Drums in the Deep

Cambio: Kriøs per Sacerdote Runico di Wunjo

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    Le antiche Vie naniche percorrono gran parte del sottosuolo di Midgard, un tempo erano ampie strade tramite le quali i vari thaig potevano commerciare e trasmettere beni verso il mondo di superficie. Ora, con l'avvento della Corruzione e chissà cos'altro, l'unica cosa che resta è di tanto in tanto è qualche segnale sepolto da una frana, qualche pezzo di pietra lavorata caduto in frantumi, e desolante solitudine.
    Eppure tu, Bomburkonk, non stai viaggiando lì senza scopo. Sai che è un suicidio, sai che ora con non mai la Corruzione sta intensificando gli assalti sul tuo Thaig, che la situazione lì è critica, ma davanti a te c'è la possibilità di far uscire i Forgianatura da questo abisso di tenebre. Studiando antichi manoscritti tramandati da artigiani runici, che come ogni cosa nanica che si rispetti possono esser fatti risalire indietro per generazioni e generazioni fino ai tuoi antenati, ti sei imbattuto nell'antichissima leggenda dell'Incudine di Karadin. Non la prima volta che la senti, ogni forgiarune che si rispetti conosce la storia dei propri antenati, ma è la prima volta che hai trovato direzioni precise.

    Si narra che il Clan Angrund fosse popolato dai più abili artigiani e, tra essi, indiscutibilmente il più bravo era il grande Karadin. La storia narra che egli fosse stato allievo di JORDORMR in persona e che dal WYRM avesse appreso i più occulti segreti delle rune e sulla forgiatura di automi dal potere superiore; tale era la sua perizia che si pensava fossero vere e proprie entità viventi, non semplici costrutti.
    Tutto il suo sapere e scienza fu infuso nel suo Incudine, reso un artefatto dalle potenti rune in esso incise, capace di trasmutare qualunque materiale, anche il più scadente, in una lega animata leggera come gli orpelli elfici, ma potente come il più potente metallo dei nani. Una quisquilia per gli antichi maestri, la cui perizia supera di molto tutto ciò che può essere replicato in tempi moderni, ma in questo contesto un oggetto del genere sarebbe la salvezza del tuo Clan.

    Ciò che si sa del Clan Angrund è raggelante, così tanto da farti rizzare i peli della barba in genuino terrore, poiché vi sono due versioni tramandate: una è che, presi da cupidigia, avessero scavato troppo a fondo e risvegliato qualcosa che avrebbe dovuto restare dormiente, un'altra è che siano caduti preda dell'avarizia che si agita nel cuore di ogni nano. Sapete bene cosa succede quando un nano si perde totalmente al proprio desiderio di oro e gioielli, la storia del terribile Fefner è un monito per voi, ma le circostanze sono quelle che sono e richiedono scelte radicali.
    La roccia dà via a larghe strade lavorate nella pietra. Ti stai avvicinando alla tua destinazione, ma sei pronto per ciò che troverai?

    CITAZIONE
    Note: benvenuto nel tuo cambio! Dunque, come ho detto sei alla ricerca di un bell'artefatto del tuo popolo che potrebbe esservi d'aiuto; stai seguendo la strada verso il thaig perduto da un bel po' e ora pare di star arrivando a destinazione. Il viaggio è stato generalmente libero da Corrotti, visto che sono perlopiù concentrati altrove, sebbene sia stato comunque un viaggio lungo e pericoloso.
    In questo primo post puoi partire quando preferisci e chiudere poco prima di arrivare a destinazione, presenta pure il tuo pg e come si sta approcciando alla questione. Dilungati quanto vuoi.
    A tua scelta puoi essere da solo o esserti portato un party di avventurieri (preferibilmente nani) in questa impresa suicida. Se non sei solo puoi liberamente presentarli e interagire con loro. Tu sei a energia blu e hai una versione prototipica dei tuoi automi, ma non l'oro. (comprensibilmente le tue evocazioni sono fatti di metallo normale, non ancora dell'oro nanico)
    Se hai domande, sai dove trovarmi.


    Edited by Luke¬ - 3/5/2024, 19:32
     
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    E quindi hai capito?! Stamattina per poco non rimanevo sotto una frana… Fortuna che sono riuscito a saltare indietro in tempo, sennò a quest’ora ero una sottiletta! E grazie ancora per aver riaperto la strada dopo il crollo.
    Ecco, sei come nuovo! Ora riposiamoci un attimo, così potremo riprendere il viaggio nel pieno delle forze, mica sono come voi io, non ho nessuno che mi rimette in sesto costantemente, devo mangiare!


    Posò a terra gli attrezzi per le riparazioni e accarezzò il metallo che componeva il grosso automa simile a un orso prima di assestargli qualche sonora pacca. Andò poi ad accomodarsi seduto poco oltre, in modo da poter rovistare tranquillamente nello zaino e aprire l'ultima scatoletta di fagioli rimastagli, iniziando a mangiarne un terzo.

    Autonomia rimasta: poco più di un altro giorno.
    Mi auguro che il prossimo sia quello buono o diventerà parecchio tosta, non voglio morire qua sotto con l'angoscia di aver solo levato cibo agli altri senza motivo
    - si preoccupò mentre masticava il primo boccone.

    Aveva lasciato il Thaig per avventurarsi tra le Vie da ormai quasi una settimana, prevedendo che il clan non avrebbe retto ancora a lungo all'isolamento combinato con le incursioni della Corruzione, ormai sempre più frequenti e violente. Il suo scopo era riuscire a liberare una strada in modo da poter raggiungere un altro Thaig oppure un'uscita meno pericolosa verso altri insediamenti, così da condividere mezzi e sforzi necessari alla sopravvivenza di tutti.
    Ciò che non aveva detto a nessun altro dei Forgianatura, però, era che non si trattava dell'unica ragione per cui era partito: durante le ricerche che svolgeva nei pochi momenti liberi per scovare una soluzione alle condizioni critiche in cui si trovavano, era incappato in informazioni apparentemente concrete riguardo l'Incudine di Karadin, ancora custodita dagli Angrund.
    Si trattava dello strumento di forgiatura del leggendario Karadin, la cui maestria ineguagliabile dovuta alla sua formazione con JORDORMR in persona era stata infusa proprio nell'Incudine stessa grazie alle rune: se fosse riuscito ad impadronirsene, pur ammettendo di non trovare collegamenti col resto della civiltà, le possibilità di salvare il clan sarebbero decisamente aumentate.

    C'erano solo dei trascurabilissimi problemi che si avrebbe dovuto affrontare: primo, avrebbe dovuto raggiungere il Thaig perduto degli Angrund, e secondo, avere a che fare con loro.
    Ricordava perfettamente di essere rabbrividito dalla punta dei capelli alla fine delle unghie dei piedi soltanto all'idea, date le dicerie su quel clan. Le più diffuse riguardavano da un lato il loro scavare Vie sempre più in profondità tanto da riportare alla luce qualcosa che NON AVREBBE DOVUTO vederla mai più, la luce, e dall'altro invece l'abbandono alla proverbiale cupidigia nanica, le cui conseguenze erano ben note a tutta la razza grazie alle vicende di Fefner e della sua follia, fermata soltanto dall’intervento dei primi custodi divini e dei loro discendenti a seguito della sua trasformazione in un mostruoso drago bicefalo.

    Prima di partire aveva ragionato a lungo sulla decisione: se da un lato riteneva assolutamente inevitabile assumersi una responsabilità del genere in solitaria per il bene del clan, dall’altro era ben cosciente del fatto che avrebbe dovuto essere preparato non soltanto a lunghi e difficili scavi, ma a qualsiasi imprevisto possibile e immaginabile. Poteva accadere di tutto lì sotto, da crolli strutturali e vicoli ciechi che l’avrebbero portato a morire schiacciato o di stenti, a creature inaspettate o qualsiasi altra diavoleria che non avrebbe neanche potuto paventare, fino ad arrivare al successo temporaneo reso vano da chissà quale situazione totalmente fuori controllo se avesse trovato davvero il Thaig degli Angrund.
    Ogni volta che riesaminava la questione, tuttavia, la sua lista mentale dei pro e dei contro finiva puntualmente a brandellj a seguito di un genuinamente semplice ragionamento:

    Sono pronto? ..no?! Sono certo di riuscire? Ma quando mai!
    Ma lo farò comunque? Oh certo che lo si! Non esiste che Bomburkonk Forgianatura lasci crepare tutto il suo clan senza neanche provare, dovessi anche marcire lungo le Vie!


    … e ogni dubbio, ogni paura, si scioglievano come i metalli nella forgia.
    Aveva dunque avvisato soltanto Getha, sua sorella, e i suoi due apprendisti alla forgia, Londor e Dakk, che avrebbero dovuto dividersi in sua assenza i compiti di cui si occupava lui, vigilando inoltre sull’intero clan, poi si era avventurato per le Vie durante la notte, con soltanto la compagnia ed il supporto dei suoi automi metallici.

    Grazie all’Orso aveva scavato più in fretta del previsto anche se non tanto da convincersi che sarebbe arrivato tranquillamente ad uno dei traguardi possibili: doveva sfruttare la sua forza con cautela e intelligenza a causa dell’imprevedibilità della tenuta strutturale in conseguenza a impatti violenti. Le giornate si erano dunque susseguite tutte più o meno allo stesso modo: scava, metti in sicurezza la strada liberata, ripara Kosón - l’Orso - e riprendi le forze. Gli unici momenti in cui aveva ricordava di avere una specie di socialità erano quando chiacchierava con le sue creazioni esponendo i suoi resoconti sulla giornata o le notti, durante le quali sognava ogni singola volta la stessa scena: il momento in cui aveva salutato Getha.

    Bomb!! Per Odino, JORDORMR e tutto il Niðavellir, come puoi PENSARE che questa è una buona idea?! Vuoi mollarmi così? Stai prendendo la birra al volo per scolartela di gusto, eh? Vuoi morire da solo senza la scema aggrappata alle trecce?! Qui ci SERVI, imbecille! SERVI a tutti, e soprattutto ho bisogno di te, io, testa tosta…

    Getha era ferita e preoccupata. Era partita all’attacco per tentare di dissuaderlo dal suo intento, intaccando effettivamente per un attimo la sua risolutezza grazie a quella strampalata dichiarazione d’amore.

    MA DICO IO SEI SCEMA?!? Ma come le spari fuori queste stupidaggini, spiega un po’? Ma quale birra e birra, magari ad averne di birra, anzi! Qui non ci resta neanche più da campare Get, se non provo questa cosa moriremo TUTTI QUANTI! Fa’ la brava, fa’ lavorare quella testolina bella, lo so che è un grande rischio, ma è l’unico modo - se ci riesco - per salvarci la vita! Vado da solo perchè NON CI RIMANE NESSUNO IN CONDIZIONI. Che poi è anche il motivo per cui vado e basta, se gli altri non fossero messi male potremmo continuare a cavarcela come viene uscendo a fare qualche scorta e tirando la cinghia. Vuoi per una volta avere fede in tuo fratello? Cerco in tutti i modi di tornare, promesso. Non ho nessuna voglia di non conoscere i miei nipotini. Sai che festona se dovessi portare a casa un buon risultato?!

    Rise.

    E rideva anche ogni volta che si svegliava, prima di trovarsi puntualmente a pensare tutt’altro.

    E se invece ci rimango, promettimi che la tiri su comunque una bella festa per ricordarti di me, eh?

    E così quasi ad ogni dormita da quando era partito.
    Al risveglio era di buon umore, poi quest’ultimo si tingeva di amarezza, e infine si diceva che doveva mettersi all’opera, altrimenti la festa al Thaig sarebbe stata quella senza di lui.
    Perciò si alzava, controllava Kosón, si rimetteva lo zaino in spalla e ricominciava a sgobbare finché le forze lo sostenevano, momento esatto in cui ripartiva il ciclo.

    Tornando al momento contingente, giá da diverse ore aveva avvertito qualche lievissimo spiffero tra la roccia, motivo per cui aveva azzardato e ordinato all’Orso meccanico di proseguire oltre, causando così la (fortunatamente contenuta) frana di cui gli raccontava prima di mettersi a mangiare.

