Cerebrospinal liquidity.

Mino e Enmy

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    Una delle pareti era dominata da una finestra gigantesca, una finestra che affacciava su un cielo rosso senza sole. La luce cremisi e l'oscurità creavano sagome d'ombra estremamente definite sulle pareti. Il mobilio era definito dalla visione ideale del concetto di “corporazione”: Tavolo in vetro scuro semitrasparente, sedie di plastica ergonomica, un unico schermo sulla parete adiacente alla finestra. La stanza odorava di sigari estremamente costosi, disinfettante e fiori appassiti.

    La stanza era occupata da due elementi, seduti ai lati opposti del tavolo:

    Da una parte, il Magister Officiorum, il Re di Creta, Il Giudice: Minosse.

    Dall'altro, Il Re dei Pipistrelli, la stella del cielo longevo, Enmeshar.

    Non c'era nulla di regale in quella riunione. Quello che c'era era un dossier di circa centodiciassette pagine chiuso in una cartella marrone. Le informazioni racchiuse in quel fascicolo avrebbero fatto rabbrividire esseri inferiori, informazioni di posti lontani, distanti intere galassie dal Gioiello di Gea, nascosti dall'oscurità dietro le stelle. Qualcuno, o qualcosa, stava ammassando una quantità inaspettata di energia spirituale, quantità che non era passata inosservata agli occhi e orecchie del Canvas. Sebbene le informazioni parlino di posti estremamente distanti, parte di essere accennano ad una struttura semi-artificiale tra la Fascia Principale e Giove:
    Una porta.
    Una porta dalla natura irrilevante, che sarebbe stata il loro varco portuale verso il loro vero obbiettivo.

    Erano passati un minuto e trenta secondi da quando il dossier era stato richiuso. Ciò che c'era scritto era un insieme eterogeneo di importanza variabile, ma l'essenzialità di tutto, dell'incontro, dell'intelligence della della missione, era racchiuso sui due timbri alla fine dell'ultima pagina del fascicolo:

    I sigilli ufficiali di Thanatos e Hypnos.


    Ok signori si inizia.

    Si si lo so lo so, il post è striminzito e scritto male ma bisogna iniziare in qualche modo. Una piccola riunione per organizzare come muoversi in questa fantomatica porta nello SPASSIO, la parola al signor Minosse poi a Enmy. Scusatemi dopo i 4 litri di ieri sera lo scheletro del post era tutto sbagliato
     
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    Il tacco nero, lucido, schioccò sul pavimento dell'atrio di marmo della lobby. Bianco, asettico, tenuto perfettamente pulito allo scoccare di due ore e mezza da uno stuolo di affaccendate anime la cui vita era stata oltremodo banale. Banale al punto da progredirla all'interno di una perfetta simulazione di infinito inferno, resettato ogni giorno quando la sveglia suonava alle 5:33 e il giorno a Funeralopolis ricominciava per chi aveva, appunto, quell'unico scopo.
    Mantenere lucido e perfettamente senza macchia il pavimento dove la scarpa di Minosse si posò con un unico rumore secco.

    L'effetto sullo staff sarebbe stato lo stesso se il Giudice avesse preso una pistola e sparato verso l'alto. Un collettivo inspirare, un attimo di gelo che incrinava quella simulazione il tempo necessario a far ritornare il terrore. A far ripercorrere la ragione per cui quelle anime, quelle migliaia di anime che popolavano la torre di controllo di Funeralopolis in una bolgia di occupazione, produzione, progresso sterile. E chi le aveva condannate a quel mondo.
    Minosse si limitò a chiudere con un fluido movimento l'ombrello nero. Il soprabito bianco non riportava alcuna macchia della pioggia sporca di Funeralopolis, né l'elegante vestito a tre pezzi presentava alcuna piega. Le gocce di pioggia dell'ombrello si vaporizzarono nell'aria senza lasciare alcuna traccia mentre il quieto, deciso rumore dei tacchi continuava nell'atrio, e il mondo tornò esattamente come se nulla fosse accaduto non appena le porte dell'ascensore si chiusero dietro di lui.

    « Aula riunioni 12. »

    La voce di Eaco sibilò dall'interfono mentre la luce dei vari bottoni corrispondenti ai piani si accendeva in rapida successione, salendo insieme al macchinario di metallo finché un discreto *ding* non ne interruppe l'ascesa.

