Crypt of the Necrodancer

Kierkegaard → Necromancer

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    PROLOGO

    Ogni singolo grammo di buonsenso vi sta dicendo che questa è una cattiva idea. Che accamparsi in un cimitero, nel vostro tentativo di sfuggire al disastro che ha colto Fort Augustus e di cui avete solo sentito gli echi sotto forma di tuoni, tempeste e terremoti, è una pessima, pessima idea. Ma gli incubi agghiaccianti che vi hanno colto nel sonno, dove una figura silente continuava a osservarvi, vi hanno costretto ad agire.

    Così avete fatto quello che andava fatto. All'alba, avete fatto i bagagli e vi siete messi in cammino.

    Due giorni, stando bene attenti a dove vi incamminate nel panorama brumoso e freddo della Scozia. E' il tramonto del secondo giorno, e uno di voi è convinto che se raggiungerete Edimburgo domani, troverete una delle efficienti pattuglie di militari che si racconta abbiano tratto in salvo tanti, tantissimi sopravvissuti. Un altro di voi rimarca che, fra tutti salvati, gli sfigati siete proprio voi.

    Ma siete spinti dalla paura, ora. Uno di quelli vi sta inseguendo nella nebbia. O forse, uno di voi è convinto, è proprio la nebbia e l'unico modo per sfuggirgli è un luogo chiuso. I cancelli di un piccolo cimitero sono aperti, e uno di voi cade poco prima di entrarci. Lo sentite ruzzolare e l'urlo conferma che la gamba è rotta.

    Forse, uno di voi pensa che questo vi farà guadagnare tempo. Finché la sua voce non grida:

    « C'è qualcosa qui! Una porta! Una porta fra le frasche, presto! Cazzocazzocazzo vi prego vi prego non voglio morire qui, andiamo qua dentro! »

    Su4sahH

    Yo :asd:

    Invece di un "parlami del tuo pg", vorrei iniziare l'add in maniera diversa. Hai in mano un piccolo gruppo di sopravvissuti che sta scappando (e ne ha ben donde) da qualcosa che sta succedendo nei pressi del Loch Shiel, in Scozia.
    Direi di limitarci al massimo a 4-5 persone dal punto di vista di "dramatis personae". Hai totale e piena libertà di sviluppare la traccia, come spiegato vi state dirigendo verso Edimburgo da un posticino nella contea del Perthshire.

    Nessuno di questi poveri cristi ha il Cosmo, ovviamente.

    Fermati quando e se decidete di entrare nella cripta nascosta. Immaginala come una cosa del genere, solo che è chiusa con un catenaccio. Avete tempo di aprila e entrare se vi mettete tutti insieme.

    ▼ DM's Corner
     
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    Narrato | Pensato | Parlato | Parlato Altrui

    RITUAL I

    PROLOGUE.


    Cosa dicono le ossa? Mimavano i suoni lontani della distruzione avvenuta circa una settimana prima che continuavano ad infestare le loro menti durante il logorante viaggiare, tra incessanti distese verdi nascoste dalla nebbia. La fitta bruma sembrava una dama aeriforme in grado di ammaliarli, attirandoli a sé dentro un abbraccio spettrale e caldo, in cui solamente il futuro avrebbe rivelato se le maligne grinfie aeriformi riservassero amore o odio per quel gruppo di poveri viaggiatori. I quattro (fino a poco tempo prima cinque) erano arrivati in quella zona della Scozia dopo una settimana di incessante marcia tra la vegetazione morta delle lande del Loch Shiel, le cui acque si erano ormai prosciugate e avevano lasciato i segni di quella che il gruppo di ragazzi chiamò "Techno Apocalisse". Fu così chiamata in quanto il gruppo, insieme ad un centinaio di altre persone, si riunirono per il festival privato a base di droghe, alcool e musica elettronica "Nessie's Crackdom", chiamato in questo modo poiché tenutosi a Fort Augustus, sulla riva meridionale del famoso lago di Loch Ness. Il motivo principale per cui Max, Cassie, Niels, Josh e Hannah si trovarono lì fu per un viaggio proposto proprio dai primi due, un viaggio di introspezione in modo da curarsi dalla noia della vita a Fort William e di ritrovare se stessi in quella che era una città pregna di storia e, ovviamente, un alone di mistero attorno ad essa; la cura consisteva ovviamente nell'utilizzo di droghe e nella ricerca di misteriose creature del folklore scozzese che si diceva vivessero tra i boschi, i laghi e i cimiteri e che più uno si avvicinasse all'entroterra scozzese e più aumentasse la possibilità di incontrare alcune di queste creature. Con lo zaino sulle spalle e con molta voglia di esplorare, al raggiungimento dei diciannove anni di Josh, decisero di partire e sostare per un periodo totale di sette giorni non sapendo che, quella esperienza, avrebbe stravolto completamente le loro vite e quelle di tutta l'umanità. Max, con i suoi berretti di lana dai colori improponibili che anche Cassie gli raccomandava di smettere di indossare in qualsiasi occasione, aveva da poco smesso con l'università, lasciandola perché stanco della vita da pendolare e convinto che l'unica cosa utile fosse stata quella di fargli conoscere Cassie, ragazza bionda e dagli occhiali tondi, con un fisico non da urlo ma con un sorriso talmente dolce da illuminare le giornate di Max; Niels, Josh e Hannah si erano uniti qualche settimana dopo, conosciuti durante l'ultima festa universitaria a cui aveva preso parte: Niels era uno infognato con i videogiochi e la musica techno e gli aveva consigliato qualche videogioco da giocare insieme durante il fine settimana, mentre Josh e Hannah erano due fratelli, lei la maggiore e lui il minore, conosciuti per caso da Cassie durante uno dei suoi esami di psicologia. Hannah era una ragazza dagli occhi grandi e azzurri e dal fisico mozzafiato, tant'è che apparve su qualche rivista del posto come modella di costumi da bagno, mentre Josh frequentava ancora l'ultimo anno del liceo ed era il tipo alternativo che veste di nero e arriva a scuola sul suo skateboard. Le passioni in comune non erano molte ma il gruppo, negli ultimi due anni di conoscenza, aveva esperito la vita frenetica della città e lo stress degli studi e, per festeggiare il diploma di Josh, decisero di organizzare il viaggio proprio una volta finito il periodo estivo.

    Andiamo, sarà divertente! Anche Niels ha voglia di fare casino e poi dai, guardati, sei ancora rimasto nel tuo periodo dove triste fa figo. Hai bisogno di aprire gli occhi e cambiare ora che sei un adulto.

    Max continuava a ripetere come avesse bisogno di fare esperienze e che questa sua fase sarebbe dovuta sparire il più presto possibile. Cassie e Niels ridevano alla scena mentre Hannah, da sorella maggiore, difendeva il proprio fratello e accusava il capogruppo di bullizzarlo, anche se in modo scherzoso e simpatico. Josh non ci faceva troppo caso, spesso ignorava, ma quella volta zittì tutti, persino sua sorella, esordendo con una frase del tutto inaspettata.

    Sì dai, facciamolo. Mi sembra fico il posto e poi non ho mai fatto un viaggio in vita mia.

    Per una volta uscì dell'entusiasmo e un sorriso a pieno volto tolse le scure nubi che da anni infestavano la figura del ragazzo. Agli occhi degli amici e di sua sorella fu irriconoscibile. Come il solito Max lo prese e cominciò ad abbracciarlo e stritolarlo mentre gli altri ridevano alla vista di quell'adorabile scena; lo vedeva come un fratello minore e per questo i gesti d'affetto e i leggeri atti di "bullismo", come li chiamava Hannah, erano all'ordine del giorno. Dopo qualche giorno i cinque ragazzi presero i biglietti e si diedero appuntamento alla stazione del treno il giorno della partenza, promettendosi che quell'esperienza li avrebbe mutati nello spirito ma inconsci che quel viaggio li avrebbe inesorabilmente portati alle porte degli Inferi.

    THE APOCALYPSE.


    Il giorno della partenza trascorse tranquillamente: i cinque si incontrarono alla stazione e Niels, eccitato dal viaggio, decise iddi portare con sé una fotocamera digitale con cui catturare le memorie del loro viaggio in una chiavetta che avrebbe, successivamente, condiviso con gli altri. La teneva sempre penzolante vicino al petto, attaccata alla tracolla che passava attorno al colletto della camicia bianca posta sotto un maglioncino di cotone grigio. Toglieva gli occhiali quando la utilizzava, strizzando gli occhi e facendo una smorfia con il lato sinistro della bocca, rivelando gli scintillanti fili di ferro argentato dell'apparecchio ortodontico. Amava fotografare Hannah e lei, con le sue guance arrossate dal finto imbarazzo provato e dai riccioli neri che cadevano sulle spalle, sorrideva e con la mano tappava l'obiettivo della fotocamera; il paesaggio mozzafiato delle valli scozzesi faceva da sfondo ai discorsi dei ragazzi sul treno ad alta velocità mentre questi discutevano sul da farsi e quello che avrebbero voluto vedere una volta arrivati a destinazione, nei pressi di Fort Augustus.

