[Trama] Helsong

Spectre di Hades - Assedio

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    Helsong
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    "Oh gioia, guarda che meraviglia!"

    Disse Kairos con voce eccitata mentre ammirava dall'alto l'inimmaginabile vastità dell'Esercito Infernale. Lo Spectre si era aspettato una reazione veemente, dopo il rapporto da lui fatto ai suoi Signori sulla situazione critica all'interno del condotto creato per collegare Asgard e il Canvas, ma sicuramente non la mobilitazione generale. Laggiù, schierati dinanzi ai portali che si stavano aprendo, erano radunati tutti gli Spectre risvegliatisi in quella strana epoca di cambiamento e tutte le armate del Mondo dei Morti, comprese quelle dei Pianeti Guardiani, che normalmente non avrebbero mai lasciato la propria posizione a difesa del Cielo di Plutone. Del resto, non poteva nemmeno dirsi troppo sorpreso da tutta quella preoccupazione: aprire quel varco era costato una quantità di energia spirituale incalcolabile, e la sua realizzazione era stata resa possibile solamente dalla particolarissima situazione che si era venuta a creare in quel momento specifico, con le forze corrotte che cercavano in ogni modo di aprirsi la strada verso Hel, una situazione che, bisognava essere onesti, non sarebbe più ricapitata in modo così favorevole. "Un pratico accesso ad Hel e ad Asgard", una bella "Porticina sul retro", così la definiva Kairos, deliziandosi del proprio umorismo, ma essa era una parte essenziale del piano del Signore dei Morti e degli Dei Gemelli, ergo, nessuna spesa sarebbe mai stata considerata eccessiva per poterla difendere. Perfino in quel momento così colmo di eccitazione, Mefistofele poteva sentire le anime corrotte graffiare e sfregiare il condotto alla ricerca di un modo per raggiungere il gelido reame della Dea norrena, minacciando di riuscirci o, peggio ancora, di provocare un collasso del semipiano, ancora non pienamente stabile: se lo Spectre fosse stato più potente e con maggior controllo sulle anime, quando aveva effettuato l'operazione, forse sarebbe andata diversamente, o forse no, nessuno poteva dirlo, ma non era quello ad essere importante. Ora dovevano solo pensare a sistemare quel casino sul nascere, evitando anche che, forse, quelle anime si rendessero conto della presenza del Canvas e tentassero di invaderlo, un'opzione remotissima, ma abbastanza spiacevole da dover essere allontanata in modo definitivo.

    Con una risatina, Kairos si spostò dinanzi all'immane esercito pronto alla partenza, la surplice che gli sfavillava tenebrosamente addosso, le braccia spalancate con fare istrionico. Si inchinò, beffardo come suo solito, levandosi il diadema come un gentiluomo avrebbe fatto con il cappello.

    "Stelle Malefiche, Camerati delle Legioni Infernali e dei Cieli, ascoltate! La situazione ormai dovrebbe essere chiara a tutti voi: dobbiamo preservare l'opera tanto voluta dal Nostro Padrone, l'incommensurabile Ade, Signore di Ogni Cosa, a costo delle nostre stesse esistenze. Le anime corrotte che si stanno riversando le semipiano dal nostro perduto e compianto Averno, minacciano la sua stabilità, rosicchiano e raspano come vomitevoli ratti di fogna alla ricerca di un ingresso verso Hel e chissà, forse addirittura verso di noi!"

    Fece una pausa teatrale.

    "Ora, le forze di Hel sono già in movimento, i feroci Lupi di Niflheimr si muovono in sadici branchi famelici, fiutano e sbranano qualsiasi possibile minaccia per il loro reame. Sia essa una minaccia reale o meno. Pertanto, Compagni, sarebbe gradito che voi ne steste molto alla larga, lasciate che difendano il proprio mondo da soli, mentre noi mettiamo in sicurezza la nostra piccola opera segreta. Voi dovete solo cercare, trovare e distruggere più nemici che potete, mentre IO mi occuperò della mia amata creazione e farò in modo di sigillare ogni faglia da cui quelle anime briccone saltino fuori."

    Facile a dirsi, e forse anche a farsi: riusciva infatti a percepire anche da lì che i problemi sembravano provenire da un punto ben preciso, particolarmente affollato da anime e quindi, sicuro come la sua perfidia, di Lupi mostruosi a caccia delle stesse.

    "Avanti, Figli della Morte, andate e trionfate nel nome dell'Unico Vero DIO! Per Hades!"

    Si inchinò nuovamente, teatrale ed istrionico come non mai, mentre le legioni lanciavano i loro gridi di guerra, prima di entrare in azione, lanciandosi nei portali che li avrebbero condotti alla loro ultima destinazione. Avvenne tutto sorprendentemente in fretta, invero, tanto che, alla fine, in attesa erano rimaste solamente due figure, alte e fiere, nella vastità del nulla. Kairos sorrise con gaudio, atterrando piano, rimettendosi l'elmo cornuto con espressione maligna in volto. Il piano non era stato interamente una sua idea, ma non poteva dire che avrebbe scelto accompagnatrici diverse da quelle. Un mantello di nere tenebre lo avvolse, mentre picchiava i tacchi della surplice come un danzatore euforico e si inchinava nuovamente, questa volta con una riverenza così scomposta da risultare grottesca, dinanzi al Sommo Giudice degli Inferi e alla Donna Scarlatta.

    "Sembra proprio che sia il mio giorno fortunato, non sarò accompagnato da una sola mirabile figura ma addirittura da due! Sono a dir poco estasiato, mie amate colleghe. E S T A S I A T O! Ma ora, basta cianciare, che abbiamo una fretta del Diavolo! AH!"

    Diede loro le spalle, ridendo follemente, le braccia tese in avanti con le dita chiuse ad artiglio.

    "Miə carə Minosse, quasi nobile Libra, prego copritemi le spalle mentre mi occupo del lavoro interessante e mi rendo nuovamente utile e magnifico alla nostra grande Causa. E ora..."

    Torse la mano sinistra, spalancando un nuovo portale solo per loro, mentre dalla mano destra le tenebre fluirono come sangue nero e denso, andando a formare la figura di un immane lupo nero ringhiante, che si guardava attorno schioccando le zanne grondanti di tenebre dissolutrici. Aveva creato la bestia ad imitazione dei feroci predatori di Hel, così da potersi fornire una parvenza di copertura, data la distanza estremamente ridotta che ci sarebbe stata tra lui e loro, e per l'ennesimo, malato gioco che solo lui avrebbe apprezzato.

    [Schwarze Reiter - Rebecca]



    Kairos fluttuò pigramente sopra la testa dell'animale, dandole un colpetto con il tacco dello stivale metallico

    "Andiamo, il branco ci attende! Godiamoci questa Caccia Selvaggia, e ogni suo morboso frutto, fino a che l'ultimo nemico non sarà combustibile per la nostra macchina bellica!"

    La belva d'ombra, Rebecca, si impennò sulle zampe posteriori con un muto ululato, prima di lanciarsi nel portale, cominciando una folle corsa verso il punto in cui le forze nemiche sembravano sbucare più numerose, con Kairos che rideva follemente muovendo le braccia a tempo di una melodia che chiaramente udiva solamente lui. La caccia era iniziata, e il suo lavoro con essa. Era tutto davvero Meraviglioso.



    t2enVHT
    narrato - parlato - pensato - telepatia
    NOME » Kairos
    ENERGIA » Blu
    CASTA » Spectre di Hades
    SURPLICE » Mephistophelès
    STATUS FISICO » //
    STATUS MENTALE » //

    NOTE » WELL PARTY PARTY PARTY

    ABILITÀ » //
    TECNICHE » //


    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final


    Edited by Asarthur - 9/11/2023, 09:31
     
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    La donna non disse nulla. Non guardò gli spectre, ne diede veramente impressione di aver ascoltato una parola dell'intero discorso di Mefistofele. Rimase lì, ritta e altera nel gioco di luci scarlatte della sua surplice. L'aria attorno a lei era affilata come una lama, dando l'impressione che il solo avvicinarsi sarebbe risultato in orribili ferite. Non c'era nessuna traccia della sua solita molle tracotanza, o liquidità dei movimenti. In quel preciso istante, la donna era solida, marziale. Un pilastro demoniaco vicino a due creature dell'abisso. In egual misura sembrava fuori posto ed esattamente dove sarebbe sempre dovuta essere.

    Mefistofele sparì nel portale e la donna fissò intensamente la pozza di tenebre vorticanti con lo stesso interesse di un suicida che scruta oltre l'orlo di un ponte. Portò il peso in avanti dolcemente, lasciando che l'avanzare naturale del suo baricentro portasse in avanti la gamba in un primo passo. Il tacco schioccò sul pavimento seguito da un altro suono e un altro ancora. La donna sparì nel portale senza una parola.

