[Trama] Alla ricerca dei giganti

Quest filler per Asgard

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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]


    Alla Ricerca dei Giganti

    - Capitolo XVIII -

    I
    l combattimento volgeva verso una sorte che oramai sembrava scritta, mentre noi non facevamo altro che tentare di fermare il corso di quel fiume utilizzando le nostre mani come fossero una diga di emergenza.

    Fu questione di un attimo, il nostro colpo parve poter intaccare solo in minima parte quell'essere che si ergeva lì dinnanzi a noi, non era un avversario alla nostra portata era certo. Sembrava che lo avesse capito anche lui. Infatti, piuttosto che concentrare il suo attacco su di noi, con entrambe le teste, rivolse la prima lingua di fuoco verso l'esterno mandando in malora il nostro ultimo baluardo difensivo costruito dai golem. Stavamo per essere sopraffatti, ne ero certo, mi girai intorno e non vedevo altro che corpi di corrotti avanzare, quando rigirai lo sguardo il drago colossale stava caricando un nuovo colpo, contro di noi questa volta.

    Feci in giusto in tempo a scartare lateralmente e ripararmi dietro l'enorme mole del drago nostro alleato, per poi innalzare una veloce barriera cosmica, un muro temporale per diminuire nuovamente l'impatto del colpo. Notai che anche Junichi e Korin aveva seguito la stessa linea d'azione, ma la saetta che ci piombò addosso era qualcosa che mai mi sarei aspettato di ricevere. Le difese parvero reggere per un attimo, l'elettricità in un primo momento fu condotta in linee ordinate e geometriche, per poi essere scaricata a terra, trassi un profondo sospiro di sollievo quando vidi la mia barriera ricevere il colpo cedendo armoniosamente, mentre la difesa del Gigante di Crono resisteva...quasi fino all'ultimo momento. Fu un attimo. Il resto della scarica non lo notai neanche per quanto era forte, il solo riverbero della stessa nel suolo fu sufficiente a farmi provare "l'ebbrezza di cavalcare il fulmine".

    Per primi vennero i nervi, il dolore fu tale che il mio stesso sistema nervoso centrale implorava pietà per la quantità di dati da trasmetter, poi venne il sangue, lo sentii bollire per tutta la frazione di secondo necessaria alla scarica per propagarsi dal suolo nel mio corpo, e poi nei muscoli, in cui spasmi involontari e dolorosi crampi mi investirono per la quasi totalità del corpo, facendomi perdere l'equilibrio e la stabilità e cadere a terra, mentre la pelle ed il poco grasso nel mio corpo emanavano la tipica puzza di bruciato e le stesse ossa iniziavano ad urlare di dolore. Ci volle tutta l'energia di cui avevo ancora la possibilità di disporre per rialzarmi, ancora tremante ed incerto sulle gambe.

    Sentii le parole del soldato di Athena, erano stranamente ovattate, come quando una grande esplosione ti ottunde i sensi per un po', poggiai la mano alle orecchie e notai che un rivolo di sangue ne usciva fuori, tremolante. Il piccolo guerriero stava lì a cercare di incoraggiarci e dava ordini, voleva dare l'impressione di non essersi perso troppo d'animo, ma ogni momento che passava sentivo la sua voce sempre più tremolante ed incerta; probabilmente nello stesso modo in cui gli altri avrebbero percepito la mia, chissà. Eppure, quel ragazzo, che tanto odiava noi Daimon, stava dimostrando di avere tutte le qualità per ascendere a diventarne uno.

    In quell'esatto momento sentii un frastuono provenire dalla foresta "Nuovi corrotti?", no. Erano Ennys ed i suoi, avevamo veramente ricevuto l'aiuto per cui avevo pregato, Ananke aveva tessuto tutti gli avvenimenti con accortezza anche stavolta.

    «Mai come ora sono felice di vedervi amici!»

    Urlai nella loro direzione, non ero sicuro che mi potessero sentire, il frastuono della battaglia era incommensurabile, ma il mio spirito era rinfrancato dalla loro presenza e da quella di altri esseri, mai visti, ma che ora correvano in gruppo verso i corrotti.

    «Eh sia Korin, vediamo di scrivere la parola fine a questa storia, e vediamo di farlo insieme»

    Alla fine, a ben vedere non era forse quello che andavo predicando a destra e sinistra per il globo? Avevo provato con Amaterasu e con l'altro Araldo, avevo tentato con Korin e Junichi, beh non proprio con il secondo, forse era giusto dargli una seconda opportunità alla fine.

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    Feci fluire il mio cosmo nelle mani immagazzinandolo quanto più possibile, finchè, quando fui in procinto di raggiungere il mio limite, donai tutta quella riserva energetica, e con essa ogni speranza di vittoria, al sigillo intessuto dal Saint. "In che tempi son arrivato a vivere se la speranza di sopravvivenza di un Daimon deve essere riposta nelle mani di un Gigante?"

    «Fanne buon uso»

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Danni alle ali derivanti dallo strascico del colpo arrivato dall'esercito; bruciature sparse a causa della propagazione del fulmine; buff dei riflessi di Korin + Buff temporale;

    STATUS MENTALE Concentrato sulla battaglia;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI Sfruttando la mia posizione nascosta strategica dietro gli altri mentre provo a scandagliare se possible (ESP Spirituale) il grosso bestione.

    1. [Difesa] Muro verticale di Tempo per "rallentare" il fulmine in arrivo

    2. [Attacco] Concentro la mia energia spirituale in un flusso che si concentra nel sigillo di Korin in modo che il prossimo attacco di Drago di Perla possa veicolare l'effetto secondario pari a quello di una perdita della volontà combattiva dello stesso


    NOTE

    Mi so ricordato di aggiornare lo status senza necessità di moddare il post :gorth:




    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE



    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

    Credits layout a Dr. Stein
    All rights reserved




     
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    alla ricerca dei giganti
    XVIII - final armageddon

    Sarebbero morti. Erano vicini.

    I clangori della battaglia erano diventati aria nelle orecchie, il tonfo di energia seguita dallo stridere del cosmo spezzarsi, spostarsi, indicò la creatura deflettere e sviare. Era estremamente più forte.

    Sopratutto quando arrivò come un fulmine la sua risposta. Aveva nuovamente aiutato ad erigere una cupola cosmica sul drago, in supporto agli altri compagni, ma la difesa non servì a molto. Lasciando solo espandersi il proprio dolore.

    L'ellenico si ritrovì in volo per qualche metro, graffiando il terreno. Il sangue si era sostituito al colore della propria armatura che quel giorno diveniva sempre più opaca. Maschera distrutta, insieme all'elmo a mezzaluna sulla sua testa. Il suo corpo nella forma umana non resse dopo tutti quei danni, essenza del proprio Arché. Tornò in quella vera, lasciando posto alle sembianze verdi della forma da Daimon. Piccola e minuta.

    Non stava morendo. Non ancora. Si impose di rialzarsi, con molta fatica, scrollando la polvere e la terra dal capo completamente sommerso. Scrollando le orecchie oblunghe appuntite. Aveva molte ferite, per lo più di bruciatura e immenso dolore. Dolore che non reprimeva, ma accettava. E sentiva. Come parte integrante del tragitto.

    Divisi loro non avrebbero potuto, ma probabilmente neanche uniti.
    Il cavaliere di Athena era così spinto a farcela con le sue parole, con determinazione, anche se percepiva paura. Paura e timore in tutti loro. Erano normale in quei frangenti, momenti dove il corpo e la mente mandavano segnali di pericolo. Di salvezza per l'anima. La grande forza controllava e allo stesso tempo sentiva.
    Mentre si portava di nuovo dietro Drago di Perla zoppicando per le ferite e il sangue verdognolo che lo accompagnava, egli poi li vide.

    I rinforzi.

    Centinaia, anzi migliaia di soldati galoppare su enormi lupi e correre nella propria direzione sulle terre sperdute di Asgard. Yggdrasill monumentale faceva da sfondo, con l'arrivo di Ennys e dei Giganti del Nord entrare in battaglia.

    La corruzione di risposta si riversò come un morbo nella landa, oltre il muro dei golem distrutto, nell'ultima cavalcata di scontro.

    Sul suo volto apparve un sorriso, un piccolo sorriso sincero guardando Yggdrasill, figlio degli antichi. Era quello il suo piano, sapeva che si stava giocando le sue carte. Era come un Protogenoi dopo tutto. Vedere creature e anime sotto un unico vessillo, le urla di Azraele estasiate. Sotto un'unica bandiera la realtà. Un pensiero andà a Deucalion.

    Quandò sentì il discorso di Korin sulla propria idea di attacco, egli nuovamente non si oppose. Un buon piano era stato fatto e il ragazzo stava mostrando cervello sopra la propria irruenza.
    Alzò le mani piccole, e rilasciò l'energia affinché potesse essere usata, in spirali cosmiche e galattiche che viaggiavano nei cieli più bui e stellati.

    Le vedeva quando sorgevano, con Tishtrya la stella più luminosa, o quando tramontava mostrando nella notte i suoi segreti. Lampi, colori accesi, raggio che attraversava lo spazio a ritmo di un respiro. La grande energia fu risucchiata da quella di Korin, che ne assunse connotazioni scure. Opache, occultate da sovrascrivere in ira e repressione come coriandoli.
    Sentì molte cose ormai in ballo, e gli dispiacque in parte. Come la prima volta che lo aveva incontrato: sapeva che non piaceva, e non gli sarebbe mai piaciuto. Ma una vita era sempre una vita. Non importava quando si era vicino alla fine. Come un addio era sempre un addio.
    Probabilmente era la scelta giusta, dopo quello che aveva visto anche lui dall'altra parte, c'era sempre il rischio di un finale lieto. Se era davvero così, se fosse sopravvissuto, almeno qualcosa di meglio poteva avere possibilità. Uno scopo, una storia da narrare prima di un altro ciclo.

    Cloto, Lachesi e Atropo continuarono a tessere i loro fili. Al di fuori del piano materiale, il Consiglio della Sorte veicolava all'Oracolo reggente il fluire di ogni postilla cosmica che determina il tutto. E così egli fece. Fino all'ultimo goccia di cosmo fluì chiudendo gli occhi, per essere usato dalle fauci del Drago di Crono errante. In un attacco unico e combinato.

    Raccolse il potere. Si materializzò veloce e lento. Di movimento e di staticità. In enorme resistenza. Quel Gigante stava sacrificandosi per loro, nonostante era una comparsa di un gioco più grande che non doveva essere lì. Non aveva motivo di farlo. Eppure c'era.

    Di un padre il figlio non aveva mai colpe. Se si era ritrovato nella parte sbagliata, nel tempo sbagliato. Se si era ritrovato a pensare con la propria testa dove neanche gli piaceva, dopotutto, essere usato come arma. Decise di morire infine per due Daimon.

    La sorte nella fine metteva avanti a dure verità. Spesso aveva quell'ironia da far vedere nel peggior nemico il miglior amico tra i nemici. E spesso era così nella vita. Non ci si pensava. E probabilmente anche quel giorno non ci stava pensando.
    I suo pensieri sviavano dal nocciolo della verità, perché l'odio non era mai la risposta. La sorte lo era, che si disegnava con le proprie scelte.

    Se quella cosa ci credeva in quello che stava facendo nonostante le differenze, lo avrebbe fatto anche lui.

    SPOILER (click to view)
    FISICO Squarcio profondo al fianco sinistro. Ferite gravi alla testa e corpo ustionato.
    MENTE Dolorante. Ma grazie ai Sensi Acuti rimane estremamente lucido.
    STATUS GLORY Grado [IV] - Non Indossata [Vera Forma] - Metà armatura distrutta. Elmo distrutto.
    RIASSUNTO AZIONI
    Aiuto come prima la [DIF] di Drago di Perla, successivamente conferisco anche io gran parte del mio potere per il sigillo di Korin. L'effetto secondario che conferisco è quello del Decadimento Temporale.
    Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia Blu
    ABILITÀ E TECNICHE
    Tempo
    Anfitrione potrà velocizzare, rallentare o spingere alla stasi selettivamente un essere vivente nelle sue azioni (ne consegue quindi processi inclusi pensieri/stati mentali e spirituali) oggetti fisici e azioni personali. Interferire in processi biologici di esseri viventi semplici (piante, animali e umani senza cosmo) facendogli deperire, rinascere, guarire e ferire e ogni altro stato che ne derivi. Potrà manipolare materia ed energia all'interno del proprio raggio di azione, provenienti sia da un attacco che presenti gia nell'area circostante (flussi d'acqua, elettricità, incendi ecc.) accellerandoli e facendoli tornare indietro nel tempo. In più potrà anche infondere nei propri attacchi effetti temporali, rallentando e accellerando ciò che viene colpito senza dover avere bisogno di concentrazione per mantenerli. Questo potere, definito "decadimento temporale", potrà permanere e progredire sulla materia colpita se continuamente inferto e non contrastato con successo. Se colpita una sola volta, invece, sarà avvelenata in misura eguale al colpo ricevuto, permanendo ma non progredendo maggiormente nel disfacimento. Nell'ambiente circostante invece potrà alterare direttamente il fluire del tempo, riavvolgendo eventi o bloccandoli (sempre nei limiti descritti). La stasi qui raggiunta non sarà mai totale ma solo un estremo rallentamento. Inoltre ciò che toccherà con questo potere, sempre facendo parte dall'ambiente, verrà considerato come un costrutto cosmico di pari livello. Infine, a fine di percezione, eglì potrà osservare le linee temporali di chiunque conosca l’emanazione cosmica, incluso ciò che è avvenuto in specifiche aree a sua conoscenza.
    La concentrazione per attuare questi poteri sarà necessaria, ma sempre meno dispendiosa di abilità provacanti medesimi effetti o abilità quali telecinesi; mentre la sua efficacia su altrui varrà sempre dalla differenza di livello energetico.



    Edited by Anfitrione - 13/10/2023, 14:23
     
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI



    Capitolo 17 : insieme



    P
    er quanto la battaglia potesse essere assurda e forse neppure necessaria ai fini della propria missione , Drago di Perla non voleva vedere Asgard e l'albero del mondo un luogo magico dove tutt aveva inizio finire per essere distrutto dai corrotti. Si ok non era la sua patria,ma il gigante sapeva benissimo che se la situazione continuava ad andare avanti allora tutto quel tempo che aveva trascorso a combattere quel male non sarebbe valso a nulla. Non voleva finire ancora nel tartaro con un conto in sospeso con il creato.
    °Devo cercare di non sbagliare°
    Drago di perla aveva lanciato il suo attacco e grazie all aiuto di Korin e dei due daimon era riuscito a ferire il suo fratello Drago alle ali, un colpo molto doloroso per creature come loro , anche perché adesso avrebbe avuto difficoltà a volare, ma meglio così perché erano in vantaggio loro non potevano farsi uccidere.
    °Spero che lui possa perdonarmi, ma il mio dovere adesso è proteggere questo posto. Crono è un guerriero un dio che ha combattuto per la libertà e se mi ha guidato qui allora è giusto che io continui, mi spiace per le tue ali "fratello".°
    In quel momento la determinazione del gigante era ferma e composta , anche nel momento in cui sentiva provenire quelle voci.
    °Voci, forse sta cercando di comunicarmi qualcosa. Fratello se solo avessimo qualche minuto in più per parlare, ma non posso, e tu non sei in grado di ascotarmi.°
    Drago di perla non riusciva ad intendere bene cosa stessero dicendo quei suoni, per a sensazione sentiva che avrebbe dovuto scoprirne di più, ma non c'era abbastanza tempo, e in quel momento sapeva solo il gigante quanto ne avrebbe volto in più anche solo per sentire una sola risposta, ma non c'è nera, Korin e gli altri ontavono su di lui, anche perché aveva notato che gli altri attacchi presenti non avevano fatto quasi nulla mentre il suo si, quindi lo poteva colpire solo lui, ma sapeva che non era abbastanza.
    °Per quante volte posso riuscire a colpirlo non sarà, mai abbastanza, lui è un drago il suo onore non lo farà cedere, perciò cosa posso fare?°
    In effetti non era facile pensare di tirare giù un essere simile da soli, non ci era riuscito con Akragas, seppure lui usasse il trucco, e dubitava di riuscire con un suo simile, però mai arrendersi.
    Drago dinperla vide che il bicefalo stava per attaccare di nuovo, quindi rafforzó le sue barriere, i suoi alleati dovevano vivere anche perché Korin aveva avuto un altro lampo di genio se così si poteva chiamare ovvero aveva creato un'altra sigillo avanti al suo muso, e l intento era quello che il gigante ci sparisse dentro il suo attacco, mentre gli altri univano i loro cismi per aiutarlo.
    Drago di perla prima di attaccare la testa che sparava fulmini, aspettó di avere tutte le energie pronte.
    °Ecco ci siamo, datemi la vostra essenza cosmica mortali. ORA!°
    Il gigante assaporó per un attimo la sensazione di avere con sé tutte quelle energie cosmiche che mai si sarebbe aspettato di avere, perché un arma era abituata a combattere sempre da sola, ma adesso che era insieme a qualcuno era molto più emozionante e nulla importava se c'erano i daimon in quel momento e nulla importava che fisse ferito e brucuat9 dai fulmini, suo"fratello"poteva anche cavalli gli occhi, ma non l avrebbe visto strisciare e arrendersi, dopotutto era un drago.
    Il Drago blu aprí ancora le fauci, poi agitó le ali e il suo corpo su cui brillava un cosmo intenso mai avuto prima e si limitò quindi ad eseguire i suoi vortici d'acqua devastanti come mai non li aveva mai fatti e li concentra sulla testa dell altro Drago quella con i fulmini, nonostante si fosse beccato ancora parecchi danni.
    °Voglio crederci!grazie a tutti!°
    Mentre partiva il suo attacco non c'era tempo per vedere e salutare i giganti asgardiani e gli altri alleati, quindi li lasciò pure aiutare, masicuramente avrebbero assistito a qualcosa di unico.




