[Trama] OUR WAR GAME

Cavalieri Imperiali di Atlantide - Assedio

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    CRIMSON DEFILER

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    ohanna fissò lo schermo con una intensità che avrebbe bucato il metallo. Su di esso, l'immagine catturata da droni a lunga distanza di un'isola che era apparsa letteralmente dal nulla. Già da qualche giorno nel suo oceano stavano venendo registrate attività sospette di corrotti di grandi dimensioni, ma fino a quel momento non era stato identificato un vero e proprio pattern a parte il concentrarsi su di una zona in cui erano CERTI non ci fosse nulla. Per anni perlustrando quella specifica area dell'oceano atlantico non era stato mai trovato niente di interessante. Era perfettamente plausibile che in un territorio vasto come un intero oceano potessero esserci intere aree di svariati chilometri senza nulla di interessante o utile. Solo mare, solo fondale. Che quello fosse un letterale buco di utilizzo nel suo territorio le era noto, non era stata nemmeno trovata nessuna risorsa utile per giustificare una qualche indagine più approfondita, e per com'erano pericolose le terre emerse e sommerse l'idea di semplicemente rastrellare una zona vuota il puro piacere di farlo non era fattibile o ideale. L'aumento di attività corrotta stava venendo ovviamente monitorata, ma per il puro e semplice fatto che i corrotti non muovevano mai veramente a caso, c'era sempre qualche motivo, qualche obiettivo non immediatamente ovvio. Per questo le forze dell'oceano Atlantico stavano preparandosi a un ingaggio, ma erano in attesa di ottenere informazioni aggiuntive. Dopo l'esperienza in Australia Johanna aveva imparato ad essere molto più cauta con le sue spedizioni o col mandare gruppi armati in avanscoperta senza avere chiari dettagli chiave.

    Eppure ora c'era un'intera isola davanti agli occhi della Primarca. Come diavolo funzionava la cosa? Era sorta dal nulla? Era sempre stata lì? Come poteva essere sempre stata lì, puoi nascondere qualcosa in mare ma Johanna era abbastanza sicura che avrebbero dovuto notare l'intero fondale marino che si solleva per formare un'intera isola. Il team di analisi dichiarò quasi subito che la cosa più probabile era che l'isola fosse sempre rimasta nascosta in un qualche modo che non erano ancora in grado di identificare. Se una tale massa terrestre fosse appara semplicemente dal nulla o sorta dagli abissi erano sicuri che un quantitativo di acqua adeguato si sarebbe spostato per fare spazio. Uno tsunami del genere non sarebbe di certo stato ignorato. Da loro o da chiunque altro su qualunque costa su quell'oceano in verità. No, guardando lo schermo Johanna concordava con loro, quell'isola era già lì, nascosta nel suo dominio. In quel preciso istante una enorme quantità di corrotti la stava attaccando. Ma perché? Le sembrò ovvio che quello non fosse solo un luogo a caso. Celato in piena vista fino a quel momento, attaccato ora in massa. Anzi. L'attacco era già in corso nel momento in cui l'isola si rivelò ai loro sensori. Era l'attacco stesso a indebolire qualunque cosa la stesse proteggendo. Ci dovevano essere vari e validi motivi per cui la corruzione si trovasse lì.

    Osservando le immagini a distanza Johanna fu colta da un guizzo. Allungò la mano verso lo schermo e allontanò pollice e indice per zoomare su un dettaglio di una torre ancora in piedi nell'entroterra. Socchiuse gli occhi, pensando per un secondo. Ricordi antichi e moderni si mescolarono in una rapida realizzazione. Elfi. Quella era architettura elfica come ne aveva vista di sfuggita ad Asgard o nei ricordi del Khala. Per qualche motivo c'era un'intera isola di elfi nel suo oceano e lo veniva a scoprire ora. La primarca si sfregò il mento, pensando. Altri ricordi affiorarono dal Khala. Che fosse la leggendaria Ulthuan? La leggendaria terra perdut-ok sì, era solo nascosta, pensò Johanna interrompendo da sola i propri pensieri. La situazione divenne progressivamente più grave con il venire delle realizzazioni. La corruzione stava attaccando in massa quel luogo. Qualunque cosa stesse accadendo andava trattata con la massima priorità. Era certa che un attacco di quella scala avesse uno scopo preciso, e gli scopi precisi della corruzione non sono mai ad agio di qualunque fazione. Era giunto il momento di intervenire in modo violento, brutale ed efficiente.

    Immediatamente Johanna si sedette alla sua postazione di comando all'interno del network informativo centrale, inoltrando i dati e le immagini agli altri Primarchi, qualunque cosa stessero facendo, sfruttando il canale prioritario. Ad essi arrivò immediatamente un pacchetto con i dati più aggiornati con il calcolo delle varie triangolazioni in corso per stabilire il profilo geologico marittimo di quell'isola in modo da poter nutrire i cogitatori e ottenere altre informazioni utili. - Ricordate quei corrotti marittimi che stavo monitorando? Eccoli. - Una nuova immagine di un'enorme creatura che si innalzava tra le onde per avvicinarsi all'isola. - Com'è possibile che continuino a spuntare isole perdute nei nostri territori? - Il tono informale di Johanna nel canale privato dei primarchi era lievemente stanco, scocciato. Ma era solo una copertura all'improvvisa preoccupazione che l'aveva assalita. Stava per succedere qualcosa di brutto, e le truppe andavano mobilitate immediatamente. Aveva già contattato Raia per stabilire la catena di comando in sua assenza come ogni volta che partiva in missione, oltre ad dato l'ordine a tutte le truppe in standby di preparare a mobilitarsi immediatamente.


    Poche ore dopo Johanna era già sul trono di comando di una delle sue navi, in rotta diretta per la fantomatica Ulthuan. Con il gomito sul bracciolo del trono ed il mento dell'elmo appoggiato sul pugno, il drago degli abissi guardava avanti a sé, assorbendo passivamente le miriadi di dati che venivano proiettati all'interno del suo elmo. La posizione di ogni sua nave, le traiettorie di ingaggio concordate con Sanya e Oliver. Aprì il canale di comunicazione con le altre navi principali, capitanate dai rispettivi primarchi. Per questa piacevole escursione avevano concluso che per il momento attivare le navi ammiraglie era eccessivo, sia come potenza di fuoco dispiegata che come costo successivo.
    L'immagine dei due primarchi apparì su due schermi separati di fronte a lei.

    Lord Oliver, Lady Sanya
    . - Stavolta la regina dell'atlantico si riferì ai suoi pari in tono composto e regale, per essere d'esempio ai suoi soldati sul potnte di comando. - Ricapitoliamo il piano d'attacco un'ultima volta. Io e le mie navi d'artiglieria ci occuperemo del mare aperto e delle enormi creature che vi brulicano, per impedire che ci siano ulteriori sbarchi di indesiderabili sulla costa. Sanya invece porterà la furia dell'Imperatore per le strade, dilaniando qualunque cosa si opponga a noi. Oliver si occuperà di attaccare in profondità e di cercare di capire che cosa le progenie corrotte stiano cercando in primo luogo. Dopotutto tra di noi è colui che ha più possibilità di capire quale magia o tecnologia questo luogo nascondesse. Dopo aver asserito accuratamente la situazione decideremo se siamo giunti in veste di salvatori o conquistatori. - Un sorriso si allargò dietro l'elmo della primarca. La preoccupazione aveva lasciato spazio all'eccitazione della battaglia già parecchi chilometri fa.

    Siete pronti ai nostri giochi di guerra?

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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VII) Ξ Energia Viola

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    Our War Game


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    Non è stata occultata da sistemi illusori, l'avremmo capito. Non è stata semplicemente spostata a livello dimensionale, lo avremmo notato. Come ha fatto una cosa del genere ad apparire all'improvviso? Come ha fatto un'isola del genere, un'isola, ad essere completamente irrilevabile da qualsiasi sensore? Oliver non riuscì a dare nemmeno una risposta a quelle domande, si limitava a fissare lo schermo, mentre continuava a rigirare tra le dita un piccolo ingranaggio di metallo, componendolo e scomponendolo grazie ai suoi poteri, integrandolo nella scale e poi facendolo uscire di nuovo. Non era possibile un fenomeno del genere, o meglio, non era possibile secondo le regole a cui tutti loro dovevano sottostare; che razza di tecnologia aveva a disposizione il regno di Asgard? Schioccò la lingua, era come trovarsi davanti ad una macchina rotta di cui, anche dopo una diagnostica, non riusciva a capire la natura del problema. Appoggiò le mani sul tavolo di legno rinforzato, dove aveva poggiato anche l'elmo, ascoltando il briefing del Primarca di Seadragon, Lady Johanna, simultaneamente in comunicazione con il Primarca di Kraken, Lady Sanya.



    Quante persone aveva visto partecipare a briefing del genere? Forse troppe. C'era stato Varuna, poi Crehon, poi Adaeze, poi Mikael, ognuno di loro aveva lasciato qualcosa in quella stanza, prima di ritirarsi a vita privata, o sacrificarsi per il loro grande Impero. Eppure, loro tre erano sempre rimasti lì, occupando i posti che erano stati quelli dei loro predecessori, fino ad arrivare alla prima discendenza dei figli di Poseidone. In un modo o nell'altro, sedevano ancora su quei troni. Il saggio, lo zelota e il maggiore. Poteva essere quasi interpretata come una maledizione, continuare a vedere le persone che li circondavano andare via. Il pensiero di perdere altre persone, come Neumannus, lo angosciava profondamente. Voleva a tutti i costi evitare ulteriori sacrifici e perdite umane; ogni volta che una nuova minaccia emergeva o una missione pericolosa si profilava all'orizzonte, Oliver si sentiva come se fosse sospeso tra il dovere di proteggere l'Impero e il desiderio di preservare le vite dei compagni, dei soldati. Era così stanco. La sala del Concilio dei Sette rappresentava il luogo in cui doveva prendere decisioni cruciali, ma ogni scelta che implicava rischi significava il potenziale sacrificio di vite. Aveva visto abbastanza amici e alleati partire per missioni che alla fine li avevano portati alla morte, e il peso di queste perdite cominciava a diventare insopportabile.


    Siete pronti ai nostri giochi di guerra?

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    Ciò che ci riesce meglio.




    Doveva tornare in gioco, perché era quello che aveva sempre fatto. La sua determinazione di proteggere l'Impero e le persone al di fuori di esso era più forte dei suoi dubbi e delle sue paure. Era uno dei Sette Primarchi di Atlantide, e il destino dell'Impero dipendeva da loro. Con questo pensiero, Oliver indossò l'elmo, continuando ad ascoltare le parole di Johanna, il rapporto e la proposta operativa che avrebbe voluto usare per approcciare l'isola di Ulthuan. Raia sarebbe rimasta ad Atlantide per tenere sotto controllo i regni, considerata l'assenza dei Primarchi e delle loro maggiori forze; dati gli ultimi sviluppi dell'Australia, di cosa era successo quando i maggiori re si erano recati fuori dai confini per un periodo così lungo, sarebbe stato meglio avere una forza integrante, qualcuno che aveva una vasta conoscenza delle forze imperiali e di come metterle in gioco, e in questo nessuno sarebbe stato meglio della sua migliore amica. Che grande Primarca sarebbe stata, forse la migliore tra tutti loro. Le piastre d'oro e oricalco aderirono con uno scatto, permettendo ad Oliver di emettere un piccolo sbuffo di vapore, dal suono secco, metallico.


    Inviò una mappa olografica a tutti loro, considerato il tempo e l'immediatezza di quella apparizione, era riuscito a ricavarne solo la struttura grezza, la conformazione dell'isola; avrebbe voluto fornire più dettagli, ma in un momento del genere era già tanto avere un piano simile per approcciare quel luogo in maniera tempestiva. Se ciò che hanno comunicato è vero, non sarà facile farsi strada fino al punto indicato. Dovremo partire tutti insieme da un punto zero, prima di dividerci. Appena arrivato lì prenderò contatto con uno dei nativi e mi farò indicare il punto in cui questo macchinario è custodito. Cominciò a spiegare, la mappa olografica cominciò a popoalrsi di corrotti e soldati caotici, sia su terra che in mare. Tre punti dorati, luminosi, apparvero in tre punti separati; uno nel cuore dell'isola, l'altro sulle coste e nelle terre limitrofe, il terzo in mare. Nessuno di noi può dire quanto l'altro impiegherà nell'assicurare la zona di riferimento, non sappiamo se le comunicazioni funzioneranno a dovere tra tutti e tre, o tra me e voi, una volta raggiunto il macchinario. Fece un attimo di pausa, valutando le possibili implicazioni della cosa; Sanya e Johanna sarebbero state, in modo estremamente relativo, al sicuro, ma l'imprevedibilità di tale macchinario non era una fonte certa per permettere ipotesi plausibili. Non credo servano più delle forze standard a nostra disposizione; avrò con me i Salamander, i Lamenters e... i Blood Ravens, per l'occasione. Disse, accennando in maniera un po' più rapida l'ultimo punto, tutti conoscevano i Blood Ravens e le loro inclinazioni, ma fu sicuro del fatto che nessuno avrebbe avuto da ridire, in quel caso.



    I simboli delle tre forze apparirono sotto il simbolo di Scylla, presentando una percentuale, ovvero, il conteggio totale di uomini e donne che avrebbe avuto con sé. Sapeva già come disporre le forze, lo aiutava anche la particolare inclinazione delle squadre, i loro punti di forza e le abitudini in battaglia. I simboli delle squadre diventarono icone immateriali sulla mappa, alcune più vicine al Primarca, altre dislocate in potenziali punti tattici. Nonostante siamo lì per portare la forza dell'Imperatore e schiacciare corruzione e chaos, non dobbiamo dimenticare che ci sono anche civili, o comunque asgardiani in difficoltà. Per questo affiderò ai Salamander il compito di metterli al sicuro, sono i più adatti a questo ruolo. Le forze verdi avrebbero avuto il compito di creare delle zone sicure per gli abitanti del luogo, di proteggerle e allontanare la corruzione da quei punti con fiamme e potenza di fuoco. I Lamenters avranno l'obiettivo di difendere il luogo in cui si trova la 'tecnologia' asgardiana, in modo che non si aggirino altri corrotti o minacce all'esterno del punto in cui mi addentrerò. Le forze in giallo furono posizionate più verso il centro dell'isola, andando a delineare una conformazione circolare che avrebbe creato un'ulteriore zona sicura, in un raggio medio-ampio dal centro di essa. Io e i Blood Ravens ci addentreremo nel punto indicatomi dal contatto asgardiano. Non sono stati capaci di definire eventuali minacce all'interno, quindi dobbiamo essere pronti a tutto; i Ravens sono i più adatti ad un passaggio silenzioso, che non lasci tracce o materiale potenzialmente pericoloso. Concluse, mostrando l'icona dorata circondata da uno squadrone rosso. In caso la presenza di chaos o corruzione sia problematica anche nelle zone del macchinario, dovrò lasciare il compito ai soldati, per recarmi da solo e cercare di riparare ciò che troverò. O meglio, prima capirne il funzionamento e poi ripararlo; considerato il modo in cui quest'isola è apparsa dal nulla, devono disporre di qualcosa che va oltre la nostra comprensione attuale. Non poté nascondere che una parte di lui stava fremendo dalla necessità di capire il funzionamento di tali creazioni. Le comunicazioni terminarono, e il viaggio verso Ulthuan cominciò, mobilitando le forze che sarebbero andate con il Primarca di Scylla.




    Comandante? Comandante?



    Oliver alzò la testa, prima di mettere al fuoco il volto del caporale di fronte a lui. Doveva essersi allontanato per un attimo da quella che era stata la realtà del momento in cui si trovavano, poiché non aveva ascoltato tutto il discorso. L’aria era tesa, silenziosa, poiché mancava un pezzo importante della squadra, un membro che avrebbe allontanato tutta la tensione con il suo spirito, con la sua risata. Nessuno aveva osato alzare la voce per fare qualche battuta; alcuni di loro si erano limitati a sussurrare qualche parola di circostanza, a ripetere delle direttive, controllare delle coordinate. Non era passato poi molto tempo dall’Australia e l’allarme, arrivato così improvvisamente, era stato inviato a tutti i Primarchi attivi. L’Isola di Ulthuan era un’isola che rientrava formalmente nei domini di Asgard, una terra in cui pochi di loro si erano addentrati; non per poca volontà, ma per le sue rigide regole. Nessuno entrava ed usciva da quelle terre così facilmente e ad Oliver non era mai interessato particolarmente interagire con loro fino a quel momento, né ne avrebbe mai avuto motivo. Erano rari gli Asgardiani che avevano sia il coraggio, che la determinazione, di abbandonare l’austerità dei loro confini per diventare qualcosa di più grande; c’era rispetto per la volontà di difendere la propria casa, ovviamente, ma nessuno si era mai mostrato particolarmente prono a collaborare.



    Cuordimetallo fece un sospiro, accarezzando alcuni fregi del proprio elmo; all’improvviso notò il peso del silenzio nel veicolo, qualcosa a cui tutti i suoi soldati erano stati soggetti, a causa del suo perdersi nei pensieri. Accadeva sempre più spesso, ultimamente, non era una cosa che poteva accendere o spegnere a piacimento, come una macchina. Cos’è questo silenzio, ragazzi? Chiese all’improvviso, alzando la testa per osservarli. Le loro espressioni non erano cambiate, alcune nutrivano evidente preoccupazione per il loro comandante, ma Oliver le aveva rassicurate con un sorriso. Tutti aspettavano il discorso del Primarca di Scylla, qualcosa che permetteva loro di prepararsi a ciò che avrebbero dovuto affrontare. So che la battaglia in Australia ci ha tolto forse più di quanto ci abbia dato, e so che alcuni di voi si chiedono perché andare in soccorso di Asgard, che non è mai stata aperta a nessun contatto con noi. Non vi mentirò, non c'è nessun motivo di farlo. Un basso mormorio cominciò a diffondersi tra i soldati, Oliver alzò la mano, come a richiamare ancora una volta l'attenzione. Anche se non c'è un motivo per aiutarli, non significa che non dobbiamo; questo perché possiamo, perché ne abbiamo la responsabilità. Le voci si calmarono; per un attimo avevano pensato che il loro Primarca fosse cambiato, che avesse rinnegato i valori di cooperazione e supporto che da sempre lo avevano caratterizzato. Se succede qualcosa che avremmo potuto impedire, allora succede per colpa nostra. Si rabbuiò per qualche secondo, decine e decine di persone apparirono nella sua mente, immagini, voci, risate, tutte memorie di ciò che si era ormai spento a causa sua, dei suoi ordini, una figura tra tutte in particolare.



    Oggi, come ogni missione del genere, vi chiedo tanto
    ma so che potete sopportare un'altra richiesta per il bene di Atlantide.


    Strinse i pugni.

    Proteggetevi a vicenda, Anche se non sono lì, l'Imperatore è con tutti noi; le preghiere ci insegnano che lui è il nostro ultimo scudo, ma voglio che voi siate la prima linea di difesa, l'uno per l'altro.



    Il clangore delle armi e degli inni ad Atlantide e ai Primarchi esplose, il khala gli permetteva di sentire spiritualmente ogni anima di quell'immenso oceano e tutti erano pronti. Esisteva la paura, perché era qualcosa di incancellabile, ma la sua presa sui cuori dei suoi ragazzi, dei suoi fratelli e sorelle, era minima in confronto al coraggio e alla devozione verso Poseidone, verso loro stessi, verso ogni abitante da proteggere. Grazie, pensò Oliver, perché continuavano a dargli la forza di andare avanti. Cosa sarebbe mai stato senza di loro? I Piloti avvisarono tutti i presenti, così come le navi che erano in costante comunicazione, che erano pronti al lancio, pronti a cominciare una missione triviale e potenzialmente pericolosa. Ma, infondo, a loro non sarebbe dispiaciuto. Cuordimetallo si affacciò all'uscita del veicolo che sovrastava, assieme alle navi di tutti gli altri Primarchi, la scena di un vero e proprio assedio. Sorrise.


    Erano atlantidei, dopotutto.


    Oh e ragazzi...

    Divertitevi mentre giochiamo a fare la guerra.



    Si lasciò cadere, assieme a tutti gli altri.

    Tempo di cominciare.




    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Ottimo
    MENTALMENTE Ξ Ottimo
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]


    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    GIOCHIAMO A FARE LA GUERRA?

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Atlantean Engineering: Creation [Illusioni Ambientali]
    Ancor prima di diventare uno dei più grandi marzialisti di Atlantide, il nono Re di Atlantide – Azae – era considerato tra i più stimati utilizzatori dei poteri della mente. La sua abilità, infatti, gli permetteva di poter alterare l’aspetto di tutto ciò che circondava i presenti, sovrascrivendo la realtà effettiva con realistiche illusioni. Pur non avendo effetto materiale, erano talmente potenti da riuscire ad esser percepite quasi come reali, pericolose, da coloro che non disponevano di una grande forza - portando il cervello dei malcapitati ad autoconvincersi della veridicità di quelle immagini. Con questo potere, Azae riuscì ad oltrepassare la minaccia costituita da Cariddi, nel suo viaggio per lo stretto delle sue bestie. Come ogni Primarca di Scylla, dunque, Oliver ha ottenuto il potere di poter sovrascrivere la realtà che lo circonda – realizzando illusioni atte a confondere il nemico. Limitato soltanto dalla sua fantasia, può spaziare dalla semplice apparizione di oggetti o elementi, sul campo di battaglia, alla produzione copie. Ciò rende il potere della mente del Primarca pari al potere del suo corpo.

    Atlantean Engineering: Arsenal [Armi di Scilla]
    Quando finalmente Azae riuscì a raggiungere la temibile Scilla, essa sfruttò il potere di tutte e sei le beste – che componevano il suo corpo – per uccidere il nono re di Atlantide. L’orso, l’aquila, e il lupo furono impiegati per arrecare danni al corpo del primarca – mentre il pipistrello, il calabrone ed il serpente, furono utilizzati al fine di danneggiarlo con i loro insidiosi poteri. La mente ed il corpo del re furono impiegati al massimo della loro forza, in modo da riuscire a tener testa alla mitologica bestia. Dando prova della sua capacità, Azae riuscì ad emergere vincitore dello scontro; ciò diede modo a Scilla di poter apprezzare la caparbietà e lo spirito dell’uomo, permettendogli di trarre potere dalla sua natura e di ottenere la sua benedizione. Grazie a tale intervento, il re scienziato riuscì ad influenzarle con il suo cosmo, permettendo un assemblaggio – sempre diverso – della scale, per riprodurre gli stessi effetti dei poteri animaleschi, mostrati dalla creatura. L’orso, il pugno che abbatte – l’aquila, la lama veloce – il lupo, gli artigli perforanti – il serpente, le catene dello stretto – il pipistrello, la vita che si spegne – l’ape, il veleno insidioso. Gli attributi di ogni animale sono riflessi nelle parti meccaniche, che possono assumere le più disparate forme – assecondando la pericolosità di ognuno. Lo spirito delle bestie di Scylla risulta pericoloso anche nelle loro controparti cosmiche, se lanciate verso l'avversario, poiché - in caso di offensiva riuscita - sortiranno gli stessi effetti dei colpi portati in modo fisico.