    Le anime corrotte sciamavano attorno alla donna, arrancando, agitando propaggini e artigli. Nessuna riuscì a raggiungerla. Un breve passo qui. Una mezza piroetta lì. Inclinarsi di lato, in avanti, indietro. Nulla. La donna non esisteva per le creature, nonostante la loro lordura la circondasse in ogni direzione. Era un sospiro, un mito, uno spettro. Sì. La donna era uno spettro ora. Questo pensiero la seguiva, intangibile come la sua danza tra le grinfie delle creature corrotte che non riuscivano neppure ad afferrare il suo lungo mantello. Il metallo scarlatto della sua armatura risplendeva e rifletteva l'orrore degli abomini che cercavano ancora inutilmente di afferrare la donna. Sciami di creature patetiche attorno alla quale la donna stava poco più che camminando, con le mani giunte dietro la schiena. Per lei era qualcosa di così semplice, naturale. In quel periodo moderno poteva sembrare qualcosa di stucchevole, di antiquato, ma la spiegazione era semplicemente una: il suo kung kung-fu era qualcosa di inarrivabile per esistenze tanto sgraziate.

    La donna si guardò intorno, assorbendo l'interezza di quell'ambiente. Si trovava in un corridoio tra due dimensioni, qualcosa di impensabile e blasfemo, che andava contro i progetti iniziali di entrambe quelle realtà. Lo scopo di quello scempio dimensionale era solo uno: invasione. Si trovava all'interno di una macchina d'assedio che era stata infestata da parassiti. Il pensiero era strano, quasi divertente.

    La donna era uno spettro. Un riflesso scarlatto di qualunque cosa fosse stata in vita. Il glorioso gran sacerdote di Atena era ora uno schiavo della corte infernale, alla quale aveva offerto in dono la sua carne e le sue ossa. Il suo sangue era libagione per il sire infernale Hades. Non c'era alcuna traccia di rimpianto nel cuore della donna. La donna non era una traditrice, ma una tradita. Dal suo popolo, dai suoi guerrieri, che l'avevano uccisa nella polvere e nel sangue e avevano ucciso le sue bambine che avevano come unico reato quello di aver capito la verità.
    La donna era uno spettro, ed era stata incaricata di proteggere l'inferno. Una lama ossificata passò a pochi millimetri dalla sua guancia corazzata. l'occhio scarlatto della donna incontrò quelli vacui e lattiginosi dell'anima corrotta.

    Tre incavature a forma di pugno chiuso comparvero un istante dopo sul petto della creatura, ritrovatasi sospesa qualche metro in aria senza nemmeno rendersene conto. Quel momento di istantanea violenza venne registrato dalla realtà e il corpo corrotto esplose in frattaglie, distrutto dall'interno dalla discordia iniettata da quei tre rapidissimi colpi. Un altro arto cercò di agguantarla ma la donna gettò il peso all'indietro, sollevando la gamba destra fino a rivolgerla al cielo in modo da farla incombere sulla propaggine . La spada di Libra, ancorata al retro del suo polpaccio, scattò verso in una spessa linea scarlatta piombò di pomolo sulla carne putrida tranciandola di puro impatto. L'arma si conficcò a terra, rivolta verso l'alto. In un unico fluido movimento mosse la stessa gamba per conficcare il tacco della surplice sotto la mandibola dell'anima corrotta. Un piccolo balzo e sforbiciò con le gambe, scagliando la sua vittima verso il basso con il cranio conficcato nella spada a terra. Questo servì per darle lo slancio per sferrare un altro calcio che tranciò di netto la cima del cranio di altre tre anime. La seconda spada scattò sfruttando l'intera gamba come una rotaia per perforare il torace di chi stava cercando di aggredirla alle spalle, che esplose in frattaglie per la violenza di quel proiettile.

    Tutto le sembrò così naturale. Così assurdamente naturale. Il suo balzo terminò in un colpo di tacco a martello sul cranio di qualcosa che non degnò di attenzione, emettendo poi un impulso telecinetico a 0.0001 secondi di distanza dall'impatto. Ogni creatura attorno a lei collassò per il peso di quell'ondata di movimento verticale verso il basso, diventando una pasta rossastra di materiale all'apparenza organico. Un pugno in avanti, e contemporaneamente la catena del suo nunchaku saettò dal gomito all'indietro, frantumando qualcosa dietro di lei. Roteò su se stessa e la catena ancora estroflessa tranciò altro per inerzia. Se un attimo prima la donna aveva contato i singoli corrotti, ora stava semplicemente ragionando in termini di masse. Dopotutto doveva semplicemente uccidere. Qualunque altra cosa era ininfluente in quell'attimo. Le lame tornarono nella loro sede nel tempo di due calci, lordando ulteriormente le sue gambe di frattaglia con tutto ciò che tranciarono roteando per il loro percorso. Un'altra mezza piroetta e il retro del suo pugno scatenò un'onda d'urto che mandò un'intera orda a rotolare a terra in una massa di ossa infrante. L'impeto del suo gesto la fece piroettare parallela al terreno e le protezioni di inguine e glutei si staccarono dalla sua surplice aprendosi nei due tridenti. Le due armi rotearono in aria per metri macellando ogni cosa. Un'altra rotazione del suo corpo e gli scudi partirono dalle sue braccia in modo simile.

    Tutto così stupidamente naturale. La catena rientrò nel suo comito in uno sprazzo di energia rossastra, invertendo completamente il senso della sua piroetta, riportandola a roteare piedi a terra. Piegò le gambe nel terminare il suo movimento, finendo seduta sul suo tallone, un braccio puntato in avanti, l'altro piegato a toccarsi il retro dell'elmo. I due nunchaku, ancora chiusi, partirono dalle loro sedi come proiettili scarlatti perforando svariati corpi nel loro percorso. Si diede una spinta col tallone e fu in aria a testa in giù, sovrastando l'orda che nella sua prospettiva era sopra di lei. Le due staffe compresse sul suo schienale impattarono col terreno con la forza di un bombardamento orbitale, gettando sangue e carne in ogni direzione per decine di metri.

    La donna atterrò così in mezzo al massacro e alla carne brulicante che stava già riavvicinandosi alla donna. Ogni singola arma sulla sua surplice era stata scagliata, abbandonata poi in angoli svariati del campo di battaglia, sommerse da sangue e organi. La carne che ricopriva la donna cominciò a crepitare, sgretolandosi in polvere rossa che aleggiò attorno a lei pigramente. Tutto così disgustosamente naturale.

    MINOSSE! - La voce della donna invase la mente di ogni creatura infernale in quella sacca dimensionale.

    MINOSSE!
    - Ripeté con maggiore impeto la donna rossa. - La feccia brulica nel dominio infernale. La loro carne ondeggia e oscilla al ritmo di sinfonie corrotte. Io sono solo un'arma negli artigli di Hades. Devo essere diretta, devo essere BRANDITA.

    dTNoM4s



    DAMMI L'ORDINE!




    MgG1zA9

    LIBRAVI | spectre | blu
    fisicamente |
    Glamour |
    status surplice |

    riassunto azioni |

    abilità
    知觉律者 (Zhījué Lǜzhě) - Sovereign of sentience
    Attraverso incredibili addestramenti e mediante strane e antiche filosofie, Libra è in grado di manipolare la materia fisica che la circonda estroflettendo la propria mente verso l'esterno. Con tale capacità può attaccare e difendere in svariati modi limitati solo dalla sua attuale precisione e dalla sua fantasia. Può per esempio stritolare e sbriciolare la materia, infondere detriti di energia cosmica e scagliarli alla massima forza e velocitò di cui è capace, oppure portare questo potere direttamente sulle proprie vittime per torcere, spezzare e torturare in infiniti modi. In ambito difensivo può erigere barriere o deviare attacchi; se il divario energetico lo permette può persino rispedirli indietro seguendo il funzionamento dei bouncer. Questa emanazione mentale può essere rivolta anche verso la struttura stessa dell'esistenza. Con estrema abilità Libra è in grado di traslare la materia attraverso le realtà, armonizzandone la vibrazione dimensionale in modo adeguato da poterne traslare la posizione nelle coordinate della realtà. Questo le permette di teletrasportarsi liberamente all'interno della struttura dell'universo con estrema facilità e precisione, godendo così di assoluta mobilità nel campo di battaglia o nei semplici spostamenti. Una volta sola per duello Libra è perfino in grado di effettuare tale azione con tale tempismo e precisione da poter evitare completamente un attacco avversario, spostandosi in un altro punto del campo di battaglia o direttamente in un'altra dimensione. Tuttavia questa capacità si estende ad ogni aspetto della realtà materiale, includendo gli attacchi di Libra, oggetti e soggetti consenzienti o meno. Se aggrediti dal potere di Libra, anche i suoi avversari possono venire teletrasportati contro la loro volontà.

    Libra può impiegare il suo potere mentale anche in altro modo. La materia psichica emessa dal suo cosmo è in grado di generare miraggi e illusioni incredibilmente potenti che sono indipendenti dalle menti delle vittime che vi assistono, dato che piuttosto che manipolarle direttamente vengono percepite esternamente dai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Ognuno di questi sensi è influenzabile dalle illusioni di Libra, che si dimostra crudele e fantasiosa maestra nell'adoperarle. Il profumo del pane appena sfornato, il suo sapore, la sensazione di ferri roventi conficcati nelle articolazioni e il tocco sensuale di una persona amata. Ogni cosa è replicabile in questo mondo di falsità. Non interagendo direttamente col sistema nervoso della vittima, sollecitazioni come il dolore o altro non portano veri danni ad esso, la sensazione viene comunque provata e sofferta anche se non è un vero attacco. La maestria di Libra delle sue energie mentali le permette poi di addensarle in una sostanza effimera e malleabile chiamata psicoplasma. Tale sostanza, che nello stato naturale somiglia a vetro, è troppo fragile per essere utilizzata offensivamente ma permette a Libra di dare solidità e ulteriore validità alle sue illusioni, creando impalcature tangibili su cui intessere i propri inganni e su cui convogliare la propria essenza cosmica per plasmarla in modo adeguato generando così pseudocostrutti.