    QbxKRwo





    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:Danni ancora da fulmini
    Stato Psicologico: incazzato
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: danni da impatto ed esplosione gravi e quasi distrutta
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:

    Le difese sono ancora attive anche se tutti vedo che abbiamo subito dei danni, poi Drago di perla usa i suoi vortici facendoli pasare per i sigilli korin verso i
    A testa che ente fulmini

    Azioni:

    Acqua:
    Drago di Perla rispetto agli altri suoi fratelli che dimostrano più delle volte di avere abilità brutali o anche rispetto ad altre specie di drago, gli è stato impartito il potere di dominare le acque che proteggeranno i suoi Signori e che porteranno alla rovina gli oppositori. Il gigante è in grado di manipolare l’elemento in ogni sua forma e può creare ogni tipo di attacco come ad esempio, onde anomale turbini , getti dotati di pressione che possono creare perforazioni latenti , barriere difensive e strategie offensive di vario genere. Il tutto si attiva dopo essersi trasformati in drago e aver tirato fuori l’Adamas dal proprio corpo che inizierà ad emettere un alone bluastro simbolo che il suo cosmo sta bruciando per preparasi all’attacco e ad attivare l’abilità.
    La produzione di acqua può essere effettuata tramite cosmo o sfruttando gli elementi forniti dagli ambienti stessi.


    Difese Magiche:
    In qualità di astro, Drago di Perla era definito il “Baluardo “ perché si poneva sempre a difesa di Crono e dei suoi alleati, proprio per le sue abilità peculiari di creare difese magiche che possono proteggere il suo corpo o chi gli sta accanto dai danni di altre abilità scaturite dai propri nemici di varie entità, tra cui spirito e dimensioni e veleno oltre che per attacchi elementari che comprendono fuoco, oscurità e ghiaccio .
    In tutto può usufruirei sette effetti di difesa passivi da applicare alle sue barriere difensive, gli effetti sono aplicabili uno per ogni "passaggio evolutivo" comela trasformazione
    Anche questa abilità si può attivare solo nella vera forma, dopo che il gigante avrà caricato cosmo nelle sue tecniche.

    Volo Perfetto:
    L'arma di crono ha ritrovato dopo tanto tempo la capacità di volare con la sua forza di volontà, senza usare le sue ali,oppure i suoi flutti d'acqua e correnti e alcuni affermano che la sua capacità in questi campo sia anche perfeziinata al massimo e più precisa di un mezzo volante


    Difesa per tutto


    Drago di Perla è famoso per le sue particolari barriere magiche che offrono un supporto personale e altri e una di essa è proprio la tecnica descritta, dove il gigante accumulando cosmo si racchiude in una copertura d’acqua che lo circonda dandogli una forma sferica a 360°, il potere del suo cosmo poi fa il resto cercando di limitare i danni di origine elementare base come fuoco e ghiaccio. La barriera è versatile essendo composta d’acqua e può essere usata anche per proteggere altri alleati con lo stesso procedimento.

    Attacco

    Vortici acquatici:
    Drago di Perla concentra il cosmo attorno al suo corpo creando così un accumulo di acqua e particelle che vortica dall’alto verso il basso che daranno vita a due vortici acquatici che andranno a circondare avversari o un singolo avversario tentando così d’impattare su essi, se colpiscono possono causare danni da impatto e cercare anch'essi affogare le vittime portandoli con se nella violenza dell'attacco.






    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI

    Noi non svaniremo

    XIX

    ♦♦♦♦♦♦♦



    La lotta infuriava tra l'esercito corrotto e i popoli del lontano Nord. Le ondate nere delle retrovie avevano portato avanti creature pericolosamente potenti, molto più grosse di quelle che i quattro guerrieri avevano incontrato durante il loro viaggio. Eppure gli alleati reggevano l'assalto, per quanto fosse strano. I mezzogiganti facevano strage di nemici, e così i lupi e i combattenti dagli occhi blu, dorati e scarlatti. Quell'armata sembrava invincibile, nonostante le perdite che inevitabilmente ci sarebbero state da ambo le parti. Eppure tutto si sarebbe deciso non molto lontano da quelle masse brulicanti nere che cercavano di soffocare la vita di coloro che vivevano in armonia di quelle terre.

    I cosmi di cinque guerrieri si unirono, un sigillo si materializzò nell'etere come a richiamarli tutti, la luce esplose, vortici di acqua si riversarono nel campo di battaglia verso la creatura più grande che era in quel luogo. Ma sarebbe bastato? Il colpo era forse il più potente che i cinque potevano generare, ma il loro avversario era oltre il loro livello. Forse solo una divinità avrebbe potuto tenergli testa, e forse dei valorosi guerrieri quel giorno avrebbero esalato l'ultimo respiro. Il drago mosse le ali, ed una barriera si racchiuse attorno al suo corpo, più rapida e brillante della precedente, un attimo prima che l'acqua lo raggiungesse. I flutti avvolsero tutto, e per un momento nulla fu più visibile. Poi la luce prese a brillare tra le acque, la creatura si sollevò in volo in una spirale di morte per poi spalancare le ali in sospensione. Se l'attacco avesse avuto effetto o meno, non era possibile capirlo. Il pensiero di Drago di Perla andò ad Akragas e alla sua presunta invulnerabilità, augurandosi che anche stavolta le apparenze ingannassero.

    Gli occhi di entrambe le teste erano fissi su di loro, accesi di ira e collera, poi un enorme ruggito squassò l'aria. Il fuoco e il fulmine accesero il cielo, le bocche si spalancarono pronte a liberarli entrambi allo stesso tempo, stavolta verso un unico bersaglio, e quello scontro sarebbe finito una volta per sempre. Poi, il drago soffiò.

    In quello stesso istante, però, il mondo decise che sarebbe sopravvissuto ancora una volta. Il cono di fuoco e il lampo si trovarono di colpo a rallentare la propria avanzata: due enormi sfere di luce, sostenute da un'onda di luce argentata, giunsero da chissà dove per impedire all'ira del drago di abbattersi. Le forze si contrastarono per qualche attimo, poi l'esplosione fu abbagliante tanto da far chiudere gli occhi a tutti i combattenti, e per un attimo la stessa guerra si fermò. Quando i cinque riaprirono gli occhi, credettero di essere in procinto di perdere la vista: il drago a due teste era ancora lì, fiero, ma sembrava provato dall'accaduto. In cielo, una brillante luce soffusa si diffondeva tra le nubi, e sembrò che una violacea aurora boreale ricoprisse il suolo davanti a loro.

    Poteva esserci stato un nuovo intervento del Sacro Albero? Sembrava improbabile, eppure...

    zBXLsaR



    Power Rangers: ...eppure, nonostante l'aggiornamento vi toccherà aspettare ancora un po'. Perchè dovete sapere che affrontare un attacco come quello del doppio soffio vi avrebbe polverizzato e basta (per la gioia di uno di voi che non aspettava altro), ma qualcuno dall'esterno è intervenuto per stoppare l'avversario. E adesso sta anche per agire seriamente. QUindi, cosa accadrà adesso? Semplicemente, è il turno delle Guest Stars, addirittura QUATTRO, come i post che vedrete prossimamente di seguito a questo. Quindi è inutile che cominciate a farmi domande sul topic prima del tempo, prima devono postare gli ospiti.

    Prossima scadenza: a partire dal QUARTO post, in cui saranno aggiunte le istruzioni che normalmente vi avrei dato adesso, avrete i soliti sette giorni di tempo. A presto e non odiatemi :asd:

     
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    ♦ post I ♦ ALLA RICERCA DEI GIGANTI astra ♦ custode di megrez ♦ energia Blu


    Non era passato molto tempo da quando Astra aveva aiutato il Celebrante e i suoi alleati a respingere la Corruzione dalle porte di Asgard. Era stata una lotta senza quartiere, una battaglia campale degna di essere cantata dai più famosi bardi delle terre del nord. In quell’occasione avevano a malapena resistito a quell’orda furiosa, che in realtà era stata creata e comandata da un essere infido quanto potente. E quell’abominio aveva persino avuto l’ardire di metterli in guardia sul loro futuro perché, sì, Asgard sembrava essere tutt’altro che fuori pericolo.
    In quel momento, subito dopo la vittoria insperata, nessuno ci aveva creduto, ci avevano quasi riso sopra, sporchi di sangue e feriti ma comunque vincitori. Invece il destino si era ancora una volta fatto beffe di loro e aveva voluto giocare l’ennesimo brutto tiro a Odino e a tutta la sua gente.
    Ma cos’era accaduto?
    Un nuovo scontro era iniziato in un luogo remoto, lontano, che forse non aveva permesso loro di accorgersene per tempo. O forse ancora, chi lo poteva sapere, magari il loro mancato o tardivo intervento era parte dei subdoli piani di qualunque altra cosa volesse attentare all’esistenza stessa delle terre del nord.
    Astra Megrez, che era stata accolta con tutti gli onori del caso dopo la difesa delle mura di Asgard, si stava ancora godendo la meritata gloria – la prima di molte, ne era sicura – quando percepì con il suo cosmo e il suo spirito che qualcosa era cambiato. Non era a casa in quel momento e, quindi, non poteva consultarsi con Gunther per capire se anche lui avesse avuto la stessa sensazione.

    Deve essere uno scherzo, non è possibile.

    Un brivido le corse lungo la schiena, percependo strane vibrazioni energetiche e un soffio gelido e mortifero che le sfiorava il retro del collo.

    Non ancora, non così presto.

    Da quando era diventata Campione di Hel, il suo potere e le sue abilità erano aumentati e non poteva esimersi dall’ammettere come la Dea della Morte non avesse dimenticato la sua eletta. Certo, la continua connessione con Helheim era terribile da sopportare, con le urla e la disperazione dei dannati, ma i vantaggi che ne aveva tratto compensavano un poco l’orrenda sofferenza. E proprio grazie a quella sua nuova sensibilità, la ragazza era riuscita ad anticipare di qualche istante la notizia che sarebbe arrivata da lì a poco. Stava camminando tra le strade di Asgard, intenta a raggiungere il Palazzo Reale per alcune ricerche su quella dannata Lunitari e sui territori una volta appartenuti alla sua casata che le furono sottratti dalla Corruzione. La sua Armatura la proteggeva come sempre, amava sfoggiare quella nuova versione della Robe. Inoltre, il suo proverbiale mantello candido completava la sua tenuta ufficiale, mentre il suo portamento la faceva risaltare come la stella polare in quel periodo così buio per il suo paese. E proprio in quel momento di calma e altrettanto fulgore, qualcosa interruppe l’idillio riportandola alla dura realtà.

    Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma. Mi manda il Palazzo Reale. Asgard richiede urgentemente...

    Un messaggero di Asgard si era palesato di fronte a lei, trafelato per la celerità con cui aveva dovuto raggiungere il Cavaliere di Megrez. La giovane non gli fece nemmeno terminare la frase, permettendo lui di risparmiare il poco fiato che gli era rimasto, e non esitò un istante – come sempre – ad accettare qualsiasi ordine arrivasse dalla più alta carica del suo paese natale.

    E Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma, risponde immediatamente alla chiamata di Asgard. Ditemi cosa è accaduto.

    Il messaggero non parve affatto offeso dall’interruzione e dalla fretta della giovane Megrez, sia perché gli fosse di molto inferiore in grado, ma anche perché l’emergenza doveva avere la priorità su ogni formalismo o etichetta. Lei poco si curò della totale mancanza di delicatezza, perché quando c’era di mezzo la sopravvivenza di Asgard, non c’era altra cosa che importasse.
    Ricordava la promessa silenziosa che aveva fatto ai suoi genitori come se fosse impressa nel suo stesso dna, una promessa che purtroppo era stata rivolta a nessuno perché quando la fece i suoi cari erano già morti. Avrebbe difeso la sua terra con la sua stessa vita, allo scopo di riportare il nome dei Megrez alla gloria e all’importanza che meritava. Avrebbe contributo a rendere Asgard libera dalla Corruzione, portandola a essere un paese e una Casta che tutti avrebbero rispettato e temuto, per poi riappropriarsi delle terre sottratte alla sua casata che erano state di loro proprietà per generazioni.
    Ma tempo al tempo, perché c’era altro di ben più urgente di cui occuparsi. Il messaggero le descrisse una scena che sembrava il seguito della battaglia da poco conclusa con la loro vittoria, ma quella volta le circostanze sembravano dall’esito più incerto. C’era sempre un qualche esercito intento a distruggere ogni cosa, un mostro enorme e all’apparenza invincibile che non accennava a cedere il passo – un drago a due teste che sembrava essere uscito direttamente dal Muspelheim – e un manipolo d’impavidi guerrieri che cercava di evitare l’irreparabile. Questi coraggiosi combattenti non erano asgardiani e quel particolare la incuriosì non poco.

    Cavalieri sconosciuti che difendono Asgard? Non che sia la prima volta che succede, ma dalla loro descrizione mi sembra una squadra alquanto insolita. In ogni caso, poco importa: devono essere aiutati perché stanno difendendo la loro stessa vita e quella della nostra terra.

    E le sorprese non erano finite, perché il messaggero comunicò chiaramente ad Astra che non era la sola componente di quella che sarebbe stata a tutti gli effetti una squadra di salvataggio. Altri si sarebbero uniti, ma avrebbero dovuto giungere a destinazione in modo autonomo, perché non c’era nemmeno un istante da perdere per riunirsi o pianificare una strategia a tavolino.

    Comunicate al Palazzo Reale che prenderò parte allo scontro. Torneremo vittoriosi.

    Poche parole per accettare immediatamente la missione e per congedarsi dal ragazzo che l’aveva aggiornata in modo così rapido ed efficiente. Poi, nel tempo di un battito di ciglia la giovane Megrez sparì dalla vista di tutti senza nemmeno muovere un muscolo.

    Che Hel s’impadronisca della mia anima se non riuscirò ad arrivare in tempo.

    Da quando aveva cominciato a rivolgersi a Hel invece che a Odino? Oh, beh, da quando aveva cominciato a usare a suo vantaggio i poteri donati dalla Dea. Infatti, Astra era sparita grazie al suo legame con Helheim, trasferendo corpo e anima per velocizzare al massimo i suoi spostamenti. Avrebbe potuto optare per la cavalcatura nanica, oppure per la Drakkar, ma avrebbero richiesto troppo tempo e preparativi. Siccome si era guadagnata a pieno merito il titolo di Campione di Hel, sarebbe stato stupido non sfruttarne tutti i vantaggi.
    Certo, viaggiare in quello che poteva essere definito l’inferno norreno non era il massimo della vitalità, ma ormai era diventato un luogo quasi “normale” per lei. Se si escludevano la sofferenza, le urla e la disperazione, ovviamente.
    La ragazza, quindi, scandagliò il piano spirituale per individuare la zona di battaglia che le era stata descritta, seguendo le tremende increspature nello spesso velo che divideva le diverse realtà. Si avvicinò con decisione a quell’anomalia e l’attraverso senza nemmeno esitare un istante per giungere finalmente dove c’era più bisogno di lei. Coloro che si trovavano già in quel luogo avrebbero percepito un leggero soffio di aria fredda, tanto sottile quanto in grado di toccare persino l’anima. Quella era la prima sensazione di brivido e smarrimento che si provava trovandosi vicino a un ingresso per Helheim. Poi, arrivarono le urla e i volti quasi completamente scheletrici delle anime dei dannati, che tentavano invano di lasciare il Regno dei Morti per tornare a una vita che non avrebbero mai più potuto riconquistare. Sciami di anime gridarono tutta la loro disperazione da quello squarcio temporaneo tra i mondi, finché quella flebile speranza si spense con l’arrivo del Cavaliere di Delta Uma e la conseguente chiusura del passaggio.

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    Di fronte ai suoi occhi lo spettacolo fu ancora una volta soverchiante. Sangue e dolore in ogni dove. Sbatté le palpebre per abituarsi alla luce che era sicuramente carente nel Helheim, ma focalizzò tutta la sua attenzione per analizzare la situazione e intervenire immediatamente. L’imponente esercito di nemici era un fiume in piena in quella landa, e sembrava essere fronteggiato da un contingente di... Vrykul?!

    Cosa?! Com’è possibile? I mezzo giganti sono una razza che si credeva praticamente estinta ad Asgard, a parte qualche rara eccezione, e invece sono qui a combattere per noi. Devo assolutamente parlarne con il Celebrante.

    Ma si tenne il pensiero per se, perché quella curiosità poteva certo aspettare. Il Drago a due teste, invece, era stato in qualche modo fermato da un alleato molto speciale, quindi c’era una sola cosa da fare: agire. Il suo sguardo si rivolse a quell’eterogeneo gruppo di difensori, che sembravano proprio appartenere a molte Caste diverse di Cavalieri.

    Ma quello è Flagello? No, non può essere, quel Gigante non era così forte quando ci siamo incontrati qui ad Asgard.