    Non vedo l'ora di vedere il museo sull'acqua nel Canale di Caledonia! E tu mi accompagnerai, vero amore mio?

    Disse Cassie a Max, guardandolo con i suoi occhi da cerbiatto e mettendogli le braccia attorno al collo, avvicinandosi e stampandogli un bacio sulle labbra.

    Certo amore, basta che dopo andiamo nei boschi... Si dice che lì si trovino delle banshee! Spiriti di donne che sono morte in tragici eventi e che non appena ti afferrano con le loro mani spettrali... URLANO FORTISSIMO E TI RUBANO L'ANIMA!

    Rispose lui afferrandole violentemente i fianchi e facendo uscire dalla sua bocca un piccolo strillo di paura. Dopo di che spinse Max via mentre gli altri ridevano della scena appena accaduta. Josh, pensieroso, guardava all'esterno il treno che passava sulle valli e, lontano, il lago di Loch Ness poco sotto l'orizzonte tra le cui valli il sole stava per calare. Era tardo pomeriggio quando i ragazzi arrivarono con i loro zaini sulle spalle e scesero dal treno pieno di gente, respirando per la prima volta l'aria fredda della zona e l'odore del pesce cucinato che proveniva dai ristoranti sulla costa dell'enorme lago. Molti visitatori ogni anno arrivavano lì, in quelle coste, per farsi narrare le storie del mostro di Loch Ness e le foto, sfocate e poco affidabili, degli avvistamenti da parte di turisti e di abitanti della zona, con testimonianze scritte di vecchi uomini che giuravano sulla propria vita di aver visto quella creatura dal collo lungo comparire dallo specchio d'acqua. Affamati, presero delle stecche di gamberoni in un ristorante vicino all'ostello in cui avevano deciso di sostare, il Morag's Lodge, dopo di che entrarono nelle due stanze, una per gli uomini e una per le donne, lasciando lì gli zaini da escursione, portandosi solamente l'essenziale e con Max e Niels che, invece, portarono con loro due marsupi in cui tenere le batterie per la fotocamera e diversi fogli di cartoncino e di gomma arabica per successivi utilizzi dalla dubbia legalità. Erano circa le sei del pomeriggio e il sole oramai era quasi del tutto calato sui colli che facevano da sfondo in quel villaggio sperduto tra le highlands scozzesi, ma i giovani decisero di vivere la poca movida del luogo, provarne i sapori in qualche ristorante e provare le varie attrazioni, come il traghetto sul lago del mitico mostro e l'enorme faro che, in quel momento, emetteva il suo fascio sullo specchio d'acqua che si estendeva attorno a Fort Augustus; Max e Cassie decisero di fare il famoso viaggio sul lago da soli, un momento romantico in cui provare totalmente il sentimento romantico che provavano l'uno per l'altro e utilizzare i bagni del traghetto come sfogo del loro amore carnale, mentre Hannah, Niels e Josh guardarono il famoso museo di Nellie e il Clansman Centre, un centro abituale per i pescatori e per coloro che amano stare nei pressi dello specchio d'acqua nella speranza, un giorno, di poter fotografare davvero il mostro che si dice vi abiti. Si ritrovarono dopo poco più di un'ora, condividendo l'entusiasmo delle proprie esperienze mentre Niels mostrava con fierezza le foto che aveva scattato ai panorami, ad Hannah e a Josh, nonostante quest'ultimo non apprezzasse troppo stare al centro dell'attenzione; dopo la cena la giornata si stava per concludere e i cinque decisero di andare poco fuori il villaggio, verso le sponde del lago, in modo da poter fumare e ammirare il paesaggio. Notarono subito come altri ragazzi della loro età si stessero riunendo lì per lo stesso motivo, armati di casse da cui una musica molto ritmata veniva sparata al massimo del volume e invitando il gruppo ad unirsi a loro. Max e Hannah furono i primi a muoversi, seguiti da Cassie e Niels. Infine anche Josh, dopo una leggera titubanza, si unì a loro. Gli raccontarono i loro incontri, come quella sera si stessero muovendo verso il castello di Urquhart, un castello medievale oramai in rovina dal quattordicesimo secolo e luogo di incontro abituale per il suo gruppo, e di come amassero la musica e le droghe come mezzo per unirsi con la natura e con il mondo ed evolversi spiritualmente.

    Quindi? Si va?

    Chiese Niels aggiustandosi gli occhiali e stringendo tra le mani la macchina fotografica, imbarazzato ma con il sorriso di chi sapeva che gli altri avrebbero accettato.

    Certo che si va! Nessie's Crackdom sia, cazzo. Stasera ci distruggiamo e festeggiamo per bene. Mi raccomando Josh, tu non tocchi niente oltre l'erba, intesi?

    Dopo la frase detta da Max ci furono delle risate generali e i due gruppi si unirono in un unica massa di quindici persone circa in movimento verso la sponda sud del lago. Fu facile capire la vicinanza dal luogo di ritrovo non appena delle luci cominciarono ad alterare il colore dell'acqua e la musica dalle casse fecero tremare il terreno sul quale camminavano.

    Jqxt1hX


    Una cinquantina di persone erano sparpagliate tra le rovine del castello medievale su una collinetta di fronte al lago, ballando con movimenti che ricordavano rituali di accoppiamento e riti sciamanici che i tre avevano visionato durante il loro viaggio al museo. Si fiondarono comunque nel mezzo della folla e decisero di entrare in una parte del muro di cinta che, crollando, aveva formato uno spazio rettangolare e aperto in grado di tenere al suo interno una decina di persone tra le luci al neon che erano state fissate dagli organizzatori. L'alcool passava attraverso grossi bicchieri di plastica al cui interno era versata "la spezia", così gli spiegarono gli altri ragazzi durante il tragitto; questa droga sintetica scioglieva i muscoli, aumentava la salivazione e portava coloro che la utilizzavano a muovere instancabilmente gli arti e il torso in movimenti serpentini. Il suo nome, come spiegò Niles avvicinandosi agli altri...

    Spezia, capisco il perché si chiami così. Sentite pizzicare sulla lingua? Sta facendo effetto, aumenta la secrezione salivare. Presto, facciamo una foto ricordo! Deve essere memorabile!

    Il flash della fotocamera abbagliò tutti e cinque i ragazzi: Max era su di giri e teneva stretta Cassie al suo fianco, baciandola sulla guancia. Hannah sorrideva e con un abito che mostrava gran parte del seno cercava di attirare le attenzioni di Niels che, sorridendo, puntava la fotocamera proprio su quel punto. Josh invece continuava a ballare, danzando come se non avesse più le ossa nel corpo e lasciandosi guidare dalla musica proveniente dalle casse. Fu l'ultima foto di quella sera e l'illuminarsi della macchina fotografica coincise con l'arrivo di un frastuono indimenticabile: un fulmine cadde dal cielo verso lo specchio d'acqua e le casse si spensero insieme alle luci, il generatore esplose incendiando parte del prato verdastro e il terreno cominciò a dare i primi segni di un violento terremoto.
    Le urla della gente sotto le pareti di roccia che cedevano alle scosse frantumandosi e cadendo rovinosamente sulle loro figure, il sangue, la paura negli occhi dei ragazzi e le pupille dilatate di Niels che riuscì ad urlare solamente qualcosa di impossibile da capire per gli altri del gruppo; evitarono la morte quella sera, senza ferirsi, correndo verso una delle macchine dei ragazzi ma senza trovare una chiave per metterla in moto. Josh, seppur spaventato, cercò di portare in salvo quanta più gente possibile, ma la visione del cielo nero a chiazze rosse lo mandò nel panico, svuotandolo di ogni singola emozione provata fino a quel momento.

    Dio, dio, dio. E' la fine del mondo. E' arrivata cazzo!

