Knowledge accident

Role con Giapeto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    191

    Status
    DEAD
    oTWdjfk
    Knowledge accidentpost 1

    Il cielo quella mattina era particolarmente terso e di un azzurro acceso. Lo sguardo di Nadaghar si perdeva seguendo il movimento delle nuvole. Era tarda mattinata e il drow era seduto come suo solito sulla sua scrivania di antico legno lavorato nei suoi appartamenti.

    La casa che gli era stata donata dal Celebrante era grande e aveva tutto il necessario per un Sacerdote Runico, compreso un ambiente di studio per l'espansione della propria conoscenza.

    La stanza era abbastanza grande e aveva al centro una scrivania in legno, sulle pareti vi erano diverse teche contenenti molti libri, dinanzi alla seduta vi era una finestra molto grande che lasciava entrare molta luce.

    Poggiato sul rivestimento in peltro sul quale adagiava i tomi più antichi e pregiati vi era un vecchio libro aperto: Rune Dimensionali di Oliver G.

    Era da qualche giorno che lo studiava e la lettura procedeva a rilento, sia perchè esso era scritto in un linguaggio runico molto antico, poco conosciuto dal drow, sia perchè i capitoli erano particolarmente verbosi e poco tecnici. Quel genere di tomi erano ciò che più mettevano in difficoltà Nadaghar, che non era per nulla disciplinato alla lettura.

    Era qualche giorno che il Sacerdote di Perth aveva iniziato ad interessarsi alle rune incise sulla parte sinistra del torace. Aveva già studiato dei gruppi di rune in base alla loro composizione e alla loro conformazione sull'armatura, ognuno di essi rappresentava un pezzo del puzzle che componeva il mistero di Perth.

    Fortunatamente i tomi che aveva trovato non era particolarmente noiosi come quello. Era riuscito a mettere in pratica in poco tempo le conoscenze condensate sui tomi approfonditi. Quella volta però stava trovando la situazione molto più ostica di quando aveva dovuto affrontare una creatura corrotta avendo appena risvegliato il cosmo.

    Sbuffò, rendendosi conto che non riusciva a concentrarsi. Sfogliò lentamente le pagine dell'antico tomo per scoprire quando quel capitolo iniziasse a dare qualche informazione utile da mettere in pratica, ma, purtroppo si rese conto che, la narrazione della storia degli studi sui piani era ancora ben lungi dall'essere terminata.

    "Meglio prendere una boccata d'aria, tanto qua non se ne cava un ragno dal buco.."

    Pensò annoiato. Aveva bisogno di svagarsi, a maggior ragione con quella giornata. Aveva passato giornate intere con la testa sui tomi ad apprendere e in quel momento si sentiva saturo.

    Si cambiò l'abito da studioso per indossare i suoi classici abiti da avventuriero. Gli era mancato farlo, sentire il peso e la comodità di quegli abiti che lo avrebbero protetto in una piccola escursione al di fuori delle mura.

    La città di Asgard era particolarmente tranquilla, la gente vagava per le vie ma erano solamente coloro che ci abitavano. Le politiche di chiusura della città a causa della corruzione l'avevano resa più sicura ma era molto difficile vedere persone nuove arrivare. Primo perchè la città si trovava su un punto quasi irraggiungibile su Midgard, non solo per la posizione geografica ma anche per le sue temperature estremamente basse.

    A volte gli era permesso uscire dalla città per avventurarsi al di fuori, ma doveva portare con sè la propria armatura e non aveva ancora il permesso di lasciare il regno. Non era sicuro avventurarsi su Midgard senza aver completato il proprio addestramento da sacerdote runico.

    In breve tempo arrivò alle porte della città dove, grazie alla sua posizione privilegiata si fece aprire le porte per sgattaiolare fuori e dirigersi verso la Foresta dove aveva risvegliato il cosmo.

    I nuovi abiti da avventuriero che gli erano stati donati era molto più caldi dei precedenti e ugualmente comodi per il movimento, saltellava giù per la vallata compiendo degli agili balzi fino ad arrivare all'ingresso della selva.

    Ogni volta che metteva piede in quel territorio era un salto nel passato e nella nostalgia, le immagini del suo risveglio cosmico e dell'inizio della sua nuova vita gli passavano davanti ogni volta. Respirò profondamente per entrare in sintonia con la natura. Quel luogo era sempre stato di ispirazione in quei giorni. Studiare la teoria delle rune era utile ma ritornare a percepire l'essenza del cosmo era sempre la chiave per acquisire le conoscenze lette.
    Non esisteva mai la teoria senza la pratica e viceversa. Il cosmo non era solo conoscenza, era intuito e connessione con il mondo circostante.

    Percepire quell'energia nel creato era il punto di inizio e il punto di arrivo di qualsiasi espansione della propria consapevolezza. Essa era ciò che lo rendeva unico e allo stesso tempo più preparato a reggere il fardello di Perth. Molti si erano persi in quei tomi, molti sacerdoti avevano trascurato quell'aspetto, bramosi e assetati di conoscenza volevano acquisire il maggior numero di nozioni.

    «Ahhh..»

    Fu stupefatto nel percepire che erano ancora presenti piccole parti di particelle cosmiche sue in quel luogo. Era come se esse ed i ricordi ad esse legati si fossero fusi con l'ambiente circostante.

    Quel giorno la foresta era più tranquilla del solito, non sembrava esserci traccia di creature corrotte, almeno non nella zona dove si trovava il drow in quel momento. Si aggirava tra gli alberi cercando di spegnere qualsiasi tipo di pensiero gli venisse. Svuotare la mente era il modo migliore per apprendere dopo aver letto mole e mole di informazioni.

    Inizialmente era difficile evitare di pensare al fatto che stesse perdendo tempo, che doveva concentrarsi sullo studio e che non sarebbe mai riuscito a sorreggere la responsabilità di cui si era fatto carico al momento dell'investitura. Ma dopo qualche istante in silenzio, quest'ultimo divenne parte di lui. Si concentrava sui suoi sensi, il vento che sfiorava il viso, l'odore dei pini e della corteccia, il sole che filtrava dalle fronde creando trame ipnotiche sul terreno.

    Il suo respiro era diventato il respiro della natura e, fu in quel momento che le vide, nella sua testa. Le rune dell'evocazione scritte sul libro ricordavano un segno delle mani. Per chi apprendeva la magia runica era importante assumere le corrette posizioni delle mani per usarla correttamente, almeno all'inizio. Era un metodo consigliato dai più grandi studiosi per canalizzare al meglio l'energia ed evitare che essa possa sovraccaricarsi e sovrastare completamente il cavaliere.

    Poggiò lo scrigno dentro il quale era contenuta la sua fidata corazza, chiuse gli occhi e a quel punto gli venne naturale richiamare l'energia del cosmo in lui. Dopodichè assunse la posizione delle mani consigliata dal tomo.

    In quel momento aprì gli occhi, non vedeva nessun cambiamento a livello visivo ma percepiva che l'aria era diventata sottile come un foglio di carta. Forzò leggermente attraverso il cosmo quel "foglio" come se lo stesse provando a tenerlo teso e a bucherellarlo con un ago.

    "Vedi, la buona e cara vecchia Foresta contiene molte più risposte di centinaia di tomi"

    Soddisfatto iniziò a vedere che nell'aria iniziava a crearsi un piccolo squarcio. A quel punto era diventato molto difficile controllarne l'entità. Sentiva una forza che provava ad allargare lo squarcio. Rimase concentrato per evitarlo e inizialmente ci riuscì. La sua curiosità però era troppa, voleva vedere che cosa ci fosse al di là della minifrattura creata.

    Si sporse cercando di osservare al suo interno, come quando si guarda qualcuno dallo spioncino oltre la porta. Fu sorpreso nel vedere..

    "Una persona?"

    Capelli bianchi, pelle bianca e occhi cerulei. Quelle iridi intense si incrociarono con le sue, color cremisi e fu in quel momento che si rese conto di non riuscire a trattenere quella forza e lo squarcio si aprì completamente.

    Chissà perchè ma in quel momento Nadaghar capì quanto fosse importante leggere tutto il tomo prima di esercitarsi nell'utilizzo di una runa.




    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth

    STATUS FISICO In forma
    STATUS MENTALE Incuriosito e in calo di concentrazione
    STATUS ROBE Intatta nello scrigno

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE
    oTWdjfk
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Titani e Giganti
    Posts
    3,899

    Status
    ALIVE
    oTWdjfk
    Ἰαπετός xiphos {VII} energia violaKnowledge Accident1

    Haha, guarda, ci odiano così tanto.
    Il suo recente ritorno in attività aveva significato tante cose; buone per alcuni, i reparti di ingegneria genetica della Torre Nera avevano praticamente innalzato altarini per poterlo meglio venerare, pessime per altri. C'era una piccola, simpatica e divertente tradizione che si portava dietro dai più lontani recessi dell'Età dell'Oro, ossia acquisire nuovi esemplari degni di nota da aggiungere alla sua collezione di esperimenti.
    La sua particolare declinazione di scienza richiedeva soggetti, preferibilmente vivi, sui quali sperimentare le proprie arti e tener nota dei progressi fatti; ovviamente sì, chiunque gli fosse finito sotto i ferri avrebbe passato un brutto quarto d'ora, ma la morte di innumerevoli vite per rispondere ai suoi interrogativi era un sacrificio che il Titano si sentiva più che disposto a fare. Dopotutto erano risposte che avrebbero, generalmente, portato al miglioramento della vita per tutti, non semplice crudeltà per il gusto di essere crudeli.
    Detto questo, la scelta di esemplari era sempre stata un cruccio per Giapeto: sì, sarebbe stato facilissimo sperimentare sugli umani, ma li aveva sempre trovati geneticamente noiosi. Si si, molto fighi e vari, bello 'sto dna che si ibrida con quasi tutto, carine anche tutte quelle variazioni di pigmentazioni della pelle e/o colore di capelli, bellino pure il fatto che si riproducono a velocità smodate, interessante l'innata propensione all'autodistruzione in maniere ilari; tutto molto bello e stabile, una vera opera d'arte, ma erano così nnnnoiosi. Semplicemente, essendo entità create dai Titani, non avevano molto da insegnargli. Sapeva già tutto quello che c'era da sapere su di loro, dopotutto Prometeo si era ispirato al lavoro di Giapeto per creare l'umanità, una derivazione sufficientemente diversa e utile agli scopi che avevano, ma non era una sfida alle sue conoscenze.

    Le creazioni di altri, tuttavia? Oh, lì c'era molto da imparare. I segreti di Gea e Urano, i misteri dietro le opere di altri Dei Antichi, le specifiche delle creazioni di altri Titani, era lì che si trovava il nucleo del sapere che Giapeto avrebbe potuto fare suo e inserire nel suo lavoro, migliorandolo oppure ignorando ciò che non gli piaceva e iniziando da zero. Dopotutto era sempre stato abile nell'acquisire conoscenze e applicarla in maniera inusuale, era la ragione del potere che aveva sviluppato, la benedizione di una creatività infinita.
    In questo particolare momento si era interessato alla fauna locale che popolava i vari regni di Asgard: sarebbe stato il nuovo epicentro di attività, la Corruzione stava concentrando qui i suoi sforzi, quindi era ottimale per lui iniziare a prendere confidenza con le creature che popolavano i vari piani d'esistenza.
    Comprensibilmente non sarebbe stato popolare con la stragrande maggioranza delle persone se avesse semplicemente preso a rapire gente per strada, neanche ai "tempi del mito" era così poco raffinato nelle sue tecniche di acquisizione di volontari involontari. No, il trucco stava nel prendere bestie varie la cui scomparsa non sarebbe importata a nessuno; tipo, parlando in via puramente ipotetica, dubitava molto che Surtr sarebbe venuto a contestargli la scomparsa di un paio di Múspellsmegir, o che qualcuno si sarebbe davvero accorto che dei Hrímþursar erano finiti tra le sue cure, o che un drago rosso era scomparso dalla superficie di Asgard. Di contro, Giapeto avrebbe avuto qualcosa con cui sollazzarsi per un quantitativo di tempo variabile, fino a che non si sarebbe annoiato.
    Chissà, magari sarebbe anche riuscito a scoprire qualcosa di interessante sulle tecniche di creazione di Ymir o qualche strana debolezza in quelli che non sarebbero certo stati suoi amici. Magari un qualcosa da portare agli Dei di Asgard con cui più era amico.
    Ah, gli mancava Vanaheimr, chissà come se la passavano lì.

    WXy7Fzc

    Non era però nelle celle di contenimento della sua piccola base mobile, no. Era nella zona ristoro, in procinto di pranzare. Fu lì che notò un piccolo puntino aprirsi in mezzo alla sua proprietà.
    Macheccà... disse a voce in antico Titanico, andando a esaminare quell'anomalia. Non era ovviamente solo lì dentro, c'era Giapethree dietro al bancone, indossando un grembiulino bianco da sopra la Soma, che stava occupandosi di gestire gli ordini di almeno una decina di Giapeti che affollavano il diner, ognuno con un post it appiccicato in fronte a indicare la loro numerazione. Luce bianca al neon illuminava, pallida, pavimenti lucidi e puliti, su finestre che davano nel niente dello spazio liminale tra i mondi Asgardiani, dalle cucine stava spargendosi il dolce odore di cucinato e frittura.
    Ovviamente non si può aprire un piccolo portale dimensionale davanti al Titano delle Dimensioni e sperare che non lo apra; era non solo una deformazione professionale, ma proprio una sfida al suo orgoglio. Affondò entrambe le Chiavi ai bordi del foro, aprendolo senza sforzo e venendo accolto da una zaffata di freddo e neve che si sparse lungo il pavimento.
    Fa freschino. Pulizia. Giapesix e Giapeseven presero a spazzare via i cumuli di terra e nevischio, pronunciando nel frattempo tutta una serie di improperi in sette lingue diverse.
    Dall'apertura emerse lui, a volto scoperto ma con ancora indosso la soma, appeso sulla parte sinistra del petto una targhetta d'oro placcato che aveva sopra, scritto in maniera slabbrata con un pennarello nero, Giapeto Prime. Avere le chiavi agganciate agli avambracci non gli dava la massima manovrabilità manuale.

