What lies beneath your skin?

Junichi x Chernobog [role]

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    addi nel portale dorato per un tempo imprecisato e la memoria dell'evento, ancora oggi, continua ad essere confusa, sfocata, più simile ad un'esperienza extrasensoriale che ad un fatto veramente accaduto. Le api vorticavano attorno al mio corpo seguendo un tracciato energetico contorto, la cui intima logica era celata nell'evidenza della sua immediata manifestazione. Conoscevo il Codice, ma non in modo così approfondito da comprendere l'interezza dell'architettura che lo aveva generato. Le ferite e l'animo scosso, inoltre, non mi permettevano di manterere le coordinate che avrei dovuto usare come guida per approdare alla Corte di Mezzanotte, così mi ritrovai in balia degli eventi e del caso.

    "Un po' alla volta il potere di Gea sta curando il mio corpo ed il mio spirito, ma sono ancora troppo debole e... "


    Mi persi nella bellezza dei flussi d'energia, cogliendo frammenti di quel mondo che costituiva il sostrato della realtà, dalle Terre Soffici a quelle Fisse che scorrevano ai margini della mia coscienza come singole scene separate di un lungometraggio montato in diverse epoche storiche. Avrei dovuto essere disorientato, infastidito da quel groviglio di immagini caotiche, ma ne trassi invece uno strano giovamento. In un punto indefinito della Via Dorata, le Api persero la propria struttura tornando ad integrarsi nel sistema G.E.A. ed io varcai un portale aperto da più di cento mani, ammassate le une alle altre, squarciate da puntali di ossidiana e protese alla ricerca spasmodica di qualcosa di cui ignoravo l'esistenza.

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    Il loro tocco era viscido, glaciale, in alcune etereo; il semplice contatto ricordava la morte in tutte le sue declinazioni e, probabilmente, nascondeva anche altre sorprese riservate a coloro che non fossero stati riconosciuti come Eletti o Araldi della Madre. In quella distesa informe di arti non c'erano volti, occhi o bocche eppure il loro desiderio e la loro brama erano talmente forti da insinuarsi sotto la mia Darian alla ricerca di calore, conforto o la semplice presenza della scintilla vitale. I miei occhi persero la loro naturale brillantezza e si eclissarono per lasciare spazio allo sguardo vuoto e privo d'espressione di chi ha perso ogni cosa. La triste sensazione dell'antico abbandono di Amaterasu fece affogare il mio cuore nel baratro della solitudine.

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    Lo aveva fatto, riflettendoci a mente lucida. Aveva usato la caverna celeste per riempirla del suo odio, della sua frustrazione, della voglia sfrenata di uccidere e distruggere ogni cosa senza un perché, senza una ragione. Ci aveva usati come se fossimo un semplice oggetto da tirare fuori al bisogno, vomitarci dentro tutta la bile ed il disprezzo che aveva in corpo e poi accantonarci dopo essersi pulita la bocca col dorso della mano. Questo eravamo per lei, una fossa biologica, un buco nel terreno da otturare con le scorie indigeste di un passato che si ripresentava ciclicamente cercando di condurla alla follia. Questa sarebbe stata la considerazione che mi avrebbe riservato. Malfermo ed esausto guadagnai l'esterno della Via Dorata e, istintivamente, iniziai a secernere da ogni poro della pelle fiotti di tenebra liquida che, in pochi secondi, mi rivestirono completamente lasciando soltanto due sottili fessure orizzontali lì dove sarebbero dovuti esserci gli occhi.

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    Quella membrana sottile, scura e asettica ebbe il potere di farmi sentire nuovamente bene, protetto e isolato dagli orrori del mondo e, mio malgrado, dovetti ammettere che era una sensazione straordinaria. In quella zona di Agartha, dove il sole era pallido ed un freddo intenso ed imperituro spazzava la terra e flagellava le creature che vi dimoravano, qualora ve ne fossero state, mi trovai a mio agio. I corpi impalati e lasciati a marcire sulle picche di ossidiana scrutavano l'orizzonte e nascondevano una saggezza diversa da quella decantata dai poeti e dai bardi. Arrancai stillando sangue e mi avvicinai ad uno di quei muti testimoni del decadimento che era già vita, in quanto suo promotore nel ciclo perfetto di nascita e morte. Cosa sarebbe stato del mondo senza l'Araldo della Fine? Respiravo a fatica ed il mio spirito non poteva far altro che aggrapparsi alla speranza di trovare un rifugio, una grotta fredda e profonda in cui la luce del sole non sarebbe mai potuta giungere a portare le sue false promesse d'amore e redenzione.
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    narrato parlato "pensato" °telepatia°

    NOME Junichi
    ENERGIA Rossa
    CASTA Eletti di Gea
    DARIAN Ama no Iwato [IV]
    FISICO Condizioni fisiche e spirituali critiche.
    MENTE Spacing Out.
    STATUS DARIAN Perfetto

    RIASSUNTO AZIONI Arrivo poco dopo lo scontro con il simpatico Daimon presso il santuario di Ama no Iwato attraverso un portale che, per motivi di salute fisica e spirituale ridotte ai mini termini, non sono riuscito a percorrere come si conviene :zizi: Mi ritrovo appena fuori dal portale che mi sono permesso di descrivere (spero di non aver fatto uno scempio :sgrunt: ) e la mia parte oscura, depressa, shut in ed anche un po' emo prende il sopravvento :riot: Mi rivesto con una patina di oscurità liquida come nell'immagine ed inizio ad arrancare tra i cadaveri senza toccarli, per non disturbare il loro sonno eterno. Buon game :fiore:

    ABILITÀ
    Il Ricordo dei suoi Occhi - Elemento Luce
    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.

    ❖ Quel che possiamo fare ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.


    Il Dolore del suo Abbandono - Elemento Oscurità
    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.

    ❖ Quel che possiamo fare ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.




    TECNICHE

     
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    Eletti di Gea
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Il ritorno dalle Americhe fu strano, riprendere in mano il proprio potere fu ancora peggio. Il tocco di Nerthus si era insinuato nell'Araldo prepotentemente, risvegliandone gli antichi poteri e le memorie di tutto ciò che era stato Chernobog sin dalla sua creazione. Perderlo - seppur temporaneamente, ne era certo - lo aveva lasciato svuotato.

    Così come lo era stato dopo aver presenziato ai funerali dei caduti dell'ultima battaglia. Le luci avevano solcato il cielo in una tempesta di stelle, e tutti sapevano che erano le anime che ritornavano ad Agartha. Al centro del Bosco Sacro e nella dimensione spirituale di pace che meritavano, sia Chernobog che Amaterasu disponevano del controllo sui quei mondi ma solo l'Araldo della Fine era in grado di tenerle con sè. Chi non era in grado di rinunciare ai propri cari, visitava il Tempio Nero per poter rivederli un'ultima volta ma, nonostante molti dicessero di voler tornare in visita, nessuno ci riprovava. Gli spiriti erano freddi, ubbidivano alla parola del Nero ma non erano gli stessi che erano in vita. Chi sceglieva le Armate del Nero, rinunciava a tutto pur di servire la Madre.