    Finì la porzione che aveva deciso di assumere, lasciando il resto dov’era e richiudendo il barattolo per riporlo nello zaino, poi si rimise in piedi e tiró un colpetto sulla zampa metallica del compagno.

    Sai Kosón, credo che stiamo per arrivare da qualche parte. Speriamo di trovarci davanti almeno un clan accogliente, se non proprio Angrund! Sento un soffiettino d’aria piccolo piccolo, se riusciamo a sfondare e assicurare il passaggio ancora un po’, magari arriviamo a qualche risultato. Che ne dici, andiamo?

    L’orso si alzò in risposta, muovendo scattosamente la testa e prendendo allora la rincorsa per andare a schiantarsi contro l’ammasso di rocce che sbarrava loro la strada.
    Chissà cosa avrebbero trovato più avanti, qualcosa di confortante o ancora brutte notizie?

    narrato parlato pensato

    fisico Stanchino, ma tutto sommato in buone condizioni
    mente Run, Bomby run!
    stato cloth
    riassunto azioni Piacere sono Bomb e sono un gran soggetto con la testa dura che si lancia in missioni suicide e nel mentre parla con le sue creazioni!



    Edited by Kriøs - 22/3/2024, 17:39
     
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    La bellezza di Thaig Angrund è stata cantata nelle leggende che ti sono state tramandate, le canzoni che con altri nani vi scambiavate in miniera o nelle fucine inneggiavano alle sua ricchezza favolosa e inarrivabile per altri Thaig. Si parlava di strade composte in puro Oro Nanico, il materiale magico più prezioso e alchemicamente nobile che possiate usare nelle vostre lavorazioni, le cui tecniche di creazione vengono fatte risalire al vostro ancestrale maestro, il nobile JORDORMR.
    Si narrava di gioielli composti dalle gemme più preziose, tesori di tanta bellezza che perfino gli elfi di Ulthuan desidererebbero possedere, che anche la persona più povera nel Clan fosse ricca come il più facoltoso signore dei Nani. Guardando dove sei sbucato non alcun dubbio di aver trovato la tua destinazione.
    La bellezza dell'architettura nanica non è un qualcosa di comprensibile per chi non è versato nelle vostre vie, non un qualcosa che mira a compiacere il puro gusto estetico ma che ha come primo scopo l'efficienza; l'ammirazione che provi per la bellezza delle vie dorate, incrostate di pietre preziose e altri orpelli, è quella che un generale proverebbe nel vedere una fortezza perfettamente armata e inespugnabile.
    Guardandoti intorno per queste vie senti la viva tentazione di prendere qualche gemma un che non è ben innestata nelle strutture. Dopotutto, a chi importerebbe? Non sembra esserci nessuno qui.

    La cosa che per te è confortevole è quanto voi nani siate prevedibili nelle vostre strutture, dopotutto se qualcosa va bene per gli antenati va più che bene per voi e ci sono stati pochissimi cambiamenti negli stili architettonici e ingegneristici nel corso degli infiniti millenni. Puoi intuire più o meno dove sei dalla conformazione degli edifici, dal fatto che siano raggruppati in strutture regolari attorno ad ampie piazze concentriche, dai vicoli piccoli e regolari, che queste fossero i cerchi popolari del Thaig. Dubiti che l'Incudine sia qui, molto probabilmente lo troverai nel cerchio centrale, dove dovrebbe esservi il palazzo reale.

    Eppure c'è qualcosa di strano.
    Il silenzio del Thaig è assordante, solo l'eco dei tuoi passi e del tuo respiro, lo scricchiolare delle giunture dei tuoi automi, annuncia i tuoi movimenti. Tutto quell'oro, senza nessuno a goderne della bellezza, sembra quasi una vuota vanteria. Non c'è nessuno qui, persino affacciandoti nelle case non trovi letteralmente nulla, neanche scheletri o resti di qualsiasi tipo, come se tutti fossero semplicemente spariti nel nulla.

    Un altro... un altro...
    Una voce risuona alle tue spalle, ma quando ti giri vedi solo un rapido frusciare di luce biancastra svanire in un vicolo.Shhhh! Sei troppo rumoroso.
    Questo ammonimento viene da una voce anziana, femminile, piena di preoccupazione e angoscia.
    Ti troverà!
    Dice un'altra voce, maschile stavolta, seguita da un qualcosa che si muove rapidissimo alla tua destra. Poi lo senti.

    Un tremore, e uno strano ronzio, qualcosa di lontano che schiocca e inizia a muoversi con rombi di tuono, passi così potenti da far vibrare le abitazioni e liberare un sottile strato di polvere dorata. Le voci attorno a te scoppiano in urla disperate, disperdendosi in ogni direzione completamente in preda al panico.
    Rimani solo tu, e i passi di qualcosa che si sta facendo sempre più vicino.


    CITAZIONE
    Note: beh? Resti o scappi? E se scappi, dove cerchi di andare?
     
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    post ii

    Sotto terra è celato un villaggio dorato
    Angrund si chiama, è un posto incantato
    Con mani forti quel Thaig è scolpito,
    un grosso tesoro dal valore infinito.



    Alla vista della meraviglia che gli si stagliò davanti agli occhi una volta dissipato il polverone causato dalla demolizione, immediatamente si materializzò nella mente di Bomburkonk l'incipit della canzone che strillava sguaiatamente con gli altri nani durante le spedizioni nelle Vie.
    Tutti quanti erano soliti deriderla per l'esagerazione, chiedendosi chi potesse essere stato tanto matto da inventare parole tanto lusinghiere per un posto leggendario e, a quanto ne sapessero, mai effettivamente trovato in tempi moderni tra i meandri delle vie.

    Quello che gli si definiva sempre meglio alla vista man mano che avanzava lentamente però gli rivelava solo quanto fosse stato stupido e quanto quella che riteneva una composizione da strillare con fare canzonatorio per alleggerire mentalmente il lavoro manuale fosse in realtà una descrizione totalmente accurata per il Thaig Angrund.
    Mentre si guardava attorno rimanendo stregato dalla magnificenza e robustezza delle strutture, buttando ogni tanto un occhio agli automi che lo seguivano poco indietro, si sorprese a mormorare il resto della canzone, incredibilmente adattabile alle sue considerazioni attuali.

    Oro e gemme che brillano al buio,
    eccolo è Angrund, lo è di sicuro.
    Le strade maestre, le case dorate,
    Guardale, ammirale, tutte belle squadrate!



    E' incredibile! Guarda che meraviglia! Dev'essere proprio vero che i fabbri e i costruttori Angrund hanno imparato dal sommo JORDORMR all'epoca: queste costruzioni sono capolavori di efficienza e robustezza, e restano oltretutto bellissime. Quanto vorrei riuscire a imparare a fare lo stesso...

    Sospirò.
    Tralasciando il fatto che sarebbe stato difficile per lui raggiungere un livello simile senza una guida, gli era praticamente impossibile a causa della situazione disperata dei Forgianatura. La sua priorità era e sarebbe rimasta salvare casa sua con i suoi affetti, la sua istruzione per progredire personalmente sarebbe rimasta parcheggiata per tutto il tempo necessario ad assicurarsi la sopravvivenza del Thaig.
    Questo però non gli impediva di fare un giretto per vedere se riusciva a carpire qualche idea da provare a riprodurre quando sarebbe stato pronto a concentrarsi sulla forgiatura, d'altronde la zona sembrava tranquilla e priva di qualsivoglia rumore oltre quelli prodotti da lui e dagli automi.

    Forse anche TROPPO silenzio. E' quasi spettrale, per tutte le Valchirie!

    Il pensiero era lecito: abituato com'era all'urgenza e al perenne trambusto nel suo, l'atmosfera di Thaig Angrund era per lui completamente surreale e iniziava a mandarlo in soggezione.
    Kosòn si avvicinò e abbassò il collo per dargli una musata sul fianco, spezzando il momento di riflessione che stava per sfociare in smarrimento, riportando il nano alla piena attenzione.
    Accarezzò dunque il metallico compagno di viaggio dietro la testa per ringraziarlo e tranquillizzarlo, poi ricominciò il suo veloce tour per studiare l'ambiente.
    Si trattava di un villaggio dall'organizzazione magistrale persino a livello urbanistico: lo schema di strade, vicoli e snodi era ordinatissimo e si dipanava da un cerchio centrale in maniera perfettamente concentrica. Proprio come il proseguimento della vecchia canzone, che di nuovo si trovò a canticchiere, stavolta a voce leggermente più alta:

    Gli edifici maestosi, le mura intagliate
    Chissà che picconi per renderle tali!
    Eppure l’han fatto, e giù birra a secchiate
    Brindiamo al primato dei grandi avi nani!



    La sua esplorazione fu interrotta bruscamente dalla visione di una quantità di sfavilllanti gemme ammonticchiate all'angolo di una casa.
    Si avvicinò per esaminarle più da vicino, poi si affacciò all'interno dell'abitazione per curiosare e trovare eventuali segni di presenza, almeno lì.

    Niente.. Ma dove sono spariti tutti? Sembra che qui non ci sia nessuno, ma proprio DA TANTO!
    Non capisco.


    Uscì e tornò ad esaminare le gemme. Erano così belle, così perfette, così... attraenti.
    Se non c'era nessuno e sembrava non ci fosse neanche passato da tempo incalcolabile, nessuno si sarebbe accorto se ne spariva una, no?

    ...o magari facciamo un paio, no? Tanto che cambia?

    Allungò una mano e arraffò un paio di pietre preziose, portandosele subito al volto per divertirsi a guardarci dentro e annusarle, pericolosamente incline ad indulgere alla proverbiale avarizia nanica.
    Rimase qualche secondo così, in adorazione delle gemme, poi radunò tutte le sue forze per allontanarle dal viso e infilarle in tasca.

    Piano, campione. Ricorda che fine hanno fatto gli abitanti di questo posto proprio per questo scherzetto, eh?! sussurrò a se stesso, riprendendo a camminare controvoglia lontano dalla tentazione e tornando verso i suoi amici metallici rimasti poco distanti.

    Andiamo, ragazzi, se siamo qui, non siamo poi troppo lontani dall'Incudine, mica può essere che qualcosa è vero e qualcosa no, non siete d'accordo? Se questo posto esiste, deve esistere anche quella. Proviamo a cercarla? Dividiamoci, dai. Chi la trova per primo faccia rumore!

    E corsero, il nano e le sue creazioni, ciascuno in una direzione, decisi a stanare il leggendario artefatto.
    Bomburkonk stava andando verso il centro e lo stava facendo animato da una dirompente eccitazione e mentre concludeva la canzone, finalmente a piena voce.

    Giù in profondo quell’arte si cela,
    Angrund è prova che la magia è proprio vera.
    Cerchiamolo tutti questo regno nascosto,
    il villaggio dorato, il tesoro più tosto.



    Aveva trovato il Thaig della Leggenda e stava cercando di rinvenire un Artefatto che gli avrebbe permesso di creare armi e protezioni mirabolanti. A casa sarebbero stati tutti salvi, ce la stava per fare!

    Una voce alle sue spalle.
    Si voltò di scatto mentre proseguiva, scorgendo soltanto un bagliore indistinto che sfrecciava dietro le abitazioni.
    Una voce femminile presumibilmente anziana risuonò di nuovo nell'area, ammonendolo per il troppo rumore che stava facendo, poi un'altra, stavolta maschile, gli disse che l'avrebbe trovato, accompagnata da un'altra figura che sfrecciava di fianco a lui, troppo veloce per essere distinta.

    Ma che?! Non c'era anima viva. Da dove arrivano ora questi? E chi mi troverà?
    Noooo dai, non è possibile, avevo quasi finito quello per cui ero partito, perchè proprio adesso?!?!


    Sbuffò mentre si fermava e iniziava a guardarsi intorno completamente concentrato nel cercare di scorgere qualche movimento e capire da dove arrivassero le voci, ma fu interrotto quasi immediatamente da un ronzio sempre più penetrante.
    La terra sembrò tremare, prima leggermente, poi sempre con crescente intensità.
    Uno schiocco improvviso e poi una serie di boati cadenzati che continuavano a scuotere il terreno, facendo tremare persino le perfette costruzioni abitative e scuotendo via una considerevole quantità di pulviscolo d'oro dalle mura esterne degli edifici.

