochi millesimi di secondo prima. Mi teletrasporto sul braccio che sta uscendo dall'altro portale, ma non ci resto sopra. Devo fasare di nuovo, ancora e ancora.
    Sapevo sarebbe stato un conto alla rovescia. E non solo per il titano.

    Il primo colpo mi raggiunge alle spalle, nel mio angolo cieco.
    Un errore. O forse non potevo fare di più. Mi travolge, spaccando immediatamente la patina d'orium e mozzandomi il respiro. L'impatto mi spinge verso il colpo che sta per emergere dall'altro portale. Faccio appena in tempo a sollevare le braccia davanti al petto; l'impatto incrina le ossa, facendomi gridare per il dolore. Mi teletrasporto di nuovo, alla cieca, ma quando riappaio un pugno mi prende di striscio alla nuca. È abbastanza per stordirmi, bloccando per un attimo il dolore, sovrascrivendo tutto in un lampo bianco e un sibilo continuo.
    Ma dura poco. Il colpo successivo arriva di nuovo sulla parte posteriore del corpo, impattando in particolare sulla schiena esposta, difesa solo dalla Kintaral. Sento le vertebre che si piegano per assorbire l'attacco, incrinandosi per la pressione. Di nuovo un altro pugno colpisce le braccia, a X, davanti al petto, fratturando le ossa in più punti. L'orium che mi avvolgeva è esploso in pochi istanti, offrendomi una copertura minima.
    Non posso restare. Cerco di ritrovare un minimo di concentrazione, per quanto faccia male. Scompaio dal posto, riapparendo 400 metri sopra il titano e la sua creatura.
    Solo la psicocinesi mi tiene in piedi, a galla, in una levitazione sgraziata.

    0qVuOPt


    Sputo sangue. Il solo pensiero di muovere un muscolo mi manda fitte di dolore.
    Devo affidarmi alla mia mente, anche se adesso sarà meno lucida. Le braccia mi cadono pesantemente lungo i fianchi, coperti da contusioni sotto la kintaral. La schiena è compressa. In questo scontro non potrò più andare in corpo a corpo: rischierei solamente di peggiorare le mie ferite.
    Mi concedo un respiro profondo e nient'altro, perché questo corpo deve sopportare di più e io devo ricominciare a colpire. Sposto lo sguardo sotto di me, e ancora una volta estendo il mio cosmo oscuro. L'energia percorre il mio corpo attraverso il sangue, uscendo da me in ondate. Raggiungo l'orium che ho generato poco prima, e che, dormiente, aspetta i miei comandi sotto al titano.
    Lo alzo di nuovo in aria attorno a lui, di nuovo per generare una fitta nebbia nera. Questa volta, però, non è un inganno: lo utilizzerò davvero solo per oscurare la sua vista. Sempre dallo stesso orium che lo circonda, poi, plasmerò a pochi metri da lui delle grezze catene, che scatteranno verso la posizione del titano per avvolgerlo completamente.
    Intendo bloccarlo sul posto, impedendogli di muoversi.

    Di per sé non stringeranno troppo, non sarà quello il vero attacco. Farò affidamento sulla naturale durezza dell'orium, per estendere quel contatto abbastanza da instillare una nuova influenza nel titano.
    ǝɹı̣dןoɔ ı̣ʇɐı̣ɔsɐן
    L'orium, se riuscirà a comprimerlo abbastanza con quelle catene, proverà a diffondere coi sussurri l'impulso di non difendersi, in un comando masochistico. Non è l'influenza più forte che posso creare, ma spero sia sufficiente a distrarlo, creandogli un momento di incertezza sufficiente a far entrare il mio vero - e più distruttivo - attacco.
    Poche decine di metri sopra la sua testa, infatti, creerò una nuova gigantesca lancia di orium compatto. Un'arma enorme, dal peso di svariate tonnellate, lunga un centinaio di metri e dal diametro, nell'asta, di una trentina. La sola punta della lancia sarà spessa qualche metro, rendendola un'arma non adatta a perforare, ma capace di grandi danni contundenti.

    La scaglierò verso il titano, per travolgerlo con la punta della lancia e poi con il suo stesso peso, muovendola alla massima velocità che riesco a raggiungere: quella della luce. È uno sforzo considerevole, ma devo sfruttare l'incertezza che potrebbero creare le catene.
    Il titano, se la lancia colpirà, dovrà sopportare l'impatto con la massa incredibile di un minerale naturalmente resistente, ma anche i naturali sussurri caotici dell'orium, che tenteranno di nuovo di sovraccaricare la sua mente, per causargli al contatto un danno nervoso. Mi concentro, col mio attacco, su di lui. La sua creatura non mi interessa.
    Respiro pesantemente, quasi in affanno. Portare questi attacchi e mantenermi in aria, con il dolore che mi invade dalle braccia, dall'addome e dalla schiena, è complesso. La testa mi gira per lo sforzo, ma non posso permettermi di perdere la mia lucidità.
    Devo resistere. Devo restituirgli il dolore che mi ha causato.
    E devo aspettare la mia occasione.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Contusione e bruciatura estesa e dolorosa su tutto l'addome. Lividi ed ematomi su tutto il corpo, con vertebre incrinate e braccia fratturate in più punti, ormai inservibili.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Bullet time: Yianni si concentra sulle proprie reazioni e si teletrasporta a ogni pugno. Evita parte dei colpi, fino a che il primo pugno lo colpisce e il resto arriva a devastarlo, parato da braccia, una patina d'orium e Kintaral. Alla fine si teletrasporta via, in aria, per prendere fiato (difesa).
    Usa l'orium che hai tutto attorno, rialzandolo in aria per circondarti e oscurarti la vista (supporto). Poi plasma sempre dall'orium delle catene che ti limitino i movimenti, instillandoti una debole influenza di lasciarti colpire (ad). Lo scopo è di tenerti fermo, generandoti incertezza, il tempo di farti cadere addosso dall'alto, a velocità della luce, un'enorme lancia d'orium (100m lunghezza, 30m larghezza e 3m la punta). La lancia, essendo gigantesca, non serve per perforare ma ha una grande forza d'impatto, e fa anche danno mentale (af).
     
