«2.000 Years»

Pleonexía - Hybris

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    «2.000 Years»
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    Le risposte dovranno aspettare.
    A quanto pare, prima, dovrò chiarire io a questo mondo i perché del mio ritorno. Sospiro piano. Ascolto con attenzione l'alchimista dei Gemelli mentre lo guardo evocare una creatura caotica, che usa per disperdere gli stessi orrori che ho visto a Tolosa.
    L'umanità si è già abituata a questa realtà: da quanti anni la stanno vivendo? Decine o centinaia? Immagino che avrò risposta quando sarò di nuovo sull'Isola e potrò consultare l'Archivio Nero.
    Reggo lo sguardo del Sith'ari: è l'unico membro rimasto del Daleth, ma le sue parole mi fanno intuire che prima di lui - e dopo di noi - ce ne sono stati altri. Sono i primi passi del nuovo Ordine Nero, oppure è un morto che cammina in attesa dell'ultimo respiro?
    «Quindi eri solo, e adesso io sono il tuo unico compagno.» Dico, secco, una constatazione del cambiamento che il mio risveglio significa per lui. Ancora una volta percepisco il solco che ci divide.
    «Che ironia.» Le parole però non si riflettono nel mio tono di voce o nella mia faccia, che non sorride. Ho vissuto tutta la mia vita con un Daleth completo, dovendo aspettare a lungo perché venisse il mio turno. E poi le fila del Concilio si sono assottigliate sempre di più: prima le sparizioni, poi la guerra intestina, infine i dorati.

    Fino a questo momento.
    Quando l'unico membro rimasto è davanti a me, ed è un uomo che non può capirmi davvero e che io non capirò mai fino in fondo.
    La pioggia continua a cadere su di me, risvegliando delle sensazioni tattili che questo corpo ha già conosciuto ma che una parte di me prova per la prima volta. Sento il freddo sulla pelle e mi passo una mano sugli occhi per schermarli dal vento. I lampi illuminano per un secondo le nostre figure e la devastazione sotto di noi.
    Per un attimo il rumore della pioggia sovrasta ogni cosa, gli angoli della mia vista sfumano e io devo impormi di ritornare lucido.
    «Ti chiedo un attimo. Faccio fatica a pensare.» Mentre parlo creo una piccola barriera psicocinetica sopra di noi. Fermerà la pioggia dal caderci addosso, lasciandola defluire ai nostri lati. Potremmo tornare sull'Isola, ma adesso il vento è piacevole e respirare a pieni polmoni mi aiuta a calmare il dolore.
    Capisco che la domanda del Sith'ari sulla mia assimilazione di questo corpo è frutto della sua curiosità, ma io non ho risposte. Per quello che ne so è la prima volta che avviene un'alchimia del genere, ed è ancora troppo presto per valutare se è stata un successo o meno. Io stesso sarò il soggetto del mio studio.


    Un lento accumularsi di errori di riproduzione
    Una corruzione graduale delle informazioni
    Una storia, che cambia poco a poco a ogni racconto
    Come il materiale genetico, che muta e si evolve
    Come la mia mente, la copia di un modello deteriorato?

    Non posso accedere liberamente alle informazioni di cui parla.
    «Purtroppo non è così semplice. Ho preso il controllo di un nuovo corpo, ma le cose non sono andate esattamente come volevo. Dovevo risvegliami prima, non certo dopo duemila anni, e l'assimilazione doveva essere perfetta.» La cosa più terribile è che non ho modo, attualmente, di verificare che i ricordi che possiedo siano integri. Io credo siano tutti reali, che nulla di valore sia andato perso: ma è davvero così? O l'alchimia ha riempito i vuoti non con qualcosa di vero, ma di verosimile?
    «È un'alchimia molto complessa, e non ero nelle condizioni di portarla avanti indisturbato. Sono stato costretto a improvvisare.» Sono troppo stanco per spiegare oltre, ma se si è conservata la memoria di ciò che è accaduto all'Ordine saprà di cosa parlo. Ho passato gli ultimi mesi della mia vita in fuga, e il mio primo istinto è rimasto lo stesso. È il motivo per cui ancora fatico a credere che nessuno ci stia attaccando.
    «La sovrapposizione tramite l'orium è diventata un'invasione ostile, e ora non so più dove finisca il soldato e dove inizi io. L'orium l'ha divorato invece di innestarsi in modo controllato.» Dovrei chiedergli anche perché questo corpo ha una scheggia d'orium nel cervello, così come in futuro mi informerò sul valore di questo stesso soldato. Ma la verità è che per ora preferisco non pensare alla personalità che ho trascritto - non per pietà, ma per paura che possa tornare alla luce.

    Ho girato intorno alla questione abbastanza. Ma spero che ora il Sith'ari che ho davanti sia persuaso della mia identità. Solo un suo pari avrebbe potuto portare a termine un'alchimia del genere.
    «Non ho il controllo di ciò che ha lasciato indietro. Vedo solo flash, immagini confuse, e ricordi che per me non significano nulla.» Forse, col tempo, riuscirò a capirle, ma prima dovrò comprendere a fondo il contesto in cui mi muovo. Per ora mi accontenterò di questo corpo danneggiato. Avrò il tempo di aggiustare queste strane gambe metalliche e di rimuovere in sicurezza le schegge di orium nella mia testa.
    Il tempo, in questo nuovo mondo, sarà l'unica risorsa che non mi mancherà. Ma prima dovrò informarmi su chi - a parte gli strani orrori diffusi sulla terra - sono i nostri nemici. Mi impongo di non pensare ai dorati. Stringo i pugni.
    «Ma ho iniziato dalla fine. Faccio davvero fatica a mettere in fila i pensieri.» Alzo la mano e la porto alla tempia, per massaggiarla piano. Il palmo di questo soldato è secco e calloso - è spiacevole.
    Non ho dimenticato le parole del Sith'ari. Il suo ordine di dirgli come ho ottenuto la mia Kintaral. Lascio cadere la sua maleducazione. La risposta del resto è semplice, e io non ho intenzione di celarla. Ho smesso di nascondermi.

