Lux Invicta

Dha → Uriel

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    Dhawyth → UrielLux invicta • post I •
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    Stai riposando? Stai sognando? Oppure semplicemente meditando?
    La cosa certa è che provi dolore, spossatezza ma allo stesso tempo qualcosa di intrinseco nella tua stessa essenza ti impedisce di preoccupartene più del necessario. Sei al sicuro, sei tornato nel Panangelicum, là dove tutto è perfezione, purezza e pace. Ma come sei arrivato lì? Ricordi chiaramente che ti trovavi sulla Terra no?

    Con lentezza cerchi di mettere ordine tra i tuoi pensieri. Sei arrivato nella realtà materiale parecchio tempo prima, ricordi la tua vita in Giappone, il periodo in Grecia, l'arrivo di quella che è stata definita fine del mondo, Armageddon, corruzione. Il solo pensiero di quella parola ti disgusta nel profondo. Davanti a te ripercorri ogni istante passato tra gli umani, nascosto in piena vista: i ricordi risuonano nel tuo spirito, rinvigoriscono la tua essenza.

    Eppure c'è un elemento di disturbo, un dettaglio che risulta alieno e fuori luogo in questa tua passeggiata lungo il viale della memoria. Qualcosa che ti appartiene ma non ti definisce

    Dhawyth



    5WenuYi

    NOTE ♦ Intanto bentornata :asd: Iniziamo in modo tranquillo, per riscaldare i muscoletti delle dita. In questo momento tu SEI Uriel. Sei stanco e ferito ma non riesci a ricordare il perchè, così come non riesci a capire come o quando sei tornato nella dimensione di Aether. Stai rivivendo i tuoi ricordi, dalla tua nascita in epoca moderna fino all'ultima battaglia che hai combattuto, che divrebbe coincidere con la mega quest dei Saint. Hai carta bianca e libertà assoluta, non deve chiaramente essere vita morte e miracoli di tutto quello che hai fatto con il precedente personaggio ma un bel recap/riprendere in mano la situazione da dove l'avevi lasciata. Presentaci dunque Uriel, raccontandoci tutto dal punto di vista dell'angelo: Dhawyth non è mai esistita davvero. Per qualsiasi dubbio domanda cose sai dove trovarmi <3
     
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    “L'angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava.”[Esodo 3:2]

    Aprì gli occhi e la luce la investì come fiamme vive; era immensa, calda ed accecante, ma lei sapeva esattamente dove si trovava, non aveva bisogno di guardarsi attorno, la lunga meditazione ed il riposo avevano annebbiato i pensieri del passato mescolandoli a quelli del presente, ma la percezione di sé era chiara: era a casa tra le braccia di Aether, nel Panangelicum. Non ricordava però come era tornata a casa, il corpo le doleva terribilmente, provava dolore, ma la mente la tutelava da ciò cercando di ammorbidire quella sensazione inviandole stimoli contrastanti; da una parte ricordava frammenti del passato, dall’altra sentiva che non avevano alcuna importanza, come se appartenessero ad un’altra esistenza. La sua sofferenza era reale, ma di poco conto, ormai non aveva più importanza, ormai era a casa.

    Si mosse leggermente, cercando di riprendere consapevolezza di sé, si sentiva come un neonato che osservava le proprie estremità senza riconoscerle e che involontariamente le metteva in bocca...perchè ricordava una così precisa sensazione? Una percezione spiccatamente umana, lontana da ciò che caratterizzava un daimon, perché di quello ne aveva certezza: lei era Uriel, la fiamma di Dio. Però più riprendeva familiarità con se stessa, più ricordava altro...era stata sulla Terra, tra gli uomini, aveva vissuto con loro, combattuto con loro.

    Ricordava un periodo in Giappone, lo ricordava con spensieratezza e felicità; rammentava dei volti umani che aveva amato, i profumi degli alberi in giardino ed il rumore dell’acqua che gorgogliava in uno stagno di carpe sul retro. Ricordava la messa della domenica, il cibo servito su tavolini bassi, voci, urla e risate. A questi si sovrapponevano altri tipi di rumori: ronzii metallici, rocce che si frantumavano, clangore generale, grida disperate, guerra, morte...aveva combattuto, aveva servito in Grecia. Ricordava di aver indossato un’armatura, poteva ancora percepire il freddo metallo toccarle il corpo mortale ed il peso psicologico che aveva affrontato nell’accettare quel tipo di potere. Ora sapeva che era una benedizione di Dio, ma all’epoca ricordava di averla presa come una condanna; percepiva i pensieri degli altri, leggeva nella mente degli umani e aveva provato con alcuni un legame così forte da rivivere in se stessa le loro emozioni. Empatia, così l’aveva chiamata e aveva viaggiato a lungo servendo e combattendo il male, la corruzione...a quel pensiero una rabbia immane avvampò dentro e fuori di Uriel. Per combattere quel morbo, quella fetida malattia, era salita di grado; il freddo della precedente armatura aveva lasciato posto al caldo abbraccio del metallo dorato. Ricordava la sensazione del grani del rosario tra le mani, la liscia e confortante sensazione di sentirli scivolare tra le dita. In quel periodo aveva combattuto divulgando il Verbo, la Verità, perché lei sapeva per chi stava lottando, chi fosse il suo unico e vero Signore. Stava colmando quel divario, stava per abbracciare in toto la sua essenza quando il buio spense ogni luce. I ricordi finivano lì, ad un passo dal tutto, ad un passo della sua realizzazione. Era stata spezzata? Era caduta? Come aveva perso ogni cosa, chi le aveva portato via tutto? Come era successo in passato con il ronzio dell’empatia che la avvertiva del sopraggiungere delle cose, questa volta quel ronzio era un elemento di disturbo...c’era qualcosa, o meglio qualcuno, che la frenava dal pieno ricordo di sé. Insieme ai ricordi del suo tempo sulla terra, c’era altro che la distraeva...c’erano emozioni, passioni e amori. Uriel non aveva mai provato tali sensazioni se non per il suo Creatore, eppure c’erano sorrisi che le facevano vibrare il cuore, occhi che la facevano commuovere, abbracci che riuscivano a risollevarla, gesti e parole che le avevano ridato forza. Aveva provato speranza per il genere umano, aveva perso la voce urlando il suo dolore per la perdita, aveva sofferto la mancanza e rimpianto azioni non fatte. Tutto ciò si sovrapponeva al suo far chiarezza, il viale dei ricordi passati era intrecciato con queste emozioni così umane, che la distraevano e la confondevano.

