Il debole che mangia il forte

Add Ramiel per eletto di gea (cordyceps)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    I





    Il sole divenne nero come un sacco di crine,
    la luna diventò tutta simile a sangue.
    Le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra,
    come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera,
    lascia cadere i frutti non ancora maturi.

    188c1c9fddcde75c116b9118302de64f
    Il cielo si ritirò come un rotolo che si avvolge,
    e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto.
    Allora i re della terra e i grandi, i comandanti,
    i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero,
    si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti.



    Vi era un ticchettio. Un lento gocciolare che rimbombava in un angusto e schifoso corridoio. Tanfo, ratti, letame, piscio e puzza di vomito e putrefazione; le celle che si aprivano lungo i lati erano piccole e nessuna finestrella apriva verso il mondo. Verso il cielo.
    All'interno figure disperate. Figure contorte. Chi impaurite, chi frementi.
    Vi era un umanità allo sbando. L'Armaggedon aveva distrutto non solo il mondo ma anche la socialità e le regole che l'uomo si era imposto nel corso dei secoli.
    Vigeva la regola del più forte? Peggio. Non vi era nemmeno quella. Con la Corruzione che dilagava distruggendo ogni cosa che toccava, nemmeno i più forti avevano la possibilità di sopravvivere.
    Era il caos e la depravazione. Era l'uomo nel suo istinto più basso e becero: sopravvivere ad ogni costo ma allo stesso tempo avere una parvenza di potere.
    Imporre la propria volontà sugli altri. Anche in una situazione come questa, con il mondo che stava sull'orlo della fine, con mostri e morte ovunque l'essere umano non riusciva a strapparsi di dosso quella tenebra che portava da sempre dentro l'anima. In fondo all'anima, nei posti più reconditi e nascosti che nemmeno noi sapevamo di avere; ed era in quelle profondità che risaliva esplodendo in violenza e prevaricazione.
    Un lento vociare risalì dal fondo del corridoio buio e umido, dove un umanità disperata e senza freni si lasciava andare alla propria disperazione.
    Si aprirono di scatto portoni di ferro, grida e voci si unirono in una cacofonia selvaggia.
    Le celle si aprirono. Cardini di ferro raschiarono, ombre si mossero inghiottite dalla luce.
    I portoni si chiusero. Non quelle grida.


    NOTE MASTER: Ecco il tuo addestramento. Il primo post è solo un prologo per introdurre il tuo addestramento. Per quanto riguarda il tuo post hai la massima libertà nel descrivere il tuo personaggio, farlo muovere nell'ambientazione. è ancora a dublino? Si è spostato? Come sta cercando di sopravvivere contro la Corruzione?
    hai al massima libertà per quanto riguarda questo tuo primo post.
    A te la tastiera e diamo inizio alle danze
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

    Group
    Member
    Posts
    439
    Location
    Caos

    Status
    DEAD

    "Quel giorno, riaffiorò alla mente dell'umanità il terrore di essere controllata da loro... l'umiliazione di vivere come uccelli in gabbia."

    Shingeki no Kyojin



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Nella tua cella, seduto per terra, resti silente mentre ammazzi il tempo osservando un topo squittire e condividere il tuo medesimo spazio: sembra quasi che ti stia osservando e ti voglia comunicare qualcosa, mentre comicamente si porta in posizione eretta sulle sue piccole zappette posteriori.
    Ancora non ti sei accorto pienamente di quello che sta succedendo, rimanendo distaccato dalla realtà in tumulto, fagocitata dalla nera oscurità.
    L'odore nauseabondo di sporcizia e poca igiene invade ogni angolo; è una "fragranza" a cui ancora non ti sei abituato per quanto tu non sia uno dallo stomaco fragile, o avvezzo alla suggestione nell'essere stato confinato in questa deplorevole scenografia: ratti, letame, piscio e puzza di vomito che "abbelliscono" quei luoghi dimenticati da Dio.
    In fondo cosa ti aspetti? Queste realtà sono state create appositamente per emarginare gli scarti della società: individui che, consci delle loro azioni dominate dall'anarchia, si sono spinti a sfidare la legge e hanno conseguentemente pagato il dazio di volersi elevare sopra di essa.
    Già, la società: cosa pensare di queste regole necessarie affinché gli uomini stessi si possano domare e controllare? Non ti è mai fregato nulla dell'ordine pubblico, così come non ti è mai fregato nulla di essere rimproverato, offeso, pestato dalle forze dell'ordine, con cui più volte ti sei scontrato.
    Rammenti ancora il tuo teatrino esternato dinnanzi al giudice, con tanto di oltraggio alla corte? Una risata sprezzante e un monito a quegli uomini simili a pavoni, tronfi di sicurezza in quanto rappresentanti della legge che dovrebbe tutelare la loro invincibilità, al pari di un'armatura scintillante.
    AAAAAAAAAAAAAAHHH!!!!!!

    D'improvviso odi alcune urla che ti allarmano. Rapidamente torni lucido e interrompi quel tuo divagare tra le memorie del passato. Drizzi le antenne in quanto già nell'aria, come una sorta di terribile sesto senso, si percepiva che qualcosa non quadrava in quella giornata.
    Precisamente non sai cosa, ma ripetutamente un brivido ti aveva percorso la schiena e durante la notte non avevi chiuso stranamente occhio: una sensazione mista tra il turbamento e l'angoscia si erano impossessati dei tuoi pensieri, ma si sa, vivere troppo tempo in uno spazio angusto può giocare tiri mancini.
    La prima cosa che va a farsi fottere in una cella è proprio la lucidità e l'autocontrollo.
    Il topolino che fino a poco prima si limitava a guardarti, d'improvviso comincia a corre all'impazzata, è stranamente terrorizzato e ha tutte le ragioni di esserlo.
    Urla più forti si odono e provengono dalle altre celle del tuo medesimo braccio; urla di terrore e disperazione, cercando l'attenzione delle guardie carcerarie per essere liberati da una gabbia in cui ora si sentono in trappola come topi.
    A quel punto non puoi fare a meno di chiedere cosa stia succedendo ma da parte del tuo vicino di cella o degli altri detenuti non vi è risposta, solo il mortifero silenzio dopo aver urlato fino a farsi saltare le corde vocali.

    Un ratto dalle fattezze mostruose, sbuca all'improvviso, scagliandosi sulla povera creatura che viene azzannata ed eviscerata in pochi minuti: è un'immagine orribile, che ti fa sobbalzare e hai ben ragione di portarti in piedi in quanto ora quella creatura ributtante punta ad aggredirti.
    Non hai tempo da perdere, devi trovare il mondo di neutralizzarlo prima che gli esseri che si stanno formando dalla sua schiena purulenta oltre che pregna di escrescenze - tipo delle larve o roba simile - aumentino il numero di sgraditi ospiti e ti possa ritrovare ben presto a fare compagnia a quel piccolo essere che, ormai, è solo una massa informe di poltiglia smembrata.
    Lentamente, tentando di non far innervosire quella roba ributtante che si sta moltiplicando , indietreggi verso la branda per poterla afferrare e usarla come una sorta di scudo che possa frapporsi alla minaccia.
    Intanto dal fondo del corridoio buio e umido il vociare va crescendo, mutando in vere e proprie urla di terrore e sgomento, oltre che di dolore. Cosa diavolo sta succedendo? Il caos sembra essersi impadronito del penitenziario.
    Mentre sei intento a lottare per la tua vita, sbattendo violentemente la branda in direzione dell'essere che spingi con tutta la tua forza per schiacciarlo contro il muro - anche se sai bene che questo non basterà a metterlo k.o. -, improvvisamente la cella, fino a qualche istante prima saldamente chiusa, viene sbloccata, sentendo il nitido suono della serratura automatica che permette a quest'ultima aprirsi lievemente rimanendo socchiusa.
    E' la tua occasione, non puoi tergiversare domandandoti a cosa sia dovuto un gesto tanto generoso, anche se la sorpresina che hai ricevuto può essere un collegamento molto interessante: il tuo istinto ti suggerisce di levare le tende, SUBITO!.

    Immediatamente ti stacchi dalla branda, approfittando del momentaneo impedimento seppur temporaneo della creatura, e ti dirigi in fretta e in furia verso uno spazio più ampio in cui poter ragionare un attimo e organizzarti di conseguenza.
    Attraversi quel corridoio angusto dove noti solo ora i cadaveri degli altri detenuti divorati bramosamente da altre creature schifose, simili a quella roba ributtante che ha provato a trasformati in una sorta di take away; ignori quei pochissimi sopravvissuti che ti pregano di essere aiutati, allungando una mano in direzione della tua figura sfuggente, impantanati nell'impossibilità di salvarsi per via degli esseri che gli stanno squarciando lo stomaco.
    Neanche ti volti per renderti conto se qualcosa ti stia inseguendo, semplicemente aumenti la tua falcata neanche fossi un centometrista alle olimpiadi: puoi sentire il tuo cuore battere all'impazzata tanto da rischiare di farlo collassare da un momento all'altro, per non parlare dei tuoi polmoni dediti a bruciare come se dei carboni ardenti ti fossero stati impiantati - sicuramente non una buona idea quella di fumare un pacchetto di sigarette al giorno dall'età di 12 anni.
    Anf... anf... anf...

    Spingi con tutta la forza che hai le porte che ti dovrebbero condurre alla mensa; per qualche istante i tuoi occhi sono colpiti dalla luce artificiale che ti acceca, per poi ritrovarti dinnanzi a uno spettacolo raccapricciante: corpi impiccati, altri decapitati e gli ultimi superstiti tra secondini e carcerati massacrarsi a vicenda. Uno scenario da guerra civile.tumblr_pfa6zqbe2n1rbq5wyo1_1280Alcuni al pari di scimmie urlatrici cominciano a saltare sui tavoli sbattendo il petto similmente a degli uomini primitivi. Non hai la ben che minima idea di quale sia stato il principio di una simile situazione ma non puoi tergiversare troppo in quanto quegli orridi esseri che pensavi di esserti lasciato alle spalle, similmente a un'impetuosa onda, sfondano le medesime porte: è una visione orribile, sembra l'inferno.
    Non hai un numero certo di quanti siano quei cosi, ma ora sono parecchi e, famelici, si scagliano contro i sopravvissuti per deturpare i loro corpi mediante i loro affilati artigli e i denti aguzzi.
    Approfittando di quel marasma di violenza, ti dirigi verso gli accessi della prigione; il suono della sirena di convocazione dei rinforzi per sedare la rivolta continua imperterrita a trapanarti le orecchie, ma per te è melodia, dato che ogni metro che avanzi è un passo decisivo verso la libertà.
    Ti fai strada tra i corpi stesi a terra e per tutelarti da altre sorprese, afferri uno dei manganelli privandone il proprietario ormai esanime e riverso a terra con il cranio spappolato, benché il caso in kevlar anti sommossa: questa la dice tutta sulle temibili avversità che dovrai affrontare.
    Benché l'assordante suono della sirena, le urla di chi viene corrotto dal male oscuro non cessano di essere propagate similmente ad un requiem che idolatra sorella morte, gioiosa di danzare tra quelle mura cosi da glorificare la sua arte di decadenza e poter far appassire la vita.
    Infine riesci a portarti all'esterno dove è situato il cortile marcatamente delineato dalle recinsioni di filo spinato, oltre che le torri di guardia ma anche qui ogni ordine è stato stravolto: il cancello principale, oltre che diverse zone della recinsione sono state sfondate, addirittura noti diverse vetture essersi schiantate contro - tra cui un camion -, per non parlare delle stessi torri: noti che dalle postazioni dove in origine risiedevano le guardie dense fiamme sprigionano del fumo che fuoriesce propagandosi nell'aria, probabilmente è stato appiccato un incendio.
    Quello che però ti lascia letteralmente atterrito, una volta resoti conto dello scenario più ampio, riguarda la tetra colorazione del cielo di cui ne eri ignaro per via del tuo forzato soggiorno: un'eclissi in piena regola ha oscurato il giorno ma la cosa ancor più inquietante, è la contemporanea presenza della luna modificata anch'essa nella colorazione, dal classico bianco perlaceo a un rosso intenso simile a sangue cremisi che cola dalla carne ferita.
    Per di più, noti diverse scie luminose in cielo, vere e proprie lingue di fuoco che tagliano il firmamento: altro non sono che frammenti di materia proveniente dallo spazio che si stanno scagliando sul territorio con una violenza inaudita, similmente a un bombardamento a tappeto eseguito da uno stormo di arei da guerra.
    Un vero e proprio finimondo sta avvolgendo Dublino, a questa deduzione arrivi osservando gli stessi elementi della terra venire sconvolti e il giorno e la notte essersi sostituiti nei propri ruoli quotidiani: in verità il buio ormai si può definire nuovo e assoluto signore incontrastato, avendo detronizzato la luce ormai prigioniera del suo tirannico dominio.
    Così decidi di inoltrarti per la periferia adiacente al penitenziario diventata tomba di innumerevoli corpi massacratisi a vicenda o vittime di una fine ben peggiore: divorati da quelle ributtanti creature nate esse stesse dall'oscurità che adesso avvolge la città.
    Ti chiedi se solo Dublino sia vittima di una simile maledizione, o anche il resto del mondo si ritrovi nelle stesse condizioni. Molto probabilmente ogni uomo, donna, bambino, anziano e anziana sono stati colpiti contemporaneamente dalla stessa nefasta sentenza ad ogni emisfero, latitudine o longitudine.
    Più di una volta devi stare attento ai frammenti infuocati provenienti dal cielo che, senza alcuna distinzione, si abbattono in ogni dove: automezzi, palazzi, pezzi di strada completamente distrutti, cosi come ogni altra superfice che collide con il dardo fiammeggiante.
    Noti anche la presenza di mezzi cingolati, come carri armati completamente accerchiati da pile di cadaveri: civili e militari gli uni di fianco agli altri, probabilmente vi è stata una serrata lotta che ha costretto le forze armate ad arrivare a mezzi drastici.

    n

    Più ti addentri in città, più noti il caotico micro universo che si è creato: i tuoi simili essere dediti al saccheggio di negozi spaccando le vetrine o buttando giù le porte; individui pestarsi e uccidersi a vicenda senza che vi sia motivo; altri ancora dirigersi verso le chiese per pregare un ipotetico Dio affinché possa far cessare il suo castigo divino.
    Osservi tutto questo e l'unico pensiero che ti assale è quanto sia patetica la razza umana nel mostrare tanta fragilità e istinti primitivi, invece di fare fronte comune per arginare in qualche modo quel male che sta dilagando a macchina d'olio.
    Senza farti suggestionare troppo dal comportamento di tali soggetti, camminando in quel folle e nuovo mondo, cerchi un potenziale riparo dove sgranchirti le ossa, magari riposarti e perché no, fumarti una sigaretta e bere del buon whisky.