    Crudele. Duro. Onorevole.

    Sire, c'è un nuovo eletto al Tempio Nero.

    La voce di Uno si insinuò per tutta la stanza, il planisfero di ossidiana si era illuminato debolmente indicando effettivamente un nuovo risveglio di un figlio di G.E.A ma non ci aveva fatto molto caso, dopo l'ultima battaglia contro quel Caduto molte erano state le luci a spegnersi da quello strumento.

    E a quale corte appartiene?

    Un commento svogliato, quasi privo di attenzione, immersa com'era nella lettura e stesura di alcuni rapporti. I certificati di morte si alternavano pigramente ai recap dei generali della Corte d'Ossa. Alcune malattie erano tornate sotto il suo stendardo e, piegandosi al suo volere e alla sua ira, avevano accettato di servirla come era naturale fare ma ciò richiedeva una stesura puntuale di tutto ciò che succedeva fino ai confini del mondo conosciuto. La morte non si fermava mai.

    Non lo sappiamo ma sta per toccare i cadaveri esposti. Ed è ricoperto di oscurità.

    L'Araldo alzò lo sguardo dalle tavolette cristallizate e fissò il suo secondo. Con un cenno lo invitò a fare il suo dovere, sospirò non appena Uno fu fuori dal Tempio. Non vedeva volti nuovi da anni forse, quelli che sembravano promettenti non erano però in grado di resistere alla connessione con il proprio spirito e perivano in battaglia subito dopo. Quanto meno avevano il buon gusto di sacrificarsi portando con loro abbastanza nemici da non rendere vana la loro breve incarnazione.

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    Hai finito di deprimerti nel mio ingresso?

    Chernobog si rivolse direttamente allo sconosciuto, ancora avvolto nelle sue tenebre molli, sembrava non essersi nemmeno accorto che fosse stato scortato all'interno della Corte Nera. Lo scrutò dall'alto in basso, lasciando fluire il suo potere e lambendo di rimando quello che emanava l'altro ma non captò nulla se non un senso di fastidioso abbandono. Approfondì maggiormente, risalendo ai ricordi recenti e le sensazioni più radicate e trovò cosa cercava. Frustrazione e abbandono, un combattimento sfrenato per un piccolo eletto ma non si curò minimamente di andare ancor più in profondità. Avrebbe chiesto direttamente senza rovinarsi la sorpresa, contrariamente non avrebbe avuto granché da distrarsi. Inoltre non percepiva una grande ondata cosmica provenire dallo sconosciuto e non si curò nemmeno di chiedergli scusa quando ritirò i suoi artigli mentali.

    Chi è la causa del tuo male, piccolo eletto?

    Inspirò ed espirò il fumo della sigaretta che teneva tra le dita pallide. Una pausa le serviva, una distrazione quanto meno era arrivata direttamente alla sua porta.


    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ ti portano dentro e cherno senza curarsi minimanete si fa i cazzi tuoi con gli esp. Risale ai ricordi dell'ultimo giorno e della tua frustrazione ma non indaga oltre perché si annoia e vuole sentire da te cosa succ


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    l tempo scorreva in maniera diversa in quel luogo, dove il presente ed il futuro si univano nell’attimo che tutti conoscono come il costante incedere delle cose; la percezione che se ne aveva, almeno, era questa. Li c'era la vera fine, il decadimento che nutre la vita per poi riportarla nei binari del ciclo mutevole e sempre uguale della natura. L’oscurità che avevo nel cuore risuonava con il Paradigma del dominio del Nero al punto da plagiare pensieri, percezioni ed aspettative su quello che avrebbe dovuto essere il mio ruolo nel grande disegno di Gea. Mi scostai dal cadavere impalato e rivolsi lo sguardo su un piccolo sentiero che sembrava inoltrarsi nelle profondità di quell’atollo ghiacciato, difeso da costanti bufere di vento e neve e dalla presenza pervasiva di un assoluto senso di vuoto. Iniziai a sentire freddo, dalle piante dei piedi fino all’addome, alla gola, alla testa. Le ferite congelavano ad una velocità impressionante ed ogni respiro portava via un po’ di calore, ricordandomi che la priorità era cercare un riparo ed un modo per mettermi in contatto con l’Araldo della Fine. Un passo dopo l’altro seguii l’unica strada apparsa fino a quel momento, sperando che mi conducesse al Tempio Nero nel minor tempo possibile. Continuai a camminare anche se la forza delle intemperie aumentava progressivamente, rendendo ostici anche i più semplici movimenti e dandomi l’impressione di non essere il benvenuto.

    “Se mai dovessi incontrare Chernobog, mi scuserò per essermi presentato nel suo dominio senza il minimo preavviso. Siamo figli della stessa madre, è vero, ma non devo dimenticare qual è il mio posto e qual è il suo”

    Tra le raffiche di vento e neve si delineò una figura, dapprima lontana ed indistinta, poi sempre più vicina e nitida. La voce della tempesta e la violenza della sua furia s’acquietarono un poco. Un uomo alto, dal corpo tonico e lo sguardo penetrante mi attendeva fermo, sul ciglio del sentiero, completamente indifferente a tutto quello che accadeva nelle sue immediate vicinanze. Istintivamente seppi di doverlo seguire, anche se il suo scopo non mi era chiaro, perché era la sua stessa presenza ad indicare una volontà precisa, un dovere al quale non ci si poteva sottrarre. Chinai leggermente il capo in segno d’intesa e mi affiancai a lui, cercando di mantenere il passo e di sopportare il dolore fisico che andava acuendosi di minuto in minuto finché, superate numerose linee di contrafforti e fortificazioni di ghiaccio scuro, raggiungemmo la Corte Nera. Quanto era durato il nostro peregrinare? Avevo superato i cancelli di ossidiana e mi trovavo al cospetto del signore di quella roccaforte dell’esistenza che, tra tutte, era la più odiata e la più temuta per il suo rapporto unico con i morti. Fu proprio in quel momento che l'essenza di Chernobog sfiorò la mia e la osservò. Guardò il combattimento con Jinmu, la rovina di Takachicho, il risveglio della caverna celeste e la comparsa di una nuova striscia di informazioni nel Codice; assaporò la tristezza, la rabbia, la frustrazione ed il senso di abbandono che mi avevano guidato al suo cospetto, poi mi rivolse un'unica domanda, diretta e concisa. Dopo alcuni istanti di esitazione trovai la forza di rispondere, non prima di aver eseguito il dogeza, come mi ero ripromesso. Le tenebre che mi avevano avvolto fino a quel momento si sfaldarono fino a disperdersi nell'aria.