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    Apparentemente anche un Dio, a contatto con l'Orium Nero, può perdersi completamente nella sua sete di sangue. Sparita ogni razionalità, ogni parola sarcastica e provocazione, l'unica cosa è rimasta nella psiche del Titano è una follia che non conoscerà pace fino a che l'ultimo granello di sabbia della sua resistenza mentale non sarà caduto verso il basso.
    Tanto è concentrato verso di te da non rendersi conto che le catene di cristallo del sottomondo gli si avvolgono attorno, ancorandolo sul posto; quando la tua influenza lo raggiunge trova pensieri caotici e ingarbugliati, una massa che riesce a restare placida per la frazione di un istante prima che scrolli di dosso quel tentativo. Il Titano urla e si dibatte, e la pazzia nella quale è piombato raggiunge anche la sua creatura.

    L'essere fa dardeggiare le sue cento mani contemporaneamente, i suoi colpi una serie di meteore che si abbattono sia sulle catene che tengono bloccato il suo padrone che sulla lancia che sta per schiacciarlo al suolo.
    Ogni attacco porta con sé la potenza infinita che solo un essere fatto e creato esclusivamente per la guerra può avere, e un costrutto di fattura minore sarebbe stato indebolito di molto da questa difesa, ma il tuo cristallo è troppo resistente per rompersi così facilmente. Le catene che lo vincolano vengono spaccate giusto in tempo, e la lancia di Orium si incrina e perde qualche pezzo, la sua forza di impatto in qualche modo ridotta, eppure non può fermarla.
    Nell'istante in cui il costrutto cade su di lui, tende la destra per pararsi; poi ne viene schiacciato.

    Riappare a una trentina di metri da te, emergendo da una nuova fenditura che deve aver aperto per non farsi intrappolare, ma puoi vedere che il suo braccio destro adesso ciondola privo di controllo e sei decisamente sicuro che l'impatto, per quanto attutito, sia stato decisamente dannoso.
    Solo la sua furia lo rende temporaneamente insensibile al dolore e gli permette di andare oltre limitazioni fisiche, ma sai che non durerà. Ma intanto che resiste, continuerà ad attaccare.

    Scatta verso di te, traslandosi nell'aria come un animale che piomba sulla preda, e, giunto a quindici metri di distanza, mena un singolo colpo orizzontale con la lama sinistra. Dà seguito al movimento del colpo facendo una sorta di giravolta in aria, menandone un altro e proiettando queste due sottili faglie in avanti; una mira al tuo collo e l'altra ai fianchi, ed entrambe solo lunghe più di venti metri.
    Nel contempo, mentre tu dovresti essere distratto da questo, l'altra creatura agisce.

    nYsCeQ7

    [HEKATON KALEIN]

    L'essere concentra tutto il suo potere distruttivo in un singolo pugno, una mano che passa in una fenditura spaziale che ha come punto di sbocco un portale che si apre due metri alle tue spalle, sferrando un attacco che mira al centro esatto della tua schiena e distruggerti con rabbia e brutalità.

    CITAZIONE
    Note: siccome sono super concentrato su di te le catene mi prendono in pieno e tengono lì. Resisto abbastanza bene al tuo comando visto che in berserk ho un bonus contro influenze, la mia difesa effettiva consiste nel usare l'ecatonchiro come un tornado di cazzotti; pugna con molta cattiveria sia le mie catene che la lancia di Orium spaccandola un po' e rallentando l'impatto, ma quello che atterra mi prende e fa malino.
    Essendomi liberato dalle catene però mi portaleggio fuori e poi volo verso di te; arrivato nelle tue vicinanze tiro due lame dimensionali (AD, Arma Infusa), poi l'ecatonchiro fa un cazzottone singolo alle tue spalle (AF, Forza Straordinaria) per spaccarti la schiena.
     
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    Fa quasi tenerezza. Piegare un dio al mio volere, privarlo della sua capacità tattica.
    L'ho reso una bestia senza controllo, il cui unico impulso è quello di azzannarmi alla gola. Riesco a causare dei danni al suo corpo pari a quelli che lui causa a me, costringendolo a confrontarsi su due piani: quello fisico e quello mentale.
    Mi chiedo se, quando uscirà dalla mia furia indotta, sarà più insultato dalle ferite che gli ho inflitto o dall'aver distorto con il mio orium la sua mente - si suppone - perfetta.
    Lo guardo dall'alto, respirando a fondo per nascondere il dolore e per mantenermi in aria. Vedo la creatura evocata dal titano fare di tutto per difendere il proprio padrone, ed è quasi poetico. Ancora una volta creano dei servi per portare a termine ciò che loro non possono fare. Ma la mia lancia, anche se rallentata, lo colpisce.
    Un'altra fitta di dolore mi impedisce di sorridere. Un portale affiora nell'aria davanti a me, facendo emergere il titano. Il suo braccio destro ciondola pesantemente sul fianco. Nonostante tutto non è rallentato: l'orium lo sta rendendo insensibile al dolore, permettendogli di combattere senza rendersi conto delle sue reali condizioni.

    Scatta verso di me, caricando ancora una volta come una bestia ferita.
    Il suo unico scopo è uccidermi. Il mio unico scopo è sopravvivere. I nostri due impulsi si scontrano nell'attimo, sospeso, in cui lo guardo attaccare. L'aria è piena della nostra pulsione di morte. Non ci fermeremo, perché entrambi abbiamo superato un limite.
    Lui ha attaccato il mio Ordine, in un atto di sfida al Daleth. Io l'ho contaminato, intaccando la sua perfezione. La sua prima lama dimensionale taglia l'aria nella sua corsa verso di me, seguita da un secondo squarcio.
    Un ultimo respiro profondo, anche quello un atto di sfida verso il titano. Riempio i polmoni di ossigeno, già più rarefatto nell'aria in cui ci troviamo. Nonostante stiamo combattendo per uccidere, qua sopra, non c'è clamore. Il silenzio sembra assoluto. Poi, quando la prima lama è a pochi metri da me, semplicemente scompaio davanti a lui.
    Attraverso le dimensioni in un istante, non per fuggire, ma per mettere di nuovo dello spazio tra noi due. Mi assicuro che i suoi colpi non mi prendano, risparmiando le energie della difesa e il mio corpo da ulteriore sofferenza.