    Orso - Danno: Interno, Rottura di Ossa / Arma: Grossa, Contundente

    Lupo - Danno: Perforante, Sanguinamento / Arma: Tagliola

    Aquila - Danno: Tagliente, Traiettoria guidata / Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante

    Serpente - Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza / Arma: Tentacoli

    Ape - Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) / Arma: Stiletto

    Pipistrello - Danno: Perforante, Risucchio Cosmico e Vitale / Arma: Piccolo pugnale


    Atlantean Engineering: One for All [Trasformazione]
    Sublimazione del potere di Scilla, ora fluito nella natura del cosmo di Oliver. Grazie al khala, ha ottenuto l’abilità di sfruttare le caratteristiche di ogni animale della bestia, alterando l’interezza della sua scale per farle assumere tratti caratteristici. La sua forma base, la Scale di Scylla – Versione “Ironheart”, si trasformerà a seconda della canalizzazione delle bestie sacre, mantenendo la capacità di utilizzare le armi relative agli animali di cui assume la forma. Ogni trasformazione, però, non impedisce al Primarca di lanciare la tecnica che esula dai sei mostri - il Big Tornado, che trae forza dalle acque di Cariddi. Tutte le forme conservano la durezza e la capacità di offesa della sua Scale, così come la possibilità di spostare la conformazione dell'arma del relativo animale a piacimento - grazie al riposizionamento delle placche e delle componenti d'oricalco - su qualsiasi superficie dell'armatura.

    Orso - Forza Straordinaria
    Lupo - Musica
    Aquila - Vento
    Ape - Teletrasporto
    Pipistrello - Suono

    Voz de las Olas [Telepatia]


    TECNICHE Ξ

    And we all lift, and we're all adrift together
     
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    Quest di Trama - Assedio - - Chapter 01

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    Assisa sul trono di comando della Dies Irae, la nuova corazzata seconda in comando della Mournival per la sua flotta, con la gamba destra accavallata sull'altra e la guancia dello stesso lato posata sul pugno corazzato chiuso, tamburellava tranquilla sull'elmo della Scale, posato nl suo grembo, la corona in oricalco ed antarcticite posata sul capo che emanava bagliori e riflessi in risonanza con il cosmo della Primarca.

    La Furia di Altantide era piacevolmente divertita, assaporava, pregustava ed immaginava la violenza che a breve sarebbe stata finalmente liberata.

    Un'intera isola nascosta alla vista dell'Impero per chissà quanto tempo. Neanche risalendo le correnti auree del Khala era possibile risalire alla presenza di quella specie di ciambella sgraziata attaccata dalla corruzione e dal caos come un bambino affamato in un negozio di dolciumi.

    Il suo guardo era fisso sui due schermi olografici i fronte a lei, ove erano riprodotte le figure di Lady Johanna e Lord Oliver.

    Al momento erano i soli tre Primarchi attivi immediatamente dispiegabili in caso di emissione ed esportazione della Sacra Pax Atlantidea.
    Sanya era profondamente legata a Johanna sia dal Khala che da prima di quel legame extra generazionale.
    Al momento loro tre erano fratelli nel vero senso della parola.
    Due braccia avvolsero morbidamente il collo della biondina mentre si palesò la figura etera della tulpe psichica che costituiva Aynas, la sorella di Sanya che prendeva il posto di Elasippo per Mestore. L'isola di quiete nell'oceano di ira del cosmo del Kraken.
    Era possibile vedere le due SanyAynaS guancia contro guancia, due copie identiche di un gestalt psionico, con la particolarità della chioma color verde della tulpe.

    mhf un risolino divertito eruppe dalla bionda glaciale regina che si port; lentamente la mano sinistra a coprire pudicamente le labbra.

    E' proprio come un gioco, nulla di più impegnativo

    stese quindi la mancina verso i due onorati Primarchi, allargando le dita per poi chiuderle come a mimare di afferrare l'aria.

    Porteremo la pace ed educheremo quegli inutili elfi della Verità Imperiale, oppure dovranno pagare un dazio.

    Gli occhi di Sanya baluginarono per un istante di pericoloso oro, così come quelli di Aynas. Non aveva dimenticato L'elfo che si palesò poi come Hyperione. Nella sua veste di elfo menomò l'Esarca di Seadragon, mentre nella sua veste attuale di Titano sfidò a duello direttamente Sanya.

    La già minima pazienza ed empatia della Furia era esautorata prima ancora che l'approccio a terra iniziasse.

    Mi occuperò io di creare un diversivo, ho portato con me tre Capitoli Astartes, Con i Blood Angels effettuerò un'assalto mediante drop pod ed assicurerò una testa di ponte.
    Gli Ashen Claws si occuperanno di distribuirsi lungo gli abitati ed inizieranno missioni di interdizione e sabotaggio.
    L'urto maggiore lo affronteranno i Flesh Tearers.


    Un sorriso malsano le illuminò il volto.

    Mi avete già detto di evitare di coinvolgere civili innocenti. Ho diramato ordini precisi in tal senso.

    Ordini simili ai Flash Tearers era come chiedere un gelato in pieno polo nord ma tanto valeva essere chiari ed assecondare la volontà del titolare dell'Offensiva che ricadeva nella figura di Lady Johanna, quale Primarca responsabile di quel settimo di pianeta.

    Ora, se volete scusarmi, raggiungo le mie truppe, saremo in contatto telepatico e ci rivedremo per il Trionfo di Ullanor alla fine di questa giornata di giochi.

    Si alzò dal trono con un unico movimento fluido, una giovane umanoide dal volto canino fece per seguirla ma la Primarca la fermò con un cenno della mano.

    Resterai a bordo, qui in plancia. Non sei pronta a quello che faremo la fuori. E se anche lo fossi, PAN non me lo perdonerebbe mai e per una volta vorrei evitare di spaccarmi le ossa contro di lui.

    Scosse il capo scrollando le spalle.

    Siamo veramente incompatibili io ed il tuo Re.

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    Uscì sul main bridge della Dies Irae e si diresse a proravia ove erano stanziate le catapulte gravitazionali per il lancio sub atmosferico delle drop pod e si imbarcò sul mezzo di comando, assicurandosi con la barra al petto e vestendo l'elmo. La corona si ritrasse nella Scale mentre il diadema si configurò in assetto da battaglia e l'elmo intero celò il suo volto emettendo uno sfiato di vapore da tutti i sistemi di controllo corporei. i circuiti della Corazza presero vita emanando lampi color del sangue.

    Sanya, Primarca del Kraken, a tutte le unità Astartes Artiche. Avete i vostri ordini, rendete grazie all'Imperatore e portate la sua Luce negli occhi degli stolti.

    Emise un lungo sospiro.

    Dies Irae, LANCIO!

    Ed iniziarono l'ascesa 300 drop pod dei colori dei rispettivi capitoli, una volta a livello sub orbitale iniziarono a discendere secondo gli angoli di attacco concordati, mentre la Dies Irae manovrò per posizionarsi con il fianco dritto verso la costa e, puntando i sistemi di arma, illuminò il cielo della giusta pace abissale.

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    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Ottimo (livello 2).
    MENTALMENTE Pensierosa (livello 2).
    STATUS SCALE Ottima - Indossata - Configurazione da battaglia con elmo a celata completa (livello 2)

    RIASSUNTO AZIONI

    CITAZIONE
    .


    ABILITÀ
    Sangue di Yorith
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    CRIMSON DEFILER

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    II

    S
    aphos stava cominciando a perdere la speranza. La sua nave, la freccia dell'alba, stava subendo una quantità irreparabile di colpi e poteva sentire chiaramente l'incanto che la teneva insieme sfaldarsi. Le trame della magia diventavano più sottili ogni secondo che passava, divorate dalla matrice corrotta che quelle enormi creature marine emettevano semplicemente esistendo. Metà della sua flotta era già stata abbattuta e nel frattempo l'unico risultato che stava ottenendo sembrava mantenere l'attenzione di quella creatura e poco più. I suoi enormi arti e gli icori gettati dalle sue innumerevoli bocche scivolavano sulle barriere stratificate e geometricamente perfette, ma ad ogni impatto le crepe si facevano più grandi e la sua nave veniva spinta qualche metro più in basso in acqua. Quest'ultimo fattore era il più preoccupante perché ad un certo punto la chiglia sarebbe semplicemente collassata, schiacciata tra incudine e martello. Inoltre, era sempre più difficile lanciare i suoi incantesimi senza una base salda. La sua fronte era lercia di sudore e sangue, mentre attorno a sé i suoi guerrieri combattevano contro le orde che riuscivano a infiltrarsi tra le parti più sottili delle sue barriere. Il continuo cozzare di acciaio e propaggini ossificate non aiutava la sua concentrazione in quel momento disperato. Un grande schianto, ovattato da grida, segnalò che oltre la sua vista un'altra nave era stata abbattuta.

    La flotta argentea si era messa in mare immediatamente appena le creature avevano cominciato ad avvicinarsi, con l'idea di eliminarne il più possibile mentre le armate di terra si preparavano alle difese. Arroganza, realizzò Saphos. Il tutto si dimostrò poco più di un nobile sacrificio risultato nel rallentamento delle orde. Sapeva che le armate corrotte avevano già raggiunto terra, e loro ora erano bloccati lì a cercare di sopravvivere. Fallendo in ciò, tra l'altro. Una terribile e gelida sensazione si fece strada dal fondo delle sue viscere, mentre conteneva a malapena un altro colpo di quella creatura che torreggiava sulla nave. Disperazione. Non sarebbero tornati a casa. Forse non ci sarebbe stata una casa a cui tornare. Più l'aveva colpita coi suoi incantesimi più la sua forma era diventata grottesca, come se la sua magia non avesse fatto altro che accelerare una improbabile e orrenda evoluzione.
    I suoi piedi scivolarono nella fanghiglia creata dal sangue di mostri e elfi in egual misura. Una brevissima distrazione. Un'altra crepa nella sua barriera e questa cedette del tutto. Una pioggia di cristalli eterei coronò il suo fallimento. La creatura sollevò un altro tentacolo, che cominciò a separarsi in infiniti artigli roteanti e lo calò sulla nave.

    Accadde tutto così in fretta. Le percezioni magiche del capitano vennero inondate da una gigantesca massa di energia estranea, così opprimente da coprire ogni altra sensazione. Un attimo dopo, un enorme QUALCOSA si schiantò nel fianco della creatura, sradicandola dalla sua posizione. In un primo istante gli sembrò - assurdamente - uno di quei rozzi mezzi meccanici che gli umani utilizzavano per solcare i cieli sopra Ulthuan prima che il mondo finisse. Enormi aquile di metallo capaci di portare morte ad altri umani in guerre barbariche. Questo oggetto era differente, però. Sembrava molto più grande, con il muso molto più lungo e affilato. Non sorprendeva quindi come avesse perforato da parte a parte il corpo della creatura, intento a cadere in acqua per la potenza di quell'impatto. Sangue e acqua salmastra volarono in ogni direzione e solo con un'altra barriera all'ultimo istante poté evitare che lui ed i suoi guerrieri venissero spazzati via dal ponte. La creatura gridò dal dolore, il suono si strozzò. Il mostro corrotto cominciò a scuotersi, in preda a convulsioni mentre venature rosse come l'enorme oggetto (proiettile?) cominciarono a diffondersi nella sua carne con un cupo scricchiolio. Poi arrivò il vero suono.

    Il suono di carne lacerata, il crepitare di qualcosa che sembrava il suono di migliaia di ossa che si spezzano. La punta dell'oggetto cominciò a dividersi verticalmente. La spaccatura si allargò sempre di più fino ad arrivare nella parte immersa nella carne del mostro. Poi il resto dell'oggetto volante cominciò a cambiare. Placche si spostarono assumendo una configurazione diversa, la parte posteriore si divise in due, si articolò assumendo in modo inquietante l'aspetto di gambe che si appoggiarono alla superficie del mare senza affondare più di qualche metro. Altre placche si spostarono e Saphos realizzò. Era un enorme creatura scarlatta. Una testa cornuta dalle fattezze vagamente draconiche scivolò fuori da un torace aguzzo e la figura fu completa. Un enorme gigante rosso, non era chiaro se stesse indossando un'armatura o fosse il corpo stesso a essere di quella sostanza rosso sangue, ma una cosa era chiara. Aveva le braccia affondate fino al gomito nel corpo della creatura. Braccia che stava progressivamente allargato. Il suono umido della carne che si lacera era a malapena coperto dalle grida multiple del mostro. Saphos vide filamenti scarlatti e masse d'acqua tra le giunture del gigante rosso muoversi come muscolatura in tensione all'aumentare dell'intensità del suo sforzo.

    La carne del mostro esplose quando la forza del gigante sovrastò qualunque cosa stesse tenendo insieme il mostro e metà del suo corpo si spaccò in due. Il gigante era riuscito a liberare le due enormi spade che avevano composto la punta un istante prima. La testa del gigante si voltò verso di lui, ma si rese conto che era solo apparenza. Qualunque cosa stesse controllando il gigante era nascosto in qualche altro settore del corpo. Sentì un contatto alla sua mente, della stessa matrice di quell'enorme potenza. Parlò nella lingua degli umani, che per forza di cose Saphos si era ritrovato a dover imparare.

    Ordina la ritirata. - Disse la voce di una donna. - Non ho intenzione di trattenermi. - E come a dare peso alle sue parole l'enorme costrutto rosso mosse una delle sue braccia oblunghe all'indietro e conficcò la lama nel corpo del mostro e lo strattonò verso l'alto, SRADICANDOLO dall'acqua. Saphos stava per ribattere come difendere Ulthuan fosse suo dovere, ma il cielo fu improvviso un intricarsi di lampi azzurri.


    Il costrutto pilotato da Johanna sollevò la creatura verso l'alto, in modo che chiunque, alleato o nemico potesse vederlo. Il mostro che stava per distruggere una delle navi più grandi e decorate era alla sua mercé. - Fuoco. - Ordinò alla radio, con tono freddo, distaccato. Dalla nave da cui si era lanciata qualche momento prima possenti cannonate di artiglieria cosmica impattarono contro la carne corrotta e inerme, facendo splendere il mare in un tripudio di riflessi azzurri e falciando qualunque creatura minore stesse volando nel loro tragitto. Il momento dell'impatto fu coronato da un suono lungo e prolungato, paragonabile alla nota di uno strumento a corda rallentata di svariate volte. La salva di colpi cessò e la primarca mosse il suo costrutto per gettare lontano la carcassa martoriata della creatura, lasciando che i suoi sentient continuassero a divorarla per contrastare le note proprietà rigenerative dei corrotti. Uno era andato. Ora mancava tutto il resto.

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    Sia fatta mattanza!



    L'ordine della primarca di Seadragon echeggiò nell'interezza del canale comunicativo che legava lei e le sue navi di artiglieria. Per la speciale occasione, Johanna aveva portato esclusivamente navi da battaglia, senza una vera e propria forza terrestre in modo da lasciare pieno controllo delle operazioni a Sanya e Oliver. Si fidava ciecamente delle loro capacità di giudizio e organizzative a questo punto. In questo modo Johanna avrebbe potuto concentrarsi appieno sulla gestione della componente marittima di questa minaccia. Dopotutto era dal mare che questo nemico stava giungendo, impiegando la massima forza nel minimo tempo avrebbe potuto diminuire se non eliminare del tutto l'eventualità di nuovi arrivi alla costa, permettendo alle forze a terra di sterminare sistematicamente i corrotti e ripulire l'isola.

    Per quella particolare occasione, Johanna aveva disposto le navi più potenti in un perimetro attorno all'isola, in modo che ognuna compensasse gli angoli più meno forniti di armi delle altre. In questo modo le aree a ventaglio in cui ognuna di loro poteva portare distruzione si sovrapponevano formando così un'area completa che arrivava fino alla costa. A conti fatti per loro era come sparare a pesci in un barile. Dovevano solo fare attenzione a non colpire la costa. A difendere l'artiglieria da contrattacchi delle creature vi era una schiera di incrociatori rapidi pronti a intercettare qualunque minaccia e una formazione di caccia in volo circolare attorno all'isola per attaccare con tattiche mordi e fuggi i punti più isolati e deboli dell'orda nemica.

    All'interno del costrutto Johanna aveva portato con sé un terminale portatile per poter ricevere in tempo reale le posizioni delle creature che avrebbero richiesto la sua attenzione più immediata. Con la propria capacità di solcare l'universo attraverso i suoi portali, poteva effettivamente essere in ogni luogo di quell'oceano in un istante. Con suo discreto fastidio, Johanna notò come l'elfo non avesse ascoltato il suo ordine e notò un inizio di riorganizzazione delle forze navali elfiche. La primarca non aveva idea della effettiva capacità di quelle navi dall'aspetto così...fantasy, ma dato il prodigio che aveva nascosto l'isola fino a quel momento concesse che probabilmente li aveva solo incontrati in un orribile momento della loro storia. Una piccola parte di lei pensò che se fossero stati aperti in comunicazione con loro, o meglio se avessero fatto parte dell'impero in primo luogo, avrebbero potuto aiutarli in modo più tempestivo invece di lasciare al caso il fatto che comparissero sui loro radar. Oh beh, il pensiero continuò, avrebbero visto ORA che cosa si sono persi.

    Il cosmo di Johanna ruggì in fiamme dorate e azzurre, danzando sul rosso del suo enorme costrutto. Le falde ai lati delle lunghe gambe digitigradi si aprirono e da esse torrenti di polvere di corallo eruttarono in enorme quantità, diffondendosi nell'acqua marina che era diventata sua domino dal momento in cui era arrivata nel campo di battaglia. Una chiazza rossa si diffuse ai suoi piedi, divorando immediatamente qualunque creatura fosse troppo infima per essere degna di nota per la primarca. Da quella massa corallina si separarono altri costrutti che cominciarono a dilaniare qualunque cosa stesse nuotando sotto la superficie cercando di sfuggire alla sua attenzione.

    Il cielo fu solcato da un'altra salva di cannoni cosmici, ognuno diretto ad un bersaglio diverso, creando una ragnatela di luce che sovrastò il costrutto di Johanna. Una delle grandi creature lontane da lei si mosse una frazione di istante prima che uno dei colpi lo raggiungesse e Johanna agì immediatamente. Una struttura triangolare composta di flussi marini e luce dorata si spalancò davanti al raggio cosmico inghiottendolo. Un portale analogo si aprì un istante sopra alla creatura, perpendicolarmente. Il raggio eruttò con violenza, potenziato ulteriormente dal cosmo di Johanna che lo tinse di sfumature dorate. L'energia perforò la creatura dall'alto in basso, finendo in acqua. L'elevata temperatura dell'energia cosmica mandò immediatamente in ebollizione quel piccolo angolo di oceano, creando un'esplosione di vapore che fece schizzare in alto le frattaglie di quella creatura e altre più piccole, che vennero impalate al volo da sottili lance di corallo scagliate dalla massa sotto di lei. Il cosmo di Johanna si concentrò nelle gambe del suo costrutto e mentre una minima energia serviva a mantenerlo sul pelo dell'acqua tutto il resto venne veicolato in violenti getti di vapore rossastro che scagliarono in avanti l'enorme massa.

    Chiunque nell'esercito Atlantideo sapeva perfettamente che Johanna non aveva bisogno di creare enormi costrutti umanoidi per combattere in modo efficace. Johanna compresa.

    Ma era così dannatamente divertente. Una delle sue lame tagliò di netto la testa ad una enorme creatura serpentiforme che si era sollevata dal mare cercando di avvolgersi alle sue gambe e bloccarlo sul posto. La testa roteò un paio di volte in aria prima che le spuntassero ali e si gettasse in picchiata verso l'isola. Completando il movimento del suo taglio Johanna roteò sulla punta di un piede acquisendo momento e scagliando la seconda spada contro la testa, infilzandola. Un tentacolo d'acqua collegato all'impugnatura riportò l'arma indietro assieme alla sua preda, che venne immediatamente impregnata di corallo e utilizzata come corpo contundente contro il resto del corpo che continuava ad agitarsi. Johanna si guardò attorno. Tutte quelle che stava uccidendo in quel momento erano creature di mare, non avrebbero veramente invaso il terreno, a meno che non si fossero evolute o trasformate rapidamente. Ma erano mostri di distruzione, non una forza di conquista. Doveva esserci qualcosa che le stava sfuggendo. Pensò rapidamente, cercando di capire che cosa le mancasse in quell'istante.
    Aprì nuovamente le comunicazioni con la nave principale. - Attivate gli scanner di profondità. - Ordinò. - Vedete se trovate qualche massa inusuale più in basso, vicino al fondale.

    Il costrutto aveva eliminato altre due grandi creature marine, gettandole in aria e poi facendole a pezzi con rapidi movimenti delle sue lame, quando ricevette una comunicazione di ritorno. - Mio Primarca, abbiamo identificato una massa di grandi dimensioni in movimento rapido a sud dell'isola, a circa duecento metri dal fondale. Si sta dirigendo verso la costa.

    Il costrutto balzò in alto, le placche e le parti che lo componevano si mossero rapidamente, le due lame si unirono nella violenta punta e la forma jet del suo costrutto perforò violentemente la superficie del mare. Più andava verso il basso più l'acqua inquinata dalle masse corrotte e dal sangue diventava scura, al punto che l'unica fonte di luce divenne il suo cosmo sempre più furibondo che proiettava onde dorate in ogni direzione. Il suo dominio delle correnti marine la mosse rapidamente verso il basso senza che si venissero a creare tsunami in superficie. Più andava verso il basso, più la sensazione di sbagliato che era caratteristica della vicinanza della corruzione si faceva opprimente. Stava per trovare qualcosa di grosso.