    魔神的柱 (Móshéndezhù) - Demon god's Pillar
    Quando era in vita, Libra era il giudice supremo tra i cavalieri devoti ad Atena. Impareggiabile nel suo senso di giustizia e nella saggezza con cui la dispensava, Libra era tutto ciò che ci si poteva aspettare da un custode dell'armatura della bilancia. Ogni cosa ormai è perduta, ma non i poteri con cui Libra esercitava il suo ruolo nelle dodici case. Da sempre il cavaliere della bilancia è maestro delle fluttuazioni del Micro e del Macrocosmo, manipolandole con intenti e risultati peculiari.
    Con il semplice contatto del suo cosmo, Libra può accedere a quello della vittima raggiungendo così la sua natura più intima e segreta. Ogni creatura vivente diventa un libro aperto, di cui può sfogliare le pagine dell'animo profondo. Può conoscerne i pensieri, lo stato d'animo e può osservare il suo passato nella sua interezza in modo da poterlo giudicare in modo completo e assoluto. Persino eventi appannati o cancellati dal tempo e dagli eventi possono essere recuperati poiché nulla si può nascondere alla vista un tempo sacra di Libra. Tuttavia questo è solo l'utilizzo più basico di questo tremendo potere.

    La scienza e la conoscenza cosmica di Libra sono tanto vaste da poter controllare il proprio micro e macrocosmo in modo da sintonizzarlo con quelli con cui viene a contatto. Nel caso il cosmo in questione sia di qualcuno considerato momentaneamente alleato da Libra, può utilizzare questa armonizzazione di cosmi per accompagnarne la manifestazione e incrementarla. In questo modo manipolando le fiamme segrete dell'animo altrui può diminuire lo sforzo con cui gli individui possono manifestare le loro energie, oppure incrementarne il risultato finale. In questo ambito, può concedere l'attributo straordinario ad attacchi o difese alleate. Questa armonia può essere raggiunta forzatamente anche con energie avversarie, ma con scopo ovviamente diverso. Può indebolire la manifestazione esterna di attacchi cosmici e mentali avversari, accompagnandola nell'esistenza e sfaldando le correnti energetiche che la compongono prima che raggiungano Libra o i suoi alleati, indebolendone l'efficacia finale in modo inverso a quello che si ottiene con attacchi alleati. Questa armonia può essere raggiunta anche con effetti già in corso, sfaldandone dall'interno il legame con il cosmo del loro creatore. Veleni, malattie, sigilli, afflizioni mentali spirituali. Ogni tipo di piaga che può essere scatenata dall'avversario può essere arrestata e troncata nel suo percorso. Gli effetti già subiti fino a quel momento ovviamente permangono, ma la conoscenza di libra permette di interromperne la propagazione e l'accumulo nei corpi, menti e anime di chi è degno di queste antiche conoscenze.

    Paradossalmente, in un sistema completo ed equilibrato, dove esiste l'armonia esiste anche la disarmonia. Generando un fenomeno opposto alla risonanza cosmica, Libra può rendere i flussi interni del suo cosmo incredibilmente caotici in modo da rendere l'armonia con l'esistenza semplicemente impossibile. Libra chiama questo fenomeno Discordia. La discordia è energia cosmica rovente e distruttiva, famelica e terrificante, che consuma qualunque cosa con cui viene a contatto. La realtà stessa viene distrutta e annichilita sotto la discordia, che si propaga con crescente velocità provocando reazioni a catena in ciò che divora. Più lungo è il tempo di contatto, più rapidamente ogni cosa viene disintegrata. Nel caso di creature viventi, questa disarmonia cosmica penetra nel profondo del loro esistere, creando un atroce dolore nelle zone che vengono scomposte fino alla disintegrazione. Essere colpiti dalla discordia è una tortura orribile e inumana. Ogni attacco che viene sferrato utilizzando la discordia acquisisce l'attributo distruttivo, permettendo a Libra di colpire con terrificante violenza con il minimo sforzo. All'aspetto la discordia ricorda delle fiamme di colore sanguigno che ruggiscono cupamente mentre si diffondono sulla materia generando un calore torrido




     
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    L'aria era pervasa da un'eccitazione folle, quasi perversa. Un brusio costante, un cliccare ripetuto di artigli, denti, metallo che echeggiava quello, metaforico, proveniente dagli inframezzi fra le dimensioni. Non un singolo suono proveniva da tutto ciò che non era l'esercito di Hades, chiamato a raccolta di fronte a quello spettacolo atroce. La landa vuota e desolata del Cielo dell'Averno, il più vicino al Piano Materiale, assorbiva ogni suono e ogni eco, e le sue barriere stavano gonfiandosi in bolle ed escrescenze sotto la pressione di ciò che stava anelando di entrare. Il velo stava venendo accarezzato e percosso allo stesso tempo attorno al portale, fiocchi di gelo e materia ogni tanto si facevano strada a ogni pulsare contro i sigilli e i rituali che si stavano disfacendo sotto gli occhi di tutti. Il portale fisso aperto da Mefistofele era una ferita immonda, della stessa eleganza di uno squarcio suppurante nel mondo che non era il loro.

    Per Minosse, che la stava guardando, era il risultato di un piano semplice, efficace e ben realizzato. Un sacrificio per cui nessun prezzo era troppo vasto. Una porta fissa, nel cuore della resistenza nemica, qualcosa di strategicamente perfetto se utilizzato a dovere. E che qualcuno aveva avuto l'ardire di considerare un accesso al loro mondo. La tela perduta e segreta che era diventata la loro dimora eterna, un'immensa macchina alimentata da energia spirituale proveniente da qualsiasi parte del mondo, del cosmo e dell'universo che li circondava.
    Un'ilarità contagiosa nell'esercito di Hades era stata la reazione al concetto.

    Non in chi aveva visto, tuttavia. Non per chi sapeva l'entità di cosa stava grattando alla porta. Non c'era traccia di ilarità sui volti di Minosse, Eaco e Radamante. Dei Giudici Infernali che, passo dopo passo, tagliarono l'esercito in due ali perfette nell'avvicinarsi. Avevano già discusso, e avevano già raggiunto le necessarie conclusioni. Non c'era bisogno di altre parole quando si scambiarono un lungo, silente sguardo, al termine del meravigliosamente esaltato discorso di Mefistofele - che mai si sarebbe smentito sulla teatralità.
    Dèi, così tanto passò fra quelle tre paia d'occhi. Così tanto passò fra quelle tre anime, quei tre fratelli, quei tre mostri che avevano raggiunto l'inferno estinguendosi come meteore e ne erano diventati parte.
    Bastò un attimo perché se ne fossero andati. Un attimo in cui le due mani lasciarono le loro impronte sul pettorale, due tracce di sangue che vennero assorbite dal metallo infernale, e due fili si aggrapparono alle due armature prima di allontanarsi, tendersi, irrigidirsi, sfilacciarsi e finalmente spezzarsi. Nessun suono. Nessuna emozione.
    Solo una promessa silente, e il silenzio a seguire.

    Minosse chiuse gli occhi per un istante, ascoltando.
    Inspirando, assorbendo e processando un quantitativo di informazioni che avrebbero straziato una mente di un calibro inferiore. La sua forma vibrò senza un suono, ogni millimetro del metallo gridò muto e ogni runa stridette di qualcosa che non era umano, non era divino: era uno sbaglio che aveva preso coscienza di sé. Un urlo contro il creato e questo urlo gridava Io esisto, ed esisterò per sempre..

    Fece un passo in avanti. Poi un altro, e un altro ancora, e le ali si divaricarono in una scia che diventò liquida, spandendosi nello spazio, diventando lo spazio, sfilacciandosi e distorcendosi in fili che si aggrapparono alla materia, all'aria, all'esercito infernale riversato nei portali. Minosse fu e diventò ovunque sul campo di battaglia, rimanendone sull'orlo, un oggetto inamovibile a difesa di ciò che era suo. E al tempo stesso era l'istante in cui una gola venne afferrata, le ossa infrante, il riverbero di un colpo attraversava lo spazio e colpiva dalla parte opposta. Era in ogni urlo di vittoria, e risata di scherno quando un colpo mortale veniva deviato, ogni manovra diventava possibile. Ogni allarme prima di una non-esistenza che si spegneva diventava la coordinata perfetta, diffondendosi per coprire il punto debole.


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    L'esercito infernale aveva così poche occasioni di mostrare la ragione per cui esisteva da così tanto tempo. La ragione per cui era una minaccia per qualunque cosa. Chi quell'esercito lo aveva creato dai peggiori mostri che piagavano l'esistenza, e ne aveva fatto una forza inarrestabile, ora camminava con esso come un fantasma e aveva donato loro il vantaggio di una prima mossa e la strategia per quelle seguenti. L'esercito infernale aveva lo scopo di occuparsi delle anime, prendendo il tempo necessario prima di fare una ritirata strategica dopo aver sfoltito i ranghi, rinforzando le faglie da dentro l'Averno.

