[Trama] Tutti i nodi vengono al pettine

Saints di Athena & Daimon - Assedio

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    Narrato | Parlato | Pensato | Telepatia | Urzla

    Tutti i nodi vengono al pettine
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    Urzla - e anche Borengar, in realtà - era stata molto chiara. Dopo lo sventato pericolo nello Yormunheimr, gli equilibri della magia in qualche modo risultavano alterati; forse era stato lo stesso Yggdrasill, forse la presenza della Corruzione. Aveva appreso che anche il fluire stesso del tempo era stato modificato; magari uno solo di quei fattori, o più probabilmente il loro insieme, aveva rivelato altra brace sotto la cenere.

    Il Celebrante di Odino, insieme alla giovane Megrez, avrebbe però dovuto sovrintendere alle difese del regno; non c'erano state avvisaglie dopo l'ultima battaglia, eppure qualcosa nel suo istinto gli diceva che il prossimo assalto sarebbe stato di nuovo contro la capitale del Nord. Non poteva lasciare sguarnite le difese neanche per un istante, soprattutto dopo che Urzla gli aveva fatto presente il significato di quella nuova magia che adesso poteva percepire. Quella che la Dama aveva definito "energia allo stato puro", poteva essere la chiave per proteggere ulteriormente il Nord e, di conseguenza, tutti i nove mondi. Ma quei punti focali erano dislocati in alcuni luoghi che per Asgard avevano un significato particolare, ed il fatto che le forze della Corruzione mirassero ad alcuni di questi in particolare non lo tranquillizzava per nulla.

    Avrebbe chiesto ai Nani - e chissà, forse si sarebbero aggregati persino i Drow - di recarsi alla Caverna di Fafnir.

    I Vrykul sarebbero stati felici di recarsi al lago Hvergelmir, in cui molti loro compagni avevano perso la vita in passato a causa del tradimento.

    Ai Nahuàl e agli Elfi avrebbe chiesto di andare nelle grandi Foreste Orientali.

    A questi luoghi se ne sommavano altri due, uno dei quali era la Caverna Vulcanica. In ognuno di questi posti non era chiaro se la Corruzione si stesse addensando oppure no, ma il pericolo c'era in ognuno di questi; il problema reale, dove il pericolo era più alto, era nell'ultimo luogo.

    La foresta di Ametista era da sempre un luogo insidioso, anche da molto prima del Ragnarok e dell'Armageddon. L'unica ad averla vista da vicino dopo quegli eventi era Astra, ma a Siegfried non risultava che lei vi si fosse anche inoltrata; e data l'alta probabilità di trovare pericoli non prevedibili, di quel nodo in particolare ne avrebbe dovuto parlare con gli altri suoi alleati. Si avvicinò all'altare della divinità dove, oltre Valmhur che riposava, era presente un lucido oggetto metallico: si trattava di argento trattato a specchio, dono che aveva ricevuto dagli elfi per comunicare con gli alleati più lontani; un pò come la tavoletta nera ricevuta da Gabriel tempo prima, ma questi funzionavano attraverso la magia elfica.

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    Ciò che doveva fare era far brillare il proprio cosmo mentre reggeva lo specchio in mano, ed esso si sarebbe manifestato negli altri oggetti. Poi il suo volto sarebbe apparso agli altri alleati. Sospirò, meditando sulle parole da scegliere, poi lo prese con entrambe le mani ed attivò l'incanto, sperando che Bartolomeo del Toro e l'antico Anfitrione lo ricevessero il prima possibile; stavolta Amaterasu no avrebbe potuto aiutarli, perchè a quanto sembrava era ancora nello Yormuheimr a causa di Yggdrasill.

    Miei amici ed alleati. Quello che già ci aspettavamo è accaduto, le forze in gioco nello Yormunheimr hanno rivelato nuovi tasselli del mosaico, tasselli che potrebbero essere fondamentali per la difesa del Nord e di tutti i mondi. Gli alleati degli uomini si stanno recando a sorvegliare e proteggere alcune di questi punti focali, dove l'energia si accresce e la Corruzione sembra pronta a conquistarla ed usarla contro di noi. Rimangono due luoghi da proteggere e di cui scoprirne i misteri: la caverna vulcanica e la foresta di Ametista. Fosse per me non chiederei il vostro intervento, ma dobbiamo essere certi di non lasciare niente al caso; soprattutto la foresta, potrebbe nascondere qualcosa di più terribile della Corruzione stessa, l'oscurità in quel luogo sembra essere la più fitta. Vi chiedo consiglio e appoggio, amici miei.

    Non rimaneva che attendere il da farsi. Se fosse servito, avrebbe rischiato il tutto per tutto e sarebbe intervenuto anche lui.

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - Bene cari, l'intro di Siegfried ce l'abbiamo. Dovendo seguire la traccia di Him, ho incastrato la questione dei nodi ad alcune regioni fondamentali del REGNO DEL NORD, specificando attraverso Sieg che il pericolo più grosso sta nella foresta di Ametista (scelta voluta a causa di Astra e per il fatto che Bart quando sente "zona più pericolosa" dice QUELLA E' MIA). Come detto nell'altro topic, siamo spartiti in due gruppi: Ritch, Korin e Azrael a fare la gita nella caverna vulcanica, Rigel e Bart nella foresta, e gli altri png per i fatti loro in altri posti a random (si era parlato di più nodi, mi sembrava più adatto fare così). La citazione ad Anfitrione non è casuale perchè, SE RIESCE, farà un post per introdurre la faccenda ad Azrael che poi si recherà ad Asgard; in ogni caso "qualcosa da Daimon" lo tratterrà nell'Empireo e quindi alla fine ci sarà solo Azrael. Io e Drake cercheremo di postare in tempo "ravvicinato" in modo tale da tenere le azioni in modo più ordinate possibile, ma tenete conto che non abbiamo tempi o numeri di turno fissati (tipo che a fine attività magari io ho fatto cinque post e giatz ne ha fatti quindici e andrebbe bene lo stesso). Gli specchi ce li hanno dati gli elfi nella fase finale della quest come aggeggi di comunicazione rapida tra noi. Detto questo sicuramente sto dimenticando qualcosa, ma in caso ci aggiorniamo in dissertazioni cammin facendo. Buona giocata e in bocca al lupo a tutti.

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    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    TECNICHE


    Nessuna.



     
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    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    Tienilo tu anche questa volta, Bart, ti prego.

    Elena aveva entrambe le mani poggiate sulla destra di Bart, che era aperta con il palmo verso l’alto e che era talmente grande da contenere entrambe quelle di lei. Il volto della donna era una maschera di preoccupazione, mentre incrociava i suoi occhi con quel muto ma intenso messaggio. Lui doveva partire ancora, ultimamente accadeva sempre più spesso, ma non riusciva a lasciarlo andare con il dubbio che lui potesse non avere con sé tutti i mezzi per tornare. Non riusciva proprio ad accettarlo.

    No Ele, questa volta non posso farlo.
    I Cavalieri del Grande Tempio saranno lontani da qui e mi serve sapervi al sicuro.
    Usa l’anello se necessario, e ricordati della stanza di emergenza qui alla Seconda Casa.
    Tu e i bambini l’avete usata una sola volta, che spero sia anche l’ultima, ma dovete entrarci al primo segnale di pericolo.


    Bart era inamovibile, perché non avrebbe mai potuto lasciare Elena e i loro pargoli in balia degli eventi. Lui doveva andare, ancora una volta, ma questo non significava che ogni missione, ogni allontanamento, fosse facile. Ogni volta che doveva uscire dal Grande Tempio l’apprensione saliva, perché tutto il mondo stava ancora vivendo gli orrori della Corruzione e nessuno era mai davvero al sicuro. Il Grande Sacerdote, però, aveva qualche asso nella manica per sopravvivere in qualche modo a quell’inferno in terra, e doveva lasciare tutti gli altri assi nelle maniche dei propri cari. Altrimenti non sarebbe riuscito ad affrontare a testa bassa il pericolo, com’era suo dovere fare in quanto Cavaliere e difensore dell’umanità.
    E proprio per quei motivi, il gigante non poteva scendere a compromessi. Abbracciò la sua Elena come ogni giorno, ma in modo più intenso ogni volta che doveva lasciarla. Il solito bacio sulla fronte sancì la fine di quel discorso, con lei che sapeva che lui aveva ragione ma che, come sempre, faticava ad accettare di vederlo partire. Ci aveva fatto il callo, certo, ma la realtà a volte era davvero insostenibile.
    Bartolomeo andò nella stanza dei suoi pargoli e venne sommerso dai loro abbracci, sorridendo vedendoli giocare con le statuette che Amaterasu aveva regalato loro dopo l’ultima visita ad Asgard. Quella era una cosa che gli aveva riscaldato il cuore come non mai, perché era un semplice esempio di tutti i giorni di come l’unione di persone così diverse fosse davvero possibile. In fondo, la maggior parte delle volte, le differenze sono solo una gabbia che ci creiamo da soli.
    Ma, un momento, fermi tutti. Dove stava andando il Toro ancora una volta? Che cosa era successo?
    Ah già, è vero, manca un pezzo della storia. Dopo l’ultimo incontro con gli amici del Nord, un incontro che aveva rafforzato ancora di più l’alleanza con tutto popolo di Asgard (umani e non umani), era stato fornito loro un artefatto simile a uno specchio. Un oggetto molto carino, che Bartolomeo utilizzava spesso per controllare se i suoi proverbiali baffoni fossero a posto, ma che era qualcosa di davvero magico. Tramite il cosmo era possibile renderli uno strumento di comunicazione a distanza e istantaneo, un po’ come la rete telefonica prima dell’Armageddon, insomma.
    E, quindi, non molto tempo dopo la loro ultima scampagnata in quel freddo impossibile, Siegfried chiamò Bart perché qualcosa di orribile stava accadendo ad Asgard. La Corruzione stava cercando di danneggiare o, peggio, impadronirsi dei centri nevralgici responsabili delle difese nel Regno, in grado di mantenere gli equilibri tra i mondi. Il Celebrante e la giovane Megrez, unici Cavalieri presenti al Nord, erano impegnati anima e corpo per riparare e ricostruire la loro roccaforte, dove il loro popolo resisteva agli orrori di un mondo che li voleva morti. Non sarebbero mai riusciti con le loro sole forze a dividersi su più fronti, altrimenti avrebbero potuto sancire la fine definitiva della loro strenua e orgogliosa resistenza.

    Ci saremo, amico mio.

    Pronunciò una semplice frase di risposta a quello specchio, sperando di averlo usato correttamente e che il Celebrante avesse ricevuto il messaggio. In ogni caso, c’era poco tempo da perdere e doveva organizzare quella missione e le difese del Grande Tempio in sua assenza in modo efficiente e repentino.
    Tutto sempre a modo suo, ovviamente.
    Quindi chiese immediatamente che un suo messaggio telepatico fosse amplificato in ogni angolo del Grande Tempio, ma che venisse reso percepibile solo ai Cavalieri – Rigel, Korin e Riccardo. Diede, inoltre, disposizione di contattare chiunque non fosse in quel momento all’interno delle mura con i mezzi più veloci a disposizione e riportare lo stesso messaggio, che era un misto tra una chiamata alle armi e una rimpatriata tra amici.

    Ciao ragazzi, come state?
    Ho bisogno del vostro aiuto, anzi, a dirla tutta è il nostro caro amico Siegfried che ci ha chiesto supporto.
    Appena potete, venite all’ingresso della Seconda Casa, ci aspetta una nuova missione!


    Lui, nel frattempo, si sarebbe preparato a dovere, come prima di ogni missione dalle informazioni e dagli esiti incerti. Elena, dopo quel loro primo discorso, non lo avrebbe mai fatto partire così, all’acqua di rose, e pretese e ottenne che il Gran Sacerdote si presentasse al massimo delle sue potenzialità. Lui le sorrise e prese il Box della sua Armatura, chiedendo alla dorata protezione di avvolgere il suo corpo ancora una volta. Avrebbe aspettato i ragazzi nello spiazzo presente all’ingresso della Seconda Casa, avendo dato disposizioni che nessun Cavaliere venisse fermato e potesse superare senza problemi la Prima Dimora dello Zodiaco.
    Il suo volto era sereno ma concentrato, e attese con rinnovato vigore i suoi compagni d’arme a braccia conserte, richiamando del tutto involontariamente la figura caratteristica del Custode della Seconda Casa per eccellenza, detto anche il Baluardo di Atena.

    Rigel, Korin, Riccardo, grazie di essere qui.

    Quando i tre furono arrivati, il suo volto s’illuminò come tutte le volte che sapeva di dover affrontare qualcosa d’impossibile con i suoi Cavalieri. Era orgoglioso di vederli lì, anche solo per ascoltare cosa lui aveva da dire. Quella volta, però, la situazione sarebbe stata leggermente diversa, perché sapeva quanto alcuni di essi avessero sofferto e lottato ultimamente – come Korin, per esempio – e non voleva assolutamente usare la propria carica di Gran Sacerdote per forzare qualcosa che, se voluto, doveva arrivare in modo del tutto spontaneo e naturale. Allargò le braccia come per accoglierli tutti, per poi iniziare con il suo racconto.

    Lo so che sembra incredibile, ma è evidente che la Corruzione abbia una passione inspiegabile per il freddo e le temperature impossibili.
    Siegfried mi ha contattato con estrema urgenza perché hanno scoperto una concentrazione di energie negative in alcune zone fondamentali per Asgard, necessarie per la difesa delle terre del Nord e dei Regni a cui sono collegate.


    Tornò a braccia conserte, così da concentrarsi sul resto del racconto. Non c’era pace lì al Nord, e come il Grande Tempio era stato oggetto di attacchi e assedi da parte della Corruzione in passato, adesso Asgard stava rivivendo un’esperienza molto simile. Non era possibile tirare un sospiro di sollievo e dovevano dormire sempre con un occhio aperto per non farsi trovare impreparati.

    Gli alleati degli Asgardiani, che siano Nani, Elfi, Vrykul o Nahuàl, sono già scesi in campo, ma il Celebrante e la giovane Astra non possono lasciare la città perché gli sforzi per la ricostruzione sono davvero enormi e il pericolo di essere colti alla sprovvista è troppo alto.
    Le ultime due battaglie combattute al Nord hanno inferto un duro colpo alla città e a tutta la loro popolazione, da cui non si sono ancora ripresi del tutto.


    Era qualcosa di davvero molto vicino a casa, nel senso che persino la roccaforte greca era sempre al limite, con pochi Cavalieri ancora presenti e non scomparsi nel nulla. Il Grande Tempio, però, anche grazie al potere della Lacrima e al risveglio della Dea Atena, aveva ottenuto nel tempo un equilibrio un po’ più stabile, e poteva permettersi qualche azzardo in più rispetto a tanti altri avamposti a difesa dell’umanità.

    Sono rimasti solo due luoghi da controllare e Siegfried ha chiesto il nostro aiuto.
    Uno è la Caverna Vulcanica, forse l’unico posto davvero caldo in tutta Asgard.
    L’altra è la Foresta di Ametista, un tempo sotto il controllo della famiglia della giovane Astra, ora divorata dalle tenebre.
    Dei due, il Celebrante ha timore che la Foresta nasconda qualcosa di ancora più terribile della Corruzione, se mai fosse possibile.