    Ricompaio di nuovo in aria, duecento metri più in alto di lui.
    Il tempo scorre, titano. E io sto ancora aspettando.❜ Dirigo quell'impulso mentale verso di lui, sapendo bene che, nello stato in cui si trova, sarà difficile attecchisca. Ma potrebbe essere pur sempre una distrazione, oppure potrebbe risvegliare ancora più rabbia in lui. In entrambi i casi trovo la cosa divertente.
    Ma è solo un istante. Non perdo tempo, dopo essere riapparso. Espando il mio cosmo oscuro, richiamando con il mio potere tutto l'orium che ho generato fino a questo momento. Alcuni frammenti sono a terra, alcuni ancora in aria. Altri sono giganteschi blocchi, come ciò che rimane della lancia. Teletrasporto ogni pezzo, inserendolo con precisione nell'opera che sto costruendo. Prende vita nello spazio che separa me e il titano. Mi ci vogliono poche frazioni di secondo per ultimare lo spostamento, e altrettanto per riempire i vuoti con altro orium.
    Alla fine ciò che plasmo, in aria, equidistante tra me e il titano, è un gigantesco cubo d'orium compatto. Ogni lato è lungo un centinaio di metri. La sua superficie è liscia e opaca, con solo qualche imperfezione e crepa data dalla fretta.

    0qVuOPt


    Dovrà essere abbastanza. Lo sforzo che ho infuso è stato massiccio, e spero che il mio spostamento l'abbia preso di sorpresa.
    Ancora un volta non esito. Ancora una volta non aspetto. Velocizzo la caduta del cubo, spingendolo con il mio controllo sull'orium verso il titano. Cercherò di fargli percorrere le poche decine di metri che li separano a una velocità vicina a quella della luce, per farglielo impattare contro dall'alto. Sono svariate tonnellate di materiale caotico, compattate insieme e con una durezza estrema.
    Spingerò il cubo verso il titano, per cercare di causare gravi danni contundenti, e, se lo raggiungerò, non arresterò la corsa del mio artefatto. Continuerò a spingerlo verso il basso, per farlo impattare con violenza a terra, portando con sé, almeno spero, anche il titano.
    Ancora una volta l'orium diffonderà, all'impatto, i suoi sussurri caotici, per causare un sovraccarico psichico. Sarà un danno secondario, perché questa volta il mio obiettivo principale è quello di piegare il corpo del titano sotto la pressione gigantesca del mio attacco, per colpirlo e poi trascinarlo e schiacciarlo a terra.
    Il mio respiro è diventato più breve, affannato. Tra poco dovrò smettere di tenermi in aria, perché questo sforzo continuo aggiunge altra stanchezza. Ma non posso fermarmi.
    Questo corpo dovrà obbedirmi, nonostante la fatica e il dolore.

    0qVuOPt

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    Condizioni ~ Contusione e bruciatura estesa e dolorosa su tutto l'addome. Lividi ed ematomi su tutto il corpo, con vertebre incrinate e braccia fratturate in più punti, ormai inservibili. Insorgere di stanchezza cosmica.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Teleport monouso per difendersi. Dopodiché cerca di prenderti di sorpresa teletrasportando sopra di te tutto l'orium che ha sparso finora, compattandolo in un gigantesco cubo (100m di altezza, larghezza e profondità), che ti lancia in testa per bei danni da impatto e che spingerà fino a farlo cadere a terra, si spera con te sotto (af). L'attacco se ti prende fa anche danno mentale, questa volta meno perché lo scopo principale è l'altro (ad). Per tenere traccia dei movimenti adesso Yianni è a 600 metri in aria.
    Note ~ Ricordo, per completezza, che quando il berserk finirà nei prossimi turni non solo farà sentire il dolore accumulato, ma provocherà anche degli ingenti danni mentali.
     
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    Lo sguardo del Titano ti segue, non hai bisogno di vedere i suoi occhi per capire che è assolutamente consumato da furia e volontà di uccidere. Ti basta vedere la sua creatura, che agita le mani e colpisce l'aria in una manifestazione di frustrazione impotente; non può raggiungerti, non direttamente, e la sua rabbia è un qualcosa che puoi assaporare come un fine vino.

    Il Titano vede il cubo discendere su di lui, una meteora corvina dalla capacità distruttiva incommensurabile, un colpo terribile; non risponde alla tua provocazione, anche se potesse farlo non sentiresti altro che l'eco di urla iraconde e incomprensibili, piuttosto tra sé e il tuo costrutto si forma una spaccatura.
    Non una fine manipolazione dello spazio, la Realtà semplicemente esplode verso l'esterno facendo rovinare giù pezzi di cielo come se fossero una vetrata rotta, rivelando un condotto verso il niente tra le dimensioni.

    [KHORA TEMNEIN]

    Lo ha già fatto in precedenza, sai che c'è un oggettivo limite a quanto queste aperture possono inglobare prima di collassare, anche se dovesse riuscire a traslarne via una parte qualcosa passerà oltre.
    Il cubo cade nella fenditura, e lì accade qualcosa di peculiare.

    Se ne apre un'altra, altrettanto grande, a due metri di distanza sopra la tua testa. E il tuo stesso attacco vi passa interamente attraverso, cadendo in basso verso il tuo capo con tutta la forza che ci hai imposto, nel tentativo di schiacciarti a terra con il tuo stesso cristallo corvino in una sorta di cometa oscura.


    CITAZIONE
    Note: no u. (Difesa completa + Attacco, bouncer assoluto monouso)

    CITAZIONE
    KHORA TEMNEIN — anche le menti più acute beneficiano da abitudine e routine. Sebbene l'ingegno di Giapeto sia considerevole il Titano ha trovato utile, nel clamore della battaglia, lo standardizzare alcune procedure di difesa in modo da lasciare le sue facoltà cognitive libere di ponderare come meglio proseguire nello scontro.
    In battaglia egli potrà usare la sua maestria sulla traslazione dimensionale per aprire un portale, e in esso precipitarsi, spostandosi in maniera così rapida e immediata da consentirgli di far andare a vuoto un singolo attacco nemico [monouso a duello].
    Sfruttando le capacità di pseudo-psicocinesi spaziale del Titano unite alla maestria nella creazione di portali, Giapeto sarà in grado di incanalare attacchi nemici in faglie nello spazio e di rispedirle interamente al mittente. Un'azione così precisa sarà possibile solo nel caso in cui il potere del Titano sia superiore a quello del nemico in questione: se dovesse esserci un'equivalenza di potere, egli sarà in grado di riflettere solo parte dell'attacco, mentre se quest'ultimo sarà inferiore al suo nemico la quantità di attacco che si riuscirà a rispedire al mittente sarà proporzionale al dislivello in questione. [Bouncer]
    Infine egli potrà incrementare considerevolmente il potere di assorbimento delle correnti spaziali, oltre a rafforzare la struttura cosmica che compone i portali, consentendogli di riflettere interamente un attacco anche se dovesse essere suo pari in estensione cosmica. [Bouncer assoluto, monouso a duello]
    In ogni caso, se l'attacco riflesso dovesse essere di potere inferiore al suo, Giapeto potrà infonderlo della propria Dunamis per portarlo alla sua estensione energetica o applicarvi le proprie abilità se possibile.
     