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    La mia risposta è secca, una constatazione dell'ovvio che non ammette repliche.
    «Questa è la mia Kintaral. Ho superato una Nyâshajak per ottenerla.» È effettivamente la prima volta che indosso la Kintaral, ma ne possedevo già i poteri e ora è mia di diritto. Faccio parte del Daleth, adesso. Posso davvero cambiare le cose - sempre che in questo mondo sia ancora possibile agire.
    «Sono stato allievo di Darth Liriya, la più grande Alchimista dai tempi dei primi dodici Sith'ari. E, prima che il nostro Ordine crollasse, sono diventato il suo erede. Puoi chiamarmi Pleonexía.» Mentre parlo mi chiedo come si sia conservato il ricordo di Liriya. L'ho conosciuta meglio di chiunque altro, a eccezione forse di Alisma. Ne ho ammirato la curiosità, la saggezza, il potere. Ne ho detestato il distacco, l'immobilità, l'ascetismo. Mi chiedo quale di questi aspetti sia vivo nell'attuale generazione di alchimisti. Sono suoi figli o lo sono di Icterius? Oppure la loro guida è stata un'altra?
    Non so dire se abbiano imparato dai nostri errori. Davanti a me c'è un unico Sith'ari superstite: se ce ne sono stati altri perché non sono più in vita? Spero non per un'altra guerra intestina. Ma non ho elementi per escluderlo.
    «Se sei stato solo fino a questo momento, se l'Ordine si regge a malapena in piedi, dopo duemila anni...» E sospiro piano, lasciandomi accarezzare dal vento.
    «È anche colpa mia.» Pensavo che pronunciare queste parole mi avrebbe liberato di un peso, ma non mi sento meglio.

    Le cose sono sempre state fuori dal mio controllo, se non per quella piccola parte di me che pensa che una parola, un'azione nel momento giusto avrebbero potuto fare la differenza. E la verità è che quella parte di me mi serve per non impazzire, mi serve per credere di essere sempre stato libero di agire.
    È ciò a cui mi aggrapperò anche in questa vita. Non lascerò più nulla di intentato. Se c'è qualcosa che posso fare per il Daleth lo farò: sarò l'erede sia di Liriya sia di Icterius. Ma prima devo capire questo mondo.
    «Credevo di aver fatto il possibile, ma io, come Liriya e come Icterius e come la mia intera generazione, ho fallito. Ma non cerco né scuse né assoluzioni.» Non voglio che il Sith'ari davanti a me fraintenda. Non sto cercando perdono: sto cercando di essere un esempio. Un monito. Lo stesso motivo per cui ho scelto il mio nome - Pleonexía. Non è un vanto, ma una condanna.
    Ho di nuovo la mia vita - ma serve davvero a qualcosa? Ho riottenuto la cosa più preziosa, ma nel farlo ho perduto tutto il resto.
    «Il fato è un gran bastardo. Credevo di poter tornare in tempo per ricostruire l'Ordine, e invece la mia punizione è un mondo di molto peggiore del mio.» Ancora una volta non ho nemmeno le forze per sorridere amaro del mio destino.

    Abbasso lo sguardo. L'evocazione del mio pari sta tenendo lontane altre di quelle creature. Nel farlo solleva i detriti e sparge il loro sangue simile alla pece.
    Incuriosito allungo un impulso mentale verso una di quelle mostruosità, sottraendola ai poteri dell'altro alchimista. La faccio ricomparire davanti a me, tenendola ferma con la mia psicocinesi. Da quest'essere non sento provenire cosmo, eppure non è solo materia organica inerte. In qualche modo ha anche abbastanza forza per ribellarsi al mio potere: riesce comunque a muovere piano gli artigli verso di me.
    Inclino la testa, incuriosito e disgustato insieme. Non mi stupisce che l'umanità stia venendo sopraffatta da questi orrori. Un essere privo di consapevolezza cosmica verrebbe dilaniato in pochi istanti. Aumento il mio impulso mentale e l'essere si accartoccia sotto il suo stesso peso, senza spillare nemmeno una goccia di sangue denso. Lo lascio cadere a terra, morto.
    «Mi chiedo se sia troppo tardi per costruire qualsiasi cosa.» Dico tra me, a voce abbastanza alta perché lo senta anche l'uomo. Quell'abominio mi ha lasciato una strana sensazione di disagio addosso. Allungo lo sguardo verso il Sith'ari. Provo a fargli un'altra domanda, perché ciò che ho visto fino a questo momento è terribile.
    «Tu per cosa vivi, Darth...?» Il come sopravvivere è interessante, ma secondario. Che cos'è rimasto, all'umanità, in quest'epoca buia?

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    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
    Condizioni ~ Smarrito. Gambe cibernetiche sfasciate e schegge di orium nel cervello.
    Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
    Riassunto ~ Andiamo avanti. :zizi:
     
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