    Urlò Hannah cominciando a piangere e tirandosi i capelli fino a strapparne delle ciocche, mentre delle ombre uscivano dal lago e si fermavano sulla collina, cibandosi dei corpi morti degli altri ragazzi e uccidendo i feriti che provavano a mettersi in salvo. Si presero tutti per mano e cominciarono a correre all'impazzata verso la prima direzione possibile, sotto il cielo cremisi che sputava terrificanti tuoni neri sull'asfalto e dai quali sembravano nascere sempre più di Quelli. Creature d'ombra che adesso inseguivano i ragazzi e loro, a tutta velocità, fuggirono verso Fort Augustus, verso la loro ultima speranza; la città era silenziosa e una fitta ombra cominciò a scendere, espandendosi su tutto il territorio circostante come se fosse stata teletrasportata all'interno di quelle nuvole grigie che adesso coprivano il cielo. Entrarono urlando ma la gente sembrava aver già lasciato il posto, fuggita chissà dove, tra le spaccature sul terreno e le macerie tutto era estremamente silenzioso e il villaggio poco prima pieno di anime in giro era diventato una deserto pieno di morte e distruzione. Persino l'hotel in cui alloggiavano si reggeva a malapena ma la loro stanza, come per miracolo, riuscì a reggere abbastanza da recuperare gli zaini e il loro contenuto. Si guardarono tutti negli occhi: la paura, la tristezza e l'ansia era l'unico sentimento che traspariva dai loro sguardi, tranne quello di Niels in cui il panico faceva in modo che la bianca sclera prendesse la quasi totalità della parte esterna del bulbo oculare. Cosa avrebbero potuto fare se non mettersi in cammino, tra la nebbia, alla ricerca di una via verso casa? Magari lì tutto era apposto, tutti si erano salvati e quelle mostruosità oscure non avevano preso il sopravvento sui civili.

    Andrà tutto bene finché siamo insieme, okay?
    Sì. Andrà tutto bene. Per sempre insieme.
    Andiamocene di qui, forza.

    Unirono le mani e, dopo uno sguardo d'intesa, decisero di mettersi in viaggio oltre la stazione, dove le rotaie erano state distrutte a causa delle fortissime scosse di terremoto vissute prima. Viaggiarono tra la nebbia, stretti a Niels che sembrava vivere un eterno trip e che continuava a ripetere solamente "Madre". Non si fecero troppe domande sulla sua condizione ma capirono subito che la situazione stava degenerando e che l'evento vissuto prima non si sarebbe arrestato, ma avrebbe continuato a disturbare i loro giorni e le loro notti chissà ancora per quanto.

    THE AFTERMATH.


    Jqxt1hX


    Erano passati due giorni dalla Techno Apocalisse, così la chiamava Josh per smorzare gli animi colmi di tristezza e paura degli altri ragazzi. Niels ancora non si era sbloccato, doveva essere trascinato per mano data la sua totale catalessi. In queste due lune il loro sonno era stato disturbato ancora una volta da quella figura che li chiamava per nome e che ognuno di loro aveva sognato, raccontandoselo il mattino dopo tra dei pianti nervosi e dei conati di vomito. Si sentivano osservati, anzi erano osservati. Max guardò gli altri e, quasi mentendo a se stesso, decise di sputare quelle parole senza un fondo di verità.

    Andiamo verso Edinburgo. E' vero, ci vogliono giorni di cammino ma... cosa preferite fare? Stare qui? Le abbiamo viste quelle creature... e le spaccature sul terreno e i tuoni che si scagliano sulle colline. Cazzo ci sarà pur qualcuno in grado di spiegarci qualcosa e di salvarci, no? I militari, ecco chi! I militari salvano sempre tutti in queste storie, sicuramente si staranno adoperando per affrontare quelle cose.

    Neanche la luna sembrava più essere così luminosa quella notte; gli altri tre si guardarono annuendo con la testa e, con lo zaino sulle spalle, decisero di intraprendere quel lungo viaggio verso la capitale scozzese, tra le strade delle Highlands e superando terreni dalle insidie naturali, peggiorate ancor di più dai movimenti sismici dei giorni precedenti. Le scosse si ripresentavano ma, questa volta, la loro durata era decisamente inferiore. La nebbia continuava a cullarli e riuscivano a malapena a vedersi tra di loro, fino a quando non riuscirono a distinguere grugniti e rumori di passi veloci attorno a quella che sembrava una foresta spoglia del suo solito abito verde e i cui rami degli alberi si erano curvati verso il terreno. Movimenti veloci fendevano la nebbia; si guardarono negli occhi e sentirono la mancanza di uno di loro. La macchina fotografica era a pochi passi da loro mentre un grottesco urlare gli gelò il sangue.

    PRESTO! VEDO UN CANCELLO, VELOCI! SI NASCONDE... SI NASCONDE NELLA NEBBIA. DI QU-- AAAAAAAAAAAARGH. CAZZOOOOOOOOOOOOO.

    Un tonfo e anche il capofila sembro sparire. I tre guardarono i cancelli di ferro nero di un cimitero aprirsi di fronte a loro. Deglutirono dalla paura e cominciarono a chiamarlo per nome. "Max! Max dove sei?" continuavano a ripetere mentre con la coda degli occhi riuscivano a distinguere delle leggere ombre dalle forme più bizzarre formarsi a diversi metri da loro, come se la nebbia le stesse spingendo verso di loro.

    C'è qualcosa qui! Una porta! Una porta fra le frasche, presto! Cazzocazzocazzo vi prego vi prego non voglio morire qui, andiamo qua dentro!

    I tre guardarono verso il basso, da dove la voce proveniva. Josh fece un saltello e si ritrovò immediatamente accanto al ragazzo, a terra e dolorante, con una gamba rotta e che aveva subito una torsione di quaranta gradi verso sinistra; mise una mano in bocca per bloccare il vomito dovuto dalla visione e tese le braccia verso le due ragazze che, velocemente, si aggrapparono e scesero la scalinata. Cassie si gettò sul suo ragazzo e cominciò a piangere disperata, toccando le gambe prima e stringendogli le mani poi, respirando con difficoltà a causa della paura. Cercò di rassicurarla ma solamente dei singhiozzi soffocati uscirono dalla sua bocca. Hannah e Josh cercarono di aprire il portone della cripta sotterranea ma un enorme catenaccio arrugginito la teneva chiusa e le spinte e i calci sembrarono non bastare. Intanto la ragazza si fermò a guardare i simboli dello scudo di roccia al di sopra dell'entrata: era nascosto da delle erbacce ma la parte visibile mostrò una scritta in una lingua antica e i simboli di alcune fasi lunari ma, nel suo punto più alto, la luna divenne tutt'uno con un serpente. Un brivido le percorse la schiena e la figura nascosta nelle ombre con quella strana aurea di sangue attorno comparve di nuovo nella sua mente, fissandola intensamente. Stavolta, però, gli occhi erano completamente iniettati di sangue.

    Hannah, Cassie, aiutatemi. Tenete le due parti del catenaccio e tiratele verso di voi, io cercherò di spaccarlo con un calcio.

    Un colpo secco seguito da un rumore violento di metallo che si infrange e cade al suolo. La porta della cripta si aprì cigolando e lasciando uscire una brezza calza e accogliente mista alla polvere accumulata nei secoli. La nebbia per un attimo si allontanò da quel luogo, come spaventata che qualcosa di peggiore potesse esistere ancora al suo interno; i ragazzi presero in braccio Max seppur spaventati da quella cripta davanti al cimitero e, guardandosi per un'ultima volta indietro, verso l'inizio della scalinata, decisero di entrare tra le tenebre del sotterraneo.

    Su4sahH


    Status Fisico: Ottime condizioni.

    Status Mentale: Ottime condizioni.

    Armatura: Surplice del Necromante [Grado IV].
    Energia: Bianca.


    Riassunto Azioni: Allò, praticamente sti poveri cristi vogliono fare un viaggio tutti insieme, così vanno a Fort Augustus, bello e buono incontrano dei tizi e decidono di andare a sto rave. Si drogano e si divertono e badaboom succede il finimondo, terremoti, fulmini, ombre, il cielo che si tinge di un altro colore, eccetera. Fanno un viaggio e decidono, visto che uno di loro sta in stato catatonico a causa del bad trip, di andare verso Edimburgo visto che sicuramente qualcuno lì saprà cosa è successo e visto che i villaggetti che incontrano so vuoti. Così viaggiano tra la nebbia e patatrac quello in bad trip viene preso da qualcosa nella nebbia mentre il capo vola a terra e si spacca la gamba. Gli altri tre (un ragazzo e due ragazze) aprono la cripta e trascinano l'altro dentro. Abbastanza semplice. :zizi:





    Edited by Kierkegaard - 5/2/2024, 22:51
     
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    La porta si chiude dietro di voi e siete avvolti dal silenzio. E dall'oscurità, ovviamente, perché appena l'adrenalina passa, vi rendete conto di essere completamente al buio. Con i vostri mezzi di fortuna (una torcia, accendini, l'epoca dei telefoni è ormai passata) riuscite a capire di trovarvi dentro quello che, anticamente doveva essere una rete di cunicoli sotterranei.

    Orientandovi con una mappa e una bussola, probabilmente vi state dirigendo verso Edimburgo davvero. State solo prendendo una strada che non sembra essere segnata su nessuna cartina, né nessuno di voi ha la minima idea di che tipo di percorso sia questo.

