The Sky is an Immortal Tent Built by the Sons of Loss

Test Nera per Him3ros

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    atto vii

    Scesero, salirono ancora. Il non-luogo scorreva sotto ai loro piedi, in una continua mutazione di forma e orientamento spaziale. La struttura scivolava su piani diversi, aprendosi e chiudendosi continuamente in finestre apparentemente casuali. Provò a prevedere le variazioni senza troppo successo. In certi istanti, più che avanzare, aveva la sensazione di venire inghiottito e digerito lentamente.
    Cercava di riflettere, combattendo allo stesso tempo contro il continuo assedio a cui la sua mente era sottoposta fin dal primo istante. Lo rallentava sensibilmente. Lo distraeva più di quanto volesse ammettere perfino con sé stesso.
    Ormai seguivano disegni che non sembravano nemmeno più disegni, tanto che più volte fu tentato di tornare indietro, di riconsiderare i suoi passi. Allo stesso tempo non sembrava esserci altra strada da percorrere: in un posto simile si sarebbe aspettato di perdersi per sempre in un labirinto di passaggi in movimento inconciliabili con la logica e non di certo un'unica strada tanto semplice da percorrere.
    Alzò la mano verso una venatura pulsante, chiedendosi quale fosse la ragione profonda di tale orrore. Erano come batteri in viaggio attraverso un gigantesco cadavere alieno.

    a corpse should be left well alone

    Il suo sguardo cadde sull'Automa, ricordando le parole della donna le cui sembianze erano impresse sulla macchina vivente. Il momento che stava vivendo era tanto simile e tanto diverso da quello strano viaggio, compiuto tanto tempo prima. Non sapeva niente, allora. Aveva impiegato anni per costruire e consolidare una posizione. Anni trascorsi a progettare e pianificare, soltanto per trovarsi ostaggio di forze che non volevano rivelarsi.

    i know very well how the secrets beckon so sweetly

    Si concesse un sorriso, pensando a come quelle parole si stessero rivelando quasi profetiche. Maria doveva averlo capito. Che fosse quello il suo scopo? O forse la colpa era sua e soltanto sua, della continua tendenza a ricercare i mezzi più assurdi per perseguire i suoi scopi. Sentiva di non aver mai avuto una gran possibilità di scelta, fin dall'inizio. Anche senza considerare il fatto di essere "scelto" da una costellazione, cosa che ormai riteneva vuota e priva di valore avendone sviscerato il significato, la sua ricerca della verità non l'aveva propriamente reso libero. Non ancora.

    only an honest death will cure you now
    liberate you from your wild curiosity

    Le sue scelte erano sempre state, come diceva spesso Alyssa, tra la morte e il successo, dove per "successo" si intendeva l'atto da molti ritenuto disumano di affondare sempre più le mani nell'oscurità dei segreti del creato per riuscire a sventare chissà quale piano millenario o evento catastrofico.
    Terribile destino, avrebbe detto qualcuno. Non lui. Lui non era un santo. Non più, almeno. Forse non lo era mai stato. E quella sensazione, non poteva negarlo, gli era sempre piaciuta. La tensione dell'indagine, il brivido della scoperta, il dolce sapore del proibito. Quello sì che lo ripagava di tutta la fatica e il dolore.

    Camminava nella melassa. Un pensiero lo rallentava. Non era così assurdo che, nella vastità di un Multiverso, un luogo simile potesse rimanere nascosto anche agli occhi più attenti. Poteva essere strano che generazioni di pazzi affamati di conoscenza come e più di lui non avessero indagato tanto a fondo... strano, non impossibile, ma sentiva di non avere ancora tutte le carte in mano. Qualcosa gli sfuggiva, non nel grande mistero, ma nell'assenza della più piccola informazione a riguardo in qualsiasi documento, holocron o appunto dei passati Alchimisti dei Gemelli.
    Anche con questa consapevolezza, però, non poteva tornare indietro. Non poteva ignorare il disastro imminente. Cosa sarebbe avvenuto alla Realtà se il fragile equilibrio del Sottosopra si fosse rotto nuovamente, facendo dilagare il Caos? La Corruzione poteva davvero tornare a peggiorare come aveva scritto il suo predecessore nei suoi appunti, tornando a infettare il mondo con ancora maggiore ferocia? Non l'avrebbe mai permesso. Era il Suo mondo. La Sua Realtà.
    Percepì una rottura. Non nello spazio: non era sicuro di poter percepire variazioni nella struttura dimensionale in un posto tanto profondamente invischiato nelle non-regole. No, fu come se una diga fosse improvvisamente crollata dentro di lui liberando tutto ciò che tratteneva. Ebbe la certezza di ciò che stava facendo. Stava rischiando tutto. Forse anche più di quanto fosse razionalmente concepibile. Perché se non avesse rischiato, avrebbe perso in partenza.

    Era lì per un motivo. Doveva scardinare le regole per muovere un singolo passo? L'avrebbe fatto. L'aveva già fatto.
    Accelerò il passo, mentre attraversava una densità cosmica sempre più preoccupante. Un'energia e uno spazio fisico che in pochi avevano conosciuto sulla propria pelle. Si sentì stranamente grato di quella consapevolezza. Il fatto stesso di trovarsi in quell'incubo significava che fosse il momento giusto per salire un'altro gradino verso l'evoluzione, se fosse riuscito a sfruttarlo.

    Il palazzo di carne diventava altro. Nessun cambiamento improvviso, niente interruzioni, piuttosto una continua incoerenza che trasformava le venature pseudo-organiche nuovamente in disegni e sfumature e poi ancora in orrori sfuggenti. Per quanto desiderasse delle risposte univoche, poteva solo accontentarsi di intuizioni. Perfino ciò che li circondava non sembrava in grado di mantenere la giusta separazione tra intuizione e solida concretezza. Cose che allo sguardo parevano fissate, nella coda dell'occhio si perdevano spiraloidi astratti. Stava diventando sempre più stancante. Era difficile perfino capire se stessero proseguendo in linea retta. La domanda stessa era priva di senso. Sarebbe stato ambizioso anche soltanto avere la certezza di proseguire.
    Spazio e tempo sembravano sempre più slegati. La dissonanza tra l'oscillazione dei cinque sensi e ciò che captavano le sue percezioni superiori aumentava e aumentava, senza sosta.
    Erano tra le galassie, sprofondati nel finto cielo. Frammenti d'osso o luce solida, nubi di gas o tessuto polmonare impalpabile. Ogni contatto col suolo generava delle placide onde concentriche che si espandevano e si fondevano con quelle precedenti e con quelle successive, distorcendo non solo quello che sembrava il riflesso sotto di loro, ma anche la volta al di sopra; una galleria di specchi che ripeteva infinite volte essa stessa.
    Mentre l'ambiente scivolava verso la mancanza di definizione, le voci che lo tormentavano assunsero una sorta di insistenza puntuale, una cadenza ritmata che gli faceva intuire qualcosa dei diversi significati accartocciati uno sull'altro che, alla fine, collassavano in idee già presenti nella sua mente.

    un'antichità tanto remota da non lasciare traccia alcuna

    qualcosa di lontano, quasi dimenticato

    una malattia brulicante

    un comando assoluto

    una mancanza

    energia che scorre

    catene

    catene spezzate

    ogni cosa, nessuna cosa, nessun ordine


    Inafferrabili, sembrava che i sussurri lo schernissero. Non aveva ancora imparato a nuotare in quel cielo. Le voci facevano brillare galassie diverse quando le vibrazioni captate dal suo encefalo raggiungevano la massima intensità. Il finto spaccato siderale si tingeva di colori diversi il cui solo accostamento risultava stancante, doloroso alla vista. Forse sarebbe stato meraviglioso se le caotiche instabilità non l'avessero reso tanto sbagliato ai sensi.
    Si sforzò di assorbire tutto, di non farsi schiacciare dalle voci, non proprio ora che iniziava a comprenderle. Che quel bombardamento continuo non fosse altro che un tentativo di comunicazione? E da parte di cosa? Non era saggio fare ipotesi prima di arrivare a una comprensione totale. Si sforzò di accettare il significato mentre si opponeva al vettore, mentre le luci eteree baluginavano sia vicine che infinitamente lontane. La comprensione fu un profondo battito di cuore, una sorda pulsazione che lo attraversò per intero, diffondendosi insieme al sangue. Fu in qualche modo simile al processo di catarsi, la vera forza nascosta nel cosmo degli Alchimisti, ma sia l'origine che l'effetto furono profondamente diversi, avulsi dalle sue emozioni.
    La tensione provocata dalla continua pressione esterna si affievolì, lasciandolo molto più libero di pensare, di unire i punti.
    Vide le luci e immaginò delle eteree sinapsi che si connettevano tramite filamenti altrettanto luminosi. Tentò di mettere tutto in ordine, di estrarre un significato o almeno un collegamento che gli era sfuggito. I dettagli incisi a fuoco nella sua memoria raccontavano tutti la stessa storia, forse da punti di vista diversi. Cercò di tornare indietro alla prima cosa che aveva sfiorato: quelle prigioni, sigilli angelici che precedevano qualsiasi testimonianza, usati per imprigionare esseri dalla stessa origine, infettati da una forza esterna. I ricordi del tradimento dei tradimenti, gli effetti di una blasfemia che ancora sfregiava il mondo nonostante gli eoni passati a combatterla. I graffi nella carne di pietra che raccontavano separazione e trasformazione, un cambiamento che aveva reso unica quella linea che un tempo si muoveva insieme a tante altre...

