[Trama] Hel's Bells

Quest in difesa di Asgard

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    Quest in difesa di Asgard

    HEL'S BELLS
    I
    -prologue-




    QTqK3Sq


    Un intenso odore di decomposizione striscia nelle tue narici.
    I cadaveri sono rigidi, già congelati a dispetto delle ferite apparentemente ancora fresche. Non è tanto la carne morta davanti a te a puzzare in questo modo, quanto ciò che aleggia tutto intorno, una sensazione viscerale che solo tu puoi percepire.

    Il massacro si estende in ogni direzione. Gli ammassi più grandi contano quattro o cinque corpi, ma alcuni sono disseminati anche a diverse iarde di distanza l'uno dall'altro, riempiendo tutta la radura.
    Non c'è traccia di vestiti o armi. Non si vedono armature o insegne utili a riconoscere le vittime. Potrebbe trattarsi di un gruppo di soldati, forse appartenenti a una delle guarnigioni di cui avete perso traccia nella tormenta o una pattuglia inviata al confine. Le ferite mortali alla base della testa, identiche l'una all'altra, suggeriscono un agguato piuttosto che una colluttazione. Nessuno di loro sembra morto combattendo.

    La visione che hai sul piano astrale è altrettanto orrenda. Vedi la terra stessa ribollire di cosmo corrotto e sciogliersi, piagata da un'intensa sofferenza. Vere e proprie cicatrici si aprono nel suolo a collegare i punti in cui sono ammassati i cadaveri, rivelando ai tuoi occhi forme molto più definite di quelle che la tua scorta è in grado di intuire.
    Sono rune. Decine di caratteri runici intrecciati, alcuni dei quali suggeriti dalle posizioni degli arti e dalle mutilazioni inflitte secondo una macabra ma precisissima coreografia.

    Alcuni dei tuoi uomini voltano le spalle e lanciano maledizioni a denti stretti contro gli ignoti responsabili, ma tu non puoi fare a meno di distogliere lo sguardo. Una terribile consapevolezza si fa strada nella tua anima: si tratta di un rituale, un'empia versione di magia runica che trae il suo potere dal sangue e dalla blasfemia del sacrificio.
    Nei reami spettrali si sta aprendo una voragine immensa, puoi percepirlo. Solo un sottile velo ghiacciato impedisce il passaggio.
    E il tuo cuore sprofonda, perché tra le correnti di energia spirituale che ti circondano senti una sensazione lontana ma ben distinta, come di un'unghia che stia grattando il ghiaccio. È uno stillicidio, una corrosione lenta, ma inesorabile.
    Forse solo qualcuno che possieda le conoscenze del Celebrante potrebbe decifrare le formule che compongono il rito... eppure nel profondo covi una certezza. Si tratta di una forzatura della Realtà, qualcosa che non dovrebbe esistere. Una via per i campi delle nebbie e delle anime errabonde tormentate da creature bestiali simili a enormi lupi. Lo stesso luogo di morte che hai sfiorato nel tuo sogno.

    Conosci il rischio, sai cosa potrebbe accadere se anche quell'ultima barriera venisse meno, se la Corruzione dovesse invadere in forze anche quel Regno. E sai di non poterlo permettere in alcun modo.


    Le campane suonano incessantemente da diversi minuti. Non c'è più spazio per alcun dubbio: si tratta di un attacco di proporzioni immense, forse il più massiccio sostenuto negli ultimi anni.
    Malgrado il tuo potere, sai di non poter gestire questa situazione da solo. L'erede dei Megres è ormai partita da diverse ore e non sai se riuscirà a tornare in tempo per darti manforte. E anche se fosse, a dire il vero, forse nemmeno la vostra forza combinata potrebbe resistere a ciò che si sta abbattendo sulle mura.
    Ancora prima che lo scontro inizi, sai perfettamente che le vostre possibilità di vittoria sono praticamente inesistenti. Coi vostri esigui numeri, le costanti perdite subite negli ultimi anni e l'assedio ininterrotto, potete solo sperare di resistere e nemmeno per molto.

    Asgard è forte, come un frassino che cresce rigoglioso a dispetto della tormenta, del vento e del gelo. Asgard ha sempre combattuto e ha vinto minacce terribili. Tutti gli uomini sotto il tuo comando si getterebbero in battaglia senza esitazione al minimo ordine, inneggiando alla gloria e al Valhalla... ma il nemico che assalta le vostre mura non può essere vinto in questo modo.
    L'orda corrotta non ha fame, non ha sonno. Non sapete nemmeno se provino dolore.
    Non c'è onore in questo tipo di morte. Dovete mantenere la vostra posizione. Non dovete cadere. Non dovete gettare le vostre vite, poiché non fareste altro che accrescere il loro numero. Dovete limitare le perdite. Non dovete cedere.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Eccoci nell'introduzione. Iniziamo a mettere i pezzi sulla scacchiera.
    ASTRA: stai indagando su alcune sparizioni avvenute nella foresta, puoi introdurre la cosa come ti fa più comodo. La situazione è tesa: tu e la tua scorta avete scoperto il piano (?) del nemico prima che fosse completato e ora bisogna fare qualcosa per fermarlo. Sai bene che l'accesso a Yggdrasil è stato sigillato, ma a quanto pare la corruzione sta sfruttando strane conoscenze per poter raggiungere in massa il regno di Hel tramite vie poco convenzionali. Durante la sua Ordalia, Astra ha compreso che questa cosa non deve affatto accadere, per ovvie ragioni.
    SIEGFRIED: non proprio una bella situazione. Gli attacchi della corruzione non sono infrequenti, ma questo pare bello grosso, tanto da non lasciarti molta scelta. Puoi preparare l'esercito alla difesa, ma come sai le risorse (soprattutto umane) sono limitate. Mancano guerrieri potenti che possano gestire lo scontro con i corrotti. Forse è tempo che vengano onorati vecchi accordi chiamando a raccolta i vostri alleati più fidati? Sperando ovviamente che facciano in tempo eheh.




    Edited by Him3ros - 30/1/2023, 12:29
     
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    ♦ post I ♦ HEL'S BELLS astra ♦ custode di megrez ♦ energia Blu


    Che Odino abbia pietà di me.

    Astra, mi sa che hai sbagliato divinità cui rivolgerti. Odino non c’entra, è Hel a cui devi chiedere pietà. Era poco più che un sussurro, ma qualcuno di molto attento l’aveva sentita. Gunther aveva immediatamente capito l’umore della sua pupilla, e non c’era voluto molto per leggere le sue emozioni come se fossero scritte direttamente sulla sua candida pelle.

    Signorina Astra, fa ancora così male?

    Erano nella sala adibita all’addestramento all’interno della villa concessa dal Palazzo Reale all’ultima discendente superstite dei Megrez. Una casa che per la ragazza era diventata un vanto sociale, ma che non poteva certo competere con la tenuta della sua Famiglia nella Foresta di Ametista, irrimediabilmente persa insieme a tutti i suoi cari durante l’Armageddon.

    Gunther, non lo so, non capisco. Non è male fisico, ma è come vivere costantemente con il gelido soffio della morte sul collo. Sento le loro urla, la loro sofferenza. È... è soverchiante. Non so se ce la faccio, non lo so davvero.

    Astra era seduta su una sedia, durante una delle rare pause che il suo mentore le concedeva, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia ed entrambe le mani a coprire il suo volto. Ma non era devastata a causa dell’allenamento fisico e cosmico con Gunther, bensì per colpa di quel suo nuovo potere. Spirito. Aveva ottenuto un’incredibile nuova abilità dopo la sua ultima importante missione, qualcosa che non aveva chiesto e che ben presto si era rivelata una maledizione più che una benedizione. Qualche tempo prima, infatti, proprio all’interno della Foresta di Ametista, era entrata in contatto per la prima volta nella sua vita con una divinità. Era stato un contatto intimo e doloroso con la più spaventosa di tutte: Hel, la Regina dei Morti. Ella aveva sfiorato con gelide dita l’anima della ragazza, donandole la capacità di andare oltre la materia ed entrare in contatto con il suo Regno, Helheim. Peccato, però, che non le avesse dato il libretto d’istruzioni di quel potere e, suo malgrado, quella connessione con il Regno dei Morti la tormentava sempre e comunque, sia nei momenti di veglia che di sonno. Poteva percepire le urla e i lamenti dei defunti come se fosse la musica di sottofondo in ogni istante della sua vita, con una sensazione di freddo così intimo che andava persino oltre il clima rigido di Asgard.

    Stringete i denti e fatevi forza. È qualcosa di nuovo per voi, e non potete pretendere di controllare questo potere alla perfezione sin da subito. Non cedete il passo allo sconforto, e ricordatevi sempre quello che mi avete detto: loro...

    Loro chi? Beh, facile scoprirlo, perché la stessa Astra completò la frase del suo mentore.

    ...non ci sono.

    Fece una breve pausa, cercando di rimettere in fila i suoi pensieri che ormai erano costantemente disturbati da quel contatto con l’aldilà.

    Hai ragione Gunther, non posso certo lasciarmi travolgere da tutto ciò. E il fatto di non percepire i miei genitori in quel luogo, da nessuna parte... Oh, so che mi puoi capire Gunther. Significa che devono essere nel Valhalla, come si meritano. Che Odino li abbia in gloria.

    Non doveva essere per forza il Valhalla, perché i suoi genitori avrebbero anche potuto essere stati accolti da Freyja nel Fólkvangr. Pensarli, però, nel luogo sacro a Odino la faceva sentire meglio, quindi aveva deciso di optare per quella che poteva essere una bellissima verità o una confortante piccola bugia a se stessa. La giovane Megrez alzò gli occhi verso Gunther, scostandosi le mani dal viso e sistemandosi i capelli dietro le orecchie, incrociando il suo sguardo così naturalmente comprensivo.

    Ci riuscirò, te lo prometto. Continuerò a lottare contro tutto e tutti per padroneggiare questo potere e per proteggere Asgard a ogni costo. È solo che non pensavo fosse così difficile. Devo diventare più forte, lo so, ma nonostante tutti i miei sforzi, non sono ancora all’altezza del Celebrante.

    Eh, dai, come sei esagerata Astra. Forse paragonarsi già al Celebrante è un passo troppo lungo anche per te, nonostante tu sia la discendente nobile della Casata dei Megrez e nel tuo sangue scorra il coraggio di una dinastia di prodi guerrieri. Pazienta ancora un po’, anche se sappiamo che scalpiti per ridare lustro al nome della tua Famiglia da quando, beh, da quando la tua Famiglia non c’è più.

    Un passo alla volta, signorina Astra. Un passo alla volta. Da quando avete ottenuto l’Armatura di Delta Uma, avete compiuto dei progressi incredibili, e ormai avete raggiunto e forse superato il mio stesso cosmo. Non è da tutti, e forse non avete contezza del miracolo che avete compiuto in così poco tempo. I vostri genitori sarebbero fieri di voi, e state ridando al nome dei Megrez la gloria che si merita.

    Era vero, anche se a una velocità che a lei non andava a genio. Ma era indubbio che in pochissimo tempo la ragazza fosse diventata uno dei Cavalieri di più forti di Asgard, quando poco prima era rimasta orfana e senza un tetto sulla testa. E doveva ringraziare Gunther per quello che era riuscita a fare, nonostante le avversità che aveva dovuto superare con sudore e sangue.

    Grazie Gunther. Davvero. Non ti deluderò.

    Astra si rialzò e insieme ricominciarono l’addestramento. Il mentore, come sempre, la mise alla prova, allenando il suo cosmo fino allo sfinimento. Era incredibile come Gunther riuscisse ancora a tenere testa alla ragazza, nonostante lei fosse migliorata tantissimo negli ultimi tempi. I loro “scontri” erano sempre molto controllati, perché dovevano evitare assolutamente di farsi male in un momento dove ogni singola forza era necessaria ad Asgard, e prediligevano saggiare l’uno il cosmo dell’altra a distanza. Chiunque fosse passato nelle vicinanze della villa avrebbe percepito quello scontro, insieme a uno scintillio di colori ametista e blu caratteristici dei loro cosmi.
    E qualcuno, in effetti, passò nelle vicinanze della villa, anzi, andò proprio a chiedere udienza al Cavaliere che l’abitava. I due smisero, quindi, di allenarsi per andare a rispondere a quella chiamata inattesa. Astra si sistemò al meglio possibile, come sempre, per apparire impeccabile ma anche per palesarsi di fronte all’ospite ignoto senza prolungare inutilmente l’attesa. Aprì direttamente lei la porta, come da vera e orgogliosa padrona di casa qual era.

    Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma. Mi manda il Palazzo Reale. Asgard richiede urgentemente il vostro intervento.

    Un soldato di Asgard si palesò di fronte ai suoi occhi, tutto trafelato per la fretta e la palese urgenza. Saltò i preamboli, andando direttamente al sodo, come se fosse una questione di vita o di morte. E, probabilmente, lo era per davvero.

    È successo qualcosa di orribile all’interno della Foresta di Ametista. Non abbiamo ancora molte informazioni, ma sappiamo solamente che c’è stato un massacro senza precedenti.

    E chi mai meglio di lei avrebbe potuto indagare all’interno della Foresta, lei che l’aveva già esplorata in lungo e in largo da quando era diventata Cavaliere. Una Foresta che un tempo apparteneva alla sua Famiglia, ai Megrez, e che Astra aveva fermamente l’intenzione di liberare dal giogo della Corruzione. Non avrebbe atteso un minuto di più, il sangue stava già ribollendo nelle sue vene nonostante fosse provata dall’allenamento e dalle continue interferenze spirituali.

    Un massacro senza precedenti? Mi sembrava che le voci dei morti si fossero intensificate, ma non avrei mai pensato a una cosa simile. Dannazione, cosa può essere accaduto ancora in quella Foresta maledetta?

    Nemmeno un attimo di esitazione e la sua risposta fu subito pronunciata a gran voce.

    E Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma, risponde immediatamente alla chiamata di Asgard.

    Ormai era diventato una sorta di siparietto alquanto formale all’inizio di ogni sua missione, ma non poteva esimersi dallo scattare sull’attenti appena Asgard la chiamava, come non poteva evitare di rimarcare il suo nome e il suo rango ogni volta che poteva. Comunque, nonostante quella sua mancanza di dubbi, la sua espressione fermamente decisa non sfuggì all’attentissimo e preoccupatissimo Gunther.

    State attenta, signorina Astra. Come sempre, del resto, ma questa volta sembra esserci qualcosa di diverso. Siete già andata nella Foresta di Ametista più volte di quelle che avrei voluto per voi, ma non ci sono mai state così tante morti in quel luogo in una volta sola. Almeno non dal giorno dell’Armageddon. Qualcosa non va, e non serve essere dotati di cosmo per capirlo.

    Era chiaro come il sole sulle nevi di Asgard che quella chiamata era diversa dalle altre, lo si capiva dal tono della richiesta e da una sensazione che permeava tutti – nessuno escluso – in quel momento. E i successi avvenimenti, purtroppo, avrebbero presto confermato quella sensazione.

    Hai ragione Gunther, non c’è un minuto da perdere. E starò attenta, come sempre.

    Fece un solenne cenno con il capo a Gunther e gli scoccò un sorriso sincero, che traspariva un affetto incredibile per il suo mentore ma anche una tensione senza precedenti. Sapeva che lui non poteva venire con lei, non lo aveva mai fatto purtroppo, ma non perché non volesse. Era legato in qualche modo al Palazzo Reale, come se ci fosse un vincolo o un evento passato che lo teneva forzatamente fuori dalle scene. Astra non era mai riuscita a risolvere il rompicapo, ma un giorno avrebbe garantito al suo mentore la libertà che si meritava. Se così avesse desiderato, ovviamente.
    In ogni caso, uscendo dalla porta d’ingresso, era chiaro come la Luna Rossa che vedeva in cielo ogni singolo giorno della sua vita – dannata Lunitari – che qualcosa non andava. Ma che cosa? Avrebbe dovuto scoprilo al più presto, addentrandosi nuovamente nel fitto della Foresta di Ametista. Richiamò immediatamente la Robe di Megrez, potenziata e sfavillante grazie all’aiuto di Borengar, per poi allacciarsi il mantello candido che accompagnava ogni sua missione ufficiale. Uscì dalla villa e si ritrovò di fronte il contingente di soldati che avrebbe costituito la sua scorta armata per quella pericolosa spedizione. La ragazza adorava gli automi nanici da battaglia che spesso pattugliavano i confini di Asgard con lei, ma essere a capo di una spedizione di guerrieri addestrati e in carne ossa aumentò d dismisura la sua già altissima autostima.

    Salve a voi, Astra Megrez. Siamo qui per accompagnarla nella missione. Al vostro servizio.

    La ragazza drizzò la schiena e alzò il mento, squadrando il soldato che aveva parlato per poi passare in rassegna tutti gli altri. Un segno di attenzione e rispetto, ma soprattutto un breve silenzio per chiarire chi avrebbero dovuto ascoltare, non solo per il grado che portava, ma anche per il cosmo che emanava.

    Salve a voi, miei signori. Non perdiamo tempo e partiamo. In sella!

    Avevano già preparato per lei la sua solita e preferita cavalcatura meccanica, mentre gli altri soldati avrebbero montato su cavalli normali. Partirono immediatamente al galoppo, arrivando ai limiti della Foresta di Ametista in poco tempo, così da non focalizzare troppo il loro pensiero sull’orrore che stavano andando a stanare. A un cenno di Astra, tutti smontarono di sella, dovendo lasciare purtroppo la macchina nanica e gli animali al di fuori della fitta boscaglia. Avrebbero dovuto proseguire e piedi, e la giovane Megrez si portò alla testa del contingente per fare strada. Lei non solo conosceva molto bene quel luogo, ma poteva già percepire con il cosmo e con la sua nuova abilità il punto esatto in cui avrebbero dovuto recarsi. Anche se, in realtà, non ci volevano capacità particolari per capire a cosa stavano andando incontro.

    Coff coff.

    Non riuscì a trattenere qualche colpo di tosse e dovette portarsi la mano sinistra a coprire naso e bocca per evitare di cedere inesorabilmente a quell’odore. Nel loro incedere marziale, infatti, all’improvviso vennero investiti da un chiaro e inequivocabile tanfo di morte e decomposizione, che divenne come un faro nella notte per capire con certezza la direzione da seguire. Arrivarono ben presto a una radura, in cui uno spettacolo senza precedenti li stava aspettando.

    Che Odino ci protegga.

    Quell’esclamazione lasciò le sue labbra in modo involontario, quasi fosse un sussurro a se stessa. Lo scenario che si palesò di fronte ai loro occhi increduli era indescrivibile a parole: cadaveri a perdita d’occhio, alcuni ammassati tra di loro, altri più distanti alla vista. Tutti irrimediabilmente congelati, visto il clima estremamente rigido di Asgard, ma con ferite che sembravano essere state inferte troppo di recente rispetto al quadro generale della situazione. Erano stati così tanto profanati, da non riuscire a capire o distinguere la loro provenienza. Qualcosa sicuramente non andava.

    Fermi.

    Pronunciò un'unica parola, decisa ma non gridata, un unico comando per arrestare la loro avanzata senza diritto di replica. Non potevano addentrarsi nella radura, dove sarebbero stati più scoperti, senza analizzare a fondo la situazione. E non sarebbe bastata solamente la normale vista per andare oltre alla prima impressione, no, era necessario scavare più a fondo. Astra chiuse gli occhi ed espanse il suo cosmo, non riuscendo a percepire un immediato pericolo o un nemico nelle vicinanze. Allora diede fondo alle sue nuove abilità spirituali, che ancora faticava a comprendere e padroneggiare a pieno, per guardare oltre l’apparenza.

    O mio...

    ...Odino?! Un pensiero interrotto che ben rappresentava il suo stato d’animo in quel momento. La sua percezione extrasensoriale aveva inizialmente confermato l’orribile fine che avevano fatto quelle persone, ma c’era qualcosa di più. Innanzitutto una prima flebile certezza: non c’era stato alcuno scontro, non erano morti combattendo. Le ferite, ma anche i residui spirituali in quel luogo, facevano pensare a qualcosa di ben più macabro rispetto a uno scontro all’ultimo sangue. Ma non era tutto. La giovane Megrez sarebbe stata l’unica a poterle vedere: linee nel terreno, intrecciate tra loro quasi a regola d’arte, che spesso seguivano la disposizione dei corpi e dei loro arti. Era come osservare la tela appena conclusa di un pittore, riuscendone a identificare i tratti, da quelli più marcati e decisi, a quelli più sottili e lievi. Il tutto sembrava formare un intricato sistema di rune (?), impossibile da decifrare senza le conoscenze adatte. Il disagio per quel luogo cresceva a ogni istante e poteva capire la reazione che i suoi soldati stavano avendo. Erano disgustati, e sicuramente anche un po’ impauriti. Ed era normale di fronte a quello scempio.

