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«Wide Awake»
1La scheggia di orium davanti a me si disgrega e diventa polvere.
Ne ho assorbito un altro batch di informazioni, ma ho appena iniziato a scalfire la superficie di Ch.Or.O.S., il supercomputer di Hybris. Sono tutte parole di cui ignoravo il significato e che sto imparando a conoscere. Vorrei poter assorbire tutti quei dati in una volta, ma probabilmente impazzirei.
Per fortuna, ora, il tempo è l'unica cosa che non mi manca. È quasi rinfrancante non essere più in fuga. Per me è passato poco più di un mese dal mio ritorno, mentre per tutti gli altri sono passati oltre due millenni.
La mia chiacchierata con Hybris è stata illuminante. Mi sono infuriato, naturalmente, ma non posso far altro che convivere con la mia perdita.
Per prima cosa ho dovuto riprendermi. Questo corpo era ridotto male: mi hanno spiegato che apparteneva a un soldato la cui vita non valeva nulla, zero, pura carne da cannone. Che ironia. Per prima cosa ho dovuto far rimuovere dal cervello - mi hanno detto che è stata un'operazione delicata - l'orium nativo che gli era stato impiantato. Quell'orium conteneva un'intelligenza artificiale, ed è finito in pezzi quando è entrato in contatto con il mio artefatto. Per evitare complicazioni ho lasciato che estraessero quelle schegge.
Poi ho fatto sostituire le gambe cibernetiche di cui il soldato era dotato.
Mi sono fatto impiantare - e nessuno ha obiettato a un'Alchimista Supremo - delle gambe più simili possibili a quelle umane. Delle protesi, mi hanno detto. Non più di metallo, questa volta, ma di materiali sintetici simili alla carne e ai tessuti. Sono riusciti a ricostruire i collegamenti nervosi, così da restituirmi una sensazione quanto più reale possibile. Ovviamente è deludente, ma devo accontentarmi.
Ho sfruttato il periodo di convalescenza e di riabilitazione per acquisire tutte le informazioni dell'Archivio Nero. Le ho immagazzinate, ma ancora non posso dire di averle processate completamente. Gli sconvolgimenti che hanno attraversato la terra in questi duemila anni - ultima la corruzione - sono impressionanti. Perfino quei porci imperialisti degli atlantidei sono tornati.
Mi sono permesso solo poche avanscoperte fuori dall'Isola, e lo scenario è desolante. La maggior parte del mio tempo, poi, è stata occupata da Ch.Or.O.S., questo gigantesco aggregatore di dati. Sfrutta l'orium per immagazzinare una mole enorme di informazioni, lo stesso orium da cui io posso assorbirle. Leggendo, o anche usando gli holocron, non finirei mai. Così, invece, piano piano sto ricomponendo tutte le scoperte e gli avanzamenti tecnologici dell'umanità.
E tutti i loro errori.
Posso dire che mi ha aiutato a mettere le cose in prospettiva. Non sono l'unico ad aver perso molto. Ci sono state un'infinità di guerre, e poi il reset spietato della corruzione.
Creo un'altra scheggia d'orium, sui cui trasferire da Ch.Or.O.S. la prossima mole di informazioni da assorbire. La voce di Falke, dietro di me, mi costringe a interrompermi.
«Ho trovato quello che mi hai chiesto.» Non si presenta a me usando il mio nome da Darth, né mi dà del voi. Non mi dà fastidio, potrà farlo fino a quando continuerà a essere utile. Sto iniziando a conoscerla. Detesta le etichette e la disciplina, ma è un soldato efficiente: non chiedo di meglio.
«Una comunità di oltre cento persone. Sopravvivono alla corruzione da qualche anno. Ho percepito un soggetto interessante, potrebbe non essere il solo.» Le ho chiesto io di condurre queste ricerche per me. Mi sto facendo un'idea di quale potrebbe essere la mia Nwitajak: c'è un modo semplice per ricostruire l'Impero Nero nel più breve tempo possibile. Mi alzo e scollego, da dietro la nuca, i cavi che monitorano la mia attività mentale in risposta all'assorbimento di informazioni.
«L'avamposto si trova nell'isola di Iki, in Giappone.» Quel luogo non mi dice nulla, se non qualche nozione appena sfiorata sulla storia orientale. Potrei approfondire immediatamente, lanciando una ricerca su Ch.Or.O.S., ma in fondo sono stanco di restare qui rintanato.
È ora di iniziare un progetto di lunga, lunghissima durata.
«Bene, Falke. Potrebbe essere il nostro inizio.» Richiamo la mia Kintaral. Mi ricopre tutto il corpo, tranne l'elmo. Non che sia necessaria, contro individui che non hanno ancora risvegliato la loro consapevolezza cosmica, ma so bene che la mia presenza potrebbe richiamare altro. I pericoli, dalla mia era, si sono solo moltiplicati.
«Vuoi che venga con te?» Mi chiede, con una nota di noia e stanchezza nella voce. Io scuoto piano la testa e lei subito sorride.
«No, dopo tanta teoria ho bisogno che questo mondo mi dia una dimostrazione pratica. Ne approfitterò per mettere alla prova questo corpo.» Sono stato sincero, con i miei razziatori, sul mio passato. Del resto nessuno, sull'Isola, può farmi pagare per le mie colpe. E siamo ancora in troppi pochi alchimisti per giocare a cane mangia cane. Sono sicuro che succederà: ma ora la coesione è un vantaggio per tutti.
«Ho la serata libera?» Mi chiede, ancora non abituata alle mie libertà rispetto al Bhatt.
«Sei libera fino a quando non ti chiamerò io per la prossima missione. Prima solo una cosa, Falke.» Le dico. Lei mi guarda cauta, sospettosa.
«Che cosa?» Mi chiede.
«Esattamente dov'è l'Isola di Iki, in questo Giappone?» Del resto il teletrasporto, senza coordinate chiare, è complicato.Isola di Iki, Prefettura di Nagasaki, Giappone
L'avamposto ha come centro una grande struttura in cemento.
Non mi abituerò mai all'architettura brutale di quest'epoca. Mi teletrasporto a pochi passi da essa. Peccato, per altro: è circondata da natura incontaminata e da altri edifici in legno, decisamente più di mio gusto.
Attorno al palazzo è stata costruita una spessa recinzione di filo spinato e acciaio. Potrebbe essere abbastanza per tenere a bada i pochi corrotti di quest'isola, ma non me. La sradico senza fatica con un solo movimento psicocinetico. È sufficiente per richiamare l'attenzione delle guardie, come speravo. Stanarli sarebbe stato noioso.