    La luce del suo cosmo finalmente raggiunse le spire in movimento rapido del suo obiettivo.
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    Un'enorme creatura serpentina stava ondeggiando verso l'isola. Ma non era solo quello il problema. Johanna vide tra le ombre proiettate dal suo cosmo che migliaia di corrotti erano ancorati alla sua carne come zecche. La primarca capì. Era un mezzo di sbarco. Il suo jet sottomarino accelerò violentemente, passando accanto alla creatura in modo che una delle sue ali lacerasse profondamente il fianco. La creatura sembrò registrare l'attacco, ma non si fermò né rallentò. Anzi, sembrò accelerare ora che era stata scoperta.

    Un portale inghiottì l'intero costrutto e lo traslò qualche centinaia di metri più in là, davanti alla creatura. La superficie del suo costrutto si agitò, ricoprendosi di scaglie aguzze che un istante dopo partirono come un fitto nugolo di siluri che saturò l'acqua di fronte alla primarca. Le esplosioni all'impatto illuminarono a giorno le profondità marine, gettando la lunga ombra del mostro sul fondale. Svariati dei corrotti sulla sua pelle vennero disintegrati dalla violenza del cosmo di Seadragon, ma anche con il cranio esposto e la mandibola che penzolava inerte il mostro continuò ad avanzare, con il suo unico scopo quello di portare gli altri corrotti a terra. Il costrutto arretrò, continuando a subissare di siluri esplosivi la creatura con esplosioni controllate. A quella profondità la pressione dell'oceano era tale da contenere le deflagrazioni senza sconvolgere la superficie. Per un certo senso era un bene che stessero cercando di invadere così tanto in basso. Le permetteva di fare quello che stava per fare. La punta del suo costrutto sottomarino si divise in quattro, e nello spazio vuoto una singola sottilissima lancia di corallo cominciò a caricarsi di così tanta energia cosmica da apparire come una linea solare. Il cosmo di Johanna impennò violentemente e il proiettile venne scagliato nella gola della creatura che le era praticamente piombata addosso in un violento impatto. Johanna si ritrovò squassata all'interno della sua nicchia nel costrutto, ma il suo attacco aveva già colpito. La lancia penetrò a fondo nella carne corrotta. Un istante dopo quella immensa carica cosmica si liberò, non in una esplosione ma in una violenta e rapidissima crescita di sentient del corallo, che cominciarono a proliferare nella carne corrotta, infettandola e prendendone completamente il controllo. Pochi istanti dopo l'intera lunghezza della creatura si riempì di spaccature e punte scarlatte che squarciarono la carne dall'interno, mentre i corrotti già infettati dai sentient si agitavano facendo a pezzi quelli che ancora non erano stati raggiunti. Johanna puntò la mano contro l'intera massa corallina e strinse il pugno, affaticata da quella confrontazione e dal costante consumo di energia. L'intera massa corallina esplose, disgregandosi in polvere rossastra e sangue. Con uno scatto del polso Johanna strinse il pugno ancora di più e l'acqua circostante vorticò su se stessa in una forma sferica, prima di collassare verso l'interno, stritolando e sbriciolando qualunque cosa fosse sopravvissuta nell'esplosione.
    Nel silenzio degli abissi, rimaneva solo il suono del sangue nei timpani di Johanna al ritmo del battere del suo cuore.

    Il costrutto puntò il muso verso l'alto e cominciò una rapida emersione.

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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    2



    Le voci degli elfi esortavano i soldati a combattere, a non cedere contro quell’improvvisa minaccia; alcuni di loro sollevavano le proprie armi, altri utilizzavano le proprie capacità per difendere i compagni. La battaglia andava avanti da chissà quanto e i nemici, quell’espressione distorta e malata della corruzione, sembravano non stancarsi mai. In più, erano apparsi da squarci dimensionali altri tipi di minacce; non erano tanto grotteschi e abominevoli come la mandria di corrotti, ma sembravano avere uno schema ed un modus operandi più preciso, pur infettati e ricoperti da secrezioni e infezioni di un altro mondo. Nessuno di loro capiva come avevano fatto ad essere stati trovati in mezzo all’oceano, con le più raffinate difese di Odino, con gli incantamenti più sottili ed elaborati. Per millenni Ulthuan era riuscita a resistere ad ogni minaccia, imperturbabile come la più solida delle rocce in una tempesta; eppure, in quel momento, attorno a loro non c’era altro che chaos, corruzione, e le forze dell’isola degli elfi si erano divise tra la protezione delle loro terre e la difesa del sacro tempio, che custodiva il cuore ed il gioiello dell’isola, così come la porta verso Asgard. Uno dei soldati si trovò circondato da un plotone caotico, i loro colori cangianti sembravano quasi catturare il suo sguardo, incutendo timore e insicurezza negli arti, che quasi allentarono la presa sull’arma facendolo vacillare. Come lui, un altro manipolo di elfi che lo accompagnavano, catturati dalla stessa sensazione. In quel preciso istante, il plotone caotico cominciò a circondarsi di cosmo innaturale, che sfuggiva alle regole dell’ordine a cui tutti sottostavano, puntando proprio le vittime appena catturate. Tutto si svolse in una manciata di secondi, le scariche di necrocosmo saettarono verso i guerrieri asgardiani, troppo irretiti da tali emanazioni per riuscire a difendersi correttamente; al tocco, l’intera squadra di elfi sarebbe stata nient’altro che cenere, se non fosse stato per un lampo dorato che aveva abbagliato i presenti in quella zona. Un’armatura bianca, intarsiata d’oro, era apparsa proprio al centro di quella squadra circondata dai soldati del chaos, emanando pura luce dai riflessi della scale, amplificati da quella che era un’illusione, una rifrazione dell’ambiente. Non oggi.



    Chiome di Cometo, una tecnica che aveva appreso da Anfitrione ed utilizzato contro lo stesso daimon, tramite la quale dei piccoli raggi di cosmo si estendevano verso punti decisi dal Primarca di Scylla. Ciò che rendeva più potente la versione di Oliver, tuttavia, era un’elevatissima vibrazione sonica, che rese in quel momento impossibili i movimenti di chi era puntato dalle chiome, prima di perforarlo nei punti scoperti dalle protezioni. Subito dopo, arrivarono i Salamander a soccorrere lo squadrone di elfi, mentre i Lamenters e i Blood Ravens si dirigevano al punto concordato, condotti dai propri capisquadra. Oliver offrì la mano a quello che sembrava il capitano della squadra, che non la accettò, rimettendosi in piedi grazie alla leva della propria lancia. Credete di poter arrivare qui e fare come vi pare, Primarca? Domandò, sibilando con aria diffidente. Cuordimetallo scrollò le spalle, avvolto da elmo e armatura. Sono qui per salvare vite e fare la cosa giusta, capitano, e lo stesso vale per i miei uomini, che ad Asgard piaccia o no. Si voltò verso un punto particolarmente distante, da cui era possibile vedere il tempio maggiore di Ulthuan, la sua destinazione. Ho bisogno che qualcuno mi porti al tempio e mi aggiorni su cosa troverò lì; sono l’unico qui in grado di sistemare la situazione. Il capitano fece appena in tempo, assieme al Primarca, ad evitare un colpo cosmico lanciato da una cellula corrotta, prontamente intercettata dai soldati atlantidei. Che dice, Capitano? Perdiamo altro tempo o lavoriamo insieme per risolvere tutto questo?



    Non posso rivelarti così il segreto di Ulthuan, Primarca. L’elfo si faceva strada tra le orde dei corrotti, aiutando i propri soldati, mentre Oliver procedeva a fare lo stesso, affiancandolo mentre faceva naturalmente scorrere il flusso cosmico, tramutandolo nelle armi di Scylla e implementandolo nei propri costrutti illusori, sgominando cellule caotiche e corrotte tramite l’orso e il lupo. E io non posso aiutarvi se non so con cosa sto lavorando; voi asgardiani non rendete certo le cose più facili. Si teletrasportò accanto ad alcuni atlantidei e rilasciando un vortice d’acqua, il Big Tornado portò in alto alcuni soldati del chaos, lasciandoli in caduta libera verso il terreno, dove li avrebbe attesi una trappola dei Lamenters. Fu una continua discussione in cui Oliver, combattendo accanto all’elfo, riuscì a strappare qualche altra parola dalle sue labbra. La tecnologia elfica era stata impiegata per la creazione di un sistema di trasporto dimensionale, che avrebbe permesso a tutti gli abitanti dell’isola, nessuno escluso, di traslare nel cuore del centro di soccorso di Asgard, qualora si fosse abbattuta su di loro una catastrofe, o una minaccia di tale portata. Non ci volle molto per collegare naturalmente gli obiettivi della corruzione e delle forze del chaos, impadronirsi del sistema, corromperlo ed utilizzarlo per piombare nel cuore di Asgard, dove avrebbero proceduto ad un attacco a sorpresa per ottenere il controllo dall’interno. Una minaccia del genere, se non fermata, si sarebbe tradotta nella caduta dell’intero regno dei ghiacci, un risultato da evitare a qualsiasi costo. Capitano Rakar, ho bisogno che prendiate il comando di questa zona, la situazione è più grave del previsto. Il capitano dei Salamander rispose, mobilitando le forze in maniera più serrata, mentre Cuordimetallo si avvicinò al capitano, scivolando dietro un corrotto prima di tagliarne la testa con la lama dell’aquila. Avrebbe potuto traslare se stesso e il comandante elfico direttamente al tempio, ma avrebbero dovuto attendere l’arrivo dei Lamenters e dei Blood Ravens per non lasciare incustodito quel posto; per questo motivo, decise di scortare le guardie di Asgard e i corpi atlantidei a destinazione. La traversata fu lunga e dietro di sé poté percepire la presenza di Kraken e Seadragon, che avevano cominciato la loro battaglia tra le strade di Ulthuan e nel mare che lambiva le coste. Strinse i denti, lasciando spazio al dubbio solo per una frazione di secondo; no, sarebbero state bene. Avrebbe aggiustato qualsiasi cosa avesse richiesto intervento e poi sarebbe tornato da loro, si sarebbe unito alla battaglia per impedire che qualsiasi altra vita finisse persa in quella battaglia.



    Non fu semplice arrivare al tempio, ma Oliver riuscì a scortare, non senza il supporto elfico e atlantideo, le squadre necessarie per imbastire una zona sicura, riuscendo a ridurre in un ammasso di cenere e poltiglia la presenza corrotta che circondava il tempio. Alcuni nemici erano riusciti a penetrare all’interno e la battaglia si era spostata in ambienti meno adatti al combattimento. Oliver non perse tempo nell’arrivare con i Blood Ravens e la squadra di sacerdoti elfici nel cuore della battaglia del tempio; preferiva traslarsi a livello spaziale per coprire più nemici possibili, procedendo ad attacchi rapidi e meno ampi, per non danneggiare la struttura del tempio. Fu un tripudio, una celebrazione di tutte le sue tecniche marziali. Precise, raffinate, con i calcoli su moto e atterraggio così elaborati da lasciare attoniti gli elfi e i guerrieri asgardiani. Ma c’era qualcosa di strano, una vibrazione così bassa da essere quasi impercepibile, un cosmo corrotto e immondo che proveniva dalla parte più interna del tempio. Il cuore di Ulthuan, sì, è… un trasportatore. Spiegò l’elfo mentre correvano verso la cripta, nel cuore di quel luogo. Una volta azionata, permette di agire sullo spazio dell’isola per trasportare i suoi abitanti nel cuore del centro di soccorso di Asgard.Quindi se la corruzione dovesse avere accesso a quel sistema… L’elfo annuì. La situazione era critica. Riuscirono ad entrare in tempo solo per trovare una massa sciamante di piccoli corrotti che tentavano di penetrare nel trasportatore. Era una serie concentrica di anelli molto grandi, sulla quale poggiava una sfera luminosa, incastonata in arabeschi metallici. Non fu troppo difficile liberarsi di loro, quanto realizzare i danni che l’immenso ingranaggio, ora instabile, aveva ricevuto. Se fosse collassato, per Ulthuan non ci sarebbe stato scampo.



    Eppure, qualcosa sembrava provenire da esso, dal nucleo cosmico al suo interno. No, era diverso dalla sensazione del cosmo. Oliver si trovò ad osservarlo quasi rapito; avrebbe passato ore a studiarlo, se la situazione non fosse stata così disperata. Quasi come se stesse parlando direttamente con la macchina davanti a sé, Cuordimetallo prese ad avvicinarsi. Sei una forma raffinata di cosmo? chiese, percependo ogni particella delle sue energie quasi vibrare al cospetto di un capolavoro del genere. No, sei qualcosa di più puro del cosmo, di più diretto. Si avvicinò ad esso, attratto come davanti ad una scoperta senza precedenti, come uno scienziato davanti alla soluzione del quesito più triviale. Cosa sei? Sussurrò, osservandone la luce che si rifletteva sul bianco e l’oro della sua scale, dipingendola di tonalità fredde. Striature blu, viola, riflessi che percorrevano l’interezza della stanza, che adesso era piombata nel silenzio, interrotto soltanto dai tremori delle fondamenta, dalla violenza delle battaglie che stavano animando la superficie. Sei una forma senza filtri, energia grezza, pura estensione delle forze universali; eppure, riesci ad esistere in una forma così semplice e così limitata, riesci ad essere imbrigliata negli ingranaggi. Quasi estraniato dal tempo e dal luogo in cui si erano recati, Oliver cominciò a camminare attorno a quello che sembrava essere un altare su cui era poggiata una intricata combinazione di anelli e ruote. Le loro forme non erano spesse, squadrate, come potevano essere le costruzioni dei nani nell’immaginario di ognuno di loro; erano sinuose, eleganti, ricche di curve e arabeschi, qualcosa che conferiva loro un aspetto tanto bello quanto pericoloso. Il Primarca fece ancora qualche passo in avanti, osservando il modo in cui ruotavano ancora gli anelli, nascondendo in parte quello che era il nucleo luminoso. È… meraviglioso. Estese una mano, sfiorandolo con le dita.






    Sì, puoi davvero essere chiamata magia.
    E se sei magia, allora il mio approccio sarà più viscerale.




    Fece un profondo respiro, assicurandosi di essere al sicuro dietro le protezioni della sua armatura. Indossò di nuovo l’elmo, prima di alzare entrambe le mani ai lati del macchinario. Nel fragore delle macchine, sentiamo la tua voce; nei segreti dei circuiti, troviamo la nostra fede. Signore del Progresso, nel tuo nome io onoro l’evoluzione e il cambiamento. Oliver non trattenne nulla; per assicurarsi l’incremento della sua comprensione cosmica, della sua consapevolezza e interazione con la tecnologia asgardiana, l’uomo non risparmiò nemmeno un incantamento, nemmeno una formula. Cominciò a recitare il credo dell’Omnissiah, per il quale la volontà dell’imperatore e del khala, la forza stessa degli abissi, era ciò che animava gli ingranaggi, ciò che si faceva metallo e nucleo della stessa Atlantide, dello stesso Impero. Ogni parola era marchiata nella sua mente, riflessa nel suo spirito tramite millenni di conoscenza dati dal Khala. Davanti ai suoi occhi si stagliavano profondi sigilli, costrutti di immane grandezza, progresso senza fine. Dietro essi, secoli di conoscenza, eoni di potere e insegnamenti trasmessi nelle forme più disparate. Percorrendoli, il rumore della forgia, il tintinnio dei laboratori, il clangore degli ingranaggi e delle giunture. Oltre quel rumore, oltre quei suoni, qualcosa di luminoso, così chiaro e impossibile da sostenere alla vista. In quel momento, non era più Oliver, il Cuore di Atlantide, ma il Primarca di Scylla, Tempra di Azae, la Forma di Atlantide; uno dei più grandi costruttori e scienziati che il mondo avesse mai visto.


    L’Omnissiah conosce tutto.
    L’Omnissiah comprende tutto.


    Tbsrs6z

    120% Output
    [ COSMIC AWARENESS ]


    The Primarch's ability to interact with magitech to understand it at a deeper level. It involves a profound connection of his mind and spirit through the fabric of the cosmos and gears. In this case, the Primarch's ability is heavily influenced by the runes' participation in the process.




    Estese la sua consapevolezza, il suo corpo e la sua mente, all’interno di quello che era il nucleo magitecnologico di Ulth. Per un attimo sentì qualsiasi cosa, sentì ogni rumore su quell’isola, così come sentì ogni presenza circondare ogni lembo di terra, calcarne il suolo, sradicarne gli alberi. Percepì la disperazione del popolo asgardiano, la potenza delle forze atlantidee e la minaccia del cancro della vita che era la corruzione. Se si fosse lasciato andare, anche di poco, la sua coscienza si sarebbe persa e la sua mente si sarebbe spenta, soggetta alla forza di quel nucleo. Capì cos’era, lo capì dalla spinta che sentiva, istintivamente, verso quello che era il centro di Asgard. Quello era l’ultimo sistema di difesa, la risorsa dell’isola per spostare tutti i suoi abitanti nel cuore della città, al sicuro, qualora ci fosse stata una minaccia così grande da costringerli alla fuga. Il suo corpo fu progressivamente percorso da rune asgardiane, le stesse che erano riflesse sulle parti centrali del macchinario, brillando con una luce intensa, emanando una potenza arcana che sembrava risvegliare l'antico spirito della macchina, la matrice cosmica connessa al nucleo. Oliver serrò gli occhi, concentrandosi con ferma determinazione, mentre cercava di incanalare la sua consapevolezza cosmica, unendo il potere del Khala e l'ispirazione dell'Omnissiah. Davanti a lui, il mare di magia scaturiva dai misteriosi ingranaggi elfici, un turbinio etereo di potenza ancestrale. Era consapevole che anche il minimo errore potrebbe risultare fatale. Ogni input cosmico, ogni oscillazione del potere magico, doveva essere calibrato con precisione assoluta. Un solo movimento sbagliato, e avrebbe potuto innescare un cataclisma magico, rischiando di essere sommerso dall'energia primordiale dell'universo, trascinando con sé l’intera isola. La sua mente era un focolare di concentrazione, mentre gli ingranaggi elfici e le rune asgardiane diventavano il suo timone e la sua bussola, guidandolo attraverso un territorio inesplorato di potere e mistero. Con cuore saldo e mente decisa, continuò a navigare con cautela attraverso le correnti.



    Mentre Oliver procedeva attraverso le intricazioni della magia e delle rune, avvertì gradualmente un cambiamento nell'atmosfera. I suoi sensi gli rivelavano la presenza di punti cruciali, dove gli ingranaggi elfici avevano un tempo costruito un ponte diretto con il nucleo, consentendo il fluire dell'energia magica. Ma ora, questi punti erano intaccati e rotti. Le rune incise sugli ingranaggi emanavano una luce pallida, testimoniando le ferite inferte al macchinario nel corso del tempo. L'energia magica sembrava precipitare in quei punti critici invece di fluire liberamente tramite nucleo e struttura. Era chiaro che per riportare in vita l'antico macchinario, Oliver doveva ripristinare quei collegamenti meccanici spezzati. Con grande attenzione, iniziò a esaminare ogni dettaglio, cercando di identificare i segni del deterioramento e del danneggiamento. La sua mente e le sue mani si muovevano con precisione chirurgica mentre cercava di comprendere la complessa ingegneria elfica e mettere insieme i frammenti spezzati del collegamento magico.



    Non c'è bisogno di guardare, chiudi gli occhi.
    Lasciati guidare da lei.
    Percepisci il tessuto della realtà.
    Tu sei la macchina, raggiungi il tuo scopo.





    Percepiva qualcosa di puro, lo scopo della macchina, la volontà imbrigliata in quella creazione così elegante, così potente. Sapeva di poterlo fare, percependo ogni presenza sul campo di battaglio di Ulthuan, su tutta l'isola. Sapeva di poter toccare con mano il tessuto della realtà che la circondava, sapeva di poter graffiare, colpire, catturare ogni anima di quel luogo e spostarla secondo la sua volontà. La connessione avveniva secondo tre macrofattori: la macchina, la magia delle dimensioni che la animava e, infine, il centro di Asgard. Oliver fece estrema attenzione nel superare la prima, l'aspetto fisico, per toccare la magia con il proprio cosmo, per imbrigliarla e direzionarla, in maniera cauta, verso la giusta direzione per rianimarla, per guarirla. La sua percezione amplificata, coprendo tutta l'isola, poté sentire i combattimenti, le urla, i colpi e le azioni dei propri compagni. In quel momento, per quel motivo, decise di fare una mossa azzardata, estremamente azzardata. Esercitò una leggera divergenza nel fluire energetico, cominciando ad operare nel modo più veloce e sicuro possibile per aprire varchi dimensionali. Ecco; una mandria di corrotti diretta verso lo squadrone dei Salamander scomparve all'improvviso; un'altra, davanti ai soldati asgardiani, collassò su sé stessa. Aprì varchi e utilizzò prese dimensionali per supportare Kraken e Seadragon in battaglia, permettendo loro un gambetto, un vantaggio, nel combattimento contro quelle presenze mastodontiche, immonde.



    Mentre i corrotti si dissolvevano nel nulla, Oliver iniziò a concentrare la sua attenzione su quelli più imponenti e pericolosi. Utilizzando prese dimensionali, distortse lo spazio intorno a un gigantesco corrotto, impedendogli di muoversi. Nel frattempo, Kraken e Seadragon, sostenuti dalle aperture dimensionali create da Oliver, sfruttarono l'occasione per sferrare attacchi precisi e letali contro i mostri corrotti. La sinergia tra la sua abilità dimensionale e l'azione strategica dei suoi compagni di squadra trasformò il campo di battaglia. Oliver si muoveva attraverso gli strati della realtà, unendo la magia delle dimensioni con la potenza della macchina e il fulcro di Ulthuan. Ogni varco che apriva era un taglio nella corazza dei corrotti, indebolendoli sempre di più, mettendo in pratica tutto ciò che sapeva e aveva osservato degli impieghi dimensionali di coloro che possedevano tale potere. Utilizzare qualcosa di simile, qualcosa che al momento andava al di fuori delle sue capacità, delle sue abilità, lo esaltava, lo rendeva euforico. Sapeva che non avrebbe potuto utilizzare quelle capacità più del dovuto, più di una manciata di momenti, ma da un supporto del genere dipendevano le vite degli abitanti dell'isola, qualcosa che lui avrebbe messo al primo posto, sopra ogni cosa.



