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Urla. Spari. Persone che corrono nelle strade di un piccolo villaggio perduto nei monti della Colombia.
Qualcuno prega, sperando in una salvezza. Qualcuno viene ascoltato, morendo immediatamente. Prima che quei mostri li divorassero, prima che venissero riplasmati.
Guardi tutto questo mentre corri con tua sorella che ti stringe la mano cosi forte da farti male. Tutti urlano e scappano, ma lei è silenziosa. Sembra non correre alla rinfusa, sembra sapere cosa sta facendo, come seguendo qualcosa che tu non riesci a capire.
Almeno, lei è l’unica cosa che sembra non stia per crollare.
Angolo Master -
Benvenuta nel tuo addestramento.
Come vedi iniziamo subito nell’azione: ti trovi in un villaggio insieme a tua sorella qualche tempo dopo aver incontrato tuo zio ed ecco che succede il finimondo. Mostri orribili girano per le strade ammazzando la gente, panico generale, ma tua sorella sembra sapere qualcosa che tu non sai. Non te ne ha parlata prima e sicuramente non può farlo ora in mezzo al caos.
Hai carta bianca per descrivere le azioni, e i pensieri e parlarci del tuo personaggio sia prima che durante la fuga. Ovviamente non vi beccano ma qualsiasi azione deve essere un minimo sensata.
Ti interrompi solo quando tu e tua sorella riuscite ad arrivare al centro del paese. Lì strane statue si ergono, e per qualche motivo sembra che i mostri non si avvicinano.
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Dove siamo, hermanita? Siamo in un grosso guaio.
Disse, non guardandoti neanche di striscio. La sua unica attenzione era verso le statue, dove si stava dirigendo con passo fermo. Si morse il dito, che iniziò a sanguinare, e con esso dipinse strani simboli che non hai mai visto sulla superficie di una delle statue.
Le altre, noti, si stavano lentamente crepando… e i mostri si stavano avvicinando.
So che hai tante domande, ma ora non è il momento. La nostra unica disponibilità è che in questo caos "loro" riescano a sentire il mio messaggio.
Non sai di cosa lei sta parlando, ma prima che puoi dire qualsiasi cosa, un urlo raggelante riempie l'aria.
Un mostro tentacolare, come un grosso calamaro di terra composto da occhi e braccia umane, è ormai su di voi seguito da una piccola orda di mostri, ma il suono di un ronzio e una luce dorata interrompe il suo attacco.
Da dei portali attorno alla piazza, diversi guerrieri armati in strane armature e a… cavallo di dinosauri (?!?) si gettarono in carica sui mostri davanti ai vostri occhi.
L’intero luogo divenne un campo di battaglia brutale e chiassoso, mentre Mirabel ti intimava di trovare riparo.
Angolo Master -
Okay, ora vediamo un po' di ciccia.
I guerrieri non sono eletti ma soldati semplici di Agharta. Hanno comunque cosmo semplice, incazzati come faine e menano con armi e tecnologia G.E.A. Sono di base alla pari con i mostroni (Energia Bianca), tienilo a mente.
Descrivi la scena dicendo come riescono a sconfiggere i mostri... come è affar tuo
Concludi con tutti i nemici sconfitti e la situazione apparentemente calma.
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.« aspirante Snowstorm Eye, Gea - Astrea. »
Astrea Madrigal| aspirante eletto della Tormenta | Energia Bianca
Narrato - Parlato - Pensato
II
Sua sorella rispose, ma Astrea quasi non riuscì a sentirla. Di certo era colpa della paura che la stava attanagliando; le sembrava che i suoni attorno a lei fossero stranamente ovattati nonostante fosse ben consapevole di trovarsi in mezzo al pericolo. Il corpo le ricordava che era ferita, ma anche quello pareva esserle divenuto estraneo: nonostante sembrasse perfettamente calma, a chiunque sarebbe bastato osservarla per capire che quella rigidità non era naturale e che, al contrario del corpo, gli occhi di Astrea fossero lo specchio in cui si rifletteva una paura che non aveva mai conosciuto prima.