    Le voci si palesarono di nuovo, stavolta però era come se il Thaig fosse improvvisamente ripopolato e gli abitanti si stessero disperdendo tutti in preda al panico, urlando e disperandosi in preda al terrore.

    E io che ho pure pensato che fosse Kosòn che faceva rumore, ma questo è MOOOOLTO peggio.
    Che sta succedendo?! Sono nei guai fino al collo, eh? Beh... Non mi lascerò di certo ammazzare a pochi metri da quello che stavo cercando, no? Non esiste proprio!!


    Riprese a correre.
    Continuò la sua corsa nella stessa direzione che stava seguendo prima, cercando di allontanarsi dal frastuono e sperando di incontrare almeno uno dei suoi amici. Separati avrebbero avuto il vantaggio di poter accerchiare la minaccia, ma a giudicare dal casino che faceva sicuramente non sarebbe stato sufficiente. Doveva trovare un riparo, uno che bastasse almeno per capire cosa si stesse avvicinando prima di essere scoperto a sua volta.

    Magari se riesco a entrare nel Palazzo mi avvicino all'Incudine. E se poi trovo anche il trono del Capo, chissà che il grosso giocattolone non prenda ordini?!? Ma sì, proviamo.

    Il grande piano era stato stabilito, Restava solo da capire: sarebbe riuscito ad entrare nel Palazzo Centrale e sedersi sul trono prima di essere scovato?

    Sotto terra è celato un villaggio dorato
    Angrund si chiama, è un posto incantato
    Con mani forti quel Thaig è scolpito,
    un grosso tesoro dal valore infinito.

    Oro e gemme che brillano al buio,
    eccolo è Angrund, lo è di sicuro.
    Le strade maestre, le case dorate,
    Guardale, ammirale, tutte belle squadrate!

    Gli edifici maestosi, le mura intagliate
    Chissà che picconi per renderle tali!
    Eppure l’han fatto, e giù birra a secchiate
    Brindiamo al primato dei grandi avi nani!

    Giù in profondo quell’arte si cela,
    Angrund è prova che la magia è proprio vera.
    Cerchiamolo tutti questo regno nascosto,
    il villaggio dorato, il tesoro più tosto.


    narrato parlato pensato

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    mente SI! Ce la sto facend-OHMACHE?!?!?
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    riassunto azioni Bomb il quasi bardo alla scoperta di Thaig Angrund. Fino a che non succede lo sfacelo, obviously. Prova a raggiungere il Trono, per poi dare ordine all'affare GROSSO di fermarsi una volta che sarà arrivato.

     
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    Come dicono gli antenati, la discrezione è la miglior parte del valore.
    Le terre del tuo Clan erano pericolose anche prima della Corruzione, Asgard tutta pullulava di mostri e svariati altri abomini, tu ricordi esattamente com'era il mondo prima di tutto quell'immenso macello; almeno, ricordi che la vita era decisamente meno pericolosa. Non sei nuovo al doverti nascondere da strani abomini desiderosi di strapparti la barba, con il tuo occhio al dettaglio riesci a nasconderti all'interno di una casa che pare sufficientemente sicura e riparata, il posto perfetto per preparare un'imboscata.
    Ti acquatti sotto una finestra e aspetti, ascoltando il rombo tonante farsi sempre più vicino; vedi soprammobili che tremano, gemme che traballano a terra e un sottile strato di polvere dorata che prende a scivolare via dal soffitto. Oltre il tuo riparo un urlo attira la tua attenzione, un grido disperato.
    Alzi lo sguardo, sollevandoti appena oltre la finestra, e capisci esattamente cosa sta succedendo: vedi una singola figura, un nano nell'aspetto ma tu riconosci essere uno spirito disincarnato, un anima morta che non è stata ancora presa dalle Valchirie per essere condotta o a Hel o nel Valhalla. Brandisce un maglio che agita furiosamente contro le fonti di quel rumore.

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    In tutta la tua carriera non hai MAI visto costrutti di tale bellezza e perfezione, se non nelle antiche cronache portate a esempio per le nuove generazioni di maestri runici. Composti interamente di Oro Nanico, ogni giuntura della loro forma è un capolavoro d'artigianato, nel modo in cui il materiale che li compone vibra a ogni movimento, alle piccole oscillazioni di energia che provengono dall'interno dei loro corpi, perfino la luce che brilla nelle fessure dei loro elmi sembra avere un'espressione di feroce malizia.

    Si apre uno scompartimento nel petto di uno di loro, e vedi che lo spirito disincarnato del nano inizia a venire attraversato da flussi energia spirituale che sta inesorabilmente sfilacciandone l'essenza per intrappolarla al suo interno. Le urla sono agonizzanti, non serve essere esperti nelle materie dell'anima per sapere che il dolore dev'essere atroce.
    Non sembrano averti visto, potresti colpire ora che hai la sorpresa dalla tua, o sfruttare quest'attimo di distrazione per andare verso il tuo vero obiettivo.

    CITAZIONE
    Note: a te la scelta su cosa fare. Se provi ad attaccare i due costrutti lascialo al condizionale, in due fanno una blu.
     
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    post iii

    Corse.
    Corse come non faceva ormai da anni, da quando ancora la Corruzione non aveva sconvolto la foresta appena fuori il Thaig.
    Al tempo era sicuramente un luogo migliore: non era di certo un'oasi di tranquillità, ma almeno si riusciva a gestire il pericolo in maniera meno urgente di oggi.

    Sembra proprio una delle scampagnate che facevo da piccolo, quando scappavo dai troll nei loro giorni di scorribande vicino all'entrata delle Vie! Aah, bei ricordi, altro che lo schifo che c'è adesso. Ma é per questo che sono qui.
    Quel posto deve tornare ad essere vivibile, devo per forza trovare qualcosa per farci diventare forti abbastanza da fare pulizia!


    I tonfi si facevano sempre più vicini mentre lui, nonostante la corsa, non era ancora riuscito a raggiungere il Palazzo.
    Era ben cosciente che avrebbe dovuto abbandonare l'idea di tirare dritto fino alla destinazione che aveva stabilito, perciò in preda all'adrenalina iniziò a guardarsi nervosamente attorno con tutta l'attenzione che aveva, fino a svoltare di botto a destra e infilarsi in un vicolo più stretto e fare irruzione nella prima abitazione con la finestra sulla strada che aveva appena abbandonato.

    Si sedette sul pavimento appena di fianco alla posizione della finestra, in modo da poter fare capolino con la testa e guardare fuori sporgendo un po' il collo e cercò di riprendere fiato. Sperava di vedere presto con cosa avesse a che fare in modo da capire come gestire la situazione, scrutando nel frattempo cosa offrisse l'abitazione da utilizzare in caso di necessità: altre gemme, ma ormai era soddisfatto di quelle che aveva già trafugato, secondo lui molto più affascinanti di quelle che stava osservando ora, cianfrusaglie abbastanza inutili, mobili essenziali, niente di che.

    Almeno finchè tutto quello che aveva appena esaminato non prese a ballare vistosamente, lasciando cadere di nuovo uno strato d'oro polverizzato.

    Girò immediatamente la faccia verso la finestra, accarezzandosi in maniera automatica e nervosa la barba mentre scorgeva due grosse figure dorate arrivare in tutta la loro imponenza.

    Eccoli qua, i colpevoli di 'sto macello.
    OH NO E QUELLO DA DOVE ESCE FUORI? DAI LEVATI, MANNAGGIA AI MANTICI BUCATI, LO VEDI CHE SONO MOLTO PIU' GROSSI DI TE?!


    C'era una terza figura che non aveva notato prima, certamente un nano, che urlava e agitava un martello cercando di scacciare le bestie meccaniche dorate.

    Frena frena frena, Bomb, ma quello è traslucido! Dev'essere uno spirito vagante. Cosa pensa di fare contro quei... CAPOLAVORI.
    Oh sì che sono dei capolavori, guardali sono massicci ma estremamente mobili, le articolazioni sono riprodotte con una maestria mai vista. Devo trovare il loro padrone, devo assolutamente trovarlo. Queste ci sarebbero moooolto ma mooolto utili.
    NOO VATTENEEEE STUPIDO!!


    Era pazzo? Forse, ma in quel momento era più forte di lui: era seriamente dispiaciuto per il pasticcio in cui si trovava lo spirito, ma quei cosi erano talmente POSSENTI e meravigliosamente FUNZIONALI che non poteva non esserne ammaliato.
    Nel frattempo, fuori dalla finestra una delle due macchine aprì il torso e da lì liberò un'ondata di energia spirituale che investì in pieno il povero nano, che iniziò ad essere sfilacciato nella sua essenza e trascinato verso ciò che lo stava attaccando tra urla strazianti.

    Aaaah, per tutte le botti avanzate, e mo che faccio? Non mi piace per niente che quel poveretto ora deve sparire dentro al gigantone, però non posso buttarmi di faccia contro il muro, no? I ragazzi - i suoi automi - non sono ancora arrivati e non ho modo di fermare quei cosi senza rischiare di rimanerci secco. E io non posso rimanerci secco, o avró solo cambiato aria per morire solo e lontano da casa.
    Però lui potrebbe anche aiutarmi, oltre che sarebbe il caso di aiutarlo a prescindere poverino.
    Però anche potendo non vogli danneggiare quei capolavori se posso ricavarci qualcosa.


    Rimase ad osservare per qualche istante ancora, attanagliato dal dubbio, poi la soluzione si palesò proprio in piena vista, come avesse risposto ad un suo pensiero ancora non formulato.

    Irondell, il suo automa pipistrello era entrato nel campo visivo e stava per sorvolare l’area con lo scontro in atto.

    Gli invió immediatamente un’indicazione mentale che spiegasse il piano e attese che la creazione lo mettesse in atto per fare la sua mossa.

    Fuori, proprio quando il nano etereo sembrava essere sul punto di cedere, Irondell cambió traiettoria per defilarsi leggermente rispetto alla posizione dei due energumeni e scatenó un fascio concentrato di vibrazioni sonore diretto un paio di vicoli più indietro rispetto agli aggressori che stava dando vita ad un sibilo insopportabile a volume molto elevato e che avrebbe causato una bella esplosione poco lontano.

    ᚾ EHI TU! ANDIAMO RESISTI, SEGUIMI, ORA! NEI VICOLI, A DESTRA E SUBITO A SINISTRA! ᚾ

    Urlò mentalmente Bomburkonk alla vittima degli automi, sperando che il casino generato dalla sua costruzione distraesse i colossi abbastanza da permettergli di fuggire.
    Lui intanto uscì da dove era entrato poco prima e riprese a correre a perdifiato negli angusti spazi tra una casa e l’altra, cercando di proseguire nella direzione da cui veniva per vie traverse.

    Non sapeva se avrebbe funzionato, ma almeno sarebbe stato in pace con se stesso per aver provato.

    Irondell, bel lavoro figliolo, tieniti al sicuro ma mantieni il contatto con quei cosi, ok? borbottó tra sè e sè continuando a tentare la fuga, certo che sarebbe stato sufficiente pensarlo per recapitare il messaggio, ma evidentemente incapace di reggere ancora la tensione tutta in silenzio.

    narrato parlato pensato

    fisico Buono.
    mente Teso, risoluto.
    stato cloth
    riassunto azioni Totalmente in ammirazione per gli affaroni, si rifiuta peró anche di lasciargli divorare una povera anima e un possibile aiutante. Sfrutta il pipistrello per fare un casino immondo e causare un’esplosione poco lontano sperando di interrompere la concentrazione degli assalitori e invita il nano a seguirlo tentando una fuga rocambolesca verso la sua destinazione originale.

    Alziamo un po’ il volumeeee! - [Pipistrello: Suono]
    Il sacerdote evoca un automa dalle fattezze tipiche dei mammiferi volanti tanto diffusi nei tunnel delle Vie.
    Il loro verso, di cui ha imparato solo sui libri, data l’impossibilità di percepirlo per orecchie come le sue, ha ispirato Bomb nella creazione. Con la Runa gli ha infuso la capacità di emettere onde sonore.
    Queste, al contrario dei tipici ultrasuoni dei pipistrelli, sono ben più che distinguibili e specificatamente pensate per essere estremamente fastidiose in termini puramente uditivi e mai capaci di danneggiare fino a livello nervoso chi ne e esposto, oltre ad essere in grado di frantumare la materia con le loro vibrazioni.

