Twinkle Twinkle

Cambio: Kalego per Gold Aries

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    La vita in Jamir è dura, ma semplice. Quello che hai dovuto imparare di più dal primo giorno in cui sei stata accolta in struttura è la routine, la ripetitività di ogni giorno che raramente viene spezzata; non siete tanti, includendo te siete quattordici anime confinate tra le montagne di una regione che, seppur non sia mai stata accogliente, con l'avvento dell'Armageddon è diventata davvero inospitale alla vita.
    Ma in fondo è anche giusto che sia così, gli alti picchi del Jamir proteggono voi e i vostri segreti da attacchi ma sono anche una prova: se un Saint dovesse aver bisogno di riparare la propria Cloth la tradizione impone che svolga un pellegrinaggio verso chi è in grado di farlo, e, come tutte le cose che vale la pena fare, dev'essere ardua. In assenza del Cavaliere dell'Ariete e di quello dello Scultore, è un onore che spetta agli antichi maestri depositari di quest'arte.

    I tuoi giorni sono scanditi da un ritmo costante: all'alba vieni svegliata insieme agli altri apprendisti e dopo una breve colazione, per tutta la mattina, svolgete i compiti necessari per il mantenimento del monastero. Pulite le ampie sale, svolgete manutenzione agli strumenti per lo svolgimento dei vostri compiti, fate inventario di componenti e derrate alimentari e vi assicurate non manchi nulla, fino al pranzo.
    Durante il pomeriggio, Mekrau vi trasmette i suoi insegnamenti: è vecchio, probabilmente lo era già da prima della fine del mondo, e si comporta col placido garbo e la sapienza che viene dall'aver vissuto così tanto. La sua vista non è più quella di un tempo, come vi ripete sempre, ed è per questo che, nelle rare circostanze in cui un Saint visita la vostra dimora, ha bisogno del vostro supporto per ultimare i processi di rigenerazione. Ciò di cui vi rende partecipi è l'eredità di Lemuria, della teoria dietro insegnamenti ormai a lungo perduti e tramandati solo di generazione in generazione, i segreti dietro la creazione e riparazione delle Sacre Armature e la filosofia alchemica che accompagna un processo così sublime. Lunghi addestramenti e meditazioni si assicurano che la vostra forma fisica e consapevolezza cosmica rimangano sempre affinate, addirittura tu hai risvegliato, in una di queste sessioni, il latente potere psionico che questi insegnamenti vanno a influenzare.

    Avevi già un'infarinatura di nozioni simili, in seguito al tuo precedente apprendistato, ma ora che le stai integrando con questo sapere senti di star facendo dei progressi nella tua comprensione dell'arte. Un passo alla volta, senza esagerare, con calma. Certa cose non vanno affrettate, sai che con fede e disciplina arriverai dove devi arrivare.
    Ella! Ellaaa!
    Una vocina lontana ti strappa dai tuoi pensieri, mentre vedi Lin Lin avvicinarsi a te. Una bambina di dodici anni, la più giovane nella struttura sebbene non esiti a ricordarti in ogni momento che ti è superiore in anzianità gerarchica; prende il respiro profondamente per un paio di volte, dalle guance rosse e il fiatone intuisci che abbia percorso le lunghe scale del monastero a rotta di collo per trovarti.

    Il maestro ha chiesto di te- ti dice dopo che ha recuperato la facoltà di parlare- C'è un visitatore.
    Ti rivolge un sorriso carico di cospiratoria malizia prima di sussurrarti all'orecchio.
    Un Saint.

    E con questo inizia la tua lunga e speciale giornata.

    CITAZIONE
    Note: hello! Benvenuto nel tuo cambio.
    Cominciamo questo primo post presentando la pg, cosa fa nel monastero e cosa pensa della situazione. Hai libertà piena di descrivere scene anche antecedenti nel tempo e di introdurre altri png a tua scelta.
    Sei a Blu e hai sbloccata Psicocinesi.
     
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    - Ars 01 -
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    «Papà, mamma, vado al Santuario. Torno per pranzo e poi esco di nuovo.»

    I signori Langley si girarono per cercare lo sguardo della figlia lungo lo stretto corridoio dell'appartamento, un trilocale ammobiliato che era stato dato loro in consegna dalle autorità quando erano giunti a Rodorio, più di cinque anni prima. Elaine, come ogni mattina, teneva lo sguardo basso mentre portava una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio, il grosso zaino in tessuto militare in spalla e l'andatura trafelata di chi ha fretta di fare qualcosa. La verità, però, era molto più semplice di quanto si potesse immaginare: voleva uscire di casa per limitare le interazioni con i genitori. Aveva sempre avuto un ottimo rapporto con loro ed anche ora, dopo tutto quello che la Corruzione era riuscita a causare al mondo ed alla sua famiglia, lo stato delle cose non era mutato. Credeva di averli delusi a causa della sua cocciutaggine e, di riflesso, di aver gettato fango sul nome dei Langley. Girò il pomello di ottone della porta blindata ed il suo sguardo si poggiò su un vecchia foto incorniciata al muro; aggrottò la fronte ed uscì. Era la foto di sua nonna Elaine.

    "Sono stata una stupida. Stupida, stupida, stupida! Prima li ho illusi dicendogli che sarei diventata il nuovo cavaliere dello scultore, così avrei potuto proteggerli da quei mostri che hanno distrutto Nottingham, poi ho mollato tutto per paura di sbagliare. Ho sprecato l'unica occasione che avevo per colpa della mia stramaledetta testa dura."

    Ricacciò le lacrime scuotendo la testa e si aggiustò lo zaino sulla schiena, poi percorse le vie di Rodorio evitando lo sguardo dei passanti. Il Grande Tempio distava appena venti minuti dalla sua abitazione, ma le sembrò ugualmente un'eternità, tanti erano i pensieri che le affollavano la mente. Superò il laboratorio del vecchio mentore cercando di annullare completamente la propria presenza cosmica e si infilò in una delle strutture riservate agli ausiliari del Santuario, dai cuochi alle lavandaie fino ai semplici facchini. Salutò con un cenno un gruppetto di colleghi che la stava guardando di sottecchi e si presentò, come ogni giorno, nell'ufficio del suo superiore.
    Ernst Klugh era un uomo sulla quarantina, alto, tarchiato e con una barbetta ispida grigio topo accuratamente lasciata incolta perché, diceva lui, aveva la pelle troppo delicata per raderla quotidianamente. Sebbene l'aspetto potesse ingannare, l'omone tedesco era estremamente gentile e riservato e, quando Elaine si era presentata alla sua porta per prendere servizio dopo il ritiro dall'apprendistato, fu l'unico ad evitarle l'umiliazione delle domande indiscrete del caso. Le porse la mano con disinvoltura e le disse semplicemente: "Benvenuta a bordo", consegnandole un lungo elenco di mansioni da svolgere nel corso della giornata.

    «Buongiorno mister Klugh. Quali sono i compiti di oggi?»

    L'uomo sollevò lo sguardo dalla pila di carte accuratamente disposte sulla scrivania, sollevò gli occhiali con l'anulare e si schiarì la gola.

    «Non ci sono compiti per te, Langley.»

    Elaine sbarrò gli occhi e strinse involontariamente le cinghie dello zaino fino a far sbiancare le nocche. Nell'ultimo mese aveva avuto il sospetto che stesse accadendo qualcosa a sua insaputa, ma in qualche modo era riuscita ad esorcizzare quel pensiero continuando ad impegnarsi nei lavori che le venivano affidati. Il tono di Klugh era pacato come al solito, anche se i suoi occhi trasmettevano una certa tristezza, quasi malincolinca, quando incontravano quelli della giovane.

    «Mister Klugh...?»

    L'uomo sospirò intrecciando le mani sotto il mento. La stava fissando come se cercasse di trovare le parole giuste per darle una brutta notizia, una che non avrebbe voluto darle, probabilmente, mai.
    Elaine ed Ernst aevano imparato a conoscersi poco alla volta, entrambi troppo riservati per esprimere direttamente un'opinione positiva o negativa l'uno sull'operato dell'altra, ma sufficientemente maturi e professionali da instaurare una relazione lavorativa fondata sul rispetto reciproco. Senza perdere ulteriore tempo, Klugh aprì uno dei cassetti della scrivania e tirò fuori un rotolo di carta stretto da uno spago di corda e sigillato con la ceralacca.

    «Per te non ci sono compiti, Langley, perché sei richiesta in Jamir. Il maestro Mekrau vuole che ti rechi al monastero il prima possibile. C'è bisogno di personale specializzato in grado di supportarlo nella riparazione delle armature dei Saint e, guarda caso, tu sei una dei pochissimi, qui al Santuario, ad aver ricevuto i rudimenti necessari per assolvere al meglio un compito così delicato.»

    La giovane mutò espressione, si fece scura in volto e provò a replicare, ma l'uomo alzò semplicemente una mano e proseguì, senza darle il tempo di elaborare il proprio dissenso.

    «Ormai sei qui da qualche anno, Langley, e ti sei stabilita a Rodorio con la tua famiglia anche da prima. C'è bisogno che ti ricordi quanto sia importante trovare una soluzione alla piaga di quei maledetti mostri che stanno distruggendo il pianeta? So perché sei venuta tra gli ausiliari e quanto sia stato difficile, i primi tempi, sopportare l'atteggiamento dei tuoi colleghi, le loro frecciatine e lo sguardo sprezzante che ti rivolgevano ogni volta che ti arrabattavi a sistemare gli inventari del magazzino, o a portare i panni in lavanderia. Le tue scelte sono soltanto tue, ma esistono delle eccezioni a questa regola. Hai a cuore il benessere dei tuoi genitori? Della gente di Rodorio? Dei cavalieri del Tempio e di tutti i civili che sono stati meno fortunati di noi e non sono riusciti a trovare un riparo sicuro?»

    Era la prima volta che lo sentiva parlare in quel modo, ma soprattutto era la prima volta che parlavano davvero di qualcosa che esulasse dalla pianificazione delle attività giornaliere. Lo stimava come professionista ed aveva sempre creduto, sebbene non lo conoscesse al di fuori dell'ufficio, che fosse un uomo di sani principi; il discorso la fece rinsavire.

    «Ho capito mister Klugh, io... io andrò.»

    Quella sera, dopo il lavoro, Elaine tornò a casa dai genitori, cenò con loro e pianse. Pianse perché era stata una stupida e non si era confidata con loro dopo aver gettato la spugna prima dell'investitura. Pianse perché li aveva esclusi sempre di più dalla sua vita credendo, ingenuamente, di proteggerli. Pianse perché, dopotutto, era ancora la stessa ragazza di Nottingham che aveva lasciato la propria casa in fiamme, chiudendo gli occhi di fronte agli orrori della Corruzione.
    Partì il giorno seguente e portò con sé poche cose, tra le quali i trattati di alchimia lemuriana lasciatile dal cavaliere dello Scultore. Il piccolo convoglio armato partì da Rodorio appena un'ora dopo il sorgere del Sole, seguendo le poche, vecchie tratte mercantili rese relativamente sicure dal passaggio dei cavalieri del Santuario. Insieme a lei viaggiava un drappello di Templari che avevano il compito di difendere i passeggeri dalle minacce esterne, ma anche di contenere il cosmo della giovane nel caso in cui avesse dovuto ricorrervi per aiutarli negli scontri con i corrotti.
    Il tragitto fu lungo, impervio ed estremamente faticoso, ma le situazioni di emergenza, grazie al sostegno dei Templari, poterono essere affrontate con relativa tranquillità, complice la straordinaria perizia dei guerrieri nell'utilizzo di particolari costrutti geometrici. Il capitano del drappello li aveva chiamati "sigilli" e, durante un'imboscata notturna intervenuta il giorno prima di giungere al monastero, imposti sulle corazze dei suoi confratelli, rendendoli più forti e vigorosi. Elaine rimase affascinata da quel controllo capillare ed assoluto sul cosmo, ripensando ai giorni dell'apprendistato in cui aveva fatto fatica anche solo a mantenere costante la propria emanazione energetica.

    "Dovrò stare attenta una volta entrata in servizio. Il minimo errore durante le trasformazioni alchemiche potrebbe comportare effetti disastrosi."

    L'ultimo giorno di viaggio lo passò a leggere, sfogliando febbrilmente i vecchi manuali alla ricerca delle formule basiche, partendo dalla scomposizione fino a giungere, a ritroso, agli elementi fondanti del lungo processo di lavorazione e forgiatura dei metalli attraverso l'alchimia. Finalmente il convoglio raggiunse il monastero ed i quindici passeggeri furono accolti nell'antica struttura, isolata dalle montagne e resa inospitale dal lascito dell'Armageddon; pochi si avventuravano nel Jamir e, di questi, ancora meno riuscivano ad ottenere quel che volevano.
    Le giornate passarono lentamente, invischiate in una routine che per molti degli apprendisti risultò in breve tempo insopportabile. Il vento ululava costantemente tra i picchi frastagliati che contornavano, come un diadema, il complesso principale del monastero, mentre le attività giornaliere non differivano poi molto da quelle proposte dal signor Klugh: sveglia all'alba, colazione, pulizia e manutenzione degli strumenti per la forgiatura, inventario delle derrate alimentari e dei componenti alchemici necessari alla lavorazione dei metalli; dopo qualche tempo, tutti si adattarono alla nuova vita, pur con le difficoltà del caso. L'unica vera novità erano gli insegnamenti del maestro Mekrau, un uomo di vasta cultura che deteneva molti dei segreti dell'arte lemuriana, un'eredità gelosamente conservata nei secoli e tramandata soltanto ai discepoli degni di comprenderne le complesse dottrine.
    Lavorare l'Oricalco non era un'operazione meramente manuale, ma conservava la spiritualità dell'antico credo del primo Re Santo, perché attraverso lo studio del minerale siderale si poteva giungere a comprendere i misteri più profondi del cosmo. Per ripare le armature dei cavalieri di Athena bisognava, innanzitutto, riuscire a perfezionare se stessi attraverso un lungo processo meditativo che conduceva all'illuminazione, la vetta dell'esistenza raggiunta soltanto da pochi; manipolare l'oricalco seguiva una processo simile.

    "Scomporre, purificare, trasformare. Dagli atomi al prodotto finale ogni stadio è essenziale per ottenere la perfezione."

    Oltre alla meditazione, alla lettura dei trattati di alchimia ed al supporto al vecchio maestro Mekrau, gli apprendisti svolgevano lunghe sessioni di addestramento durante le quali era il corpo ad essere messo alla prova. Una mente brillante aveva bisogno di un fisico in grado di sostenerla, così come la potenza distruttiva del cosmo non poteva prescindere dal controllo che derivava, in parte, dalla connessione con le sacre armature.
    Durante una sessione di addestramento particolarmente dura, Elaine riuscì a compiere quello che, agli occhi degil altri studenti, fu un vero e proprio prodigio: riuscire a deviare simultaneamente due sfere d'acciaio che le erano state lanciate sulla coscia sinistra e la spalla destra. Se fosse ricorsa alle sole capacità fisiche sarebbe stato impossibile evitarle entrambe, ma grazie ad un controllo attento del cosmo unito ai precetti fondamentali della dottrina alchemica, la giovane riuscì a risvegliare uno dei poteri più complessi appartenuti ai grandi maestri forgiatori del Jamir. La sua volontà entrò in risonanza con la conretezza del mondo reale, producendo una semplice increspatura sufficiente a deviare le sfere, così da evitare anche il minimo contatto. Da quel giorno, Elaine decise di dedicare parte del suo tempo libero al perfezionamento di questa nuova forma di controllo, entusiasta dei benifici che ne sarebbero potuti derivare.

    "Se riuscissi a controllarla intuitivamente potrei aiutare il maestro nelle operazioni di manutenzione, gestendo molto più efficacemente le fasi di lavoro."