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    Un errore. Frutto di una leggerezza.
    Lo capisco non appena l'aria trema sulla mia testa, e percepisco il mio orium trovarsi in due punti diversi nello stesso momento. Sopra il titano, e sopra di me. È il mio potere: su questo non può ingannarmi.
    Ma l'ho sottovalutato. Ho pensato di aver vinto prima di avergli strappato il cuore dal petto: non commetterò due volte lo stesso errore. Non appena il mio meteorite inizia a uscire dal portale sopra di me - vicino, troppo vicino - ho già dato il primo comando all'orium. Il cubo si spacca in due parti, esattamente sopra a dove emerge per colpirmi.
    Una crepa lo attraversa, divaricando le due parti in cui si è diviso e deviandole dal collassarmi addosso. Il comando successivo è più complesso, ma non posso risparmiarmi. Dalla prima crepa ne nascono altre, in un numero incredibile di fratture che spezzano e spaccano il cubo, facendogli perdere in meno di un secondo la sua integrità. Agisco con precisione sui punti più vicini a me, trasformando l'orium in frammenti. Man mano che mi allontano divento meno preciso: quelle parti non mi colpiranno, per cui lascio che diventino cristalli, poi rocce, poi massi.

    Stringo i denti, concentrandomi sulla manipolazione del mio costrutto.
    In quell'istante smetto anche di utilizzare le mie onde mentali per mantenermi in aria, iniziando a precipitare. In realtà, anche se di poco, mi aiuta ad allontanarmi dall'orium che mi crolla addosso.
    Nel breve tempo che ho a disposizione, prima del crollo, devio e lascio fluire l'orium ai miei lati, riducendolo in frammenti i più piccoli possibili dove mi colpirà. È tutto quello che riesco a fare, ma è abbastanza per ridurre l'impatto e limitare i danni. Nello stesso istante spengo il comando mentale rilasciato dai sussurri, così che l'orium non possa rivoltarsi contro di me.
    Poi la mia visione viene completamente oscurata. Vengo sommerso e spinto da una massa enorme di orium. Ciò che non sono riuscito a deviare colpisce la Kintaral, mentre le schegge più piccole riescono a conficcarsi negli spazi vuoti dell'armatura, tagliando e affondando nella carne. I frammenti più grandi, quando impattano sull'armatura, mi lasciano ematomi sulla pelle. Questo titano è riuscito a rivoltarmi contro il mio potere.
    Pagherà anche per questo. Avrò il suo sangue.

    TU
    COME OSI

    0qVuOPt


    QUESTO UMANO
    NON TI PERDONERÀ


    Il messaggio che gli invio telepaticamente è un grido rabbioso.
    Il fiume di orium continua a circondarmi, ma sfrutto tutto il mio potere per evitare danni ancora peggiori. Tutto il corpo mi lancia ondate di sofferenza, ora; ho molti tagli che, anche se non troppo profondi, sanguinano copiosamente. L'orium, quando colpisce le ferite già aperte, mi fa ringhiare di dolore - e di rabbia.
    Non posso continuare a precipitare. Sono circondato dall'orium, in caduta libera verso il titano. Posso ancora sfruttare la cosa per farlo soffrire. Per prima cosa mi teletrasporto a terra, a oltre cento metri dalla sua evocazione. Metto piede sulle lamiere e sui detriti che ho sollevato, e non perdo nemmeno un istante per valutare i danni ingenti che ho subito.
    Mi affido all'adrenalina e all'istinto di sopravvivenza. Il cosmo mi brucia nelle vene attraverso il sangue. Riprendo il controllo sul fiume d'orium, accelerando la sua caduta e facendolo convergere verso un punto preciso: il titano. Assottiglio il flusso, mescolando insieme le schegge, le pietre e i massi, creando una corrente larga pochi metri ma estremamente lunga.
    La faccio cadere, a gran velocità, verso di lui.

    Per poi, a metà della sua corsa, cercare di ingannarlo.
    Concentro il mio potere sul fiume d'orium, a un centinaio di metri dal titano, e in un solo istante lo faccio scomparire. Tutto il flusso ricompare, immutato, ma traslato nello spazio, sul suo lato sinistro, a meno di dieci metri da lui. È orientato verso quella nuova direzione, ora, e senza attendere ricomincio a muoverlo, di nuovo a una velocità incredibile, contro di lui.
    Ha osato rivoltarmi contro il mio orium. Ora vedrà il mio massimo controllo su di esso. Cercherò di travolgerlo con un fiume di schegge appuntite, di detriti, ma anche di rocce e massi contundenti. Il mio attacco è abbastanza grande da investire tutto il suo corpo, facendolo finire in mezzo a una massa inesauribile di orium. La quantità di materia è la stessa che formava il cubo, ora impiegata solo in modo differente.
    Voglio colpirlo, tagliarlo, scarnificarlo. E, ancora una volta, i sussurri del mio minerale proveranno a distorcere la sua mente, sovraccaricandola nel momento del contatto.
    Sono ferito, sanguino, e non posso più portare nessun attacco in corpo a corpo. Nonostante questo, il mio corpo può continuare. Io posso continuare.
    Non è solo vuota vendetta. Non è solo desiderio di morte. Farlo soffrire è il mio dovere nei confronti del Daleth.
    Non mi fermerò.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Contusione e ustione estesa e dolorosa su tutto l'addome. Ematomi, lividi e tagli diffusi e piuttosto gravi su tutto il corpo, con vertebre incrinate e braccia fratturate in più punti, ormai inservibili. Stanchezza cosmica.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Yianni per difendersi riprende il controllo del suo orium, disgregando il cubo in tantissime parti, per disperdere il potere d'impatto e per farlo fluire ai suoi lati. Ovviamente buona parte lo prende, tagliando, impattando e facendo male (difesa). Alla fine si leva da lì con teleport, riapparendo a terra perché è stanco per volare.
    In un unico movimento fluido il fiume d'orium ricomincia a cadere verso di te; dovresti essere ancora in aria a meno di duecento metri dall'attacco. A metà strada però Yianni teletrasporta tutto l'orium sul tuo lato sinistro e gli fa riprendere il movimento (azione di supporto), per travolgerti con tutti questi pezzi - grandi dalla scheggia al masso - che tagliano, scarnificano, impattano (af). L'orium fa di nuovo anche danno mentale (ad).
     