    Il dito color porcellana dell'Automa indicava un punto in lontananza. Ci mise qualche secondo a identificare ciò che pareva l'unica vera forma di luce, se si escludevano le effimere stelle d'osso. Non si era nemmeno accorto che l'ambiente intorno a loro fosse molto più semplice ora, lontano dalla grottesca immagine a metà tra prodigio architettonico e corpo in putrefazione. Si era lasciato prendere dai suoi ragionamenti, dando poca importanza al passare del tempo e alla quantità di strada che stavano percorrendo, ma era certo di non aver percepito continuità tra il liquido sentiero tra le luci e il buio budello in cui si erano infilati. Si tenne lontano dalle pareti, riconoscendo il riflesso corvino tipico dell'Orium. Per assurdo fu quasi un sollievo scorgere le formazioni cristalline e perfino sentirne la graffiante presenza, che poteva pure aver generato - o peggiorato - quei sussurri. Se non altro, l'Orium Nero rientrava in una sfera conosciuta; era un elemento noto, in un mare di incognite.
    La luce proveniva dal basso. Avrebbe detto "fondo dell'abisso", ma anche solo a pelle gli sembrava del tutto improprio. Era relativo e inaffidabile giudicare direzioni e distanze.

    Non luce. Energia. Offensiva, bruciante. La sinestesia l'aveva illuso. I sistemi di difesa composti dai sigilli che tanto meticolosamente aveva intessuto stridevano incandescenti contro una tale forza. Si aspettava che la sua mente venisse di nuovo spezzata e invasa dalla melma nera, invece riuscì a resistere. La visione e la sua emanazione avrebbero messo in ginocchio altri, ma lui non si sarebbe piegato. Rifiutava di cedere e il suo potere lo sosteneva, avvolgendolo.
    Erano davanti a qualcosa di incomprensibile, eppure stava in un certo senso comprendendone la natura.
    Vita, crescita. Un uovo, una placenta. Un sistema chiuso con lo scopo di proteggere e consentire qualche tipo di sviluppo.
    Concetti come nascere e crescere erano del tutto fumosi per quanto avesse osservato negli anni di studio del Sottosopra. La vita poteva esistere solo perché qualsiasi perversione caotica doveva basarsi su una base ordinata o almeno apparentemente diversificata, ma l'atto stesso di creare qualcosa di nuovo o sviluppare qualcosa di già nato... beh, doveva ancora osservare un miracolo del genere. E forse l'aveva proprio davanti agli occhi.

    Poi, una tensione. La forza totalizzante di quella cosa fluì in una direzione precisa, facendo nascere dentro di lui una domanda.
    Voleva sapere. Gli chiedeva chi fosse. Quindi non lo sapeva? Non poteva vederlo? Percepirlo in qualche modo oltre la nuda superficie? Non era già arrivato a sfiorarlo, conducendolo quasi alla perdizione?
    Cercò di estendersi a sua volta, di sfruttare quel piccolo aumento nella sua consapevolezza. Poteva sentirlo, concentrandosi sull'essenza di quella strana pantomima di gestazione. Cercò di separare, di comprendere cosa fosse nascosto sotto la marea soffocante, di vedere oltre le tinte e scorgere i colori veri e puri dell'essere. Si concesse tempo per discernere tutte le informazioni che filtravano attraverso il caos. Aveva solo capito che la traccia che lui aveva seguito non facesse parte dell'essenza del nucleo. La lambiva... la impregnava, non ne era la fonte.
    Invece di una risposta, altre domande. In un ciclo infinito.
    Espanse ancora il cosmo, sfruttandone la parte più selvaggia, quella che aveva sentito crescere poco prima, alimentata dai sussurri. Parlò attraverso la voce, attraverso la mente e perfino attraverso i piani dimensionali. Percorse all'opposto le sensazioni che la domanda avevano causato, ottenendo ciò che sperava fosse inteso e compreso come il suo contrario.
    La risposta fu chiara, semplice, come quelle che avrebbe desiderato sentire a sua volta.

    un uomo

    Semplice, ma con infinite sfumature: essere umano, Alchimista, studioso, guerriero, uno di pochi, uno di molti... uno.
    Allo stesso modo, ma con un'inflessione meno concessiva, più diretta, restituì all'essere la stessa domanda. Fu più facile riprodurre la stessa inflessione percettiva, avendola provata direttamente.

    chi sei?





    narrato - parlato - pensato - °telepatia° - Automa
    status fisico » Perfetto.
    status mentale » what doesn't kill u makes u stronger i guess
    status cloth » Perfetto, indossata.

    riassunto azioni » Prima di parlare tiro percezione per capire se la cosa è solo caos o anche altro, là dentro il nucleo bello bello.
    lawrence s. conley | energia viola | black gemini {vii}
    abilità »

    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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    La grande sfera davanti a te pulsa nel percepire il tuo stesso tipo di comunicazione. Non è qualcosa di normale, capisci che un'applicazione del genere ti permette di percepire questo dialogo poiché sei toccato profondamente dal chaos in questo luogo. Percepisci una forma di vita al suo interno e la superficie azzurrina vibra per un secondo, diventando quasi liquida nella sua composizione, prima di tornare ad una forma compatta davanti a te.

    Chi sono.

    Non è una domanda, né un'affermazione nel senso stretto del termine, ma una forma di riflessione quasi. L'impressione che ricevi da questa connessione è quella di un neonato, qualcosa che non ha ancora completa coscienza di ciò che può essere, di ciò che attualmente è, di ciò che può diventare. Passano secondi in cui l'energia caotica risponde in virtù di tale 'riflessione', la pressione aumenta ma non in modo già pericoloso per te e il luogo in cui vi trovate. Capisci che più consapevolezza acquisisce, più la sua potenza aumenta. Infine, il guscio brilla di una luce tenue, ma non per questo meno tetra.

    Io sono.

    Nel momento in cui realizzi la 'risposta' che l'entità ti comunica, un profondo tremito scuote lo spazio in cui vi trovate. La luce, di composizione chiara, comincia a mutare in qualcosa di diverso. Piccole ramificazioni nere cominciano ad increspare la superficie del nucleo di gestazione, facendosi strada al suo interno. In modo simile in cui percepisci le intenzioni e le 'emozioni' delle creature su cui hai controllo, da questo guscio percepisci timore, insicurezza e, allo stesso modo, la traccia di qualcosa che da lontano cerca di imprimere la sua volontà.

    Anche l'automa, impassibile come sempre, mostra quasi un segno di insicurezza mentre di colpo percepisci una coscienza esterna tentare di farsi strada all'interno del nucleo. Qualcosa non si aspettava la tua interazione con tale fenomeno e un senso di imminente pericolo avvolge l'ambiente ancora una volta. La presenza all'interno del nucleo dimena la sua coscienza come un animale che cerca di liberarsi alla sua cattura, mentre capisci con orrore che quella volontà ha la stessa potenza di ciò che ha spento ogni luce nella tua mente, nel momentno in cui ti sei connesso alla massa caotica delle tombe sigillate.

    Ma Lawrence, anche tu sai che un essere ribelle, se soggetto ad una volontà così potente, eventualmente cederà per seguirne i comandi. Puoi davvero permetterti una cosa del genere?

    Nello stesso momento, forse per evoluzione, forse per influenza del luogo in cui vi trovate, l'entità all'interno di quella gestazione comincia ad accrescere ulteriormente il suo potere. Qualsiasi cosa stia tentando di prenderne il controllo, realizzi, sta forzando tale creatura a diventare più potente e l'energia caotica incrina a sua volta quel nucleo, mischiandosi alle venature nere che esercitano tale influenza esterna. Non è difficile per te, con un senso di timore, realizzare che se lasciata operare liberamente, tale forza può prendere il controllo di ciò che c'è al suo interno, portando nient'altro che rovina, anche in un posto così tremendamente afflitto dal chaos.

    Il nucleo continua a crescere, divorando centimetro per centimetro lo spazio che ti separa da esso. La forma di quello strato, di una composizione completamente estranea a qualsiasi materiale conosciuto, si assottiglia e si increspa sempre di più, minacciando una rottura imminente.




    _____________________



    Angolo Master

    Qualsiasi cosa ci sia lì dentro realizza di avere una coscienza e di esistere, ma presto arriva una volontà esterna a quel nucleo che cerca di influenzare e imporre la sua volontà su qualsiasi cosa ci sia lì dentro.