    Quel commento da parte di Siegfried gli aveva fatto correre un brivido lungo la schiena quando l’aveva sentito in diretta tramite lo specchio. Pensare che il Celebrante potesse descrivere qualcosa che creasse in lui, che era un formidabile guerriero del Nord, un timore così forte – dopo averne viste così tante dopo l’Armageddon – l’aveva lasciato completamente spiazzato. Non dovevano sottovalutare quelle informazioni, perché il pericolo avrebbe potuto rivelarsi più letale che mai.

    Non possiamo abbandonare i nostri amici, i nostri alleati, non dopo quello che abbiamo passato insieme.
    Abbiamo combattuto la Corruzione uniti come non mai, e loro non esiterebbero a fare lo stesso per noi.


    Di recente, già due battaglie erano state combattute al Nord. Scontri durissimi, contro eserciti sconfinati, ma che in un modo o nell’altro li aveva visti vittoriosi. Ma a che prezzo. Asgard non era più la stessa da allora e, con la scarsità di Cavalieri ancora vivi o in attività, le cose si erano fatte ancora più difficili. In un momento come quello, se un amico ti tende una mano per chiederti aiuto, non ti puoi voltare dall’altra parte se puoi davvero fare qualcosa per fare la differenza. Il legame che univa Atene alle terre dei ghiacci eterni si perdeva nella storia, e Bartolomeo non sarebbe stato certo colui che lo avrebbe spezzato in modo così brutale.

    Lo so, non è facile in questo periodo, perché siamo reduci da molte battaglie.
    Come Cavalieri, siamo in pochi qui al Grande Tempio...


    Il suo sguardo si fece per un solo istante più triste, ricordando tutti gli amici, i compagni di battaglia, perduti nell’oblio della Corruzione. Il gigante, però, si riprese immediatamente, perché non era tempo di rimuginare sul passato.

    ...ma non dobbiamo contare solo sulla nostra forza se siamo tutti uniti contro un nemico comune.
    Atene, Asgard, Agartha e persino i Daimon sono scesi in campo con noi nella guerra contro la Corruzione.
    Mai lo avremmo immaginato qualche anno fa, e sicuramente in molti lo avrebbero considerato impossibile prima di quel maledetto Armageddon.
    Non lasciamo che questa fiamma si spenga, perché potrebbe davvero cambiare il destino di tutti noi e del mondo intero.


    Fece una breve pausa, per far sedimentare quelle parole nell’animo dei Cavalieri che lo stavano ascoltando. Sapeva che alcuni di loro avrebbero preso quella sua passione nel verso giusto, magari facendola propria, ma era altrettanto certo che qualcuno in cuor suo avrebbe dubitato. Era normale, e il Toro era abituato, ma era il prezzo da pagare per portare avanti un’idea così incredibile quanto difficile da realizzare. Solo dimostrando con i fatti che tutto ciò fosse davvero possibile, sarebbero riusciti a convincere più Cavalieri e Caste di quel loro sogno. E quello che stavano facendo, stava evidentemente dando dei frutti quasi insperati.
    Il suo sorriso si fece meno esagerato, mantenne comunque un’espressione felice ma estremamente comprensiva. Quello che stava per dire era molto importante per lui, quindi volle affrontare le successive parole con il giusto atteggiamento.

    Sono il Gran Sacerdote, è vero, ma in un momento come questo non voglio e non devo obbligarvi.
    Non sarebbe giusto nei vostri confronti, che avete già sofferto e sacrificato così tanto.


    È giusto chiedere l’impossibile a dei Cavalieri dotati di cosmo, era quasi una cosa normale, ma c’era sempre un limite a tutto. E quel limite doveva rimanere tale, perché era molto più importante la loro vita, la loro sopravvivenza, rispetto a qualsiasi altra cosa.

    Quello che sto per proporvi, quindi, non è un ordine.

    Un’altra breve pausa, per rimarcare quella frase.

    Ma se vorrete rispondere con me alla chiamata di Siegfried, ho già pensato alla difesa del Grande Tempio in nostra assenza.
    Il livello di allerta sarà alzato al massimo, con tutto ciò che ne consegue, e le nostre Guardie personali, quella del Toro e quella del Cancro, supervisioneranno le difese insieme all’esercito.
    Non lasceremo nulla al caso.


    Non dovevano lasciare nulla al caso, specialmente se tutti si fossero assentati. Un conto era Bart che si gettava a testa bassa contro la Corruzione, da solo, rischiando solo se stesso. Un altro conto era allontanare nello stesso momento i pochi Cavalieri presenti, senza pensare alle conseguenze di quell’assenza. E quella volta, il Gran Sacerdote aveva pensato a tutto, o almeno a tutto quello che fosse possibile fare – e, comunque, non era detto che sarebbe stato abbastanza, chi mai poteva saperlo?

    Ad Asgard avremo due obiettivi, di cui uno molto più rischioso dell’altro, anche solo per le poche informazioni a nostra disposizione.
    Quindi, potremmo dividerci in due squadre: Korin e Riccardo potrebbero indagare alla Caverna Vulcanica, mentre io e Rigel potremmo andare a stanare la Corruzione nella Foresta di Ametista.
    Se lo vorrete, i sistemi di comunicazione del Grande Tempio ci teletrasporteranno nelle zone designate, e potranno anche tenerci in contatto con Atene in caso di emergenza quando saremo là.


    O almeno così sperava. Il Grande Tempio, in stretta collaborazione con Asgard, avrebbe cercato di mantenere i contatti nel miglior modo possibile, ma quando c’era di mezzo la Corruzione anche la cosa più ovvia poteva diventare impossibile. Era un rischio, quello era poco ma sicuro, ma era solo uno dei tanti cui andavano incontro ogni volta che partivano in missione. La vita di un Cavaliere, lo sapevano tutti, era sempre sul filo di un rasoio molto affilato.

    Cavalieri, con me!
    Asgard ha bisogno di noi.


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    Sorrise a tutti con quel suo modo di fare così genuino e spontaneo – sempre pronto a mettere la sua faccia, anche letteralmente, in prima linea – senza però crearsi nessuna aspettativa. Aveva usato quelle ultime parole di unione e incoraggiamento perché non era la prima volta che gli uscivano spontanee dalle labbra, ma non le considerava assolutamente una costrizione. Sapeva già che qualcuno non avrebbe esitato a supportare Asgard o, comunque, non ci avrebbe pensato due volte ad accettare la missione per seguire Bart al Nord. Ma non avrebbe assolutamente biasimato nessuno se ci fosse stato qualche rifiuto. Lo avrebbe accettato pienamente, senza remore o rancori, perché per lui essere una Famiglia – più o meno sgangherata – significava accettare e rispettare ogni suo componente, qualunque cosa potesse accadere.
    Il Gran Sacerdote cominciò a incamminarsi verso la squadra specializzata che li avrebbe teletrasportati ad Asgard, che nel frattempo avevano intrecciato il loro potere per permettere ai Cavalieri di effettuare quel salto istantaneo verso le terre del Nord. Senza creare pressione a nessuno, il Toro si sarebbe votato anima e corpo, senza nessuna esitazione, verso quella nuova missione, pronto a sostenere quell’onere – che lui considerava anche un onore – sulle sue sole spalle.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    In estrema sintesi: Bart riceve il messaggio di Sieg tramite lo specchio, richiama i Cavalieri e si parte. Con qualche parola in più, direi che Bart tutto tenerello saluta Elena e i pargoli, rifiutandosi questa volta di portare con sé l’anello del teletrasporto, per poi cercare di organizzare al meglio possibile la loro assenza dal GT. Richiama i pochi ma buoni Cavalieri di Atena/Grado a raccolta alla Seconda Casa e poi spiega il da farsi. Considerando la situazione non tanto rosea in cui siamo, non impone alcuna partenza forzata, ma è pronto a sobbarcarsi tutto il cucuzzaro se per qualsiasi motivo (comunque valido, dal suo punto di vista) uno o più dei Cavalieri non volesse partecipare all’ennesima missione ad Asgard <3


    Condizioni:
    Si parte!


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    «Forza mostriciattoli, pronti per un altro giro?»

    Una leggera vampata di cosmo e poi i cinque bambini che teneva tra le braccia saettarono verso l'alto.

    «CORNEOLOS!»

    Poi, con un agile balzo, gli andava incontro riabbracciandoli per evitare che si sfracellassero al suolo.

    Così la Montagna passava il tempo dopo una sessione di addestramento, rifuggendo il richiamo del "The last drop", la recente taverna di Rodorio, anche a costo di sentirsi dare della "femminuccia" dai compagni d'arme, che invece si abbandonavano all'unico vizio che una vita di stenti permetteva. D'altronde si era ripromesso di rigare dritto, o almeno di non esagerare. La coda dei fanciulli desiderosi di farsi lanciare in aria si allungava e Ritch non poteva che esserne lieto. Il loro sorriso era contagioso, lo distraeva da cupi pensieri.
    Negli ultimi mesi era cresciuto in tutti i sensi. La statura si era alzata di quattro centimetri, segno che il gigantismo era ancora in atto nonostante avesse già compiuto trent'anni. La barba si era infoltita e un cespuglio di capelli neri e ricci cadevano giù dalle spalle. A vederlo, con le braccia muscolose e segnate dalle cicatrici, pareva un barbaro appartenente a secoli or sono, ma chi aveva avuto modo di conoscerlo sapeva che il suo aspetto non rispecchiava affatto il suo animo gentile.
    Afferrò altri cinque ragazzini e li lancìò come i precedenti.
    La spensieratezza del momento venne interrotta da una voce che d'improvviso udì nella mente, appena percettibile per via degli schiamazzi dei fanciulli intorno. La riconobbe. Possibile che fosse Bartolomeo? A dire il vero quando aveva scoperto che egli era il Gran Sacerdote, la sua prima reazione fu quella di una risata, poiché non ci credeva, ma dovette invece credere alla convocazione che gli era stata appena comunicata. Quindi, in parte turbato, fece per allontanarsi per recarsi al posto richiesto ma si fermò non appena sentì le urla dei bambini che stavano cadendo in picchiata. Se ne era infatti dimenticato, e con un rapido colpo di reni evitò la tragedia.

    Con lento passo, sguardo chino e le mani in tasca attraversò le vie, pensieroso. Il tono assunto da Bart non sembrava grave, tuttavia trapelava una certa urgenza. Aveva pronunciato il nome di Sigfried, un nome che Riccardo aveva udito vagamente nelle leggende. Sapeva che costui dimorava nel nord, ad Asgard, un autentico campione di virtù, e se un individuo di così straordinaria potenza aveva chiesto l'aiuto del Grande Tempio, significava che un enorme pericolo stava per sopraggiungere. Si chiese se fosse pronto. In verità non sarebbe stato il suo battesimo del fuoco, il quale era già avvenuto qualche mese prima, in sordina, quando si era cimentato nel recupero della bara di suo fratello a Berlino. Cadendo nell'imboscata aveva capito quanto fosse ostile il mondo esterno, ma al contempo aveva appreso che non tutto era marcio: c'era ancora del buono per cui valesse la pena combattere, anche nei più bui recessi di un pianeta contaminato. Rammentò infatti quell'insolito incontro con quel piccolo ometto verde di cui non sapeva il nome. La sensazione che aveva avuto era di un individuo molto saggio e di un potere che superava ogni comprensione. Certamente fu grazie ad egli se era riuscito a parlare con l'ultima volta con Alessandro, e fu sempre grazie al suo aiuto, combattendo fianco a fianco, se aveva respinto l'orda della Corruzione. Riccardo pensava spesso a lui, sperando un giorno di poterlo ripagare.
    Con queste riflessioni giunse al cospetto della lapide del fratello, che ora riposava nel cimitero di Rodorio:

    Caro Alessandro, a quanto pare è giunto il momento di mettere in pratica i tuoi insegnamenti e renderti fiero. Possa il tuo spirito guerriero affiancarmi nelle battaglia imminente.

    Con la pelliccia d'orso piegata sulla spalla e la schiena gravata dal peso dello scrigno, la Montagna iniziò la scalinata verso le dodici case. Una serie di emozioni lo assaliva ad ogni gradino, quando dinanzi ai suoi occhi da bambino si slanciò la casa dell'ariete. Era la prima volta che si apprestava a varcare la soglia di una maestosa casa di un cavaliere d'oro, con l'altorilievo della testa di ariete scolpito sulla facciata che pareva osservare ogni intruso. Riccardo sfiorò le colonne e fece echeggiare i suoi passi nel buio di quella vasta dimora lasciata abbandonata da chissà quanto tempo, forse. La sua massiccia figura emerse dall'ombra quando uscì dalla prima casa, prospettandogli il proseguo della scalinata verso la casa del toro, là dove lo attendeva il connazionale Bart e gli altri cavalieri che avevano risposto alla chiamata. L'idea che tra qualche istante lo avrebbe visto in guisa di Gran Sacerdote suscitava una certa ansia e vergogna per se stesso, se pensava a come lo aveva insultato durante la prova dell'investitura. Ma la Montagna di allora mai avrebbe immaginato che un energumeno simile potesse essere l'autorità suprema del regno di Atene. Ovviamente un tale affronto lo aveva pagato con un dente rotto e varie contusioni e, come sempre succede, ogniqualvolta qualcuno lo riempiva di botte, lui ci si affezionava. Avrebbe dovuto chiedergli scusa ma capiva che non ci sarebbe riuscito e quindi l'unico modo per farsi perdonare era quello di compiere importanti gesta sul campo. Quale dunque occasione migliore, se non quella di aiutare un prezioso alleato e difendere i civili?

    Pochi scalini mancavano, la stazza imponente di Bartolomeo si stagliava in tutta la sua altezza scintillando di oro. Eccolo con i suoi baffoni, non c'erano dubbi che era lui. Riccardo era in visibilio, come nel ritrovare un amico di vecchia data che era appena assurto al rango di divinità. Il legame era a senso unico e proporzionato ai pugni e alle percosse subite, che quel giorno erano state molte.
    Non si era nemmeno accorto dei presenti, semplicemente perché si aspettava una folta schiera. Invece erano soltanto in tre, escluso il Gran Sacerdote. Uno non lo conosceva, era un tipo smilzo dall'aria simpatica, ma l'altro sì...

    Oh... chi si rivede! Uno mi deve un molare e l'altro una bevuta...

    L'altro era il caro vecchio Rigel, colui che lo aveva indotto per le vie del cosmo seppur con metodi probabilmente non troppo convenzionali. Sia lui che Bart erano stati fondamentali, senza i quali non avrebbe potuto aspirare a diventare più forte e difendere meglio quella che a tutti gli effetti era diventata la sua nuova patria.
    La Montagna si volse dietro, auspicando di vedere altri cavalieri arrivare ma quando Bart iniziò a parlare capì che nessun altro sarebbe giunto. Riccardo, avulso dalle questioni di palazzo, era rimasto stupito. Era convinto che i ranghi fossero molto più nutriti, addirittura pensava di riconoscere in quella circostanza qualche volto amico che giornalmente incontrava. Alla conta finale, rimase piuttosto deluso.
    La missione fu chiara e il Gran Sacerdote aveva dipanato ogni dubbio, di cui il più grande era la salvaguardia delle mura mentre loro erano ad Asgard. Bart aveva ponderato bene la situazione e Ritch, di conseguenza, annuì soddisfatto stringendo un pugno per l'impazienza di partire. Non aveva nulla da temere, finché le guardie del Toro e del Cancro sarebbero rimaste a difesa del regno.
    Fu il primo a seguire le orme di Bartolomeo, ma d'un tratto un enorme dilemma fece rallentare il suo incedere, tanto che Korin e Rigel lo avevano superato.