    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Ottimo
    MENTALMENTE Ξ Ottimo
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]


    RIASSUNTO AZIONI Ξ


    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Atlantean Engineering: Creation [Illusioni Ambientali]
    Ancor prima di diventare uno dei più grandi marzialisti di Atlantide, il nono Re di Atlantide – Azae – era considerato tra i più stimati utilizzatori dei poteri della mente. La sua abilità, infatti, gli permetteva di poter alterare l’aspetto di tutto ciò che circondava i presenti, sovrascrivendo la realtà effettiva con realistiche illusioni. Pur non avendo effetto materiale, erano talmente potenti da riuscire ad esser percepite quasi come reali, pericolose, da coloro che non disponevano di una grande forza - portando il cervello dei malcapitati ad autoconvincersi della veridicità di quelle immagini. Con questo potere, Azae riuscì ad oltrepassare la minaccia costituita da Cariddi, nel suo viaggio per lo stretto delle sue bestie. Come ogni Primarca di Scylla, dunque, Oliver ha ottenuto il potere di poter sovrascrivere la realtà che lo circonda – realizzando illusioni atte a confondere il nemico. Limitato soltanto dalla sua fantasia, può spaziare dalla semplice apparizione di oggetti o elementi, sul campo di battaglia, alla produzione copie. Ciò rende il potere della mente del Primarca pari al potere del suo corpo.

    Atlantean Engineering: Arsenal [Armi di Scilla]
    Quando finalmente Azae riuscì a raggiungere la temibile Scilla, essa sfruttò il potere di tutte e sei le beste – che componevano il suo corpo – per uccidere il nono re di Atlantide. L’orso, l’aquila, e il lupo furono impiegati per arrecare danni al corpo del primarca – mentre il pipistrello, il calabrone ed il serpente, furono utilizzati al fine di danneggiarlo con i loro insidiosi poteri. La mente ed il corpo del re furono impiegati al massimo della loro forza, in modo da riuscire a tener testa alla mitologica bestia. Dando prova della sua capacità, Azae riuscì ad emergere vincitore dello scontro; ciò diede modo a Scilla di poter apprezzare la caparbietà e lo spirito dell’uomo, permettendogli di trarre potere dalla sua natura e di ottenere la sua benedizione. Grazie a tale intervento, il re scienziato riuscì ad influenzarle con il suo cosmo, permettendo un assemblaggio – sempre diverso – della scale, per riprodurre gli stessi effetti dei poteri animaleschi, mostrati dalla creatura. L’orso, il pugno che abbatte – l’aquila, la lama veloce – il lupo, gli artigli perforanti – il serpente, le catene dello stretto – il pipistrello, la vita che si spegne – l’ape, il veleno insidioso. Gli attributi di ogni animale sono riflessi nelle parti meccaniche, che possono assumere le più disparate forme – assecondando la pericolosità di ognuno. Lo spirito delle bestie di Scylla risulta pericoloso anche nelle loro controparti cosmiche, se lanciate verso l'avversario, poiché - in caso di offensiva riuscita - sortiranno gli stessi effetti dei colpi portati in modo fisico.

    Orso - Danno: Interno, Rottura di Ossa / Arma: Grossa, Contundente

    Lupo - Danno: Perforante, Sanguinamento / Arma: Tagliola

    Aquila - Danno: Tagliente, Traiettoria guidata / Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante

    Serpente - Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza / Arma: Tentacoli

    Ape - Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) / Arma: Stiletto

    Pipistrello - Danno: Perforante, Risucchio Cosmico e Vitale / Arma: Piccolo pugnale


    Atlantean Engineering: One for All [Trasformazione]
    Sublimazione del potere di Scilla, ora fluito nella natura del cosmo di Oliver. Grazie al khala, ha ottenuto l’abilità di sfruttare le caratteristiche di ogni animale della bestia, alterando l’interezza della sua scale per farle assumere tratti caratteristici. La sua forma base, la Scale di Scylla – Versione “Ironheart”, si trasformerà a seconda della canalizzazione delle bestie sacre, mantenendo la capacità di utilizzare le armi relative agli animali di cui assume la forma. Ogni trasformazione, però, non impedisce al Primarca di lanciare la tecnica che esula dai sei mostri - il Big Tornado, che trae forza dalle acque di Cariddi. Tutte le forme conservano la durezza e la capacità di offesa della sua Scale, così come la possibilità di spostare la conformazione dell'arma del relativo animale a piacimento - grazie al riposizionamento delle placche e delle componenti d'oricalco - su qualsiasi superficie dell'armatura.

    Orso - Forza Straordinaria
    Lupo - Musica
    Aquila - Vento
    Ape - Teletrasporto
    Pipistrello - Suono

    Voz de las Olas [Telepatia]


    TECNICHE Ξ

    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 25/11/2023, 18:32
     
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    "Our War Game"
    Quest di Trama - Assedio - - Chapter 02

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    Il suono della frattura sonica dovuto alla velocità di caduta delle drop pod riverberò nell'aria, quasi sovrastando il tumultuoso suono della battaglia.

    Nel giro di dieci secondi furono trecento le drop pod che atterrarono impattando sul terreno.

    Per un intero secondo non successe altro.

    Fiotti di vapore eruppero dagli sfiati degli scafi delle capsule di assalto corazzato ed i portelloni laterali iniziarono ad aprirsi solo per lasciare estroflettere braccia meccaniche in oricalco dotate di CIWS i cui sistemi di arma a canne rotante iniziarono a sibilare un attimo primo del rilascio del torrente di colpi solidi che vennero rilasciati.

    Il buongiorno si vede dal mattino chiocciò allegra Aynas, la sorella psionica della Primarca

    Ed allora andiamo a portar loro la colazione, fatta di requiem e Fede rispose tranquilla la giovane Regina.

    I portelloni degli scomparti truppe volarono via all'unisono e mentre le linee di battaglia dei Blood Angels iniziarono a disporsi in ordinate file oblique rilasciando ulteriori fiumi di proiettili auto propulsi.
    Gli impatti sulle orde dei corrotti decorarono le terre elfiche di artistiche raffigurazioni di orrore.

    Gli Ashen Claw si divisero dalla forza principale per iniziare la loro strategia di guerriglia sub urbana mentre Sanya restò con l'ultima truppa, quella forse più problematica da tenere a freno.

    I Flesh Tearers.

    Tra gli astertes più pericolosi con cui avere a che fare, dediti al massacro più che alla missione. il loro dispiegamento doveva avvenire sotto rigidi protocolli. Per questo Sanya si unì, per questa missione, al capitolo del massacro.

    Canticchiava fra se e se mentre avanzava, camminando, generando solo un rumore di trascinamento nel fango del suo pesante eviscerator, un'arma da combattimento ravvicinato più simile a due enormi motoseghe montate assieme che ad una vera e propria spada.

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    Un'arma civilizzata abbastanza per quei tempi.

    Non toccava il terreno la Primarca, uno strato di ghiaccio si formava sotto le suole corazzate degli schinieri della Scale, ad impedire che la lordura e la contaminazione di una nazione infedele potesse anche solo macchiarla.

    Ulthuan, fino a poco prima era solo materia di leggenda, così come i suoi abitanti, i favoleggiati elfi. Ne aveva incontrato finora solo uno, e non era stata una visita piacevole.

    Gli ordini erano di non arrecare danno alle infrastrutture oltre il minimo indispensabile.
    Con la coda dell'occhio percepì l'odore del promezio e registrò nell'HUD integrato nell'elmo l'impennarsi del valore di temperatura alla sua destra. Urla disarticolate ed il lezzo della carne rancida arsa furono la testimonianza del passaggio dei Naufragia degli Ashen Claws, con i loro lanciafiamme.

    Primarca, contatto visivo con Heretic Astartes, la Death Guard.

    Smise di canticchiare. L'aria intorno alla sua figura corazzata si infranse in una miriade di colori mentre particelle di ghiaccio si formarono a mezz'aria rimandando e scomponendo i colori del cosmo della Primarca secondo angoli non euclidei.

    La legione astartes decaduta che serviva, ai tempi del mito, Diaprepe ed Elagia. Gli assassini di Elasippo.

    I circuiti della Scale presero vita mentre fruste di acqua e ghiaccio, rese invisibili a causa della velocità con cui sferzavano, frantumarono una porzione di terreno, un amalgama di corrotti e la stessa aria che sembrò come deviata dalla presenza stessa della forma cosmica della Sterminatrice di Dinastie.

    Chapter Master Dante, voi ed i Blood Angels continuate la missione primaria, assicurate il pericolo e se trovate forme di vita non ostili assicuratele e portatele al centro di verifica dagli Apotecari, voglio uno screening completo di ogni elfo, dobbiamo assolutamente evitare possibili contaminazioni. Inspirò ed espirò a fondo Shadow Lord Nehet Nev, voi e gli Ashen Claws allargatevi a ventaglio, voglio le vanguard squad che setaccino il posto alla ricerca del comandante di quegli eretici.

    Attese un secondo mentre assaporava il respiro che andava a farsi sempre più pesante, sempre più desideroso di carneficina del suo prossimo interlocutore.

    Chapter Master Seth, noi andremo a caccia mentre salviamo quegli inutili elfi.

    I tre comandanti dei capitoli risposero all'unisono mentre le configurazioni di battaglia variavano Sanya raggiunse telepaticamente il ponte comando della Dies Irae informando della presenza di Heretic Astartes oltre che di corruzione, con l'ordine di diramare la notizia sia a Lady Johanna che a Lord Oliver.

    Alzò poi la pesante arma a sega rotante e la posò sulla spalla destra, mentre silenziosa iniziò il suo peregrinare alla ricerca del suo obiettivo.

    Era passato del tempo ed aveva seguito le indicazioni delle squadre di ricerca degli Ashen Claws, incontrò varie sacche di corrotti e di caotici e si abbandonò alla violenza.

    Alla fine raggiunse quello che sembrava essere una piccola cittadina elfica che sembrava essere sotto assedio da alcune squadre della Death Guard.

    Rilasciò il guinzaglio con il quale aveva finora trattenuto i Flesh Tearers, non era educato non lasciar sfogare dei soldati tanto preparati.
    Le due schiere impattarono, con il Capitolo fedele all'Imperatore che si infranse sul fianco sinistro dei luridi eretici, mentre Sanya avanzò insieme al Chapter Master Seth seguendo la taccia cosmica eretica più potente, fino ad arrivare alla piazza del villaggio dove un'enorme figura corazzata che solo una volta poteva assomigliare ad un astartes, pareva giocare come il gatto con il topo con una guerriera elfica.

    La lama argentea della cittadina di Ulthuan però, non riusciva a superare la portata della falce potenziata e lordata delle misture di Nurgle di quell'essere abbietto.

    Sanya fece un cenno a Master Seth che si fece avanti per ingaggiare il nemico con il suo falx potenziato mentre Sanya con calma si mosse sul lato della piazza ove vide quello che sembrava essere un bambino elfo stringere il corpo martoriato di un elfo adulto.

    La figura in armatura di oricalco posò il ginocchio a terra senza toccare il suolo, mentre il suo elmo si aprì, rivelando il viso della giovane Regina Artica.

    Stai tranquillo espanse il suo cosmo cercando di toccare con esso il bimbo elfo, per instaurare una comunicazione telepatica.

    Tu che da oggi avrai Fede nell'Unico Imperatore Dio, tu oggi, hai appena Vinto.

    Estrasse dal retro della cintura una pistola requiem e la posò nella mano del bambino.

    E' la volontà dell'Imperatore Poseidone, la Sua Benevolenza a volere che tu sia salvo.

    Giunse le mani al petto invitando il pargolo a fare altrimenti.

    Loda l'Imperatore da oggi alla fine dei tuoi giorni, diffondi il Suo nome ed il Suo nobile e generoso gesto, e così lo ringrazierai.

    Dischiuse lentamente il labbra in un estatico sorriso, simile ad una statua angelica per poi rialzarsi e dirigersi verso il colosso in armatura lorda delle sozzure di Nurgle.

    Thagus Daravek, noto con profondo dispiacere che ancora insozzi il mondo. Un problema al quale darò immediata soluzione.

    Il suo cosmo ruggì violentemente, ed in risposta la temperatura precipitò pericolosamente sotto lo zero. Creò delle strutture cupolari nelle quali rinchiuse praticamente a forza l'elfo femmina ed il bimbo elfo mentre ordinò a Seth di farsi indietro e porsi a difesa dei due abitanti.

    Finalmente i denti dell'eviscerator che si era portata dietro presero a ruggire, fendendo l'aria ed emettendo un sibilo che preannunciava violenza e morte.



    Fu una vera e propria esplosione di movimento, le lame dentate della Primarca iniziarono a danzare ad una velocità impressionante, mentre la stessa Sanya volteggiava nell'aria mentre si posava su piattaforme solide di ghiaccio per il tempo necessario a variare il ritmo e la direzione dell'attacco.
    Le armi a catena come l'eviscerator non erano performanti se utilizzate come le normali spade, dovevano essere mosse con forza e violenza cercando di farle affondare sempre più nel corpo del nemico.

    I profondi solchi lasciati sul corpo Daravek lasciarono piovere otto di lui intestini, viscere, bile e fluidi corporei eppure lui ancora osava stare in piedi.

    Fu in quel momento che l'aria nella piazza si distorse, Sanya fece un passo indietro solo per assistere ad una variazione dimensionale simile ad una frattura che letteralmente, strappò in due parti il suo opponente.

    Vide le due metà ancora cercare di muoversi e le assaltò con la sua arma fino a che di Thagus Daravek non rimase che il ricordo ed i solchi sulla pavimentazione della piazza del villaggio lasciati dal passaggio dell'Eviscerator.

    Noto con piacere che avete trovato un giocattolo interessante, Lord Oliver.

    Lasciò passare un istante prima di riprendere la conversazione telepatica

    Vi prego però per la prossima volta di non tentare di rubarmi la preda.

    I rapporti delle varie squadre iniziarono tutti a riportare situazioni simili, con fratture dimensionali in aiuto ed a supporto, in tutta la superficie di isola occupata liberata grazie all'intervento dei Cavalieri Imperiali di Atlantide.

    Sia Gloria al Suo Nome. Una giornata senza servirlo è una giornata persa.

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    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Ottimo (livello 2).
    MENTALMENTE Pensierosa (livello 2).
    STATUS SCALE Ottima - Indossata - Configurazione da battaglia con elmo a celata completa (livello 2)

    RIASSUNTO AZIONI

    CITAZIONE
    .


    ABILITÀ
    Sangue di Yorith
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    CRIMSON DEFILER

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    III


    L
    'enorme creatura umanoide l'enorme braccio, brandendo una delle navi elfiche come una mazza improvvisata. Johanna sentì chiaramente le grida degli elfi ancora a bordo mentre venivano sballottati o slanciati fuoribordo. A metà del suo colpo però lo spazio si distorse all'altezza del suo avambraccio. Qualcosa a metà tra un portale instabile ed un piccolo buco nero divorò in un istante l'intero gomito della creatura, lasciando il resto del braccio in balia della gravità. Il costrutto di Johanna, martoriato dal continuo combattere, scattò in avanti divorando la distanza che li divorava e entrando completamente nella sua guardia grazie a qualunque cosa Oliver stesse facendo con quel marchingegno elfico. Una delle due lame si era fusa interamente al suo braccio, trasformandosi in qualcosa di nuovo e con essa Johanna sferrò un montante al torace dell'enorme corrotto che sorgeva dalle acque. L'impatto scatenò un'onda d'urto visibile nell'umidità accumulatasi nell'aria e che innalzò onde attorno a loro. Un violento sibilo e con un'esplosione di frattaglie e sangue corrotto un enorme spuntone corallino eruttò dalla schiena del corrotto. Il pilebunker di corallo si frammentò all'interno del corpo del corrotto e si diramò rapidamente, dilaniando la sua carne dall'interno mentre il costrutto di Johanna si liberava della punta abbandonando l'intero braccio del costrutto. Il peso del corallo trascinò verso il basso il cadavere del corrotto.

    La primarca stava ansimando dentro l'abitacolo del suo costrutto, che aveva subito così tanti danni che ora lei era completamente scoperta e fradicia d'acqua. Il costrutto aveva subito notevoli danni, dato che lei si era imposta di combattere da sola contro l'interezza dell'invasione marina ordinando a tutte le sue navi di mantenersi in postazione evasiva mentre continuavano a fare fuoco. Qualche nave era stata danneggiata da lanci di materia ed energia corrotta, ma la distanza e gli scudi energetici stavano limitando al massimo il numero delle vittime. Tuttavia questa distanza da altre possibili vittime aveva massimizzato l'impegno e l'interesse dei corrotti nel riguardo dell'enorme costrutto scarlatto che stava facendo da muro tra loro e la costa. Johanna stava cominciando a sentire la fatica del suo continuo consumo energetico. Leccò via il sangue che stava colando sulla sua guancia e riprese a far scorrere il suo cosmo nel costrutto che scattò in avanti, lacerando un tentacolo che stava sorgendo dall'acqua per afferrare una delle navi. Nonostante avesse ordinato loro di ritirarsi, l'orgoglio elfico era probabilmente troppo forte, visto che dopo che era riemersa poco prima avevano sfruttato il momento di confusione nemica data dall'artiglieria per riorganizzarsi e tornare in formazione. Da esse era ricominciata a piovere una selva di frecce infuse di energia e scariche di svariati elementi opera dei guerrieri più dotati. C'erano svariati guerrieri di notevole portata cosmica attorno a lei, in quegli eleganti scafi. Aveva cominciato a farci caso solo in quel momento. Aveva pensato che fossero poco più di un fastidio, ma dovette ammettere che come lei stessa aveva difeso la sua patria più di una volta, anche loro stavano dimostrando lo spirito indomabile di chi sta proteggendo cosa ha di più caro. Rispettò ciò.

    Questa nuova formazione di navi attorno all'isola fece sì che si formasse un secondo anello di difesa e attacco, in modo che nel settore circolare di mare attorno all'isola si fosse creata una grande morsa in cui i corrotti si trovarono catturati. L'acqua era diventata scarlatta dal continuo generarsi di corallo da parte della primarca e svariati portali continuavano a produrne in altre zone in cui non era direttamente presente. Una tale concentrazione di Sentient costringeva inevitabilmente tutti i corrotti a salire in superficie nella speranza di limitare l'esposizione. Il mantenere la battaglia sopra la superficie marina, su cui Johanna continuava a danzare con brutale grazia nel suo enorme golem, si rivelò una buona scelta tattica perché limitò le direzioni da cui le creature peggiori potessero attaccarla. Da sopra, le avrebbe sicuramente viste e nulla di troppo grande poteva coglierlo di sorpresa. Da sotto, ogni cosa venne indebolita in anticipo dall'infezione corallina. Aveva combattuto per giorni contro le orde di Nurgle, in Australia. Ciò voleva dire che la primarca avesse una certa dimestichezza ormai nell'affrontare situazioni disperate. Che questa particolare situazione disperata fosse di sua creazione era un dettaglio trascurabile.

    Un rapido movimento e la lama venne conficcata a mannaia nel cranio di una creatura rassomigliante un immenso coccodrillo che cercò di trascinarla verso il basso. Completando la rotazione la mano ora disarmata venne inglobata in una torsione spaziale, generata da un improvviso portale generatosi di fronte ad essa. Il gorgo delle acque universali splendette di luce dorata, che venne soffocata dal corallo che crebbe attorno all'intero arto nella forma approssimata di un cannone. Un torrente di acqua concentrata e avvitato scaturì dall'arto modificato e con un movimento rapido quel "raggio" d'acqua tranciò in due una creatura che stava avvicinandosi troppo ad una delle navi in riposizionamento.

    Un corrotto volante andò a schiantarsi contro il torace del costrutto, agganciandosi ad esso e cercando di artigliare il corpo corazzato della primarca nascosto al suo interno. Un istante prima che riuscisse a raggiungerla però, un lampo di luce e l'odore di ozono riempirono le percezioni di Johanna. Il corpo carbonizzato del corrotto cadde fuori da quello che rimaneva del suo abitacolo. Johanna voltò il costrutto nella direzione da cui il fulmine proveniva e vide la nave che aveva salvato all'inizio del loro assalto. Il tocco mentale dell'elfo che aveva ammonito all'inizio si riallacciò. - Siamo pari ora, Primarca. - Disse, l'elfo, circondato da strali di elettricità magica, vagamente divertito.

    Per ora. - Rispose altrettanto divertita Johanna, afferrando il cadavere della creatura e scagliandolo contro un'altra in volo. Lo schianto di carne e ossa che si spezzano in aria coprì per un istante il sibilo delle frecce magiche che tingevano l'aria davanti alle navi elfiche.


    Poi giunse il suono. Un suono lento, strascicato. Per un istante il subconscio di Johanna lo interpretò come se l'intera realtà si stesse deformando sopra di lei. Sollevò lo sguardo.
    Ad un centinaio di metri sopra di loro una piccola stella rossa era apparsa, mandando radiazioni iraconde che stavano deformando la realtà attorno ad essa. Dalla superficie del mare le carcasse che stavano galleggiando attorno a Johanna cominciarono a sollevarsi in aria, attirate dalla gravità di quell'astro malevolo. L'intero corpo di Johanna venne scosso da un brivido gelido. Qualcosa di terribilmente sbagliato stava arrivando.

    RITIRAT- Il grido mentale di Johanna a tutti i capitani delle navi venne interrotto da un lampo scarlatto che scaturì da quell'astro sanguigno. Una delle navi semplicemente esplose colpita dalla luce. Johanna serrò i denti, sentendoli scricchiolare. Ma certo, era ovvio. Se Ulthuan era un obiettivo importante, ed improvvisamente erano comparsi ben TRE primarchi a difenderla, era chiaro che ad un certo punto sarebbe arrivato -qualcosa- come rinforzi. Johanna inspirò profondamente, sentendo come l'aria improvvisamente avesse sapore di carcassa. La luce scarlatta prese forma.

    fuUYuHY

    [ 666 KILLSKILLSKILLS ]
    [energia suprema]





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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE



    Edited by ~Gab~ - 3/12/2023, 19:39
     
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    ᛟ ᛊᛖᚲᚱᛖᛏ ᛒᛖᛁᛟᚾᛞ ᚦᛖ ᛗᚨᚲᚺᛁᚾᛖ
    ᛟ ᚷᚱᛖᛏ ᛗᛁᛊᛏᛖᚱᛁ ᛒᛖᛁᛟᚾᛞ ᚲᛟᛊᛗᛟᛊ ᛈᛚᛖᛊᛖ ᚺᛖᚱ ᛗᛁ ᛈᚱᚨᛁᛖᚱ
    ᛈᛚᛖᛊᛖ ᚺᛖᚱ ᛗᛁ ᚲᚨᛚᛚ.


    [O' secret beyond the machine
    O' great mystery beyond cosmos
    Hear my prayer, hear my call.]