    Edited by Ramiel - 24/8/2023, 12:27
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    II


    Si pensa che l’Apocalisse arrivi all’improvviso.
    Ma l’Apocalisse ama i preliminari.
    Questo era solo l'inizio di quello che doveva succedere. L'umanità era nel punto più basso. Tra simili ci si ammazzava invece di difendersi. Chi si arroccava su stantii troni di potere che ormai valevano come letame, chi tentava di averlo il potere. Sfruttare anche l'inferno per se stessi.
    Chi pregava un Dio ormai fasullo, chi lo bestemmiava, chi ancora ci sperava.
    L'esercito era inutile, così come le preghiere. Chi combatteva moriva, chi scappava faceva la stessa fine.
    Questa era la fine dell'umanità?
    Vedeva gente scappare, inciampare, tenere strette al petto le poche cose che avevano salvato. Ma valevano? Foto. Ricordi. Dei vestiti. Soldi.
    Chissà se sarebbero vestiti in questo nuovo mondo. Forse al posto dei soldi sarebbe stato meglio una pistola, armi e cattiveria.
    Quella di non fidarsi di nessuno. Quella che l'estraneo fosse un nemico a prescindere. Di fregarsene solo di se stessi e del proprio branco.

    «EHI!!
    Che fai qui così? Scappa! Scappa o quei cosi ti avranno! »


    Un colpo di pistola. Sangue schizzò.
    Le urla di chi si voleva salvare.
    Un gruppo di disperati contro l'altro. Nessuno migliore dell'altro. nessuno più forte dell'altro. Solo disperazione che sfociava da una parte in rabbia, dall'altra in paura. Chi attaccava per sentirsi ancora padrone di una vita che non aveva più valore, chi scappava proprio perché amava quella vita e la paura della morte, era una mano gelida che strizzava le viscere. Un altro colpo di pistola. O di fucile. Chi poteva dirlo? ma importava adesso? Era solo l'ennesimo sparo di una cacofonia selvaggia che faceva da melodia all'Apocalisse. Ed ora aveva preso anche lui. In mezzo.
    Scappare? Aiutare?
    In fondo non vi era nessuna scelta migliore. Vi era solo la nostra che reputavamo migliore.
    Eroi o vigliacchi rimanevano parole inutili...



    NOTE MASTER: hai una scelta. O aiutare questo gruppo di disperati o lasciarli al loro destino e defilarti grazie alla confusione che si crea.
    Se attacchi ferma il post al momento in cui lo fai e nel modo in cui attaccheresti.
    Se ti defili puoi infilarti in qualche vicolo laterale e allontanarti. Nel tuo allontanarti, dopo qualche minuto, sentirai un vociare e un avvicinarsi di alcune persone di corsa. Ferma anche qui il post su cosa farai.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

    Group
    Member
    Posts
    439
    Location
    Caos

    Status
    DEAD

    "Quasi nessuno scopre mai che le sue azioni feriscono davvero gli altri. La gente non migliora, diventa solo più furba. Quando diventi più furbo, non smetti di strappare le ali alle mosche, cerchi solo di trovare dei motivi migliori per farlo."

    Stephen King



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    E' poi tanto strano assistere al declino di una civiltà fondata su delle regole in cui i molti devono vivere in miseria, abbandonati a se stessi, lasciati vittime del proprio ignobile fato in quanto sfortunati nel non essere nati dal lato giusto della città, o con le giuste amicizie, o figli di padri e madri facoltosi che gli coprono il culo ad ogni cazzata fatta per una dedita inclinazione all'idiozia? Mentre una piccola parte di questo mondo, seguendo ipotetiche gerarchie basate su strumenti ideati dallo stesso uomo, come il denaro o le posizioni lavorative, possono non solo decidere come vivere la propria vita, ma anche decidere per i poveri disgraziati che cercano di campare alla giornata: farsi il mazzo tanto per poter far quadrare i conti a fine mese, o poter risparmiare per avere un'assicurazione sanitaria decente o sognare un futuro più roseo per i propri figli e farli scappare dai quartieri fetidi e polverosi.
    Quello a cui però assisti ora, è qualcosa che va ben oltre i ceti sociali o gli ipotetici e inutili diritti di nascita; quello a cui assisti è osservare individui isterici, incapaci di contenersi, ma solo dar fondo ai propri istinti animaleschi nello stesso modo in cui farebbero un branco di cani aizzandosi a vicenda per rubarsi a vicenda un misero osso.
    Perché ciò che noti è proprio questo: flussi di persone che corrono all'impazzata, senza una meta specifica, facendosi contagiare dallo stesso caos che come un virus altamente infettivo, annebbia i loro cervelli bacati - neanche fossero colpiti da febbre a 40 e vomito: almeno tali atteggiamenti sarebbero giustificati dagli attacchi allucinatori - e ne involve l'intelletto scaraventandoli, neanche si fosse in possesso di una macchina del tempo, all'età della pietra quando arnesi come pietra e bastone erano giustificati per rispondere agli agguati animaleschi di chi attentava alla tua sopravvivenza.

    Alle porte però del nuovo millennio, dove l'uomo "apparentemente" dovrebbe essersi evoluto grazie anche alle scoperte scientifiche e alla fondazione delle tanto decantate società che dovrebbero distinguere l'individuo equilibrato dal selvaggio, è bastato intaccare la sicurezza oltre ad incrinare le fondamenta del potere strutturato nei secoli - come i militari -, per innescare un effetto domino che ha spinto i civili a perdere ogni contatto con la realtà.
    Pregare rifugiandosi nelle chiese affidandosi ai ministri di Dio, così come nascondersi al pari di un bambino impaurito dietro papà mobilitazioni armate, si sta dimostrando tutto inutile nello stesso modo in cui, come racconta quella simpatica storiella, la rana cerca goffamente di afferrare il riflesso della luna nello stagno convinta di poterla toccare.
    Ironicamente tutto questo macello gioca a tuo favore, perché? Probabilmente un tipo come te che non si è mai dovuto affidare a terzi per sopravvivere, abbandonato alle proprie sventure sin dall'infanzia più precoce, risulta maggiormente formato ad affrontare situazioni di crisi: certo, il pericolo può essere sempre dietro l'angolo e non è detto che qualche schifosa bestia ti possa saltare al collo, o qualche invasato ti punti il fucile contro per impallinarti, ma comunque ti dimostri sicuramente più preparato di tutti questi idioti che urlano come ragazzine isteriche.

    «EHI!!
    Che fai qui così? Scappa! Scappa o quei cosi ti avranno! »


    Un tizio preso dall'angoscia ti rivolge la parola mentre tenta disperatamente di trovare un riparo o forse abbandonare la città: a quanto pare quei cosi con cui hai avuto il "piacere" di fare bisboccia, hanno invaso l'intero territorio, non solo la prigione, cosa che poi non ti stupisce più di tanto dato che sicuramente sono riuscite ad intrufolarsi nel carcere tramite le fogne e risalire dalle docce o, ancora più ingegnosamente, aprirsi una braccia per banchettare con un pasto sicuro che nessuno avrebbe certamente pianto.
    La legge di Darwin è sin troppo chiara, soprattutto in simili contesti: non è né il più furbo, né chi vuole mostrare brandelli di coraggio che sopravvive, ma chi si sa adattare meglio alla situazione: finora le tue scelte ti hanno premiato ma mai sfidare troppo la buona sorte.
    Il momento è chiaro, abbastanza cristallino nel diffondere il messaggio alla stessa umanità: una nuova era sta giungendo in cui sciocchi o deboli stanno venendo immolati per rimodellare il ciclo della vita, così come nello stesso modo, milioni di anni prima, i dinosauri avevano subito un destino non meno infausto che aveva decretato la fine della specie dominante sul pianeta.
    Dunque, siamo a questo punto? La totale estinzione dell'uomo? O semplicemente quello a cui stai assistendo è la prima ondata per capire se alcuni sono capaci di dimostrarsi degni e di conseguenza più coriacei dei molti, sin troppo fragili per riuscire ad adattarsi e vivere in un periodo tanto oscuro.
    Urla, spari, e ancora urla, tutto si mischia come in una sinfonia che sta suonando la sua marcia funebre.
    Non vi è tempo per aiutare o tornare indietro così da capire quanto grave possa essere la situazione; solo avanzare, procedere e trovare riparo, sperando che questa mattanza non duri per l'eternità, come la punizione che viene inflitta a dei peccatori una volta finiti all'inferno e scaraventati nell'apposito girone.

    Cosi, approfittando della confusione, procedi spedito fino a trovarti a un bivio, infilarti nel vicolo che trovi sulla tua destra, oppure continuare la folle corsa insieme a quei disperati.
    Senza pensarci due volte decidi di aggrapparti alla tua buona stella e allontanarti dalla folla. Passano alcuni minuti e, mentre ti immergi nel buio del vicolo sporco, umido e maleodorante, un vociare attira la tua attenzione: non ti stupisci che oltre a te, altri abbiano avuto la stessa idea, ma non puoi rischiare di ritrovarti confinato insieme ad altri in uno spazio cosi stresso che rischia di limitare pesantemente i movimenti. Non sai se siano inseguiti da quelle schifose bestie, il rischio è troppo grande per esaudire i voraci desideri di quei sorci ributtanti, speranzosi di poter banchettare anche con le tue interiora.
    Ti guardi in giro, cerchi di capite se vi possa essere una potenziale scappatoia e, dopo un paio di fugaci occhiate in ogni direzione, ti accorgi che dietro un cassonetto dei rifiuti abbastanza voluminoso, attaccata alla parete dell'edificio scrostato dal tempo, una scala antiincendio parzialmente celata è collegata al secondo piano di un appartamento con tanto di balconata in ferro battuto affacciata sul vicolo.
    Fai velocemente due più due, e comprendi che usando come appoggio la spazzatura all'interno del cassonetto puoi arrampicarti usufruendo della scala e poter raggiungere la balconata, forzare una delle due finestre e infine intrufolarti all'interno dell'appartamento.
    Non ti resta che agire e sperare di fare in tempo prima di essere raggiunto dal gruppo. Non ci tieni ad essere rallentato o peggio ancora, aggredito per rubarti la scappatoia, perché si sa, in momenti come questi vale la regola, ognuno pensi a se stesso.
    Non ti resta che darti da fare e sperare che tutto vada per il meglio.



    Edited by Ramiel - 24/8/2023, 23:59
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    III


    Click




    «Fermo. »

    Il cane stava ringhiando. Solo il grilletto lo teneva fermo dall'azzannare la testa del ragazzo.
    Le mani erano ferme. <stranamente . Si impara presto a maneggiare un arma da fuoco. Ancora più velocemente si impara ad ammazzare. E anche se il gusto rimaneva orrendo poi ci si abituava.
    Quelle mani, però, non erano di chi aveva sempre maneggiato un arma. Il viso rotondo e barbuto, gli occhiali – una lente rotta – un corpo grasso, zaino in spalla da cui fuoriusciva una specie di mazza non era di un soldato.
    Una persona normale che lottava per sopravvivere in un mondo di merda. Dove il più forte uccideva il più debole.
    Quella voce era rotta dalla paura. Ma le mani erano ferme, la canna puntata senza esitazione perché la paura della morte poteva rendere mani da studioso, mani da killer.


    «Scendi lentamente. Non aprire bocca. »


    Un gruppo di persone.
    Un paio di bambini, una donna, l'uomo che lo teneva sotto tiro e un ragazzo di poco più di vent'anni che dal fisico, forse, sembrava essere uno di quei influencer fitness model, oppure solo uno che ci teneva scoprendo che i muscoli servivano per lottare e non per fare sfoggio inutile sul corpo. La donna, che dagli abiti sembrava una manager di qualche azienda, lo guardava fissa imbracciando un fucile squadrandolo da capo a piedi. Forse sui quaranta. Forse era stata anche affascinante, ma i capelli erano lerci, oltre ad avere ferite fasciate alla belle e meglio sulle braccia ed il suo tailleur aveva visto giorni migliori.


    «Controlla sotto. Dimmi che succede. »

    Il ragazzo si mosse immediatamente.

    «Un altro gruppo di persone che fuggivano. Nulla di speciale.
    Aspetta...qualcosa non va. »



    «Controlla il nostro ospite. Se fa una mossa che non ti piace ammazzalo.»

    «Nemmeno lo devi dire. Mettiti attaccato qui al muro e non fiatare.»

    «Bocche chiuse ora.
    Che vedi?»


    «Sono seguiti da uno di quei mostri.»

    «Fammi vedere. Dammi lo specchietto...»


    Era come sentire il vetro frantumarsi. Come calpestarlo.



    4d7dcba028eeae3128c52c2d29880d44




    Erano uomini? O erano qualcos'altro? Sembrava che l'Inferno avesse vomitato il suo peggio sulla terra. Si muovevano lenti ma non si guardavano intorno. Sembrava che non li importasse. Sempre che potessero avere emozioni. Di umano, comunque, non avevano nulla. Sempre che questa definizione potesse significare qualcosa ad oggi.

    «Gli spari provenivano dall'altra parte e questi ci tagliano la strada...»


    Parole sussurrate. Gesti e mimica.


    «Restiamo qui. Se abbiamo visto giusto si scontreranno. Ci spostiamo dopo.»

    «Ai bambini penso io.
    Venite qui ragazzi e chiudete gli occhi come vi ho insegnato.»


    «Tu stai tranquillo. Dobbiamo muoverci veloci.»

    Le prima urla. Gola umane potevano davvero fare così? I bambini si strinsero di più ma non gridarono. Tremavano ma tennero gli occhi chiusi.


    NOTE MASTER: Ti sei imbattuto in gruppetto ben armato di sopravvissuti. Hanno avuto, forse, la tua stessa idea e per questo ti sei salvato dall imbatterti nella Corruzione. I due gruppi, quelli incontrati prima che questi nuovi, verranno allo scontro visto che la Corruzione sta muovendo verso di loro. Puoi anche descrivere la scena ma sarà una carneficina. La Corruzione sembra infermabile, non muoiono, e sono dei mostri che a prima vista non hanno sentimento alcuno.
    Quando i due gruppi entreranno in contatto, il gruppo si muoverà cercando di allontanarsi. Fai la tua scelta. Se li segui vi allontanerete dal posto ma non uscirete dalla città. Si cercherà solo un posto al sicuro per riprendere fiato.
    Se non li segui ferma il tuo post appena ti lasceranno solo.


    Edited by Lyga - 27/8/2023, 00:17
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

    Group
    Member
    Posts
    439
    Location
    Caos

    Status
    DEAD

    "C’è un detto: il pessimista guarda in basso e sbatte la testa, l’ottimista guarda in alto e cade a terra. Il realista guarda avanti e regola il percorso di conseguenza.."

    The Walking Dead

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Click

    Il rumore è inconfondibile e già hai capito che tipo di scenario ti attende ancor prima di ascoltare quella voce che tenta di mascherare l'incertezza, la paura, la disperazione caricandosi di autoconvincimento per non tentennare.
    Perché di questo si tratta quando il mondo va a puttane e, benché tu non abbia mai imbracciato un'arma, devi comunque trovare la forza per adattarti e mutare la tua natura: almeno ci devi provare con tutte le tue forze e, magari scopri, in questo modo, talenti nascosti, inaspettati, che fino a poco tempo fa neanche ti passava per la testa di affinare, come imbracciare un fucile.
    Tu ne sai qualcosa di adattamento in quanto sin dalla più tenera età ti sei dovuto adeguare non certo a un evento apocalittico, ma comunque alle dure leggi della strada; leggi che impongono di sviluppare la predisposizione a rubare, commettere atti di violenza e, nei casi più estremi e necessari, uccidere.
    E' quasi ironica quella scena, ma sai anche che ci sta, si chiama legge della giungla: percepire come la legge di natura - che non tiene conto dei codici etici o morali - spinga ogni essere, messo nelle condizioni più estreme, a tirare fuori indoli necessarie per poter vivere un altro giorno.
    Capisci la situazione seppur non ti faccia piacere l'idea di una pallottola che potrebbe farti saltare la testa da un momento all'altro. Comprendi le motivazioni che spingono quest'uomo a minacciarti di ucciderti se non fai quanto ti chiede: ti mostri collaborativo.
    Puoi percepire la paura nelle sue parole; la voce rotta che tradisce il suo gesto estremo e ne identifica il carattere, non certo di un delinquente o un assassino, ma solo qualcuno che cerca di sopravvivere e difendere quello che ha di più caro: la sua famiglia.