    Dopo diverse ore di cammino, vi accorgete anche di qualcosa di molto, molto strano. L'architettura comincia a non corrispondere con niente che abbiate mai visto o sentito. Si trasforma lentamente in pietra nera, segnata da centinaia e centinaia di strani simboli che percorrono a cerchi concentrici l'architettura.
    Siete le prime persone a mettere piede qui dentro dopo secoli. Ne siete assolutamente certi.

    La vostra fonte di luce si spegne.
    Andate per un momento a tentoni, poi Hannah pesta qualcosa che scricchiola sotto la sua scarpa e, quando riuscite finalmente ad avere di nuovo luce, la prima cosa che vi si palesa...è un teschio umano.

    E quando illuminate il resto il resto dell'ambiente...vi rendete conto che la pietra nera è coperta di ossa. Ogni millimetro di dove vi trovate è coperto da ossa di ogni genere, forma e dimensione, incise di centinaia e centinaia di rune.

    Capuchin-Crypt-Tickets-3






    E tu, Menodora...tu senti, per la prima volta dopo centinaia di anni, l'odore della paura.









    Su4sahH

    Eccomi, scusa il ritardo!

    Il nostro glorioso party si avventura per una misteriosa cripta. Puoi descrivere senza problemi cosa fanno mentre esplorano, finché non accade una scena da signor film horror.

    In questo post puoi accennare a Menodora. Sei stata sigillata in questo luogo da più o meno 200 anni, da un Cavaliere del Cancro insieme al Cavaliere di Altare. Parleremo di loro nel prossimo post, con dovizia :asd:

    Immagina di essere dentro un luogo non ben precisato e di sentire, per la prima volta, la presenza di anime abbastanza vicine. Non sai dove sono o dove si trovano per ora, ti hanno solo pingato sul radar.

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    Il rumore del cancello suonò nuovamente come un grido di dolore e chiudendosi dietro di loro li lasciò immersi nel buio e nel silenzio della cripta. Pochi ragazzi di luce filtrarono illuminando la stanza, mostrando le chiazze grigie dei muri in pietra rovinati dal passare del centinaio di anni in cui nessuno mise piede al suo interno. La voce di Hannah, singhiozzante, riempì la camera oscura e taciturna, seguita da rumori di dita che, tremando, batterono sul tessuto delle tasche, delle borse e degli zaini, alla ricerca di un mezzo in grado di illuminare l'area circostante.

    Presto, prendete qualcosa. U-Una torcia, un accendino, vi prego sono claustrofobica.

    La fiamma di un accendino mostrò per un attimo i loro volti e si guardarono in faccia assicurandosi che Max stesse bene e lui, dolorante, trattenne le lacrime e i gemiti di dolore, facendo cenno di proseguire. Cassie prese una piccola torcia elettrica dalla tasca e, insieme a una cartina rovinata della Scozia, puntò la luce sul luogo dove si trovavano e cominciò a seguire la strada da percorrere in quei sotterranei in modo da arrivare al più presto verso Edimburgo; puntò la piccola torcia elettrica in avanti dopo aver riposto la mappa nella sua borsa in modo da illuminare la strada da percorrere, tra cui dei cunicoli che, stringendosi, formavano un complesso labirinto tra le catacombe. Sulla destra un tunnel, più largo e in grado di far passare tutti i ragazzi in fila indiana, sembrò la scelta più ovvia e semplice rispetto a quello sulla sinistra che invece, stringendosi, li avrebbe obbligati ad avanzare su quattro zampe in un cunicolo sporco e buio. Hannah inspirò rumorosamente e strinse la mano di suo fratello che, accarezzandole il viso, provò a tranquillizzarla con dei ripetuti "va tutto bene" bisbigliati. Il loro sguardo si volse indietro un'ultima volta, mostrando un pensiero, forse un addio, al loro amico assorbito dalle braccia spettrali della fitta nebbia boschiva. Poi cominciarono a camminare, tenendosi le mani e cercando di non perdere mai contatto l'uno con l'altro, chiamandosi ad intervalli di due o tre minuti in modo da essere sicuri che nessuno fosse rimasto indietro o avesse preso un tunnel diverso. Anche l'aria ormai si fece stantia e il loro respiro più affannato man mano che percorsero quel dedalo sotterraneo per una trentina di minuti se non di più, perdendo completamente la cognizione del tempo passato e fermandosi di tanto in tanto in modo da far riposare il loro compagno ferito. Soffrendo e sudando freddo Mark cominciò a delirare, perdendo del tutto coscienza per qualche minuto. La sua metà cercò di svegliarlo ma lui sprofondò nuovamente a causa del forte dolore alla gamba sinistra; la fiamma dell'accendino smise di essere intensa come appena entrati e dopo qualche vano tentativo smise di produrre più di una semplice scintilla con lo sfrigolio del metallo.

    Merda, è finito il gas. Cassie sei davvero sicura che arriveremo ad Edimburgo così?

    La interrogò Josh, preoccupato ma mostrando una insolita sicurezza di fronte allo sguardo confuso di Hannah.

    Dovremmo. Noi eravamo qui ed Edimburgo è qui. Considerando che noi stiamo andando a destra, beh... Dovremmo fare così.

    Rispose Cassie mettendo la piccola torcia tra le labbra in modo da tenerla fissa sulla mappa e segnando con l'indice sinistro la strada che, secondo lei, i quattro stavano percorrendo. La strada tagliava in due le la parte centrale del paese e passava per le Central Lowlands, steppe infinite con diverse tinte verdi che si prolungavano dalla parte meridionale del Ben Nevis fino a poco sopra Edimburgo, passando per la cittadina mercantile di Stirling. E' proprio lì che, secondo i calcoli di Cassie, si sarebbero ritrovati una volta usciti dalla cripta. Ciò che parve strano, tuttavia, fu la prolungata permanenza al suo interno che durava ormai da troppo tempo a causa dei tunnel che si prolungavano come i rami di un gigantesco albero rendendo impossibile il tornare indietro e ritrovare la strada percorsa data la mancanza di segnali, simboli, scritte o qualsiasi altro input visivo in grado di distinguere i vari passaggi tra di loro.
    Erano ormai al suo interno da due ore e Josh, guardandosi intorno, esclamò qualcosa facendo sobbalzare gli altri ragazzi.

    GUARDATE! Le mura vanno diventando sempre più scure e guardate questi strani simboli. È come se fossero un messaggio di una civiltà antica, guardate. Questa forse è una O? Questa una S, ma si uniscono, non capisco. E qua adesso stiamo passando sotto degli archi, il soffitto si va facendo più alto invece di abbassarsi. Forse è la strada giusta!

    Mark ringhiò pieno di rabbia, tra una smorfia di dolore e l'altra, reggendo il peso del proprio corpo sempre di più sulla spalla di Josh e quella di Hannah.

    Cazzo ma ti sembra il momento di concentrarti su queste cose? Dobbiamo uscire da qua non giocare ai piccoli archeologi.

    Deglutì e fece un cenno di scusa verso gli altri, proseguendo poi il cammino. Passarono due interminabili ore in cui notò, passo dopo passo, come quei cerchi concentrici e quei simboli intricati che perdevano lentamente la mano ferma e diventavano forme sempre più bizzarre e tremolanti, meno chiare e sovrapposte adesso l'una con l'altra, creando simboli ancora più complessi fino a sparire del tutto per una decina di metri in cui Josh cominciò a sentirsi osservato e, dopo di lui, anche Hanna, Max e Cassie, in quest'ordine, cominciarono a provare la stessa sensazione.

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    La torcia iniziò ad emettere il fascio di luce ad intermittenza, lasciandoli al buio dopo qualche istante in cui solamente un leggero ronzio elettronico fu udibile. Successivamente a ciò la ragazza a capo del gruppo colpì un paio di volte con il palmo della sua mano la zona in cui le pile andavano inserite ma, tra un'imprecazione e l'altra, il gruppo continuò a muoversi con lentezza al buio in attesa che l'apparecchio tornasse a funzionare. Nel silenzio tombale era presente solamente il rumore della pietra friabile, adesso più forte e sempre più presente, superato a volte dal ticchettio del pulsante di accensione e spegnimento della torcia; il suono della pietra cadente si fece più vicino e la sensazione di stringimento del corridoio fu ovvia a tutti ma al contatto con le mani dei ragazzi quest'ultimi si accorsero di uno strano cambiamento nelle pareti, sia nel materiale, più liscio e in grado di ridursi facilmente in polvere alla minima pressione percepita, sia nella forma, incostante e in cui era quasi impossibile trovare uno schema di ripetizione coerente. Bastarono pochi altri passi prima che anche il pavimento cominciasse ad essere più pericoloso, rischiando di farli cadere ripetutamente e presentando ad ogni metro infinite buche o spazi vuoti in cui pareva disfarsi istantaneamente sotto di loro. Pezzi di terreno stabile in pietra si alternavano adesso a strane collinette di diverso materiale e Mark, sofferente, chiese di riposarsi un attimo. Qualche altro colpetto non fu sufficiente a far tornare la luce della torcia che sembrava aver consumato l'energia immagazzinata nelle pile.