     
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    Nell'istante in cui Irondell rilascia l'esplosione di energia sonora, entrambi i costrutti rivolgono lo sguardo in quella direzione con attenzione famelica; guardandoli meglio noti una strana malizia in loro, i loro nuclei brillano di tenebre sinistre, come se fossero segugi affamati di sangue che hanno preso la traccia di una nuova preda ma non fossero contenti di catturarla. No, vogliono divorarla e farla a pezzi, beandosi di ogni istante di agonia. Non hanno un vero e proprio sguardo, eppure qualcosa nel loro portamento feroce ti fa accapponare la pelle.
    Il nano coglie quell'attimo di disattenzione per scattare nella direzione che gli hai indicato, muovendosi oltrepassando ostacoli solidi come se non esistessero. Tu lo segui dopo pochi istanti, muovendoti a velocità che solo per poco non raggiungono quella della luce. Saresti stato in grado di giungere alla tua destinazione ben prima dell'altro nano.
    Eppure davanti a te comincia a muoversi qualcosa; l'oro che compone le strade prende ad agitarsi e a ricomporsi in continuazione, ribollendo come acqua, poi risollevandosi in una massa che ti sovrasta di molto. Ampie bolle e sacche d'aria scoppiano, poi fili aurei si riallacciano mentre la parte superiore di questo ammasso prende una forma tanto splendida quanto terribile.

    ylXIY19


    La parte superiore di questa sorta di melma, da semiliquida, prende consistenza solida ed assume le fattezze di un nano, con tanto di un metro di folta barba composta da fili dorati a contornare un volto privo di lineamenti, eppure proietta nella tua mente la severità di chi parla ad un insetto. La sua voce è innanzitutto un sobuffo inudibile, come se non fosse più abituato a comunicare in questo modo, ma infine forma delle parole comprensibili.

    Bambino, come osi avvicinare alle mie grandi opere quegli scarti?
    Voce, bassa e raschiante, viene echeggiata dai passi tonanti dei due automi che stanno avventurandosi alla ricerca di Irondell; lo sdegno nelle sue parole è palpabile, più che all'aver sconfinato o fatto qualcosa che non avresti dovuto semplicemente perché disprezza nel profondo la tua applicazione dell'artigianato runico.
    Ti guarda per un momento, e noti incisa nella sua forma la runa di Wunjo pulsare di una pallida luce bianca. La creatura nota il fenomeno, e percepisci il suo sdegno stemperarsi un minimo.
    Eppure c'è del potenziale. Minimo, ma forse interessante.

    Parla più tra sé e sé, mormorando qualcosa ad alta voce in maniera incerta, come se stesse ricordando come si pronunciano delle parole.
    Dimmi, bambino: chi sei? Per quale motivo hai profanato il silenzio del mio Thaig?


    CITAZIONE
    Note: i due golemoni sono andati via, ma al momento hai altri problemi. Capisci che il tipo è una sorta di proiezione astrale tramite l'Oro Nanico, c'è una presenza cosmica bella grossa che riesci a tracciare fino al centro del palazzo,.
     
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    post iv

    Guardandosi indietro, Bomburkonk notò che la sua idea aveva effettivamente permesso al nano incorporeo di girarsi e correre via.
    Lo vide attraversare gli edifici con una naturalezza disarmante e sorrise pensando che avrebbe dovuto aspettarselo, data la sua natura disincarnata; fu l'unica distrazione che si concesse rispetto alla concentrazione per non schiantarsi lui stesso contro qualche ostacolo tra i vicoli mentre si preoccupava che la sua creazione volante riuscisse a cavarsela con le malefiche meraviglie di forgiatura.

    ᚾ Sta attento, Irondell, quei cosi mi hanno proprio fatto dondolare i gioiellini dalla paura mentre si giravano per cercare te, m'è sembrato proprio come se hanno spinto un interruttore e sono diventati assatanati. Ali in spalla, amico mio, tieniti fuori portata per carità! ᚾ

    Seriamente, gli avevano dato i brividi, era come se fossero passati all'improvviso dalla caccia giocosa a una violentissima frenesia da sete di sangue e violenza.
    Nonostante la legittima preoccupazione per la sua creatura però, la sua corsa doveva continuare: ormai aveva quasi seminato il povero spirito grazie alla sua velocità superiore, perciò decise che si era allontanato abbastanza da rischiare e tornare sulla strada principale, rallentando leggermente l'avanzata. Ma poteva mai filare liscia? Figuriamoci! Non appena reimmesso nella via maestra, dal terreno e dalle mura l'oro prese letteralmente a sciogliersi e gonfiarsi a dismisura, facendogli addirittura perdere l'equilibrio nonostante avesse frenato di botto alla vista di quello spettacolo orribile e inaspettato.

    Woo Woooo, Heeeei, che cos-?! commentò, cercando di tenere la voce più bassa possibile nonostante fosse stato preso del tutto alla sprovvista, in modo da non rischiare di attirare di nuovo i due bestioni. Era come quando la zuppa stracotta strabordava dai calderoni, ma in maniera più densa e più luccicante, pensava, c'erano persino le bolle che crescevano a dismisura fino a scoppiettare. L'ammasso di poltiglia stava diventando letteralmente una collina d'oro gorgogliante sotto i suoi occhi increduli, ma non era ancora il peggio: dalla cima stava iniziando a comporsi una sagoma più solida... un altro nano.

    Ma non doveva essere deserto e dimenticato 'sto posto?! Guarda tu che affollamento, ogni due passi esce fuori qualche diavoleria più strana di quella prima! pensò, alzando la manona per darsi un paio di buffetti sulla fronte e grattarsi perplesso la testa mentre l'oro si sfilacciava e si definiva istante dopo istante fino a definire perfettamente persino la barba della figura in cima a quella specie di brodaglia rappresa.

    La sua mente venne poi invasa da suoni rauchi che piano piano si andavano definendo fino a diventare un monito non esattamente amichevole, a cui rispose in maniera tanto genuina da risultare incosciente.

    S-Salve! Beh, mi dispiace eh, non pensavo che c'era qualcuno che si poteva infastidire...

    Mentre parlava, con in sottofondo i tonfi degli enormi automi in lontananza e la soggezione che aumentava momento dopo momento al cospetto di quella figura, un bagliore si faceva sempre più luminoso su un lato dell'ammasso dorato: Wunjo, la runa, pulsò brevemente prima di svanire così come si era illuminata all'improvviso.

    Come se n'era accorto lui, anche il nano dorato sembrava essere stato distratto da quell'evento, e stranamente le sue parole successive sembrarono ammorbidite rispetto all'esordio colmo di disprezzo.
    Lo sentì borbottare che forse c'era del potenziale e assumere un'aria quasi perplessa prima che invadesse di nuovo la sua mente chiedendogli di presentarsi e spiegare cosa ci facesse lì.

    Ah giusto, che screanzato! Sono Bomburkonk Forgianatura, io. In realtà sono qui per…fortuna?
    In pratica il mio Thaig è isolato, fuori è andato tutto a finire in schifo e non riusciamo a ripulire abbastanza terreno per sostenerci o raggiungere il resto della civilità. Le Vie erano tutte crollate e chiuse a metà strada e perció sono partito io da solo con i miei amici automi perchè gli esploratori sono tutti feriti. Volevo solo scavare una via verso altri Thaig, o un’uscita messa meglio della nostra, ogni cosa utile per poter salvare gli altri a casa prima che schiattavamo tutti quanti.

    L’ho fatta lunga, lo so, ma è importante. Anzi… come ti chiami? Sai mica qualcosa che puó aiutarmi? Poi giuro me ne torno indietro zitto zitto e in tutta fretta senza toccare niente e ti lascio in pace, non volevo invadere, cerco solo di aiutare la famiglia.


    Sentiva distintamente che la traccia cosmica della figura era come una frazione ed era legata al resto, molto più imponente, proveniente dal palazzo, ma già che si era interessata, tanto valeva sparare tutte le cartucce prima che potesse indisporsi e farlo fritto, no?

    Tipo quei cosi enormi… Li hai fatti tu? Ti va di insegnarmi in caso?

    O i nani fantasma, pure. Quello è stato molto più strano. Anzi, dov’è finito lui?
    Scusa ancora, ma è normale che qua succede di tutto? Da me siamo tanti ma tutte le robe surreali succedono fuori, mica nel Thaig…


    narrato parlato pensato

    fisico Buono.
    mente Ha trovato l’amico: finchè non gli fa male lui va proprio sciolto :D
    stato cloth
    riassunto azioni sciao belo, diventiamo amici? Me la dai una mano, anzi mi spieghi pure robe?

     
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    L'essere ascolta le tue parole con la curiosità che tu riserveresti a uno strano animale che ti sta facendo qualcosa di estremamente buffo davanti. Dubiti ti consideri una persona, forse sta intrattenendo una conversazione con te semplicemente per passare il tempo o per seguire qualche suo inscrutabile desiderio.
    Ovviamente ci sono problemi, se c'è una cosa che imparerai è che ci sono sempre problemi. Una volta sono i druchii, un'altra volta sono dei draghi, un'altra ancora sono le caste inferiori in rivolta e ora ci sono i Corrotti.
    Parla con veleno e acredine, sputando le sue parole come se fossero acido. E tuttavia prima di proseguire, sebbene non abbia una vera e propria espressione da interpretare, le sue parole prendono un tono di inquietante minaccia.
    Se vuoi che ci sia una soluzione a questi problemi, ti consiglio di non interferire con il mio lavoro qui. Questo Thaig sarà l'esempio della salvezza del nostro popolo, che lo voglia o meno.

    Poi prende a ondulare in avanti, l'oro ribollente che gli fa da base si scosta mentre si avvicina a te per scrutarti meglio, e la sua voce prende una nota di improvviso e piccato interesse, come se avessi finalmente detto qualcosa di degno della sua attenzione.
    Gli spettri sono solo reliquie del passato, troppo miopi per abbracciare il futuro di loro spontanea volontà, mi hanno costretto a misure estreme per trascinarli verso la salvezza. Non curarti di loro, avranno presto quello che si meritano.
    Improvvisamente l'Oro che lo compone scatta di verso di te come un liquido, così veloce da essere essenzialmente invisibile, avvolgendoti gambe e braccia in una presa invincibile che comincia a estendersi lungo tutto il tuo corpo. Non è caldo come il suo aspetto suggerisce, anzi, è di un freddo quasi doloroso che perfora la tua pelle fino a entrarti nell'anima; strani disegni geometrici ricoprono la superficie dell'Oro, e capisci che è per merito di questi strani simboli che riesci a esercitare sempre meno controllo sulle tue funzioni motorie, fino a bloccarti in una paralisi completa.
    I segreti che cerchi non possono essere insegnati, vanno imparati. Dunque impara, bambino, e raggiungimi al palazzo per ultimare la tua educazione e trascendere oltre le banalità della tua condizione.
    L'oro che sta inglobandoti si richiude completamente, l'ultima cosa che vedi è la proiezione della creatura che affonda in una pozza di informe prima di sparire, lasciandoti con ultime parole che vengono impresse direttamente nella tua mente.

    O rimani qui, eterno promemoria del prezzo del fallimento.

    Buio ti accoglie.
    L'unica cosa a illuminare l'oscurità è la runa di Wunjo, che brilla di luce bianca; comprenderla nelle sue sfumature più profonde sarà la tua unica salvezza in questo inferno.

    CITAZIONE
    Note: dunque, signor futuro sacerdote delle rune, sii il sacerdote della tua runa. Sei chiuso in una sorta di bozzolo di oro nanico rinforzato da sigilli, l'unico modo che hai per uscirne è di prendere controllo dell'Oro e manipolarlo via; fammi una bella esplorazione della runa di Wunjo in tutti i suoi significati nella maniera che ritieni opportuna. Lascia la comprensione finale della runa in sospeso.
    Nel bozzolo sei in una sorta di stasi e paralisi completa, eccezion fatta per le tue facoltà mentali e cosmiche, quindi puoi metterci il tempo che vuoi per raggiungere la tua epifania.