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    Non sembra capire neanche lontanamente la tua dichiarazione, tanto perso è nella sua furia indotta. Si concentra contro la pioggia di orium che sta per piombargli contro, quasi pare come se voglia semplicemente volarci attraverso per giungere a te; ma poi, prima che possa mettere in atto i suoi folli propositi, qualcosa cambia in lui. E' un istante, un attimo fugace in cui l'influenza che lo aveva portato oltre i confini della pazzia lo abbandona, e tutto il dolore scartato in precedenza piomba sui suoi sensi come un macigno, aggiungendo anche il prezzo della "benedizione" del cristallo corvino.
    Immagini stia urlando di dolore, mentre il tuo attacco lo raggiunge si sta contorcendo e graffiando l'elmo con le lame con l'aria di qualcuno che vorrebbe staccarsi la testa piuttosto che continuare a soffrire. L'ondata di Orium lo investe in pieno, cogliendo il momento per dilaniarlo ulteriormente, e vedi alcuni frammenti macchiarsi di blu in quel vortice di puro dolore.
    Il Titano ne viene completamente sommerso, prima di inabissarsi apparentemente privo di controllo nel tuo attacco.

    Un nuovo portale si apre, facendo cadere prima qualche piccola scheggia di Orium e poi liberando il Titano a una quindicina di metri davanti a te. Qualcosa non va come dovrebbe, la sua postura, per quanto stanca e provata, non è quella di qualcuno che ha subito gli ingenti danni mentali che ti aspetteresti; è piegato e sta ansimando dalla fatica, esalando fumo nerastro dall'elmo, dagli interstizi dell'armatura colano linee di liquido blu e il dolore subito tutto d'un colpo lo sta letteralmente facendo tremare di agonia. Ma quando la sua voce raggiunge la tua mente, hai la certezza che si sia ripristinato in qualche modo a livello neurologico.
    °Questa era nuova.°

    La sua voce è inizialmente fredda, seppur stanca, ma il suo tono prende una nota sempre più alta e isterica; ridacchia nella tua mente, immensamente divertito da qualcosa, ma non è uno scherno come prima.
    E'... esaltato?
    °Puoi continuare. Ne voglio ancora.°

    olEnwwB

    °Dammi di più.°



    CITAZIONE
    Note: a questo turno finisce il berserk e mi prendo, in termini scientifici, una vrangata di danni mentali. Questo turno è impiegato a usare l'Ichor per guarire tutti miei danni mentali (Azione di Difesa + Attacco), poi mi sposto davanti a te e sto lì. Minacciosamente.
    Ovviamente non ho guarito danni fisici e subito in pieno il tuo attacco.
     
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    La mia ondata di orium si infrange contro di lui.
    Lo vedo anche a così tanti metri di distanza, percepisco il contatto tra il mio potere e il suo corpo, inerme sotto di esso. Perché non si difende? Perché non oppone resistenza, lasciandosi travolgere?
    Vorrei tenermi pronto a fuggire, perché sento che deve esserci un inganno. Però il mio corpo non risponde. Solo adesso che ho toccato terra capisco a fondo i danni sul mio fisico, nonostante la mia Kintaral sia intatta. Gli angoli della mia visione sono offuscati per la stanchezza e la perdita di sangue. Ho generato quantità estreme di orium, facendo ardere il mio cosmo così tanto da avvicinarmi al limite.
    Per questo, quando un portale si apre a poco più di una decina di metri da me, il mio istinto è quello di scattare all'indietro - ma le gambe sono pesanti, e io fatico a muovermi. È la prima volta che, in questa vita, raggiungo uno stato così critico.
    Il titano emerge dal portale, danneggiato e ferito quanto me, forse perfino peggio nel suo corpo. Si mantiene in piedi a fatica, e alza l'elmo verso di me. È allora che capisco. Lo faccio prima ancora che la sua voce raggiunga la sua mente.

    Qualcosa in lui è cambiato.
    Non ha più la posa ferina di una bestia pronta a uccidermi; il dolore non lo fermerebbe dal farlo. La furia in cui l'orium l'ha gettato deve essere finita, ma rimane in controllo, nonostante la sofferenza, dei suoi movimenti. Troppo, per un individuo che dovrebbe aver subito enormi danni sulla propria psiche.
    La sua mente, ormai, dovrebbe essere sconquassata come il suo corpo, lasciandolo inerte, privo della capacità di comunicare con me.
    E invece il titano ride. Il suo sangue, blu e non rosso come il mio, scorre dalle fessure della sua armatura, cola dall'elmo – e lui ride. Stringo i denti così tanto da farli stridere. Il bastardo deve essere riuscito a curare i danni che ho provocato alla sua psiche, o non avrebbe modo di continuare. Non mi esorterebbe a dargli tutto il mio odio.
    Forse ha dovuto sopportare un'eternità di vuoto, e queste sensazioni estreme lo divertono. Non è stato insultato dal perdere il controllo con l'orium, o almeno non lo sta dando a vedere. Siamo di nuovo l'uno di fronte all'altro, come se lo scontro fosse appena incominciato.

    Ma non è così. Siamo due bestie ferite, messe all'angolo.
    Può aver ristabilito la sua mente, ma non c'è modo, nemmeno per un dio, di rimettere a nuovo anche il suo fisico e di ignorare la stanchezza. Siamo in uno stallo, e un errore sarebbe fatale per entrambi. Vorrei portarmi una mano sull'addome, ma non riesco nemmeno a sollevare il braccio dal fianco.
    Ancora non comprendi, titano.❜ Lambisco la sua mente, nell'attimo sospeso in cui entrambi ci fronteggiamo. Quella che era una Qabbrat efficiente e solida, fino a pochi minuti fa, ora è solo polvere.
    Questo non è un gioco, e io non mi sto divertendo.❜ Oltre alle ovvie differenze, noi non siamo uguali in questa battaglia. Non posso dire di averlo capito, ma nemmeno mi importa farlo. Chi adora combattere mi è sempre stato incomprensibile. Nemmeno l'adrenalina mi ha mai trasformato in un mostro assetato di sangue; chi cerca appositamente il dolore, per me, è meno di una bestia.
    No, non siamo uguali. Io lotto per dovere, e combatto seguendo la Zayin Shokkai in modo rigoroso.