    Uno dei difensori era anche lui un vero e proprio Drago – con una sola testa, per fortuna – e aveva la stessa impronta di cosmo e la stessa forma draconica di quello strano uomo che Astra incontrò tempo addietro. In quell’occasione lui le aveva chiesto di dargli un nome e lei aveva scelto per lui Flagello – che cosa strana era stata. Che fosse davvero lui? Il suo potere non era certo lo stesso, era notevolmente aumentato, quindi non poteva esserne assolutamente certa. In ogni caso, non avrebbe potuto sprecare nemmeno un istante in più per pensieri diversi dalla battaglia. Avrebbe approfondito in un secondo momento la provenienza e le motivazioni di quel manipolo di difensori, ma ciò non le impedì di ringraziarli per il loro aiuto e la loro sofferenza, che non sarebbero sicuramente stati vani.

    Grazie per aver aiutato Asgard quest’oggi, chiunque voi siate. Grazie per esservi schierati con noi, anche solo per quest’unico momento.

    Camminò a non molta distanza dal fulcro della battaglia, cominciando a richiamare le sue incredibili abilità. Gli Spiriti della Natura risposero alla sua chiamata, così come l’Ametista supportata dallo Spirito che fu dono di Hel. Astra sapeva cosa stava per accadere, riusciva a percepirlo con ogni atomo del suo corpo. Inoltre, il messaggero le aveva descritto le nuove forze che sarebbero scese in campo, quindi decise di fare la sua parte nel modo più efficace e – perché no? – subdolo che i suoi poteri le avrebbero concesso.

    Io sono Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma, Campione di Hel. E sarà un onore condividere il campo di battaglia con voi.

    Lo disse con orgoglio, perché era davvero l’ultima discendete della mitologica casata dei Megrez, nonché uno dei sette Custodi di Asgard e Campione della Dea della Morte. E lo disse anche con onore, che sentiva montare nel petto ogni volta che combatteva per la sua terra natale.
    Così, com’era arrivata, la giovane guerriera sembrò scomparire dietro una nebbia dai colori evocativi, mentre la sua forza e il suo potere fecero il loro debutto nella battaglia.
    Il suo cosmo violaceo divampò alla massima potenza e tanti minuscoli e quasi impercettibili cristalli di Ametista – mischiati all’abilità Spirito – avrebbero cercato di spargersi nell’intera area, proprio come una nebbia che appesantisce l’aria. Gli Spiriti della Natura avrebbero sospinto il pulviscolo attraverso i venti e, in modo del tutto naturale, si sarebbero trascinati dietro una tempesta fittissima e molto fastidiosa di detriti. Quell’attacco unico, in cui tutto si sarebbe mischiato, avrebbe cercato di raggiungere gli avversari alla massima velocità possibile, focalizzandosi in modo decisamente maggiore sul Drago a due teste – senza disdegnare l’esercito minore. L’obiettivo principale era quello di sfruttare l’effetto sorpresa per provocare una cospicua inalazione volontaria o involontaria di Ametista, cercando di soffocarlo ma, soprattutto, di debilitarlo dall’interno del corpo – cercando di intaccare sia l’energia vitale che la volontà e la determinazione. Sarebbe stato probabilmente molto difficile per il mostro accorgersi delle conseguenze fino a che non sarebbe stato ormai troppo tardi, e a quel punto l’attacco avrebbe potuto generare una quantità di danni e di debilitazione difficilmente controllabili.

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    Quelle erano le Nebbie Viola di Asgard, una delle tecniche più subdolamente efficaci a disposizione della guerriera, in grado di causare conseguenze sia sul piano fisico sia spirituale, nel silenzio che solitamente precede la sconfitta dell’avversario.

    PER ASGARD!



    Un urlo deciso e convinto eruppe da quella foschia. Un urlo che dichiarava guerra agli invasori e a cui non importava di essere individuato. C’era molto altro che stava arrivando e le Nebbie Viola di Asgard sarebbero state l’ultimo dei problemi per quell’abominio a due teste.

    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther °telepatia°
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO♦ Sono bellissima <3
    STATUS MENTALE♦ Non toccatemi Asgard :addit:
    STATUS CLOTH♦ Intatta.
    RIASSUNTO AZIONI♦ Hel-lo :mke: Io sono la figa spaziale del gruppo di salvataggio, quindi ammiratemi, adoratemi e amatemi (non sarete corrisposti, ovviamente, sappiatelo xD). All’atto pratico, faccio la mia entrata a effetto per gentile intercessione della mia b.f.f. Hel e creo un po’ di atmosfera grazie alle Nebbie Viola di Asgard [AF: soffocamento + debilitazione energia vitale grazie all’Ametista + debilitazione di volontà e determinazione grazie a Spirito]. Queste cercheranno di insinuarsi nelle vie respiratorie nemiche con il supporto degli Spiriti della Natura – che, per non farci mancare nulla, alzeranno anche un bel polverone di detriti [AD/ Diversivo]. L’attacco è a massima potenza, massima area raggiungibile e si focalizzerà principalmente sul cattivone (Drago a due teste), anche se non disdegnerà di fiaccare qualunque nemico si troverà sulla strada verso la gloria :fiore:
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.

    S p i r i t o
    Astra Megrez, ultima discendente della famiglia più nobile di Asgard, si aspettava di ottenere una meritata benedizione direttamente da Odino, il Re di tutti gli Dei norreni. Già si pregustava l’onore di essere nominata Campionessa della divinità più importante, forse dimenticandosi che tale onorificenza fosse già stata riservata al Celebrante delle terre dai ghiacci eterni.
    Il destino, beffardo o forse premonitore, decise diversamente per lei, legandola a doppio filo alla Dea della Morte: Hel. Ella era, effettivamente, la divinità che più si accostava ai Megrez, almeno come simbologia, perché la nobile casata di Asgard era da sempre stata associata in qualche modo alla Morte. Nel bene e nel male.
    Divenendo la Campionessa di Hel, Astra ricevette in cambio un prezioso dono e un prezzo da pagare. Il dono fu l’ottenimento di un’incredibile e nuova abilità: Spirito. Il prezzo da pagare fu un costante e irreversibile contatto con il Regno dei Morti, Helheim, che le regalò un’indesiderata consapevolezza sull’Inferno norreno e sulle sofferenze che in esso venivano perpetrate. L’unica cosa che le permise di mantenere la sanità mentale, fu il non percepire in alcun modo la presenza dei suoi genitori in quel luogo di perdizione, ottenendo la ragionevole certezza che fossero stati accolti nel Valhalla o a Fólkvangr, essendo morti combattendo valorosamente (seppur invano) contro la Corruzione.
    Tralasciando gli effetti psicologici di tale situazione, l’abilità Spirito andò a completare perfettamente le sue potenzialità difensive e offensive. Tramite questo potere, infatti, Astra è in grado di interagire con gli spiriti, nonché di creare e manipolare l’energia spirituale, utilizzandola a suo piacimento. Potrà, quindi, difendersi da minacce della medesima natura intangibile e, soprattutto, creare attacchi devastanti che potrebbero risultare non visibili o difficilmente contrastabili da avversari non dotati della medesima abilità.
    Chi viene colpito da questo insidioso potere, infatti, sentirà un dolore terribile sebbene sul corpo non si noterà alcun danno evidente. Come conseguenza, tale dolore indebolirà la volontà della vittima, il suo carattere e la sua determinazione. Venire sopraffatto da questi attacchi significa perdere completamente conoscenza, fino rischiare di morire e perdere il controllo sulla propria anima (only GdR).
    Tale abilità, estremamente versatile, permette anche di distaccare la propria anima dal corpo e operare tramite una proiezione astrale (espediente molto interessante, ma poco utile in combattimento), nonché di trasportare se stessi e gli altri nella dimensione spettrale o bandire sfortunate anime nella dimensione spirituale (vedi tecnica Helheim).
    Ultima caratteristica, e forse una delle più importanti, è che Spirito può agire da solo o essere combinato a piacimento con il cosmo, nonché con tutte le altre abilità e tecniche di Astra (vedi la dicitura “Spirito (opzionale)” nelle tecniche). L’esempio più calzante è la possibilità, tramite Spirito, di rendere l’Ametista non solo in grado di debilitare l’energia vitale (peculiarità già propria del minerale), ma anche di indebolire irrimediabilmente la volontà, il carattere e la determinazione della malcapitata vittima. Oltre al corpo, quindi, anche l’anima dell’avversario può essere danneggiata o intrappolata nell’Ametista, rendendo il minerale viola una delle armi più mortali e insidiose mai viste ad Asgard.


    TECNICHE
    ♦ Nebbie Viola di Asgard ♦
    [Ametista + Spirito]
    Si dice che nella Foresta di Ametista gli intrusi non morissero solamente dopo essere stati intrappolati dall’Ametista. Alcuni indesiderati visitatori venivano ritrovati semplicemente privi di vita al suolo, senza segni visibili di violenza. Solo in pochi conoscevano il vero motivo, così semplice da comprendere una volta scoperto il segreto. La Foresta accoglieva gli ignari malintenzionati con una nebbia composta di finissimi granelli di Ametista che venivano inalati al primo necessario respiro. Il minerale raggiungeva l’interno del loro corpo, debilitandolo in modo inesorabile fino alla morte.
    Questa tecnica replica questo macabro principio, creando un sottilissimo e difficilmente percepibile pulviscolo di Ametista che cercherà di avvolgere l’avversario avendo un unico scopo: cercare di farsi inalare. Se l’avversario respirerà questi granelli, essi agiranno dall’interno del suo corpo (quasi certamente più indifeso rispetto all’esterno) per cercare di debilitarlo e – se inalati in grande quantità – di soffocarlo. La tecnica, già così insidiosa, potrebbe anche essere supportata dagli Spiriti della Natura, creando, per esempio, una nebbia naturale di goccioline d’acqua per nascondere i granelli di Ametista o una folata di vento per spingerli direttamente verso le vie respiratorie del nemico.

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    ...Asgard, palazzo del Celebrante, qualche tempo prima.

    Il cielo delle regioni settentrionali si era oscurato da qualche settimana, un grigio plumbeo che sembrava foriero di tempesta ma che aveva solo la voglia di chiudere la porta ad ogni spiraglio di luce che dal cielo avesse cercato di raggiungere la terra. Più di una volta il Celebrante si era trovato a riflettere su quella situazione, dalla balconata in cui si trovava, pregando mentalmente Odino di dargli una risposta che potesse aiutarlo a fare dei passi avanti. Dragmor era ancora nascosto chissà dove, e molte delle regioni del regno attendevano di essere purificate completamente dalla Corruzione; ma le cose andavano a rilento. Anche se alcune delegazioni dei popoli di nani ed elfi erano ormai stabili nella capitale e avevano aiutato con le loro arti e conoscenze a proteggerla dall'ultimo assalto in massa, nel Nord c'erano solo due protettori: Siegfried e la giovane Megrez. Lui aveva dato tutto, naturalmente; gli seccava ammettere che da solo non avrebbe mai potuto fare nulla, per quanto non gli dispiacesse affatto vedere come Astra fosse diventata una vera guerriera in poco tempo e che fosse stata un valido sostegno contro il nemico, ma l'amara realtà era che del nemico stesso era impossibile cogliere qualcosa di preciso. La Corruzione in sè era inafferrabile, quando si pensava di aver distrutto uno dei suoi comandanti questo si rivelava essere un servo. O peggio, uno dei tanti. Non poteva esistere pace finchè quel male non fosse stato sradicato definitivamente, e l'umanità con i suoi alleati doveva accontentarsi di tagliare una radice alla volta.

    Dei passi leggeri risuonarono nella stanza alle sue spalle. In pochi potevano giungere senza farsi annunciare, e lui era abbastanza sicuro di aver riconosciuto l'identità della visitatrice. Si voltò, pronto a rendere il proprio saluto alla Dama d'Argento, ma ciò che vide lo lasciò quanto meno sorpreso. Una donna come sempre dall'aspetto meraviglioso, dagli occhi e i capelli argentati, si stagliava solenne davanti a lui nonostante l'altezza inferiore. A quella vista, subito si inchinò.

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    La donna aveva però un aspetto che lui non aveva mai visto prima, e teneva una mano poggiata sul cuore come se provasse dolore, il respiro affannoso.

    Urzla, mia signora. Cosa accade? Posso in qualche modo aiutarvi?

    In circostanze normali, avrebbe chiesto ad una dama in difficoltà se avesse bisogno di aiuto o di sostegno, se non si sentisse bene. Ma non avrebbe mai chiesto una cosa simile a un Drago. Creature leggendarie ed antiche come lei non potevano stare male, loro erano la risposta al male. Eppure in lei qualcosa non andava, e anche se normalmente avrebbe mantenuto un'espressione fredda e distaccata - ma non di superiorità, lei era troppo saggia per cadere nella superbia - quella volta sorrise. Dopotutto se lei era libera e suo figlio era salvo, il merito era anche di quel Cavaliere che aveva rinunciato al suo titolo per espiare colpe che non aveva, e che adesso rivestiva il ruolo di Celebrante di Odino.

    Vorrei essere qui per portare speranza, giovane Siegfried. Purtroppo ancora una volta dovrò chiederti di combattere, e mai come questa volta è necessario intervenire per evitare la catastrofe. Yggdrasill mi ha parlato, il pericolo incombe e il nemico ha mosso i suoi pezzi sulla scacchiera. La Corruzione è vicina a raggiungere l'albero sacro.

    Il guerriero trasalì, nella sua mente. Yggdrasill era come il fuoco che teneva lontano le belve feroci, e già in passato a causa della Corruzione ancora latente il Ragnarok si era scatenato, e di seguito l'Armageddon. Asgard continuava ad essere l'epicentro della guerra, suo malgrado, e non sembrava esserci altra via che la lotta senza quartiere. Ora sembrava che la lotta si fosse spostata nello Yormunheimr, la casa del grande albero, in cui lui stesso era andato una sola volta ed era sopravvissuto per miracolo. Urzla riprese.

    Devi partire subito, prode Cavaliere. Forse è già tardi, o forse no: Yggdrasill ha chiamato a sè altri guerrieri, alcuni di coloro che abitano nelle sue terre, e altri giunti da molto più lontano. E anche tu, quando partirai, non dovrai essere da solo: questa volta, giovane Celebrante, io sarò al tuo fianco. Ed ora presto: dobbiamo andare. Ho provveduto io stessa a mandare un messaggio alla figlia di Lunitari e a coloro che ci aiuteranno.

    Siegfried si alzò, a quelle parole: Urzla sarebbe scesa in campo al suo fianco. Lei si avviò al cortile esterno da cui si poteva vedere la grande statua che un tempo aveva custodito la spada Balmung, e lui la seguì a poca distanza, per poi fermarsi all'ingresso del cortile.

    Ma mia signora, gli altri alleati come faranno a raggiungerci? Lo Yormunheimr è lontano ed inospitale e lo stesso albero si dice che non sia fisicamente raggiungibile ma che sia sempre presente. Come capiranno cosa fare, senza di voi?

    La donna si fermò, una volta allontanatasi abbastanza dal palazzo. Si voltò verso di lui, ed un accecante bagliore argentato si diffuse costringendolo a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, un istante dopo, la donna non c'era più: maestoso, davanti a lui si stagliava un grande Drago d'Argento.



    La creatura appoggiò il collo al terreno e distese una delle ali. Delle parole risuonarono nella sua mente, mentre prendeva posto sul dorso del drago.

    Non temere, Cavaliere. Yggdrasill ha parlato: tutti arriveranno, nel luogo giusto ed al momento giusto. Ovunque si trovino, loro arriveranno tutti.

    Ebbe giusto il tempo di afferrarsi alle scaglie di Urzla, che lei staccò da terra con un volo poderoso puntando direttamente verso nord. Nella sua mente il guerriero udì arcane parole, forse un incantesimo o forse una preghiera. Poi sentì qualcosa picchiettare il braccio alla sua destra. Quando si voltò, vide una creatura bianca, con un buffo cappello ed un bastone, sorseggiare qualcosa che sembrava tè da una tazzina, senza muoversi di un millimetro dal punto in cui era seduto nonostante il volo a dorso di drago.

    soul-eater

    Dopo un sorsetto, la figurina lo guardò contrariato.

    Pensavi di andare a divertirti da solo, STUPIDO???

    Poi la luce esplose, e tutto scomparve.

    tPf3jSg



    Furono pochi istanti, e Siegfried si ritrovò dritto all'inferno. Un nero ammasso, corrotti senza dubbio, si snodava per chilometri e cercava di abbattere una barriera rocciosa: dei golem stavano combattendo per tenere la posizione, senza dubbio creature naniche - chi mai di loro poteva essere arrivato in quei luoghi? - e stavano esplodendo uno dietro l'altro. Poi una esplosione di proporzioni molto più vaste ridusse in polvere fusa il grande muro, e spostato lo sguardo il Celebrante vide il resto del campo di battaglia: da lontano, Yggdrasill sembrava essere un traguardo lontano. E dalle grandi foreste ai suoi piedi, ecco sbucare dal nulla un nuovo esercito, apparentemente costituito da uomini e bestie. Solo che gli uomini in quei luoghi non ci abitavano, nessun essere umano poteva sopravvivere nello Yormunheimr. Poi vide svettare altri guerrieri, molti dei quali più alti della grande Ingrid. Vrykul, e a centinaia. Quel popolo non era scomparso, ed era davanti ai suoi occhi.

    Poi, più lontano, esplosero dei vortici di acqua: fu allora che capì quale fosse la loro destinazione. Vide prima dei guerrieri ed un drago, quest'ultimo più piccolo e decisamente diverso da Urzla, concentrare il loro attacco verso un bersaglio ancora più grande: un enorme drago a due teste. Quest'ultimo riuscì a proteggersi, e dalla forza che Siegfried poteva sentire era di un livello anche superiore a quello del Gran Sacerdote o di Gabriel il Cancro Nero. Urzla aumentò la propria velocità.