    Non siamo di fronte all’esito di uno scontro sanguinoso, di una battaglia senza quartiere. No, questo è un rituale.

    Si rivolse ai suoi compagni per aggiornarli e, in qualche modo, rassicurarli. Lei era lì con loro e quello che poteva fare in quel momento era non farli brancolare nel buio, altrimenti avrebbero perso del tutto il loro spirito combattivo e, quindi, la loro utilità principale. Era crudo dirlo, ma era così, e non avevano tempo per inutili sentimentalismi. Dovevano capire come agire, dovevano...

    Oh no.

    Tutte le elucubrazioni vennero immediatamente interrotte da una nuova sensazione. Una sensazione che, incredibilmente, era ancora peggiore delle precedenti. Il flusso spirituale stava cambiando nuovamente e osservando quel rituale all’apparenza caotico ma estremamente metodico, qualcosa le provocò un terrificante brivido alla schiena. Poteva sentirlo, poteva percepire in lontananza la stessa sensazione che l’aveva assalita quando per la prima volta era entrata in contatto con la Regina dei Morti, Hel. In quell’occasione aveva percepito la difficoltà a proteggere il suo Regno, Helheim, e la pressione che la Corruzione stava costantemente esercitando per varcarne i confini. In quel momento, quella stessa sensazione si era amplificata, palesandosi nell’anima di Astra come una sirena d’allarme assordante.

    Se la Corruzione varca le soglie del Regno dei Morti, sarà la fine per tutti noi. Per tutta Asgard. Non posso permetterlo.

    Una presa di coscienza spiazzante e devastante, perché non sapeva se in quel momento, così equipaggiati e in quel numero, fossero realisticamente in grado di anche solo arginare quel pericolo. Purtroppo, però, non c’era tempo di chiamare rinforzi, perché quell’attacco costante e inesorabile ai confini di Helheim stava per raggiungere il suo apice. E se avessero passato il punto di non ritorno, non ci sarebbe stato più scampo.

    Soldati, con me. Serrate i ranghi e preparatevi al peggio. Stiamo entrando nel Regno dei Morti, letteralmente. E non sarà affatto piacevole.

    La giovane Megrez ruppe il silenzio, voltandosi verso i suoi compagni di missione per impartire loro il primo vero e importante ordine. Sapeva che avrebbe potuto terrorizzarli, ma erano tutti soldati preparati al peggio, addestrati a conoscere ogni aspetto della vita di Asgard, non solo i ghiacci sempiterni e i loro abitanti. Sapevano dell’esistenza dei diversi Regni e, nonostante non fossero in grado di visitarli a loro piacimento, erano consci che la realtà andava ben oltre quello che i loro occhi potevano percepire. Astra li vide muoversi impercettibilmente, dimostrando un sacrosanto disagio, ma nessuno obiettò o si lasciò prendere da inutili isterismi. Molto bene, la gente di Asgard era decisamente fatta di un’altra pasta. La ragazza chiuse nuovamente gli occhi ed espanse il suo cosmo per avvolgerli tutti, imprimendo una spinta spirituale non indifferente. Li riaprì subito dopo, per dare ai soldati qualche spiegazione in più.

    Il destino di Asgard dipende da noi in questo momento. Pregate Odino perché ci sia da guida, ma state attenti a non offendere la padrona di casa: Hel. Finché rimarrete con me, non dovrete temere per la vostra anima, ma non addentratevi in quel luogo più di quanto vi ordinerò di fare.

    Fissò il suo sguardo in ognuno di loro, per essere sicura della loro attenzione e della loro convinzione.

    La Corruzione sta spingendo per entrare a Helheim e, se ciò accadesse, sarebbe la fine del nostro mondo per come lo conosciamo. Non possiamo permetterlo e non abbiamo un istante da perdere. Dobbiamo difendere i confini di quel Regno a costo delle nostre stesse vite. Combattete per rivedere Asgard, oppure morite orgogliosamente da guerrieri per meritarvi il Valhalla.

    Non si poteva certo dire che Astra avesse mezze misure. Il suo breve discorso fu conciso, crudo e dritto al punto. Non voleva mentire sulla pericolosità e sull’urgenza della missione ai suoi soldati, e non voleva assolutamente indorargli la pillola. Quella era la cruda realtà dei fatti, prendere o lasciare. Era certa che guerrieri di Asgard quali erano non si sarebbero mai tirati indietro di fronte a quella solenne chiamata. E fu esattamente quello che accadde. Grazie alla tecnica Regno di Hel, la Dimensione Spettrale del Cavaliere di Delta Uma, tutti i presenti avrebbero percepito un brusco cambiamento tutt’intorno a loro, e avrebbero avuto l’agghiacciante sensazione di venire inghiottiti dalle fauci di un teschio umano grande quanto un uomo.
    Doveva essere la prima volta per tutti loro, ma anche la stessa Astra si stava ancora abituando alla sensazione. Un freddo pungente li avrebbe travolti, un freddo persino più intimo e viscerale rispetto a quello atmosferico di Asgard. Il loro corpo e la loro anima avrebbero lasciato la realtà per come la conoscevano e sarebbero stati spediti nel Regno dei Morti, come se la loro vita fosse improvvisamente finita morendo da codardi (cosa, ovviamente, lontana dall’esser vera). Avrebbero riaperto gli occhi letteralmente in quello che si poteva definire uno degli aldilà, il peggiore, affrontando una finta morte prima del tempo.

    Giunti a destinazione. Astra lasciò loro qualche secondo per ambientarsi, osservandoli attentamente per scovare qualche segno di eccessivo stress che gli avrebbe impedito di combattere o rispondere agli ordini. Fortunatamente il loro addestramento li aveva salvati, sia nel corpo sia nell’anima. Non restava altro che raggiungere i confini di quel Regno, poco distanti dalla loro posizione, e dedicare tutto loro stessi al motivo per cui erano arrivati fin lì. La loro missione avrebbe potuto essere anche l’ultima delle loro vite terrene, ma non si sarebbero mai e poi mai fatti fermare da quella possibile evenienza. Per un guerriero asgardiano, morire per Asgard era una delle morti più dolci e soavi alla quale avrebbero potuto pensare. E tutti loro, Astra Megrez compresa, non facevano eccezione.
    La giovane espanse nuovamente il cosmo e fece apparire nella sua mano destra la Spada di Ametista e Fuoco, brandendola come un generale coraggiosamente alla testa del suo esercito. La sua punta fendette l’aria per indicare la direzione, dimostrando una determinazione senza precedenti. Una determinazione e una forza che sperava potessero davvero bastare per arginare quel disastro che stava inesorabilmente per accadere.

    jpg

    Forza, avanziamo. E proteggiamo i confini di questo Regno!



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    narratoparlato pensato gunther °telepatia°
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO♦ Ottimo, pronta a tutto.
    STATUS MENTALE♦ Vedo la gente morta 2.0 :eyes:
    STATUS CLOTH♦ Perfetta.
    RIASSUNTO AZIONI♦ Dite che mi è piaciuta la traccia? Ho praticamente fatto una one post xD Comunque: iniziale introduzione per amalgamare tutto per bene a livello di gdr, sono figa di qua, sono figa di là, ma Spirito è tanto cattivo. Mi convocano per una missione importantissima, ed io mi precipito da brava asgardiana d.o.c. a proteggere il proteggibile :mke: Vedo il rituale, bleah, percepisco il soffio gelido del Regno dei Morti, doppio bleah, e capisco che non c’è nulla da fare: bisogna agire subito. Quindi, pronti via, andiamo in Helheim facendo tutti l’autostop alla cara Megrez, pronti per calciare i culi o morire nell’intento. In tal modo non posso percepire la minaccia ben più immediata alle porte di Asgard e... ciao ciao, cara ragazza! Se sopravvivi forse ci vediamo dopo. Che Odino mi sia testimone, quanto mi è mancata Astra <3
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.

    S p i r i t o
    Astra Megrez, ultima discendente della famiglia più nobile di Asgard, si aspettava di ottenere una meritata benedizione direttamente da Odino, il Re di tutti gli Dei norreni. Già si pregustava l’onore di essere nominata Campionessa della divinità più importante, forse dimenticandosi che tale onorificenza fosse già stata riservata al Celebrante delle terre dai ghiacci eterni.
    Il destino, beffardo o forse premonitore, decise diversamente per lei, legandola a doppio filo alla Dea della Morte: Hel. Ella era, effettivamente, la divinità che più si accostava ai Megrez, almeno come simbologia, perché la nobile casata di Asgard era da sempre stata associata in qualche modo alla Morte. Nel bene e nel male.
    Divenendo la Campionessa di Hel, Astra ricevette in cambio un prezioso dono e un prezzo da pagare. Il dono fu l’ottenimento di un’incredibile e nuova abilità: Spirito. Il prezzo da pagare fu un costante e irreversibile contatto con il Regno dei Morti, Helheim, che le regalò un’indesiderata consapevolezza sull’Inferno norreno e sulle sofferenze che in esso venivano perpetrate. L’unica cosa che le permise di mantenere la sanità mentale, fu il non percepire in alcun modo la presenza dei suoi genitori in quel luogo di perdizione, ottenendo la ragionevole certezza che fossero stati accolti nel Valhalla o a Fólkvangr, essendo morti combattendo valorosamente (seppur invano) contro la Corruzione.
    Tralasciando gli effetti psicologici di tale situazione, l’abilità Spirito andò a completare perfettamente le sue potenzialità difensive e offensive. Tramite questo potere, infatti, Astra è in grado di interagire con gli spiriti, nonché di creare e manipolare l’energia spirituale, utilizzandola a suo piacimento. Potrà, quindi, difendersi da minacce della medesima natura intangibile e, soprattutto, creare attacchi devastanti che potrebbero risultare non visibili o difficilmente contrastabili da avversari non dotati della medesima abilità.
    Chi viene colpito da questo insidioso potere, infatti, sentirà un dolore terribile sebbene sul corpo non si noterà alcun danno evidente. Come conseguenza, tale dolore indebolirà la volontà della vittima, il suo carattere e la sua determinazione. Venire sopraffatto da questi attacchi significa perdere completamente conoscenza, fino rischiare di morire e perdere il controllo sulla propria anima (only GdR).
    Tale abilità, estremamente versatile, permette anche di distaccare la propria anima dal corpo e operare tramite una proiezione astrale (espediente molto interessante, ma poco utile in combattimento), nonché di trasportare se stessi e gli altri nella dimensione spettrale o bandire sfortunate anime nella dimensione spirituale (vedi tecnica Helheim).
    Ultima caratteristica, e forse una delle più importanti, è che Spirito può agire da solo o essere combinato a piacimento con il cosmo, nonché con tutte le altre abilità e tecniche di Astra (vedi la dicitura “Spirito (opzionale)” nelle tecniche). L’esempio più calzante è la possibilità, tramite Spirito, di rendere l’Ametista non solo in grado di debilitare l’energia vitale (peculiarità già propria del minerale), ma anche di indebolire irrimediabilmente la volontà, il carattere e la determinazione della malcapitata vittima. Oltre al corpo, quindi, anche l’anima dell’avversario può essere danneggiata o intrappolata nell’Ametista, rendendo il minerale viola una delle armi più mortali e insidiose mai viste ad Asgard.


    TECNICHE
    ♦ Regno di Hel ♦
    [Spirito + Dimensione Spettrale o Dimensione Spirituale (variante)]
    Ogni abitante del Nord conosce il proprio destino ultimo, specialmente se si parla di guerrieri. Quando si muore in battaglia, la vita oltre la morte può continuare in due luoghi diversi: una metà dei caduti, scelti personalmente da Odino, viene accolta nel Valhalla accompagnata dalle Valchirie, mentre l'altra metà finisce nel Fólkvangr, luogo dominato dalla Dea Freyja.
    Valhalla e Fólkvangr, quindi, sono considerati come una sorta di Paradiso per i prodi combattenti del Nord, in cui la loro vita ultraterrena potrà continuare nella gloria eterna. C’è un altro luogo, però, in cui tutti gli altri caduti possono finire dopo la morte, ed è tutt’altro che un Paradiso.
    Il Regno di Hel, infatti, denominato anche Helheim, a differenza del Valhalla e del Fólkvangr, è uno dei nove mondi: la dimora dei morti. Helheim è il regno più basso di tutti i mondi, una landa oscura e gelata, sferzata dal vento e battuta dalle piogge. Lo popolano le ombre delle persone che si sono macchiate di gravi colpe, come tradimento e assassinio, ma anche le anime di coloro che sono morti di malattia o, ancora peggio, senza alcuna gloria. In altre parole, anche se il paragone è forse parzialmente improprio, Helheim può essere considerato l’Inferno norreno.
    Astra, grazie alla sua incredibile abilità spirituale, sarà in grado di accedere a questa Dimensione Spettrale, potendo entrarci a piacimento sia con la sola anima e sia con tutto il corpo. Questo spostamento, spirituale o fisico che sia, potrà interessare anche uno o più dei suoi avversari. Il Cavaliere di Delta UMA, infatti, cercherà di entrare in contatto con il nemico avvalendosi del proprio spirito o del proprio cosmo (misto a spirito), facendo scattare immediatamente la tecnica che prende il nome proprio dal Regno di Hel: Helheim. Lo shock spirituale e i potenziali danni saranno così intensi che il malcapitato, come se fosse giunta la sua ora, verrà trasportato nella dimensione spettrale con la sola anima oppure con tutto il corpo, avendo la sensazione (più scenica che altro) di essere inghiottito dalle fauci di un enorme teschio umano.
    Nel primo caso, quando la sola anima subisce il viaggio, l’avversario si manifesterà come forma astrale. In questa forma egli avrà tutte le sue abilità e una copia dell'Armatura, che estenderà anch’essa la propria essenza, e i poteri spirituali avranno un effetto tangibile sul corpo astrale. Questo significa che il nemico la cui anima è stata portata nella dimensione spettrale potrà contrastare gli attacchi spirituali con il proprio cosmo, ma questi contro di lui e i suoi poteri avranno l'effetto di Cosmo Distruttivo.
    Nel secondo caso, invece, quando anche il corpo subisce il viaggio nell’Inferno norreno, tutte le meccaniche dello scontro rimarranno inalterate.
    In ogni caso, non è da dimenticare che Astra avrà un notevole vantaggio strategico nell’Helheim per quanto riguarda l’energia spirituale, vista l’enorme quantità di spirito naturalmente presente in tale dimensione. Inoltre, questa tecnica, non avendo effetti immediatamente devastanti sull’avversario (se non lo shock di aver letteralmente cambiato mondo), potrà essere utilizzata anche come preludio a un attacco più offensivo (sfruttandola, quindi, come attacco debole).
    Una variante, innescata anche in questo caso da un contatto spirituale o cosmico (misto a spirito), consiste nel cercare di bandire la sola anima del nemico nell’Helheim. In un istante di pura follia, si avrà la sensazione di essere inghiottiti dalle fauci di un enorme teschio umano che, come di consueto, sarà la rappresentazione (più scenica che altro) dell’ingresso al Regno dei Morti dominato da Hel. In questo caso, però, si parla di Dimensione Spirituale, in quanto le conseguenze per chi subirà la tecnica risulteranno ben diverse rispetto alla dimensione spettrale. In tale situazione, infatti, l’avversario non avrà la possibilità di combattere in questa nuova realtà, ma sperimenterà sulla sua stessa anima ogni terrificante caratteristica dell’Inferno norreno.
    Il malcapitato, il cui spirito distaccato dal corpo dimorerà per un periodo più o meno lungo nella dimensione spirituale, potrà essere travolto dal terrore di essere davvero morto, con una sensazione di gelo viscerale e di solitudine soverchiante. Questa terribile condizione potrà avere effetti devastanti sulla sua anima, specialmente se indifesa contro attacchi di questo tipo, cambiando profondamente l’approccio al combattimento in caso di un suo possibile ritorno al mondo terreno.
    A coronamento di tutti questi sconvolgimenti interiori, il dolore provocato da questo viaggio inatteso nella dimensione spirituale sarà indescrivibile, diffuso e intangibile, potendo indebolire inesorabilmente volontà, carattere e determinazione della vittima.
    È da precisare che bandire definitivamente un’anima nell’Helheim provocherebbe morte certa, o un destino ancora peggiore come un’eternità di sofferenze nelle viscere più recondite dell’Inferno norreno (only GdR).

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    Sarebbe stato facile. Prendersela con il destino avverso, per tutto ciò che Asgard aveva attraversato negli ultimi anni, sarebbe stata la cosa più ovvia per chiunque, forse anche per un Celebrante di Odino. Eppure non era il destino, ma erano stati gli uomini con le loro follie a lasciare la porta spalancata all'oscurità.

    Il Ragnarok.

    L'Armageddon.

    E adesso... questo.

    Siegfried aveva dovuto prendere, suo malgrado, il comando delle terre del Nord. Si era sempre sentito più un guerriero che un reggente, e aveva fatto l'impossibile per cercare di stanare la Corruzione e i suoi oscuri gregari da Asgard. Contemporaneamente aveva cercato di rinsaldare le alleanze con le altre forze del bene (e anche con chi non poteva definirsi propriamente un "buono"), e aveva provato a tenere alto il morale del proprio popolo creando la figura del guerriero Sigmund, sottraendosi ogni qual volta che poteva ai doveri di palazzo e scendendo personalmente sul campo di battaglia.

    Il ritorno ad Asgard delle razze naniche ed elfiche era stata una reale benedizione: i popoli dei nove mondi che erano scampati alla Corruzione avevano iniziato a convergere su Midgar, e adesso il Nord era diventato un avamposto abitato da razze che un tempo sarebbe state associate ai miti e alle leggende; gli Elfi avevano riportato la magia, e i nani la loro tecnologia. Tutti avevano contribuito alla sopravvivenza, il Nord continuava a resistere attacco dopo attacco e - Siegfried ne era certo - avrebbe resistito ancora una volta... ma questa volta la minaccia era grave.

    La tempesta del giorno prima lo aveva messo in guardia, puzzava di guai a mille miglia di distanza; i difensori erano stati preallertati, i veggenti avevano iniziato a percepire la presenza del male e l'esercito sarebbe stato pronto in caso di attacco. Solo che le dimensioni dell'esercito nemico erano decisamente superiori a quello che negli ultimi anni si era visto in azione, e questo significava che la Corruzione era pronta a mettere in campo i suoi pezzi grossi. Il Celebrante guardò verso l'esterno delle mura, dove la marea nera cercava di infrangere i baluardi difensivi.

    Aveva già indossato la propria armatura e aveva legata alla schiena anche la spada Valmhur, che per il momento stava buona nella sua forma di arma e senza parlare. Magari stava dormendo, chissà. Le difese approntate dalla combinazione di magia elfica e tecnologia delle rune naniche avrebbe fatto egregiamente il proprio dovere, ma sarebbero bastate a resistere? Sicuramente, finchè il nemico non avesse deciso di mostrare la sua vera forza: quei mostri combattevano senza volontà o fatica e gli asgardiani erano valorosi, ma ogni vittima nelle proprie fila poteva diventare un rinforzo per gli avversari; molti appartenenti al suo popolo erano in grado di utilizzare l'energia cosmica pur non essendo cavalieri, ed era un bene.

    Ma stavolta, a differenza del passato, non erano presenti ad Asgard altri cavalieri all'infuori di lui e di Astra, che doveva tenere il fronte nella foresta di Ametista; era assurdo pensare che potesse farcela da solo contro la Corruzione e, anche se l'orgoglio avrebbe chiesto di fare la mossa più stupida, doveva ammetterlo.

    Pensi bene, mio Celebrante. Hai bisogno di aiuto, e in guerra anche gli alleati possono portare la vittoria.

    La voce dal tono sognante era inconfondibile. Urzla era arrivata al suo fianco. La donna drago, la Dama d'Argento che era diventata sua consigliera, aveva espresso i pensieri di lui senza tanti giri di parole.

    Hai ragione, come sempre. La speranza è che gli alleati non tardino ad arrivare, o ancora una volta il Nord sarà decimato. O forse distrutto, stavolta.

    Ho mandato il mio messaggero ad Atene; se il Grande Tempio non fosse sotto attacco, sono certa che verranno ad aiutarci.