    Non era qualcosa di volontario, quasi come a sfiorare con le dita la fonte di energia che superava la normale concezione di cosmo, il normale ordine di tutto ciò che avevano imparato a conoscere, ad utilizzare e affrontare, Oliver si ritrovò a proferire delle parole forse non sue, ma figlie di ciò che si stava intrecciando con le proprie forze, come fili di un tessuto diverso che si intrecciavano in un tessuto immenso, sconfinato. Oliver percepì le rune, impresse sul suo corpo dopo aver cominciato a navigare tra gli ingranaggi e la fonte di potere, bruciare con intensità maggiore. Doveva essersi avvicinato ad un nodo centrale, il quale aveva bisogno di essere veicolato nel giusto canale di alimentazione. Quella fu un’impresa più difficile del previsto; non fu un solo nodo, come previsto, ma a poco a poco cominciarono ad apparirne due, poi tre, ed ognuno di essi portava con sé un’intensità maggiore. Probabilmente si trattava di una gradazione, una scala che andava a diluirne il potere in modo tale da affrontare semplici riparazioni senza troppe conseguenze ma, con l’avvicinarsi del nodo più profondo, andava a toccare una quantità maggiore di potere. L’isola fu scossa fino alle fondamenta ma si trattò di un risultato accettabile, considerando la prima volta alle prese con la tecnologia elfica, sarebbe stato considerato un successo il non far esplodere l’intera superficie di Ulthuan. Non ebbe alcuna reazione fisica, non un battito di ciglia, non uno schiocco di lingua o un labbro stretto fra i denti. Era troppo impegnato, troppo rapito da ciò che visivamente si stagliava dinnanzi a lui, un immenso mare di puro tessuto dimensionale, un’immensa linea che collegava direttamente l’isola ad Asgard e, nello stesso momento, la possibilità di intravedere tutte le connessioni dell’universo, fino ad arrivare nel piano più alto di esistenza degli Aesiri.



    Se solo avesse avuto una tale fonte di energia costantemente a sua disposizione; se solo avesse potuto studiare tale tecnologia per un tempo più lungo di una battaglia simile, avrebbe potuto integrarla all’interno della lavorazione atlantidea, declinarla, riuscire a migliorarla. Una sinergia tale da permettere alle sue macchine di poter cantare e agire nel tessuto stesso di ogni cosa, una comprensione più che spirituale e fisica a disposizione dei Fabricator, a disposizione dell’Impero, per portare finalmente la pace in ogni angolo del pianeta, permettendo alla corruzione di venire completamente bandita, sterminata; permettendo alle persone di riuscire a vivere una vita tranquilla, una vita degna di quel nome, grazie alle possibilità che Atlantide avrebbe portato loro, grazie alla comprensione di quella tecnologia. Avrebbe raccolto qualsiasi particella di comprensione cosmica, impiegandola ed imbrigliandola nello studio di tali possibilità, ed i risultati sarebbero stati enormi, impensabili, fuori da qualsiasi scala di immaginazione. Nessuna fazione avrebbe potuto fermare un tale progresso, ma tutti avrebbero potuto adottare tale tecnologia, tutti avrebbero potuto abbracciare uno stato di completa parità ed uguaglianza, celebrando la vita nella macchina e per la macchina, inchinandosi. Immaginò mondi piegarsi alla sua volontà, la sua influenza estendersi oltre le galassie. Questa prospettiva suscitò un brivido, alimentando la fiamma. Oliver si trovò in una posizione delicata, bilanciandosi sull'orlo di una decisione che avrebbe cambiato il corso della storia; la tentazione di diventare portatore di una tale divinità tecnologica si faceva sempre più forte, e lo scienziato si interrogò sulla sua capacità di resistere al richiamo irresistibile di un potere così smisurato.


    No.


    Nell'abisso di queste tentazioni, Oliver dovette confrontarsi con la sua stessa umanità. La consapevolezza delle conseguenze morali e etiche di una simile presa di potere lo spinse a riflettere sul vero significato di essere un custode della conoscenza atlantidea. Per un attimo, la potenza del runicron lo aveva portato ad esplorare le infinite possibilità, deviando la sua mente dall’unico percorso che si era imposto di seguire, un percorso che non avrebbe comandato il progresso con totalitarismo, ma avrebbe aiutato chiunque avesse avuto la forza di accettarlo, senza provocare danno a chi rifiutasse quella scelta. Provò a calmare la propria percezione di quella fonte di magia, provò a chiudere gli occhi, a respirare, ad estraniarsi – come un agente singolo della realtà – dal puro potere che proveniva dal trasportatore. Percepì vuoti all'interno dei propri polmoni, come se interagire con la dimensione attuale lo postasse ad essere presente in più luoghi contemporaneamente. Era lì, nella sala del Runicron, era sul campo di battaglia, assieme ai propri fratelli; era accanto a Sanya, a Johanna, e allo stesso tempo si trovava ad Asgard. Non era una presenza fisica, ma la traccia della magia, in cui la sua coscienza adesso era immersa, che gli permetteva di collegare qualsiasi punto spaziale, di toccare qualsiasi persona, con la possibilità di portare ognuno con sé. Con abbastanza forza, con un po' di studio, avrebbe potuto anche deviare da quel flusso diretto, spedirle in qualsiasi punto della dimensione.





    Sono io a dirti cosa devi fare.

    Eliminali. Tutti.

    [INCURSIONE DIMENSIONALE]





    La superficie dell’isola fu scossa da uno sbilanciamento dimensionale, traslato dalle incursioni del Primarca all’interno di quel piano, all’interno del circondario di Ulthuan. Una quantità impressionante di fendenti dimensionali, di squarci nello spazio, si abbatté su ogni singolo corrotto che stava calcando quella porzione di terra in mezzo al mare. Qualcosa che non avrebbe dovuto fare così tanto alla leggera, ma che decise di compiere per il bene dei propri soldati, dei propri compagni e degli abitanti di Ulthuan stessa. La carne dei corrotti fu continuamente martoriata da tale pressione dimensionale scaturita da quel singolo comando, esplodendo attorno ai vari squadroni atlantidei con un suono secco. Sangue nero fiottò fino a ricoprire gran parte della terra, ma Oliver non era un asgardiano, tantomeno colui che aveva ideato e progettato quel runicron, o chi lo aveva dotato di tale magia dimensionale. Uno sforzo del genere costò al Primarca, che si ritrovò a sentire il bruciore delle rune farsi strada nella carne, farsi marchiando a fuoco la trasgressione dallo scopo principale del macchinario. Non era nemmeno un guerriero abituato a manipolare il tessuto dimensionale così facilmente, se non con macchinari appositi; agire in modo diretto, senza filtri, aveva reso quegli assalti grezzi, seppur mediamente efficaci. I corrotti meno resistenti, o privi di una corazza tale da riuscire a proteggersi, furono annichiliti, ma i più coriacei e i più potenti rimasero ancora in giro – seppur feriti dallo stesso attacco che aveva annientato i simili più deboli.



    Mancava così poco, doveva soltanto portare i nuclei allineati verso il connettore esterno, in modo da ristabilire correttamente il fluire delle energie dimensionali verso la centralina fisica, fatta di un materiale che difficilmente aveva avuto modo di toccare prima. Era così freddo al tatto, eppure, così resistente – come se fosse stato temprato in una forgia e poi colpito dal gelo più intenso di tutta la galassia. Oliver impose la propria volontà e lasciò che fluisse secondo la pressione cosmica e fisica, sforzandosi di riportare il flusso al proprio posto, dando vita ad un gioco di luci che investì completamente la sala, dipingendo ogni superficie e ogni muro con colori cangianti, che andarono a percorrere scale graduali fino ad arrivare ad un intenso bianco. Ma, ancora connesso al tessuto dimensionale dell’isola, poteva percepire qualcosa avvicinarsi rapidamente, qualcosa emergere dalle profondità e interagire con i presenti all’esterno, che ancora combattevano. Estraniatosi lentamente dal nucleo centrale, non poteva più “vedere” ciò che animava la terra, ma aveva ancora una percezione delle posizioni, una percezione che gli permise di determinare l’avvicinamento di tale minaccia. Percepì la sfumatura immonda della corruzione, certo, ma anche di qualcos’altro, qualcosa che aveva già incontrato in precedenza e che, in un momento tale, aveva deciso di apparire per dare un’ultima sentenza, che avrebbe combattuto fino alla morte.



    Oliver tirò il proprio corpo indietro, quasi aggrappandosi agli archi di metallo per permettere al fluire energetico di rientrare nelle giuste centraline. Ci fu un ultimo, tetro scricchiolio, e il Primarca percepì una spinta dimensionale lanciarlo indietro, facendolo impattare contro un altare vicino, spedendolo a metà della sala. Qualcosa cominciò a formarsi attorno al macchinario, che sembrava aver ripreso a brillare di una luce stabile, una barriera che cominciava a intersecarsi assieme a sigilli dall’aspetto runico, che avrebbero tenuto lontano chiunque non avesse avuto una traccia cosmica asgardiana. Probabilmente avrebbe potuto utilizzare i propri poteri illusori per imitare tale traccia cosmica, ma una costruzione del genere, fatta da mani più antiche delle sue, imbrigliata con un potere più antico e proveniente forse da Odino stesso, che sapeva discernere qualsiasi cosa, vedendo oltre le illusioni stesse, avrebbe velocemente svelato l’inganno. Oliver emise un rantolo, tirandosi su da terra e sentendo il bruciore delle rune sull’armatura e sul corpo diventare sempre più tenue. Il silenzio regnò per un attimo nella sala, finché una nuova scossa non fece tremare tutto ancora una volta. Un brivido lo percorse nell'attivare il comunicatore, provando a stabilire un contatto mentre rimetteva a posto l'armatura. Qualcosa era arrivato per intervenire personalmente sul Runicron, qualcosa che non doveva essere lì.


    || Kraken, Seadragon, COSA STA SUCCEDENDO? ||


    Qualcosa che avrebbero dovuto affrontare.




    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Ottimo
    MENTALMENTE Ξ Ottimo
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]


    RIASSUNTO AZIONI Ξ


    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Atlantean Engineering: Creation [Illusioni Ambientali]
    Ancor prima di diventare uno dei più grandi marzialisti di Atlantide, il nono Re di Atlantide – Azae – era considerato tra i più stimati utilizzatori dei poteri della mente. La sua abilità, infatti, gli permetteva di poter alterare l’aspetto di tutto ciò che circondava i presenti, sovrascrivendo la realtà effettiva con realistiche illusioni. Pur non avendo effetto materiale, erano talmente potenti da riuscire ad esser percepite quasi come reali, pericolose, da coloro che non disponevano di una grande forza - portando il cervello dei malcapitati ad autoconvincersi della veridicità di quelle immagini. Con questo potere, Azae riuscì ad oltrepassare la minaccia costituita da Cariddi, nel suo viaggio per lo stretto delle sue bestie. Come ogni Primarca di Scylla, dunque, Oliver ha ottenuto il potere di poter sovrascrivere la realtà che lo circonda – realizzando illusioni atte a confondere il nemico. Limitato soltanto dalla sua fantasia, può spaziare dalla semplice apparizione di oggetti o elementi, sul campo di battaglia, alla produzione copie. Ciò rende il potere della mente del Primarca pari al potere del suo corpo.

    Atlantean Engineering: Arsenal [Armi di Scilla]
    Quando finalmente Azae riuscì a raggiungere la temibile Scilla, essa sfruttò il potere di tutte e sei le beste – che componevano il suo corpo – per uccidere il nono re di Atlantide. L’orso, l’aquila, e il lupo furono impiegati per arrecare danni al corpo del primarca – mentre il pipistrello, il calabrone ed il serpente, furono utilizzati al fine di danneggiarlo con i loro insidiosi poteri. La mente ed il corpo del re furono impiegati al massimo della loro forza, in modo da riuscire a tener testa alla mitologica bestia. Dando prova della sua capacità, Azae riuscì ad emergere vincitore dello scontro; ciò diede modo a Scilla di poter apprezzare la caparbietà e lo spirito dell’uomo, permettendogli di trarre potere dalla sua natura e di ottenere la sua benedizione. Grazie a tale intervento, il re scienziato riuscì ad influenzarle con il suo cosmo, permettendo un assemblaggio – sempre diverso – della scale, per riprodurre gli stessi effetti dei poteri animaleschi, mostrati dalla creatura. L’orso, il pugno che abbatte – l’aquila, la lama veloce – il lupo, gli artigli perforanti – il serpente, le catene dello stretto – il pipistrello, la vita che si spegne – l’ape, il veleno insidioso. Gli attributi di ogni animale sono riflessi nelle parti meccaniche, che possono assumere le più disparate forme – assecondando la pericolosità di ognuno. Lo spirito delle bestie di Scylla risulta pericoloso anche nelle loro controparti cosmiche, se lanciate verso l'avversario, poiché - in caso di offensiva riuscita - sortiranno gli stessi effetti dei colpi portati in modo fisico.

    Orso - Danno: Interno, Rottura di Ossa / Arma: Grossa, Contundente

    Lupo - Danno: Perforante, Sanguinamento / Arma: Tagliola

    Aquila - Danno: Tagliente, Traiettoria guidata / Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante

    Serpente - Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza / Arma: Tentacoli

    Ape - Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) / Arma: Stiletto

    Pipistrello - Danno: Perforante, Risucchio Cosmico e Vitale / Arma: Piccolo pugnale


    Atlantean Engineering: One for All [Trasformazione]
    Sublimazione del potere di Scilla, ora fluito nella natura del cosmo di Oliver. Grazie al khala, ha ottenuto l’abilità di sfruttare le caratteristiche di ogni animale della bestia, alterando l’interezza della sua scale per farle assumere tratti caratteristici. La sua forma base, la Scale di Scylla – Versione “Ironheart”, si trasformerà a seconda della canalizzazione delle bestie sacre, mantenendo la capacità di utilizzare le armi relative agli animali di cui assume la forma. Ogni trasformazione, però, non impedisce al Primarca di lanciare la tecnica che esula dai sei mostri - il Big Tornado, che trae forza dalle acque di Cariddi. Tutte le forme conservano la durezza e la capacità di offesa della sua Scale, così come la possibilità di spostare la conformazione dell'arma del relativo animale a piacimento - grazie al riposizionamento delle placche e delle componenti d'oricalco - su qualsiasi superficie dell'armatura.

    Orso - Forza Straordinaria
    Lupo - Musica
    Aquila - Vento
    Ape - Teletrasporto
    Pipistrello - Suono

    Voz de las Olas [Telepatia]


    TECNICHE Ξ

    And we all lift, and we're all adrift together
     
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    Quest di Trama - Assedio - - Chapter 04

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    Una squadra di Intercessor si dispose immediatamente a ventaglio al centro di quella piazza, formando linee di tiro tali da coprire e sovrapporsi leggermente, nei confronti di ogni possibile angolo.

    La ragazza piegò la testa sul lato sinistro, l'elmo chiuso non lasciava intravedere il suo viso e la sua espressione.

    Ma gli elfi non fanno tutte quelle cose magiche ultra complesse? Come li chiama Lady Diana quando giochiamo a D&D? Mythal?

    Nel campo visivo di tutti i presenti si formarono lievi increspature e glitch nell'aria che portarono alla formazione tramite composizione di pixel via via sempre più definiti, della figura della Sorella psichica di Sanya.
    Che come suo solito non aveva alcun tipo di filtro rispetto ai suoi pensieri (o forse dei pensieri della stessa Primarca).

    Nelle nostro riunioni evitò di menzionare le sessioni di gioco di ruolo fra Primarchi e famiglie Sembra che gli Elfi siano in grado di fare di tutto, dal camminare su cumuli di neve senza lasciare tracce e senza affondare a scivolare su degli scudi scagliando frecce senza mai mancare il bersaglio, fino in ultimo alla loro mimò con le dita corazzate il segno delle virgolette "SUPPOSTA" padronanza ineguagliata della magia

    Si girò verso il bimbo elfo tirandolo in piedi per il retro della sua veste mentre gli spingeva in mano una pistola requiem.

    Chi non crede e non segue l'Imperatore Dio non può avere simili poteri, l'ho sempre detto.

    Nel suo H.U.D. comparivano mano a mano rapporti e diagrammi di movimento delle truppe, mentre impartiva ordini di movimento e di pulizia sistematica di quel macello.

    Nella realtà gli elfi non riescono nemmeno a pulire casa loro.

    Potrebbero imparare ad amare e seguire il Credo Imperiale propose Aynas levando l'indice destro al cielo e con un 'espressione estatica, come se un'idea perfetta le fosse appena giunta come illuminazione divina.

    Sarebbe la seconda cosa utile che farebbero nella loro esistenza, la Prima è stata dare casa ai Titani rispose mono tona Sanya.

    Teneva ancora il colletto del bimbo elfo quando, all'improvviso il suo cosmo reagì ad un fremito di orrore.

    Si volse in direzione del mare, ove era impegnata in battaglia Lady Johanna e di riflesso lanciò il bimbo elfo verso un Tenente Astartes che lo afferrò al volo e lo tenne sotto braccio come un sacco di patate.
    Le urla del bambino, inascoltate ed incomprese, risuonarono nell'aria mentre l'elfo femmina cercò di dirigersi verso il bambino.

    La celata dell'elmo si scompose e le piastre di oricalco ruotarono e scivolarono le une sulle altre, lasciando libera la chioma aurea della Regina Artica. Il suo sguardo si posò sulla luce rossa pulsante mentre la realtà sembrava stesse per mettersi a piangere.

    Con un unico movimento fluido la ragazza si diresse verso la donna elfo e, afferratole i capelli, se la tirò a se fio a farla sbattere la testa contro il diadema che si era formato al posto dell'elmo.

    Non strillare, non piangere e stammi a sentire inondò la mente della donna elfo di onde telepatiche.
    Questa situazione fa più schifo a me che a te, posso giurartelo. Sospirò sconsolata anelando il bagno nell'olio sacro per lordarsi dal contatto della pelle di un essere infedele come un elfo.

    Mettiti in contatto con quelli della tua razza e tramite il contratto telepatico comunicami le loro posizioni.

    L'elfa e apparve confusa, le tirò indietro la testa per poi farla cozzare contro la sua, con fermezza.

    Hai capito? Inutilelfo? Gli occhi della ragazza divennero fessure verticali di un pericoloso color oro mentre il tono mentale non lasciava presagire nulla, assolutamente nulla di buono.

    E di ai tuoi che, una volta comunicata la posizione, non devono muoversi di un millimetro o non sarò resposanbile per la perdita di eventuali arti.

    A tutte le unità di terra, sono Sanya del Kraken.

    L'evitare la panoplia completa dei titoli poteva sottolineare solamente la gravità della situazione che si andava conformando.

    Che tutti i Chapter Master assumano il comando dei rispettivi Capitoli Astartes. Stò per lanciare un assalto a vastissimo raggio per decimare le forze di terra nemiche.

    Un gradino di puro ghiaccio si formò in aria, seguito da innumerevoli altri. La Senzaperdono prese a salirli senza perdere tempo, portandosi dietro la donna elfa ferita, sempre per i capelli.

    Comunicate le posizioni e poi mantenetele, al millimetro se non volete perdere qualche pezzo.

    Mentre saliva la scala di ghiaccio verso il cielo lasciò avvampare il suo cosmo che iniziò a gettare colori ed ombre delle tonalità dell'Aurora Boreale macchiata del color rosso sangue tipico della sua propria traccia cosmica.
    I suoi capelli iniziarono a frustare l'aria in risposta alla pressione cosmica generata mentre la temperatura iniziava a collassare ovunque cristallizzando forme astratte di ghiaccio e condensando l'umidità stessa dell'aria che iniziò a spandersi su tutta la l'isola.

    Raggiunse un punto abbastanza alto da avere una visuale sull'intera isola mentre lasciò richiudere l'elmo assumendo e fissando le posizioni e le informazioni generali che stavano affollando il suo H.U.D. con molteplici schermi. Solo la sua conoscenza ed esperienza che trascendeva il concetto stesso di tempo - grazie alla Benedizione del Khala - poteva permettere il processo in tempo reale di tutte quelle informazioni.

    Dies Irae ed altre navi del convoglio del Sacro Imperatore. Ripiegate e posizionatevi sul lato lato 3 dell'isola

    Assumendo come lato 1 quello da cui avevano approcciato l'invasione di liberazione andando in senso antiorario il lato 3 sarebbe stato l'opposto a quello dove erano ora.

    L'ultima piastra della celata si chiuse dopo quell'ordine e dagli sfiati dell'elmo proruppero volute di vapore che immediatamente andarono a consolidare il formarsi di cristalli e lenti di varia forma ed inclinazione.

    Osservò una miriade di varchi dimensionali macellare la massa corrotta a in mare, sentendo l'impronta cosmica di Lord Oliver. Nascosta dall'elmo si concesse un sorriso divertito nel vedere la scena.

    Da sopra la piattaforma di ghiaccio si riportò l'elfo femmina alla testa confermando, tramite contatto telepatico, le posizioni degli elfi a terra.

    Ora osserva il potere che l'Imperatore Dio, Poseidone, ha concesso in salvezza del tuo popolo.

    Il suo cosmo impennò mentre una bandiera multicolore si stagliava in cielo in posizione della Regina Artica.

    I suoi cristalli e le sue lenti avevano preso posizione e si erano orientate mentre ella prendeva posizione.

    Tutto era pronto.

    Era tempo che la Furia dell'Imperatore venisse liberata.

    Nei pressi di ogni lente e di ogni cristallo si formò la figura di Aynas che tramite segni elementari contribuì a fermare gli elfi sul posto.
    Gli Astartes assunsero tutti posizione difensiva con il ginocchio a terra e la testa incassata negli spallacci sovradimensionati, rendendo manifesta la loro funzione protettiva primaria, ovvero fornire una superficie di protezione ed impatto balistico a protezione dell'elmo.

    La Primarca dell'Oceano Artico alzò il braccio destro al cielo.

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    Khalatha'Ennakai: Nahakha.

    Era un qualcosa che non apprezzava fare. Decantare le proprie tecniche era qualcosa che reputava normalmente stupido, sebbene aveva conosciuto diversi guerrieri, schiavi di altre divinità, che amassero farlo. Ma questa volta era diverso. Stava combattendo per dimostrare la superiorità di Atlantide a quegli stupidi elfi, quindi doveva rendere chiaro il concetto della posizione dell'Impero Abissale.

    Emperor's Wrath: Imperial Sentence, colloquialmente noto come Megiddo, un concentrato di cosmo, aculei di ghiaccio rigato innestati su filamenti di acqua pressurizzata in grado di aumentare il potere tagliente e perforante del sistema di sterminio su larga scala.