    Edited by Luke¬ - 7/4/2024, 14:39
     
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    post v

    Aveva parlato a raffica, come al solito.
    La creatura dorata non tradiva ovviamente espressioni data la sua conformazione, ma le parole che gli rivolse in risposta parevano proprio traboccare acredine, se solo Bomb avesse saputo cosa significasse almeno. Ciò di cui riusciva a rendersi conto però era che dopo aver ricordato e profetizzato il susseguirsi ininterrotto di sciagure e problemi, il suo tono era cambiato radicalmente e ora arrivava a destinazione come una vera e propria minaccia, un repellente per assicurarsi che al Forgianatura non venisse in mente di ostacolare in alcun modo i suoi propositi.

    Bomb rabbrividì per un attimo, prima paralizzandosi per una frazione di secondo poi iniziando quasi a prepararsi per affrontare una situazione violenta, ma prima che iniziasse a richiamare le sue energie qualcosa cambiò di nuovo: la montagnola dorata con la cima dalle fattezze naniche prese a muoversi dondolando per arrivargli più vicino, cercando di allontanare l'interesse del nano in carne ed ossa verso gli spiriti e assicurando che se ne sarebbe occupata personalmente.

    Di nuovo, ma stavolta probabilmente in maniera più evidente, un tremolio gli attraversò la schiena.

    E se quella di prima era una minaccia, questa allora?! Aspetta, aspetta! Per tutti i panini ammuffiti, non voglio darti fastid-

    Lo stava pensando per poter formulare la frase subito dopo senza rischiare di peggiorare la situazione, troppe volte Getha aveva provato a insegnargli che doveva ragionare bene prima di sputare fuori qualsiasi cosa gli passasse per la testa e stavolta gli sembrava proprio fosse una di quelle situazioni in cui avrebbe dovuto mettere in pratica il consiglio, ma non ne ebbe il tempo.

    L'oro partì dalla massa sottostante alla figura ad una velocità tale da non permettergli nemmeno di vedere con precisione cosa stesse succedendo, tanto che se ne rese conto quando ormai era troppo tardi: era appeso esattamente come i poster che aveva messo vicino al suo giaciglio, legacci dorati gli si erano avvolti saldamente attorno a braccia e gambe, sollevandolo da terra e stringendo abbastanza da fare anche un po' male. Notò che ora c'erano anche degli strani segni sull'oro mezzo liquefatto, simboli luminosi che sembravano pulsare.
    La situazione era precipitata più velocemente di quanto avesse preventivato e continuava a farlo anche molto velocemente: l'oro si espandeva, i sigilli pulsavano sempre più intensamente e lui non riusciva più a muovere un muscolo nè dalla vita in giù nè dalle spalle alla punta delle dita delle mani. A breve sarebbe diventato niente di più che quella che altrove avrebbero chiamato la sorpresa nella capsula dell'uovo di Pasqua, tutta stipata e immobile nel sua prigione.

    Al diavolo Getha e le sue carinerie! pensò, appena prima di rispondere con gli ultimi movimenti possibili all'altro che lo invitava a raggiungerlo a Palazzo dopo aver imparato sulla sua pelle oppure rimanere intrappolato per sempre.
    Ma lui non poteva permettersi di rimanere intrappolato in quella maniera, non era proprio possibile.
    Una rabbia incontrollabile montò a gran velocità dentro Bomburkonk e ne cacciò fuori una parte nell'ultimo urlo prima di essere divorato dall'oro, ironicamente in parte anche dedicato a di nuovo a Getha.

    PREGA SOLO CHE NON CAPISCO COME FUNZIONA O GIURO CHE TI FACCIO DIVENTARE UN VASSOIETTO PORTA-BIRRA E TI PORTO COME REGALO A MIA SORELLA!

    Venne poi completamente imprigionato dall'oro, ormai incapace di opporre ogni tipo di resistenza fisica.
    Chiuse gli occhi per riflesso, come a non voler sapere cosa sarebbe successo da lì in avanti.
    Era immobilizzato, qualunque tipo di input muscolare sembrava andare a vuoto o, quando anche il tentativo era più violento, si infrangeva contro la costrizione dorata: non poteva muoversi, neanche di qualche millimetro, solo.
    Provò a incanalare le energie, così come faceva quando aveva bisogno che gli automi gli obbedissero, ma nemmeno quello sembrava essere sufficiente per riacquistare la capacità di movimento.

    Stupido idiota convinto di fare l'eroe.
    Ecco cosa ho ottenuto. Come mi è venuto in mente a me di infilarmi in un casino del genere da solo, eh? COME?
    E ora crepo così, da solo in mezzo al Thaig delle stramberie, così anche a casa andrà tutto alle ortiche e moriranno tutti.
    Solo perché io ho deciso che era una grande idea fare l'eroe. Bravo Bomb, grande pensata!


    La rabbia che era cresciuta a dismisura verso la figura dorata aveva cambiato sfumature e bersaglio, stavolta internamente: stava realizzando di aver sopravvalutato le sue possibilità e di aver commesso un errore madornale nell'abbandonare tutti e inseguire una soluzione miracolosa. Se quella era la sua fine, se la stava meritando tutta, ma proprio tutta. Cosa credeva di fare contro minacce sconosciute, spiriti, enormi beste dorate e... quella roba?! Si punì a quel modo per lunghi secondi, inondandosi di insulti e biasimandosi per il destino infame a cui aveva condannato il Thaig prima ancora che se stesso.

    Lui lo meritava, lui se l'era cercata.
    Loro no.

    Aprì gli occhi, finalmente pago della punizione che si stava infliggendo, per vedere cosa lo aspettasse oltre, cosa avrebbe visto prima di morire di stenti: nulla. Nero ovunque.
    Poi però una luce penetrò in quello spazio indistinguibile, frantumando la cortina di nero e urtando dolorosamente le sue retine ormai quasi del tutto abituate all'oscurità.
    Dopo aver cercato di serrare gli occhi quanto più possibile in risposta al bagliore insostenibile, quando oltre le palpebre sembrava l'intensità fosse leggermente calata, tornò a guardare: il punto si era espanso, era diventato un incrocio di linee, anzi no, un simbolo.

    wundown



    Ma che-?

    Era la runa di Wunjo capovolta, ne era certo, ma... Perchè capovolta?

    Che strano!
    Aspetta aspetta, fammi ricordare che cosa voleva dire Wunjo capovolta… Dai dai, perchè non me lo ricordo?! Ok, i significati di Wunjo ribaltati, e va bene, ma poi quali erano?
    E poi fermi, fermi. Un attimo. Una runa che mi appare nel mezzo del nulla mentre sono incartato come un nano-regalo dentro all’oro di quell’affare?
    MA SI PUO SAPERE CHE SUCCEDE QUA?!


    Che fosse sorpreso e spaesato era comprensibile, la cosa sorprendente riguardo lui però era un’altra: che si ridestasse tanto velocemente dall’autocommiserazione e dall’odio di sè che stava covando fino a pochi secondi prima, in favore di una profonda scansione della sua mente alla ricerca delle informazioni di cui aveva bisogno per tentare di rispondere alle domande che si era appena fatto.

    Wunjo capovolta…

    HA!

    Ecco perché, i significati delle capovolte erano in un capitolo a parte! E Wunjo in quella posizione voleva dire.. ECCOLA!

    “Liberarsi delle esperienze brutte, abbandonare il vecchio, meditare e tenere duro per abbracciare quello che viene dopo. Con la pazienza si esce dalla crisi.”

    E che c’ent- ODDIO MA STA PARLANDO CON ME?!?


    Tante cose non proprio positive si potevano dire di Bomburkonk: era effettivamente rozzo, impulsivo, sgrammaticato, perennemente sopra le righe e spesso troppo ingenuo, ma non era affatto stupido. Specialmente se si parlava di forgiatura o di rune.

    Il collegamento alla sua situazione invece era merito di quello che era diventato a seguito del proposito fatto quando i suoi genitori erano morti e la Corruzione aveva iniziato a manifestarsi ai suoi albori:
    proteggere Getha e tutto il Clan al meglio delle sue possibilità.
    Era stata dura, e lo era ancora, specialmente adesso, ma all’inizio lo era stato doppiamente: così giovane, ritrovarsi ad imparare come gestire situazioni orribili mantenendo un clima diverso dalla rassegnazione, anzi tentando di risollevare gli animi di modo che tutti facessero del loro meglio senza arrendersi… beh, non era stato propriamente facile.
    Aveva richiesto un lavoro enorme da parte sua, ma l’aveva affrontato a testa bassa.
    Pian piano aveva imparato a controllare le sue emozioni, a metterle da parte settorialmente senza sopprimerle, lasciando che trovassero sfogo semplicemente quando ce n’era la possibilità; aveva conquistato con fatica la grande dote di pensare in maniera fulminea e valutare la situazione e scherzare persino sul più tragico degli scenari, in fondo.. “che fai, se è spaventoso non lo affronti? Allora ridicolizzalo e magari è più facile”.

    Tutto questo l’aveva reso ciò che era oggi: era buffo, scapestrato, caciarone, ma guai a sottovalutarlo nei momenti di serietà. Non ci scordiamo che per far ridere bisogna essere molto seri e soprattutto sapersi astrarre dalla situazione.

    Ma torniamo a lui.

    Aveva realizzato che la runa poteva essere una salvezza come non esserlo, ma sicuramente era un messaggio. Il significato di Wunjo capovolta sembrava cucito sulla sua situazione tragica.
    Ma questo come lo aiutava nel tentativo di uscirne?

    Messaggio ricevuto!
    Se è capovolta, è il caso di rimetterla a posto, no?
    Era pure apparsa prima in mezzo all’oro colato del tizio, o c’ho visto male?

    Wunjo, resisti ancora un attimo così, che intanto cerco di rimetterti in una posizione più comoda!


    E tornó a scandagliare nella memoria le informazioni che aveva imparato alla Forgia sulle rune, alla ricerca della versione dritta, stavolta.

    Wunjo, Wunjo…
    Ah sì!

    “La runa della realizzazione di uno grazie a uno sforzo fatto insieme. L’unione fa la forza.
    La gioia, la speranza, la condivisione di uno scopo. L’unire ciò che è separato, avere fiducia.
    La famiglia, l’appartenenza.”

    Io…


    Avesse potuto, sarebbe scoppiato in lacrime e si sarebbe dato così tante botte in testa fino a rincretinirsi del tutto.
    Wunjo simboleggiava ciò che aveva sempre seguito, ciò che l’aveva spinto fin lì.
    Ora però si era ribaltata, e ci teneva a farglielo sapere, ma non era l’unica cosa che stava comunicando apparendo a quel modo.

    O sto impazzendo, o ha bucato l’oscurità pure da capovolta per raggiungermi. Magari nella sua posizione originale puó aiutarmi pure a uscire..

    C’era quasi.
    Il suo cervello aveva ripreso a funzionare come aveva sempre fatto, ma stavolta grazie ai due lati di Wunjo aveva dalla sua anche la convinzione di potercela fare.

    Girati, ti prego!
    L’ho capito, anche quando tutto sembra nero, bisogna solo calmarsi e trovare la via. E’ quello che va fatto, perchè se crolla uno crollano tutti. E se si rialza uno si rialzano tutti. Non è solo il clan, vale per tutti.

    Devo uscire da qui!
    Devo permettere a tutti di fare festa insieme!
    Ti prego Wunjo rimettiti a testa in su!


    Più ci pensava, più se ne convinceva.

    HO UN VASSOIETTO D’ORO DA RIPORTARE A GETHA, E SU QUEL VASSOIETTO PASSERANNO LE BIRRE PER CHIUNQUE NE VOGLIA!

    Tentó di nuovo di far avvampare ogni stilla di energia che abitava il suo corpo, stavolta peró, sè quest’ultimo continuava a non muoversi minimamente, la luce di Wunjo sembrava farsi sempre più brillante, fino a costringerlo a riabbassare le palpebre.
    Era stato abbastanza da capovolgere la Runa? E cosa avrebbe comportato se fosse riuscito nell’intento?


    narrato parlato pensato

    fisico insalamato, imbalsamato, appeso, etc etc.
    mente rollercoaster ma alla fine grande determinazione
    stato cloth
    riassunto azioni dai come si fa a non amarlo povera stella, vive letteralmente per far vivere meglio gli altri, non me lo fate diventare una bestia, perchè poi è pericoloso.