    Siegfried sorrise. Ripensò a Daya, Lelouch e agli altri cavalieri d'Oro che ormai avevano trasceso il suo mondo. Fossero stati presenti, lo avrebbero raggiunto ed insieme sarebbero stati inarrestabili. Ma per il momento doveva solo resistere e sperare. Di lì a poco, Urzla avrebbe preso forma di Drago d'Argento e avrebbe partecipato alla battaglia. E lui avrebbe fatto lo stesso, utilizzando uno dei regalini di Borengar come cavalcatura. Ma prima doveva fare una cosa. Siegfried sollevò la mano destra, in cui stringeva una pergamena su cui era apposto un sigillo: il sigillo della Corte di Mezzanotte. Avrebbe cercato di convocare un ulteriore alleato nella lotta, facendo brillare il proprio cosmo e inviandolo al tempio in cui, nel corpo del suo predecessore, aveva assistito al tradimento di Dragmor. Ora, il guardiano di quel tempio si era risvegliato. Sentì l'energia delle stelle fluire dal proprio corpo e dalle stelle fin dentro al sigillo: il richiamo era stato lanciato, l'appello di aiuto avrebbe raggiunto il mondo di Gea.

    Verranno, e combatteremo insieme. O sarà il Nord a combattere da solo, e lo farà fino all'ultimo respiro dell'ultimo uomo.

    Passò la mano su una delle rune del bracciale nanico, ed una delle sfere si staccò per poi trasformarsi e diventare sempre più grande, fino a raggiungere dimensioni decisamente ragguardevoli: da una sfera grande poco più di un gioiello, ora era davanti al Celebrante una creatura che, dalla testa alla coda, misurava più di venti metri.

    A quel punto, a metà tra il determinato e il divertito, montò in groppa al drago meccanico. Rivolse un cennò alla donna, poi spiccò il volo in direzione del fronte.

    La guerra era alle porte, e un Cavaliere di Asgard sarebbe andato ad accoglierla personalmente.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Eh.

    RIASSUNTO AZIONI - Mi rendo conto che avrei potuto fare qualcosa di meglio, ma la ruggine da togliere è tanta. Pugni nelle mani e pronti in azione, mandati messaggi sia a Bart che ad Amaterasu, poi vediamo chi risponde :asd:

    tPf3jSg
    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

    tPf3jSg
    TECNICHE


    Nessuna.





    Edited by Tygaer - 20/1/2023, 14:09
     
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    Hel's Bells

    Gran Sacerdote, Asgard è sotto attacco.
    La Corruzione è alle porte della loro roccaforte e sta sfondando le difese.


    Aspettate un momento, che cos’era successo? Così, tutto d’un tratto, senza nemmeno un minimo di preavviso? Beh, a volte le cose accadono e basta. Non c’è sempre un motivo e quasi mai si ha il lusso di poterle anticipare con ragionevole certezza. Ed era proprio quello che era accaduto a Bart, Gran Sacerdote del Grande Tempio, in quel momento. In una giornata come le altre, impegnato con tutta la sua Famiglia allargata a sopravvivere un altro giorno in più, il destino sembrava aver scelto per lui qualcosa d’insolito. Non la “semplice” sfida per rimanere vivi, cercando in tutti i modi di tenere in piedi la roccaforte di Atene, no, quella folle normalità era stata interrotta da un evento senza precedenti.

    Cosa? Di nuovo?
    I ragazzoni del nord sono ancora meno fortunati di noi in fatto d’invasioni e catastrofi.


    Sì, ok, forse “senza precedenti” non era proprio il termine adatto, visto che effettivamente Asgard era sempre stata oggetto di numerosi eventi a dir poco sconvolgenti. Prima il Ragnarok, poi l’Armageddon. Insomma, non si erano mai fatti mancare niente.
    Bartolomeo aveva accolto il messaggero alla Seconda Casa, permettendogli immediatamente di entrare perché aveva capito che stava portando notizie urgenti e importanti. Il ragazzo, poco più che ventenne, aveva il fiatone, quindi doveva aver corso a perdifiato per presentarsi in quel modo così estremamente trafelato. Il gigante poteva vedere la sua giovane fronte imperlata di sudore e la sua espressione non aveva presagito nulla di buono.
    E le apparenze, in quel caso, non avevano affatto ingannato.
    Era stato conciso nel riportare il messaggio, ma estremamente efficace. Asgard, i loro alleati più fidati, erano in serio pericolo ancora una volta, assediati dalla Corruzione. Il Gran Sacerdote si accigliò, ricordando quando Atene stessa si era trovata in una situazione simile, quando il Toro aveva combattuto a mani nude contro un Dio Ares corrotto dal male che affliggeva il mondo intero. Era stata una battaglia vinta per il rotto della cuffia, e che aveva quasi portato letteralmente all’estinzione i Cavalieri di Atena. Non avrebbe sopportato che potesse accadere la stessa cosa alla terra dei ghiacci eterni, e avrebbero dovuto fare di tutto per impedirlo. A pensarci bene, però...

    Dannazione, è così difficile dare una mano quando non riesci nemmeno ad aiutare te stesso.
    Siamo in estrema difficoltà qui al Grande Tempio.
    Molti Cavalieri... non sono più con noi.


    Quel pensiero nacque nella testa del gigante in modo spontaneo, perché era una semplice ma cruda costatazione. Gli ultimi eventi, le ultime battaglie, li avevano decimati. Tanti compagni erano caduti o dispersi, spariti nel nulla delle tenebre più profonde. Il numero dei custodi delle sacre vestigia di Atene si era assottigliato in modo allarmante, raggiungendo un livello quasi mai visto prima. E il loro Gran Sacerdote si sentiva responsabile per quel fallimento, anche se in realtà non ne aveva colpa. Si era sempre messo in prima fila contro tutto e tutti, ma purtroppo quel suo costante sacrificio non era bastato. Tutto ciò, però, non poteva fermarli, perché altrimenti sarebbe davvero stata la fine di ogni cosa. Si sarebbero ripresi, e soprattutto avrebbero dovuto continuare sempre di più a supportare e farsi supportare dalle altre Caste, così da compensare a vicenda i propri punti deboli.
    Insieme potevano ancora essere forti. Divisi, sarebbero periti tutti, nessuno escluso.

    Ma non possiamo negare ad Asgard il nostro supporto in un momento come questo.
    Loro sono nostri alleati, da sempre, e non possiamo far finta di niente.
    Dobbiamo aiutarli, a qualunque costo.


    Non si può negare una mano all’amico che sta cadendo nel precipizio, ma allo stesso tempo bisogna avere la forza e l’intelligenza di non trascinare entrambi nel baratro. Dovevano giocare quella mortale partita con astuzia, cercando di dare ancora una volta un duro colpo alla Corruzione senza però lasciare troppi punti deboli scoperti. E, nell’immediato, c’era solo un modo per farlo.

    E pagherò io quel costo, perché non posso chiedere ancora sacrifici alla mia Famiglia.

    Avevano già sfidato in più di un’occasione quel male che corrodeva il mondo, su più di un campo di battaglia, e i loro sacrifici erano stati appena sufficienti per sopravvivere – almeno per coloro che non erano morti nell’intento. Bart non avrebbe sacrificato alcuna vita in più, perché non era ancora arrivato il momento per giocarsi l’asso vincente. Se avessero dato il tutto per tutto in quel giorno, a quelle condizioni, avrebbero semplicemente buttato via la loro speranza di sopravvivenza.
    Quindi, pazzo com’era, il Toro aveva deciso la strada più difficile, ma meno pericolosa per le persone che amava. Inoltre, quell’emergenza nelle terre del nord sembrava davvero un segno divino. Gli incontri ufficiali, le alleanze e le amicizie strette in quel periodo per combattere insieme la Corruzione dovevano prima o poi essere messi in pratica. E, forse, quella era l’occasione perfetta per far valere la loro unione, per compiere quel primo passo verso un futuro diverso. Per compiere finalmente il miracolo tanto atteso.

    È l’occasione giusta per fare davvero qualcosa dove serve, uniti come mai prima d’ora.
    Insieme, come un unico guerriero.


    Immerso in quei suoi pensieri – cosa molto strana per Bart, sempre così impulsivo – si era quasi dimenticato del messaggero, che lo guardava con quell’aria agitata, ma estremamente seria. Il Gran Sacerdote smise di guardare nel vuoto, anche se appariva molto concentrato, per poi incontrare lo sguardo del giovane e dare voce al tumulto interno che stava vivendo. Il suo animo s’infiammò, pronto come non mai a compiere quell’importante primo passo.

    Figliolo, grazie per avermi avvisato con questa urgenza.

    La sua figura torreggiava su quella del ragazzo, tanto da intimidire un poco l’interlocutore. Tutti conoscevano Bartolomeo come un uomo genuinamente buono, forse troppo a volte, ma la sua presenza fisica e cosmica poteva generare un primordiale senso di timore. Il gigante sapeva che a volte la sua apparenza arrivava prima del carattere, specialmente per chi non lo conosceva bene. Cercò, quindi, di rassicurare il giovane con parole di sincero ringraziamento, sfoggiando un enorme sorriso nonostante la situazione tutt’altro che leggera. Quello che venne dopo, però, fu necessariamente più serio e dritto al punto.

    Rispondo direttamente io alla chiamata di Asgard.
    Non c’è tempo da perdere.


    Non ce n’era davvero, e non poteva certo mobilitare le forze di Atene sottraendole alla sua stessa difesa. Sarebbe stato un azzardo troppo grande nella loro situazione, anche con la presenza della Dea. Non restava altro che accogliere, con onore, l’onere che la sua carica faceva gravare sulle sue spalle. Lui era la guida di quella sgangherata ma incredibile e insostituibile Famiglia allargata che era il Grande Tempio, e avrebbe dovuto tutelarla in qualsiasi modo possibile.

    In mia assenza, aumentate al massimo lo stato di allerta.
    Avvisate immediatamente tutti i Cavalieri di ciò che sta accadendo, ma concentrate gli sforzi all’interno delle mura.
    Massima priorità alla protezione di Atena e del Grande Tempio.


    Poche parole, ma molto chiare e dirette. Odiava dare ordini, con tutto se stesso, ma in quelle occasioni era necessario dimostrare di poter essere una guida. Non solo sul campo di battaglia, dove il Toro era insuperabile, ma anche in questioni più “strategiche”. Certo, c’era da dire che la fine strategia non era il suo punto più forte, ma non se la cavava affatto male sotto pressione. E sotto pressione, il nostro caro Bart non poteva nemmeno esimersi dallo sdrammatizzare. A volte dal nulla, proprio come in quell’esatto istante.

    Quando ritornerò, fatemi ritrovare casa, la nostra casa, come l’ho lasciata.
    Mi raccomando.
    Oh oh.


    Rise di gusto, riuscendo a capire solo lui la fine ironia di quell’ultima richiesta – che probabilmente non c’era nemmeno. In realtà era una risata un po’ amara, perché non voleva neanche lontanamente pensare all’eventualità di non poter più ritornare dalla sua Famiglia. La sua stessa vita non avrebbe più avuto alcun senso.

    C-certo, Gran Sacerdote. Agli ordini.

    L’iniziale incertezza del messaggero era in risposta all’ultima raccomandazione del Gran Sacerdote, ma per il resto gli ordini erano stati recepiti alla lettera. La determinazione sul volto del ragazzo era palese e, dopo un formale saluto, il giovane partì immediatamente per diffondere gli ordini a tutto il Grande Tempio. Stava già comunicando telepaticamente con la rete di comunicazione di Atene, così che il messaggio arrivasse in pochi secondi anche negli angoli più remoti della roccaforte. Mentre il messaggero si stava incamminando verso l’uscita della Seconda Casa, Bartolomeo terminò con una richiesta così sentita da essere quasi paterna.

    Rimanete al sicuro.

    Il ragazzo non riuscì a trattenere un sorriso di ringraziamento per quelle parole così sinceramente interessate e, dopo un ultimo cenno con il capo, corse fuori dal Tempio. Il Gran Sacerdote tornò momentaneamente ai suoi pensieri, ma il suo sguardo intercettò subito la preoccupazione negli occhi dell’amore della sua vita: Elena. La donna lo stava fissando, avendo probabilmente captato qualche informazione – per lei, lui non aveva segreti e non ne voleva assolutamente avere. Aveva ovviamente capito tutto, anche solo guardando il comportamento del gigante, e la sua faccia passò in poco tempo dal preoccupato al rassegnato. Ormai era abituata a vederlo partire contro l’ennesima follia, e non poteva far altro che accettarlo e cercare di inculare un po’ di sale in zucca a quel pazzo scatenato di Bartolomeo.

    Bart, lo so che sono parole al vento, ma stai attento.
    Stai andando da solo in una terra remota, assediata dalla Corruzione.


    Quelli erano i fatti, non si potevano inventare storie o scuse. Il pericolo sarebbe stato estremamente reale, tangibile e potenzialmente letale. E Bart non avrebbe chiesto di meglio. Sapeva altrettanto bene, però, che non poteva deludere la sua Famiglia, non poteva dar loro il dolore più grande di tutti. Doveva sopravvivere, doveva farlo per loro, ma non aveva ancora rivelato che non aveva alcuna intenzione di andare allo sbaraglio nelle terre dai ghiacci eterni. Il Toro la guardò con un sorriso quasi sornione, svelandole qualcosa che lei non poteva ancora sapere.

    Ele, lo so, ma non ti preoccupare perché non sarò solo.

    Lasciò quella frase in sospeso, ma era certo che Elena avesse già capito a cosa si stava riferendo. Lei era stata presente durante una delle loro più appassionate conversazioni, e li aveva visti stringere un’amicizia che nessuno avrebbe mai potuto spezzare. Un’amicizia forse indissolubile, che avrebbe dato a loro e ai loro alleati una forza mai vista prima.
    Ma di chi stiamo parlando? Oh, dai, so che lo abbiamo già capito tutti, ma fra poco non sarà più un segreto.
    Il Gran Sacerdote si preparò per le grandi occasioni, vestendosi con... i pantaloni della tuta di un grigio un po’ slavato, molto comodi, e una maglietta ingrigita che probabilmente un tempo era bianca. Elena nel vederlo fece l’espressione più contrariata che le fosse possibile, dimostrando apertamente la sua contrarietà per quell’orrore di vestiario.

    Dai, Ele, così sono comodo.
    E poi ci penserà la mia cara Armatura a proteggermi dagli sguardi indiscreti di qualche fanatico della moda.
    Oh oh oh.


    Il gigante prese lo scrigno della Cloth del Toro e se la mise in spalla, sembrando in tutto e per tutto uno scolaretto troppo cresciuto al suo primo giorno di scuola – e con dei genitori che lo vestivano la mattina senza accendere la luce. Prima di lasciare nuovamente la Seconda Casa, però, Bartolomeo doveva ancora fare una cosa molto importante.

    Ciao bambini, fate i bravi.

    Le sue parole rimbombarono per tutto il Tempio, così forte che tutti i suoi pargoli si radunarono da lui per salutarlo come si deve.

    Ciao papàÀààÀ!
    Portaci un regalo quando torni.


    Le loro urla furono ancora più soverchianti, soprattutto perché avevano qualcosa di estremamente importante da chiedere. Come avrebbe mai potuto il loro adorato papà tornare a casa a mani vuote? Certo, in realtà sarebbe già stato un miracolo tornare a casa con entrambe le mani funzionanti, visti i cazzotti che sicuramente avrebbe tirato e probabilmente anche preso, ma ci avrebbe pensato a tempo debito.

    Oh oh, ma certo, magari un drago!
    Raaar!


    E con quella promessa da marinaio (forse), accompagnata dalla peggior imitazione di un drago mai vista prima, Bart uscì dalla Seconda Casa dello Zodiaco, agitando entrambe le braccia in un saluto esagerato com’era lui. Scese le scale del Grande Tempio e, prima di uscire dalla roccaforte, si concentrò per mandare un messaggio telepatico al suo amico Rigel, Cavaliere d’Oro del Cancro, nonché uno dei più forti guerrieri che sarebbero rimasti a proteggere Atene.

    Rigel, amico mio, proteggi la nostra Casa e la nostra Famiglia in mia assenza.
    Io devo andare ad Asgard per dare una mano, ma tranquillo: ho promesso a Elena e ai miei figlioli di tornare tutto intero.
    Rimanete al sicuro.


    Diede anche a lui la stessa paterna raccomandazione, rimarcando l’importanza di difendere il Grande Tempio e tutti i suoi abitanti in quel momento così delicato. Sperava davvero che il suo messaggio lo raggiungesse, così da lasciarsi alle spalle la sicurezza di una difesa solida e pronta a tutto. A tutti gli altri dettagli ci avrebbe pensato l’efficientissima rete di comunicazione del Grande Tempio.
    E così, infine, quello sguaiato ragazzone uscì dalle enormi porte della sua adorata e coriacea roccaforte, chiudendosi tutto alle spalle, al sicuro. Si tastò il dito medio della mano destra, dove spiccava il suo anello del teletrasporto, la Runa di Teiwaz. Bart era solito lasciarlo a Elena, per ogni evenienza, ma quella volta lei aveva insistito perché lui lo portasse con sé. Il gigante aveva accettato suo malgrado, ma aveva ceduto a quell’ennesima e molto convincente richiesta della donna in costante apprensione. Non poteva farla preoccupare ulteriormente, e così eccolo lì a indossare quell’artefatto donato dalla Dea Atena stessa alla sua Famiglia, e che raffigurava uno dei simboli cari a Odino. Sembrava una strana coincidenza, e il Gran Sacerdote avrebbe potuto usare quell’oggetto per teletrasportarsi direttamente ad Asgard.
    Ma c’era ancora qualcosa che mancava. Non avrebbe raggiunto le terre dai ghiacci eterni in quel modo, da solo.

    Amaterasu!

    La sua voce risuonò nel nulla, rivolta a nessuno. O almeno a nessuno presente in quel momento. Bartolomeo, però, prese un gran respiro e replicò quella chiamata, facendo rimbombare il suo vocione accompagnato da una manifestazione cosmica alla massima potenza. Nulla di offensivo, sia chiaro, ma quel segnale sarebbe stato come un faro nella notte per il suo unico destinatario.

    AAAMAAATEEERAAASUUU!

    Aveva già tentato quella strategia per contattare l’Araldo, e l’ultima volta – dopo la battaglia in Giappone – si era presentato Pan al posto suo. Sperava che, con quel nuovo tentativo, la chiamata potesse essere un po’ più precisa.

    Forza, lo so che mi puoi sentire e che sai già cosa ti sto per chiedere.
    Dammi un passaggio ad Asgard.


    Che sfacciato, così senza girarci intorno, senza preamboli. Esattamente come piaceva fare a loro, che desideravano da tempo confermare con le azioni i tanti discorsi che avevano fatto. Parole che avevano raggiunto non solo i Cavalieri di Atena e gli Araldi di Gea, ma tra gli altri anche Asgard, l’Isola della Regina Nera e persino Atlantide.

    È arrivato il momento che tanto aspettavamo.
    Non solo a parole, adesso abbiamo l’occasione di dimostrarlo anche con i fatti.


    Avevano la prima vera occasione di tenere fede alle loro promesse, che molti ritenevano solamente i vaneggiamenti di qualche pazzo privo di senno.

    Finalmente potremo davvero combattere insieme.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Mi hanno detto di postare, ed io posto :addit: Per la prima volta nello stesso topic con due personaggi diversi :kuku: Tornando a noi: arriva il messaggio da Asgard, decido di partire da solo perché sì (e anche perché siamo praticamente in due – io e Rigel – al Grande Tempio xD), un po’ di buon sano sviluppo del personaggio, e poi andiamo a prendere il nostro caro taxi chiamato Amaterasu (sono ovviamente già d’accordo con Lyga) :mke: PS: la runa di Teiwaz è un anello del teletrasporto ottenuto in passato in seguito a una mega-quest (trovate la descrizione nella scheda di Bart). Avendo il nome legato al Dio Odino, mi è piaciuta l’idea di portare l’anello con me ad Asgard a questo giro :asd:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - SOLDATO

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    «Il sigillo...»

    Tamamo stava fumando come al suo solito. Era seduta nella sala dello specchio, lì davanti allo Specchio Sacro di Amaterasu.
    Gambe accavallate, quegli occhi melliflui, sensuali e vogliosi di qualsiasi piacere potesse soddisfarla. Fosse il sesso, la droga o veder danzare qualcuno.
    Eppure quando si illuminò lo specchio persino lei, algida e fredda, distaccata e poco incline alle emozioni provò un brivido.
    Lo specchio si era attivato. Pulsava di una luce spuria. Rispondeva a qualcosa.