Le parole di Mirabel le arrivarono quindi tardi alle orecchie, ma giunsero e assieme a queste, si fece di nuovo avanti il terrore. La realtà tornò a farsi sentire e la ragazza soffocò un grido: si era girata verso sua sorella e tutto si sarebbe aspettata tranne che si mettesse a disegnare col proprio sangue.
Forse, dopotutto, c'era un motivo per cui tutti in famiglia erano convinti che Mirabel fosse diversa? Astrea non aveva mai dato peso a quei commenti - che le erano sempre parsi molto prevenuti - ma in quel momento le parevano quasi comprensibili. Stava per chiederle qualcosa - e non aveva neppure idea di cosa, di preciso, era solo sicura di avere aperto la bocca per emettere dei suoni - quando fu la stessa Mirabel a darle una spiegazione.
Oddio, non che le sue parole le dicessero di più di quello che già vedeva. Anche lei aveva capito che si trovavano in un grosso guaio, non era del tutto scema... anche se un po' confusa dalla realtà, quello lo doveva riconoscere. Per il resto a cosa sarebbero serviti quei disegni che faceva con... sangue? Il pensiero la turbò profondamente.
Il sangue era importante, persino lei che non capiva esattamente ciò che succedeva sapeva che sacrificare quel prezioso liquido per riti o qualunque cosa simile ad essi, doveva essere per forza importante. E sua sorella si era ferita apposta... forse sulla mano? Non aveva prestato particolare attenzione trovandosi in uno stato di blocco e rifiuto, anche se poteva benissimo provenire da ferite che aveva già addosso.
Sta eseguendo un rito magico?
Il pensiero attraversò la sua mente particolarmente confusa, rendendola se possibile ancora più al di fuori del contatto con la realtà e, nello stesso modo, riportandola alla ragione e ricordandole che si trovava effettivamente in un guaio. E che sua sorella si era messa a disegnare col sangue su delle pietre, per chissà quale ragione, e naturalmente non le avrebbe detto il motivo proprio in quel momento.
Ovvio che no, lo capiva anche da sola, non era esattamente il momento di mettersi metaforicamente a sedere e parlare come se fossero a casa, davanti a una delle deliziose bevande che la mamma era capace di preparare e che avevano lo straordinario potere di fare sentire tutti meglio. L'unico segreto è che ci metto il cuore, hija. Soleva dire così quella santa donna di sua madre, Julieta, quando tante volte Astrea aveva gironzolato per la cucina nel tentativo di scoprire perchè sua madre fosse così capace di preparare delle delizie.
Per un solo momento Astrea pensò di avere visto sua madre, invece si rese conto che era dovuto solo a una propria illusione; il mondo riprese quindi infine vita attorno a lei - o per meglio dire, adesso lei lo notava molto di più non percependo più il blocco dovuto allo stato di shock provato finora - e le pietre si mossero. La ragazza girò lo sguardo, ma l'unica cosa a muoversi erano i mostri di nuovo in avvicinamento, delle pietre... forse le aveva immaginate, anche se quel suono pareva così reale.Crack.
Astrea portò una mano alla testa in un ridicolo tentativo di non urlare e infatti non ci riuscì perchè un grido le sfuggì: del tutto disinteressata a ciò che stava facendo Mirabel, si rese conto che era apparso un altro mostro da chissà dove e puntava proprio su di loro. Pareva persino più orribile di tutti quelli che aveva visto fino a quel momento: Astrea vide i suoi enormi tentacoli ed era quasi sicura di percepire la gran voglia che doveva avere di divorarla. La cosa allarmante era che non era nemmeno da solo, anzi, altri suoi simili erano con lui; la ragazza in quel momento pregò tutte le divinità di cui aveva sentito parlare nella sua vita grazie alle tante storie lette da piccola, che in qualche modo la fine potesse essere breve. Non riusciva in alcun modo a vedere una via di fuga e qualunque cosa avesse tentato di fare sua sorella, era certamente fallita.
O così credette lei perchè assieme a quella creatura infernale, era apparso qualcun altro.