    Prova queste Cassie, me le ha lasciate in borsa Niels. Gli servivano come riserva per la macchina fotografica, dovrebbero essere cariche.

    Disse Hannah stringendole la mano e lasciandole sui palmi due pile alte e strette che sembravano entrare perfettamente nella torcia. Qualche altro colpetto e il pulsante di accensione bastarono perché questa emettesse nuovamente il raggio luminoso verso un punto sulla parete da cui poterono notare, con non poco spavento, un cumulo di teschi incastonati nelle pareti. Sia Cassie che Hannah urlarono e Mark, a terra, esaminò una delle sfere sul terreno, saltando in piedi dallo spavento. Anche Josh si allontanò dalle pareti e dal terreno, saltellando in avanti fino ad un punto dove tutto sembrò essere più stabile e, una volta arrivato, chiamò ad alta voce gli altri.

    HEY! Fai luce qui Cassie, metti al massimo della luminosità la torcia, ci dovrebbero essere due tasti sul fondo se noti bene. Premi il tasto più a destra.

    Cassie fece ciò che le venne chiesto e il bagliore proveniente dalla torcia fu forte come mai prima di quel momento, illuminando gran parte della stanza rettangolare di fronte a loro e gettandoli nel panico più totale; schiere di croci in legno con targhette commemorative si ergevano, consumate dallo scorrere del tempo nella sostanza e nella postura, su un'infinita distesa di terriccio e teschi umani ammassati l'uno accanto all'altro. Le mura e anche il tetto erano completamente ornate dai crani adagiati come pezzi ornamentali, formando scritte, disegni e frasi in una lingua antica. Di fronte a loro due enormi colonne vertebrale formavano una croce su un enorme telo di pelle e muscoli. Le entrate dei cunicoli su entrambe le facciate della stanza erano piene di teschi ed ossa e perfino sul tetto il disegno enorme della spirale vista precedentemente sul muro compariva formato da resti umani rinchiusi lì da secoli. Il primo impatto fu tremendo, cominciarono a tremare e la voce gli si bloccò in gola, mentre, successivamente, l'odore nauseabondo di putrefazione e polvere gli rese difficile la vista e il respiro, costringendoli ad utilizzare parti degli abiti come copertura per il naso e la bocca. Per un attimo credettero di essere in un sogno, qualcuno di loro cominciò a pizzicarsi sulla pelle in modo violento, lasciando dei lividi, mentre altri cominciarono a piangere cadendo a terra tra lo sguardo vacuo dei teschi rovinati dal tempo. Josh, esaminando meglio, fu l'unico a trovare delle incisioni all'interno dei teschi, seguendo una linea distorta scolpita nelle ossa che pareva formare, in un antico linguaggio, dei nomi di persona e, al di sotto, in numeri romani, la data di morte della persona in questione. Ogni singolo teschio presentava queste scritte e le date provenivano da cento, duecento, quattrocento, settecento anni prima. Una miriade di corpi che, per qualche motivo, si erano susseguiti dall'alba delle prime civiltà ed erano finite, inesorabilmente, in quell'enorme cripta sotterranea dimenticata dal mondo esterno in cui nessuno, se non loro, aveva messo piede. E poi quella formazione circolare a spirale sul tetto parve prendere la forma di un occhio e quell'occhio sembrava scrutare sotto di sé, attratta dallo sguardo spaventato del giovane. E la paura crebbe, i movimenti si fecero più lenti, il respiro più pesante, fu complesso mettere a fuoco singolarmente una di quelle ossa in mezzo alla distesa di crani ammassati. La torcia, seppur totalmente carica, si spense per un attimo.
    La paura crebbe ancora di più. E mentre loro la percepivano sulla loro pelle lei, invece, la annusava e la gustava. Erano passati più di duecento anni da quando era finita in quel luogo, da quando la sua anima era stata sigillata in una tomba in pietra due volte più grande di lei in larghezza e sperduta nei meandri dell'infinito labirinto sotterraneo in modo che nessuno potesse raggiungerla... eppure l'odore della paura era quello. Ne sentì il sapore sulla punta della lingua prima di poggiarsi sulle sue labbra e lei, attaccandosi alle ultime scie di quel meraviglioso aroma, se le leccò, bagnandole. Poi, per la prima volta dopo oltre due secoli, sentì di nuovo un formicolio su tutto il suo corpo, arrivare fino alla testa e scomparire mentre le palpebre si schiudevano autonomamente come se forzate da un corpo esterno.

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    Sentiva arrivare dal centro della cripta la stessa angoscia che provavano i topi caduti in trappola. Dopo duecento anni di freddo e solitario buio dietro il sigillo creato dai due cavalieri di Atena, finalmente era pronta a lasciarsi andare alle voglie che il suo guscio di carne e ossa le chiedeva, scattando tra le buie gallerie della cripta ed emettendo una risata che fece congelare sul posto i quattro, ignari di ciò che stesse per accadere.

    APRIAMO LE DANZE.

    narrato parlato pensato °telepatia° altri
    dT0dgkc
    fisico Perfetto.
    mente Frenesia omicida.
    stato surplice Perfetta.
    riassunto azioni Descritto tutto il viaggio poi la cara necromante si sveglia e sente il panico e il terrore dei ragazzi e va in uno stato di berserk quasi. Ho descritto come se fosse stata rinchiusa con i suoi gioielli (le piacciono le cose scintillanti) ed è incazzata come una bestia contro i due che l'hanno sigillata e pensa siano loro o qualcuno di simile. :zizi:

    ARE U FEELING IT?
    L'escursione toracica durante il respiro di un uomo è strettamente collegata alla forza della sua anima. Maggiore è l'aria che arriva nei polmoni maggiore è la difficoltà nell'incrinare e spezzare la sua anima. Il Necromante ha studiato e ha sperimentato su corpi, vivi o morti, per capire la reale essenza dello spirito e il modo migliore per manipolarlo, sia per trasportarlo durante il viaggio oltre la porta dell'Ade sia per distruggerlo e mandarlo direttamente nell'oblio. Questa profonda conoscenza gli permette di utilizzare l'energia spirituale grezza e utilizzarla per potenti offensive mirate a ledere non fisicamente il proprio avversario ma a lacerarne l'anima; il dolore percepito dalla vittima degli attacchi spirituali del Necromante sarà tale da far dissipare, progressivamente, la sua forza di volontà e la sua determinazione, portandolo, lentamente, a una perdita di coscienza o, in casi estremi, alla morte.
    Ad Energia Blu la profonda conoscenza del trasferimento dell'anima dal piano materiale a quello spirituale gli apre le possibilità di trasportare sé e gli altri, sia fisicamente che spiritualmente, nel regno dei morti o in qualsiasi altro piano spirituale dove la mancanza dell'ottavo senso può portare a conseguenze estreme. Inoltre, può scindere anima e corpo e proiettare la propria forma spirituale in modo da essere presente in altri luoghi senza abbandonare quello in cui ci si trova. [SPIRITO]


    LEMME FIX U!
    La divinazione del corpo e delle ossa ha portato la necromante allo studio dell'anatomia umana e, grazie alla conoscenza ricevuta dopo l'unione con la stella malefica, questa cosa si è evoluta ad un livello molecolare. Grazie al proprio cosmo le è infatti possibile alterare le strutture e i processi fisici dei proprio bersagli. Questa conoscenza comporta la possibilità di creare malattie endogene e di alterare, rendendone difficoltoso il funzionamento, i processi vitali fondamentali, come quelli degli organi o dei muscoli, arrivando, ai livelli energetici più alti, a poter intaccare il sistema nervoso. Questi processi possono causare stanchezza, spossatezza, confusione fino a emorragie interne, perdita dei sensi e, nei casi più gravi, morte cerebrale.
    Raggiunta l'Energia Blu sarà possibile influire sui processi vitali in modo positivo, potendo dunque velocizzare il movimento dei muscoli aumentando le prestazioni fisiche o migliorare il funzionamento degli organi in modo da aiutare il sistema ad espellere le tossine dalla circolazione. Questi processi, tuttavia, richiedono un maggiore dispendio cosmico e, come dopo l'utilizzo di sostanze dopanti, il soggetto si troverà in uno stato semi-confusionale o, peggio, potrà subire gravi conseguenze a livello fisico e mentale.[ALTERAZIONE VITALE]


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    Edimburgo, 1815

    Come ami questo posto. Come odi questo posto. La tua ricerca, Stella del Cielo Spirituale, ti ha condotta dall'Ade verso questo luogo dimenticato dagli dèi. Da non molto hanno finito di costruire la parte sotterranea dei South Bridge Vaults e, come era ovvio accadesse, il buio e l'umidità chiamano esattamente il tipo di persone che nel buio e nell'umidità vogliono rimanere.