Defletto i proiettili che provano a raggiungermi - anche se ci riuscissero, non potrebbero penetrare la Kintaral.
❛Fate rientrare tutti nella base.❜ Mando un messaggio telepatico a tutti quelli che riesco a raggiungere.
❛Voglio qua fuori solo i vostri soldati. Non fatemi aspettare.❜ Dopodiché, semplicemente, attendo. Vedo che gli uomini e le donne abbandonano il piazzale, cercando riparo all'interno della struttura. Davanti a me, lentamente, si raccolgono dieci individui. Hanno armi da fuoco e katane. Li osservo. Nessuno di loro è pronto: sento una flebile traccia cosmica solo da due di essi.
Con una presa telecinetica strappo le armi dalle loro mani.
«Queste non vi serviranno.» Le scaglio lontane, verso l'ingresso della struttura. Qualcuno di loro sobbalza, altri tremano. Hanno affrontato solo corrotti minori: un'umano che fa cose del genere li terrorizza, lo vedo sulle loro facce.
«Ora il vostro compito è molto semplice. Uccidetemi. Se non ci riuscirete lo farò io con voi. E poi toccherà agli altri.» Vedo che nessuno di loro si muove. Inizio io, allora. Non sto giocando, anche se così può sembrare. Il cosmo si risveglia più facilmente, in situazioni di stress e di pericolo. Lambisco con la mente uno degli uomini più vecchi davanti a me - sono sicuro che lui non sarà utile - e lo scaravento a terra, facendolo cadere di faccia sul cemento. Sento il suo naso che si spacca.
«Veloci. Non fatemi aspettare.» Nessuno di loro riesce nemmeno a toccarmi, naturalmente. Mi teletrasporto sempre un momento prima che possano raggiungermi. Il più promettente, dopo poco, riesce per qualche momento a sfiorare la velocità del suono. Un'altra è una ragazza robusta, forte. Non mi sembra molto agile, ma non si tira indietro. Gli altri sono senza speranza.
Non mi diverto nemmeno. Con delle spinte psicocinetiche incapacito in fretta le cause perse, per concentrarmi sulle due pietre grezze che mi trovo davanti. Vedere i loro compagni venire sbalzati via li motiva ancora di più.
Dopo qualche minuto - loro sono già esausti - mi fermo.
«Bene. Tu sei passabile.» Dico indicando il ragazzo davanti a me, già piegato in due dalla stanchezza. Bruciare il cosmo, su un corpo non allenato per farlo, è uno sforzo incredibile.
«Tu sei al limite. Quantomeno il Bhatt potrebbe trovarti qualcosa da fare.» E indico la ragazza muscolosa. Il mio cosmo li avvolge, facendoli scomparire dal piano materiale per farli ricomparire sull'Isola. Ad aspettarli ci sarà Adam: lui saprà renderli dei soldati degni di questo nome.
Le altre guardie di questa comunità gridano, chi riesce a rialzarsi prova a lanciarsi di nuovo verso di me. Basta una piccola torsione psicocinetica per bloccarli sul posto.
«Voi altri siete una delusione. Una comunità di oltre cento persone, e solo due individui con cosmo latente.» Sono amareggiato. Sarà difficile portare avanti la mia Nwitajak: gli individui capaci di risvegliare il proprio cosmo sono la risorsa più preziosa al mondo, ora come ora. Molto più rari dei diamanti o delle terre da conquistare. Questi due individui sono il mio primo bottino, e io mi assicurerò che i loro talenti vengano coltivati.
«L'umanità è davvero in difficoltà. Sono anni bui.» Sussurro tra me e me. Lancio uno sguardo agli uomini inconsapevoli che mi trovo davanti, poi alla struttura in cemento.
«Forse dovrei risparmiarvi le vostre sofferenze, ora che mi sono preso le vostre uniche speranze.» Tanto morirebbero comunque, e non ho alcuna intenzione di portarli sull'Isola. Sarebbero solo inutili bocche da sfamare.
La pressione psicocinetica avvolge i loro corpi. Sono così fragili. Se solo aumentassi di poco le mie onde mentali si spaccherebbero come bambole di porcellana.
Non sarebbe forse meglio per loro?Energia ~ Viola.
Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
Condizioni ~ Ottime.
Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
Riassunto ~ CIAO GRADO SONO IN GIAPPONE (che cos'è il Giappone?)
Edited by Wild Youth - 11/2/2024, 03:18. -
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«Wide Awake»
2Un altro cosmo si manifesta a pochi passi da me.
Un cosmo che ho sentito molte volte nella mia vita - o meglio, in quella precedente. Il cosmo di un Santo di Atena. D'istinto il mio potere oscuro si gonfia e cresce, sento che il mio stesso corpo vorrebbe muoversi e attaccare quella fonte.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, che prima o poi sarei stato di nuovo faccia a faccia con gli esecutori materiali della caduta dell'Ordine Nero. Una parte di me vorrebbe teletrasportarsi da lui e distruggerlo subito, ma riesco a mantenere il controllo. Mi giro e sposto lo sguardo verso di lui, perdendo interesse per la pressione psicocinetica che avvolge i civili. Gliela lascio scogliere senza oppormi.
Sono deluso, però: non è nemmeno uno dei dorati. Sono loro i veri colpevoli, e loro sì, pagheranno. Un misero cavaliere non mi interessa. Certo, la sua emanazione cosmica non è davvero trascurabile, ma le gerarchie esistono per un motivo.
Aspetto che si avvicini, lasciando liberi gli scarti umani che sento ansimare dietro di me.
Ascolto le sue parole e subito mi è chiaro il genere di persona che ho davanti.
Il ritratto della stupidità di un guerriero di Atena. Mi minaccia e sventola l'arrivo di rinforzi, come se questo potesse farmi paura. So che non è vero, naturalmente: i Santi non rinuncerebbero mai alla loro idea malata di duello onorevole. Eppure io, più di tutto, vorrei che fosse vero. È da quando mi sono risvegliato che voglio trovarmi faccia a faccia con uno dei dorati. Non sa che il suo, per me, è un invito, non una minaccia.
Mi verrebbe da sorridere, se non che le sue parole sono così piene di vanagloria da darmi il disgusto. Sotto il suo elmo vedo il viso di un ragazzino, probabilmente poco più grande di questo corpo. Non importa che sia così giovane: ha già scelto la sua via.