    «Scendi lentamente. Non aprire bocca. »

    Obbedisci senza controbattere, sai bene quanto possa essere pericoloso un individuo armato tanto suggestionato dalla paura e, onestamente, ci tieni troppo alla tua testa per sfidarlo in una gara tra alfa a chi ce l'ha più grosso.
    Certo, non sei un santo e la tua opera di collaborazione non significa che d'un tratto l'empatia ti abbia scaldato il cuore; la tua fedina è talmente sporca che se ne potrebbe odorare il fetore, potresti batterlo senza problemi ma non sei stupido e non ti va di giocare a dadi con la sorte.
    Semplicemente ritrovarti a fare il pungiball tra due fuochi, il cane che ringhia e l'uomo armato, sono uno sprone più che valido a startene buono e non buttare ulteriore benzina su un incendio che sta già carbonizzando tutto quello che tocca.
    Rapide occhiate da parte tua. Cerchi di capire quanti siano e, soprattutto, cosa ti devi aspettare.
    I bambini sono le prime sagome che i tuoi occhi osservano, per poi notare una donna - la madre? - in condizioni pietose; una donna che prima di questo schifo doveva essere decisamente di bell'aspetto ma che ora mostra i postumi del caos anche sul suo corpo, decisamente trascurato: a cominciare dai capelli lerci e il vestito pieno di strappi e macchie di sangue che ha visto giorni migliori.
    Come l'uomo anche lei ti punta un fucile e comincia a squadrarti dalla testa ai piedi. Ok, bisogna rettificare: sei tra tre fuochi, non due, visto che due tizi impauriti, sicuramente non frequentatori domenicali del poligono più vicino, potrebbero far partire un colpo spinti più dal timore, che dalla decisione.
    L'altro tizio che ti trovi davanti è un ragazzo, uno di quei narcisi da palestra, più devoti alla cura del corpo per guadagnare l'ennesimo like suoi social, che un'esperienza reale da cultore di combattimento e difesa personale; un povero cristo che probabilmente si è unito alla famigliola rendendosi conto delle alte percentuali di schiattare dopo due passi in mezzo a quella carneficina che sta avvenendo.

    «Controlla il nostro ospite. Se fa una mossa che non ti piace ammazzalo.»
    «Nemmeno lo devi dire. Mettiti attaccato qui al muro e non fiatare.»

    Sei più propenso ad assecondare che ad intimorire, in quanto sei certo che la loro azione di puntarti le armi contro sia solo un riflesso condizionato dal timore di non essere aggrediti, più che l'impulso animalesco di attaccare per primi dimenticandosi di secoli di evoluzione.
    Ascolti con attenzione quanto si dicono: il ragazzo cerca di scrutare tramite uno specchietto così da rimanere comunque ben nascosto e inizia la cronaca dell'inevitabile, la carneficina che con violenta fame di sterminio avviene lungo le strade.
    Vi è tensione tra i presenti, quello a cui si sta assistendo innesca le paure più primordiali, tuttavia si preoccupano per i piccoli, cercano di tranquillizzarli rammentandogli di tenere gli occhi chiusi per non subire ulteriori traumi, oltre a quelli, purtroppo, inevitabilmente subiti finora - i bambini sono sempre le vere vittime, soprattutto quando sono costretti a vivere un'esperienza tanto estrema e allucinante. Non sei una persona sentimentale, non lo sei mai stata, ma forse, se anche tu avessi avuto qualcuno che ti avesse protetto da piccolo nello stesso modo e, soprattutto, avessi messo successivamente dei figli al mondo, probabilmente anche tu ti premureresti nello stesso modo di tutelare il più possibile la loro innocenza.
    Il problema, però, sta alla base: rimanere in quel gruppo, seppur armati, ti garantirebbe un effettivo vantaggio? Cinicamente parlando, la presenza dei bambini è il grosso problema.
    In quel caos, dove in qualsiasi momento potrebbero sbucare fuori esseri ributtanti pronti a cibarsi delle carni umane, pensare alla sicurezza di terzi rappresenta un rischio troppo grande, soprattutto se si devono prendere decisioni immediate per salvarsi per il rotto della cuffia.
    Il tuo obiettivo è allontanarti dalla città il più velocemente possibile, riposare non è la tua priorità: solo una volta messoti alle spalle quella città ormai marchiata dalla dannazione avresti riposato le tue stanche ossa.
    Sei ben conscio che Dublino ormai non è più sicura e nessun luogo per quanto alto o ben nascosto sotto terra garantirebbe la sopravvivenza certa.
    Un buon modello da seguire è quello degli uccelli migratori che, spinti dal bisogno di trovare un clima meno rigido, si muovono senza sosta per raggiungere mete climaticamente più accoglienti.

    D'altro canto però, bisogna sempre tenere a mente i pro e i contro del contesto che ti viene offerto; non bisogna mai prendere una decisione d'impulso ma analizzare ogni sfaccettatura della situazione.
    Quello a cui hai assistito finora prima di imbatterti in queste persone, ti ha mostrato solo gli aspetti più selvaggi della razza umana: gente priva di raziocinio, troppo presa a sfogarsi in quanto raggelate dalla consapevolezza non tanto di non farcela, quanto di non volercela fare, per provare a salvaguardare il proprio orgoglio e lottare contro la tetra tirannia.
    Qui invece noti che la dignità non è andata totalmente a farsi friggere e che seppur esternandolo in modo differente, il loro desiderio di sopravvivere è forte quanto il tuo.
    Ascolti attentamente il loro confabulare, non sembrano totalmente degli sprovveduti, lo stesso fatto di aver avuto la tua medesima idea comprova che nel loro fuggire vi sia qualche tipo di strategia e non il semplice istinto dominato dal terrore di scappare e nascondersi anzi, i loro spostamenti sembrano ben ragionati, potrebbero essere un momentaneo buon appoggio.
    Oltretutto rimanere lì fermo non è che muoverebbe lo scacchiere garantendoti la certezza di una mossa vincente - quando la vita è in gioco, bisogna saper rischiare, non esistono scelte sicure ma solo la speranza che la decisione presa sul momento possa essere quella più azzeccata.
    Intanto l'urlo della sofferenza si propaga; quello che ascoltate non sono urla normali - ne rimani suggestionato a tal punto da percepire un brivido gelido e pungente discenderti dalla nuca sino al coccige, passando per la schiena. Sei atterrito, non puoi celare un simile stato d'animo.

    "«Tu stai tranquillo. Dobbiamo muoverci veloci.»
    Non vi sarò d'intralcio, anzi, credo che collaborare possa giovare ad entrambi: voi volete spostarvi in un posto più "tranquillo" per mettere al sicuro i bambini, giusto? Mentre io voglio andarmene dalla città il più in fretta possibile ma prima devo allontanarmi dalla zona critica.


    Arrivi a tale decisione in quanto comprendi che sia necessario riordinare le idee, onestamente non disdegni, nel tuo immaginario, l'eventualità di trovare un posto al sicuro così che tu possa riprendere fiato, sempre sperando che uno di loro due, o entrambi, non reputino la tua presenza scomoda o ingombrante palesando, di conseguenza e giustamente, diffidenza.
    Attendi una risposta, pronto in caso di assenso a seguirli e dirigervi insieme verso mete dove l'infestazione e meno propagata e si può ragionare con più tranquillità, se tale parola è ancora concepibile.



    Chiedo scusa per la modifica al post ma rileggendolo mi sono accorto di qualche refuso e ho modificato.


    Edited by Ramiel - 28/8/2023, 08:16
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    IV


    Un cenno d'assenso. Non c'è tempo né per parlare troppo, né per tergiversare. Un secondo in più o in meno faceva la differenza tra vita e morte.
    Il gruppo si mosse compatto, con Rodhlann in mezzo. Davanti l'uomo, dietro a Rodhlann la donna, chiudevano il gruppo il ragazzo con i bambini.
    Ed erano efficienti.
    Le loro borse avevano medicinali, armi, viveri, i loro zaini strumenti come torce, crick, piedi di porco – all'occorrenza potevano essere anche armi rudimentali.
    Scesero le scale in silenzio. I muscoli del ragazzo servivano effettivamente a qualcosa: non solo aveva uno zaino pesante, contenente l'occorrente per un piccolo accampamento da campo, ma teneva per mano i due bimbi che non si staccavano da lui nemmeno un momento. Non aveva armi con sé. O forse le portava ma di più leggere.

    «L'idea è chiara. Allontanarci dalla città il più presto possibile. Tenerci lontano dalle strade principali, centri commerciali o le vie dello shopping. Trovare un posto tranquillo per passare la notte. Lontano dalla confusione.»

    Quell'uomo era metodico. Una mente che calcolava pro e contro.
    Non era un soldato ma rifletteva. E in questo mondo pazzo era un'arma da non sottovalutare.

    «Bisogna fare attenzione non solo a quei mostri ma anche agli uomini. Che situazione di merda!»

    La donna sputò quelle parole con rabbia.

    «Potrei fare della filosofia spicciola e dire che la nostra razza ha da sempre questa vena di autodistruzione ma non oggi. Ci sono problemi più gravi che pensare alla filosofia o ai perché l'essere umano fa così schifo.
    La città è contaminata e dobbiamo uscirne dirigendoci versi i paesini. Meno gente, meno affluenza forse meno mostri.»



    Le strade erano in guerra. I palazzi in fiamme. Urla e spari di tanto in quanto rompevano la monotonia di questo viaggio surreale. Strade distrutte, macchine abbandonate, appartamenti saccheggiati. Negozi presi di mira da sciacalli e violenza.
    Le urla dell'odio e della crudeltà erano la melodia che accompagnava un gruppo che poco aveva da spartire e da condividere in tempi più civili.

    «Prendere le macchine? Almeno potremmo muoverci più velocemente.»

    Il ragazzo aveva ragione.
    Superficialmente.

    «Ed essere schiavi della benzina? Oltre che bersagli facili. In più a piedi possiamo muoverci veloci anche in posti dove una macchina non riuscirebbe a passare.»


    Appoggiato ad un muro controllava un incrocio.

    «Andare verso il porto mi sembra una stronzata. Da li si arriva al St. Catherine's National School. Quindi andiamo avanti fino al Drimnagh Castle e poi vedremo il da farsi.»

    «Non sarebbe meglio prendere una nave e fuggire da questo inferno.»

    «Si ragazzo mio. Ma potrebbe anche essere un posto distrutto e le navi affondate o salpate. Non possiamo saperlo. Dovremmo attraversare mezza città col rischio di fare un buco nell'acqua. Meglio uscire da Dublino e dirigerci verso porti più piccoli.»

    «Tipo Skerries?»

    «Brava. Tipo...»

    Dopo si mossero.
    Volevano arrivarci il prima possibile e sembrava che quell'uomo conoscesse bene le strade di questa parte di Dublino. E proprio questa fu una fortuna. Sapersi muovere sul territorio aiutava anche ad avere una piantina nella propria mente e a prevenire eventuali agguati, posti migliori, sicuri, insicuri, avere ben chiaro i pro e i contro.



    Accesero un fornelletto da campo in uno degli uffici della GM MOTORS. Al primo piano, non prima di aver tirato le tende per evitare che da fuori potesse vedere le luci. I sacchi a pelo a terra, le armi sempre in mano.
    Erano ben forniti di viveri anche. Sopratutto acqua.

    «Si può cacciare ma bere la vedo difficile. Ci siamo dimenticati come si viveva 200 anni fa senza acqua corrente.»

    «Guarda se non ci siamo ritornati a quei tempi, porca puttana.»

    «Ti capisco, Muirgen. Non farmi una doccia è la cosa che sopporto meno di questa merda. Pensa per una come te che guadagnava bene eh...»

    Stava cuocendo qualcosa su quel fornelletto da campo. Roba veloce e già precotta.

    L'uomo rimaneva alla finestra a guardare un orizzonte nero e incerto. I bambini invece guardavano il nuovo arrivato. I muscoli, le cicatrici. Rodhlann sembrava più grosso del ragazzo a prima vista. Ma meno alto di sicuro. E la qualità muscolare dell'altro si poteva ben vedere dalla definizione dei muscoli della spalla. La pelle era striata dal muscolo che si muoveva, contraendosi o rilassandosi, a seconda dei movimenti.

    «Io questo mondo non lo capisco e...»

    «LUI È Più GROSSO DI TE!»

    Dal nulla la voce squillante della bambina interruppe tutti e tutto. Dal nulla la spontaneità di quella bambina riusciva ancora ad essere pura in un mondo distrutto.
    E persino il ragazzo fece una smorfia come toccato nell'orgoglio, Muirgen e l'altro sorrisero di gusto.

    «Forse hai trovato chi ti batte, superstar

    «Stronzate! Eddai Órfhlaith non dirmi così...sei cattiva. Guarda qui! Guarda la striatura del bicipite, le vene vascolarizzate!»

    L'uomo sorrideva, vero, ad una scena di calma e tranquillità che era così distante dall'orrore che stava fuori quella finestra. Un orrore che non dimenticava.
    Il dito puntato sul grilletto. Occhi dentro gli occhi di Rodhlann.

    «E tu, invece? Chi sei?»



    NOTE MASTER: un post d'intermezzo per conoscere il gruppo con cui stai viaggiando. Puoi fare tutte le domande che vuoi.


    Edited by Lyga - 30/8/2023, 09:22
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

    Group
    Member
    Posts
    439
    Location
    Caos

    Status
    DEAD

    Rodhlann

    Gea

    Darian IV

    Energia Bianca



    il debole che mangia il forte

    ""Ed ecco un'altra cosa che so: le molteplici scelte e possibilità della vita quotidiana sono la musica che danziamo. Sono come corde di chitarra. Pizzicale e produrrai un suono piacevole. Una frequenza armonica. Ma aggiungi sempre più corde: dieci, cento, mille, un milione. Perché si moltiplicano! Canta un do di petto con una voce abbastanza potente e limpida, e puoi mandare in pezzi un cristallo. Suona la frequenza giusta sul tuo stereo a un volume abbastanza alto, e puoi mandare in pezzi una finestra. Ne deriva (almeno secondo me) che se aggiungi abbastanza corde allo strumento del tempo, puoi mandare in pezzi la realtà."