    Sfruttare quella capacità sorprendente, inoltre, le consenti di monitorare costantemente i livelli cosmici, in modo da evitare il raggiungimento di picchi indesiderati che avrebbero condotto a situazioni altrettanto spiacevoli. Il suo obiettivo, all'inizio vago e confuso, andava man mano definendosi e, nel farlo, le dava maggior sicurezza sull'avvenire. Ritrovò la passione dei giorni passati in laboratorio con il vecchio mentore, ma si trattenne dal farne parola con Mekrau per non dargli false speranze; meglio tenere per sé quelle ambizioni morte e sepolte che le avevano solo fatto del male.

    Lin Lin, una delle sue compagne più piccole al monastero, la chiamò a gran voce dai corridoi deserti dell'antica struttura. Stava correndo a perdifiato ed aveva le guance rosse per lo sforzo, ma riuscì ugualmente a portarle il messaggio che sembrava ansiosa di recapitare il più presto possibile.

    «Il maestro ha chiesto di me? C'è un... saint?»

    Rimase sinceramente spiazzata da quella richiesta, ancor di più perché il vecchio maestro chiedeva di vederla in presenza di un cavaliere del Tempio. L'ora di lezione pomeridiana era volta al termine già da parecchio da tempo, non c'erano gli altri studenti e Mekrau aveva chiesto espressamente la sua presenza: qualcosa bolliva in pentola.
    Dopo averle rivolto un leggero inchino, Elaine si rivolse a Lin Lin con un cenno della testa, abbassandosi per ascoltare quello che la bambina avesse da dirle, sebbene il tono di voce ed il sorriso furbetto la dicessero assai lunga su quello che le stesse passando per la testa.

    «Certo, vado subito.»

    Percorse il corridoio a grandi falcate fino a raggiungere la camera del maestro Mekrau, per poi bussare leggermente alla porta ed attendere l'invito ad entrare. Provò a svuotare la mente, a pensare soltanto al presente dimenticando le implicazioni passate, ma l'ansia di conoscere il motivo della sua convocazione la portò a spostare nervosamente il peso da una gamba all'altra, mentre i pensieri ed i sensi di colpa erano tornati alla carica.
    In quel preciso momento poteva soltanto aspettare e sperare che l'uomo l'avesse sentita, così da poter espletare i suoi compiti e tornare alla tranquillità del grande monastero.





    NARRATO | PARLATO | "PENSATO"| *TELEPATIA*| KLUGH


    • FISICAMENTE:➛ Ok

    • MENTALMENTE:➛ What?!

    • STATUS CLOTH :➛ x


    • RIASSUNTO AZIONI :➛ Racconto il mio arrivo in Jamir e vado a bussare alla porta dello studio di Mekrau :zizi:

    png



    • ABILITÀ :➛


    • TECNICHE :➛


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    Non è la prima volta che un Saint giunge al monastero, né la prima volta che vedi cosa succederà quando sarà entrato nello studio di Mekrau; più che studio in verità è una forgia all'interno della quale si svolgono i più alti e complessi artifici, unione di sapere mistico e scienza. Hai già visto una Cloth venire riparata, in ogni processo sia tu che gli altri apprendisti avete aiutato il vecchio maestro a compiere il suo dovere, non è poi così strano che anche questa volta possa essere così; quando ti viene chiesto di entrare, pensi di sapere cosa aspettarti.
    Appena entrata vieni investita da un'ondata di calore, tutto sommato piacevole considerando le basse temperature del monastero, proveniente da una fornace nella quale altri due apprendisti stanno adoperandosi per sciogliere il Gammanium in fuoco cosmico e renderlo lavorabile. Senza un Gold Saint ad adoperare questo processo per grazia di Atena, è necessario ingegnarsi.

    Mekrau è seduto su un'ampia e comoda poltrona, il capo rasato ondeggia lievemente quando si accorge che sei entrata, rivolgendoti un cenno di saluto e il suo solito sorriso placido e paterno. Non ha molti denti rimasti e sei ormai sicura che non ti abbia davvero vista con gli occhi, ma percepito la tua presenza in altro modo.
    Davanti a lui, su uno sgabello che viene generalmente riservato agli apprendisti, vedi un'altra persona. O meglio, è giusto dire che prima la senti.

    HAHAH! CHE STORIA, FIGHISSIMO 'STO POSTO. UN PO' SPERDUTO MA- OH EHI CIAO!
    C'è un ragazzo seduto lì, che invece di parlare urla a pieni polmoni con veemenza tale da lasciarti un attimo perplessa. La seconda cosa che noti è che, nonostante sia avvolto dalla testa ai piedi da una pesante coperta di montone, molto probabilmente sotto di essa non ha abiti al di fuori di un paio di mutande. Guardandogli piedi e mani, evidentemente sanguinanti e recentemente fasciate, puoi intuire che o ha perso i vestiti durante il tragitto o ha direttamente iniziato il percorso senza: non sai quale delle due sia più strana.
    Curiosamente però non sembra avere segni di ipotermia.
    HARPER JONES, SAINT DELLA CARENA, E' UN PIACERE!

    Mekrau sorride ancora di più a questa presentazione particolarmente energetica, prima di rivolgersi a te con la solita voce bassa e calma, quasi cantilenante.
    Elaine, giusto in tempo. Harper qui ha appena finito di raccontarmi le circostanze in cui ha danneggiato la sua armatura.
    Indica, con un cenno della mano, la cloth della Carena. E' riposta nel suo totem vicino alla forgia, ma a te basta uno sguardo per capire quanto grave sia il danno; è crepata lungo tutta la sua superficie, inoltre ti sembra che per metà sia stata colpita da un potente acido che ne ha disciolto una parte. Aguzzando l'orecchio e concentrandoti su di essa, estraniandoti per un attimo da Harper che sembra concludere il suo racconto, hai quasi la sensazione di sentire la voce dell'armatura emettere un lamento sordo, come se stesse cercando di contenere un dolore immane. Ha senso, le cloth sono in parte vive, ma è la prima volta che senti una cosa del genere con le tue orecchie.

    Elaine.
    Ritorni in te in seguito ai richiami di Mekrau, da come sia lui che Harper ti stanno guardando immagini ti abbia chiamato un paio di volte. Il vecchio maestro, seppure sia praticamente cieco, fissa lo sguardo nel tuo e sorride in maniera enigmatica mentre Lin Lin deposita vicino alla forgia un contenitore di spesso vetro che contiene la limitata scorta di polvere di stelle che avete.

    Oggi le articolazioni mi fanno particolarmente male, questo clima non fa bene alla salute. Si interrompe per tossire nella manica, in una maniera che intuisci essere un po' più esagerata rispetto al normale.
    Riparala tu, per favore.

    Sebbene il suo tono di voce non sia cambiato, conosci abbastanza bene il maestro da sapere quando fa una richiesta e quando i suoi sono ordini. In questo caso è quest'ultima.

    CITAZIONE
    Note: bene, riparatore di cloth, ripara questa cloth.
    Hai le componenti che ti servono in fucina, più il sangue di Harper se dovesse servirti (si svena con coraggio se glielo chiedi). Descrivi il processo che vuoi usare, lasciando l'esito al condizionale.
     
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    - Ars 02 -
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    La vecchia porta di legno si aprì con un sonoro scricchiolìo, girando lentamente sui cardini fino a toccare il fermo di gomma installato di recente; il calore della fucina la inondò, costringendola a strizzare gli occhi. Per quanto potesse essere alta la temperatura all'interno della stanza, era comunque piacevole sentirla sulla pelle, soprattutto quando all'esterno del monastero e lungo gli ampi corridoi la sensazione di freddo pungente era costante.
    Elaine entrò dopo aver ricevuto il permesso del maestro Mekrau seduto, come al solito, sulla sua comoda poltrona di stoffa. Quando c'era del lavoro da fare, l'artigiano preferiva attendere che gli apprendisti completassero i preparativi per la ricottura del Gammanium, preservando le forze per i passaggi successivi, cruciali nella riparazione e rigenerazione delle cloth. Il minimo errore avrebbe condotto ad un ulteriore danneggiamento dell'oricalco presente nelle stesse, arrivando a compromettere, nei casi più gravi, la connessione tra il cavaliere e la sua armatura; oro, argento e bronzo, invece, indicavano il potere della costellazione di riferimento e, di conseguenza, il grado militare appartenente al cavaliere che indossava la cloth forgiata a partire da uno di quei metalli.
    Lo sguardo di Elaine si posò prima sulla figura di Mekrau, il cui corpo sottile e quasi stiracchiato ben rappresentava l'emblema della senilità, poi su quella del giovane che le dava le spalle, seduto sullo sgabello riservato agli apprendisti. Il sorriso di Mekrau sciolse la tensione che l'aveva bloccata giusto qualche passo dopo l'uscio, spingendola ad avvicinarsi più di quanto avrebbe fatto se fosse dipeso da lei. Il ragazzo, avvolto in una pesante coperta di montone, la salutò urlando il suo nome e quello della cloth che aveva portato a far riparare.

    "Stranamente il maestro lo ha preso in simpatia nonostante sia così chiassoso."

    Portò involontariamente l'indice ed il medio all'orecchio, massaggiandolo energicamente prima di presentarsi a sua volta. La destra stretta a pugno sul cuore, porse il dovuto rispetto al cavaliere della Carena, l'unico ragazzo in grado di percorrere a piedi nudi la strada segreta che conduce al Jamir.

    «Sono onorata della vostra presenza, mister Jones.»

    Elaine cercò con lo sguardo la figura di Mekrau, aspettando il minimo segno da parte del mentore per preparasi ad aiutarlo durante il processo di riparazione, ma il destino sembrò avere altri piani in serbo per lei. L'anziano maestro iniziò a raccontarle quel che aveva appreso da Harper Jones, poco prima, sulle circostanze che avevano portato al danneggiamento dell'armatura, ma la ragazza già non lo ascoltava più. Un ronzio basso ed intermittente iniziò gradualmente ad assorbire tutti i rumori della stanza, dal crepitìo del fuoco cosmico adoperato dagli apprendisti al tono basso e calmo di Mekrau, fino alle urla del cavaliere della Carena. Qualcuno stava soffrendo, ma Elaine non riusciva a vederlo.
    Le braccia lungo i fianchi si irrigidirono e le mani strinsero con forza i lembi della veste mentre un profondo senso di impotenza l'attanagliava.

    "Che succede? Cos'è questo lamento?"

    Lo sguardo le cadde sull'armatura di bronzo danneggiata, sulle crepe profonde che l'attraversavano e non avevano nulla di diverso dalle ferite riportate dai soldati sul campo di battaglia. Ricordò le parole di Mekrau e del suo vecchio mentore la prima volta che ebbe accesso al laboratorio alchemico: «Le cloth sono vive, Elaine, e ci proteggono tanto dagli altri quanto da noi stessi. Vivono, ma soprattutto soffrono quando accettano il dolore inferto dai colpi dei nostri nemici; gioiscono quando il nostro cuore è puro e le nostre menti sono rivolte alla giustizia.»
    Da apprendista aveva donato le proprie abilità ai maestri forgiatori, assistendoli sia nei lavori minori di riparazione delle armature che in quelli di rigenerazione, estremamente più lunghi e complessi, ma mai prima di allora aveva sentito quel lamento angoscioso riempirle la mente, soffocando qualsiasi altro pensiero. Portò le mani alle tempie e corrugò la fronte, come a voler scacciare tutta quella sofferenza che la stava investendo senza darle tregua, poi una voce sottile riuscì a farsi strada fino a raggiungere la sua coscienza, dandole la forza di reagire. Mekrau ed Harper la osservavano senza battere ciglio.

    «Si... si maestro.»

    Il sorriso del vecchio forgiatore si fece più ampio, come se avesse sentito lui stesso il terribile lamento che, per poco, non l'aveva fatta svenire.

    "Come...? No, non può averlo udito, altrimenti non sorriderebbe in quel modo."


    Lin Lin si avvicinò alla forgia portando tra le braccia il contenitore di vetro che ospitava la polvere stellare, rimuovendo il coperchio e sfilando dal cinturone di cuoio un cucchiaio dosatore in argento. Solo in quel momento Elaine si rese conto dell'enormità della richiesta di Mekrau.
    Il suo ruolo era sempre stato di supporto, prima al maestro e poi alla sua compagna che svolgeva le mansioni più delicate quando i problemi articolari dell'artefice si facevano più pressanti. Vedere Lin Lin attenderla vicino alla forgia in attesa di istruzioni la destabilizzò.

    «Io... si, maestro.»

    Mekrau, nonostante l'età ed i toni pacati, sapeva essere autoritario, oltre che autorevole, con poche, semplici parole. Per un estraneo, il favore richiesto dal maestro sarebbe apparso come il debole tentativo di demandare ad una dei suoi apprendisti l'onere del lavoro manuale, ma per Elaine ed i suoi compagni era un ordine chiaro ed incontrovertibile da eseguire con la massima precisione. La giovane si rivolse al cavaliere della Carena mentre si avvicinava alla teca di vetro, facendo segno ai due apprendisti che stavano ammorbidendo il Gammanium di intensificare gli sforzi.

    «Mister Jones, sarebbe così gentile da donare un po' del suo sangue durante il rituale? Le farò un cenno quando sarà il momento.»

    "Devo concentrarmi, ritrovare la compostezza e fare attenzione durante la stabilizzazione dell'Oricalco."

    Lin Lin aprì la teca e richiamò il cosmo, controllandolo assai meglio di quanto Elaine avrebbe potuto fare alla sua età. Aveva gli occhi chiusi, il petto che si alzava e abbassava lentamente accompagnando l'afflusso energetico verso la polvere di stelle; abbassò la testa ed Elaine capì che il rituale stava iniziando.
    Il suo cosmo color ambra abbracciò l'armatura della Carena, poi l'esile figura di Lin Lin ed infine la teca e la polvere di stelle che conteva. Una goccia di sudore cadde a terra mentre la giovane manteva costanti le oscillazioni cosmiche, modulando delicatamente anche quelle della compagna attraverso la proiezione psicocinetica della sua volontà. Dopo una manciata di secondi si sentì sopraffatta, le gambe iniziarono a tremarle ed il volto perse di colore ma non demorse, perché Mekrau le aveva dato fiducia ed Harper le aveva consegnato la sua stessa vita: un cavaliere senza armatura, infatti, era come una lama senza elsa, terribilmente pericolosa per se stessa e per gli altri.

    Immagine

    «Lin Lin, aumenta la pressione sulle crepe del pettorale mentre... viene colato il Gammanium. Mister Harper... versi qualche goccia di sangue lungo i bordi... quando vedrà l'armatura reagire al contatto con il metallo e... cambiare colore.»

    Sudava copiosamente e parlare le costava un'enorme fatica. Mentre gli apprendisti procedevano con la colatura e la sua compagna direzionava il cosmo verso le crepe della cloth, Elaine sfruttò i suoi poteri mentali per entrare in contatto con la polvere di stelle, facendola vorticare dalla teca fino ai punti danneggiati che aveva individuato in precedenza.
    Quando il minerale si posò sulle crepe sentì nuovamente il lamento, stavolta più acuto ed intenso che mai. Strinse i denti ed aggrottò la fronte con tanta forza da esporre le vene sulle tempie, ma il flusso di polvere stellare si mantene costante, andando ad amalgamarsi all'Oricalco ed al Gammanium, finché anche il bronzo non reagì alchemicamente al processo innescato dalla giovane.

    «Mister Harper... versi altro sangue, la prego... Lin Lin inizia a diminuire la pressione... fermate la colatura.»

    Seguì alla lettera gli insegnamenti di Mekrau, ma gestire il proprio cosmo e modulare quello della compagna mente il rituale era attivo le parve un'impresa titanica. Ansimava, continuando a profondere energia e rimanendo in piedi solo grazie alla sua proverbiale testardaggine. Dì lì non si sarebbe mossa finché il lavoro non fosse stato portato a termine o lei non fosse svenuta nel tentativo.





    NARRATO | PARLATO | "PENSATO"| *TELEPATIA*| ??