    Una volta guardatosi intorno, assicuratosi che non si trattava di un attacco nemico, posò lo sguardo sul tipo che era evidentemente colpevole per questa intrusione nella sua proprietà.
    Senti coso, facciamo che la prossima volta bussi eh.
    Lo squadrò con aria severa. Un drow, Elfo Scuro, la traccia cosmica però era quella di un guerriero di Asgard, un servo delle divinità del luogo; okay, magari fargli scontare l'intrusione non era sul tavolo, poi Thor si sarebbe offeso e chi lo sentiva quello. Non aveva memorie particolarmente nitide del suo soggiorno ad Asgard, ma se lo ricordava molto fumantino.
    Addolcì il cipiglio sul volto, sospirando in maniera fintamente esagerata, prima di agitare la chiave destra come a dire "okay, non c'è problema".
    Vabbè, fa nulla, entra pure. Tanto vale stare al caldo.
    Si spostò dall'apertura, dando al Drow lo spazio che gli sarebbe servito per mettere piede nel diner. Che giornata curiosa.


    hmbt2ep

    narrato | parlato | pensato
    SOMA Idossata, integra
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    RIASSUNTO AZIONI

    IAR
    in principio fu pensiero; esterno, alieno, insondabile e incomprensibile. Superno. Al pensiero poi fu data forma e carne, ma non inefficiente e destinata a decadere e a decomporsi, fu pura perfezione, perché solo la perfezione poteva contenere processi così sommi: fu cosmo e sangue, radiante Dunamis e scuro Ichor, segni inconfondibili del Divino.

    Come tutti i suoi fratelli e sorelle, anche nelle vene di Giapeto scorre Ichor. In lui questo divino fluido si manifesta come una sostanza dal colore blu scuro, denso e raggrumato, ma al cui interno brillano le infinite stelle di astri lontani che fulgono del loro bagliore. O muoiono, spegnendosi.
    L'Ichor è più che un semplice contenitore di essenza vitale, è attraversato continuamente da Dunamis allo stato attivo che opera incessante per mantenere l'assoluta purezza del corpo del Titano; nelle prime fasi del risveglio questo comporta la cancellazione totale di ogni difetto e imperfezione nella struttura fisica del Pilastro Universale, oltre a renderla immortale.
    La capacità più prodigiosa è quella di lenire in maniera costante le ferite che inevitabilmente Giapeto subirà in battaglia, continuo processo che gli garantisce una resistenza alla fatica e al dolore superiore a quella di un comune umano. Nel corso di uno scontro questa guarigione è comunque troppo lenta per sanare completamente le ferite più gravi e dannose, potendo richiudere solo le più lievi e superficiali, ma l'Ichor ha la particolarità di poter essere impiegato anche in maniera attiva: concentrando la propria Dunamis nel suo sangue e innescandone i processi rigenerativi, Giapeto potrà guarire o tutte le ferite fisiche o ogni alterazione mentale e neurologica subita. [Monouso a duello, azione sia di attacco che di difesa]
    Questi benefici curativi dell'Ichor possono essere generosamente concessi a qualunque alleato entri in contatto diretto con il sangue del Titano, sebbene sia raro vedere mortali che hanno ricevuto l'onore.
    Essendo così carico del divino potere del Titano, una goccia di Ichor è capace perfino di animare oggetti e renderli fedeli servitore del Titano delle Dimensioni


    EILIANT
    fin dal momento della sua nascita Giapeto avrebbe dovuto succedere al padre, Urano, come Signore dello Spazio. Da lui in persona fu istruito nei segreti del multiverso e nella comprensione del proprio paradigma: la costante evoluzione dell'esistenza, l'incessante cerca del miglioramento e il continuo muoversi verso il prossimo limite da infrangere. A dimostrazione di ciò, il Progenitore dell'Umanità ricevette dal Dio Antico un artefatto dal potere incommensurabile: le Chiavi del Multiverso. Esse, quando si rivelò necessario scacciare per sempre Urano, furono innestate nella Soma di Giapeto, divenendone parte integrante: nella forma si manifestano come le due lame gemelle che si estendono dalle braccia del Titano e, sebbene possano essere usate come strumento d'offesa diretto, non sono in questo paragonabili ad armi vere e proprie.
    Non è questo il loro scopo, esse infatti aiutano Giapeto a focalizzare le sue abilità di controllo dimensionale, rendendo totale il suo dominio dello spazio.
    Una volta raggiunto potere necessario a manifestare il nero Khaos egli potrà concentrarlo nelle Chiavi e, tramite esse, proiettarlo verso i suoi nemici con l'efficacia tagliente o perforante di un'Arma Cosmica. [Bloccato fino ad Energia Nera]

    Sebbene il potere del Titano delle Dimensioni sia una pallida ombra di ciò che era un tempo egli potrà manipolare il tessuto spaziotemporale con perizia eguagliata solo da chi di quest'arte è assoluto maestro.
    Giapeto sarà in grado, nella più basilare dimostrazione della sua forza, di generare aperture nella Realtà, collegando così due luoghi nell'universo tra di loro. Difensivamente questa capacità può essere usata per precipitare materia e Cosmo nel nulla tra le dimensioni, mentre offensivamente potrà farne ricorso come tramite per spostare gli attacchi suoi o dei suoi alleati e farli giungere ai nemici più agevolmente. A testamento della sua maestria, il Titano potrà attraversare questi varchi in prima persona, traslandosi agevolmente tra le Dimensioni con modalità simili ad un teletrasporto, sebbene in maniera vincolata ai portali e dunque non altrettanto istantanea. Giapeto potrà perfino bandire temporaneamente il proprio avversario nel suo personale semipiano, il Melas Planetas, o per sottoporlo a potenziali danni diretti o traslando l'intera area di battaglia in un luogo a lui più congeniale, tramite tecniche apposite.

    Anche senza spezzare lo Spazio, il Titano potrà piegarlo alla sua volontà come un artigiano con la creta: sarà in grado di comprimerlo, agitandolo e scuotendolo per generare spostamenti di materia. Potrà impiegare questa capacità per effettuare prese, torsioni, sospendere la presa della gravità e levarsi in volo o levitazione, scaraventare via o attirare corpi, Cosmo o oggetti, in maniera pari in potenza e possibilità ad una Psicocinesi, sebbene non altrettanto precisa ed efficiente.
    Manifestazione meno palese ma non per questo poco portentosa, è possibilità di avvolgersi fisicamente nel tessuto spaziotemporale come se fosse un manto, nascondendosi dunque tra le pieghe della Realtà in una maniera che simula l'invisibilità. Oppure Giapeto potrà sfasare la sua esistenza nel piano materiale in più luoghi contemporaneamente, essenzialmente moltiplicando il proprio corpo nello Spazio; una manovra rischiosa questa, siccome tutti i danni subiti dai corpi aggiuntivi saranno accumulati e inflitti in quello originale una volta conclusa la manifestazione.

    Un altro attestato alla maestria di Giapeto è la capacità di comprimere la struttura del Velo di Urano a un livello infinitesimale e millimetrico, generando così una fenditura spaziale capace di separare la materia con precisione chirurgica. Queste lame di puro Spazio tagliano ogni cosa lungo il loro cammino con un efficacia ben superiore a quella di comuni emanazioni cosmiche, pari a un'Arma Infusa.


    IRINGANDOR
    al compiersi della vittoria dei Titani nella Seconda Guerra degli Eterni Urano, ormai Signore della Realtà, affidò a suo figlio e erede le chiavi della sezione del Tartaro ove il Dio Antico aveva rinchiuso entità da lui ritenute troppo pericolose, o imperfette, per esistere nel suo regno di pace e armonia. Giapeto era stato inteso come custode e carceriere di questi abomini, lui che più di tutti conosceva le loro potenzialità (essendo in molti casi il loro creatore) e come vanificarne i poteri, ma nel corso del tempo arrivò a considerare utilizzi... alternativi, sia per la prigione affidatagli che per i suoi abitanti. Il Titano dell'Ingegno ritagliò parte di quel dominio per sé e, da semplice luogo di contenimento, prese a utilizzarlo come una sorta di laboratorio dove poteva compiere e conservare i suoi esperimenti più pericolosi e inenarrabili, o anche richiudervi campioni degni di nota per futuri studi. Nel suo laboratorio sono richiusi esemplari di Ciclopi ed Ecatonchiri, infinite altre creazioni scartate da Urano e da altri Titani, esperimenti personali di Giapeto oltre che i prototipi di quelli che sarebbero poi diventati parte dell'esercito regolare dei Giganti. Grazie alla sua maestria sulle Dimensioni, egli è in grado di richiamare creature dal suo laboratorio affinché possano aiutarlo in battaglia.

    Questi esemplari sono creazioni oscure e mitiche, un tempo fiere e selvagge ma ora completamente spezzate dagli esperimenti del Titano o create per essere a lui servili, e altri infiniti orrori che non hanno mai visto la luce del sole, tutti piegati alla sua Dunamis e costretti a ubbidire a ogni suo comando. Gli abomini sono completamente dipendenti dal Titano per compiere le loro azioni dal punto di vista cosmico, consumando le sue riserve energetiche in proporzione al dispendio richiesto dal compito loro affidato.
    Al livello di risveglio attuale della sua Dunamis Giapeto potrà avere pronte allo scontro un massimo di cinque creature che potranno essere richiamate una alla volta, ognuna delle quali disporrà di una singola abilità che potrà scatenare contro i nemici del loro padrone; questa abilità non sarà pari in versatilità ai poteri di un Guerriero Sacro, sebbene sia equivalente in potenza.

    Al raggiungimento della sua Éskhatos Dunamis, il Titano potrà assegnare alle sue creazioni due abilità. [Bonus ad Energia Nera]


    AESHEN
    Giapeto, più di altri suoi fratelli e sorelle, rappresenta l'apice della conoscenza; sia per affinità del suo paradigma che per tutto il sapere acquisito nel corso di una vita così incomprensibilmente lunga, egli primeggia in genio scientifico e nella volontà di scoperta.
    Nell'arte dell'ingegneria genetica è tra i maestri indiscussi, pochi come lui comprendono come manipolare la vita ad un livello così intrinseco e profondo, sapere perfezionato nei fuochi della Seconda Guerra degli Eterni nella quale egli contribuì alla creazione dei Giganti, progetto che sconvolse il prosieguo del conflitto. Questo sapere, da lui tramandato ai figli, avrebbe poi portato alla nascita dell'umanità.
    Quasi nessuno è suo pari nella comprensione dei i misteri della materia, del cosmo e dell'energia vitale.

    Questa sconfinata capacità inventiva si manifesta nell'abilità che Giapeto ha di scomporre l'universo materiale nelle sue parti fondamentali, assorbendo in sé l'energia che anima il creato per alimentare la sua Dunamis quando questa viene consumata nei suoi vari utilizzi. Negli effetti questo è un processo continuo e passivo che rigenererà progressivamente le riserve cosmiche del Titano; sebbene non potrà recuperare dall'interezza dei suoi sforzi nel corso di uno scontro, potrà resistere molto meglio alle conseguenze dannose del continuo utilizzo della Dunamis.
    Quando questo processo è in corso attorno al Titano si sviluppano moti di distorsione: la luce si incurverà verso di lui, distorcendo lo spettro luminoso in una sottile patina trasparente, sotto i suoi piedi la vegetazione avvizzirà e l'aria si farà più rarefatta.

    Tuttavia non è solo dall'ambiente circostante che sarà possibile trafugare energia: nella più terribile manifestazione del suo potere, egli potrà divorare i suoi stessi alleati ed esperimenti. Trafiggendo una sua evocazione con i tentacoli emessi dalla Soma egli potrà innescare in essa un processo di collasso e decadimento: la malcapitata creatura subirà un agonizzante sublimazione, letteralmente disciogliendosi in particelle fondamentali mentre il potere sprigionato da questa aberrante reazione a catena viene inglobato nel Titano. L'evocazione in questione sarà comprensibilmente annichilita e dunque inutilizzabile per il corso dello scontro, la sua energia restituita al Signore dello Spazio; forte di questo afflusso di potere non proprio, Giapeto potrà impiegarlo immediatamente scagliando la sua prossima tecnica senza alcun costo per la sua Dunamis.
    Questa disgustosa sublimazione potrà essere effettuata una singola volta a duello.


    Evocazione


    Tecniche

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    191

    Status
    DEAD
    oTWdjfk
    Knowledge accidentpost 2

    L'aria vibrava completamente per via dell'energia sprigionata dal portale. Non pensava di essere in grado di poter fare ciò. E infatti non era vero ma in quel momento Nadaghar credette che quella fosse farina del suo sacco.

