Un Nuovo Custode della Conoscenza

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  1. Tygaer
     
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    UN NUOVO CUSTODE DELLA CONOSCENZA

    - POST II -



    Rigel ascoltò i commenti di Bart sull'episodio di Asgard, fu ben contento di sapere che Astra si fosse ripresa e che non si fossero create situazioni di tensione con il Regno del Nord a causa sua. Aveva manifestato preoccupazione sul fatto che quelle perdite di controllo potessero ripetersi nel momento sbagliato, e aveva chiesto al ragazzo di tenerlo aggiornato in caso episodi del genere si fossero manifestati ancora. Il Cavaliere del Cancro sorrise.

    Non sono certo di poterlo spiegare bene ma credo che il problema sia già stato risolto, almeno per quanto riguarda me. Per farla breve, a quanto pare non era sufficiente sigillare gli spiriti al mio cosmo; semplicemente dovevo anche metterli sotto controllo. Fino ad ora non si era reso necessario nulla del genere perchè ci ha pensato Methos a tener buoni gli altri due, e lui stesso non ha mai preso il controllo autonomamente per sua scelta se non in casi particolari. Dico bene?

    Quell'ultima domanda sembrava rivolta al Cavaliere del Toro, ma in realtà il ragazzo si stava rivolgendo direttamente allo spirito del guerriero. Chiamato in causa, Methos comunicò attraverso il cosmo di Rigel per parlare anche alla mente del Gran Sacerdote, come era già accaduto in passato.

    Sì, diciamo che la realtà è un po' più complicata. Quello a cui Bart ha assistito, e mi riferisco alla liberazione dello spirito guerriero di Caspian dall'elfo nero, è stato solo il primo dei due processi fondamentali per riunire e tenere a bada i Quattro Cavalieri. Io stesso avevo la capacità di prendere il controllo di Rigel a mio piacimento già dai tempi di Altare, ma... sì, insomma, il ragazzo mi piaceva. Aveva la stoffa, e volevo vedere cosa era in grado di combinare con le sue forze, anche se a volte l'ho aiutato. Poi, forse per volontà del destino, ha incontrato e ha liberato lo spirito di Cassandra, riportandolo da me. Perfino l'Armatura di Cancer mi ha ritenuto degno di indossarla ancora una volta, grazie a lui.

    Lo spirito fece una pausa. Non era una cosa semplice da spiegare in poche parole, ed il Gran Sacerdote avrebbe di certo preferito andare al sodo.

    Perchè io possa trovare finalmente la pace, devo ritrovare gli spiriti dei miei tre compagni. Loro però non sono "accomodanti" come potrei esserlo io, e quindi dopo che Rigel li ha presi con noi hanno cercato di prendere il sopravvento. Tenere a bada Sylas, il primo, è stato abbastanza semplice. Quando si è aggiunto Caspian, tutto si è complicato: serviva che Rigel intensificasse la capacità di controllarli, anzi di dominarli. Forse non è stata un'idea brillante scegliere proprio il combattimento con l'asgardiana - visto anche che ha rischiato di lasciarci la pelle - ma è stato necessario per Rigel imparare questa lezione. Se il ragazzo non fosse riuscito a riprendere da solo il comando delle proprie azioni, un giorno si sarebbe trovato di fronte l'ultimo dei miei vecchi compagni e sarebbe stato sconfitto. Kronos avrebbe preso il suo controllo e distrutto la sua anima, e Rigel sarebbe scomparso per sempre. Ma ora il sigillo posto su Sylas, Caspian ed anche su di me è definitivo, nessuno di noi può più agire contro la volontà di Rigel.

    A quel punto concluse:

    Se però un giorno ci troveremo di fronte Kronos - e questo accadrà, stanne certo - la battaglia interiore si verificherà ancora. Solo che lui non potrà usare gli altri Cavalieri contro contro Rigel.

    Lo stesso Rigel aveva ascoltato con attenzione le parole di Methos, comprendendo alcune sfumature di cui ancora non aveva discusso con lo spirito. Bart invece sembrava aver preso atto di quella storia, che per quanto complessa sembrava abbastanza chiara. Ma poi cambiò argomento.

