Knowledge accident

Role con Giapeto

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  1. Luke¬
     
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    Ἰαπετός xiphos {VII} energia violaKnowledge Accident3

    Ai complimenti sulla bontà della sua cucina tutti i vari Giapeti, incluso quello davanti al drow, si lasciarono andare a un sorriso sghembo seguito da un vago gesto di schermirsi con la Chiave, quasi come a volersi fare vento e scacciare via quelle lodi, ma nello sguardo era palese la sua viva soddisfazione. Dopotutto, se il suo ego avesse potuto staccarsi da lui e incarnarsi attivamente nell'Immaterium sarebbe diventato un vero e proprio Dio del Chaos.
    Heh, sarebbe stato divertente da vedere.
    Mentre Nadhagar parlava, Giapeto continuava a inglobare strane e poco salutari pietanze a velocità siderali; aveva essenzialmente polverizzato i primi due carrelli in neanche tre minuti, cominciando ad attaccare i dolci. Quelli li avrebbe presi con un po' più di calma, vuoi perché aveva una netta preferenza per quella tipologia di sapori e voleva gustarseli per bene, vuoi anche perché non aveva particolare fretta di concludere quell'incontro; gli piaceva il ragazzo, non aveva timore di mettersi davanti ad un letterale Dio e fare richieste, di aiuto o altro. Aveva qualcosa con cui lavorare, in sintesi, e con un asgardiano poteva concedersi in aiuti e permissività che ad altre fazioni non avrebbe accordato.
    Prese a essenzialmente bere quello strano mix di panna, cioccolato e smarties che aveva davanti, facendo scorrere tutto con localizzati fenomeni telecinetici, in un contesto più calmo poteva concedersi dei lavori di fino con un po' più di concentrazione e tempo da impiegare. Poggiò il bicchiere sul tavolo, lasciandosi sfuggire un "aaah" soddisfatto mentre si passava la lunga lingua blu sulle labbra per pulirsi meglio.
    Ora, cosa rispondergli.
    In genere visualizzare dove aprire il portale aiuta, sicuramente meglio che andare a casaccio.

    Ogni portale è un sistema che collega due punti, perforando il Velo di Urano e creando un condotto tra punto A e punto B, come ogni cosa aiuta avere perfettamente chiaro nella tua testa esattamente dove mettere il punto B anche senza averlo sotto gli occhi.
    Si interruppe per svuotare in un solo respiro tre lattine di cola di seguito. Molto probabilmente qualcuno senza il metabolismo di un Titano sarebbe morto di overdose da zuccheri considerato il volume di cose che aveva inserito nell'organismo, ma fortunatamente lui non doveva preoccuparsi di queste cose. Un sospiro, nuovamente soddisfatto, prima di continuare.
    Il controllo sulle dimensioni è un potere che cresce in possibilità all'espandersi dei tuoi supersensi. Al momento le applicazioni sono piuttosto basilari, ma presto scoprirai di poter attraversare i portali, usandoli come tramite per i tuoi spostamenti.
    Aveva ampiamente, ampiamente, MOLTO ampiamente semplificato le infinite complessità e arzigogoli nel nome dell'rendersi quantomeno comprensibile al suo interlocutore. C'erano un'infinità di teorie, pensieri personali, note sparse sul funzionamento del Velo di Urano e di come utilizzarlo in maniera efficiente, ma in quel caso non c'era il tempo necessario per educarlo in maniera confacente a renderlo un suo effettivo allievo. Avrebbe potuto piantargli nella mente tutte le nozioni necessarie, ma questo avrebbe potuto essere spiacevole. Si limitò a spiegazioni basilari e semplici, giusto per assicurarsi che non finisse di nuovo a morire nel semipiano di qualcuno magari meno permissivo del Titano.
    Per quanto riguarda altre Dimensioni Materiali, ddddipende dalla Dimensione? Come linea di principio si dovrebbe essere in grado di accedervi una volta raggiunta la pienezza del Sesto Senso. Ce ne sono alcune chiuse, altre meno ma sono comunque pericolose. Io non ti consiglierei di andare nel Piano del Fuoco, ad esempio. Se avevi qualche Dimensione specifica in mente potrei darti qualche informazione in più, anche portartici se proprio le vuoi vedere.