    Asgard... pensò improvvisamente bianco in volto e con gli occhi sgranati.

    Sapeva che era una terra lontana e gelida come la morte, inospitale, popolata da razze che credeva appartenessero solo ai libri tolkeniani e perennemente assediata dalle forze della Corruzione. Ma non era questo a spaventarlo... bensì l'immenso oceano che separava i due regni. A Riccardo piaceva contemplare la vastità del mare. La contemplava con un misto tra meraviglia e inquietudine. Inquietudine che però poteva mutare in autentico terrore se il suo possente corpo fosse finito in balia delle onde. Non sapeva nuotare e quelle rare volte che andava al mare, ancor prima dell'Armageddon, stava ben attento a non spingersi al largo. Il suo limite massimo era la cintola, oltre la quale si sentiva in pericolo. Finché i suoi piedi avessero calcato la nuda roccia, avrebbe potuto affrontare persino il crollo della montagna più alta, ma nel momento che gli veniva meno quel senso di stabilità era un uomo perduto. Come sarebbero arrivati ad Asgard? Il come non era stato affatto menzionato da Bart... Se per via mare si sarebbe sentito parzialmente tranquillo solo a bordo di una portaerei, ma quei tempi erano finiti. Cosa sarebbe successo se la rotta avesse incrociato una tempesta e l'imbarcazione si fosse ribaltata? Oppure: cosa sarebbe accaduto se la Corruzione avesse degenerato un innocuo mammifero degli abissi, come una balena, in un mostro marino? Come lo avrebbe affrontato?
    Conscio di questa fobia, il suo passo si era arrestato, sentendosi non solo inutile, ma persino d'intralcio. Sovvenne la voce del fratello a spingerlo come una tirata d'orecchio:

    «Ma sul serio? Prima chiedi il mio sostegno e poi te le fai sotto?» gli disse nella mente Alessandro.

    Recuperò il terreno perso con rinnovata determinazione. Dopotutto un uomo avveduto come il Grande Sacerdote avrebbe messo a disposizione un'imbarcazione adeguata, pensò. O almeno questo era ciò che il cavaliere di Eracle sperava.

    CITAZIONE
    - Corneolos -
    Il cavaliere batte i pugni tra loro per concentrare il massimo dell'energia in essi. Con il massimo della velocità di cui dispone, cerca di afferrare l'avversario e scagliarlo in aria, il quale, a causa dell'enorme pressione esercitata dal colpo, rimarrebbe immobilizzato per poi cadere rovinosamente al suolo.
     
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    -POST I-



    Quel pomeriggio Rigel era distratto. Seguiva gli addestramenti delle reclute come al solito, ma i suoi pensieri tendevano a divagare. Normalmente Methos lo avrebbe preso in giro, magari stuzzicandolo sul fatto che la ragazza a cui era tanto affezionato e di cui non aveva mai capito se fosse anche innamorato, era scomparsa da tempo dal Santuario. Di certo la cosa bruciava al ragazzo, e a maggior ragione perchè quella ragazza era - o forse era stata, ormai sarebbe stato più giusto dire - un Cavaliere d'Oro esattamente come lo era lui.

    Solo che quel giorno i suoi pensieri erano ingarbugliati sul dovere, e non sugli affetti personali. Negli ultimi tempi la Corruzione aveva attaccato in forze per ben due volte, e il suo focus sembrava essere diventato il Regno di Asgard. Certo, il Santuario in quel modo avrebbe avuto un minimo di respiro, ma se c'era di mezzo la Corruzione era proprio il caso di dire che "i guai di uno erano problemi per tutti". Entrambe le volte Bart era sceso in campo, aiutando a risolvere la situazione e senza dire nulla. La prima volta era partito alla carica lasciando indietro anche la Guardia del Toro, cosa a cui Rigel aveva potuto rimediare. La seconda volta era stata semplicemente una sortita, ma il gioco era stato comunque assai pericoloso. Se non altro perchè c'erano di mezzo anche i draghi.

    Quello che il Custode della Quarta Casa non riusciva a comprendere era perchè. Perchè ora, perchè ad Asgard, perchè con tanto accanimento. Era ovvio che ci fosse un piano preciso, ma lui non riusciva neanche a grattare la superficie, non coglieva schema alcuno schema, nonostante avesse saputo che c'era di mezzo anche Yggdrasill. Qualsiasi cosa fosse esattamente, una creatura magica, un essere senziente o una pianta che collegava tutti i mondi legati al Nord.

    Una bella complicazione, comunque.

    Già, Methos poteva tranquillamente leggergli la mente in qualsiasi momento. Dopotutto erano una cosa sola, con lui e anche con gli altri.

    E non hai da lamentarti, io sono quello più adorabile.

    Oh, sono certo che Cassandra è uno spirito molto più piacevole di te, in termini di compagnia.

    Methos rise, ma di colpo si bloccarono entrambi quando udirono nella mente il richiamo del Gran Sacerdote.

    Siegfried aveva chiesto di nuovo il loro intervento. Ancora la Corruzione, ancora ad Asgard.

    Guarda il lato positivo, almeno stavolta non ti lascia in panchina.

    Io vorrei solo capirci qualcosa di più, ma magari stavolta è quella buona. Si va?

    Senza aspettare risposta dallo spirito - come se avesse potuto decidere diversamente - si alzò in piedi e richiamò con il cosmo la propria armatura. Cancer impiegò meno di un attimo a comparire davanti a lui e a scomporsi, per poi avvolgere le sue membra col biondo metallo. Un lampo azzurro saettò nei suoi occhi, i fuochi fatui comparvero intorno a lui per poi vorticare ed aprire una sorta di portale che il ragazzo varcò per ritrovarsi nello Yomotsu Hirasaka; ci sarebbe rimasto meno di un secondo, perchè i fuochi avevano già ricomposto un secondo portale che lo avrebbe condotto direttamente di fronte alla Seconda Casa. Normalmente sarebbe dovuto passare anche dalla Casa dell'Ariete, ma da quando Ys era in pianta stabile in Jamir aveva guadagnato il suo lasciapassare permanente senza dover viaggiare ogni volta in Asia a chiedere il permesso di transito alla Prima Casa.

    E Bart era lì, ad aspettare lui e anche qualcun altro. Era giunto per primo, e poco dopo di lui arrivò Ritch. Gli venne spontaneamente un sorriso alla vista del ragazzone, lui e Bart sembravano quasi padre e figlio per certi aspetti. Ma i Saints non erano ormai una famiglia allargata? Non ci volle molto prima che anche Korin si unisse a loro; anche lui aveva partecipato all'ultima battaglia in Asgard, e tutto sommato sembrava essersi ripreso abbastanza bene. Poi Bart spiegò loro l'accaduto.

    Due obiettivi, la caverna vulcanica e la foresta di ametista. Neanche a dirlo, il Gran Sacerdote sarebbe andato dove il pericolo era maggiore: ma era scontato, se il pericolo c'era lui probabilmente era l'unico a poterlo affrontare. E il ragazzo sarebbe stato in uno dei luoghi in cui gli spiriti erano qualcosa di più che semplici fuochi fatui. Seguì Bart verso la squadra che avrebbe provveduto al loro spostamento, per quanto lui stesso avrebbe potuto provvedere per tutti. Fu allora che Methos riprese a farsi sentire.

    Dì un po', tu che ne pensi di tutta questa storia?

    Il ragazzo si soffermò un attimo a riflettere. Strana domanda, anche per lo spirito.

    Io penso che c'è un piano dietro, lo sai. Il problema è capire cosa sia. Magari la Corruzione mira a distruggere Asgard per poi avere strada spianata su tutto il resto, e questi punti chiave c'entrano qualcosa. Ma sono abbastanza sicuro che ci sia molto altro, dietro. Ci vedo troppo caos, in tutta questa storia. O forse tu hai qualche idea di cui mi vorresti parlare e che spieghi tutto questo?

    Seguì una pausa di silenzio, poi Methos rispose.

    Sì, forse un'idea la ho. Caspian.

    Quasi si fermò di colpo dal procedere, per come fu colto di sorpresa da quell'idea.

    Parli sul serio? Credi che ci sia di mezzo anche lui?

    Dico solo che lui sarebbe abbastanza pazzo da mettersi in mezzo a faccende come questa con il solo scopo di divertirsi mentre la gente muore o peggio. D'altra parte la Corruzione è come una malattia... e non ricordo se te l'ho raccontato, ma l'epidemia della grande Peste Nera nel XIV secolo è merito del mio caro fratello. Pensaci, magari non spiega il piano della Corruzione ma la teoria quadra. E dato il suo gusto del macabro, la Foresta d'Ametista è il posto ideale per nascondersi.

    Se però Methos aveva ragione, allora Siegfried faceva bene a preoccuparsi. Solo che il livello di pericolo rischiava di alzarsi ancora di più, a quel punto... anche se non potevano permettersi di farsi sfuggire il terzo Cavaliere. Si ripropose di raccontare la faccenda a Bart, quando fossero stati da soli, giusto per metterlo in guardia del nuovo problema.

    Rigel era certo che il Gran Sacerdote ne sarebbe stato felicissimo.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » E niente, commenti vari sulla convocazione di Bart e dialoghi mentali con il buon Methos. Pronti via, si parte.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
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    Korin ♦ Agente della GRADO ♦ Finto Triangolo Boreale ♦ Energia Rossa

    Tutti i nodi vengono al pettine
    - Chapter I -



    La vita nella città di Rodorio passava irrequieta sotto i suoi occhi indagatori che si domandavano a cosa potesse mai pensare questa o quella persona che mai avrebbe potuto nemmeno sospettare che lui la stava osservando di nascosto dietro una finestra lontana. Magari quel ragazzetto tozzo era il figlio del fornaio, e quella ragazzina muscolosa una delle tante che si dedicava all’arte agraria. Magari quelli che vedeva ridere in compagnia erano degli addestrandi del tempio, e quello col carretto, beh lui era facile vista la bara che stava trasportando seguito da un corteo di piangenti. Faceva strano osservarli, vivere nella loro stessa città, eppure sentirsi esterno a tutto ciò. Se lui fosse sparito, quel brulicare sarebbe andato avanti in ogni caso finchè sarebbe stato possibile. Erano giornalmente a rischio e ogni giorno resistevano con le unghie e con i denti. Per quanto ancora però avrebbero potuto sopravvivere? Per quanto ancora avrebbero patito quella situazione? Erano, cosa, dodici anni che andava avanti? C’erano bambini che non avevano vissuto altro che la corruzione, che non avevano mai potuto vedere di più che le quattro mura che li proteggevano. Non c’era vacanza, non c’era un’escursione, non c’era nulla. C’era solo il combattere, il barricarsi in casa nei momenti di crisi, il pregare di poter vedere una nuova alba e di farlo con i propri cari.

    E poi c’erano tutti i guerrieri benedetti da un’armatura, divina o meno che fosse, che combattevano giorno e notte in prima linea, non perché ansiosi di stragi, ma perchè erano gli unici a poterlo fare. C’era chi come il Grande Sacerdote, che andava e veniva dalla seconda casa dello zodiaco, abbandonando seppur per breve tempo la famiglia che si era creato. Poteva solo immaginare quanto doloroso fosse per Elena vederlo partire di volta in volta con la consapevolezza che ogni abbraccio poteva essere l’ultimo. C’erano i suoi bambini che si divertivano con le sue storie di guerra, con le azioni rocambolesche e romanzate, ma chissà se capivano la verità dietro a quelle acrobazie, chissà se notavano che dietro ogni salto nel vuoto del loro papone non c’era una rete di sicurezza pronta ad afferrarlo. Chissà se comprendevano che un giorno Bart sarebbe potuto non tornare a casa.
    Era un pensiero straziante, un male che non avrebbe augurato a nessuno.
    Un male a cui lui, Korin, non avrebbe sottoposto nessuno; non aveva una famiglia a cui tornare. Non aveva un partner che avrebbe sofferto, non aveva, né voleva, figli da abbandonare in quel mondo sporco. Quei pochi che lo conoscevano o non avrebbero mai saputo del suo destino, o non avrebbero speso nemmeno una lacrima. Era solo al mondo, e andava bene così: si muore nell’ombra affinché altri possano vivere nella luce. Era il suo credo, quello della Fondazione.

    Era immerso in questi tetri pensieri, ma una fredda mano mentale li allontanò tutti. Era enorme, come quella di Bart, e aveva persino la sua voce: un messaggio telepatico. Alzò appena lo sguardo senza davvero vedere la seconda casa da cui il gigante stava contattandoli. Non gli piaceva quel metodo di comunicazione, era come un violare il proprio spazio vitale inserendo nella sua mente voci e pensieri altrui. Odiava essere profanato a quel modo. Ma non poteva nemmeno negare che quel sistema fosse utile. Il messaggio arrivava veloce, limpido, diretto, non c’erano fraintendimenti. Asgard aveva bisogno di aiuto, ancora una volta. Più il tempo passava più era seriamente convinto che ci fosse qualcosa di grosso sotto tutta quella neve.

    « …rin. Korin? » Il richiamo lo riportò rapidamente alla realtà ritrovandosi faccia a faccia con una dipendente della Fondazione. « Tutto bene? » « Non proprio. Il Gran Sacerdote ha chiamato a raccolta tutti i clothtati, Asgard ha di nuovo bisogno di noi. La mia arm…» ma si interruppe sul nascere quando lo sguardo gli cadde sulla propria cloth trasportata su di un carrellino. La forma cervide lo salutava solenne e brillante più che mai; certo che sapevano fare miracoli nel sistemare i danni che lui provocava alla cloth. Allungò una mano verso di essa e al tocco, gelato, con il metallo questa si scompose nei vari pezzi che andarono a ricostruirsi addosso al suo corpo. Non tenendola mai nella sua forma totemica, solo vedendosela addosso Korin potè constatare che non era diversa dall’ultima volta, né sembrava più resistente. D’altronde non avrebbe potuto aspettarsi dei potenziamenti con così poco tempo passato sotto i ferri della Fondazione. « Il tempio potrebbe rimanere sguarnito. » L’altra annuì « Informerò io chi di dovere, tu va. Ma Korin. Non romperla di nuovo, ok? » « Come se lo facessi apposta. » Ribatté aprendo le imposte della finestra e buttandosi di sotto come se fosse la cosa più naturale del mondo.