    Io, però, sono qui per un altro motivo. E ho una domanda da farti.
    Rigel, amico mio, sei con me?


    Il ragazzo si accigliò. Non per disappunto, si intende, ma per la scelta di quelle parole e c'erano due motivi: il primo, perchè non c'era mai stato alcun dubbio al riguardo. Dopo tutto loro erano una famiglia, dai cavalieri fino ai civili. Il secondo motivo, era che una domanda del genere aveva dietro sempre un grosso implicito, e che in solitamente era una bella fregatura. Methos non si trattenne.

    Sì ok, dov'è il tranello?

    Il Gran Sacerdote riprese a parlare, prendendola all'inizio molto alla larga, cercando di spiegare la motivazione di quella sua domanda. La battaglia contro la Corruzione si faceva sempre più difficile, c'erano stati tanti caduti nel tempo anche tra gli alleati, vecchi e nuovi. Tutto quello che era successo ad Asgard nell'ultimo periodo, e che sembrava ben lungi dall'essersi definitivamente concluso, era stato un chiaro segno. Anche la Grecia, per quanto ultimamente non ci fossero state particolari rappresaglie, doveva essere ancora liberata: e questo significava che, sebbene in netta minoranza ci fossero state delle vittorie significative a loro favore, il termine della guerra era spaventosamente lontano. Quando il gigante ebbe terminato, il ragazzo sospirò per poi guardarlo dritto negli occhi e rispondere.

    Chiariamo che so benissimo che se dipendesse solo da te, saresti capace di suicidarti contro il nemico per metterlo definitivamente al tappeto e proteggere tutti gli altri contemporaneamente. E se ti accadesse qualcosa, poi Elena chi la sentirebbe? Con chi credi che se la prenderebbe? Combattere come abbiamo fatto finora è una follia, dici. Probabilmente sì, ma l'alternativa quale sarebbe? Cadere come mosche nella speranza che qualcun altro ci salvi?

    Sorrise, poi la sua espressione si fece nuovamente seria e il suo sguardo deciso.

    No, non possiamo permettercelo. Alla fine ci sarà qualcuno che sopravviverà, qualcuno che salverà o che sarà stato salvato. Ma solo se impegniamo tutti, non è stando in disparte che il problema si risolverà. Anche se si trattasse solo di offrire un bicchiere d'acqua a chi ha sete, noi tutti siamo chiamati a farlo. Forse non lo sai, ma quando Anita mi chiese che cosa ci facessi io al Grande Tempio, io risposi semplicemente "per dare una mano". Poi mi ha portato in Jamir e sai già cosa è successo dopo.

    A quel punto si passò una mano tra i capelli e andò a sedersi su una grossa pietra vicino a loro.

    Certo, che sono con te. Tu sei pronto a sfidare l'universo per proteggere chiunque, pensi davvero che io non sarei lì a guardarti le spalle?

    Fece una pausa, evocando quattro fuochi fatui che presero a volteggiare lentamente sul palmo della sua mano destra. Ognuno di essi sembrava una piccola lanterna danzante.

    Ma Methos ha ragione, tu hai in mente qualcosa o non mi avresti fatto così a tradimento una domanda del genere. Sembravi mia madre adottiva quando iniziava un discorso chiedendo a mio padre "quanto bene mi vuoi?" e puntualmente c'era la sorpresona. Andiamo, vuota il sacco e non menare il can per l'aia.

    Tornò a guardarlo, stavolta di sottecchi, aspettando di sentire la nuova idea matta del Gran Sacerdote. Che però ancora, come prospettiva, cozzava col fatto che lui si fosse presentato in alta uniforme alla Quarta Casa. Si fosse trattato di andare ad Asgard o in qualche altro posto, non sarebbe stata necessaria tutta quella formalità. Forse era proprio per questo che Rigel sentiva puzza d'imbroglio... un imbroglio a fin di bene, visto chi cercava di metterlo in atto, ma sempre un imbroglio.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Sylas» Caspian» Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VII]
    status fisico »
    status mentale » Sereno. Ma cos'è quest'odor di tranello...?
    status armatura » Integra, indossata.
    note » Su, su, che per bluffare a carte scoperte bisogna essere più bravi :asd:
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
    nessuna
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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