Le sue parole poi diventano azioni, e in qualche modo riesce a peggiorare ancora di più la mia opinione su di lui. Carica frontalmente, con una lama di ghiaccio in mano. È arrivato, mi ha minacciato, ha richiesto indietro i miei nuovi soldati, non ha fatto nulla per mettere al sicuro il resto dei civili e ora inizia lo scontro.
Rimango immobile, so che il mio sguardo restituisce il mio disprezzo. Non richiamo ancora l'elmo, così che possa vederlo.
Forse nemmeno ai Santi di questa epoca importa davvero degli uomini.
Forse amano solo vomitare le loro parole vuote sull'importanza della vita. Io li ho visti distruggere la nostra Isola e massacrare ogni individuo, non importava se Alchimista o civile. E del resto questa generazione doveva difendere l'umanità, e invece l'intero mondo è in rovina. Molte cose cambiano per rimanere uguali.
Il mio cosmo vibra con la mia rabbia, ma ancora non mi muovo. Da quello che ho appreso dall'Archivio Nero e da Hybris i Santi di quest'epoca credono di essere degli eroi. Eppure questo cavaliere sta iniziando uno scontro che è sicuro coinvolgerà dei civili, così come è sicuro che minacciare un Alchimista Supremo lo farà infuriare.
A me non interessa chi non ha compiuto nemmeno il primo passo per l'Ascensione: a loro, a parole, sì. Davanti a me non vedo coerenza, né dignità, né abbastanza potere per rendere concrete le sue minacce. Lo aspetto fino a quando la sua lama non è a pochi centrimetri da me. Guardo solo lui, non la spada.
Lo osservo e assorbo ogni dettaglio del suo viso. I lineamenti giovani, orientali come il mio corpo. Gli occhi azzurri, le labbra sottili.
Lo guardo, e voglio che lui guardi me. Voglio che veda il disprezzo sul mio viso, e voglio che veda che nei miei occhi non c'è traccia di paura.
Poi, un momento prima dell'impatto, scompaio davanti a lui.
Ricompaio sul tetto dell'edificio, a decine di metri dal Santo. Vedo che la spada fende l'aria dove mi trovavo, e il cavaliere rivela il suo vero attacco. Un muro di sigilli oltrepassa il punto in cui era il mio corpo, esplodendo a mezz'aria. Cos'era la spada, mi chiedo, un inganno, un diversivo? Devo farci attenzione. Nonostante la nostra differenza di poteri, poi, i sigilli sono insidiosi: io lo so meglio di chiunque altro.
Respiro a pieni polmoni; tra poco proverò e infliggerò dolore. Ma prima voglio che questo ragazzino conosca le conseguenze delle sue parole e delle sue azioni. Apro la bocca per parlare, ma siamo davvero troppo distanti per le parole. Inoltre questo corpo non si è mai abituato ai discorsi lunghi.
❛Sono passati due secondi.❜ Lambisco la sua mente con il mio messaggio telepatico. Mi spiace solo di non poter trasmettere con efficacia il mio astio. Se non altro così comunico in un istante, senza dover aspettare i lunghi secondi della parola.
❛Eppure io sono ancora qui, e tu sei ancora troppo debole per potermi minacciare.❜ Lo guardo dall'alto. Il mio potere deve ancora raggiungere quello di Liriya, ma ora ne ho abbastanza per insegnargli qualcosa.
Il mio cosmo si espande e brucia.
❛Se sono tutti come te, i Santi di questa generazione non saranno un problema.❜ Mi sono chiesto a lungo se i cavalieri di quest'epoca sarebbero capaci di rifare ciò che hanno fatto al mio Ordine, distruggendolo. Hybris ne dubita fortemente. Io voglio scoprirlo da solo. Certo, i dorati che conoscevo non si limitavano a minacciare.
❛Carichi a testa bassa, sapendo di non potermi davvero fermare e di non poter guadagnare abbastanza tempo.❜ Il mio potere psicocinetico lambisce la struttura di cemento ai miei piedi. I vetri si spaccano al solo contatto. Le donne e i bambini al suo interno gridano.
❛Ma soprattutto, senza accertarti di chi tu debba davvero difendere.❜ Guardo verso il basso, verso la base in cui ho fatto raccogliere tutti i sopravvissuti. Potrebbero essere già morti, ma voglio che quel Santo capisca i suoi errori: per questo sto solo minacciando l'edificio.
Le pareti in cemento tremano e si crepano, incrinandosi. Se solo lo volessi potrei portare il mio impulso psicocinetico alla velocità della luce, sbriciolando in un istante la base e chiunque si trovi al suo interno. Il Santo non avrebbe nemmeno il tempo di plasmare il primo sigillo. Ma sarebbe inutile, così come inutili sono tutti loro.
Preferisco, ora che l'ho incontrato, assorbire tutto ciò che posso da questo cavaliere.
L'intensità del mio cosmo si abbassa, ritirandosi dall'edificio. Sposto di nuovo lo sguardo sul Santo. Farà meglio a dimostrarsi interessante, perché il suo è un esordio pessimo.
❛Capisco che dovrei infuriarmi per le tue vuote minacce e sterminarli tutti, ma nessuno di loro è un pericolo. Il loro destino non mi interessa.❜ Nemmeno il destino del Santo mi importa così tanto, ma almeno è un individuo dotato di cosmo, e forse da lui posso trarre qualche informazione. Se non altro, posso usarlo per verificare la capacità combattiva di questo corpo.
❛Puoi averli, sono inutili. Lo sei anche tu?❜ Il mio cosmo cresce di nuovo, questa volta per minacciare il Santo. Solo adesso richiamo anche l'elmo della Kintaral, indossando completamente la mia armatura. Gli dimostrerò che le mie parole sono reali, che se quei civili sono ancora vivi è solo per una mia concessione. Sarebbe fin troppo semplice vincere lo scontro costringendolo a dividere le sue attenzioni tra me e la difesa dei sopravvissuti. Non ne ho bisogno. Davanti a me nasce, dal nulla, un muro di lame di orium. Sono dei grezzi coltelli lunghi quasi venti centimetri: ne creo decine.
❛Dimostrami di meritarti la mia pazienza e la mia curiosità.❜ Con il mio controllo psicocinetico li scaglio, a una velocità che si avvicina a quella della luce, verso il Santo.
Le lame si muovono in linea retta, coprendo a gran velocità la distanza che ci separa.
Voglio che pensi di non meritarsi nemmeno le mie strategie. A metà del loro tragitto, però, teletrasporterò i pugnali, facendoli riapparire a pochi passi dal Santo, dietro di lui. Spero così di farlo concentrare su una difesa sul davanti, per poi scoprire troppo tardi che il colpo arriverà da dietro.