    Ed all'abbassarsi del braccio di Sanya, s'innescò una reazione a catena tramite l'iniezione di sottilissimi filamenti di acqua iper pressurizzata, oppure di cosmo grezzo, che presero a rimbalzare lungo tutte le lenti acquatiche costituite cercando di bombardare il oppure i bersagli senza concedere speranza.
    La scena apocalittica seguente venne aggravata dalla conduzione di assalto mentale per il tramite dello stesso Megiddo.

    Fu allora che la Ridente diramò nuovi ordini.

    Astartes, avanzate e terminate tutti gli avversari. Sono rimasti i più ostici sebbene feriti

    Si lasciò cadere nel vuoto, con la donna elfo che iniziò a gridare all'impazzata. Tentacoli di acqua afferrarono la vita della Regina e della donna.

    Sanya lasciò la presa sui capelli della femmina di elfo, lasciandola adagiare a terra da un paio di tentacoli, mentre lei si fece avviluppare da altre estrusioni di acqua e, dopo alcune rotazioni per acquisire momento, si auto scagliò ad effetto fionda in direzione di Lady Johanna.

    Mentre era in volo le giunse il richiamo di Scylla.

    Lord Oliver... questo devi vederlo. Siamo arrivati oltre il gioco. E ci servirà il tuo aiuto.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Ottimo (livello 2).
    MENTALMENTE Pensierosa (livello 2).
    STATUS SCALE Ottima - Indossata - Configurazione da battaglia con elmo a celata completa (livello 2)

    RIASSUNTO AZIONI

    CITAZIONE
    .


    ABILITÀ
    Sangue di Yorith
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    Il senso di perversione che si sta espandendo nell'aria raggiunge anche voi. È terribile, sbagliato. Affonda dentro la vostra pelle come spilli caldi, liquidi. È una sensazione che non avete mai provato. Avete sentito sulla vostra carne e sulla mente le insidie del caos nei quattro colori perversi, e la furia omicida del rosso non vi è nuova. Contenerla è sempre un grande esercizio mentale da cui ne siete usciti purificati e nobilitati nelle vostre intenzioni e saldezza d'animo.

    Ma questo è diverso. Completamente diverso. Non è furia omicida della creatura, o da parte vostra. Vi ci vuole un attimo per capirlo. Quella furia tremenda e sanguinosa è la realtà stessa che rosicchia attorno a voi e all'entità desiderando così tanto ucciderla che sembra avvelenare ogni cosa. Ogni riflesso e ogni ombra diventa progressivamente più distorto, più crudele. Vi sembra di vedere cose che ondeggiano nella vostra visione periferica. Ogni atomo dell'universo sta gridando di uccidere quella cosa. Avete abbastanza esperienza da capire che quello non è un corrotto o una creatura del caos, ma un caduto. Qualcosa di così potente non dovrebbe manifestarsi normalmente nella realtà così di improvviso. Forse è il grande numero di morti e la grande sofferenza che lo hanno attirato come una mosca sulla carne marcia. Oppure la terribile alleanza delle forze malevole ha condiviso metodi di apparizione che prima non erano di competenza degli angeli caduti.

    Nel frattempo le vostre azioni hanno portato devastazione tra le fila nemiche, carne corrotta giace lacerata dall'ingegno dimensionale portato da Oliver e dalla fura dell'Imperatore fatta cataclisma scatenata da Sanya. Gli Astartes, galvanizzati dalla vostra opera, combattono con rinnovata furia cominciando a respingere ulteriormente le orde nemiche. Bolter e lame falciano ogni cosa, rispedendola in mare dove il fuoco d'artiglieria a distanza sta già creando grandi esplosioni in acqua, o annientano sul posto quello che trovano.


    Nel cielo di Ulthuan, Johanna sta combattendo il caduto. Il grande costrutto che stava pilotando è andato distrutto nel primo scontro e ora il primarca di Seadragon sta contenendo i suoi sforzi in un esoscheletro di dimensioni umane con la quale sta contrastando i colpi della falce di energia scarlatta che il caduto sta agitando con velocità irreale. Getti di vapore dalla schiena e dalle gambe la mantengono in volo Mentre violente esplosioni di energia sacra e malevola squassano il cielo scacciando le nuvole. Come in Australia, questa è una delle rare volte in cui vedete Johanna fare completamente sul serio.

    Un'altra esplosione la scaglia all'indietro e i getti alle sue spalle compensano frenandola dopo un centinaio di metri. Poi si ingigantiscono ulteriormente. Per compensare quello che sta per arrivare. Il cielo diventa luce, l'aria diventa tuono. Tra il fuoco di una galassia che muore l'oro e il rosso danzano cercando di uccidersi a vicenda, suture scarlatte si aprono nella realtà dilaniate dalla lama di quella falce, mentre altre energie innominabili cercano di scavalcare le difese coralline del primarca. Creature scheletriche nascono dai due grandi corpi e si disintegrano a vicenda, precipitando in mare avvinghiati negli spasmi di morte nell'attimo in cui i due creatori smettono di interessarsi alla loro esistenza.

    Lame nascono tra le fiamme dorate. La regina ha chiamato le sue dame di compagnia nelle danze.
    Qualunque cosa stia succedendo nel cielo, tra la Regina e l'Angelo, non è un duello. È morte, per chi tra i due non è ancora stato deciso.

    Piccoli soli scarlatti nascono e muoiono nella confusione, sembrano divorare l'aria, il suono e il colore e la primarca li evita come meglio può.

    Sanya:
    Quando sei abbastanza vicina, puoi sentire come dall'entità ci sia un continuo emanare di campane di vetro distorte, un suono che sembra che stia per spezzarsi in ogni singolo istante eppure continua eludendo il tuo senso del ritmo. Il brivido che il Khala ha in te ti permette di capire che quel suono è il sangue della creatura. Johanna è riuscita ferirlo, ma il suo costrutto è chiazzato do grandi quantità del suo stesso sangue. Questo è chiaramente un nemico più potente di lei, la vittoria non è certa. D'un tratto punta la mano non impegnata dalla falce verso di te, ed uno dei due teschi sulla sua schiena comincia a fissarti. Nella profondità di quelle orbite scarlatte c'è l'orrore assoluto. Le tue peggiori paure, il tuo odio più grande, ogni cosa che tu sei viene annichilita di fronte all'immensità di quell'odio condensato in due minuscoli spilli dentro quelle orbite. Una aggressione mentale che proviene dall'altro lato del muro dell'universo. Senti Yorith stesso agitarsi nel tuo profondo. Un odio terrificante ed un disgusto come non sentivi da parecchio tempo. Senti il grande antico gridare nella tua anima di distruggere quell'abominio. Cosa farai, Ridente, quanto profondo può essere l'abisso del disprezzo?

    L'altro scheletro equino sulla sua schiena si impenna, emettendo uno stridio terrificante, la versione distorta di un nitrito.

    Oliver:
    Il senso di sbagliato di tutto questo è per te incredibilmente ingigantito, percepito attraverso la connessione ancora latente con il prodigio meccanico che hai appena manipolato. Come un sesto senso, ti viene donata una singola frazione di secondo per reagire. Nella stanza del dispositivo, a pochi metri da te, la realtà collassa in un punticino rosso sangue. Ogni colore, ogni suono, tutto nel raggio di una trentina di centimetri viene collassato in quel punto. Poi la realtà si disfa verso l'esterno, in una esplosione pronta a disintegrare il dispositivo. Ma non ha senso...? Dopotutto la corruzione brama quel dispositivo, perché distruggerlo?
    A meno che non stia contando sulla tua reazione a riguardo. Sul tuo essere eroe, sul tuo essere cosmicamente consapevole delle cose strabilianti che la scienza e la magia combinate possono portare. Cosa farai, Cuordimetallo, sanguinerai per un popolo che forse nemmeno vi ringrazierà?

    [Visto che Johanna sta tenendo impegnato il corpo principale del caduto, entrambi gli attacchi sono a energia nera.
    Quello di Sanya è un assalto mentale con danno spirituale secondario unito (nel senso se attutisci uno uno attutisci entrambi entrambi, quel genere di attacco misto.
    Quello di Oliver è un attacco esplosivo di cosmo incredibilmente corrosivo e velenoso. Effetti del veleno: pain
    Jo nel frattempo si è presa più schiaffi di quanti ne ha dati ]
     
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    - Assedio -

    Our War Game


    4




    Poche volte una persona poteva dire di provare un tale concentrato di furia, poche volte una persona poteva dire di vedere la realtà stessa piegarsi a tale bisogno, come un ordine impossibile da rifiutare, come se quel concetto fosse un perno nel sistema del creato. Ciò che stava avvenendo su Ulthuan non era singolare, non era casualità né una coincidenza, era il prodotto di un’operazione, il risultato di un coordinamento così immondo che produceva, come una roccia lanciata in uno specchio d’acqua, onde concentriche di caos, che si riflettevano adesso in tutte le sfaccettature su quel territorio. Ma non era il caos nel senso pieno del termine, non quello che conoscevano loro, era una confusione, un violento turbamento che attaccava tanto sul piano fisico, quanto su piano mentale. Potevano essere ascoltate voci, potevano essere percepite sensazioni, e ognuna di esse urlava soltanto una cosa: morte. La violenza che veniva perpetrata in quel luogo era un male necessario, un male che avrebbe salvato l’isola e i suoi abitanti, Asgard tutta. Oliver poteva percepire tutto ciò che stava ancora succedendo, mentre la sua consapevolezza – o meglio, la sua percezione dimensionale – andava a limitarsi secondo dopo secondo. Le rune sul suo corpo ancora bruciavano e poteva sentire la pressione cosmica ancora dargli la nausea, ma era vivo, era ancora vivo. Concentrava la sua mente sul rumore del proprio respiro, per riprendere appiglio nello spazio che occupava in quell’ampia sala. Era lì, la sua mente era lì, il suo cosmo non era più parte di qualcosa che lo portava a provare ciò che la terra stava provando, ciò che lo spazio occupava con sangue, carne, dolore.



    Si concesse il lusso di chiudere per un attimo gli occhi, la sua comunicazione – come previsto – non portò risposta, ma sapeva che qualcosa era in atto fuori da quelle mura. Poteva quasi percepirlo a pochi centimetri di distanza e poteva sentire il violento tremare della terra con una rapidità preoccupante. D’un colpo, tutto apparse con violenza; la sensazione di innaturalezza di ciò che stava avvenendo in quel luogo grattò violentemente contro il proprio spirito, costringendolo a trattenere quasi un respiro. C’era qualcosa che non doveva trovarsi lì in alcun modo, c’era qualcosa che aveva risposto alla chiamata di tutta quella violenza, di tutta quella sofferenza e, a modo suo, della celebrazione di una guerra combattuta senza alcuna esclusione di colpi, sia da parte delle forze atlantidee, sia da parte delle forze elfiche e, soprattutto, da parte dei tre Primarchi. L’armatura riportava, all’interno del visore, i propri segni vitali e il lampeggiamento della zona cerebrale, con riflesso sulla gestione dell’equilibrio, ancora pulsava con una tenue luce gialla. Si sarebbe ripreso, aveva pensato, uscendo da quel tempio e assicurandosi dello stato dei suoi soldati, che combattevano fuori quelle porte e fuori quel perimetro. Respira, si ripeté, respira. Nonostante la percezione dimensionale fosse stata tagliata, per la maggior parte, poteva ancora quasi vedere l’ambiente attorno a lui pulsare con violenza, poteva sentire l’innaturalezza strisciare sul campo di battaglia, ferire i suoi compagni, far vibrare il tessuto della dimensione che occupavano con pericolosità immane.



    Non poté fare a meno di pensare a Sanya e Johanna, impegnate nelle proprie battaglie. Oltre alla percezione dimensionale, una frazione di secondo fu tutto quello che bastò a sondare l’immenso oceano di anime che era il khala, di cui Oliver ne elaborava la consapevolezza cosmica come un insieme di ingranaggi in una immensa macchina. Ecco l’ingranaggio di Seadragon, ecco l’ingranaggio di Kraken, che ruotavano con velocità, che si bloccavano e stridevano a seconda di quelle che erano le loro emozioni, le loro nature. Stavano combattendo una battaglia altrettanto pericolosa, stavano dando fondo a tutte le loro energie e, al di là di ciò, nient’altro trasudava dalle due se non furia, impegno, necessità e gloria. Stavano combattendo perché era quello che tutti loro facevano fin dal primo passo ad Atlantide, infondo, stavano combattendo perché anche quello era un dovere di un Primarca sotto l’imperscrutabile volontà dell’Imperatore. Strinse i denti, affannando, ma con una nota di sollievo. Fino a che avessero combattuto, sarebbero state vive. Fu tutto ciò di cui ebbe bisogno e, in realtà, fu tutto ciò che si poté permettere, perché qualcos’altro cominciò a muoversi nella stanza. I sensi vibrarono in un attimo e la stanza quasi perse il suo colore di fronte ad una piega dimensionale, traslata fisicamente all’interno della sala in cui solo lui si trovava, assieme al macchinario. La luce fu assorbita, colorando tutto di grigio, prima di essere rilasciata sotto un’unica tonalità rossa, che esplose verso di lui. No, non verso Oliver, ma verso il macchinario che si trovava poco più distante dalla figura di Cuordimetallo.





    Do you know what all great heroes had in common?
    Their bodies moved before they even had a chance to think.


    jO9660w

    [BIG TORNADO]




    Il serpente riusciva ad ottenere uno degli scatti più veloci nel regno animale poiché sfruttava il bilanciamento del corpo, prima rilassato e spostato verso la direzione opposta a quella del lancio, per sfruttarne la spinta e raggiungere la preda con un’elevazione tale da coglierla di sorpresa. Sfruttando lo stesso principio, il corpo di Oliver si mosse facendo presa sulla punta delle gambe, lanciandosi avanti prima ancora di capire cosa stesse succedendo, frapponendo il suo corpo tra quella che sembrava un’immensa esplosione cosmica diretta verso il macchinario. Forse un’ultima speranza, da parte del nemico, di far collassare il runicron su se stesso e coinvolgere tutta l’isola in un’esplosione dimensionale, che avrebbe avuto il proprio impatto sulle vite e sul regno di Asgard, forse sfruttandola per aprire un passaggio, o semplicemente per togliere la vita a quante più anime possibili. In verità, tutti i movimenti che avvennero in quella frazione di secondo, furono registrati soltanto a posteriori dalla mente del Primarca, che aveva raccolto le braccia per evocare le Acque di Cariddi, comprimendole all’interno delle proprie mani prima di scivolare, secondo il movimento sinuoso del serpente, davanti al runicron.



    Oliver lasciò andare il colpo davanti a sé, facendo esplodere le acque come misura difensiva contrapposta all’esplosione di cosmo nefasto apparsa da quel singolo punto nella stanza, lo stesso punto che aveva assorbito ogni colore, collassando nella propria forma e generando quell’inferno. La tinta degli abissi, proveniente dalla luce del colpo di Scylla, si scontrò con la furia rossa, generando un’ambivalenza, uno spaccato all’interno della sala del macchinario, che si tinse delle due metà con un gioco di luci che avrebbe rapito qualsiasi spettatore. Lo scarlatto e l’azzurro si fusero, facendo tremare la sala, mentre le forze dei rispettivi colpi rispedivano indietro tremori, scariche elettriche, incrinando e distruggendo pareti ed altari presenti all’interno dell’ambiente. Oliver diede un nuovo impulso tramite le onde psioniche, comandando all’armatura di selezionare la progrise key ‘bat’, tramite la quale avrebbe sfruttato le onde sonore che quella forma poteva generare. Il Big Tornado fu avvolto da percussioni continue, vibrando con intensità maggiore, aumentando il suo gradiente di distruzione mentre le frequenze soniche del pipistrello influivano sul suo ruggito, animando la superficie dell’acqua in rotazione, scuotendo ogni singola goccia per generare una forza di propulsione crescente. Oliver strinse i denti, sentendo il suo corpo venire avvolto dalla stessa vibrazione. Il colpo aveva lo scopo di dividere quell’onda in due, concentrando la massa d’acqua in un punto tale da deviare il fascio cosmico nemico ai lati del runicron, scaricando il colpo verso l’esterno e lasciando se stesso, e il macchinario, al centro, incolumi.



    Sentì gli strali di energia blasfema attraversare il suo immenso ciclone d’acqua tra le fenditure, sorpassare la vibrazione per intaccare direttamente l’armatura e, di riflesso, il corpo. Sentì la nausea, il bruciore del contatto con tale cosmo, anche più intenso di ciò che aveva provato dalle rune. Poté fisicamente percepire ascessi e sanguinamenti sotto l’armatura, assieme al terribile senso di sbagliato e innaturale dolore che faceva pulsare i muscoli, raggiungendo gli organi, le ossa. Non era un attacco normale, non era una normale espressione cosmica, era il prodotto di energia accumulata in secoli e secoli di blasfemie, in un tempo prima del tempo. Era tale la portata dell’attacco, probabilmente proveniente dalle forze cadute che stavano occupando lo spazio all’esterno, che Oliver quasi fu spinto indietro, continuando a concentrare il cosmo in quell’onda continua per fendere l’esplosione da parte a parte. I suoi muscoli tremarono ancora una volta sotto quello sforzo e ogni fibra di essi cominciò a rischiare di spezzarsi sotto la pressione, ma Cuordimetallo rinforzò i passi sul terreno, caricò il peso in avanti e spinse ancora. E ancora, portò verso l’esterno le mani, giunte per concentrare il tornado delle acque di Cariddi, mentre il suo cosmo continuò a gettare fiamme bianche dietro di sé. Solo in quel momento, solo quando fu cosciente dello sforzo, si rese conto di ciò che aveva fatto, di essersi lanciato tra l’attacco e l’obiettivo per proteggerlo, per salvaguardare le vite di tutti quelli che tale atto avrebbe messo in pericolo. Né ora. Disse, ritraendo ancora una volta le braccia, preparando quella che era una nuova bordata, continuando a generare senza sosta le acque vorticanti, continuando a farle attraversare. Mentre le energie dell’attacco nemico continuavano a bruciare la carne, annerendo la superficie della sua armatura, Oliver compì un passo in avanti, poi un altro, sentendo il proprio sangue ribollire, il plasma del cuore meccanico soffiare con intensità. NÉ MAI. Urlò, lasciò andare un urlo liberatorio mentre entrambi gli attacchi collassarono su se stessi, generando una pesante onda d’urto, lanciandolo indietro, trascinandolo fino ai piedi del macchinario. Il silenzio non arrivò, poiché l’infuriare della battaglia continuava a scuotere la terra stessa di Ulthuan. Oliver poggiò una mano a terra, tossendo, prima di rimettersi in piedi; se quell’attacco aveva colpito allo stesso modo fuori, sul campo di guerra, doveva accertarsi dello stato degli altri, doveva correre in soccorso dei compagni che affrontavano una tale mostruosità. Accennò un sorriso, era davvero da lui rischiare così tanto per proteggere un’isola che nemmeno rientrava nei domini di Atlantide; ma a Cuordimetallo non era mai importato, trattava tutte le persone bisognose d’aiuto come se fossero state il suo popolo da proteggere, perché anche lui, come loro, erano parte di quel grande mondo, il cui peso gravava sulle spalle. La sua armatura cambiò ancora una volta conformazione e in un lieve ronzio, la figura del Primarca si teletrasportò fuori, pronta ad affrontare l’ultimo male dell’isola.


    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Gravi bruciature su tutto il corpo, avvelenamento ed ematomi estesi.
    MENTALMENTE Ξ Ottimo
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]


    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    Kamehameha e poi ci si teletrasporta al boss


    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Atlantean Engineering: Creation [Illusioni Ambientali]
    Ancor prima di diventare uno dei più grandi marzialisti di Atlantide, il nono Re di Atlantide – Azae – era considerato tra i più stimati utilizzatori dei poteri della mente. La sua abilità, infatti, gli permetteva di poter alterare l’aspetto di tutto ciò che circondava i presenti, sovrascrivendo la realtà effettiva con realistiche illusioni. Pur non avendo effetto materiale, erano talmente potenti da riuscire ad esser percepite quasi come reali, pericolose, da coloro che non disponevano di una grande forza - portando il cervello dei malcapitati ad autoconvincersi della veridicità di quelle immagini. Con questo potere, Azae riuscì ad oltrepassare la minaccia costituita da Cariddi, nel suo viaggio per lo stretto delle sue bestie. Come ogni Primarca di Scylla, dunque, Oliver ha ottenuto il potere di poter sovrascrivere la realtà che lo circonda – realizzando illusioni atte a confondere il nemico. Limitato soltanto dalla sua fantasia, può spaziare dalla semplice apparizione di oggetti o elementi, sul campo di battaglia, alla produzione copie. Ciò rende il potere della mente del Primarca pari al potere del suo corpo.

    Atlantean Engineering: Arsenal [Armi di Scilla]
    Quando finalmente Azae riuscì a raggiungere la temibile Scilla, essa sfruttò il potere di tutte e sei le beste – che componevano il suo corpo – per uccidere il nono re di Atlantide. L’orso, l’aquila, e il lupo furono impiegati per arrecare danni al corpo del primarca – mentre il pipistrello, il calabrone ed il serpente, furono utilizzati al fine di danneggiarlo con i loro insidiosi poteri. La mente ed il corpo del re furono impiegati al massimo della loro forza, in modo da riuscire a tener testa alla mitologica bestia. Dando prova della sua capacità, Azae riuscì ad emergere vincitore dello scontro; ciò diede modo a Scilla di poter apprezzare la caparbietà e lo spirito dell’uomo, permettendogli di trarre potere dalla sua natura e di ottenere la sua benedizione. Grazie a tale intervento, il re scienziato riuscì ad influenzarle con il suo cosmo, permettendo un assemblaggio – sempre diverso – della scale, per riprodurre gli stessi effetti dei poteri animaleschi, mostrati dalla creatura. L’orso, il pugno che abbatte – l’aquila, la lama veloce – il lupo, gli artigli perforanti – il serpente, le catene dello stretto – il pipistrello, la vita che si spegne – l’ape, il veleno insidioso. Gli attributi di ogni animale sono riflessi nelle parti meccaniche, che possono assumere le più disparate forme – assecondando la pericolosità di ognuno. Lo spirito delle bestie di Scylla risulta pericoloso anche nelle loro controparti cosmiche, se lanciate verso l'avversario, poiché - in caso di offensiva riuscita - sortiranno gli stessi effetti dei colpi portati in modo fisico.