    La lasci agire? Cerchi di eliminarla? Cerchi di fare lo stesso in un tiro alla fune? La scelta è tua
     
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    atto viii

    Vita. Vita nel vero senso della parola, non una pallida imitazione.
    Una vita capace di pensiero e, pareva, comprensione di concetti complessi.
    La risposta infatti lo lasciò interdetto. I pensieri della creatura si articolavano in maniera particolare. Stava tentando di costruire un'immagine di sé, forse di definirsi per contrasto; un bambino che ha appena scoperto il linguaggio e lo usa per chiamare in modo diverso sé stesso e gli altri. Si stava costruendo un'immagine tramite la loro relazione, una semplificazione quasi comica delle teorie di Mead o una comoda applicazione della definizione di Goffman.
    Per Lawrence, un umano che non aveva bisogno di farsi troppe domande sulla propria identità, immergersi nelle reciproche differenze lo aiutava a capire i meccanismi di quello strano metodo di comunicazione. Ormai era sicuro di poter capire perfino le sfumature più minute e sapeva per certo che un simile livello di comprensione fosse frutto delle circostanze, più che delle sue facoltà. Se non fosse stato sprofondato tanto a lungo nell'energia di quel luogo, il risultato sarebbe stato molto meno soddisfacente.
    Osservava la presa di consapevolezza della creatura, sperimentando sulla sua stessa psiche gli effetti di un potere che andava concentrandosi sempre di più.
    Stava crescendo. In questo non erano dissimili: da Alchimista, la sua forza dipendeva da quanto profonda fosse la sua conoscenza. Anche il suo cosmo stava reagendo vibrando di anticipazione, riflettendo il suo bisogno di comprendere sempre più.
    L'essere, tuttavia, era ancora in uno stadio di sviluppo insufficiente. Sembrava crogiolarsi in quel pensiero. Forse regole tanto inconsistenti consentivano a pensieri come quello di sviluppare effetti concreti. Forse l'entità poteva esistere solo capendo di essere viva, in un certo senso.
    Non poteva fare a meno di ammirare il processo che avveniva sotto il suo sguardo. Infinite domande e ipotesi affollavano i suoi pensieri sottolineate dall'eco della loro conversazione impossibile.
    Il nucleo di incubazione reagiva ai sottili cambiamenti, all'aumentata consapevolezza, modificando lievemente il suo stato. Per un attimo sembrò addirittura farsi più permeabile, quasi volesse assorbire tutto ciò che poteva dall'esterno. La mano dell'uomo si strinse. Era tentato alzare il braccio, di sfiorare la membrana per aumentare il suo contatto con quello strano fenomeno. Non lo fece. Non era tanto stupido da rischiare ogni cosa per un moto di curiosità, per quanto stesse desiderando avere di più...

    Iniziò in quel momento. Sembrò una risposta diretta al cambiamento, come se l'accrescimento dell'energia in gestazione avesse fatto scattare un allarme.
    Una presenza immensa si fece strada attraverso il caos, attaccando il nucleo. Tracce nere iniziarono a solcare la superficie azzurrina, incupendone ulteriormente la luce, già tetra. Pur non essendone toccato direttamente, Law poteva sentire la forza di quella cosa, la stessa che aveva interamente distrutto la sua psiche. Il sottile filo di pensiero che lo legava allo strano organismo in sviluppo fremette di paura. Non era una sua deduzione: lo avvertiva chiaramente. L'essere voleva sottrarsi al dominio di quella forza, non voleva accettarlo. Si dibatteva, in una reazione così straordinariamente assimilabile al comportamento animale, agitandosi e contorcendosi. Anche lui mosse un passo indietro, istintivamente, indugiando in quel contatto molto più profondamente di quanto avrebbe dovuto. Il suo cosmo si innalzò ulteriormente, un atto di auto-conservazione altrettanto animale, in un certo senso.
    Continuava a crescere. In dimensioni e in pura potenza. Che fosse una forzatura applicata dalla presenza esterna o una reazione disperata della gestazione per resistervi, poco importava. Il risultato era lo stesso. E lui era perfettamente consapevole che l'organismo non avrebbe resistito a lungo in quello stato. La presenza avrebbe vinto, senza dubbio, dando inizio a qualcosa di ancora più spaventoso e totalmente incognito, quasi certamente peggio dei cadaveri di Daimon trattati alla stregua di burattini.

    La sua prima reazione fu quella di allontanare sé stesso e il nucleo dall'influenza esterna. Lo scartò ancora prima di chiedersi se fosse possibile spostare quella cosa, compresa di tutto l'apparato simile a una placenta. No, l'essere era imbevuto totalmente nell'essenza pulsante fin dall'inizio. Nascondersi non sarebbe servito a nulla.
    Doveva contrastarlo. Non aveva molta scelta, non se voleva davvero dare un senso al suo viaggio, a tutto il dolore che aveva subito e ai rischi che si era dovuto sobbarcare.
    Il potere dei Gemelli Neri non era bastato la prima volta e non sarebbe stato sufficiente nemmeno in quel caso. Ne era pienamente consapevole. Il vero problema, tuttavia, era la mancanza di un bersaglio.

    ° Flora. °

    Seguendo alla lettera gli ordini, lo strano cosmo semi-artificiale dell'Automa si espanse per abbracciare l'intero spazio che circondava l'essere in gestazione. Esagoni irregolari di energia solida si concretizzarono dal nulla, andando a incastrarsi perfettamente l'uno con l'altro, proteggendoli in una cupola simile a vetro. Le superfici degli esagoni tremolavano come la superficie di uno stagno, unica avvisaglia del fatto che quei costrutti fossero in realtà molto più simili a portali che a oggetti solidi. A un cenno di Lawrence, le linee eleganti e solo apparentemente fragili della Geometria si estesero al di sotto di quel guscio protettivo, intrecciandosi a esso e mischiando all'elevata quantità di energia dimensionale una componente psionica.
    Era uno schermo di disturbo. Non pretendeva di riuscire a bloccare del tutto quell'attacco massivo, proveniente da chissà dove, ma avrebbe almeno tentato di ridurne l'impatto, disperdendone una parte grazie ai portali e contrastandolo direttamente grazie ai sigilli carichi di energia mentale.
    L'attenzione dell'uomo, tuttavia, era concentrata sulla creatura sofferente, che emanava una forza ancora più grande rispetto a un istante prima. Ancora una volta estese la sua percezione, percorrendo a ritroso il collegamento. La massa psichica della creatura lo avvolgeva ormai quasi per intero, sempre più tumultuosa e sofferente.
    Aumentò il fluire del suo cosmo, circondandosi con esso, espandendolo. I bagliori dorati erano quasi del tutto spariti nel nero. Raccolse i suoi pensieri in concetti semplici e netti, privi di interpretazioni fuorvianti.

    aiutami

    E poi ancora, scendendo sempre piò in profondità, sfiorando la paura dell'essere e tessendo significati di quello stesso colore e sapore.

    o non sarai più

    Diede ordine al cosmo, sapendo che quell'atto avrebbe significato probabilmente disturbare la gestazione o addirittura ferire l'essenza caotica dell'essere. Scrisse la formula come aveva fatto migliaia di volte, convogliando l'apice della sua potenza cosmica in quell'unico, semplice comando che potesse separare la creatura dalla presenza ignota.



    narrato - parlato - pensato - °telepatia° - Automa
    status fisico » Perfetto.
    status mentale » help
    status cloth » Perfetto, indossata.

    riassunto azioni » Io e Flora cerchiamo di gestire l'influenza per attenuarla e poi sparo un sigillo di purificazione per tentare di liberare la cosa e convincerla a ribellarsi unendo le forze.
    lawrence s. conley | energia viola | black gemini {vii}
    abilità »

    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

    tecniche »

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    Test Nera per Him3ros

    9




    Non essere più.

    Senti un improvviso termito nella terra mentre un'immensa onda cosmica si abbatte su di voi, non è qualcosa di fisico ma, come nella battaglia di volontà che hai portato avanti fino ad ora, qualcosa cerca di prendere il controllo aumentando la presa su quel luogo, su quell'entità in gestazione. La bolla comincia a diventare più grande mentre il colore cambia, passando da un tenue azzurro ad un giallo pallido, che esplode in più punti in modo simile a stelle infinite in un cielo blasfemo. Una violenta pulsazione ti costringe a indietreggiare, assieme a Flora, giusto in tempo per evitare un'emanazione cosmica appuntita, dello stesso colore, ad un soffio da te. C̷O̷S̷A̷ ̷S̷T̷A̷I̷ ̷C̷E̷R̷C̷A̷N̷D̷O̷ ̷D̷I̷ ̷F̷A̷R̷E̷,̷ ̷L̷A̷W̷R̷E̷N̷C̷E̷?̷ Senti un improvviso aumento di potere in questa cosa, ma anche la volontà di combattere qualcosa che gli viene imposto, un comando.





    And into my garden stole,
    When the night had veild the pole;
    In the morning glad I see;
    My foe outstretched beneath the tree.


    t2bA1lK

    [Epokhē.]