Una volta ricomparse le lame d'orium riprenderanno a muoversi, avvicinandosi di nuovo alla velocità della luce. Le divido, facendo in modo che puntino a colpire le diverse parti del corpo del Santo: le sue gambe, le sue braccia e la sua schiena. Le ho plasmate perché siano affilate e appuntite, così da penetrare più facilmente tra le giunture e tra le parti scoperte dell'armatura. L'orium, poi, è un minerale straordinariamente resistente, così da rendere quelle grezze lame difficili da distruggere.
Se colpiranno taglieranno o affonderanno nella carne, ma non è solo quello. L'orium porta con sé i suoi sussurri caotici, e proverà a sovraccaricare la mente del mio nemico. Voglio iniziare a indebolire le sue energie psichiche, così da rendere più facile il resto dello scontro. Più la sua mente è danneggiata, più l'influenza dell'orium sarà difficile da vincere.
I pugnali di orium arriveranno tutti nello stesso momento.
Il mio attacco, infatti, è infuso di un altro mio potere: quello capace di far muovere nello spazio. Se colpiranno, infatti, teletrasporteranno il Santo a un chilometro da qui, lontano dai civili. Una dimostrazione pratica che io accompagno le mie parole ai fatti.
Non lo farò per danneggiare ulteriormente il mio nemico, ma solo per cambiare il terreno di scontro, per portarlo in uno in cui se mi scateno non annichilirò le vite che ho donato al cavaliere.
Lo condurrei in un avamposto abbandonato, fatto di casupole di legno e di vegetazione incolta. Se la mia strategia avrà successo mi teletrasporterò con lui, riapparendo a una distanza di circa settanta metri dal Santo.
Farà meglio a dimostrarsi degno, utile: la mia pazienza non è infinita. Se non ha nulla di interessante da condividere posso sempre colonizzare il suo corpo con l'orium, rendendolo una marionetta asservita al mio volere, comandandogli di lanciarsi contro il suo stesso Grande Tempio.
Ma soprattutto gli insegnerò a dosare le sue parole. Nessuno può minacciarmi.Energia ~ Viola.
Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
Condizioni ~ Ottime.
Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
Riassunto ~ Teleport monouso per evitare il colpo. Ricompare sul tetto della comunità, che scuote con la psicocinesi per poi lasciarlo andare. Consideralo un collegamento dalla parte di role a quella di duello.
Ti lancia addosso decine di lame di orium nero, dritte verso di te, che però a meta strada si teletrasportano dietro di te, a pochi metri (diversivo), per dirigersi verso la tua schiena e i tuoi arti. Se colpiscono tagliano e penetrano nella carne (af), rilasciando danno mentale grezzo (ad).
Sono anche infuse del potere di teleport di Yianni, quindi se ti colpiscono ti teletrasportano a un chilometro dal luogo di partenza. Se funziona Yianni ti segue, apparendo a settanta metri da te.. -
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«Wide Awake»
3Forse sono diventato troppo gentile, penso.
In fondo la vita di quel santo non mi interessa davvero. Non capisce nemmeno le implicazioni del trovarsi davanti a un Alchimista Supremo, non fa nulla per avere salva la vita, né mi ha convinto che i civili con lui starebbero meglio di una pacifica morte.
Faccio scrocchiare il collo, credo proprio che l'unico scopo di questo santo sia quello di farmi perdere tempo. Fa vibrare il suo cosmo: non c'è alcuna possibilità che possa sconfiggermi. Se fosse un dorato con più esperienza, forse, ma un santo del genere è solo un soldato nell'esercito sconfinato di Atena. Dovrei iniziare a sfoltirlo, sarebbe nell'interesse degli Alchimisti e dei Sussurri.
Del resto un confronto diretto con i santi è inevitabile. La corruzione ha solo rallentato le cose, facendo sì che dei miei predecessori dimenticassero la differenza ontologica che scorre tra noi e loro. Sospiro.
Materializzo degli scudi d'orium dove i tralci e i rampicanti generati dal mio avversario impatteranno. L'illusione, con lo psicoplasma, si infrange contro il mio minerale.
«Patetico. L'unico a cui puoi mentire è a te stesso.» Un saint ingannatore non mi stupisce, nonostante si riempiano la bocca delle parole onore ed eroismo.
Quell'inganno mi fa capire che le vere intenzioni del santo sono altre, che il suo vero attacco deve ancora arrivare. Il suo cosmo che si gonfia e cresce me lo conferma.
L'orium si estende e mi avvolge completamente in un grezzo cubo che non lascia neanche uno spazio scoperto. La tempesta glaciale del santo si infrange sulla mia difesa, la lambisce, ma fatica a oltrepassare la durezza estrema del minerale caotico che controllo.
Solo una piccola parte dell'emanazione cosmica del santo riesce a scalfirla, insinuandosi tra le parti meno solide del cubo. Le correnti gelate, per quanto attenuate, si infrangono prima sulla mia armatura e poi sul mio corpo. Non sanguino, ma sento la pelle tesa, il sangue che sotto di essa inizia a rallentare, l'organismo stesso in preda ai primi sintomi dell'ipotermia. Sento che il mio stesso cosmo non fluisce come vorrei. Non è un danno ingente, ma non posso permettere che si accumuli.
Sigilli. Stringo i denti e sento che l'intensità della tempesta si placa mentre l'attacco del santo cessa.
Mi teletrasporto, senza attendere, fuori dalla mia difesa, apparendo a cento metri in aria sopra al santo. Combattendo in aria potrò reagire prima agli attacchi del mio nemico, costringendolo a sforzarsi per raggiungermi.
Lascio il grezzo cubo in cui mi ero riparato al suo posto. L'orium nero nasconderà i miei movimenti e, con un po' di fortuna, il mio nemico capirà troppo tardi che non sono più lì. La prima cosa che faccio è spezzare i pochi sigilli che sono rimasti sul mio corpo e sulla mia armatura. Il mio potere psicocinetico li avvolge uno a uno, li sovraccarica e li distrugge. Voglio continuare ad avere il dominio sul mio cosmo.
Continuo ad utilizzare i miei impulsi psicocinetici, ora libero nell'utilizzare la piena intensità del mio potere, dirigendoli sul santo e sull'intera area di scontro. Non posso essere sicuro che lui sia ancora dove si trova, dati i suoi poteri illusori, quindi la mia morsa psicocinetica avvolge l'intero villaggio, per quasi un chilometro attorno a me.