    Sbattè le palpebre più volte mentre ripensava alla figura che aveva visto attraverso la faglia dimensionale. Sembrava una persona, eppure era troppo assurdo per essere vero.
    Proprio nel momento, in cui sembrava aver scartato quell'idea perchè impossibile, dovette ricredersi completamente.

    "Ma che cos.."

    Accompagnato da passi metallici una persona si affacciò dal portale, sembrava essere particolarmente seccato della cosa. Immediatamente si accorse di una dicotomia, l'aspetto era quello di un uomo, su quello non sbagliava, ma la sua traccia cosmica non aveva assolutamente nulla di riconducibile all'umanità. Era oltre. Era come affacciarsi dalla finestra e vedere l'infinito, scorgerlo nella sua interezza e rendersi conto che è il proprio sguardo ad essere limitato.

    «Senti coso, facciamo che la prossima volta bussi eh.»

    "Una divinità?"

    Gli venne immediatamente da dire. Era la prima e unica risposta che gli si era palesata tra i pensieri. Si rese conto che quella figura lo stava osservando con sguardo severo. L'elfo oscuro, dopo aver fatto qualche passo indietro inavvertitamente si bloccò, era sicuro che ci fosse un modo per poter spiegare la cosa.

    "In fondo è stato un incidente"

    Pensò, senza ammettere a se stesso che probabilmente aveva saltato qualche avvertenza non letta dal manuale. Non gli vennero le parole, e quindi in quegli istanti si limitò a sostenere lo sguardo di quell'entità evitando di sfidarlo.

    «S..sono sicuro che..»

    Prese il coraggio della parola con un afflato di voce, ma fu completamente sovrastato dalla voce di quel figuro accompagnata da un sospiro enfatizzato.

    «Vabbè, fa nulla, entra pure. Tanto vale stare al caldo.»

    Che cosa era cambiato? Non aveva detto nulla. Lo sguardo cadde su una targhetta che portava al collo, con la scritta: Giapeto Prime. Successivamente collegò le chiavi che portava al collo alle chiavi dell'universo. Le chiavi di Crono erano un artefatto di cui aveva letto su un testo legato alle entità chiamate Titani.

    Divinità primigene del mondo e custodi della realtà, da quel che ricordava in quei pochi istanti essi non erano ostili agli Asi e ai Vani, anzi, avevano addirittura vissuto un periodo insieme quando Zeus dava loro la caccia. Avevano trovato casa presso i Regni di Odino.

    Il cervello lavorò ad una velocità immensa per ricordare, per sforzarsi di collegare quel nome e infine..

    "Ah certo! Giapeto..beh in fondo è sempre stata una divinità empirica, con lo sguardo sempre rivolto alla scoperta e al futuro."

    In quel momento, raccolto il coraggio decise di fare un inchino con la testa in segno di rispetto prima di prendere parola.

    «Ben trovato! Lei dev'essere Giapeto signore della scoperta e custode dell'universo.»

    Cercò di mostrare rispetto nonostante egli si fosse espresso con tono informale, non aveva mai avuto a che fare direttamente con una divinità. Il suo cosmo d'altro canto sembrava limitato, come se non fosse ancora arrivato al punto di massimo splendore. Quel corpo custodiva una parte di quell'immenso potere in stasi, un livello che nessun uomo avrebbe mai potuto arrivare.

    «C-certo. La ringrazio per l'invito»

    Non voleva essere scortese e parlare lasciando il suo interlocutore in sospeso. Dei Titani, Giapeto era descritto come uno dei più distaccati dalle emozioni. A volta arrivando persino ad essere in grado di commettere sacrifici enormi pur di ottenere nuove scoperte. Una persona senza scrupoli era da saper prendere e assolutamente difficile da leggere, avrebbe potuto invitarlo poichè lo vedeva come un mezzo per giungere ad un fine.

    Questo pensiero lo metteva in ansia, il cuore gli batteva a mille. Nonostante la soggezione provata in sua presenza, mosse dei passi in direzione della faglia. Una volta vicino si accorse che dall'altra parte vi era un interno, probabilmente di un'abitazione. Contenente un arredo mai visto, con oggetti mai visti. Osservava altre copie dello stesso Titano che sembravano alle prese con spazzare e ripulire il pavimento dalle infiltrazioni del sottobosco asgardiano.

    Nel momento in cui fece l'ultimo passo ad Asgard il suo cosmo entrò inconsciamente in sintonia con la sua armatura runica che si scompose dalla forma totemica per applicarsi alle sue membra. Voleva proteggerlo, o forse era solamente una reazione alla preoccupazione che attanagliava il cuore del Sacerdote.

    Entrò all'interno dell'abitazione a passo deciso, nel momento in cui i loro volti si incrociarono, per qualche secondo i suoi occhi color cremisi incontrarono gli occhi cerulei della forma umana del signore dello spazio. In quel breve istante sentì di potersi fidare, nonostante avesse tutti i buoni motivi per non farlo.

    La sua spada entrò in risonanza alla vicinanza del cosmo, come se il cosmo infuso di Heimdall gioisse del ricordo che aveva dei giorni trascorsi insieme al Titano. Fu stupito dalla cosa, per rompere il ghiaccio decise di confessare

    «In realtà è stato un incidente, stavo studiando le rune dello spazio ed ero stufo di un approccio teorico per cui ho deciso di venire nella foresta a fare un po' di pratica. Mi dispiace averle creato disturbo.»

    Osservò le chiavi dell'universo che era appese al suo collo..

    «Ovviamente sarebbe fantastico prendere lezioni direttamente dal signore del tempo. Sono alla ricerca della chiave del potere della mia runa, Perth.»

    Mostrò la Robe con un minimo di orgoglio, prima di rendersi conto che un cosmo perlaceo, completamente estraneo al suo aveva ricoperto interamente la sua spada. Esso brillava come mai aveva fatto prima d'ora, i sensi si connetterono immediatamente tramite l'armatura che proiettò immagini che non erano suoi ricordi. Erano due persone che non aveva mai visto, ma che riconobbe come Heimdall e Giapeto, intenti a discutere dinanzi al Bifrost.

    «Oh.. sembra che il cosmo benedetto della mia spada sia entrato in risonanza con il suo. Sarei curioso di sapere di più su questo legame.»

    In quel momento si rese conto che forse si stava allargando troppo, prendendosi probabilmente una confidenza troppo grande.

    «Ma questo mi sa che è chiedere troppo. Mi scusi se la sto importunando con tutte queste domande.»

    In tutto questo era rimasto in piedi all'interno della sala, che sembrava una stanza ricreativa, mentre attendeva la risposta del padrone di casa. Si guardava in giro incuriosito da molti oggetti strani, alcuni si aveva riconosciuti e incontrati durante il suo esilio, su Midgard, altri invece erano qualcosa di completamente nuovo.

    In fondo Asgard non era una terra particolarmente votata allo sviluppo tecnologico per il miglioramento della vita. La magia era forte e riusciva a mantenere ugualmente l'equilibrio della vita, senza prendere più di ciò che la terra e i nove regni offrivano loro.

    Una pensiero andò a quanto si era sentito avido e completamente insoddisfatto quando sottostava agli ordini delle matrone, i Drow erano veramente dei profondi ingrati, sperava in cuor suo di non essere additato in quel modo dal signore dello spazio.




    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth

    STATUS FISICO In forma
    STATUS MENTALE Leggermente in soggezione il drow centenario
    STATUS ROBE Intatta e indossata

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE
    oTWdjfk
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Titani e Giganti
    Posts
    3,899

    Status
    ALIVE
    oTWdjfk
    Ἰαπετός xiphos {VII} energia violaKnowledge Accident2

    Spazio. Sono il Titano dello Spazio. Crono è quello del tempo, e buona fortuna a farti insegnare qualcosa da lui.
    Ridacchiò tra sé e sé, intesa come una risata collettiva condivisa da tutti i Giapeti, a quell'arguzia che l'altro probabilmente non avrebbe capito; gli mancavano miliardi di anni di contesto e familiarità con il Signore del Divenire. Da quando aveva preso la Falce c'era stato un certo cambiamento nella sua personalità e nel suo modo di comportarsi, ma a quanto pareva il tempo passato a riposarsi nel sigillo aveva fatto bene al suo stato di salute mentale; non se la prese per quella piccola inesattezza, era passato molto tempo da quando memoria di sé era passata per Asgard, aveva senso che le persone si fossero dimenticate dei suoi domini. Guardò curiosamente il bagliore di cosmo illuminare la lama del Custode Runico, un potere lontano che lasciò intravedere un immagine, un momento che ormai era perso nei recessi del tempo. Osservò l'accenno di scena svolgerglisi davanti e poi sparire, incrociando le braccia al petto e alzando il sopracciglio con moderata sorpresa.
    Per "incrociare" si intende che essenzialmente si avvolse il petto con le lame; non una cosa facile, esprimere gestualità quando le tue armi ti pendono dagli avambracci. Avrebbe potuto ritrarle, in verità, ma Echidna non aveva cresciuto un codardo arrendevole.
    Huh. Vorrei saperne di più anch'io. Passò la punta della chiave sulla tempia, picchiettandosela distrattamente mentre cercava di richiamare a sé ricordi collegati a quello che aveva appena visto, senza successo. Riuscì ad aprire un taglietto sulla sua fronte, versando un rivolo di sangue blu lungo il volto, ma la ferita si rimarginò immediatamente. Uno dei lati positivi del risveglio era che danni così lievi erano essenzialmente irrilevanti nelle sue percezioni.
    No, niente. Non me lo ricordo. Schioccò la lingua lungo il palato, un gesto che tradiva il profondo fastidio e disprezzo per quella situazione. I suoi lineamenti si distorsero, per un istante, in quella che era genuina rabbia nel sentirsi tradito dalla sua memoria, ma le sue emozioni erano volubili e mutevoli.

    Scrollò le spalle, perfettamente tranquillo, avvicinandosi a Giapethree dietro il bancone.
    Vedi, gli eoni passati sigillato non fanno bene alla memoria. Sono tornato su questa terra di recente e i miei poteri, oltre ai miei ricordi, devono ancora tornare pienamente. Il solito per me. Detta quell'ultima cosa, Giapeto allungò la lama sinistra verso quello che era un foglio di carta plastificata, rossa all'esterno e ripiegata su sé stessa, sulla quale svettava una C gialla. Sembrava essere appiccicata alla punta dell'artefatto, ma a una leggera pressione del Drow si sarebbe staccata.
    Il menù. Lasciò Nadaghar alla scelta del suo eventuale pranzo in compagnia di uno scocciatissimo Giapethree, mentre Prime stava dirigendosi al suo tavolo trascinandosi dietro quattro carrelli con tre ripiani STRACOLMI di panini, patatine, bibite di ogni genere e specie e strani dolci. I bisogni nutritivi di un corpo titanico erano sostanziali, ma fortunatamente non doveva preoccuparsi di calorie, grassi, o qualunque altra cosa del genere; poteva godersi i frutti del lavoro di Giapetwelve che era stato sigillato in cucina.
    Prese a scartare un panino dopo l'altro, facendoli fluttuare in aria e avvicinandoli alla bocca; quando aprì le fauci queste si stesero come quelle di un serpente, in una maniera così ampia da far arrivare i denti superiori fin sopra al naso, mostrando l'interno bocca e lingua completamente blu.
    Poi ghermì due panini alla volta, finendoli in un paio di morsi silenziosi e compiti, il perfetto avatar delle buone maniere a tavola. Svuotò tre cartoncini di patatine nel tempo che servì a Nadaghar per sederglisi davanti, dandogli il tempo di squadrarlo mentre in bocca teneva due cannucce contemporaneamente. Tirò su, svuotando entrambe le lattine in un sol fiato senza fare un singolo rumore, con efficienza e spietatezza chirurgiche.

    Allora.
    Disse, in tono molto più serio di quello che intendeva, poggiando entrambe le lame sul tavolo davanti, facendo tintinnare leggermente le posate davanti al Titano. Apprezzo il coraggio e la buona volontà, sul serio, ma non prendo allievi. Non finisce mai bene.
    Allievi al di fuori della Torre Nera, avrebbe dovuto precisare, ma nessuno avrebbe potuto contestare quella piccola omissione. In verità, nell'Età dell'Oro, Giapeto si era dilettato a istruire mortali che volevano seguire le sue orme e andare oltre le limitazioni che la natura, e i Titani stessi, avevano imposto loro; lo faceva ancora in tempo presente, sebbene la scala fosse ridotta e dovesse fornire nozioni decisamente meno complesse a quella versione indebolita dell'umanità.
    Detto questo.
    Inglobò un altro panino, giusto per dare un po' di suspense al suo discorso per nessun particolare motivo. Posso darti qualche dritta.
    Era un elfetto interessante quello, l'aveva seguito lì dentro senza timore alcuno e aveva avuto la spina dorsale di chiedere direttamente ad un Titano qualcosa di molto concreto di legato al proprio campo di specializzazione; inoltre il sacerdote runico di Perth era, notoriamente, maestro supremo di incanti e sommo conoscitore delle vie del cosmo ad Asgard. Non un cavalierino qualunque, un buon alleato da avere anche per il futuro.
    Che cosa vuoi sapere?
    Disse, portando alle labbra un'altra cannuccia.

    hmbt2ep

    narrato | parlato | pensato
    SOMA Idossata, integra
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    RIASSUNTO AZIONI

    IAR
    in principio fu pensiero; esterno, alieno, insondabile e incomprensibile. Superno. Al pensiero poi fu data forma e carne, ma non inefficiente e destinata a decadere e a decomporsi, fu pura perfezione, perché solo la perfezione poteva contenere processi così sommi: fu cosmo e sangue, radiante Dunamis e scuro Ichor, segni inconfondibili del Divino.