    Nonostante tutto, non ho mai perso il controllo.
    La sete di violenza non ha mai guidato la mia mano. Fino a questo momento. Oggi io infrangerò un limite - e commetterò un'eresia.
    Ti ho detto che avresti pagato.❜ La mia determinazione non è cambiata, anche se sono allo stremo. Ma questo non mi fermerà. Davanti a me, fluttuante, si forma una singola scheggia d'orium lunga dieci centimetri. È la lama più affilata che posso creare.
    Farò qualsiasi cosa.❜ Stringo il pugno, anche se farlo mi provoca altro dolore. Per continuare a combattere supererò un altro limite, perché non ho scelta contro un titano. Chiudo gli occhi. Il mio corpo è una gabbia, ma non gli permetterò di contenermi.
    La lama d'orium, in un movimento preciso, si conficca nella giuntura della Kintaral sopra la spalla. Taglia così a fondo da raggiungere l'osso.
    ouɐʇı̣ʇ ןı̣ ı̣pı̣ɔɔn
    Il dolore alla spalla mi fa urlare. I sussurri dell'orium invadono la mia testa. Mi lascio scivolare, e ogni cosa si offusca. Il dolore, a poco a poco, recede.


    {∞}
    QUESTO SPAZIO
    LASCIATO
    VUOTO
    °
    °
    °


    Yianni riapre gli occhi e li punta su Giapeto.
    L'elmo della Kintaral si sposta su di lui. Sotto di esso, ma il titano può solo intuirlo, la sua espressione è quella di un mostro. Yianni sente ancora il dolore, sente ancora la stanchezza, ma per brevi secondi è riuscito a ingannarsi, nascondendoli a sé stesso.
    Il Sith'ari ha un ordine. Se l'è impartito da solo, e non ha motivo di resistergli. I sussurri riempiono la sua testa, in una sensazione nuova, per lui. Ucciderà il titano.
    Il suo cosmo brucia di nuovo: il sangue incendia il suo corpo, ma lui non si ferma anche se fa male. I sussurri persistono, e alleviano la sofferenza abbastanza da permettergli di continuare.
    Il potere del Sith'ari si manifesta sotto forma di una grezza pressione psicocinetica. Cala dall'alto, mirando al corpo del titano, coinvolgendo anche l'aria e la terra attorno a lui. Prende di mira una decina di metri attorno al suo corpo, e punta a bloccarlo sul posto, facendogli provare lo stesso effetto di una gravità aumentata. Non provocherà ingenti danni: Yianni vuole solo distrarlo, ma anche limitare i suoi movimenti, costringendolo a lottare per rimanere in piedi.
    Non vuole che scappi. Non vuole che tutto il suo dolore sia stato invano. I suoi occhi sono puntati sulla sua preda.
    Non si fermerà fino alla fine - e oltre, se necessario.

    0qVuOPt


    Poi, in un solo istante, Yianni scompare.
    Ricompare sul lato destro di Giapeto, a poco più di due metri da lui. Riappare in aria, con la gamba già in avanti, e si spinge con uno scoppio di cosmo oscuro dietro di sé. Non riuscirebbe a farlo con la psicocinesi.
    Mentre si muove, sulla gamba inizia a formarsi un grezzo rivestimento di cristalli d'orium. Ricopre la parte anteriore, andando dal ginocchio al piede. Mira, con il suo calcio, alla testa del titano: in particolare proverà a colpire l'area della tempia. Tenterà di aumentare il potere d'impatto grazie all'orium, utilizzando la sua stessa gamba come se fosse un'arma contundente. Un colpo del genere potrebbe provocare grandi danni alla zona colpita, con anche ripercussioni sul collo e la possibilità di sbalzarlo lontano.
    Fare questo movimento gli manda altre fitte di dolore dalla schiena e dall'addome. Eppure, Yianni non si ferma. L'orium lo aiuta a sopportare, spingendolo a fare ciò che non avrebbe pensato possibile.
    Una parte di sé sa che, tra poco, il dolore sarà di nuovo insopportabile. Quella stessa parte sa anche che avvicinarsi così tanto al titano è rischioso. Ma i sussurri sono abbastanza potenti da sovrastare la sua coscienza.
    Anche se per un attimo, Yianni ha scelto di perdere sé stesso.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Corpo ~ Contusione e ustione estesa e dolorosa su tutto l'addome. Ematomi, lividi e tagli diffusi e piuttosto gravi su tutto il corpo, con vertebre incrinate e braccia fratturate in più punti, ormai inservibili. Grave stanchezza cosmica.
    Psiche ~ Debole danno mentale causato dall'influenza.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Oh well, qua siamo stanchi e feriti, ma anche pazzi furiosi. Yianni si trafigge da solo con l'orium per darsi l'ordine di attaccarti (non è berserk ma un comando diretto per darsi un boost alla volontà).
    Come tale non fa diversivi ma va bananas. Dirige un impulso psicocinetico grezzo verso il basso per schiacciarti sul posto e limitarti i movimenti (ad), a cui segue un teleport sul tuo lato destro per tirarti un calcio ricoperto d'orium in testa (af).
     
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    Il Titano ti osserva, e puoi cogliere decisa sorpresa negli spostamenti dell'elmo. Probabilmente ti dice qualcosa, ma sei comprensibilmente troppo perso per cogliere cose così complesse dal bersaglio della tua furia omicida.
    La pressione psicocinetica piomba su di lui come un macigno, se fosse stato nel pieno delle forze avrebbe potuto liberarsi con maggiore facilità ma nelle sue condizioni attuali anche questo colpo invisibile riesce a bloccarlo. Tuttavia, la creatura che ha richiamato e che ancora si trova sul campo di battaglia agisce nuovamente; affonda le mani in una serie di nuove fenditure e attorno al Titano si forma quello che sembra un bozzolo di braccia e mani, ma che in realtà è un movimento continuo portato da palmi aperti verso il basso che poi riappaiono verso l'alto e continuano questo ciclo da due portali interconnessi.