    ...abominio... i miei fratelli...

    Sapeva cosa stava per accadere, e gli sarebbe servito tutto l'aiuto possibile. Si voltò verso l'esserino bianco, lo sguardo di Siegfried incrociò quello di Valmhur, con l'espressione ancora adirata e intento a sorseggiare il suo tè. Lo spirito gli puntò contro il suo bastone.

    Potresti almeno chiedere per favore, se vuoi che ti salvi la vita, eh, STUPIDO? Ringrazia solo che c''è qui la Dama, e lo faccio solo per lei!

    Svanì in uno sbuffo di fumo. Nell'aria, o forse solo nella mente di Siegfried, o forse in tutti i mondi sorretti da Yggdrasill, risuonò
    una potente voce.

    ...LA GRAAAANDEEEEEEEEEE...
    E POTENTEEEEEEEEEE...
    VAAAALMHUUUURRRR!!!!


    Un fulmine spaccò il cielo, e lo spirito ricomparve alle sue spalle colpendolo con una sonora bastonata. Poi si mutò in spada, e rimase alla schiena del Celebrante.

    E ADESSO, BRUTTO STUPIDO, FARAI BENE A FARMI FARE BELLA FIGURA!!! STUPIDO!!!

    Sentì la sua forza aumentare, il drago si avvicinava sempre di più. Vide una nebbia violacea sollevarsi dal terreno mentre il drago caricava il proprio respiro con entrambe le teste, e sentì Urzla fare lo stesso. Si alzò in piedi e fece esplodere il proprio cosmo, mentre una luce abbagliante che gli sembrava di riconoscere saettava tra le nuvole.

    Il drago a due teste eruttò fuoco e fulmini verso i suoi avversari. Siegfried scagliò gli Occhi del Drago. Urzla fece esplodere le sue fiamme argentate, che si mescolarono alle sfere di energia scagliate dal Celebrante, ed i colpi intercettarono l'attacco degli avversari. Ci furono lunghi secondi di resistenza, poi ogni attacco disintegrò l'altro e il tempo quasi sembrò fermarsi. Inaspettatamente, il drago virò verso le nuvole.

    Qui ci separiamo, giovane Siegfried. Parleremo ancora, quando tutto sarà finito.

    Siegfried annuì, e senza aggiungere altro saltò giù da quell'altezza molto superiore a quella che per un normale umano sarebbe stata mortale senza un paracadute. Colpì l'aria poco prima di arrivare a terra, in modo da rallentare la caduta ed atterrare poco lontano dai suoi nuovi alleati. Poco distante vide Astra, e si chiese come faceva ad essere già arrivata sul campo di battaglia, poi ricordò le parole di Urzla: Yggdrasill avrebbe fatto sì che tutti sarebbero arrivati al momento giusto. Si raddrizzò e poso il suo sguardo verso il drago a due teste, la mano sinistra poggiata sul fianco, il pugno destro chiuso, il cosmo pronto a travolgere tutto come un'onda di marea. Era alto per un uomo normale, ma in quel momento chiunque lo avesse visto lo avrebbe giudicato grande come una montagna. Sorrise.

    Asgard non cadrà mai! NOI NON SVANIREMO!!!

    Il suo cosmo esplose, le sue mani si congiunsero sul torace dove il giaceva il medaglione del Ragnarok donatogli da Eilistraee.

    VALHAAAAALLAAAAAAAA!!!!!!



    La luce esplose, miriadi di comete si accesero in cielo prima vorticando, poi sembrarono aver individuato il loro bersaglio: le comete si diressero verso il drago a due teste e dentro ognuna sembrava esserci un guerriero pronto ad attaccare. Colpirono asce, artigli, fuoco, ghiaccio, zanne, armi e quant'altro. Tutti i cavalieri di Asgard del passato erano tornati ancora una volta per difendere la loro patria, rifiutando di arrendersi anche alla morte. Se quel mostro in qualche modo guidava l'esercito della Corruzione, per quanto fosse diverso dai suoi sottoposti, sarebbe caduto lì e in quel momento.

    L'ultima cosa che vide mentre gli spiriti finivano di travolgere il drago per poi spostarsi verso la marea nera, fu Urzla che entrava fra le nubi luminose.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera ---> boostato a SUPREMA dopo l'azione di Valmhur
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Time to fight.

    RIASSUNTO AZIONI - Ed eccomi qua, lo special guest numero 2 è arrivato a dare manforte insieme all'amatissima Valmhur che gli conferisce il boost energetico a Suprema, il doppio attacco vi salva il deretano contro il soffio doppio del drago. Poi Sieg scende e CATAFOTTE il Valhalla a tutta potenza contro il drago, andando ad "aggredirne" lo spirito meglio del miglior Sekishiki Tenryouha in circolazione; a quel punto i guerrieri travolgono il drago e poi vanno contro l'esercito corrotto mentre Urzla si dirige in cielo... e continua... A proposito, vi dico già ora che per questioni organizzative dopo le guest stars riposto di nuovo io come master, sennò rischiamo di mettere troppa roba al fuoco e diventa un casino molto più grande di quello che già è :asd:
    A voi la linea, Guest numero 3 ;)

    tPf3jSg
    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

    tPf3jSg
    TECNICHE


    Aiuto del Cielo: Versione asgardiana del Sekishiki Tenryo Ha di Hakurei dell'Altare. Grazie a questa particolare tecnica è possibile richiamare al proprio cospetto un'armata composta dagli spiriti di tutti i guerrieri fedeli ad Odino, che risiedono nel Valhalla. Gli spiriti convogliano la propria energia in una sfera di cosmo che viene quindi scagliata contro il bersaglio ad alta velocità, causando danni da cosmo e deflagrazione (di origine spirituale). Per utilizzare tale tecnica è necessario l'utilizzo dell'Amuleto del Valhalla, artefatto ottenuto da Celebrante durante il Ragnarok, ed è comunque concessa una sola volta per ogni duello.





    Edited by Tygaer - 22/10/2023, 09:10
     
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    Alla Ricerca Dei Giganti

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    Le mani sono importanti e collegate al pensiero. Con le mani si sente il mondo, lo viviamo, lo percepiamo, lo tocchiamo; formiamo pensieri e concetti, le nostre fantasie diventano reali. Il battere sulla tastiera, la matita tra le dita che danza su di un foglio, che pizzicano corde di uno strumento; con le mani noi siamo e il mondo è intorno a noi.
    Con le mani sfioriamo l'altro, con le mani uccidiamo l'altro.
    Chiediamo aiuto ad una mano quando stiamo per cadere e sotto di noi l’abisso ha il suono di mille paure.
    Più che a guardarle le mani bisognerebbe imparare ad ascoltarle. E a tradurle. Nel modo che hanno di muoversi mentre si parla, si tace, non si fa nulla.
    Se hanno i calli, se sono dure, se sono morbide. Il modo con cui interagiscono con la Realtà.
    E le sue erano da sempre in movimento.
    Nella sua essenza le uniche cose che denotavano movimento, irrequietezza, creazione, volontà, questo ardore ad oltrepassare orizzonti, a scoprire, a diventare, lo notava negli occhi arcobaleno – sempre di colore diverso – e in quelle mani le cui dita danzavano continuamente.
    La sua mente era sempre piena di immagini e suoni, colori e concetti, forme e idee che le sue mani creavano, plasmandole per poi abbandonarle passando ad altro.
    Ed ora lavoravano. Si muovevano frenetiche in chissà quale mondo, in chissà quale luogo. In un silenzio dove solo gli elementi venivano plasmati e la loro musica riverberava in sale vuote fatte solamente di stelle e distanze inconcepibili.
    Quei luoghi silenti traboccavano di forme e immagini, di forme e melodie spandendosi in un vuoto che non era più vacuo. L'Inizio era in essi e nella stasi qualcosa si mosse e la melodia della Creazione fu.
    Traeva piacere dalla creazione di cose nuove, dalla musica della Creazione sulla quale le sue mani danzavano e gli elementi ne accarezzavano il pensiero, eppure non ne diventava né geloso, né possessivo, subito la sua mente passava ad altro, subito a qualcos'altro.
    Distruggendo quello che aveva fatto per creare ancora da un inizio a cui la sua mente non aveva pensato.
    Questo era il suo diletto, la sua essenza, il suo scopo.
    Un software senziente che operava in determinati ambiti portando il server Realtà a non collassare.
    Un software programmato da G.E.A.


    UN MODALE




    Un software modale – o modal – è un ambiente circoscritto le cui regole e limiti di funzionamento iniziali sono decisi da un programmatoreG.E.A, che poi vi cala un'intelligenza artificiale inconsapevole del proprio scopo. L’IA viene quindi messa in condizione di migliorarsi da sola, imparando, attraverso un'infinita serie di tentativi ed errori, i propri obiettivi e le strategie migliori per raggiungerli.
    Ecco cos'era il Software Amaterasu.
    Ecco perché Inizio e Distruzione coincidevano, ecco perché distruggendosi e perdendo lungo la via diventava sempre più forte, imparando non con la vittoria ma con la sconfitta come ricrearsi, come riiniziare, come vincere.
    Trovare nuovi modi, nuove forme, nuovi colori, mischiandoli insieme, facendoli collidere, distruggendoli per far si che tutto fosse di nuovo e che il Ciclo riiniziasse.
    Qualcosa però ronzò nella sua mente.
    La Creazione cessò inseme alla Danza Degli Elementi.



    Il Crogiolo vibrava richiamando l'Araldo da dove si era nascosto per sognare e creare.
    Asgard era ancora in pericolo.
    Non c'era pace per i figli del Nord. Tra terre ricoperte dai ghiacci, quel popolo fiero combatteva ancora contro l'orrore, un popolo che aveva protetto la Realtà quando lei non era ancora cosciente.
    Aveva pagato il debito? Si.
    Ma doveva intervenire anche adesso?
    Si.
    Asgard non era da sola contro questo tsunami che incessante continuava ad abbattersi su di lei.
    Il programma YGGDRASILL andava difeso.
    Perché Ymir e Gea avevano ideato un sistema di compensazione che, in casi estremi, potesse fungere da automatico reset della realtà senza comprometterne le regole.
    Il protocollo RAGNAROK.
    Era questo che voleva la Corruzione? Ponto mirava alla sostituzione della Realtà? Anche se era riuscito a creare la Corruzione legandola così indissolubilmente al Codice? Corruzione e YGGDRASILL erano legati, certo, ma quale piano vi poteva essere dietro? Quello di un reset totale era chiaro e troppo limpido. Ponto non era così stupido da esporre i propri piani così semplicemente, ma di certo ancora una volta Asgard doveva difendere se stessa, YGGDRASILL e su più larga scala ognuno di loro.
    Tutto dipendeva da quanto e come avrebbe resistito.

    起死回生 - KISHIKAISEI
    Svegliarsi dalla morte e ritornare in vita



    Ma Asgard resisteva. Nonostante la Corruzione che si infrangeva sulle sue mura, nonostante l'orrore e le perdite subite continuava a resistere. Avrebbe ribaltato tutto questo.
    Anche col filo smussato la lama del nord rimaneva pericolosa.
    Ed ora chiamava la figlia di Gea. YGGDRASILL era in pericolo...la Realtà...non era ancora il tempo di chiudere gli occhi per sempre.

    «Ymir...»

    Un nome sussurrato mentre il suo corpo fu vento. Le parole erano solo un inutile peso.
    Doveva essere leggero.
    Fretta.
    Aveva fretta l'araldo.





    Il vento spazzava il campo di battaglia, le nubi si addensavano. Amaterasu si avvicinava portata dai freddi venti del Nord. L'aria era un fendente che tagliava la roccia sbriciolandola. Un freddo vento che proveniva dal lontano Tempio Sud. Aveva sferzato mare e montagne, passando per i Carpazi e Astolfo masticò fiele e rabbia vedendola.
    Le nubi erano nere, mentre le raffiche di vento si facevano sempre più insistenti. Nel suo pensiero solo una frase.
    Nei suoi occhi solo un immagine.
    Un obbiettivo.
    Un solo scopo.

    «YGGDRASILL»


    «YGGDRASILL»


    «YGGDRASILL»


    «YGGDRASILL»




    Lo chiamava. Ancora e ancora. Tutto il suo essere era spinto verso quella direzione. Lo vedeva chiaramente con i suoi occhi: una fonte di pulsante di energia in un determinato luogo, che si intersecava con i segmenti della Realtà come se fossero rami che si perdevano nell'infinito.
    Non si sarebbe fermato nemmeno se fosse comparsa Gea in persona ad ordinarglielo.
    Sul campo di battaglia vi era la morte. Quel rumore così assordante da sfondargli i timpani, lei che era armonia e disarmonia che collidevano nel creare in un mutamento continuo.
    Lei che era un gorgoglio d'acqua che si lanciava dentro fiumi di magma, mischiandosi ad essi, la guerra non era nient'altro che una distruzione senza scopo. Non vi era null'altro che stasi.
    Ristagnazione.
    Il tanfo di una non vita, di infinite vite legate le une alle altre in un liquame viscoso che disgregava l'opera di sua madre.
    Eppure anche in questa pazzia sorrise.
    Non per i corrotti, non per la morte che ancora guardava in faccia ma per quel gruppo che combattevano insieme.
    Si erano accorti in che modo stavano combattendo? Con chi, sopratutto?
    Con un gigante, pezzi di ricambio assemblati da Giapeto e Ceo con gli scarti dei daimon, i daimon stessi accanto a lui. Accanto ad un aborto. Creato per vincere una guerra eterna; non era altro che una macchina d'assedio per distruggerli del tutto; accanto un figlio di Gea che era la loro diretta antitesi e in mezzo a questo l'umanità.
    Piccola e insignificante? Forse più grande anche di questi esseri di cui non potevano essere contate le Ere.
    Vi erano faide antiche, orgoglio mischiato in egual misura alla stupidità; vi era la neutralità e la volontà di non cedere al destino imposto da qualcun altro.
    Nessuno di loro si era reso conto che il loro sangue si stava mischiando.
    Domani si sarebbero ammazzati volentieri, ma domani senza adesso non contava nulla. Oggi qualcosa si era mosso. Forse...la marea di corrotti e il Drago però non erano sconfitti.
    Come aiutarli?
    Siegfried era arrivato con chi doveva difendere quelle terre.
    E oltre a lui sentì un cosmo familiare...persino dal caldo sud erano arrivati. Portando lo scintillio dell'oro e due pugni grossi come macigni.
    Anche lui era stato richiamato? Azzardo? Scommessa? Audacia?
    O altra stupidità?
    Non era così intelligente, né saggio per avere risposte...in fondo per lui il futuro era noioso e il passato era utile quanto il carbone già bruciato.

    Urzla aveva lasciato il Celebrante di Odino perdendosi tra le nubi grigie. Cercava qualcosa, anzi qualcuno. Chi era diventato vento e nuvole pronto a mettere alla prova le zanne del drago contro il filo della sua Kusanagi.
    Si guardarono i due.
    La figura del Drago D'Argento fu ombra tra le nubi, mentre le sue ali sferzavano il vento di Amaterasu. Volava nel suo cielo, addomesticava quello stesso vento irrequieto che stava spazzando il campo di battaglia. Lo stesso vento di Agartha mischiato con quello del Nord.
    Occhi negli occhi.
    Dentro l'altro.

    «Sono qui. Vi serve la spada di G.E.A. Come posso aiutarvi?»

    Il battito d'ali diminuì. Come se aspettasse quella domanda. Come se gli servisse per uno scopo.

    «Yggdrasill ti ha chiamato a noi, figlio della Terra. Lui conosce la tua vera forza. Devi aiutarci a salvare il popolo del Nord, il mio popolo.»

    La figura mastodontica del Drago ridivenne quella di una semplice donna, seppur bellissima, con i capelli bianchi e gli occhi argento, dalle tinte antiche e solenni.
    I loro spiriti parlarono mentre la mano di Urzla cercò quella dell'araldo dell'Inizio.
    Toccò il suo petto, entrando dentro di lui, condividendo spirito e mente.
    Urzla si unì all'araldo della Creazione. La sua potenza scorreva con il suo cosmo e il suo spirito. Kusanagi fu un fascio di luce spuria. Al centro del suo petto il cosmo del Drago D'Argento di Asgard batteva all'unisono con il cuore di Amaterasu.
    Kusanagi vibrò nelle sue mani. La potenza dello spirito di Urzla divenne tutt'uno con l'acciaio e il filo di Kusanagi.
    Gli occhi di Amaterasu turbinarono di colori mai visti prima nel creato.
    Il pensiero del Drago raggiunse il suo.
    Sapeva cosa doveva fare.

    «Concedimi di aiutarti con il mio potere.»

    Un potere antico. Vecchio. Un potere che metteva al servizio della difesa di Asgard, di un popolo che ancora non aveva scritto né fine, né sconfitta sulla propria storia.
    E nemmeno lui voleva che questa storia finisse in questo mondo.


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    For the faith, for the way of the sword Gave their lives so boldly



    La sua forma cambiò. Il potere di Urzla lo abbracciò e sentì il ruggito del Drago nel suo stesso spirito.