    Come tutti i suoi fratelli e sorelle, anche nelle vene di Giapeto scorre Ichor. In lui questo divino fluido si manifesta come una sostanza dal colore blu scuro, denso e raggrumato, ma al cui interno brillano le infinite stelle di astri lontani che fulgono del loro bagliore. O muoiono, spegnendosi.
    L'Ichor è più che un semplice contenitore di essenza vitale, è attraversato continuamente da Dunamis allo stato attivo che opera incessante per mantenere l'assoluta purezza del corpo del Titano; nelle prime fasi del risveglio questo comporta la cancellazione totale di ogni difetto e imperfezione nella struttura fisica del Pilastro Universale, oltre a renderla immortale.
    La capacità più prodigiosa è quella di lenire in maniera costante le ferite che inevitabilmente Giapeto subirà in battaglia, continuo processo che gli garantisce una resistenza alla fatica e al dolore superiore a quella di un comune umano. Nel corso di uno scontro questa guarigione è comunque troppo lenta per sanare completamente le ferite più gravi e dannose, potendo richiudere solo le più lievi e superficiali, ma l'Ichor ha la particolarità di poter essere impiegato anche in maniera attiva: concentrando la propria Dunamis nel suo sangue e innescandone i processi rigenerativi, Giapeto potrà guarire o tutte le ferite fisiche o ogni alterazione mentale e neurologica subita. [Monouso a duello, azione sia di attacco che di difesa]
    Questi benefici curativi dell'Ichor possono essere generosamente concessi a qualunque alleato entri in contatto diretto con il sangue del Titano, sebbene sia raro vedere mortali che hanno ricevuto l'onore.
    Essendo così carico del divino potere del Titano, una goccia di Ichor è capace perfino di animare oggetti e renderli fedeli servitore del Titano delle Dimensioni


    EILIANT
    fin dal momento della sua nascita Giapeto avrebbe dovuto succedere al padre, Urano, come Signore dello Spazio. Da lui in persona fu istruito nei segreti del multiverso e nella comprensione del proprio paradigma: la costante evoluzione dell'esistenza, l'incessante cerca del miglioramento e il continuo muoversi verso il prossimo limite da infrangere. A dimostrazione di ciò, il Progenitore dell'Umanità ricevette dal Dio Antico un artefatto dal potere incommensurabile: le Chiavi del Multiverso. Esse, quando si rivelò necessario scacciare per sempre Urano, furono innestate nella Soma di Giapeto, divenendone parte integrante: nella forma si manifestano come le due lame gemelle che si estendono dalle braccia del Titano e, sebbene possano essere usate come strumento d'offesa diretto, non sono in questo paragonabili ad armi vere e proprie.
    Non è questo il loro scopo, esse infatti aiutano Giapeto a focalizzare le sue abilità di controllo dimensionale, rendendo totale il suo dominio dello spazio.
    Una volta raggiunto potere necessario a manifestare il nero Khaos egli potrà concentrarlo nelle Chiavi e, tramite esse, proiettarlo verso i suoi nemici con l'efficacia tagliente o perforante di un'Arma Cosmica. [Bloccato fino ad Energia Nera]

    Sebbene il potere del Titano delle Dimensioni sia una pallida ombra di ciò che era un tempo egli potrà manipolare il tessuto spaziotemporale con perizia eguagliata solo da chi di quest'arte è assoluto maestro.
    Giapeto sarà in grado, nella più basilare dimostrazione della sua forza, di generare aperture nella Realtà, collegando così due luoghi nell'universo tra di loro. Difensivamente questa capacità può essere usata per precipitare materia e Cosmo nel nulla tra le dimensioni, mentre offensivamente potrà farne ricorso come tramite per spostare gli attacchi suoi o dei suoi alleati e farli giungere ai nemici più agevolmente. A testamento della sua maestria, il Titano potrà attraversare questi varchi in prima persona, traslandosi agevolmente tra le Dimensioni con modalità simili ad un teletrasporto, sebbene in maniera vincolata ai portali e dunque non altrettanto istantanea. Giapeto potrà perfino bandire temporaneamente il proprio avversario nel suo personale semipiano, il Melas Planetas, o per sottoporlo a potenziali danni diretti o traslando l'intera area di battaglia in un luogo a lui più congeniale, tramite tecniche apposite.

    Anche senza spezzare lo Spazio, il Titano potrà piegarlo alla sua volontà come un artigiano con la creta: sarà in grado di comprimerlo, agitandolo e scuotendolo per generare spostamenti di materia. Potrà impiegare questa capacità per effettuare prese, torsioni, sospendere la presa della gravità e levarsi in volo o levitazione, scaraventare via o attirare corpi, Cosmo o oggetti, in maniera pari in potenza e possibilità ad una Psicocinesi, sebbene non altrettanto precisa ed efficiente.
    Manifestazione meno palese ma non per questo poco portentosa, è possibilità di avvolgersi fisicamente nel tessuto spaziotemporale come se fosse un manto, nascondendosi dunque tra le pieghe della Realtà in una maniera che simula l'invisibilità. Oppure Giapeto potrà sfasare la sua esistenza nel piano materiale in più luoghi contemporaneamente, essenzialmente moltiplicando il proprio corpo nello Spazio; una manovra rischiosa questa, siccome tutti i danni subiti dai corpi aggiuntivi saranno accumulati e inflitti in quello originale una volta conclusa la manifestazione.

    Un altro attestato alla maestria di Giapeto è la capacità di comprimere la struttura del Velo di Urano a un livello infinitesimale e millimetrico, generando così una fenditura spaziale capace di separare la materia con precisione chirurgica. Queste lame di puro Spazio tagliano ogni cosa lungo il loro cammino con un efficacia ben superiore a quella di comuni emanazioni cosmiche, pari a un'Arma Infusa.


    IRINGANDOR
    al compiersi della vittoria dei Titani nella Seconda Guerra degli Eterni Urano, ormai Signore della Realtà, affidò a suo figlio e erede le chiavi della sezione del Tartaro ove il Dio Antico aveva rinchiuso entità da lui ritenute troppo pericolose, o imperfette, per esistere nel suo regno di pace e armonia. Giapeto era stato inteso come custode e carceriere di questi abomini, lui che più di tutti conosceva le loro potenzialità (essendo in molti casi il loro creatore) e come vanificarne i poteri, ma nel corso del tempo arrivò a considerare utilizzi... alternativi, sia per la prigione affidatagli che per i suoi abitanti. Il Titano dell'Ingegno ritagliò parte di quel dominio per sé e, da semplice luogo di contenimento, prese a utilizzarlo come una sorta di laboratorio dove poteva compiere e conservare i suoi esperimenti più pericolosi e inenarrabili, o anche richiudervi campioni degni di nota per futuri studi. Nel suo laboratorio sono richiusi esemplari di Ciclopi ed Ecatonchiri, infinite altre creazioni scartate da Urano e da altri Titani, esperimenti personali di Giapeto oltre che i prototipi di quelli che sarebbero poi diventati parte dell'esercito regolare dei Giganti. Grazie alla sua maestria sulle Dimensioni, egli è in grado di richiamare creature dal suo laboratorio affinché possano aiutarlo in battaglia.

    Questi esemplari sono creazioni oscure e mitiche, un tempo fiere e selvagge ma ora completamente spezzate dagli esperimenti del Titano o create per essere a lui servili, e altri infiniti orrori che non hanno mai visto la luce del sole, tutti piegati alla sua Dunamis e costretti a ubbidire a ogni suo comando. Gli abomini sono completamente dipendenti dal Titano per compiere le loro azioni dal punto di vista cosmico, consumando le sue riserve energetiche in proporzione al dispendio richiesto dal compito loro affidato.
    Al livello di risveglio attuale della sua Dunamis Giapeto potrà avere pronte allo scontro un massimo di cinque creature che potranno essere richiamate una alla volta, ognuna delle quali disporrà di una singola abilità che potrà scatenare contro i nemici del loro padrone; questa abilità non sarà pari in versatilità ai poteri di un Guerriero Sacro, sebbene sia equivalente in potenza.

    Al raggiungimento della sua Éskhatos Dunamis, il Titano potrà assegnare alle sue creazioni due abilità. [Bonus ad Energia Nera]


    AESHEN
    Giapeto, più di altri suoi fratelli e sorelle, rappresenta l'apice della conoscenza; sia per affinità del suo paradigma che per tutto il sapere acquisito nel corso di una vita così incomprensibilmente lunga, egli primeggia in genio scientifico e nella volontà di scoperta.
    Nell'arte dell'ingegneria genetica è tra i maestri indiscussi, pochi come lui comprendono come manipolare la vita ad un livello così intrinseco e profondo, sapere perfezionato nei fuochi della Seconda Guerra degli Eterni nella quale egli contribuì alla creazione dei Giganti, progetto che sconvolse il prosieguo del conflitto. Questo sapere, da lui tramandato ai figli, avrebbe poi portato alla nascita dell'umanità.
    Quasi nessuno è suo pari nella comprensione dei i misteri della materia, del cosmo e dell'energia vitale.

    Questa sconfinata capacità inventiva si manifesta nell'abilità che Giapeto ha di scomporre l'universo materiale nelle sue parti fondamentali, assorbendo in sé l'energia che anima il creato per alimentare la sua Dunamis quando questa viene consumata nei suoi vari utilizzi. Negli effetti questo è un processo continuo e passivo che rigenererà progressivamente le riserve cosmiche del Titano; sebbene non potrà recuperare dall'interezza dei suoi sforzi nel corso di uno scontro, potrà resistere molto meglio alle conseguenze dannose del continuo utilizzo della Dunamis.
    Quando questo processo è in corso attorno al Titano si sviluppano moti di distorsione: la luce si incurverà verso di lui, distorcendo lo spettro luminoso in una sottile patina trasparente, sotto i suoi piedi la vegetazione avvizzirà e l'aria si farà più rarefatta.

    Tuttavia non è solo dall'ambiente circostante che sarà possibile trafugare energia: nella più terribile manifestazione del suo potere, egli potrà divorare i suoi stessi alleati ed esperimenti. Trafiggendo una sua evocazione con i tentacoli emessi dalla Soma egli potrà innescare in essa un processo di collasso e decadimento: la malcapitata creatura subirà un agonizzante sublimazione, letteralmente disciogliendosi in particelle fondamentali mentre il potere sprigionato da questa aberrante reazione a catena viene inglobato nel Titano. L'evocazione in questione sarà comprensibilmente annichilita e dunque inutilizzabile per il corso dello scontro, la sua energia restituita al Signore dello Spazio; forte di questo afflusso di potere non proprio, Giapeto potrà impiegarlo immediatamente scagliando la sua prossima tecnica senza alcun costo per la sua Dunamis.
    Questa disgustosa sublimazione potrà essere effettuata una singola volta a duello.


    Evocazione


    Tecniche

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    191

    Status
    DEAD
    oTWdjfk
    Knowledge accidentpost 3

    Il titano a sua volta entrò in quella che sembrava la sua dimora. Come prima cosa corresse le parole del drow. Ai suoi occhi si sentiva niente di meno che un giovane studente dell'accademia.
    In fin dei conti si stava ancora formando, quello che sembrava a prima vista un errore era in realtà dovuto all'eccitazione che stava provando, era completamente assorbito e distratto da quel luogo così fuori dal comune ai suoi occhi. Tutti quegli oggetti a lui sconosciuti che rappresentavano una tecnologia aliena, per non parlare delle copie di Giapeto che facevano avanti e indietro, impegnati nei loro compiti assegnati.

    «Certo! Mi scusi, l'agitazione. Signore dello spazio.»

    Ora che li osservava meglio notò che ognuno di essi, come il principale, portavano una targhetta che rappresentava il numero. Probabilmente era un modo per il principale di distinguerli l'uno dall'altro.

    "Questo è veramente strano.. secondo me c'è il cosmo di mezzo"

    Intuì, era troppo inusuale anche come magia. Inoltre i Titani dalle conoscenze che aveva acquisito sembravano esperti conoscitori del cosmo, similmente alle alte cariche di Asgard e le divinità.

    «In ogni caso sarebbe un onore, ma io credo che lei sia il Titano giusto per vorrei apprendere.»

    Aggiunse, facendo apparentemente morire la discussione. Entrambi erano stati distratti dalla manifestazione cosmica della sua spada. Era la benedizione di cui era pregna. Del cosmo del Dio Heimdall che le forniva proprietà uniche.

    La reazione di Giapeto ad essa fu curiosa, sembrava sorpreso da quel fenomeno anche se non ricordava a quale istante della sua vita apparteneva l'immagine che il cosmo aveva proiettato nelle loro menti.

    «Beh.. capisco. Pensavo che non fosse necessario ma, mi permetta di spiegarle.. questa lama è stata benedetta ai tempi del mito da Heimdall in persona. Forse questo nome potrebbe aiutarla a ricordare.»

    Disse cercando di mettersi nei panni dell'entità.

    «È come quando conosci perfettamente la risposta ad un quesito ma non ricordi la parola giusto con cui esprimerla. La senti sulla punta della lingua insomma.»

    Come aveva intuito dalla sua percezione, il cosmo del titano non si era ancora sbloccato completamente. Relegato a quella forma umana avrebbe dovuto trascorrere del tempo prima di poter ritornare ai fasti di un tempo. Probabilmente per loro era l'unico compresso per tornare in questo modo in forma materiale.