    Annuì lentamente, e il respiro abbandonò pesantemente le labbra sottili. Poi aprì le palpebre.

    « Qualcuno ci sta aspettando, là fuori, Mefistofele. »

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    « Non si è ancora palesato, ma lo farà presto. Rimarrò al limitare del portale, la mia presenza potrebbe attirare attenzioni indesiderate...e deviare invece quelle giuste. »

    Jqxt1hX
    Black Sabbath ft. Junkie XL - War Pigs



    Quelle centinaia, migliaia, decine di migliaia di anime di cui Minosse conosceva ogni, singolo nome. Ogni singola entità del giudizio e sentenza, perché erano passate dalle sue mani. Tramite i suoi uomini, quelle stesse mani, artigli, poteri, urla che stavano ora continuando a mieterle esattamente come il primo giorno. Fra queste, l'odio era l'unica emozione che graffiava la realtà, attaccando la sua onniscienza come un coro di disturbante e infinito caos. Ma al tempo stesso, era ogni vittoria, ogni sconfitta, ogni ferita del suo esercito che invece bruciava e nasceva come una stella per Minosse, disegnando una mappa mentale che si sovrappose al resto del mondo, del suo mondo a cui quelle putride, infime creazioni ora volevano degnarsi di accedere.

    Al Cielo dell'Averno di cui non era un semplice Giudice...


    era un Demiurgo.

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    « Un ordine? Hai il tuo ordine, soldato.

    Non lo senti, programmato in ogni tua cellula?
    Non lo senti, urlando nelle sinapsi, sotto la pelle, nel tuo respiro infuocato, nel cuore stretto e soffocante
    che anela solo a questo scopo?
    »


    « Sii terrore. »




    narrato ● « parlato »pensato| telepatia |« parlato altri »

    pseudonimo ● Minosse
    surplice ● Stella del Cielo Nobile, Grifone {VI}
    energia ● Nera
    schieramento ● Spectre di Hades
    fisicamente ● Ottimo
    mentalmente ● Ottimo
    status surplice ● Indossata

    riassunto azioni ● Eccomi, diamo inizio alle danze. Dovevo essere un po' DRAMA anche io :azd:

    abilità ● [Mono no Aware] | [Bunraku] | [Enso]

    tecniche ● ///


     
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    Hel's song
    II

    Il vuoto dei semipiani dimensionali ha sempre il suo fascino intramontabile: colori non riconoscibili, suoni destabilizzanti, totale assenza di odore, se non qualcosa di vago che potrebbe ricordare quello di una stanza lasciata chiusa troppo a lungo. Pura poesia. Ma in questo caso, il semipiano in cui Egli si trovava insieme ai suoi compagni era addirittura meglio, pullulante com'era di anime urlanti, guerrieri feroci e lupi demoniaci. C'era un tale caos che Kairos stava letteralmente piangendo lacrime nere, tanta era la sua commozione dinanzi ad esso, consapevole che, senza di lui, un simile spettacolo non ci sarebbe mai stato: chi mai avrebbe compiuto una mossa tanto ardita e sconsiderata come quella di aprire il condotto tra Asgard e il Canvas, se non lui, il Mercante di Specchi, il Diabolico giullare che tutti odiavano e temevano più per la sua imprevedibile follia che per i suoi incommensurabili poteri? Nessuno, ecco chi! Solo LUI possedeva il meraviglioso genio per generare opere così magnifiche. Certo, il progetto non era suo, era dei suoi Padroni, ma era LUI ad averlo messo in atto! Era più che logico che vederlo in quelle condizioni così assolutamente oscene lo rendesse pieno di gioia! Attorno a lui c'erano milioni di anime corrotte che fuoriuscivano da crepe nella realtà, riversandosi urlanti in ogni direzioni, venendo ingaggiati dalle armate di Hades che tumultuavano alle spalle di Mefistofele, con in testa la risorta spectre della Bilancia pronta a scatenarsi per compiere un massacro in pieaìna regola, e dai Lupi di Hel, che aggredivano con zanne ed artigli facendo a brandelli qualsiasi cosa gli arrivasse a tiro. Seguendo le sue istruzioni, i suoi alleati stavano facendo in modo di starne ben alla larga, ma anche se non l'avessero fatto a lui davvero non importava, anzi, meglio ancora! Se si fosse scontrati con le belve, il caos che ne sarebbe conseguito sarebbe stato ancora più MERAVIGLIOSO!

    "Diamine, Minosse, mica lo immaginavo così meraviglioso! Quasi mi dispiace dover riportare tutto alla normalità, ma, ahimè gli Ordini non si discutono e come dici bene, il vero divertimento ci sta aspettando laggiù, dove ogni cosa frema, senza essersi ancora palesato. Allora andiamo, cominciamo a giocare, godiamoci ogni singolo, fottuto, ATTIMO!"

    Kairos interruppe il flusso di pensieri verso il Giudice e smise di gesticolare, le braccia spalancate e la testa piegata all'indietro e gli occhi chiusi. La faglia principale era quasi a portata, ma decise di divertirsi un po' anche lui, prima di dedicarsi al suo lavoro.

    "Invero, in tutto il Multiverso non esiste un'entità più preziosa di me."

    Il corpo di Rebecca prese a tremare prima di esplodere in migliaia di lancette nere che volarono in ogni direzione, trapassando tutto ciò con cui entravano in contatto, disintegrandolo. Le anime corrotte lanciavano grida inaudite mentre si dissolvevano lentamente per effetto dell'anticosmo di cui le sue tenebre erano imbevute, ma la loro morte non sarebbe assolutamente stata vana: Kairos non agiva solo per mero divertimento, lui non buttava mai via niente che non fosse inutile, e per lui era difficile non trovare qualcosa con cui divertirsi.

    "GIOITE, ANIME DELL'AVERNO, POICHE' LA VOSTRA SECONDA MORTE RENDERA' UN GRANDE SERVIGIO AL MIO DIO E AL MIO PERSONALE PIACERE!"

    Fluttuando nel buio, Mefistofele mosse in avanti le braccia con una possente spazzata prendendo il controllo dell'energia spirituale rilasciata dalle anime ed impastandola insieme al proprio cosmo oscuro.

    "Normalmente io non sano fratture nello spazio-tempo, specialmente quando ci sono di mezzo i reami spirituali." sospirò affranto il Mercante di Specchi. "Quindi niente critiche, solo commenti costruttivi, ok?"

    Che stesse semplicemente facendo il buffone o si stesse effettivamente rivolgendo a Minosse e Libra era difficile stabilirlo, ciò che fu ben presto molto chiaro era il modo in cui avrebbe utilizzato il proprio cosmo arricchito con l'energia spirituale carpita con tale perfida. Cominciò a compiere ampi movimenti con le braccia, lasciando che la propria energia cosmica sferzasse le faglie dimensionali, entrando in esse, riempiendole fino a straripare, creando una sorta di tappo oscuro che poi divenne un tutt'uno con la dimensione stessa, svanendo senza lasciare la benché minima traccia di precedenti ferite. Che abilità sublimi gli erano state concesse! Il modo in cui aveva creato quella dimensione, rendeva impossibile suturarla senza l'uso di energia spirituale, ma essa da sola non era sufficiente per chiudere dei varchi, dato che Kairos non ne aveva il pieno controllo. Ma egli possedeva un'altra tecnica, una pensata per annullare ciò che era stato, creando una nuova realtà:

    [CRIMSON SURGERY - MARVELOUS RESTORATION



    Utilizzando il principio di Crimson surgery, Kairos avrebbe curato il tessuto della realtà con il potere incommensurabile del tempo, alimentando al contempo la tecnica con l'energia spirituale altrui, per non drenare la propria e trovarsi così esausto. Per accelerare il tutto, era necessario creare dei grumi di cosmo che agissero da tampone e che, una volta effettuato il completo ripristino, svanissero senza lasciare traccia, nulla di più semplice per lui, che era il padre naturale di quel luogo creato da poco tempo, e quindi ancora memore della sua impronta cosmica. Solo lui poteva compiere un tale miracolo. Solo lui era così assolutamente utile e perfetto. Solo lui era il grande Mefistofele.

    "Molto bene, direi che l'idea funziona. Ora dobbiamo solo applicarla a faglie maggiori e poi alla grande minaccia laggiù. Oh dei, quanto è magnifica! Il lezzo della corruzione è così forte da farmi vomitare, ma quel caotico tripudio mi fa provare un gaudio senza limiti!"

    Continuò a sferzare l'aria con le braccia, disintegrando anime con le tenebre e raccogliendo subito la loro energia per riempire le fratture da sanare con Crimson surgery, fino a che non fu a una certa distanza dal fulcro del problema. La grande frattura era spalancata sotto di lui, o sopra? Incredibile come in quel non luogo i concetti di spazio fossero fottutamente volubili, in ogni caso, essa era spalancata come un gigantesco occhio sanguinante, da cui anime corrotte anche di notevole potenza si riversavano come lacrime infette. Là non c'erano spectre, c'erano solo i lupi di Hel, MOLTISSIMI lupi di Hel, tutti troppo impegnati per prestare attenzione alla sua presenza lì vicino, per il momento. Kairos si massaggiò il mento, pensieroso, constatando che quello sarebbe stato proprio un lavoraccio ingrato: la faglia era davvero troppo grande, una semplice manipolazione temporale non sarebbe bastata per sigillarla: era necessario ricorrere a molto più potere e a molte più risorse, sia esterne che provenienti dalla sua stessa anima: ne sarebbe davvero uscito prosciugato, ma non poteva tirarsi indietro. Per fortuna c'era un ottimo piano di backup. Un piano chiamato Libra. Se tutto fosse andato come doveva, la Risorta si sarebbe scatenata proprio lì, nel punto più pericoloso e divertente del campo di battaglia, tra lupi famelici e grandi anime deviate, che le avrebbero permesso di sguinzagliare il suo arsenale in gran spolvero.