    Ora che era al sicuro e ripensava al passato sentiva di aver lasciato cose in sospeso, sentiva di non avere ultimato il suo scopo, di non aver compiuto la sua Verità...ma più si sforzava di ricordare, più veniva distratta e riportata al principio, chi poteva richiamarla con tanta forza da farle dimenticare il suo dovere? Un nome risuonò dentro e fuori Uriel: Dhawyth. Provò a ripetere quella parola per sollecitare la memoria, ma non le fu possibile, non riusciva nemmeno a pronunciarla per quanto la considerasse aliena; era come se stesse tentando di dire ad alta voce una parola in una lingua sconosciuta che aveva sentito innumerevoli volte, che si era insidiata nella sua mente, ma che comunque continuava a non capire. Sentiva una certa affinità, ma pur essendo parte di sé non la riconosceva come propria. Cosa voleva da lei?


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    רוּחַ (Spirito)
    A prescindere dalla propria filosofia, il processo per giungere alla piena padronanza dei propri poteri culmina nell'Illuminazione, nella Verità. Questa abilità non ha barriere fisiche, supera il degradarsi delle ere, diventa immortale; l’energia spirituale permette al cavaliere di superare ostacoli ritenuti insormontabili, di interagire con le anime dei defunti e con spiriti disincarnati, di separare la propria anima dal suo involucro fisico e di trasportarla, con o senza il corpo, tra i vari Mondi Eterei. Al raggiungimento di un certo grado di consapevolezza e forza [Energia Blu] il cavaliere potrà, attraverso un'apposita tecnica, recidere i legami tra spirito e corpo e trasportare l'anima nei diversi mondi ultraterreni che rappresentano l'eterno ciclo di trasmigrazione e quindi rinascita.
    Questa familiarità con l'essenza ultima dell'essere, permette al cavaliere di gestire l'intricato reticolo di fili che compongono l'anima dell'essere umano; egli potrà quindi “redimere e liberare” l'anima racchiusa in un corpo per attaccarla direttamente utilizzando la propria energia spirituale come veicolo che dia forma al danno od utilizzare degli spettri, per contrastare altra sostanza spirituale o anime direttamente; potrà ferire fin quasi a mutilare, lo spirito dell'avversario che non risentirà di alcun danno fisico sul proprio corpo, ma si sentirà come affaticato, quasi svuotato di ogni energia fisica, oltre che a provare atroci dolori.
    ESP1: Solo tramite il controllo di sé e delle proprie pulsioni si può sperare di giungere allo stato di Illuminazione e rimanerci.
    Il cavaliere ha ormai vinto questo combattimento con se stesso e conosce tutti i segreti del corpo e delle sue interazioni con la realtà. L'accettazione e la comprensione delle regole che governano l'Universo, hanno permesso al cavaliere di comprendere la natura intima degli altri: le loro passioni, pulsioni, desideri e peccati, al punto da poterne delineare un quadro emotivo e caratteriale. Utilizzando come veicolo le sue abilità spirituali egli può comprendere l'altrui individualità spirituale, può attingere alle altrui sofferenze e percepire il dolore delle altrui esperienze.

    אוֹר (Luce)
    L’unico modo per comprendere il nucleo primordiale che si cela dietro la Verità è attraverso la Luce della Conoscenza. Questa abilità può essere veicolata attraverso il controllo dei fotoni; sia sotto forma di raggi per ustionare, perforare o tagliare con effetti diversi da quelli inflitti da un'arma, sia grazie alla rifrazione luminosa per tentare di abbagliare ed accecare, inoltre può celarsi in piena vista dagli avversari sfruttando tale rifrazione, il cui effetto non è altrettanto efficace rispetto ad un'illusione ambientale. La luce può raggiungere anche forma solida per plasmare artefatti per scopi difensivi, come scudi, od offensivi come oggetti taglienti o proiettili penetranti, con effetti sempre meno efficaci di un'arma.