    22/11/63
    Stephen King



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Persone sgomente che non riuscendo a smettere di urlare per il terrore scappano, tentando di raggirare l'ineluttabile, ingegnandosi possibili riparti che possano garantirgli tutela e protezione; palazzi che cadono come pedine del domino in un qualcosa di simile a una procedura macabra di bonifica per liberarsi dell'infestazione umana; esseri orribili, sbucati dalle profondità più oscure del non creato che, selvaggiamente, si scagliano per ottenere la succulenta ricompensa: la carne pulsante.
    Era dunque vero, il giorno del giudizio non era opera di fantasia creata per intimorire i fedeli e mettere in guardia i miscredenti; l'inizio della fine aveva dunque un fondamento di verità che sarebbe diventato, sempre se qualcuno fosse sopravvissuto per riportare con la penna e il foglio le memorie della propria testimonianza: ogni individuo sulla terra stava scontando il suo processo con immediata sentenza di colpevolezza.
    Ricchi e poveri stavano venendo giudicati in egual modo durante quei terribili istanti; non valeva più la concezione di status che, conseguentemente, offriva dei benefit per rivendicare il dominio, posizionati in alto nella piramide.
    Adesso vi era solo il buio che, similmente a una forza irrefrenabile investiva ogni cosa per modificare ogni struttura e concezione.
    Cosa restava dunque delle disparità sociali in un simile momento? Strumenti come il denaro, i diamanti, il petrolio, i bond, le carte di credito e altri sistemi di invenzione umana - per decifrare la ricchezza di un individuo rispetto ad un altro - avevano perso la loro funzionalità indispensabile.

    Ogni significato di come governava la società era stato annichilito: gli astri si erano allineati - nell'infinito riverbero di un giudizio ineluttabile - per far calare il velo della sentenza tirannica che, tramite il suo soffio capriccioso, aveva innescato il grande piano affinché millenni di evoluzione umana fossero spazzati nello stesso modo in cui un'onda, impetuosa, cancella il castello di sabbia per intaccarne la memoria: come se non fosse mai esistito.
    Chiamatelo fato, legge di Murphy o più semplicemente attuazione di un piano imperscrutabile; a prescindere dalla definizione che si voglia utilizzare, il risultato non cambia: l'uomo stesso diventa stolta pedina, fagocitato da meccanismi di cui non gli è dato capirne il principio ma solo accettare, volente o nolente, il triste epilogo.
    Dublino e probabilmente ogni città, regione, nazione e continente - da oriente a occidente - stavano vivendo proprio tali angherie. Per quanto si potesse tentare la fuga e sperare di sopravvivere a quella tremenda ondata di malvagità intrisa di densa oscurità, rimaneva comunque evidente che nessun luogo, situato anche nelle più sperdute zone dell'emisfero, avrebbe garantito una sicurezza certa e la conseguente vana speranza di poter ricostruire ciò che stava crollando. L'uomo avrebbe dovuto guardare in faccia la realtà: nulla sarebbe stato più come prima.

    Resta comunque la forza di volontà e con essa l'orgoglio riottoso di non voler chinare il capo per essere sottomessi; perché bisogna capire una cosa degli stessi uomini che, per quanto siano una specie colma di innumerevoli difetti, nei momenti più bui della storia sono sempre riusciti a cadere in piedi e sopravvivere, seppur in minima parte: forse per questo l'umanità è stata spesso paragonata più ad un virus che a un mammifero, per quanto le sue caratteristiche fisiologiche rientrino in tale tipologia.
    Esserti imbattuto in quel gruppo, all'apparenza fragile come il cristallo, ti convince proprio di ciò: come l'essere umano possa dimostrarsi straordinario benché, a una prima occhiata, risulti banalmente ordinario e anonimo.
    Resti per il momento in silenzio, limitandoti - dopo che ti è stato dato il permesso di poterti unire alla piccola comitiva - a seguire la cerchia ristretta che non si arrende; vuole lottare con le unghie e con i denti per rivendicare il sacrosanto diritto all'esistenza e, conseguente, guadagnarsi l'agognata sopravvivenza.
    Noti con un certo interesse che sanno analizzare i dovuti spostamenti; ipotizzare quale sia il mondo, non a forza più comodo ma "certamente" più sicuro - anche se in quel clima di puro caos la percentuale certa di sicurezza non è un fattore scontato -; pianificare degli spostamenti che seppur non garantiscano la riuscita scontata, almeno si può sfruttare il dato statistico: optare o scartare.


    «Ed essere schiavi della benzina? Oltre che bersagli facili. In più a piedi possiamo muoverci veloci anche in posti dove una macchina non riuscirebbe a passare.»

    A quanto pare hai scelto bene optando per aggregarti a loro: la donna e l'uomo sembrano intendersi alla grande, soprattutto nel saper scegliere le location più idonee che non fossero state prese d'assalto come, probabilmente, stava accadendo nei grandi porti.

    «Si ragazzo mio. Ma potrebbe anche essere un posto distrutto e le navi affondate o salpate. Non possiamo saperlo. Dovremmo attraversare mezza città col rischio di fare un buco nell'acqua. Meglio uscire da Dublino e dirigerci verso porti più piccoli.»

    «Tipo Skerries?»

    «Brava. Tipo...»


    State attenti. Vi muovete con meticolosa attenzione. Non lasciate nulla al caso.
    E' un fottuto macello. Per le strade sembrava che un vero e proprio scontro di guerriglia fosse capitato, come per decenni la parte Nord dell'Irlanda, Belfast, era stata colpita dagli atroci meccanismi di ribellione che avevano spinto una parte del popolo a insorgere per rivendicare l'indipendenza. Qui, però, tutto è ancora più cruento, delirante, furiosamente animalesco.
    Non si tratta di comuni ingerenze dovute a umani che non accettano il dominio di altri umani, ma l'attacco concentrato di qualcosa di antico e oscuro che, senza pausa, si impegna a sfiancare l'impreparata umanità che a questo punto può solo fuggire il più lontano possibile per scongiurare l'esecuzione.
    I sentimenti più nefasti vengono rigurgitati, scandendo il ritmo dell'orrore che si propaga tramite il suono di urla inumane.
    Lentamente ma senza mai sostare oltre il tempo richiesto per calcolare il tempismo di azione, infine la vostra marcia vi porta in uno di quegli ipotetici luoghi che dovrebbero garantirvi un minimo di calma e pace.
    Uno di quei luoghi che prima dell'avvento - così l'hai ribattezza- , rappresentava le solide basi dell'economia umana e che ora risulta dismesso, offrendovi il potenziale appoggio per la notte.
    Nulla di meglio da chiedere per ricaricare le batterie: i vostri corpi sporchi, doloranti e soprattutto stanchi, necessitano di riposo.
    L'inevitabile scambio di battute viene così innescato sottolineando i pro e i contro dell'evoluzione, impigrita dai confort che nei secoli hanno reso l'uomo un essere indebolito negli istinti, dimenticandosi dell'arte della sopravvivenza che per millenni lo hanno visto protagonista nel rivendicare il suo dominio nella catena alimentare - tramite l'antica arte di sfruttare le risorse naturali senza stravolgerne la struttura d'origine.
    La gran parte di voi - tranne l'uomo che scruta da una finestra i potenziali imprevisti che potrebbero palesarsi - si ritrova seduta intorno a un fornelletto da cucina, impazienti di mettere qualcosa sotto i denti: siete affamati e sfiniti dal lungo tragitto che vi ha visto scampare alle insidie di un nuovo e orribile mondo avvolto dalla cappa perenne della notte che domina imperiosa con il suo sorriso beffardo.

    «LUI È Più GROSSO DI TE!»

    La voce dell'innocenza decide di rompere l'imbarazzante senso di vuoto che avvolge i vostri cuori.
    La spensieratezza con cui interagisce è un dono raro che non può essere ignorato e, infatti, palesi un sorriso in direzione della piccola che con tanta premura si preoccupa di farti sentire parte del gruppo.
    Una delle tue passioni che hai sviluppato in carcere, forse più per necessità di evadere allo stress della ripetitività di vivere in un luogo e angusto, viene sfruttata a dovere cominciando a plasmare un comune foglio di carta, che hai trovato sul pavimento, per piegare gli angoli e dare vita a una nuova struttura grazie all'arte conosciuta con il nome di origami.

    Oh, ti ringrazio signorina, questo è per te...

    Quello che ora ricorda un cigno, viene porto con delicatezza alla piccola: non sarà una bambola ma almeno ti auguri che l'originalità di ciò che hai creato possa renderla comunque felice.

    Scommetto, invece, che a questo ometto piacciono i supereroi!

    Per quanto la tua vita sia stata costellata da dolore, sofferenza e discriminazione, questo non ha mai ucciso il tuo animo che ha sempre lottato con tutto se stesso per preservare la tua umanità.
    Cominci a lavorare s un secondo foglio, così da creare il piccolo uomo che vuoi donare al bambino. Non ci metti molto, giusto il tempo di qualche accurato accorgimento per non deludere la sua impaziente curiosità.

    Ecco a te!

    I minuti scorrono lieti, sembra un luogo benedetto rispetto allo schifo a cui il resto del mondo sta assistendo senza essere risparmiato con un attimo di tregua.
    Ben presto i vostri visi intristiti e pensierosi, vengono ammorbiditi dalle risate; il siparietto del ragazzo che vuole salvare la sua virilità e scongiurare il fallimento di anni di meticolosa attenzione alla cura del corpo è decisamente esilarante. Anche tu non puoi sottrarti al momento spensierato.

    «E tu, invece? Chi sei?»

    L'uomo con in mano l'arma, stronca quell'attimo di quiete chiedendoti di presentarti. Il suo gesto di fissarti intensamente negli occhi è un chiaro segnale che per quanto ti abbia permesso di unirti al gruppo questo però non gli fa abbassare la guardia. Giustamente non sa chi tu sia, quali possano essere i tuoi reali intenti e se la tua apparente collaborazione non sia una messa in scena per attaccarlo nel momento più propizio e prendere possesso dell'arma ma soprattutto della mappa e delle scorte.

    Mi sembra una domanda più che lecita, scusate se non mi sono presentato sin da subito ma le ultime ore, sarete concordi con me, sono state belle toste. Mi chiamo Rodhlan, sono un biker, oltre che meccanico di professione. Mi trovavo nella mia officina cercando di rispettare la tabella di marcia quando il caos ha deciso di farmi visita.

    Non ci tieni a condividere i dettagli della tua permanenza al penitenziario di Dublino; sarebbe solo un'ulteriore grana e probabilmente saresti allontanato dal gruppo in quanto un uomo con la fedina sporca viene guardato sempre in modo diverso. La storia però sul biker e la professione di meccanico è vera: prima di essere condannato alla reclusione, ti sei appassionato ai motori, più nello specifico alle moto. Certo, hai omesso un dettaglio importante, non di poco conto, ma visto quali minacce circolano all'esterno, senza alcun dubbio un galeotto che sa stare al suo posto, rispettando gli spazi, è sicuramente la preoccupazione minore.

    Mentre voi, invece? Chi eravate prima dell'avvento? La capacità organizzativa che palesi è una dote rara.
    Non mi sembrate la classica famigliola che compare sulle copertine dei cereali, oppure mi sbaglio?

    dividerleaves.PNG


    cordi3a


    GAMBO: //

    RADICI: //

    DARIAN://

    MEMORIE: //





    Si ringrazia Guardian of the Sea per l'aiuto con il layout.



    Edited by Ramiel - 4/9/2023, 23:41
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    V



    «Oisín. Professore Universitario di Biologia e Chimica.
    Se conta ancora qualcosa la professione che avevamo prima.»


    I bambini rimanevano esterrefatti dell'abilità di quell'omaccione che ai loro occhi era così grande. Mani così grandi che riuscivano a fare cose così belle e piccole.
    Il mondo dei grandi era complicato e affascinante. Il ragazzo prese entrambi per farli andare a dormire con i loro origami stretti al petto.
    Una speranza e una luce in una mare di merda e orrore.

    «E no. Hai ragione. Nessuno di noi conosceva l'altro. Ci siamo ritrovati per caso a condividere quello che rimaneva.»

    «Scoprendoci anche abbastanza bravi a sopravvivere.
    Sono Muirgen comunque. Facevo parte del consiglio amministrativo di una multinazionale. Bella vita. Bei soldi. Bello tutto. Single. Spasimanti qui e la ma a quanto pare questa merda ci ha fatto ricordare cos'è importante e chi sono i potenti. A quanto pare non chi ha i soldi e il potere...politico o militare che sia


    Muirgen si era appoggiata con la schiena al muro, sull'angolo al lato sinistro, rivolta alla porta d'ingresso. Si stava appoggiando meglio il fucile sulla spalla, mettendo la tracolla in modo tale da non perderlo e poterlo subire portare in spalla.
    Una glock venne caricata e poggiata tra le gambe, la destra ne accarezzava il manico pronta per fare fuoco.

    «vero...ma anche per questo ragioniamo. O almeno cerchiamo di farlo. Ognuno di noi ha portato qualcosa a questo gruppo.
    Chi la forza e l'agilità, chi il raziocinio e il saper gestire armi, munizioni e cibo chi un po' di storia e qualche lezione di biologia. Poca roba contro quei mostri ma che ci hanno permesso di arrivare ad oggi.»


    «La forza? stai parlando di me, eh?!
    Comunque sono Ferón. Campione irlandese di Classic Physique, superstar di youtube. Il corpo più bello d'Europa. Ed oggi questo corpo mi salva la vita...prima mi faceva guadagnare soldi e sponsorizzazioni oggi un giorno in più.»


    Il sorriso di chi ancora riesce a trovare qualcosa su cui poter sdrammatizzare.
    Un urlo nella notte. Ormai erano abituati a queste urla disperate.
    Ma la domanda era sempre la stessa: era del cacciatore o della preda?


    «I bambini sono addormentati. Li abbiamo trovati tra le macerie di una villa. Si nascondevano da chissà chi e cosa. Non sappiamo chi sono i loro genitori e se sono vivi. Quando glielo chiediamo vediamo il terrore ancora e preferisco evitare. Me ne prendo cura. Una responsabilità che mi da forza...Aniway...I turni di guardia li facciamo al solito credo. Tu riposa pure quanto vuoi.»

    Il ragazzo passò una birra a Rodhlann sedendosi tra i bambini. Vi era dell'affetto genuino.


    «Si al solito.
    Mh...strano pensare che fino a poco tempo fa ognuno aveva il suo mondo, al sua vita, pensava e credeva a cose, ne reputava altre importanti ed ora tutto quello che avevamo in mano è andato distrutto. Ci è esploso letteralmente tra le mani.»


    «Non ci pensare. Tanto non dipende da noi. Ormai siamo fottuti cerchiamo di renderglielo difficile.»

    «Non voglio morire diventando uno di quei cosi.»

    Appoggiata al muro Moirgen guardava il soffitto. Persa in chissà quali pensieri.

    «Da professore sarei interessato a capire come funzionano. Cosa sono. In che modo è esploso tutto questo. Ma è come ritrovarsi in quelle leggende che parlano di fine del mondo, mostri, demoni e quant'altro. Cerco di credere a questo fucile, ad una pallottola che può salvarmi per vedere la prossima alba. Ancora una...»

    Ancora quel gesto nervoso sulla fede.

    «Si...la prossima alba...»