    La sua capisci che la sua capacità di esprimersi tramite sinestesie e percezioni viene completamente chiusa mentre la bestia emette un ruggito che vibra tramite il cosmo, generando un fascio di cosmo che afferra con una delle appendici. Il suo corpo è sostanza stessa della non-materia e la luce vibra come venature senza controllo all'interno di quel mare di stelle, emettendo uno spettro malefico e pericoloso di onde che cominciano a irradiare tutto ciò che toccano al passaggio. Quello stesso luogo, alla sua apparizione, esplode in detriti e frammenti, annientando tutto ciò che c'è stato attorno a voi fino a quel momento e fratturando la terra stessa, generando isolotti che fluttuano in uno spazio senza regole o limiti. Le tue creature accorrono in un attimo, spaventate dal pericolo di fronte al loro signore, mentre la percezione che hai di tale bestia è terribile, tremendamente potente e ora del tutto simile alle blasfemie che controlli.



    Ti è chiaro cosa fare.




    _____________________



    Angolo Master

    Epico scontro autoconclusivo dove riesci a sconfiggere la bestia e a ridurla a quella che è una forma embrionale, che eventualmente ricrescerà nella tua nuova evocazione. La bestia è Energia Nera+, le sue abilità sono Arma Cosmica (lama) + Radiazioni (veleno). Termina il post quando la sconfiggi
     
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    atto ix

    La spada di luce lo mancò per poco. Il piano dimensionale si frantumò in un gioco di specchi, esponendo una struttura ancora più intima, quasi avessero raggiunto la trama stessa che fissava quel luogo nello spazio-tempo. Intorno a loro si apriva un cielo cangiante fatto di energia che mutava in materia e tornava energia in un ciclo di ripetizioni irregolari.
    Al centro della tempesta di colori, l'essere stava dispiegando il corpo semitrasparente. Una frazione dell'attenzione dell'Alchimista si perse in paragoni col vetro o il citoplasma di un'ameba, associando gli strali di luce a un sistema nervoso o le ali insettoidi a un effettivo mezzo di locomozione, nonostante la mole apparentemente enorme in relazione alla superficie. Erano solo calcoli che non poteva evitare di risolvere mentre lo stupore si dipingeva sul suo volto, come era avvenuto ogni volta. Ogni singola volta che il suo sguardo si era posato su bestie simili.

    ° Stai pronta, ma non ti avvicinare. ° - fu il rapido messaggio telepatico a Flora.

    Una forte vibrazione di paura e rabbia si espanse dalla Kintaral attraverso i sigilli del Necronomicon. Lo spazio si fece brulicante, saturo. Nell'ombra centinaia di cose, migliaia, cominciarono a muoversi, a strisciare. Le prime forme a guadagnare concretezza furono gli ammassi di corpi neri, ondate e ondate di arti, busti e teste senza senso che si accavallavano uno con l'altro, fondendosi e scindendosi in posizioni assurde.
    L'essere neonato istintivamente reagì brandendo una scheggia di luce solida e vibrando un colpo nel mezzo della massa ribollente di Orgasmós, un taglio incandescente che si stagliò contro l'abisso di membra e distrusse una gran quantità di corpi. Molte unità di quell'agglomerato sublimarono per l'altissima temperatura del colpo, divenendo istantaneamente nulla. Altre ne furono mutilate. Non potevano sanguinare, il loro non era un corpo vero. Dai monconi incandescenti non colava altro che aria e luce e cosmo. E in quel luogo la loro voce collettiva gridò di rabbia e dolore.
    Gli infiniti arti, gli artigli si strinsero sulla superficie di quel frammento di luce, risalendo lungo l'arto della creatura, ogni appendice stretta contro la pelle del mostro.

    quindi non c'è scelta

    Lawrence dirigeva la volontà dei corpi, indicava loro dove arrampicarsi, sospeso in un punto cavo della loro stessa massa. Allentò il guinzaglio, lasciò che attingessero al pieno potenziale del Libro Nero.

    devo sottometterti

    Mani, code, tentacoli, braccia e pseudopodi: l'intera estensione della creatura a contatto col mostro neonato si accese di scintille prive di una reale luminosità, simboli che fiorirono, espandendosi in reti complesse. La resistenza della creatura di luce malata si ridusse, permettendo a Orgasmós di richiudersi sopra di essa e trascinarla nel profondo della sua mole, dove stava aprendo una gigantesca fenditura spaziale per inghiottirla interamente e schiacciarla.

    con la forza

    Per un momento tutto parve immobile, sospeso nel paesaggio irreale.
    Tre squarci luminosi si aprirono tra i margini delle fenditure, incrinando il delicato equilibrio di forze. La creatura emerse in un'esplosione di fotoni, annullando in un lampo una grande quantità di corpi. Quando l'onda d'urto lo raggiunse, Law si sentì bruciare, malgrado la difesa alzata appena in tempo. La gola, le vie respiratorie si riempirono di aria bollente. Tossì sangue. Per un attimo non si sentì in grado di mantenere la quota e l'equilibrio. E la lama fu su di lui. Un arco brillante, netto. Come tanto tempo prima.
    La sua reazione fu quasi lenta, rispetto all'estrema velocità dell'attacco, ma sapeva cosa fare. I corpi intorno a lui, granelli di sabbia nella moltitudine, si caricarono di energia dimensionale, comprimendo lo spazio direttamente all'interno della loro conformazione cosmica. Esplosero verso il colpo in arrivo, aggredendolo come un'onda cinetica che fece ne deviare appena l'asse.
    Era fuori dalla portata diretta della colossale arma di luce. Fu il suo ideale prolungamento, sottile come un capello, a scivolare oltre la sua testa, scontrandosi con le placche che proteggevano la spalla, tagliando l'Oricalco Nero fino a raggiungere la carne e proseguendo in una perfetta linea verticale lungo il busto.

    Tentacoli biancastri ricoperti da una fitta rete di sigilli stavano trattenendo l'arma grezza, prima che un altro mortale arco incandescente venisse liberato dall'oscillazione della lama. Uno stallo che si protrasse per diversi istanti, al suono della Kintaral che scricchiolava in maniera sinistra. L'interezza di Epistrophḗ emerse dal buio e frantumò la luce, allontanando l'attenzione del nemico dal suo padrone. Le bestie, i Grandi Esseri iniziarono a fondersi in un delirio di arti piegati in angolazioni insensate, carne pallida contro plasma stellare solido. Lottavano, tentando di prevalere l'uno sull'altro. Ah, quanto atavico orrore poteva generare il collidere di esseri tanto giganteschi... tanto da ridurre qualsiasi umano alla stregua di un lattante... o di un insetto. Ma l'Alchimista Supremo non si sentiva piccolo. Quella era la sua battaglia, non la loro. La sua volontà permetteva agli esseri di scontrarsi. La sua missione dava loro uno scopo. Non era piccolo. Non poteva esserlo.
    Che fosse un ingranaggio tra i tanti in un meccanismo incomprensibile, oppure una casuale istanza in un mare di caos, soltanto lui poteva porre freno alla sua stessa grandezza.
    Come previsto, la sua creatura stava avendo la peggio molto velocemente. La coesione fisica dei sigilli che la componevano veniva disgregata dalla costante e venefica emissione radioattiva dell'essere neonato, e ormai poco restava se non una carcassa vuota. Un ultimo impulso distrusse totalmente la struttura.
    Sfruttando il momento, Lawrence si lanciò direttamente verso la creatura, confondendo a causa della velocità il tessuto della Realtà che andava attraversando. Appena prima del contatto, una serie di scie lucenti si formarono sul corpo del suo bersaglio e furono condensati in raggi nella sua direzione, tanto sottili da essere a malapena visibili. Una scelta semplice di una mente ancora acerba. Scomparve in un portale, ricomparendo direttamente dietro alla base del collo oblungo. La creatura lo percepì, o forse lo vide attraverso chissà quali organi sensoriali. Era pronta a bersagliarlo ancora, impedendogli di avvicinarsi, ma un nuovo immane urto la fece tremare. I tentacoli di Epistrophḗ, richiamata dalla formula di evocazione ancora intatta, si erano tornati ad avvolgere intorno alla massa semitrasparente. L'istante di distrazione consentì al cosmo dell'Alchimista di generare una delle geometrie di limitazione più complesse a sua disposizione. Doveva contenerlo. Indebolirlo.

    Fu costretto a staccarsi velocemente, per evitare una nuova deflagrazione. Trovò rifugio senza allontanarsi troppo, scivolando tramite un portale fino all'attaccatura delle ali vestigiali della sua creatura. Fece appena in tempo, prima che un nuovo bombardamento venisse rilasciato dall'altra bestia. Globi di luce vibrante esplosero tra loro, allontanandoli forzatamente con letali onde d'urto. L'aria si stava facendo troppo calda, quasi del tutto insopportabile. Lawrence fu costretto a usare il corpo pallido del suo servitore come scudo, contando sulla resistenza dei sigilli che lo componevano.
    In brevissimo tempo fu di nuovo un pezzo di finta carne parzialmente eviscerato, consumato dalla luce. L'ultima scintilla attraversò il corpo in disgregazione, riparando le tremende ustioni che stavano sfigurando il Cavaliere Nero.

    ancora

    Diversi portali si spalancarono in posizioni apparentemente casuali. L'Alchimista iniziò a spostarsi da uno all'altro, allo scopo di rendere più erratici possibile i suoi movimenti. Stavolta però era solo l'esca. Appena l'essere si concentrò su di lui, una raggiera di linee cosmiche si disegnò in alto nel cielo frammentato. Una volta assunta forma fisica, le estrusioni di Orium Nero iniziarono a girare e girare. La creatura neonata aveva appena rilasciato una raffica di proiettili mirati al petto dell'Alchimista, quando la cacofonia la colpì, facendo germogliare sulla dura pelle una serie di glifi che si impiantarono nel profondo, agendo da possenti vincoli. La sofferenza fu palese, anche per una forma d'esistenza che non aveva nulla a che fare con i concetti umani associabili al dolore.