    צורה אמיתית (Vera Forma)
    Anatomia Aliena: corpo antropomorfo maschile composto da 4 arti superiori, i due inferiori sono provvisti di zoccoli, mentre il capo è composto da una coppa allungata e poco profonda contenente fiamme ardenti, sulla schiena dei drappi gli consentono di volare ma esso non sarà un volo perfetto nè lo avvantaggerà nel muoversi agilmente in ogni direzione.

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    Edited by Dhawyth - 16/4/2024, 18:45
     
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    Dhawyth
    Dhawyth

    La tua mente continua a vagare, andare sempre più alla deriva senza tregua, senza sosta, in un viaggio sempre più logorante e al limite del fastidioso. Vorresti farle smettere, quelle vuote immagini prive di significato reale che ti tormentano la mente, ma semplicemente non riesci.
    Una visione prende il sopravvento, con una prepotenza che ti fa quasi male.

    Ritorni al giorno in cui hai risvegliato il settimo senso. Quel momento marchiato a fuoco nella tua mente è stato il punto di svolta, quando qualcosa dentro Dhawyth ha iniziato a cambiare. Dhawyth è una menzogna, Dhawyth non è mai esistita: sei sempre stato solo Uriel.

    Ricordi che da quel giorno sono iniziate le fatiche, il peso di un segreto troppo grande per essere messo semplicemente sotto il tappeto come un mucchietto di polvere. Ricordi la stizza, quasi il fastidio provato ogni volta che chiunque si rivolgeva a te come Dhawyth o Dha, rivivi la soffocante costrizione di dover rimanere in silenzio, incapace di rivelare al mondo la tua verità, impossibilitato a divulgare il verbo del tuo vero Signore.

    Eppure la sua luce è sempre stata lì, dentro di te. Una guida silenziosa, un faro nella notte. La luce di Aether ti ha sostenuto, dandoti forza, impedendo alla tua fiamma di spegnersi e anzi, l'ha alimentata costantemente. Non è mai stato un contatto diretto naturalmente, ma il solo sapere della sua esistenza, della sua presenza...per te è stato più che sufficiente.

    Non passa molto tempo che una notte, col favore del buio, decidi di lasciarti tutto alle spalle. Abbandoni l'armatura d'oro, e con essa tutte le catene che ti tenevano legato per poi semplicemente andartene.
    Sai perfettamente che il mondo all'infuori dei centri sicuri è pericoloso, ne sei consapevole, lo hai vissuto per tanti anni come "Dhawyth": l'arrivo della corruzione, piaga maligna figlia del Chaos, continua ancora oggi a dilagare e insozzare la creazione di Phanes. È compito tuo, Uriel, purificarla con la tua sacra fiamma

    __________

    note: Perdona il ritardo :fiore:
    ok abbiamo un bel po' di carne al fuoco. Un altro flashback, abbastanza chiave per tutto: hai risvegliato il settimo senso ed è da lì che il risveglio di Uriel ha inizio. Vorrei quindi un bel build up psicologico fino alla spaccatura/presa di coscienza dell'angelo con cui si rende conto che per quanto bella e simpatica, la cloth di Virgo e il sentiero di Atena non sono la sua strada.
    Ferma il post con la fuga dai territori ateniesi :zizi:
    Per qualsiasi cosa sono qua <3
     
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    “Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; e il monte era tutto in fiamme, che si innalzavano fino al cielo; vi erano tenebre, nuvole e oscurità.” [Deuteronomio 4:11]

    Una mano si protese verso il suo viso mortale, le accarezzò una guancia...lei sorrise…
    Dhawyth
    Stava correndo in un bosco seguendo delle tracce animali, si chinò per terra e fu aggredita alle spalle...svenne…
    Dhawyth
    Si immergeva in acque profonde seguendo delle luci per salvare le voci di bambini scomparsi e le sue urla le si perdevano in gola…
    Dhawyth
    Combatteva con cavalieri dalle armature nere, tutti pronti a dare giudizi, a provocarla...a scuoterla…
    Dhawyth
    Abbracciava dolorante ma felice i suoi compagni dopo una missione, avevano salvato delle vite in nome della speranza...per Athena!
    Dhawyth
    La Verità dorata le venne incontro, la circondò, la inondò e lei fu sua…
    Dhawyth

    Ebbe un conato di vomito, le viscere le si stringevano e cercavano in tutti i modi di espellere quel nome, quella sensazione così logorante, così intrinseca in lei...era troppo fastidioso...ma più Uriel tentava più falliva, le immagini ed i ricordi si sovrapponevano diventando sempre più assillanti, sempre più radicati.