    Kairos sorrise mellifluo mentre il suo corpo si torceva e mutava, passando nella vera forma, la più adatta a quel tipo di situazioni.

    "Dolce Libra, hai sentito il comando dellə tuə Padronə? Sii terrore e GODITELA! In fondo, questa è la NOSTRA festa!"

    E dopo aver interrotto la comunciazione mentale, si lanciò nel vuoto ammantato di oscurità, disintegrando qualsiasi cosa sul suo percorso, fino a che non fu che a un tiro di schioppo dal portale che collegava l'averno corrotto a quel luogo ameno e carico di aspettative. La potenza devastante che arrivava da laggiù per poco non lo fece collassare sul posto, ma a sostenerlo c'erano la sua voglia di creare Caos e il potere di coloro che lo comandavano, nemmeno dinanzi a Persefone stessa avrebbe vacillato. Sarebbe probabilmente stato annichilito, ma di sicuro non avrebbe vacillato. Egli iniziò un'oscura cantilena in una lingua che nessun orecchio umano avrebbe potuto tollerare: la lingua antica, a lingua originaria, che parlava quando ancora non era Kairos, ma solo Mefisto, progenie di Erebo. Enochiano, la chiamavano alcuni, la lingua parlata da coloro che esistevano prima del tempo e della realtà, una lingua che non era realmente tale, un misto di suoni che erano pensieri ed erano immagini ed erano azioni. Le tenebre danzavano attorno a lui come fruste, lance e spade, proteggendolo quando qualcosa gli si avvicinava troppo, procurandogli così una parte dell'energia necessaria all'incantesimo che stava preparando. Per coompletarlo, ne avrebbe necessitata molta di più, ma per cominciare andava più che bene, specialmente se combinata alla sua.



    "̶̮̈́Q̴̡̩̆̅ͅu̸̖̒̆̀i̷̖͔͒̈́ ̶͙́͂͆é̵̳͉ḋ̶̑̇͜ ̴͔̎̽o̸̢̼̓r̸͕̈͠a̴̗̒ ̸̼̓͌͝ģ̷͇̊i̷͔̖̾̓ṵ̷͈͍̍n̸͓̼̝̋g̵͎̊ȩ̸̞̎͌͘ ̷̧̺̘̿̀͗ĭ̷̯̣̙̒͗n̵̛̠̝̥̊f̶͙͌į̵̛̎̊n̵̳̓̅͜͝ḛ̴͖̬̉̇ ̷̡͇̫̂l̷̨̬͍͆̏a̸̩͖̻͒͌ ̵̖̐̑̓ͅR̵̭̘̈̽̀ȋ̸̭̭̓͝v̵̞̯͝ë̵̗͕̽̐l̵̨̗̲̒̿a̴̳̮̔͌z̸̢̎̚i̸͍͝ǫ̴͈̟͛̄͂ṋ̶̡̅̒e̶̤͌̉̉:̴̢̘̞̍ ̵̡̗̝̃̄c̶̢̽̚ḥ̵̑̈́e̷̺̍ ̷̯͓͌ͅí̷̜̑ĺ̸̰͕͙̽ ̷̖̊̏m̸̮̱͌̿͝i̵̖̹͆͂̚ó̸̝̯͗̊ ̸̙̗̥͑p̷̣̺͆̋̉ȏ̴͚͊̚t̶͕̠̂̏̓͜ë̶̯̼̅͝r̵͇̈́̀̆ě̴͚̗͉̏͐ ̸̥͛̈́̓ṣ̴̞̄i̵̫̎̉͗a̴͙̹̩͊ ̸̠̰̀̎̈ĺ̵͚͇̗a̸͕̓ ̵̦͇̾F̶̭̀̇͘ȉ̸̜͎͇̚n̵̲̉̀ḝ̶͖̈́̅ ̷̟̓̓e̵͓͋̎͝ ̴̥͍̉̎̚l̶͈͇̾̔̽'̷̞̗͙̒I̵̩̝̓̿̋n̶̺͔̝̍̕i̷̢̐͋z̵̟͔̆͑ḭ̵̼̮̐̕o̵̖̜̝͂ ̵̭̯̹́̄e̸̦͒ ̴̡̆̒c̵͓̓̚h̵̠̎̾é̶͈̱ ̴̰̹͉̌ť̴̖͔̩̽̌u̴̧̺̅̉̈́t̶̫̉͋t̷̠̒̾̎o̴̗̾͠ ̴̼̫͒̕ț̴̻́o̶̧̮͂̓̕ͅr̸̻̆n̵͎̾į̶̐͂̎ ̷̝̥͂̕͜á̶͎d̷̖̈̈́ ̷̡̪̳̓̂è̶̺̓̉s̷͔͗̈́͌ṣ̶̮̝̂e̷̓͜ȑ̵̼̅́e̵͓̙͐̓ ̵͎̯̮̓̐̊n̵͎̿ù̸̞̭̋l̶̜͐͜l̸̻͠ă̶͖͕͘̚.̴̥̣̎̃̚ ̸̻̖͈̋̅̍N̶̼̱̈́̋̑è̵̝̱l̵̖̩̂̓ ̶̝̩̲̈̓͠n̷͓̅͑̚ó̵̝̋m̷̜̃e̵͕̺̙͑ ̵̼͛ḓ̴̲͍̀̓i̶̢̹̜͒̇͘ ̵̭̞̈́͊̈́H̴̬̤̐â̶̡̭̭d̶̞͐͗ę̴̢̲̑s̴̩̘̐͛,̶̧͎̋ ̵̠͋d̴̮̀i̷͙̝̽̚ ̶̳͇̏Ṭ̸̑̓͘h̵͕̤͇̽a̶̭̖͝ǹ̶͈̙̾ä̴̜́t̴̰̤̤͒̈̄ò̷̪͙͇s̴͎̫͇͝ ̷̭̩̟̐ę̵̪̲̿ ̵̠̻͍̍̉H̴̦̻̹̏ẏ̸̟̮p̵̗̖̉̽n̷̲͊͒o̷̭̯̓s̷̤̏,̷͙̲̅̍̎ ̵͙̫̓͗͂ė̵̪͚̈ ̸̪͕̓͌̕n̷̽̏͜e̵̖̹̐̊l̴͈̍ ̸̧̲̊̃n̷̫͎͗̌ô̵̰̯͔ḿ̵̼̩͠ĕ̴͚̊ ̴̼͒m̸̱̽̓i̷̲̾o̷̡͓̣̔̄,̵̤̓ ̴̞̗͉͑̀K̴̨͉̏̏a̵̞͊̈́̚i̶̛̳r̶̘̺̅͝͝ǒ̸̠̾̓ṡ̶̬͈̘ ̸̮͛ḓ̶͊̊i̴͇͓̫͂̀ ̵̙̾͜M̷̡͒e̴̻̰̾f̷͚̺͋̀͆i̵̙̇̀s̴̗͝t̴̲̽̅ơ̴̗̼̔f̶̭̐ę̷̹̐l̶̲̑̈́ē̵̲̓,̷̐ͅ ̸̨͓̯͂͑c̵̭̲͛͂h̶͔̲̖͛̎̄e̵͎͐͋́ ̶̼͂́͗l̴̪̓̈͌'̴̤̓̄̀͜e̸̮̍̉̕ͅň̴̼̬̣͝ȅ̵̩̣̌r̶̢͚͘g̴̭͋͂í̴̧̡̞̑á̷̯̽̚ ̴̩̙̽̃̑d̴͖̒͋̚a̶̬͋̈́͗ ̷̠͒̔n̸̮̊͌̃o̵̲͌̊̚i̵̧̱͐ ̵̰̙̋o̴̭̱̍f̴͕̄̾ͅf̸̨̬̩̓̄͝e̸̟͚͊͒̒r̴̹̘̓t̵̺̭̹͂a̷͍̳̒ ̶̟̱̈́̂g̸̹̓̄͝ǐ̷͖̬̙ȗ̵̦̾͘n̴͉̅͠͝g̷̲̣̐̄̕á̸̦̑ ̸̳̈͛ͅͅa̶̲̾̂ ̵̺͍̘̾͛c̵̗̺͆̋͐h̶̘͕͒̆̿i̵̺̞̒u̸̅̒̐͜d̷̡͗́ͅe̶͎̭̓͝r̷̯̈́̽̇ĕ̷̹ ̶̋̽ͅq̸̱̤͋ͅǘ̵̳͍e̵͉̚s̶̟̗̳͠t̵͓̞͝a̷̻͛͘ ̷̟̰̦̓͐p̷̟͆̈o̸͚̭̻͛͊r̷͎̗̻̀t̸̢͇̻͋͛͘a̵͚͙̠̍"




    Oscure forme si delinearono attorno a lui mentre parlava, dissolvendosi all'improvviso tra i suoi artigli quando con un ultimo grido di gioia e furore scatenò tutta la potenza del dominio sullo spazio, sul tempo e sul destino delle anime contro la fenditura colossale, annichilendo istantaneamente molte delle anime minori che ne stavano fuoriuscendo, utilizzando la loro stessa energia come matrice per cominciare a sigillare la Porta verso l'Averno. Fu sorpreso, ma nemmeno troppo, dell'oscena resistenza che opponeva, ma lui era tenace e il loro confronto era solo all'inizio. Alimentata o meno dalla corruzione, quella era solo una dannata faglia, un errore nella trama della realtà, un errore nei piani perfetti elaborati da lui e dai suoi padroni, mentre lui era lo stramaledetto Kairos di Mefistofele, Stella del Cielo Comandante, Primo tra gli Spectre. E lui non perdeva mai.



    t2enVHT
    narrato - parlato - pensato - telepatia
    NOME » Kairos
    ENERGIA » Blu
    CASTA » Spectre di Hades
    SURPLICE » Mephistophelès
    STATUS FISICO » //
    STATUS MENTALE » //

    NOTE » //

    ABILITÀ » //
    TECNICHE » //


    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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    II

    E così, la donna disse le parole.