    «Vedi, gli eoni passati sigillato non fanno bene alla memoria. Sono tornato su questa terra di recente e i miei poteri, oltre ai miei ricordi, devono ancora tornare pienamente. Il solito per me. »

    Annuì in segno di comprensione. Staccò il menù dal braccio del Titano diede uno sguardo a ciò che vi era scritto. Aveva visto qualcosa di simile durante il suo pellegrinaggio su Midgard ma aveva sempre fatto fatica ad orientarsi. L'antica scrittura aveva una grammatica differente.

    I drow non avevano familiarità con quei cibi, essi erano abituato a nutrirsi dei componenti più comuni del sottosuolo come funghi, molluschi, licheni. Da quando era salito in superficie aveva cercato di abituarsi al cibo che vi era, aveva scoperto dei sapori nuovi e affascinato da essi li aveva integrati nella sua dieta.

    «C'è veramente un sacco di roba!»

    Esclamò con entusiasmo. Intanto il padrone di casa non si era fatto problemi a ordinare cibi e soddisfare quella che sembrava una fame vorace e viscerale. Era curioso osservare come il suo corpo umano si stava abituando al cosmo da Titano distorcendone i tratti. Inizialmente sembrava che ne avesse modificato solamente la carnagione e i tratti somatici.

    "Chissà se una volta riacquisiti tutti i poteri anche la forma umana riacquisterà i tratti tipici dei titani. Non li conosco ma mi piacerebbe vederne uno allo stato originario

    Si domandò. Non gli sembrava il caso di fare quella domanda ad alta voce. Per quanto era entusiasta di essere al cospetto di una figura importante doveva darsi un contegno. Il menù era passato in secondo piano, ma alla fine decise per la prima voce sulla lista. Non conosceva quegli ingredienti quindi per lui una pietanza valeva l'altra.

    «Apprezzo il coraggio e la buona volontà, sul serio, ma non prendo allievi. Non finisce mai bene. »

    Giapeto aveva preso sul serio la richiesta di Nadaghar. Diciamo che il drow l'aveva detto come battuta, per gioco. Non si aspettava di certo che un'entità di quella portata potesse prendere in considerazione tale affermazione.

    Nel frattempo con grande velocità il numero Tre gli servì la pietanza richiesta. Aveva una forma rotonda ed emanava un odore succulento, al tatto sembrava morbido. Non c'erano posate e quindi decise di seguire l'esempio del padrone di casa e afferrare il panino tra le mani per addentarlo.

    «Mmm..»

    Fu il verso che fece quando le sue papille gustative si inebrarono di quel sapore ferrino e dolce allo stesso tempo. Una concentrazione di gusti che sembrava indurne il buon umore.

    «Squisito questo»

    Affermò dopo averlo finito. Si fermò, lo stomaco e il bisogno dei drow di cibo non era così alto. Essi erano in grado di sopravvivere per molto più tempo senza cibo rispetto agli umani.

    «Io mi fermo qua, noi drow non abbiamo bisogno di indurre grandi quantità di cibo nel nostro corpo per sopravvivere.»

    Disse afferrando quello che sembrava un bicchiere, al tatto però non era rigido ma soffice. Stringendolo inavvertitamente fece schizzare qualche goccia di quel liquido nero, pieno di bollicine. Non aveva un bell'aspetto ma lo assaggiò ugualmente. Rimase sorpreso dalla sua capacità dissetante e dalla sua dolcezza.

    «Cavoli! Qua c'è solo roba ottima. »

    Intanto il titano continuava il suo discorso.

    «Posso darti qualche dritta. Che cosa vuoi sapere? »

    Quella era un'opportunità più unica che rara. Il signore dello spazio gli aveva dato disponibilità ad accedere al suo sapere. Anche se era nato per gioco, il drow decise di sfruttare quell'occasione unica.

    «La ringrazio per la sua disponibilità. In realtà ho avuto un approccio più pratico che teorico alle rune dimensionali. Ma visto che lei si è reso disponibile..»

    Prese una pausa per pensare a come formulare la domanda

    «Il funzionamento dello strappo dimensionale mi è chiaro. Non mi è chiaro come dirigerlo, ovvero come scegliere la destinazione. Me lo potrebbe spiegare?»

    Subito dopo averla formulata si accorse in maniera naturale che c'era un'altra domanda collegata ad essa.

    «Immagino che le dimensioni siano molte, ne ho studiate alcune ma.. i libri ne parlano solo a livello teorico. Non c'è nessuna indicazione su come approdarvi e quali sono le loro caratteristiche in termini di pericolosità e di attraversamento.»

    Stava approfittando della saggezza fornita ma, Nadaghar non era certo un ingrato, nè un egoista.

    «Comunque.. lasci che la ripaghi per la cortesia della lezione e del cibo offerto. Ho imparato ad utilizzare una runa particolare, sono in grado grazie ad essa di connettermi con la mente attraverso il cosmo e vederne i ricordi.»

    Fece una pausa per dare il tempo all'entità di elaborare quell'affermazione.

    «Se mi da il permesso posso provare ad utilizzarla su di lei. Considerando che ha problemi di memoria, potrei provare a dirle che cosa vedo e magari provocare lo sblocco di alcuni ricordi.»

    Era una richiesta insolita. Avrebbe potuto fare quella mossa quando voleva, non voleva offendere il padrone di casa nè permettersi di essere così invadente vedendo quanto era stato disponibile nei suoi confronti. Chiederlo era una forma di rispetto. Inoltre non era del tutto certo che avrebbe funzionato, non conosceva bene i meccanismi che proteggevano la mente dei Titani e il motivo per cui non ricordavano parti della loro esistenza.

    «Comprendo l'audacità di tale richiesta. Magari i ricordi le sono stati occultati per un motivo e lei non vuole forzare la mano, lasciandoli emergere al momento giusto. Se dovesse rifiutare comprenderei le sue ragioni.»

    Quella frase nascondeva un'intuizione che Nadaghar si tenne per sè. È se i ricordi del Titani gli fossero stati occultati con l'intento di proteggere persone, luoghi e sè stesso da qualcosa di più grande. Dare per scontato di avere a che fare con entità così longeve, era qualcosa che il Sacerdote di Perth non voleva fare. Sapeva benissimo che il potere che avrebbe incontrato avrebbe avuto la probabilità di sovrastarlo, essendo di natura divina.




    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth

    STATUS FISICO In forma
    STATUS MENTALE Un po' in ansia per la richiesta fatta
    STATUS ROBE Intatta e indossata

    RIASSUNTO AZIONI
    Nulla di che, propongo all'amico Titano di usare la mia ESP di Primo livello e vedere se riesco a sbloccare qualche ricordo. Magari non ne sono in grado ma, appunto Nadaghar non conosce così bene i Titani per avere la certezza che funzioni o che non funzioni a priori.

    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE
    oTWdjfk
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Titani e Giganti
    Posts
    3,899

    Status
    ALIVE
    oTWdjfk
    Ἰαπετός xiphos {VII} energia violaKnowledge Accident3

    Ai complimenti sulla bontà della sua cucina tutti i vari Giapeti, incluso quello davanti al drow, si lasciarono andare a un sorriso sghembo seguito da un vago gesto di schermirsi con la Chiave, quasi come a volersi fare vento e scacciare via quelle lodi, ma nello sguardo era palese la sua viva soddisfazione. Dopotutto, se il suo ego avesse potuto staccarsi da lui e incarnarsi attivamente nell'Immaterium sarebbe diventato un vero e proprio Dio del Chaos.
    Heh, sarebbe stato divertente da vedere.
    Mentre Nadhagar parlava, Giapeto continuava a inglobare strane e poco salutari pietanze a velocità siderali; aveva essenzialmente polverizzato i primi due carrelli in neanche tre minuti, cominciando ad attaccare i dolci. Quelli li avrebbe presi con un po' più di calma, vuoi perché aveva una netta preferenza per quella tipologia di sapori e voleva gustarseli per bene, vuoi anche perché non aveva particolare fretta di concludere quell'incontro; gli piaceva il ragazzo, non aveva timore di mettersi davanti ad un letterale Dio e fare richieste, di aiuto o altro. Aveva qualcosa con cui lavorare, in sintesi, e con un asgardiano poteva concedersi in aiuti e permissività che ad altre fazioni non avrebbe accordato.
    Prese a essenzialmente bere quello strano mix di panna, cioccolato e smarties che aveva davanti, facendo scorrere tutto con localizzati fenomeni telecinetici, in un contesto più calmo poteva concedersi dei lavori di fino con un po' più di concentrazione e tempo da impiegare. Poggiò il bicchiere sul tavolo, lasciandosi sfuggire un "aaah" soddisfatto mentre si passava la lunga lingua blu sulle labbra per pulirsi meglio.
    Ora, cosa rispondergli.
    In genere visualizzare dove aprire il portale aiuta, sicuramente meglio che andare a casaccio.

    Ogni portale è un sistema che collega due punti, perforando il Velo di Urano e creando un condotto tra punto A e punto B, come ogni cosa aiuta avere perfettamente chiaro nella tua testa esattamente dove mettere il punto B anche senza averlo sotto gli occhi.
    Si interruppe per svuotare in un solo respiro tre lattine di cola di seguito. Molto probabilmente qualcuno senza il metabolismo di un Titano sarebbe morto di overdose da zuccheri considerato il volume di cose che aveva inserito nell'organismo, ma fortunatamente lui non doveva preoccuparsi di queste cose. Un sospiro, nuovamente soddisfatto, prima di continuare.
    Il controllo sulle dimensioni è un potere che cresce in possibilità all'espandersi dei tuoi supersensi. Al momento le applicazioni sono piuttosto basilari, ma presto scoprirai di poter attraversare i portali, usandoli come tramite per i tuoi spostamenti.
    Aveva ampiamente, ampiamente, MOLTO ampiamente semplificato le infinite complessità e arzigogoli nel nome dell'rendersi quantomeno comprensibile al suo interlocutore. C'erano un'infinità di teorie, pensieri personali, note sparse sul funzionamento del Velo di Urano e di come utilizzarlo in maniera efficiente, ma in quel caso non c'era il tempo necessario per educarlo in maniera confacente a renderlo un suo effettivo allievo. Avrebbe potuto piantargli nella mente tutte le nozioni necessarie, ma questo avrebbe potuto essere spiacevole. Si limitò a spiegazioni basilari e semplici, giusto per assicurarsi che non finisse di nuovo a morire nel semipiano di qualcuno magari meno permissivo del Titano.
    Per quanto riguarda altre Dimensioni Materiali, ddddipende dalla Dimensione? Come linea di principio si dovrebbe essere in grado di accedervi una volta raggiunta la pienezza del Sesto Senso. Ce ne sono alcune chiuse, altre meno ma sono comunque pericolose. Io non ti consiglierei di andare nel Piano del Fuoco, ad esempio. Se avevi qualche Dimensione specifica in mente potrei darti qualche informazione in più, anche portartici se proprio le vuoi vedere.

    Poi si fermò, per un istante, a cercare di capire se aveva sentito davvero quello che il suo cervello aveva interpretato. Aveva capito che questo Drow era un tipetto intraprendente, ma ora aveva cominciato a sconfinare nel reame di quello che una persona qualunque avrebbe considerato offensivo.
    Fortunatamente Giapeto non era una persona qualunque.
    Cioè, fammi capire, ci conosciamo da neanche dieci minuti e già vuoi entrarmi in testa? Ridacchiò per tre secondi esatti, un suono musicale e ritmato che gli vibrò in gola con melodiosa armonia.
    Frugare nella mente di un Titano era una proposta pericolosa per qualcuno di non completamente connesso con i loro processi emotivi, qualcuno avrebbe potuto dire che i loro ricordi non erano questione per esseri inferiori, ma questo avrebbe voluto dire imporre un limite alla crescita e al coraggio di Nadaghar; Giapeto era colui che i limiti li infrangeva, e costringeva a infrangere.
    Mettiamola così; se proprio vuoi sentiti libero di provare. Io però ti avverto.

    dQ6YRE4

    Potrebbe non piacerti ciò che troverai.



    hmbt2ep

    narrato | parlato | pensato
    SOMA Indossata, integra
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    RIASSUNTO AZIONI

    IAR
    in principio fu pensiero; esterno, alieno, insondabile e incomprensibile. Superno. Al pensiero poi fu data forma e carne, ma non inefficiente e destinata a decadere e a decomporsi, fu pura perfezione, perché solo la perfezione poteva contenere processi così sommi: fu cosmo e sangue, radiante Dunamis e scuro Ichor, segni inconfondibili del Divino.