    • FISICAMENTE:➛ Stanca

    • MENTALMENTE:➛ Concentrata

    • STATUS CLOTH :➛ x


    • RIASSUNTO AZIONI :➛ Descrivo il processo di rigenerazione e lascio aperto il tutto alle infinite possibilità :zizi:

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    • ABILITÀ :➛


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    Quando il processo inizia, nell'istante in cui i tuoi sensi sono concentrati sull'armatura dinnanzi a te, cogli qualcosa dalle parole dell'armatura: parla di una città persa in rovina, un tempio lontano, e una strana creatura senza forma e nome proiettare su di lei materiale nero come la notte più oscura. Il contatto con quest'elemento è agonizzante, la sensazione di sentirsi dissolvere nel nulla un brandello alla volta. Non sai esattamente cosa l'abbia danneggiata, ma probabilmente un potere in grado di disgregare la materia ad un livello fondamentale. Quando distogli l'attenzione da ciò che senti, inizi l'operazione in sé.

    Come ben sai le Cloth, più che molti altri esempi di sacre armature, sono vive. Proprio per questo affermare di star riparando una Cloth è tecnicamente impreciso; la definizione giusta è di starla guarendo, reagenti e materiali da impiegare sono metodi per stimolare la naturale rigenerazione dell'artefatto e ripristinarne l'integrità strutturale.
    Harper, dopo un momento di confusione quando lo hai chiamato "Mister", offre la sua energia vitale con evidente entusiasmo: dopo essersi tagliato entrambi i polsi con una lama che sembra essere fatta di aria solidificata, provvede a far colare il sangue nei punti da te indicati. Le quantità che sta donando alla causa sono molto maggiori di quelle che ti servirebbero, ma quantomeno aiuta.
    Una realizzazione ti coglie all'apice del processo: non c'è abbastanza Polvere di Stelle per innescare il processo di reazione con il Cosmo. In quel momento in cui stai spendendo il massimo della tua fatica, dalle tue mani prorompe un lampo dorato: il tuo cosmo, da una tonalità neutra, si allinea all'elemento che hai maneggiato così tante altre volte e, sotto il tuo involontario comando, lo produce. Polvere di Stelle scorre come sabbia dorata, apponendosi dov'è necessaria, avvolgendo la sacra armatura della Carena di un lucente bagliore.
    Quando la radianza si dissolve, l'armatura davanti a te è in perfette condizioni: ce l'hai fatta.

    Hai un mancamento per la fatica ma riesci a ritrovare abbastanza equilibrio, con l'aiuto degli altri apprendisti, per sederti da qualche parte intanto che non recuperi qualche energia. Harper sembra essere particolarmente felice, sei quasi sicura che voglia abbracciarti, non fosse che dopo un passo in tua direzione collassa a terra. Probabilmente stanchezza, ma sei certa che il fatto che si sia dissanguato non abbia aiutato.
    Poi, quando la gioia si fa da parte, cominci a realizzare esattamente quello che hai fatto; hai sintetizzato Polvere di Stelle a partire dal tuo Cosmo e riparato alla perfezione una Sacra Armatura. Se ci pensi quell'aspetto della tua traccia cosmica è ancora presente, con un po' di concentrazione sei sicura di poterne produrre ancora.
    Mentre stai realizzando tutto, Mekrau parla.

    Ottimo lavoro, Elaine. Oltre ogni aspettativa.
    C'è qualcosa nella sua espressione, una sfumatura di tristezza mista a improvvisa e ritrovata speranza. Dura per un solo momento, quando continua lo fa con la flemma e il vigore di sempre.
    Ed è per questo che domani mattina, quando ti sarai riposata, lascerai il monastero. Non hai più nulla da imparare qui, e io non ho altro da insegnare; l'unica cosa che resta per te è il completare il tuo apprendistato con un'ultima prova, la più difficile.
    Il vecchio maestro porta la mano alle tasche, estraendo una piccola boccetta di vetro che sembra contenere pura luce. Non sai come questo bagliore stellare venga mantenuto in un contenitore così piccolo, ma guardandolo ti sembra quasi che questi raggi puntino in una direzione specifica.
    Segui la luce. Ti condurrà nel luogo dove potrai compiere il tuo destino.
    La boccetta fluttua nell'aria, depositandosi sulla tua mano. Ma prima ancora che tu possa rispondere a Mekrau, senti la poderosa voce di Harper rompere il silenzio che è calato nella stanza.
    STRONZATE! NON LA PUOI MANDARE DA SOLA IN MEZZO ALLE MONTAGNE SENZA NEANCHE UN'ARMATURA, PURE IO CI SONO QUASI MORTO! Prova ad alzarsi in piedi, ma lo sforzo improvviso e la perdita di sangue che ha subito lo costringono a sedersi per terra, evidentemente ancora in preda a un capogiro. Il suo silenzio non dura molto, ma stavolta si rivolge direttamente a te.
    TI ACCOMPAGNO IO. DEVO SDEBITARMI PER LA CLOTH!

    Mekrau sorride, un po' sorpreso, ma non sembra avere nulla da obiettare sulla compagnia di Harper nel tuo viaggio.
    Se dovessi volerla, ovviamente.



    CITAZIONE
    Note: molto bene, la cloth è riparata e ora puoi partire per l'ultima parte dell'apprendistato. Elaine può trascorrere la serata come preferisce. Concludi pure il post poco prima di partire, se vuoi puoi portarti Harper.
    Hai sbloccato le tecniche Stardust.
     
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    - Ars 03 -
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    La sua mente toccò lo spirito dell'armatura di Harper e, per un breve momento, riuscì a carpire il significato di quell'orribile lamento che le aveva quasi causato un crollo psicologico. Le parole della cloth seguivano una logica completamente diversa da quelle appartenenti ai sistemi linguistici utilizzati dagli uomini, coinvolgendo l'interlocutore o chiunque potesse udirle ad un livello più profondo. Richiamavano immagini e concetti senza bisogno di articolare i fonemi nel modo convenzionale, trasmettendo le informazioni che ritenevano importanti con chiarezza assoluta; chi le ascoltava doveva affinare la capacità di comprenderle seguendo schemi di pensiero divergenti dalla norma.
    Elaine scoprì, in questo modo, l'esistenza di una città in rovina, forse una delle tante sopravvissute solo strutturalmente all'Armageddon, e di un tempio senza nome che ospitava una creatura informe e disgustosa, la stessa che aveva danneggiato gravemente l'armatura della Carena. Si sentì trascinare da un vortice di emozioni talmente forti e viscerali da farla rabbirividere, ma riuscì a distogliere l'attenzione prima di venirne assorbita completamente. Il suo lavoro, in quel momento, aveva la priorità assoluta ed il minimo errore avrebbe potuto condurre alla catastrofe, magari ad un danno irreparabile che nemmeno Mekrau avrebbe saputo sanare. La polvere di stelle, unita al cosmo ed al sangue di Harper, continuò l'opera di rigenerazione finché anche l'ultimo granello si posò sulle crepe della placca ventrale, portando Elaine ad una terribile scoperta: la scorta di quel materiale rarissimo era terminata.

    "Non... posso fermarmi adesso... devo... DEVO... TERMINARE IL PROCESSO!"

    La giovane apprendista perse momentaneamente il controllo del proprio cosmo, o almeno così credette quando i polpastrelli s'illuminarono di luce ed un lampo dorato colpì la polvere di stelle sedimentata sull'armatura. In passato aveva già mosso altre volte quel minerale dalle capacità straordinarie, ma mai prima di allora s'era manifestata una reazione del genere, forse perché era sempre stato Mekrau a fungere da mediatore tra i processi alchemici di rigenerazione delle cloth.
    Percepì le singole particelle di polvere stellare, il loro reticolo cristallino e la disposione spaziale che avevano assunto sotto il suo comando involontario; altre si depositarono sugli ultimi punti danneggiati mentre Harper barcollava per la perdita di sangue causata dal suo zelo eccessivo. La stanza fu inondata di luce, eppure i suoi occhi rimasero aperti a contemplare il miracolo che si era appena compiuto: la cloth della Carena splendeva di nuova vita ed il lamento angoscioso era cessato. Elaine barcollò mettendo un piede in fallo, ma gli apprendisti e Lin Lin le furono immediatamente intorno, pronti a sostenerla ed indirizzarla verso una delle sedie di legno poste lungo i banchetti dei reagenti. Era stremata, come se avesse passato una giornata intera a bruciare cosmo ininterrottamente. I due giovani che avevano fuso il Gammanium si affrettarono a prestare soccorso anche al povero Harper, felice di aver avuto indietro la sua armatura in perfette condizioni ed esausto per aver partecipato al rituale senza risparmiarsi.
    Elaine, con lo sguardo ancora annebbiato ed il senso dell'udito ovattato, si concentrò sul proprio flusso cosmico, ora più calmo e sottile di quanto lo fosse all'inizio del processo di riparazione. Qualcosa era cambiato nel modo in cui la sua energia entrava in risonanza con la polvere di stelle e, più genericamente, con la realtà.

    "Ci sono riuscita, non posso crederci."

    Faticava ad accettare l'accaduto, ad interiorizzare un cambiamento così rapido da lasciarla disorientata. Batté le palpebre per mettere a fuoco i suoi compagni ed incontrò lo sguardo di Lin Lin, gli occhi velati di lacrime. Le mani stringevano con forza il grembiule di cuoio e le labbra sottili erano strette in un'espressione sofferente, la stessa che aveva quando, durante le lezioni di Mekrau, si intestardiva sulle fasi più complesse della lavorazione dei metalli.

    «Grazie Lin Lin, sei stata bravissima. Senza di te non ce l'avrei fatta.»

    La bambina sbuffò, girando la testa verso la forgia. Quello era il suo modo di accettare i ringraziamenti quando la timidezza vinceva sulla finta spacconeria, mostrando il vero carattere dell'allieva più promettente del vecchio maestro. Le parole del fabbro riscossero Elaine dal breve scambio di battute con la compagna, facendole realizzare la straordinarietà dell'accaduto. Nei libri di alchimia lemuriana che le aveva lasciato il suo mentore, erano presenti riferimenti sui processi di rigenerazione delle cloth, sull'utilizzo del cosmo e dei minerali in merito alla lavorazione specifica condotta nelle forge del Jamir, ma nessuna menzione di mastri fabbri in grado di produrre autonomamente la polvere di stelle. Ricordò quel che le aveva detto il cavaliere dello Scultore prima di proporle la prova dell'investitura e trattenne involontariamente il fiato.

    "Non è possibile, dev'essere sicuramente un rifermento a qualcos'altro."

    Per quanto rifiutasse l'idea cercando di accantonarla per fare spazio ad una spiegazione migliore, l'unico guerriero del Santuario in grado di sintetizzare la polvere stellare a partire dal proprio cosmo era il cavaliere d'oro dell'Ariete, prima difesa delle Dodici Case ed erede spirituale del Re Santo che comprese i moti celesti. La voce di Mekrau, dopo averla elogiata, tornò lenta e pacata mentre andava ad illustrare quel che sarebbe accaduto l'indomani. Avrebbe dovuto lasciarsi alle spalle le mura del monastero e, con queste, gli apprendisti che l'avevo aiutata ad integrarsi, trattandola con rispetto e senza alcun tipo di pregiudizio nonostante la sua età.
    Lin Lin era stata la prima ad avvicinarla, spiegandole la routine da seguire, gli insegnamenti e, soprattutto, la gerarchia vigente che la vedeva a capo di tutti gli apprendisti. Elaine le aveva sgranato gli occhi, poi era scoppiata a ridere così genuinamente da lasciarla di sasso, impalata sul posto ed incapace di reagire. L'aveva abbracciata chiedendole di diventare amiche, senza preoccuparsi delle espressioni attonite degli altri apprendisti.

    "Dovrò lasciare anche lei, alla fine. Di qualsiasi cosa si tratti, farò di tutto per tornare a raccontargliela."

    Mekrau tirò fuori da una delle ampie tasche della sua veste marrone un'ampolla di vetro lavorato, sufficientemente piccola da entrare comodamente nel palmo della mano prima di riprendere il discorso dal punto in cui l'aveva interrotto. Elaine avrebbe dovuto seguire la luce intensa che scaturiva dalla boccetta, facendo attenzione ad interpretare correttamente la direzione tracciata dai raggi luminosi, tutti puntati in direzione delle vette del Jamir. La giovane avrebbe voluto chiedere al maestro in cosa consistesse la prova e chi gli avesse affidato l'ampolla ma, prima di poter aprire bocca, quella fluttò fino a posarsi sulla sua mano. Era fredda al tatto e la luce che ne promanava sembrava alimentarsi autonomamente, senza il bisogno di fonti esterne, a meno che il vetro stesso non avesse delle proprietà magiche.
    La voce roboante di Harper si sovrappose a quella di Mekrau e le strappò un sorriso. Il cavaliere della Carena era preoccupato per la sua incolumità e l'avrebbe accompagnata fino al luogo della prova.

    «Io... vi ringrazio mister Jones, credo proprio che accetterò volentieri il vostro aiuto.»

    Forse avrebbe dovuto rifiutare, mostrandosi forte e capace agli occhi dei suoi compagni, ma sua nonna le aveva insegnato che la vera forza sta nel riconoscere i propri limiti ed accettare che non tutti gli ostacoli vanno affrontati da soli. Rimase ancora qualche minuto seduta sulla sedia per riprendere le forze, poi tornò in camera chiedendo a Lin Lin di accompagnarla. La bambina fece un cenno con la testa e rimase in silenzio lungo tutto il tragitto che portava dalle stanze di Mekrau a quelle degli apprendisti, tenendo lo sguardo basso. Elaine aprì la porta e la invitò ad entrare, poi sedette alla piccola scrivania tirando fuori un sacchetto di cuoio da uno dei cassetti, lo aprì e fece segno a Lin Lin di avvicinarsi.

    «Hai sentito il maestro, vero? Per un po' non potremo vederci, ma ti prometto che tornerò ogni volta che ne avrò l'opportunità. Come farei a cavaermela senza i tuoi consigli?»


    Richiamò il cosmo seguendo la traccia che l'aveva portata alla creazione della polvere stellare e, sebbene fosse ancora stanca, riuscì a produrre con fatica una quantità sufficiente a riempire il sacchetto. Dopo averlo chiuso con un laccio, prese le mani di Lin Lin tra le sue e ve lo depose, arruffandole i capelli prima di tirarla a sé ed abbracciarla.

    «Ella... pff, smettila! Dico davvero, basta! Sono contenta per te, quello che è hai fatto è stato... è stato incredibile, ma vedi di non montarti la testa! Rimango io l'apprendista più anziana del monastero.»

    Lin Lin si asciugò le lacrime con la manica della veste ed agganciò alla cintura il sacchetto di polvere di stelle. Era molto più matura della sua età e vivere nel monastero da quando ne aveva memoria l'aveva portata a sviluppare un forte senso di responsabilità, sia verso Mekrau che gli altri apprendisti.

    «Quando tornerai sarò io a guidare gli altri nei rituali di rigenerazione, puoi scommetterci!»


    Entrambe risero e parlarono finché il giorno fece posto alla notte e la grande campana scandì l'ora del riposo. Si separarono con la promessa di rivedersi ed entrambe dormirono profondamente, esauste ma felici l'una per l'altra. La mattina seguente, Elaine si preparò per il viaggio, riempì lo zaino con le provviste che riuscì a recuperare dalla dispensa e salutò Mekrau passando dal suo laboratorio, ringraziandolo per tutto quello che le aveva dato come insegnante e mentore nel corso di quei mesi. Ricordò l'arrivo nel Jamir, l'impressione che le fece il profilo dell'antica struttura monastica che svettava tra i picchi montuosi, flagellati dai venti gelidi sia in estate che in inverno e l'angoscia che l'aveva colta quando i Templari si misero in marcia per fare ritorno a Rodorio. Erano cambiate tante cose e lei, soprattutto, era cambiata. La paura di fallire, il senso di inadeguatezza che l'aveva perseguitata dal giorno in cui aveva deciso di abbandonare la via del cavalierato ed il dissidio interiore s'erano acquietati, pur rimanendo sul fondo della coscienza.

    "Forse ho rinunciato per troppo tempo a me stessa, nascondendomi dietro la paura del fallimento pur di rimanere al sicuro, protetta dalle stesse persone che mi hanno accolta quando ne avevo più bisogno."