    ALEA
    -
    IACTA
    -
    EST


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    Fino a quel momento, in quella sua scellerata esistenza, si era trattenuta. Ognuno degli scontri fatti con gli esseri viventi sul pianeta inquinato, tutte le cacce alle creature corrotte, la donna aveva affrontato ciò con il minimo dell'impegno. Le cose si spezzavano e si tagliavano comunque, sotto i suoi colpi. Non era mai stato necessario, non era mai stato voluto. La donna aveva aspettato un momento come quello. Un ordine. Era la condizione che si era data. Era diventata un'arma di distruzione per sua unica decisione, ma da quel momento in avanti sapeva che sarebbe diventata una schiava degli inferi. Quindi voleva un ordine. Voleva sentire la voce di creature antiche come il tempo e come il male che le ordinavano di scatenarsi sul mondo e di distruggerlo. Voleva completare appieno la sua caduta, per assaporare il suo immenso peccato di ostilità all'intero universo. Voleva la vergogna e l'umiliazione della caduta di una grande sacerdotessa finita ad implorare ordini da uno dei tre giudici infernali. Le era necessario per trasfigurare in quello che stava diventando.

    Assurda distruzione, dedicata ad un singolo e sacro scopo. Uno scopo per cui era morta e per cui aveva dato tutto, per cui le era stato preso tutto, persino la sua anima. E per portare avanti quello scopo, avrebbe salvato il nuovo inferno creato dagli spettri di Hades, come un buon cane da guardia.

    Il cosmo della donna vibrò nell'aria, le oscillazioni della sua lunghezza d'onda cominciarono ad accelerare e accavallarsi al punto che l'energia fu udibile in un tremendo stridio. Il suo corpo si sollevò in aria ad un paio di spanne da terra. Lo stridio raggiunse il suo apice poi tutto si spezzò. Un torrente di energia psicocinetica si rovesciò nella realtà dal corpo della donna come fuoco scarlatto che inglobò ogni cosa attorno a lei. Il terreno, i cadaveri attorno a lei, tutto si disintegrò in un istante. La donna rise, una risata fragorosa che sovrastò il frastuono delle fiamme psioniche. Una risata di sfogo, di liberazione. Le fiamme color sangue danzarono attorno a lei mentre la sua chioma dello stesso colore le segui in una splendida e terrificante armonia. Come era giunta, l'energia sparì, collassando nuovamente nel corpo della donna, permeo e vibrante del potere malefico che possedeva. Le sue armi avevano giaciuto a terra fino a quel momento, dimenticate e lorde di sangue. I dodici strumenti di distruzione stellare tornarono alla loro padrona, lucide e crudeli come il giorno in cui il dio dei morti le aveva forgiate. Ognuna di esse era in piena estensione, assemblata e pronta ad uccidere, ed erano disposte ai lati della donna come grandi ali di metallo.

    La donna si teletrasportò nel mezzo della selva di corpi in agitazione di fronte alla faglia, dove anime corrotte e i CANIS combattevano. Era passato molto tempo dall'ultima volta in cui aveva interagito con membri di quella razza, e doveva dire che non fino a qualche giorno prima non si sarebbe mai aspettata di doverli rincontrare in tali circostanze, ma nel qui e nel ora era tutto estremamente divertente.

    Le anime corrotte si voltarono verso di lei, distratte dall'apparsa della donna in mezzo a loro. Questo diede l'occasione a vari lupi di affondare le loro lame, zane e artigli nella loro carne, ma la donna vide una miriade di puntini luminosi rivolti nella sua direzione. Il cosmo scarlatto della donna si stava riflettendo negli occhi dei lupi che ora si erano voltati tutti a guardarla. Era un'intrusa nella loro battuta di caccia. La donna guardò i lupi.

    Doce miradas tiene la aurora - Disse, espandendo il suo dominio. Portò la mano in avanti, sfrigolante di energia scarlatta. Una enorme massa di psicoplasma si generò alle sue spalle, sovrastando lei e ogni altra creatura attorno. Un enorme scheletro umanoide, dalle ossa incrostate di oro e gioielli si rizzò sorgendo con la spina dorsale dal terreno e issandosi con le sue lunghe braccia. Erano dodici, le cui mani scintillavano di anelli e gemme che lanciavano luci di ogni colore in ogni direzione. Le armi attorno alla donna scomparvero e cominciarono a orbitare attorno ai dodici polsi, così velocemente e così pregne di cosmo da apparire come bracciali di luce scarlatta. Il movimento delle armi diede origine a un continuo stridio lamentoso, accompagnato dall'occasionale scarica di energia della discordia. La donna batté le mani, unendole nel gesto di preghiera. Un grande sorriso tagliava in due il suo volto.

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    La rotazione delle armi accelerò ulteriormente raggiungendo il massimo, al punto da diventare una sottile linea rossa attorno alle braccia dello scheletro. L'intero volume attorno a libra divenne per un brevissime istante un nugulo di fendenti energetici in ogni direzione, scagliati da quella che non era veramente una rotazione ma un infinito sferrare colpi. Migliaia di sferzate taglienti e contundenti, pregne del potere disintegrante della discordia, si manifestarono attorno alla donna in un volume in continua espansione. Il potere telecinetico della donna fece sì che i fendenti curvassero per mantenersi in un volume sferico per poter colpire di nuovo piuttosto che disperdersi nello spazio. Le creature più vicine sembrarono semplicemente sparire grattate via dalla luce rossa, ma un occhio più attento avrebbe potuto distinguere la verità. Le ossa venivano prima frantumate dai colpi contundenti scagliati dalle armi da impatto, poi la carne veniva tritata via dalle lame fino alla totale dissoluzione portata dalla discordia. Ogni creatura nelle immediate vicinanze della donna sparì nello stridio di quella luce rossastra. Ed in mezzo a quel dominio di colpi, il sorriso della donna si allargò sempre di più.

    Riconoscendo il pericolo imminente molti dei lupi balzarono indietro allontanandosi dalle anime corrotte. Una delle braccia dello scheletro si portò in avanti puntando con l'indice aguzzo lo spazio in mezzo a loro.
    Un volume sferico della tempesta di fendenti venne teletrasportato in quel punto, smantellando parti di corpi in fuga. Persa la coesione telecinetica i fendenti partirono in ogni direzione portando ulteriore morte e caos oltre il punto di detonazione. Arti vennero mozzati, anime e lupi vennero falciati. Due mani dello scheletro si unirono di fronte il suo torace. La luce emessa dai due bracciali che erano in verità le spade di Libra scivolò lungo i polsi finendo nello spazio tra le due mani. Una parete di luce scarlatta dello spessore di un capello e alto quanto lo scheletro stesso partì in avanti. I fendenti delle due armi vennero distribuiti lungo questo minimo spessore, tagliando un solco sempre più profondo nel terreno e sezionando sagittalmente ogni creatura nel suo istantaneo percorso. Le mani si mossero verso sinistra trascinando con esse la direzione di quella parete di luce, RASCHIANDO via anime corrotte e i lupi meno rapidi a fuggire in egual misura in un unico fluido movimento. Un'altra delle mani, quella che portava l'orbita dei tonfa, mimò il gesto di schiantarsi a terra. Un intero flusso di colpi contundenti venne trasportato sotto il terreno e venne modellato dal potere psicocinetico della donna, srotolandosi nell'aria con l'aspetto di un terrificante drago trascinando con sé ogni cosa.