    «Vi chiedo perdono, sire, se sono entrato nel vostro dominio senza permesso. Sono sveglio da poco, i miei ricordi sono vaghi e frammentari e sono fortunato ad essere ancora in vita dopo aver combattuto contro un Daimon che stava cercando di corrompere la caverna celeste. Vorrei poter dire che la causa del mio male sia Amaterasu, perché grazie a lei ho visto un futuro che non ritenevo possibile, ma ho anche sperimentato l'impossibilità di raggiungerlo, di afferrarlo e farlo mio. La verità è che, come molti altri, sono io ad essere la causa del mio male. Sono io a rappresentare la prima delle mie debolezze»

    Un colpo di tosse mi squassò il petto e, nonostante avessi portato la mano alla bocca, non riuscii a trattenere un fiotto di sangue che macchiò lo splendido pavimento di ossidiana. Le mie condizioni peggioravano rapidamente ed ero certo che non avrei resistito a lungo. Rivolsi di nuovo lo sguardo sulla figura pallida del Dio Nero, le dita sottili che reggevano con eleganza una sigaretta dal tabacco scuro, ambrato. Il fumo si alzava fino al soffitto in piccole volute dense dall'odore forte ed aspro.

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    «So che non ho alcun diritto di chiedervelo, ma vi prego di aiutarmi. La morte non mi spaventa ma ho dato troppo poco alla Madre per tornare nelle spire dell'eterno ciclo naturale. Il luogo che mi è stato assegnato ha bisogno, ora più che mai, di protezione, per quanto infima possa essere»

    Sperai davvero che potesse aiutarmi a guarire, perché ogni attimo era cruciale per Ama no Iwato e, qualora altri daimon avessero cercato di distruggerla o reclamarla, a me sarebbe spettato il compito di schiacciarli fino a ridurli in polvere, oppure morire nel tentativo.

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    narrato parlato "pensato" °telepatia°

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    ENERGIA Rossa
    CASTA Eletti di Gea
    DARIAN Ama no Iwato [IV]
    FISICO Condizioni fisiche critiche; condizioni spirituali critiche.
    MENTE forze mentali allo 0.000001%.
    STATUS DARIAN ///

    RIASSUNTO AZIONI Mi puoi dare una manina piccolina? :arross: Non ho interagito con Uno volontariamente perché, non essendo un mio png, avevo paura di snaturarlo :zizi:

    ABILITÀ
    Il Ricordo dei suoi Occhi - Elemento Luce
    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.

    ❖ Quel che possiamo fare ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.


    Il Dolore del suo Abbandono - Elemento Oscurità
    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.

    ❖ Quel che possiamo fare ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.




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    Un colpo di tosse sconquassò il petto del piccolo eletto, le parole che pronunciò furono doloranti ma Chernobog non si mossè di un millimetro. Le sopracciglie perfette rimasero al loro posto, incuranti della vita che scorreva via lentamente da quell'incarnazione. Gli anni che aveva passato immersa nel mondo di G.E.A, nel tocco della Madre, l'avevano indurita e non era in grado - se non sotto propria volontà o interesse - di ascoltare qualcuno che non reputava abbastanza interessante per i propri scopi o quelli della causa.

    Era stata, per certi versi, manchevole coi suoi sudditi e ciò aveva portato le Malattie a ribellarsi. Non si dava ovviamente tutta la colpa poiché la sua potenza cosmica camminava di pari passo col risveglio e la connessione più profonda che aveva con l'Araldo della Fine. Continuò a fumare lentamente fino a quando Uno si posiziò alla sua destra e si chinò per sussurrargli in breve ciò che chiedeva il nuovo: un aiuto, una base temporanea per non venir risucchiato via dal Lifestream.

    Alzati Eletto, per adesso vivrai.

    Si alzò lentamente dal suo trono e si avvicinò all'individuo, non sapeva il nome ma ciò non gli interessava, percepiva palesemente l'appartenenza alla corte di sua sorella e sorrise internamente sapendo ciò che sarebbe accaduto una volta che sarebbe uscito dal Tempio Nero. Avrebbe cercato Amaterasu e avrebbe avuto modo di conoscere la Corte di Mezzanotte, scalmanati come gli elementi che dominava l'Inizio e leali come la Creazione. Lo superò lasciandosi dietro una scia di fumo pungente e col dolce retrogusto alla menta.

    Verrai aiutato poiché nessuno muore se non per mia volontà all'interno della Corte d'Ossa. Ma dovrai dirmi tutto, non ricevo molti viventi con intenti, come dire, conviviali.

    Si incamminò in una direzione, non si voltò a controllare se la stesse effettivamente seguendo, confidava nel suo attaccamento alla vita. Le porte si aprirono in modo da far passare il Re Nero senza attendere e rimasero in attesa dell'eletto, Uno si affiancò ad esso e lo incitò a muoversi. Non avrebbe aspettato, il momento era da cogliere adesso o mai più.

    Attraversarono le sale più fredde e si diressero ai sotteranei, il primo livello sotto la superficie del ghiaccio e della terra dura era dedicato alle prime cure. Una piccola infermeria per i suoi sudditi dopo le agognate attenzioni che ricevevano ancora più in profondità dallo stesso Nero. Le urla erano percepibili, vibranti e doloranti, avvolte da un piacere sbagliato che risuonava nel petto di chi non era abituato a stare lì. Salivano dolci alle orecchie del Nero ma risuonavano stridule e terrificanti per gli altri, ma Chernobog era fiero di tutto ciò. Chiunque facesse parte della sua corte ormai era abituato a quello che succedeva nelle profondità gelide della terra.

    Doc. Devi rimettere in sesto questo piccolo eletto, all'istante.

    Qaundo arrivarono alla stanza preposta, Il Nero aprì la porta e rilasciò una piccola quantità di cosmo come introduzione alla sua presenza, nessun colpo alla porta. Chi non era a conoscenza della cosa avrebbe pensato fosse una prova di forza assolutamente inutile ma quando la Fine sottolineò la frase utilizzando la lingua dei segni, allora sarebbe stato chiaro per chiunque.

    Gli occhi gialli del medico si soffermarono per un secondo sull'eletto prima di tirare fuori le mani dalle tasche del camice e avvicinarsi ad esso. Le ali si stiracchiarono un po' prima di richiusersi delicatamente sulle spalle, lasciando spazio al piccolo eletto di muoversi all'interno della stanza e cominciando a visitarlo. L'Araldo non aveva mai capito quale fosse la personalità di Doc, si limitava a pronunciare qualche gemito sorda ogni tanto e stridere ma tutto ciò che poteva fare era portarlo da lui, non avrebbe sprecato il cosmo di Oisin per guarire un soldato.

    Doc vi sente ma è più rispettoso rivolgersi a lui con la lingua dei segni, se non sai usarla Uno farà al posto tuo.

    Il secondo del Nero si affiancò all'eletto e con un cenno del capo salutò il medico. Una figura rispettata e utile al Tempio, non era l'unico ovviamente ma era il preferito del Sire e ciò lo rendeva assolutamente prioritario.

    Raccontami cosa vuoi, le cure ti sono state concesse.

    La voce di Chernobog era calma ma nascondeva una vena gelida che strisciava lungo la schiena, chiunque fosse presente era abituato per certi versi a quella sensazione ma per qualcuno di esterno, sicuramente, sarebbe stato quanto meno peculare.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ eccoci ti porta da Doc e ti chiede cose. Scusa il ritardo sto riprendendo malamente a rolare.