L'effetto che provocherà la mia mente, se riuscirà a colpire, sarà simile a quello di una gravità improvvisamente aumentata sul corpo, come di una forza che opprime e limita il movimento. Le case attorno saranno compresse, schiacciate, e mi basta che il santo rimanga fermo sul posto, anche se la psicocinesi potrebbe causare danni da impatto e da costrizione dove colpisce.
La pressione proseguirà per permettere il mio vero attacco.— Sesta Forma —
Jin SuttaPlasmo dieci lance di orium attorno al santo, in una semicirconferenza a pochi metri da lui. La pressione psicocinetica serve solo a limitarlo, a impedirgli di fuggire e ad assicurarmi che si trova dove vedo il suo corpo.
Sono giavellotti lunghi un metro, grezzi, ma dalla punta incredibilmente affilata. Scaglio ogni lancia, con un comando mentale, verso un punto preciso. Miro agli arti, sia sul davanti che sul retro, al petto e alla schiena. Voglio rendergli difficile preparare una difesa su tutto il corpo, creando dieci zone di impatto molto concentrate.
Se colpiranno l'armatura arriveranno comunque con una grande forza, per provocare lividi e contusioni, mentre se colpiranno la carne potrebbero penetrarla e causare gravi ferite aperte. Ogni lancia porterà con sé, inoltre, il potere caotico dell'orium, per provocare uno shock mentale.
Non voglio indebolire solo la sua carne, ma anche la sua psiche, così da rendere più semplice portare avanti l'influenza dell'orium.
Se il suo corpo sarà ancora utilizzabile, alla fine di questo scontro, potrei sempre renderlo il mio automa, costringerlo a obbedirmi o a servirmi. Anche uno come lui potrebbe rendersi utile.
Utile... ma non interessante. L'unica soddisfazione che trarrò da questo scontro è quella di utilizzare i miei poteri, mettendo all'opera il corpo di soldato in cui mi sono risvegliato.Energia ~ Viola.
Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
Condizioni ~ Prime ustioni da freddo diffuse sul corpo e rallentamento fisico da gelo.
Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
Riassunto ~ Yianni si difende dal diversivo con l'orium, lo psicoplasma si infrange quindi si prepara ad altro. Solidifica la difesa già a durezza straordinaria, avvolgendosi in un cubo che lo protegge dalle tue correnti sigillose (difesa).
Si teletrasporta a 100 metri d'altezza e ci resta con psicocinesi, lasciando il cubo intatto per farti credere di essere ancora lì (diversivo). Distrugge i sigilli e dirige un impulso psicocinetico verso il basso, per sfasciare tutto e impedirti di muoverti con la forza che esercita sul tuo corpo (ad). Plasma l'orium in dieci lance attorno a te, a pochi metri, in ogni direzione. Mira al davanti e retro degli arti e a petto e schiena. Cerca di renderti un puntaspilli umano: ogni lancia se colpisce è infusa anche di danno mentale grezzo (af). Finisce il turno in aria.. -
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«Wide Awake»
4Per ora non posso dire di aver visto nulla di interessante.
La verità è che combattere contro la carne da cannone dei santi è una perdita di tempo: anche se lo ammazzassi lo rimpiazzerebbero senza problemi. Se fosse un dorato la cosa sarebbe diversa, ma così sto solo perdendo tempo.
Ho già avuto quello per cui sono venuto qui, conducendo sull'Isola gli individui dotati di cosmo di cui avevo bisogno. Guardarlo dall'alto mentre viene colpito dalle mie lance di orium mi è indifferente, l'adrenalina non mi impedisce di pensare - come distaccato - a questo scontro.
Sospiro piano mentre lo osservo plasmare due file di sigilli sotto forma di catene, le guardo dirigersi verso di me a una velocità che posso ancora gestire. Non demorde, continua ad attaccare nonostante le sue possibilità di successo si stanno riducendo di minuto in minuto. Ogni volta che lo colpisco è sempre meno probabile possa sopravvivere per salvare i civili, e allora perché semplicemente non tenta di fuggire per dedicarsi ai sopravvissuti?
Non lo inseguirei, il mio tempo è prezioso.
Forse la mia curiosità è solo questa: crede davvero di potermi obbligare a restituire i miei due nuovi soldati, oppure gli hanno insegnato a dover mostrare coraggio anche davanti a un ostacolo insormontabile? Mi stringo nelle spalle, potrebbe essere anche solo stupido o privo di istinto di conservazione.
Le catene sono sempre più vicine, eppure contro di lui ormai so che ciò che vedo non sempre corrisponde al vero. Faccio fluire il mio potere mentale attorno a me, in un campo di forza che mi avvolge e che solidificherò nei punti in cui sentirò arrivare davvero l'attacco.
I sigilli impattano con la mia barriera psicocinetica, provano ad avvolgersi attorno a me, e subito mi concentro sul respingerli e allontanarli. Poi sento uno strattone, e vedo che dal basso il santo si sta scagliando verso di me, facendo appoggio proprio sulle catene per darsi lo slancio necessario a raggiungermi.
Smetto di concentrarmi sui sigilli, che comunque sono riuscito a deflettere e rallentare, per concentrare il mio impulso psicocinetico davanti a me, verso il cavaliere d'argento.
I sigilli si avvolgono attorno al mio collo e a parte del busto, facendo oscillare la mia difesa. In risposta brucio più intensamente il cosmo, per sovraccaricarli lì dove sono entrati in contatto con il mio corpo.
Stringo i denti, riesco a liberarmi di loro in tempo per concentrarmi di nuovo sulla mia difesa psicocinetica. Però il mio avversario ha già accumulato forza e velocità; il mio impulso mentale riesce solo a rallentare la sua corsa, deflettendo il ginocchio verso la mia gamba destra. L'impatto mi manda una scarica di dolore che parte dalla gamba sintetica, percorre i collegamenti nervosi e raggiunge il cervello.
Il sigillo è esploso a contatto con la parte superiore della gamba, lacerando e ustionando la carne sintetica e causando danni interni. Fa così male che per un istante perdo la concentrazione: so che non potrei rimanere in volo ancora a lungo.
Ma sto già usando la psicocinesi. Non farò nulla di complesso, ma sfrutterò la mia potenza mentale per farla fluire senza freni, in un puro attacco distruttivo.
Zartok Qo, quarta forma.