     
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    Nelle tenebre in cui sei calato, la runa è l'unica cosa ad illuminare il cammino, la realizzazione di questa epifania riecheggia con l'energia cosmica, dono degli Dei, che raggiunge l'oro al di sotto della runa e, prendendone parzialmente il controllo, semplicemente la rigira.
    Comprendere di poter fare ciò che hai fatto fa avvampare il tuo cosmo oltre le limitazioni imposte, strappando il controllo dell'Oro al permanente vincolo che ti avrebbe costretto lì per l'eternità e facendolo scorrere via come acqua. Sei libero, le tue vesti ancora adornate da lunghe gocce filanti del supremo metallo dei nani, e le tue mani, un tempo sporche e callose, sono ricoperte da un sottile strato di Oro che sembra ribollire al tuo comando. Poiché tale è la benedizione dei maestri delle rune, di avere oro scorrere a fiumi tra le dita, ma di non essere da esso controllati.
    Irondell ritorna a te, e tu ti prepari ad un lungo vagare verso il tuo obiettivo.

    Li incontri uno dopo l'altro nelle vaste distese deserte del Thaig, automi nanici che ti assalgono senza nessuna pietà o riguardo, attaccandoti con il singolo scopo di distruggerti nella maniera più efficiente possibile. A loro opponi tutta la forza delle tue creazioni, distruggendoli insieme nonostante la loro natura più avanzata, il potere di manipolare il più nobile metallo alchemico è decisivo. Il primo di essi ha usato insidiosi sigilli per vincolare te e il tuo cosmo, mentre il secondo si è lanciato in combattimento corpo a corpo brandendo un'enorme alabarda. Il terzo invece era uno dei modelli che già hai incontrato in precedenza, che ti ha attaccato emanando potere spirituale, e infine l'emanazione cosmica del quarto ha la strana capacità di disperdere la tua energia vitale a contatto diretto o con il proprio cosmo.

    3a0778ac9a2d776dfe8e7d4f77516155

    E infine, dopo lunghe peripezie, riesci a mettere piede all'interno del palazzo deserto e a essere meravigliato dalla bellezza irraggiungibile delle ampie sale dorate e dello sfarzo che pervade ogni cosa.
    Un passo alla volta, ti avventuri nelle profondità più inesplorate dell'edificio, conscio che l'essere è sempre più vicino.

    CITAZIONE
    Note: posticino di transizione easy peasy dopo aver sbloccato l'oro, concludilo pure quando vuoi arrivare nella parte sotterranea (o ancora più sotterranea immagino) del palazzo.
    Lungo il tragitto incontri la bella serie di costrutti che ho descritto che, se vuoi dopo averli sconfitti puoi prendere e riparare per renderli tue evocazioni, o anche farne nuovi daccapo coi materiali di alta fattura che trovi (in entrambi i casi dopo esser passato per modifica scheda).
    Poi modificare le abilità che hanno come preferisci ma hanno, nell'ordine in cui sono apparsi: Sigilli Base di Vincolo, Arma Fisica (Alabarda), Spirito, Privazione di Energia Vitale.
    Lo scontro con loro gestiscilo autoconclusivamente, come aver subito quattro attacchi a un'energia inferiore dalle abilità che ti ho scritto di sopra, subendo appropriatamente i danni.
     
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    Bomburkonk era ancora immobilizzato ma il potere che stava emanando, gonfiato dalla risonanza con la runa, interferì con l’oro all’esterno e la ruotó effettivamente, portandola finalmente nella sua posizione originale.
    Era certo di aver scatenato qualcosa di potente, di essersi in qualche modo legato a Wunjo stessa, ma per qualche istante oltre al fatto che fosse tornata dritta non sembrò cambiare nulla: lui continuava a non potersi muovere e il bagliore sembrava essersi stabilizzato un'altra volta.

    Mannaggia a tutti i troll, LASCIAMI ANDARE VASSOIETTOOO!!

    Sapeva che non sarebbe servito a nulla inviare quel pensiero all’esterno, ammesso che ci riuscisse attraverso l’oro, ma ció non gli impedì di esprimerlo almeno a se stesso, per sfogare la frustrazione se non altro.

    Poi proseguì, cercando di inviarlo, stavolta, il pensiero, ma alla Runa:

    Guarda che l'ho capito che ti piaccio, Wunjo, non ti saresti fatta rimettere a posto sennò, perciò fa' il favore, abbandona l'ordine di quel tizio e segui il mio, vuoi? Liberami, ho del lavoro da fare. Anzi se lo facciamo insieme è anche meglio!

    Assieme a quel tentativo sprigionó con rinnovata foga un’ondata di cosmo, convinto che se aveva funzionato una volta per riuscire a interagire, l’avrebbe probabilmente fatto anche la seconda.

    Com’era? La fortuna aiuta gli audaci? Ecco, sì, sembrava proprio vero. A quanto pare ci aveva preso: di nuovo la luce si fece strada nel buio, stavolta senza calare di intensità subito dopo, anzi guadagnandone sempre di più a seguito dell’allargarsi di una spaccatura a partire da Wunjo.
    Lentamente l’oro aveva iniziato a ritirarsi, liberandogli la visuale e accompagnandolo dolcememente a terra, fino a slegarlo del tutto mentre si ritirava confluendo verso le sue mani.

    WOAH! Questa mi mancava! pensó mentre si guardava le mani, girandole di modo che potesse osservare prima il palmo poi il dorso e viceversa: il metallo nobile continuava a fluirci sopra sotto forma di un sottile strato semiliquido anche dopo essere stato del tutto assorbito.

    Adesso sì che sono il più bello di tutti e il miglior forgiatore del sottosuolo: eccole, le mani d’oro di Bomburkonk!

    Si lasciò andare a una sonora risata, cercando di seppellire nei recessi della sua mente il pensiero di aver rischiato di rimanerci secco. Era quella la sua vera forza, ormai era noto: spazzare via ogni traccia di negatività col buonumore.

    Più giochicchiava con lo strato d’oro, più capiva che poteva comandarlo a piacimento soltanto stuzzicando il flusso del suo cosmo.
    Prima di riuscire ad abituarsi del tutto peró fu distratto dal ritorno di Irondell, che tutto contento prese a vorticargli un paio di volte sopra la testa per poi appollaiarcisi in cima, scatenando la reazione esasperata di Bomb.

    Quante volte te lo devo dire che PESI, Iro? Poi sono io che mi devo sorbire ore e ore di mal di testa, dai vieni giù da lì!

    Buttò la testa all’indietro quel tanto che bastava per rendere difficoltoso l’equilibrio all’automa pipistrello, che subito tornò in volo prima di posarsi di nuovo addosso al suo creatore, ma stavolta sulla muscolosa spalla sinistra.

    Vabbè, meglio, più o meno.

    Sono contento che sei sano e salvo, amico. Che dici, andiamo a cercare gli altri e quel cattivone di Vassoietto? O è meglio lasciarlo stare, che dici?


    Accarezzò per qualche secondo il pipistrello metallico mentre rifletteva sul da farsi: le parole dell’enorme costrutto d’oro ribollente lo avevano spinto a chiedersi se non fosse anche colpa sua se il Thaig era deserto: ok le leggende e tutto, ma dato che persino le anime disincarnate sembravano ancora terrorizzate, l’unico essere a sembrare abbastanza vivo da rinchiuderlo in un bozzolo dorato doveva entrarci qualcosa, no?

    Decise che era ininfluente: come prima cosa avrebbe raggiunto il palazzo e chiamato a raccolta gli altri automi, poi avrebbe cercato l’Incudine.

    Forse questo nuovo potere dell’oro può già bastare come aiuto per sistemare le cose a casa, ma visto che ci sono…
    Se torno anche con l’Incudine di Karadin lascio tutti a bocca aperta e posso fare cose fenomenali!
    E se nel frattempo mi ritrovo di nuovo davanti Vassoietto, stavolta gliele suono di santa ragione insieme ai ragazzi, sennò me ne torno indietro.
    O magari lo cerco lo stesso per dare pace a quei poveri spiriti. Boh, vediamo come va!


    Si incamminò nella direzione che stava seguendo prima di essere interrotto, ma dopo una manciata di secondi ebbe un’idea.
    Richiamò di nuovo il cosmo e chiese ad Irondell se gli sarebbe piaciuto essere un pochino più resistente ed estremamente più bello al solo costo di aumentare di peso e d’impaccio.
    Dopo che il pipistrello ebbe acconsentito, Bomburkonk allungò la mano destra verso l’automa volante e lasciò che l’oro si estroflettesse dalle sue mani, andando a formare uno strato aggiuntivo sul corpo metallico di Irondell. Per tutta risposta il costrutto sbattè le ali in maniera più serrata per qualche secondo, fino ad abituarsi alla nuova conformazione, poi fece un giro perlustrativo più ampio per testare meglio i movimenti.

    Tornó tutto agitato, ma non sembrava a causa della modifica sostenuta: era… spaventato; talmente tanto da trasmettere nella mente del nano una serie di informazioni così confusionarie da non essere ben distinguibili.

    Altri bestioni?
    Non va bene, non va mica bene!


    Si guardó le mani per qualche istante e capì che non aveva altra scelta, non senza trovarsi poi a pentirsene. Se aveva ottenuto quel potere, era per aiutare. Non poteva tirarsi indietro, doveva ripulire quel casino, o con ottime probabilità non se lo sarebbe mai perdonato e non sarebbe mai più stato se stesso.

    Alzó dunque lo sguardo verso Irondell e gli chiese di guidarlo dove aveva visto i grossi automi.

    Seguì il pipistrello meccanico per quello che avrebbe potuto essere qualche isolato, finchè non si trovò di fronte due dei nemici: due enormi armature cave, una più tradizionale con una grossa alabarda e l’altra più pittoresca, coperta da un drappo all’altezza della vita e due disegni circolari d’energia attorno alle mani.

    Iro, porta qui Koson, svelto. Intanto me la vedo io.

    Ordinò al compagno, che ubbidì in fretta, mentre entrambi i costrutti si accorgevano finalmente della sua presenza e si voltavano verso di lui pronti all’attacco.


    Avete finito di fare casino? O cercavate me?

    L’oro sulle mani ribolliva assieme al suo cosmo, materializzando di tanto in tanto dei piccoli tentacoli semiliquidi attorno ai pugni stretti.

    Quello strano mosse un passo e scaglió la sua energia verso Bomb facendo apparire sul terreno e sul suo corpo una serie di disegni luminosi, l’altro intanto si diede lo slancio e partì a tutta velocità con la sua alabarda.

    Serio? Così dritto per dritto? Dai su che così è facile evitar-EHI!
    Ma perchè oggi devono tutti farmi stare fermo per forza!?


    I sigilli di vincolo stavano facendo il loro lavoro, complicando i movimenti del nano e rendendogli impossibile evitare in tempo l’assalto frontale.
    Questo però non gli impedì di creare una grossa protezione semisferica che lo proteggesse dai possibili angoli d’attacco dell’arma, generandola a partire dagli avambracci posti incrociati davanti alla faccia.
    L’attacco arrivò e la protezione tremò violentemente, crepandosi e poi andando in pezzi sotto i colpi ripetuti dell’automa.

    ORA!

    Sbalzato di circa un metro all’indietro a causa degli impatti e con le braccia doloranti per la propagazione dell’impatto, Bomb fece schizzare lo guardo tra i residui d’oro della sua difesa e le parti cave dell’automa, protendendo il suo cosmo per raggiungere i primi e spararli con tutta la forza nei secondi.

    Una volta scagliati, fece un saltello per indietreggiare ancora mentre si assicurava di osservare il risultato del suo assalto: il costrutto armato tentennava visibilmente ma non sembrava avere intenzione di arrendersi così facilmente.
    L’altro, più indietro, si stava avvicinando con tutta calma.

    Si però due grossi contro uno piccolo non vale eh! Iro sbrigati, serve Kosòn, e pure veloce!