    «Sta rispondendo ad un cosmo. E solo il Celebrante potrebbe attivarlo. Asgard ha bisogno di aiuto...eppure siamo usciti da una battaglia che ci ha lasciati senza forze.»

    L'intero Crogiolo tremò fin dalle sue fondamenta, era come se rispondesse. Come se ronzasse sulla stessa frequenza del sigillo.
    Il Crogiolo chiamava la forza del tempio Sud; richiamava la potenza della Creazione e della Distruzione.
    Non la forza della Corte Di Mezzanotte. Ma dell'Imperatrice.

    «Asgard chiama Amaterasu...il Crogiolo rimanda questo grido.
    Fino a Lei...gli elementi vogliono combattere insieme alla loro Imperatrice. La Spada sarà brandita da Asgard. »




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    Dormo
    Il cielo dentro di me
    Un sogno




    Amaterasu dormiva tra i cieli del mondo. Dormiva sognando. Scivolava su ali di vento accarezzando il Fuji, ora cavalcava la tempesta di un oceano ruggente furia; ora era tra crepacci nascosti di montagne orgogliose e solitarie.
    Il cielo era Amaterasu. Che fosse nuvoloso o stellato, che fosse terso o grigio quel cielo svettava su tutto e tutti, abbracciava ogni cosa nel suo pensiero.
    Dormiva e sognava di questo pensiero; allargando le sue braccia poté quasi toccare la cima dell'Everest.
    Il respiro del mondo era il suo. Dentro il suo. Con il suo. Accompagnato da questo dormiva come se nulla potesse svegliarlo.
    I suoi sogni erano caleidoscopi di colori e forme mai viste, sogni di creazione, di sensazioni e sapori sempre nuovi; era continuare a guardare oltre quest'orizzonte con gli occhi di un bambino. Curioso di sapere cosa vi fosse oltre. Con la speranza che tutto non finisse a quest'ennesima svolta, a questo incrocio, a questa via. Che vi fosse un altra strada, un sentiero, un fiume, l'ennesimo monte da scalare per poter guardare un orizzonte del tutto nuovo.
    Sognava e ci credeva. Perché i sogni sono speranze. Gioielli di un tesoro prezioso detto anima.
    Amaterasu li teneva dentro di sé in attesa di poterli mostrare al mondo. Creare era anche combattere, non sperare ma credere che un giorno potessero davvero vedere luce.
    Il Mondo era in guerra ma questo non lo fermava di credere che tutto potesse cambiare. Non per speranza o fede ma perché era la sua anima a non dirgli di perdere, né di arrendersi guidata da pazzia e furore, da quel moto che lo portava sempre a cercare altro, a immergersi in posti sconosciuti, con quegli occhi di un bambino che nulla sa e che tutto vuole conoscere. Non per orgoglio, non per potere ma per la curiosità che non ci fa mai stare fermi in un punto.
    Dormendo sognava di tutto questo.
    Di una nuova alba, di un nuovo mondo, di colori e forme, di uomini diversi e sorrideva mentre sognava venendo preso e abbracciato da freddi venti.
    Dormiva e sognava...



    Qualcosa però era nel vento. Non freddo. Ma qualcosa di più sottile. Era come veleno. Era come se mancasse il respiro.
    Non era veleno...era cenere...che cadeva dall'alto, che si mischiava alla neve e all'aria. Che rendeva tutto inerte e grigio.
    Sentì la morte nel vento.

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    Tutto questo divorò i suoi sogni.
    E i suoi occhi si aprirono. Qualcosa ronzò nella sua testa. Cadaveri e sangue. La Corruzione e il pericolo. Il vento era tempesta non più brezza primaverile, non più carezza ma un turbine d'odio e di guerra.
    Qualcosa lo stava richiamando.
    Sentì la potenza del Crogiolo dentro di lei; sentì il grido di un qualcosa.
    Qualcosa e qualcuno che avevano bisogno della spada di G.E.A.

    La sua voce risuonò nel nulla, rivolta a nessuno. O almeno a nessuno presente in quel momento. Bartolomeo, però, prese un gran respiro e replicò quella chiamata, facendo rimbombare il suo vocione accompagnato da una manifestazione cosmica alla massima potenza. Nulla di offensivo, sia chiaro, ma quel segnale sarebbe stato come un faro nella notte per il suo unico destinatario.



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    AAAMAAATEEERAAASUUU!



    E Amaterasu si svegliò. Dal suo torpore, dal suo sonno, dai suoi sogni e da se stesso.
    Sentì la forza del Crogiolo dentro di lei, sentì la potenza del cosmo di Bartolomeo e la sua voce galoppare sui sentieri del vento, di un amicizia e di un utopia.
    Asgard e Bartolomeo lo avevano chiamato.
    La spada nel fodero sarebbe stata di nuovo sguainata.
    E fu rombo. Fu tuono.
    La tempesta accompagnò il ruggito del Byakko, la sua forma vento divenne un ciclone.
    Correva Amaterasu. Correva e quel ciclone si spostava dal Giappone attraversando l'asia per arrivare ad Atene. Arrivare da chi lo aveva chiamato.
    Dal Grande Sacerdote.
    Da Asgard.


    Saettò di fronte alle porte del Grande Tempio. Il ciclone Amaterasu fu davanti alle porte dei guerrieri di Athena.
    L'Haori troppo pomposo svolazzò per le correnti d'aria che circondavano il suo corpo.
    Il kasa era largo a coprire il volto eppure c'era solo qualcuno che Bartolomeo conosceva che poteva portare un haori così pomposo, con colori così vivaci da essere più femminile che maschile, sotto jeans strappati e anfibi.
    C'era solo qualcuno che conosceva che aveva una spada al fianco, modi da contadino e l'orgoglio di Imperatore.

    «Ragazzone!
    Tutto a posto? Mh...scrigno sulle spalle, vestito più per prendere a calci in culo qualcosa che per una cena di gala. Mi piace.»


    Sorrise avvicinandosi.
    Un fuscello di contro alla stazza del Toro. Lo guardò dentro i suoi occhi. Gli occhi di Bartolomeo furono i suoi. Sapeva i perchè di quell'urlo. Il vento le aveva portato la richiesta d'aiuto del Grande Sacerdote. Il vento aveva accolto le sue parole e la sua speranza. Il pugno si strinse e quel sorriso fu uno squarcio di spada.

    «Finalmente potrò sdebitarmi con loro.
    Combattiamo tutti insieme ragazzone?»



    Le api iniziarono a sciamare intorno a loro. Aprivano per i due un passaggio sicuro ad Asgard, o almeno lì dove potevano spingersi.
    Amaterasu aspettò qualche istante, respirò a fondo. Guardò il cielo. Per quanto non pensasse mai al futuro, per quanto la morte non gli facesse paura sussurrò una preghiera a sua madre e ai suoi fratelli tutti.
    Avrebbe odiato non rivederli più.
    Si lisciò la barba.

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    «Asgard call us»



     
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    Quest in difesa di Asgard

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    II




    Dieci anni di assedio, dieci anni di battaglie e costante vigilanza non hanno spento il fuoco che brucia furioso negli abitanti del Nord. Ancora una volta l'esercito è schierato a difesa del baluardo, ancora una volta i soldati si preparano a combattere con ogni mezzo per la propria vita, il proprio onore e per la salvezza dei loro compagni e dei loro affetti. Ormai le vedette si sono fatte più efficienti, i messaggeri più rapidi, gli uomini sempre più pronti, arrivando a dormire con le armi in pugno in vista di un momento come questo. È bastato il primo allarme affinché i difensori si schierassero, senza nemmeno bisogno dell'ordine dei superiori, spinti dall'abitudine e dal quotidiano addestramento a non perdere nemmeno un istante di tempo prezioso.
    E ora che sono ai loro posti sui bastioni, tutti gli Asgardiani sembrano provare la stessa sensazione, come se fossero in posizione da un'infinità di tempo. "La tensione che precede uno sconto", la chiama qualcuno. "Il lungo respiro prima del balzo" dice qualcun altro.

    L'ondata della Corruzione lambisce quasi le mura, una scura marea pronta a infrangersi sull'ultimo scoglio della civiltà tra i ghiacci perenni.
    I sentieri, le valli, le foreste: ogni accesso ad Asgard è invaso da migliaia di forme di vita, Vita nella sua concezione più pura e terribile, l'essenza dell'opera di Ponto.
    C'è però qualcosa di diverso in questo attacco. Non si tratta di un'orda di bestie impazzite; le creature avanzano compatte, quasi disciplinate. Davanti all'esercito di difensori si dispiega una forza spaventosa composta da esseri intelligenti ed evoluti, guidati da una gigantesca mente comune.
    E per qualche ragione la loro avanzata è particolarmente lenta, simile a ciò che ci si aspetterebbe da un esercito umano. Avanzano allo scoperto senza timore alcuno - come potrebbero provarne, dopotutto? - tra una bruma densa e quasi viva che tuttavia non li nasconde alla vista.

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    La prima linea è composta da creature quadrupedi coperte di scaglie scure, dalle dimensioni di cani da slitta, che si spostano velocemente senza nemmeno lasciare impronte nella neve fresca. Si muovono all'unisono senza rompere la formazione malgrado gli ostacoli sulla loro traiettoria, gli artigli e i denti a sciabola snudati e pronti a colpire.
    Il corpo principale dell'armata è quello più vario: umani corrotti con sembianze deformi e braccia in più che si articolano da strani punti del tronco, altri con tratti più bestiali e al contrario belve con caratteristiche vagamente umanoidi, e ancora mostri simili a lucertole con code da scorpione, insetti striscianti grandi quanto carri e volatili scheletrici con ali membranose, che compiono ampi cerchi in cielo spandendo effluvi velenosi.
    Nelle retrovie, ancora lontani dalla capitale, corrotti antropomorfi dalla testa caprina e dalle ampie corna corrono e saltano tra le vette e i sentieri montani.
    L'avanguardia si sta lanciando direttamente verso le mura. Con artigli come quelli e una simile velocità ci vorranno soltanto pochi secondi scalarle.

    -


    Potete vedere questo spettacolo opprimente dal punto sopraelevato in cui arrivate tramite il portale dorato, sulla cima di una collina innevata appena oltre ai margini del gigantesco esercito corrotto. Vi era impossibile avvicinarvi ulteriormente alla città, a causa delle protezioni cosmiche e agli incanti runici che le rinforzano, ma dopotutto non siete certo venuti fin qui per restare dietro alle mura.
    Stranamente, malgrado il tempo impiegato dal messaggero per giungere ad Atene, sembra che l'attacco sia iniziato soltanto da pochi minuti.
    Non avete tempo per rifletterci: due grossi esseri alati si accorgono della vostra presenza e lanciano grida acute, allarmando la retroguardia. Dovete agire subito.

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    Note Master:

    SIEGFRIED: pur essendo un attacco decisamente più massiccio di praticamente qualunque altro dai tempi dell'Armageddon, qualcosa non quadra. Sono lenti, per la maggior parte, si sono fatti scoprire molto presto e non vi stanno caricando come bestie. L'attacco inizia ora e già puoi percepire che gli alleati sono riusciti ad arrivare. Hanno fatto TROPPO presto e non riesci a scollarti di dosso questa sensazione di confusione. Le varie creature sono sempre i corrotti soliti (esempio) ma divisi nella maniera descritta secondo la descrizione (anche questo strano). Al momento hai schierato tutte le forze di Asgard, ora devi decidere come fare per gestire il primissimo attacco. L'energia dei singoli mostriciattoli è tra gialla e verde.
    BART & AMATERASU: bene, siete arrivati in tempo a quanto pare. La cosa vi sembra magari strana ma essendo appena arrivati avete altre priorità. Vi trovate sul fianco dell'esercito corrotto. In soldoni siete su una collina e avete davanti a voi tutti i corrotti, a sinistra le alture da cui sta scendendo la retrovia e a destra le mura. Visto che mi pare di avere capito che siate soli soletti, gestitevi come volete. Avete carta bianca, considerando che nulla di ciò che vedete schierato al momento sembra superare l'energia rossa. Divertitevi.

    Mettiamo il termine tra 7 giorni, quindi martedì 31 gennaio.




    Edited by Him3ros - 30/1/2023, 12:28
     
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    Il drago atterrò in uno degli spiazzi retrostanti le mura esterne, e Siegfried impiegò meno di un minuto per salire sui bastioni ed esaminare la situazione.

    Le nuove difese, da quando nani ed elfi erano giunti nel regno del Nord, erano qualcosa che neanche lontanamente il Celebrante avrebbe potuto immaginare: prima di tutto i tre sistemi di mura, da quelle esterne a quelle interne - che per inciso, circondavano anche le mura originarie di Asgard - che erano uno dei magistrali capolavori dell'architettura nanica. Poi, le varie trappole allestite dai cavatori di pietre, che avevano allestito fossati nascosti e trappole acuminate di ogni genere per frenare le truppe di terra. Quelle difese erano inespugnabili per un qualsiasi esercito di condizioni umane, ma i corrotti erano su un altro livello; ed era qui che subentrava la magia. Potendo sfruttare l'abilità dei maghi della Regina Eterna, grazie anche all'intercessione dell'ex sacerdote Galdor, e dell'abilità dei maestri di Rune dei nani, non c'era in Asgard un singolo sasso che non potesse nascondere un pericolo mortale.

    Ora l'armata corrotta si avvicinava, un numero a dir poco soverchiante: ma c'era qualcosa che non convinceva completamente il Celebrante, che esaminava la scena. Un'eco di pesanti passi metallici si sovrappose alla marcia nemica, poco vicino a lui; la figura massiccia, rivestita di un'armatura che qualsiasi umano avrebbe faticato anche solo ad indossare, teneva in mano il proprio elmo e sulla schiena portava legata una enorme ascia da battaglia, oltre a varie armi appese alla cintura come un piccolo arsenale a portata di mano. Sul pettorale il marchio della guardia scelta di Asgard, i Jomsvikings; i capelli e la barba, legata quest'ultima in una serie di trecce scarlatte, non lasciavano dubbi sull'identità di uno dei comandanti dell'esercito. Il nano respirò a fondo l'aria fredda, poi scrutò il cielo per un attimo, quindi si rivolse al proprio comandante in capo.



    Benvenuto, mio Celebrante. Giornata ideale per una passeggiata sulle mura e spaccare teste corrotte.

    Siegfried annuì, sorridendo interiormente. Varak Barbarossa non era mai stato tipo che tenesse all'etichetta, a lui interessavano solo il rispetto e la disciplina: erano quelle, le cose che facevano funzionare le armate, e non certo le parole dolci o la politica.

    Ideale anche per sopravvivere, Varak.

    Ora si voltò a guardarlo negli occhi. C'era qualcosa di strano nelle forze nemiche, e voleva vedere se il nano fosse del suo stesso avviso o avesse percepito qualcosa che a lui sfuggiva.

    Il nemico è in marcia verso di noi, ma stavolta... è diverso. Sono organizzati, pare. Tu che ne pensi?

    Il nano sbuffò nervosamente.

    Bah! Sì, sono organizzati. Marciano ordinati e compatti, o almeno così sembra, in falangi regolari di pseudoumani e mostri di vario genere, nessuna creatura particolare che in qualche modo non abbiamo già visto... ma il problema è proprio questo. Vedo solo animali, e non sento nessuna presenza di pezzi grossi. Sembra tutto troppo facile, anche se sono in tanti.

    Il Cavaliere di Asgard annuì. Varak, come molti dei guerrieri del Nord, erano ormai in grado di distinguere i cosmi ed erano paragonabili ai Custodi, in quanto a potere; nemmeno lui, che disponeva di un potere maggiore, riusciva a percepire la presenza di esseri potenti come Malasorte o Cupidigia. E neanche di Dragmor, che probabilmente stava nascosto da qualche parte.

    D'improvviso, alzò lo sguardo verso le montagne in un punto imprecisato oltre l'avanguardia dell'esercito nemico, e chiuse gli occhi. Un cosmo... no, due energie cosmiche molto potenti, ma anche molto diverse tra loro. Impiegò qualche istante per capirne l'essenza, poi riconobbe la meno intensa: era la stessa del sigillo, il Guardiano del tempio meridionale dei Gea. Doveva essere Amaterasu, aveva risposto al suo richiamo. Ma l'altro... era senza dubbio un Cavaliere di Atena, come molti altri che erano stati in visita più o meno "amichevole". Ma una potenza di questo genere... era superiore a lui, e paragonabile anche a Lelouch. Non avesse avuto Valmhur sulla schiena, avrebbe pensato che la spada fosse andata combinar guai al momento sbagliato, come sempre. Ma a quel punto, non potevano esserci altre possibilità: il Gran Sacerdote di Atene era giunto ad Asgard. Sorrise. Forse, quel giorno sarebbero sopravvissuti ancora.

    Sulle prime fu solo contento di sapere che i rinforzi fossero arrivati tanto presto, ma poi si rese conto di un dettaglio. Urzla aveva affermato di aver mandato uno dei suoi messaggeri ad Atene, e senza dubbio questi era partito immediatamente; inoltre i nuovi venuti erano certamente in grado di compiere grandissime distanze in pochissimo tempo, eppure qualcosa non tornava. Erano riusciti ad arrivare addirittura prima dell'inizio della battaglia, e questo non era possibile. A meno che...

    ...possibile che il nemico abbia rallentato l'avanzata di proposito? E a che pro?

    Poi ebbe un'intuizione, che poteva essere palesemente sbagliata oppure decisamente spaventosa. Si rivolse a Varak.

    Fai approntare le unità difensive delle mura esterne, e che ci siano anche coloro in grado di individuare avversari nascosti, invisibili o che possano confondere la propria essenza vitale. Faremo una sortita sull'esterno con la cavalleria, e poi svegliamo uno dei regalini che agirà centralmente. Vediamo se qualcuno dei comandanti esce allo scoperto.

    Varak annuì, ghignando e allontanandosi velocemente. Fosse stato per lui, avrebbe caricato da solo a testa bassa contro tutto l'esercito nemico, ma Siegfried sapeva bene la sua abilità come stratega, e molte delle strategie dell'esercito del Nord erano idee concertate insieme al nano. Dopo un paio di minuti, il Celebrante vide le gemme rosse sulle mura illuminarsi debolmente. Poi, da alcuni dei tanti passaggi sotterranei che i nani avevano predisposto partendo dalle reti sotterranee che collegavano i thaig e che da fuori erano impossibili da individuare, circa duecento cavalieri elfi a dorso di animali meccanici partirono alla carica verso i lati dell'avanguardia, con l'intenzione di suddividere la forza d'impatto avversaria su due fronti.

    La manovra sembrò funzionare, gli asgardiani sfruttavano la velocità delle cavalcature ed erano all'altezza di battersi alla pari con gli avversari, che per quanto fossero ordinati non potevano resistere al richiamo del sangue se una possibile preda gli arrivava a portata di mano. L'avanguardia iniziò ad allargarsi, scoprendo leggermente il centro nel tentativo di intercettare i cavalieri: fu allora che la terra tremò. All'esterno della roccaforte, nel paesaggio roccioso disseminato da monoliti alti diversi metri, qualcosa si mosse. Uno di questi iniziò a vibrare, a muoversi e cambiare forma fino a prendere sembianze umanoidi.

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    Il mostruoso colosso, pur sembrando un guerriero in piena regola, era in realtà una creatura animata: un golem gigante, gentile concessione di Borengar e dei suoi maestri di rune. Siegfried si chiese se quel nano non fosse qualcosa di molto simile ad una divinità; decise che un giorno glielo avrebbe chiesto, semmai quella maledetta guerra fosse mai giunta a termine.

    Nel frattempo osservò la carica a testa bassa del gigante, cercando di tenere d'occhio ogni segno sospetto nelle fila nemiche: Varak aveva ragione, e quando una cosa sembrava troppo facile c'era sempre una trappola.

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Eh.

    RIASSUNTO AZIONI - Bien, per ora non scendo in prima persona ma almeno comincio a muovere le acque: due piccole unità di cavalleria elfica vanno a stuzzicare l'esercito, attaccando e ritirandosi più volte per cercare un po' di rompere la formazione e poi il gigantone carica a tradimento sul centro. Non ho specificato energie, ma le truppe ordinarie dell'esercito sono tutte su livello circa verde (qualcuno anche di più), il gigantone che è più forte magari è un po' autoconclusivo ma ha l'obiettivo di far fuori un po' di bestioline e in contemporanea di testare le reazioni dei cattivi, non certo di vincere con la prima mossa. Intanto Siegfried sta all'erta perchè con la storia dei tempi distorti c'è puzza di trappola da mille chilometri.

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    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

    tPf3jSg
    TECNICHE


    Nessuna.