    Era già salito fino alla seconda casa e non era andata benissimo. Ogni gradino gli ricordava quella sera, una in cui, dal suo punto di vista, aveva cercato di salvare la vita di un uomo, ma che era risultata con una grande incrinatura. Vedendolo ad Asgard Bart sembrava essersi messo alle spalle quella serata, ma Korin non ci riusciva. L’idea di essere andato così vicino ad incrinare i rapporti fra Grande Tempio e GRADO lo torturava. Aveva sbagliato in buona fede, ma non poteva permettersi che succedesse ancora. Il suo passo lo bloccò a qualche gradino di distanza dallo spiazzo antistante la seconda casa. Poteva vedere Bartolomeo, più in alto, e tanto gli bastava a ricordargli il suo posto. Salutò lui e Rigel con un piccolo inchino che poi estese anche a Riccardo. Aveva sentito parlare del cavaliere di Ercole, ma non aveva ancora avuto il piacere di incontrarlo di persona, soprattutto non con quanto successo nelle terre del Nord.
    Ascoltò senza aprire bocca il discorso del Gran Sacerdote, una cosa emozionale, ma forse troppo lunga per l’urgenza che le sue parole tentavano di comunicare. Per quanto non lo allettasse l’idea di tornare nella città di ghiaccio così presto non si poteva negare l’aiuto agli alleati del Nord, soprattutto ora che avevano la certezza che la corruzione fosse particolarmente interessata a quei luoghi. Che avessero fiutato un’altra figlia? O forse sotto tutta quella neve c’era qualcosa di ancora peggiore? « Non c’è nemmeno da chiederlo, Gran Sacerdote, sono con voi. »

    Iniziarono la discesa in massa, per quanto quattro persone possa essere definita massa. Korin cercò di affiancarsi a Bart per sussurrare solo a lui: «Ero con la GRADO fino a poco fa e li ho avvisati del vostro richiamo. Immagino interverranno se dovesse accadere il peggio. » Quindi cambiò tono di voce rivolgendosi a tutti loro in quello che era più un ragionamento a voce alta che altro: « Dobbiamo anche considerare gli sbalzi spazio temporali. Magari era parte di una difesa asgardiana, ma ciò che mi è successo ancora non mi convince. E’ vero che la corruzione evolve, ma tra le altre cose non mi spiego come mai abbia strappato le anime dei draghi lasciandone intatto il corpo. Perché non corromperli direttamente? Non sarebbero stati più forti due draghi corrotti piuttosto che un abominio solo?
    In ogni caso Toro e Cancro, già che saremo divisi permettetemi di intessere un sigillo sulla vostra persona. Potrei potenziare la vostra forza e il vostro spirito o le vostre resistenze. Lo stesso vale per te, protetto di Ercole. »

    I due gold saint avrebbero avuto la priorità visto che stavano per dividersi, ma in caso avesse ricevuto il loro benestare avrebbe intessuto per tutti e tre un sigillo per loro seguendo le loro risposte e desideri. Conoscendoli Bart e Rigel era probabile che loro optassero per qualcosa di offensivo, quindi avrebbe regalato un sigillo che consolidasse la potenza fisica di Bartolomeo e uno più etereo che avrebbe reso l’anima di Rigel più libera. Se invece avessero optato per la difesa avrebbe intessuto sui loro corpi simboli che potessero rinvigorirli rendendo la fatica solo un lontano ricordo. Indipendentemente dalla scelta fatta avrebbe dato tutto sé stesso per creare per entrambi un’armatura di linee che potesse incassare qualche colpo e che rendesse più rapido il fluire dei loro vastissimi cosmi.
    Per ultimo ma non meno importante avrebbe rivolto un sigillo su sé stesso nascondendo l’intricato intreccio di linee dietro la propria armatura, al sicuro dagli attacchi diretti. Per sé avrebbe intessuto una maglia più incentrata alla difesa, un’alleata imprescindibile nelle terre di Asgard che forse aveva contribuito a salvargli la vita nella missione precedente.

    Bart aveva detto che a lui e Riccardo avevano il compito di esplorare il territorio vulcanico, una landa certamente calda a confronto con il resto di Asgard, ma al contempo significava che il suo potere non sarebbe stato al top e la fatica che avrebbe fatto per evocarlo sarebbe aumentata a dismisura più si avvicinavano alla caldera o alle sue grotte.
    Quindi avrebbe preso il suo posto lanciando uno sguardo a Riccardo. Osservandolo il suo primo istinto fu di pensarlo come un Bart in miniatura, più piccolo ma soprattutto inesperto. Doveva essere una delle sue prime missioni e per questo lo avrebbe tenuto d’occhio, un po’ come fosse un suo fratello maggiore, o un compagno d’armi come poteva essere stato Roth per lui. « Il mondo là fuori è mille volte peggio di quel che sembra. Io ti guarderò le spalle, ma sta attento e non imitare il Toro. Non incornare cose più grosse di te se puoi evitarlo. » Sorrise serio, quindi strizzò l’occhio a Bart conscio che il gigante avrebbe condiviso il pensiero visti i loro trascorsi. « E’ la prima volta che ti teletrasporti? Reggiti forte, ti mancherà la terra sotto i piedi molto presto. » Quindi uno sguardo alle guarnigioni e l’ultimo pensiero prima del teletrasporto fu rivolto a loro: Vi affidiamo il tempio e i suoi abitanti. State attenti.


    Statistiche

    Stato Fisico: Perfetto
    Buff alle resistenze.

    Stato Mentale: leggermente preoccupato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:
    Recupero la mia armatura riparata quindi raggiungo tutti voi per la partenza. Prima che partiamo però sparo un sigillo di buff a tutti noi. Non ho specificato quale perché lascio che siano i vostri pg a dirmi cosa preferiscono, ma in caso sarebbe un buff a testa. Posso potenziarvi la forza, l’agilità, la resistenza, la forza spirituale e così via. Ditemi voi, se avete dubbi chiedetemi pure.

    升天 象征 (Shēngtiān Xiàngzhēng) : Sigillo di Potenziamento – supporto.

    Questi sigilli hanno lo scopo di migliorare le capacità fisiche, mentali o dell’anima di una persona, ma solo uno per turno e il miglioramento non può eguagliare resistenze ne attacchi straordinari, tantomeno attacchi e difese portati ad energie superiori. Possono essere applicati sul creatore così come su qualsiasi altra persona il creatore voglia. Questa tecnica si mostra graficamente a seconda del suo obiettivo perché i contenuti scritti nel sigillo variano a seconda dell’aspetto fisico, mentale o spirituale su cui va ad agire, perché diverso è il modo di “scrivere” l’obiettivo nel sigillo. In particolare sono sigilli piatti, molto piccoli che si posizionano in punti specifici del corpo a seconda di cosa influenzano. Sono sigilli che si mostrano come pulsanti quando attivi. Rilasciando una sottile aura azzurrina che si diffonde lungo tutta l’area da loro influenzata.

    -身体 (Shēntǐ): il sigillo del corpo permette un più facile scorrere del cosmo nel corpo dell’obiettivo. Come adrenalina permette al corpo di sostenere carichi maggiori senza sentire la stanchezza o il dolore. Può inoltre targhettare una sola area specifica, come un arto, consentendogli di sferrare pugni più forti, o correre più rapidamente, o avere una maggiore resistenza agli attacchi fisici. Non può eguagliare chi ha resistenza/forza/velocità straordinaria, ma è comunque un buff rispetto ad un avversario dello stesso livello energetico sprovvistone.

    -灵魂 (Línghún): il sigillo della spiritualità è atto a migliorare le capacità spirituali del bersaglio, sia offensive che difensive. Le emozioni del fruitore risultano più stabili e concentrate e la sua volontà più ferrea, il che crea attorno all’anima una sorta di armatura che dovrà essere scalfita e vinta prima che gli attacchi nemici possano giungere alla vera anima.




     
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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

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    - Capitolo I -

    I
    l Panarmonium era un luogo in cui i pensieri di un piccolo e daimon potevano trovare pace, una sicurezza nel caos che regnava nel multiverso. Personalmente non tornavo spesso lì, sentivo - ed in parte ne ero certo - che sarei stato molto più utile rimanendo a stretto contatto le persone che abitavano la Terra ."Possiamo tranquillamente dire che non la pensavano così in molti, soprattutto dopo le presentazioni inziali. Alcuni ricordavano di un certo angelo con questo nome e da lì la strada era solo che in salita....

    Incomprensioni a parte ultimamente sentivo di aver raggiunto veramente un punto di svolta, dopo l'incontro con Amaterasu gli eventi avevano preso una svolta nuova, migliore. Come se lui fosse stato il catalizzatore di un nuovo capitolo, il regista che dà la battuta all'attore nuovo sul palco, involontariamente? Forse. Utile? Sicuramente. O almeno per me lo era stato, speravo così che la nostra causa sarebbe arrivata presto ad avere risonanza e con essa, un piccolo inesorabile passo alla volta verso la fine della Corruzione, da lì, poi, l'Olimpo.

    Ma torniamo ad oggi, torniamo al presente e lasciamo perdere le fantasticherie di un daimon. Come dicevo, era passato poco tempo dal mio ritorno al Panarmonium da Asgard, ero tornato per un motivo semplice: riposo. La spedizione aveva avuto i suoi frutti, avevamo inferto quello che sembrava essere un duro colpo alla Corruzione, certo, ma soprattutto la cosa più importante è che si era raggiunta un forte unione di intenti. La conquista più importante non era stata la vittoria sul campo, bensì quella diplomatica.

    Tuttavia, io in compenso avevo ricevuto ferite che difficilmente si sarebbero rimarginate al di fuori dell'Axis Mundi; così, dopo la riunione, decisi perciò di tornare in quella che chiamavo casa, al fine di concedermi un po' di - credevo meritato - riposo. Ma a quanto pare qualcuno non la pensava esattamente così.

    «عزرائیل‎, Azrāʿīl, Erza, conosciuto come Malak al -Mawt, che al secolo sulla Terra risponde al nome di Azrael»

    Di nuovo quella voce. Di nuovo quella stessa identica domanda di poco tempo prima. Come se non sapesse perfettamente con chi stesse parlando, anche perché voglio dire mi aveva avvisato lui del diplomatico dell'Oracolo, e poi quanti altri soggetti simili a me poteva incontrare da queste parti? Che bisogno c'era di quella domanda da burocrate? Iniziava a starmi antipatico. Tuttavia risposi.

    «Al suo servizio, come posso aiutarla questa volta? »

    La risposta mi lasciò perplesso, infatti, a quanto pareva la situazione ad Asgard era nuovamente sospetta e il mio compagno di casta aveva ricevuto un messaggio dal Celebrante di Odino attraverso un artefatto che questi gli aveva regalato e, che, adesso, il messo porgeva a me.

    «Anfitrione chiede scusa per il disturbo, ma purtroppo lui non potrà seguirvi in questa nuova avventura. È bloccato fuori dall'Axis Mundi e dato che, a quanto pare, lei conosce già i Saint e pare saranno coinvolti anche loro; le chiede di rispondere alla chiamata di aiuto di Asgard»

    Questi continuò con la sua solita voce leggermente nasale, ma senza inflessione.

    «Dovete recarvi nuovamente e quanto prima nella Terra degli Asi, dalle ultime notizie dopo il vostro intervento vi sono state scoperte nuove zone di interesse per la salvaguardia della Realtà dalla minaccia della Corruzione. Mi è stato detto di riferire che la Grotta Vulcanica è il luogo in cui dovrete andare. Spero le dica qualcosa come nome»

    Detto questo, mi lasciò il piccolo fagotto accuratamente avvolto in un pesante drappo di tessuto damascato rosso - sembrava quasi il sipario di un vecchio teatro - per evitare che potesse rompersi. Non feci quasi in tempo a ringraziarlo per avermi riferito quelle notizie che si era già voltato per andarsene, chissà dove.

    «Grotta vulcanica e climax energetici, un connubio alquanto preoccupante non c'è che dire...Magari chissà, forse potrebbe essere una buona occasione per risolvere quella piccola incomprensione con Deucalion»

    png



    La neve del nord, di nuovo. Meno compatta che sullo Yormunheimr ma comunque una costante che in queste terre non mancava mai, a dir la verità ramai mi ero praticamente abituato a quel freddo e mi piaceva come clima, accessi una piccola pipa, un oggettino che avevo comprato dopo la mia ultima visita proprio alla capitale del Nord. Quando sentii un cosmo a me familiare a poca distanza da lì, ma non era solo a quanto pareva.

    png

    «Mi domando perché ogni volta che succede qualcosa ci sei di mezzo te; ben rivisto Korin»

    Sorrisi al Saint del Triangolo come ad un vecchio amico, non lo consideravo del tutto tale, ma alla fine dopo tutto quello che avevamo passato insieme non mi era di certo indifferente. Ne riconoscevo le qualità, e, se solo avesse smesso di odiare indiscriminatamente tutti noi, forse, sarebbe divenuto effettivamente un alleato valido ed un amico. Poi mi soffermai un secondo sull'altro ragazzo, non lo avevo mai visto, ma il suo aspetto e la sua armatura non lasciavano adito a fraintendimenti: era un suo compagno di casta ateniese. Speravo solo che fosse più ben disposto con quelli come me.

    «È un piacere fare la vostra conoscenza, il mio nome è...lasciamo perdere, diciamo che puoi chiamarmi Azrael, per gli amici Erza.»

    Sbuffai una nuvola di fumo denso che si mischiò con il vapore acqueo del mio respiro e tesi la mano verso il ragazzone. "Speriamo bene..."

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI


    NOTE



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






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    pensiero
    «dialogo»
    «dialogo altrui»

    Non appena Bartolomeo aveva finito di parlare, Korin era diventato un fiume in piena. Anche quando Ritch aveva perso il passo e poi recuperato terreno, Korin non aveva chiuso bocca. Lo sentì pronunciare parole che al momento, visto il panico che dilagava nel suo animo temendo la traversata in mare, non avevano alcun senso. Draghi, sigilli, sbalzi temporali...
    Poi si era rivolto a lui facendogli intendere che era un pivello e che era necessario che fosse osservato a vista come un bambino. Questa serie di elementi, in passato, quando Riccardo viveva nei bassifondi di Milano con gentaglia, era più che sufficiente per attaccare briga, ma fortunatamente il tempo e il fratello avevano plasmato quel caratteraccio, sicché si limitò a rispondere:

    «Stai tranquillo Korin, da quel poco che ho capito e da quel che ci attende, credo che io sarò l'ultimo delle tue preoccupazioni»

    Concluse con un sorriso, ma quasi voleva chiedere a Rigel se tra i suoi strani poteri ce ne era uno che poteva serrare la bocca di Korin. Non perché ce l'avesse con lui, anzi: quel ragazzo aveva tutte le doti di un abile stratega e averlo affianco in battaglia era un vantaggio non da poco. Avere un compagno così premuroso ti rendeva più sicuro dei propri mezzi, perché sapevi di essere vegliato. Tuttavia il gigante era agitato, di pessimo umore, terrorizzato dal mare e l'idea di attraversarlo con uno che aveva una propensione così naturale alle chiacchiere non lo esaltava per nulla, anche se simpatico. Invece tutto cambiò quando, anzichè scendere verso il Pireo, si diressero in un altro posto, ovvero da dove sarebbero stati teletrasportati. Non sapeva come questo fosse possibile ma il suo umore ne giovò immensamente, come essersi liberati da un peso troppo grande. In quel momento la stima verso Bartolomeo, che quindi aveva previsto ogni cosa evitando la sciagura del viaggio in mare, mutò automaticamente in totale venerazione.

    Sì, sono stato picchiato dall'uomo giusto pensò estasiato.

    Il gruppo si divise: lui e Korin alla caverna vulcanica, mentre Bart e Rigel alla foresta di ametista. E proprio a quest'ultimo rivolse un saluto, prima di separarsi.

    «Rigel, devo dire che in armatura d'oro sei davvero un figurino.