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    WHAT LIES BENEATH YOUR SKIN?
    III

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    A
    lla fine del tunnel una piccola, misera luce, era come un faro nel buio dell'eternità. L'uomo al fianco di Chernobog gli sussurrò qualcosa all'orecchio ed il Nero si alzò dal trono, dirigendosi verso una delle tante porte della grande sala e, nel farlo, mi passò vicino, seguìto da piccole volute di fumo dolciastro.
    La sua promessa era come una sentenza, fredda ed asettica nei toni, inoppugnabile nella mera prassi. Il prezzo richiesto erano informazioni, perché il compito della Fine Ultima era essenziale ma anche ingrato, il più delle volte, e richiedeva una dedizione tale da non lascaire spazio a momenti di convivialità.

    "Cosa posso dirle in più rispetto a quello che ha già potuto vedere con il suo potere?"

    Mi alzai a fatica, mentre il suo consigliere mi incitava ad accelerare il passo, facendomi intendere che non avrei potuto godere di due grazie nello stesso giorno. Mi trascinai al loro seguito, lasciando la sala del trono e superando una serie di stanze fredde, completamente vuote e quasi ferme, cristallizzate rispetto allo scorrere inesorabile del tempo. Una serie di scalini d'ossidiana, lavorati e lucidi, si gettavano nelle viscere della terra, rivelando altre aree del palazzo le cui funzioni erano note soltanto al loro signore; urla agonizzanti e gemiti risuonavano sulle pareti tanto quanto nel mio animo, facendomi sudare freddo e riportando a galla vecchie ferite, basate su ricordi antecedenti al mio risveglio, che credevo essere ormai guarite.

    "Gli abitanti di questa corte vivono nella morte e per la morte, accettando il ciclo imposto da nostra Madre senza battere ciglio"

    Chernobog era inamovibile, nulla nella sua espressione era cambiato da quando avevo varcato la soglia del palazzo, non un cenno o un minimo segno di fastidio nell'udire l'agonia dei suoi sudditi. Tutto rientrava perfettamente nella norma, come la creatura alla quale fui introdotto. L'Araldo emise una frazione del suo cosmo, sufficiente ad atterrire chiunque non vi fosse abituato, me compreso, poi chiese a quello che doveva essere il dottore da campo della sua corte di curarmi immediatamente, ricorrendo anche al linguaggio dei segni per facilitare la comprensione da parte della creatura.

    "Forse non è in grado di parlare, ma sembra estremamente responsivo ai rumori"

    Esausto ed incapace di pormi ulteriori domande, indicai al medico i punti che mi dolevano, dove le ferite erano profonde ed avevano causato i danni maggiori. Le sue grandi ali si aprirono quel tanto che bastava a farmi entrare nella stanza, mentre le dita affusolate ed artigliate iniziavano a muoversi velocemente sulla mia pelle, suturando e disinfettando, estraendo frammenti d'ossa e curando suppurazioni ad un ritmo inconcepibile.
    Quando riuscii nuovamente a formulare pensieri di senso compiuto, rivolsi un cenno di ringraziamento ad Uno ed espressi la mia gratitudine al Nero.

    «Vi ringrazio per la vostra gentilezza e ringrazio anche voi...»

    Giunsi le mani e chinai il capo in direzione della creatura, come segno di rispetto per il suo lavoro eccellente.

    «Perdonate i miei modi scortesi, ma quando sono entrato nel vostro palazzo ho dimenticato le buone maniere, farfugliando parole confuse ed inadatte ad essere udite dalla corte. Sono Yamanazaki Junichi, eletto di Ama no Iwato, appena risvegliato da nostra Madre e posto a guardia della caverna celeste sotto le insegne di sire Oberon»

    Deglutii cercando di farmi scivolare di dosso la sensazione di gelo strisciante proveniente dall'Araldo, poi cercai di fare mente locale per fornirle le informazioni che desiderava.

    «Vi dirò tutto quello che so, anche se è poca cosa rispetto alle conoscenze che voi ed i vostri uomini avete maturato nel tempo. Il santuario di Iwato è stato preso di mira dai Daimon e dalla Corruzione e, a stento, sono riuscito a preservarlo da un'acquisizione forzata per mano di un angelo della sorte. Poco dopo lo scontro con il Daimon, mi sono lasciato cadere in uno dei portali che si aprono sulla Via Dorata e forse, a causa delle mie condizioni precarie, sono stato condotto dal Lifestream nei vostri domini»

    Seduto sul lettino dell'ambulatorio, passai lo sguardo sulle altre postazioni di soccorso, molte delle quali erano vuote ed inutilizzate, mentre altre ospitavano pazienti in preda a dolori atroci.

    «Per me Agartha è un concetto vecchio e nuovo allo stesso tempo, qualcosa di acquisito che però è sempre in divenire. Voglio mettermi in marcia il più presto possibile ed incontrare gli altri miei fratelli e gli Araldi, cercando di recuperare in fretta i ricordi perduti nei cicli infiniti della natura»

    Ero dispiaciuto per averle fornito soltanto quelle poche, striminzite informazioni, ma non ve n'erano altre degne di nota. Rimuginai sulla mia vita passata, sulla mia famiglia e la piccola cittadina di Takachiho, una volta serena e pacifica nella monotonia della sua quotidianità, ormai trasformatasi in un incubo grottesco pullulante di abominazioni.

    «Sono in debito con voi per avermi accolto e curato, anche se le notizie che vi ho dato in cambio sono ben poca cosa. Se posso esservi utile in qualche modo, non avete che da chiedere»



    u3RWw9c


    narrato parlato "pensato" °telepatia°

    NOME Junichi
    ENERGIA Rossa
    CASTA Eletti di Gea
    DARIAN Ama no Iwato [IV]
    FISICO In via di guarigione
    MENTE In ripresa.
    STATUS DARIAN ///

    RIASSUNTO AZIONI Ti dico tutto quello che so, anche se è praticamente pari a zero visto che la nostra è stata la prima role che ho aperto post add :asd: Sono contentissimo di riprendere questa giocata :fiore:

    ABILITÀ
    Il Ricordo dei suoi Occhi - Elemento Luce
    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.

    ❖ Quel che possiamo fare ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.


    Il Dolore del suo Abbandono - Elemento Oscurità
    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.

    ❖ Quel che possiamo fare ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.




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    Edited by Kalego - 14/6/2023, 11:33
     
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    Quindi sei inutile, piccolo eletto.

    Chernobog aveva spento la sigaretta con un unico sbuffo di cosmo prima di entrare nella sala medica. Doc, non aveva mai saputo pronunciare il suo nome (troppe consonanti per pronunciarlo correttamente in lingua umana), non gradiva e non si sentiva di andare contro quello che poi aveva in mano le vite dei suoi sudditi. Non ricordava il momento preciso in cui era stato reclutato l'essere, un giorno era semplicemente apparso al Tempio Nero e aveva messo al suo servizio le sue arti. Kendra lo adorava, l'unico momento in cui misurava il tono della voce - con grande sollievo di tutte le anime della corte - accadeva in compagnia del medico. Non era difficile incontrarli insieme, con lo spirito del fenicottero che gesticolava velocemente e Doc che annuiva appassionato ad ogni sua frase, una delle coppie meglio riuscite e che suscitavano una piacevole sensazione di soddisfazione nel Sire Nero.