    Poi si fermò, per un istante, a cercare di capire se aveva sentito davvero quello che il suo cervello aveva interpretato. Aveva capito che questo Drow era un tipetto intraprendente, ma ora aveva cominciato a sconfinare nel reame di quello che una persona qualunque avrebbe considerato offensivo.
    Fortunatamente Giapeto non era una persona qualunque.
    Cioè, fammi capire, ci conosciamo da neanche dieci minuti e già vuoi entrarmi in testa? Ridacchiò per tre secondi esatti, un suono musicale e ritmato che gli vibrò in gola con melodiosa armonia.
    Frugare nella mente di un Titano era una proposta pericolosa per qualcuno di non completamente connesso con i loro processi emotivi, qualcuno avrebbe potuto dire che i loro ricordi non erano questione per esseri inferiori, ma questo avrebbe voluto dire imporre un limite alla crescita e al coraggio di Nadaghar; Giapeto era colui che i limiti li infrangeva, e costringeva a infrangere.
    Mettiamola così; se proprio vuoi sentiti libero di provare. Io però ti avverto.

    dQ6YRE4

    Potrebbe non piacerti ciò che troverai.



    hmbt2ep

    narrato | parlato | pensato
    SOMA Indossata, integra
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    RIASSUNTO AZIONI

    IAR
    in principio fu pensiero; esterno, alieno, insondabile e incomprensibile. Superno. Al pensiero poi fu data forma e carne, ma non inefficiente e destinata a decadere e a decomporsi, fu pura perfezione, perché solo la perfezione poteva contenere processi così sommi: fu cosmo e sangue, radiante Dunamis e scuro Ichor, segni inconfondibili del Divino.

    Come tutti i suoi fratelli e sorelle, anche nelle vene di Giapeto scorre Ichor. In lui questo divino fluido si manifesta come una sostanza dal colore blu scuro, denso e raggrumato, ma al cui interno brillano le infinite stelle di astri lontani che fulgono del loro bagliore. O muoiono, spegnendosi.
    L'Ichor è più che un semplice contenitore di essenza vitale, è attraversato continuamente da Dunamis allo stato attivo che opera incessante per mantenere l'assoluta purezza del corpo del Titano; nelle prime fasi del risveglio questo comporta la cancellazione totale di ogni difetto e imperfezione nella struttura fisica del Pilastro Universale, oltre a renderla immortale.
    La capacità più prodigiosa è quella di lenire in maniera costante le ferite che inevitabilmente Giapeto subirà in battaglia, continuo processo che gli garantisce una resistenza alla fatica e al dolore superiore a quella di un comune umano. Nel corso di uno scontro questa guarigione è comunque troppo lenta per sanare completamente le ferite più gravi e dannose, potendo richiudere solo le più lievi e superficiali, ma l'Ichor ha la particolarità di poter essere impiegato anche in maniera attiva: concentrando la propria Dunamis nel suo sangue e innescandone i processi rigenerativi, Giapeto potrà guarire o tutte le ferite fisiche o ogni alterazione mentale e neurologica subita. [Monouso a duello, azione sia di attacco che di difesa]
    Questi benefici curativi dell'Ichor possono essere generosamente concessi a qualunque alleato entri in contatto diretto con il sangue del Titano, sebbene sia raro vedere mortali che hanno ricevuto l'onore.
    Essendo così carico del divino potere del Titano, una goccia di Ichor è capace perfino di animare oggetti e renderli fedeli servitore del Titano delle Dimensioni


    EILIANT
    fin dal momento della sua nascita Giapeto avrebbe dovuto succedere al padre, Urano, come Signore dello Spazio. Da lui in persona fu istruito nei segreti del multiverso e nella comprensione del proprio paradigma: la costante evoluzione dell'esistenza, l'incessante cerca del miglioramento e il continuo muoversi verso il prossimo limite da infrangere. A dimostrazione di ciò, il Progenitore dell'Umanità ricevette dal Dio Antico un artefatto dal potere incommensurabile: le Chiavi del Multiverso. Esse, quando si rivelò necessario scacciare per sempre Urano, furono innestate nella Soma di Giapeto, divenendone parte integrante: nella forma si manifestano come le due lame gemelle che si estendono dalle braccia del Titano e, sebbene possano essere usate come strumento d'offesa diretto, non sono in questo paragonabili ad armi vere e proprie.
    Non è questo il loro scopo, esse infatti aiutano Giapeto a focalizzare le sue abilità di controllo dimensionale, rendendo totale il suo dominio dello spazio.
    Una volta raggiunto potere necessario a manifestare il nero Khaos egli potrà concentrarlo nelle Chiavi e, tramite esse, proiettarlo verso i suoi nemici con l'efficacia tagliente o perforante di un'Arma Cosmica. [Bloccato fino ad Energia Nera]