    Anita giaceva in un letto, immobile, addormentata...pareva deceduta, la sua speranza vacillò…
    Dhawyth
    Cuciva maglioni e si dava da fare al Grande Tempio per soccorrere i rifugiati, accudirli e tentare di risollevare il morale…
    Dhawyth
    Osservava un fiume di anime perse, vorticarle attorno, spinte alla deriva...anime afflitte, condannate, impotenti…
    Dhawyth
    Incontrò lui, Atavaka, e ne fu attratta come se fossero un tutt’uno...desiderava ucciderlo per come aveva sprecato il dono della Verità, ma dall’altra parte lo amava disperatamente...fu l’amore combattuto, l’amore frustrato, quello soffocato in virtù di un dovere più grande che le permise di risvegliare il settimo senso.
    Dhawyth

    Quel ricordo fu il più doloroso, le fiamme sul suo capo avvamparono tentando di contrastare e bruciare il dolore che l’aveva colta in pieno petto; non era solo più disgusto e frustrazione, provava vera e propria sofferenza fisica. Il ricordo di Atavaka...di come l’aveva affrontato, rinfacciandogli di non aver saputo sfruttare il dono della Verità, la colpì con forza alla bocca dello stomaco. Come poteva giudicare lei, lei che si era nascosta per tutto questo tempo, lei che aveva taciuto, celandosi dietro la facciata della mortalità, lei che era sempre stata Uriel, che aveva permesso a Dhawyth di ingannarla. Dhawyth era stata la vera menzogna, si era macchiata dello stesso crimine di Atavaka, Dha rappresentava quel velo che le aveva impedito di emergere, il muro della consapevolezza da abbattere. Aveva permesso a Dha di agire per suo conto, ricordava però il fastidio, la sensazione di incompiutezza dietro le sue azioni...il monito che mancasse qualcosa nel suo operato...credeva di lavorare per la speranza, ma Uriel sapeva che lo faceva per l’ordine, per il Creato. Ristabilire lo status quo. E aveva provato fastidio quando veniva chiamata con quel nome, persino ribrezzo nell’indossare un’armatura che non sentiva appartenergli del tutto; da quel giorno aveva giustificato il tutto come una crisi di fede, ma non era corretto...la sua fede era giusta solo che stava guardando nella direzione sbagliata. Si era costretta a tacere, non potendo esplodere nella sua convinzione, non potendo divulgare il vero Verbo...tuttavia sapeva di non essere sola, si sentiva costretta e con le ali tarpate, ma sapeva che la luce di Aether la stava guidando e proteggendo. Sapeva che la sua luce era con lei e che alimentava silenziosamente le sue fiamme, il suo credo; la sua consapevolezza seppur flebile resisteva, e tanto le era bastato.

    Fu così che poco tempo dopo, una sera mentre era di riposo nella VI casa al Grande Tempio, le mura che la circondavano le sembrarono così ostili e per nulla familiari, non riusciva più a sentirsi a casa, perché quella non lo era mai stata...guardò l’armatura d’oro di Virgo che non brillava più di rimando al suo cosmo, in fin dei conti lo sapeva anche lei che non erano nate per quello, non era Virgo il suo obiettivo. Era stato un mezzo, che le aveva concesso degli strumenti per arrivare alla consapevolezza, ma ora che aveva capito chi era doveva liberarsi di tutti quei vincoli mortali, di quelle catene che l’avevano costretta al servizio sbagliato, che l’avevano rallentata dal compiere se stessa e il suo auto realizzarsi. Doveva ricominciare, ritornare nel mondo devastato ancora dalla fetida piaga della Corruzione, per purificarla sì ma in un modo diverso...la creazione di Phanes andava liberata da quel morbo e per farlo l’avrebbe epurata con la fiamma del suo cosmo angelico.

    Toccò per l’ultima volta il rosario di Virgo che l’aveva accompagnata in tante avventure, lasciò che i lisci e tondi grani le scorressero tra le dita e senza nessun rimpianto li accompagnò a terra. Uriel si voltò e abbandonò per sempre il Grande Tempio e Athena.


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    Questa familiarità con l'essenza ultima dell'essere, permette al cavaliere di gestire l'intricato reticolo di fili che compongono l'anima dell'essere umano; egli potrà quindi “redimere e liberare” l'anima racchiusa in un corpo per attaccarla direttamente utilizzando la propria energia spirituale come veicolo che dia forma al danno od utilizzare degli spettri, per contrastare altra sostanza spirituale o anime direttamente; potrà ferire fin quasi a mutilare, lo spirito dell'avversario che non risentirà di alcun danno fisico sul proprio corpo, ma si sentirà come affaticato, quasi svuotato di ogni energia fisica, oltre che a provare atroci dolori.
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    Il cavaliere ha ormai vinto questo combattimento con se stesso e conosce tutti i segreti del corpo e delle sue interazioni con la realtà. L'accettazione e la comprensione delle regole che governano l'Universo, hanno permesso al cavaliere di comprendere la natura intima degli altri: le loro passioni, pulsioni, desideri e peccati, al punto da poterne delineare un quadro emotivo e caratteriale. Utilizzando come veicolo le sue abilità spirituali egli può comprendere l'altrui individualità spirituale, può attingere alle altrui sofferenze e percepire il dolore delle altrui esperienze.

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    L’unico modo per comprendere il nucleo primordiale che si cela dietro la Verità è attraverso la Luce della Conoscenza. Questa abilità può essere veicolata attraverso il controllo dei fotoni; sia sotto forma di raggi per ustionare, perforare o tagliare con effetti diversi da quelli inflitti da un'arma, sia grazie alla rifrazione luminosa per tentare di abbagliare ed accecare, inoltre può celarsi in piena vista dagli avversari sfruttando tale rifrazione, il cui effetto non è altrettanto efficace rispetto ad un'illusione ambientale. La luce può raggiungere anche forma solida per plasmare artefatti per scopi difensivi, come scudi, od offensivi come oggetti taglienti o proiettili penetranti, con effetti sempre meno efficaci di un'arma.