    Si mosse attraverso la stanza, ignorando le brandine vuote e dirigendosi verso i degenti, un paio non di più, che attendevano che il tempo facesse il suo corso. Allungò una mano pallida verso uno dei letti, un tocco morbido e gentile che strideva con lo sguardo duro e vuoto che aveva in viso, la creatura stesa a letto sorrise ciecamente al suo Re e all'iniezione di cosmo che gli donò l'Araldo. L'odore di fiori freschi e bucato candido si diffuse nella stanza, tutti vennero toccati dalla sua emanazione cosmica e furono in grado di percepire l'illusione che aveva imposto al suo suddito. Una risata cristallina si levò dal letto, gioiosa e allegra, in netto contrasto con la pelle squamata scarnificata e bendata che lo ricopriva.

    Oberon e Amaterasu... Appartieni a mia sorella però, lo sento dall'odore del tuo codice.

    Si allontanò dal letto e uscì dalla stanza, non si fermò ad aspettare che lo seguissero e si mosse in direzione del salone iniziale. La strada non fu la stessa di prima, poiché il Tempio Nero cambiava in continuazione la posizione delle sue stanze, si fermano in una sala più piccola di quella iniziale e il Nero si sedette dietro una scrivania di ossidiana lucida. Dei cristalli fluttuavano placidi ai lati del Nero, illuminati di un bagliore azzurrognolo placido, scaglie più piccole di un inteso rosa eseguivano un moto perpetuo attorno ai cristalli maggiori.

    Immagino che non hai ancora preso contatti con lei. Un po' sciocco da parte tua ma il Lifestream avrà riconosciuto l'odore di morte per cui ti ha sputato nel mio regno direttamente.

    7238fd5dd7115a6c643988162c5e4b05_1_

    Si sporse sulla scrivania, poggiando i gomiti sulla superficie e incrociando le mani sotto il mento. Gli occhi verdi del Nero si fissarono in quelli di Junichi, lo sguardo fermo e penetrante, indagò per un lunghissimo momento quello dell'eletto senza distoglierlo e attendendo.

    Cosa vuoi Junichi? sorrise melliflua. Sei pronto alla Corte di Mezzanotte?

    Il Crogiolo era un luogo meraviglioso, come ogni dominio della Madre dopotutto, ma la Creazione aveva una sua musica e solo chi apparteneva ad essa era in grado di apprezzarla e viverci in armonia.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ bho ama dimmi tutto


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    - Post IV -


    «Quindi sei inutile, piccolo eletto.»

    Quella semplice asserzione, schietta e diretta come chi l'aveva pronunciata, continuò a rimbombare nella mia mente finché anche l'ultimo sbuffo di fumo della sigaretta stretta e sottile di Chernobog non si dissolse nell'aria. Cos'altro avrei potuto dirle per farle cambiare idea? Ero giunto nei suoi domini lasciandomi trasportare dal Lifestream, sull'orlo del baratro, confuso ed impaurito, sperando di sopravvivere abbastanza a lungo da poter tornare ad Ama no Iwato. Le tenebre che per millenni si erano annidate negli anfratti più oscuri della caverna celeste ebbero un fremito, stringendomi le viscere e seccandomi la gola; reagivano all'umore del Nero e bramavano il suo cosmo come falene intorno al fuoco.
    L'araldo si mosse tra i letti dell'ambulatorio, fermandosi al capezzale di uno dei pochi degenti presenti e sfiorandogli il volto con un tocco gentile, quasi materno, in aperto contrasto l'espressione spenta del suo volto pallido. Il malato rivolse un sorriso stanco ma colmo di gratitudine al suo signore, e nella stanza si propagò un odore dolce e fragrante di fiori appena colti, perché questo era il volere di Chernobog ed il suo cosmo ne fu il semplice tramite.

    "Non vuole curarlo o alleviarne le sofferenze... lo sta istruendo per l'ultimo viaggio che dovrà affrontare"

    La fine coincide con l'inizio e la sofferenza è l'anticamera del sollievo. Con quell'illusione, il Nero voleva comunicargli la verità elementare insita nel suo Codice. L'uomo proruppe in una risata nello stesso momento in cui fu pervaso dal cosmo dell'araldo, ed il suo corpo martoriato si mosse appena al di sotto delle coperte pulite e delle bende oliate che lo fasciavano fino alla gola.

    «Oberon e Amaterasu... Appartieni a mia sorella però, lo sento dall'odore del tuo codice.»

    Un'altra affermazione, stringente ed asettica, proferita mentre abbandonava la stanza con lunghe falcate, senza attendere che io o la sua corte lo seguissimo. Ogni gesto, parola o azione compiuta rappresentava perfettamente l'aspetto della natura che nostra Madre aveva concepito per il dominio su cui regnava. La morte non attende, non domanda e non risparmia: segue il corso del tempo e ne raccoglie i frutti.

    «Immagino che non hai ancora preso contatti con lei. Un po' sciocco da parte tua ma il Lifestream avrà riconosciuto l'odore di morte per cui ti ha sputato nel mio regno direttamente.»

    Rimasi in silenzio e mi affrettai a raggiungerlo, nonostante la difficoltà dovuta ai cambiamenti repentini delle stanze del palazzo. Le scale cambiarono posizione, e la rampa che ci aveva condotti ai sotterranei qualche minuto prima sembrò meno ripida e lunga di quanto ricordassi. Ci fermammo davanti ad una porta che conduceva ad un piccolo studio, spoglio ed essenziale, arredato unicamente con una scrivania d'ossidiana ed illuminato da una serie di cristalli la cui luce, d'un tenue azzurro, si mischiava a quella rosa pallido proiettata da piccole scaglie di un materiale sconosciuto, che orbitava intorno ai primi.
    Poggiato il mento sulle mani sottili, incrociate mollemente a reggerne il peso come una ragnatela lassa e bianchissima, il Nero incrociò il mio sguardo, i suoi occhi verdi e brillanti fermi nei miei per coglierne ogni sfumatura.

    «Cosa vuoi Junichi? Sei pronto alla Corte di Mezzanotte?»

    Inaspettatamente, sorrise. Per quanto fosse affettato ed inusuale, quell'interesse improvviso mi scaldò il cuore e subii il fascino della sua condiscendenza. Prima dell'incontro con Chernobog, durante lo scotro con l'angelo della sorte, avevo carezzato più volte l'idea di poter incontrare Amaterasu, stringerla tra le braccia e sciogliermi nel calore della sua anima immortale; le avrei rubato il cuore per incatenarlo per sempre nei recessi più oscuri della caverna celeste, fino alla fine dei tempi.

    «Voglio essere me stesso, liberarmi dal peso di un'esistenza vissuta in funzione di quella di Amaterasu. Abbiamo condiviso tutto, dall'aria umida della grotta alla fredda terra che ci ha fatto da giaciglio; i suoi pensieri sono stati i miei, la sua rabbia ha alimentato il mio livore e la solitudine in cui si è rinchiusa è diventata la mia gabbia.»