Questo cavaliere d'argento si è sollevato in aria senza possedere la capacità di rimanerci, ed è ora vicinissimo a me. Velocizzerò la sua caduta, o almeno così spero. In un istante, portandola alla massima velocità che riesco a raggiungere, il mio impulso mentale diventa un'onda psicocinetica che proverà a travolgerlo.
Libererò il mio potere mentale tutto in una volta, in una bordata dal grande potere repulsivo, per causargli danni da impatto diffusi e così provare a scagliarlo a terra a gran velocità. È ora a quasi cento metri d'altezza: precipitare potrebbe peggiorare le sue ferite o infliggergliene altre.
❛Dimmi una cosa. Sono curioso.❜ Lo lambisco telepaticamente una volta portato il mio assalto.
❛Cosa ti spinge ad attaccare un nemico che sai di non poter sconfiggere?❜ Questo santo è pur sempre figlio di questo nuovo millennio. Questo scontro potrebbe non essere una totale perdita di tempo, se riesco a carpire da lui qualcosa di più sul loro ordine o sui loro ideali.
❛È incoscienza o senti di dover dimostrare qualcosa? E a chi?❜ Spero mi risponda con sincerità, altrimenti ho i miei modi per obbligarlo a farlo.
Continuare a reggermi in volo è complesso, mi richiede una concentrazione che non ho più. Una volta portato il mio attacco mi teletrasporterò anche io di nuovo a terra, a cinquanta metri dal punto in cui potrebbe cadere, per riprendere fiato e valutare le mie ferite.Energia ~ Viola.
Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
Condizioni ~ Prime ustioni da freddo diffuse sul corpo e rallentamento fisico da gelo. Ustioni sulla gamba destra con danni strutturali in corrispondenza del quadricipite. Prima stanchezza da uso cosmico e da sovraccarico dei sigilli.
Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
Riassunto ~ Difesa con una barriera psicocinetica per deflettere le catene, che toccano Yianni ma non riescono ad avvilupparlo a pieno. Lo stesso impulso mentale va poi a rallentare e deviare il tuo colpo, che finisce sul quadricipite facendo comunque male.
Visto che a quel punto sei in aria a quasi 100 metri e sei vicino, e Yianni sta già usando la psicocinesi, la dirige verso di te con una bordata grezza di impatto su tutto il corpo (af), per spingerti giù con tutti i danni connessi di uno schianto a terra (ad). Finisce teletrasportandosi anche lui a terra, a 50 m da te.. -
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«Wide Awake»
5Aspetto con pazienza.
Tocco terra, con il mio teletrasporto, nel momento in cui anche il santo precipita con violenza. Il boato del suo corpo e della mia psicocinesi si trascina per decine di metri, la polvere sollevata dallo schianto arriva fino a me.
Lascio che si rialzi piano, sostenendosi con un bastone di ghiaccio. Anche io faccio fatica a stare in piedi e devo appoggiarmi con più forza sulla gamba sinistra, quella integra. Stringo i denti. Non sto combattendo per uccidere né per salvare la mia vita, ma un cavaliere d'argento che mi ferisce e mi stanca così è... inatteso. Spiacevole, perfino.
Respiro a fondo, approfittando di questo momento di quiete per riprendere fiato e concentrazione. I collegamenti nervosi della gamba sintetica mi restituiscono ondate di dolore che non riesco a placare.
Il messaggio telepatico del santo arriva e riaccende in parte il mio interesse. Ho davanti una prova della resistenza degli esseri umani - meglio, dei cavalieri di Atena. In questo mondo devastato, ognuno cerca come può di trovare ragioni per andare avanti.
Ma la sua ragione è vacua e folle. Si priva della libertà di scegliere, per costringersi in un determinismo che lo obbliga ad agire.
Se non lui, allora chi?
Non può fare altrimenti, dice lui. Ma si sbaglia. Ogni volta che non si lascia divorare dai corrotti è una scelta. Ogni volta che indossa quell'armatura è una scelta. Ogni volta che affronta una minaccia più grande di lui è una scelta. Ma è una scelta che non gli è chiara. Le alternative, per lui, non esistono solo perché non è in grado di vederle.
Il messaggio successivo mi interessa molto meno. È chiaro che non capisca niente del mio Ordine: devono essere le favolette che ad Atene insegnano ai bambini per far loro paura. Colgo, mentre dialoghiamo telepaticamente, l'intensificarsi del suo cosmo. So che sta preparando qualcosa, perché nulla arriva a colpirmi.
❛Mostri?❜ Gli chiedo, soffermandomi su quella parola. Solo Nihilus si è meritato quell'appellativo tra i Sith'ari, e nessuno utilizza quel termine per definire chi è capace di utilizzare il cosmo. La propaganda di Atene deve essere molto radicata - e mendace.
❛Strano modo di chiamare chi è più consapevole degli altri. La tua comprensione del mio Ordine è molto modesta.❜ Non intendo giustificarmi, e credo che insegnargli qualcosa sarebbe una perdita di tempo. La mia risposta successiva è laconica.
❛Vive chi se lo merita. Chi ancora non ha risvegliato il cosmo, in questo mondo corrotto, è probabile non lo farà mai. Le risorse sono scarse, e io posso salvare e accrescere solo chi ha già fatto il primo passo.❜ Non c'è nulla di sacro, o di prezioso, nella vita umana. Una vita cresce di importanza con il crescere di una sola cosa: il potere. Se comunico con questo guerriero è solo perché ha già raggiunto un grado di consapevolezza cosmica quantomeno decente.
Sollevo un dito in aria per intimargli di ascoltare, di intendere bene il mio messaggio.
La mia pazienza non è infinita. Un Sith'ari che, durante un duello, utilizza il suo tempo per comunicare con un cavaliere d'argento, invece di ucciderlo e basta, è un'evenienza molto rara. Ma io sono indulgente, e lui è fortunato di non essere uno dei dorati.
❛Ma basta così. Non voglio perdere tempo a spiegare la Nyâshajak a un cavaliere d'argento.❜ So che quella parola per lui non significa niente, ma non importa. Rafforzerà solo il concetto di essere all'oscuro di molte cose, per quanto riguarda il mio Ordine.
❛Tu invece non hai menzionato la fede per la tua dea.❜ Riprendo il discorso che più mi interessa, quello nato dalla mia domanda. Già quella è una novità, visto che nella mia esperienza di vita - e di morte - i santi si fanno forti del loro legame con quella divinità. Ma non quel ragazzino.
❛Dovrei esserne felice, ma la verità è che sarebbe più onorevole se cercassi la morte per compiacere la tua divinità.❜ Il messaggio è fulmineo, perché quel cavaliere ha solo sostituito le catene di Atena con quelle del dovere e della responsabilità. In un certo senso sono curioso, ma non affascinato: semmai ancora più disgustato.