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    La donna si teletrasportò nuovamente, abbandonando completamente quel luogo in cui aveva lasciato solo terra polverizzata. Il gigantesco scheletro scomparve, lasciando tracce di materiale psionico che caddero lievi come neve. Era comparsa accanto a Mefistofele, o meglio, dietro di lui, adagiata noncurante alla forma infernale che Kairos aveva deciso di manifestare in quel frangente. L'oscurità dello spectre non intaccò le fiamme scarlatte della donna in rosso. Anzi, il ronzio che portava la discordia cominciò a mutare, come le fusa di un gatto nei pressi della meraviglia. Il rosso cominciò a mescolarsi al nero, arrampicandosi sugli arti del mostro e a intrecciarsi con le sue emanazioni in corso. Libra era una creatura di distruzione, ma in vita era stata donna di grandi scienze cosmiche. Con un singolo assaggio la donna riuscì ad armonizzare il proprio cosmo, facendolo vibrare alla stessa lunghezza d'onda di quello di Kairos, incrementandone la violenza delle oscillazioni e facilitandone il flusso.
    Allo stesso tempo la radiazione scarlatta si manifestò attorno al giudice infernale, danzando tra i suoi fili e le sue masse psicocinetiche. La donna fu pienamente in grado di sincronizzarsi con due cosmi diversi di diversa portata. Il suo cosmo danzò tra e dentro i loro, in sonetti, sinfonie ed equazioni, espandendo la loro portata con piccoli cambiamenti che a lei sembravano così naturali e semplici, avvezza com'era nello studio delle vie del cosmo. L'esistenza di quei due spectre, osservata nel livello più intimo e profondo, sembrava così semplice e meccanica. Un meccanismo che aveva appena cominciato ad accelerare

    La donna aveva appena donato ai due mostri la possibilità di essere ancora più terrificanti.



    Ora, dimostratemi di essere degni della mia scelta.



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    MgG1zA9

    LIBRAVI | spectre | blu
    fisicamente |
    Glamour |
    status surplice |

    riassunto azioni | per il vostro prossimo turno avete cosmo straordinario.

    abilità
    知觉律者 (Zhījué Lǜzhě) - Sovereign of sentience
    Attraverso incredibili addestramenti e mediante strane e antiche filosofie, Libra è in grado di manipolare la materia fisica che la circonda estroflettendo la propria mente verso l'esterno. Con tale capacità può attaccare e difendere in svariati modi limitati solo dalla sua attuale precisione e dalla sua fantasia. Può per esempio stritolare e sbriciolare la materia, infondere detriti di energia cosmica e scagliarli alla massima forza e velocitò di cui è capace, oppure portare questo potere direttamente sulle proprie vittime per torcere, spezzare e torturare in infiniti modi. In ambito difensivo può erigere barriere o deviare attacchi; se il divario energetico lo permette può persino rispedirli indietro seguendo il funzionamento dei bouncer. Questa emanazione mentale può essere rivolta anche verso la struttura stessa dell'esistenza. Con estrema abilità Libra è in grado di traslare la materia attraverso le realtà, armonizzandone la vibrazione dimensionale in modo adeguato da poterne traslare la posizione nelle coordinate della realtà. Questo le permette di teletrasportarsi liberamente all'interno della struttura dell'universo con estrema facilità e precisione, godendo così di assoluta mobilità nel campo di battaglia o nei semplici spostamenti. Una volta sola per duello Libra è perfino in grado di effettuare tale azione con tale tempismo e precisione da poter evitare completamente un attacco avversario, spostandosi in un altro punto del campo di battaglia o direttamente in un'altra dimensione. Tuttavia questa capacità si estende ad ogni aspetto della realtà materiale, includendo gli attacchi di Libra, oggetti e soggetti consenzienti o meno. Se aggrediti dal potere di Libra, anche i suoi avversari possono venire teletrasportati contro la loro volontà.

    Libra può impiegare il suo potere mentale anche in altro modo. La materia psichica emessa dal suo cosmo è in grado di generare miraggi e illusioni incredibilmente potenti che sono indipendenti dalle menti delle vittime che vi assistono, dato che piuttosto che manipolarle direttamente vengono percepite esternamente dai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Ognuno di questi sensi è influenzabile dalle illusioni di Libra, che si dimostra crudele e fantasiosa maestra nell'adoperarle. Il profumo del pane appena sfornato, il suo sapore, la sensazione di ferri roventi conficcati nelle articolazioni e il tocco sensuale di una persona amata. Ogni cosa è replicabile in questo mondo di falsità. Non interagendo direttamente col sistema nervoso della vittima, sollecitazioni come il dolore o altro non portano veri danni ad esso, la sensazione viene comunque provata e sofferta anche se non è un vero attacco. La maestria di Libra delle sue energie mentali le permette poi di addensarle in una sostanza effimera e malleabile chiamata psicoplasma. Tale sostanza, che nello stato naturale somiglia a vetro, è troppo fragile per essere utilizzata offensivamente ma permette a Libra di dare solidità e ulteriore validità alle sue illusioni, creando impalcature tangibili su cui intessere i propri inganni e su cui convogliare la propria essenza cosmica per plasmarla in modo adeguato generando così pseudocostrutti.

    魔神的柱 (Móshéndezhù) - Demon god's Pillar
    Quando era in vita, Libra era il giudice supremo tra i cavalieri devoti ad Atena. Impareggiabile nel suo senso di giustizia e nella saggezza con cui la dispensava, Libra era tutto ciò che ci si poteva aspettare da un custode dell'armatura della bilancia. Ogni cosa ormai è perduta, ma non i poteri con cui Libra esercitava il suo ruolo nelle dodici case. Da sempre il cavaliere della bilancia è maestro delle fluttuazioni del Micro e del Macrocosmo, manipolandole con intenti e risultati peculiari.
    Con il semplice contatto del suo cosmo, Libra può accedere a quello della vittima raggiungendo così la sua natura più intima e segreta. Ogni creatura vivente diventa un libro aperto, di cui può sfogliare le pagine dell'animo profondo. Può conoscerne i pensieri, lo stato d'animo e può osservare il suo passato nella sua interezza in modo da poterlo giudicare in modo completo e assoluto. Persino eventi appannati o cancellati dal tempo e dagli eventi possono essere recuperati poiché nulla si può nascondere alla vista un tempo sacra di Libra. Tuttavia questo è solo l'utilizzo più basico di questo tremendo potere.

    La scienza e la conoscenza cosmica di Libra sono tanto vaste da poter controllare il proprio micro e macrocosmo in modo da sintonizzarlo con quelli con cui viene a contatto. Nel caso il cosmo in questione sia di qualcuno considerato momentaneamente alleato da Libra, può utilizzare questa armonizzazione di cosmi per accompagnarne la manifestazione e incrementarla. In questo modo manipolando le fiamme segrete dell'animo altrui può diminuire lo sforzo con cui gli individui possono manifestare le loro energie, oppure incrementarne il risultato finale. In questo ambito, può concedere l'attributo straordinario ad attacchi o difese alleate. Questa armonia può essere raggiunta forzatamente anche con energie avversarie, ma con scopo ovviamente diverso. Può indebolire la manifestazione esterna di attacchi cosmici e mentali avversari, accompagnandola nell'esistenza e sfaldando le correnti energetiche che la compongono prima che raggiungano Libra o i suoi alleati, indebolendone l'efficacia finale in modo inverso a quello che si ottiene con attacchi alleati. Questa armonia può essere raggiunta anche con effetti già in corso, sfaldandone dall'interno il legame con il cosmo del loro creatore. Veleni, malattie, sigilli, afflizioni mentali spirituali. Ogni tipo di piaga che può essere scatenata dall'avversario può essere arrestata e troncata nel suo percorso. Gli effetti già subiti fino a quel momento ovviamente permangono, ma la conoscenza di libra permette di interromperne la propagazione e l'accumulo nei corpi, menti e anime di chi è degno di queste antiche conoscenze.

    Paradossalmente, in un sistema completo ed equilibrato, dove esiste l'armonia esiste anche la disarmonia. Generando un fenomeno opposto alla risonanza cosmica, Libra può rendere i flussi interni del suo cosmo incredibilmente caotici in modo da rendere l'armonia con l'esistenza semplicemente impossibile. Libra chiama questo fenomeno Discordia. La discordia è energia cosmica rovente e distruttiva, famelica e terrificante, che consuma qualunque cosa con cui viene a contatto. La realtà stessa viene distrutta e annichilita sotto la discordia, che si propaga con crescente velocità provocando reazioni a catena in ciò che divora. Più lungo è il tempo di contatto, più rapidamente ogni cosa viene disintegrata. Nel caso di creature viventi, questa disarmonia cosmica penetra nel profondo del loro esistere, creando un atroce dolore nelle zone che vengono scomposte fino alla disintegrazione. Essere colpiti dalla discordia è una tortura orribile e inumana. Ogni attacco che viene sferrato utilizzando la discordia acquisisce l'attributo distruttivo, permettendo a Libra di colpire con terrificante violenza con il minimo sforzo. All'aspetto la discordia ricorda delle fiamme di colore sanguigno che ruggiscono cupamente mentre si diffondono sulla materia generando un calore torrido




     
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    La maestria nel dominare il cosmo in possesso della Risorta era straordinaria, così straordinaria che le ci volle meno di un battito di ciglia perché la sua essenza entrasse in risonanza con quella dello Spectre, anche se egli non aveva fatto nulla per agevolarla nel processo: i Cavalieri della Bilancia non deludevano mai le aspettative, nemmeno nella morte. Quando, in pochi attimi, il carminio si fuse con il nero più profondo, l'oscena danza tra il Cosmo di Libra e quello Kairos diede vita ad un caleidoscopio di orrore così splendido che mai più se ne sarebbe visto uno uguale, come se fiamme color del sangue fossero esplose in una notte senza luna, amalgamandosi con l'oscurità rimanendo però allo stesso tempo distinte da essa, uniche e preziose come gemme in una corona. Inizialmente Kairos avvertì solamente un forte calore, dovuto alla presenza dell'energia della sua Alleata, la cui natura era totalmente diversa da quella dello Spectre: poteva anche essere tornata a vivere per servire il Re dell'Oltretomba, ma Libra restava una donna umana, e nel suo Cosmo bruciava ancora ardente il calore della vita. Non così Kairos, Kairos che era stato un Daimon dell'Oscurità prima di rinascere come Prima delle Stelle Malefiche, ed il cui Cosmo era sempre stato gelido e tenebroso come una notte priva di astri. Quel contatto così intenso e profondo lo disgustò immensamente, tanto era aliena ed estranea a lui la natura di quell'essenza, ma fu una sensazione temporanea, passeggera, mitigata immediatamente dall'energia del Divino Hades che la pervadeva, rendendo meno rivoltante la comunione tra di loro, spingendola addirittura ad essere piacevole, quasi intima. Più i secondi passavano più Kairos si rese conto che l'energia di Libra sembrava accrescere la sua forza, elevandola al di là di ogni immaginazione: certo, non era una sensazione paragonabile a quando si era immerso a piene mani nel Monolito, né poteva vagamente rivaleggiare con il potere che aveva nei tempi antichi, eppure, anche così, egli si sentiva glorioso, potente, praticamente invincibile.