    Ero davvero pronto a vederla? Sarei stato capace di frenare i miei impulsi? Non potevo ancora rispondere ad una domanda così intima.

    «Se me lo consentite, preferirei passare del tempo alla vostra corte, apprendere quanto più possibile sul dominio della Fine e riflettere sui miei prossimi passi. Quando sarò pronto, andrò da lei»




    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO:In via di guarigione.
    STATUS PSICHICO: Pensieroso.
    STATUS CLOTH: Integra e non indossata;

    RIASSUNTO AZIONI: Posso restare alla tua corte per imparare i segreti della morte? :fiore: Poi giuro che vado ad incontrare gli altri araldi :zizi:

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


    TECNICHE:


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    Edited by Kalego - 16/6/2023, 19:17
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    No.

    Una sola parola, affilata e dura.

    No, non aveva intenzione di badare ai sudditi degli altri. No, non aveva intenzione di rivelare i segreti della sua corte. No, sopratutto perché non era suo compito educare gli altri.


    Sei stato accolto perché i miei cadaveri ti avrebbero ucciso, sei stato curato perché sei un figlio della Madre ma i meccanismi del Trono d'Ossa rimangono all'interno del Tempio Nero.

    Non si scompose minimamente, non badò all'eventuale scontento o cambio di tono da parte di Junichi. Una infinitesimale parte di sè, la parte umana residua, si ribellò all'idea perché il suo arrivo tra le file di G.E.A l'aveva lasciata traumatizzata per certi versi. Era stata accolta della precedente incarnazione di Chernobog e solo dopo qualche settimana era stata abbandonata a se stessa, cercando di capire i modi e gli usi di quel luogo oscuro e misterico. Jerome era stata una guida approssimativa - quando presente - ma solo accettando la morte e prendendo la Fine in sè, era riuscita a comprendere il sacrificio che aveva fatto e la conseguente sparizione. Le mancava, si scoprì a pensarlo in un attimo. L'unico che le era stato vicino, l'unico che, per certi, versi l'aveva amata. Poteva quasi sentirlo rimproverarla dal fondo del regno spirituale, "Audatia, eri così anche tu. Giovane, inesperta e completamente sola."

    Ma Chernobog era un Re, un Generale, il Martello della Dèa e rispettava il volere che le era imposto ma non poteva assolutamente lasciare che un eletto che non apparteneva alla sua corte sapesse ciò che persino gli altri Araldi ignoravano.

    Però posso iniziarti ad Agartha. Il suo meccanismo, le sue funzioni e in un senso più ampio, avrai la conoscenza necessaria affinché il tuo risveglio sia totale.

    E non ti uccida cercando di "settarti" sulla tua carne umana.


    Questo era il massimo che poteva concedergli, così come aveva sempre fatto con chiunque fosse approdato al Tempio Nero. Lo aveva fatto con gli eletti minori, lo aveva fatto con le creature del Nero, con gli spiriti e l'aveva fatto sopratutto con Draka. Ormai diventato Amaterasu, era stato l'unico con cui aveva sentito una connessione maggiore e questo l'aveva portata a ricredersi sulla funzione di ogni Eletto. La vista d'insieme, il progetto infinito, l'aveva accettato quel giorno alla biblioteca nera mentre lo ascoltava suonare una chitarra trovata chissà dove. Era stato quello il momento in cui aveva deciso di rimboccarsi le maniche, a prescindere dai piani bellici che curava e di liberazione che attuava.

    Ti concedo un attimo per pensarci ma voglio dirti una cosa. Vedere, provare e comprendere quello che è il disegno di G.E.A non è facile. Men che meno lo sarà la Corte di Mezzanotte, la Creazione è molto più di quanto sembra e i loro membri hanno quel tocco di follia che li rende piacevoli.

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    Si poggiò allo schienale della seduta, portandosi una mano a massaggiarsi delicatamente le tempie. Le unghie affilate e smaltate di nero disegnavano dei piccoli cerchietti. Il silenzio cadde lentamente tra i due, interrotto solamente dal fluttuare dei cristalli e dal fruscio di fondo di qualcosa che strisciava nelle stanze circostanti.

    Hai scelto la Corte peggiore, per certi versi. Qui non siamo campioni di empatia, tutto ciò che ti posso offrire è già stato detto, il resto è una tua volontà. Non verrai buttato fuori ma non aspettarti nulla.

    Riaprì gli occhi che aveva chiuso un istante, aprì un cassetto laterale e ne tirò fuori una tabacchiera di metallo lucido e scuro da cui prese una sigaretta. L'odore acre del fumo si espanse nella stanza, il leggero pizzicore di menta si mischiava a quello della decomposizione come un profumo dolciastro e antico. In fin dei conti, il Nero dominava sulle innumerevoli forme della morte.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ non mi piaci ragazzo-padre, però questo è l'unica cosa che posso fare.


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


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    What Lies Beneath Your Skin?
    - Post V -


    Forse avevo osato troppo chiedendole di istruirmi sui segreti della Morte, perché il suo cambiamento d'umore fu repentino e la risposta che mi diede più cruda ed affilata della migliore delle lame di Masamune. Lasciai che terminasse di parlare, ascoltando le giuste rimostranze e le riserve nei miei confronti. Dopotutto, ero stato abbastanza fortunato da essere salvato nell'unico dominio in cui la vita aveva valore solo in quanto fine che decreta un nuovo inizio, ma non sufficientemente furbo da trattenere la lingua su un argomento che non avrebbe dovuto riguardarmi.

    «Vi prego di scusarmi, non avevo intenzione di offendervi o abusare del vostro tempo. Riflettendo sulle vostre parole, ne comprendo la sensatezza e l'utilità ed accetto la proposta che mi avete gentilmente fatto. Conosco... ricordo poco di Agartha e capirne meglio i meccanismi sarebbe di aiuto inestimabile.»

    Passarono alcuni minuti prima che l'araldo, poggiatosi stancamente sullo schienale della sedia imbottita, riaprisse gli occhi, iniziando ad armeggiare con un cassetto per tirarne fuori una tabacchiera di metallo. Presa una sigaretta tra le dita lunghe e sottili, la accese e ne trasse grandi boccate che riempirono la stanza dello stesso odore acre di fumo che avevo già sentito nella sala del trono.
    Un pensiero fugace mi costrinse a riflettere nuovamente sulla proposta del Nero, mentre ricostruivo mentalmente ciò che era accaduto fino a quel momento.

    "Si sta sforzando di essere cortese, ma la mia presenza non è più gradita. Mi ha curato perché doveva e non mi caccia dal suo castello per non offendere i suoi fratelli. Speravo andasse diversamente, ma ho giocato male le mie carte e l'esito non poteva essere diverso da questo."