    Anche il sorriso di Ferón si spense con la luce. Oisìn controllò la strada e i giardini della vicina accademia.

    «Beh adesso dormiamo. Spengo la luce e faccio io il primo turno di guardia d'accordo.»

    «Dopo vado io. Ho rotto alcuni vetri nel corridoio. Se qualcuno passa lo sentiremo. Preparate già tutto per il viaggio e tenetevi solo il sacco a pelo. A te, nostro nuovo fusto, prendi questa coperta.»

    «Grazie eh...»

    «Di nulla, megafusto

    L'occhiolino e il sorriso beffardo.

    «Ci sarà tempo per parlare. Ora riposati il viaggio sarà lungo...»


    E nei loro cuori speravano che non finisse nelle fauci di quei bastardi.







    Dormire. Facile vero?
    Il silenzio della notte irreale. Non vi era nessuna luce, non vi era nulla se non le stelle nel cielo e la luna. Non vi era che il soffio leggere e con i primi freddi dell'autunno che portava con sé.
    Il respiro dei bambini e dei suoi compagni di viaggio.
    Facile dormire quando il corpo ne ha bisogno dopo orrore, stress, paura, tensione e quell'ansia che era come un cappio intorno alla gola.
    Eppure perché Rodhlann non ci riesce? Il suo sonno è agitato.
    Visioni strane. Frasi sconnesse che non riesce a captare quella sensazione di poter fare di più, di non dover scappare ma di combattere. Forse è solo la giornata. Forse è solo il contatto con la morte, con un orrore alienante.
    Eppure il sudore imperla la fronte, il respiro è agitato e vede con gli occhi dell'animo un qualcosa come in un caleidoscopio ma che sa che è pericoloso.
    Ed ora ne vede il sembiante. La sua figura. Il ringhio. Come se fosse davanti a lui. Come se potesse toccarlo.
    Insieme alla consapevolezza della pochezza umana di fronte a tutto questo.
    L'indicibile soprannaturale che mostra quanto la razza umana conti davvero poco.

    0ad5779a82bcdf529a41611cd07efa8e
    Nell’incubo senti che hai smarrito il codice della vita,
    che hai demolito il nucleo della sicurezza,
    che stai precipitando nel vuoto.
    E chiedi soltanto una cosa: di essere risparmiato.




    Si risveglia di soprassalto.
    Sapendo che il pericolo è vicino a loro, così vicino che ne può avvertire il fetore. Eppure tra la paura c'è qualcos'altro che pulsa nelle profondità della sua anima.

    «Ehi che hai, ragazzo?»

    La voce di Oisìn. La realtà. Un sogno.
    Solo un sogno, un incubo. Ma allora perché non si toglie di dosso questa sensazione? Perché ora si fa più acuta?
    Sembra come portarne un peso.
    La finestra. La finestra è importante. Lo sa e basta. E vede sciamare nella loro direzione, nascoste dalla tenebra e silenziose come il vuoto siderale. Le vede con occhi che non sono occhi. Lo sa che sono lì.
    Le vede come se i suoi sensi si fossero acuiti. Una forza che non è mai stata in lui.
    Tutto troppo in fretta per capire e riflettere.
    Braccia come tentacoli di carne che si allungano partono nella loro direzione.
    Li vede prima che si muovono. Per un attimo. Un attimo e deve prendere una decisione.



    NOTE MASTER: ci sono alcune informazioni del gruppo ma ancora non dicono tutto come è giusto che sia in una situazione dove non ti conoscono, sono scossi da un mondo che si sta distruggendo a pezzo a pezzo e quindi si tengono per loro le paure i dubbi e le loro storie.
    Dopo questo scambio di battute si riposano facendo turni di guardia ma tu non dormi. È come se fossi in un caleidoscopio di immagini, sensazioni, voci confuse a cui non sai dare significato. Ne sei sopraffatto e hai la sensazione di un pericolo imminente che prende la forma del mostro che ti ho messo nel post.
    A questo punto hai non più la sensazione ma la certezza del pericolo e scatti verso la finestra come richiamato da qualcosa. Lì vedi i mostri che erano tra i vicoli nei primi post che avanzano nella vostra direzione ma nascosti. Solo tu li noti. E solo tu puoi scattare prima del loro attacco sentendo una forza che mai ti è appartenuta prima per un attimo.
    Hai un'altra scelta difenderti o difendere te e Oisìn.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

    Group
    Member
    Posts
    439
    Location
    Caos

    Status
    DEAD

    Rodhlann

    Gea

    Darian IV

    Energia Bianca



    il debole che mangia il forte

    "Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto là dove molto pianto mi percuote. Io venni in loco d'ogne luce muto, che mugghia come fa mar per tempesta, se da contrari venti è combattuto. "Inferno", Canto 5



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    redmoon_5117
    Blood into the moon...


    La luna è sempre più scarlatta nella sua colorazione; è strano osservare quell'astro aver perso la sua tonalità originaria. La realtà per come la conoscevi, ormai, non esiste più: un nuovo mondo pregno di violenza e tirannia ora domina con le sue leggi oscure, tuttavia, ti godi il momento. Non ti dispiace il clima di serenità che si è creato.

    «Oisín. Professore Universitario di Biologia e Chimica.
    Se conta ancora qualcosa la professione che avevamo prima.»


    Risponde alla tua domanda senza fare storie: è un cervellone, di quelli tosti. Per quanto i vostri status sociali siano diversi, rispetti profondamente quell'uomO; ci vuole un grande coraggio a proporsi come leader e soprattutto difendere i più deboli, sobbarcandoti la responsabilità di tutelare l'esistenza altrui.
    Come ipotizzi non si tratta di una famiglia ma di un gruppo formatosi, spinto dal desiderio di sopravvivere.
    Osin e Muirgen si possono indentificare come le colonne portanti su cui si regge il tutto; nulla da togliere al ragazzo, ma sicuramente la sua giovane età non gli permette di offrire lo stesso livello di esperienza dei due più anziani - la sua è più una figura di supporto, di aiuto : delle braccia allenate e giovani fanno sempre comodo.

    «Da professore sarei interessato a capire come funzionano. Cosa sono. In che modo è esploso tutto questo. Ma è come ritrovarsi in quelle leggende che parlano di fine del mondo, mostri, demoni e quant'altro. Cerco di credere a questo fucile, ad una pallottola che può salvarmi per vedere la prossima alba. Ancora una...»

    Una infestazione si può combattere solo in un modo.

    Indichi il fucile in un gesto inequivocabile. Non esiste studio scientifico, almeno in questo attuale momento storico che permetta il lusso di giocare allo scienziato con le cavie da laboratorio.

    «Si...la prossima alba...»

    Già, si lotta per vedere sorgere il sole un altro giorno; sempre che questa oscurità permetta alla luce del sole di irradiare, seppur timidamente, con i suoi raggi queste terre ormai maledette!

    Comprendi quanto astio debba essere incanalato in lui; il dettaglio di giocare con la fede racconta chiaramente una storia: sua moglie vittima delle tenebra, forse anche i suoi figli? Una storia tanto comune a una minoranza della popolazione che come voi è riuscita a sopravvivere alla prima furente ondata. Una piccola parte che spera di riuscire a vedere un'altra alba benché il rammarico di non poter dare degna sepoltura ai propri cari è un rammarico talmente forte da tormentare per tutta la vita, oltre al senso di colpa di non essere stati in grado di proteggere i propri affetti.

    Una volta lessi un libro di Cicerone, e prima che tu me lo chiedi stupito neanche arrivasse un miracolo per liberarci stanotte stessa del male che ci opprime, si, non sono il classico biker buzzurro solo birra e passione per le belle donne che reputa i libri carta igienica hahahaha! Comunque, come ti stavo dicendo, mi rimase impressa questa specifica citazione: Si pace frui volumus, bellum gerendum est.
    Con loro non si può ragionare o tentare di studiarli, bisogna solo farli saltare in aria lanciando i loro resti nella stratosfera il più lontano possibile.


    Non sei affatto pentito di esserti unito a questo gruppo, anzi. Per una vita hai sempre creduto di non aver bisogno del supporto di altri ma ora che vedi determinati meccanismi da più vicino, comprendendone meglio il funzionamento, un sorriso sereno si dipinge sul tuo volto.
    Certo, bisognerà lottare con le unghie e con i denti ogni giorno per difendere quel cm in più, ma come dice il detto "l'unione fa la forza" e sei profondamente convinto che queste persone possano sopravvivere alla grande anche e soprattutto per permettere di regalare un futuro migliore ai due scriccioli.
    Già, i piccoli.
    Tu sai bene cosa si prova a non avere degli affetti sin dalla più tenere età: la paura, la confusione, il senso di abbandono, la sensazione di sentirsi completamente persi in un modo che già era crudele prima dell'avvento, figurarsi ora che esseri immondi, rigurgitati dalla stessa tenebra, brancolavano nel buio pronti a banchettare con le tue carni.

    «Beh adesso dormiamo. Spengo la luce e faccio io il primo turno di guardia d'accordo.»
    D'accordo!

    Il sonno non riesce a domarti. Sei stanco, moto stanco, tanto che desieresti che le palpebre si chiudano ma non ti è permesso.
    Per ammazzare il tempo ti diletti nel creare degli origami così da fare una sorpresa ai due scriccioli con qualche nuovo pseudogiocattolo. Hai vissuto innumerevoli emozioni e ancora, per quanto tu sia un tipo tosto, devi metabolizzare e accettare.
    Il desiderio che Morfeo ti avvolga con la sua sabbia e che la tua essenza venga trascesa oltre il mondo materiale rimane solo una vana speranza.
    La mente non smette di agire, la terra dei sogni non è la tua destinazione ma qualcos'altro si impossessa di te: un caleidoscopio di immagini, sensazioni, voci confuse a cui non sai dare significato.
    L'attività immaginativa che il tuo cervello produce è in fibrillazione. L'indefinito lascia spazio alle forme che si creano nella testa.
    Si sa che a volte il pensiero misto alla suggestione gioca brutti di scherzi.
    La memoria scava nel profondo: noti la tua figura ringiovanita, di molto. Sono gli anni della tua adolescenza.
    Un turbine di sgradevoli sensazioni ti assale: sei teso come una corda di violino che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro.
    Il passato rivive ora nel presente;ANNI DI RIBELLIONE, DOLORE, TORMENTO, FRUSTRAZIONE.
    Rammenti di un giovane Rodhlann. Un bambino spaventato che si cinge il capo, urla, dando vita a uno sfogo pregno di emozioni nefaste.
    Sei una vittima che non trova pace, perso nell'oblio di un'eclissi senza fine.
    Tutto è così tremendamente veloce e invasivo. Non riesci ad arrivare a una conclusione, a differenza del tuo corpo che comincia a tremare similmente a un povero disgraziato colpito da un attacco epilettico.


    tumblr_mjaiyplHSF1qaed5qo1_500

    D'improvviso una voce cavernosa spezza la costrizione visiva. Una voce antica che si manifesta facendo riecheggiare il suo messaggio.
    Rinnega la stirpe; rinnega la costrizione; rinnega il dolore passato; rinnega la sopraffazione. Il legno scricchiola ormai marcito e la tenebra si insinuo suonando il suo spartito. Il rosso si mischia con il nero e il terrore cavalca il suo indomito destriero. L'alba del tiranno è alle porte e le comuni vite giocano a dadi con la sorte. Per molti uomini il destino è un gioco assai beffardo ma a volte, tra gli ignoti, si ridesta anche il testardo. Che sia decadimento, carestia o più brutale epurazione, la risposta è nel tuo cuore: si chiama indomito ardore.


    HAHAHAHAHAHAHA!!!!

    Una voce rimbomba nella tua testa. Immagini orribili si mischiano all'eco dell'avvertimento. La visione non è chiara, troppo distorta, ma delle figure umanoidi brutalmente sfigurate si posso comunque intravedere seppur a fatica. Cosa diavolo vogliono rappresentare? Perché simili parole? COSA SIGNIFICA TUTTO QUESTO?



    Un brivido raggela le tue ossa - qualcosa di inumano si sta avvicinando e ne puoi annusare NITIDAMENTE il fetore pungente. L'odore è talmente forte e sgradevole da sentire i recettori del naso bruciare così intensamente da sentire dolore.
    Non capisci cosa vogliano simboleggiare quelle parole e quale possa essere il significato intrinseco della filastrocca; fatto sta, che di colpo, i tuoi occhi si sgranano così intensamente da rischiare di farli schizzare fuori dalle cavità in cui risiedono. Non vi è tempo per comprendere, bisogna agire e anche in fretta.

    «Ehi che hai, ragazzo?»
    Mettete al riparo i bambini, subito.

    Qualcosa ti spinge ad osservare la vetrata che si affaccia su un orizzonte ammantato di nero. Cominci a sudare freddo. Altri rivoli di sudore discendono continuamente lungo la fronte prodotti dai pori della pelle che si allargano per liberare la secrezione.
    Sei un bagno di sudore. La gola è secca e la lingua sembra carta vetrata: neanche due litri di acqua annienterebbero il sapore schifoso che hai in bocca.
    Scatti in direzione della finestra: non ti è ancora del tutto chiaro cosa stia succedendo ma al pari un animale annichilito da un tremendo sesto senso, muovi il tuo corpo. Sei pronto al peggio.
    Le gambe ti tremano: ti aspetti il disastro.
    Mai prima d'ora simili sensazioni nefaste ti avevano travolto, ma c'è sempre una prima volta.
    Sei impaurito, anzi, terrorizzato ma al contempo una strana forza ti supporta.
    Non sai cosa sia. Non ti rendi conto, lucidamente di cosa stia accadendo.
    Puoi solo provare a reagire come meglio ti è concesso in quegli attimi concitati.
    Infine vedi ciò che avresti sperato di non vedere: la furia dirompente della tenebra avanza in direzione vostra. Sono come legioni di demoni che si apprestano a muoversi per conquistare, forti del vessillo della sopraffazione.


    Scappa... raggiungi gli altri, proteggete i bambini: NESSUNO SI AVVICINI ALLA FINESTRA.. METTETEVI AL RIPARO, SUBITOOOO!!

    Spintoni brutalmente Osin per farlo allontanare e permettergli di portarsi a distanza di sicurezza mentre ti impegni posizionarti esattamente dinnanzi a lui per fare da scudo e tentare di proteggerlo.
    In un'altra situazione probabilmente ti saresti nascosto anche tu ma senti in te qualcosa di diverso. Un'energia ancestrale ti avvolge. Qualcosa di simile a un'antica consapevolezza nostalgica.
    Porti le braccia all'altezza del petto pronto a respingere l'avanzata. Ti poni in posizione di difesa: gli avambracci incrociati a proteggere il petto; i pugni serrati con tanta forza da scavare con le unghie nella tua stessa carne dei palmi delle mani, provocandoti leggeri tagli che producono sottilissime strisce di sangue.
    Puoi vedere quelle orride braccia simili a tentacoli ridurre le distanze: sembrano missili terra-aria intenti a frantumare l'area circoscritta d'attacco.
    La mente dovrebbe suggerirti di allontanarti ma il corpo sostiene quell'insolito desiderio di frapporti - percepisci le stesse fibre muscolari irrigidirsi a tal punto da irrobustirsi saldamente, oltre l'umano consentito.
    Poi la violenza, la forza irrefrenabile che si scontra con la tua struttura inamovibile. Stringi i denti. Fa male ma è un dolore comunque sopportabile che non ti provoca ferite mortali seppur siano abbastanza dolorose da digrignare i denti e manifestare smorfie di sofferenza.
    Urli affinché il tuo vigore non venga domato e come il ramo secco tu ti possa spezzare, ma tu non vuoi farti spezzare, al più piegarti anche se ti impegni con tutto te stesso per tentare di arrestare la prima ondata.

    AAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!

    dividerleaves.PNG


    cordi3a
    GAMBO - Mente: Non sereno. Impaurito ma volenteroso a reagire. Varie sensazioni che lo assalgono.
    RADICI - Corpo: Varie ferite su diverse parti del corpo. Perdita di sangue.
    DARIAN:
    MEMORIE - Riepilogo: Rodlhann si posiziona davanti la finestra, pronto a fare la sua mossa. Cerca di smorzare l'attacco o gli attacchi irrobustendo il corpo tramite questa strana energia che lo avvolge affinché l'impatto sia meno violento. Prova a tutelare l'incolumità dei presenti cercando di rallentare l'avanzata ponendosi come ostacolo.

    Si ringrazia Guardian of the Sea per l'aiuto con il layout.



    Edited by Ramiel - 8/9/2023, 23:14
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    VI


    Fanno male. Ma non così tanto da piegare la difesa. L'energia scorre nel corpo fortificandolo, rendendo i muscoli d'acciaio; le ferite sanguinano ma sembrano superficiali persino Oisìn si accorge che questo è un'altra di quelle cose inspiegabili.
    Innaturale...o forse la verità che l'uomo non aveva mai visto perché nascosta dal velo dell'ignoranza...chi può dirlo? Ma credere ai propri occhi, oggi, era l'unico modo per non impazzire.
    I suoi occhi da professore colgono nell'equazione un quid che non riesce a capire.
    Ma nel suo turbinoso pensare un ascia cala dall'alto a tagliare carne, a far grondare sangue.
    Mossa da muscoli definiti e forti. Un corpo che si era mosso di scatto e con furore cieco. Uno, due, tre colpi portati dall'alto in basso scaricando peso e velocità. Quei tentacoli saltarono agitandosi per terra come code di lucertola. Il piede del ragazzo spezzò quel loro agitare.
    Colpi di fucili nel corridoio.

    «TUTTI FUORI! »

    Oisìn urla un ordine con tutta la violenza dell'adrenalina che gli scorre in corpo.
    L'accetta da taglialegna del ragazzo è sporca di sangue e carne viva, i bambini gli si stringono addosso con tutta la forza che possono avere, eppure non urlano, né si muovono. Consapevoli che gli proteggerebbe anche con la vita.
    Perché il primo pensiero dopo aver combattuto con quelle cose fu di pensare a loro.

    «Il corridoio è pieno di quei cosi!»

    Muirgen, appoggiata allo stipite della porta, stava scaricando interi caricatori. Oisìn si guardò intorno preoccupato.
    Eppure fu Feròn a trovare nella sua irrequietezza e ardore giovanile una soluzione.
    Prese di forza una scrivania dell'ufficio lanciandola di peso in una delle finestre del corridoio.

    «Saltiamo giù. Bambini statemi vicini!»

    «Vi copro!»

    Il caricatore di un fucile mitragliatore svuotato. Quello di Oisìn. Il click di uno nuovo.

    «Va con loro ragazzo. Io e Muirgen vi copriamo la ritirata.
    E prendi quest'arma ti servirà. »


    La pistola che stringeva tra le mani prima. La stessa che ti aveva puntato addosso. Le cose cambiano velocemente in questo tempo, in questo mondo la vita non contava più nulla e bisognava adattarsi alle situazioni come avevano fatto millenni prima i primi uomini.
    Quando, prima di essere dominatori, erano prede.
    E quella sensazione, quella stessa paura atavica che ora mordeva e strappava le budella del gruppo, la stessa dei primi uomini, ma si arrendevano ad essa. La vita, la voglia di vivere, era più forte di tutto. La paura della morte rendeva le loro reazioni rapide e precise, rendeva il pensiero veloce scartando il superfluo come vestiti, cellulari, status sociale, soldi e tutto quello che aveva reso apatico e debole l'uomo, per farli riscoprire quella stessa forza che animava i loro antenati, quando resistevano ad una natura che li metteva alla prova.
    Feròn si lanciò per prima. I bambini vennero dopo.
    Senti tutto quello che succede con un acuita percezione delle cose. Sentì come quelle aberrazioni non si sarebbero fermate mai. Non conoscevano paura o dolore. Non conoscevano la morte.
    Avanzavano distruggendo e inquinando questo mondo con la loro presenza alienante.
    La risata che prima sentiva nella mente ora la sente chiaramente nell'aria.
    Lo sa a chi appartiene.
    Eppure c'è qualcosa che ora diviene consapevolezza.
    Come un sussurro appena percettibile.
    Tutto questo è sbagliato e la voglia di combattere aumenta ancora. Ma non per rabbia. Non per la vita. Ma perché è


    SCOPO



    Il grido ”a terra” accompagna questo pensiero.
    Feròn prende i bambini facendosi scudo di carne e muscoli.

    e3bcd5d98830bbfacc6a69d669859462




    L'esplosione squassa il primo piano e il corridoio.


    «Una buona idea fregare un paio di bombe. E tu che credevi che ci esplodessero tra le mani!»

    Muirgen e Oisìn sono feriti superficialmente ma vivi.
    Ne conoscono una più del diavolo per sopravvivere.


    «Allontaniamoci da questa merda!»

    «L'idea di una macchina ora mi piace!»

    «Ci penso io! Guarda i bambini...»

    Quell'ascia di nuovo tra le mani, il finestrino in frantumi. Ma sai che hai poco tempo.
    La consapevolezza ti guida. Quei mostri non possono essere fermati se non da te.
    e perché proprio te? In fondo chi sei davvero?
    In fondo non sei mai stato null'altro che un uomo, che ha fatto sbagli, ne ha pagato dazio, che non gliene mai importato poi molto di quello che succedeva intorno alla propria vita.
    E allora perché proprio lui sente che può fermarli?
    I muscoli guizzano e il cuore pompa sangue. Quell'energia è indomabile.
    Più quei mostri si avvicinano più la sua forza cresce.
    Ed ora avanzano. Tra le macerie, il fumo, il sangue e il fuoco. Avanzano chi strisciando, chi tenendosi sulel gambe, chi in posizione eretta chi a quattro zampe.
    La risata nell'aria si fa sentenza. Sa a chi appartiene.
    Eppure come sa a chi appartiene sa anche che può fare qualcosa come prima.





    NOTE MASTER: Il gruppo ha bisogno di tempo per mettere in moto la macchina. L'unico che può farli guadagnare secondi preziosi sei te a quanto pare. Oisìn e Muirgen potranno essere della partita ma il grosso è sulle tue palle.
    Hai un gruppo di dieci corrotti che, tutti insieme, sono pari ad un energia Gialla. Ma la forza che senti aumenta.
    Più sei vicino a questi mostri più senti una consapevolezza crescere; tu puoi fermarli e puoi ucciderli. Non te lo sai spiegare ma questa forza è innaturale per la tua mente, al momento, ma c'è. Sei pari ad una Verde come energia e hai dieci corrotti da fermare. Ti lascio gestire questo combattimento in maniera autoconclusiva, sia come combattimento che come danni. Hai solo il cosmo e non le tue abilità, idem i corrotti.
    Prendi e guadagna tempo gestendo il combattimento con i corrotti.
    Sappi però che altri ne stanno arrivando e sono a decine, insieme al Corrotto che hai visto nella tua mente. sai che non puoi batterli né resistere ad un fiume in piena di corrotti di quella portata.
    Scappate e allontanatevi dalla città.
    Scatena pure il tuo pg in una sana violenza da bocciolo gea!
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

    Group
    Member
    Posts
    439
    Location
    Caos

    Status
    DEAD

    Rodhlann

    Gea

    Darian IV

    Energia Bianca



    il debole che mangia il forte

    “Il potere è sempre pericoloso. Attrae i peggiori e corrompe i migliori. Non ho mai chiesto il potere, viene dato solo a coloro che sono pronti ad abbassarsi per raccoglierlo.”. Vikings



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Scelte. Hai sempre fatto scelte dettate dall'egoismo e il cinismo. Non hai mai avuto una motivazione reale per cui lottare magari spinto, come ora, dal desiderio di tutelare un'altra vita.
    Sacrificarti per un bene supremo; anteporre il bene dei molti al tuo tornaconto.
    Ti sei sempre considerato un essere solitario.
    Orfano di genitori.
    Senza una famiglia di riferimento.
    Un tetto caldo e accogliente sopra la testa.
    La tua vita si potrebbe definire come una sorta di barzelletta.
    Ironia della sorta e forse destino, che proprio una vera apocalisse - di quelle che si leggono nei fumetti o che si guardano nei film e serie tv - ti abbia alla fine raddrizzato e direzionato sulla strada della nobiltà di spirito.
    In fondo come dice quel detto? Meglio tardi che mai, no? Se non ti trovassi a lottare contro creature tanto orribili e minacciose, probabilmente ti scapperebbe anche una risata; fatto sta che ora ti ritrovi ultimo baluardo - speranza dei più deboli per permettergli di ammirare una nuova alba.
    Sei sereno.
    Non hai rimpianti.
    Alla fine nessuno ti ha puntato una pistola alla nuca o ti sei dovuto offrire volontario per estingue qualche debito di onore.
    No, la tua è una scelta dettata dal cuore: gli scriccioli ti hanno saputo infinocchiare ben bene e farti un meraviglioso lavaggio del cervello.
    E' il minimo tentare di difendere.
    Se questa strana forza può regalare una speranza, beh, ti impegnerai anima e corpo per consumare fino all'ultima stilla di energia. Quell'attimo che sembra un'eternità. Osservare i fotogrammi della tua vita a ritroso e domandarti come possa essere strutturato l'altro mondo.
    Ti ripeti che non hai rimpianti ma solo senso del dovere.
    La strana forza che ti pervade sembra non smettere di concentrarsi nel tuo corpo: ti senti come un geyser pronto a rilasciare il suo getto per frantumare il firmamento stesso.


    Si vis pacem, para bellum


    Una notte può essere molto lunga o più celere di un battito di palpebre.
    Tutto dipende dal destino - come esso decide di voler giocare a dadi con la pedina scelta.
    Niente esiste per caso: solo trame ben scritte o pateticamente scadenti.
    In questo dato momento ti trovi proprio in questa specifica situazione: i tuoi dadi ti riserveranno un numero alto o basso? Ancora questo non ti è dato saperlo. Puoi solo osare, tentare, non arrenderti.
    Fiero senza chinare il capo e con la schiena dritta.
    In questo momento rappresenti un'intera specie e come tale, neanche fosse il più epico dei racconti, le tue azioni decreteranno le future pagine della storia.
    Non sei nuovo ad affrontare l'inferno e molto spesso, sospinto dal desiderio di ribellione, ti sei trovato a ripeterti che nel caso non ti fosse mai stato permesso di raggiungere il paradiso avresti domato l'inferno.
    Questa è la tua occasione, Rodhlann.
    Sei concentrato sull'obiettivo, fermo nella tua azione di rallentare l'avanzata, almeno fino a dove ti è possibile.
    I tuoi occhi sono pregni di determinazione benché l'impegno sia gravoso e le insidie innumerevoli.
    Una stizza di dolore che si tramuta in un'espressione corrucciata digrignando i denti: fa male ma non poi così tanto, pensavi peggio.

    Professore, raggiungi gli altri, NON PERDERE TEMPO, AVETE UNA MINIMA POSSIBILITA'! Io cerco di trattenerli finché le forze me lo concederanno... voi cercate di scappare il più in fretta possibile: si prevede un'infestazione E NON SARA' PER NIENTE PIACEVOLE.

    Devi resistere il più possibile. Il tuo sesto senso è teso come non mai.
    Non ti piace la situazione che si sta creando. Per quanto ti sei frapposto, qualcuna di quelle schifose creature è riuscita ad aprirsi una breccia: puoi solo sperare che il prof. e il resto della combriccola siano tanto in gamba da fregarli sfruttando l'acume e l'esperienza.
    Non puoi pienamente renderti conto di come il ragazzo, Oisin e Muirgen stiano gestendo il tutto ma per ora sembra che la situazione, per quanto insidiosa, sia sotto controllo.
    Non sai spiegarti da dove nasca questa forza o quale protettore superiore abbia deciso di infonderti della sua somma benedizione, fatto sta che non sputi nel piatto che ti viene offerto e con molta gratitudine accetti un simile dono.
    Non è questo il tempo per porti i quesiti ma per agire.
    Non puoi girarti i pollici, la clessidra ormai a cominciato a diminuire il suo quantitativo di finissima sabbia nella parte superiore e ineluttabilmente discende a una velocità tale che anche lo stesso battere di ciglia ti potrebbe far perdere la concentrazione.
    Non ti sei mai sentito tanto sicuro in vita tuo: sei certo di poter domare la minaccia... quella attuale.
    Si, perché all'orizzonte si profila un'avanzata macabra, marcia, nefasta che al suo passaggio fa avvizzire ogni cosa e fagocita con frenesia vorace tutto quello che calpesta il suo passo.

    «TUTTI FUORI! »

    Per quanto i versi inumani di quelle creature siano un suono sgradevole per i tuoi timpani, riesci ad udire l'urlo del professore che richiama l'attenzione di tutti intimando la ritirata.
    Non puoi startene con le mani in mano, devi controbattere colpo sul colpo ed essere lo scudo che fronteggia gli insidiosi attacchi.
    Dieci esseri ributtanti sono pronti ad attaccarti in gruppo e questo non è niente, c'è di peggio: puoi nitidamente percepirne altri - non sai il numero specifico ma sono tanti - oltre l'abominio che la tua mente ha scannerizzato e registrato che a quanto pare e diverse spanne sopra questi segugi troppo cresciuti ed imbruttiti.

    BOOOOM!!!!

    I tuoi occhi vengono distratti per qualche decimo di secondo spostando lievemente iridi e pupille di lato. Quasi sobbalzi, ma non puoi distrarti troppo a causa di quel violento rumore che sconquassa per eccessiva intensità acustica: un boato fragoroso improvvisamente invade dittatorialmente tramite i suoi potenti decibel, coprendo ogni altro suono o verso.
    Un'esplosione.
    Speri che tutto stia andando per il verso giusto e che gli scriccioli siano protetti a dovere, ma ti preoccupi anche del resto del gruppo: mai nella tua vita hai provato l'ansia di sentire un peso allo stomaco dovuto principalmente alla preoccupazione per l'incolumità altrui.
    La deflagrazione è stata bella forte, speri che almeno un paio di quegli abomini siano stati messi fuorigioco.

    Fatevi sotto... avanti!