    Edited by Tygaer - 3/2/2023, 18:27
     
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    La puzza era insopportabile. Ma non la si poteva sentire nell'aria. Per un figlio di Gea era qualcosa che avvertiva fin nelle più profonde e recondite pieghe della propria essenza.
    Era un qualcosa che gli faceva venire il voltastomaco. Un qualcosa che gli attorcigliava le budella, strizzandole in una morsa provocando spasmi e dolore.
    I sentieri, le valli, le foreste ne erano pregni. Ogni accesso ad Asgard era invaso da migliaia di forme di vita. Vita nella sua concezione più pura e terribile


    L'essenza dell'opera di Ponto.



    Sputò per terra. Doveva togliersi questa sensazione acre dalla bocca; questo sapore malsano che gli corrodeva la gola. La situazione era critica come sempre ma in fondo non si aspettava nulla di meno. L'esercito era immenso.
    Sciamava giù dalla montagna lento e inesorabile. Erano compatti non si muovevano come uno sciame impazzito ma come se fossero tutti collegati in un unica mente collettiva.
    Strano.
    sacramento, Giappone, Australia erano solo i primi avvertimenti. La Corruzione non era fatta da bestie impazzite e basta. Si muovevano con metodica precisione, mossa da una mano e una mente che era al di là della sua concezione.
    Ponto.
    Sulla scacchiera del Grande Gioco Ponto stava muovendo le sue pedine con abilità, precisione mosse da un piano che si perdeva in un tempo senza tempo.
    Tasselli persi nella nebbia di ere, ma qualcosa doveva significare tutto questo. Leggere le mosse di Ponto era quasi impossibile.
    Lo invidiava e lo odiava.
    Allo stesso modo. Invidiava questa sua capacità di muovere ogni cosa seguendo un piano che era un equazione perfetta. Lo odiava per questo.
    Perché odiava se stesso. Di non riuscire a guardare attraverso la nebbia dispiegata da questo bastardo figlio di una vacca.

    «Gli eroi che arrivano nel momento prima dell'attacco.
    Non ti sembra strano?»


    Fu la prima cosa che notò, mentre si inginocchiò a prendere un pugno di terra. Nevischio e fango. Le sue dita scavarono a fondo in quella terra orgogliosa coperta da nevi perenni, con un popolo che resisteva di fronte alla marea nera.
    Se la passò tra le dita, la annusò. Qualcosa c'era ancora di non corrotto.

    «Scendono lenti.»

    Perché non attaccare di forza? Perché loro erano lì non ad attacco in corso ma proprio poco dopo l'assalto. Fortuna?
    Coincidenze? Non esisteva nulla di tutto questo in guerra.
    I tempi non potevano coincidere e non vi poteva essere simultaneità.

    Erano due contro tutto questo. Sorrise.
    Amava combattere da solo. In mezzo alla mischia. Di fronte all'abisso. Senza preoccuparsi di niente e nessuno. Solo sentendo Kusanagi ronzare e Zmaj voler distruggere e divorare questo fuoco malvagio.


    «AO! TESTA DE CAZZO!»




    Dietro di loro si aprì di nuovo la strada dorata. Le api ronzavano attorno a chi stava urlando come un ossesso.

    «Buttarti da solo contro tutto 'sto schifo? Testa di cazzo è dir poco.»

    Watatsumi . Il Dio del mare e della tempesta, del clan degli Nihon no ryū. Un colosso fatto di muscoli, sempre con una bottiglia in mano. Sembrava un vecchio di settant'anni ma con un fisico che era pura e solida roccia. Amava andare a piedi nudi – a modo suo diceva di sentire la terra e il mare al contempo – vestito alla maniera cinese e pomposità non sarebbe stato l'aggettivo giusto. Tutto in lui era troppo. Pungente. Sboccato. Volubile. Come la tempesta. Come il mare. Pronto all'ira così come alla quiete.
    Susanowo e Watatsumi andavano d'accordo in effetti. Da sempre. Perché erano legati al vento e alla tempesta. A qualcosa che non conosceva regole né imposizioni, se non le proprie.
    E ormai si era abituata al loro modo di fare anche se troppe volte Kusanagi doveva mettere un freno a Watatsumi e alla sua prorompente rabbia.
    Di solito però insieme a Watatsumi c'era sempre anche lui.
    Odokuro , Yokai Nobile del clan Gashadokuro.

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    «Perdonate l'essere altàuro del mio compagno d'arme.
    Ma la corte di mezzanotte non è culla per desìdia né di dilegine. Non saranno cotali lesure a impedirmi alcunchè.»



    «Parli troppo difficile 'cci tua. O parlate visto che sembra che hai n coro ar posto de a voce.
    Quarche sana trombata, quarche boccale de birra e na bella dormita co a pancia piena e stò 'na crema.»


    Chikane, Yokai Nobile del clan delle Yuki Onna, anche comparve accanto a loro. Insieme al gruppo degli Oni. Alcuni degli Yokai Nobili erano arrivati e lo sguardo di Amaterasu passò su ognuno di loro.
    Non amava questo. Era lì perché non avrebbe chiesto un altro sacrificio a chi combatteva insieme a Lei.
    Eppure non erano dello stesso avviso gli Yokai Nobili e la Guardia D'Onore di Bartolomeo.
    Erano stati mandati da Rigel del cancro...lo stesso Rigel che conobbe Draka all'inizio di tutto questa storia. Quando sui Carpazi gli affidò la gente di un villaggio in pericolo.
    Rigel se ne prese cura, così come stava facendo adesso con Bart...era giusto?

    «Siete da soli contro tanti. Permettete che vi diamo aiuto.
    Sono qui per Voi.»


    Non “ per lei”. Per voi.
    Bart e Amaterasu. Per Asgard. Per il mondo.
    I quattro Oni, capiclan che si ammazzavano per il potere sul clan, non dissero nulla. I quattro rimanevano immobili eppure fremevano.
    Le ferite sui loro corpi. Le bende, il sangue, i corpi martoriati per difendere. Per difendere il muro. Contro l'abisso. Per una fiamma che non doveva spegnersi.
    Ma era giusto ancora chiedere tale sacrificio? Non voleva più perdere nessuno...non voleva più combattere contro tale abominio. Voleva starsene tra le nuvole a dormire e sentire la Vita al sicuro.
    Ma per fare questo bisognava perdere qualcosa.
    Sacrificare il nostro bene per un bene più grande. Collettivo.

    «Un Imperatore è tale perché quando il sacrificio è massimo lo deve compiere solo Lui. Ma se questa è la vostra scelta, che sia.

    A quanto pare non vogliono lasciarci soli ad amoreggiare, eh?!»


    L'occhiolino beffardo per poi essere di nuovo concentrato su quello che avevano davanti. Asgard era sotto attacco. I bastardi avanzavano senza paura né dubbio alcuno. Dovevano spezzare la loro formazione e dare respiro alle mura.
    Nelle retrovie si muovevano corrotti antropomorfi dalla testa caprina e dalle ampie corna correvano e saltavano tra le vette e i sentieri montani.
    Per quanto vi fossero dubbi e..


    mRIvGqR
    Due grida acute.



    Spezzarono i ragionamenti e con essi la titubanza e i dubbi che ne erano figli.
    Dovevano passare all'azione.
    Dalla quiete del pensiero, al movimento della scelta.
    Strinse il pugno che ancora aveva la terra di Asgard tra le dita, mentre accarezzò l'elsa di Kusanagi.
    Ognuno degli Yokai Nobili erano nella sua vera forma. Quella con cui avevano scritto le leggende.


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    Nami kotogotoku waga tate to nare, ikazuchi kotogotoku waga yaiba to nare!
    Che tutte le onde siano il mio scudo. Che tutti i fulmini siano la mia lama!



    Il suo ruggito richiamò la tempesta. Il suo corpo lo divenne. Un colpo di coda contro quegli esseri alati. I fulmini si abbatterono sui loro corpi scheletrici e un ruggito sordo di compiacimento seguì alla loro caduta, con le ossa fumanti.

    Amaterasu divenne Vento.
    Respirò così a fondo che sembrò il respiro di tutte le cose su questa terra. Kusanagi sembrò vibrare come se il suo filo rispondesse a quel suono.

    «Aprirò un varco fino alle mura. Gli altri mi seguiranno.»

    Si guardarono ancora tutti insieme.
    Pugno contro pugno.
    Quello mastodontico del gigante della seconda casa, di contro a quello più esile dell'Araldo. I loro cosmi si unirono per un attimo.
    Diversi eppure simili.
    Kusanagi fu zezzìo.
    Vocero ferale.
    Ursigno ferro.

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    Kaze no yōna kireme
    Un taglio come vento




    Amaterasu si lanciò con tutta la sua forza contro il fianco nemico.
    Il vento e le correnti d'aria furono il suo muro, Kusanagi divenne una tempesta e falciò la prima fila.
    Vi furono magatame di vento su tutto il filo che vennero lanciate in mezzo alla formazione esplodendo all'impatto.
    Avevano correnti d'aria opposte: alcune esplosero sbalzando i nemici, altre implosero risucchiando tutto quello che era nella loro area d'effetto maciullando i corpi.
    Lasciò dietro di sé una scia di distruzione e sangue


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    Il vento accompagnò ogni colpo, ogni fendente sbalzando e maciullando i suoi nemici.
    La spada vorticava di correnti d'aria opposte, rilasciandole ad ogni fendente. Amaterasu fu un ciclone. Alzò alcune colonne d'aria che impattavano contro le linee dei nemici maciullandoli all'impatto, risucchiandoli in vortici d'aria pressurizzata dove strappavano braccia e gambe.
    Dietro di lui seguivano gli Yokai Nobili e la guardi di Bart.
    Dovevano arrivare alle mura e prenderne posizione.
    Falciò nemici come se fosse una falce con le spighe di grano.
    Kusanagi era davvero la spada che falcia l'erba.
    I nemici erano l'erba.
    Nemici che caddero di fronte a lei. Le correnti d'aria risucchiavano tutto quello che potevano portandoli verso Kusanagi e Amaterasu che ne fecero mattanza senza un grido, senza nulla di più che movenze assassine e precise.
    Economia di movimenti. La pura e semplice brutalità della spada. Un arma per uccidere.
    Non filosofia.
    Il taglio qui non era concetto ma mera azione che portava con sé morte e distruzione.

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    CUTTING EDGE

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    Chikane si buttò nella mischia insieme agli Oni.
    Aria fredda, ghiaccio, calma e stasi di contro alla furia senza freni dei quattro Yokai Nobili. Diversi anche nel modo di combattere.

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    La furia degli uni trovava nel ghiaccio della Yuki Onna compagno perfetto per la loro mattanza senza freni. Ricoperti di budella e sangue ne provavano giovamento ed eccitamento.
    Mentre il Dio Drago e Odokuro non perdevano, in battaglia, il loro continuo beccarsi a vicenda.
    Il parlare colorito dell'uno contro quello desueto dell'altro. La furia della tempesta di contro alla spada e allo scudo fatti d'ossa dell'altro.
    L'esercito dovevano tagliarlo a metà anche se...

    Perché gli era venuto in mente la battaglia di sacramento? Troppo facile?
    La trappola quando sarebbe scattata? Dividersi forse non era opportuno in questo momento. Non la migliore delle idee...forse...ma combattere contro la Corruzione significava adattarsi continuamente al ritmo della battaglia.
    Doveva cercare di leggerne e capirne i movimenti.
    Anche se questo significava giocare a scacchi contro Ponto in persona.




    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Intatta

    STATUS FISICO:


    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Vento
    "Se desiderate conoscere il divino, sentite il vento sul viso e il sole caldo sulla vostra mano"
    Il vento è di natura ribelle, capriccioso, selvaggio. Può essere una carezza o un tornado che spazza tutto e tutti. Imprevedibile come lo è Amaterasu.
    Ogni trasformazione elementale asseconda un lato del suo carattere, ogni elemento ne fonda la sua essenza e lei è in loro e viceversa.
    Il vento è quello che rende Amaterasu amico o combattente letale. Il vento è il più imprevedibile tra gli elementi...così come Amaterasu è il più imprevedibile tra gli araldi
    In questa trasformazione il suo aspetto sarà quasi trasparente, come se si potesse guardare attraverso. Persino i capelli, lunghi anche troppo, sembreranno delle correnti d'aria, e intorno al suo corpo vi saranno correnti d'aria più o meno forti.ogni sua parola sarà come il vento che soffia tra le fronde degli alberi, come carezza o come uragano in base alla situazione, e divenendo vento potrà controllarlo. Generare tornado, lame di vento, proiettili di aria compressa, esplosioni liberando aria compressa. Potrà anche simulare parzialmente il volo ed accelerare i propri movimenti.
    Il suo intero corpo potrà trasformarsi in un tornado,i suoi arti, potrà giocare con la pressione atmosferica o creare vuoti d'aria improvvisi.

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    Entro di prepotenza nel fianco dello schieramento nemico in forma vento, divenendo una vera e propria tempesta/ciclone katrina, cercando di creare un varco verso le mura e proteggerle insieme agli npg miei e di bart.
     
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    L’attesa non durò molto, sapeva che quel metodo, seppur grezzo e rudimentale, avrebbe funzionato. La sua voce legata a quel cosmo immenso e inconfondibile furono davvero il faro nella notte che destò Amaterasu dal suo regno. Il suo amico, il suo compagno di follie era finalmente giunto al Grande Tempio ancora una volta. L’Araldo arrivò come se fosse avvolto da una magia incomprensibile, e il suo sguardo era fisso negli occhi del Gran Sacerdote. Non ci vollero molte parole per capirsi, perché sapevano già quello che dovevano fare.

    Oh oh, eccoti figliolo.

    Lo accolse con una risata spontanea, felice di vedere che il suo più grande alleato e amico era giunto in suo aiuto in un battito di ciglia. Anche l’altro era perfettamente sulla stessa linea d’onda, ed entrambi erano già pronti a raggiungere la loro destinazione. Quell’atteggiamento sfrontato e colorito di Amaterasu gli piaceva tantissimo, perché era fermamente convinto che i fatti valevano molto più delle parole.

    Già, niente cena di gala questa sera, perché abbiamo un’altra festa a cui partecipare.
    Andiamo, Asgard ci aspetta!


    Strinse il pugno destro come a rimarcare quella sua incontenibile voglia di raggiungere gli alleati in pericolo, con il cosmo che ribolliva in attesa di scatenarsi finalmente contro il nemico. Uno sciame d’api apparve dal nulla, avvolgendoli, e ricordando lo stesso incredibile fenomeno che aveva accompagnato la comparsa degli Araldi in passato. Bartolomeo sapeva già cosa gli aspettava, e stava ordinando allo stomaco di non fare scherzi. Il teletrasporto, o qualsiasi spostamento istantaneo, gli aveva sempre creato problemi, e non si era mai abituato del tutto. Strinse la mascella e trattenne il respiro per il tempo necessario perché il paesaggio mite della Grecia facesse spazio a quello di perenne inverno del luogo cui erano diretti.
    Asgard si palesò di fronte a loro in un battito di ciglia, con uno spettacolo che gli fece dimenticare di riprendere a respirare. Il Toro si aspettava di vedere distese infinite di ghiaccio e neve, intervallati solamente dalla roccaforte del nord e dalle sempiterne montagne. Quello che li accolse, invece, fu qualcosa di terrificante.

    Ma cosa...?

    Bart sgranò gli occhi, forzandosi per riprendere a respirare normalmente. Aveva già visto molte orde di corrotti, moltissimi orrori creati dalla Corruzione, ma ciò che stava accadendo in quel momento era qualcosa di davvero soverchiante. I due Cavalieri si trovavano su una collina, un punto rialzato che gli permetteva di abbracciare con lo sguardo tutta la scena. Era come essere in prima fila per l’anteprima di uno spettacolo così importante e famoso da attirare un fiume di appassionati. In quel caso, però, il fiume di appassionati era stato sostituito da un’orda di corrotti che si estendeva a perdita d’occhio. L’obiettivo di quegli abomini era chiaro quanto banale: assediare e abbattere Asgard. La direzione della folla feroce era una sola, anche se la furia che quei mostri mostravano era alquanto controllata. Il gigante parlò quasi fosse un riflesso incondizionato, dando voce ai suoi pensieri in quel momento così confuso e concitato.

    Ho già visto orde di corrotti, più di una volta, ma non ho mai notato, nemmeno lontanamente, un briciolo di disciplina.
    Questi mostri sembrano diversi, quasi organizzati.


    Anche Amaterasu espresse i suoi dubbi, notando come i nemici si muovessero lentamente ed evidenziando qualcosa cui il Gran Sacerdote non aveva ancora fatto caso. Il tempismo con cui Bart e Amaterasu erano arrivati ad Asgard sembrava quello di un film d’azione, tanto bello da vedere quanto orchestrato da una regia predeterminata. E loro apparivano proprio come gli eroi protagonisti di quel film, arrivati nel modo giusto e al momento giusto. Il gigante rivolse l’attenzione al suo compagno di battaglia, scrollandosi di dosso in un batter d’occhio qualsiasi dubbio o esitazione.

    Troppo bello per essere vero, sono d’accordo.
    Nulla, però, ci vieta di prenderli comunque a pugni sui denti.


    Erano certamente di fronte a uno strano comportamento, che aveva portato Bartolomeo a farsi più domande di quelle che di solito si faceva. Belli i tempi in cui ci si poteva fiondare contro quegli abomini instupiditi dalla loro condizione di dannati, per travolgerli senza diritto di replica e rischiando il minimo indispensabile. In quella situazione, invece, avrebbero forse dovuto agire con più cautela, studiando il nemico per imbastire una strategia coerente, per poi...

    Vogliono farci passare da eroi?
    Beh, al diavolo, facciamolo!
    Non possiamo certo stare a guardare.


    Ecco, esatto, quella era la suddetta “strategia coerente” di Bart, che ancora una volta prese il sopravvento su tutto e tutti. E, badate bene, il più delle volte era proprio la strategia che serviva e, forse, anche in quel momento non sarebbe stata del tutto sbagliata. Tempismo sospetto oppure no, Asgard era comunque assediata da un esercito di corrotti spropositato e, quindi, non avevano molto tempo per evitare una catastrofe.
    Il Toro alzò lo sguardo e lo puntò verso la roccaforte immersa nei ghiacci eterni, riuscendo a percepire in lontananza un insieme di forze amiche non indifferenti, tra cui spiccavano alcuni elementi singoli veramente molto potenti. Asgard non era sguarnita, tutt’altro, ma nessuna difesa poteva resistere per sempre contro un nemico che non si stanca e non dorme mai. Uno dei cosmi percepiti, forse il più potente tra quelli presenti, doveva probabilmente essere quello del Celebrante di Odino. Era incredibile come Atene e Asgard fossero alleati da sempre, ma Bartolomeo non avesse mai avuto la possibilità di incontrare il Celebrante. Erano tempi difficili, quello era chiaro, e le perdite subite in Giappone (e anche poco dopo quella dolorosa missione) si erano fatte sentire. Il gigante, però, si ripromise di colmare quella lacuna, perché voleva davvero rinsaldare ancora di più i rapporti tra le due Caste.

    Quando avremo preso a calci tutti questi corrotti, dovrò assolutamente conoscere il Celebrante.
    Il biondo mi avrebbe già tirato le orecchie per questa mia mancanza, oh oh.


    Sorrise nei suoi pensieri, pensando a come Daya – che sapeva essere grande sostenitore e alleato del Celebrante – avrebbe fatto di tutto per agevolare le rispettive conoscenze e, dannazione, gli fece male al cuore ripensare al suo amico.
    Quel suo momento d’introspezione, che lo aveva alienato per un istante dal caos che li circondava, venne interrotto quando il Toro percepì il palesarsi di altri cosmi. Questa volta, però, il potere non proveniva dalle mura della roccaforte, bensì poco distante da loro.

    Sono arrivati i rinforzi?!

    Un dubbio lecito, la cui risposta arrivò più con i fatti che con le parole. I compagni d’armi di Amaterasu, infatti, giunsero sul campo di battaglia in aiuto del loro Araldo, dimostrandosi un insieme di guerrieri alquanto particolari ed eterogenei. Le loro forme, espressioni e atteggiamenti erano così strani e coloriti che fecero sorridere il gigante, che ovviamente era molto concento di vedere quell’affiatamento e apprezzava molto l’aiuto che avrebbero potuto dare.

    Ciao a tutti, io sono Bart.
    Vi unite anche voi alla festa?