    Prima di entrare nel varco si voltò. Il panorama era ragguardevole, si potevano scorgere dall'alto gli abitanti proseguire le loro faccende, ignari di tutto, tranne uno, che invece stava guardando proprio in sua direzione, ma Riccardo non lo sapeva. Quell'uomo era il vecchio Dimitri, il suo migliore amico, che per età poteva essere suo nonno.

    «Io so cosa ti turba veramente, ragazzo mio, e non è solo il mare... La tua mente è come un libro aperto per me. Hai paura di deludere le aspettative dei tuoi compagni, e anche di tuo fratello. E non sei nemmeno del tutto convinto che la guardia del Toro e del Cancro possano salvaguardare il regno in caso di un massiccio attacco nemico. Ti svegli ancora di soprassalto di notte rivivendo l'incubo dell'arena con tutti quei morti e non vuoi che questo si ripeta. Ma è questo il tuo problema: pensi troppo agli altri e poco a te stesso, senza sapere quanto sia importante il tuo ritorno... da vivo. Combatti come sai, e nulla ti fermerà! Sarò io a vegliare su Alessandro, insieme pregheremo per voi. Vai, cavaliere di Eracle, la sorte ti è propizia.»

    Un battito di ciglia che sembrava lungo una vita. Korin aveva avuto ragione: il teletrasporto non era stato molto agevole. Era frastornato. La Montagna si accorse di trovarsi in un altro luogo e lo percepì dal freddo glaciale che lo aveva appena assalito, motivo per cui si separò momentaneamente dello scrigno solo per avvolgersi immediatamente nella sua pelliccia d'orso per scongiurare l'ipotermia.

    Che freddo maledetto, come si fa a vivere qui?

    Con suo stupore Korin sembrava esserne immune e questo eloquente fatto lo metteva già in ridicolo: lui, grande e grosso, barbellava dal freddo, mentre il compagno, che era la metà, pareva avere una scorza molto più temprata. Cercò di non far sentire il tremore nella propria voce, quando gli domandò:

    «Bene Korin, mi avvalgo della tua saggia guida. Dov'é la Caverna infuocata?»

    La sua domanda rimase in sospeso. Si accorse infatti che il loro arrivo era già atteso da un individuo slanciato e dai capelli lunghi, che pure lui sembrava in totale simbiosi col clima gelido, tanto da fumare una pipa come se si trovasse in un luogo famigliare e gradevole. Si presentò col nome di Erza, era un tipo un pò stravagante. Gli piacque.

    «Il piacere è mio. Riccardo è il mio nome, ma se più ti aggrada puoi chiamarmi Ritch.» disse allungando una manona aperta e gelida.

    Voleva chiedergli se la pipa era ben farcita con quelle erbette dei tempi che furono, ma preferì evitare temendo di essere tacciato come uno poco serio. La sua domanda invece fu un'altra:

    «Perfetto, ragazzi, dato che ora ci conosciamo, direi che possiamo entrare in questa caverna. Dobbiamo indagare al più presto. Ne convenite?»

    Il suo apparente fremere era solo un modo per indurre gli altri due a recarsi in un luogo più ospitale. Sperava solo che il buon Korin non la tirasse troppo per le lunghe.
     
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    - Chapter II -



    Riccardo era forse distratto? O le sue parole già avevano incrinato quel rapporto ancora prima di iniziare? Sperò proprio di no, sarebbe stata l’ultima cosa che voleva visti i precedenti. « Non fraintendermi per favore. Non mi preoccupo perché sei l’ultimo arrivato, ma perché è così che si fa in guerra. Guardarsi le spalle a vicenda è l’unico vero modo di sopravvivere. » Cercò di spiegarsi, ma non era certo che mini-Bart lo stesse a sentire. Lo aveva persino ignorato nella sua offerta di potere. Sembrava quasi distratto, distante. Un pessimo inizio per qualcuno che va in guerra. La mente doveva essere diretta sul qui e ora, non su un dopo che poteva non esserci né su un passato che si sarebbe rivisto per intero con la propria morte.

    I colori corsero rapidi ai limiti del suo campo visivo, in un tripudio di immagini troppo rapide per essere osservate. Quella sensazione gli era ormai familiare, ma ricordava con affetto il suo primo teleport dove se l’era quasi fatta sotto nel vedere il mondo confondersi, la terra mancargli e il cielo invertirsi. Per non parlare del suo primo teleport volontario e guidato da lui che era finito in maniera alquanto ilare. Chissà se al 20 stavano ancora ridendo di come l’armatura aveva viaggiato senza di lui e lui si era ritrovato al punto di partenza in mutande. Volta dopo volta ci aveva fatto il callo e in quel momento il tripudio di immagini non era altro che un vecchio amico, l’apertura di un sipario verso una nuova missione.

    La sua pelle iniziò a intirizzirsi ancor prima che i colori si stabilizzassero, eppure quel freddo non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello avvertito fino ad una settimana prima. Anzi, per gli standard Asgardiani faceva quasi caldo. Lanciò un rapido sguardo tutto attorno a sé nell’immediata ricerca di pericoli da cui salvaguardarsi, ma l’unico che trovò al momento fu Azrael. « Fidati Daimon, mi faccio la stessa domanda.» Ribattè al saluto dell’angelo con un tono leggermente stizzito, non tanto dal fatto che avesse rincontrato quel daimon per l’ennesima volta, ma perché gli dava leggermente fastidio il suo fumare. Chissà, magari loro non avevano problemi di polmoni che andavano a distruggersi.
    Non poteva negare però che trovare lui piuttosto che un ragno umanoide gigante acchiappa draghi era una cosa buona, ma c’era davvero da chiedersi perché il 90% delle sue missioni girasse attorno ad un angelo, normale o caduto che fosse. « Il celebrante ha chiesto anche il vostro aiuto? A quanto pare qui e nella foresta di Ametista c’è un’infestazione di corrotti. »

    Solo dopo quel breve scambio di battute diede l’attenzione a Riccardo e alla sua domanda che aveva lasciato in sospeso nel suo stato guardingo. « Non sono un esperto di queste terre, Ercole, ci sono stato solo una volta e non da queste parti. Immagino potremmo lasciarci guidare dal calore crescente per trovare prima il vulcano e poi la caverna. » Riccardo aveva portato a galla un bel problema. Bart li aveva portati lì senza potersi informare davvero e quindi, come la volta scorsa, si sentiva perduto in mezzo al nulla e non aveva nemmeno modo di comunicare con nessuno. Oh beh, nel peggiore dei casi bastava camminare verso sud, prima o poi da qualche parte fuori Asgard sarebbero sbucati. Ruotò ancora su sé stesso alla ricerca di direzioni, ora più incentrato sul campo lungo che sul breve allarme ravvicinato. Montagne montagne montagne, neve molto più bassa, alberi, nulla di speciale. Quindi puntò il dito verso il monte Widi « Oppure punterei a quel monte laggiù. Sembra il più alto e dalla cima avremo una buona visuale sul territorio e potremmo cercare una caldera »
    Già che non erano solo loro due però, potevano approfittare della conoscenza plurimillenaria di quella infame specie pennuta che lui tanto odiava: « Daimon tu hai avuto tempo di informarti prima di partire? » Quello o potevano lasciarsi guidare dalla magia senziente di Asgard come la volta scorsa e sperare che non li portasse in una battaglia impossibile.


    Statistiche

    Stato Fisico: Perfetto
    Buff alle resistenze.

    Stato Mentale: leggermente preoccupato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:
    Ciao Az. Ma scusa, io ti porto qua a 3000 metri e tu fumi?



     
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    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

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    - Capitolo II -

    Q
    uel ragazzone pareva di tutt'altra pasta rispetto a Korin, parevano formare una buona coppia. Una di quelle uscite da vecchi film di poliziotti buoni e poliziotti cattivi, uno piccoletto e l'altro esageratamente grosso, veramente una strana coppia. Naturalmente non mi aspettavo chissà quale saluto caloroso ma, ogni tanto quel palo dal di dietro poteva anche toglierlo. Strinsi perciò la mano a quello di nome Riccardo, ricambiando il sorriso.

    «No, non abbiamo mappe del posto purtroppo, ma ho letto qualcosina, quella dovrebbe essere la catena di Breidablik...almeno spero»

    Non era propriamente vicino al luogo designato, dovevo dargliene atto, non si vedeva molto bene da lì nonostante il cielo terso di quella giornata, ma il punto indicato da Korin non solo sembrava essere una delle vette più alte, ma pareva essere proprio la destinazione principale del nostro viaggio.

    «E se ti dicessi che effettivamente non è una cattiva idea? Ho reperito un paio di informazioni sulla situazione, niente di dettagliato perchè la notizia mi è arrivata per vie traverse, storia lunga»

    Non potevo certo mettermi a raccontare di quel tipo, cavolo se era snervante. Però mi aveva dato un inizio da cui partire per le mie ricerche, cioè in realtà mi aveva detto della caverna vulcanica e basta, ma almeno per una volta sapevo più di "niente". Quindi iniziai a sciorinare quelle poche informazioni che avevo appreso prima di imbarcarmi in quella avventura.

    «Pare che vi sia un ingresso su una di queste vette, non son riuscito a trovare informazioni sulla posizione precisa, ma da quanto ho letto in alcuni report su Asgard dovrebbe essere sul picco più alto.»

    Una volta lì, l'idea di provare a seguire le correnti di calore per l'entrata della grotta e quindi la caldera. "Ma cosa potremmo trovare? Asgard è una regione inospitale, con segreti antichi quanto la terra stessa. Non vorrei ritrovarmi in una situazione simile a quella appena passata. Allora c'era Anfitrione con me, era decisamente un compagno più preparato di loro".

    «Cerchiamo di avere il picco indicato da Korin come punto di riferimento per non perderci, quello è ciò che viene definito un landmark. Vediamo di non perderlo di vista»

    Diedi una pacca gentile con il palmo della mano al retro del braciere della pipa in modo da ripulirlo dalla cenere, si intasava sempre, evidentemente non ero in grado di fumarlo come si deve "Con le sigarette è più facile". Il prodotto di scarto cadde al suolo, dove lo ricoprii con nuova neve fresca. Non che potesse appiccare incendi di sorta, ma poteva essere una traccia per seguirci ed era quantomeno doveroso evitare di semplificare il compito.

    Anche le parole del Santo di Eracle, o almeno così lo aveva appellato Korin, avevano un che di sensato, non potevamo perdere tempo in convenevoli. Lui era un tipo d'azione, si vedeva, mentre io e il ragazzo asiatico avremmo potuto continuare a parlare e perderci in chiacchiere per molto tempo. O almeno avremmo continuato a punzecchiarci. Il che non giovava alla nostra missione "Cooperazione Azrael, non ti dimenticare che siamo alleati, tutti alleati...Ripetiamocelo spesso per favore"

    Mi incamminai, verso quello che quindi pareva un sentiero di montagna, sperando che conducesse quanto più in alto possibile. "Non vorrei dovermi ritrovare a scalare la parete rocciosa a mani nude"

    «Beh che fate? Non venite o vi aspettate che vada da solo?»

    png


    Come preventivato, la fortuna non arrideva mai ad un povero Daimon; dopo circa mezz'ora di cammino il sentiero si inerpicava ripido, passavamo velocemente dalla pianura in cui eravamo ad un primo accenno di pendio, in tutto questo il tempo - che nel mentre era diventato molto più asgardiano nei modi - sembrava non volerci far andare oltre, la scalata entrava nel vivo. Almeno la vetta che stavamo usando come punto di riferimento per evitare di perderci pareva non essersi mossa troppo, era sempre lì ad indicarci la via, "Spero proprio di non dover raggiungere il cratere superiore"

    «Quindi come mai da queste parti? Siete soli?»

    Ci sarebbe toccata una scalata vecchio stile, con le ginocchia immerse nella neve ad affrontare la furia della montagna? Purtroppo, non avevo una mappa del luogo, non avevo idea di come si accedesse a quella caverna "Sto iniziando ad avere un disturbo post traumatico con le caverne, ogni volta che ne incontro una finisce male".

    «Un vero paradiso in terra non c'è che dire»

    La zona, infatti, nonostante la neve, pareva essere più pulita, o meglio più sporca in realtà. Il ghiaccio non riusciva a formare lo strato di bianco candore che aveva accompagnato la scampagnata fino a quel momento, al suo posto uno strato di fanghiglia che rendeva il percorso bagnaticcio e quasi paludoso.

    «Pare proprio che la parte facile finisca qui, qualcuno ha idea di come proseguire? Vorrei evitare di mettermi in volo, potrei attirare attenzioni non volute e con questo tempo non durerei un attimo»

    Controllai l'interno del mio soprabito, non volevo che lo specchio si rompesse in qualche modo, non sapevo ancora il suo utilizzo preciso, ma se era stato infagottato in quel modo era giusto preservarlo. Per sicurezza mi poggia su una roccia un po' più grande e lo poggiai sulle gambe, in modo da assicurarmi che fosse ancora tutto intero. Il suo bordo finemente lavorato in metallo, riportava diversi intagli floreali, solo in quel momento mi resi conto di una cosa: non era un vero specchio, era più argento tirato talmente a lucido da potercisi specchiare con facilità.

    «Ma che cavolo è stato...?»

    Per un secondo il mio cosmo entrò come in risonanza con lo strano artefatto e mi era parso quasi di vedere qualcosa che non ero io riflesso in quel metallo...

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    Relazione sulla ricerca di geografia ed i luoghi di Asgard e poi, Korin, Ritch guardate là, c'è il sentiero...ma dura poco. Poco dopo esserci incamminati - se mi seguirete - il sentiero svampa e adesso non possiamo nè scendere nè salire. Magari esistono le Miniere di Moria dei tunnel per la caverna di Artax, forse possiamo passare da lì... :ehsi:

    NOTE

    Ma vuoi mettere come si sente una Marlboro pipa a 3000 metri?

    P.s. per l'utilizzo dello specchio Az lo attiva "per sbaglio" a fine post, mi pareva un escamotage un po' più carino del farmi dire tutto da un png e non volevo muovere troppo Anfitrione nel primo post.

    Perciò gli altri utilizzatori di specchi vedranno il mio bel faccino mentre controllo l'oggetto, così che possiamo tutti comprendere come funziona (cioè io) e sapere che possiamo contattarci a distanza :yeye:



    ABILITÀ

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    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



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    «dialogo altrui»

    Il trio si mise in marcia e l'impazienza di Ritch fu in parte appagata. Aveva cambiato idea su Korin, adesso era contento di affidarsi a lui, i cui passi erano ben più sicuri dei suoi, che invece titubavano quando sentiva il piede affondare per il considerevole peso. Quell'insopportabile senso di instabilità che credeva scongiurato era tornato in auge, gli sembrava di camminare sul bagnasciuga di un mare placido, con l'aggravante di non poter vedere dove stesse mettendo i piedi. Temeva qualche trappola nascosta nella neve o burroni senza fondo. I due compagni proseguivano imperturbati e gli diedero modo di riflettere. La mente calcolatrice di Korin sembrava dettare buoni consigli. Dalle battute che si scambiarono era evidente che i due si erano già incontrati in precedenza e che non era la prima volta che calcavano quelle gelide lande innevate. Non provò alcuna gelosia a tale scoperta: Asgard non gli stava piacendo, quel freddo e quel vento raggelante stava rendendo il tragitto un inferno. Era convinto che sarebbe morto assiderato, se non si fosse avvolto nella pelliccia d'orso. Ma scoprì dell'altro...