Qualcosa, forse, più che qualcuno, anche se apparivano almeno fisicamente umani. Senza che lei se ne accorgesse, stretta tra le spire dell'incredulità e della paura, erano apparsi dei guerrieri da dei portali; chissà poi da dove erano usciti i portali, ma Astrea finora aveva visto cose così strane e fuori da qualsiasi norma che mettersi a domandarsi la natura di quelle cose era quasi un dettaglio trascurabile.
E assieme agli uomini apparvero i dinosauri
...
Astrea dimenticò di nuovo la paura per dare sfoggio di tutta l'incredulità che potesse avere in quel momento. Quelli erano dinosauri,
Dinosauri.
Poco importava che venissero pure cavalcati da quelle persone, Astrea aveva gli occhi fissi su di loro come se esistessero solo quelle bestie estinte... ma se fossero state estinte non sarebbero state lì, giusto?
Del resto così le avevano sempre detto tutti. Dai libri alla scuola, i dinosauri erano estinti da moltissmo tempo e anche se a lei sarebbe sempre piaciuto vederne uno e averlo, era consapevole che sarebbe stato del tutto impossibile. Dopotutto quale bambino non vorrebbe cavalcare un dinosauro e conquistarci il mondo? Astrea in questo non era mai stata diversa e molte volte si era immaginata in groppa a un velociraptor in giro per il mondo.
Adesso esistevano.
Tutte le sue certezze si infransero. Com'era possibile una cosa del genere? Li aveva davanti agli occhi, non erano estinti!
La parte più razionale della sua mente comunque provvedeva a ricordarle che sicuramente ci sarebbe stata una spiegazione per quello, non potevano essere davvero i dinosauri. Si strappò a quella visione grazie all'infuriare della battaglia, a cui ora prendevano parte anche quelle persone(non voleva chiamarle cose, le sembravano umani e non voleva credere fossero altri mostri camuffati) a cavallo dei magnifici, e soprattutto di nuovo grazie a sua sorella che l'aveva di nuovo afferrata per un braccio per costringerla a riparasi. La pressione delle dita di Mirabel sul suo braccio ebbe l'effetto voluto e Astrea si mosse di sua spontanea volontà, seguendo sua sorella che sembrava essersi infrattata dietro a quelle stesse statue che parevano abbastanza lontane per non essere direttamente coinvolte nella lotta.
Erano quelli che Mirabel stava cercando di contattare usando quel sangue? Glielo aveva detto poco prima che la loro sola prospettiva di salvezza era che qualcuno potesse sentire quel messaggio; Astrea avrebbe voluto chiedere a sua sorella quel dettaglio, ma i suoi occhi cercavano di seguire la lotta.
Era per lei davvero difficile capire ciò che stava succedendo, c'era una strana atmosfera, un po' come se un'energia superiore fosse presente mentre mostri e i cavalieri dei dinosauri si affrontavano. Armi, pugni, forse scie strane... Astrea non ci capiva granchè se non che la lotta era decisamente cruenta, ed era ben difficile immaginare l'esito finale di quell'orrore. La ragazza cercava di non perdersi un solo istante, ma a volte si guardava anche attorno per accertarsi che non spuntassero altre bestie pronte a volerle far fuori.
Non sapeva di preciso con che cosa riuscissero a combattere, ma dubitava che potesse trattarsi di qualcosa che lei considerava normale. C'erano armi, certo, ma era la certezza che fino a quel momento nulla era più normale di un vecchio libro di fantascienza a farle credere che nei colpi che si scambiavano ci fosse qualcosa di diverso.
Magia, forse?
Non ne aveva la benchè minima idea, però quello che era sicuro era che ci fosse qualcosa di superiore; persino quei mostri come potevano essere normali animali, le avevano dato da subito l'idea di essere creature infernali. Comunque tra lotta fisica, con le armi e con sicuramente qualcosa in loro possesso pareva che i mostri facessero seriamente fatica e con il passare dei colpi che prendevano, perdevano la loro forza distruttrice fino a venire sconfitti. Certamente entrambe le parti erano state colpite, ma almeno per il momento sembrava che i loro "salvatori" fossero i vincitori.