    Come detto, però, hai ben altro a cui pensare... gli immondi avversari che hanno tutta l'intenzione di banchettare con le tue carni. Riuscirai a resistere? Puoi provarci. Devi riuscirci. Più di una persona dipende da te: la loro libertà è legata a doppio filo alla tua coriacea riottosità.
    Irrobustisci ancora di più il corpo, ti spingi all'estremo neanche fossi il piede che con forza spinge sull'acceleratore di una fuoriserie che supera i 200 chilometri orari.
    Se qualcuno ti osservasse, in quei momenti di forte stress emotivo, ti indentificherebbe al pari delle più antiche figure conosciute come berserker: individui dal forte istinto animalesco che si scagliano contro gli avversari al pari di bestie feroci.
    Percepisci i tuoi sensi talmente affinati da trascendere l'umano.
    La paura si muta in necessità di sopravvivenza e come tale - in un miscuglio di strati emotivi - non ti tiri indietro, lotti per rivendicare il tuo status.
    Gli esseri vogliono accerchiarti:, ringhiano, sbavano impazienti di poter affondare i loro denti giallognoli e affilati nelle tue carni.
    Logico che sia così, sarebbe strano il contrario.
    Un altro fotogramma: un sorriso malevolo, ferale, sadico, composto da innumerevoli canini leggermente storti e seghettati. Puoi percepire quella figura che al pari di un generale potente e inarrestabile avanza con la sua legione. La sua orda. E' pronto a infliggere il colpo di grazia.
    Il tempo scorre inesorabile. Non ti è sicuramente concesso vincere la battaglia ma puoi rallentare l'avanzata - questo si che puoi farlo.
    I colpi dei tuoi avversari si fanno sentire, benché tu riesca a dimostrare una velocità e resistenza superiore alla norma; comunque, alcune artigliare ti colgono impreparato, merito anche dei loro arti che, riuscendo ad eseguire traiettorie innaturali, possono colpirti da diverse direzioni: anche simultaneamente.
    Altro sangue sgorga dalle tue ferite, ormai hai perso il conto di quante siano, ma non ti abbatti, resisti.
    A ogni loro colpo competi con altrettanti colpi cercando di afferrare per colpire brutalmente uno di quegli esseri. Fai leva sul suo braccio mentre è intento ad allungarsi: cerchi di usare una di quelle prese di MMA che hai imparato da uno slavo che frequentava la tua stessa gang.
    Ti sposti di lato quel tanto che basta per bloccarlo con la mano, afferrarlo, diminuire le distanze e affondare il tuo pugno chiuso ripetendo più volte il gesto di bucargli la cassa toracica sfruttando come punto d'impatto le nocche potenziate da quella misteriosa energia.




    AVANTI, AVANTIIIIII!!!!

    Sei un fiume in piena, non vuoi cedere, almeno non con quei nove rimanenti. Vuoi diminuire il numero del nemico il più possibile.
    La lingua lecca il labbro spaccato assaporando il ferruginoso retrogusto che il sangue offre.
    Il tuo respiro e più pesante ma costante.
    Ti ripeti che continuerai fino a quando le tue gambe ti permetteranno di rimanere in posizione bipede; in una situazione normale saresti spacciato, senza dubbio, ma non in questa specifica.
    Continui il tuo scambio di colpi e riesci a farne fuori un altro e un altro ancora: afferri le loro teste dopo aver schivato, con un rapidissimo spostamento all'indietro, il loro tentativo di chiuderti a tenaglia e, violentemente, sbatti una contro l'altra le teste in un'azione secca e decisa che fa esplodere quelli che dovrebbero essere i loro volti.
    Cadono a terra accompagnati dai fiotti di quello che dovrebbe essere del sangue violaceo che esce dai loro colli orfani degli ormai disintegrati crani.
    Senti un latrato che ti perfora quasi i timpani. Poi un altro fotogramma. La figura diabolica che continua ad avanzare accompagnata da suo esercito personale. Il suo alveare.
    Te ne mancano ancora sette, non hai molto tempo o sarà la fine. La testa inevitabilmente viaggia attanagliandoti nel pensiero di chiederti se i tuoi alleati si siano messi in salvo.

    BOOOOM!!!!

    Un'altra esplosione. Anche questa bella carica di violenza dirompente.
    Oltre al rischio di finire sventrato dall'orda, c'è anche il probabile rischio di venire schiacciato dalla stessa struttura che potrebbe crollare e ridursi in macerie da un momento all'altro. Non importa adesso, devi pensare alla minaccia attuale che continua senza sosta ad attaccarti da svariate direzioni. Noti due di loro attaccarsi come ragni alle pareti e cominciare velocemente a muoversi sopra di esse per poi direzionarsi sul soffitto.
    Un altro attacco combinato, questa volta dall'alto? Probabile. Solo che aumenta il numero: non più due ma addirittura in tre.
    L'accoppiata cade in picchiata e uno allunga un arto in linea retta.
    Ormai il tuo corpo è un ornamento di ferite che grondano sangue.
    Fa male, il dolore è pungente ma puoi farcela.

    vegeta-super

    Ti senti padrone di un'energia tanto densa da poterne rilasciare il quantitativo accumulato.
    Vuoi investire le due creature che si stanno dirigendo dall'alto verso il basso nella speranza di poter dilaniare il tuo corpo mediante denti e artigli. Scarichi l'energia così da creare un'effetto fionda e respingerli nell'intento di schiacciarli contro la stessa parete su cui sostavano prima dell'azione: riesci a spappolare le loro carni contro il duro cemento.
    Non puoi però abbassare la guardia in quanto devi rispondere all'offensiva frontale. Ti abbassi rapidamente quel tanto che basta per poter schivare il colpo che ti sfiora i capelli tramite il gesto di abbassare repentinamente la testa e scaricare infine un potente pugno con l'obiettivo di colpirlo al volto e tramortirlo, se non addirittura annientarlo.
    Riesce anche questo... viene scaraventato con tanta forza da farlo rotolare varie volte rovinosamente a terra fino a sbattere contro la parete a una velocità tale da ucciderlo sul colpo e crepare il muro stesso.
    Non basta, ne sono rimasti ancora un paio che ti ronzano al pari di fastidiose mosche. Sembrano intimoriti: saranno pure degli esseri immondi rigurgitati dalla tenebra ma non sono stupidi.
    La tua frenesia non cessa, sei in piena esaltazione dovuta alla battaglia. Guardi ognuna di quelle creature che ti ringhiano contro. Cercano di studiarti per capire come prenderti in fallo: che ci provino, di certo tu non sei disposto ad indietreggiare, non ora. Probabilmente hanno compreso che aspettare i rinforzi è una scelta saggia ma di certo tu non concederai un nuovo vantaggio.
    Come loro anche tu non sei stupido, oltre ad avere fretta per sloggiare, visto lo scenario che presto farà calare ancora più furia, denti e artigli.
    Non puoi dimenticare quella figura demoniaca tanto orribile quanto minacciosa.
    Sai bene che questo gruppetto in cui ti sei imbattuto non è nulla rispetto il disastro che presto ti raggiungerà.
    Non hai scelta, devi attaccare e sistemarli per poter avere un minimo di distacco dai prossimi inseguitori.
    Nello stato in cui sei ridotto non dureresti molto e in più non hai la minima intenzione, attualmente, di affrontare l'oscura creatura che sogghigna.

    Non ci siamo capiti: siete voi imprigionati qui con me, non io con voi!

    Il sangue non smette di colare dalle tue ferite. Sei uno straccio ma va bene così.
    Continuerai fino a quando il tuo corpo non si ribellerà intimandoti la resa per forza di causa maggiore.


    enraged-gon-in-hunter-x-hunter-sjs11xgw1df70r3t

    Ti concentri affinché il tuo corpo ridesti nuovamente quella furente energia QUESTA VOLTA DI COLORAZIONE CORVINA. La forza cinetica è impetuosa tanto da smuovere l'aria che si increspa creando, di conseguenza, un campo instabile di pura energia, talmente densa, da poter essere osservata ad occhio nudo.
    Dai inizio questa volta tu alle danze cercando di azzerare la distanza con una di quelle creature cosi da sterminarla senza possibilità di sfuggire alla tua azione omicida.
    Il collo del piede arma per raggiungere il punto d'impatto; la gamba lo strumento di azione; il movimento cinetico in un gesto circolare che vuole affondare il colpo con più forza possibile per spezzarle l'osso del collo e impedirle di ripiegare o organizzarsi di conseguenza. Le restanti sembrano disorientate, forse intimoriti.
    Meglio così, approfitti della cosa per neutralizzarne un'altra: e siamo a sette. Ne mancano tre.
    Le restanti si guardano per un decimo di secondo. Farfugliano qualcosa. Agiscono. Nuovamente un'azione congiunta cercando di colpirti da tre angolazioni diverse ma non ti fai trovare impreparato.
    Rilasci l'energia per rallentare la loro falcata e rendere l'equilibrio precario mediante una sorta di onda d'urto di aura grezza. Vuoi approfittare del momento per colpirle a ripetizione: pugno, calcio, affondo del palmo della mano destra all'altezza del plesso solare.
    Sei più veloce benché provino a contrattaccare, ma falliscono. Ormai ti stai abituando: i tuoi movimenti progrediscono a una velocità portentosa.
    Creature eliminate 10; sei riuscito nel tuo proposito ma il costo di spesa energetica e danni riportati si fa sentire ma non puoi alzare bandiera bianca, non proprio ora.

    BOOOOM!!!!

    Una terza esplosione. Devi squagliartela.
    Presto, molto presto arriveranno i rinforzi. I ruggiti degli altri corrotti sono ormai alle porte. Un verso domina sopra gli altri: senti un brivido discenderti lungo la schiena. Stanno per arrivare. Sta per arrivare. Richiami le ultime energie per correre più veloce che puoi e abbandonare l'edificio prossimo al crollo: i primi pezzi di cemento cominciano a cadere.
    La struttura sta collassando.

    Devo fare presto!



    dividerleaves.PNG
    cordi3a
    GAMBO - Mente: Motivato a non arrendersi seppur sia preoccupato dell'avanzata dei restanti corrotti capeggiati dall'immonda creatura apparsa nelle sue visioni..
    RADICI - Corpo: Varie ferite su diverse parti del corpo. Perdita di sangue eccessiva. Abrasioni di media entità ed ecchimosi su tutto il corpo. Dolore ad un paio di costole, allo zigomo destro e sul labbro inferiore anch'esso sanguinante.
    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo:
    Si impegna a fare fuori i dieci corrotti per poi darsela a gambe e raggiungere gli altri, sperando che siano sopravvissuti.





    Si ringrazia Guardian of the Sea per l'aiuto con il layout.
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    VII


    530fe0d311079f5ac9ff10b0db4502cb
    «PRESTO CORRI!»



    Muirgen urla con tutta se stessa, sovrastando per un momento il rombo del suv. Oisin ha il fucile puntato. Abbatte uno. Due. Tre corrotti.
    Si rialzano come niente fosse.
    Aspettano chi aveva fatto mattanza di quei mostri. Lo sportello si chiude di colpo. Il pedale schiacciato a fondo. Ruote che addentano l'asfalto.
    Lo stridio e la puzza di gomma bruciata; la partenza di scatto.

    «Su Youtube giravo sempre video sui giochi di corsa. Vediamo se ho perso il tocco.»

    Feròn nascondeva un mondo tutto suo. Un mondo nerd dietro l'apparenza dei muscoli; giochi di guida che non potevano essere reali no...ma Feròn giocava ai simulatori di corse. Postazione da troppi soldi, tre monitor, schede grafiche all'avanguardia, freno, acceleratore, cambio e volante. Diecimila euro spesi per avere la miglior postazione di guida possibile.
    Se la cavava. Faceva scattare quel suv come mai aveva fatto, di sicuro il suo proprietario. Oisìn teneva i ragazzini stretti, mentre Muirgen, sul lato anteriore, scaricava il suo fucile sui corrotti della zona.
    Rodhlann è seduto dietro. Le mani tremanti, le ferite che si facevano male ma nessuno avrebbe mai potuto sopportarle, quella forza che aveva scatenato e i corrotti che aveva ucciso.
    Le mani lorde di sangue e pezzi di carne. La puzza della battaglia e della morte che gli impregnava le vesti e le narici. I bambini ti guardano ammirati e impauriti allo stesso tempo.

    «Anche stavolta ce la siamo cavata.
    In maniera strana ma sempre meglio di essere morti, vero Muirgen?»


    Sfrecciavano veloci verso strade secondarie, cercando di uscire dalla città in un paesaggio devastato e mutato.

    «Come che non siamo ancora morti non me lo spiego, vero fusto? »

    Si rivolse a chi aveva fatto qualcosa di impossibile. Non vi era paura nei suoi occhi solo la curiosità.

    «Qualsiasi cosa abbia fatto ci ha salvato la vita. Ci sarà tempo per capire ora mettiamo un po' di musica...ah no. Niente radio tocca canticchiare qualcosa.»

    Una piccola mano si avvicina a quei muscoli ancora tesi ricolmi di sangue e adrenalina.
    Lo stesso dono che aveva ricevuto prima. Lo stesso origami. Oisìn sorrise e gli altri non parlavano pur osservando la scena. Solo Feròn esternò i propri pensieri e in buona parte quello del gruppo.

    «Loro si che sanno dire le cose! Ora troviamo un cazzo di posto che devo mangiare!»

    Il dono è un ringraziamento fatto da mani innocenti che avevano visto la morte ma anche chi quella morte la stava combattendo e chi l'avrebbe, forse, sconfitta come...

    «Supereroe»

    I loro occhi erano su di lui. Forse per la prima volta aveva fatto qualcosa di buono. Forse aveva ricevuto un vero grazie, forse era utile a qualcosa.
    La sua vita poteva essere spesa in maniera diversa.

    «Troviamo un posto al riparo. Poi parleremo.»

    Certo. Vi era tanto da dire e da fare. Lontana la meta in un mondo impazzito, con quei mostri che non avrebbero mai mollato la caccia.
    Lo sentiva. Lo aveva chiaro nella mente. L'immagine non spariva, e come avrebbe potuto cancellarla? Era lì, incisa a fuoco nella sua anima. L'energia stava sparendo, il suo corpo era al limite e lo sforzo eccessivo che fu come scrollarsi di dosso il peso di una montagna.
    E in quel mondo di riposo una parola in uno spazio siderale.
    Come se si fosse tuffato in un mare che non aveva fine né inizio.
    Come se le sue percezioni fossero acuite. Come se poteva sentire il respiro del mondo ad un livello così intimo da confondersi, da mischiarsi, da fondersi quasi con il suo.
    Sentire questo fiume di energia e quella parola riecheggiare dentro di lui.



    8b0db4db16e8698547c0e3f10ef43203
    RISE







    Era come far parte di qualcosa di più vasto che concettualmente ancora non comprendeva ma lo aveva capito con l'istinto.
    Con la sua vita.
    Una vita in comunione con la Creazione del Mondo. Sentire e percepire tutto. E poi nella perfezione di tutto questo, in questo mare dove la Vita era, si creava, moriva, rinasceva, dove tutto era in armonia e al tempo stesso si fondeva in forme nuove, un mare in continuo fermento. Sia nello spirito che nel corpo. elementi e e morte. Il crescere e il divenire, la forza della Creazione e della Vita, la sua furia e il suo caldo abbraccio, in tutto questo c'erano macchie nere; malsane come tumori, metastasi che aggredivano un copro con lo scopo di distruggerlo e divorarlo. Tumori fatti di vuoto che si allargavano a macchia d'olio. Inglobando in esse quel mare che tentava di resistere ancora.
    E ancora.
    Combattere senza esitazione tutto questo.
    Per qualcosa di più grande. Qualcosa che teneva tutti loro nel suo pensiero e nel suo abbraccio.