    Tirò fuori dalla tasca l'ampolla di vetro e guardò i raggi luminosi puntare verso le regioni interne del Jamir. Una nuvoletta di vapore le coprì il volto per un istante.

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    "È il momento di ricambiare il favore. Seguirò la luce ovunque voglia condurmi."







    NARRATO | PARLATO | "PENSATO"| *TELEPATIA*| Lin Lin


    • FISICAMENTE:➛ Ready to go

    • MENTALMENTE:➛ Determinata

    • STATUS CLOTH :➛ x


    • RIASSUNTO AZIONI :➛ Scelgo di farmi aiutare da Harper e lo attendo appena fuori le mura del monastero mentre do un'occhiata all'ampolla di vetro, magari ha già una direzione da indicarmi.

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    • ABILITÀ :➛


    • TECNICHE :➛


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    Edited by Kalego - 22/1/2024, 18:10
     
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    Harper ti raggiunge dopo qualche minuto, ma come al solito lo senti arrivare ben prima di vederlo. E' sempre incredibilmente rumoroso, ma almeno non sembra essere troppo rallentato dal copioso dissanguamento che ha subito; non sai dire se sia un bene o un male.

    Guardando nella boccetta, osservandola controluce, puoi vedere i riflessi arcani muoversi di volontà propria, amalgamandosi contro lo spesso vetro in direzione sud; dunque e lì che vai.
    Il viaggio, se così si può definire, è sufficientemente snervante: hai già percorso i sentieri del Jamir, ma eri in compagnia ben più nutrita e soprattutto seguendo percorsi "sicuri", ora stai andando praticamente a casaccio con vaghissime indicazioni che non hanno particolarmente senso, pensando a come questa cosa appaia dall'esterno. Ma dopotutto il destino non è una cosa che può spiegarsi con raziocinio, le vie che Atena fa seguire ai suoi fedeli non sono sempre immediatamente palesi, ma hai con te il conforto della fede a dare significato alle tue fatiche.
    E poi con te c'è Harper, e non sei sicura che sappia neanche cosa significhi la parola dubbio. Ti segue senza la minima esitazione o lamentela, seppur in maniera abbastanza verbosa; non sta zitto un attimo e a volte devi fargli cenno di tacere, o perché temi possa scatenare una valanga con il suo urlare o allertare gruppi di creature vicine. Non ti pare neanche capisca molto il concetto di formalità o di rivolgersi ad altri in modi diversi dal tu.
    Eppure, quando sembra che stia per fare troppo freddo, fa ardere il proprio Cosmo generando una piacevole ondata di calore.

    Dopo un giorno passato così la luce sembra puntare in una direzione ben precisa, e capisci immediatamente che c'è qualcosa che non va.
    Alcune rocce, il pavimento stesso e ampie sezioni di montagna sembrano aver assunto uno strano colore iridescente, brillando come se sotto la loro superficie ci fosse fuoco multicolore. Devi attivamente fare uno sforzo di volontà per distogliere lo sguardo dal rimirare questi movimenti e di capirne il senso; le tue conoscenze ti dicono che non sono minerali naturali quanto conseguenze di qualcosa, come se fossero stati esposti a un'improvvisa radiazione che ne sta alterando la forma.
    L'aria è strana, non ha un odore specifico ma sembra esserci un profumo che racchiude ogni possibile odore che tu riesca a concepire, vedi qualche sassolino fluttuare nell'aria e anche tu senti di non star poggiando a terra, ma facendo attrito a pochi centimetri da essa; è come se le leggi della fisica stiano completamente dissolvendosi.

    Harper fa silenzio mentre proseguite, entrando in un ampio spiazzo che sembra essere stato scavato nel cuore della montagna e, da una vasta caverna che sembra proseguire in oscure profondità, vedi uscire qualcosa.

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    Queste strane creature non dovrebbero essere qui: sotto i vostri occhi ogni loro movimento è strano e innaturale, arti che si muovono e piegano in maniere insensate, lasciandosi scie di distorsione lungo i loro bordi come se l'universo non fosse semplicemente fatto per contenerli. Alcuni sono rosa, altri blu, altri ancora sembrano essere fatti puro fuoco iridescente, ma tutti vi guardando con odio imperituro.
    Sono una decina, Harper si lancia contro cinque di loro conscio del fatto che, essendo il tuo cosmo più esteso del suo, sarai al sicuro contro i tuoi nemici.

    Questi cominciano a ridere, urlando versi sconnessi in lingue che non hanno senso, e poi, piegando le braccia come se stessero lanciare una pietra, prendono a scaraventare ovunque una pioggia di piccoli proiettili (grandi più o meno quanto un tuo pugno) di fiamme multicolore che paiono essere generati dai loro stessi corpi. Non hanno particolare precisione, sembrano più propensi a bruciare qualsiasi cosa sia davanti ai loro occhi che altro, ma non dubiti del fatto che possano infliggerti dei seri danni.

    CITAZIONE
    Note: direi che possiamo cominciare con la violenza

    I cinque robi strani ti attaccano sparando una pioggia continua di proiettili infuocati lungo un po' tutta l'area senza particolare precisione, ma sicuramente ci sei tu in mezzo; se ti prendono, oltre a danni da fuoco, infliggono come danno secondario di sorta di shock psichico che comincia a accumularsi nella tua mente (consideralo una sorta di veleno mentale) che ti fa allucinare a occhi aperti su millemila pensieri sconnessi relativi a cose che avresti potuto fare nelle diverse circostanze della tua vita potenzialmente all'infinito.
    Tutti insieme fanno un'energia Rossa.
     
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    - Ars 04 -
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    Il vociare di Harper lo precedette ed alcuni apprendisti del monastero, poco avvezzi alla sua presenza, si girarono istintivamente nella sua direzione per osservarlo. Sorridente e sicuro di sé, il cavaliere della Carena sembrava essersi ripreso dal rituale del giorno precedente, conservando la stessa vitalità mostrata nel laboratorio di Mekrau.
    Elaine strinse le cinghie dello zaino e lo salutò piegando leggermente il capo, facendosi sfuggire una risatina divertita. Harper, grazie al suo carattere estroverso ed estremamente positivo, riusciva a trasmetterle il buonumore e tranquillizzarla sui pericoli che avrebbero dovuto affrontare una volta lasciata l'area sicura del monastero. Considerando le ferite ai piedi e le condizioni fisiche generali con cui si era presentato al vecchio maestro, probabilmente aveva seguito un percorso differente da quello utilizzato dal convoglio di Templari con i quali la giovane aveva condiviso il tragitto; la sua esperienza del mondo e dei mostri che lo popolavano sarebbe stata fondamentale. Elaine guardò l'ampolla, girandola tra le dita ed esponendola alla luce dell'alba finché i raggi non le indicarono un punto imprecisato a sud, lungo la linea immaginaria che portava in India.

    «Vi ringrazio per... ti ringrazio per avermi voluto accompagnare, Harper. Cercherò di non essere un peso e di aiutarti ogni volta che ne avrai bisogno.»

    Grazie agli allenamenti ed alla meditazione era riuscita a controllare meglio, anche se non completamente, le proprie capacità, sebbene le operazioni più complesse le costassero molta più fatica del necessario, causandole anche una buona dose di stress per il timore di dar luogo ad emanazioni cosmiche incontrollate. Affidandole quel compito, Mekrau le stava chiedendo implicitamente di dimostrare quello che aveva imparato senza poter contare sulla sicurezza di un luogo protetto, né di mentori o compagni che potessero correggere i suoi errori. Harper l'avrebbe accompagnata, ma sarebbe stata sola di fronte al pericolo più grande: se stessa.
    Viaggiarono per tutta la giornata, fermandosi soltanto per consumare i pasti principali e riposare quando erano troppo stanchi, deviando dalla via principale già dopo poche ore di cammino per poter seguire le blande indicazioni dei raggi luminosi. A volte queste erano così imprecise da costringerli a ripercorrere lo stesso tratto poiché si erano ritrovati, inaspettatamente, a girare in tondo. Quando la frustrazione prendeva il sopravvento, Harper riusciva a distrarla con interventi estemporanei, ad alta voce, convinto che qualsiasi cosa si celasse nelle profondità del Jamir non sarebbe mai e poi mai riuscita ad ostacolarli. Il solo fatto di doverlo riprendere, pregandolo di mantenere un basso profilo così da evitare di allertare le creature mostruose, la teneva impegnata mentalmente e, di conseguenza, il livello di allerta generale rimaneva alto.

    "Se il maestro dovesse vedermi in questo momento, riderebbe per una settimana intera."

    Le pellicce li tennero al caldo, ma le temperature gelide del Jamir e le folate di vento costanti la fecero rabbrividire. Harper non mostrava il minimo disagio ed anzi, più di una volta bruciò il proprio cosmo per riscaldare l'aria, spandendo un dolce tepore che riuscì a contrastare, in parte, la rigidità del clima. Elaine gliene fu grata ma lui si limitò a ridere e scrollare le spalle, come se fosse la cosa più normale del mondo. Predisposero un accampamento di fortuna ai piedi di una delle montagne che formavano la grande catena montuosa del Jamir, la difesa naturale perfetta per custodire i segreti dell'alchimia e della forgiatura tramandati di generazione in generazione e lì trascorsero la notte, alternando turni di guardia fino all'alba.

    "Russa come un bambino, incurante del resto del mondo. Dovrei seguire il suo esempio, di tanto in tanto."

    Il suo senso di responsabilità, prima verso i genitori e poi nei confronti della comunità di Rodorio aveva indurito il suo carattere, assai più mite e leggero quando viveva nella casa paterna a Nottingham. Erano cambiate molte cose, il mondo era mutato riempiendosi di creature terrificanti e lei si era lasciata trasportare dalla paura di perdere i propri affetti, chiudendosi in se stessa nell'attesa di poter tornare a sorridere.

    "Sarà meglio svegliarlo, non so quanta strada resti ancora da fare."

    Si accovacciò sul ragazzo che dormiva fuori dal sacco a pelo, coperto soltanto da una porzione minuscola di pelliccia visto che la restante, senza un senso apparente, era tutta ammucchiata ai suoi piedi; dalla bocca aperta uscivano pigramente delle nuvolette d'aria fredda. Tentò di svegliarlo scuotendolo leggermente ma, vista l'inefficacia dell'approccio delicato, passò subito alle maniere forti, scrollandolo vigorosamente da una spalla tanto da farlo somigliare ad una di quelle bamboline dalla testa enorme che gli americani amavano piazzare sul cruscotto delle macchine. Dopo qualche grugnito di protesta Harper aprì gli occhi e si adoperò a preparare la colazione con Elaine, gli occhi ancora gonfi di sonno e la mandibola spalancata tra uno sbadiglio e l'altro. Mangiarono e smontarono il campo, pronti a seguire la luce ovunque li avesse condotti.
    Il terreno pietroso lasciò spazio al suolo arido ed i raggi dell'ampolla di cristallo, per la prima volta da quando avevano lasciato il monastero, puntarono su una lunga fenditura frastagliata che attraversava la parete rocciosa del massiccio meridionale del Jamir; la terra ed intere sezioni della parete montuosa s'illuminarono dei colori accesi dell'arcobaleno. Elaine si perse nei riflessi iridescenti delle formazioni minerali che si abbarbicavano sulle pendici della montagna, stregata dalla mutevolezza dei toni chiari e scuri, vividi in ogni loro sfaccettatura.

    "Sembrano avere vita propria."


    Distolse lo sguardo, scuotendo anche Harper dallo stesso effetto mesmerico prima che ne fosse completamente rapito e riportò alla memoria gli insegnamenti impartiti da Mekrau. Sebbene la struttura esteriore fosse simile a quella dei comuni minerali osservabili in natura, gli esemplari che avevano sotto gli occhi dovevano essere stati esposti ad un qualche tipo di materiale radioattivo o, comunque, ad un fenomeno non meglio identificato in grado di alterarli rendendoli delle trappole percettive.

    «Se li fissassimo troppo a lungo correremmo il rischio di rimanere ipnotizzati e perdere la cognizione del tempo. A quel punto qualsiasi mostruosità nei dintorni potrebbe attaccarci ed ucciderdi e noi nemmeno ce ne accorgeremmo.»

    Il cavaliere della Carena scosse la testa con vigore, come se si stesse scrollando di dosso un pesante senso di torpore e tornò in allerta. Elaine avrebbe voluto aggirare l'ostacolo, anche a costo di allungare il cammino, ma in cuor suo sapeva che ogni istante era prezioso per compiere il proprio destino; la fede in Atena la spronò a proseguire. Prima di oltrepassare la fenditura, nell'area si spanse un profumo intenso, prima acre e poi dolce, che ricordava la gardenia in fiore, ma anche il sandalo e poi l'odore pungente dello zenzero, il sentore amaro della liquirizia e quello opprimente della muffa. Coprendosi istintivamente la bocca ed il naso per il timore di essere entrata in un'area contaminata, la giovane proseguì guardandosi attorno con circospezione, imitata dal compagno che aveva smesso di parlare.

    "Se sta zitto vuol dire che ha fiutato il pericolo o che si aspetta delle complicazioni indesiderate."

    In quel momento le sembrò di essere più leggera, di levitare a meno di una spanna da terra o di aver perso parzialmente il senso del tatto. Guardò ai suoi piedi e vide alcuni sassolini galleggiare in aria, privi di peso come tante bolle di sapone pronte a perdersi oltre le nubi grigie e dense dei picchi montuosi più alti. Ora avevano la conferma della straordinarietà di quei fenomeni che si erano avvicendanti nel giro di una manciata di minuti, compresa l'alterazione di alcune leggi fisiche fondamentali. Elaine richiamò il cosmo mantenendolo in uno stato di quiescenza, pronta ad utilizzarlo qualora ve ne fosse stato bisogno; insieme ad Harper, superata la fenditura, entrò si ritrovò in un grande spiazzo la cui superficie era liscia e priva di imperfezioni.

    "Qualcuno ha scavato in profondità e si è perfino preoccupato di lasciare un punto di raccolta per tornare indietro."

    Fu questa l'impressione che le diede quella zona, ricavata artificialmente dal cuore della montagna chissà quanto tempo prima. Di fronte a loro, al limitare dello spiazzo, si estendeva un'ampia caverna le cui profondità, buie e rocciose, si perdevano oltre la vista. Come tante piccole scintille d'energia maligna, un gruppo di creature aberranti uscì dai recessi dell'antro sciamando verso lo spiazzo e strillando il proprio odio. Quei corpi grotteschi si muovevano su una miriade di appendici e la loro pelle sgargiante cozzava con la realtà al punto da produrre delle sfocature nei punti più spigolosi delle braccia, delle gambe e delle protuberanze tentacolari che partivano dal cranio e si agitavano convulsamente nell'aria, come se fossero delle caricature terrificanti dei capelli umani. Tra questi abomini alcuni pareva composti interamente da un fuoco la cui tonalità riprendeva quella dei minerali iridescenti all'esterno della montagna. Elaine ne contò dieci ma, prima di poter realizzare il da farsi, vide Harper scattare in avanti ed ingaggiarne cinque, tenendoli occupati così da dividere il potenziale offensivo che avrebbero potuto esprimere appieno se fossero rimasti uniti.
    Le risate squillanti delle creature riempirono la caverna soffocando qualsiasi altro suono, mentre le loro mani ungulate scricchiolavano assecondando delle torsioni articolari innaturali; di punto in bianco scagliarono una selva di proiettili infuocati dai colori cangianti, sintetizzati dai loro corpi che, probabilmente, erano collegati ai minerali che avevano attirato l'attenzione di Harper ed Elaine pochi minuti prima. Erano di piccole dimensioni, ma quello che più preoccupava la giovane erano proprio quei colori sgargianti ed innaturali che le trasmettevano un senso d'angoscia, superato soltanto dall'impressione di essere di fronte ad esseri che incarnavano l'essenza stessa della discordia.