    צורה אמיתית (Vera Forma)
    Anatomia Aliena: corpo antropomorfo maschile composto da 4 arti superiori, i due inferiori sono provvisti di zoccoli, mentre il capo è composto da una coppa allungata e poco profonda contenente fiamme ardenti, sulla schiena dei drappi gli consentono di volare ma esso non sarà un volo perfetto nè lo avvantaggerà nel muoversi agilmente in ogni direzione.

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    Edited by Dhawyth - 16/4/2024, 18:52
     
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    Vaghi senza meta, tormentato dalla spaccatura sempre più profonda tra chi realmente sei e chi hai creduto di essere fino a quel momento. . Senti che qualcosa sta cambiando, alienandoti sempre di più dalle limitanti abitudini e concetti umani: senti meno la stanchezza, nonostante il tuo incessante camminare, la fame non ti attanaglia eppure sono giorni che non metti sotto i denti qualcosa, il sonno è qualcosa che riconduci sempre più ad una perdita di tempo prezioso perchè sai che ti basta fermarti di tanto in tanto, meditare un poco per risentirti completamente rigenerato.

    Il tuo peregrinare senza meta ti porta nei pressi della costa. Il viaggio non è stato privo di pericoli: fuori dalla protezione del santuario, là dove la luce di Athena non risplende, il male è sempre in agguato. Ma tu Uriel, con la tua fiamma e il tuo bagliore, basti a tenere a bada quelle creature inferiori. Non sono pericolose, non per te che hai ormai risvegliato da tempo la scintilla del tuo cosmo. Eppure c'è qualcosa che continua a non quadrare. La conferma di questa interferenza giunge al calare della notte.

    Il tuo ricordo si fa al contempo più fumoso e più reale, prigioniero di un incubo febbrile: ricordi l'attacco di un'entità potente, rivivi la tua battaglia con esso e la tua caduta. Ricordi il panico, l'incertezza, la consapevolezza di avere un potenziale enorme dalla tua parte ma di non poterne attingere appieno, non in quella tua condizione sospesa tra ciò che eri una volta - un guerriero devoto alla dea ateniese - e ci che ancora non riesci ad essere - un guerriero della luce, un emissario di Aether, un figlio di Phanes.
    La battaglia è cruenta, ne rivivi ogni momento, ne risenti ogni ferita, ogni taglio, ogni osso spezzato fino a quando, questa tua incapacità di spezzare le catene che ti tengono ancorato al passato non si rivela fatale.
    Un assalto più feroce dei precedenti decreta la tua fine: senti la tua fiamma vacillare e rischiare di spegnersi per sempre mentre sprofondi sempre più velocemente in un oblio oscuro.

    La fiamma di Dio che si spegne per così poco? Coraggio Uriel, puoi fare meglio di così!

    E' una voce gioviale quella che risuona nella tua testa, un suono che riconosci immediatamente come amico. Un lampo di luce dorata illumina l'area a giorno, il mare si ritira con una velocità impressionante prima di abbattersi impetuoso e gorgogliante sull'avversario. Per un solo istante ti senti avvolto da un tepore rassicurante che manda in pezzi l'involucro umano che fino ad allora hai indossato, liberando la tua vera forma. Ma sai anche che ormai è troppo tardi.

    Il flashback si interrompe e finalmente apri gli occhi, svegliandoti di soprassalto. Ti guardi attorno spaesato, impiegando più tempo del necessario a capire dove ti trovi: realizzi di essere su una nave e stai solcando un mare placido ma che non conosi. Seduto sulla balaustra, con una gamba a penzoloni, una figura ti osserva, sollevata. Penetranti occhi arancioni sembrano guardare dritti nella tua anima, mentre una leggera brezza gli scompiglia i capelli ramati, gioca con le piume dellle sue ali. Ti sorride, amichevole.

    Ben svegliato, Uriel, cominciavo a temere il peggio

    pmmuNqg
    Blessed traveller, horizon walker
    SAN BRENDAN
    GLORIA DEL SEAFARER
    Angelo dello splendore



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    NOTE ♦ Perdona l'attesa :fiore: Le note le sistemo più tardi che sono un attimo in corsa xD

    Edit 26.04: Note > Allora. There is A LOT to unpack. È un post molto corposo, da sviscerare per bene: siamo ancora nella dimensione del sogno/ricordo, la spaccatura Uriel/Dhawyth è sempre più evidente ed insopportabile. Il tuo camminare senza meta ti porta alla costa greca, immagina di dover affrontare piccole schermaglie con corrotti minori. Considerati energia viola ma senza poteri di sorta, solo cosmo grezzo, e gestisci tutto autoconclusivamente.
    Lo scontro notturno con un corrotto più potente segna la tua fine ma in un certo senso anche la tua liberazione dal passato.
    Alla fine ti risvegli: sei su una nave, stai solcando un mare di luce, e quella figura (ancora non sai chi sia) ti osserva. Per ora lo riconosci solo per il cosmo, come un guerriero di Aether.
    Per dubbi domande incertezze varie, son qua :fiore:


    Edited by ¬Elle - 26/4/2024, 08:56
     
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    III
    “Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dèi; non desidererai e non prenderai per te argento né oro che è su di esse, affinché tu non rimanga preso al laccio; perché sono abominevoli per il SIGNORE tuo Dio.”[Deuteronomio 7:25]

    Il pensiero di aver sprecato tutto quel tempo nascosta dietro l’illusione di una mortale la tormentava incessantemente; quanto si era persa credendo di fare la cosa giusta? A quante sciocchezze aveva dato peso credendo che quello fosse il modo corretto di vivere?A quali peccati si era abbandonata non rammentando il loro significato?
    Sulle prime questi pensieri le avevano tolto il sonno ed il senno; aveva vagato senza meta per giorni, forse settimane, prima di rendersi conto di come stava effettivamente cambiando...non le serviva più nutrirsi o dissetarsi per rifocillare quel suo aspetto umano, anche il sonno non era più necessario, quando le bastava meditare per qualche ora per riprendere padronanza di sé e delle sue forze. Più procedeva nel suo peregrinare, più combatteva i suoi demoni interiori, più il suo corpo umano mutava per riflettere quello che era sempre stato: un guscio, questo Dhawyth era stata per lei, una maschera dietro cui celarsi, ma che ora si stava disfacendo come carta secca.

    Durante il suo incedere aveva incontrato alcune schermaglie di corrotti, ricordava bene che sulle prime aveva cercato istintivamente di richiamare quella che un tempo era stata la sua cloth...ormai del tutto inutile anche se l’avesse avuta al suo fianco. Doveva smetterla di celarsi, di usare mezzucci...lei era Uriel, la Luce di Dio, Dio è la mia Fiamma, doveva comportarsi come tale e permettere al suo fuoco di ardere più che mai. Aveva sconfitto quegli incubi attingendo al proprio cosmo, permettendo alla Fiamma di Dio di proteggerla e annientare il nemico. Era stato strano; sapeva che fuori dalla protezione del Santuario la Corruzione dilagava libera, ma non era stata la sua presenza a farla vacillare. Quando aveva permesso al suo cosmo di esplodere questo l’aveva fatto in maniera risonante; aveva affrontato alcuni corrotti infondendo i propri arti di cosmo ed andando di pura forza fisica. Ogni colpo, ogni pugno, ogni calcio scagliato contro la corruzione, pur andando a segno, pur annientando il nemico, le generava di rimando un’onda vibrante di ritorno, un’interferenza che smorzava il suo impeto. Anche con le pure ondate a distanza di cosmo, ecco che le ritornava quella vibrazione che le ronzava nelle orecchie ed in tutto il corpo come un enorme diapason.

    Aveva ormai raggiunto la costa greca; la memoria era come annebbiata, avvolta da una fitta coltre fumosa che non le permetteva di ricordare con precisione dove, né poteva vedere il mare, ma ne sentiva l’odore salmastro e ciò le bastava per riaccendere di fervore e nitidezza ciò che aveva vissuto. Sentì la temperatura alzarsi, ma non dovuta al caldo tepore delle sue fiamme sul capo, ma dal terrore del ricordo...aveva paura, non voleva rammentare, perché sapeva in cuor suo che lì era avvenuto il crollo, tuttavia si costrinse a rivivere quel momento.

    Era buio ed aveva appena sconfitto con leggerezza un piccolo gruppo di esseri abominevoli: piccole entità di puro odio, marcescenti e dall’aspetto umanoide; era bastato far esplodere il proprio cosmo, avvicinarsi il giusto per colpire con un calcio rotante i corrotti per credere di essere al sicuro. L’ondata di risonanza arrivò immediatamente, fu più vigorosa del solito, tanto che la fece barcollare all’indietro...e forse fu proprio per questa disattenzione che non si accorse che gli ultimi abomini, che credeva di aver sconfitto, si erano fusi insieme in un’unica entità. Il corpo di quest’ultimo sembrava umanoide, ma era composto da troppi arti per definirlo umano...un spesso strato di un liquido denso e nero suppurava dalla sua pelle, mascherandone i punti vitali. Provò ad affrontarlo direttamente, ma anche se i suoi colpi andavano a segno, questo si rimodellava...sembrava fatto di melma; provò allora con lo spirito...tentò di colpirne l’essenza vitale, ma non credeva possibile che un essere del genere possedesse un’anima...o forse era la sua poca convinzione a non credere abbastanza in se stessa? Sentiva di star sbagliando qualcosa, di non star sfruttando appieno il suo potenziale; ogni volta che portava un colpo, quella dannata vibrazione le tornava indietro, come se peccasse nel metodo e nella forma. Eppure ce la stava mettendo tutta, ma sentiva di star combattendo due battaglie: una contro il corrotto di melma e uno contro quella risonanza...contro se stessa. Si sentiva ancora troppo legata a Dhawyth di Virgo, al cavaliere di Athena, mentre lei anelava la luce di Aether, la gioia di essere un figlio di Phanes.