    L’importante in quella situazione era guadagnare tempo finchè non fosse arrivato l’aiuto necessario, perciò puntò una mano verso ciascuno dei bersagli e sparó due grossi grumi d’oro semiliquido destinati ai due bersagli. Quello armato utilizzò l’alabarda per tagliare l’ammasso, l’altro frappose un sigillo tra sè e l’oro e lo fece esplodere, ma peggiorarono soltanto la situazione: tutte le parti furono manipolate da Bomb per diventare tentacoli che si avvinghiarono attorno ai bestioni per stritolarli e impedire loro quanto possibile i movimenti.

    Facciamo che adesso state un po’ fermi pure voi, eh? Che dite?

    In effetti guadagnò secondi preziosi prima che quello più lontano, che era stato legato a polsi e caviglie, raggiungesse col suo cosmo il compare e imprimesse i suoi sigilli sull’oro che lo teneva imprigionato. Li fece poi esplodere, danneggiando ancora l’automa ma di fatto liberandolo.

    Fu proprio allora che Kosòn apparve in corsa nel campo visivo di Bomburkonk, alle spalle del nemico.
    Mentre quello tratteggiava i disegni mistici sull’oro che lo teneva imprigionato, il nano si affrettò a inviare la sua energia sotto terra per raggiungere l’orso metallico e rivestirlo dell’oro che si scioglieva dalla strada come era stato prima per Vassoietto.

    L’impatto fu tremendo: l’orso dorato si scagliò con una tremenda spallata alle spalle dell’automa nemico proprio nel momento dell’esplosione e una grossa nube di terriccio misto a polvere e schegge d’oro si alzò attorno a loro.
    Quando la nube si diradò, divenne possibile scorgere Kosón ben saldo sul corpo steso dell’altro, intento a infierire sul nemico ormai sconfitto con lo strato d’oro mezzo crollato e il metallo sottostante bruciacchiato dall’esplosione. Bomb intanto evitava un nuovo taglio dell’alabarda e sfruttava l’apertura per plasmare sul braccio destro una punta di lancia conica e la infilzava nell’apertura facciale dell’aggressore, facendolo crollare sulla schiena inerte.

    Kosòòn! Amico, resisti!

    Strillò, lanciandosi di corsa verso l’orso che continuava a colpire senza sosta l’automa, pur perdendo visibilmente slancio secondo dopo secondo.
    Gli si avventò letteralmente addosso, abbracciandolo forte e assistendo al suo spegnimento progressivo.

    No! NO! NOOO!

    Era un automa, una sua creazione. Poteva essere sistemato, aggiustato, replicato… Ma Bomb sapeva benissimo che non sarebbe mai stata la stessa cosa. Non sarebbe più stato Kosón: era stato la sua prima creazione, il supporto di mera forza bruta che gli dava una mano nelle miniere e tra le Vie, un compagno in tutto e per tutto.
    Con lui andato, qualcosa si era spento anche dentro il nostro nano, ma allo stesso tempo qualcos’altro si stava accendendo.
    Fu in quel momento che Bomb capì davvero, fu mentre abbracciava il suo amico compromesso per sempre che decise: il mondo ormai faceva schifo, e salvare i Forgianatura era appena diventato solo il primo passo.

    Non li lascio vivere in questa schifezza. Voglio fare di tutto per ripulire l’aria. Oh sì che ripulisco l’aria. Non può andare avanti così! Non possono sempre morire o farsi male tutti! BASTAAAA!!

    Il suo urlo risuonò per Thaig Angrund, le mani gorgogliavano furiosamente come a rispondere alla sua alterazione emotiva e il silenziò piombò finalmente sul campo di battaglia.
    Si alzò lentamente, asciugò le lacrime e prese a smontare i due automi nemici per capirne il funzionamento e fare razzia di componenti utili.
    Quella battaglia poteva essere finita, ma la guerra era appena iniziata.

    Una volta finito, comandò all’oro sotto Kosòn di aprirsi dolcemente e seppellirlo, quindi piantò un pezzo di metallo che gli era volato via nella zona ancora non del tutto solida dopo che si era richiusa.
    Si promise di tornare a dargli un ultimo saluto con gli altri una volta finito lì, e poi finalmente proseguì.

    Dopo qualche minuto di cammino durante il quale la mente del nano rimase totalmente sgombra da qualsiasi tipo di pensiero o ragionamento, troppo segnata dal dolore per funzionare correttamente, un’esplosione poco lontano sembrò riattivare i processi cognitivi.

    Si affrettò e vide le sue creazioni rimaste affrontare altri due automi: uno era quello da cui aveva salvato il nano, o per lo meno una sua copia perfetta, mentre l’altro sembrava un enorme millepiedi con in cima un forma umanoide.

    E quello che roba è?! Un millecentauro?! - un pensiero che normalmente sarebbe stato accompagnato da una grassa risata, ma non era proprio il momento di ridere, dopo aver perso Kosòn.
    Era sempre stato quello che risollevava il morale, sì, ma stavolta il suo si sarebbe risollevato solo dopo aver eliminato ogni possibile minaccia in quell’assurdo posto.

    Iro. Prendi MiniGroot e andate al sicuro. Ci pensiamo io e Shax. ORA! Questi bastardi devono pagare e voi dovete salvarvi. IO devo salvarvi.

    Mai era stato così infuriato, trasformato in una versione così intimidatoria di se stesso, tanto che il pipistrello ebbe qualche istante di tentennamento prima di afferrare l’alberello e sfrecciare via al massimo della velocità.
    La lince saltellava a destra e sinistra, danzando tra gli attacchi dei due automi.

    Finiamola in fretta, Shax. Vieni qui un attimo, per piacere.

    La lince ubbidì e corse a zigzag fino alle gambe del creatore, seguita a ruota dagli altri due automi, la cui traccia cosmica andava accumulandosi.
    Stavano per attaccare, ma a Bomb non interessava.
    Come già fatto in precedenza, usò l’oro per corazzare il suo costrutto, poi gli comunicò di correre a più non posso attorno agli avversari per abituarsi alla nuova conformazione, mentre lui si sarebbe occupato del resto.

    Due enormi raggi partirono dai nemici, uno di energia spirituale, l’altro di cosmo grezzo.
    Bomb non fece altro che barricarsi dietro una seconda pelle d’oro, al pari di quanto aveva fatto per le su creazioni.
    Se il cosmo grezzo lo stava spingendo via violentemente, crepando la protezione e arrivando a bruciare le carni del nano, il raggio spirituale lo investì in pieno, causando danni ben più ingenti e insidiosi: una sensazione di gelo talmente intenso da essere doloroso si diffuse in tutto il suo essere, acuendo il senso di dolore che già provava per Kosòn e portandolo a livelli quasi intollerabili.

    AAAAAAHHHGGG!!
    Me lo merito.
    E’ colpa mia.
    Non lo meritava lui però.
    L’ho mandato a morire.
    Ho mandato me stesso a morire.
    Ho condannato TUTTI a morire.


    Le sue emozioni erano alterate: quello non era un suo pensiero. Era come se quel raggio avesse interferito col suo stato d’animo già fragile da principio.
    E in più sentiva di aver sprecato troppe energie, più di quanto pensava di aver fatto. Era affaticato, oltre che completamente abbattuto e quasi svuotato di quella voglia di vendetta e restaurazione.

    Stava per abbandonarsi, ma un boato stimolò violentemente i suoi sensi e interruppe quella specie di sortilegio. O forse era soltanto il raggio spirituale che era stato interrotto dal fulmine che Shax aveva scagliato dritto dritto nell’apertura da cui veniva sparato, mettendo KO il bestione.

    Bomb scosse la testa e si diede a fatica degli schiaffoni sulle guance.
    Qualsiasi cosa stesse succedendo, era ora che finisse.

    Bel barbecue tesorino, ora lascia fare a papà, eh?

    Era stanco.
    Lo era in tutti i sensi: sentiva le energie iniziare a scarseggiare seriamente, ma era anche stufo. Il “millecentauro” era lì che tentava di correre con le sue svariate zampone per raggiungerlo velocemente e concludere il lavoro, ma Bomb aveva deciso di finirla. Radunò tutto il potere che ancora sentiva di avere in corpo e lo indirizzò tutto verso l’automa, ordinando all’oro di cui era composto di strapparsi violentemente dalla sua struttura, pezzo dopo pezzo, placca dopo placca, fino a lasciare soltanto lo scheletro. Poi crollò in ginocchio, sfibrato, e pianse disperato fino a non avere più le forze e addormentarsi.

    Diverse ore dopo, Bomburkonk riaprì gli occhi.
    I resti della battaglia erano ancora lì, così come erano lì Iro, Shax e MiniGroot, adagiati su di lui a protezione.
    Si tiró su lentamente e li strinse tutti assieme.

    Grazie ragazzi.
    Scusate se vi ho spaventato prima, ma Koson è morto e non ci ho visto più. Aspettate un attimo, studio questi affari poi vediamo cosa fare, che dite?


    Li coccolò ancora un po’ poi andò a saccheggiare anche gli altri due automi o ciò che ne era rimasto.
    Il milletauro sarebbe stato facilmente ricilabile ricreando tutte le placche che aveva staccato e ricostruendo con l’oro le giunture distrutte, mentre dell’altro recuperò i meccanismi e il materiale.
    Tornò quindi a sedersi accanto agli amici e si fece di nuovo stranamente serio.


    Io lo so che voi mi volete bene in qualche modo strano che capisco poco e che siete pronti ad aiutarmi al massimo di quello che potete fare. Ma io non posso, no anzi non voglio, che venite ancora con me.
    Ho abbastanza oro per fare degli altri amici più grossi e incavolati di voi, ma non è che non andate bene, voglio che capite. Non voglio che vi fate male. Siete i miei bambini. Non posso perdere anche voi come è successo a Kosòn.
    Vi prego, tornate a casa e iniziate a dare una mano a Getha e agli altri, qui finisco io. Non posso combattere Vassoietto se ho paura che vi fate male voi tanto quanto ne ho che ci rimango secco io. Perdiamo tutti se va così, siete d’accordo?


    I tre sembrarono protestare a modo loro, ma alla fine in qualche modo riuscirono a comprendere ciò che il nano voleva comprendessero, perciò dopo un saluto triste ma ottimista, si incamminarono tutti nella direzione opposta a quella da cui era arrivato lui prima dello scontro, diretti verso Thaig Forgianatura.

    Bomb, per la prima volta realmente solo in quella missione, si prese del tempo per assemblare i nuovi automi e benedirli con il potere di Wunjo, poi finalmente si rimise in cammino.

    Dopo lungo vagare, finalmente giunse all’entrata del Palazzo: un cancello che dava su un’anticamera dalla fattura mozzafiato, oltre la quale c’era un’enorme rampa di scale che portava ancora più in profondità.
    Scendendole, lo spettacolo che investì la vista di Bomb era qualcosa di ineffabile.

    Per tutti i regni! E’ meraviglioso!
    Come hanno fatto? Altro che leggende o canzoncine… Questa roba è fuori di testa, da strapparsi barba e capelli!


    Commentava tra sè e sè, avventurandosi sempre più giù.
    Percepiva la traccia di Vassoietto sempre più distintamente, quella storia stava per finire in qualche modo. Chissà se avrebbe trovato anche l’Incudine.

    Se c’è e riesco a prenderla dopo aver cappotato Vassoietto, la festa a casa sarà GIGANTISSIMA!!

    Sorrise e acquisì così tanta forza da quel pensiero che stava iniziando ad accelerare la discesa.
    Si stava avvicinando la resa dei conti, ne era cosciente: quel giorno sarebbe nato un eroe o morto uno stupido.

    narrato parlato pensato

    fisico sfatto, ma ha riposato quindi discreto.
    mente rollercoaster x100
    stato cloth
    riassunto azioni madonna che parto: drammi, botte, altri drammi, altre botte, piantini, sonno, altri piantini, poi andiamo a smerigliare vassoietto con i nuovi amichetti approvati.