    Byakko e Seiryū




    La spada venne rinfoderata.
    Amaterasu non era più Creazione ma Distruzione. Urzla era nella sua mente e il potere del Drago fluiva costantemente nella spada Kusanagi che ronzò come mille tempeste.
    Mostrare la verità celata.
    C'era qualcuno che non si mostrava ancora, sfruttando le sue marionette per portare la devastazione verso di loro. Qualcuno legava gli spiriti di quei due draghi come se fossero ormai schiavi senza volontà, solo corpi e muscoli utili per la battaglia. Doveva tagliare tutto questo. Agli altri fare il resto.
    Ecco a cosa serviva la spada di G.E.A, ecco perché Urzla aveva bisogno di lui. La sua spada doveva tranciare i legacci spirituali che si erano avvinti sui loro spiriti.
    Saettò giù sul campo di battaglia. Enorme ammasso di terra e minerali compattati. Sembrò un meteorite che cadeva.
    Cadde davanti al Gigante, alzando detriti e masse di roccia. Più alto di lui ma non lo guardò; così come non guardò nessuno di loro. Nessun pensiero, nessuna distrazione. Vi era solo la spada e il taglio. Il suo essere era concentrato verso quel drago a due teste. Urzla continuava ad alimentare quest'arma che era Amaterasu mentre chiuse ogni rumore esterno lasciando solo l'essenziale.

    Acuisci la mente. Solo la goccia d'acqua può bucare l'asse di legno, la corrente non può scioglierla.
    Acuisci la mente...



    La sua mano destra era già sull'elsa, la spalla destra e il busto ruotati verso sinistra, una posizione di estrazione della spada. Farsi tutt'uno con essa. Estrarre la spada come mostrare se stessi. Respiro e braccio, spada e fodero, Amaterasu e Kusanagi.
    In quel momento sembrava la perfetta e armonica unione con sé stessi e con l'Universo.
    La terra si smosse intorno al raggio d'azione dell'araldo: lastre di pietra, una ventina, larghe qualche decina di metri e lunghe più di 50 metri si alzarono, prendendo forma dalla terra stessa. Costrutti di roccia con le punte che erano rocce acuminate e grezze, create con lo scopo di trafiggere e ancorare il bastardo a terra. Sarebbero saettate verso di lui, come catene uncinate, per impedirli i movimenti, attraversare la carne da parte a parte per ancorarsi al corpo.
    Per poi scattare verso il drago. Ogni cosa che formava Amaterasu vibrava con Kusanagi. Tutto voleva essere Duale.
    La spada nel fodero. La sua energia era al massimo, convogliata in Kusanagi che brillava eterea. Urzla e Amaterasu.
    Filo e taglio.
    Sarebbe stato un solo fendente. Estrarre una volta.
    Uccidere in un momento equivalente ad un respiro. Talmente veloce da raggiungere la velocità luce. Lo spirito avrebbe impregnato l'elsa e la spada mentre il braccio seguì il movimento della gamba e il corpo divenne l'elsa, lo strumento con cui la spada avrebbe tagliato il creato.



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    GOHON ME KESAGIRI




    Un taglio ascendente dal basso verso l'alto, estraendo la spada, mirando a tagliare il ventre fino alla spalla sinistra, orientando il fodero con una rotazione esterna della mano sinistra. A seguire, come se fosse un unico flusso, un taglio discendente obliquo, a mirare ad entrambi i colli portato con entrambe le mani sull'elsa. I pensieri di Urzla fluivano costantemente e la sua spada serviva sper uno scopo.
    C'era chi si stava nascondendo non visto.
    Una massa tumorale che andava spazzata via. Un taglio a mostrare la via. La spada a squarciare la menzogna mostrando il vero nemico.
    Due tagli in un unico movimento. Solo con lo spirito. La sua spada non avrebbe toccato il corpo. Il filo di Kusanagi era diventato immateriale ed etereo: alimentato dal potere di Urzla poteva arrivare lì dove il vero marionettista stava dando vita a questa farsa teatrale.
    Avrebbe spezzato i fili con cui teneva in piedi questo spettacolo, mostrandolo a tutti.

    «Quando si decapita un nemico, è grave scortesia usare più di un colpo.»


    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Amaterasu Viola Amaterasu O Mi Kami {VII}

    STATUS FISICO: //
    STATUS PSICHICO: //
    STATUS CLOTH: Integra;

    RIASSUNTO AZIONI: Amaterasu va in forma gundam/Mecha. Alto 100 metri con il cosmo e lo spirito pompati da Urzla.
    Atterra davanti a drago di perla di faccia al drago pronto a sguainare a Kusanagi
    FASE ATTACCO. Amaterasu forma dalla terra una ventina di lastroni. Larghi qualche decina di metri e lunghi un centinaio, che lancia addosso al nemico per intrappolarlo e ancorarlo al suolo, impedendone i movimenti[ATT DEBOLE]

    ATTACCO FORTE tecnica iaido con il solo potere spirituale per attaccare chi sta dietro a tutto questo. Ho messo il link anche per un riferimento visivo.

    ABILITÀ:

    La Vita è Carne e Anima

    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma soprattutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    ❖ ⟡ :: Abilità Spirito ⟡ ❖



    La Vita è Straordinaria

    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.


    ❖ ⟡ :: Abilità Cosmo Straordinario. ⟡ ❖




    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perché non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e Astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    ❖ ⟡ :: Abilità Arma ⟡ ❖






    TECNICHE: Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.



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    Alla Ricerca dei Giganti

    A volte le cose succedono e basta, senza un motivo apparente, senza ricordare cosa il passato aveva già riservato a coloro che lo avevano vissuto. Quando si crede che non sia davvero possibile, che “no, non può succedere a me”, ecco che puntualmente accade. Sono frasi fatte, certo, trite e ritrite, ma a volte anche l’insieme di parole più banali può rappresentare perfettamente la cruda realtà.
    A Bart non interessava granché il destino, non perdeva nemmeno tempo a chiedersi il perché accadevano certe cose, proprio a lui, perché tanto sapeva di poter influenzare solo il momento successivo. Era inutile rimuginare sui motivi che avevano portato a questo o quello, tanto il tempo non si poteva riavvolgere (vero?!). Quindi metteva tutto se stesso nell’affrontare il qui e ora, diventando uno dei più istintivi e cocciuti personaggi che la storia avesse mai conosciuto.
    E quel momento, quell’esatto istante di nuovo pericolo e follia, non fece eccezione.
    Non era passato molto tempo da quando era tornato ferito, dolorante ma vittorioso dalla battaglia campale di Asgard. Nonostante la sua forza e la sua resistenza oltre ogni umana immaginazione, non era stato facile riprendersi da quello scontro. Certo, aveva rinsaldato amicizie e alleanze vecchie e nuove, ma soprattutto avevano dimostrato al mondo intero come tre Caste diverse fossero riuscite a unire gli intenti per uno scopo comune. Quella conquista, sia sul campo sia nei rapporti con gli altri, lo avevano fatto tornare a casa con un sorriso stampato in volto, tanto che aveva voluto raccontare la storia – un po’ rivisitata e esagerata – ai suoi figlioli quando ancora aveva addosso lo sporco della battaglia – per l’immensa “gioia” di Elena che lo guardava inorridita da quanto era conciato.
    E adesso era lì, alla Seconda Casa del Grande Tempio, dopo qualche tempo, a cercare di vivere una vita degna di essere vissuta per se ma soprattutto per la sua Famiglia allargata. Pensava già al prossimo passo da compiere contro la Corruzione grazie al sostegno delle altre Caste, a come liberare finalmente il mondo da quella piaga che ormai li aveva...

    Gran Sacerdote, figlio di Athena. Yggdrasill ti chiama, ha bisogno che l'uomo più forte della Terra sia al fianco di Asgard. Senza di te il Nord morirà, e poi tutti gli altri popoli si estingueranno. La guerra è giunta. La fine è vicina.

    Una voce irruppe con garbo ma con estrema decisione nei suoi pensieri, annullando tutto ciò che stava rimuginando e attirando la sua più completa attenzione. Era come quando usava la telepatia per comunicare, ma quel messaggio aveva fatto tabula rasa di tutto il resto, proprio come – prima dell’Armageddon – veniva data una comunicazione a reti unificate sulla tv in occasione di un evento particolarmente importante. E di solito, quell’evento non era mai una bella notizia.

    Urca, e tu chi sei?

    Lo stupore era sincero ma Bartolomeo prese quell’esperienza al suo solito modo: con estrema curiosità e con il sorriso sulle labbra. Era seduto al tavolo, in abiti comodi da casa, ma si alzò immediatamente per dar seguito a quello strano avvenimento. E fece bene ad alzarsi, perché nel giro di qualche secondo, fu investito da una visione così realistica che sembrava di essere tornati ai cinema super tecnologici di un tempo ormai passato. Il Gran Sacerdote vide Asgard, la riconobbe subito dal paesaggio e sapeva in cuor suo di non sbagliarsi, perché le immagini che scorrevano nella sua mente gli provocarono una sensazione inequivocabile. La sua prospettiva era dall’alto, da lontano, e riusciva a vedere l’ennesima battaglia combattuta sul suolo delle terre dai ghiacci eterni. Un esercito sconfinato stava sfidando i difensori del nord, e un Drago gigante a due teste sovrastava tutto e tutti con la sua mole quasi impossibile. Le immagini si susseguirono, cambiando prospettiva e vicinanza all’azione. Un manipolo di Cavalieri, così diversi tra loro, apparvero al centro del caos, e tra loro Bart riconobbe Korin.

    Il ragazzo si è andato a cacciare proprio in un bel guaio.
    Oh oh, questa volta potrò essere io a rimproverarlo.


    Insieme a lui c’erano altri guerrieri dotati di cosmo e persino un Drago a una sola testa e più piccolo di dimensioni che, però, sembrava dalla parte giusta dello schieramento. Era difficile capire chi stesse vincendo, ma era chiaro che nessuno stesse davvero prevalendo, solo la confusione regnava sovrana. Finché a un tratto, dal nulla, apparve la ragazza dai capelli violacei – Astra – che Bartolomeo aveva conosciuto proprio durante la sua ultima scampagnata ad Asgard. Lei scatenò una fitta nebbia con il suo strano potere, così estesa da avvolgere tutti i nemici. Poi apparve l’amico Siegfried, immancabile e inamovibile protettore delle terre del nord, che dimostrò un potere mai svelato prima, iniziando a travolgere il Drago a due teste con un colpo che avrebbe potuto annichilire un’intera vallata.
    Dannazione, che spettacolo. La determinazione, il sacrificio e la forza dei guerrieri scesi in campo era davvero incredibile, e fecero venire i brividi su tutto il corpo a quell’omone che non si era ancora unito alla lotta.

    Oh, beh, se la mettiamo così, non servono altre spiegazioni.
    Ditemi solamente chi devo prendere a pugni.


    Era disarmante quanto fosse diretto e lineare il pensiero di Bart, ma quella era probabilmente una parte fondamentale di ciò che era, della sua forza sia fisica sia caratteriale. Non si chiese nemmeno chi fosse stato a contattarlo, ma – ad essere completamente onesti – la visione era stata più che convincente. Era chiaro che fosse tutto vero e che stesse accadendo proprio in quel momento.
    Strinse le mani a pugno come in risposta alle sue stesse parole e poi si diresse immediatamente nella sua stanza per recuperare l’Armatura del Toro e la Runa di Teiwaz – un anello solitamente tenuto da Elena per le emergenze, che garantiva la possibilità di teletrasportarsi ovunque si volesse. Il suo cuore si strinse quando indossò l’anello, ma sapeva che era necessario, e che la sua Famiglia fosse molto più al sicuro lì, alla Seconda Casa, che in qualsiasi altro luogo al mondo.
    Si diresse con fare gioviale da Elena che, però, aveva già intuito cosa stava succedendo perché la sua espressione mutò immediatamente dopo aver sorriso di rimando all’amore della sua vita.

    Perdonami Ele ma questa volta devo usare l’anello.
    I nostri amici ad Asgard sono ancora in pericolo, ed è l’unico modo per arrivare immediatamente lì.
    Non posso abbandonarli, non dopo tutto quello che abbiamo passato insieme.


    Il gigante era un fiume in piena, non poteva perdere nemmeno un istante, ma non era nemmeno giusto lasciare tutto e tutti senza un briciolo di spiegazione. Impulsivo sì, ma estremamente sensibile verso i suoi cari. Elena lo sapeva bene, come sempre aveva letto ogni sua emozione ancora prima che parlasse e, un po’ rassegnata, fece del suo meglio per rassicurarlo e per non sembrare preoccupata nei confronti di quell’uomo che era tanto facile da amare quanto impossibile da tenere al sicuro. Era come un bambino che, incurante del pericolo, cerca continuamente di mettere le dita nella presa di corrente e che – per un qualche scherzo del destino – si fulminava ogni volta ma senza alcuna conseguenza. Una preoccupazione unica e costante, insomma, in attesa della volta che sarebbe stata fatale.

    Non preoccuparti Bart, usalo pure. Noi saremo al sicuro qui.
    È solo che...


    “...devi già andartene? Ancora?” avrebbe voluto dire. Lo avrebbe voluto gridare con tutto il fiato che aveva nei polmoni, ma non sarebbe stato giusto. Lei aveva scelto coscientemente di amarlo e lo aveva accettato in tutto e per tutto, anche nel suo essere Cavaliere di Atena e Gran Sacerdote del Grande Tempio. Era una tortura, che però era ben felice si sopportare con un sincero sorriso stampato sulle labbra. Quindi, disse solamente...

    ...stai attento, ti prego.

    Lo abbracciò stringendolo forte e lui ricambiò immediatamente scoccandole un bacio sulla fronte. Era il loro segnale di arrivederci, e lei sapeva benissimo che ogni volta quel gesto poteva essere l’ultimo che condivideva con lui. Bartolomeo non era assolutamente ignaro della situazione, ma manteneva il suo atteggiamento iper-positivo per minimizzare ciò che tutte le volte andava a fare: correre incontro alla morte, alla violenza indistinta, a una guerra senza fine.

    Ele, chiedi per favore a Rigel di organizzare le difese in mia assenza e di tenere pronta la Guardia del Toro.
    Non voglio in alcun modo mettere in pericolo i miei Cavalieri, i miei amici, se non è assolutamente necessario.
    Anche perché sembra proprio che questa volta Asgard sia già ben difesa.
    Non sarò solo, oh oh, proprio no.


    Si staccò dall’abbraccio di Elena con una forza di volontà degna di un Dio, per poi salutare i suoi pargoli con una promessa che non poteva essere ignorata.

    Ciao figlioli, il papà va a trovare gli amici di Asgard.
    Tornerò presto e vi racconterò un’altra storia.


    E lo avrebbe fatto davvero, ancora una volta, se fosse tornato da quell’ennesima battaglia.

    Ciao papààà!

    Aprì lo scrigno dell’Armatura che, scintillando, si ricompose sul suo gigantesco corpo. Poi, utilizzò la visione che aveva avuto degli scontri per indirizzare il suo teletrasporto. Toccò l’anello che aveva messo sul dito mignolo della mano sinistra – che, date le dimensioni delle sue mani, era entrato a malapena nella falangetta – per poi ordinare in qualche modo la partenza.
    E, così, sparì nel nulla.

    Uhm, andiamo?!

    O forse no. Non si ricordava nemmeno come funzionava, ma per fortuna il libretto d’istruzioni non era necessario. Un pensiero preciso fu più che sufficiente e l’orribile sensazione di sparire per poi ricomparire da tutt’altra parte lo aggredì ancora una volta, accompagnata dall’immancabile nodo allo stomaco.

    Non mi ci abituerò mai, dannazione...

    Quel pensiero rimase in sospeso, come in sospeso si ritrovò con sorpresa lo stesso Bart.

    Ops.

    Ovviamente, come si poteva immaginare, il teletrasporto non era il cavallo di battaglia del prode Bartolomeo, e questi si ritrovò sospeso a mezz’aria sopra la battaglia che imperversava. Quel momento di stasi gli permise di rendersi immediatamente conto di una cosa: la visione era stata molto reale, ma essere presente di persona era tutt’altra cosa. Rispetto a ciò cui aveva assistito dalla Grecia, c’era un nuovo e incredibile elemento: Amaterasu, il suo amico Cavaliere di Gea, così simile nei pensieri a quel pazzo di Gran Sacerdote.
    Ma, quindi, era davvero passato così poco tempo ad Asgard da quando aveva avuto la visione alla Seconda Casa dello Zodiaco? L’offensiva dell’Araldo sembra consecutiva a quella del Celebrante di Odino, ma non poteva davvero essere così, no? Che il tempo si fosse davvero riavvolto per qualche breve istante così da permettere al gigante di arrivare nel posto giusto e al momento giusto? Oppure era stata la stessa visione a regalare a Bart un’anticipazione del futuro? Nessuno avrebbe potuto dirlo con certezza, ma poco importava: il Toro era lì, proprio dov’era necessario, e non poteva chiedere di meglio.
    E anche il caro amico Amaterasu si era già dato da fare, sfruttando il potere della terra per cercare di immobilizzare l’obiettivo e utilizzando la sua adorata tecnica di spada per affondarne il filo nel Drago a due teste. Quel colpo, però, sembrava attraversare la materia, come se non fosse del tutto fisico, ed ebbe un effetto probabilmente insperato.

    Oh oh, e quello cos’è?