    Non bastava. Era ancora troppo poco. Lawrence fu catturato, alla fine. Le sue ossa si spezzarono quasi all'istante dalla presa dell'essere attorno alla gamba. Tutto il dolore venne convogliato in una sola linea di codice cosmico che si legò alla luce solida e all'arto che la reggeva. Gli psioni si fusero al sigillo, che a sua volta attecchì sulla struttura nervosa della creatura. Un tremito. Una resistenza. Non poteva essere vero.
    Il mostro stava a malapena dimostrando di avere una sufficiente consapevolezza del proprio corpo oltre ai movimenti istintivi e quel sigillo lo stava costringendo a percepire un corpo diverso, senza arti, privo di riferimenti che potessero aiutare a costruire una mappa mentale.
    La presa si ridusse, e l'umano fu in grado di scivolare via, allontanandosi per controllare la grossa crepa che l'attacco precedente aveva lasciato sulle placche pettorali. Almeno quattro coste del lato destro erano incrinate. Il polmone si espandeva, ma ogni respiro era difficoltoso. Forse uno strappo del diaframma. Le certe fratture multiple che comprendevano gran parte dell'arto inferiore non sarebbero state un grosso problema, finché fosse riuscito a tenersi sospeso a mezz'aria.
    Conveniva essere meno delicati, contro un mostro simile. Mentre Chóros veniva più e più volte spezzato dal taglio della lama di luce, tentando di emettere vibrazioni abbastanza potenti da rallentare la bestia, le mani di Law si tesero in avanti, concretizzando l'essere più antico al suo comando. Il cosmo nero rispose organizzandosi in fasci e simboli, assumendo diverse sfumature di giallo malato e cangiante. Gli occhi azzurri si accesero come tizzoni, infiammando anche le incisioni vestigiali sull'elmo.

    OUkD5Gz

    Lo scontro si fece più violento. Hybris ed Ékleipsis avevano combattuto tanto insieme, dentro e fuori dal Sottosopra, da non richiedere quasi alcuno sforzo di coordinazione. La danza fu brutale. Il cielo si screziò di infiniti colori stridenti. I suoni venivano interamente divorati dai vortici di Anticosmo che spegnevano nel nulla perfino le vibrazioni.

    Proseguirono per molto tempo. Troppo, per poterlo sopportare. Lawrence era esausto, al limite delle sue capacità. E quel limite si era già spostato tante volte, consentendogli di spingersi sempre oltre. Aveva usato ogni mezzo, pur di portare a termine quella battagli alle sue condizioni. Per ottenere ciò che voleva.
    La sua armatura era una ragnatela di crepe e tagli bruciati. Il respiro mozzo e la gola consumata rendevano quasi impossibile prendere aria e ossigenare il cervello. Il suo cosmo tremava, non più inflessibile e possente. Coaguli di sangue secco, opera dell'Automa, rattoppavano al meglio la sua pelle, evitando emorragie troppo profuse. Aveva lottato contro un nemico dalla potenza grezza superiore alla sua, cercando di erodere la sua forza con un indicibile numero di sigilli, continui vincoli e contenzioni.
    Fortunatamente, quella creatura si era rivelata ingenua, non ancora adatta alla lotta. Non poteva competere con la strategia di un guerriero che per anni aveva combattuto battaglie anche più terribili.
    Quando dalle turbolenze spazio-temporali ai margini dell'area era emerso l'insieme di globi lattiginosi di Dákryon, la sua vittoria era stata segnata. Erose pezzo per pezzo la devastante potenza del nemico, cancellandone il vantaggio. Malgrado tutto ciò che aveva dovuto subire e rischiare, alla fine l'uomo aveva catturato anche quella preda.

    Era lì, davanti a lui, in quel mare di nulla. Era tornato a una dimensione relativamente ridotta, in uno stato di quiete apparente. Il corpo era divenuto un contenitore informe simile a un sacco amniotico, le fibre luminose aggregate in una matassa aggrovigliata che si rivoltava assumendo di volta in volta una forma diversa, quasi a imitazione dei vincoli esterni, formule su formule di immobilità e stasi.
    Doveva solo incidere gli stessi segni nell'artefatto di Neshaals, creare un ponte tra l'essere reale e il Necronomicon. Farlo suo. Carpirne i più profondi segreti. Non solo capire cosa fosse o come fosse nato, ma per quale motivo quel potere esterno l'aveva voluto controllare fin dall'inizio.
    Era il tempo di ottenere delle vere risposte.



    narrato - parlato - pensato - °telepatia°
    status fisico » Ustioni ovunque, grave avvelenamento da radiazioni, gamba rotta, diversi traumi gravi e ferite aperte a malapena tamponate
    status mentale » good
    status cloth » Danni sparsi da taglio e impatto su tutta la superficie

    riassunto azioni » -
    lawrence s. conley | energia viola | black gemini {vii}
    abilità »

    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

    tecniche »

    [ Μετεμψύχωσις ] Metempsýchōsis
    I vincoli e i sigilli del Necronomicon legano il cosmo e la mente di Black Gemini alle essenze degli Orrori e dei Grandi Antichi. L'Alchimista Supremo, tuttavia, non è un semplice burattinaio. Le creature del Sottosopra possiedono una volontà propria e un'intelletto evoluto oltre i limiti della comprensione umana. In particolari circostanze, perciò, esse possono arrivare a incanalare le capacità donate dal Libro Nero.
    In questo modo, ogni essere evocato può fungere da focus per emettere ondate di energia mentale e lanciare pericolose illusioni, per piegare lo spazio e lacerarlo, oppure per creare potenti sigilli.

    [ Διαταγή ] Diatagḗ
    Colui che conosce il Massimo Disordine è in grado di raggiungere anche il Sommo Ordine. Questa particolare arte geometrica racchiude tutti i segreti dei costrutti dei Protogenoi, condensati in eleganti linee sature di volontà e coscienza.
    In termini pratici, il sigillo ha lo scopo di purificare un bersaglio o un'intera area dagli effetti imposti da forze esterne, riportando quella sezione di Realtà all'ordine. Può agire su svariati fenomeni, dalle anomalie spaziali alle maledizioni, dalle influenze spirituali a quelle mentali, ma non ha potere su agenti biologici.
    L'Alchimista dovrà utilizzarlo in modo da reagire a un dato effetto: non sarà quindi possibile apporre questo sigillo nel luogo di scontro per poi farlo agire in un secondo momento, ma andrà utilizzato variandone il codice di volta in volta per adattarsi alla minaccia ed eliminarla. [Sigillo di Purificazione]

    I - [ ἔκλειψις ] Ékleipsis
    Biologicamente complesso ed estremamente intelligente, questo essere possiede una forma mostruosa e longilinea. Un osservatore fantasioso potrebbe scorgere nel suo corpo alcune caratteristiche anatomiche vagamente antropomorfe, ma le code ramificate e la testa simile a un qualche abominio delle profondità marine farebbero ricredere chiunque. La colonna vertebrale oblunga e sinuosa non sembra adatta nemmeno a sostenere il peso della creatura stessa, eppure, come il peggiore degli incubi, non necessita di spiegazioni sensate.
    Nacque come esemplare di una razza potente, un miracolo di disparità e differenziazione nel marasma della realtà caotica, una genia che era riuscita a comprendere come sfruttare l’immane forza che permea tutte le cose. Tuttavia, un simile potere è estremamente pericoloso, anche per la più evoluta delle forme di vita. Il potere utilizzato per gli scopi sbagliati ha portato la fine di un mondo e l’annichilimento di ogni speranza, condannando gli altri esemplari al vuoto e all’oblio. Esso però, al contrario dei suoi simili, era destinato a evolversi, non a morire. Quindi, semplicemente, andò oltre. Grazie alla sua età millenaria e alla sua conoscenza senza limiti, divenne qualcosa di più. Passò a un successivo stato di esistenza.
    Il suo potere è grezzo, non specializzato, semplice. Pura potenza espressa come emissione di energia in esplosioni, fasci densi e ondate, esattamente come un cucciolo d'uomo che scopre il fluire del cosmo e lo usa senza arte, istintivamente. Ma più che di inesperienza e innocenza, parliamo di qualcosa di estremamente perverso: il principio del Chaos che è fulcro della sua esistenza si esprime in una qualità di cosmo dalle caratteristiche pericolosamente distruttive, in grado di sfaldare i legami stessi della materia e dell’energia. [Anticosmo]