    E così Erza è un daimon... pensò guardandolo curioso, mentre si grattava la barbogia indurita dal freddo.

    A quel punto si rese conto di avere una enorme lacuna: non aveva alcuna infarinatura sulla altre cosiddette "caste". Questa però poteva anche essere letta come una buona notizia perchè rappresentava un buon motivo per andare a rompere le scatole a Bartolomeo. Finora si era limitato a estrapolare qualche frammentata informazione qua e là, senza mai approfondire. Dimitri gli aveva accennato all'esistenza di spettri, cavalieri dei mari, cavalieri neri e altro. In verità a Riccardo non gliene era mai fregato molto, preferendo invece dedicarsi all'idromele e alle donne, e soprattutto alla sicurezza del regno. Gli capitava di uscire oltre alla mure per sfogare la propria indole guerriera prelevando lo scalpo di qualche corrotto, o per sfogare la frustrazione per il fratello morto, ma mai si allontanava oltre perché non voleva lasciare sguarnita Rodorio, lì dove era stato accolto e accudito. E visto che solo poco prima aveva appreso con sgomento che il numero dei cavalieri era ridotto all'osso, ritenne quindi che la sua era stata una strategia giusta. Il suo incedere si era intanto arrestato. Succedeva spesso quando si abbandonava a riflessioni profonde, era come se cadesse in uno stato di trance facendoli perdere il decorso della situazione.
    Rodorio...
    Gli abitanti erano al sicuro? Queste famigerate guardie del toro e del cancro chi erano? Magari erano indubbiamente migliori dell'esercito regolare da cui anche lui proveniva, ma non erano cavalieri... Poi un dubbio più insidioso: e se il nemico avesse orchestrato tutto al fine di farli abboccare l'esca e poi attaccare con veemenza Atene?

    No, impossibile. L'intelligenza suprema del Grande Sacerdote lo avrebbe già previsto. si convinse, sebbene un barlume di incertezza continuasse ad albergare nel suo animo.

    «Erza, ma tra le vostre fila c'è per caso un ometto verde con le orecchie grandi a punta? » domandò all'improvviso non appena si ridestò, riferendosi a quello strano personaggio che aveva incontrato tempo addietro a Berlino. Tuttavia non potè ottenere risposta. I due compagni, infatti, erano ben più avanti e si erano inerpicati verso la salita del monte dove si supponeva ci fosse la caverna.
    Prima di raggiungerli dedicò uno sguardo al circondario. Un oceano bianco si estendeva davanti ai suoi occhi, contornato da alte vette che suscitavano un freddo spietato solo a vederle. Scorgeva gruppi di case sui cui tetti si elevava la scia di fumo dei camini accesi e si chiese quale incredibile tempra animava quegli abitanti eroici, che forse si sentivano abbandonati dal mondo, ma quel giorno non lo erano.

    Allungò il passo e raggiunse i compagni. Si sentì sollevato di condividere il viaggio con gente più esperta, o almeno questo era il suo auspicio. Invece il suo umore si rabbuiò quando capì, per loro stessa ammissione, che stavano girando a vuoto. Non c'era alcun piano preciso. L'unico conforto era che la salita intrapresa lo aveva scaldato un pò, ma quell'eterno vagare lo stava rendendo inquieto e rabbioso. Dove cavolo è sta dannata caverna? Voleva manifestare il suo malcontento afferrandoli per la testa e alzarli di peso, fino a che una vampata di calore lo accarezzò temperando i suoi bollori. Scosse la testa e provò a dire la sua, cercando di ostentare un tono pacato:

    «No, ragazzi... Non lasciamoci suggestionare da questo bel tepore. Ci stiamo avvicinando al cratere e dubito che si entri da lì per la caverna. Potrebbe essere che la presunta entità maligna che vi dimora faccia eruttare il vulcano seppellendoci tutti. Secondo me dovremmo scendere... L'entrata sarà nascosta da qualche parte, oppure ci apriremo un varco a modo nostro » disse fregandosi le mani, alludendo al fatto che i suoi potenti pugni erano pronti a essere sfoderati per la causa.

    Non si era accorto che Erza aveva tirato fuori uno strano aggeggio. Il capoccione di Riccardo si chinò per cercare di capire che cosa fosse. Sembrava uno specchio, ma la cosa che la Montagna trovò più incredibile era che nemmeno il possessore sapeva che diavolo fosse.
    In quel momento di assoluta contemplazione, la poderosa risata di Riccardo echeggiò fino a valle.
     
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    Tutti i nodi vengono al pettine
    - Chapter III -



    Il Daimon aveva letto qualcosina diceva, e per quanto poco si fosse informato era sempre meglio del nulla assoluto dei saint. Bartolomeo nel suo lungo “briefing” aveva detto tanto senza dire effettivamente niente. Sapevano che Asgard era nuovamente sotto assedio, che le varie razze si stavano occupando di questa o dell’altra zona ma che ce n'erano due sguarnite che era di vitale importanza recuperare dalle zampacce della corruzione. Più di quello alla fin fine non sapevano. La caverna di Atrax, il luogo assegnato a lui e Riccardo era da qualche parte in quella zona, ma dove era un mistero. O meglio, dava per scontato che il teleport del Grande Tempio li avesse condotti nei pressi della caverna, ma con tutta la magia asgardiana che poteva muoverli da un capo all’altro, era anche possibile che il loro tragitto fosse stato deviato e che loro ora si trovassero in tutt’altro luogo. Il funzionamento della magia asgardiana, la stessa che regolava il cosmo da quelle parti, era il più grande mistero di quelle terre innevate, qualcosa che Korin avrebbe voluto conoscere, ma che gli risultava totalmente alieno.

    Ascoltava passivamente Azrael mentre questi indicava luoghi e forniva le sue scarse informazioni in maniera molto naturale e proprio questo lo incuriosì. Il daimon era aperto con loro e gli appariva tranquillo nonostante sapesse che lui, Korin, non sopportasse la sua presenza così alla leggera. Il saint normalmente faticava a stargli vicino, ma da dopo la battaglia e tutto ciò che ne era conseguito la difficoltà diminuiva. Non gli piaceva la sua razza, e questo sarebbe rimasto tale, ma stava iniziando ad abbassare la guardia in sua presenza. Piano piano forse avrebbe anche potuto pensarlo come qualcosa di più che un alleato di convenienza. Lo stesso non valeva per il Daimon invece che sembrava quasi a suo agio al loro fianco, o almeno dava quell'impressione.

    Si mise in marcia appena dietro al Daimon che aveva scelto un sentiero specifico per il suo avanzare. Avrebbe quasi dato l’impressione che sapesse dove andava, se le sue parole non avessero testimoniato l’esatto contrario. « A quanto pare il Celebrante ha chiesto aiuto per liberare questi snodi fondamentali di Asgard e il Grande Tempio si è mobilitato. Ci siamo divisi, i big alla foresta di ametista, che sembra essere la zona messa peggio, e noi qui a questa fantomatica caverna. Sembra che ci stanno anche altri luoghi chiave, ma li stanno già coprendo le varie razze. » O almeno avrebbero dovuto. Korin era scettico di tutta quella faccenda delle alleanze; si immaginava molto di più che i nani stessero combattendo per le loro case sotterranee, i nahual per gli alberi-bagno, i giganti per solo-gli-spiriti-sapevano-cosa… insomma ognuno per i fatti propri. Con la corruzione le alleanze erano necessarie, ma di difficile esecuzione, soprattutto tra popoli che si odiavano. Se non riuscivano gli asgardiani a far lavorare i nani con gli elfi, figurati se riuscivano a unificare razze come gli umani coi G.E.A. e i daimon coi giganti.
    « Da come ne parli immagino abbia chiamato anche voi. O sei qui perché vuoi vedere un altro drago bicefalo? Caverna più caverna meno non credo siano tanto lontani. » A proposito di draghi però, Korin voltò lo sguardo alla ricerca del loro silenzioso compagno di avventure accorgendosi con orrore che non c’era. Erano già stati separati? Era la magia di Asgard? Guardò meglio notandolo faticare in mezzo alla neve ben più distante da loro. « Daimon rallenta che il nostro amico non tiene il passo. » Invitò il Daimon fermandosi ad osservare Riccardo faticare. Avrebbe dovuto scendere e dargli supporto morale? Perché non gli aveva chiesto di rallentare se non riusciva a stargli dietro? Aspettò il santo di Ercole fino a che questi, con un passo leggermente più svelto non lo avesse raggiunto.
    « Tutto bene? Cerchiamo di non dividerci che queste terre sono particolarmente infide, soprattutto se ci avviciniamo ad un nido di corruzione. Cammina nelle nostre orme piuttosto, dovrebbe essere appena più facile. »

    Proseguirono ancora per qualche minuto, o ora per quanto potevano saperne visti quei fantomatici sbalzi temporali che avevano già vissuto. Per quanto fosse freddo Korin si sentiva a suo agio fra quelle montagne, che fosse per il suo passato da bambino avventuriero nell’unica forma di vacanza che potevano permettersi o perché vi fosse affine a livello di poteri. Stava bene nonostante il freddo e i mille mila pericoli che potevano coglierli da un momento all’altro. Era un po’ meno felice dell’idea di arrivare all’interno di un vulcano, potenzialmente attivo, e di dover combattere in mezzo al magma. Non il luogo ideale per far fiorire il suo ghiaccio.
    Camminarono ancora più un po’ prima di arrivare a quella che doveva essere una parete invalicabile per qualunque creatura non alata. Korin allungò lo sguardo cercando una pista o una rientranza visto che, come sottolineato da Riccardo, la temperatura in quella zona sembrava più alta rispetto a prima. Dovevano essere vicini. « Non credo che aprirsi una strada a forza di pugni, in un vulcano, sia un buona idea. » Si affrettò però a replicare al commento di Riccardo, che, per quanto sensato visto che non era intelligente scendere nel vulcano dalla sua bocca principale, aveva un grosso punto a sfavore: « Frana a parte, se colpisci la roccia sbagliata ti fai un bagno di lava. » Per non parlare del fatto che più utilizzavano i loro poteri più avrebbero attirato la corruzione e quindi sarebbe stato un po’ come chiamare il nemico tanto temuto a loro. Un po’ come lo era ridere al vento. Soffiò stizzito, gli mancava la coordinazione silenziosa della GRADO, dove bastava un solo movimento di polso per capirsi.
    Guardando oltre il mini-Bart però gli parve di scorgere qualcosa, una rientranza forse, uno spazio nascosto entro il quale il terreno sembrava scendere. Lo osservò da lontano, avrebbe dovuto avvicinarsi per vederlo bene, ma non poteva lasciare quei due da soli. Fidarsi era bene, ma non farlo era ancora meglio. La rientranza sembrava grossa forse come un orso e mezzo o giù di lì, più piccola della caverna con cui si era accampato con Junichi e decisamente più minuta dell’ingresso della caverna del drago. Forse dovevano entrarci accucciati, ma poteva essere un ingresso.

    Si girò con l’intenzione di comunicare agli altri due dell’avvistamento, ma trovò Azrael intento a guardare uno strano oggetto. Lo riconobbe appena come una sorta di specchio magico di Asgard che il Celebrante aveva ceduto alle varie caste durante la riunione di qualche tempo prima. Forse era con quello che Siegfired aveva chiesto aiuto a Bartolomeo ed evidentemente anche ai Daimon. Era un po’ geloso di vedere un oggetto magico nelle mani di Azrael, avrebbe voluto possederlo lui e studiarlo piuttosto, ma quello saint era al sicuro con Bart e quello daimon non poteva rubarlo.
    « E’ successo qualcosa? » Chiese avvicinandosi ad Azrael, spalleggiandolo per guardare lo specchio dallo stesso punto in cui lo guardava il Daimon. Forse qualcuno cercava di contattarlo? « Lo hanno dato a te? Se sai come si usa potremmo usarlo per chiamare gli altri in caso di bisogno o tenerci aggiornati. Anzi ancora meglio, possiamo tentare di contattare il Celebrante e chiedergli indicazioni sulla caverna. Ne ho vista una, ma potrebbe essere anche solo di un’animale. »


    Statistiche

    Stato Fisico: Perfetto
    Buff alle resistenze.

    Stato Mentale: Concentrato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:
    Nulla di particolare. Si cammina, si chiacchiera, si osserva, ci si specchia.
    Se glielo chiedete Korin vi indica l’entrata che ha visto.



     
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    Eternal Champion

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    -POST II-



    Sai benissimo anche tu, che non è tipo da offendersi facilmente. E comunque posso sempre parlarci io, no?

    Dritto al punto, come sempre. Per fortuna Methos e Bart avevano già in passato avuto modo di "conoscersi", e il Gran Sacerdote non si sarebbe meravigliato di sentire una voce nella sua mente diversa da quella del ragazzo. Il timore di Rigel era che Bart, da buon Cavaliere del Toro, volesse caricare a testa bassa in un luogo che in quel momento era contrassegnato da un bell'allarme rosso. Siegfried aveva detto che quello era il luogo in cui di più si sentiva l'addensarsi della Corruzione, ma che potevano esserci altri pericoli; dopotutto la Foresta di Ametista era il luogo più pericoloso di Asgard, e questo da molto prima che avvenisse l'Armageddon.

    Il fatto è che questo posto puzza di morte già di suo, senza andarci a mettere dentro anche gli altri problemi. Vorrei agire con prudenza... e lo sai com'e fatto Bart, ogni tanto si lascia andare e perde la cautela.

    Si fermò a guardare gli alberi, una muraglia di legno semplicemente gigantesca. Qualsiasi cosa si nascondesse al suo interno, non era certo nulla di piacevole.

    Bene, signori miei, questo è il piano.

    Ma cosa...?

    L'idea sarebbe quella di entrare lì dentro per stanare i corrotti, giusto? Ma prima di tutto c'è un nucleo di energia da ritrovare e mettere al sicuro. Credo sia evidente che l'approccio diretto non sia il migliore, stavolta, dato che la Corruzione non è la sola cosa con cui potremmo avere a che fare. L'ultima volta che sono passato da questo posto ho avuto a che fare con spiriti che non erano propriamente "amichevoli", se capite a cosa mi riferisco. E se anche questi in qualche modo avessero risentito della Corruzione, potrebbe essere un ENORME problema. Posso contare sul Gran Sacerdote per evitare di radere al suolo tutta Asgard prima di risolvere il problema? E tu hai domande, ragazzo?

    Methos aveva parlato apertamente a entrambe le menti dei cavalieri, stavolta, e usando il suo classico tono colloquiale anche con Bart. Che probabilmente sarebbe stato anche contento di condividere il campo di battaglia in modo indiretto anche con lo spirito, dato il suo carattere spontaneo e bonario che rifletteva l'idea del "più siamo e meglio è". Chissà se comunque si sarebbe attenuto ad un piano, o avrebbe agito a ruota libera; di certo non se la sarebbe presa con Rigel visto che il piano stavolta era del fantasma di un guerriero dell'Età del Bronzo o giù di lì.

    Nessuna domanda, sono d'accordo. Per adesso ho intenzione di tenere gli occhi aperti e aspettarmi guai dietro ogni angolo, poi si vedrà. Ma questa faccenda degli spiriti mi preoccupa un po', per la verità.