    «Per quanto riguarda la Corte di Mezzanotte invece... spero di non commettere lo stesso errore che ha causato il vostro malanimo. È difficile bilanciare lo spirito della caverna celeste con le mie emozioni umane, ma se voglio sopravvivere dovrò trovare una soluzione adeguata»

    Il sentore di decomposizione, legato al lieve aroma di menta sprigionato dal tabacco, mi stordì per un istante, mentre la luce pallida dei cristalli continuava a brillare debolmente, accentuando l'incarnato dell'araldo. Ovunque mi girassi la sensazione di déjà-vu non mi abbandonava mai, e persino i membri di quella Corte che erano così lontani dal Paradigma a cui appartenevo, mi sembravano familiari. Questo era il significato dell'espressione 'far parte del tutto', conoscere senza sapere finché non si torna all'origine del concetto; nel caso di G.E.A., si trattava di tornare in seno al progetto originario continuando a vivere come sua manifestazione materiale.
    Le ferite erano quasi completamente guarite e riuscivo a sentire il cosmo fluire più facilmente nel corpo. Agartha nascondeva tali e tante meraviglie che, probabilmente, nemmeno gli araldi potevano vantarsi di conoscerle tutte. Questo era un altro dei motivi per combattere ancor più alacremente la Corruzione, ed evitare che portasse la rovina sull'operato di nostra Madre.

    "Se voglio essere utile, devo diventare più forte e crescere in fretta, più velocemente di quanto qualsiasi altro eletto abbia fatto finora. Non mi spaventa il rischio di essere schiacciato da una conoscenza troppo vasta per il mio misero involucro mortale, se questo significa poter debellare definitivamente la Corruzione."

    «La Fine non è altro che il principio delle cose che saranno. Il maestro Bashō riusciva ad esprimere un concetto così complesso con la semplicità di poche immagini veicolate da parole comuni; questa era la forza della sua filosofia per mezzo dell'arte poetica che ha dominato tutta la sua vita. Quando mi trovo di fronte a fatti o eventi che non riesco a comprendere, cerco di affrontarli attraverso i suoi insegnamenti e, per quanto si trovi su un piano esistenziale completamente diverso, tenterò di fare lo stesso ascoltando le vostre parole.»

    Gli uomini erano diversi da noi, le loro vite erano più semplici ed i loro sentimenti meno radicati dei nostri, ma abitando la Terra avevano imparato, a modo loro, dagli insegnamenti di nostra Madre, ed avevano costruito la propria strada lungo la via tortuosa della mortalità. Per questo ed altri motivi, finché ne avessi avuto la possibilità, avrei approfittato di ogni istante della mia condizione di transizione per trarre il massimo beneficio da entrambe le vite: quella dell'uomo e quella dell'eletto.


    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO:In via di guarigione.
    STATUS PSICHICO: Pensieroso.
    STATUS CLOTH: Integra e non indossata;

    RIASSUNTO AZIONI: Accetto la tua proposta, dimmi tutto che prendo appunti.

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


    TECNICHE:


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    Edited by Kalego - 21/6/2023, 17:19
     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.







    Ascoltò quello che Junichi aveva da dire, non si sforzò di nascondere le sue espressioni facciali perché credeva fermamente che nessuno – ben che meno un Araldo – doveva reprimere il suo vero essere. Per molti era semplice scortesia ma chiunque conoscesse bene la Fine sapeva che era il briciolo di rispetto che distribuiva. Una minima parte, infinitesimale, poiché il vero rispetto di Chernobog lo si otteneva raramente.

    Rispettava sua sorella Amaterasu, suo fratello Oberon e Pan ma non condivideva assolutamente le loro azioni. Non le piaceva la frequenza con cui abbandonavano il loro essere super partes e si dedicavano ad alleanze e faccende che potevano essere seguite da lontano più comodamente. La Realtà era una priorità sia per loro che per lui, ma questo le ricordava ogni giorno quanto deboli e fragili potessero essere i confini tra i mondi.

    Piccolo Eletto, posso mostrarti direttamente cosa siamo e qual è la nostra missione. Senza sprecare parole e andando diritto al punto.

    L’odore che si portava addosso, sotto quello di garze e ferite, era simile al tintinnio di due campanelle stonate tra loro. Dei tentacoli di oscurità si avvicinarono lentamente all’eletto mentre il Nero continuava a fumare tranquillamente, gli lanciò uno sguardo sornione prima di fermare il suo cosmo ai piedi di Junichi.

    Non sarà doloroso, solo freddo perché sarà il mio Paradigma a toccarti. Ma non ti preoccupare…

    Non farà male.


    Sorrise spingendo il potere a risalire su di lui. I tentacoli si alzarono e si espansero al punto da poterlo ricoprire completamente prima di richiudersi sopra di esso, quasi soffocandolo. Ma l’intento era diverso, non voleva la sua vita e non gli interessava averla. Voleva mostrargli quello che era Agartha.

    Non troppo almeno.

    Le visioni sbocciarono nella sua mente, incidendosi nel suo codice, mostrandogli la Via della Dèa e di ciò che significava farne parte. Chernobog mostrò tutto ciò che poteva mostrargli, percorrendo gli eoni e il tempo a ritroso e poi di nuovo in avanti. Gli mostrò Agartha sotto una luce diversa, dall’alba al tramonto, tutte le terre che erano abitate nel regno della Primigena.

    Vide il Sole, l’Inizio, che splendeva ed espandeva il suo calore. Vide che la natura destarsi e seguire la guida delle mani di Amaterasu. La crescita primordiale e unica di ciò che era e che sarebbe stato, notò terre sconfinate fluttuare di una gravità unica e galleggiare in quel mare che era il cielo. Boschi fitti, foreste lussureggianti e piante mai viste si aprirono sotto i suoi occhi e fu la Natura ad aprirsi ad esso dove su quelle terre prede e predatori iniziavano la loro danza. Vide la Furia e l’istinto seguire il suo corso, ciò che era necessario fare per la sopravvivenza delle specie, nuove forme nacquero e nuovi nomi vennero dati alla creazione. Vide l’ombra nera strisciante avvicinarsi e la Fine abbracciare ogni cosa, ogni terra e ogni fiume, pianeti, stelle e universi; poiché l’intera galassia si sarebbe spenta e anche le stelle dovevano morire. Vide ogni cosa e vide l’Equilibrio governare ogni procedimento, ogni minuscolo granello di Realtà e seppe con assoluta certezza che il cerchio si era chiuso, che il cerchio sarebbe ricominciato e che tutto era in Ordine.

    L’oscurità strinse ancora di più la presa sulla sua mente, forse un po’ troppo, ma non avrebbe avuto da ridire. La voce melodiosa di Chernobog fu un soffio fresco su una ferita arroventata.

    Tutto ciò che hai visto, è quello che siamo e ciò che sei. Tutto quello che hai visto, è tuo dovere proteggere. Vieni meno al tuo paradigma e non farai più parte del codice, perderai ogni contatto con esso e questo porterà conseguenze.

    Sentiva l’Araldo ovunque e da nessuna parte.

    L’Equilibrio è tutto ciò che dovrai proteggere, preservare l’ordine delle cose. Nulla è più importante, questo è ciò per cui dovrai vivere.

    E all’improvviso le tenebre si ritirarono, la Fine era sempre seduta e stava continuando a fumare. Tirò l’ultima boccata prima di incenerire il mozzicone e guardarlo.