    Orso - Danno: Interno, Rottura di Ossa / Arma: Grossa, Contundente

    Lupo - Danno: Perforante, Sanguinamento / Arma: Tagliola

    Aquila - Danno: Tagliente, Traiettoria guidata / Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante

    Serpente - Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza / Arma: Tentacoli

    Ape - Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) / Arma: Stiletto

    Pipistrello - Danno: Perforante, Risucchio Cosmico e Vitale / Arma: Piccolo pugnale


    Atlantean Engineering: One for All [Trasformazione]
    Sublimazione del potere di Scilla, ora fluito nella natura del cosmo di Oliver. Grazie al khala, ha ottenuto l’abilità di sfruttare le caratteristiche di ogni animale della bestia, alterando l’interezza della sua scale per farle assumere tratti caratteristici. La sua forma base, la Scale di Scylla – Versione “Ironheart”, si trasformerà a seconda della canalizzazione delle bestie sacre, mantenendo la capacità di utilizzare le armi relative agli animali di cui assume la forma. Ogni trasformazione, però, non impedisce al Primarca di lanciare la tecnica che esula dai sei mostri - il Big Tornado, che trae forza dalle acque di Cariddi. Tutte le forme conservano la durezza e la capacità di offesa della sua Scale, così come la possibilità di spostare la conformazione dell'arma del relativo animale a piacimento - grazie al riposizionamento delle placche e delle componenti d'oricalco - su qualsiasi superficie dell'armatura.

    Orso - Forza Straordinaria
    Lupo - Musica
    Aquila - Vento
    Ape - Teletrasporto
    Pipistrello - Suono

    Voz de las Olas [Telepatia]


    TECNICHE Ξ

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    "Our War Game"
    Quest di Trama - - Assedio - - Chapter 05

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    Una meteora di oro, oricalco, e furia disegnava una traiettoria parabolica nel cielo sopra Ulthuan, gettando ovunque l'ombra del cosmo color del sangue dai riflessi multicolore dell'aurora boreale.

    L'ombra gettata dal volo scomposto di Sanya lasciava dietro di se il fugace sembiante di un occhio dove non doveva esserci, oppure la distorsione di un angolo di visuale terribilmente sbagliata.

    La Sposa dell'Imperatore era in volo verso una preda che, il tintinnio delle campane distorte in avvicinamento, poteva generare la sensazione della supremazia cosmica di quell'essere oltre dimensionale.

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    Un brivido, misto di aspettativa adrenalinica della lotta e di malsano avvertimento, le corse lungo la spina dorsale.

    Iniziò a creare strati di lamine di ghiaccio affilato di fronte a se che in risposta alla frizione ed all'attrito con l'aria iniziarono a generare un sibilo penetrante insieme ad un'elevata quantità di vapore acqueo.

    Era da stolti non prepararsi prima ad una battaglia, aumentare il gradiente di umidità e di vapore nell'area avrebbe favorito non solo Sanya stessa, ma anche Johanna essendo i due Primarchi tra i massimi esponenti dell'idromanzia e dell'idrocinesi in tutte le loro più sottili e disparate forme.

    Fu allora che scorse con orrore come la forma inumana trifronte liberata una delle mani dalla presa della falce, punto la stessa nella direzione della sovrana degli abissi.

    e venne il buio
    e venne la paura
    e venne il terrore

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    Una tetraggine parvenza di vita oltre la fede e la speranza nell'avanzata e nel disegno di Poseidone.

    L'orrore di fallire nel portare avanti la Sua Parola e Volontà.
    L'orrore di venir ripudiata ed abbandonata dai Primarchi, suoi fratelli e sorelle nel Khala e nel Cosmo.
    L'orrore di perdere il contatto con l'oceano della Via Dorata.
    L'orrore di sperperare la sua vita e la sua esistenza nel nulla assoluto.
    Meglio la morte che un istante vissuto senza Fede nell'Imperatore.

    Fu una sensazione di caduta perenne, la sua mente bombardata sotto impietosi assalti volti a destabilizzarla.

    Ma può mai venir destabilizzata Sanya Beršanskaja?

    La Sposa dell'Imperatore - La Furia di Atlantide - Regina Artica - Lady Comandante della Legio Artica - Sister Commander dell'Ordine dell'Adepta Sororitas - La Sterminatrice di Dinastie - La Ridente - Maestra della Legione Astartes dei Blood Angels - La Senzaperdono "Nàkhatai", erede di Mestore, portatrice di Yorith...

    Poteva mai dirsi, proprio lei, senza speranza?

    ed in quell'inferno di nulla assoluto, dove il tempo lo spazio ed il pensiero perdevano qualsiasi barlume di senso, in un glitch in quella realtà onirica, ecco formarsi attraverso pixel di psioni le mani, le braccia ed il volto di Aynas, la tulpe psichica che costituiva la "Sorella gemella" di Sanya, o per meglio esemplificare: la sua ancora emotiva e pischica da un baratro di follia e distruzione alimentata da un furore più del concetto stesso di tempo.

    Quello stesso furore che stava ora risalendo l'abisso, intercettando la mente del ricettacolo umano attraverso la connessione cosmica con la Scale che portava il suon nome, con la Scale alla quale, ai Tempi antecedenti il Mito, donò la sua Benedizione.

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    Ư̶̱̭̾̓̃͋͂́͌̆̋͊̉̅̎̈̎̿̇̑̀̓̀͊͘̚͘͘͝c̸̨͇̼͒c̷̭̲̣͂͆͒̅͐̀̒̀i̴̢̨̢͇͙̘̰̹̖͋͊̃͊͌͌̃̈́͊̀̒͘͝ď̸̲̒̈́͌̍̋̎̉̌̃̒̎́͛̔̍̉́̂͒͑̿̓̎̚͘į̵̢̡̮̫̬͖̯̭͈̯͓͎̪̤̪͇̹̦͚̞̱̞̪̭̻̓̈́͑̃͆͒̋͛͛̽̀͐̌̇́̈́͂̊̑͐͂͑̃̎́̌͘̚͘͘͜͝ͅͅͅ!̵̛͕̥̱̻̙̬̒̐̑̉̎̒̈́̈́͊̄͋̊͒̈́͂̽͑̌͐̆̈́̔̑͌͘̚͝͠ ̷̡̯̞̬͈̪͔̞̟͈̝͕̫̱̈́͆̎͆̀̆̉͑̈̈̔́̌́̓̚͜͠Ḑ̴̡̡̖̱̬͍̟̘͉̝̗̬̻͙̗͎̗͕̦͔̿̔̎̎͆̃̋͆̄͗̅̔̄̂̃̀̽̚̕i̶̢̗͈̱͖̦̻̤̦̞̙̭͉͖͇̯̝̘̹̻͂̉͋̿̌̒̂͒͗̍̔̀͆̂̆͛̌͘̕͠͝͝ͅͅͅl̴̛͉͎͓͙̤͎̂̌̎͗̋͋͂̏̔̈́̔̓̇̆͂̑̿̒͑͐̈̊̍̃͘͠à̶̢̛͇̪͔̖̠̙̰̱͔͔̭̪̭͈̯̞͚̎̾͑́̅͘ͅͅņ̷͓͈̖̻̠̝̠͉̲̣̥̣̗͖͇͚̠̭͉̪͈͉̫͈̟̆́͛͠ͅi̶̛̺̙̝͕̔̀̋̑͂͗̉̃͆͆̋̅̏̾̇̚̚͘͝͠ͅą̴̤̘̩͒̐̅͛̕͝!̷̢̢̧̨̧̲̹͔͉̳̦̪̩̺̝̙̼̼̪̟̭̀̄͊́͘͜͝ ̴̡̣̝̟͕̻͙͖̺̳͆̾̓̆̑̄̌̉́͆̎̓̄̈̓̎̄̇̓͘͘͘͘̕͜͠͝B̷̡̨̧̢̮̞͓̬̘̥̟̆̓͑̎̄̽̈́̊͗̊̀͋̈́͆͊̈͑͆͊̓́̾͌̿̔͆̃́͋̌̋͜r̸͇̥̥͚̀̽̂͊̾͆̒̓̉̅͌̑͒͠͝ͅư̷̡̢̨̡̱̘̤͎̘̹̰̫̼̥̻̰̤̹̜̳̭̣̪͍͎̗͙̔̓̉͜c̵̙̿̌̀̽̀͐̍͑̈́̾̓̀̉̀͑͆͒̃͊͝͝i̶̡̧̠̞̮̱̻̹͚̬̺̝̯͔͚̜̪͉̼̣̮̙͆̌̓̂̉͑̒͜a̸̞͊̊͛́̆̀͑͋̓̉͘͝!̷̨̡̛̣͎̜̳͖̱͕̻̣̯̥͊́͆̍̎̊̌́͗͂̈́̿̆̊̓͌̈́̀̀͂͑̀̄͗̐͜͝ͅ


















    Un imperativo talmente antico da far accaponare la pelle del tessuto della realtà.

    La volontà di un Grande Antico direttamente riversata nella realtà attraverso la connessione cosmica con la bambina nel corpo di ragazza.

    Tutti i precedenti primarchi del Kraken, connessi nel Khala, si unirono nell'ira, nella rabbia, inserendo la loro a far da corollario a quella del Kraken originale.
    Un contraccolpo sensoriale talmente acuto da percolare attraverso il Khala del Kraken fino a raggiungere l'Archivio.

    Avrebbero tutti i Primarchi attualmente presenti, provato una frazione dell'odio che costantemente martella la mente di Sanya.

    Nello spettro visivo di chiunque, in quello spazio confinato, sarebbe apparsa la figura di Yorith che, iroso, si scagliava contro l'essere oltre dimensionale.

    E per i Sette, Sanya avrebbe guidato quella carica!

    Si morse la lingua ino a farla sanguinare, soffocando un grido di dolore e canalizzando quella nuova agonia nella rabbia primeva che, dopo tanto tempo, la stava pervadendo nuovamente.

    Come l'abbraccio di una vecchia amica, che era solamente in attesa di quel momento.

    Il Cosmo della Senzaperdono esplose in un lucrore malsano.

    Le ombre multicolore proprie della sua consistenza sembravano animate da qualcosa di antico e ben più pericoloso di quell'ammasso cosmico presente. Occhi, angoli, voci spettrali...

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    Frenò la propria avanzata aerea generando fasci di acqua e ghiaccio di fronte a se, una volta ferma tese le mani verso il nemico, mirando d'infilata sul lato sinistro dello stesso, in modo da non interferire con la Santa Vivente.

    Arabeschi cosmici si formarono tra le dita, mentre la sua volontà resa manifesta delineava un intricato insieme di sinuose linee arcane fino a terminare in un complesso sistema di puntamento cosmico.

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    Una massa enorme di cosmo si addensò sulle spalle della Scale, che vibrò di protesta a quella manifestazione di potere tanto violento.

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    Il Cosmo stesso della Regina Artica prese a sferzare la realtà con ferocia fino a delineare la forma atavica di Yorith, alle spalle della giovane. La temperatura collassò immediatamente, raggiungendo in una frazione di secondo una misurazione ben al di sotto dello zero termico.
    Le fruste di cosmo vennero accompagnate da sorelle di acqua e gelo, da frammenti di brina e ghiaccio mentre nel Cielo, la glaciale stella del Kraken pulsava malevola.

    Sanya Sorrise, mentre un rivolo di sangue sgorgò dalle labbra, colorandole come un carminio rossetto.

    Il ferale sorriso di una belva verso un'altra belva.

    Senza il bisogno di parlare, con solo un avvertimento telepatico nei confronti di Seadragon e Scylla, la pressione cosmica alle spalle della giovane prese a spiraleggiare sul di lei corpo, I circuiti della Scale che ardevano mentre volute di vapore esalavano dagli sfiati della Scale, generando una figura ancor più arcana ed antica.
    Le energie primeve vennero convogliate lungi le braccia della Regina, fino alle sue mani, raggiungendo infine le punte delle dita.

    L'attimo in cui si staccarono da lei si condensarono e concentrarono attraverso il complesso arabesco cosmico per poi essere proiettate con immane ferocia verso l'essere loro nemico.

    Una massa abnorme di cosmo, ghiaccio ed acqua, unita all'assalto degli psioni di Sanya e di Yorith attraverso di lei, vennero scagliati alla massima velocità e con la massima violenza possibile.

    La Rabbia di Sanya era, infine, tornata.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Lingua lacerata, alcuni danni nervosi a seguito dell'assalto ricevuto(livello 2).
    MENTALMENTE Ok, Sanya in modalità rabbia pre Khala per influenza diretta di Yorith (livello 2).
    STATUS SCALE Ottima - Indossata - Configurazione da battaglia con elmo a celata completa (livello 2)

    RIASSUNTO AZIONI

    CITAZIONE
    Momento Vietnam e poi esplode Yorith, riportando Sanya alla sua condizione pre Khala, quindi incazzata come una Iena.
    Di conseguenza lancia alla sua massima potenza ed estensione, un Aurora Borealis contro il mostro, farcendo il tutto con assalto mentale volto a danneggiare il tessuto nervoso dell'essere per cercare di rallentarlo.


    ABILITÀ
    Sangue di Yorith
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE
    CITAZIONE
    Северное сияние (Severnoye siyaniye)
    Aurora Borealis


    Tecnica Principe e maggiormente caratteristica del Primarca del Kraken. Signore Atlantideo delle Energie Fredde, Il Primarca dapprima alza le braccia al cielo, unendo le mani a foggia di bocca mostruosa per concentrare nella piccola alcova così ricavata una enorme quantità di Cosmo compresso avvolgendolo poi con acqua da cui è possibile intravedere sottili strati di ghiaccio.
    Il Cosmo della Regina Artica splende quindi dei colori della vera aurora boreale aumentando di intensità, mentre di fronte alla giovane regina si forma un cerchio cosmico attraverso il quale Sanya convoglia e concentra le energie () cosmiche. Nel momento in cui abbassa le mani, puntandole verso il cerchio cosmico un figura costituita di pura energia dorata, raffigurante un mostro marino () si genera alle spalle di Sanya per poi proiettarsi contro i nemici fissati attraverso lo schema del cerchio cosmico; una volta fuori dal cerchio una gigantesca ondata di Cosmo compresso multicolore avvolto nel ghiaccio e nell'acqua tenterà di impattare contro i nemici. Il colpo si dividerà in caso di bersagli multipli, fissati dalla Primarca attraverso il cerchio.
    Variante: Sanya può ridurre l'area d'impatto ed il numero di bersagli aumentando proporzionalmente il potere distruttivo e perforante della tecnica. ()


    NOTE


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

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    CRIMSON DEFILER

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    Il ghigno perenne dell'angelo caduto è rivolto verso le i due primarchi in aria, mentre il suo corpo viene avvolto dalla sua stessa energia scarlatta. L'assalto glaciale di Sanya impatta contro di essa e la differenza di temperatura crea un immediato e violento stridore, così forte da ovattare ogni altro suono mentre le due energie si scontrano con violenza. La barriera eretta dal nemico di tutta la realtà sembra reggere a dovere, data la soverchiante energia cosmica emessa dall'essere. Quella violenza aurora boreale si sta abbattendo contro un muro all'apparenza invalicabile. È tutta questa dunque tutta la forza che il meglio di Atlantide può dimostrare? Così a fondo è caduto l'impero che un tempo dominava i mari? Questo forse è quello che sta pensando la creatura, se davvero è capace di pensare altro a parte l'istinto alieno di odiare ogni singolo atomo che lo circonda.

    Tuttavia la creatura forse dimentica un particolare. L'oceano non è una singola cosa unita. L'oceano è continuo movimento, è ogni singola onda che danza con le altre, mentre si arricchiscono a vicenda in un unico grande e continuo mutare. L'acqua non può essere schiacciata. L'acqua non può essere ridotta. Il mare si muoverà sempre, e sarà sempre pronto a colpire con violenza incomprensibile.

    L'aria si torce a alla sinistra di Sanya. Un gorgo d'acqua si apre e da esso balza fuori Johanna, con il suo esoscheletro martoriato dallo scontro con la creatura. Il drago marino allunga la mano verso quella protesa di Sanya, incrociando i loro polsi e intrecciando le dita con lei. Il cosmo dorato e azzurro di Johanna si mescola a quello dorato e rosso di Sanya.

    efWoe8a


    [ KHALA RESONANCE ]



    La vibrazione delle due anime si armonizza, raggiungono un unico suono, un coro nel Khala che in parte ricorda il miracolo che è stato compiuto durante lo scontro con la manifestazione di Nurgle nel mondo in australia. Il sistema di puntamento cosmico di Sanya si arricchisce di nuovi dettagli, arabeschi di corallo si incrociano in essi con nuove equazioni, facendo catturando progressivamente il flusso dell'attacco di Sanyae lasciando che il suo gelo e i suoi psioni danzino nel circuito neurale tracciato dai sentient. Un altro gorgo si spalanca di fronte l'aurora boreale di Sanya, fagocitandolo nel regno di Tiamat. L'intenzione del drago chiara a quella del Kraken, tale era l'intimità della loro risonanza in quel momento. Ancora una volta fratelli da oltre le pieghe del tempio combattevano insieme. La mano di Johanna guida quella di Sanya verso l'alto dove un altro portale si spalanca. Da esso erutta nuovamente il turbinio di colori dell'aurora, ingigantito dalla potenza di altro flusso acquatico portato da Johanna. I due straordinari cosmi che eruttano in un flusso d'acqua gelida spesso un paio di metri, arricchito da polvere di corallo scarlatto che trascinano con essi psioni malevoli in complicati adagi di aggressione mentale...che manca completamente il bersaglio. Il flusso si perde nel cielo decine di metri sopra la creatura, che rotea la falce e scatta in avanti dopo aver così facilmente respinto l'offensiva di Sanya.

    Le mani giunte dei primarchi piombano verso il basso, e così fa il portale, trascinando con sé il flusso.

    [ RAISER SWORD ]
    Revenge for our beautiful planet



    L'enorme lama di acqua gelida piomba sulla creatura intercettandola durante il suo movimento. Ha solo un istante per erigere nuovamente le sue barriere ma è un istante troppo tardi. La lama infrange come vetro la sua barriera schiantandosi sulla spalla del caduto. Il grido che emette è terrificante, un crudele grattugiare ai bordi della sanità di ogni creatura viva su quell'isola e in quel cielo. I due primarchi non desistono e la loro lama cala ancora, scavando nel torace, lacerando ossa, iniettando corallo infestante e diffondendo così terribili strazi psionici. Il movimento della lama è quasi lento, metodico, il lavoro di una macchina per il taglio ad acqua. Arrivano a scavare fino all'addome del caduto prima che questo emetta una nuova esplosione di energia dal suo corpo, infrangendola ed emettendo così tanta discordia nell'universo da destabilizzare per un fatale istante la risonanza tra i primarchi. L'assalto viene infranto dalla falce della creatura mentre l'intero cielo attorno ai primarchi viene colmato dai soli scarlatti esplosivi.

    Un istante prima che quelli attorno ai due primarchi esplodano Johanna strattona la mano di Sanya che stava ancora tenendola, gettandola di forza bruta nel portale da cui era arrivata in primo luogo. Questo la sposta in una zona di cielo sgombro dall'attacco mentre Johanna procede nel reggere l'interezza della rappresaglia nemica contro le sue difese coralline.


    Un nuovo cosmo riempie l'area di battaglia. Una luce blu splendente si manifesta poco dietro di Sanya.

    484776Teclisbig

    Un elfo, le cui vesti arcane un tempo potevano essere magnifiche ma che ora erano lerce di sangue di svariate origini, brandisce un bastone e una lama splendente, con le quali sta intrecciando un grande incantesimo il cui potere gonfia l'aria.
    Non visto dai primarchi, Teclis, l'arcimago del popolo elfico aveva combattuto una altrettanto sanguinosa battaglia assistito dai maestri di spada della torre di Oeth contro altre creature che stavano cercando di insinuarsi ad Ulthuan attraverso faglie tra i mondi. La maestria di Oliver e l'aver protetto con un tempestivo sacrificio la macchina elfica ha permesso all'elfo di terminare la sua battaglia contro un Signore del Cambiamento e giungere in aiuto dei primarchi. Nel frattempo, suo fratello Tyrion aveva radunato le armate elfiche stazionate ad Asgard per poter rinforzare la loro terra natia. Numerosi portali si spalancarono su tutta Ulthuan da cui la furia elfica si rovesciò su ciò che rimaneva delle armate maligne, decimandole e dando soccorso a chi del loro popolo non stava già sotto le inaspettate cure di enormi umani in armatura.

    L'incantesimo si completa e la realtà stessa si torce attorno al caduto, dilaniandolo e tempestandolo di saette arcane che piovono da grandi nubi oscure radunatesi in un istante. Il tintinnare di campanelli si fa più forte mentre la creatura soffre due brutali attacchi in rapida successione.
    I tre primarchi sentono la voce di Teclis raggiungere la loro mente.

    Primarchi, la vostra tempestività e la vostra incredibile violenza sono assai apprezzate, devo ringraziarvi per l'avere ancora una patria a cui tornare. - Dice, con una strana sincerità priva dell'arroganza che accomuna il popolo elfico.

    Il caduto non sembra però incline a permettere altri convenevoli. Dal suo corpo si innalza un terrificante stridio. Solleva la falce verso l'alto e questa si muta, trasfigura. La sua forma si distorce, diventa qualcosa di immenso, diffuso, tentacolare. Sembra che la forma di falce fosse solo l'ombra di qualcosa che si nascondeva oltre l'intera esistenza e che può manifestarsi solo ora che la presenza del caduto ne ha indebolito i lembi. Le menti umane non possono nemmeno considerare quella cosa un'arma, ma se è tra le mani del caduto forse lo è? Ogni tentativo di comprendere o descrivere quella cosa a chi non è immediatamente presente in quello scontro sarebbe impossibile. La sensazione di terribile e sbagliato attanaglia chiunque sull'isola. L'essere stato ferito così gravemente sembra aver offeso gravemente il caduto, che forse ha deciso che la missione è meno importante della vendetta. Quel tremendo -qualcosa- viene frustato verso il basso. L'intero spazio in chilometri e chilometri viene saturato dal tremendo intrecciarsi di fendenti scarlatti.

    Fortunatamente le navi erano già abbastanza lontane per non essere coinvolte dall'attacco. Ma l'isola non è così fortunata da potersi muovere. Teclis ha però agito in tempo. Dalla tunica estrae un opale grosso come un pugno. È chiaro come sia un oggetto di incredibile valore e immenso potere. L'elfo lo frantuma tra le sue dita e una immensa barriera perlacea ricopre l'intera isola, proteggendola quasi completamente. Questo tuttavia lo espone completamente all'attacco. Una quantità incalcolabile di ferite si apre sul suo corpo gettando sangue in ogni direzione, cosa che sta per succedere ad ognuno dei primarchi.