    Rivolse a tutti loro un sorriso sincero e un po’ disarmante, considerando la difficoltà del momento. Quando vide, però, che anche gli altri stavano affrontando l’orrore nello stesso modo, il Toro capì immediatamente che sarebbero stati perfetti compagni di battaglia. Perfetti per lui e Amaterasu, s’intende.

    Ben ritrovato, Gran Sacerdote.

    Era così concentrato ad ammirare l’arrivo dei guerrieri dell’Araldo, che quelle parole, così improvvise e apparse dal nulla, lo colsero alla sprovvista. Poteva essere stata solamente opera di un teletrasporto, perché non aveva percepito alcun cosmo diverso fino all’ultimissimo istante. Bartolomeo si girò di scatto, e il suo sorriso si allargò ancora di più.

    Il Cavaliere d'Oro del Cancro vi manda i suoi migliori omaggi, e la signorina Elena vi rimprovera per l'imperdonabile dimenticanza della sua guardia d'onore.
    Ambasciatore non porta pena, non me ne vogliate.


    Se non fosse per la sua Famiglia allargata, di cui anche Rigel faceva parte a pieno titolo, si sarebbe dimenticato pure il suo nome a furia di prendere a capocciate qualsiasi cosa senza nemmeno pensarci due volte. Nella fretta della partenza, infatti, non aveva nemmeno considerato di farsi accompagnare dalla guardia d’onore del Toro. Non che l’avesse mai fatto, sia chiaro, preferiva gettarsi nella mischia da solo ed evitare ad altri di rischiare inutilmente con lui o al posto suo. Ogni tanto, però, è necessario valutare meglio la situazione prima di partire a testa bassa. E Rigel ed Elena, in quel momento, avevano fatto in modo di ricordarglielo, per inculcare un po’ di sale in quella zucca testarda.
    Ma, un attimo, ci siamo persi un particolare importante: qualcuno aveva forse detto “signorina Elena”? Eh, certo Bart, non siete mica sposati. L’etichetta è importante, ricordatelo adesso che sei Gran Sacerdote, anche se ormai sappiamo tutti che sei una causa persa in partenza.

    Oh oh oh, come farei senza quei due.
    E la stessa cosa vale anche per voi.


    Ma chi erano questi “voi”? Erano la guardia d’onore del Cavaliere d’Oro del Toro, e questo l’abbiamo capito, ma cosa rappresentavano? Erano monaci guerrieri scelti dal Grande Tempio, che non erano diventati Cavalieri dotati di Armatura, ma che avevano votato la loro stessa esistenza al supporto e alla protezione di un Santo di Atena. Per la Seconda Casa, questi combattenti erano dieci, tutti molto alti e con i capelli di un bianco quasi innaturale. Vestivano d’oro, per richiamare il sole da cui traevano ispirazione e forza, e i loro occhi brillavano costantemente del loro luminoso potere. Erano capaci di manipolare la luce, nonché di curare le ferite e praticare esorcismi spirituali. Il contrario e il complemento di Bartolomeo, insomma, che aveva una (decisamente) maggiore propensione alla distruzione. La loro forza combinata a quella del Gran Sacerdote poteva diventare qualcosa di davvero incontrastabile, e Asgard sarebbe stata una dei pochi testimoni di quel perfetto connubio.
    Il gigante diede una poderosa pacca sulla spalla al monaco che aveva parlato – cogliendolo alla sprovvista e incrinando il suo solito portamento impettito – esprimendo un sincero ringraziamento per aver voluto unirsi a lui in quella pericolosa missione di salvataggio.

    Grazie per essere qui con me, anche se non avrei mai voluto coinvolgervi.
    Non avrei voluto coinvolgere nessuno in questo mio folle tentativo di salvataggio.


    Quanto era vero. Il Gran Sacerdote era partito in fretta e furia da Atene, sicuro di lasciare la roccaforte in buone mani, ma altrettanto convinto di sostenere solo con le proprie azioni ciò che aveva scelto di fare. Non voleva che qualcun altro rischiasse per lui, perché il suo cuore non poteva sopportare altre perdite. Doveva ammettere, però, che sapere che Rigel ed Elena avevano pensato a lui e vedere la sua guardia d’onore pronta a scendere in battaglia senza alcuna remora, gli scaldò incredibilmente l’animo.

    Ma siete i benvenuti ragazzi, diamoci dentro.
    Seguite Amaterasu e i suoi guerrieri alle porte di Asgard.
    Impedite a tutti i costi che le difese vengano sfondate.
    Oggi non perderemo altre vite innocenti per mano della Corruzione.


    Amaterasu si era già offerto di fare strada per tutti loro, e Bart colse quell’occasione per schierare i suoi guerrieri della luce a difesa delle mura. Era importante prendere alla sprovvista quell’orda di corrotti, schiacciarli prima che se ne accorgessero, per andare a rinforzare le porte della roccaforte. Se la Corruzione fosse mai riuscita a sfondare l’ingresso della città, avrebbe potuto davvero essere la fine per i suoi abitanti.
    Il Gran Sacerdote, però, aveva altri piani per se stesso. Mentre i suoi compagni di battaglia avrebbero cercato di fendere il fiume di nemici come una spada, lui avrebbe cercato di dare a quegli abomini una lezione che non si sarebbero scordati facilmente.

    Io vi raggiungo fra poco, non preoccupatevi per me.

    Minimizzò quello che stava per fare, come sempre, lanciando in aria lo scrigno della sua Armatura in un gesto fluido e quasi noncurante. Le vestigia del Toro illuminarono con il loro potere tutta la zona, andando poi a proteggere il loro legittimo possessore. E se Bartolomeo aveva deciso di indossare la sua Cloth, significava che avrebbe fatto sul serio, sin da subito, mettendo anima e corpo in quello che stava per fare.

    Ovviamente ci preoccupiamo, ma sappiamo anche molto bene dove riporre la nostra fiducia.
    Un solo cenno e torneremo da voi, non correte rischi inutili.


    Il sorriso quasi ferino faceva intendere esattamente il contrario. Bart era proprio incorreggibile. Sapeva bene, però, che loro erano lì per lui, e avrebbe dovuto agire da solo per non mettere in pericolo i suoi stessi alleati.

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    Il solo pensiero gli faceva ribollire il sangue nelle vene, e si preparò per l’imminente scontro. Due corrotti alati si accorsero della loro presenza, allarmando il resto dell’esercito. Non c’era più tempo da perdere, perché l’effetto sorpresa era saltato, ma poco male. Il gigante strinse entrambi i pugni, aprendo e chiudendo le mani in modo impaziente. Scrocchiò il collo a destra e a sinistra, guardando con la coda dell’occhio il suo amico Amaterasu.

    Eh sì, niente cenetta al lume di candela per noi due oggi.
    Oh oh, ci rifaremo mio caro Amaterasu, promesso.
    Adesso andiamo!


    Ricambiò l’occhiolino, e allungò il braccio per accettare quel pugno contro pugno offerto in modo così spontaneo dall’Araldo. Quel breve contatto esprimeva il loro approccio alla battaglia: diretto e deciso.
    Amaterasu, i guerrieri di Gea e la guardia d’onore del Toro partirono alla volta delle mura, fendendo l’orda di corrotti come un coltello nel burro. I suoi monaci avrebbero trafitto i nemici dalla distanza con tremendi e accecanti fasci di luce, travolgevano la marea di abomini con il loro potere che era totalmente l’antitesi delle tenebre della Corruzione. Un approccio controllato e disciplinato, sicuramente molto diverso dal Cavaliere di Atena cui si erano votati.
    Bart attese con tutta la poca pazienza che non aveva, dando il tempo ai suoi compagni di avvicinarsi il più possibile alle mura di Asgard. A braccia conserte, assumendo quella sua caratteristica posizione di Baluardo di Atena, il suo cosmo divampò in un’esplosione contenuta ma estremamente efficace, scatenando letteralmente tanti piccoli terremoti nell’aria, in grado di abbattere e tenere a distanza i corrotti più vicini che si erano accorti si lui. Doveva solo far passare del tempo, ma ogni secondo gli faceva prudere le mani quasi al limite del dolore. Non ce la faceva più.

    Ora.

    Una semplice parola, un semplice pensiero. Quando tutti furono arrivati in prossimità delle porte della roccaforte, Bartolomeo flesse entrambe le gambe concentrando la sua forza straordinaria negli arti inferiori. Con una spinta che fece cedere il terreno sotto di lui, il Toro spiccò un salto in diagonale verso l’alto, portandosi più o meno sopra le teste dei corrotti che si trovavano al centro della formazione nemica. Il suo cosmo generò un bagliore accecante e diffuso, quasi fosse un sole alto nel cielo, per poi andare a raccogliersi nel suo pugno destro. Il gigante sorrise, prima di scagliarsi con tutta la forza e il cosmo straordinari nuovamente verso il terreno.
    Tutto ciò che sale, prima o poi scende. E come se scende.

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    Quello non era altro che una delle sue tecniche dal potenziale devastante più elevato, il Titan’s Nova. Il Cavaliere d’Oro si scagliò sul terreno alla velocità della luce, circa al centro dell’esercito nemico, come una meteora pronta ad annichilire il pianeta che sta per colpire, impattando al suolo con il pugno pregno di un potere senza pari. Il suo cosmo sconfinato, unito alla forza straordinaria, avrebbe penetrato il terreno per poi espandersi in tutta l’area d’effetto del suo potere. La terra si sarebbe divelta, ribaltata, e sarebbe stata dilaniata da violente esplosioni al fine di travolgere tutto e tutti. Ogni masso, detrito o roccia si sarebbero mescolati con il cosmo del Cavaliere, diventando pericolosi come resistentissimi costrutti creati da un guerriero in grado di padroneggiare l’elemento terra. Anche il più piccolo frammento di quell’attacco avrebbe potuto porre fine all’orrenda vita degli abomini, facendo diventare il campo di battaglia un terreno in cui le trappole mortali erano più numerose di tutti i singoli granelli del terreno messi insieme. Sarebbe stato come trovarsi ignari testimoni dell’esplosione di una bomba atomica che, come sappiamo, non lascia alcuno scampo. Le conseguenze avrebbero potuto persino cambiare la conformazione di quel luogo, lasciando un enorme cratere come monito a tutti coloro che avrebbero nuovamente calpestato quel terreno martoriato.

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    La sua violenza, però, si sarebbe fermata prima della zona dove imperversava la battaglia tra i suoi alleati e la Corruzione, alle mura di Asgard. Era una violenza indistinta solo contro i veri nemici, insomma, evitando assolutamente di travolgere i suoi compagni impegnati nella difesa della roccaforte.
    Qualcuno ha detto “Bart spacca!”? “Di brutto” come direbbe qualche giovanotto. Ma, hey Bart, vacci piano che Asgard ci serve ancora!

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Arriva la cavalleria, anche se sembra arrivare perfettamente in tempo. Come direbbe Adam Kadmon: coincidenze? Io non credo xD Comunque ci raggiungono anche i nostri rinforzi (guardia d’onore di Bart descritta per la prima volta qui) e vanno con Ama a tagliare il fianco dell’esercito per poi spostarsi vero le mura. Bart attende che si siano spostati abbastanza verso le porte della roccaforte, tenendo a bada i corrotti creando piccoli terremoti nell’aria accompagnati dal cosmo [AD]. Poi sfrutta la forza straordinaria per spiccare un salto in cielo e posizionarsi più o meno al centro del fiume di corrotti, e si fionda come una meteora sul terreno scatenando la potenza di uno dei suoi attacchi ad area più devastanti: il Titan’s Nova [AF]. L’obiettivo è atomizzare tutto e tutti, fracassando l’esercito in marcia come se fosse una bomba atomica, e rendendo il terreno un inferno in terra. Bart estende l’attacco in tutta l’area d’effetto raggiungibile (potenzialmente due chilometri), fermando la sua violenza indistinta prima della zona in cui gli alleati e gli amici stanno combattendo in prossimità delle mura. Insomma, Bart spacca? A questo giro direi proprio di sì :mke:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    Titan's Nova:
    [Effetto Secondario: Terra]
    La fine del Mondo. La terra si ribella a coloro che da millenni la calpestano senza rispetto, generando morte e distruzione.
    Appoggiando un palmo al terreno, oppure scagliandovi contro un pugno, il Cavaliere del Toro genererà un'incontenibile esplosione che ribalterà il terreno stesso. Il potente cosmo del fiero guerriero fluirà nel sottosuolo per poi distruggere tutta l'area compresa nel suo dominio cosmico. Enormi massi potranno levarsi a centinaia di metri, colpendo e travolgendo l'avversario con violenza durante l'ascesa o la discesa. Tali conseguenze della devastazione – siano essi rocce, enormi frammenti o detriti – si mescoleranno con il cosmo del Cavaliere ottenendo la stessa resistenza e lo stesso potere distruttivo di costrutti creati da un guerriero che domina l’elemento terra. Il tutto sarà accompagnato da fortissime esplosioni di cosmo straordinario che renderanno la difesa alquanto difficoltosa. Sembrerà di trovarsi nel bel mezzo di un’esplosione nucleare senza precedenti. Distruzione indistinta, insomma. Ciò che Bartolomeo predilige.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - GUARDIA D'ONORE

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    Quest in difesa di Asgard

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    III




    La prima linea si spezza facilmente. Dopotutto i canidi non hanno la funzione di sfondamento, ma di disturbo. Gli esseri che non finiscono macellati dalle sortite della cavalleria o sotto alla mole del guardiano meccanico sfrecciano verso i piedi delle mura, cercando di scalarle. La loro rapidità è impressionante e i loro artigli affondano senza sforzo nelle superfici verticali, tanto che non sembra stiano correndo contro gravità.

    Una quantità enorme di corrotti cade sotto ai vostri colpi e ai colpi dei vostri uomini. Il nero del loro sangue imbratta la terra, i vostri piedi, le vostre mani. Bastano pochi istanti affinché il suolo divenga un pantano di orrori inimmaginabili.
    E basta poco anche per capire che quella è una battaglia molto diversa da quelle combattute negli ultimi anni.
    Ora che vi trovate nel pieno della battaglia, la sensazione che attanaglia le vostre viscere è molto più netta: vi sembra di trovarvi sott'acqua, metri e metri sotto la superficie, tanto è opprimente la presenza della Corruzione.
    In certi momenti fate persino fatica a muovervi e a ragionare. andate avanti quasi per inerzia, ma vi rendete conto che i vostri colpi non risultano tanto incisivi quanto vorreste.
    Il nemico d'altro canto sembra non fermarsi mai: ogni brandello di carne che non riuscite a ridurre a materia inerte si lega agli altri e si ricombina in altre forme di vita. I cadaveri corrotti si rialzano, più forti e massicci di prima. Le caratteristiche mostruose si mischiano, gli aspetti si confondono. Il processo è rapidissimo, perfino troppo, anche per la massima opera di Ponto.

    Prima che possiate rendervene conto, nuove ondate di Corruzione prendono il posto di quelle che avete massacrato.
    E apprendono. Sanno come evitare ciò che ha ucciso gli altri. Si difendono in maniera più efficace e attaccano in maniera più mirata.
    Gli esemplari più forti convergono sul Toro, che si ritrova circondato da bestie enormi che ormai non si disgregano più sotto l'immensa pressione dei colpi del Cavaliere.
    Esseri elementali di vario tipo contrastano Amaterasu e la sua corte rendendosi sfuggenti come le correnti stesse del vento che ha macellato la prima ondata. Innumerevoli esseri alati tentano di bersagliare gli uomini dall'alto, riversando micidiali attacchi d'acido e spine metalliche. Una parte di essi si è concentrata sulle mura per sfondare le difese erette a protezione di Asgard.
    La cavalleria elfica è contrastata con sempre maggior precisione nelle continue sortite.

    Dovete cambiare strategia, prima che il loro numero e la loro forza finiscano per soverchiarvi interamente.

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    Note Master:

    Sperimentate un generale indebolimento su tutti i piani (fisico, mentale e spirituale). L'effetto è graduale ma costante, tipo veleno. Non si tratta di un attacco vero e proprio, ma dell'energia corrotta che tenta di sopprimere ogni cosa. Il nemico invece sembra rafforzarsi. Il recupero, la rigenerazione e la ricostruzione degli esseri è più rapida di quanto avete potuto constatare in altre battaglie simili. Inoltre sembra che non smettano mai di arrivare e ora lo schieramento si riorganizza per contrastarvi singolarmente o a gruppi.
    Sì, la situazione peggiora invece che migliorare. Combattete o tentate di riorganizzarvi in altro modo (o entrambe le cose), come preferite. Avete un altro turno beeeeeeeeeeello lungo e abbastanza libero in cui potete occuparvi di più avversari, ma malgrado tutto sapete (o almeno vi rendete conto andando avanti) che la forza bruta non vi salverà per molto. Tutto quello che decidete di fare a parte massacrare corrotti mettetelo al condizionale.

    Ci riorganizziamo mercoledì 8 febbraio.




    Edited by Him3ros - 1/2/2023, 10:15
     
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    Hel's Bells
    III
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    Siegfried contemplava le azioni della cavalleria: le prime file di nemici non restavano serrate, e il golem con il suo attacco a sorpresa aveva mietuto diverse vittime; tuttavia il nemico non cedeva terreno, e lentamente avanzava verso le mura. I due alleati avevano attaccato lo schieramento rispettivamente dal fianco e dall'alto aprendo un varco nell'enorme marea nera, e sulle prime quelle mosse potevano sembrare decisamente efficaci: ma c'era ancora qualcosa di strano. In qualche modo, le azioni dell'esercito e dei cavalieri sembravano attutite, come se qualcuno stendesse un velo davanti ai loro occhi costringendoli a rallentare l'impeto.

    Ma c'era dell'altro: Siegfried lo aveva già visto in passato. Quei mostri si rigeneravano, ed anche rapidamente.

    Non va bene. Se non li distruggiamo completamente, quelle bestie si ricompongono come gli spiriti dell'acqua. Non possiamo permetterci di perdere le mura esterne già all'inizio della battaglia, ma troveranno una degna accoglienza.

    Varak era ricomparso al fianco del Celebrante, che valutò per un attimo se buttarsi direttamente nella mischia o meno: certamente una mossa appagante, ma altrettanto avventata. Già i mostri erano arrivati in prossimità delle mura, e alcuni stavano già cercando di scalarle. La cavalleria elfica aveva già ripiegato entro le mura dopo aver constatato che l'effetto del loro intervento si era limitato a creare un po' di disordine e nulla più, il nano tamburellava nervosamente le dita sulla pietra, mentre aspettava l'ordine che già sapeva di dover attuare. Siegfried fece un cenno col capo, e il comandante dei Jomsvikings prese un piccolo corno che teneva legato alla cintura e vi soffiò dentro: un chiaro segnale che preannunciava le nuove mosse dell'esercito.

    Immediatamente i vari cristalli in cima alle mura presero a brillare e a scagliare una miriade di saette roventi verso l'esercito e gli avversari più vicini alle mura, incenerendoli al contatto. Quasi contemporaneamente le mura iniziarono a brillare di una luce azzurrina, rivelando la presenza di moltissime rune naniche che attuavano un nuovo incantesimo: la nuda roccia iniziò a scaldarsi fino a raggiungere la temperatura del metallo rovente. In poco tempo le mura esterne erano di fatto diventate un ammasso di magma, che all'interno continuava a mantenere la propria solidità e che grazie alla magia elfica rimaneva al proprio posto, o si sarebbe verificata una vera e propria colata che avrebbe travolto qualsiasi cosa.

    Anche stavolta le contromisure sembravano essere valide, ma sarebbero state abbastanza? E c'era anche quella specie di atmosfera che impediva ai soldati di combattere come sapevano. Anche i guerrieri venuti da lontano sembravano in qualche modo bloccati da qualcosa. Il Celebrante portò la propria attenzione sul campo di battaglia e iniziò a far brillare il proprio cosmo, era il momento di coordinare le forze in campo.

    Miei amici e compagni.

    Non era facile trovare le parole giuste, dato che non aveva mai incontrato personalmente i propri interlocutori.

    Mi riservo i ringraziamenti a dopo la battaglia, se saremo ancora vivi. Ve ne sarete già accorti, quelle creature non muoiono facilmente e si rigenerano anche dopo la morte; il mio esercito, per quanto valoroso, per adesso ha arrecato danni poco più che superficiali. Le difese esterne per ora tengono, le mura di magma dovrebbero rendere impraticabile ogni forma di scalata e il loro spessore impedisce qualsiasi sfondamento, mentre i raggi ustori puntano direttamente a qualsiasi nemico si avvicini troppo alle mura stesse. Una cosa mi preoccupa, e sto cercando di vederci chiaro: qualcosa ci indebolisce, forse un avversario nascosto o qualche subdola macchinazione dei corrotti. Dobbiamo individuare subito la causa, e ci serve tempo per studiare i corrotti per capirci qualcosa. Li dobbiamo rallentare con ogni mezzo.