    "Umana, ciò che hai appena fatto renderà le cose ancora più meravigliose. Ammira la vera magnificenza del Signore dei Desideri!!!"

    Mefistofele smise per pochi istanti di badare alla fenditura da cui si riversavano i corrotti, giusto per il tempo necessario per dare a Libra quello che aveva chiesto. Attorno a lui apparvero centinaia di anime disperate e affamate, bramose di annientarlo: Kairos inclinò appena il capo, piegando il polso destro con estrema pigrizia, mentre riscriveva le Regole della Realtà costringendo lo spazio a muoversi come mai avrebbe dovuto fare. Oscure correnti di energia malefica presero a vorticare e scontrarsi tra loro, turbinando come un uragano nero che si allargava e annichiliva in quanti qualsiasi cosa toccasse. La sua meraviglia assoluta, l'opera più grande e perfetta che il Multiverso avesse mai visto dalla sua creazione.

    [REAL MARVELOUS]



    Il silenzio che seguiva la sua tecnica più devastante era sempre fonte di delizia per Mefistofele, il segno tangibile della sua indicibile potenza e magnanimità, lui che poneva fine all'esistenza in modo così rapido e definitivo da non far nemmeno rendersi conto di cosa stava accadendo. Presto nuove orde avrebbe circondato lo Spectre e quel silenzio si sarebbe infranto, ma ora, solo per quel momento, lui era da solo sul palcoscenico. Godendosi il suo momento come non mai, Kairos allungò le braccia verso la fenditura rigurgitante, facendo esplodere il proprio cosmo tenebroso, ancora alimentato dalle furenti fiamme di Libra, con tanta sinistra violenza e intensità che perfino l'oscurità parve luminosa in confronto alla sua figura che si stagliava nera e orribile nel vuoto.

    "Spegniti, spegniti breve candela, tu non sei che un'ombra dinanzi alla vera Tenebra!"

    Tentacoli caliginosi si scagliarono contro il portale, trafiggendone i confini ed erodendone i limiti mentre Kairos invocava nuovamente la blasfema formula intonata poco prima, elevando il suo cosmo di più, sempre di più, fin quasi ai limiti dell'essenza della sua Stella, attingendo a quella formidabile potenza donatagli con tanta generosità dalla compagna d'arme e alla sua intrinseca supremazia. Il semipiano parve tremare e vibrare, scosso dalla furia immane del suo creatore, e poi, nuovamente, il nulla. Fu come se gli scontri e le battaglie che si stavano combattendo nel piano si fossero interrotti, come se ogni cosa fosse paralizzata e congelata in un singolo istante. Ed era proprio così: Kairos aveva inconsciamente scagliato un congelamento temporale su scala colossale per pochissime frazioni di secondo mentre il suo cosmo immane esplodeva con una violenza senza confini, bruciando l'energia di decine di migliaia di anime attorno a lui e assorbendola all'interno dell'esplosione stessa, facendola urtare contro la fenditura indebolita dai tentacoli e immobilizzata insieme al resto della realtà.

    [CRIMSON SURGERY - MARVELLOUSLY MAJESTIC RESTORATION]




    Cullati dal potere del tempo ristoratore, i bordi della faglia presero a stringersi con sempre maggiore rapidità, stretti nell'inesorabile morsa di colui che era padrone del Tempo e dell'Oscurità, lanciando un gemito stridente come se fosse stata una creatura viva, mentre molti corrotti che cercavano di uscire da essa venivano inevitabilmente afferrati e dissolti dai tentacoli oscuri di Kairos, che li attendevano al varco. Altri, forse la maggior parte, riuscì a evitare tale destino, disperdendosi nelle vuote vastità del semipiano. Del resto, ligio al suo dovere, Mefistofele non dedicò troppe attenzioni agli invasori, come si era prefissato fin dal principio ma continuò inesorabile con il bombardamento cosmico contro il suo bersaglio, l'unica cosa che contava davvero, poiché se fosse riuscito ad annullarlo allora eliminare i corrotti sarebbe stato solamente una banale battuta di caccia, e non un continuo ed estenuante sforzo inutile. Non era facile, anche con il notevole potenziamento che aveva ricevuto, poiché si stava parlando di un'anomalia di proporzioni fenomenali e lui, non andava dimenticato, non era mai stato bravo a sistemare il caos: di solito, come aveva ribadito proprio lui poco prima, era proprio LUI la causa del caos. Il potere di quella Crimson Surgery pur risultando qualcosa di totalmente differente rispetto a quanto mai sperimentato da Mefistofele, era la pura espressione della regressione rigenerativa, la cura, la panacea universale da tutti agognata, ma non era di una panacea che quella fottuta faglia aveva bisogno: aveva bisogno di una brutalissima purga. La formula ancestrale cantata da Kairos mutò, divenne se possibile più blasfema e orribile, colma di una tale, sinistra malizia, da far orripilare quasi anche il suo utilizzatore. Non serviva una regressione positiva, alimentata dalla volontà salvifica, serviva la regressione assoluta, quella più perfida, votata alla malignità e al dolore, pensata solamente per provocare sofferenza e follia. QUELLO era il suo pane, non ciò che stava facendo in quel momento. Serviva proprio un rewind con i controfiocchi, qualcosa di mai davvero sperimentato fino a quel momento. Normalmente, la tecnica che si apprestava ad usare sarebbe servita a riportare un vivente ad uno stato pre-natale, annientandolo, ma in quel singolo, meraviglioso istante, il suo bersaglio sarebbe stato assolutamente unico e irripetibile.

    [BIO ABSOLUTE REWIND - SYMPHONY OF ANNIHILATION]



    Sfruttando le meraviglie del Cosmo straordinariamente amplificato, Kairos aggredì con violenza il varco, e questa volta, soggetto al folle intento di selvaggia distruzione che era proprio della sua natura perversa. Ora si che i lembi si muovevano ad una velocità accettabile per la sua oscena brama, fino a che, quasi inaspettatamente, essi, finalmente, si toccarono: ci fu un boato assordante che scatenò una violenta onda d'urto così forte da far tremare perfino le ossa dello Spectre, e un bagliore di fuoco stellare quando finalmente il varco innaturale si sigillò per sempre, troncando bruscamente il legame con l'Averno corrotto. Kairos ansimava, soddisfatto: era fatta, era riuscito nel suo intento, a riprova di quanto dannatamente meraviglioso fosse lui rispetto a chiunque altro nel Creato. Le sue energie erano state prosciugate, ma il lavoro era fatto, ora tutto era compiut... No. Non tutto: i suoi sensi, affaticati dallo sforzo, percepirono che lì, attorno a loro, celato tra i lupi e le anime corrotte rimaste, qualcosa di aberrante stava in agguato, pronto a ghermire lui e le sue compagne, ad annientarne le essenze.

    "Ah, sembra che, nonostante tutto, qualcosa di davvero infausto sia rimasto qui! Ahi ahi ahi, temo di non essere di grande aiuto, ormai, ma posso fare qualcosa che lo renderà più appetibile per voi. Non sono invero meravigliosamente generoso???

    Con le ultime forze, Kairos estese nuovamente, ai limiti massimi delle sue possibilità, una bolla di stasi temporale che congelò istantaneamente i corrotti più deboli, paralizzandoli nei loro ultimi istanti prima dell'annientamento, ma poco avrebbe potuto contro l'ignota presenza che si nascondeva tra loro, pronta a ghermirli. Stava a coloro che lo avevano accompagnato, ora, risolvere la questione. Lui poteva solo sforzarsi di mantenere attivo il blocco del tempo, mentre la vista si offuscava leggermente e il legame con il cosmo di Libra, lentamente, si dissolveva, lasciandolo provato e dolcemente gelido.



    t2enVHT
    narrato - parlato - pensato - telepatia
    NOME » Kairos
    ENERGIA » Blu
    CASTA » Spectre di Hades
    SURPLICE » Mephistophelès
    STATUS FISICO » //
    STATUS MENTALE » //

    NOTE » //

    ABILITÀ » //
    TECNICHE » //


    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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