    NOTE MASTER: Riuscite a fermare i corrotti e a fuggire, per il momento. Ma il tuo pg sa che da ora sarete braccati.
    La stanchezza per uno sforzo a cui il tuo corpo non è abituato, ti fa svenire e qui la voce si fa più insistente. Ti ordina quasi di alzarti. E hai il primo contatto con il LifeStream e la Creazione di GEA seppur ancora a livello superficiale e caotico.
    Ti lascio a te descrivere tutto questo seguendo l'indole del tuo pg.
    Al tuo risveglio ti ritrovi con una coperta addosso, un fuoco accesso e i tuoi compagni in attesa che ti risvegli. è chiaro che vorrebbero capire cosa sia successo. A te la scelta di dirli che siete braccati oltre a quello che ti sta succedendo.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

    Group
    Member
    Posts
    439
    Location
    Caos

    Status
    DEAD

    Rodhlann

    Gea

    Darian IV

    Energia Bianca



    il debole che mangia il forte

    “Half way down the cliff
    No way up no way back
    Stuck in the middle I'm
    Stuck in the middle I'm
    Half way down the cliff
    No way up no way back
    Stuck in the middle I'm
    Stuck in the middle I'm
    .
    "
    The Dø-Slippery Slope

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip


    Ci siete riusciti. Siete riusciti a scappare ma il costo è stato altissimo: sei sospeso tra la vita e la morte: forse più di là che di qua.
    La tua lucidità ormai è andata a farsi benedire; non riesci ad ascoltare quello che stanno dicendo.
    Hai dolore ovunque: nello spirito; nella mente; nel corpo.
    SEI UNO STRACCIO. Oltretutto il modo brusco di guidare non ti aiuta a rilassarti, anzi, aumenta ancora di più la percezione acuta del dolore, viste le brusche sterzate che ti sballottolano.
    Come detto non sei lucido. Gli occhi sono sbarrati, spesso le palpebre si socchiudono e il respiro e affannoso ma comunque senti qualcosa, una piccola mano. Uno degli scriccioli? Forse è un sogno. Tenti di accarezzarla ma anche un gesto così innocuo e semplice, in queste condizioni, diventa un'impresa fuori portata.
    Il piccolo o la piccola, non riesci bene a capire chi dei due sia, vuole ringraziarti con lo stesso dono che tu hai realizzato per il loro diletto: per farli sentire un pò meno spaesanti, confusi e impauriti in un mondo ormai allo sfascio. Un mondo in cui dei bambini non dovrebbero vivere.

    «Supereroe»

    Quella parola ti scalda il cuore.
    Raccogli le ultime stille di energia per sorridere e poi delle lacrime cominciano a discendere rigandoti gli zigomi. Allora è vero, a tutti è concessa una seconda opportunità. Puoi morire serenamente, ora.

    Freddo. Senti freddo ma al contempo ti senti ristorato - rinfrancato da un calore nostalgico e primordiale.

    Dove sono?

    Ti interroghi ma non vi è risposta, tuttavia, stranamente, non hai timore, è come se fossi tornato a casa ma in questo posto sai di non esserci stato mai prima.

    Cos'è questa gioia mista a tristezza nostalgica che mi avvolge?

    Ti senti parte di qualcosa di infinitamente più grande, benché la tua comprensione di essere un misero granello di polvere in questo infinito universo fatto fi vita pulsante che emana segnali da ogni direzione, in ogni tempo e spazio è consolidata: ti senti parte dell'uno e dei molti; del prima, dell'ora e del dopo; dell'inizio e della fine.
    Senti milioni di essenze nascere e perire nello stesso istante: una sorta di connubio con il tutto, in un battito di vita e fine dei tempi.
    Sei ben conscio che tutto questo sia qualcosa di incomprensibile per la tua modesta mente miseramente umana eppure, come agganciato a un segnale che riecheggia ribalzando da ogni angolazione e direzione, ne comprendi il fascino e la bellezza.
    Addirittura nuovamente ti sgorgano lacrime ma sono diverse da quelle precedenti. Queste sono intrise di consapevolezza e scopo.
    Multiple sensazioni vanno formandosi: rabbia, amore, orgoglio, terrore, quiete, disperazione, felicità, tristezza.
    Lo zero e l'infinito, stessa faccia della medaglia.
    Realtà speculari di un unico immenso corpo che nasce, vive, cresce, muta, si estingue e rinasce.
    Una perfetta simbiosi fatta di infinite sfaccettature e sfumature.

    Knull-darkens-sky

    Qualcosa però si frappone: increspature? No, è qualcosa di più oscuro e maligno. Sembrano... non sai all'inizio ben definirle ma poi, concentrandoti per quanto ti è possibile, un senso di vuoto ti avvolge ogni volta che posi lo sguardo su una di esse.
    Non sembra neanche semplice vuoto, assomigliano più a delle metastasi: tumori marcescenti. Sono innumerevoli e sembrano non volersi arrestare nella loro malefica proliferazione.
    Ruggiscono e ringhiano.
    Percepisci un brivido, anzi, sei terrorizzato sin dentro le ossa che vibrano. No, non sono neanche tumori, sembrano più simili a parassiti che cercano di attaccarsi per infettare tutto quello che toccano.
    Lo spettacolo in cui fluttui, in cui ti congiungi sembra risentirne.
    Puoi sentire le sue urla di dolore - una richiesta d'aiuto - cercando con tutta la sua forza di contrastare l'infestazione. Non potrà mai farcela da sola... è necessario proteggere qualcosa di tanto antico e meraviglio.
    La tenebra non può vincere. Non deve vincere.



    Improvvisamente tutto cessa... ti ridesti.
    Sei sudato e per quanto il corpo ti faccia male, alzi il busto repentinamente; lo sforzo comunque è notevole, tanto da portare una mano altezza del fianco destro e chiudere l'occhio sinistro istintivamente per il dolore provato.
    Una coperta ti scalda le gambe e dopo qualche istante percepisci il piacevole tepore del fuoco crepitante che è stato acceso. Sei preoccupato. Scruti in ogni direzione per renderti conto se non vi sia stata nessuna perdita e, soprattutto, se i bambini sono sani e salvi.
    Porti il palmo della mano sinistra sulla fronte, ti duole la testa; direzioni poi il tuo sguardo incrociando quello di Osin.
    Rimani qualche istante in silenzio. Cerchi un modo non troppo allarmante per poter discutere della faccenda. Palesi un'espressione preoccupata ma non puoi non condividere quell'informazione. Ciò che questi occhi hanno visto.

    Per favore, aiutami ad alzarmi, devo aggiornarti sulla situazione. Spostiamoci in un luogo dove possiamo parlare soli.

    Attendi la sua risposta. Devi informarlo su tutto: che quello subito è solo un piccolo attacco; che l'infestazione è molto più grande di quanto possiate immaginare; che vi sono creature ancora più mostruose dei "simpatici" segugi affrontati. Soprattutto in quanto scienziato, deve essere informato sul fatto che queste creature comunicano come un formicaio. Deve sapere che siete marchiati e non si arrenderanno, braccandovi senza pietà. Il dettaglio più spaventoso di tutto questo riguarda proprio un loro aspetto biologico: sono in connessione, possono attingere reciprocamente ai singoli sguardi e condividere informazione e visuale per osservare ogni luogo e rimanere in contatto con il resto della specie.
    In caso apra la questione sul tuo radicale cambiamento biologico e le straordinarie doti acquisite, di certo non ti tirerai indietro balbettano, rimanendo sul vago: merita tutte le spiegazioni del caso.
    Ormai vi ritrovate sulla stessa barca ed entrambi tenete all'incolumità degli scriccioli.
    Avete vinto una battaglia ma la guerra è tutt'altro che terminata.




    cordi3a
    GAMBO - Mente: Molto preoccupato oltre che stressato per l'esperienza vissuta.
    RADICI - Corpo: Dolori dappertutto. Necessita di riposo per rimettersi in sesto e sopportare meglio le ferite.
    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo: Dopo essere scampato alla seconda ondata, viene portato in auto per allontanarsi insieme al gruppo dalla minaccia. L'esperienza trascendentale che vive o sogno onirico lo allertano. Ora deve parlare con Osin è aggiornarlo sulla situazione e la minaccia che incombe.









    Si ringrazia Guardian of the Se per l'aiuto con il layout.


    Edited by Ramiel - 14/9/2023, 10:37
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,525

    Status
    GHOST
    Il debole che mangia il forte
    VIII


    49f83620d6e5bb9620d42ff2e884cc5d
    Well, another day, another dollar
    After I've sang and hollered
    Oh, it's my way of living, and I can't change a thing
    Another town is drawing near
    Oh, baby, I wish you were here
    But the only way I can see you, darlin', is in my dreams
    It's a highway song



    La sigaretta accesa, di Oisìn, illumina parzialmente i pensieri. Fumo si alza nascondendo occhi dubbiosi, mentre il fuoco arde e scoppietta vicino a loro. I bambini dormono stringendo i loro origami.
    Si sente solo il lento aspirare della sigaretta di un uomo che si lascia andare sulla portiera della macchina; stanca schiena contro di essa che non da riposo anzi tutt'altro. La portiera è dura e la schiena fa male.
    Alza la testa verso il cielo notturno. È sempre stato così luminoso?, pensa. Vi è una bellezza che stride con l'orrore che li circonda. Vi è una calma mentre le loro anime combattono con un agitazione che non li lascia andare.
    Tutto è confuso. La bellezza e l'orrore, la serenità e l'amicizia mischiati con morte e tradimenti. Il mondo era diventato pazzo?
    Uomini che morivano contro i mostri ed ora uno di loro mostrava un potere al di là della loro capacità di raziocinio. Le leggende di eroi, cavalieri, draghi e magia divenivano di colpo reali.
    In un mondo corrotto.
    La biologia stava diventando altro, le forme di vita impazzivano come se veramente fosse il sogno malato di qualche mente aliena.
    Feròn giocherella col fuoco, ravvivando la fiamma che sembra danzare nell'oscurità; Muirgen continua a mangiare carne in scatola ma, con sguardo più attento, rimesta nel barattolo con un gesto pensieroso. La sua mente divaga altrove.
    Ognuno con i propri pensieri che come bolle in un calice, affollavano la mente. Le parole di Rodhlann avevano prima scosso Oisìn che tornò al gruppo aggiornandolo sulla situazione.

    «Perché siamo sulla stessa barca. E devono sapere. Ognuno deve avere i propri pensieri e fare le scelte che reputa migliori.»

    Certo non poteva essere nascosto quello che fosse successo. Non era possibile nemmeno dimenticarlo. E adesso erano lì. In un silenzio che era imbarazzante ma allo stesso tempo capibile.
    E come sempre in situazioni drammatiche, chi era d'animo semplice e creduto il più stupido trovò le parole giuste.

    «Se tu ammazzi loro allora abbiamo una possibilità.»

    Oisìn rise.

    06dee2430e39084c7d7204c60b7926b2
    «Meglio star vicini a te che lontani. Forse anche quei cosi inizieranno a cagarsi sotto.»



    «Te proteggi noi e noi te?»

    Muirgen respira a fondo togliendosi una ciocca di capelli sudati dalla fronte, liberando gli occhi.

    «Dovrò tagliarmi questi capelli e farmeli corti. Mi danno un fastidio che li sto quasi odiando.»

    La sigaretta di Oisìn venne lanciata nel fuoco.

    «A quanto pare siamo d'accordo. Non dovrei stupirmi eppure il modo in cui ti sei battuto è al di là di quello che fa un essere umano. La velocità, la forza peso espressa erano molto di più di quanto un uomo, anche un atleta olimpico possa fare. Vero Feròn?»

    «Nemmeno io avrei potuto generare quella forza. Nonostante i miei 350 kg di deadlift. Nemmeno uno strongman avrebbe potuto fare una cosa del genere.»

    «Possiamo anche abbandonarti qui e proseguire da soli...»

    «E guardarmi allo specchio come una stronza? Che esempio darei a quei bambini? Toglierli l'unica possibilità per la paura di essere braccati da quei cosi?
    Come se il mondo intero non fosse già il loro territorio di caccia. Guardati intorno. Quello che sapevamo, in cui credevamo, le nostre convinzioni e le nostre speranze sono state spazzate via di colpo.
    E se da lui dipendesse il mondo? Se ce ne fossero altri?»


    «Infatti proseguiremo insieme.
    Non ho mai detto di lasciarlo, né di abbandonarlo. Anche se lo lasciamo chi ci dice che quei cosi non ci saltino addosso uguale? Sono creature troppo lontane dal nostro modo di pensare...e abbiamo anche il mondo stesso contro di noi. Quindi la cura per tutto questo me la tengo vicino!»


    «Sono cose che vanno al di là delle nostre forze. Ma non delle sue a quanto pare. Quindi continueremo insieme ovunque ci porti questo viaggio.
    Con lui abbiamo più possibilità e lui, d'altro canto, non resterà solo a doversi guardare le spalle.»


    Dalle loro espressioni erano tutti d'accordo. Feròn controllò i bambini rimboccandogli le coperte.

    daf98755cdf3b048aea7efc51c951e2f
    «Hai questo compito, ora. Ci aiuteremo a sopravvivere»



    NOTE MASTER: Oisìn dopo aver ascoltato le tue parole, informa il gruppo di quello che è successo.
    Rendendosi conto che se hai questa forza, che ancora non controlli, ma c'è significa che possono sopravvivere. Anche se si è braccati le possibilità con te aumentano e se sono tutti insieme possono proteggersi a vicenda. Sia te che loro.
    Intorno a voi persino la flora cambia, corrompendosi stile the last of the us, rendendovi il viaggio fino a Skerries una vera avventura. Ruolami il viaggio, come fate fronte a queste difficoltà – nessun corrotto, nessuna cosa abominevole, solo che le strade sono quasi del tutto distrutte, le acque possono essere avvelenate, le piante muoiono. Capite che il mondo intero è vostro nemico e che fare anche un viaggio di qualche centinaio di chilometri diventa un odissea.
    Cibo scarseggia e vi sono piccoli corrotti che puoi ammazzare con semplicità. Ma in tutto questo la tua connessione con il lifestream si fa più forte. Sei una gialla piena adesso come forza.
    Dopo una settimana di viaggio su una strada, notate delle barricate. Uomini di vedetta. Feròn si rende conto che è meglio che tagliate per le strade secondarie, e forse abbandonare l'auto, quando un paio di spari, probabilmente verso il lato del passeggero, esplodono contro di voi. Notate subito, anche perche Feròn schiaccia a manetta l'acceleratore, che avete le ruote forate e il mezzo è incontrollabile.
    Qualcuno vi intima di uscire. Altri spari ma sembrano esplosi non verso di voi. Un avvertimento sicuro.
    A te la tastiera.
     
    Top
    .
27 replies since 23/8/2023, 12:25   1428 views
  Share  
.