    La battaglia esterna alla sua mente proseguì feroce: i suoi pugni sprofondavano ogni volta nella densità oscura del corrotto e quando ne riemergevano erano senza pelle, senza carne, ridotti ad un ammasso di ossa rotte. Nonostante questo Uriel continuava a combattere, continuava ad immergere parti del proprio corpo mortale in quell’ammasso necrotizzante, finché ad un certo punto, la massa dell’essere si aprì come una cappa e quel mantello di distruzione la avvolse completamente inglobandola. Fu la fine. Sentì il suo essere comprimersi su se stessa; una pressione immonda la stava riducendo ad un piccolo ammasso mentre tutto attorno a lei era buio, profondo e morto.

    La fiamma di Dio che si spegne per così poco? Coraggio Uriel, puoi fare meglio di così!

    Una voce calda e giovale le risuonò nella testa, fu una carezza piacevole...una mano a cui aggrapparsi proprio mentre si sentiva spegnersi. Tuttavia si sentiva anche più leggera, come se avesse abbandonato un peso, rotto un legame che la teneva vincolata ad un passato che non riconosceva più. Aveva spezzato le catene con Virgo e con Athena e, sebbene si sentisse vuota, provata e stanca, dall’altra parte era anche più leggera e libera, pronta ad accogliere la sua vera essenza, pronta ad abbracciare il suo vero io.

    Una luce accecante illuminò a giorno l’area e per quel breve istante si sentì amata e rassicurata, un benevolo abbraccio che disintegrò completamente quello che era stato il suo involucro umano...Dhawyth era sparita e la vera forma di Uriel esplose tra le sue fiamme. Si sentì finalmente completa, era questo quello le mancava, quello che anelava...la piena padronanza e coscienza di sé, peccato che ora fosse troppo tardi.

    Aprì finalmente gli occhi da quello che era stato il sogno più lungo della sua vita, forse davvero aveva sognato per un vita intera, la vita di Dhawyth. Si riscosse bruscamente cercando qualcosa a cui aggrapparsi, non riuscendo a capacitarsi di dove fosse...non rammentava quel posto e si sentiva confusa. Poi cominciò a delineare i contorni di una nave che stava solcando le placide e misteriose acque di un mare ignoto. Mentre lasciava che il suo sguardo corresse tutt’intorno incrociò quello ambrato di una figura seduta sulla balaustra, con una gamba mollemente abbandonata oltre. Egli sembrava sollevato dal suo risveglio, il sorriso amichevole ed il suo penetrante sguardo sembravano poter cogliere ogni fremito della sua anima...Uriel non si sentì a disagio, anzi era quasi familiare. Le piume delle ali con le quali stava giocando la confortarono immediatamente, ma fu percependo il suo cosmo che ne riconobbe un alleato, un guerriero di Aether.

    Ben svegliato, Uriel, cominciavo a temere il peggio

    Grazie per aver vegliato su di me fratello...purtroppo non posso ricambiare la cortesia, non ho memoria di te e nemmeno di dove mi trovi...

    Ammise sinceramente sorridendo cortesemente, ammettendo di non aver memoria alcuna su chi l’angelo fosse e nemmeno di dove si trovasse; probabilmente si sentiva ancora troppo frastornata da quell’improvviso risveglio.

    narrato ☰ parlatopensato°telepatia°

    STATUS FISICO
    STATUS MENTALE
    STATUS GLORIA

    RIASSUNTO AZIONI

    רוּחַ (Spirito)
    A prescindere dalla propria filosofia, il processo per giungere alla piena padronanza dei propri poteri culmina nell'Illuminazione, nella Verità. Questa abilità non ha barriere fisiche, supera il degradarsi delle ere, diventa immortale; l’energia spirituale permette al cavaliere di superare ostacoli ritenuti insormontabili, di interagire con le anime dei defunti e con spiriti disincarnati, di separare la propria anima dal suo involucro fisico e di trasportarla, con o senza il corpo, tra i vari Mondi Eterei. Al raggiungimento di un certo grado di consapevolezza e forza [Energia Blu] il cavaliere potrà, attraverso un'apposita tecnica, recidere i legami tra spirito e corpo e trasportare l'anima nei diversi mondi ultraterreni che rappresentano l'eterno ciclo di trasmigrazione e quindi rinascita.
    Questa familiarità con l'essenza ultima dell'essere, permette al cavaliere di gestire l'intricato reticolo di fili che compongono l'anima dell'essere umano; egli potrà quindi “redimere e liberare” l'anima racchiusa in un corpo per attaccarla direttamente utilizzando la propria energia spirituale come veicolo che dia forma al danno od utilizzare degli spettri, per contrastare altra sostanza spirituale o anime direttamente; potrà ferire fin quasi a mutilare, lo spirito dell'avversario che non risentirà di alcun danno fisico sul proprio corpo, ma si sentirà come affaticato, quasi svuotato di ogni energia fisica, oltre che a provare atroci dolori.
    ESP1: Solo tramite il controllo di sé e delle proprie pulsioni si può sperare di giungere allo stato di Illuminazione e rimanerci.
    Il cavaliere ha ormai vinto questo combattimento con se stesso e conosce tutti i segreti del corpo e delle sue interazioni con la realtà. L'accettazione e la comprensione delle regole che governano l'Universo, hanno permesso al cavaliere di comprendere la natura intima degli altri: le loro passioni, pulsioni, desideri e peccati, al punto da poterne delineare un quadro emotivo e caratteriale. Utilizzando come veicolo le sue abilità spirituali egli può comprendere l'altrui individualità spirituale, può attingere alle altrui sofferenze e percepire il dolore delle altrui esperienze.