    Hai seguito l'anima fuggitiva fino a Edimburgo. Il tuo corpo mortale non portava più i segni dell'ultima Guerra Sacra, ma ti senti debole fuori dall'Averno. Colpa di quel maledetto rosario, quello creato con i frutti della Magnolia Infernale.
    Forse è per questo che quell'anima è riuscita a scappare, approfittando della confusione e della vostra ripresa - più lenta e difficoltosa stavolta. E' compito delle Stelle Malefiche del Cielo ritrovare chi sfugge all'eterna punizione e ora devi recuperarla e riportarla, urlante e scalciante, nel Quarto Cerchio a cui appartiene.

    Stai agendo con discrezione. Hai preso possesso di un corpo, rispondendo al vacillare della sua fede nell'Ineffabile, strappando pezzo a pezzo tutto ciò che potevi della sua anima per darti la forza necessaria a controllarlo dall'interno. Disporrai del resto della sua anima una volta che lo ritroverai fra gli Eretici - dove Minosse probabilmente la spedirà considerati i suoi peccati.
    Il corpo ti sta stretto, ma finalmente ha smesso di lottare. Come un cadavere che smette gli ultimi spasmi. Frughi nelle memorie e puoi finalmente infiltrarti e fare il tuo dovere.

    Ciò che stai cercando è l'anima di un esattore. Richerd Wrycht, morto per dissanguamento a causa di ripetute coltellate. La sua anima è arrivata ancora grondante dell'acqua putrida in cui avevano gettato il cadavere, legato a una pietra. Debiti ormai estinti da tempo sono tutto ciò a cui la sua folle volontà pensa e sta prendendo ciò che deve da tutto ciò che incontra sulla sua strada. Su Edimburgo, la sua città natale.

    Questo posto è orribile. Asfissiante, cupo, colmo dell'umanità più abietta. Li vedi guardare il tuo corpo, percepisci i desideri delle loro anime e non vedi l'ora di vederle urlare e chiedere il perdono che non otterranno mai mentre bruciano o annegano o gelano.

    Sei una professionista, Menodora. E' quello che fai, che gli Spectre fanno, da millenni. Cerca di lottare, cerca di difendersi e per giorni usa i poveri malcapitati dei Vaults per distrarti.
    Ma soccombe.
    Ovviamente soccombe, e la sua anima è fra le tue dita.

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    Nel momento in cui l'anima sfugge e urla, implora, impreca nel tornare in Averno, senti qualcosa di inaspettato. Gradevole, oh quanto è gradevole. Una stilla di potere ritorna in te.
    La tua presenza sul mondo è più stabile. Appena appena più stabile...

    Sei circondata da corpi che ospitano anime già dannate. Forse...forse potresti anticipare un po' i piani. Forse potresti riportare questo potere con te in Averno, quando ne avrai abbastanza. Forse potresti già mettere le condizioni giuste per manipolare e preparare una sorpresa per la prossima sortita.

    Sta a te decidere come.

    Su4sahH

    Ed eccoci con una traccia intrigante :azd:

    Sei Menodora, Necromante. Sei appena dopo la Guerra Sacra del Lost Canvas e fare il nostro lavoro è gramo. Sviluppa la traccia come più ti piace. Ho lasciato volutamente vago su chi hai preso come corpo perché penso sia una buona occasione di descrivere qual è il tipo di umano che a Necromante piaceva possedere per fare il proprio lavoro.
    Con l'Ineffabile mi riferisco a Phanes.

    Stavolta devi agire con più discrezione del solito e sei considerabile un'Energia Rossa. Ma quando rimandi l'anima indietro, senti che stai aumentando di potere e quello che ti chiedo è: cosa farebbe il tuo personaggio? Hai compiuto il tuo dovere e puoi tornare in Averno in teoria. Eppure...eppure, sei circondata da così tante belle cose, da umani che basta che inciampino o tossiscano troppo forte e finiranno da voi. Sto usando un po' di storia degli Edinburgh Vaults, quindi immagina davvero la povertà più assoluta e le condizioni di vita peggiori.

    Come decidi di agire? Hai piena libertà anche di riuscita del tuo piano. Facciamo della dolce musica evil :kuku:

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    La Guerra Sacra appena terminata aveva collezionato un numeroso quantitativo di vittime e le fazioni coinvolte si erano fermate a leccarsi le ferite, ritirandosi nel proprio dominio e preparandosi al periodo di pace che, come sempre, avrebbe fatto solamente da intermezzo tra gli atti principali scritti dalle divinità. Quando sei un servitore di Ade, però, la pace non esiste e il continuo carico di lavoro può portarti solamente ad odiare la mietitura e continuare a cacciare solamente per inerzia oppure ad amarla follemente nelle sue mille sfaccettature, nei volti spaventati degli uomini e nelle differenti sfumature dei colori delle anime che amava stringere tra i polpastrelli. Le anime in pena sembravano pregare per il tocco gelido della loro signora e lei, pronta a strapparle dalle spoglie terrene, doveva rispondere a quel dolce canto. Non amava particolarmente il luogo nel quale si era ritrovata ma allo stesso tempo il dolce odore del terrore e il suono degli ultimi colpi di tosse dei poveri ammalati le creava un'eccitazione che non riusciva a contenere. Aveva bisogno di un corpo per scendere nella zona periferica della città scozzese, dove era stata mandata a sottrarre l'ultimo respiro dal corpo di Richerd Wrycht, un esattore che si è divertito fin troppo a spezzare ossa in giro per la Scozia a persone non in grado di sostenere il più basso tenore di vita possibile in un periodo dove la povertà era visibile e palpabile anche nelle più grandi città dell'isola; era fuggito in lungo e in largo lasciando una scia di danaro dietro di sé e lei lo aveva raccolto, collezionando le banconote raffiguranti i loch regionali o le monete ramate che mostravano vecchi regnanti a cavallo. Trovava ripugnante come qualcuno potesse seguire il denaro di altri uomini mentre questi rischiavano la morte per un pugno di monete. Eppure capì che bastava seguire il profumo spruzzato dagli esattori e dai banchieri per ritrovare la scia di quell'uomo e, in men che non si dica, Menodora era già sulle sue tracce come un lupo sulla sua preda, annusando il terrore di qualcuno che non sa chi o cosa si sta muovendo alle sue spalle. Probabilmente sentiva già il suo fiato sul collo e lei provava un brivido lungo la schiena quando pensava a quell'anima fuggita troppo a lungo dal Cerchio degli Avari e i complimenti e gli elogi che avrebbe ricevuto una volta tornata indietro. Amava fantasticare sul come l'avrebbe strappata e sulla faccia che avrebbe fatto e si portava lo spazio tra le prime due dita della mano tra le labbra, mordendole fino a sanguinare come per emulare il sapore della pelle e del sangue dell'uomo sulla sua lingua. Il gusto era ovviamente delizioso. Erano finiti i due giorni di vantaggio in cui la Stella Malefica decise di concentrarsi sulla ricerca del corpo giusto per entrare ad Edimburgo e intercettare Richerd e l'unica cosa che le venne in mente fu quella di avvicinarsi ai corsi d'acqua poco lontani dalla città dove le giovani donzelle andavano a lavare gli abiti e a rinfrescarsi il viso, nella speranza che il giusto contenitore per il suo corpo indebolito.
    Indebolito perché al massimo del proprio potere quel mucchio di pelle raggrinzita e con lo sguardo da cane bastonato non le sarebbe sfuggito. Quattro giorni prima, durante un inseguimento tra le highlands, quel bastardo aveva gettato addosso alla specter un suo esercito personale di cinque ragazzi in cerca di qualche moneta facile. Erano stati mandati al macello, senza armi di alcun tipo se non dei bastoni di legno presi dall'ostello nel quale sostavano e avevano subito la furia cieca della donna mentre lui fuggiva piangendo con la sua carrozza trainata da cavalli. Si era ritrovata al centro delle colline nel momento in cui la nebbia cominciava a infestare quel luogo, nuda nel corpo di Moire, donna dai capelli corvini che gestiva la struttura dove avevano riposato, sporca di sangue e ricoperta dalle viscere che aveva strappato dai corpi poco prima a mani nude. Provava gioia? In quel momento no. Provava pena? Oh cielo, assolutamente no. Era totalmente indifferente alla scena che aveva di fronte ma dentro di lei cresceva ogni secondo di più un fastidio che non provava da secoli: quello della presa in giro. Di un'anima che stava sfuggendo al suo destino perché troppo attaccata ai beni e ai valori materiali per accettare pacificamente la fine del suo viaggio. Portò le mani sporche di sangue sui seni e li strinse leggermente prima di scendere e sporcare di rosso anche i fianchi e il ventre, riempito leggermente dal profondo inalare dalla bocca che, successivamente, mutò dalla totale serietà ad uno strano sorriso.