    "La realtà è più complessa di quanto possiamo immaginare, Elaine. La nostra mente può pensare la materia, figurarsela in modo diverso dalla sua manifestazione reale e, i più saggi tra noi, riescono perfino a manipolarla. Tutto ciò che ha un peso, una forma ed una direzione è soggetto alla sua controparte che, di converso, non avrà peso né forma e la sua direzione sarà opposta a quella dell'originale."

    Il suo cosmo arse, oro screziato che riprendeva i tratti degli occhi color ambra, mentre l'aria intorno si mosse leggermente in armonia con il potere psicocinetico invocato in difesa del suo corpo privo di armatura.

    "Grazie, maestro, vi devo la vita."

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    Nel momento in cui i proiettili si trovarono a meno di un metro di distanza da Elaine furono intercettati da una forza invisibile che ne deviò la traiettoria, respingendoli uno ad uno verso i mostri che li avevano lanciati, cercando di tenere Harper fuori dalla linea di fuoco; nei punti di contatto tra i proiettili e lo strato psicocinetico l'aria s'increspò generando delle distorsioni concatenate del tutto simili ad onde concentriche. Due piccole gocce di sangue le colarono dal naso fino al mento ma, proprio come era accaduto durante il rituale di rigenerazione, Elaine rimase con entrambe la braccia alzate di fronte a sé, concentrata in quella difesa che racchiudeva il suo unico attacco.





    NARRATO | PARLATO | "PENSATO"| *TELEPATIA*| ??


    • FISICAMENTE:➛ Parametri nella norma.

    • MENTALMENTE:➛ Concentrata.

    • STATUS CLOTH :➛ x


    • RIASSUNTO AZIONI :➛ Approfitto dell'aiuto di Harper che si becca metà del gruppone e mi concentro sui mostri restanti, creando uno strato psicocinetico che pongo di fronte a me, in modo da intercettare i proiettili in arrivo e rispedirli al mittente con tanti saluti [dif.+att.].
      Per il momento ho optato per una difesa semplice, visto che è il primo vero confronto di Elaine con dei mostri così forti, inoltre c'è da considerare l'assenza di cloth, quindi meglio evitare di finire arrostiti :zizi:

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    Edited by Kalego - 31/1/2024, 18:56
     
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    Le energie oscure infuse in quei proiettili vengono incanalate secondo la tua volontà, costrette a seguire gli ordinati flussi del potere psionico da te scatenato, respinte contro chi le ha scagliate.
    Le creature vengono investite in pieno dai loro stessi poteri, bruciate dalle fiamme blasfeme che avevano inteso scatenarti contro: non senti odore di carne bruciata o vedi questi gusci abominevoli ritrarsi e piegarsi, anneriti dal fuoco, invece semplicemente esplodono in una vampata di fiamme iridescenti, svanendo nel nulla più totale. Hai la netta sensazione che, distruggendo questa manifestazione fisica, le loro essenze siano state attirate in un luogo lontano; come se i loro corpi non fossero stati altro che contenitori per una manifestazione temporanea.
    Una vampa di calore proveniente dalla tua destra ti distrae da questi pensieri, girando lo sguardo vedi che Harper, ancora avvolto da fiammelle, si è liberato dei suoi nemici; noti che è stato ferito superficialmente, battendo la testa con il palmo della mano un paio di volte come per riprendere concentrazione sulla situazione attuale, ma è altrimenti intonso.

    Più procedete all'interno della caverna e più si verificano gli strani fenomeni visti in precedenza, con ancora maggiore potenza e intensità. Ad ogni passo i tuoi pensieri si fanno ingarbugliati e caotici, quasi insensati, andando secondo linee di pensiero che vanno avanti all'infinito mentre la presa delle leggi della fisica si fa sempre più tenue; devi fare uno sforzo cosciente per prendere la giusta direzione e non andare a destra invece che a sinistra, ma cos'è la destra? Cosa stai facendo qui, cosa sono i tuoi passi in fin dei conti? Sei sicura di poter andare in sole due direzioni? Cos'è una direzione? Cos'è due? Uno più uno fa due, no? No. Non è così, pensandoci meglio, in questo luogo può anche essere tre, ma se questo il caso allora in che modo cambia la matematica intesa come sistema? Dovresti pensarci bene, ma cos'è un pensiero?

    Di nuovo ti distogli da questa insensata serie di riflessioni per renderti conto di essere giunta alla fine del tragitto, un'ampissima stanza naturale che l'epicentro di questa follia.
    Vedi quattro fenditure nel tessuto spaziale, al cui interno c'è un oceano di pura energia. Oltre, quasi a fare da contraltare a queste blasfeme energie avverse all'esistenza, c'è un qualcosa che sembra essere un faro di pura sanità e luce salvifica.

    Vedi, depositata su una conformazione rocciosa perfettamente circolare, sospesa in alto da insensati flussi gravitazionali, la Sacra Armatura dell'Ariete. La riconosci immediatamente, non hai neanche bisogno di pensare, la perfezione di quell'artificio, per qualcuno di istruito nella scienza delle armature, è inconfondibile. Ma perché è qui e non al sicuro al Grande Tempio, dove tutte le armature si trovano in attesa di un proprietario?
    La vedi in lontananza, avvolta da una barriera di strano materiale traslucido e trasparente che brilla di energia psionica latente, ma nelle sue vicinanze vedi splendere altre luci multicolore, stavolta molto meno rassicuranti, che capisci essere conduttori di energie blasfeme verso la Sacra Armatura. Dovresti avvicinarti di più all'armatura per capire esattamente cosa sta succedendo.
    Le quattro fenditure tremolano, e da esse emerge un'altra decina delle orribili creature di prima ma, prima che possano lanciarsi contro di te, è Harper a parlare.
    Vai a vedere l'Armatura, mi occupo io di questi.
    Non ti da neanche il tempo di rispondergli, salta in avanti sospinto da un'improvvisa corrente d'aria, compiendo un'agilissima evoluzione in volo mentre fiamme si concretizzano sul suo pugno; quanto tocca terra un'esplosione di energia rovente scaraventa via la prima ondata di creature, ma altre ancora sembrano prenderne il posto.

    Se vuoi andare verso la Cloth, questo è il momento.
     
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    ELAINE | ARIES | ENERGIA BLU

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    - Ars 05 -
    Twinkle Twinkle



    Esiste il mondo ed esiste la materia, esistono i pensieri ed esiste, ovviamente, la possibilità che non si avverino. Le creature li avevano attaccati a vista, senza un'evidente motivazione, spinte da una furia cieca scaturita dalla loro stessa natura e, proprio per questo, punite dall'ordine regolatore generato dai poteri psionici di Elaine. I proiettili infuocati le investirono in pieno ma queste, invece di rimanerne ferite, persero semplicemente la forma ed esplosero in ondate infuocate iridescenti, incapaci di rimanere ancorate al piano materiale. Per quanto poco ne sapesse al riguardo, la giovane intuì che una concentrazione energetica così intensa ed instabile non potesse null'altro che un'emanazione transitoria, inadatta a sussistere per lungo tempo in condizioni avverse.

    "Da dove arrivano queste creature? Cosa sta succedendo alla montagna?"

    Il cosmo di Harper, accompagnato dalle alte fiamme scarlatte che Elaine aveva imparato a riconoscere, si chetò ed il gruppo di mostri che stava fronteggiando si dissolse in un turbinio di vampe cangianti; scosse enrgicamente la testa ed alzò il pollice verso Elaine, pronto a continuare l'esplorazione.

    «Hai davvero combattutto il fuoco col fuoco!»

    Era una battuta stupida, ma le strappò ugualmente un sorriso sincero. Tolta qualche piccola abrasione, il cavaliere della Carena sembrava essersela cavata egregiamente, dimostrando ancora una volta di avere ben più risorse di quanto apparisse. Camminarono a lungo, superando cunicoli stretti e bui che risuonavano dell'eco dei loro passi; più si addentravano nel cuore della montagna, più i fenomeni che avevano osservato in precedenza si presentavano, se possibile, con maggiore intensità. Elaine si ritrovò a pensare continuamente alla colazione che consumava tutti i giorni, da bambina, a Nottingham, insieme alla nonna ed ai genitori, incapace di lasciar andare quella memoria se non per il tempo sufficiente a riformularla da capo. Harper era ammutolito e cercava maldestramente di resistere all'impulso di tornare sui propri passi ogni volta che avanzava di qualche metro. Qualsiasi fosse il fenomeno innaturale che stava stravolgendo il bioma e la fisica di quel luogo, attecchì ferocemente su entrambi, portando quasi al collasso le funzioni cerebrali di Elaine.
    Senza volerlo, si ritrovò a porsi delle domande futili e, prima ancora di rispondervi, ad andare a ritroso alla ricerca di un'origine remota, implausibile o meno che fosse; di qui la ricerca sulla ricerca dell'origine in un flusso di coscienza destinato a continuare all'infinito.

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    "Se vado a destra finirò sicuramente sotto terra. Se continuo sotto, finirò sopra perché è impossibile che giri a sinistra, è logico. Ho studiato l'alchimia di Lemuria, che poi non è così diverso dall'imparare ad accendere la luce."


    Sentiva le sinapsi bruciare nel tentativo di stare al passo con quei pensieri assurdi, ma non v'era modo di interrompere il circolo vizioso che la incatenava ad una realtà folle, sovrapposta all'originale per uno scherzo del destino.

    "Alla fine perché sono qui? Qui dove, poi? E poi? Poi siamo entrati nella grotta, che è una specie di sasso con un grosso buco al centro, proprio sotto la metà dell'entrata e..."

    "Elaine, bambina mia, torna in te".

    "Come? Io sono in me, dove dovrei essere altrimenti?"

    "La tua volontà può superare qualsiasi barriera, sciogliere tutte le illusioni e le insidie che la vita ti presenterà d'ora in avanti."

    "Posso... io...?"

    La voce somigliava a quella di suo padre, ma anche del maestro Mekrau e, a ben pensarci, ricordava vagamente quella del suo primo mentore, il cavaliere dello Scultore; forse, però, non apparteneva a nessuno di loro. Fu come trovarsi in un labirinto, con il corpo al suo interno e la mente, disincarnata, che osservava tutti i percorsi dall'alto; al centro c'era l'uscita, una vasta camera naturale formata dalle continue erosioni avvenute nel corso dei secoli. Quattro squarci nella trama spazio-temporale rivelavano l'esistenza di un luogo inconcepibile, carico d'energie blasfeme che saettavano da un punto all'altro di un universo sconosciuto. Il solo fatto che la realtà riuscisse a sopportare un simile scempio senza collassare su se stessa, fu un evento sensazionale. Elaine rinsavì a quella vista e, guardandosi attorno, si accorse che anche Harper, a modo suo, aveva ritrovato la ragione e stava fissando un punto in lontananza in cui l'influsso empio sembrava concentrarsi, respinto da una sorgente di luce dorata. Poggiata su una piattaforma rocciosa circolare, sospesa tra flussi gravitazionali privi di logica, la prima delle dodici armature di Atena resisteva a qualsiasi cosa stesse tentando di sopraffarla. La riconobbe immediatamente dalle finiture cesellate e dall'energia sacra che ne promanava, in contrasto netto ed evidente con quella che continuava a fuoriuscire dalle fenditure; l'aria intorno al totem dell'Ariete s'increspava leggermente, alterata da una patina traslucida la cui energia psionica poteva essere percepita anche da grande distanza.
    Altre luci iridescenti s'accesero, una dopo l'altra, vicino alla piattaforma circolare ed Elaine comprese che i flussi blasfemi provenivano proprio da queste. Aggrottò la fronte e strinse il pugno involontariamente, come se fosse stata lei ad essere sotto attacco, e vide che l'ampolla di cristallo aveva raggiunto un'intensità luminosa abbacinante.

    "Devo riportarla al Grande Tempio. Non posso lasciarla qui in balia del Caos, con il rischio che venga risucchiata da uno di quegli squarci."

    Si girò verso Harper, pronta a chiedergli una mano per recuperare l'armatura ma, dalle fenditure, emersero le stesse creature malevole che avevano affrontato poco tempo prima; lo sguardo del cavaliere della Carena era serio e determinato, la sua voce sicura e tranquilla. Stupita da quell'improvviso cambio di atteggiamento, Elaine non poté fare altro che spostarsi mentre Harper, sospinto dalle correnti prodotte dal suo cosmo, ingaggiava battaglia con le aberrazioni, così da consentirle di raggiungere l'armatura.
    Grata del suo aiuto gli rivolse un cenno di ringraziamento con il capo e richiamò il cosmo, iniziando a levitare grazie ai poteri psicocinetici che sembravano, soltanto in parte, in grado di contrastare gli influssi caotici che continuavano a distorcere le leggi della fisica. Alternò grandi balzi guidati dalla forza della mente alla corsa, finché non individuò la conformazione rocciosa circolare, situata molti metri più in alto rispetto al livello del suolo. Sebbene imperfetta e difficile da gestire a causa dell'influsso delle fenditure spaziali, la simulazione di volo che riuscì ad ottenere attraverso la manipolazione psicocinetica fu sufficiente ad avvicinarla all'obiettivo. Strinse la boccetta di cristallo tra le dita, cercando conforto nella sua luce.

    "Qualsiasi cosa accada, tu verrai con me."







    NARRATO | PARLATO | "PENSATO"| *TELEPATIA*| ??


    • FISICAMENTE:➛ Parametri nella norma.

    • MENTALMENTE:➛ Concentrata.

    • STATUS CLOTH :➛ x


    • RIASSUNTO AZIONI :➛ Ringrazio Harper e sfrutto la psicocinesi per utilizzare una forma di volo imperfetta così da avvicinarmi all'isolotto roccioso sul quale si trova la cloth. Ho tirato in mezzo la boccetta di cristallo con la luce per flavour, ma se non va bene fammi sapere che modifico :zizi:

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    Il tuo volo è accompagnato da vampe di calore e luci che brillano oltre la coda dell'occhio; vedi tante altre creature emergere dai portali in un'orda senza numero che, per ora, si infrange contro il bastione incrollabile della resistenza di Harper. Sai che non potrà resistere all'infinito, prima o poi sarà sopraffatto nel tentativo di darti quanto più tempo possibile.

    Una volta giunta sulla piattaforma la luce diventa rovente al tatto, così tanto da quasi costringerti a perdere la presa, ma prima che tu possa farlo il bagliore di luce stellare va oltre la sua prigione fisica e si infrange contro la barriera psionica, dissolvendosi in essa.
    Da vicino sembra così sottile e trasparente, una lastra di vetro multicolore che apparentemente non potrebbe fermare nulla, eppure sai essere concretizzazione fisica di puro potere mentale: la sua durezza è ineguagliata, l'energia che lo compone sarebbe capace di deflettere ogni cosa.
    Poi, dopo qualche istante di contatto con la luce, la barriera cade. Ora che sei lì puoi posare gli occhi sulle fonti di quel bagliore blasfemo, della luce cangiante che incanala poteri oscuri; la piattaforma intera, e in parte la sacra armatura, sono ricoperte di strani simboli. Disposti in gruppi di nove, riconosci essere un particolare tipo di costrutto parte di un rituale, non solo tramite per forze blasfeme ma un'ancora che impediscono alla Cloth di tornare dove dovrebbe essere.
    I tuoi studi pagano: cogli subito che lo scopo del rituale è quello di sostituire la scintilla divina dell'armatura con una stilla di entropia. Per ora ogni tentativo è stato respinto, il sacro potere della Cloth è troppo vasto per essere così soffocato, ma non puoi sapere per certo se sarà sempre così. Anche solo il dubbio che questo assoluto orrore possa verificarsi ti deve far agire con urgenza per liberare l'armatura prigioniera.

    La determinazione lascia immediatamente spazio ad altre realizzazioni.
    Per rompere questi metaforici legacci tu, il cui cosmo è già parzialmente armonizzato alla costellazione, dovrai far ardere in te il potere delle stelle nella sua massima estensione e anche oltre per un periodo di tempo prolungato. Anche se avessi la protezione di una Cloth tramite la quale incanalare le tue energie, probabilmente non è un processo al quale sopravvivresti. Senza? E' un suicidio.
    Dubbio scivola nella tua mente, sussurrando pensieri velenosi: Mekrau sapeva di ciò?