    Come tutti i suoi fratelli e sorelle, anche nelle vene di Giapeto scorre Ichor. In lui questo divino fluido si manifesta come una sostanza dal colore blu scuro, denso e raggrumato, ma al cui interno brillano le infinite stelle di astri lontani che fulgono del loro bagliore. O muoiono, spegnendosi.
    L'Ichor è più che un semplice contenitore di essenza vitale, è attraversato continuamente da Dunamis allo stato attivo che opera incessante per mantenere l'assoluta purezza del corpo del Titano; nelle prime fasi del risveglio questo comporta la cancellazione totale di ogni difetto e imperfezione nella struttura fisica del Pilastro Universale, oltre a renderla immortale.
    La capacità più prodigiosa è quella di lenire in maniera costante le ferite che inevitabilmente Giapeto subirà in battaglia, continuo processo che gli garantisce una resistenza alla fatica e al dolore superiore a quella di un comune umano. Nel corso di uno scontro questa guarigione è comunque troppo lenta per sanare completamente le ferite più gravi e dannose, potendo richiudere solo le più lievi e superficiali, ma l'Ichor ha la particolarità di poter essere impiegato anche in maniera attiva: concentrando la propria Dunamis nel suo sangue e innescandone i processi rigenerativi, Giapeto potrà guarire o tutte le ferite fisiche o ogni alterazione mentale e neurologica subita. [Monouso a duello, azione sia di attacco che di difesa]
    Questi benefici curativi dell'Ichor possono essere generosamente concessi a qualunque alleato entri in contatto diretto con il sangue del Titano, sebbene sia raro vedere mortali che hanno ricevuto l'onore.
    Essendo così carico del divino potere del Titano, una goccia di Ichor è capace perfino di animare oggetti e renderli fedeli servitore del Titano delle Dimensioni


    EILIANT
    fin dal momento della sua nascita Giapeto avrebbe dovuto succedere al padre, Urano, come Signore dello Spazio. Da lui in persona fu istruito nei segreti del multiverso e nella comprensione del proprio paradigma: la costante evoluzione dell'esistenza, l'incessante cerca del miglioramento e il continuo muoversi verso il prossimo limite da infrangere. A dimostrazione di ciò, il Progenitore dell'Umanità ricevette dal Dio Antico un artefatto dal potere incommensurabile: le Chiavi del Multiverso. Esse, quando si rivelò necessario scacciare per sempre Urano, furono innestate nella Soma di Giapeto, divenendone parte integrante: nella forma si manifestano come le due lame gemelle che si estendono dalle braccia del Titano e, sebbene possano essere usate come strumento d'offesa diretto, non sono in questo paragonabili ad armi vere e proprie.
    Non è questo il loro scopo, esse infatti aiutano Giapeto a focalizzare le sue abilità di controllo dimensionale, rendendo totale il suo dominio dello spazio.
    Una volta raggiunto potere necessario a manifestare il nero Khaos egli potrà concentrarlo nelle Chiavi e, tramite esse, proiettarlo verso i suoi nemici con l'efficacia tagliente o perforante di un'Arma Cosmica. [Bloccato fino ad Energia Nera]

    Sebbene il potere del Titano delle Dimensioni sia una pallida ombra di ciò che era un tempo egli potrà manipolare il tessuto spaziotemporale con perizia eguagliata solo da chi di quest'arte è assoluto maestro.
    Giapeto sarà in grado, nella più basilare dimostrazione della sua forza, di generare aperture nella Realtà, collegando così due luoghi nell'universo tra di loro. Difensivamente questa capacità può essere usata per precipitare materia e Cosmo nel nulla tra le dimensioni, mentre offensivamente potrà farne ricorso come tramite per spostare gli attacchi suoi o dei suoi alleati e farli giungere ai nemici più agevolmente. A testamento della sua maestria, il Titano potrà attraversare questi varchi in prima persona, traslandosi agevolmente tra le Dimensioni con modalità simili ad un teletrasporto, sebbene in maniera vincolata ai portali e dunque non altrettanto istantanea. Giapeto potrà perfino bandire temporaneamente il proprio avversario nel suo personale semipiano, il Melas Planetas, o per sottoporlo a potenziali danni diretti o traslando l'intera area di battaglia in un luogo a lui più congeniale, tramite tecniche apposite.

    Anche senza spezzare lo Spazio, il Titano potrà piegarlo alla sua volontà come un artigiano con la creta: sarà in grado di comprimerlo, agitandolo e scuotendolo per generare spostamenti di materia. Potrà impiegare questa capacità per effettuare prese, torsioni, sospendere la presa della gravità e levarsi in volo o levitazione, scaraventare via o attirare corpi, Cosmo o oggetti, in maniera pari in potenza e possibilità ad una Psicocinesi, sebbene non altrettanto precisa ed efficiente.
    Manifestazione meno palese ma non per questo poco portentosa, è possibilità di avvolgersi fisicamente nel tessuto spaziotemporale come se fosse un manto, nascondendosi dunque tra le pieghe della Realtà in una maniera che simula l'invisibilità. Oppure Giapeto potrà sfasare la sua esistenza nel piano materiale in più luoghi contemporaneamente, essenzialmente moltiplicando il proprio corpo nello Spazio; una manovra rischiosa questa, siccome tutti i danni subiti dai corpi aggiuntivi saranno accumulati e inflitti in quello originale una volta conclusa la manifestazione.

    Un altro attestato alla maestria di Giapeto è la capacità di comprimere la struttura del Velo di Urano a un livello infinitesimale e millimetrico, generando così una fenditura spaziale capace di separare la materia con precisione chirurgica. Queste lame di puro Spazio tagliano ogni cosa lungo il loro cammino con un efficacia ben superiore a quella di comuni emanazioni cosmiche, pari a un'Arma Infusa.


    IRINGANDOR
    al compiersi della vittoria dei Titani nella Seconda Guerra degli Eterni Urano, ormai Signore della Realtà, affidò a suo figlio e erede le chiavi della sezione del Tartaro ove il Dio Antico aveva rinchiuso entità da lui ritenute troppo pericolose, o imperfette, per esistere nel suo regno di pace e armonia. Giapeto era stato inteso come custode e carceriere di questi abomini, lui che più di tutti conosceva le loro potenzialità (essendo in molti casi il loro creatore) e come vanificarne i poteri, ma nel corso del tempo arrivò a considerare utilizzi... alternativi, sia per la prigione affidatagli che per i suoi abitanti. Il Titano dell'Ingegno ritagliò parte di quel dominio per sé e, da semplice luogo di contenimento, prese a utilizzarlo come una sorta di laboratorio dove poteva compiere e conservare i suoi esperimenti più pericolosi e inenarrabili, o anche richiudervi campioni degni di nota per futuri studi. Nel suo laboratorio sono richiusi esemplari di Ciclopi ed Ecatonchiri, infinite altre creazioni scartate da Urano e da altri Titani, esperimenti personali di Giapeto oltre che i prototipi di quelli che sarebbero poi diventati parte dell'esercito regolare dei Giganti. Grazie alla sua maestria sulle Dimensioni, egli è in grado di richiamare creature dal suo laboratorio affinché possano aiutarlo in battaglia.

    Questi esemplari sono creazioni oscure e mitiche, un tempo fiere e selvagge ma ora completamente spezzate dagli esperimenti del Titano o create per essere a lui servili, e altri infiniti orrori che non hanno mai visto la luce del sole, tutti piegati alla sua Dunamis e costretti a ubbidire a ogni suo comando. Gli abomini sono completamente dipendenti dal Titano per compiere le loro azioni dal punto di vista cosmico, consumando le sue riserve energetiche in proporzione al dispendio richiesto dal compito loro affidato.
    Al livello di risveglio attuale della sua Dunamis Giapeto potrà avere pronte allo scontro un massimo di cinque creature che potranno essere richiamate una alla volta, ognuna delle quali disporrà di una singola abilità che potrà scatenare contro i nemici del loro padrone; questa abilità non sarà pari in versatilità ai poteri di un Guerriero Sacro, sebbene sia equivalente in potenza.

    Al raggiungimento della sua Éskhatos Dunamis, il Titano potrà assegnare alle sue creazioni due abilità. [Bonus ad Energia Nera]


    AESHEN
    Giapeto, più di altri suoi fratelli e sorelle, rappresenta l'apice della conoscenza; sia per affinità del suo paradigma che per tutto il sapere acquisito nel corso di una vita così incomprensibilmente lunga, egli primeggia in genio scientifico e nella volontà di scoperta.
    Nell'arte dell'ingegneria genetica è tra i maestri indiscussi, pochi come lui comprendono come manipolare la vita ad un livello così intrinseco e profondo, sapere perfezionato nei fuochi della Seconda Guerra degli Eterni nella quale egli contribuì alla creazione dei Giganti, progetto che sconvolse il prosieguo del conflitto. Questo sapere, da lui tramandato ai figli, avrebbe poi portato alla nascita dell'umanità.
    Quasi nessuno è suo pari nella comprensione dei i misteri della materia, del cosmo e dell'energia vitale.

    Questa sconfinata capacità inventiva si manifesta nell'abilità che Giapeto ha di scomporre l'universo materiale nelle sue parti fondamentali, assorbendo in sé l'energia che anima il creato per alimentare la sua Dunamis quando questa viene consumata nei suoi vari utilizzi. Negli effetti questo è un processo continuo e passivo che rigenererà progressivamente le riserve cosmiche del Titano; sebbene non potrà recuperare dall'interezza dei suoi sforzi nel corso di uno scontro, potrà resistere molto meglio alle conseguenze dannose del continuo utilizzo della Dunamis.
    Quando questo processo è in corso attorno al Titano si sviluppano moti di distorsione: la luce si incurverà verso di lui, distorcendo lo spettro luminoso in una sottile patina trasparente, sotto i suoi piedi la vegetazione avvizzirà e l'aria si farà più rarefatta.

    Tuttavia non è solo dall'ambiente circostante che sarà possibile trafugare energia: nella più terribile manifestazione del suo potere, egli potrà divorare i suoi stessi alleati ed esperimenti. Trafiggendo una sua evocazione con i tentacoli emessi dalla Soma egli potrà innescare in essa un processo di collasso e decadimento: la malcapitata creatura subirà un agonizzante sublimazione, letteralmente disciogliendosi in particelle fondamentali mentre il potere sprigionato da questa aberrante reazione a catena viene inglobato nel Titano. L'evocazione in questione sarà comprensibilmente annichilita e dunque inutilizzabile per il corso dello scontro, la sua energia restituita al Signore dello Spazio; forte di questo afflusso di potere non proprio, Giapeto potrà impiegarlo immediatamente scagliando la sua prossima tecnica senza alcun costo per la sua Dunamis.
    Questa disgustosa sublimazione potrà essere effettuata una singola volta a duello.


    Evocazione


    Tecniche

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    191

    Status
    DEAD
    8d300ee35d8a64c5a0941f4cc8267d26
    oTWdjfk
    Knowledge accidentpost 4

    Attendeva con pazienza che il Titano terminasse il suo lauto pasto, si guardava intorno con curiosità per osservare meglio tutti gli oggetti sconosciuti di cui era composto quel luogo. La tecnologia è sempre stata qualcosa di poco sviluppato ad Asgard, si è sempre scelto di utilizzare la magia unita a dei sani principi tradizionali. In un certo senso la magia ha sempre risolto i problemi, non ci si è mai posti dei limiti a riguardo.

    «È affascinante come si sia in grado di andare oltre i propri limiti anche senza l'utilizzo della magia, ho potuto osservare con grande attenzione queste creazioni. Alcune le ho viste durante il mio esilio su Midgard, gli umani la chiamano tecnologia. Un vostro dono immagino.»

    Disse mentre continuava a guardarsi intorno. Chiaccherava per riempire il vuoto del silenzio e dare il tempo al suo interlocutore di terminare ciò che aveva cominciato. Quella fame vorace era qualcosa che rispecchiava la natura di Giapeto, o almeno ciò che aveva letto sui libri. Una sete di conoscenza che spinge a infrangere qualsiasi genere di limite.

    "Questo è il risultato di una conoscenza infinita applicata alla tecnologia."

    Era affascinante percepire come i Titani, dotati di una vasta conoscenza dell'universo, utilizzassero così tanto la tecnologia. Probabilmente era uno dei doni che avevano fatto agli umani, come Prometeo che donò loro il fuoco, rubato agli dei greci.
    Una volta terminato il suo pasto, incrociò lo sguardo dell'entità assetato della sua profonda conoscenza, pendeva letteralmente dalle sue labbra. Aveva letto molto di lui e delle sue scoperte riguardo alle dimensioni, non vi era nessun essere nell'intero creato, nemmeno tra le divinità in grado di rivaleggiare con il Custode delle chiavi dell'universo in materia.

    «Immagino che ci siano dei modi per scoprire come visualizzare le destinazioni prima di aprire i portali. Forse tramite dei quadri? Esiste qualcuno che ha rappresentato visivamente le dimensioni esistenti che lei sappia?»

    Forse era un'intuizione geniale, forse no. Se lo è mai chiesto qualcuno? Non lo sapeva. Sarebbe stato interessante però acquisire una conoscenza pregressa tale da permettergli di fare esperimenti azzerando o diminuendo drasticamente i rischi.

    «Sarebbe interessante sapere come fare a proteggersi per visitare le dimensioni più ostili. Ad esempio è possibile accedere all'Oltretomba tramite questo potere?»

    Aveva letto del regno dei morti, ma le informazioni che aveva trovato a riguardo erano vaghe e particolarmente vecchie. Era difficile trovare informazioni aggiornate su ciò che riguardava le altre dimensioni.

    «La mia è solo conoscenza accademica, purtroppo a riguardo i libri sono molto poco forniti di informazioni utili.»

    Il discorso procedeva serenamente tra i due. Non si aspettava che il Titano fosse stato così amichevole nei suoi confronti. Probabilmente era complice la solidale amicizia stretta con gli Dei norreni ai tempi del mito.

    I Titani sono creature profondamente incomprese alla fine, hanno una percezione del mondo che va al di là della salvezza del singolo ma che comprende una visione più ampia del creato e dei suoi funzionamenti.

    "È necessario aver sviluppato una grande saggezza per riuscire a comprendere le motivazioni di un essere di questo tipo."