    Me l'hai fatta. Ci rivedremo, Richerd. Non vedo l'ora di sentire il tuo sapore~

    Edimburgo, 4 Aprile 1815.

    Jqxt1hX


    La donna su cui gli occhi della necromante erano puntati era una donna nel fiore della sua gioventù, dalla pelle rosea e i capelli bruni che andavano schiarendosi man mano scendevano sulla dolce schiena che pian piano veniva mostrata mentre si spogliava del suo lungo abito azzurrino, ricoperto di macchie di cibo in ogni dove. I suoi fianchi sporgenti adesso si adagiavano fino a sparire nelle acque del fiume in cui cercava un momento di riposo. Con una spugna gialla rovinata strofinava la pelle delle braccia fino e scendeva fino alle ascelle e poi i fianchi, fermandosi ogni decina di secondi a riempirla nuovamente d'acqua mentre intonava una canzone popolare con una voce limpida tanto da ammaliare la Stella Malefica che, intanto, la guardava sorridente dai cespugli dall'altra parte del fiume.

    Seven king's daughters I've drownd there,
    In the water o Wearie's Well,
    And I'll make you the eight o' them,
    And ring the comm-



    Le parole si erano fermate e le sue gote si erano accese di colore rosso dall'imbarazzo provato nel vedere, di fronte a lei, entrare in acqua la donna dai capelli corvini che con un movimento leggero delle braccia formava piccole onde circolari che si propagavano fino a toccare l'altra parte della riva. La necromante continuava ad avvicinarsi nel suo involucro ormai ritenuto vecchio verso la giovane preda castana che accennava un sorriso imbarazzato e balbettava un saluto formale.

    Sh, non c'è bisogno di essere imbarazzata. Non mi piace farmi vedere da donne così belle così sporca ma è da giorni che viaggio e avevo bisogno di un momento di intimità per rilassarmi e riprendere le forze. Dimmi, qual è il tuo nome?
    E-Emma. Il mio nome è Emma, signora.

    Le mani pallide della figlia dell'Averno presero quelle della ragazza mentre si avvicinava al suo viso e notava il suo volto tingersi ancora di più dello stesso colore del sangue che sporcava il suo ventre e che, lentamente, veniva lavato e trascinato via dallo scorrere dell'acqua fluviale. Portando gli arti superiori di Emma verso il suo volto cominciava a baciare le mani, i palmi, le nocche, fino a inserire la parte tra il pollice e l'indice tra le labbra, cominciando a mordere e leccare lentamente, lasciandosi andare a gemiti di piacere che facevano tremare la ragazza. Spalancava gli occhi eppure ferma, immobile, restava a guardare la scena mentre i capelli corvini della donna solleticavano le sue braccia e la bocca stampava su di esse dei dolci baci, salendo sempre più su, fino alle spalle e, poi, il collo.

    M-Mia s-signora... I-Io-
    Silenzio. Lasciati andare. Lascia che il tuo corpo risponda per te ai piaceri del corpo. Così tanta bellezza, una pelle così lucida e morbida e due occhi verdi così grandi sono uno spreco. Nessun uomo merita di toccare così tanta bellezza. Io ti desidero, Emma... e quando desidero qualcosa la ottengo, intesi?

    Il bacio della morte avveniva mentre le mani di Menodora stringevano i fianchi della giovane e le sue dita stringevano la carne come a volerla strappare e possedere. Ripresa dall'estasi del bacio il corpo di Emma si lasciò andare, senza vita, mentre la sua anima esalata dall'ultimo respiro adesso brillava come una sfera dal colore del corallo, calda, tra le braccia dello spettro che con un sorriso a pieni denti stringeva il braccio del corpo ormai senza vita prima che questo potesse cadere sul fiume e, stringendolo a sé in un abbraccio materno, la sua essenza oscura penetrava dai genitali della fanciulla, dai suoi occhi e dalla bocca, come un malanno infernale che avrebbe fatto rabbrividire qualsiasi esorcista. Mentre il guscio senza vita utilizzato negli ultimi giorni veniva portato via dallo scorrere del fiume, la figura castana si faceva forza e con le braccia usciva dal fiume, camminando scalza sull'erba fino alla veste azzurra e la cesta in legno colma di abiti fradici; indossata la veste, si guardò indietro per un'ultima volta prima di proseguire verso i cancelli della città.

    Edimburgo, 5 Aprile 1815.
    Era passato un giorno interno nel suo nuovo corpo e l'aveva utilizzato per raccogliere informazioni su Richerd ma tutte le notizie si erano perse tra i vicoli del sottosuolo. I vaults del South Bridge erano un posto sporco, buio e pieno di povere creature che si nascondevano dalla luce del giorno, facendo da casa a criminali e a qualsiasi tipo di attività illegale come la distillazione e la vendita di alcolici o il gioco d'azzardo; chi mai poteva lucrare su anime in pena e senza una prospettiva futura di alcun tipo. Quei luoghi angusti erano caratterizzati dall'odore delle fogne e da una scarsa luce e l'unico suono che rimbombava tra i muri freddi era quello dei colpi di tosse dei malaticci senza una casa che vi trovavano rifugio dal maltempo. Entrando all'interno dei cunicoli sentiva lo sguardo degli uomini e delle donne che, come un grido di aiuto, tendevano le braccia come a volerla toccare e lei li fulminava col suo sguardo e li scacciava schiaffeggiandogli le mani.

    Toccatemi di nuovo e vi spedisco dritti in bocca allo Stige, sporchi esseri!

    Li voleva fare a pezzi seduta stante ma non era in lei, no. Lei era una professionista e come tale si muoveva e rispondeva solamente al volere di Ade. Si muoveva in quel posto cautamente eppure, scrutando nelle memorie di Emma, aveva visto i passaggi principali dei vaults e i centri principali dove taverne piene di omuncoli della peggio specie offrivano i servizi più disparati alla povera gente che si ritrovava lì per un motivo o per un altro; ovviamente quei luoghi erano pieni di debiti e debitori e quale posto migliore dove poter trovare un esattore sfuggito all'Averno? Sporcando la sua veste azzurrina di fuliggine si muoveva all'interno della cittadina sotterranea fino ad una piccola porta in pietra con inciso "Inn", segno che una taverna si trovava oltre essa. Dopo averla aperta con la pressione di entrambi i palmi si era ritrovata in uno spazio circolare con tre piccoli tavoli e seggiole in legno e dei blocchi di pietra dietro i quali erano presenti bottiglie di alcolici e boccali da servire ai clienti. Due figure sedevano su uno dei tavoli, ammantate nella penombra del centro in cui non arrivava la luce delle lanterne appese ai quattro punti cardinali e da mantelli scuri che ne nascondevano i connotati. Con passi svelti si era seduta su una delle sedie mentre i due uomini si erano alzati e adesso stavano dietro di lei, in piedi, osservandola mentre chiedeva il liquore più forte. L'oste, vestito con sacchi di tela intagliati in modo da far entrare le braccia e la testa, guardava con i suoi occhi castani la donna, masticando una cicca e ringhiando sotto i folti baffi grigi; le due grosse figure intanto cominciavano a palparle le braccia, le spalle e i capelli, facendo complimenti non richiesti fino a quando uno dei due, poggiando con forza il boccale sul banco di pietra, cominciò a guardarla in volto. I suoi occhi erano quelli vitrei e sulle guance presentava fieramente due cicatrici a forma di croce.

    Ti sei persa, zuccherino? Perché non vieni con noi?

    Sospirando rumorosamente e voltandosi verso entrambi, la sua voce pareva più profonda e le sue labbra si inarcavano nuovamente in un ghigno malvagio.

    Oh niente affatto, niente affatto. Stavo cercando una persona. Il suo nome è Richerd Wrycht, conosci?
    Ah... ho capito chi sei. No, mi dispiace. Richerd non riceve nessuno e in questo moment-
    Peccato.

    Il suo braccio, scattando verso la testa dell'uomo, la tagliò di netto all'altezza del collo, facendola rotolare sul terreno. Gli sguardi degli altri due erano impietriti come se avessero visto la morte con i loro occhi. La necromante, alzandosi in piedi, guardava dritto negli occhi l'altra figura incappucciata e si leccava le labbra con gusto, pulendole dagli schizzi di sangue che l'avevano sporcate.

    Non lo chiederò una seconda volta. Dove si trova Richerd?
    C-cosa... cosa hai fatto, strega?
    Siete così stupidi voi umani.