    Ti ha mandata qui a morire?

    Sei pronta a dare la vita per fare la cosa giusta?

    CITAZIONE
    Note: quanto vale la tua vita?
     
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    elaine gold aries {VII} energia blu

    Twinkle Twinkle
    post VI

    Nell'aria danzavano le fiamme di Harper e quelle dei mostri, avvinghiate in una danza infernale in cui una voleva prevalere sull'altra senza mai raggiungere lo scopo. Elaine si sentì in colpa per aver lasciato indietro il compagno, ma sapeva che il recupero dell'armatura sacra dell'Ariete aveva la priorità su ogni cosa; il contatto con la piattaforma di pietra le ustionò i palmi delle mani, facendola lacrimare dal dolore. L'ampolla, di propria volontà, levitò a mezz'aria e la luce abbagliante che si muoveva al suo interno si liberò dai vincoli di cristallo, toccando la barriera traslucida per poi dissolversi, come se non fosse mai esistita. Quella strana patina, talmente sottile da sembrare un inutile orpello, s'increspò, rimanendo intatta e strettamente avviluppata all'armatura. Mentre si issava sulla piattaforma, Elaine ricordò alcuni trafiletti dei vecchi manuali d'alchimia riguardanti la storia delle armature d'oro, ed un'eco lontana, un riverbero nella sua anima, le disse che testimoniavano il vero.
    Il potere psionico trasudava dalla barriera con una forza spaventosa, rimanendo in equilibrio nonostante la realtà stessa faticasse a conservare la propria logica. La capacità di resistere ad ogni male, di perseverare quando la speranza viene meno e tutti l'hanno abbandonata per la disperazione; essere il bastione insuperabile che arresta la marea durante la tempesta, il guardiano che muore con la spada ancora in pugno.

    «Avalon»

    Parlò senza riflettere e si morse le labbra, pentendosi del pensiero stupido ed infantile che la vista dell'armatura le aveva suscitato. Lì, nel cuore della montagna, non c'era nessuna Avalon e nessun eroe poteva reclamare alcunché. La battaglia infuriava vicino alle fenditure e sembrava che l'afflusso di creature fosse destinato a proseguire ancora a lungo, segnando la fine di Harper, la sua e l'inizio di una minaccia per tutto il Jamir.

    "Se sono manifestazioni fisiche di un'altra dimensione, finché i portali rimarranno aperti e l'energia scorrerà nel nostro mondo, gli esseri continueranno a formarsi"

    La protezione psicocinetica vibrò nuovamente e le parve di sentire un canto lontano, sofferente, una richiesta d'aiuto sussurrata da un essere che non poteva parlare, ma sentiva e pativa tanto quanto le altre creature che abitavano la Terra. La barriera cadde e le luci empie pulsarono con maggiore intensità, stridendo di un'energia entropica in dissonanza con il creato; coperta di simboli dalla foggia esoterica, l'armatura resisteva ad un potere altrettanto antico che tentava di insinuarsi nel suo nucleo divino. Elaine aguzzò la vista, cercando di comprendere il significato di quei vincoli - tali erano e si trovavano in gruppi da nove, occupando perfino l'ampia piattaforma di pietra - ma le conoscenze dell'arte lemuriana e la semplice logica furono insufficienti per scoprirne l'origine; esisteva un rituale, la cui menzione nei testi lasciati dal suo mentore era assai più breve di un paragrafo, in grado di contaminare la santità del cosmo divino e corrompere, di conseguenza, qualsiasi cosa fosse stata prodotta con il suo ausilio. La scintilla divina sarebbe stata sostituita con quella impura dell'entropia.
    Un brivido di repulsione le fece serrare i pugni e la convinse ad agire, prima che l'opera di Atena diventasse uno strumento del male asservito ai poteri corrotti che piagavano la Terra da ormai lungo tempo.

    "Per qualche ragione sono legata a questa armatura. Entrambe splendiamo sotto lo stesso cielo, anche se la mia luce è meno intensa e pura."

    Camminò e bruciò il cosmo per farsi coraggio, lasciandosi confortare dal tepore dorato che l'avvolgeva come una coperta, per un istante simile al mitico vello dell'ariete, rubato da Giasone per intercessione di Medea. Le tornarono alla mente le parole di Mekrau, ora chiare di fronte a quello scenario apocalittico. Doveva seguire il destino, ma se fosse stato tutto orchestrato dal vecchio fabbro?

    «Cosa cambierebbe? Per interrompere questo scempio è richiesta una sintonizzazione perfetta con Hamal. Qualsiasi altro tentativo sarebbe stato inutile»

    Si fidava del maestro, nonostante il tarlo del dubbio la portasse ad elaborare pensieri che non gli rendevano giustizia. Forse aveva soltanto sfruttato l'occasione nel momento in cui il suo cosmo era entrato in connessione con la costellazione del primo Re Santo, sperando che potesse occuparsi di un problema di cui era già a conoscenza.

    «È impossibile. Se Mekrau l'avesse saputo, avrebbe inviato una missiva al Grande Tempio; il recupero di una delle dodici armature sacre non è un argomento banale da passare sotto silenzio»

    Parlava anche se nessuno poteva sentirla, per mantenere la lucidità di fronte ad una decisione che aveva già preso. Arrivò vicino all'armatura e sgombrò la mente, lasciando il cosmo libero di fluire al massimo della potenza. Minori erano le restrizioni applicate alla canalizzazione, maggiori erano la quantità e la portata dell'energia siderale rilasciata, anche a detrimento del corpo. Toccò l'oro con le dita sottili e subito sentì il magone che la opprimeva iniziare a sciogliersi, come se l'armatura la stesse rassicurando. Stirò le labbra in un sorriso amaro.

    «Vuoi aiutarmi anche se cercano di distruggerti? Anche se sei tu, a dover essere salvata? Per qualche ragione mi ricordi nonna Elaine: fragile ma impossibile da spezzare. La sua caparbietà non aveva eguali»

    Chissà per quale ragione lo disse. L'immagine di sua nonna le dava forza, più di quella di sua madre o di qualsiasi altra persona avesse avuto importanza nella sua vita. La vecchia Elaine, dicevano a Nottingham, era una donna dall'animo forte e gentile, sempre pronta a concedere il suo aiuto a chiunque ritenesse meritevole. "La gente ti chiederà le cose più strane ed i favori più disparati, Elaine, ma tu dovrai capire chi di loro lo farà perché ne avrà davvero bisogno e chi, invece, lo farà per sfruttarti"; sua nonna glielo ripeteva sempre quando la trovava di cattivo umore. Si volevano bene e si capivano con uno sguardo, ma erano troppo orgogliose per dirselo apertamente. Ecco, sebbene potesse apparire come una blasfemia agli occhi dei credenti, la giovane Elaine non poteva fare a meno di accostare l'armatura d'oro alla figura della nonna che, fino all'ultimo, aveva lottato per continuare a vivere, per non lasciare sola sua nipote in un mondo in rovina.


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    Il cosmo avvampò e le clavicole iniziarono ad incurvarsi sotto il peso di una pressione invisibile. Due grossi ematomi scuri le chiazzarono la pelle, ma lei serrò le labbra fino a farle sbiancare: nemmeno un gemito di dolore sarebbe uscito dalla sua bocca. Più il dolore cresceva, più il flusso cosmico diventava abbondante e le ferite s'aggravavano. Se il suo destino era quello di spegnersi in un lampo di luce, lo avrebbe seguito senza lamentarsi.



    feRRnnarrato parlato pensato °telepatia°

    fisico clavicole lussate
    mente Determinata
    stato cloth
    riassunto azioni Mi avvicino all'armatura, la tocco ed inizio a stabilire una connessione con questa canalizzando il cosmo. I danni derivanti dall'utilizzo del cosmo senza la cloth iniziano subito a farsi sentire :zizi:

    Heavenly Blacksmith

    Il retaggio degli alchimisti lemuriani continua a perpetrarsi, di generazione in generazione, attraverso il passaggio dei loro segreti più reconditi, tra i quali quelli della creazione e riparazione delle sacre armature che proteggono i cavalieri di Athena. Elaine è in grado di entrare in contatto e percepire l'anima di queste grazie ad una particolare modulazione del cosmo, comprendendone la natura, la storia ed i punti deboli così da poterle riparare attraverso degli specifici rituali. La manipolazione dell'Oricalco, del Gammanium e della Polvere di Stelle è uno dei tratti distintivi dei cavalieri dell'Ariete, portato di un'antichissima tradizione risalente all'epoca dei Re Santi, quando l'umanità era ancora schiava dell'antico Yig e, tutt'ora, l'unico metodo conosciuto per riparare le armature dei fedeli paladini del Grande Tempio.
    Attraverso il proprio cosmo Elaine è in grado di creare e sfruttare naturalmente la Polvere di stelle, riuscendo a scinderla nei suoi elementi costitutivi. Questo procedimento conduce alla formazione di due tipi di tecniche assolutamente peculiari, le Starlight Techniques e le Stardust Techniques.
    Nelle Starlight Techniques (☼) la componente luminosa è preponderante e consente al Custode della Prima Casa di sprigionarne il potere dannoso che si manifesta al semplice contatto con la materia. La profonda conoscenza del minerale, inoltre, permette ad Elaine di mantenere sopiti gli effetti dannosi della luce, così da utilizzare l'elemento esclusivamente in chiave strategica, ad esempio legandolo alla capacità di teletrasporto di cui lei stessa dispone o, in alternativa, o tentando di spostare un bersaglio contro la propria volontà [quest'ultimo caso è fortemente dipendente dal divario energetico]. In ultima istanza, ma non per questo meno importante, è utile rilevare che, attraverso la manipolazione della Polvere di Stelle, Elaine dispone della capacità di sigillare, qualora dovesse essercene bisogno, tutti quegli attacchi che interagiscono con la trama spaziale alterandola rispetto alla struttura originaria.
    Nelle Stardust Techniques (☀) la composizione peculiare della Polvere di Stelle, unita al cosmo del cavaliere dell'Ariete che ne amplifica la densità e l'emanazione, le rende, di fatto, estremamente pericolose anche per gli avversari che eguaglino il potere del cavaliere della Prima Casa. Elaine, nella preparazione di queste tecniche, può attingere facilmente a grandi quantità di cosmo [sempre nei limiti del proprio livello energetico] così da aumentarne la potenza e tentare di surclassare i propri nemici.


    Crystallized Ergo
    Padrona della propria mente al punto da essere considerata, anche tra i pari, la più esperta detentrice di poteri psicocinetici, Elaine ha raggiunto un livello di maestria tale nel controllo di questa capacità da riuscire a plasmare dei costrutti unici. Composti dall'aggregazione di quello che, percettivamente, appare come un cristallo diafano ed incredibilmente malleabile, tali costrutti sono in grado, all'interno di apposite tecniche, di interagire ed interferire con quei poteri considerati difficili da trattare. Il cavaliere, attraverso le tecniche difensive costitute dal cristallo, sarà in grado di difendersi da attacchi di natura spirituale, psionica o che vadano ad intaccare la struttura spaziale, come ad esempio le capacità di teletrasporto. Le formazioni cristalline prodotte saranno, sempre in base al divario energetico in gioco, difficili da distruggere, come se disponessero di durezza straordinaria; modellate in forme semplici, saranno però inadatte ad essere manipolate per portare azioni offensive dirette agli avversari.
    La massima espressione della resistenza ed elasticità del cristallo risiede nella capacità di deflettere, rilanciandole indietro al mittente, quelle degli avversari, tenendo sempre in considerazione l'eventuale differenza energetica. Differentemente dall'abilità costrutti, il cristallo psionico può essere sostenuto sul campo di battaglia dal cosmo di Elaine soltanto fino all'esaurimento del suo utilizzo.


    Reality Through Matter
    "Se la realtà è composta di materia, è nostro compito modellarla per poter proteggere le persone che amiamo". Le parole del vecchio mentore di Elaine sono state le fondamenta della sua dedizione alla causa di Athena, nonché lo stimolo necessario ad approfondire lo studio e quella che sarebbe diventata, col tempo, la maestria in uno dei poteri più complessi a disposizione dei cavalieri dell'Ariete: la psicocinesi. Grazie alla propria indomita volontà, Elaine è in grado di controllare e manipolare la materia in diversi modi, attraverso morse psicocinetiche, movimenti di oggetti nello spazio dopo che questi siano stati energizzati dal cosmo, oppure un maggior incremento delle prestazioni fisiche. La precisione della manipolazione dipende sempre dal livello energetico del cavaliere d'oro, ma le applicazioni consentite sono strabilianti. Un incremento di velocità, forza e perfino una rudimentale capacità di volare possono essere garantite dalla padronanza psicocinetica di Elaine, sebbene sia impossibile raggiungere l'efficienza ed il controllo propri delle abilità straordinarie. La perfetta concentrazione acquisita dalla custode della Prima Casa, unita a questo potere versatile, le permette di tentare di influenzare i movimenti dei propri nemici qualora il divario energetico lo consentisse, e di rivolgere contro di loro gli stessi attacchi che la minacciano [solo se il livello energetico del personaggio è superiore a quello dell'avversario].
    Qualora fosse proibitivo sfruttare la psicocinesi per rispedire le offensive al mittente [il livello energetico del personaggio è inferiore a quello dell'avversario], sarebbe ugualmente possibile defletterne una parte, strutturando la difesa in maniera consona rispetto al colpo ricevuto. Forte di questa capacità mentale fuori dall'ordinario, Elaine è in grado di difendersi da altri poteri ad essa correlati, quali illusioni o forme di influenza mentale in senso lato; l'integrità di un cavaliere si misura partendo dal perfetto equilibrio tra psiche, corpo e spirito.


    Reality Through Mind
    L'alterazione della realtà può dipendere da vari fattori, tra i quali quelli indotti dalla capacità di interferire con i cinque sensi delle creature e, nel caso di Elaine, anche con i sensi superiori, prerogativa dei guerrieri dotati di cosmo. Il potere mentale del cavaliere può generare miraggi, sensazioni illusorie e falsate del percepito estremamente realistiche, difficili da discernere e contrastare in assenza di capacità mentali altrettanto sviluppate, sempre rispettando il divario energetico presente tra Elaine e l'avversario. Tutto ciò che viene creato da questa abilità non è considerato dannoso a livello di interazione diretta, ma può dare l'impressione del dolore ed essere utilizzato per portare a compimento azioni diversive efficaci, complice la possibilità di riprodurre fedelmente l'emanazione cosmica di individui incontrati in precedenza dal cavaliere d'oro. Elaine, inoltre, è in grado di concretizzare l'energia mentale in un materiale unico che prende il nome di psicoplasma, le cui caratteristiche intrinseche gli consentono di interagire con altri oggetti aventi una propria fisicità. Esso è solido, semitrasparente ed inerte, completamente inodore e privo di particolarità che lo rendano identificabile attraverso il gusto e l'olfatto; uno sguardo poco attento potrebbe facilmente confonderlo con il vetro. Facile da distruggere, anche col minimo sforzo, è tuttavia estremamente utile, in quanto riesce a dare sostanza fisica alle illusioni così da migliorarne la veridicità grazie ad una maggior presa sulle percezioni visive e tattili di chiunque vi entri in contatto.
    È possibile addirittura creare una forma umanoide in grado di sostenere il peso della propria armatura e farla muovere, attraverso comandi mentali, entro l'area di influenza del cavaliere che l'ha generata. Lo psicoplasma è, in ultima istanza, un rivestimento in grado di dar forma alla fantasia di Elaine qualora sia vincolato alle illusioni da lei prodotte, oppure un'ottima forma di difesa contro la pura energia mentale esercitata dai suoi avversari.