    Quell’ultimo affondo dell’Araldo, infatti, aveva palesato la vera natura del nemico, facendo apparire alle spalle del Drago a due teste una specie di aracnoide gigante, con la parte superiore del corpo umanoide e la parte inferiore come un ragno uscito dai peggiori incubi. Quel coso sembrava tenere imbrigliati con la sua ragnatela due spiriti distinti di Drago, che ormai sembravano completamente staccati dal corpo fisico a due teste. Un’immagine difficile da spiegare a parole, che era così macabra e complessa da mettere i brividi al solo pensarci. Quello che importava, però, l’unica cosa che sembrava certa, era il potere che l’aracnoide sprigionava da tutti gli orribili pori. Era pura malvagità, Corruzione e morte. C’erano pochi dubbi, quello era il cattivo della storia e, quindi, quel dannato coso sarebbe stato l’obiettivo della sua furia.
    Non dimentichiamoci, però, che il nostro caro Bart era rimasto sospeso a mezz’aria, quindi era necessario agire per evitare di schiantarsi al suolo ancora prima di aver partecipato alla battaglia. Quindi, perché aspettare?

    jpg

    Era certamente indubbio che il Gran Sacerdote fosse estremamente fomentato dalla situazione, tanto da dimenticarsi di non avere le ali e cominciare una discesa incontrollata. Fu questione di un istante, però, perché il Toro aveva già deciso come incornare il nemico senza pietà. Il gigante – sfruttando la Bull’s Run – calciò l’aria grazie alla sua forza straordinaria, fornendo alla sua discesa la massima velocità e un’agilità fuori dal comune. Il suo corpo sarebbe diventato come un lampo di luce che avrebbe attraversato il cielo, per poi trasformarsi in una meteora che aveva lo scopo di estinguere letteralmente il nemico. Durante quello slancio, infatti, Bartolomeo concentrò il suo cosmo e la sua forza straordinari nella mano destra, alla massima potenza, serrandola a pugno per contenere il terremoto che già stava creando a mezz’aria. Intorno al suo arto si materializzarono quelle che sembravano crepe nella realtà stessa, ma che invece erano la manifestazione del suo potere in grado di generare cataclismi incontrastati.
    I suoi muscoli si tesero allo spasmo, portando il braccio destro all’indietro per caricarsi al massimo. La sua discesa avrebbe creato un bagliore quasi impossibile da osservare a occhio nudo, tanto era la sua intensità. Avrebbe puntato alla testa del nemico, ma non avrebbe disdegnato qualsiasi altra parte di quell’orribile corpo. Perché nulla sarebbe importato se il Bull’s Earthquake avesse in qualunque modo raggiunto l’obiettivo. Il pugno avrebbe scatenato un vero terremoto diffuso in ogni dove, terra, aria, carne, organi, potendo colpire sia direttamente sia a distanza. Ogni contatto con quel potere devastante, oltre al possibile annichilimento più totale, avrebbe potuto causare tremendi danni interni, andando a intaccare direttamente gli indifesi organi del malcapitato avversario.

    jpg

    Distruzione massima, sempre e comunque, insomma. Quello che Bart preferiva, e che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’ennesima battaglia ad Asgard.

    PER ASGARD!

    Lo aveva sentito pronunciare dalla ragazza, Astra, durante quella visione così reale, e gli sembrava davvero la cosa giusta da dire in quel momento di foga ed eccitazione per lo scontro.
    Alla fine, se ci pensiamo bene, era proprio vero: erano lì per Asgard, per tutti i loro amici.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Ed ecco a voi l’ultimo elemento della squadra di soccorso, che è quello grosso, bonaccione e burlone del gruppo :mke: Quindi, cosa succede? Lo strano albero parlante mi chiama insieme alla ragazza/drago e Bart risponde subito alla chiamata, optando come sempre per l’intervento in prima persona per evitare di mettere in pericolo i suoi amici (e anche perché nella visione vede un gruppo ben fornito e cazzuto che sta già difendendo egregiamente Asgard :asd:). Mi teletrasporto utilizzando l’anello in dotazione di Bart, facendomi guidare dalla visione e dal mistico potere dell’amicizia per arrivare nel luogo designato. Peccato che sia una pippa nei teletrasporti e quindi finisca in cielo sopra la battaglia che imperversa :facepalm: Poco male, e uso la Bull’s Run per fiondarmi sull’obiettivo (il coso-ragno apparso dopo i vari colpi subiti) alla massima velocità possibile, coadiuvata dall’agilità straordinaria [Posizionamento], e diventare una meteora dorata che piomba inesorabile sul cattivone. Raccolgo il massimo splendore della mia forza fisica (straordinaria + bonus) e cosmica (straordinaria anche questa) nel Bull’s Earthquake, concentrando il tutto nella mano destra per poi scatenare la fine del mondo con un pugno diretto al brutto muso del nemico [AF, danni micidiali come effetto primario e danni interni come effetto secondario] :kuku:


    Condizioni:
    Fresco come una rosa.


    Tecniche:
    Bull's Run:
    [Effetto Secondario: Agilità Straordinaria]
    Bart corre.
    E cosa c'è di strano direte voi? Oh nulla, non vi preoccupate, ma immaginatevi per un momento un Toro enorme e scatenato che vi corre incontro sbuffando dalla rabbia. Ecco, avete capito la sensazione.
    Il Cavaliere sfrutterà la massima velocità di spostamento permessa dalla sua energia per muoversi in quella che potremo considerare la sua personale arena, ammantandosi di cosmo se necessario per rafforzare l'avanzata. Grazie al bonus concesso dalla Forza Straordinaria, potrà correre e spostarsi sia a terra che in aria, effettuando cambi di direzione repentini e potenzialmente imprevedibili. Inoltre, i suoi movimenti saranno così precisi e coordinati da essere difficilmente percepiti in modo chiaro da avversari che non sono dotati di poteri particolari (agilità straordinaria), tanto da poter generare immagini residue simili a ologrammi nel campo visivo altrui.
    Questa tecnica può essere utilizzata in situazioni diverse.
    L'applicazione più semplice è a puro scopo difensivo, per cercare di evitare con maggior successo attacchi tangibili di diversa natura (siano essi puramente fisici, cosmici o misti, cioè cosmo + spirito).
    Oppure, la Corsa del Toro potrebbe spingersi, appunto, un passo più in là. Potrebbe, quindi, essere utilizzata per cercare di schivare gli attacchi e, allo stesso tempo, per tentare di accorciare la distanza con l'avversario e permettere a Bartolomeo di fare quello che preferisce: scatenare tutta la sua violenza proprio in faccia al nemico.

    Bull's Earthquake:
    [Effetto Secondario: Danni Interni]
    Massima espressione della forza straordinaria portata a livelli estremi.
    Grazie all'incredibile e travolgente abilità di attacco, Bartolomeo scaglierà un pugno apparentemente a vuoto, colpendo l'aria con forza e decisione. Il colpo creerà un vero e proprio sisma nell'aria, in grado di colpire a distanza con la stessa intensità di un devastante colpo fisico supportato da forza straordinaria e con l'ulteriore capacità di creare devastanti danni interni. In poche parole, è come ricevere un affondo dotato della forza del Toro senza però che vi sia alcun contatto diretto. L'attacco potrà essere indirizzato verso un obiettivo ben preciso (parti del corpo avversarie o l'intera figura) oppure generare una devastazione ad area. Inoltre, il fatto di non essere accompagnata dalla luminescenza del cosmo rende la tecnica meno immediata da scorgere nel suo incedere. L'onda d'urto, infatti, è certamente possibile da individuare ma non sarà mai appariscente come una bordata cosmica.
    Insomma: forza fisica straordinaria così sviluppata da poter colpire con la stessa intensità anche alla distanza.
    Certo, ogni colpo potrebbe andare a segno (probabile game over per lo sfortunato) oppure venir deviato, parato. Beh, poco importa. La forza fisica del cavaliere è talmente sconfinata che il contatto, anche con la sola onda d'urto, provocherebbe ingenti danni interni al malcapitato nemico. E, come tutti sanno, gli organi interni non possono essere allenati: sono completamente indifesi contro una forza così devastante.
    Come possibile variante il Cavaliere può colpire con un calcio il terreno per creare un vero e proprio terremoto, così da sorprendere gli avversari con un'onda d'urto che nasce e si propaga direttamente dal suolo. Inoltre, non dimentichiamo che il Toro potrebbe anche decidere di eseguire la tecnica nella breve distanza, accompagnando con un colpo fisico e ben visibile (pugno, calcio, ecc.) la già devastante onda d'urto.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - URZLA

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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI

    Atto finale

    XX

    ♦♦♦♦♦♦♦



    I rinforzi arrivarono inaspettati, ed avvenne l'impossibile. Gli attacchi combinati dei guerrieri portarono allo scoperto il nemico, dapprima travolto dall'armata degli spiriti del Nord. Fu il colpo di spada di Amaterasu, potenziato da Urzla, a strappare l'essenza spirituale del drago a due teste dal corpo, che divenne simile a nebbia. Ciò che fu rivelato erano due spiriti di drago, intrappolati in una fitta rete, trattenuta ad un essere per metà ragno e per metà avente sembianze simili a quelle degli elfi, ma completamente distorte dall'odio e dal fuoco nero della Corruzione. Fu il Gran Sacerdote a spezzare ulteriormente l'equilibrio, scaraventando il nemico al suolo e staccandolo dalla rete che esplose in una grande luce. Gli spiriti intrappolati scomparvero nell'etere, ed il nemico - il VERO nemico - era solo ed allo scoperto. Ma era ancora vivo, seppure sembrasse conciato male a causa degli attacchi che lo avevano indebolito e dalla mancanza delle essenze spirituali, di cui probabilmente poteva nutrirsi.

    L'armata dei Corrotti, all'ingresso inaspettato degli alleati, rallentò la sua foga. Gli spiriti del Valhalla si gettarono nella mischia, i Vrykul ed il popolo di Ennys continuavano a lottare selvaggiamente cogliendo l'attimo di incertezza dell'orda corrotta.

    C'era solo una cosa da fare, adesso. Vincere.

    zBXLsaR



    Power Rangers: ...orbene, ho pensato di invitare degli amici ed ho fatto la cosa migliore. La situazione è questa: ADESSO vedete il nemico. Quello è un Corrotto, non è che ci volesse assai a capirlo ma stavolta lo percepite chiaramente come tale. E come qualcuno ha suggerito in tag, sì, di fatto è un Drider affetto pesantemente dalla Corruzione. Se qualcuno dei vostri pg ha avuto modo di avere notizie sull'Armageddon di Asgard, è noto che uno dei nemici più forti (paragonabile al tipo che abbiamo steso con Bart ed Ama l'ultima volta) fosse un Drow venduto alla Corruzione. A parte questo, che dovete fare? FARLO FUORI. E' il momento di tirare giù il vostro attacco finale verso quel coso brutto, e in via del tutto eccezionale Yggdrasill vi fa percepire nuovamente la propria energia, ma stavolta non vi cura. Vi permette di attaccare come il più raccomandato dei Pegasus, agite come se poteste usare tutti l'Abilità di Casta dei saints, il Favore di Athena. Tirate fuori la vostra mossa migliore, poi descriverò io gli effetti ed il gran finale.

    Dopodichè si andrà alla fase diplomatica originaria, quella per consolidare gli avamposti e per la quale i due Daimon e Lady dovranno comunicarmi privatamente se hanno intenzione di parteciparvi (e quindi definire ulteriormente le alleanze di casta), mentre Korin e Junichi facendo parte dei Saints e dei Gea credo sia normale che partecipino. Si tratterà al massimo di un paio di post, non di più, e sarà l'epilogo della nostra quest. Buon divertimento

    Prossima scadenza: Sera del 28 ottobre. A voi :asd:

     
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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Post XIX -

    Ero ancora a terra, sanguinante e a malapena cosciente di quel che stesse accadendo, mentre la battagliava infuriava su tutti i fronti. Fu un tocco leggero, una carezza portata dal vento che mi asciugò il sudore dalla fronte, alleviando la fatica e la sofferenza che avevano preso il posto di qualsiasi altra sensazione.

    "Lei... è qui..."

    Avrei riconosciuto ovunque il cosmo di Amaterasu, l'amalgama caotico eppure perfettamente ordinato che si agitava nel suo Codice. In lei era cambiato qualcosa, l'essenza di una creatura sconosciuta la sosteneva e, insieme, avevano scagliato contro il drago bicefalo un colpo di inaudita violenza.

    "Si è unita ad un'altra creatura... la invidio ma... non potrebbe essere altrimenti..."

    Altre presenze, come fuochi che avvampavano nell'oscurità più profonda, si fecero largo tra la marea di Corrotti divorandoli poco a poco. Il loro cosmo era potente e si abbatté con la forza del martello sull'incudine, ammorbidendo la massa informe che non eravamo riusciti a debellare; spiriti antichi tornarono tra i vivi e falciarono la progenie maledetta di Ponto, mentre il ruggito del grande drago del nord spense qualsiasi altro suono. Dal cielo cadde un uomo talmente possente da far tremare la terra con un singolo pugno.
    Attraverso gli occhi di Amaterasu avevo assistito alla grande battaglia di Asgard, muovendomi con le sue gambe e sentendo il sapore del sangue marcio con la sua lingua. Il riflesso dell'armatura d'oro che ricopriva il corpo di quel guerriero fuori dall'ordinario lasciava ben poco adito a dubbi: il cavaliere di Atena amico dell'Imperatrice era sceso in campo, probabilmente grazie alla chiamata di Yggdrasill, così come era stato per noi.

    "Gli ultimi guardiani della libertà, paladini e protettori di un mondo che condividiamo da tantissimo tempo ormai. Perché ci siamo ridotti a dover sperare nel male per vivere insieme?"

    Il mio cuore s'indurì, maledissi la stupidità degli uomini che mi era appartenuta per molti, troppi anni e la tracotanza degli angeli, ciechi e lontani da ogni possibile redenzione. D'un tratto lo percepii, il tanfo immondo della Corruzione mi arrivò alle narici stordendomi, penetrante e nauseabondo come poche altre cose. Puntai i gomiti a terra soffocando un rantolo di dolore ed alzai la testa, mettendo a fuoco la figura emersa dal drago.
    La mostruosità era simile ad un ragno gravido, la parte inferiore orrendamente deformata e pulsante sosteneva il busto rinsecchito dal quale era possibile vedere persino gli organi, esposti come come turpi trofei davanti agli occhi di tutti.

    "Siamo stati ingannati fin dall'inizio. Pensare che una cretura del genere sia riuscita a controllare due draghi e a farne le sue marionette è avvilente. Arriverà il giorno in cui Ponto pagherà con gli interessi per tutto il male causato."

    L'influenza dell'albero sacro si manifestò ancora una volta, ma il tepore che aveva curato le mie ferite era solo un lontano ricordo.
    Il miracolo di Yggdrasill ripristinò l'energia perduta, rinfrancandomi e concedendomi il potere di offrire tutto quel che mi era rimasto per abbattere il parassita che ricordava il temibile nemico affrontato dalla dea del Sole. Tremai per la copiosa perdita di sangue che ormai aveva coperto la Darian ma riuscii a rimettermi in piedi e, dopo aver guardato fugacemente i miei compagni, diedi fondo ad ogni singola goccia di cosmo. Per oltre ceno metri l'area parve oscurarsi e la luce si piegò convergendo nel palmo della mia mano destra; avevo bisogno di ogni fotone presente per forgiare la lancia di Ama no Iwato.

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    Portai l'arma di luce oltre la spalla, torcendo il busto e digrignando i denti mentre le ferite continuavano a stillare sangue, poi mi sbilanciai facendo perno sul piede posteriore prima di scagliare con tutta la forza che avevo quell'unico colpo. Volevo squarciare quel ventre infetto e vedere le viscere del corrotto riversarsi a terra mentre esalava l'ultimo respiro, lasciarmi cullare dal dolce suono delle sue grida prima della fine.
    Lei aveva visto tutto e si aspettava che avessi la meglio, perché ogni passo falso ci avrebbe irrimediabilmente allontanati dal risultato, aumentando la sofferenza dei sopravvissuti e rendendo ancor più resiliente il nemico. Eravamo stati aiutati ma a noi spettava il compito di porre fine alla vita di quella mostruosità.


    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Spalla destra perforata, emorragia in corso, braccio destro inutilizzabile; ustioni di grave entità sulle parti del corpo non coperte dalla Darian, effetti progressivi di tetanizzazione.
    STATUS PSICHICO: Determinato
    STATUS CLOTH: Indossata, bracciali e pettorale deformati ed inservibili, spallaccio destro distrutto.

    RIASSUNTO AZIONI: Scaglio il mio attacco finale, risucchiando più luce possibile nel raggio di cento metri e condensandola in una lancia di luce che scaglio verso il ventre del drider [attacco]. Niente fronzoli, solo tanta ignoranza e voglia di farlo a pezzi :zizi:
    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Chapter XIX -



    Lo sforzo del convogliare il cosmo di tutti nel sigillo lo aveva fatto nuovamente cadere in ginocchio, drenato di ogni stilla della propria energia; il cosmo bruciava ancora dentro al suo corpo, cibandosi di esso, logorandolo in un dolore che passava inosservato con tutto ciò che stava succedendo fuori.
    Ma niente.
    Tutto quello sforzo non era servito a niente.