    Il tuo piede viene raggiunto da un palmo che lo devia verso il basso, spaccando parte dell'Orium che lo ricopre e riducendone la forza d'impatto, eppure con la forza della rabbia riesci a superarlo. Il calcio giunge alla spalla destra, colpendo con così tanta forza da scaraventare all'indietro il tuo bersaglio e rompere la difesa di mani che lo aveva ricoperto.
    Hai sentito qualcosa tremare e incrinarsi sotto la tua forza, ma lui accompagna il movimento affondando in un nuovo portale che lo conduce e fluttuare davanti alla sua creatura.

    E' palese la fatica che quest'atto gli costa, ma la sua Dunamis sorge di nuovo in maniera decisamente innaturale. Le sezioni della sua Soma si allungano, conficcandosi come tentacoli famelici nel corpo della sua stessa creatura; l'essere viene, nell'arco di un momento, disciolto tra atroci agonie e assorbito dal suo signore.
    La sua energia cosmica raggiunge un nuovo picco, che va oltre le limitazioni imposte dal suo stato.

    Le dimensioni collassano contro di te e in un'area di trenta metri, cercando di schiacciarti brutalmente a terra e bloccarti in previsione del suo vero attacco.
    Il Titano si lascia cadere in un portale ai suoi piedi, abbandonandosi alla gravità, e riaprendo un nuovo portale appena sopra di te, in diagonale.

    anCHp51

    [KHORA BLADE]

    Il Titano cade e atterra davanti a te, il suo braccio buono porta contemporaneamente con sé una lama dimensionale dal potere sconfinato, che viene sferrata in un singolo colpo dall'alto verso il basso che mira a tagliarti in un perfetto movimento verticale dal centro della testa in giù.

    Da questa lama si vedono le sfumature degli infiniti cieli della Realtà, il potere di aprire i mondi.


    CITAZIONE
    Note: easy peasy, mi difendo come posso dall'attacco con una pioggia di manate, poi mangio l'ecatonchiro per lanciare la mia prossima tecnica a costo zero.
    Questa mia prossima tecnica è una absolute a energia nera, che è una lama dimensionale poco carina (AF, Arma Infusa).
    Prima di farlo ti faccio piombare addosso la pressione di dimensiocinesi per schiacciarti a terra e bloccarti un po' (AD, Dimensioni), questo è energia viola.
     
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    Il titano viene sbalzato via per diversi metri dal mio colpo.
    Riprendo piena coscienza del mio essere, e mi ritrovo a subire in aria tutti gli impulsi accumulati dal mio corpo. Cado in ginocchio, gridando per il dolore. Riesco appena ad alzare lo sguardo, e vedo che il titano sta di nuovo mutando, rifiutandosi di rimanere a terra e resistendo meglio di quanto riesca a fare io.
    Si è avvicinato alla sua creatura, e la sua armatura sta tendendo verso di essa come se fossero fauci. Sputo sangue a terra mentre la mia visione si offusca e si tinge di rosso. Non può finire così.
    Il potere del titano sta riprendendo a fluire. Sta trovando il modo di andare avanti, nonostante io abbia combattuto fin dal primo momento per fermarlo. Si è rivelato una minaccia superiore alle aspettative. Non ero pronto a un nemico inumano del genere; nelle mie vite ho dovuto scontrarmi sempre e solo con miei simili.
    Le gambe mi tremano e quando cerco di darmi una spinta con le braccia ricevo altre fitte di dolore. Per poco non cado in avanti.

    No. Non striscerò davanti a un titano.
    Deduco che stia consumando la sua stessa creazione per riacquistare parte della propria energia. Tipico degli dei: sfruttano i loro schiavi fino alla consunzione, e quando non gli servono più li buttano via.
    Stringo il pugno. Non può finire così. Se non posso chiudere io la guerra, la allungherò fino all'ultimo. La renderò uno stillicidio, un dissanguamento in cui nessuno dei due potrà vincere.
    Noi alchimisti abbiamo scoperto i segreti del cosmo, affrancandoci dalle loro catene. Il nostro legame con il microcosmo dipende solo da noi stessi, non da altre divinità o dalle costellazioni. Ne abbiamo il controllo in ogni aspetto, e io sono un Sith'ari. Gli dimostrerò che non può schiacciarmi. Il cosmo ricomincia a scorrere nelle mie vene e questa volta la sensazione che provo è diversa.
    Il mio stesso corpo diventa più adatto a sopportare il dolore, permettendomi ancora una volta di continuare a combattere. Le mie ferite sono troppo ingenti per ignorarle, ma almeno ne ottengo un momentaneo sollievo. La testa si schiarisce e riesco di nuovo a concentrarmi.

    Sono di nuovo in piedi, ora.
    Il titano ha consumato la sua evocazione e il suo cosmo arriva a lambirmi. Una pressione dimensionale mi schiaccia sul posto, e mi ritrovo di nuovo a lottare per non crollare a terra. Non è la prima volta che entrambi ricorriamo a uno stratagemma simile: non è abbastanza potente per danneggiare in modo grave, ma è sufficiente a limitare i movimenti, per bloccarmi sul posto. Questo, però, mi dice che il vero attacco deve ancora arrivare.
    Mi tengo pronto, liberando la mente da qualsiasi distrazione. L'aria trema poco sopra di me, ed è lì che emerge un nuovo portale e la figura del titano. Il suo cosmo è cresciuto ulteriormente, ora che ha divorato la sua creazione.
    Non posso lasciarmi colpire. La mia consapevolezza spaziale è limitata dalla stanchezza, e ho solo un istante per spostarmi dal suo colossale taglio dimensionale. La mia figura scompare prima che la lama possa toccarmi, e ricompare poco distante sul lato.
    Il potere del titano si riversa sulla mia Kintaral. Incrina lo spallaccio, sollevando scintille e frammenti dell'armatura. Scivola di pochi centimetri e trova la giuntura. Taglia la mia carne come se fosse carta.