    אוֹר (Luce)
    L’unico modo per comprendere il nucleo primordiale che si cela dietro la Verità è attraverso la Luce della Conoscenza. Questa abilità può essere veicolata attraverso il controllo dei fotoni; sia sotto forma di raggi per ustionare, perforare o tagliare con effetti diversi da quelli inflitti da un'arma, sia grazie alla rifrazione luminosa per tentare di abbagliare ed accecare, inoltre può celarsi in piena vista dagli avversari sfruttando tale rifrazione, il cui effetto non è altrettanto efficace rispetto ad un'illusione ambientale. La luce può raggiungere anche forma solida per plasmare artefatti per scopi difensivi, come scudi, od offensivi come oggetti taglienti o proiettili penetranti, con effetti sempre meno efficaci di un'arma.

    צורה אמיתית (Vera Forma)
    Anatomia Aliena: corpo antropomorfo maschile composto da 4 arti superiori, i due inferiori sono provvisti di zoccoli, mentre il capo è composto da una coppa allungata e poco profonda contenente fiamme ardenti, sulla schiena dei drappi gli consentono di volare ma esso non sarà un volo perfetto nè lo avvantaggerà nel muoversi agilmente in ogni direzione.

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    Dhawyth→ UrielLux invicta • post IV •
    ♦♦♦♦♦


    L'angelo porta una mano tra i suoi capelli arruffati, sospirando prima di sorriderti pacatamente.

    Sei a casa...cioè più o meno, ci stiamo andando ecco. Ma prima di approdare nel Panangelicum devi rimetterti in sesto, lo scontro con quell'abominio...eh, diciamo che non ti ha fatto proprio bene.

    All'inizio non riesci a capire a cosa si stia riferendo, fino a quando ancora una volta quella dissonanza riverbera dentro di te, incontrollata. Il cosmo sfugge al tuo controllo e ti sembra di dover lottare con tutto te stesso per riprenderne il controllo, per affermare il tuo essere Uriel. In un attimo il guerrierio di Aether è al tuo fianco, imponendo la sua mano ricoperta di luce sulla fiamma che sembra ristabilizzarsi, brillando quasi ad intermittenza dalla tua coppa. Un velo di preoccupazione attraversa gli occhi del marinaio.

    A dhiabhail, avevo avvertito il disturbo nella tua aura ma non pensavo fosse così serio. Prima di ricongiungerti ad Aether dobbiamo stabilizzarti. Ho ragione di credere che l'aver risvegliato il tuo potere sotto Athena ti abbia scombussolato e non poco.

    Ti da' una pacca sulla spalla, sincerandosi delle tue condizioni e fa per avviarsi al timone salvo poi fermarsi all'improvviso

    Quasi dimenticavo, prima che tu creda, e anche giustamente, di avere a che fare con il più maleducato dei navigatori... - si mette una mano sul petto e ti rivolge un breve inchino, prima di aprirsi in un saluto molto più informale - Sono Brendan di Clonfert, apostolo d'Irlanda, viaggiatore dei luminosi oceani di Aether, mo deartháir. Ometterei per ora il "San" prima del nome, troppo pomposo anche per me. E benvenuto a bordo della Muirglór

    Il viaggio prosegue tranquillo, solcando quel mare che sembra non muoversi mai. Brendan ti invita al suo fianco, tenendo sempre lo sguardo fisso sull'orizzonte. Non sembra abbia bisogno di guardarti per capirti, eppure ogni parola che esce dalla sua bocca è in grado di donarti quel conforto di cui hai bisogno.

    So come ti senti, Uriel. Confuso, spaesato...ci passiamo tutti in un modo o nell'altro. Ma per fortuna possiamo sempre affidarci alle stelle, che scritte nel cielo dalla volontà divina, ci guideranno sempre sulla giusta rotta per farci tornare a casa. Datti tempo, fratello, e cerca di vedere tutto quello che ti è accaduto fino ad ora come una parte del viaggio che Aether ha scritto per te.


    Il viaggio verso l'Isola richiederà ancora un po' di tempo. Cosa ti cruccia, se posso chiedere?

    5WenuYi

    NOTE ♦ Post di transizione. Sei in vera forma ma la presenza di "Dhawyth" aleggia ancora dentro di te senti di poterla gestire però grazie anche al supporto di Brendan. Vorrei che ti concentrassi sullo stato d'animo di Uriel, ora che è sveglio.Tutto quello che ha rivissuto era un sogno certo, ma cosa ha lasciato dentro l'angelo? Riversa pure su Brendan tutti i tuoi dubbi e le tue domande, the ginger sailor is there for you 🌸
     
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6 replies since 18/3/2024, 12:15   445 views
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