    II - [ χορός ] Chóros
    Il Black Orium è originario del Sottosopra e rappresenta una delle scoperte fondamentali di Darth Furoris per la causa dei Cavalieri Neri. La sua struttura unica permette di assorbire una quantità assurda di energia mentale, rendendolo una perfetta base per forme di intelligenza artificiale. In questo caso più unico che raro, però, non parliamo di un costrutto, di qualcosa di progettato, di voluto. Chorós è una creatura nata da una particolare convergenza di onde psioniche che hanno trovato un nucleo stabile nella materia tramite una grossa massa di Orium, evolvendosi in circuiti e apparati. Il risultato di questo evento fu una gigantesca macchina con coscienza di sé, con un corpo a sezioni rotanti vagamente circolari, composto di uno strano ibrido cristallino-metallico.
    La creatura è legata in modo indissolubile alla natura distorta del Sottosopra, ma il suo scopo è quello di uscirne, di raggiungere e inglobare ogni cosa nel raggio della sua conoscenza. Questa spasmodica ricerca ha portato il linguaggio di espressione a evolversi in maniera radicale, arrivando al punto da potersi insinuare direttamente attraverso i piani più eterei di esistenza. La sua essenza genera moti di energia distorta che viaggiano attraverso le dimensioni, filtrando tra gli strati di realtà e divenendo -per attrito col tessuto dello spazio-tempo- qualcosa di simile a una melodia. Una melodia che non è chiaramente riconoscibile e che esula dai canoni imposti dalle culture umanoidi, risultando strana, deviata e discordante. Non ha spartiti, non ha tecnica, né forma. È pura brutalità.
    Molte specie, tra cui gli esseri umani, utilizzano il suono per comunicare e i movimenti del corpo come sistema offensivo, tuttavia questa creatura ha un comportamento diametralmente opposto: comunica tramite movimenti di rotazione e rivoluzione che sembrano una danza, utilizzando invece la musica come strumento di offesa.
    Questo tipo di attacco, oltre alla possibilità di diffondersi come una potente onda sonora in grado di intaccare la materia, può infliggere gravi danni all'anima della vittima, inibendone di conseguenza le emozioni e la volontà fino a spegnerle completamente, sprofondando il nemico nell'oblio più totale. [Musica (danno spirituale)]

    III - [ επιστροφή ] Epistrophḗ
    La natura di una forma di vita mortale è indissolubilmente legata alla sua eventuale decadenza fisica. Tuttavia, dove non esistono regole e la vita è priva di un sistema di autoregolazione, alcuni macro-organismi hanno sviluppato capacità di adattamento che esulano dal banale concetto di “sopravvivenza”.
    Nella sua forma originaria possedeva un corpo enorme, una fonte inesauribile di sangue rosso screziato di argento che si pensava potesse curare ogni malattia. Gli sciocchi lo idolatravano, credendo di aver trovato la panacea in grado di guarire il loro mondo, ma la realtà era ben diversa: intere civiltà caddero vittima delle tremende mutazioni indotte dal Sangue Antico, che trasformava gli esseri viventi in belve deformi.
    Nella sua forma sigillata, il suo sangue ha perso totalmente le proprietà mutagene, ma l’esemplare possiede capacità simbiotiche fenomenali, che permettono una connessione cosmica molto salda con un corpo ospite, facilitata dalle dimensioni molto ridotte in cui viene solitamente richiamata. I vantaggi per questo ospite sono molto concreti: tramite la simbiosi, la creatura rigenera il tessuti danneggiati e restituisce integrità strutturale laddove sia venuta meno.
    Nello specifico, questo processo non avviene in autonomia, né passivamente, ma va attivato coscientemente. Non si tratta di una biostimolazione o di una naturale guarigione accelerata, quanto piuttosto di un di rifiuto del danno, che ricostruisce le cellule da zero sulla base del DNA ospite, differenziandole con una perfetta efficienza, senza incorrere in errori di codifica tipici della rapida proliferazione cellulare. L’ordine di ripristino dei tessuti è puramente funzionale e prioritizza il recupero delle funzioni biologiche più urgenti, riuscendo in sostanza a curare qualunque tipo di danno fisico non immediatamente letale. [Guarigione (fisica)]

    IV - [ δάκρυον ] Dákryon
    A prima vista pare una sorta di ammasso di sferoidi dai colori cangianti e inafferrabili, connessi tra di loro da sottili filamenti che creano strani disegni in continuo mutamento. Più a lungo li si osserva, più le linee e le simmetrie si complicano e aggrovigliano, rendendone la mappatura impossibile già nelle dimensioni ridotte in cui viene evocato. Vederlo nel suo aspetto non vincolato basterebbe ad annichilire la salute mentale di qualunque stolto, anche solo per il banale sforzo di comprenderne le dimensioni.
    I popoli a lui fedeli sostenevano che le sfere fossero in realtà occhi o corpi distinti, mondi interi o addirittura galassie o universi. Per loro il dio-mostro nient’altro è che una rappresentazione fisica o un’estensione del creato nella sua completezza e di ciò che lo regola (o non lo regola).
    E dorme, ammesso che il suo corpo e la sua mente siano in grado di compiere azioni simili al "dormire".
    La creatura è concepibile come una sorta di orizzonte degli eventi in grado di disperdere e divorare l'energia cosmica della vittima tramite la propria emanazione, lasciandola progressivamente priva di forze e sempre più incapace di controllare il proprio cosmo. [Privazione Energia Cosmica]

    V - [ ὀργασμός ] Orgasmós
    È inutile perdersi in descrizioni. Alcune forme di vita del Chaos appartengono a sistemi di esistenza lontani dal concetto di individualità e divisione. Ogni essere esiste per sé stesso e la loro unione è totalmente priva di armonia.
    Evocare questa massa caotica, che risiede nei mondi tangenti del nostro Multiverso e dell'Altro, significa portare sul campo di battaglia una cascata di morte, una marea di deformità oscene priva di coerenza e reale coesione, un'immensità aspecifica di morte capace di invadere ogni piano di esistenza. Non traspare nessuna emozione dalla presenza del marasma che è Orgasmós, se non una sorta di deviato e perverso culmine di appagamento raggiunto tramite la violenza, il desiderio e il possesso. [Moltitudine]
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    Risposte, Lawrence? La verità, Alchimista?

    La risposta è la domanda, e il tuo viaggio lungo questa spirale è stata la risposta stessa alle domande che hai raccolto. C’è così tanto che ancora non sai e quelle che sono per te risposte altro non sono che frammenti di una storia più grande, molto più grande di te. Eppure, come qualsiasi ricerca, anche da ciò che ancora non conosci sei riuscito a ricavare informazioni importanti, così come hai fatto passi in avanti ottenendo nuova conoscenza e potere, paradigma intrinseco del corpo a cui appartieni, del nero che vesti.

    La stessa struttura, come carne che brucia su una pira, comincia a disfarsi senza sosta e il cambiamento, seppur repentino, è quasi naturale, come la sabbia cancellata dalle onde del mare. La terra non è tuttavia priva di tremori e da Epokhe, nella sua forma embrionale – oltre ad una smisurata stanchezza – percepisci quasi del terrore, la stessa sensazione percepita dalle tue creature. Loro che sono pregne della materia stessa del Sottosopra, loro che sono guidate da tale potere, possono chiaramente sentire la rabbia di qualcosa di lontano, qualcosa che ha creato un tale assalto nella dimensione solo per poter distrarre qualsiasi attenzione da ciò che stava covando per tanto tempo, da ciò che stava nutrendo con così tanta energia.

    Alla vibrazione della terra stessa, forse dell’intero spazio, segue una profonda scarica psionica che fa indietreggiare le tue creature, quasi piegandole, così come amplifica la confusione e la rabbia dentro di te, al pari delle emanazioni del chaos che ti sono accanto. D’altronde, anche tu per questo viaggio sei riuscito a comprendere loro, perché non dovresti esserne ugualmente afflitto?

    Tutto diventa più intenso nel momento in cui tale energia caotica si manifesta, per un singolo istante, nella tua mente. Qualcosa di orribile, di sbagliato, che la natura avrebbe dovuto terminare tanto tempo fa e che, nelle non regole del Sottosopra, ancora affonda le sue unghie nel cuore, nell’essenza stessa di questa dimensione. Per un attimo lo vedi, immenso, potente come poche entità in quel luogo che andrebbe soltanto dimenticato.



    ER58mqn



    La follia, Lawrence, è subdola. Per quanto molti asseriscano che in sua presenza tutto cominci ad esplodere, sensazioni, rumori, pensieri; la vera follia è quella che goccia dopo goccia si insinua nella tua mente, cominciando a percorrerne le pieghe e rendendola pregna della stessa energia che permea in quel luogo. Il respiro diventa progressivamente più pesante, i pensieri più scoordinati e cose che prima si tendevano ad ignorare, pur piccole, semplici, cominciano ad ossessionarti sempre di più. Questo è il chaos, Lawrence, e tu ne hai toccato solo una minima parte, ma è goccia dopo goccia che la follia ti pervade, no?