    [Niente di complicato, malevolent shrine aoe su tutto e tutti. Teclis ha parato per l'isola ma si è preso il danno pieno. Come per l'attacco a Oliver i fendenti sono corrosivi+pain ]
     
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    "Our War Game"
    Quest di Trama - - Assedio - - Chapter 06

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    Il cosmo della Santa danzò con quello della Furia tessendo nuove forme arabescate ed intricando, completandolo, il nexus di dati inseriti nell'offensiva.
    E nuovamente, come nel recente passato in Australia, il cosmo della Donna Eroe e della Bambina nel corpo di giovane donna entrarono in intima risonanza. Un output energetico di molto maggiore alla somma delle due singole parti stava sgorgando in quell'offensiva riunita mentre il sistema di puntamento cosmica si arzigogola di molteplici variabili di calcolo assumendo una forma più completa.
    Una perla liquida si staccò dal visore della Scale del Kraken.
    Malinconia di un tempo perduto, un fugace attimo lungo quanto l'eternità ma da quest'ultima irrimediabilmente separato.

    La connessione di Sanya e Johanna, di Kraken e Seadragon, di Mestore ed Atlante. Fratelli oltre le pieghe del tempo, sorelle nell'era attuale unite dal cosmo e dal Khala.

    Virtualmente Johanna era l'unica persona in grado di connettersi a Sanya ad un tale livello di intimismo cosmico.

    L'intenzione di una diveniva, nell'abbraccio della risonanza benedetta, la volontà dell'altra. Due esseri in un solo intento, in una sola unione cosmica oltre i limiti del tempo.

    Quello che sembrava essere un semplice getto offensivo deviato dai portali dimensionali propri del reame di Tiamat generati dal potere del Dragone del Mare, divenne di fatto la lama di una gloriosa spada che, portando avanti a gloria e l'intento dell'Impero di Atlantide stesso, impattò contro il mostro nemico della realtà, scavando a fondo nella sua non carne.

    Affrontare un simile anatema della realtà avrebbe, probabilmente, fiaccato la volontà di un guerriero inferiore, ma loro era Primarchi, re guerrieri di Atlantide, cosmici figli di Poseidone stesso.

    La resa non era un'opzione, ed il dovere termina non solo con la morte.

    Avrebbero resistito, e per i Sette, avrebbero trionfato, anche a costo di atomizzare quell'isola nel processo.

    Il cielo si colorò di una moltitudine di piccoli soli ed il Kraken venne spinto dal Dragone in uno dei suoi portali.
    La straniante sensazione del passaggio attraverso l'orizzonte degli eventi proprio di quella straniante dimensione venne attenuata dalla sensazione di urgenza e dalla sempre presente fauce irosa di Yorith.

    Sanya fuoriuscì dal portale già orientata e pronta ad una nuova offensiva quando alle sue dirette spalle, un cosmo maestoso avvampò improvviso mentre comparve la forma fisica di un altro elfo. Gli occhi dorati della Primarca Artica si socchiusero valutandolo come possibile minaccia per poi, senza mai rilassarsi, tornare direttamente a fissare il mostro una volta sentite le parole dell'elfo.

    Tenne per sé, Sanya, il proprio disprezzo per una razza così diversa e soprattutto non credente negli editti Imperiali. Ci sarebbe stato un tempo ed un luogo, ma non era quelli.

    La falce del caduto venne quindi innalzata al cielo in una sorta di immonda dichiarazione e... la sua superficie mutò in qualcosa di umanamente non comprensibile.
    Un continuo colare e percolare di errori nella realtà conosciuta.

    Il cosmo, o quel che poteva paragonarsi come cosa al cosmo, proveniente dal caduto ispirava solamente due cose:

    DOLORE

    MORTE

    Tre figure sospese in aria sopra l'oceano, non si mossero nonostante quella tacita promessa.

    Promessa che venne mantenuta



    L'essere innaturale sferzò quell'errore continuo nella matrice della realtà rilasciando un'ondata di potere maligno.

    Di riflesso Sanya portò le braccia a proteggere torso e testa mentre incassava l'elmo fra le spalle ed innalzò molteplici strati di ghiaccio posti ad angolazioni differenti in maniera tale da cercare di intercettare, ridirigere e smorzare l'efficacia dell'assalto avversario.

    Un flusso di dolore lancinante l'investì come un treno in corsa.
    La parte esposta della Scale: Bracciali, gambali e parte della cintura e delle spalliere, letteralmente esplose mentre il corpo della ragazzina venne invaso e devastato da una moltitudine di tagli e da una sensazione di intenso, primevo e puro dolore.

    Rovesciò la testa all'indietro mentre la vista si offuscò per gli occhi colmi di lacrime, spasmi involontari muovevano gli arti generando altro dolore.

    L'oblio della perdita di conoscenza aleggiò nella periferia del sua vista.

    Un urlo silenzioso venne interrotto da un rantolo continuato che fuoriusciva metallico ed intervallato da scariche elettrostatiche dal distorsore vocale dell'elmo della scale.

    Una cascata di sangue prese a colare sulla pelle diafana, ora devastata, della giovane.
    Alcune ciocche di capelli color del grano volarono via persi in quel cielo, persi in quell'oceano di dolore.

    In un lasso di tempo di un istante, ma che nella sua mente parve durare un'eternità, ecco comparire la figura astrale della Sorella psionica insieme ad una manifestazione dello stesso Grande Antico a cui aveva volontariamente rinnovata la promessa nella prova del Khala.

    Hai fame, Yorith?
    Hai fame Yorith?
    la voce della ragazzina ora sarebbe stata percepita dai presenti, come duale, antica e malvagia.

    Su una struttura di ghiaccio scompostamente si rimise in piedi.
    Il ghiaccio venne bagnato dal suo sangue.

    In nome del patto che fu stretto
    In nome del patto che è stato rinnovato

    Io Sanya, Primarca del Kraken
    Consacro il mio nemico alla fine ultima

    Consacro il cibo al Primevo Kraken
    Consacro il suo cibo a Yorith

    Per la Gloria dell'Imperatore
    Per la Gloria dell'Imperatore

    Un monologo a due voci, quella di Sanya e della sua sorella psionica Aynas.
    Il giudizio ultimo del Primarca del Kraken.

    Una nuova anima si sarebbe aggiunta nella gola sempre assetata di Yorith.

    Il ghiaccio della regina Artica parve assorbire il sangue della ragazza.
    Una struttura cristallina glaciale ricoprì il corpo martoriato della giovane nelle parti in cui la Scale era stata frantumata.

    Il suo cosmo eruttò con violenza, raggiungendo picchi maggiori che in precedenza.

    Le acque dell'oceano, sotto di loro presero ad agitarsi, formando un pericoloso gorgo roteante nel senso opposto a quello normale in relazione alla latitudine.
    La percezione di angoli errati iniziò a manifestarsi, mentre in risposta alla rabbia ed al cosmo del Kraken, la massa di acqua prese a sollevarsi, compattandosi mano a mano in ghiaccio.

    Ed all'interno di quel ghiaccio arcano era possibile osservare qualcosa muoversi, una massa di tentacoli, occhi e zanne.

    Per combattere un errore, a volte era necessario rilasciare volutamente un altro errore.

    La massa glaciale venne pervasa dagli psioni della ragazza, destinati ad un brutale sovraccarico sensoriale delle percezioni di dolore.

    Un ultimo giocatore stava arrivando, l'ultimo fratello stava per unirsi alla partita.

    Lady Johanna, Lord Oliver, perdonatemi per quest'ira vi sto facendo provare.

    Stava creando la base per un qualcosa di completamente catastrofico.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Lingua lacerata, alcuni danni nervosi a seguito dell'assalto ricevuto - ferite diffuse su tutto il corpo Shock di dolore con spasmi(livello 2).
    MENTALMENTE Ok, Sanya in modalità rabbia pre Khala per influenza diretta di Yorith - Shock mentale per il dolore (livello 2).
    STATUS SCALE Intera per elmo e corazza, frantumata su braccia, spalle e gambe - Indossata - Configurazione da battaglia con elmo a celata completa (livello 2)

    RIASSUNTO AZIONI

    CITAZIONE
    Lo sacrifico a Yorith, è giunto il momento di toglierlo dall'equazione della realtà.

    Nel frattempo dopo aver incassato malamente il colpo, iniziò la giga offensiva del prossimo post


    ABILITÀ
    Sangue di Yorith
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE


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    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VII) Ξ Energia Viola

    - Assedio -

    Our War Game


    5





    Non poté fare a meno di sorridere. Sorrideva perché qualcosa dentro di lui gli diceva che era la cosa giusta da fare; Oliver sorrideva perché le onde del khala si agitavano con grandezza e violenza e tutte le luci che animavano gli abissi brillavano con una forza e un’intensità tale che quasi si sarebbe messo a ridere, rinvigorito dalla gloria di quella che era l’espressione più grande della celebrazione imperiale ed atlantidea, l’inno alla vita, all’evoluzione e alla comprensione tramite l’esperienza. Una connessione che legava i loro spiriti e le loro emozioni, il khala, la via per l’ascensione. Il Cuore di Atlantide, quindi, non poté fare a meno di gioire a fronte del pericolo che stavano affrontando tutti loro, a cui rispondevano con una profonda comprensione delle loro abilità e delle loro potenzialità, sostenendosi a vicenda per creare l’ultima forma d’attacco, qualcosa che avrebbe completamente annichilito quella piaga. Si era appena traslato nello spazio, raggiungendo i suoi fratelli e sorelle per aiutarli a combattere; tuttavia, non aveva occupato il posto al loro fianco, si era semplicemente lasciato cadere nel cielo, dietro l’enorme figura, aprendo le braccia e respirando profondamente durante la caduta libera. La sua scale, bianca e intarsiata di oro e oricalco, pulsava ancora di energia durante la sua caduta, lasciando dietro di sé una scia del medesimo colore, come una stella che percorreva la sua strada nello spazio.




    Allo stesso modo, Oliver illuminava la distanza che lo separava da quel punto con la stessa luce, le cui fiamme del cosmo ruggivano e crepitavano con violenza senza pari. C’era qualcosa di diverso, quella volta, rispetto a tutte le battaglie che avevano affrontato insieme; non era soltanto il principio di unione del khala ma qualcosa che si nascondeva in un punto lontano, negli abissi di quel mare di spirito e determinazione. Una sensazione simile al coraggio che tramutava in furia, che aumentava ad ogni secondo. Poté percepire chiaramente l’influenza del Kraken, un moto senza forma che si espandeva in ogni angolo della sua anima. Dal visore dell’elmo una scia elettrica si espanse, segno che il violento pulsare del suo cosmo era diventato ancor più grande, ancor più irruento. Perdonatemi per l’ira che vi sto facendo provare.Sii il nostro urlo di battaglia. La scale di Scylla cominciò a cambiare formazione mentre due ali presero a rallentare la sua caduta verso il cielo, con delle esplosioni continue di vento emesse dai propulsori dell'armatura. Una serie di piume bianche cominciarono a cadere sul campo di battaglia, illuminando e circondando tutto ciò che il cosmo del primarca poteva toccare. Oliver strinse i denti nell'osservare l'immensa minaccia, da solo non avrebbe avuto nemmeno una speranza di combattere contro di lui; era una situazione preoccupante, che aveva bisogno di una contromisura efficace. Il suo impulso mentale comandò alla scale di selezionare un progetto diverso da quello delle progrise keys, ordinandole di caricare il progetto Hexatheon, una nuova categoria di bestie sacre su cui stava lavorando. Aveva soltanto creato due prototipi, per cui scelse il più adatto a quella situazione per mostrarsi ai suoi fratelli sul campo di battaglia.




    SgcKhyC

    [Prototipo/HEXATHEON II: GRD]






    Lo spazio davanti al primarca prese a contrarsi ed espandersi ancora una volta, generando un suono spettrale, un gorgoglio profondo e violento; le particelle d’acqua nell’aria cominciarono a muoversi violentemente, cambiando la loro struttura, addensandosi in un’immensa massa d’acqua; non era la più grande che aveva creato, non era paragonabile alla grandezza dei suoi attacchi più potenti, ma il suo scopo non era quello di essere la vera lama del suo attacco, bensì, il motore centrale, il catalizzatore del movimento rotatorio che l’immensa arma avrebbe assunto. Grazie all’incubazione del vortice di Cariddi, Oliver poté velocemente generare le proprietà dell’aquila di Scylla, imbrigliata di potere mentale affinché sembrasse, con le ali chiuse sopra il proprio corpo, nient’altro che un’immensa massa appuntita che avrebbe acquisito ancor più velocità di rotazione grazie al tornado che ne imbrigliava e intrappolava l’estremità inferiore, generando una grande forma che fu prontamente rivestita di plasma psionico, uniformandola e creando continuità tra la massa d’acqua e il costrutto cosmico, il quale era dotato della stessa capacità offensiva delle armi di cui il Primarca disponeva normalmente. Cominciò ad affinare il controllo che possedeva su entrambe le parti che formavano quell'immenso attacco, dando loro una forma più longilinea, compatta, grazie al controllo della componente visiva che le sue immagini potevano generare. Strinse di più, ancora di più, la sua presa cosmica per guidare quell'immenso attacco verso le spalle del nemico. Correnti di vento concentriche avvolgevano il tornado e l'aquila, generando onde di distruzione tutt'attorno, comprimendo lo spazio in modo tale da rendere la punta dell'arma ancor più perforante di quanto già non fosse, aumentando quel movimento rotatorio e rendendolo pura distruzione al passaggio. Non era più la spada, ma una lancia di vittoria sulla terra di Asgard.






    Perché Oliver era il Fabricator Comandante di Mechanus
    E le armi erano ciò che conosceva meglio.


    zXm3kk6

    Sword of Rupture: Caladbolg
    [ SPEAR OF SUNDER: GUNGNIR ]


    Quell’attacco non era portato da un dio, ma da un uomo
    E tutti si sarebbero chiesti, è davvero soltanto un uomo?





    Il tornado di Cariddi sarebbe stato il braccio che avrebbe spinto e ruotato la lancia più grande che si era mai vista su quelle terre, che avrebbe colpito il nemico dal punto opposto, coincidendo al contrario con la Raiser di Sanya e Johanna, eguagliandone la grandezza e il potere, mirando a chiudere il nemico in una tenaglia, in una trappola da entrambi i lati che avrebbe lasciato spazio soltanto alla distruzione di quella forma aberrante. La capacità perforante dell’arma di Oliver avrebbe rivolto alle spalle tutto il suo potere, rotando come una vera trivella, con la capacità di poterne dilaniare le carni, di strappare e spingere via massi e detriti grazie alla corrente del vento che continuava a farla vorticare, sia grazie al motore del Big Tornado, sia grazie alla parziale emissione dell’elemento su cui quella configurazione aveva controllo. La rabbia del Kraken era stata una parte centrale nella creazione di quell’assalto, alimentando la forza con la quale il Primarca continuava a spingere l’immensa lancia, bruciando il cosmo come una fiamma che continuava a divampare. Oliver non voleva trattenere nulla in quell’attacco, aveva il potere e voleva utilizzarlo per mostrare all’aberrazione cosa succedeva nel tentare di attaccare gli innocenti, voleva mostrare alla corruzione il pericolo che l’umanità ancora poteva costituire. Più veloce, più forte, più preciso. La mente di Oliver comandava e la lancia si muoveva di conseguenza. Schegge di terra e roccia furono sollevate nell'aria, disegnando arabeschi contro il cielo e la potenza del vento creò uno spettacolo di distruzione, plasmando il paesaggio con la sua irrefrenabile forza al passaggio. I rumori si assottigliarono, passando da un sibilo iniziale al rumore del mare in tempesta, libero, senza controllo; il vento si trasformò in un tumulto dalla sinfonia dissonante.



    Strinse i muscoli del braccio, delle spalle, guidando con il pugno e il movimento del corpo quell’attacco, sentendo il proprio corpo venire attraversato da un brivido di pura elettricità statica, scaricata dietro di sé nella forma di scosse cosmiche dagli occhi, dalle spalle, percorrendone le ali che si piegavano e si estendevano per mantenersi in volo, planando sul vento che veniva emesso da quell’attacco, sull’onda d’urto che la lancia generava al passaggio. Nonostante ciò, non negò piccoli e scoordinati movimenti che andarono a impattare di riflesso. Era normale, soggetto ad una tale pressione, risentirne in maniera fisica, oltre che cosmica, ricevendo di contro micro-impatti, percependo poi quello che era l’attacco nemico in corso. Non avrebbe mai potuto deviare via tutti quei tagli soltanto grazie al tornado di Cariddi e al vento dell’aquila, per cui la pericolosità di tale offensiva richiese il suo prezzo sul corpo del primarca, facendo comparire numerosi fendenti residui sulla superficie dell’armatura, filtrando con lo stesso aberrante cosmo sul suo corpo, portandolo a tossire sangue. Ma ciò non era importante, impallidiva di fronte al pericolo da cui doveva proteggere quella gente e dei tagli sul corpo, per quanto potenti, per quanto dannosi al corpo di Oliver, non avevano la possibilità di sconfiggere quello che non era solo il Primarca di Scylla, o il Primarca del Kraken o ancora il Primarca di Seadragon, ma la volontà che legava tutti i soldati atlantidei, la forza di uomini il cui ruggito era profondo quanto l’abisso che abitavano.



    ATLANTIDE, TUTTI INSIEME
    METTIAMO FINE A QUESTO DOLORE.






    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Gravi bruciature su tutto il corpo, avvelenamento ed ematomi estesi, tagli profondi estesi su tutto il corpo, avvelenamento cosmico serio.
    MENTALMENTE Ξ Carico
    STATUS SCALE Ξ [Indossata] Danneggiata in più punti


    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    BIG BIRB SPEAR PUSHED BY BIG TORNADO ENGINE


    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Atlantean Engineering: Creation [Illusioni Ambientali]
    Ancor prima di diventare uno dei più grandi marzialisti di Atlantide, il nono Re di Atlantide – Azae – era considerato tra i più stimati utilizzatori dei poteri della mente. La sua abilità, infatti, gli permetteva di poter alterare l’aspetto di tutto ciò che circondava i presenti, sovrascrivendo la realtà effettiva con realistiche illusioni. Pur non avendo effetto materiale, erano talmente potenti da riuscire ad esser percepite quasi come reali, pericolose, da coloro che non disponevano di una grande forza - portando il cervello dei malcapitati ad autoconvincersi della veridicità di quelle immagini. Con questo potere, Azae riuscì ad oltrepassare la minaccia costituita da Cariddi, nel suo viaggio per lo stretto delle sue bestie. Come ogni Primarca di Scylla, dunque, Oliver ha ottenuto il potere di poter sovrascrivere la realtà che lo circonda – realizzando illusioni atte a confondere il nemico. Limitato soltanto dalla sua fantasia, può spaziare dalla semplice apparizione di oggetti o elementi, sul campo di battaglia, alla produzione copie. Ciò rende il potere della mente del Primarca pari al potere del suo corpo.

    Atlantean Engineering: Arsenal [Armi di Scilla]
    Quando finalmente Azae riuscì a raggiungere la temibile Scilla, essa sfruttò il potere di tutte e sei le beste – che componevano il suo corpo – per uccidere il nono re di Atlantide. L’orso, l’aquila, e il lupo furono impiegati per arrecare danni al corpo del primarca – mentre il pipistrello, il calabrone ed il serpente, furono utilizzati al fine di danneggiarlo con i loro insidiosi poteri. La mente ed il corpo del re furono impiegati al massimo della loro forza, in modo da riuscire a tener testa alla mitologica bestia. Dando prova della sua capacità, Azae riuscì ad emergere vincitore dello scontro; ciò diede modo a Scilla di poter apprezzare la caparbietà e lo spirito dell’uomo, permettendogli di trarre potere dalla sua natura e di ottenere la sua benedizione. Grazie a tale intervento, il re scienziato riuscì ad influenzarle con il suo cosmo, permettendo un assemblaggio – sempre diverso – della scale, per riprodurre gli stessi effetti dei poteri animaleschi, mostrati dalla creatura. L’orso, il pugno che abbatte – l’aquila, la lama veloce – il lupo, gli artigli perforanti – il serpente, le catene dello stretto – il pipistrello, la vita che si spegne – l’ape, il veleno insidioso. Gli attributi di ogni animale sono riflessi nelle parti meccaniche, che possono assumere le più disparate forme – assecondando la pericolosità di ognuno. Lo spirito delle bestie di Scylla risulta pericoloso anche nelle loro controparti cosmiche, se lanciate verso l'avversario, poiché - in caso di offensiva riuscita - sortiranno gli stessi effetti dei colpi portati in modo fisico.

    Orso - Danno: Interno, Rottura di Ossa / Arma: Grossa, Contundente

    Lupo - Danno: Perforante, Sanguinamento / Arma: Tagliola

    Aquila - Danno: Tagliente, Traiettoria guidata / Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante

    Serpente - Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza / Arma: Tentacoli

    Ape - Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) / Arma: Stiletto

    Pipistrello - Danno: Perforante, Risucchio Cosmico e Vitale / Arma: Piccolo pugnale


    Atlantean Engineering: One for All [Trasformazione]
    Sublimazione del potere di Scilla, ora fluito nella natura del cosmo di Oliver. Grazie al khala, ha ottenuto l’abilità di sfruttare le caratteristiche di ogni animale della bestia, alterando l’interezza della sua scale per farle assumere tratti caratteristici. La sua forma base, la Scale di Scylla – Versione “Ironheart”, si trasformerà a seconda della canalizzazione delle bestie sacre, mantenendo la capacità di utilizzare le armi relative agli animali di cui assume la forma. Ogni trasformazione, però, non impedisce al Primarca di lanciare la tecnica che esula dai sei mostri - il Big Tornado, che trae forza dalle acque di Cariddi. Tutte le forme conservano la durezza e la capacità di offesa della sua Scale, così come la possibilità di spostare la conformazione dell'arma del relativo animale a piacimento - grazie al riposizionamento delle placche e delle componenti d'oricalco - su qualsiasi superficie dell'armatura.

    Orso - Forza Straordinaria
    Lupo - Musica
    Aquila - Vento
    Ape - Teletrasporto
    Pipistrello - Suono

    Voz de las Olas [Telepatia]


    TECNICHE Ξ

    And we all lift, and we're all adrift together
     
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