    The Shape of Knowledge: Grazie alla padronanza delle illusioni ambientali, Elaine può percepire, in chiave astratta e puramente concettuale, la natura dei pensieri e dei ricordi dei soggetti con i quali entra in contatto. Si tratta di una sintonia particolare che mette in relazione il cavaliere d'oro con il prossimo, permettendole di ricavare informazioni alle quali, normalmente, non avrebbe accesso, come la voce di un individuo presente in vecchio ricordo o la forma dei vestiti indossati. L'umore e gli stati d'animo possono essere intuiti a partire dalla conformazione dei pensieri del soggetto, visualizzati con colorazioni differenti che ne aiutino la comprensione [puramente scenico]. Perfino il carattere di un individuo può essere ricostruito, con grande sforzo energetico e di tempo, partendo dalla connessione dei singoli ricordi analizzati.


    Everything is Everywhere
    Maestra nella manipolazione della materia, Elaine riesce a sfruttare questa capacità imponendo al proprio corpo di aggirare i limiti spaziali imposti dalle leggi naturali, facendo leva sulle superiori abilità mentali di cui è detentrice. Spostare se stessa, persone consenzienti, oggetti o le tecniche a sua disposizione da un punto all'altro dello spazio attraverso un fenomeno di traslazione particolare, rende i bersagli in questione in grado di scomparire e riapparire con estrema fluidità, quasi non si fossero mai mossi. Ricorrere a questa capacità significa sostituire il normale movimento, aprendo una serie di possibilità strategiche che vanno ad accrescere l'arsenale tattico del cavaliere d'oro, tanto da rendere possibile perfino l'attraversamento delle dimensioni con il giusto apporto cosmico. Una sola volta per duello, inoltre, Elaine potrà evitare completamente sia gli attacchi a singolo bersaglio che ad area portati dai propri nemici.
    I bersagli non consenzienti ed i loro effetti personali, d'altro canto, potranno ugualmente subire gli effetti di traslazione spaziale causati da questa abilità a patto di essere toccati, direttamente o indirettamente [come nel caso di specifiche tecniche], dal potere in questione. La precisione degli spostamenti è legata al livello energetico del cavaliere dell'Ariete, ma la padronanza di questa abilità le consente di bruciare una quantità inferiore di cosmo, in vista del processo di traslazione, rispetto agli utilizzatori di poteri in grado di interagire con la struttura spaziotemporale della realtà.


    Divine's Blessing
    Amore, onore e protezione degli innocenti sono i pilastri sui quali è fondato il codice etico dell'ordine dei cavalieri di Athena, ed ognuno di loro pone l'accento, naturalmente, su quelli che ritiene più vicini al proprio modo di intendere la giustizia. Elaine crede che la difesa degli innocenti sia imprescindibile per conservare la purezza dell'umanità e, quando le sue forze vengono meno impedendogli di agire con la massima efficienza, entra in gioco la preghiera di grazia e benevolenza. Si tratta di un'invocazione ad Athena che consente al cavaliere d'oro di operare in condizioni di forte impedimento [una singola volta per duello] come se non sussistessero affatto, sempre tenendo in considerazione lo status fisico, mentale e spirituale della giovane. Ferite debilitanti, potenti illusioni e addirittura la privazione dei sensi cesseranno momentaneamente di rappresentare degli ostacoli insormontabili per la custode della Prima Casa; la mancanza di arti o le menomazioni in genere, così come quei fattori puramente contestuali generati dagli avversari o presenti sul campo di battaglia, rimarranno tali.




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    L'orrore dell'atra caverna viene infranto da uno splendido bagliore di luce dorata che illumina ogni cosa a giorno, un piccolo sole il cui bagliore è balsamo per i giusti e fuoco mortifero per i nemici del creato.
    Le creature che lo stavano fronteggiando arretrano, bruciate via da quell'improvviso afflusso di sacro potere, l'assalto temporaneamente arrestato; le ferite di Harper sembrano dolergli di meno, ampi squarci e diffuse ustioni e il marcato mal di testa per un attimo dimenticati, mentre guardò quello spettacolo con occhi pieni di lacrime. Non sapeva perché, ma aveva la consapevolezza di star vedendo qualcosa di bello, qualcosa di unico e inimitabile.

    Elaine, il dolore che provi è atroce: senti ogni singola parte della tua essenza ardere nella più agonizzante delle fiamme, vai oltre il confine della sopportazione fisica e lo superi senza esitazione, il tuo corpo letteralmente disintegrarsi sotto il peso del potere sconfinato che ti sta attraversando. Eppure lo fai con orgoglio e abnegazione, con la luce di Atena negli occhi e il suo abbraccio a riscaldarti il cuore; sarebbe abbastanza, non c'è morte migliore che quella al servizio del bene, sai che ogni vero servo della Pallade deve accettare la possibilità di perire per i propri ideali e andare incontro alla morte senza tentennare.
    Come tu hai fatto adesso. Semplicemente perché è giusto farlo.
    Eppure nell'attimo supremo in cui senti tutti i sigilli infrangersi in uno schiocco violentissimo, nell'attimo in cui dovresti estinguerti in un mondo di luce e perdere coscienza di te, questo non accade; la tua coscienza permane per un istante, due, attimi di sublime epifania in cui percepisci l'essenza del tuo cosmo connettersi completamente alla pienezza della costellazione dell'Ariete. Il dolore smette ed è una gioia che non conosce pari, un momento di comprensione sconfinata, un calore che attraversa ogni microscopico brandello della tua anima e la riempie di scopo e potere, trasfigurandola in un tripudio di luce stellare. Senti la tua forma fisica farsi nuovamente concreta, ossa rigenerarsi e muscoli riallacciarsi, e quando recuperi sensibilità senti un trillo come il suono di una campana, un suono che fa tremare la terra nella sua potenza, ma che accoglie l'ultimo stato della tua ascensione.
    Avverti qualcosa poggiarsi su di te, non un implemento esterno ma quasi una seconda pelle, una creatura vivente che urla di gioia per avere finalmente trovato una degna compagna. Quando il bagliore dorato si dissolve porti con te ancora tracce di questa gioia esaltante, guardandoti in basso vedi oro a coprire le tue braccia e l'interezza del tuo corpo, ancora attraversato dalla luce delle stelle più lontane.
    La realizzazione ti coglie, improvvisa: sei tu. Sei sempre stata tu la destinataria di questa armatura, ogni prova e dolore doveva portarti a questo punto. Sei tu il Cavaliere d'Oro dell'Ariete.

    SI' CAZZO!!! WOHOOOO!!!
    La voce di Harper riecheggia nella caverna, spezzando quell'attimo di trance. Lo vedi combattere come un uomo invasato, attraversato da un'onda di sacro fervore che sembra fargli ignorare ogni ferita.
    Pensi di andare ad aiutarlo, ma una nuova sensazione ti raggiunge; una presenza che si fa sempre più vicina, apparendo nella caverna in un tripudio di luce blasfema.


    EJKsSRK

    [FATEWEAVER]



    La creatura fa un verso che può essere definito un ruggito che sembra scuotere il tessuto della realtà stessa in un'onda di pura entropia. Una delle teste ti osserva con infinito disprezzo.
    I nostri piani, così ben studiati, disfatti così!
    L'altra testa continua, parlando con la stessa voce alta e squillante, ma profonda come il suono delle ere.
    Poco importa fratello, strapperemo quell'armatura dalle sue fredde membra. Il futuro è già scritto.

    L'orripilante tinta del suo cosmo si eleva, preparandosi a darti battaglia.

    CITAZIONE
    Note: a te la prima mossa.
    Hai cloth e tutte abilità sbloccate, tutte le ferite curate, sei nel pieno delle forze e dal tuo nemico senti una Blu.
     
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    elaine gold aries {VII} energia blu

    Twinkle Twinkle
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    Dove sono le ombre, lì dimora il male; chi si offre con amore per un bene superiore, senza volere nulla in cambio, accoglie il mistero del divino. Nei pochi anni passati a Rodorio, Elaine aveva imparato poco della ritualità ateniese, tolta qualche formula ricorrente pronunciata dai sacerdoti del Tempio durante le celebrazioni più importanti. Quello che aveva capito, però, era che la fede potesse essere racchiusa in un gesto semplice, un atto spontaneo senza alcuna premeditazione. Ragionare sui motivi di un sacrificio, anteporre la propria incolumità a quella del prossimo e cavillare sulle questioni teologiche erano la diretta conseguenza di un agnosticismo non dichiarato. Elaine non si era mai posta domande sulle ragioni di Atena, né aveva creduto di poterle comprendere, perché la fede rappresentava una scelta individuale e pura e qualsiasi tentativo di giustificarla attraverso la fredda ragione, l'avrebbe soltanto sminuita.
    La caverna fu inondata di luce, ogni anfratto splendette dissipando le ombre che vi si erano annidate come ragnatele; gli squarci smisero, per un breve istante, di vomitare le creature immonde che avevano dato filo da torcere ad Harper. Tutto questo accadde mentre il corpo di Elaine tornava alla polvere, ogni atomo nel mare entropico delle possibilità esistenziali volute dalla natura. Il dolore che sperimentò oltrepassava la concezione umana, perché dove prima c'era un corpo in carne ed ossa ora vorticava un turbine sottile di materia unito, ancora per poco, da una coscienza che stava andando alla deriva.

    "Papà, mamma, sono all'altezza dei Langley? Vorrei rivedervi ancora una volta, soltanto per potervi abbracciare e dirvi che mi dispiace"

    La sua mente avrebbe dovuto riempirsi di ricordi, farle rivivere i momenti più belli della sua vita, dalla nascita al momento in cui aveva iniziato a canalizzare il cosmo per liberare l'armatura dell'Ariete, ma non accadde nulla del genere. Sentì il tocco di Atena, la sua luce calda ed avvolgente ch'era lì, in quel momento, solo per lei e si sentì al sicuro.

    "Prendi ciò che sono; quello che ho da darti è sempre stato tuo"

    Il suono cristallino dei sigilli infranti la raggiunse e poté sentirlo anche senza orecchie per farlo, perché fu la sua anima ad accogliere il rintocco della liberazione. La coscienza iniziò a diradarsi, facendosi nebulosa e distante, un'eco ovattata che si sarebbe persa nel rumore della caverna nel tempo di un battito di ciglia; la volontà divina la risparmiò. Il dolore fece spazio alla gioia e l'idillio della creazione conservò la scintilla della sua anima mettendola a parte dei segreti del mondo e del cosmo, mutando un singolo istante nell'ampiezza dell'infinito. Assisa nella volta celeste, Hamal splendeva come un faro tra isole d'ombra, la sua esistenza un'icona immortale che incarnava la virtù della fortezza.

    «Kαταφεύγετε πρὸς τὴν οἰκίαν μου, ὅτι οὐδενὶ δικαίῳ κακὸν γενήσεται¹»

    Parlò una lingua che non conosceva prima che il suo corpo fosse completamente rigenerato dal volere di Atena, un frammento di conoscenza appartenente, forse, ad un altro cavaliere che prima di lei era entrato in comunione con la costellazione dell'Ariete. Il senso di quelle parole richiamava la missione dei cavalieri del Tempio, il loro dovere ed i principi che ne ordinavano le azioni quotidiane. Lo scheletro di Elaine si formò dalla polvere, poi i muscoli, i tendini, i vasi sanguigni e gli organi tornarono nelle rispettive sedi seguiti da un suono acuto e cristallino che pervase l'interezza della caverna, facendola tremare finché la luce diminuì d'intensità. Gli occhi della giovane si aprirono, posandosi su quel corpo che era un dono divino, e videro lo splendore dell'oro coprirlo, avvolgerlo delicatamente proteggendo ogni giuntura ed ogni punto vitale; la sua fortezza, la sua speranza nel futuro.

    «Sono... io?»

    Sorrise e non riuscì più a trattenere le lacrime; si girò verso Harper e vide che anche i suoi occhi erano lucidi, il vigore ritrovato ed il cosmo più ardente che mai. Le creature diaboliche erano tornate ad incalzarlo ed il primo pensiero di Elaine fu di aiutarlo ad eliminarle il prima possibile, affidandosi al potere della sua costellazione guardiana. L'ascesi le aveva donato una conoscenza antica ed il suo corpo, riforgiato dal desiderio di Atena, era in grado di tradurla meccanicamente, sfruttandola per ottenere una manipolazione cosmica in grado di esprimere tutto il suo potenziale. Una presenza sinistra, orrida nell'aspetto e nell'energia che emanava, apparì in un lampo di luce oscura, ruggendo la propria frustrazione in un'onda concentrica d'entropia che entrò in opposizione con la realtà; il Caos urlava di sdegno di fronte ai suoi piani andati in fumo.
    La creatura bipede aveva ali d'aquila, due teste mostruose, uno draconica e l'altra simile ai grifoni mistici, ed il corpo di un umanoide di proporzioni ciclopiche. Nella mano destra, tra gli artigli scuri, reggeva un bastone contorto alla cui sommità era poggiato un testo blasfemo dai caratteri indecifrabili; parlava la lingua corrente, ma il suono acuto che lasciava le sue fauci sembrava lontano nel tempo e nello spazio. Elaine non ebbe alcun dubbio: prima di aiutare il compagno e chiudere gli squarci dimensionali, avrebbe dovuto disfarsi del mostro.

    °Resisti ancora un po' Harper, presto sarò da te°


    La sua mente processò un piano d'azione dai pochi elementi ritenuti utili, quindi le concretizzò nel miglior modo possibile. Dalla piattaforma rocciosa si levarono una moltitudine di pilastri rocciosi illusori, tutti convergenti verso la creatura, ad imitare una voliera di pietra il cui scopo era quello di ingabbiarla o, comunque, di farla sentire minacciata, nella speranza che almeno una delle teste si dedicasse attivamente a cercare una soluzione; Elaine saltò e, supportata dal potere psicocinetico, si mantenne stabile ad una decina di metri d'altezza prima di ricorrere ad un'altra capacità di cui erano portatori i cavalieri dell'Ariete. La sua figura attraversò lo spazio, sparendo dalla vista e ricomparendo in determinati punti calcolati autonomamente dalla sua psiche, in perfetto equilibrio ed armonia rispetto al tessuto della realtà, sempre più vicina all'obiettivo.

    "Devo tenere impegnate entrambe le teste se voglio coglierla di sorpresa"

    Seguì una traiettoria non lineare, utilizzando anche la proliferazione dei pilastri illusori per ingannare maggiormente i sensi dell'abominio. L'ultimo traslazione spaziale la partò di fronte al nemico, a circa quindici metri di distanza, poi, sorretta a mezz'aria dalla propria volontà, allargò entrambe le braccia e fece fluire la luce stellare in un'onda che si propagò a centottanta gradi, intrisa dello stesso potere che l'aveva accompagnata nella rapida manovra di spostamento.

    "Di qualsiasi cosa sia capace, devo impedirle di usarla a suo piacimento"

    L'emanazione luminosa fu seguita da una serie di raggi abbacinanti, tutti scaturiti dal cosmo stellare condensato sulla punta dell'indice della mancina, in un movimento preciso e fluido simile a quello di un maestro d'orchestra. Quando i raggi sembravano aver raggiunto la destinazione, piegavano ad angolo retto oppure cambiavano improvvisamente direzione, intersecandosi con gli altri fino a formare un cubo attraversato costantemente dagli stessi. Se fosse riuscita a prendere il mostro nel mezzo, la luce stellare avrebbe tentato di colpirlo da ogni punto, complice la manipolazione sottile della traiettoria di ogni singolo raggio.

    "Vediamo se due paia di occhi sono sufficienti a proteggerla"





    feRRnnarrato parlato pensato °telepatia°

    Fisico Perfetto
    Mente Concentrata
    Stato cloth Perfetto, indossata
    Riassunto azioni Utilizzo le illusioni ambientali per creare una serie di pilastri di roccia che partono dalla piattaforma sulla quale mi trovo e tentano di "ingabbiare" il mostro [div.], poi salto e sfrutto sia la psicocinesi per stabilizzarmi a mezz'aria che il teletrasporto al posto del movimento canonico per raggiungerlo [movimento]. L'idea è che tra le illusioni e lo spostamento rapido e discontinuo del TP la creatura faccia fatica a seguirmi con gli occhi e che creda che io abbia abilità che non possiedo (come la manipolazione elementale della terra). Arrivata ad una quindicina di metri di distanza - di fronte al nemico - faccio partire lo Starlight Greater Extinction che, in prima istanza, tenta di spostarlo coattivamente verso la mia posizione [ad.] per poi prenderlo nel mezzo di un cubo fatto di raggi di luce stellare, le cui traiettorie dovrebbero essere difficilmente prevedibili a causa della manipolazione psicocinetica [af.]