    Presto ci sarà un grande evento ad Agartha. Terribile e pericoloso, ogni Araldo risvegliato sarà presente così come gli Eletti. Sei chiamato a rispondere in qualsiasi momento, sentirai la voce di Amaterasu e saprai che cosa fare.

    Si alzò lentamente dalla sedia, dirigendosi verso la porta e lasciando che Junichi assorbisse le sue parole e si riprendesse da ciò che aveva visto.

    Sei libero di andare dove vuoi al Tempio Nero, gli spiriti ti scorteranno dove vorrai all’interno, ma non farti uccidere dai cadaveri.

    E sparì dietro la pesante porta nera.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia

    CASTA ¤ Araldi di G.E.A

    ENERGIA ¤ Viola

    DARIAN ¤ Chernobog [VII]



    FISICAMENTE ¤

    MENTALMENTE ¤

    STATUS DARIAN ¤



    RIASSUNTO AZIONI ¤ trippino mentale auto-conclusivo con la spiegazione di che cazzo facciamo e poi xoxo. Per amor di chiusura ho postato ora, mi rendo conto che sei già al cambio lel ma così a me rimane bella sistemata e pulita ♥



    ABILITÀ ¤



    Le Tenebre

    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.

    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.




    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale

    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.



    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.

    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.





    Illusioni Mentali

    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.




    Le Malattie {Apoteosi

    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.




    Telepatia

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.




    TECNICHE ¤







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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    What Lies Beneath Your Skin?
    - Post VI -

    Il fumo aveva iniziato a riempire lo studiolo, pungente ed aspro come l'odore del legno di pino consegnato alle fiamme dei falò, mentre la freschezza delle note di menta riusciva appena a stemperarlo. Il Nero era di poche parole e, forse, avrebbero preferito non pronunciarle affatto, ma qualcosa insito nel suo paradigma gli impedì di lasciarmi a bocca asciutta.
    Tentacoli gonfi e viscidi creati dalle ombre dell'Araldo strisciarono fino ai miei piedi e, per un istante, credetti di dover morire e che la mia storia avesse in quelle appendici il suo naturale epilogo. Mantenni la calma a stento, fermo sul posto, in attesa della sua risposta che arrivò in un modo completamente inaspettato. I tentacoli mi avvilupparono, risalendo dalle gambe fino al petto per poi intrecciarsi sulla testa, chiudendomi in un mondo d'oscurità che conoscevo fin troppo bene, anche se la sensazione di isolamento era completamente diversa da quella sperimentata nella Grotta Celeste. Sentii freddo, un effetto collaterale del contatto con il paradigma della Fine, a detta del Nero, ma io ero convinto ci fosse anche dell'altro, perché il Codice reagì in maniera particolare alla sollecitazione cosmica dell'araldo.

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    "Questo è... l'inizio?"



    Il sole splendeva alto sopra il creato e la Corte Verde era ovunque; cielo e terra erano divisi soltanto dall'immaginazione di una mente ordinatrice che aveva previsto ogni cosa prima di porla in essere: Gea. Il calore e la pioggia, le terre fluttuanti ed i boschi sconfinati si alternavano a perdita d'occhio e l'armonia regnava sovrana. Gli animali cacciavano e venivano cacciati, nascevano e poi morivano per tornare nel grembo del mondo che li aveva generati, reclamati dalla Fine per non interrompere il ciclo vitale a cui appartenevano. Sire Oberon era il garante di quella perfetta sinergia di processi e gli araldi, suoi compagni e fratelli, seguivano il corso di un destino seperato eppure condiviso, per essenza e necessità. Le visioni terminarono e rimase il buio, il concetto primitivo dell'annichilimento di ciò che era stato creato con un scopo per poi cessare di eistere.
    La voce di Chernobog si fece strada con facilità nella mia mente, placida e vellutata come l'ultimo desiderio espresso dal morente sul letto di morte. Era un monito che le mie orecchie ascoltarono con piacere, perché era una verità immutabile dettata dalla logica di Agartha a tutti i suoi abitanti, tanto agli organismi più semplici quanto a quelli dotati delle funzioni intellettive superiori.

    «Proteggerò l'opera di nostra madre. Ama no Iwato tornerà ad accogliere i pellegrini e raddrizzare le storture causate dalla Corruzione ed i suoi agenti. Appartengo alla Corte di Oberon, l'ho sempre saputo, ma ora lo ricordo con più chiarezza.»

    Forse il mio giudizio e la mia paura erano stati eccessivi, guidati dal timore di non essere all'altezza del compito che mi era stato affidato sin dal primo istante successivo al risveglio. Il Re della Trono d'Ossa poteva sembrare crudele, privo di gioia e semplicemente troppo distaccato da tutto ciò che gli uomini consideravano bello e piacevole nel mondo, ma la realtà era ben diversa. In lui c'era soltanto la consapevolezza di quel che doveva essere fatto per il bene del creato, niente di più e niente di meno, un concetto primigenio che funzionava apoditticamente semplicemente esistendo. Feci fatica a sopportare la il peso della mia intuizione, eppure mi sforzai ugualmente di mantenere un'espressione neutra in segno di rispetto. Il proposito della mia nuova vita da eletto richiedeva una determinazione ferrea e la volontà di sacrificare ogni cosa per il bene dell'Equilibrio.

    «Quando verrà il momento risponderò alla chiamata e, se la Madre lo avrà previsto, darò la mia vita per difendere quello che ci ha lasciato in custodia. Partirò immediatamente alla volta del Crogiolo, ma voglio ringraziarvi per l'aiuto che mi avete offerto. La Fine non è mai così terribile come viene dipinta.»

    Le espressi la mia stima senza volerlo, così come lei mi aveva risparmiato dalla morte accogliendomi nel suo dominio perché ritenne giusto farlo. Un gesto sincero ne portava sempre un altro e, se lo avessi capito quando ancora abitavo con mia moglie a Takachiho, forse il mio destino sarebbe stato completamente diverso. Rivolsi un inchino al Nero e ne seguii i movimenti finché la sagoma sottile sparì dietro la pesante porta scura dello studio. Leggere volute di fumo continuarono ad aleggiare ancora a lungo, sfiorando i cristalli luminosi che gettavano lunghe ombre sulla scrivania di legno. Guardai il soffitto per qualche minuto pensando allo scontro con il Daimon, ripetendo a bassa voce le sue parole per imprimerle a fondo nella memoria.
    Ama no Iwato sarebbe rimasta il luogo di neutralità che era sempre stata, libera dalle ingerenze degli Angeli e dalla Corruzione, una prigione inespugnabile che mi aveva scelto come suo carceriere.

    «È il momento di andare. Sto arrivando, Imperatrice.»

    Raggiunsi la porta usata da Chernobog e la aprii. Il mio viaggio era appena iniziato.


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    STATUS PSICHICO: Pensieroso.
    STATUS CLOTH: Integra e non indossata;

    RIASSUNTO AZIONI: Grazie per la role, ci becchiamo in game :fiore:

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


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