     
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    Nelle ultime profondità del palazzo, giungi finalmente davanti alla favoleggiata reliquia per la quale tutto questo viaggio è iniziato. L'Incudine è lì, davanti a te, non è possibile confondere una fattura così eccelsa per qualcos'altro; i tuoi occhi tracciano ogni microscopico granello di polvere posato sull'artefatto, studiandone l'enorme forma e le antichissime rune che ne tracciano la superficie. Il pensiero che trasportarlo a casa potrebbe essere un discreto problema ti passa nella testa, considerando che è un enorme apparato discretamente alto e pesante, ma inconvenienti logistici sono l'ultima cosa a preoccuparti.
    Noti qualcosa di strano non nell'artefatto in sé, ma nelle rune che lo incantano; non sono rune di trasmutazione di materia, o almeno non quante ne giustificherebbero i poteri leggendari. Può generare Oro Nanico e dare forma ad automi, certo, ma non è questa la sua funzione primaria; noti solo adesso cumuli e cumuli di scheletri ovunque nell'ampia stanza.

    All'attacco dei druchii, il Re e i potenti del Thaig vennero da me a implorarmi di risolvere il problema. Come se potessi schioccare le dita e far sparire ogni inconveniente.
    Vassoietto riappare sempre nella sua forma di Oro liquido. Il suo tono, prima disgustato dalla tua presenza, ora è neutrale; come se finalmente ti considerasse degno di poter udire la sua voce.
    Quando portai loro la mia proposta furono... insoddisfatti.
    Fa un cenno con uno pseudopode, portando la tua attenzione su qualcosa che riposa in un'ampia alcova a un centinaio di metri alla vostra sinistra. Vedi centinaia e centinaia di costrutti dorati di fattura simile a quelli che hai già incontrato, eccelsa e superiore a qualunque cosa sia mai uscito dalle vostre fucine, eppure nei loro sguardi c'è qualcosa; un accenno di coscienza, una scintilla di vita che non può essere replicata con semplice artificio.
    Le strane rune dell'incudine sono un potentissimo incanto necromantico, capace di strappare anime viventi e innastarle all'interno di un costrutto in Oro; ciò gli darebbe una maggiore autonomia, prescindendo dal controllo diretto di un maestro delle rune, sebbene completamente sotto la sua malia.
    La più alta blasfemia che un forgiatore runico può fare, un gravissimo insulto alle arti del vostro padre ancestrale.

    Vassoietto vede la realizzazione dipingersi sul tuo volto, e l'accoglie con un sorriso.
    Ci vorrà tempo, ma riuscirò a recuperare le anime di tutti gli sciocchi che mi hanno dato del folle. Thaig Angrund risorgerà e trascinerà il nostro popolo e i Nove Regni in una nuova era.
    Follia, assoluta follia; quest'uomo ha condannato il suo Thaig, la sua gente, ad un destino di tormento infinito per ergersi a capo di un regno di oro e silenzio.
    Un altro artigiano runico potrebbe espedire i miei piani. Tu mi aiuterai, Bomburkronk.
    La sua forma si agita e ribolle un'ultima volta, sottolineando la minaccia implicita nelle sue parole.

    Preferirei lo facessi volontariamente.

    CITAZIONE
    Note: il momento della verità.
     
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    La meraviglia di quel luogo era qualcosa di totalizzante per Bomburkonk, ma dopo aver finito la discesa ed essere entrato nell'enorme caverna delle profondità gli sembrò che il limite dell'immaginabile fosse stato spostato ancora più in là, più di quanto non fosse già accaduto all'ingresso.
    L'Incudine era al centro dell'area: si trattava di un artefatto gigante da cui non riusciva a staccare gli occhi (non che ne avesse la più remota intenzione) sia per il fascino che esercitava, sia per la deformazione professionale che lo spingeva ad analizzarla a vista centimetro per centimetro.

    E'... Non lo so! Non so neanche come descriverla! E' tutta perfetta, liscia, lucida. Solo un po' di polvere sopra, ma dopo tutto 'sto tempo, sfido io!
    Questa mica riesco a portarla a casa però, è troppo enorme! Mamma mia, guardala, com'è bella e imponente!!
    E tutte quelle rune...


    Il pensiero di non poter evidentemente portare con sè l'artefatto sembrò attraversare la sua mente soltanto di sfuggita prima che i simboli luminosi sull'enorme Incudine monopolizzassero la sua attenzione: perchè ce n'erano così tanti se si trattava di un'oggetto leggendario? Con tutto il potere che doveva avere chi l'aveva reso sovrannaturale, che senso aveva utilizzare così tante rune? E molte sembravano addirittura non essere soltanto simboli di trasmutazione.

    Mentre ci rifletteva, si guardò un pò intorno e si rese conto di quanto altro c'era lì dentro che meritavasse attenzione oltre all'enorme oggetto: una quantità spaventosa di scheletri era ammonticchiata in gruppi sparpagliati ovunque sul terreno attorno all'Artefatto.
    Non ebbe neanche il tempo di elaborare ciò che aveva visto, che la voce di Vassoietto lo face voltare di scatto: era lì, di nuovo nella sua forma semisolida, a spiegargli - stavolta con tono meno schifato - come fosse stato incaricato dalle alte sfere del Thaig di salvare la situazione contro i druchii, salvo poi dissentire sulla sua geniale soluzione.

    Sì, perchè cacciando fuori una parte d'oro come volesse indicare qualcosa, mostrò a Bomb un angolo lontano dove erano accatastate centinaia di automi dorati che ricordavano in tutto e per tutto quelli che il Forgianatura aveva affrontato in precedenza: sembravano... dismessi?

    ...no, che dismessi e dismessi, quelli sono... No. Non possono. Non è-?! COME?!

    Iniziava ad essere spaventato.
    Quei costrutti sembravano trasmettere qualcosa con lo sguardo, sembravano tristi. Ma non si trattava di ciò a cui lui si era abituato dopo essere stato a contatto a lungo con Iro, Kosòn e gli altri: non era quell'illusione di avere davvero di fronte qualcosa di senziente quando invece si trattava di macchine costruite appositamente per reagire ai comandi del costruttore ed eventualmente a suoi poteri; quell'ammasso di creature dorate sembrava emanare davvero dei barlumi di vita.

    Non mi stai mica dicendo che...? girò la testa inarcando leggermente la schiena per tornare ad osservare l'Incudine, e tutti i pezzi del puzzle andarono al loro posto.
    Chiuse lentamente gli occhi e scosse la testa, maledicendosi per non essersene accorto subito.

    Ecco perchè sono così tante e non tutte di trasmutazione. Tutte quelle in più sono roba necromantica.
    Maledetto Vassoietto, che cosa hai osato fare? E da quanto?!


    Ora si spiegavano il terrore delle voci in giro per il Thaig, il nano spettrale che aveva salvato dagli automi, quel senso di disagio dilagante lì fuori. La sua espressione doveva essere cambiata radicalmente, visto che il folle ammasso d'oro quasi solido sorrise visibilmente guardandolo fisso negli occhi.

    Devi sentirti forte eh? - ruppe il silenzio che si era venuto a creare - Ma non ti hanno spiegato che di solito non si risolve un problema con un problema più grosso?!

    Vassoietto voleva che lui lo aiutasse a portare a compimento la sua follia, minacciando neanche troppo velatamente che sarebbe successo, con le buone o con le cattive. Non stava facendo i conti con una cosa peró, se poco prima la paura stava iniziando ad assalire il nano alla vista degli scheletri, ora che aveva scoperto cosa stava succedendo, Bomb era tutt’altro che impaurito.

    Ora tu mi stai a sentire e poi mi spieghi, eh?

    Lo sai che cosa hai fatto? Ce l’hai presente che QUESTA
    - e indicò l’Artefatto allungando il braccio all’indietro - è l’eredità più preziosa dei Nani? Un oggetto delle leggende?
    E tu che fai? Lo IMBRATTI con certe schifezze? Lo inquini con QUELLA ROBA?!


    Non era tuttavia un problema unicamente patriottico, anzi, lo era soltanto in parte. Il motivo per cui Bomb si era infuriato così repentinamente era più personale.

    HAI CONDANNATO TUTTI. DISTRUTTO LA GENTE CHE AVRESTI DOVUTO SALVARE! BEL PIANO DI MERDA, E VUOI ANCHE CHE IO TI AIUTI A CONTINUARE QUESTA STRAGE?

    FOTTITI, VASSOIETTO.
    E COL CAVOLO CHE TI PORTO A GERTHA, NON TI CI FACCIO AVVICINARE NEANCHE COL CANNOCCHIALE A MIA SORELLA!


    Il suo cosmo ruggì.
    Voleva costringerlo? Che ci provasse.

    …e vediamo se tu costringi me o io ti SPACCO LA FACCIA una volta per tutte prima di cercare di ripulire l’Incudine.
    Wunjo, ti prego, dammi la forza che VOGLIO farlo a pezzettini e liberare quei poveri nani che vagano nel terrore.


    Espanse la sua energia in modo da avvolgere anche l’Incudine e sperando che la sua risonanza con Wunjo potesse in qualche modo iniziare a purificarla dalle rune blasfeme, poi battè il pugno destro sul palmo sinistro, fissando Vassoietto in quelli che avrebbero dovuto essere gli occhi.

    A breve sarebbe iniziata e lui non era mai stato così pronto.

    narrato parlato pensato

    fisico Buono.
    mente LA FURIA.
    stato cloth
    riassunto azioni Vede l’Artefatto, gli scheletri, poi sente la spiegazione di Vassoietto e mette insieme i pezzi, INCAZZANDOSI A BESTIA.
    Prova a iniziare da un tentativo terra terra di contrapporre Wunjo alle schifezze che ha impresso sull’Incudine, poi si concentra sullo stronzo.
    Ah sì, quando è incazzato diventa SERISSIMO.

     
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    Quando espandi il cosmo, facendolo bruciare fino ai suoi limiti per raggiungere l'artefatto corrotto, entra in risonanza con il tuo potere; qualcosa nella sua matrice più profonda è ad esso affine, brillando di luce dorata e cancellando qualche runa necromantica. Vassoietto osserva l'accaduto, e la tua reazione, con un misto di curiosità e accettazione; non sembra essere minimamente sorpreso dalla tua scelta. Eppure il suo tono, da neutro, si fa malefico.
    Credo che qui ci sia un malinteso. L'Incudine non è stato corrotto, sta svolgendo la funzione per cui è stato costruito.

    Per cui io l'ho costruito.
    A questa rivelazione anche lui inizia ad espandere il suo cosmo, freddo e distaccato, ma in risposta qualcos'altro risponde; un qualcosa di molto più alto e supremo, un riconoscimento diretto dei tuoi sforzi e della tua determinazione incrollabile, un attestato alla tua furia e alla comprensione della runa che hai raggiunto.
    In alto si leva un enorme anello d'oro, composto apparentemente da più parti segmentate intersecate tra di loro, con un bellissimo zaffiro bianco che splende di potere divino. L'anello si scompone, rivelando pezzi di armatura che si pongono sul tuo corpo, avvolgendoti nel simbolo del nuovo ruolo che ricoprirai fino alla fine dei tuoi giorni; il Sacerdote Runico di Wunjo.

    Dopo questo momento di sublime rivelazione, vedi che la forma del tuo nemico prende a mutare in previsione della lotta, preparandosi nel pieno riconoscimento di un avversario che è una minaccia considerevole.

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    [KARADIN ANGRUND: IL SIGNORE DELL'ORO]

    Importa poco che Odino sia con te. Il tuo destino è segnato.
    Placche d'oro si formano davanti a lui, e da una polla di oro liquefatto emerge un nuovo costrutto di rara bellezza. Esso spalanca le ali, levandosi in alto e, con un baluginio di energia dorata, prende a dare forma ad un quantitativo irreale di oro liquido in un gigantesco cubo di un centinaio di metri che, abbassando le corna verso di te, ti viene scagliato addosso.
    L'intento è semplice, schiacciarti sotto il peso della quantità maggiore di Oro generata e di una superiore durezza offensiva. Una volta fatto questo, con te a contatto, l'oro diventerà semiliquido, cercando di avvolgerti e rinchiuderti all'interno una sfera del nobile metallo per bloccare ogni tua azione.


    CITAZIONE
    Note: direi che si comincia. Hai l'armatura, Karadin è a energia blu e inizia evocando un simpaticone con Costrutti, che può formare l'oro in semplici forme geometriche. Ci incanala Oro attraverso, lanciandoti contro un gigantesco cubo (AF, Costrutti + Oro Straordinario), poi dopo prova a liquefarlo per avvolgertelo addosso e chiuderti in una sfera (AD, Costrutti + Oro Straordinario).
     
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