    Nadaghar non era sicuro di aver quel genere di maturità, però aveva vissuto parecchio, molto di più di un comune umano. Aveva vissuto periodi particolarmente negativi e alcunio particolarmente positivi, come quello attuale, sentiva di avere una visione dell'esistenza simile a quella di un Titano.

    «Sarebbe bello farsi un giro di qualche dimensione particolare, sicuramente sarà mia premura imparare a viaggiare tra i Nove regni di Yggdrasil. Non credo però di essere abbastanza potente da sopravvivere. Preferirei studiare ancora un po' per essere più preparato in futuro.

    Non metto in dubbio che lei sia in grado di proteggermi, anzi, preferirei però arrivarci da solo, mi lasci un po' di orgoglio in queste piccole cose. Ad ogni modo la ringrazio per l'offerta.»


    La reazione del Titano alla sua proposta fu quanto mai inaspettata. Dopo una prima risata iniziale il volto del suo interlocutore divenne quanto mai serio. Fu in quel momento che Nadaghar sentì di essersi spinto oltre. Che Giapeto gli abbia dato confidenza era alquanto strano, forse troppo, ma nulla permetteva all'elfo oscuro di prendersi così tanta confidenza.

    "Forse ho un po' esagerato"

    Percepì un nodo alla gola, imbarazzato per tale richiesta era immediatamente pronto a scusarsi anche solo per averla concepita, quando si rese conto che il Titano era disposto ad accoglierla.

    «Beh.. ecco»

    Iniziò a dire cercando di rompere la tensione che si era creata. Voleva distendere i toni quanto più possibile.

    «Non è mia intenzione approfittare della sua gentilezza, non prenda questa richiesta come una mancanza di rispetto.»

    Ci tenè a chiarire

    «Sono curioso di scoprire la connessione tra lei e il cosmo all'interno della mia spada, mi sento in debito per tutte le informazioni che mi sta dando e per lo squisito pranzo che mi ha offerto.»

    Prese la cosa molto alla larga, era una delle sue doti più caratteristiche la diplomazia. Offendere il Signore dello Spazio non era cosa consigliata. Picchiettava nervosamente l'indice sul tavolo.

    «Mi ritengo ancora uno studente anche se molti ad Asgard mi considerano già il Maestro delle Rune, non sono sicuro di aiutarla a risolvere il suo problema di memoria. Forse non sono abbastanza potente.

    Mi permetta però di provarci, vorrei sdebitarmi per ciò che sta facendo per me. E conosco solo questo metodo.»


    Non era un arrampicamento sugli specchi però, voleva evitare di indisporre una figura così importante. Non era del tutto sicuro di riuscire nel suo intento, una parte di lui era terribilmente curiosa di sapere che cosa ci fosse all'interno della testa del Custode delle chiavi del Multiverso.

    "Ammettilo sei solo curioso di sapere che cosa si cela nella mente più brillante dell'universo."

    Ammise tra sè e sè mentre incrociava il suo sguardo profondo.

    «Conosco i rischi a cui vado incontro. Se non sono disposto ad andare oltre i miei limiti come posso adempiere al ruolo che mi aspetta, ovvero quello di Maestro delle Rune di Asgard e protettore dei confini dei Nove Regni.»

    Estraette nuovamente la spada, per poi poggiarla sul tavolo e permettere al Titano di osservarla e magari capirne qualcosa di più.

    «Questa mi è stata affidata da Heimdall.»

    Si alzò in piedi, infine, schiarendosi la voce

    «Accetto il suo invito, sono sicuro che anche se non riuscirò ad aiutarla quest'oggi. Inizierò a costruire le basi per poterlo fare un giorno. La ringrazio per la disponibilità.»

    Fece un profondo inchino con la testa in segno di rispetto. Dopodichè richiamò dolcemente il suo cosmo turchese per attivare il potere della Runa di Illusione. Sul suo corpo si illuminarono parte delle rune tatuate. Cercò di creare una connessione con la mente di Giapeto, prima di rendersi conto di scorgere all'interno dell'infinito. Cercò di scrutare all'interno di esso allo scopo di scoprire informazioni relative agli Dei Norreni e i Nove Regni.




    narrato • «parlato»"pensato"«parlato altrui»
    NOME Nadaghar Arabani
    CASTA Asgard
    ENERGIA Rossa
    ARMATURA Robe di Perth

    STATUS FISICO In forma
    STATUS MENTALE Un po' in ansia per la richiesta fatta
    STATUS ROBE Intatta e indossata

    RIASSUNTO AZIONI
    Beh che dire, un invito di questo genere non si può rifiutare. Sarebbe un'opportunità persa. Per cui, ESP di primo livello per cercare connessioni con gli Dei Norreni e i Nove Regni. Decidi te cosa rivelarmi, potresti anche rivelarmi cose a tua diletto. Magari per rendere questa Role, più frizzante.

    ABILITÀ

    RUNE MAGICHE

    Invenzione di Nadarghar che sul suo corpo ha inciso diverse rune attraverso un rituale magico che sfrutta le rune naniche e la conoscenza della magia del Drow. Come tatuaggi sul suo corpo all'interno di esse sono state catturate delle fonti magiche.

    Questo potere è il risultato di anni e anni di ricerche nei nove regni, entrando a contatto con le fonti di magia l'elfo oscuro ne ha studiato l'essenza e ha scoperto che esse, una volta racchiuse all'interno delle rune, sono in grado di risuonare e liberare il proprio potere grazie all'utilizzo del cosmo da parte del Sacerdote di Perth. Egli è infatti in grado di creare delle tecniche che emulano le caratteristiche delle fonti magiche catturate per rilasciarle all'interno delle tecniche che esegue.

    • Runa della scuola di Traslocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di creare degli squarci nello spaziotempo. Si può emularne il potere e quindi ricreare gli squarci che possono essere utilizzati per viaggiarci all'interno e per provare a catturare nemici e/o i loro colpi. La capacità di assorbimento e di cattura è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Necromanzia

      In essa vi è racchiuso il potere di assorbire l'energia vitale degli avversari. In base alla forza impressa dal colpo si è in grado di dispendere la stessa quantità di energia vitale e cosmica dalle facoltà del nemico colpito. La capacità di assorbimento è in relazione al divario energetico e alle energie del Drow nel momento del lancio.


    • Runa della scuola di Ammaliamento

      In essa vi è racchiuso il potere di esercitare delle compulsioni sull'avversario. Grazie a queste scosse di energia mentale Nadaghar è in grado di provare ad imporre la propria volontà su quella della vittima. In base alla potenza dell'attacco e al divario energetico l'effetto può essere più o meno dominante della volontà nemica, fino, nel peggiore dei casi ad annientarla e soggiogarla completamente alla propria.


    • Runa della scuola di Illusione

      In essa vi è racchiuso il potere di indurre delle visioni, facendo entrare in contatto il proprio cosmo con i sensi avversari, o con il suo cosmo. Tramite questo contatto Nadaghar può generare delle visioni che alterano o sovrascrivono completamente la percezione che la vittima ha della realtà attraverso i suoi sensi.
      Questi assalti mentali inoltre hanno la capacità di emulare sensazioni che il nemico si convince di aver provato creando delle suggestioni in grado da ingannare il cervello e farsi credere di aver vissuto realmente quelle sensazioni. Questo si basa sul divario energetico e/o dalle energie del Drow al momento del lancio.


    • Runa della scuola delle Ombre

      La natura ingannevole delle ombre è contenuta all'interno della runa. Alterandole attraverso le proprie capacità e potenza cosmica, Nadaghar è in grado di emulare qualsiasi tipo di caratteristica ambientale (Immagini e suoni) con lo scopo di trarre in inganno e confondere la propria vittima.
      Nonostante si possano emulare le sensazioni umane come il dolore esse non sono in grado di arrecare alcun tipo di danno. In quanto esse sono solamente una proiezione dell'ambiente emulato.


    • Runa della scuola di Invocazione

      In essa vi è racchiuso il potere di invocare la forza, ovvero la capacità di rendere la propria mente una forza invisibile in grado di interagire fisicamente con la realtà. Si possono spostare oggetti o interagire con elementi della natura oltre che esercitare su di loro morse schiaccianti o indurre delle torsioni.
      Si è in grado di utilizzare quest'abilità non solo per contrapporre ad un corpo o energia nemica di matrice fisica ma anche di potenziare le proprie caratteristiche fisiche rendendole più imprevedibili o pericolose in termini di velocità e potenza.

    ITHILDIN

    La spada bastarda della cloth, rinominata Ithildin. L'impugnatura presenta un manico di pelle, alla base un pomo decorato di intarsi incisi nel ferro, rivestiti d'oro. L'elsa allo stesso modo decorata presenta un'impugnatura classica e bilanciata, adatta ad un guerriero che compie movimenti in combattimento. La lama di acciaio nanico si protrae fiera riflettendo la luce e alcune rune incise al di sopra.

    Essa è stata esposta alle radiazioni del Bifrost e ne ha catturato il potere del suo custode, questo le dona la capacità di fendere anche tutto ciò che è privo di una manifestazione fisica sui piani. In sostanza tutto ciò che è immateriale e si manifesta sul piano in cui si trova in quel momento Nadaghar. (Come ad esempio manifestazioni spirituali ed eteree)

    TECNICHE
    oTWdjfk
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Titani e Giganti
    Posts
    3,899

    Status
    ALIVE
    oTWdjfk
    Ἰαπετός xiphos {VII} energia violaKnowledge Accident4

    Mappare le Dimensioni è uno sforzo inutile, non solo perché sono infinite, ma anche perché la loro geografia non è ben definita secondo canoni mortali. Non esistono in uno spazio tridimensionale che può essere raffigurato su carta.
    Era difficile per Giapeto tradurre in lingua comprensibile concetti che per lui erano naturali come respirare; dopotutto lui era lo Spazio, certe cose, fin dal primo momento in cui aveva aperto gli occhi nel mondo materiale, erano insite nella sua esistenza. In passato era diverso, quando dei mortali gli avevano chiesto di istruirli sulle complessità della manipolazione dimensionale c'era un punto di partenza ben diverso; le persone nascevano con una comprensione innata del Settimo Senso come minimo, c'era oggettivamente una consapevolezza infinitamente più grande dei principi fondanti del creato, poteva dunque permettersi di impartire sapere vagamente più complesso e preciso.
    Ora? Era frustrante sentirsi limitato da altrui conoscenze così... scarse.

    Il non poter intrattenere conversazioni alla pari era, purtroppo, una costante per lui. Di certo non colpa del piccolo drow davanti a lui; avrebbe potuto dirgli tante cose divertenti, tra cui la teoria secondo la quale tutte le Dimensioni Materiali (Realtà inclusa) esistevano nello stesso luogo e che il concetto di distanza fosse un illusione, una sorta di rifrazione del velo di Urano, ma cose del genere l'avrebbero solamente confuso.
    Quando potrai trasferire te stesso al di fuori del piano materiale inizierai a scrutare nel vuoto tra le dimensioni, e lì scoprirai che gli infiniti piani esistono in un modo che trascende il semplice concetto di tridimensionalità, compreso questo potrai raggiungerli più o meno facilmente. Potrai persino crearne una da rendere tuo dominio. Non ti darò informazioni più dettagliate al riguardo perché ciò che potrei dirti è valido per me, ma io non devo essere in nessun modo un termine di paragone.

    Detto in maniera sincera, noi non percepiamo la Realtà allo stesso modo. Ciò che io vedo e sento potrebbe non essere valido per te.
    Una delle prime cose che aveva appreso riguardo alla vita mortale era che non viaggiava alle stesse sue velocità. Era un'ovvietà forse, un fatto scontato, ma era un qualcosa che ogni creatura ancestrale doveva tenere a mente quando si interagiva con i mortali; erano entrambi figli della materia, ma le somiglianze iniziavano e finivano lì. Ciò che molte entità altre facevano era il cercare di portare il mortale a vedere l'universo come loro, a muoversi in concerto con i propri passi, quando in confronti questi erano ciechi e capaci a malapena di gattonare.
    Certo che certi esperimenti fallivano, venivano approcciati dall'angolo sbagliato quando ci si aspettava di vedere progressi da certi mortali favoriti nell'arco delle loro vite. Non era impossibile, certo, ma molto, molto difficile che certe cose finissero bene.

    Se con oltretomba intendi l'Averno la risposta è forse. Tieni presente che si parla di un Mondo Spirituale, entrarci senza sostanziale protezione divina o assoluto controllo sulla propria anima condurrebbe ad un fato molto gramo. Sai, tra Spectre, Corrotti, Daimon, e qualunque altra cosa orripilante possa esserci lì.
    Non era molto informato sul fato dell'Averno dopo il caos dell'Armageddon, su cosa stessero combinando Ade e gli Spectre, su quanto le macchinazioni di Ponto potessero aver influito sulle anime accumulate lì; brutte cose in generale, non aveva dubbi al riguardo, ma almeno erano problema che potevano considerare un altro giorno, per ora meglio stemperare certe nozioni probabilmente portate dall'entusiasmo dell'inesperienza, prima che potessero portare a gravi problemi.
    Poi, una volta messi da parte i convenevoli, Giapeto lo guardò esercitare il suo potere e raggiungergli la mente; sentì una sorta ti pressione nel retro della testa, la sostanziale differenza di potere e l'ampio avviso che aveva ricevuto stava contribuendo a fargli identificare l'intrusione, che tuttavia non contrastò. Non aveva idea di cosa avrebbe visto Nadaghar, ma sarebbe stato interessante scoprirlo.