    Avevano ceduto tutta la loro forza all’unico di loro che poteva fare qualcosa e non era stato abbastanza. La difesa del drago a due teste non era nemmeno rimasta intaccata da tutti i loro poteri combinati. Quel nemico era tanto, troppo più forte di loro. Bastava solo un’altra fiammata, due se proprio l’altro voleva esagerare, e sarebbero stati nomi anneriti su un foglio di carta. Già poteva vederlo: Gao Longwei, Killed In Action, o forse ancora peggio Missing In Action, dove quest’ultima dicitura dava la vaghissima speranza a qualcuno di trovarlo vivo nella vastità di quelle montagne, speranza che avrebbe solo condannato altre anime innocenti per la sua oramai perduta. Il palmo bruciato corse sul pettorale dell’armatura, a premere nella zona del cuore che batteva più rapido mentre la sua mente poteva solo contare quegli ultimi preziosi battiti che scivolavano rapidi tra le sue dita.
    Sotto la potenza del drago nemmeno l’armatura di Alman si sarebbe salvata. Sarebbe stata completamente distrutta, nemmeno un frammento sarebbe sopravvissuto, sarebbe stata irreparabile. Aveva fallito. Aveva deluso il Fondatore, tradito la sua fiducia in lui. Aveva deluso tutta la GRADO. Tutto perché mancava di esperienza. Tutto perché si era fatto trascinare in una battaglia impossibile da un traditore che se l’era data a gambe al primo vero segnale di pericolo. Tutto perché non aveva seguito il suo istinto, quello che fin da subito lo aveva messo in guardia sul nano e sulla battaglia.
    Era solo colpa sua.
    Abbassò la testa, inconsciamente esponendo il collo contro la lama della falce che sarebbe piovuta da un istante all’altro.
    Aveva fallito.
    Alman. Mamma. Padre Direttore.
    Li aveva delusi.
    Non sentiva nemmeno la forza per scusarsi, per piangere. Tutti i suoi sogni andavano ad infrangersi contro la dura realtà un’ultima volta: Quanta differenza credi che il tuo cosmo possa provocare nel bilancio tra la fine di tutte le cose o la sopravvivenza della razza umana?
    Nessuna.



    Proprio in quel momento il cielo fu squarciato e nuove onde cosmiche enormi ne piovvero come comete. La prima, più piccola delle altre, aprì la pista per l’arrivo di Amaterasu, ne riconosceva il cosmo da Sacramento, quindi di un guerriero sconosciuto ed infine, forse il più luminoso di tutti, Bart.
    Accadde troppo rapidamente perché le sue sensazioni riuscissero a seguire la tempesta di colpi che ne seguì e la speranza che essi portavano. Speranza che lui non riusciva a percepire in quel momento. Yggdrasil, diamine, era impensabile che un costrutto che reggeva la realtà fosse senziente, aveva chiamato anche loro a morire? Se solo loro potevano fare qualcosa perché non chiamarli fin da subito piuttosto che mandare quattro poppanti in un’avventura inutile? Era la loro sonora disfatta il trigger necessario perché i giganti si svegliassero? Era la loro caduta, o l’essere ad un passo da quella del mondo intero, l’unica cosa che poteva smuovere quei baluardi che avrebbero dovuto essere sempre in prima linea come ispirazione per tutti gli altri?

    La nuova carezza di Yggdrasil passò in sordina, volutamente ignorata dalla sua mente stanca di tutto ciò. Era stanco per almeno due giorni di marcia imperterrita, senza cibo né bevande, persino senza riposo se si considerava Junichi, stanco di quella continua battaglia che non li stava portando da nessuna parte. Anche se avessero vinto, non avevano modo di bonificare quell’area, la corruzione sarebbe tornata più forte di prima e tutto sarebbe iniziato daccapo.
    Se le parole del nano fossero state vere ed era stato un albero ad orchestrare tutto quello, forse era proprio il segnale di Yggdrasil quello che aveva spinto la GRADO ad inviarlo fin lì. Era stanco di essere un mercenario che nemmeno veniva pagato da tutti coloro che lo usavano come pedina dei loro giochi. Stanco di vedere tutti i suoi sforzi vani. Stanco di venire salvato da altri.

    E cosa si fa quando si è stanchi? Si stringe i denti e si fa un ultimo sforzo per chiudere tutte le questioni aperte. Inspirò inglobando quanta più aria possibile nei polmoni carbonizzati, ascoltando quanto il suo corpo dovesse tendersi per ubbidire al suo desiderio. Tutti i muscoli tiravano anche nell’eseguire il più banale dei movimenti. Solo un piccolo sforzo, chiese al suo corpo mentre la sua fiamma tornava a bruciare. Se ci fosse stato un domani avrebbe fatto un male cane, se al contrario non c’era sarebbe stato felice di andarsene sapendo di aver dato il massimo. Quattro grumi di cosmo si formarono davanti a lui, piccole sfere modellabili che cominciarono a strecciarsi e impastarsi e riformarsi consolidandosi in una ragnatela sempre più larga e fitta di linee e simboli. La sua concentrazione stava fallendo, il suo potere si era fatto meno brillante rispetto a prima, le sue linee più semplici, per quanto rimanessero intricate ad un occhio inesperto. Lanciò il suo potere diretto ad Amaterasu, Astra, Bartolomeo e Siegfried. Se c’era qualcuno che poteva intervenire davvero e salvarli erano loro quattro, piuttosto che la compagnia disastrata che si ritrovava a rantolare per terra.

    Ma non aveva ancora finito. Estese le mani avanti a sé strette a mo’ di preghiera. Dita contro dita sentiva i guanti dell’armatura scricchiolare, la pelle comprimersi in echi di dolore. Ingoiò il rospo esalando il respiro e facendo accorrere una nuova ondata di cosmo nelle sue arterie già danneggiate da esso. Un’ultima volta. Alzò le braccia sopra la sua testa avvertendo con quanta fatica il sangue scorreva in esse e con lui quanto lentamente potesse radunare il suo potere ghiacciato. Lo sentiva congelargli le spalle, quindi le braccia, gli avambracci fino a raggrupparsi nelle sue mani unite. Alzò lo sguardo verso il mostro che era “uscito” dal corpo del drago, un umanoide e aracnide. Chissà perché la corruzione sembrava adorare particolarmente i ragni, non era il primo che foggiava forme simili. Forse perché l’aracnofobia era la paura più diffusa al mondo. Ma non per lui, c’era molto molto di peggio rispetto a quelle creature.
    Abbassò le braccia puntandole verso drider e scagliando verso di lui l’attacco più famoso della sua genia di custode. Il blue Impulse si sarebbe mostrato come una corrente gelata cilindrica di circa 50 centimetri di diametro diretta verso l’equivalente del bacino dove si attaccavano le zampe da aracnide. Lo scopo sarebbe stato di congelare quella zona ed impedire al mostro di secernere ragnatele, così come di scappare ai colpi di ogni altro guerriero l’avrebbe mirato. All’interno della corrente scorrevano anche micro sigilli dalle stesse fattezze e dimensioni dei cristalli, perfettamente mimetizzati con essi. Ognuno dei sigilli pulsava di potere, battendo allo stesso ritmo del cuore di Korin, e nel farlo rilasciava scariche di potere atte a intorpidire ulteriormente lo scorrere cosmico del nemico.


    Statistiche

    Stato Fisico: Pesantemente bruciato dall’elettricità. Colto da spasmi. Buff distrutti.

    Stato Mentale: ---

    Stato Armatura: [V] Al suo punto di rottura. Indossata.

    Riassunto:

    [Buff] Lancio un sigillo di buff semplice alle guest star.
    Quindi sparo il Blue Impulse, vedi tecnica sotto come [Attacco] principale mio che può fungere anche come diversivo per distrarre il corrotto dall’attacco degli altri.

    Blue Impulse: ghiaccio/sigilli – offensiva
    Il Blue Impulse è una delle tecniche create ai tempi del mito quando il popolo di Thule ricevette l’aiuto del titano Menezio, per poi essere tramandata dai vari custodi prima ai Blue Warrior poi.
    Il cosmo dell’utilizzatore genera una corrente di aria gelida con la quale si cerca di infliggere bruciature da gelo all’avversario rallentandone al contempo i movimenti per evitare che possa scappare dalla tecnica stessa. Dentro la corrente scorrono minuscoli sigilli di vincolo ghiacciati dalla forma di piccoli fiocchi di neve che se impattano contro il corpo avversario interagiscono con l’abilità nemica di usare il proprio cosmo cercando di sopprimerla. Come il ghiaccio rallenta lo scorrere del sangue, che del cosmo è veicolo, così i sigilli inficiano sul cosmo stesso cercando di rendere più difficoltoso al nemico il suo utilizzo.
    Il nome deriva dal colore azzurrino del ghiaccio unito all’impulso continuo dei sigilli che vengono applicati sul corpo nemico, che risuonano intermittenti causando lo scompenso nel flusso cosmico.




     
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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]


    Alla Ricerca dei Giganti

    - Capitolo XIX-

    U
    n nuovo attacco, questa volta probabilmente sarebbe stato l'ultimo. Io non ero in grado di tenere ancora slade le mie gambe sul posto, o meglio, le gambe rimanevano proprio dove erano sempre state poichè le sentivo pesanti, come chi ha camminato a lungo e si sente i muscoli femorali gonfi e dolenti, sordi a qualsiasi richiesta di proseguire. Mentre le forze mi abbandonavano il drago, il nostro nemico, si preparava per porre fine alla battaglia e proclamarsi vincitore.

    Fu un attimo, un bagliore nel cielo e diversi cosmi di proporzioni gargantuesche iniziarono a risplendere; uno dopo l'altro si avvicendarono sulla scena, quattro guerrieri accorsero in nostro soccorso fronteggiando e riparandoci dall'attacco del drago, fino a quel momento il bestione pareva impareggiabile, dopo il loro arrivo sembrava che una nuova speranza fosse stata instillata a forza e con gentilezza nei nostri cuori. Non conoscevo i loro cosmi, tranne uno, ma era diverso, più vasto, più elevato e profondo.

    «Amaterasu...eppure non è totalmente lei»

    La difesa portata dal primo di quei cavalieri caduti dal cielo fu tale da sbaragliare completamente l'attacco nemico, non arrivando che il mero spostamento d'aria sulla nostra pelle, mentre la Dea Imperatrice ne tranciò i legami con...cosa era quella roba? Il drago, come una crisalide orrenda, lasciò trasparire l'orrenda farfalla che giaceva al suo interno. Una creatura corrotta nella sua stessa essenza, il suo aspetto, poi, non era da meno: sembrava di guardare un nido di ragni che per qualche ragione si era creato tra due alberi e li teneva uniti. Un nido di ragni molto grande e tenace.

    Un istante dopo, una meteora si abbatté su di lui, una meteora che scaraventò il ragno che aveva tessuto tutta quella tela, al suolo, malconcio certo, ma pur sempre vivo, l'impatto fu devastante. Tutti guerrieri, umani certo, ma evidentemente appartenenti a caste diverse. La donna ed il guerriero piombato dal cielo - in verità il primo di due, doveva essere una prerogativa di chi aveva una grande padronanza cosmica - sembravano appartenere alla stessa fazione, mentre l'ultimo seppur anch'egli umano aveva quella che chiunque avrebbe potuto riconoscere come una delle XII armature d'oro di Atena. "Combattere insieme, umani di caste diverse, GEA, Daimon e persino Giganti. Tutto per porre fine alla Corruzione. Un buon inizio, ma pur sempre un inizio."

    La nebbia creata dalla donna guerriera venne dissolta e tutto fu più chiaro. Quell'essere giaceva a terra, mentre io ero diventato anestetizzato a tutto ciò che mi appariva fuori scala, le forze mi abbandonavano, non avevo la un briciolo di energia neanche per stupirmi di tutto quello che ora stava accadendo. Ero stanco "Forse è davvero il momento di andare, ironico il fato in certe occasioni." Quando d'un tratto percepii un calore abbracciarmi lo spirito e rinfrancarmi il corpo, lo stesso cosmo che poc'anzi li aveva curati, adesso gli chiedeva un ultimo sforzo. Avevamo da finire quanto iniziato e Yggdrasill aveva bisogno di noi, era necessario, era giusto; non per la nostra singola e specifica sopravvivenza, ma per evitare di far dilagare la piaga della Corruzione nel Multiverso attraverso l'Albero stesso.

    Il cosmo vibrava di una rinnovata forza mentre l'area attorno a noi perdeva diversi gradienti di luce, per riapparire nelle mani del GEA; non sentivo più il potere di Korin su di me, non lo avevo notato in precedenza ma doveva essere andato in frantumi dopo l'attacco del drago bicefalo, nel furore dello scontro era passato in secondo piano. Di contro, nelle mie mani venivano a formarsi due grandi globi uno di matrice spirituale, nella mancina, e cosmo temporale nell'altra, piano piano l'energia che mi era stata donata dall'albero fluiva incessante nei miei palmi come se non avessi faticato un attimo in tutta la mia esistenza.

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    Stavo usando ogni singola stilla di potere, doveva essere debellato. Unii le mani al centro del corpo portando le due sfere a fondersi in una soltanto mescolando i due colori cromatici in una amalgama nuova eppure coesa, un'ottima rappresentazione di quello che era successo quel giorno alle radici dell'Albero del Mondo dove una strana commistione di cavalieri si era unita per sconfiggere il nemico comune. Allargai la posizione dei piedi per una maggiore stabilità, e portai in avanti le mani come a lanciare quanto canalizzato un fascio cosmico perlaceo dai tratti eterei rossi.

    «יש לתקן שגיאות כדי שהמשחק ימשיך»

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Danni alle ali derivanti dallo strascico del colpo arrivato dall'esercito; bruciature sparse a causa della propagazione del fulmine; buff dei riflessi di Korin + Buff temporale;

    STATUS MENTALE A New Hope;

    STATUS GLORIA entrambi gli spallacci sono saltati, ammaccata praticamente ovunque;

    RIASSUNTO AZIONI

    Si, è un'onda energetica :yeye:

    NOTE

    Angolo traduzioni: Gli errori vanno emendati perché il Gioco possa continuare


    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE



    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    alla ricerca dei giganti
    XIX

    Distruzione. Corruzione. Il colpo del drago di perla partì dirompentemente sfruttando il sigillo di Korin, formato dall'unione di diversi poteri del creato, che per un attimo avevano deciso di unirsi per una causa comune. Spezzando l'aria. Uniti.

    Ma constatorono presto che non potevano contro quella cosa. L'avversario, il drago bicefalo corrotto, era al di sopra delle loro possibilità. L'ondata d'acqua non diede l'effetto sperato, con lo spezzare dell'apertura d'ali della creatura in una spirale di morte che lo spostò più in alto. E ora, di collera, li fissava preparandosi.

    La lotta infuriava, tra popoli del nord e corrotti. Tra urla e gemiti. Per un attimo al vecchio sembrò come se tutto si fermasse intorno a lui. Enormi giganti erano nelle linee nemiche spazzando la corruzione con la loro furia, Ennys e i lupi mannari invece sfiancavano i lati inglobandosi alla marea nera. Di luci scarlatte, blu e rosse dei propri occhi, di quei poteri nordici che erano ricomparsi dopo chissà quanto millenni, nascosti come il suo popolo.

    Vedeva la gente morire, nelle urla di libertà che accompagnavano sempre la dipartita. Nel dolore, nel sangue, nella fine. Il suo volto sporco era stanco, di che aveva combattuto molte battaglie. La volontà e la forza di non mollare, di darsi quell'ultimo briciolo di onore nella sorte scritta prima di morire. Guardò i compagni, esausti, sconvolti, con e senza speranza. Poteva sentire i lamenti alzarsi in quei luoghi eterei che non erano più visibili, né facenti parte della realtà. Dove il drago ne ruggì spezzandone insieme l'aria e la tempra. Spezzando la terra che sarebbe caduta.

    Untitled-1

    Fu Attacco. Forse l'ultimo. Fatto di fuoco e fulmini nel turbinio della vittoria finale. Nell'istante dove il guerriero sarebbe morto fianco a fianco ai propri compagni. In quello stesso istante dove qualcosa decise che altro doveva essere ancora raccontato, spezzando tutto da una immensa luce abbagliante. Essa riempì il cielo, drago ed eserciti. Tutto si fermò. Tutti si fermarono a quella vista. E quando la vide, egli si bloccò ammantato di sangue e ferite: due sfere di luce sormontarono una ondata argentea e fermarono il colpo del bicefalo, che sconvolto e inerme cominciava a temere. Arrivavano i rinforzi.

    Altra luce comparve sul suolo, velocemente come veleno venefico, che fu rivolto contro i nemici. Era viola come le pietre di quelle terre, che spiritiche e come di divini poteri spezzavano i morti. Giunse così.

    MEGREZ DI AMETISTA

    Poi arrivò il secondo. Scese dal cielo come impavido guerriero, cadendo da un altro drago maestoso, d'argenteo misto a nubi che aveva parato il colpo del nemico dapprima. Appena prese posizione questo scagliò migliaia di comete luminose, in un esercito spiritico andando a travolgere anche l'esercito corrotto, che era ormai spaventato e completamente in balia dell'avvento.

    IL DRAGO BICEFALO DI ASGARD

    Mentre il drago argentato continuava con la sua cavalcata coadiuvando l'esercito nordico, altro ancora scese dal cielo. Enorme, mastodontico, spirgionando energia dell'antica terra da ogni anfratto. Atterrò davanti drago di perla sconguassando il terreno, la luce e il loro piccolo gruppo. Ed attaccò anch'egli con l'uso di una spada. Cosmica, spiritica, che racchiudeva una energia al di fuori dell'immaginazione mortale.

    L'ARALDO DI GEA AMATERASU

    Fu fuori dalla realtà. Colpì in un'essenza che fu oltre tutto. Il nemico corrotto si ruppe e si smaterializzò in strano colori e sfumature; fu difficile descrivere cosa accadde. Lasciò il suo posto ad un corrotto aracniforme, che malconcio urlava dal dolore e dalla sconfitta dei colpi che sopraggiungevano.