Astrea percepì la situazione ritornare alla normalità, se si poteva dire in quel modo ovviamente, perchè all'improvviso le urla dei mostri si spensero e non rimase nessuno di loro "vivo". La ragazza però nonostante quella situazione che pareva risolta non ci pensò nemmeno un momento ad abbandonare quel luogo tra le statue in cui lei e sua sorella si erano nascoste, aveva la sensazione che le brutte sorprese non fossero finite lì e lei non era sicura di potere essere all'altezza di un eventuale lotta, non nel suo stato psicologico così confuso e incredulo.
E poi era ancora incredula per la comparsa dei dinosauri e di quelle persone, ammesso che fossero poi esseri umani: parevano simili a umani in effetti, ma come poteva dirlo con certezza dopotutto? Ansimava dalla paura e sentiva il dolore addosso, ma non si mosse.Condizioni —
alcune ferite qua e là. Psicologicamente molto provata da ciò che sta succedendo
Abilità passive —
»
Abilità attive —
Tecniche —
Note —
ammetto che questo post mi ha fatto un po' tribolare, ma spero che vada bene. Ovviamente io so che quelli non sono dinosauri, bisogna dirlo a lei che è abbastanza ammirata XD comunque spero vada bene anche la lotta, essendo io abbastanza ignorante della tecnologia gea e con la pg abbastanza turbata, credo sia il massimo che possa avere visto« il destino di ghiaccio »
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Un guerriero si presento a loro. Ferite coprivano il suo corpo e la lancia era spezzata, ma non sembrava curarsi molto della cosa. Disse un paio di parole a Maribel che con un cenno di assenso prese la mano della sorella, trascinandola verso uno dei portali che si stava per aprire.
Hanno messo in sicurezza la zona ma non sanno fino a quando può durare. Ovunque è un inferno, possiamo solo ritirarci.
Con forza ti spinse dentro quello che ti sembra un turbine di piccole particelle gialle, e in un attimo le suole delle sue carpe toccarono un prato. Una luce simile a quella del sole illuminava rami di innumerevoli e sconosciuti alberi e piante, mentre una folla di creature si muovevano attorno alle due ragazze ispaniche. Esseri mezzi uomini e animali o piante, mostri fatti di terra, animali estinti e/o parlanti, uomini in armatura e altri vestiti con abiti feriti in stato di shock, alcuni con profonde ferite.
Una di queste creature, una driade, prese Astrea, mentre la sorella le intimava di non preoccuparsi, per poi andare a parlare con un orso che la ascoltava con attenzione.
Puro e semplice caos.
La driade ti portò in una tenda con altri feriti, curando le tue lesioni e cercando di rimettersi in sesto. Tante gente era messa peggio di lei, spaventate, neanche con la forza di fare domande.
Poi entrò sua sorella, Mirabel. Il viso preoccupato ma con un po’ più in serenità.
Hermanita, scusami per essere stata cosi misteriosa ma non c’era tempo per poter dire nulla. Siamo vive per miracolo, grazie a nostro zio. Siamo andate in un villaggio un tempo sede di un ramo della nostra famiglia con un sigillo di G.e.a., ma purtroppo era ormai dimenticato da tempo e completamente eroso. Ma aveva ancora abbastanza connessioni per poter chiamare aiuto. I Madrigal sono da sempre stati servitori di Agharta, non ci avrebbero negato asilo…
Angolo Master -
Welcome to Agharta.
Do per scontato che entri perché altrimenti sei pappa per Corrotti. Arrivi e vedi il caos di un centro ""umano""" nel Boco Sacro nei primi momenti dell'Armageddon. Una situazione di guerra, con soldati che si muovo, profughi, feriti, confusione.
Agharta come sai è una sorta di dimensione alternativa specchio del pianeta. Non c'è un vero Sole, Luna o un vero e proprio cielo, ma solo terra e habitat selvaggi in ogni direazione.
