Ruthlessness is Mercy upon ourselves

Ruthlessness is mercy upon ourselves

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Un uomo stringe la spada al petto prima di rialzarsi e urlare malignità contro il suo nemico. Gli arceri lasciano andare un ultimo respiro sulla corda del loro arco, prima di vedere le frecce sparire lontane. Il sangue ricopre il campo di battaglia mentre i cavalli schiantano al suolo, mentre i propri cavalieri giaciono sotto il peso e il dolore delle lance.

Ferro. Sangue. Urla.

Come un coro che si innalza verso il cielo, le battaglie su questa immensa terra tra i due fiumi rendono onore a chi tra voi gode delle offerte più grandi degli uomini ai propri dèi: la propria vita sul filo della spada. Come un'onda che ti sovrasta completamente, chiudi gli occhi e percepisci con chiarezza - da ogni singola voce - il tuo nome declinato nelle sfaccettature delle emozioni umane.

INANNA. ISHTAR. SIGNORA DEL CONFLITTO.

Ed è un tuono che squarcia il silenzio del cielo, è potere, ti da forza come la da a tutti i tuoi fratelli e le tue sorelle, a tutti i figli che camminano dopo di te. Il chaos della battaglia e l'ordine dei corpi caduti sono per te tesi ed antitesi che governa un'esistenza secolare. Dea delle contraddizioni, seduzione e clangore della battaglia.

Tutto percepisci, per te il Grande Gioco non è altro che la soddisfazione del capriccio più viscerale: la conquista, l'amore di ogni mortale. Forse è questo che alimenta la radiosità della tua luce, ma non è un fiume che scorre in una sola direzione; come gli umani si prostrano, anche voi decidete di concedere loro favori. Leggende narrano di alcuni di voi scesi addirittura in battaglia.

Immagina il fremito di un esercito che ti ama disperandosi, osservandoti piombare dal cielo, di fare strage dei loro nemici con il movimento delle tue mani. Se ti hanno supplicato con così grande fervore, versando sangue per te, meritano il favore della dea delle contraddizioni? Gli uomini nascono e muoiono, la battaglia - invece - è l'unica cosa che resta.

Puoi resistere a tale tentazione?

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