    Ed infine, prima che egli potesse muoversi anche solo per pensare, l'ultimo colpò squarcio la battaglia, facendo tremare questa insieme alla terra innevata. Spaccando il suono e la luce con la quasi divina potenza che sprigionava, affondando nell'oro che portava. Lo vide solo per un momento, al di fuori della inaudita velocità.

    IL CAVALIERE D'ORO DALLE CORNA TAURINE

    Spezzo definitivamente i legami dei draghi prigionieri, che sparirono risucchiati nell'etereo fondendo il ragno corrotto in un enorme cratere. Lo portò quasi ad annichilirsi nel piano materiale. Distruggendolo.

    Fumi si alzarono. Corni rieccheggiarono. Ma malconcio egli era ancora vivo. Sprezzante, privo di ogni emozione vitale potendo ancora attaccare; doveva concludersi ora.
    Giunto il fatidico momento, mentre ancora l'esercito del nord di giganti e lupi continuava prendendo sempre più foga nella carica, il vecchio diamon degrignò i denti. Espanse il proprio cosmo fino al limite consentito, così da poter infondere tutto il suo potere rimanente in un ultimo, unico e sprezzante attacco.
    Ysagdradil tornò ancora su di loro con la sua presenza alleata, questa volta, non curando ma infondendo energie per resistere: non dovevano fallire. Rinvigorito e spinto da quella creazione antica, il vecchio volò in cielo illuminando i propri occhi e cominciano quasi a toccare il settimo senso. Avvicinandosi a quel limite che avrebbe toccato nella velocità della luce e la potenza dell'architettura del macro-cosmo, aprendo porte ancora a lui precluse.

    Sarò con te, Yggdrasill. Come tu sei stata con me.

    Questa è la tua devozione.


    Creò lo Yasna nelle sue mani. Pronunciando aliene parole portò due ammassi cosmici a forma di galassie in cima a sé disgregando la polvere e l'aria. Facendogli assumere sempre più grandezza fino a toccarne quasi cento metri da inglobare le nuvole. La neve s'alzò fondendosi e cominciando a girare nelle scie delle galassie, come stelle e pianeti di ogni sistema solare. Nel moto creato delle leggi della realta. Nei segreti che agli unici protettori era concesso vedere.
    Il piccolo corpo alieno cedette, si ruppe in tutta quella energia. Le rughe emisero sangue e la stanchezza copri il corpo. Prima di cadere a terra esausto e nella vera forma a pezzi, lanciò le galassie con tutta la forza che egli disponesse facendole ritornare in ammassi di qualche metro, che si avvilupparono come spirali cosmiche generando distruzione in tutto ciò che le circondava. Neve, terra, aria e qualunque cosa l'avrebbe scrutata non avrebbe potuto guardarla con gli occhi. Ma solo col cuore.

    SPOILER (click to view)
    FISICO Squarcio profondo al fianco sinistro. Ferite gravi alla testa e corpo ustionato. Nella vera forma per stanchezza. Prossimo a cadere.
    MENTE Dolorante. Prossimo al collasso per l'energia impegnata.
    STATUS GLORY Grado [IV] - Non Indossata [Vera Forma] - Metà armatura distrutta. Elmo distrutto.
    RIASSUNTO AZIONI
    Lancio al massimo della mia energia l'Amphitryon Yasna contro il drider.
    Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia Blu
    ABILITÀ E TECNICHE
    Amphitrýōn Yasna
    Colpo che proviene dai tempi antichi delle sue vite, in molte trasformazioni divenendo una "devozione" o "adorazione" del sacrificio del cavaliere. Da questo "Yasna" che nello Zoroastrismo era l'adorazione dei guerrieri e dei di Ahura Mazdā.
    Anfitrione creerà dalle mani due ammassi cosmici che ricorderanno visivamente due enormi galassie/stelle convogliandovi gran parte del proprio cosmo. Egli potrà lanciarle sia incrociando le braccia sopra la testa, formandole nei propri palmi, o in tre dita che innalzerà al cielo. Alle sacre parole pronunciate esse verranno lanciate dirompentemente, in un miasma di luci e scie bianco/dorate avente un alto potere deflagratorio cosmico.
    Entrambi i colpi potranno essere intrisi del potere temporale del guerriero, affidando il potere di riportare ad uno stato precedente la materia ed energia ambientale toccata o di bloccarla in una stasi perpetua.
    [Cosmo + Tempo]

     
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    Capitolo 18: epilogo inaspettato



    L
    a fine era giunta , purtroppo drago di perla non avvertiva più le voci dal suo nemico quindi pareva che ioncolpo datomlo avesse fermato, ma purtroppo sembrava veramente un altro avversario insormontabile perché non era bastato ancora quello che aveva fatto con i suoi improvvisati alleati, allora a questo punto andava bene così.
    °Bhe ci siamo, ma non mi pento di nulla e di essere rinato in quest'epoca °
    Già in fondo non vi era proprio nulla di cui non essere fuori e il gigante sapeva bene di aver fatto il suo dovere fino all'ultimo.
    Il nemico stava per sferrare il suo attacco finale , ma l'arma di crono era lì senza alcuna paura per la morte, poi il colpo è il gigante non riuscì a capire se era vivo o meno, fin quando ormai all'estremo come tutti non vide verificarsi il miracolo.
    °l'albero ci sta aiutando di nuovo?°
    in effetti così sembrava, forse il grande albero voleva graziarli, ma in verità non era opera sua ma ben si di altri quattro alleatibtra cui uno in particolare era legato a drago di perla, ovvero Astra?la sua amica che assieme a Korin erano gli unici esseri mortali a non averlo mai considerato un mostro e che gli avevano dato una possibilità di dialogo.
    °Astra?...°
    E insieme a lei arrivò anche il celebrante di Asgard , il gigante nonnlo conosceva ma la spada che brandiva era negli archivi dei titani quindi doveva trattarsi per forza di lui mentre i cosmi degli altri due soccorri erano riconducibili ad Araldo di gea , quello che si era messo avanti a lui con quell'armatura così simile alla sua e quel cosmo così in qualche modo "frateno"come quello dell altro cavaliere di gea che lo aveva aiutato, mentre l'ultimo arrivò era un'altra presenza possente ovvero il gold saint del toro che anche secondo ai suoi dati, pure lui doveva essere il celebrante del santuario, quindi probabilmente era venuto per salvare Korin.
    °Sono arrivati giusto in tempo°
    I quartetto di nuovi arrivi importanti attaccarono il Drago in aiuto loro con i loro poteri, e c'era da ammetterlo uno spettacolo di poteri uniti così tutti assieme era veramente da millenni che non lo vedeva e portava alla mente del dragondi crono mille ricordi.
    Loro riuscirono a fermare il Drago e a rivelare il vero artefice dietro a tutto ciò ed era altro che un uno deglibelfi oscuri corrotti che attaccarono Asgard tempi addietro, anche se dragobdi perla ignorava i dettagli, ma adesso una cosa non la poteva ignorare ovvero, non poteva fermarsi lì ed essere da meno, non gli piaceva mica essere solo salvato, quindi era il momento di mettere fine a quella stiria.
    (Draciniano)
    "Che sua messa fine a questa storia per sempre, torna da dove sei venuto essere del vuoto!
    Drago dinperka cerca dinlibrarsi a mezz'aria in modo da lasciar libera la sua coda che avrebbe sparato le sue sfere d'acqua in direzione dell elfo corrotto.
    Adesso finalmente era finita e dopo di questo senz'altro avrebbe chiesto ulteriormente spiegazioni, non poteva andar via senza fare un rapporto completo del tutto e senza neppure averci guadagnato un pò, ma questo era un altra storia



    QbxKRwo





    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:messo a posto grazie all albero
    Stato Psicologico: incazzato
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: danni da impatto ed esplosione gravi e quasi distrutta
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:

    Ultimo attacco in attesa poi dell altra role grazie per la quest :)


    Azioni:

    Acqua:
    Drago di Perla rispetto agli altri suoi fratelli che dimostrano più delle volte di avere abilità brutali o anche rispetto ad altre specie di drago, gli è stato impartito il potere di dominare le acque che proteggeranno i suoi Signori e che porteranno alla rovina gli oppositori. Il gigante è in grado di manipolare l’elemento in ogni sua forma e può creare ogni tipo di attacco come ad esempio, onde anomale turbini , getti dotati di pressione che possono creare perforazioni latenti , barriere difensive e strategie offensive di vario genere. Il tutto si attiva dopo essersi trasformati in drago e aver tirato fuori l’Adamas dal proprio corpo che inizierà ad emettere un alone bluastro simbolo che il suo cosmo sta bruciando per preparasi all’attacco e ad attivare l’abilità.
    La produzione di acqua può essere effettuata tramite cosmo o sfruttando gli elementi forniti dagli ambienti stessi.


    Difese Magiche:
    In qualità di astro, Drago di Perla era definito il “Baluardo “ perché si poneva sempre a difesa di Crono e dei suoi alleati, proprio per le sue abilità peculiari di creare difese magiche che possono proteggere il suo corpo o chi gli sta accanto dai danni di altre abilità scaturite dai propri nemici di varie entità, tra cui spirito e dimensioni e veleno oltre che per attacchi elementari che comprendono fuoco, oscurità e ghiaccio .
    In tutto può usufruirei sette effetti di difesa passivi da applicare alle sue barriere difensive, gli effetti sono aplicabili uno per ogni "passaggio evolutivo" comela trasformazione
    Anche questa abilità si può attivare solo nella vera forma, dopo che il gigante avrà caricato cosmo nelle sue tecniche.

    Volo Perfetto:
    L'arma di crono ha ritrovato dopo tanto tempo la capacità di volare con la sua forza di volontà, senza usare le sue ali,oppure i suoi flutti d'acqua e correnti e alcuni affermano che la sua capacità in questi campo sia anche perfeziinata al massimo e più precisa di un mezzo volante

    Attacco


    Carica del Drago:Drago di Perla mette in moto il suo cosmo crea, mettendo in moto l’accumulo di particelle d’acqua create dal suo cosmo o presenti nell’ambiente, circa cento sfere acquatiche che volteggiano attorno a lui e al suo corpo che vengono scagliate in seguito verso l'avversario o più avversari che cereranno danni da impatto e perforazione dovuta alla pressione dell'acqua se dovessero andare a segno





    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI

    Epilogo

    XXI

    ♦♦♦♦♦♦♦



    Ognuno di loro avrebbe potuto immaginare molte cose, all'inizio di quella faccenda. Erano partiti cercando di trovare la causa di un equilibrio che si alterava, anomalie, strane forze antiche che aleggiavano su un luogo inesplorato di Asgard e sconosciuto anche alla maggior parte dei suoi stessi abitanti. Cosa avevano trovato? Civiltà nascoste. Popoli scomparsi. Antiche reliquie. Creature impossibili. La morte e la corruzione che fin lassù erano riuscite inspiegabilmente ad arrivare. Eserciti in guerra.

    Gli attacchi dei cinque valorosi puntarono alfine sul vero bersaglio, che pur essendo scoperto era tutt'altro che un semplice parassita. Con un grido che poco aveva di umano e che risuonò in tutto il campo di battaglia, cercò di proteggersi con una barriera di energia corrotta che sulle prime resse, ma poi crollò all'arrivo delle sfere d'acqua scagliate dal Drago di Perla. E nonostante questo, il corpo da ragno martoriato e semi distrutto, il Corrotto non era ancora distrutto: con immensa fatica sembrava volersi trascinare verso i suoi avversari e cercare di distruggerli, nonostante egli stesso fosse allo stremo come lo erano i suoi avversari. Ormai sconfitto, non poteva sapere che a mettere la parola fine a quella guerra sarebbe stata la vendetta. Di scatto era balzato in piedi, sollevando le braccia e raccogliendo energia per poter scagliare un ultimo attacco, ma prima di riuscire nel suo intento un fulmine saettò incenerendo entrambi gli arti. Un grido di rabbia morì in gola alla creatura che, voltandosi, vide lo sguardo di colui che aveva già emesso una sentenza di morte.

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    Nella nebbia vorticante che poco prima aveva preso il posto del terribile drago a due teste, si era adesso materializzato un occhio circondato da scaglie blu, e poi l'intera testa, poi prese forma il corpo di un enorme rettile alato leggermente più grande della Dragonessa d'Argento, e che adesso si ergeva davanti al corrotto, ormai piccolo ed impotente. Kellendros la Tempesta era finalmente libero.

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    Alle sue spalle, una nuova esplosione di luce si librò verso il cielo, un'ombra ascese e furono fiamme. Fiamme che che travolsero l'abominio, che lanciò un grido ancora più potente di quello precedente in cui era possibile sentire solo terrore e sofferenza. Poi, nel silenzio che seguì, Balagos la Furia atterrò a poca distanza.

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    Tutto si calmò. La marea nera si dissolse nel nulla, come polvere al vento che fino ad allora era tenuta insieme solo dalla presenza della creatura aracnoide. Un singolo golem emerse dalla nebbia, crollando e rivelando al suo interno la presenza del nano Borengar, rimasto a tenere impegnato l'esercito nemico con le sue macchine e pilotandone una fino all'arrivo dei nuovi alleati. I Vrykul, alcuni dei quali si avvicinarono a lui con uno sguardo misto di compiacimento ed incredulità; il popolo degli uomini dagli occhi lucenti, coloro che erano definiti i Nahuàl, con i loro lupi che ululavano ora in segno di vittoria. Tre mezzogiganti si avvicinarono al Drago di Perla, come se per loro non fosse sconosciuto. Ennys emerse dalla folla avvicinandosi ai Daimon, mentre Anfitrione con la coda dell'occhio vide qualcuno che somigliava a Deucalion sparire tra le ombre. Qualcuno di loro parlò con Astra e con Siegfried, Urzla tornò in volo dagli altri due draghi. Amaterasu e Bart si diressero verso Junichi e Korin. Valmhur volteggiava qua e là, finchè non si mise davanti al nano a sorseggiare del tè... stranamente, senza importunare nessuno.

    Poi fu di nuovo la voce di Yggdrasill a risuonare nelle menti di tutti: ma nessuno ricorda cosa il Grande Albero abbia detto ai suoi figli. L'unica cosa che ricordarono fu la pace nel cuore, l'albero che svaniva nell'aria come se non fosse mai esistito, la luce abbagliante. E quando riaprirono gli occhi, i cinque combattenti erano di fronte alla città di Asgard insieme a coloro che erano giunti da più lontano. Nessuna traccia di Urzla, dei due draghi, di Borengar o dei Vrykul e dei Nahuàl. E nemmeno di Valmhur.

    Il Nord era sopravvissuto ancora.

    zBXLsaR



    Power Rangers: E quindi... siete tutti vivi, giusto? E avete finito di scervellarvi, di maledire me e di godere dei disegnini XD Molto semplicemente voi avete sfondato il corrotto, ma i draghi che adesso si sono liberati e come vedete sono tornati INDIVIDUALI E CON UNA SOLA TESTA avevano una piccola rivincita da prendersi, non me ne vogliate ma mi sembrava giusto accontentarli. Adesso un po' di info, prima di tutto per mettere a posto le tempistiche. Contrariamente a quello che forse avete pensato, voi cinque non siete arrivati ad Asgard nello stesso momento; questo perchè la zona dello Yormunheimr, essendo la "casa" di uno degli esseri senzienti più antichi e colmi di ogni tipo di energia cosmica, mistica e quant'altro, ha anche il tempo che va per i fatti suoi. Drago viene a sapere dai Vrykul che da quando hanno lasciato il Kraal sono passate due settimane (mentre per lui sono stati pochi minuti), Ennys dice ai Daimon che da quando li ha lasciati vicino alla tana di Kellendros sono passati ben due mesi. Kalego viene a sapere da Ama di avere lasciato Agartha circa tre mesi prima, stessa cosa vale per Korin come tempo trascorso da quando ha lasciato la capitale per andare verso il Nord (tornato alla città, viene a sapere dal locandiere il tempo che era passato e che i suoi "colleghi" sono spariti dopo qualche giorno senza dare spiegazioni a nessuno.

    Appurato questo discorso, siete tutti ad Asgard per riprendervi dalla faticaccia anche se Yggdrasill ha provveduto almeno in parte a rimettervi in sesto quando vi ha trasportati alla capitale; Siegfried invita tutti a riposare a palazzo naturalmente, fermo restando che i Daimon e Drago forse preferiscono un alloggio differente (e ditemelo per mp, che concordiamo; comunque i due daimon si sentano con Himeros perchè farà la comparsata). Amaterasu preferisce andare a bere in qualche taverna con i suoi Yokai (quindi Jun si deve per forza aggregare). Bart ovviamente accetta l'offerta dell'amico ed Astra farà da scorta per lui e Korin (che si aggrega come Jun coi Gea) fino al momento della parte diplomatica.

    Una settimana dopo la fine della guerra... tutto ricomincia da QUESTO LINK. Per ora non metto scadenze ai post perchè c'è tantissima carne al fuoco e quindi coordinare il postaggio sarà qualcosa di immenso, intanto leggete quello che vedete già scritto e, quando sarà il momento, mi faccio vivo io per darvi il via libera e postare. La quest è finita, eh, qui facciamo solo un po' di discorsi senza picchiarci. A meno che Azrael non abbia qualche uscita brillante come quella fatta con Deucalion, naturalmente.

    Comunque grazie davvero a tutti per l'impegno che ci avete messo, spero che vi siate divertiti come è stato per me. <3

     
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119 replies since 3/6/2023, 09:09   4411 views
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