    Sebbene il potere del Titano delle Dimensioni sia una pallida ombra di ciò che era un tempo egli potrà manipolare il tessuto spaziotemporale con perizia eguagliata solo da chi di quest'arte è assoluto maestro.
    Giapeto sarà in grado, nella più basilare dimostrazione della sua forza, di generare aperture nella Realtà, collegando così due luoghi nell'universo tra di loro. Difensivamente questa capacità può essere usata per precipitare materia e Cosmo nel nulla tra le dimensioni, mentre offensivamente potrà farne ricorso come tramite per spostare gli attacchi suoi o dei suoi alleati e farli giungere ai nemici più agevolmente. A testamento della sua maestria, il Titano potrà attraversare questi varchi in prima persona, traslandosi agevolmente tra le Dimensioni con modalità simili ad un teletrasporto, sebbene in maniera vincolata ai portali e dunque non altrettanto istantanea. Giapeto potrà perfino bandire temporaneamente il proprio avversario nel suo personale semipiano, il Melas Planetas, o per sottoporlo a potenziali danni diretti o traslando l'intera area di battaglia in un luogo a lui più congeniale, tramite tecniche apposite.

    Anche senza spezzare lo Spazio, il Titano potrà piegarlo alla sua volontà come un artigiano con la creta: sarà in grado di comprimerlo, agitandolo e scuotendolo per generare spostamenti di materia. Potrà impiegare questa capacità per effettuare prese, torsioni, sospendere la presa della gravità e levarsi in volo o levitazione, scaraventare via o attirare corpi, Cosmo o oggetti, in maniera pari in potenza e possibilità ad una Psicocinesi, sebbene non altrettanto precisa ed efficiente.
    Manifestazione meno palese ma non per questo poco portentosa, è possibilità di avvolgersi fisicamente nel tessuto spaziotemporale come se fosse un manto, nascondendosi dunque tra le pieghe della Realtà in una maniera che simula l'invisibilità. Oppure Giapeto potrà sfasare la sua esistenza nel piano materiale in più luoghi contemporaneamente, essenzialmente moltiplicando il proprio corpo nello Spazio; una manovra rischiosa questa, siccome tutti i danni subiti dai corpi aggiuntivi saranno accumulati e inflitti in quello originale una volta conclusa la manifestazione.

    Un altro attestato alla maestria di Giapeto è la capacità di comprimere la struttura del Velo di Urano a un livello infinitesimale e millimetrico, generando così una fenditura spaziale capace di separare la materia con precisione chirurgica. Queste lame di puro Spazio tagliano ogni cosa lungo il loro cammino con un efficacia ben superiore a quella di comuni emanazioni cosmiche, pari a un'Arma Infusa.


    IRINGANDOR
    al compiersi della vittoria dei Titani nella Seconda Guerra degli Eterni Urano, ormai Signore della Realtà, affidò a suo figlio e erede le chiavi della sezione del Tartaro ove il Dio Antico aveva rinchiuso entità da lui ritenute troppo pericolose, o imperfette, per esistere nel suo regno di pace e armonia. Giapeto era stato inteso come custode e carceriere di questi abomini, lui che più di tutti conosceva le loro potenzialità (essendo in molti casi il loro creatore) e come vanificarne i poteri, ma nel corso del tempo arrivò a considerare utilizzi... alternativi, sia per la prigione affidatagli che per i suoi abitanti. Il Titano dell'Ingegno ritagliò parte di quel dominio per sé e, da semplice luogo di contenimento, prese a utilizzarlo come una sorta di laboratorio dove poteva compiere e conservare i suoi esperimenti più pericolosi e inenarrabili, o anche richiudervi campioni degni di nota per futuri studi. Nel suo laboratorio sono richiusi esemplari di Ciclopi ed Ecatonchiri, infinite altre creazioni scartate da Urano e da altri Titani, esperimenti personali di Giapeto oltre che i prototipi di quelli che sarebbero poi diventati parte dell'esercito regolare dei Giganti. Grazie alla sua maestria sulle Dimensioni, egli è in grado di richiamare creature dal suo laboratorio affinché possano aiutarlo in battaglia.