    {∞}
    SCENA
    CRUENTA
    MANCANTE
    °
    °
    °


    Io e il titano siamo uno davanti all'altro, ora.
    La resistenza maggiore del mio corpo mi impedisce di svenire, ma è solo questione di secondi. La sabbia nella mia clessidra sta finendo. Il titano mi ha tagliato di netto il braccio, che ora giace inerte ai miei piedi. Dalle arterie continua a spruzzare sangue.
    La lama poi ha proseguito la sua corsa, incrinando la Kintaral sul fianco e sulla gamba, lasciando abrasioni e contusioni.
    Nonmorirònonmorirònonmorirò.
    Il dissanguamento sta offuscando i miei sensi e anche il dolore. Davanti a me la sagoma del titano è solo una macchia nera. Sto morendo... di nuovo. È la stessa sensazione di vuoto e di calma dell'ultima volta, ma non posso lasciarmi andare.

    0qVuOPt


    No, non così. Ma per salvarmi devo riuscire a fermarlo.
    Il mio cosmo oscuro divampa ancora una volta, sottoponendo il mio corpo a una pressione considerevole. La perdita di sangue e la stanchezza mi impediscono di raggiungere il mio pieno potere, ma dovrà bastare.
    L'orium ricomincia a fluire, comparendo a mezz'aria tutto attorno al titano. Si genera sopra di lui, ai suoi lati, dietro e tra noi due. Persino sotto ai suoi piedi, riducendo in polvere il cemento smosso dalla nostra battaglia. Si compatta precisamente nell'area del suo corpo, anche se la quantità che sto richiamando è ingente. Inizia come polvere, che però presto si riunisce a formare scaglie, lastre, e poi un'intero cubo che possa rinchiudere ogni suo centimetro.
    È una tecnica che ho visto eseguire da Liriya, in vita. Sfrutta la durezza estrema dell'orium e l'influenza dei suoi sussurri per contenere e confinare una minaccia.
    È una tecnica di sigillo imperfetta, a cui ricorro per guadagnare tempo - so bene che non intrappolerà il titano per sempre. Ma, così, questa battaglia non avrà vincitori né vinti. Invece di fermarmi o inseguirmi, lo terrò occupato in questa prigione.


    — sealing technique —
    Halak'hah Krataa


    L'orium tenterà di avvolgere ogni centimetro del suo corpo, costringendolo all'interno di una morsa sempre più compatta e resistente.
    Alla fine, così spero, sarà intrappolato in un cubo che limiterà i suoi movimenti, schiacciando e comprimendo anche la carne e le ossa. L'orium, al primo contatto col suo corpo, diffonderà anche un singolo comando mentale, per permettere alla prigione di formarsi completamente attorno a lui.
    ǝɹɐןoddɐɹʇuı̣ ı̣ʇɐı̣ɔsɐן
    L'influenza psichica proverà a manipolarlo nel lasciarsi bloccare. Ora ho capito che non posso ancora ucciderlo; ma posso rallentarlo. So che ritroverà le energie e riuscirà a uscirne, anche se gli ci vorranno minuti, ore, giorni o settimane.
    È tutto quello che posso fare. Non ho abbastanza potere per concludere la mia opera, ma posso impedirgli di prendere la mia vita. La mia coscienza inizia a sfumare, così come la mia percezione del mondo circostante.
    Sei diventato il mio Ishla, titano. Ci... rivedremo...❜ Riesco appena a mandargli questo messaggio, poi crollo sotto il peso del mio stesso corpo e della Kintaral.
    Il mondo diventa nero. I sistemi di sicurezza del Daleth, allertati dalla distruzione della Qabbrat, si attivano, strappando con violenza il mio corpo da quella base ora in frantumi.
    Mi risveglio sull'Isola, con i guaritori attorno al mio letto.

    0qVuOPt

    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ KO.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Vigore oscuro (resistenza straordinaria) per durare un ultimo turno. Per difendersi riesce appena a teletrasportarsi di lato, e la absolute gli porta via un braccio e danneggia parte del fianco e gamba (difesa). Come ultimo attacco crea orium attorno al titano per compattarlo e stringerlo attorno a lui, per stritolarlo in una prigione-cubo incredibilmente compressa (af). L'orium, se colpisce, manda l'influenza di rimanere lì imprigionato (ad). Ormai però l'attacco non si avvicina minimamente al potere medio di una viola. Immagine esplicativa per le risate.
    Dopodiché Yianni collassa e viene riportato sull'Isola da uno strumentopolo alchemico - concordato con Luke. Grazie mille del fight test!


    Edited by Wild Youth - 30/4/2024, 21:22
     
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    Titani e Giganti
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    °Mi... lusinghi.°
    La fatica ormai critica che lo attanaglia si trascina anche nella sua voce mentale mentre l'Orium lo avvolge, a fatica tenuto a bada dai suoi poteri spaziali, eppure il minerale si avvicina e lo avviluppa nel suo oscuro abbraccio. L'elmo è rivolto verso di te, e, poco prima che la tua ultima misura di sicurezza ti porti via, mentre ancora riesci a vederne il corpo, hai quasi l'impressione che una placca si muova sul suo occhio.
    Ti sta facendo un occhiolino?

    °Ma purtroppo... sono un uomo... sposato.°
    La prigione si chiude, e tu ritorni nella sicurezza dell'Isola, dove le tue ferite saranno lenite. Sei assolutamente sicuro che anche il tuo nemico sia riuscito a fuggire, e che avrai un'altra occasione per reclamare la tua giusta vendetta.

    Sull'Isola scoprirai esattamente per cosa veniva usato quell'avamposto, e di capire che questo attacco difficilmente era un vezzo casuale. Erano stati recuperati di recente degli strani campioni di esemplari corrotti, particolarmente antropomorfi rispetto alla forma osservata in altri soggetti; poteva essere una semplice manifestazione della corruzione, un nuovo modo in cui sta formando i suoi soldati, oppure un qualcosa di più.
    Forse dopo l'Armageddon la vita aveva iniziato a reagire in maniera inaspettata alla piaga, forse anche combattendola, ma questa era una teoria incerta che avrebbe richiesto più studio.

    La distruzione totale scatenata nella base ha reso impossibile determinare se il titano ha semplicemente distrutto i campioni o li ha prelevati, impossibile è anche determinare quali possano essere le sue intenzioni e piani al riguardo.


    One Amongst the Wary
    Fine



    CITAZIONE
    Note: grazie a te per queste botte inusitate! Chiudo e porto in giudizio.
     
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14 replies since 6/4/2024, 11:27   928 views
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