    Il Custode della Quarta Casa non era mai stato in quei luoghi in precedenza, ma avendone la possibilità aveva cercato di fare i compiti e consultare le informazioni nella biblioteca. Aveva scoperto che gli spiriti di quel luogo non erano le normali anime con cui lui aveva normalmente a che fare, ma si trattava di qualcosa di decisamente più antico: le Anime della Natura, così venivano chiamate, erano spiriti appartenenti alla madre terra, e non a uomini trapassati. Controllarli era fuori discussione, Rigel poteva solo sperare di poterci interagire o, nella peggiore delle ipotesi, di cercare di difendersi da loro.

    I due si incamminarono tra gli alberi, Rigel davanti per cercare di fare da apripista e per poter intervenire subito in caso di presenza degli spiriti, cercando di contenere la propria essenza cosmica per farla percepire ad eventuali nemici nascosti. Ma per il momento, c'erano due cose che in quel luogo sembravano anormali: alla base degli alberi, qua e là, c'erano cristalli di ametista di varie dimensioni; in qualche modo la pietra viola sembrava sbiadita, evanescente, come se le fosse stata sottratta lucentezza. L'altra, erano le ossa. Ossa ovunque, apparentemente umane ma non si poteva esserne certi. Era un macabro lascito di qualche cavaliere di Megrez del passato? Oppure era qualcosa di più recente, legato all'arrivo del male nelle terre del Nord? Difficile dirlo. Ma anche a sentire Methos, alcuni di quei cristalli erano delle vere e proprie tombe. Ma al di fuori dell'ametista? Era come se la foresta fosse diventata il deposito di ossa di un esercito di cani demoniaci e famelici.

    Bel posticino, non c'è che dire. Magari da qualche parte c'è anche qualche dinosauro nascosto, non mi meraviglierei di venire attaccato da un T-Rex.

    O magari da un drago?

    Adesso non esagerare, che razza di drago si dovrebbe nascondere in un postaccio simile?

    Uno di quelli pessimi, e magari legato alla Corruzione. Anche se a sentire quello che è stato riferito a Bart, i draghi non possono essere corrotti... però non si può mai dire, vero?

    Rigel si fermò di colpo. Qualcosa non andava. C'era nell'aria qualcosa che sulle prime non riusciva ad identificare, poi ne riconobbe l'inconfondibile, metallico odore. Sangue. Nella foresta gli odori erano più forti, c'era meno neve rispetto all'esterno e il vento circolava freddo ma "limpido". Il ragazzo scambiò un'occhiata col gigante, e accelerò il passo. Evocò in minima parte il proprio cosmo in modo da far materializzare alcuni fuochi fatui, che subito dopo si disposero intorno a lui come una sorta di anello. Avrebbe cercato di percepire in qualche modo se nei paraggi ci fosse energia spirituale, o per meglio dire quel tipo di energia vitale che lascia il piano materiale. Methos la chiamava bussola cerca morenti. Non seppe dire quanto tempo passò da quando aveva seguito l'indicazione dei fuochi fatui, che brillavano di intensità nella direzione in cui gli spiriti erano maggiormente in tumulto; non era semplice seguire la traccia, perchè sembrava che qualcosa che per il momento era lontana ma decisamente più grande riuscisse ad interferire con il suo operato.

    Poi vide il rosso sulla neve. Parlò a Bart telepaticamente.

    Vado avanti io e cerco di scoprire se il pericolo è ancora qui, anche se non sento alcun cosmo o presenze della Corruzione. Se ci fossero nemici, cerco di lasciartene qualcuno. D'accordo?

    Senza aspettare risposta, si spostò in avanti. Il sangue era ovunque, e a terra si potevano notare anche delle chiazze nere: qualcuno aveva combattuto la Corruzione in quel luogo, ma aveva venduto cara la propria pelle. Guardandosi intorno, a terra vide giacere una, due, sette figure, tutte immobili. Vittime. No, una si era appena mossa. Poteva ancora fare qualcosa? Si mosse in avanti senza rifletterci due volte, avvicinandosi.

    Bart, c'è un ferito! Presto!

    Magari gli avrebbe potuto dare informazioni su cosa stava accadendo in quel luogo, ma c'era un dettaglio che ancora gli sfuggiva, come fosse una sensazione. Quando raggiunse il ferito ebbe modo di osservarlo meglio, e comprese quello che gli sembrava sbagliato. Perchè degli uomini dovevano trovarsi all'interno della foresta, quando lo stesso Siegfried si era rivolto a loro? Semplice, quelli non erano uomini. O per essere esatti, non erano umani. Il ragazzo scorse sotto un cappuccio dei capelli bianchi, e la pelle del viso e delle mani nera quasi come la notte. Nulla a che vedere con gli uomini che provenivano dall'Africa, naturalmente: qui aveva a che fare con uno dei popoli del Nord. Scoprendogli il volto vide tratti molto simili a quelli degli elfi, anche se non ne aveva mai visto uno dal vivo. Ma ciò che contava era il sangue, rosso come il suo. D'istinto cercò di tamponare la ferita e di usare il proprio cosmo per migliorarne la situazione, mentre nel profondo della mente sentiva Methos che forse stava farfugliando qualcosa. Poi si voltò verso il Gran Sacerdote, che aveva sentito avvicinarsi dopo che lui aveva visto la scena dove si era consumata la battaglia. A malapena scorse un luccichìo sotto la propria gola, poi sentì il contatto sulla spalla.

    Mosse gli occhi, e ciò che vide lo sconvolse: erano completamente circondati da una ventina di arcieri, più quello alle sue spalle che gli teneva il coltello puntato alla gola. Tutti amici del ferito, da quello che riusciva a vedere. Di certo lui e Bart avrebbero potuto usare la forza e risolvere il problema, ma era chiaro che si stavano trovando al posto sbagliato nel momento più che sbagliato. Rimanendo immobile, cercò di far capire le sue intenzioni agli assalitori.

    Il vostro compagno... è ferito, sto solo cercando di curarlo. Non siamo vostri nemici.

    Lo vedo. Per questo motivo sto aspettando prima di ucciderti, guerriero.

    Bene, almeno ci capiscono. Che si fa, adesso? Non hai detto che da Siegfried hai visto uno di questi... come si chiamano?

    Attendendo la risposta del Gran Sacerdote, Methos sospirò.

    Drow, ragazzino. Questi sono Drow. E non ho idea del perchè siano qui.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, Indossata.
    note » Bene, entrata nella foresta, perlustrazione generica e primo incontro con i Drow che elfi di Galadriel levatevi XD a te l'onore di cercare di fare i discorsi e fargli capire che siamo dalla loro parte :asd:
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
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    Pochi ma buoni. Si dice spesso, più che altro per vedere il bicchiere mezzo pieno, a tutti i costi, per incoraggiare una situazione che sarebbe difficile da considerare positiva o a proprio favore. In quel momento, però, quel “pochi ma buoni” rappresentava la realtà dei fatti, che era molto soggettivo giudicare in un modo o nell’altro. Erano pochi, quello era certo, ma Bart era fermamente convinto in cuor suo che insieme avrebbero potuto muovere le stelle del firmamento. D’altro canto erano Cavalieri di Atena, dotati di un cosmo sconfinato e protetti dalle sacre Armature della Dea, quindi “impossibile” era per loro un concetto davvero relativo.
    Il Gran Sacerdote era molto orgoglioso di quella veloce e ristretta rimpatriata. Non era stato come l’ultimo Chrysos Synagein di qualche tempo prima, quando ancora molti Guerrieri d’Oro erano presenti al Santuario, ma non per questo fu meno importante. Ognuno di loro, Rigel, Korin e Riccardo, erano lì per compiere il loro dovere, ancora una volta, nonostante la precaria situazione in cui versava il mondo e Atene stessa. Quello li rendeva ancora più orgogliosi e coraggiosi, perché è facile farsi forti all’interno di un gruppo numeroso. No, loro erano lì, “pochi ma buoni”, e avrebbero messo la loro vita in pericolo per salvare ancora una volta delle vite umane.
    Bart sorrise anche internamente, felice come non mai, perché era ormai palese che tutti e tre avessero accettato quella nuova missione. Nessuno aveva fatto obiezioni, nemmeno la più insignificante, e si stavano dirigendo con il Toro alla volta di Asgard. Korin, con un tono più sommesso, ribadì al Gran Sacerdote il suo supporto e quello della Fondazione, facendo capire ancora una volta come l’aiuto reciproco e l’alleanza potevano davvero essere il punto di svolta in quel mondo dominato dalla Corruzione. L’omone si abbassò per avvicinarsi al ragazzo e diminuire il tono della voce come aveva fatto lui.

    Grazie, so che possiamo sempre contare su di te e sulla Grado.
    Abbiamo bisogno di tutta la collaborazione e il supporto possibile in questo momento così difficile.


    E non era finita lì, perché in un moto di ulteriore e gradito altruismo, Korin si propose di donare a ciascuno di loro un sigillo di potenziamento, quasi fosse un talismano porta fortuna. Il gigante lo ritenne un gesto estremamente positivo e accettò di buon grado la proposta ringraziandolo a gran voce.

    Forza figliolo, fammi picchiare ancora più forte!

    Era ovvio, come tutti avrebbero potuto immaginare, che scelse un sigillo in grado di potenziare ulteriormente la sua forza quasi divina. Chissà se con quel potenziamento avrebbe davvero raggiunto una potenza pari a quella degli Dei. Probabilmente era un sogno, ma a Bart piaceva sognare in grande, lo sappiamo tutti.

    Questo sì che è un bel regalo di arrivederci, grazie Korin.

    Il Gran Sacerdote intercettò anche uno scambio di battute tra il Cavaliere della Grado e l’enorme Riccardo, dove il primo ricordava con un certo spirito scherzoso le follie di quel Toro che caricava sempre a testa bassa, prerogativa di quel matto di Cavaliere d’Oro della Seconda Casa.

    Oh oh oh, questa è proprio bella, però non posso darti torto.

    Poi, si rivolse direttamente a Riccardo, che somigliava così tanto allo stesso Bartolomeo quando era molto, molto, molto... ehm, no, un solo un po’ più giovane.

    Cerca di dargli ascolto quando sarete ad Asgard, e guardatevi le spalle a vicenda.
    Anche perché Korin è già stato al Nord non molto tempo fa e sa quanto può essere pericoloso.


    Infine, poco prima di partire per quella loro missione, si rivolse a Rigel che – come sempre – compensava perfettamente quel gigante così esuberante. Lui era più pacato, moderato ed era già stato più volte la voce della ragione nelle situazioni più difficili.

    Rigel, amico mio, ancora una volta insieme.
    Andiamo!


    E così fecero, perché il teletrasporto fu immediato e preciso. Bart sentì il solito strattone all’altezza dello stomaco, un po’ di nausea per lo spostamento istantaneo, e il paesaggio mutò inesorabilmente. Dalle terre di stampo mediterraneo della Grecia, si passò al freddo impossibile di Asgard, e più precisamente al freddo che attanagliava la loro meta: la Foresta di Ametista. Il gigante si guardò attorno, costatando che il Cancro era lì con lui – bene, il teletrasporto non aveva fatto cilecca – e che Korin e Riccardo erano presumibilmente arrivati alla loro destinazione.
    Si trovò davanti a uno spettacolo incredibile, una distesa sconfinata di alberi, intervallati qua e là da uno strano minerale viola. Si ricordò di quel particolare perché era proprio la ragazza alta e pallida a possedere quel potere violaceo e, se non ricordava male, quel luogo un tempo si chiamava Foresta di Megrez – come il cognome della giovane Astra.

    jpg

    Quell’idillio fu spezzato da una voce, qualcosa che proveniva dallo specchio che gli aveva donato Siegfried. Bart lo prese immediatamente, cercando di capirci qualcosa di quell’aggeggio magico.

    Chi sarà questa volta?

    Scrutò l’immagine che apparse e gli parve proprio di intravedere uno dei Daimon che aveva incontrato durante quell’indimenticabile riunione ad Asgard, poco tempo prima. E non erano Korin e Riccardo poco distanti da lui? Non poteva esserne certo, ma gli sembrava di aver scorto qualche particolare delle loro Armature e dei loro volti.

    Ciao Azrael, sono Bart, ti ricordi di me? Dove sei?
    Da quel poco che ho visto, sembri anche tu qui ad Asgard e mi pare di vedere anche Korin e Riccardo.
    Salutami i ragazzi e state attenti.


    Non sapeva se quel messaggio fosse davvero arrivato, ma rappresentava comunque la prova che lo specchio magico era in grado di creare collegamenti a distanza anche da quel luogo dimenticato dagli Dei. Si voltò immediatamente verso il Cavaliere del Cancro, con un sorriso sornione stampato in faccia.

    Visto Rigel? Funziona!
    Probabilmente possiamo metterci in contatto con i ragazzi se avremo bisogno.


    Era più una speranza che una certezza, ma era sicuramente una notizia positiva. Quello che mancava da fare, però, era forse la cosa più importante e urgente: decidere come muoversi. Non avevano grossi indizi, sapevano solamente che in quel luogo qualcosa di molto pericoloso stava imperversando, ma non avevano alcuna mappa, indicazioni, suggerimenti. Toccava a loro inventarsi qualcosa di sensato.

    Uhm, ok.

    Si mise nella posa del pensatore, un po’ rivisitata, con il braccio sinistro appoggiato in orizzontale poco sotto il petto e la mano destra che raggiungeva il mento.

    Se radiamo al suolo la Foresta, qualsiasi cosa sia nascosta qui dentro salterà fuori, no?

    Ecco, certo, ovviamente. Poteva essere probabilmente una proposta valida, se solo non avesse comportato distruggere una buona porzione di Asgard e stancarsi così tanto che alla fine persino uno scoiattolo avrebbe potuto sconfiggerli. Per fortuna, però, qualcuno propose qualcosa di meno esagerato.

    Ma ciao Methos, come stai? È da un po’ che non ti sentivo.
    Non litigate troppo voi due, eh.
    Oh oh oh.


    Lo spirito che accompagnava Rigel nella sua vita da Cavaliere d’Oro aveva parlato nelle loro menti, e Bart fu felice di sentirlo nuovamente dopo un po’ di tempo che non interagivano direttamente. E, come ci si poteva aspettare da un essere probabilmente millenario, il suo piano alternativo sembrava più sensato – ma solo un pochino, eh, Bart non prenderla male.

    Aaah, dai, che noia.
    Io adoro radere al suolo le cose.


    Sì, questo lo sappiamo, ma tempo al tempo. Ci sarebbero state probabilmente molte occasioni per scazzottare qualcuno, era solo necessario capire chi, come e quando. Gettarsi a testa bassa contro tutto e tutti può forse funzionare quando la situazione è chiara: obiettivo individuato, modalità spacco-tutto attivata, spaccare. Quando, però, non si conosce nemmeno la direzione da prendere, è meglio optare per un approccio meno diretto. E quello lo capiva perfettamente anche Bart, eh, la sua era tutta scena – più o meno.

    Però, ci sto, il piano mi sembra sensato.
    Non conosco questo posto e dovrei davvero raderlo al suolo completamente per capirci qualcosa.
    E poi chi li sente Astra e Siegfried?


    Buona obiezione ai suoi stessi piani. Stava facendo progressi il ragazzone.

    Andiamo!