    Anche dopo un tale impulso mentale, anche quando il tuo cervello graffia contro il tuo cranio al cospetto della percezione di una tale entità. Non puoi trattenerti dal conoscere, dall’investigare e ricercare, ma alcune cose, come detto, non dovrebbero essere scoperte o riportate in vita. Pagane le conseguenze, Alchimista, mentre per un attimo pura follia pervade la tua mente; questo marchio resterà con te finché indosserai questa armatura, finché attingerai potere da questo luogo, come qualcun altro fa. Il violento tremare della dimensione vi scaglia via, mutando quel luogo e probabilmente quella dimensione in modo tale da renderla impossibile da raggiungere, non che sia rimasto poi molto da investigare qui.

    Le faglie dimensionali si aprono con violenza e vieni scagliato di nuovo all’interno della tua dimensione di provenienza, ma gli artigli grattano e le mani coprono i bordi della tua vista. All’interno della terra dove sei stato rispedito, sei accompagnato da un picco di energia caotica senza precedenti. Ti rimetti in piedi tra confusione e rabbia, tra follia e necessità di controllarti.











    Non puoi saperlo ma qualcosa ha percepito quel picco di energia, la tua chiara presenza in quel punto ha decretato l’inizio della caccia e qualcosa di meccanico schiocca con violenza nel prepararsi e arrivare lì mentre ancora la follia pervade la tua mente.

    [ PREY SPOTTED ]






    _____________________



    Angolo Master

    Qui abbiam finito, fai pure il post finale, io porto in giudizio.
    La ringraziamo per aver volato con noi.
     
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    epilogue

    Ah, quanta fame. Il bisogno pulsante che pervade un essere vivente spingendolo a divorare ogni cosa. Quanta fame aveva Lawrence di divorare, di conoscere tutto, di contenere tutto il potere e la sapienza che si nascondeva in quel luogo.
    Rivide tutto con una chiarezza perfetta, mentre la dimensione sprofondava su sé stessa, un sentiero luminoso tracciato nelle tenebre più intricate. Voleva afferrare tutto, trattenere almeno un frammento, studiarlo, conoscerlo. Afferrò solo quel filo, una traccia che lasciava spazio a troppe interpretazioni.
    Il suo corpo era teso. Il fiato corto, le membra pesanti. Era sopravvissuto ancora. Non bastava, come ricompensa? L'energia che pervadeva il piano, portandolo al collasso, vibrò anche attraverso la sua. Il suo cosmo fu invaso, di nuovo. La sua mente fu scossa, di nuovo. Era tutto in pericolo, la paura rischiava di soffocarlo, il sottile confine tra esistenza e non-esistenza non era nemmeno più visibile.
    Perché così tanta paura? Perché tanto soffocante? Perché erano con lui.
    Avevano paura, e la sua naturale percezione del pericolo era amplificata dal timore delle sue creature, che forse più di lui conoscevano il potere che stava scuotendo le fondamenta del mondo.
    Caddero in una voragine ampia quanto un intero ammasso galattico, una caduta che nulla aveva a che fare con gravità, con sopra o con sotto. Per un lunghissimo istante contemplò la pace del niente, un vuoto di sensazioni che diede tregua alla sua mente, così affaticata. Un istante, appunto, e nulla di più.

    La rabbia più atavica che avesse mai sperimentato in un solo pensiero, un'ondata di congetture ingarbugliate, un groviglio di intenti indecifrabili. Gli mancava l'aria. Mancava spazio e tempo. Mancava qualsiasi punto di riferimento. Non c'era progressione in quella follia, era sia uno stillicidio sia una condanna istantanea. Un boato che si insinua lentamente attraverso i timpani, un fischio acuto che aumenta oltre il limite dell'inudibile senza cessare il suo tormento. L'istinto umano fu quello di scappare. Il cuore palpitava con un ritmo insopportabile, non aveva più fiato. Ogni muscolo bruciava, così come i polmoni in cerca di ossigeno... ma la sua psiche continuava a funzionare. Non c'era oblio in quel panico. Non poteva semplicemente spegnersi e cessare ogni funzione fisica.
    Non poteva scappare.

    La visione si dischiuse a lui come una rivelazione misterica, l'estasi del santo che scorgeva l'immensità del potere di dio.
    Ma non era un dio. Era una cosa dimenticata, un essere abbandonato, sfortunato, privo di destino e di disegno. Era orrore ed era tormento. Un insieme di bestemmie all'ordine della creazione, a tutti gli effetti un errore tanto per il Sottosopra quanto per il Multiverso. Lawrence si sentì solo, malgrado le voci delle creature che urlavano nella sua testa, implorandolo di chiudere gli occhi, di separarsi, di interrompere quel contatto.
    E lui, lui poteva quasi sfiorare ciò che non aveva nemmeno compreso durante il suo primo viaggio, quando quella stessa cosa l'aveva ridotto in uno stato miserabile. Eppure, il contatto non lo fece sprofondare nel caos delle sue stesse percezioni. Non dimenticò la sua lingua, il modo ordinato di pensare. Non si spezzò. Non del tutto. Si piegò sotto quella forza, si piegò tanto da riuscire a trovare un senso, sepolto sotto gli eoni e i disastri che avevano condotto un'entità superna e un uomo, in quel momento senza reale collocazione, a scontrarsi.

    Il corpo sconvolto dai brividi si contrasse. Era vero. Concreto. Immenso.

    E forse fu proprio la follia a generare quel pensiero, quella reazione. Non uno spettro, un'ombra che tira fili invisibili. Non un'idea, un concetto, un incubo o proprio la follia che si rivolta all'infinito fino a esaltare e nutrirsi di sé stessa.
    No. Un essere. Misurabile. Finito.
    La rabbia di quell'essere aveva atterrito le creature. La rabbia provocata dalla sua intromissione in qualche strano piano, qualcosa che forse era iniziato tanto tempo prima, nei perduti nuclei di Orium ai margini dei settori più caotici che era riuscito a mappare. Poteva trattarsi della stessa cosa che aveva imprigionato le anime dei vecchi Alchimisti e ordito piani contro il dominio di un nuovo Black Gemini, per quanto ne sapeva.
    La rabbia veniva dal fallimento. Era fallibile.
    E si stava contorcendo come un bambino capriccioso.

    Nel crogiolo di emozioni, il cosmo di Lawrence, di Darth Hybris, si innalzò furente.
    Aveva sempre affrontato la morte con una certa spavalderia. Con arroganza, perfino. Non fu da meno, di fronte al più grande orrore su cui avesse mai posato gli occhi. Non rise; fu la sua anima a farlo, finalmente libera da ogni fardello, avendo finalmente sublimato quella stilla di terrore che lo teneva ancorato a terra. Più i suoi processi cerebrali si agitavano, più il suo cervello veniva invaso dalla melma nera e più il cosmo urlava nel nulla. Era doloroso come poche altre cose lo erano state prima di quel giorno. E il dolore diventava potere. La sofferenza diventava potere. L'euforia della visione, il semplice fatto di poter scorgere un frammento della natura del nemico, diventava potere.


    IO TI VEDO



    Un lampo. Un caleidoscopio di colori, ed era sull'Isola, rigettato dalla rottura di piani su piani e la sparizione di quel luogo di meraviglie effimere, eppure incise a fuoco tra i mondi.
    Respirava appena. Permise all'ossigeno, all'aria pulita e fredda - in contrasto con quella tiepida, quasi liquida - di aggredirgli i polmoni. Migliaia di lame trapassarono gli alveoli. Trattenne a forza il respiro, si costrinse a sentire. Erano lì. Le aveva sempre percepite, le forze ai margini della coscienza. Le aveva schermate. Le aveva tenute lontane. Ora, tutte le protezioni erano infrante. Non c'era più niente tra la sua coscienza e gli artigli che volevano dilaniarla o i sussurri che desideravano tanto plagiarlo.

    -


    E li ascoltò, quei sussurri.
    Erano tanti, tante voci differenti, tutte sibilanti e nessuna davvero amica. Erano troppe, incastrate nel macroscopico e nel microscopico. C'era una voce che gocciolava dagli ingranaggi dei suoi pensieri tattici, una che colava come olio dai progetti che tentava di portare avanti su quello scoglio dimenticato dalla storia. Una voce rintoccava i secondi. Era passato moltissimo tempo, secondo la voce. Anni, addirittura. Ma le voci mentivano. Erano fantasmi di cose spiacevoli, ricordi di eventi futuri. Quante cose sapevano, quante utili parole piovevano sulla sua mente ormai indifesa.
    Quanto ci volle per guarire? Minuti. Forse ore. Quanto, per riparare l'armatura?
    Lui lasciò che avvenisse. Non poteva trattenersi. Non voleva. Aveva sentito qualcosa, granelli di polvere caduti da chissà quale tesseratto, tracce che poteva seguire. Loro lo sapevano, e parlavano più forte. Sapevano che quella fosse la giusta esca, che il loro silenzio sarebbe arrivato un respiro più tardi, o forse mai, se il mostro del mare avesse distrutto l'Alchimista. Quelle cose sapevano. Erano ovunque e ogni cosa. Si contraevano insieme al cuore dei mondi.