    Traduzione approssimativa: Kαταφεύγετε πρὸς τὴν οἰκίαν μου, ὅτι οὐδενὶ δικαίῳ κακὸν γενήσεται¹, Rifugiatevi presso la mia dimora, perché ai giusti non accadrà nulla di male

    Heavenly Blacksmith

    Il retaggio degli alchimisti lemuriani continua a perpetrarsi, di generazione in generazione, attraverso il passaggio dei loro segreti più reconditi, tra i quali quelli della creazione e riparazione delle sacre armature che proteggono i cavalieri di Athena. Elaine è in grado di entrare in contatto e percepire l'anima di queste grazie ad una particolare modulazione del cosmo, comprendendone la natura, la storia ed i punti deboli così da poterle riparare attraverso degli specifici rituali. La manipolazione dell'Oricalco, del Gammanium e della Polvere di Stelle è uno dei tratti distintivi dei cavalieri dell'Ariete, portato di un'antichissima tradizione risalente all'epoca dei Re Santi, quando l'umanità era ancora schiava dell'antico Yig e, tutt'ora, l'unico metodo conosciuto per riparare le armature dei fedeli paladini del Grande Tempio.
    Attraverso il proprio cosmo Elaine è in grado di creare e sfruttare naturalmente la Polvere di stelle, riuscendo a scinderla nei suoi elementi costitutivi. Questo procedimento conduce alla formazione di due tipi di tecniche assolutamente peculiari, le Starlight Techniques e le Stardust Techniques.
    Nelle Starlight Techniques (☼) la componente luminosa è preponderante e consente al Custode della Prima Casa di sprigionarne il potere dannoso che si manifesta al semplice contatto con la materia. La profonda conoscenza del minerale, inoltre, permette ad Elaine di mantenere sopiti gli effetti dannosi della luce, così da utilizzare l'elemento esclusivamente in chiave strategica, ad esempio legandolo alla capacità di teletrasporto di cui lei stessa dispone o, in alternativa, o tentando di spostare un bersaglio contro la propria volontà [quest'ultimo caso è fortemente dipendente dal divario energetico]. In ultima istanza, ma non per questo meno importante, è utile rilevare che, attraverso la manipolazione della Polvere di Stelle, Elaine dispone della capacità di sigillare, qualora dovesse essercene bisogno, tutti quegli attacchi che interagiscono con la trama spaziale alterandola rispetto alla struttura originaria.
    Nelle Stardust Techniques (☀) la composizione peculiare della Polvere di Stelle, unita al cosmo del cavaliere dell'Ariete che ne amplifica la densità e l'emanazione, le rende, di fatto, estremamente pericolose anche per gli avversari che eguaglino il potere del cavaliere della Prima Casa. Elaine, nella preparazione di queste tecniche, può attingere facilmente a grandi quantità di cosmo [sempre nei limiti del proprio livello energetico] così da aumentarne la potenza e tentare di surclassare i propri nemici.


    Crystallized Ergo
    Padrona della propria mente al punto da essere considerata, anche tra i pari, la più esperta detentrice di poteri psicocinetici, Elaine ha raggiunto un livello di maestria tale nel controllo di questa capacità da riuscire a plasmare dei costrutti unici. Composti dall'aggregazione di quello che, percettivamente, appare come un cristallo diafano ed incredibilmente malleabile, tali costrutti sono in grado, all'interno di apposite tecniche, di interagire ed interferire con quei poteri considerati difficili da trattare. Il cavaliere, attraverso le tecniche difensive costitute dal cristallo, sarà in grado di difendersi da attacchi di natura spirituale, psionica o che vadano ad intaccare la struttura spaziale, come ad esempio le capacità di teletrasporto. Le formazioni cristalline prodotte saranno, sempre in base al divario energetico in gioco, difficili da distruggere, come se disponessero di durezza straordinaria; modellate in forme semplici, saranno però inadatte ad essere manipolate per portare azioni offensive dirette agli avversari.
    La massima espressione della resistenza ed elasticità del cristallo risiede nella capacità di deflettere, rilanciandole indietro al mittente, quelle degli avversari, tenendo sempre in considerazione l'eventuale differenza energetica. Differentemente dall'abilità costrutti, il cristallo psionico può essere sostenuto sul campo di battaglia dal cosmo di Elaine soltanto fino all'esaurimento del suo utilizzo.


    Reality Through Matter
    "Se la realtà è composta di materia, è nostro compito modellarla per poter proteggere le persone che amiamo". Le parole del vecchio mentore di Elaine sono state le fondamenta della sua dedizione alla causa di Athena, nonché lo stimolo necessario ad approfondire lo studio e quella che sarebbe diventata, col tempo, la maestria in uno dei poteri più complessi a disposizione dei cavalieri dell'Ariete: la psicocinesi. Grazie alla propria indomita volontà, Elaine è in grado di controllare e manipolare la materia in diversi modi, attraverso morse psicocinetiche, movimenti di oggetti nello spazio dopo che questi siano stati energizzati dal cosmo, oppure un maggior incremento delle prestazioni fisiche. La precisione della manipolazione dipende sempre dal livello energetico del cavaliere d'oro, ma le applicazioni consentite sono strabilianti. Un incremento di velocità, forza e perfino una rudimentale capacità di volare possono essere garantite dalla padronanza psicocinetica di Elaine, sebbene sia impossibile raggiungere l'efficienza ed il controllo propri delle abilità straordinarie. La perfetta concentrazione acquisita dalla custode della Prima Casa, unita a questo potere versatile, le permette di tentare di influenzare i movimenti dei propri nemici qualora il divario energetico lo consentisse, e di rivolgere contro di loro gli stessi attacchi che la minacciano [solo se il livello energetico del personaggio è superiore a quello dell'avversario].
    Qualora fosse proibitivo sfruttare la psicocinesi per rispedire le offensive al mittente [il livello energetico del personaggio è inferiore a quello dell'avversario], sarebbe ugualmente possibile defletterne una parte, strutturando la difesa in maniera consona rispetto al colpo ricevuto. Forte di questa capacità mentale fuori dall'ordinario, Elaine è in grado di difendersi da altri poteri ad essa correlati, quali illusioni o forme di influenza mentale in senso lato; l'integrità di un cavaliere si misura partendo dal perfetto equilibrio tra psiche, corpo e spirito.


    Reality Through Mind
    L'alterazione della realtà può dipendere da vari fattori, tra i quali quelli indotti dalla capacità di interferire con i cinque sensi delle creature e, nel caso di Elaine, anche con i sensi superiori, prerogativa dei guerrieri dotati di cosmo. Il potere mentale del cavaliere può generare miraggi, sensazioni illusorie e falsate del percepito estremamente realistiche, difficili da discernere e contrastare in assenza di capacità mentali altrettanto sviluppate, sempre rispettando il divario energetico presente tra Elaine e l'avversario. Tutto ciò che viene creato da questa abilità non è considerato dannoso a livello di interazione diretta, ma può dare l'impressione del dolore ed essere utilizzato per portare a compimento azioni diversive efficaci, complice la possibilità di riprodurre fedelmente l'emanazione cosmica di individui incontrati in precedenza dal cavaliere d'oro. Elaine, inoltre, è in grado di concretizzare l'energia mentale in un materiale unico che prende il nome di psicoplasma, le cui caratteristiche intrinseche gli consentono di interagire con altri oggetti aventi una propria fisicità. Esso è solido, semitrasparente ed inerte, completamente inodore e privo di particolarità che lo rendano identificabile attraverso il gusto e l'olfatto; uno sguardo poco attento potrebbe facilmente confonderlo con il vetro. Facile da distruggere, anche col minimo sforzo, è tuttavia estremamente utile, in quanto riesce a dare sostanza fisica alle illusioni così da migliorarne la veridicità grazie ad una maggior presa sulle percezioni visive e tattili di chiunque vi entri in contatto.
    È possibile addirittura creare una forma umanoide in grado di sostenere il peso della propria armatura e farla muovere, attraverso comandi mentali, entro l'area di influenza del cavaliere che l'ha generata. Lo psicoplasma è, in ultima istanza, un rivestimento in grado di dar forma alla fantasia di Elaine qualora sia vincolato alle illusioni da lei prodotte, oppure un'ottima forma di difesa contro la pura energia mentale esercitata dai suoi avversari.

    The Shape of Knowledge: Grazie alla padronanza delle illusioni ambientali, Elaine può percepire, in chiave astratta e puramente concettuale, la natura dei pensieri e dei ricordi dei soggetti con i quali entra in contatto. Si tratta di una sintonia particolare che mette in relazione il cavaliere d'oro con il prossimo, permettendole di ricavare informazioni alle quali, normalmente, non avrebbe accesso, come la voce di un individuo presente in vecchio ricordo o la forma dei vestiti indossati. L'umore e gli stati d'animo possono essere intuiti a partire dalla conformazione dei pensieri del soggetto, visualizzati con colorazioni differenti che ne aiutino la comprensione [puramente scenico]. Perfino il carattere di un individuo può essere ricostruito, con grande sforzo energetico e di tempo, partendo dalla connessione dei singoli ricordi analizzati.


    Everything is Everywhere
    Maestra nella manipolazione della materia, Elaine riesce a sfruttare questa capacità imponendo al proprio corpo di aggirare i limiti spaziali imposti dalle leggi naturali, facendo leva sulle superiori abilità mentali di cui è detentrice. Spostare se stessa, persone consenzienti, oggetti o le tecniche a sua disposizione da un punto all'altro dello spazio attraverso un fenomeno di traslazione particolare, rende i bersagli in questione in grado di scomparire e riapparire con estrema fluidità, quasi non si fossero mai mossi. Ricorrere a questa capacità significa sostituire il normale movimento, aprendo una serie di possibilità strategiche che vanno ad accrescere l'arsenale tattico del cavaliere d'oro, tanto da rendere possibile perfino l'attraversamento delle dimensioni con il giusto apporto cosmico. Una sola volta per duello, inoltre, Elaine potrà evitare completamente sia gli attacchi a singolo bersaglio che ad area portati dai propri nemici.
    I bersagli non consenzienti ed i loro effetti personali, d'altro canto, potranno ugualmente subire gli effetti di traslazione spaziale causati da questa abilità a patto di essere toccati, direttamente o indirettamente [come nel caso di specifiche tecniche], dal potere in questione. La precisione degli spostamenti è legata al livello energetico del cavaliere dell'Ariete, ma la padronanza di questa abilità le consente di bruciare una quantità inferiore di cosmo, in vista del processo di traslazione, rispetto agli utilizzatori di poteri in grado di interagire con la struttura spaziotemporale della realtà.


    Divine's Blessing
    Amore, onore e protezione degli innocenti sono i pilastri sui quali è fondato il codice etico dell'ordine dei cavalieri di Athena, ed ognuno di loro pone l'accento, naturalmente, su quelli che ritiene più vicini al proprio modo di intendere la giustizia. Elaine crede che la difesa degli innocenti sia imprescindibile per conservare la purezza dell'umanità e, quando le sue forze vengono meno impedendogli di agire con la massima efficienza, entra in gioco la preghiera di grazia e benevolenza. Si tratta di un'invocazione ad Athena che consente al cavaliere d'oro di operare in condizioni di forte impedimento [una singola volta per duello] come se non sussistessero affatto, sempre tenendo in considerazione lo status fisico, mentale e spirituale della giovane. Ferite debilitanti, potenti illusioni e addirittura la privazione dei sensi cesseranno momentaneamente di rappresentare degli ostacoli insormontabili per la custode della Prima Casa; la mancanza di arti o le menomazioni in genere, così come quei fattori puramente contestuali generati dagli avversari o presenti sul campo di battaglia, rimarranno tali.




    Tecniche

    Starlight Greater Extinction (☼)
    Dalla luce è nata la scintilla della creazione e nella luce tutto verrà consumato. Elaine, richiamando il potere della luce stellare ed allargando le braccia come se volesse abbracciare l'interezza del creato, produce un'emanazione della stessa ad angolo piatto, ponendo se stessa come centro. La luce stellare sarà espulsa in un'unica ondata ed interferirà con oggetti ed esseri viventi con l'unico scopo di forzarne lo spostamento nel punto più congeniale del campo di battaglia [ad.](in base al divario energetico).Una volta avvenuto lo spostamento, Elaine genererà dalla punta dell'indice della mancina un globo di luce stellare dal quale partiranno una serie di raggi luminosi in direzione dell'avversario. Coadiuvati dal potere della psicocinesi, questi devieranno più volte la traiettoria prima di giungere al bersaglio, formando alla fine del percorso un fitto reticolato inscrivibile in un cubo, la cui grandezza è modulabile a seconda dell'energia spesa e della portata concessa dalla stessa, che tenterà di prendere nel mezzo l'avversario. I raggi di luce stellare che formano il reticolato inscritto nel cubo, piegati dalla forza psicocinetica, mireranno tutti all'avversario per danneggiarlo grazie alla loro elevata capacità perforante, oltre alle ustioni inflitte dal semplice contatto [af.].


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    La creatura ruggisce allo svolgersi di questo scontro, spalanca le ali e focalizza entrambe le teste su di te, alto tre metri e dal potere tremendo; sai che questa manifestazione del Caos contiene una frazione del vero potere della creatura, eppure è comunque un nemico dalla forza considerevole e dai poteri occulti. Entrambi i capi si fissano tu di te, guardandoti apparentemente disorientati, ma poi colpisci.
    Nel momento che perde, distratto dalla tua maestria illusoria, attacchi. La tua luce lo raggiunge, traslandolo nello spazio fino alla zona da te scelta, al centro dello svolgersi della tua tecnica; tuttavia la creatura è pronta, e non sarà così facile sconfiggerlo. Entrambe le teste esalando un sospiro di fiamme che serpeggiano attorno al suo corpo, avvolgendolo completamente in uno spesso strato di energia rovente; guardandolo da fuori sembra quasi aver perso natura fisica per essere formato da questa sostanza.
    I raggi di luce stellare impattano contro questa difesa, venendone in alcuni casi respinti o soffocati, ma puoi vedere che in certi punti il potere perforante che hai scatenato riesce a raggiungere la creatura al di sotto.

    Tuttavia non ha la minima intenzione di lasciarti tutta l'iniziativa; onde psioniche serpeggiano invisibili, cercando di insinuarsi nella tua mente. Se dovessero raggiungerla infonderanno in te l'illusoria percezione che il tuo nemico si trovi ancora bloccato al centro della tua offensiva, impossibilitato a sfuggirne. Una preludio al vero attacco che sferrerà, con lo scopo di coglierti di sorpresa e lasciarti impreparata.
    Svanisce dalla prigione in uno sbuffo di fuoco, riapparendo alle tue spalle a una distanza estremamente ravvicinata, concentrando nella punta della sua staffa prima una piccola sfera di fuoco azzurro, che poi si rompe riversando contro di te un flusso continuo di energia rovente che ti travolgerebbe nella tua interezza.
    Nei punto attraversati da questo potere vi è il nulla completo dello zero atomico.




    CITAZIONE
    Note: riesci a telportare il simpaticone nel cubo di pazza luce, lui però si difende avvolgendosi di fiamme per contrastare il tuo attacco, ma ovviamente parte passa e gli fai malino. Ti manda innanzitutto un impulso di illusione mentale per farti credere di essere ancora bloccato lì (Attacco Debole), poi si teletrasporta alle tue spalle, a un paio di metri di distanza, e fa partire un LASERONE continuo di fuoco blu di Tzeentch, che è una fiamma intrisa di Anticosmo (Attacco Forte, Fuoco + Disintegrazione).


    Edited by Luke¬ - 10/2/2024, 13:16
     
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