    Lui stesso avrebbe voluto intervenire scombinando il territorio davanti alle mura, ma avrebbe rischiato di fare danni anche ai propri alleati. Poi vide una serie di creature, dalle retrovie, innalzarsi in volo: volevano attaccare dall'alto ed aggirare l'ostacolo, anche se i cristalli in cima alle mura avrebbero comunque rappresentato un ostacolo efficace. Siegfried e Varak si scambiarono un ghigno complice, di chi si aspettava una mossa del genere, e il nano suonò nuovamente nel corno, con un diverso segnale musicale.

    Pochi istanti dopo, una flotta di Drakkar si sollevò nei cieli alle spalle del Celebrante. Ognuna delle imbarcazioni era dotata degli stessi cristalli delle mura, e a bordo erano presenti elfi e umani addestrati all'utilizzo delle imbarcazioni. Siegfried estese la sua mente ai maghi in volo, ordinando che una parte di loro scandagliasse i dintorni cercando la fonte dell'indebolimento.

    Lui avrebbe fatto lo stesso, estendendo al massimo la forza del proprio cosmo cercando fonti di dissonanza. Ma che fine aveva fatto, quel golem...?

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Eh.

    RIASSUNTO AZIONI - Continuo a rimanere sulle mura a dispensare tatticismi, resto a disposizione di Him per ulteriori informazioni sulle difese delle mura. Per il resto mi coordino con gli altri comunicando le mie intenzioni, senza fare riferimento esplicito a cosa faremo così lascio maggior descrizione ai loro post. Nel frattempo mando i drakkar per la contraerea e scansiono tutto lo scansionabile per cercare la fonte dei nostri problemi, incaricando una parte dei maghi di fare lo stesso finchè non saranno impegnati in battaglia. DUlcis in fundo, avendo scordato il golem che sta picchiando qualsiasi cosa gli capiti a tiro, ho lasciato la cosa in sospeso sul finale come siparietto :asd:

    tPf3jSg
    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    TECNICHE


    Nessuna.



     
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    Sangue e frattaglie. Budella e morte. L'olezzo aveva impestato quel luogo. Movimenti precisi. Nessuna tecnica pomposa, nessun movimento in più di quelli necessari che servissero per uccidere.
    La spada era arma. No filosofia. Quella la si faceva in tempi di pace. Nella mischia, quando si stava tra le braccia della Puttana Guerra si pensava solo a sopravvivere.
    A divincolarsi dal suo abbraccio.
    Trapassò da parte a parte un corrotto; il vento corse sulla lama come un tornado per farlo a pezzi; le membra caddero a terra tra melma e sangue.
    Un gocciolio macabro.
    Il rumore viscido della carne; di artigli e zanne, di grida e di rantoli.
    La sua darian è rossa. Il bianco ormai pallida chiazza.
    Pezzi di lerciume. L'odore nauseabondo di mattanza. Un mattatoio a cielo aperto.
    La nausea lo colse.
    Ma era davvero nausea? Cos'era? Perché si sentì come sprofondare?

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    Cosa ti succede, Amaterasu?



    Sangue dipinse il cielo. Un fiotto come una pennellata di un pittore pazzo.


    «Tutto»


    «si fa pesante»


    «Affondare»


    «Continuare ad affondare»





    Il respiro era pesante? Perché sentiva kusanagi lontana da sé? Perché si sentiva lontano da tutti e tutto?
    Tre avversari. Erano tre? O erano due? Importava?
    Non aveva più la sua volontà ruggente. Più che un ruggito era come ascoltare un eco perdersi lontano inghiottito da oscuri crepacci.
    Un colpo di taglio. Parata con la lama in orizzontale. Controspinta in alto. Calcio basso a far perdere equilibrio.
    Tagli rapidi alle giunture. Affondo portato col vento.
    Non provò nulla. A nemico seguiva affondo e taglio.
    Un passo nel liquame. Un altro ancora.


    Qualcosa si serrò a quadrato attorno all'imperatrice. Una muraglia di scudi, corazze, picche, spade.
    Gashadokuro

    «Abbodolito, mio Imperatore?
    O siamo entrambi biutosi?»


    Un rombo continuava a crescere. Fino a sembrare un ruggito di ferocia del sottosuolo. Gli Oni continuavano la loro mattanza senza freni eppure anche loro sembravano...diversi. La loro furia sembrava arrestarsi. Il lor incedere, fiero e ferreo, ora sembrava come lama smussata che si scheggiava su di una roccia troppo spessa.

    La Guerra imperversava. E qualcosa di subdolo era strisciato attorno a loro.

    «Santo cielo...sembra proprio che questa volta non sarà tanto semplice...»

    Come le altre volte in fondo. Ogni volta, però, sempre più infida e peggiore delle altre. Come una lama non vista brillare tra le tenebre di Ponto che aveva posto su questa storia.
    C'era qualcosa che non andava fin dall'inizio; caricare frontalmente era un buon modo per muovere i pezzi su questa scacchiera e osservare il modus della Corruzione.
    Per avere qualcosa bisognava avere il coraggio di rischiare e sacrificare qualcosa. Fosse un attacco, un braccio o una posizione rialzata.
    Per vincere contro questi bastardi bisognava dare tutto.
    Schiena contro schiena.

    «Si rigenerano in fretta. Più in fretta di quanto mai abbiano fatto. »

    Ogni brandello di carne che non era divenuto materia inerte si legava agli altri, ricombinandosi in altre forme di vita. I cadaveri corrotti si rialzavano, più forti e massicci di prima. Le caratteristiche mostruose si mischiavano, gli aspetti si confondevano. Il processo rapidissimo, perfino troppo, anche per la massima opera di Ponto.
    Non era normale. Oppure ora si mostrava?
    In più questo miasma...l'energia corrotta che tutto riduceva a nulla. Per l'araldo era qualcosa che andava contro la sua stessa esistenza.
    Non lo sopportava. Perché tutto questo andava contro il Codice di G.E.A; contro l'architettura che aveva formato sua madre inquinata da questo bastardo.
    Eppure ora non solo questo miasma era terribile da sopportare, infido più di ogni altra cosa, ma la Corruzione si muoveva senza freni, senza fermarsi, senza un minimo accenno di dubbio o rallentamento. Per quanto si sforzassero la marea di corrotti si sarebbe infranta infinite di volte sul Muro fino a distruggerlo.
    E se l'intero campo di battaglia ormai era divenuto una cloaca a cielo aperto, quell'energia prima o poi avrebbe fiaccato Amaterasu, Bart e tutti loro.
    Era una guerra a tempo.

    «Logoramento. Cadremo prima per il numero o per questo veleno? »

    Eppure perché ora?
    Il pensiero corse agli Yokai, a Bart, alla guardia del Toro D'Oro.

    «La sentite anche voi questa sensazione? Il loro numero aumenta e si rigenerano ad una velocità mai vista prima.
    Bart ora inizia la vera battaglia.
    Spalla contro spalla. »


    Restare soli significava crollare. La Corte di Mezzanotte si strinse attorno alla sua Imperatrice.
    Imperatrice che rimaneva dubbiosa e accorta mentre la massa nera continuava il suo ribollire infame.
    La voce del celebrante.

    «Trucco da cianfardone, nevvero? Oppure geniale trovata. Non è il momento per la cosóffiola.
    Se verranno ne farò franio. Ma forse qualcosa si cela ai nostri occhi.
    Ma con noi non vi è l'Imperatrice? Il Sole? Il dilucolo indicherà la via. Sono con voi fino alla fine mio Imperatore.»


    A dispetto della sua fama e dell'aspetto Gashodokuro era e rimaneva un inguaribile ottimista. Non che fosse sbagliato ora esserlo ma non poté fare a meno di sorridere.
    A volte nemmeno le prime luci dell'alba potevano mostrare la verità. Ma l'ottimismo era una buona panacea ora.
    La speranza non la si doveva perdere mai contro al Corruzione.
    Anche quando sembravano maledettamente tenaci a morire.
    Apprendevano.
    Come se quelli morti passassero le loro informazioni a quelli con cui si legavano. Stavano...evolvendo?
    Stavano trovando il modo per opporsi sempre più accuratamente e mortalmente al loro modo di combattere. Ad una velocità spaventosa.
    Stavano adattandosi per sopravvivere. Quello che faceva la Vita nel corso di ere, la Corruzione lo faceva nell'arco di un battito di ciglia.

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    Quindi non solo il numero ma anche la loro evoluzione.
    Fu questo a far ribollire il suo animo. L'Araldo della Creazione e della Distruzione, dell'Inizio, contro la Corruzione che aveva scoperto il modo di evolversi.
    Lo stavano facendo proprio di fronte a lei?
    Avrebbe accettato la battaglia.
    Avrebbe trovato il modo per distruggere quest'ennesima aberrazione. Questa copia da quattro soldi dell'idea di sua madre.
    L'ennesima presa in giro da parte di Ponto. E lo stava facendo proprio ora. Di fronte a Lei. Lei che era la Vita all'inizio. Il continuo mutare, adattarsi, il Crogiolo degli elementi.
    E le sue sensazioni si ampliarono. Il suo spirito...perchè Sacramento gli aveva imparato che ci sono

    Verità Oltre la Realtà degli Occhi



    Se c'era qualcosa di non visto lo avrebbe scoperto. Illusione o verità? Chi la mente e la mano.
    Quale burattinaio stava tirando i fili di quest'orda e di questa storia? Ne era uno? Ne erano di più? Perché la Realtà non è quella di fronte ai nostri occhi il più delle volte.
    Un Velo di Maya posto di fronte ai loro occhi. Doveva capire.
    Doveva andare al di là delle verità degli occhi.

    E nel mentre la sua spada toccò terra. Il suo respiro nella e con la terra di asgard.
    Bart avrebbe scatenato la sua forza, creando smottamenti e terremoti su quel campo di battaglia infame.
    Eppure la forza di Bart non era la sola a cui la terra si piegava costretta da quella forza imperante.
    Kusanagi la chiamò a combattere per l'Imperatrice e la terra rispose.
    Rispose a sua sorella.

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    <span style="text-decoration:none; font-family: Permanent Marker; font-size: 60px; color: DARKRED; line-height: 45px"> Sabaku Soso





    Non come frane o smottamenti, non come terremoti ma come sabbia. Il terreno di scontro si alzò sgretolandosi.
    Un deserto. Amaterasu stava formando un deserto e lo stava usando a suo piacere come lo scultore usava la creta.
    Si alzò come una marea di alcune decine di metri per potersi infrangersi sui loro nemici.
    Ōwatatsumi vomitò acqua su quella sabbia rendendola un pantano. Vortici d'acqua e sabbia si formarono in ogni dove. Lì dove era possibile grazie alla loro forza cosmica.
    Sabbie mobili.
    Questo era l'intento. Se Bart distruggeva con quella forza la terra, Amaterasu creava dalla terra stessa per poter difendere Asgard.
    Rallentarli.
    Una sabbia per impedire i movimenti, per risucchiarli in chissà quali oscuri anfratti. Lì nel ventre della madre dove avrebbero trovato la propria tomba senza nome e senza storia.
    Seppellirli sotto decine e decine di metri di sabbia.

    Poi con un gesto della spada fece espandere quella sabbia come se i loro nemici si trovassero in mezzo ad una tempesta di sabbia, tentando di rendere l'assalto delle truppe a terra e quelle in aria più difficile.

    Sarebbe bastato?
    Su quella scacchiera, denominata Asgard, le mosse si susseguivano le une sulle altre.

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    Chi avrebbe portato lo scacco matto?






    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Intatta

    STATUS FISICO:


    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Vento
    "Se desiderate conoscere il divino, sentite il vento sul viso e il sole caldo sulla vostra mano"
    Il vento è di natura ribelle, capriccioso, selvaggio. Può essere una carezza o un tornado che spazza tutto e tutti. Imprevedibile come lo è Amaterasu.
    Ogni trasformazione elementale asseconda un lato del suo carattere, ogni elemento ne fonda la sua essenza e lei è in loro e viceversa.
    Il vento è quello che rende Amaterasu amico o combattente letale. Il vento è il più imprevedibile tra gli elementi...così come Amaterasu è il più imprevedibile tra gli araldi
    In questa trasformazione il suo aspetto sarà quasi trasparente, come se si potesse guardare attraverso. Persino i capelli, lunghi anche troppo, sembreranno delle correnti d'aria, e intorno al suo corpo vi saranno correnti d'aria più o meno forti.ogni sua parola sarà come il vento che soffia tra le fronde degli alberi, come carezza o come uragano in base alla situazione, e divenendo vento potrà controllarlo. Generare tornado, lame di vento, proiettili di aria compressa, esplosioni liberando aria compressa. Potrà anche simulare parzialmente il volo ed accelerare i propri movimenti.
    Il suo intero corpo potrà trasformarsi in un tornado,i suoi arti, potrà giocare con la pressione atmosferica o creare vuoti d'aria improvvisi.

    Forma Terra
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.

    Cerco di fare un esp con spirito per poter capire cosa sta succedendo e vederci chiaro.
    Sfrutto lo smottamento/terremoto di bart per andare in forma terra, trasformarla in fine sabbia e ridurre il campo di battaglia in un deserto.
    Alzo una parte del terreno di scontro( limite massimo dato dall'energia) e la faccio schiantare a terra cercando di inghiottire la corruzione; Owatatsumi ci mischia l'acqua facendo diventare il terreno di scontro un pantano ricolmo di sabbie mobili per poter inghiottire e triturare quanti più corrotti possibili e cercare di rallentare la loro avanzata.
    Alzò altra sabbia a mò di ATTACCO DEBOLE come se fossero dentro una tempesta di sabbia per cercare di accecarli sia quelli a terra che quelli in aria.


    Edited by Lyga - 4/2/2023, 21:56
     
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    Il Titan’s Nova aveva devastato il paesaggio, scatenando quella che sembrava una nuova fine del mondo. Cielo e terra si erano mischiati, in un sottosopra cui nessuno sarebbe potuto rimanere indifferente. Esplosioni di cosmo e terreno divelto misto al potere delle stelle avevano travolto tutto e tutti, dispensando la fine dei corrotti, che ormai...

    Oh oh, sembrava tutto troppo facile.

    Il dubbio sorto poco prima con Amaterasu si era effettivamente concretizzato. Nonostante la forza scatenata dai Cavalieri e dai loro eserciti, la Corruzione non era arretrata nemmeno di un passo. Gli abomini avevano subito danni letali, non c’era alcun dubbio, ma si erano letteralmente ricomposti come se non fosse successo nulla. Dove se ne distruggeva uno, un altro prendeva il suo posto, come se fosse uno tsunami inarrestabile pronto a sommergere Asgard e affondarla per sempre. Bart risollevò il pugno da terra e ritrovò la posizione eretta, scrutando con lo sguardo e con il cosmo ciò che lo circondava. Sembrava una luce dorata in un mare di oscurità, che ribolliva e si muoveva per annegare qualsiasi cosa.

    Mh...

    E se tutto quell’orribile spettacolo non fosse bastato, quell’impercettibile mugugno del Gran Sacerdote rappresentava una sgradevole presa di coscienza: quel miasma di Corruzione stava agendo in modo subdolo sui Cavalieri loro nemici, cercando di indebolirli gradualmente e senza destare troppi sospetti. Quell’effetto debilitante, però, era stato facile da individuare grazie alla precisa percezione del proprio cosmo, e il suo effetto sembrava attutito sul Toro. Il gigante, infatti, era dotato di un potere e di una resistenza decisamente fuori dal comune, che gli permettevano di subire ancora più lentamente quell’infida (ma potenzialmente efficace) strategia nemica. L’obiettivo dell’avversario sembrava chiaro: sopraffarli per sfinimento, continuando ad avanzare nonostante tutto, e riducendo la forza di chi li contrastava in modo lento ma inesorabile.

    ...così non funziona.

    Capitan Ovvio, caro Bart, ma era importante ammettere che qualcosa andava cambiato. Ed era anche un grande gesto di riflessione per il nostro Gran Sacerdote, che aveva capito quanto caricare a testa bassa fosse del tutto inutile in quel momento. Se fosse stato da solo, si sarebbe probabilmente divertito ancora un po’ a fare a pezzi i corrotti, ma in quel momento c’era in ballo il destino di Asgard. Non potevano perdere un istante in più a massacrare abomini dalla capacità rigenerativa così spiccata, e avrebbero dovuto cambiare approccio.
    Durante quella riflessione, le parole di colui che doveva essere il Celebrante di Odino arrivarono alla sua mente grazie alla telepatia. Avevano capito tutti che qualcosa non andava, e dovevano guadagnare tempo per meglio capire come essere più efficaci. Nell’immediato, ciò che potevano fare era rallentare l’avanzata della Corruzione, per scovare l’origine – il vero fulcro – di quel potere così subdolo.
    Mentre il Celebrante parlava, enormi corrotti si ricomposero a poca distanza da Bartolomeo, per poi circondarlo come un branco di predatori affamati. Il Toro incrociò nuovamente le braccia, socchiuse gli occhi per concentrarsi e richiamò il suo cosmo, assumendo un’espressione attenta e al contempo pensosa. I nemici cominciarono a bersagliarlo con colpi diretti, ma lui ci faceva davvero poco caso. Gli affondi s’infrangevano sulla sua Armatura per loro potenzialmente impenetrabile, mentre la sua innata resistenza straordinaria lo rendeva quasi indifferente a quello che lui poteva considerare un timido assalto. Dopo qualche secondo, il Gran Sacerdote abbozzò un sorriso, per rispondere telepaticamente alle parole dell’asgardiano.

    Ciao Celebrante, sei Siegfried, giusto? Io sono Bart.
    È un pessimo momento per presentarci come si deve per la prima volta, vero?
    Oh oh oh.


    Anche se non si erano mai incontrati di persona, il nome del Celebrante di Odino non era un mistero per il Grande Tempio. Decise, quindi, di chiamarlo per nome, sperando che la sua memoria non lo tradisse e che avesse azzeccato correttamente quel “Siegfried”. Quella sua risata, poi, sarebbe rimbombata nella mente di tutti coloro che avrebbero recepito il suo messaggio, rendendo il gigante simpaticamente “molesto” anche senza aprire bocca. Povere le menti dei malcapitati i cui pensieri sarebbero stati pervasi da una roboante risata a pieni polmoni. Quel suo momento leggero – così strano per un orecchio estraneo ma incoraggiante nel bel mezzo di una battaglia – sarebbe stato immediatamente seguito da quella che sembrava proprio essere diventata la nuova strategia comune.

    Avremo tempo di recuperare, perché oggi non moriremo qui.

    Pronunciò telepaticamente quelle parole con una convinzione disarmante, come se fosse la cosa più naturale e semplice da dire. Lui ci credeva veramente, ed era fermamente deciso a dimostrare con i fatti ciò che sosteneva con tanto fervore.

    Sono d’accordo, prendiamo tempo e rallentiamoli, ma sbrighiamoci prima di perdere troppe energie.
    Espandiamo il nostro cosmo, e cerchiamo di individuare qualche fonte di potere più evidente di altre.
    Lasciamo la ricerca spirituale ad Amaterasu e ai suoi guerrieri.
    Se nascondono qualche asso nella manica, lo scoveremo e ci faremo trovare preparati.


    E il suo amico Amaterasu, non si fece attendere, e confermò la sua fondamentale presenza in quella follia del campo di battaglia. Anche l’Araldo, ovviamente, si era accorto di quell’infido indebolimento, che sembrava un sottofondo quasi impercettibile ma letale. Poi, nel suo solito modo così partecipe e convincente, ricordò a Bartolomeo che, forse, la vera battaglia sarebbe iniziata in quel momento. E non aveva tutti i torti. Il loro arrivo era stato troppo facile, quasi fosse una fortunata coincidenza, e i loro primi attacchi erano stati così efficaci da sembrare una coreografia organizzata a tavolino. In quel momento, invece, erano davanti a una realtà ben diversa, pronta a inghiottirli al primo passo falso.
    Si rivolse, quindi, ad Amaterasu in risposta alle sue parole, supportandole con altrettanto fervore misto a reciproco incoraggiamento.

    E noi ci faremo trovare pronti, amico mio.
    Spalla contro spalla, e ceffoni alla Corruzione!