    Questi esemplari sono creazioni oscure e mitiche, un tempo fiere e selvagge ma ora completamente spezzate dagli esperimenti del Titano o create per essere a lui servili, e altri infiniti orrori che non hanno mai visto la luce del sole, tutti piegati alla sua Dunamis e costretti a ubbidire a ogni suo comando. Gli abomini sono completamente dipendenti dal Titano per compiere le loro azioni dal punto di vista cosmico, consumando le sue riserve energetiche in proporzione al dispendio richiesto dal compito loro affidato.
    Al livello di risveglio attuale della sua Dunamis Giapeto potrà avere pronte allo scontro un massimo di cinque creature che potranno essere richiamate una alla volta, ognuna delle quali disporrà di una singola abilità che potrà scatenare contro i nemici del loro padrone; questa abilità non sarà pari in versatilità ai poteri di un Guerriero Sacro, sebbene sia equivalente in potenza.

    Al raggiungimento della sua Éskhatos Dunamis, il Titano potrà assegnare alle sue creazioni due abilità. [Bonus ad Energia Nera]


    AESHEN
    Giapeto, più di altri suoi fratelli e sorelle, rappresenta l'apice della conoscenza; sia per affinità del suo paradigma che per tutto il sapere acquisito nel corso di una vita così incomprensibilmente lunga, egli primeggia in genio scientifico e nella volontà di scoperta.
    Nell'arte dell'ingegneria genetica è tra i maestri indiscussi, pochi come lui comprendono come manipolare la vita ad un livello così intrinseco e profondo, sapere perfezionato nei fuochi della Seconda Guerra degli Eterni nella quale egli contribuì alla creazione dei Giganti, progetto che sconvolse il prosieguo del conflitto. Questo sapere, da lui tramandato ai figli, avrebbe poi portato alla nascita dell'umanità.
    Quasi nessuno è suo pari nella comprensione dei i misteri della materia, del cosmo e dell'energia vitale.

    Questa sconfinata capacità inventiva si manifesta nell'abilità che Giapeto ha di scomporre l'universo materiale nelle sue parti fondamentali, assorbendo in sé l'energia che anima il creato per alimentare la sua Dunamis quando questa viene consumata nei suoi vari utilizzi. Negli effetti questo è un processo continuo e passivo che rigenererà progressivamente le riserve cosmiche del Titano; sebbene non potrà recuperare dall'interezza dei suoi sforzi nel corso di uno scontro, potrà resistere molto meglio alle conseguenze dannose del continuo utilizzo della Dunamis.
    Quando questo processo è in corso attorno al Titano si sviluppano moti di distorsione: la luce si incurverà verso di lui, distorcendo lo spettro luminoso in una sottile patina trasparente, sotto i suoi piedi la vegetazione avvizzirà e l'aria si farà più rarefatta.

    Tuttavia non è solo dall'ambiente circostante che sarà possibile trafugare energia: nella più terribile manifestazione del suo potere, egli potrà divorare i suoi stessi alleati ed esperimenti. Trafiggendo una sua evocazione con i tentacoli emessi dalla Soma egli potrà innescare in essa un processo di collasso e decadimento: la malcapitata creatura subirà un agonizzante sublimazione, letteralmente disciogliendosi in particelle fondamentali mentre il potere sprigionato da questa aberrante reazione a catena viene inglobato nel Titano. L'evocazione in questione sarà comprensibilmente annichilita e dunque inutilizzabile per il corso dello scontro, la sua energia restituita al Signore dello Spazio; forte di questo afflusso di potere non proprio, Giapeto potrà impiegarlo immediatamente scagliando la sua prossima tecnica senza alcun costo per la sua Dunamis.
    Questa disgustosa sublimazione potrà essere effettuata una singola volta a duello.


    Evocazione


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