    Come se l’idea fosse sua, decretò l’inizio dell’esplorazione, ma decise di stare nelle retrovie, perché Rigel era sicuramente più prudente e silenzioso di lui. Per fare del suo meglio, però, Bartolomeo adottò un “perfetto” passo felpato: postura incurvata, spalle arcuate, testa incassata, passi ampi e in punta di piedi. Immaginatevi un omone alto tre metri, pesante trecento chili, bardato di un’armatura scintillante anch’essa pesantissima, che si potrebbe notare anche a notevole distanza, camminare come se stesse tendendo un agguato durante il gioco del nascondino. Sì, ok, un’immagine che non sarebbe stata utilizzata come l’emblema del Cavaliere modello, ma sicuramente una scena epica per quanto fosse irripetibile.

    Vero, e sarebbe bello combattere ancora contro un Drago.

    Rispose a quella domanda del ragazzo come un bambino che ripensa a una favola raccontata dai genitori. Si ricordava l’ultimo scontro con quel Drago a due teste e, detto molto onestamente anche se sembrava folle, non vedeva l’ora di scazzottarne un altro.
    Si addentrarono nella Foresta, all’erta per ogni minimo rumore che non fosse provocato da loro, e il Cancro attivò anche qualche fuoco fatuo per aumentare le sue potenzialità percettive. Non passò molto tempo per incontrare la prima anomalia, perché Rigel si accorse che qualcosa non andava. Macchie rosso sangue sulla neve, qualcosa di fresco, appena accaduto. Il ragazzo parlò telepaticamente all’omone, dichiarando che si sarebbe esposto per primo.

    Lasciarmene qualcuno? Solo qualcuno? Come sei avido, oh oh.
    Sono qui, vengo con te.


    Alcuni corpi giacevano a terra, come se avessero combattuto una lotta che avevano perso vendendo estremamente cara la loro stessa pelle. L’amico aveva appena individuato una persona ancora viva, forse ancora per poco, ma era chiaro che fosse necessario intervenire immediatamente. Si avvicinarono, ma il destino aveva in serbo qualcosa di diverso per loro. Perché nonostante fossero stati cauti all’inizio, il fiondarsi per salvare qualcuno in difficoltà li aveva esposti inesorabilmente, facendo saltare la loro copertura e qualsiasi effetto sorpresa. Anzi, furono proprio i nuovi arrivati a far loro una sorpresa con i fiocchi.

    Lo so, lo so, loro sono Drow. Elfi Oscuri.
    Che memoria fotografia, mamma mia.


    Un po’ troppo esagitato, caro Bart, eh? Eh sì, perché quando era immerso fino al collo nel pericolo, il suo atteggiamento si faceva ancora più esuberante. Erano stati circondati da una manciata di Elfi Oscuri, i Drow, tutti uomini e tutti armati. Puntavano le frecce e le spade verso di loro e fu abbastanza chiaro che un grosso malinteso si era venuto a creare. Con Rigel così vicino al corpo dell’unico superstite e quel gigante di Bart in mezzo ai cadaveri dei loro compagni d’arme, i due Cavalieri di Atena sembravano proprio i responsabili di quel massacro. Avrebbero potuto scriverci una “commedia degli equivoci”, ma sarebbe stato un cortometraggio se non avessero risolto nel migliore dei modi quella pericolosa fase di stallo.

    Ciao ragazzi, avete proprio delle belle armi.

    Sorrise, alzando le mani per far vedere che non aveva cattive intenzioni, come se stesse giocando con armi di plastica puntate addosso. Beh, non che fossero più pericolose dei giocattoli per bambini, visto che sia il Toro che il Cancro indossavano le loro scintillanti Armature d’Oro. Il Gran Sacerdote, evitando incredibilmente di detonare tutta la zona, espanse il suo cosmo in modo del tutto inoffensivo, unendosi a Rigel per generare quella sorta di torpore lenitivo al ferito. Quella manifestazione di potere, seppur totalmente innocua, avrebbe, però, dimostrato l’abisso che probabilmente li separava. Nessuna minaccia, nemmeno velata, bastava la loro presenza soverchiante per confermare con i fatti che non erano un pericolo, altrimenti si sarebbero già imposti su tutto e tutti.

    Noi siamo Bart e Rigel, e siamo amici di Siegfried, il Celebrante.
    Siamo Cavalieri di Atena, alleati di Asgard, e siamo qui per capire cosa c’è che non va in questa Foresta.


    Allargò le braccia muovendosi lentamente, e fece una pausa, sperando che il presentarsi in modo così trasparente e nominando persino l’amico Siegfried fosse sufficiente almeno a placare gli animi.

    E voi siete Drow, giusto?
    Un popolo delle terre del Nord che si è da poco unito proprio a questa nostra alleanza allargata.


    Bartolomeo stava richiamando quell’incontro avvenuto al Palazzo Reale, che aveva suggellato l’unione d’intenti tra gli uomini e le razze del Nord. Loro dovevano esserne a conoscenza, a meno che fossero un gruppo di Elfi Oscuri completamente isolati del resto delle terre dai ghiacci eterni. Il gigante non poteva saperlo con certezza, ma avrebbero dovuto vivere sotto un sasso per non ricordare quella riunione che aveva cambiato gli equilibri di tutta Asgard.

    jpg

    Quindi siamo tutti amici, no?
    Oh oh oh.


    Rise in quel suo modo spensierato, perché in realtà non percepiva alcun pericolo. O, per lo meno, nessun pericolo che potesse davvero impensierire due Cavalieri d’Oro dotati di quel cosmo immenso. Ovviamente avrebbe preferito risolvere tutto nel migliore dei modi, in un modo incredibilmente diplomatico, ma era pronto a difendere la loro incolumità se quei Drow si fossero rivelati posseduti dalla Corruzione o persino avversari di quella Asgard che li aveva sempre accolti a braccia aperte.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Hai visto quanta diplomazia? :kuku:


    Condizioni:
    Possiamo spiegare, state tutti bboni! :mke:


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

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    - Capitolo III -

    S
    orrisi di cuore ripensando a ciò che mi aveva chiesto Korin durante il tragitto, forse dopo tutto quello che ci era capitato ultimamente il suo cuore di ghiaccio si era un po' sciolto, magari un giorno di questi gli offro un caffe. Scossi la testa all'idea, mi sarebbe piaciuto del caffè, anche se l'ultima volta non è che fosse andata proprio benissimo; solo il pensiero di Colette e di quello che aveva sofferto bastò a rabbuiarmi per un secondo.

    «Non lo sai Saint? Faccio collezione di draghi bicefali posseduti dalla Corruzione. Dovrebbe essercene uno rarissimo da queste parti»

    Lanciai uno sguardo a Ritch che nel frattempo si era riunito al gruppo, sperando di fargli capire che non fossimo pazzi, sentii Korin tornare dal suo giro di perlustrazione ed affiancarsi in modo da poter vedere anche lui nello specchio.

    «Ciao Barrr...Gran Sacerdote. Certo che mi ricordo di lei, i suoi compagni sono qui con me e sono al sicuro per ora. Siamo nei pressi di quella che sembra essere la catena dello Breidablik e cerchiamo l'ingreso per la Caverna. Presteremo la massima attenzione. Mi raccomando, fate attenzione anche voi!»

    Stavo per fare la mia solita gaffe? Si, ma non era colpa mia. Impossiible non raccogliere il clima gioviale e di spensieratezza che emanavva quell'uomo. Avevo fatto una gaffe chiedendogli di prestare attenzione? Molto probabilmente si. Voglio dire, penso siano i nemici a dover far attenzione a non intralciare il passo di Bartolomeo, ma tanto oramai il messaggio era partito.

    «Comunqe sia...Sono sicuro di aver visto e sentito la voce del Gold Saint del Toro, il vostro Gran Sacerdote, che ci saluta e ci chiede di fare attenzione. Non era solo.»

    Quel tipo era eccezionale, Bartolomeo riusciva a sdrammatizzare anche la situazione più pesante e, data l'atmosfera in cui versava la Realtà al momento, il bisogno di leggerezza era quanto mai necessario, lo appoggiavo pienamente in questa sua concezione, ricordava ancora l'outfit sobrio con cui si presentò a quella riunione con tutti i più alti rappresentanti delle caste e delle razze che combattevano per la libertà: una maglietta a maniche corte con la scritta glitterata “ʍ la Corruzione”; decisamente un tocco di stile. "Forse a Korin farebbe bene frequentarlo un po' di più."

    «Non lo sapevo fino a poco fa in realtà, ma a quanto pare basta che il cosmo entri in risonanza con l'artefatto per far si che questi apra un canale di comunicazione tra i vari specchi. Come una volta facevano le radiotrasmittenti o i telefoni. L'unica cosa che non capisco è se consegni messaggi o si possa effettivamente discutere attraverso di esso»

    Riposi accuratamente il congegno magico nel drappo di velluto, mentre mi trovavo a concordare nuovamente con il Saint del Triangolo, per la seconda volta in un giorno, la cosa iniziava a farsi preoccupante.

    «Pare che siano ancora sani e salvi, e come dicevi tu, in caso di necessità potremmo contare su di loro, speriamo solo che non sia necessario»

    Iniziai a riflettere su quanto stavamo cercando, niente di più e niente di meno che un modo per entrare nella pancia di un vulcano attivo; non una scampagnata di piacere se si aggiungeva l'elevato rischio di poter incontrare tracce di Corruzione da un momento all'altro. Ritch aveva ragione, non conveniva continuare a salire, entrare dalla bocca principale non era una opzione valida, ammesso che si volesse anche uscire dal vulcano. Dovevamo cercare un tunnel secondario che ci potesse portare all'interno della montagna.

    «Potremmo provare con il Celebrante, si. Ma non so se è il messaggio arriva indiscriminatamente a tutti i possessori, in quel caso avremmo già dovuto ricevere risposta. Forse non ha lo specchio con sé o forse non può rispondere ora.»

    Fare a pugni con la roccia non era un'opzione valida, la doccia di lava era una delle ultime cose che mi interessava in quel momento, anche se la prospettiva di entrare in una grotta asgardiana senza sapere cosa possa esservi all'interno non era molto meglio della doccia lavica. Il pensiero corse a quanto accaduto l'ultima volta, le lame nell'ombra e il salto temporale potevano essere presenti in ogni grotta della regione per quel che ne sapevo, era meglio non rischiare di incontrarle nuovamente, non ero troppo sicuro di poterle sconfiggere senza Anfitrione al mio fianco.

    «Direi di controllare la caverna che hai visto tu Korin, andiamo avanti con passo leggero. Non sappiamo chi potrebbe dormire in posti simili. Confronto a quanto successo l'ultima volta, la lava sarebbe stata una passeggiata»

    Rimaneva solo una cosa da decidere "In che ordine procedere? Korin conosce la strada per l'accesso e niente più, inoltre non sarebbe proprio il tipo che farei andare in prima linea. Riccardo al contrario è di sicuro un ottimo ariete di sfondamento e se dovessimo avere problemi è meglio averlo quanto più vicino possibile."

    «Ditemi se siete d'accordo, ma io procederei con te, Korin, come apri fila - almeno fin dove conosci la strada - e tu, Riccardo, come chiudi fila»

    E poi? Beh le alternative erano due per come la vedevo io in quel momento

    «Da lì Riccardo penso che tu sia indubitabilmente il più grande, ma proprio per questo il più rumoroso, mentre Korin è il più piccolo, ma anche silenzioso. Quindi o andiamo avanti facendoci scudo, scusa il termine, con la forza. Oppure sfruttiamo la segretezza. Ma io sono più propenso per la prima»

    Non ero un amante delle entrate spacca tutto ed esci, ma Riccardo sarebbe comunque venuto con noi e quindi la sua presenza imponente si sarebbe rivelata in ogni caso. Tanto valeva averlo davanti. Sorrisi al Santo energumeno, tentando di battergli la mano sul petto in segno di approvazione.

    «Magari teniamo in considerazione l'opzione pugni sul muro per il prossimo futuro eh?»


    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    Spiegazione molto dettagliata su come funge lo specchio, porto i saluti del GS, brainstorming e... si va nella caverna quindi?

    NOTE

    Nel caso di cambio dell'ordine di fila, direi di cambiare anche l'ordine di posting. Che ne dite? Naturalmente se i vostri pg accettano l'idea regoliamoci di conseguenza in modo che korin sia l'ultimo e faccia partire la spedizione fino alla Caverna. Da lì poi va riccardo avanti (Sempre se accettate), io centrale (per questioni di posting e non far fare un turno vuoto a Guardian) ed infine il "Silver Saint del Triangolo Boreale"



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

    Credits layout a Dr. Stein
    All rights reserved




     
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    Ritch era inquieto quanto incuriosito. Già più volte i suoi compagni avevano citato draghi bicefali e, da quel che aveva percepito, non sembrava ne avessero dei bei ricordi. Non dubitava delle loro parole, ma si era ripromesso che ci avrebbe creduto solo se gli avesse visti coi suoi occhi. Se ci si rifaceva alle leggende, tali immense creature difficilmente uscivano da loro letargo, se non attirate dalla presenza di grandi tesori. Ma invece, in tempi odierni, chi erano o cosa erano queste maestose creature? Erano malvagie? Erano sempre esistite e risvegliatesi solo adesso? Oppure si trattava degli ennesimi abomini generati dalla Corruzione? E se così fosse, come abbatterli?
    Visto lo stallo, avrebbe rivolto tali domande ai due compagni, se non fosse che l'attenzione generale venne rapita dall'apparizione della faccia di Bartolomeo sulla superficie dello specchio brandito da Erza. Dunque esisteva un modo per comunicare a distanza come ai vecchi tempi.

    I miei piccoli amici ne sanno una più del diavolo...

    Riccardo si sentì subito rincuorato. Il capo ostentava un umore decisamente migliore del suo, reso pessimo dall'infruttuosità della spedizione, dalla lontananza da casa, dal clima gelido e dalla presenza di Korin, che coglieva ogni attimo per ammonirlo con futili osservazioni. Korin era un veterano dalla rara intelligenza, su questo non aveva dubbi, ma si atteggiava con un fare da saputello che la Montagna a stento tollerava. Aveva la sensazione che se anche si fosse appartato per un attimo a fare un bisogno, ce lo avrebbe avuto subito addosso col fiato sul collo, sempre assillante nel fargli da balia.
    Invece, a dispetto di ogni pronostico, il piccolo daimon gli era più sulle corde. Non solo non lo faceva sentire d'intralcio, ma anche un membro utile quando espose il suo piano. Riccardo lo approvò e aggiunse:

    «Grazie della fiducia, Erza. Credo anch'io che le cautele non servano troppo: sono sicuro che qualunque cosa ci sia nella caverna, ci stia aspettando già da un pezzo.»

    Convenne anche sull'esplorazione dell'insenatura suggerita da Korin. Aver scalato la montagna non era stata del tutto una fatica inutile. Da lì si poteva vedere chiaramente la grotta a cui si riferiva il compagno di casta e in effetti sembrava l'unica meta che avesse senso. Con rinnovata fiducia si rivolse a lui:

    «Ok Korin, visto che conosci le insidie di questo posto meglio di noi, facci pure strada. E non badare a me, saprò stare al passo»

    Esaminò il lungo tragitto e sbuffando si strinse nel manto di orso, prima di intraprendere il nuovo impervio cammino.
     
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