    In quell’istante spalancò gli occhi, quasi dimentico che gli abomini energumeni stavano ancora cercando di penetrare quell’invalicabile muro che era la sua Armatura. Decise allora di avvicinarsi alle mura di Asgard e di raggiungere i suoi amici e i compagni di battaglia. Flesse le ginocchia e scattò ancora una volta verso il cielo, sfruttando la tecnica di movimento e di evasione che era il Bull’s Run.

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    Che poi, diciamocela tutta, non stava evadendo da nulla, ma voleva solo scrollarsi di dosso i corrotti che lo avevano preso di mira da qualche istante. Il Toro calciò l’aria come se stesse correndo il cielo, zigzagando tra i nemici volanti per evitare qualsiasi collisione – che comunque gli avrebbe fatto poco o nulla – prima della destinazione. Arrivato all’incirca nella zona dove Amaterasu e i suoi stavano combattendo, si lasciò cadere mentre caricava il cosmo in entrambi i palmi. Atterrò con un tonfo secco e devastante, creando un piccolo cratere nel terreno, e posando le mani a terra creò tutt’intorno a lui dei solchi nel terreno grazie alla forza grezza del potere delle stelle. Veri e propri fossati segnarono il campo di battaglia, come lacrime su un volto sporco di terra, al fine di rendere l’avanzare dei nemici sempre più difficoltoso.

    Resistete, figlioli.

    Si rivolse alla sua Guardia d’Onore, che nel frattempo si era divisa i compiti per far fronte alle nuove minacce. Metà di loro si stava occupando della difesa, creando schermi di luce in grado di assorbire gli attacchi nemici, mentre l’altra metà si dedicava all’attacco. Una fitta rete di fasci luminosi stava cercando di dilaniare e tenere a bada sia i nemici terrestri che quelli in aria, puntando più sulla quantità rispetto alla potenza distruttiva. Ligi al dovere quali erano, avevano capito l’obiettivo della nuova strategia, e stavano facendo di tutto per rallentare gli abomini, in quanto il loro potere non era in grado di distruggerli definitivamente.

    Attenti a dove mettete i piedi. Sia a terra, che in cielo.

    Bart era ancora con i palmi delle mani appoggiati a terra, e urlò quelle parole con la sua potente voce in modo da farsi sentire il più possibile. E quelle parole rappresentavano la conferma che il gigante avesse già deciso quale sarebbe stato il suo attacco successivo. Le dita andarono ad artigliare il suolo, prendendo con sé la stessa terra su cui stavano orgogliosamente combattendo. Con un unico movimento fluido ma deciso, si sarebbe alzato in piedi e avrebbe aperto le braccia per sferrare due pugni laterali al... nulla, all’aria.
    Che cosa stava facendo? Aveva forse preso troppe botte in testa da quei grossi corrotti che avevano cercato invano di bullizzarlo poco prima?
    Oh beh, certo che no. Quella era la tecnica che rappresentava il pinnacolo della forza straordinaria, in cui Bartolomeo eccelleva forse più di chiunque altro. Era il Bull’s Earthquake. Quei due colpi avrebbero generato onde d’urto che riuscivano a sfidare persino le leggi della natura, in grado di generare dei veri e propri terremoti sia a terra sia in aria. Quegli smottamenti tanto travolgenti quanto innaturali, avrebbero letteralmente cercato di aggredire l’esercito di corrotti che stava assaltando le mura di Asgard, potendo potenzialmente colpire sia al suolo sia in cielo. Ogni singola incrinatura della materia sarebbe anche stata in grado di provocare devastanti danni interni, cercando di raggiungere direttamente gli organi del corpo – se mai quegli abomini ne avessero avuti di funzionanti – ignorando ogni altra difesa fisica.

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    L’attacco del Toro rappresentava il suo orgoglio a non cedere il passo, dimostrando ancora una volta la sua forza, ma soprattutto perseguendo lo scopo di rallentare i nemici. Perché, sì, il Bull’s Earthquake aveva un potenziale distruttivo senza precedenti, ma avrebbe assolto l’obiettivo della nuova strategia. Un forte terremoto è in grado di cambiare la percezione del proprio corpo, distruggendo ogni speranza di equilibrio. Ed essere colpiti da una miriade di terremoti, in ogni dove, avrebbe proprio avuto lo scopo di rendere l’avanzata quasi impossibile.
    Amaterasu e i suoi guerrieri, per completare l’opera, cercarono di rendere il campo di battaglia ancora più impraticabile, unendo le loro abilità a quelle del loro “Toro scatenato” preferito.
    Quegli istanti preziosi sarebbero forse serviti ai difensori per scovare la fonte dei loro problemi, grazie all’espandersi della percezione cosmica e spirituale dei guerrieri alleati per la salvezza. Anche lo stesso Bartolomeo avrebbe cercato di sfruttare la potenza del suo cosmo per scandagliare il campo di battaglia in cerca di una strana o particolarmente concertata manifestazione di potere.
    Sarebbero riusciti a individuare la causa dei loro mali? Lo avrebbero scoperto di lì a breve, ma una cosa era certa: non avrebbero ceduto il passo finché avessero avuto respiro.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Eccoci qua a capire che fare a questo giro, dannata Corruzione xD Prendo qualche cazzotto dai corrottoni grossi e cattivi, ampiamente arginati dalla Cloth di livello 8 (e il tutto dura qualche istante, eh), per poi partire con il Bull’s Run [Difesa, se così si può dire xD] alla volta delle mura. Al momento considero l’indebolimento progressivo ancora marginale per Bart, che è a suprema con cosmo e resistenza straordinari. Giunto a destinazione, faccio fluire un po’ di cosmo nel terreno per creare qualche fossato [AD] e poi scateno la forza del Bull’s Earthquake [AF]. Creo, quindi, terremoti in ogni dove, sia a terra sia in aria, capaci di fare molto male (compresi danni interni praticamente diretti) ma soprattutto capaci di destabilizzare (e quindi di rallentare) fortemente l’avanzata dell’esercito nemico. Alle mie azioni, si unisce anche Ama con le sue abilità terra e vento. Lascio tutto al condizionale, unendomi allo scan cosmico e lasciando lo scan esp (spirituale) ad Ama e i suoi :asd:

    Condizioni:
    Ottime. L'indebolimento ci fa un baffo (bianco e a forma di mezzaluna) per il momento :mke:

    Tecniche:
    Bull's Earthquake:
    [Effetto Secondario: Danni Interni]
    Massima espressione della forza straordinaria portata a livelli estremi.
    Grazie all'incredibile e travolgente abilità di attacco, Bartolomeo scaglierà un pugno apparentemente a vuoto, colpendo l'aria con forza e decisione. Il colpo creerà un vero e proprio sisma nell'aria, in grado di colpire a distanza con la stessa intensità di un devastante colpo fisico supportato da forza straordinaria e con l'ulteriore capacità di creare devastanti danni interni. In poche parole, è come ricevere un affondo dotato della forza del Toro senza però che vi sia alcun contatto diretto. L'attacco potrà essere indirizzato verso un obiettivo ben preciso (parti del corpo avversarie o l'intera figura) oppure generare una devastazione ad area. Inoltre, il fatto di non essere accompagnata dalla luminescenza del cosmo rende la tecnica meno immediata da scorgere nel suo incedere. L'onda d'urto, infatti, è certamente possibile da individuare ma non sarà mai appariscente come una bordata cosmica.
    Insomma: forza fisica straordinaria così sviluppata da poter colpire con la stessa intensità anche alla distanza.
    Certo, ogni colpo potrebbe andare a segno (probabile game over per lo sfortunato) oppure venir deviato, parato. Beh, poco importa. La forza fisica del cavaliere è talmente sconfinata che il contatto, anche con la sola onda d'urto, provocherebbe ingenti danni interni al malcapitato nemico. E, come tutti sanno, gli organi interni non possono essere allenati: sono completamente indifesi contro una forza così devastante.
    Come possibile variante il Cavaliere può colpire con un calcio il terreno per creare un vero e proprio terremoto, così da sorprendere gli avversari con un'onda d'urto che nasce e si propaga direttamente dal suolo. Inoltre, non dimentichiamo che il Toro potrebbe anche decidere di eseguire la tecnica nella breve distanza, accompagnando con un colpo fisico e ben visibile (pugno, calcio, ecc.) la già devastante onda d'urto.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - GUARDIA D'ONORE

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    Quest in difesa di Asgard

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    IV




    Le difese magiche della città sembrano quasi spaventare gli assaltatori. I quadrupedi saltano nuovamente verso terra, artigliando il suolo e arretrando lievemente, ma subito iniziano a produrre una serie di attacchi esplosivi diretti contro le mura stesse, come se le loro fauci vomitassero granate. Non provocano esplosioni abbastanza forti da danneggiare la struttura, ma il rumore e l'energia delle singole deflagrazioni rende quel bombardamento una formidabile distrazione.
    L'avanzata del golem nanico, che ha continuato a macellare senza tregua i corrotti più piccoli, viene lentamente arrestata. Enormi corrotti dai muscoli di acciaio e carne contrastano la forza bruta del costrutto opponendosi con impeto sempre maggiore, rischiando di far schiantare l'automa contro le stesse mura che dovrebbe proteggere.
    Al di sopra di questo spettacolo, perfino l'esercito volante cambia improvvisamente strategia. In pochi istanti la formazione del battaglione aereo si apre in due ali, dividendosi tra il lato destro e il lato sinistro delle porte d'accesso. Prendono quota, salgono il più possibile per mantenere il vantaggio dell'altezza e da quella posizione iniziano a bersagliare gli equipaggi delle navi volanti e le fastidiose armi a raggi.
    Sapete che non si tratta di paura. Lo capite da come si muovono e organizzano. Arretrando, i corrotti sul campo e nei cieli sono molto meno esposti agli attacchi che vengono dalla città. I loro attacchi, per quanto deboli, sono talmente numerosi da non lasciare respiro. Malgrado i danni che possono fare dalla distanza siano limitati, l'effetto è quello di una continua raffica di sbarramento che rende quasi impossibile seguire ciò che avviene sul campo di battaglia ove combattono gli alleati del Nord.

    Ed è proprio in quel luogo che le cose iniziano a cambiare.
    Il macello degli esseri mostruosi continua. Loro non si fermeranno mai e voi dovete resistere.
    L'energia corrotta, il cosmo perverso bruciato attraverso il sangue simile a pece che sgorga dai vostri nemici si fa sempre più opprimente.
    Quanti morti avreste causato se quella forma di vita fosse come tutte le altre? Quanta distruzione dovrà ancora sopportare questa terra prima che il morbo venga respinto?
    Domande. Dubbi. Potete quasi sentire le parole infide che si insinuano nei vostri cuori, i sussurri di morte e disperazione che scivolano nelle vostre gole.
    La terra rivoltata trema. Qualcosa striscia sotto di essa. E il suolo si spacca ancora. E ancora. Immense crepe si aprono là dove il vostro potere ha sepolto i corrotti, dove li avete schiacciati e ridotti in poltiglia. Ma non ci sono corpi. Nessun tentacolo si tende dalle spaccature, nessuna mano si innalza al cielo come accadde in America.
    Solo fumo e nebbia filtrano dalla terra. Un'opprimente nuvola buia si aggrega vicino al Grande Sacerdote di Atena, agitandosi tra scariche di energia scarlatte.
    I sussurri diventano una lenta e costante litania, una brodaglia di parole provenienti da una lingua dimenticata, il cui solo suono basta a far accapponare la pelle. Il cielo sopra la sanguinosa battaglia - che continua malgrado tutto - si scioglie, lasciando spazio a una visione carica di orrore.

    nguNgJe

    Alto quasi cinque metri, il mostro spalanca le ali scheletriche per sostenere il corpo emaciato nelle correnti gelide. La pelle marcia sembra coperta da una lunga pelliccia di lupo selvatico mista a informi piume di corvo. Il cranio sia osseo che chitinoso ricorda vagamente un becco di rapace gigantesco. I due arti superiori terminano in artigli innaturalmente lunghi, tanto da sembrare falci. Per quanto in forma umanoide, il suo sembiante è quello di un rettile che si sia mascherato con parti di animali selvaggi. Non è così. Il suo cosmo è sporco come quello di ogni altro essere corrotto sul campo di battaglia, ma infinitamente più rifinito e tagliente.
    Quando spalanca le fauci, il senso di scoramento che prima era solo un vago sentore si fa bruciante e ancora più avvilente.
    Il nucleo di oscurità sembra rispondere al richiamo. Si addensa e si compatta a fatica, tentando di concentrare quanta più energia in un solo punto.

    Sta per esplodere.

    6vgdAlI



    Note Master:

    L'attacco contro la città si fa un po' più rifinito. Cessano gli attacchi diretti e iniziano azioni di disturbo atte a tenere gli asgardiani dentro concentrati sulla difesa (i ripetuti attacchi possono diventare pericolosi alla lunga) e gli alleati fuori, ben separati.
    Fuori, mentre le botte generiche continuano, la materia corrotta dei morti sublima diventando una bolla informe di oscurità, mentre si palesa un bel tipo che svolazza in cielo tra gli altri corrotti (prima era coperto da un'ambientale) che cerca di stordirvi con un attacco spirituale musicale (Canto) a Energia Nera [AD] mentre la materia corrotta prepara un'esplosione di oscurità gassosa ad area che come effetto secondario ha quello di soffocarvi entrandovi nelle vie respiratorie [AF]. Il nucleo di oscurità è più vicino a Bart che rischia di prendersi la parte grossa dell'attacco (energia Suprema) mentre agli altri arriverebbe complessivamente un'esplosione da Nera.
    Prendetelo come un duello, ma ricordatevi che la battaglia intorno non si è fermata, quindi dovete scegliere cosa gestire per prima cosa tra le varie minacce e utilizzare gli npc in maniera oculata e furba.

    Prossimo appuntamento giovedì 16 febbraio.


     
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    La situazione non migliorava, le creature corrotte continuavano i loro assalti anche se le mura avevano sortito il loro effetto e gli attacchi diretti erano momentaneamente cessati; tuttavia la pressione del nemico continuava ad essere costante, e all'assalto diretto era subentrato un fitto fuoco di sbarramento dalla distanza. I drakkar volanti erano unità rapide e veloci, non sarebbe bastato mettersi al di sopra di esse come avevano cercato di fare gli esseri alati per rimanere al sicuro, dato che i cristalli erano in grado di far fuoco in ogni direzione, anche dal basso verso l'alto. La massiccia figura di un guerriero armato di tutto punto comparve al fianco del Celebrante, scrutando il cielo.

    Mio Signore, i drakkar riescono a mantenere il perimetro aereo ma la suddivisione delle forze in campo potrebbe lasciarci scoperti. Quali sono gli ordini?

    Harad, uno dei comandanti dell'esercito e suo compagno più fidato quando lui stesso era solo un capitano delle truppe di Asgard, aveva riportato in poche parole la situazione. Inviare i drakkar all'inseguimento dei mostri che si erano divisi significava esporsi, e nel frattempo tra le fila nemiche si era materializzato un altro mostro dall'aspetto decisamente poco rassicurante. Sembrava la versione ridotta di Malasorte, e doveva essere in qualche modo legato a quell'indebolimento che aveva percepito in precedenza. E se fosse stato lui, il capo di quell'esercito? Era senza dubbio in grado di tenere testa al Celebrante, ma qualcosa non andava: se quella guerra fosse stata una partita a scacchi, la Corruzione non avrebbe mai schierato la regina al primo turno. No, era più probabile che quello fosse un luogotenente e che il vero capo di quell'orda fosse ancora nascosto.

    Signore, gli ordini...?

    Siegfried si riscosse dai suoi pensieri.

    Manda la cavalleria alata ad inseguirli, che drakkar mantengano le posizioni e continuino ad offrire copertura a tutti gli altri.

    ...e adesso cosa diavolo...?

    Varak stava osservando il terreno sotto i corrotti che sussultava ed emetteva un profondo rombo. Sembrava che qualcosa stesse cercando di fuoriuscire dalle viscere della terra, e doveva essere qualcosa di grosso e pericoloso: la terra si spaccò in più punti, ma nessuna creatura ne emerse. Il mostruoso volatile lanciò un richiamo, un suono che richiamava la follia emessa dal verso di una gigantesca aquila, e dei vapori mefitici iniziarono a fuoriuscire dal suolo, per andarsi a condensare in un punto nelle vicinanze del Cavaliere del Toro. Sulle prime, sembrava che il suolo si fosse spaccato a causa dei terremoti che lo stesso guerriero aveva causato poco prima, ma quell'ultimo evento fece puntare l'attenzione del Gran Sacerdote direttamente verso la creatura. Siegfried capì le intenzioni del Cavaliere del Toro, doveva agire di conseguenza ma al contempo doveva sbloccare la situazione alla base delle mura.

    Harad, procedi! Varak... manda gli altri, subito. Io vado.

    Harad scomparve, e Varak, con un ghigno, armeggiò con le rune del suo bracciale facendone brillare una sequenza rapida.

    Siegfried fece esplodere il proprio cosmo, e colpì l'aria con tutta la propria forza in direzione del corrotto alato: doveva cercare di destabilizzarlo, come aveva fatto Bartolomeo in precedenza con i corrotti, in modo da offrirgli un più facile bersaglio. Poi, con un rapido movimento, salì in cima alle mura esterne e saltò giù. Il golem continuava a mietere vittime ma indietreggiava, e nell'istante in cui Siegfried atterrò, un nuovo rombo cupo si udì alla base delle mura: altri grandi monoliti stavano prendendo vita, attivati da Varak, per unirsi alla battaglia e far cambiare la pendenza della bilancia. Dall'interno della fortezza, centinaia di figure si sollevarono all'inseguimento dei corrotti alati: grifoni meccanici, gentilmente forniti dalla mano d'opera nanica e potenziati dalla magia elfica. Siegfried toccò una runa sul proprio bracciale, e anche il proprio drago meccanico si sollevò in volo per dare manforte alla cavalleria alata. Infine, alzò lo sguardo verso la colonna dell'esercito che stava continuando ad avanzare.

    Fallo fuori, Bart. E adesso, corrotti... a noi.

    Il cosmo esplose con la massima intensità che gli era concessa, il Celebrante allungò le mani di fronte a sè... e semplicemente tirò. Tutto ciò che aveva davanti stava per subire un brusco sconvolgimento, senza ombra di dubbio, e molti di quei corrotti sarebbero stati eliminati, tuttavia sapeva anche che una mossa del genere poteva fare il buon gioco del nemico. Ancora richiamò il cosmo verso di sè, stavolta per sollevare le proprie difese: lui aveva scatenato il caos, ma la risposta nemica sarebbe arrivata molto presto.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Si va in scena.

    RIASSUNTO AZIONI - Quindi, per farla breve. Ancora tatticismi di vario genere a favore dell'esercito alato, mando i grifoni e il drago a caccia degli alati mentre io scendo a pian terreno, intanto Varak scatena un'altra ventina di golem a dare manforte al primo. Prima di scendere come AD tiro un barbapugno per destabilizzare il cornacchione e fare l'assist a Bart, poi arrivato a pian terreno tiro giù il barbafinimondo (AF - tecnica sotto), indi attivo le mie difese al massimo in previsione della bomba e che Odino ce la mandi liscia. E scusate la brevità del post.

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    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    TECNICHE


    Gungnir Sky Breaker: Utilizzando la sua immensa forza donatagli dalle stelle, il Cavaliere è letteralmente in grado di "afferrare" l'aria (di conseguenza potrebbe ottenere lo stesso effetto con il suolo o il mare) e agire come se stesse tirando via un lenzuolo che ricopre un mobile; chiaramente per poter eseguire la tecnica è necessaria una grande velocità di esecuzione. Ciò che avviene in seguito è in sostanza un terremoto che non si limiterà a squassare il suolo, ma anche il cielo e il mare rendendo molto difficile poter mantenere sia l'equilibrio che l'orientamento per chiunque si trovi entro il raggio d'azione della tecnica, che avrà come centro la posizione del Cavaliere stesso. I malcapitati, nel tentativo di mantenere una certa stabilità, potrebbero ritrovarsi ad essere dei facili bersagli per il seguente attacco diretto, che può avvenire in forma cosmica oppure fisica similmente al Dragon's Twin Hammer. I danni effettivi dipenderanno comunque dal divario cosmico tra gli avversari e dal tipo di attacco cosmico.

    Scaglie del Drago: Siegfried assume una posizione di difesa totale. In questa posizione di guardia, il cavaliere può "parare" gli attacchi di natura fisica e di tipo cosmico, che grazie a questa difesa giungono al bersaglio con minore efficacia del normale per effetto del sangue del drago di cui Siegfried si è cosparso dopo averlo sconfitto.



     
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