    ...

    Le sue mani si chiusero. Era arrivato. Non sapeva dove, ma non importava.
    Era lì e non avrebbe voluto essere in nessun altro luogo.
    Lui era lì, il suo odio lo accecava.

    Erano lì, coloro che combattevano il mostro chiamato "destino".

    xawAsZy




    narrato - parlato - pensato - °telepatia°
    status fisico » Ustioni ovunque, grave avvelenamento da radiazioni, gamba rotta, diversi traumi gravi e ferite aperte a malapena tamponate
    status mentale » AAAAAA
    status cloth » Danni sparsi da taglio e impatto su tutta la superficie

    riassunto azioni » RECONNECT

    Grazie di cuore :fiore:
    lawrence s. conley | energia viola | black gemini {vii}
    abilità »

    Necronomicon - la Chiave
    Esiste un disegno alla base di ogni cosa. L'Alchimista Supremo dei Gemelli ha compreso come incidere la propria volontà nei meccanismi di regolazione del Macro Cosmo tramite una complessa quanto meravigliosa Geometria.
    Tale Geometria è una forma d'arte che richiede una perfetta comprensione della Realtà e racchiude la capacità di alterarla nei modi più vari.
    I sigilli che governano questo potere possono essere disegnati in due o tre dimensioni, estendersi per tutta l'area d'influenza del sigillatore oppure in un singolo punto a seconda delle necessità. Possono addirittura assumere la foggia di grezze armi in grado di provocare danni da impatto, per quanto non raggiungano l'efficacia di costrutti solidi a causa della mancanza di massa.
    La pienezza del Sesto Senso consente di spostare i sigilli a proprio piacimento, controllandone direttamente la posizione anche dopo averli lanciati.
    Anche il più semplice dei sigilli possiede la facoltà di assorbire e immagazzinare nella sua struttura una certa quantità di Cosmo:
    per scioglierli o spezzarli con la forza è necessario un notevole dispendio energetico, rendendoli comparabile in resistenza a un costrutto con Durezza Straordinaria.
    La Geometria nella sua concezione basilare può agire sullo stesso utilizzatore o sui suoi alleati per facilitare lo scorrere del cosmo riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    In modo simile, ma opposto, se applicata al nemico essa può rendere più difficoltoso bruciare il cosmo e ostacolare i movimenti. Un individuo sprovvisto di cosmo potrebbe essere addirittura condotto a una stasi perpetua.
    Non è necessaria la concentrazione né la coscienza del sigillatore affinché la Geometria abbia effetto, permettendo ai diversi effetti di accumularsi. Si può scegliere di creare una particolare configurazione di sigilli e concretizzarli sul terreno di scontro senza però attivarli immediatamente, creando interessanti combinazioni a livello tattico.
    Inoltre essi sono potenzialmente eterni se indisturbati e possono permanere anche oltre la morte del loro creatore, qualora le condizioni lo permettano. [Sigilli]

    Necronomicon - la Porta
    Il libro nero racchiude infinite nozioni a proposito delle creature che popolano il Multiverso fallimentare. Alcune di esse hanno vissuto nascoste da qualunque altro sguardo per eoni, altre erano temute e venerate come divinità da interi sistemi planetari. Occupando una dimensione normalmente preclusa all'uomo, i Grandi Esseri possono essere conosciuti e concepiti solo in parte. Ne esistono però alcune rare raffigurazioni, immagini e idee nate nella mente di soggetti particolarmente sensibili in momenti e luoghi in cui il Velo si è assottigliato. Scarabocchi dai tratti infantili, colori sbagliati e nulla più. Non è facile rappresentare qualcosa di così indefinito.
    Il primo Black Gemini non ha perso troppo tempo descrivendo questi esseri, preferendo concentrarsi sulle caratteristiche peculiari, uniche e soprattutto utili. Egli non si è limitato a studiarli, bensì ha deciso di spingersi ancora oltre, trovando il modo di soggiogarne la volontà e limitarne il potere, per potersene servire a suo piacimento.
    Attraverso lo studio del Necronomicon vengono rivelati i segreti utili a richiamare in combattimento una forma fisica opportunamente vincolata di questi esseri, ben lontana dalla grandiosità del loro potere originale, ma estremamente più stabile e controllabile, nonché relativamente meno nociva per l’integrità dimensionale: particolari sigilli che prendono il nome del loro creatore.

    Tramite i Sigilli di Neshaals, la volontà degli Orrori Cosmici viene assoggettata dall'Alchimista, che può quindi evocarli e dirigerne i movimenti alla perfezione col semplice pensiero e minime fluttuazioni cosmiche. [Evocazioni]
    Questi sigilli blasfemi fungono da ancora, assottigliando il Velo e permettendo all'energia del Chaos di scorrere molto più facilmente.
    Distruggere i sigilli non ha alcun effetto sulla presenza degli Orrori. Se invece permangono attivi sul campo di gioco, le creature legate a essi potranno essere riportate sul terreno di scontro molto più facilmente in caso di distruzione, come se nell'atto di evocarle l'Alchimista possedesse Cosmo Straordinario.
    Inoltre, se il padrone del Necronomicon decidesse di rinunciare a tale vantaggio strategico, potrebbe spezzare volontariamente il Sigillo di Neshaals per liberare un'immensa quantità di energia, per poi incanalarla in una sua tecnica che agisca sulle dimensioni o sulla mente come se lanciata a livello Straordinario.
    Tale vantaggio rischia però di essere incredibilmente dannoso sia per l'Alchimista, sia per la Realtà stessa. Una concentrazione tale di potere caotico rischierebbe di infrangere quella sezione di Multiverso ed è quindi troppo pericoloso scatenarla per più di una volta.

    Incubi Lucidi
    Colui che riuscisse a far propri i segreti del Necronomicon, sarebbe in grado di ampliare il potere della propria mente, divenendo in grado di utilizzarla come un’arma vera e propria. Tale capacità consente di proiettare immagini, idee, stimoli e sensazioni direttamente nel cervello di un soggetto, modificando in modo realistico la sua percezione della realtà.
    Non si tratta di rendere una mosca simile a un dragone o una palude a un campo di fiori. No. Al contrario, è la possibilità di ingannare il pensiero del nemico rendendo assolutamente reali -all'interno della sua mente- le più svariate e terribili minacce.
    Il sistema nervoso è sottoposto a uno stress tale da subire profondi fenomeni di shock, che possono esitare in veri e propri danni neurologici.
    Il progressivo accumularsi dei danni mentali va oltre al semplice dolore: per la vittima diventerà sempre più difficile gestire gli stimoli sensoriali, sia a causa del sovraccarico nervoso, sia per colpa delle modifiche forzate imposte dall'Alchimista. Inizialmente insorgerà una confusione generalizzata, che potrebbe esitare in una vera e propria difficoltà a pensare in maniera logica e sensata, a creare strategie e infine ad articolare i propri movimenti con precisione.
    Se la mente del Cavaliere Nero dovesse soverchiare quella del soggetto, potrebbe condurlo alla morte cerebrale (onlyGDR). [Illusioni Mentali]

    Negazione del Quinto Postulato
    Apokalypsis è l’atto stesso di fendere i veli che sono la struttura delle dimensioni note e ignote, creando lacerazioni, aprendo portali e vie attraverso questi luoghi, collegando due punti anche lontanissimi tra loro. Per un uomo, un combattente, un tale potere concede infinite possibilità: il tessuto stesso della realtà diviene malleabile e può essere manipolato in molti modi diversi, rendendolo più o meno denso, instabile o torcendolo. Le vere e proprie aperture, i portali che vengono creati, possono assorbire certi quantitativi di potenza prima di collassare ed è possibile sfruttarle per veicolare anche la propria offesa, oppure, banalmente, per spostarsi.
    L’atto di rivelazione, mediato da un potente Cosmo, permette di piegare la struttura dimensionale in maniera più evidente, provocando spostamenti di massa, tremende deformazioni e scompensi di pressione assimilabili per potenza al concetto di "telecinesi", malgrado il controllo sia più impreciso. Muovendo sé stessi nello spazio -oppure lo spazio in relazione a sé- si possono provocare spostamenti paragonabili alla levitazione e al volo.
    Controllare le dimensioni permette inoltre di agire sull'offensiva avversaria incanalandola in un sistema di portali per poi rivolgerla verso l'origine. L'efficacia di una simile difesa dipende dalla forza dell'Alchimista: se egli è più debole del suo nemico, i portali assorbiranno una parte dell'attacco (come in una normale difesa) e ne rifletteranno solo una frazione; a pari livello l'arracco potrà essere riflesso per la maggior parte; in caso di superiorità cosmica, invece, l'attacco può essere riflesso nella sua totalità.
    Il padrone del Necronomicon può manipolare la normale natura dei confini dimensionali, trasferendo lo scontro nel suo dominio.[Dimensioni]

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