Nella tenda, ti raggiunge Mirabel, dove ti spiega cosa sta accadendo e tu puoi farle qualche domanda. Ovviamente non ne sa tantissimo su cosa sta accadendo, le ragioni dell'Armageddon e tutto. Hai le informazioni base su chi sia Gea e gli eletti, cosi come Agharta, e del tuo BG sai:
1) La tua famiglia da generazioni è legata a Gea nelle vostre terre, ma col tempo ha perso sempre di più la sua connessione;
2) Mirabel, Bruno e pochi altri erano ancora connessi al loro ruolo, ma di base in famiglia non si parlava della cosa;
3) Bruno ha poteri di preveggenza che pur non facendogli prevedere l'Armageddon ha visto innumerevoli fili del Codice della Vita spezzarsi e ha voluto avvertirvi. Ora non si sa né dove si trova né se sia vivo.
Concludi il post con un salto temporale di sei mesi. Sei ormai accasata in questa zona di Agharta, descrivi quello che provi, quello che fai e quello che vuoi fare.
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Cammina nella Natura, distrattamente, senza meta.
Inizia a non pensare, a seguire percorsi non coscienti, seguendo logiche e interazioni che una mente umana non può percepire. Non un richiamo, no... più una sorat di "conseguenza", come se a ogni passo quello sucecssivo fosse una conseguenza logica, naturale, un flusso da seguire come 'acqua che scorre verso al mare.
Senti questa sensazione, ora, per la prima volta. Non cercandola forzatamente, ma "vivendola".
Poi la mente umana torna.
I sensi lo percepiscono.
La ragazza è lontana da casa, in una natura brulla stranamante circondata da alberi rigogliosi mentre nel "cielo" montagna volanti volteggiano in mezzo alle nuvole. E improvviamente qualcosa carica fra gli alberi.
Non sa come, ma la manca, ma con un gesto di stistzza che muove le enormi corna, l'enorme cervo si rigira verso di te caricandoti di nuovo a testa bassa.
Nel mentre, una voce sembra provenire dalla radura senza una precisa direzione.Coraggio? Stoltezza? Semplice caso?
Fanciulla delle Ande, sei finita in una delle Terre Soffici, lontana dagli umani che vivono in seno alla Madre. Ora sei in mezzo a qualcosa che voi non potete concepire.
Se vuoi vivere... dimostrati in grado.
Angolo Master -
Okay, sei andata lontana da casa e ora stai nei guai.
Descrivimi come inizia a sentire il cosmo scorrere dentro di te, come inizi debolmente a percepire la Natura e la Vita. Una volta che ci sei riuscita, reagisci all'attacco dell'animale (Energia Gialla) e decidi cosa vuoi fare.
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Nonostante per un breve secondo la sua velocità sembrava come aumentata e la percezione del mondo, la scia causata dalla immensa foga della bestia scarventò la ragazza lontano su un albero. Si ritrovò riversaper terra, fra la terra e l'erba umida.
Faceva estremamente male, ma fortutamanete non era ferita se non per poche abrasioni.Pensi che le intenzioni abbiano qualche senso nella Natura? Solo ciò che fai.
Sei entrata nel suo territorio, non c'è ragione che spinga a non volerti uccidere.
La voce continuava a echeggiare, quasi come se fosse anche nella sua testa.Tuttavia, qualcosa è connesso in te, posso sentirlo.
Non il Rosso, non il Verde... sarai presto parte del Nero, un cadavere, se non ti muoverai... ma non legato ad esso. Guarda dentro e fuori di te, trova questa tua connessione: una preda, un predatore, o qualcos'altro?
Sbrigati... o sarai carne morta.
La voce sembrava quasi divertita, nel mentre di nuovo la creatura iniziò a caricare con le corna rivolte verso il basso, pronta a travolgerti.
Angolo Master -
Allora, non ci siamo al momento.
Non hai fatto una buona descrizione di come inizi a sentire il cosmo e la dinamica della difesa/attacco è stata fatto male: tu devi descrivere come subisci un attacco (sempre basandoti sul concettò di lealtà; a meno di estreme differenze di energia o situazioni particolari difficilmente ne esci sempre pulita) e poi dopo far seguire una azione al condizionale (attacco, ma anche fuga nel tuo caso) descrivendo l'azione.
La Voce ti sta chiedendo letteralmente che cosa sei, quindi mostrami un bel posto introspettivo dove riesci a connetterti anche solo per qualche istante al cosmo di un eletto (sei Energia Gialla solo per questo turno, pari al cervo), come reagisci all'assalto e cosa farai.
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