❛Invece sei un illuso, santo d'argento. Combatti perché non hai alternative, come se ti credessi l'unico guardiano di questo mondo. Ti pensi l'unico argine contro la Corruzione, gli Spectre o il Caos?❜ Sollevo l'elmo della Kintaral, per lanciargli uno sguardo di pura delusione.
Uno come lui potrebbe morire qua, oggi, anche per mano mia.
Chi lo ricorderebbe? Sarebbe solo un pensiero, l'ennesimo martire di Atene. Questo santo si crede una diga per gli orrori del mondo. Ma non si rende conto che la diga è crollata e che il fiume ha già rotto gli argini. Non c'è una via d'uscita magica che riporti tutto come prima, non c'è modo di recuperare l'innocenza una volta perduta.
Forse si illude che con il suo sacrificio sarebbe possibile. Si fa forza di questo pensiero, si compiace della sua abnegazione. Ma è tutto inutile. Un uomo, se non ottiene un potere e una volontà senza pari, non può cambiare la storia.
❛Sei solo un ingranaggio, anche se credi di essere essenziale e di non avere altra scelta. Il mondo crollerà con o senza di te; altri lo hanno difeso, lo difendono e lo difenderanno.❜ Ucciderò, in questa nuova vita, tonnellate di corrotti. Gli uomini cosmodotati che addestrerò faranno lo stesso.
❛Il tuo non è un sacrificio nobile. Cerchi una giustificazione per qualcosa a cui nemmeno tu credi. La tua scelta è stata quella di privarti di ogni scelta, indossando delle catene di tua creazione.❜ La libertà è tremenda, sconvolge, fa paura. Quel ragazzino ha scelto di negarsela, fingendo di non avere mai avuto scelta.
È una visione del mondo e di sé stessi che mi ripugna.
Lo indico. Davanti a me c'è un ragazzino che non sa niente del mondo, del mio Ordine, e la cosa peggiore è che non sa nemmeno per cosa vivere o morire.
❛Un ragazzino come te, privo di ideali e senza fuoco dentro, non potrà mai salvare il mondo.❜ Il mio cosmo ricomincia a ruggire. Prima piano, poi sempre più forte. Lambisce il villaggio abbandonato: un avvertimento al cavaliere che, nonostante la mia pazienza, il nostro scontro non è ancora concluso.
❛Scegli per cosa vivere e per cosa morire, prima che sia troppo tardi.❜ Mi rimetto l'elmo della Kintaral. La pausa - anche se è durata il tempo di pochi messaggi telepatici - è finita. Non so se alla fine di tutto questo sarà più consapevole. Ne dubito. Ma magari un giorno troverà una ragione, una vera ragione, per combattere. Allora sarò interessato a incontrarlo di nuovo.
❛Oppure vivi da ingranaggio e muori senza aver lasciato un segno. Non mi importa davvero.❜ Fino ad allora il suo fato mi è indifferente. Potrei ancora cambiare idea, e trasformare la mia missione nell'eliminazione di un cavaliere. Il mio cosmo inizia a richiamare l'orium, generandone un'enorme quantità.
❛Ma non abbiamo ancora finito. Hai attaccato un Sith'ari.❜ L'orium che creo è una polvere sottile, la espando attorno a me e poi su tutto il villaggio, per quasi trecento metri attorno a me.
❛Inizia con il sopravvivere a me.❜ La nebbia nera avvolgerà ogni cosa.
Il mio attacco è su vasta scala.
L'ho sentito richiamare il suo cosmo, e ancora una volta non posso essere sicuro della sua posizione, nonostante lo veda con i miei occhi. Odio gli illusionisti.
Potrebbe essere ovunque: per questo espando l'orium, sotto forma di polvere, nell'aria attorno a noi. Lo diffondo attorno a me a una velocità vicina a quella della luce, per lasciargli poco tempo di reazione. È un consumo cosmico notevole, ma so di essere ancora in grado di combattere. Il minerale che sto diffondendo, poi, potrà servirmi più avanti.
Voglio fargli credere che è innocuo, che sto riempiendo l'aria per oscurargli la vista, nascondendo i miei movimenti in una nebbia scura. Invece sarà quello, l'attacco. Una quantità di polvere d'orium che spero respirerà, e con cui impartirgli un comando mentale. Non ho ancora mai utilizzato i sussurri dell'orium, contro di lui, sotto forma di ordine diretto. Fino a questo momento l'ho colpito solo con scariche mentali. Spero che questo basti a coglierlo di sorpresa, anche se è un attacco semplice.
ı̣ɥɔɔo ı̣ןƃ ı̣ʇɐʌɐɔ
L'impulso sarà chiaro, diretto, agirà una volta che l'orium sarà respirato o ingerito. L'influenza proverà a portare il cavaliere a strapparsi i suoi stessi occhi, nel modo più semplice e diretto possibile - utilizzando il ghiaccio o le dita, non farà differenza.
Questa è la prima prova della sua volontà.Energia ~ Viola.
Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
Condizioni ~ Prime ustioni da freddo diffuse sul corpo e rallentamento fisico da gelo. Ustioni sulla gamba destra con danni strutturali in corrispondenza del quadricipite. Stanchezza da uso cosmico e da sovraccarico dei sigilli.
Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
Riassunto ~ Chiacchiere. Poi siccome non sa se sei davvero lì estende per trecento metri attorno a sé una nebbia di orium finissimo, tipo polvere. Lo scopo è di farti credere di volersi nascondere, quando in realtà è quello l'attacco, per fartelo respirare/ingerire (supporto/ad). Se lo respiri l'orium ti manda l'influenza di cavarti gli occhi (af).. -
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«Wide Awake»
6I sussurri dell'orium mi dicono che l'invasione ostile nel corpo dell'argentato è riuscita.
La nebbia nera che ci separa mi impedisce di godermi la scena, eppure mi importa così tanto? No, concludo. Vederlo soffrire non mi darebbe gioia. Finora ho solo giocato con questo santo, ma senza uno scopo chiaro o preciso. In breve, una perdita assoluta del mio tempo. Ho cercato di capirne di più, di raccogliere informazioni su questa loro generazione, senza riuscirci.