    ***


    Cercare tra le memorie di un Titano è come guadare un fiume in piena, le sue acque scure e fangose, un flusso quasi completamente alieno e incomprensibile che è tradotto in termini che puoi comprendere dalla benedizione della tua runa.
    Anche con quello, c'è davvero tanto tra cui scrutare, eoni di ricordi che capisci essere gravemente incompleti; mancano ampi spezzoni, millenni di memorie completamente cancellate, incomplete e parziali, ma per orientarti cominci a seguire il filo che lo collega alla sequenza che stai cercando; un'emozione che il Titano sta provando in questo momento, simile a quello che sentiva nel periodo che stai cercando.
    Una profonda, incommensurabile, incomprensibile tristezza.

    59555dddde2ab137d35f6822a875325e

    E' strano pensare che un essere così strano, nel suo corpo originale e con potere assoluto sulla Realtà, possa sentirsi triste eppure è così; ha scommesso tutto su un singolo atto disperato, una follia che avrebbe potuto portare salvezza a tutti, e ha perso. Nonostante ogni suo sforzo, tutti i suoi sacrifici e ogni goccia di Ichor versato, ha perso.
    Ad Asgard, al sicuro dai suoi nemici e in compagnia dei suoi pari, può perdersi nel rimirare i moti dello spazio con chi, come lui, scruta semplicemente oltre. Come ascoltare una melodia che possono sentire in pochi, magra consolazione per tutto quello che si è lasciato alle spalle.
    E per il più grande sacrificio che ancora dovrà compiere.

    ***

    Giapeto guardò il drow cercando di mascherare la sua curiosità, per quanto possibile. Era interessato a capire come un mortale poteva essersi interfacciato con i suoi ricordi, cosa poteva aver visto; un qualcosa degli orrori che aveva compiuto? Oppure era incappato in qualcosa di più attinente alla sua domanda iniziale? Dubitava si potessero rigenerare così le sue memorie martoriate, ma non sarebbe stata la cosa più strana ad essergli capitata.
    Hai trovato quello che cercavi?

    hmbt2ep

    narrato | parlato | pensato
    SOMA Indossata, integra
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    RIASSUNTO AZIONI per come funziona l'ESP 1 puoi recuperare ricordi che già ho, quindi niente di nuovo per me su quel fronte.

    IAR
    in principio fu pensiero; esterno, alieno, insondabile e incomprensibile. Superno. Al pensiero poi fu data forma e carne, ma non inefficiente e destinata a decadere e a decomporsi, fu pura perfezione, perché solo la perfezione poteva contenere processi così sommi: fu cosmo e sangue, radiante Dunamis e scuro Ichor, segni inconfondibili del Divino.

    Come tutti i suoi fratelli e sorelle, anche nelle vene di Giapeto scorre Ichor. In lui questo divino fluido si manifesta come una sostanza dal colore blu scuro, denso e raggrumato, ma al cui interno brillano le infinite stelle di astri lontani che fulgono del loro bagliore. O muoiono, spegnendosi.
    L'Ichor è più che un semplice contenitore di essenza vitale, è attraversato continuamente da Dunamis allo stato attivo che opera incessante per mantenere l'assoluta purezza del corpo del Titano; nelle prime fasi del risveglio questo comporta la cancellazione totale di ogni difetto e imperfezione nella struttura fisica del Pilastro Universale, oltre a renderla immortale.
    La capacità più prodigiosa è quella di lenire in maniera costante le ferite che inevitabilmente Giapeto subirà in battaglia, continuo processo che gli garantisce una resistenza alla fatica e al dolore superiore a quella di un comune umano. Nel corso di uno scontro questa guarigione è comunque troppo lenta per sanare completamente le ferite più gravi e dannose, potendo richiudere solo le più lievi e superficiali, ma l'Ichor ha la particolarità di poter essere impiegato anche in maniera attiva: concentrando la propria Dunamis nel suo sangue e innescandone i processi rigenerativi, Giapeto potrà guarire o tutte le ferite fisiche o ogni alterazione mentale e neurologica subita. [Monouso a duello, azione sia di attacco che di difesa]
    Questi benefici curativi dell'Ichor possono essere generosamente concessi a qualunque alleato entri in contatto diretto con il sangue del Titano, sebbene sia raro vedere mortali che hanno ricevuto l'onore.
    Essendo così carico del divino potere del Titano, una goccia di Ichor è capace perfino di animare oggetti e renderli fedeli servitore del Titano delle Dimensioni


    EILIANT
    fin dal momento della sua nascita Giapeto avrebbe dovuto succedere al padre, Urano, come Signore dello Spazio. Da lui in persona fu istruito nei segreti del multiverso e nella comprensione del proprio paradigma: la costante evoluzione dell'esistenza, l'incessante cerca del miglioramento e il continuo muoversi verso il prossimo limite da infrangere. A dimostrazione di ciò, il Progenitore dell'Umanità ricevette dal Dio Antico un artefatto dal potere incommensurabile: le Chiavi del Multiverso. Esse, quando si rivelò necessario scacciare per sempre Urano, furono innestate nella Soma di Giapeto, divenendone parte integrante: nella forma si manifestano come le due lame gemelle che si estendono dalle braccia del Titano e, sebbene possano essere usate come strumento d'offesa diretto, non sono in questo paragonabili ad armi vere e proprie.
    Non è questo il loro scopo, esse infatti aiutano Giapeto a focalizzare le sue abilità di controllo dimensionale, rendendo totale il suo dominio dello spazio.
    Una volta raggiunto potere necessario a manifestare il nero Khaos egli potrà concentrarlo nelle Chiavi e, tramite esse, proiettarlo verso i suoi nemici con l'efficacia tagliente o perforante di un'Arma Cosmica. [Bloccato fino ad Energia Nera]

    Sebbene il potere del Titano delle Dimensioni sia una pallida ombra di ciò che era un tempo egli potrà manipolare il tessuto spaziotemporale con perizia eguagliata solo da chi di quest'arte è assoluto maestro.
    Giapeto sarà in grado, nella più basilare dimostrazione della sua forza, di generare aperture nella Realtà, collegando così due luoghi nell'universo tra di loro. Difensivamente questa capacità può essere usata per precipitare materia e Cosmo nel nulla tra le dimensioni, mentre offensivamente potrà farne ricorso come tramite per spostare gli attacchi suoi o dei suoi alleati e farli giungere ai nemici più agevolmente. A testamento della sua maestria, il Titano potrà attraversare questi varchi in prima persona, traslandosi agevolmente tra le Dimensioni con modalità simili ad un teletrasporto, sebbene in maniera vincolata ai portali e dunque non altrettanto istantanea. Giapeto potrà perfino bandire temporaneamente il proprio avversario nel suo personale semipiano, il Melas Planetas, o per sottoporlo a potenziali danni diretti o traslando l'intera area di battaglia in un luogo a lui più congeniale, tramite tecniche apposite.

    Anche senza spezzare lo Spazio, il Titano potrà piegarlo alla sua volontà come un artigiano con la creta: sarà in grado di comprimerlo, agitandolo e scuotendolo per generare spostamenti di materia. Potrà impiegare questa capacità per effettuare prese, torsioni, sospendere la presa della gravità e levarsi in volo o levitazione, scaraventare via o attirare corpi, Cosmo o oggetti, in maniera pari in potenza e possibilità ad una Psicocinesi, sebbene non altrettanto precisa ed efficiente.
    Manifestazione meno palese ma non per questo poco portentosa, è possibilità di avvolgersi fisicamente nel tessuto spaziotemporale come se fosse un manto, nascondendosi dunque tra le pieghe della Realtà in una maniera che simula l'invisibilità. Oppure Giapeto potrà sfasare la sua esistenza nel piano materiale in più luoghi contemporaneamente, essenzialmente moltiplicando il proprio corpo nello Spazio; una manovra rischiosa questa, siccome tutti i danni subiti dai corpi aggiuntivi saranno accumulati e inflitti in quello originale una volta conclusa la manifestazione.

    Un altro attestato alla maestria di Giapeto è la capacità di comprimere la struttura del Velo di Urano a un livello infinitesimale e millimetrico, generando così una fenditura spaziale capace di separare la materia con precisione chirurgica. Queste lame di puro Spazio tagliano ogni cosa lungo il loro cammino con un efficacia ben superiore a quella di comuni emanazioni cosmiche, pari a un'Arma Infusa.


    IRINGANDOR
    al compiersi della vittoria dei Titani nella Seconda Guerra degli Eterni Urano, ormai Signore della Realtà, affidò a suo figlio e erede le chiavi della sezione del Tartaro ove il Dio Antico aveva rinchiuso entità da lui ritenute troppo pericolose, o imperfette, per esistere nel suo regno di pace e armonia. Giapeto era stato inteso come custode e carceriere di questi abomini, lui che più di tutti conosceva le loro potenzialità (essendo in molti casi il loro creatore) e come vanificarne i poteri, ma nel corso del tempo arrivò a considerare utilizzi... alternativi, sia per la prigione affidatagli che per i suoi abitanti. Il Titano dell'Ingegno ritagliò parte di quel dominio per sé e, da semplice luogo di contenimento, prese a utilizzarlo come una sorta di laboratorio dove poteva compiere e conservare i suoi esperimenti più pericolosi e inenarrabili, o anche richiudervi campioni degni di nota per futuri studi. Nel suo laboratorio sono richiusi esemplari di Ciclopi ed Ecatonchiri, infinite altre creazioni scartate da Urano e da altri Titani, esperimenti personali di Giapeto oltre che i prototipi di quelli che sarebbero poi diventati parte dell'esercito regolare dei Giganti. Grazie alla sua maestria sulle Dimensioni, egli è in grado di richiamare creature dal suo laboratorio affinché possano aiutarlo in battaglia.

    Questi esemplari sono creazioni oscure e mitiche, un tempo fiere e selvagge ma ora completamente spezzate dagli esperimenti del Titano o create per essere a lui servili, e altri infiniti orrori che non hanno mai visto la luce del sole, tutti piegati alla sua Dunamis e costretti a ubbidire a ogni suo comando. Gli abomini sono completamente dipendenti dal Titano per compiere le loro azioni dal punto di vista cosmico, consumando le sue riserve energetiche in proporzione al dispendio richiesto dal compito loro affidato.
    Al livello di risveglio attuale della sua Dunamis Giapeto potrà avere pronte allo scontro un massimo di cinque creature che potranno essere richiamate una alla volta, ognuna delle quali disporrà di una singola abilità che potrà scatenare contro i nemici del loro padrone; questa abilità non sarà pari in versatilità ai poteri di un Guerriero Sacro, sebbene sia equivalente in potenza.

    Al raggiungimento della sua Éskhatos Dunamis, il Titano potrà assegnare alle sue creazioni due abilità. [Bonus ad Energia Nera]


    AESHEN
    Giapeto, più di altri suoi fratelli e sorelle, rappresenta l'apice della conoscenza; sia per affinità del suo paradigma che per tutto il sapere acquisito nel corso di una vita così incomprensibilmente lunga, egli primeggia in genio scientifico e nella volontà di scoperta.
    Nell'arte dell'ingegneria genetica è tra i maestri indiscussi, pochi come lui comprendono come manipolare la vita ad un livello così intrinseco e profondo, sapere perfezionato nei fuochi della Seconda Guerra degli Eterni nella quale egli contribuì alla creazione dei Giganti, progetto che sconvolse il prosieguo del conflitto. Questo sapere, da lui tramandato ai figli, avrebbe poi portato alla nascita dell'umanità.
    Quasi nessuno è suo pari nella comprensione dei i misteri della materia, del cosmo e dell'energia vitale.

    Questa sconfinata capacità inventiva si manifesta nell'abilità che Giapeto ha di scomporre l'universo materiale nelle sue parti fondamentali, assorbendo in sé l'energia che anima il creato per alimentare la sua Dunamis quando questa viene consumata nei suoi vari utilizzi. Negli effetti questo è un processo continuo e passivo che rigenererà progressivamente le riserve cosmiche del Titano; sebbene non potrà recuperare dall'interezza dei suoi sforzi nel corso di uno scontro, potrà resistere molto meglio alle conseguenze dannose del continuo utilizzo della Dunamis.
    Quando questo processo è in corso attorno al Titano si sviluppano moti di distorsione: la luce si incurverà verso di lui, distorcendo lo spettro luminoso in una sottile patina trasparente, sotto i suoi piedi la vegetazione avvizzirà e l'aria si farà più rarefatta.

    Tuttavia non è solo dall'ambiente circostante che sarà possibile trafugare energia: nella più terribile manifestazione del suo potere, egli potrà divorare i suoi stessi alleati ed esperimenti. Trafiggendo una sua evocazione con i tentacoli emessi dalla Soma egli potrà innescare in essa un processo di collasso e decadimento: la malcapitata creatura subirà un agonizzante sublimazione, letteralmente disciogliendosi in particelle fondamentali mentre il potere sprigionato da questa aberrante reazione a catena viene inglobato nel Titano. L'evocazione in questione sarà comprensibilmente annichilita e dunque inutilizzabile per il corso dello scontro, la sua energia restituita al Signore dello Spazio; forte di questo afflusso di potere non proprio, Giapeto potrà impiegarlo immediatamente scagliando la sua prossima tecnica senza alcun costo per la sua Dunamis.
    Questa disgustosa sublimazione potrà essere effettuata una singola volta a duello.


    Evocazione


    Tecniche

     
    Top
    .
7 replies since 3/3/2024, 22:55   401 views
  Share  
.