    Altri due movimenti rapidi delle braccia squarciavano il petto delle figure esplodendo in una pozza di sangue mentre i due corpi privi di vita si accasciavano a terra. Aveva deciso di rimanere lì per il resto della giornata, chiudendo le porte di pietra ai lati dello stanzino sotterraneo in modo da non essere disturbata e strappando le anime che provavano a fuggire in modo da riportarle nel cerchio degli assassini. Minosse sarebbe stato contento del flusso in arrivo e sicuramente avrebbe riconosciuto Menodora come una dell'élite della mietitura, lodandola per il suo contributo alla causa del signore degli Inferi. Non aveva troppo tempo per gongolare pensando ad eventuali riscontri futuri visto che i rumori dei tunnel sotterranei e i colpi di tosse dei malconci erano cessati e le luci tutto ad un tratto si erano spente. Era già notte nonostante non fosse visibile per niente in quella cittadina al di sotto della pietra ma Menodora sapeva bene come muoversi al suo interno e come quelle società di uomini rinchiusi come scarafaggi si muovevano e agivano durante le ore del giorno. E poi, come per caso, il suo naso fiutava qualcosa: la stessa paura da cane bagnato che lo spirito in fuga aveva lasciato dietro di sé quando era riemerso dal canale, sporco di sangue e con numerosi squarci su tutto il cadavere. Chissà cosa aveva provato vedendo il suo corpo ancora a terra, senza vita, mentre lui se ne andava in giro libero dal vincolo della morte. Se qualcuno realmente meritava la vita dopo la morte di sicuro non era lui, pensava tra sé lo spettro leccandosi le labbra, aprendo la porta di pietra e cominciando a muoversi tra i cunicoli bui a grande velocità, svegliando di tanto in tanto alcuni rifugiati che subito urlavano e prendevano il loro pugnale tra le mani spaventati da un possibile arrivo delle forze dell'ordine. Quel labirinto sotterraneo era lungo chilometri ma ci volle poco tempo prima che dalle ombre del South Bridge, vicino allo scarico d'acqua del condotto fognario, emergesse la figura della donna dai lunghi capelli marroni. Aveva fiutato la sua preda e adesso riusciva anche a sentirne il sapore, la guardava negli occhi e con un balzo le saltava addosso mettendole la mano sulla gola. Gli occhi spalancati di Richerd e il visibile tremolio furono come un orgasmo per la donna.

    Ciao, Richerd. E così sei scappato, sì? Ma sai, io sono abituata ad inseguire le anime irriverenti come la tua, sono ormai millenni che mi occupo di riportare le anime al signore dei morti e so bene che quando riescono a fuggire tendono ad essere attratte dai luoghi simili a quello della loro morte. Un canale pieno d'acqua e una fogna adesso. Siamo caduti in basso, eh Richerd?PROVA DI NUOVO A SFUGGIRE AL TUO DESTINO E MANGERO' DIRETTAMENTE LA TUA ANIMA POTESSE IL MIO SIGNORE RENDERMI POLVERE GIURO CHE MI SAZIERO' DI OGNI SINGOLO PEZZETTINO DEL TUO CORPO!

    Il suo volto era distorto, gli occhi si erano spalancati ed erano diventati neri e i denti diventarono zanne affilate; Richerd riuscì solamente a urlare via tutta la sua essenza vitale fino a spegnersi completamente mentre le mani della donna stringevano e spezzavano il suo collo. L'altra mano invece perforava la pelle e trafiggeva le ossa del petto fino a giungere vicino al cuore e, scavando, estraeva un fuoco violaceo che adesso guardava con un sorriso mentre lo passava tra le dita. Cominciava a gemere, sentiva il proprio potere aumentare, la sensazione del bagnato, la puzza delle fogne e il sangue che macchiava la pietra fredda; l'anima era sparita, diretta agli Inferi, lasciando un soffocato urlo di agonia dietro di sé, ma la donna voleva ancora di più. Si toccava il collo, il seno, i fianchi e i genitali, sentiva un'energia che le era stata privata per anni e anni e che finalmente era tornata da lei. Ne era inebriata e ne voleva di più, ancora di più. Ansimava mentre passava la mano sporca di sangue sull'interno coscia e la sua perfida risata echeggiava per tutto il tunnel sotterraneo, gelando il sangue dei più vicini.

    Perdonami Minosse, non riesco a resistere ai miei impulsi.

    Quel corpo era perfetto e le faceva sentire a pieno le meraviglie del mondo dei vivi e lei, come un ringraziamento, voleva spingerlo al limite. Quella notte i vaults scozzesi erano diventati delle vere e proprie tombe, con cadaveri ogni dove; non le importava chi fossero i suoi bersagli ma la sua furia colpiva uomini, donne, bambini di qualsiasi età, senza alcuna distinzione, una vera e propria botta di adrenalina a cui non riusciva a resistere. Si era sparsa la voce di un demone ricoperto di sangue che vagava per i tunnel e mieteva le vittime, i più religiosi la chiamavano tristo mietitore, ma nessuno di loro sarebbe stato in grado di raccontare quello che avevano visto a nessuno. Cinquantaquattro corpi dilaniati le cui anime erano state strappate e mandate al loro giudizio da una sola figura femminile che, leccando il sangue dalle sue mani, respirava, nuda, davanti al corpo di Richerd. Non era ancora abbastanza, il suo corpo pulsava e la spingeva verso l'uscita dei tunnel sotterranei, direttamente sotto l'arcata del South Bridge. Aveva riversato gran parte della sua sete sulla parte più bassa della società ma adesso era come un fiume in piena e sentiva il reale potere della sua Stella bruciare su tutto il corpo. Si sentiva come non si era sentita da molto tempo: libera.

    narrato parlato pensato °telepatia° altri
    dT0dgkc
    fisico Perfetto.
    mente Appagata ma non troppo.
    stato surplice Perfetta.
    riassunto azioni Dopo aver descritto il viaggio di Menodora fino alle porte di Edinburgo descrivo l'incontro con Emma, le prendo il corpicino e poi entro nei vaults. Dopo incontri spiacevoli prendo Richerd e lo riporto dove si merita ma c'ho un po' di eccitazione nel sentire le energie crescere e quindi vado in modalità rampage e ammazzo un bel po' di gente prima di uscire e indagarmi sul da farsi. Mi sento abbastanza soddisfatta quindi mi fermo lì a rilassarmi.

    ARE U FEELING IT?
    L'escursione toracica durante il respiro di un uomo è strettamente collegata alla forza della sua anima. Maggiore è l'aria che arriva nei polmoni maggiore è la difficoltà nell'incrinare e spezzare la sua anima. Il Necromante ha studiato e ha sperimentato su corpi, vivi o morti, per capire la reale essenza dello spirito e il modo migliore per manipolarlo, sia per trasportarlo durante il viaggio oltre la porta dell'Ade sia per distruggerlo e mandarlo direttamente nell'oblio. Questa profonda conoscenza gli permette di utilizzare l'energia spirituale grezza e utilizzarla per potenti offensive mirate a ledere non fisicamente il proprio avversario ma a lacerarne l'anima; il dolore percepito dalla vittima degli attacchi spirituali del Necromante sarà tale da far dissipare, progressivamente, la sua forza di volontà e la sua determinazione, portandolo, lentamente, a una perdita di coscienza o, in casi estremi, alla morte.
    Ad Energia Blu la profonda conoscenza del trasferimento dell'anima dal piano materiale a quello spirituale gli apre le possibilità di trasportare sé e gli altri, sia fisicamente che spiritualmente, nel regno dei morti o in qualsiasi altro piano spirituale dove la mancanza dell'ottavo senso può portare a conseguenze estreme. Inoltre, può scindere anima e corpo e proiettare la propria forma spirituale in modo da essere presente in altri luoghi senza abbandonare quello in cui ci si trova. [SPIRITO]


    LEMME FIX U!
    La divinazione del corpo e delle ossa ha portato la necromante allo studio dell'anatomia umana e, grazie alla conoscenza ricevuta dopo l'unione con la stella malefica, questa cosa si è evoluta ad un livello molecolare. Grazie al proprio cosmo le è infatti possibile alterare le strutture e i processi fisici dei proprio bersagli. Questa conoscenza comporta la possibilità di creare malattie endogene e di alterare, rendendone difficoltoso il funzionamento, i processi vitali fondamentali, come quelli degli organi o dei muscoli, arrivando, ai livelli energetici più alti, a poter intaccare il sistema nervoso. Questi processi possono causare stanchezza, spossatezza, confusione fino a emorragie interne, perdita dei sensi e, nei casi più gravi, morte cerebrale.
    Raggiunta l'Energia Blu sarà possibile influire sui processi vitali in modo positivo, potendo dunque velocizzare il movimento dei muscoli aumentando le prestazioni fisiche o migliorare il funzionamento degli organi in modo da aiutare il sistema ad espellere le tossine dalla circolazione. Questi processi, tuttavia, richiedono un maggiore dispendio cosmico e, come dopo l'utilizzo di sostanze dopanti, il soggetto si troverà in uno stato semi-confusionale o, peggio, potrà subire gravi conseguenze a livello fisico e mentale.[ALTERAZIONE VITALE]


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