Ho verificato una buona compatibilità combattiva di questo corpo, ma non è mai stato davvero messo alla prova contro una minaccia quasi insormontabile. Sono anche stato fin troppo gentile con questo santo: chissà, magari in futuro potrebbe aprire la sua mente a vie più illuminate. In ogni caso, non mi interessa ucciderlo. Gli ho detto che gli lascerò gli altri civili, e ho intenzione di farlo.
Che vivano o che muoiano, per me non fa differenza alcuna. Loro, come quell'argentato, non sono un pericolo immediato per l'Ordine: altrimenti non ragionerei in questi termini.
Però sento qualcosa. Si fa strada nel mio cosmo oscuro, che riempie l'aria attorno a noi insieme alla mia polvere d'orium. È il cosmo dell'argentato.
Questa volta è più intenso del solito.
Mi viene da sorridere, è come se fosse una risposta alle mie parole. La migliore che poteva darmi, molto meglio di rispondere punto su punto. In questo mondo si decide tutto sul potere, e solo quella lingua è davvero importante.
In un solo movimento richiamo una grande quantità di orium sospesa in aria, attirandola attorno a me. Inizia a vorticare, si compatta e si unisce, ricoprendomi in strati e strati del mio minerale nero.
Quando le esplosioni iniziano percepisco che la mia intuizione era corretta. L'argentato sta liberando un potere superiore a quello di cui dispone normalmente: ecco perché non mi ha attaccato, credo si stesse preparando questo assalto.
Stringo i denti, rinforzando col mio cosmo l'orium che mi avvolge. Gli impatti contro la mia difesa sono numerosi e intensi. La quantità di orium che ho richiamato ad avvolgermi è enorme, eppure le esplosioni congelanti dell'argentato riescono a incrinarla e a spezzarla in più punti.
Fino a quando non cede.
Ciò che rimane del potere del santo impatta contro di me da ogni direzione. La sensazione di freddo è la prima cosa che provo, sovrasta anche il dolore degli impatti sulla Kintaral e sulla mia pelle. Li sento, ma il loro dolore arriva più tardi, offuscato dal gelo che mi avvolge. Contusioni, ematomi, lividi, ustioni gelide.
Fa male, ma mi impongo di rimanere in piedi. Allungo lo sguardo davanti a me, adesso che la nebbia si è diradata e l'assalto dell'argentato è cessato. Vedo che sanguina copiosamente dall'occhio sinistro, che regge con una mano sul volto.
Potrei continuare. L'orium che mi avvolgeva torna a essere polvere, inizia a vorticare attorno a me. Inizio a muovermi a mezz'aria verso di lui. Voglio che senta che il mio cosmo non è diminuito di intensità. Che, nonostante le ferite, riesco ancora a reggermi in piedi.
Ma, più di tutto, voglio parlare con lui, faccia a faccia, con la mia voce.
Mi fermerò a pochi metri da lui. L'orium è una nube che mi circonda, mi avvolge in una forma che mi permetterebbe di concretizzarlo in qualsiasi attacco o difesa desideri.
Lo guardo di nuovo. Mi chiedo se è l'ultima volta: se morirà come un ingranaggio, o se mi dimostrerà che ero in errore.
In ogni caso non è oggi il giorno per mandare un messaggio al Grande Tempio.
Non è il messaggero adatto. Che viva, e che provi a diventare un problema per l'Ordine: allora le cose andranno in modo molto diverso.
«Mh.» Lo scruto. Vedo sul suo volto che ha ancora volontà combattiva.
«Allora un po' di fuoco dentro lo hai anche tu.» La polvere d'orium inizia a vorticare più velocemente, come vibrando a quella rivelazione. Una parte di questo corpo vorrebbe continuare a colpire, ma è solo il lontano ricordo di un soldato che non accetta di lasciar vivo un nemico. Sono io ad avere le redini - sospiro per distrarmi dal dolore. Che distrugga i corrotti come dice di voler fare: una terra più libera aiuta anche i miei piani.
«Tuttavia poco, e troppo tardi.» Per sperare di intimorirmi avrebbe dovuto colpirmi con quell'intensità fin dall'inizio, invece sospetto sia stata solo la disperazione e la rabbia a portarlo a tanto. Ma comunque ha superato un limite. Un primo passo per rendersi interessante: che scalfisca la superficie e inizi a vedere più in fondo.
«Vai a salvare gli uomini a cui dici di tenere.» L'orium che mi circonda rallenta, si muove pigramente, seguendo le mie parole e la mia volontà di terminare qui questo scontro. Non l'ho cercato io, e ho due nuovi individui da addestrare al cosmo sull'Isola.
Ho ottenuto ciò che volevo. Quello che ho avuto poi mi dirà il tempo se si è rivelata una perdita di tempo oppure una scoperta interessante.
Indico con il pollice un punto alle mie spalle, lì dove a un chilometro di distanza troverà l'accampamento che abbiamo abbandonato.
Sempre che riesca a raggiungerlo, ma questo non è un mio problema.
«E la prossima volta, ragazzino, assicurati di minacciare solo chi puoi uccidere.» Lo fisso e so che i miei occhi saranno gelidi. Rimango fermo un istante, aspettando un'eventuale replica. Poi lascio il controllo sull'orium: il rumore è quello della pioggia che cade sulla pietra. In quell'istante scompaio dall'isola su cui mi trovo, attraverso lo spazio e ricompaio sulla mia, di isola.
I guaritori, nel castello, accorrono verso di me senza che io debba nemmeno parlare. Devo rimettermi in sesto il prima possibile, ho molte cose da fare e questa volta non rimarrò qui a lungo. Nonostante tutto la vita sulla terra è ancora diffusa, e così lo sono gli individui consapevoli del cosmo.
La mia Nwitajak è appena iniziata.Energia ~ Viola.
Cloth ~ Black Aries (VII). Indossata.
Condizioni ~ Danni diffusi da impatto e da freddo sul corpo, con rallentamento fisico da gelo. Ustioni sulla gamba destra con danni strutturali in corrispondenza del quadricipite. Stanchezza da uso cosmico e da sovraccarico dei sigilli.
Abilità ~ Psicocinesi, Teletrasporto, Orium Nero [Elemento Soprannaturale, Influenza Mentale, Berserk Indotto, Durezza Straordinaria] → Scheda.
Riassunto ~ Yianni sentendo il tuo cosmo richiama gran parte dell'orium che ha sparso nel turno prima, per avvolgersi in una difesa il più compatta e spessa possibile. Ma comunque il tuo attacco caricato lo becca e gli fa male (difesa). Poi semplicemente saluta e se ne va, visto che il suo scopo l'ha già raggiunto e non gli interessa continuare.
Grazie del duello!. -
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