    « Grazie. »

    « Di nulla. Mandami su qualcosa di divertente. »

    Un microscopico accenno di sorriso incurvò il lato destro delle labbra sottili di Minosse, che lasciò l'ombrello nel cesto accanto all'ascensore prima di procedere. I vetri appannati delle sale riunioni, all'interno delle quali ombre si agitavano in infinite riunioni che avrebbero potuto riassumersi in una mail, mostravano un altro girone fatto di stress, adrenalina, risultati, numeri. Anime che sarebbero tornate tardi dalle loro famiglie, portando altre discussioni, altri litigi sugli straordinari non pagati e le ferie non godute, sui bambini che crescevano con la babysitter.
    E di nuovo, i telefoni smisero di squillare per un istante, le caselle di posta elettronica e i fax si raggelarono, le gratificazioni momentanee sembrarono non essere abbastanza per colmare il vuoto.

    E Minosse aprì la porta a vetri della sala vuota, appese il soprabito all'attaccapanni e si sedette, accavallando le gambe con compostezza nel versarsi la tazza di té dal thermos in un angolo della sala senza muoversi di un centimetro dalla sua posizione, così come l'anta del minibar si aprì su una bottiglia rossa e scura. Una mano stava già raggiungendo il fascicolo poggiato sul tavolo, e il cielo dal sessantacinquesimo piano era a dir poco magnifico, ma a una creatura del genere frivolezze del genere non interessavano più.
    Gli Spectre on erano più fatti di bellezza umanamente comprensibile da eoni.

    Sul tavolo, fra la tazza di té fumante e il calice di liquido rosso, c'era la ragione per cui la Stella del Cielo Nobile e la Stella del Cielo Longevo stavano usando la sala riunioni.
    Il fascicolo era arrivato quella mattina sulla scrivania di Eaco, che aveva richiamato immediatamente l'attenzione del fratello sul ritornare immediatamente dal Piano Materiale. Ora era la Stella del Cielo Valoroso a presiedere il Tribunale, mentre i due esseri attualmente più potenti dell'intero Lost Canvas - immediatamente sotto i suoi creatori - erano intenti a leggere il contenuto della cartella.

    Alternate fra grafia netta e precisa ed elaborate cromie (qualcuno avrebbe potuto chiamarle infographics), c'erano i dettagli di una missione che solo loro potevano, all'atto pratico, portare a termine. Non soltanto perché il luogo dettagliato nel rapporto non si trovava sulla Terra, ma perché non era umanamente raggiungibile con i mezzi e il senso pratico di gran parte degli umani. E se anche fosse stato possibile percorrere 8,32 10-5 anni luce in tempi ragionevoli, ci sarebbe stato il problema di sopravvivere allo spazio profondo e all'atmosfera che circondava Giove dal pianeta Terra.
    Questo poneva la prospettiva della missione in un'ottica più limitata dal punto di vista di potenziali nemici affrontabili.

    E rendeva lo scopo ancora più ghiotto.

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    Gli occhi del Giudice passarono ancora qualche momento di riflessione sui sigilli sopra la cartellina. Qualcun altro avrebbe tamburellato le dita sul tavolo di vetro nero, ma vezzi del genere sorvolavano la natura di Minosse, che non doveva riempire nessun tipo di silenzio con inutili gestualità.
    Poi, senza dire un'altra parola, si alzò e guardò il proprio ospite.

    « Il nostro ingresso verrà notato. Niente deviazioni. »

    La voce fu calma, quasi un sussurro. Ma al tempo stesso, ogni sussurro di Minosse aveva l'effetto di un tuono a ciel sereno, che preannunciava la vera creatura dietro quel corpo stare per scatenarsi.
    In fondo, Grifone e Vampiro non avevano avuto occasione di combattere davvero insieme da millenni.





    narrato ● « parlato »pensato| telepatia |« parlato altri »

    surplice ● Stella del Cielo Nobile, Grifone {VI}
    energia ● Nera
    schieramento ● Spectre di Hades
    fisicamente ● Ottimo
    mentalmente ● Ottimo
    status surplice ● Non indossata

    riassunto azioni ● AYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY

    abilità ●

    tecniche ●


     
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    La donna era già nella sala da molto tempo, dal primo istante in cui quella riunione era stata chiamata. Lei dopotutto non aveva necessità di ricorrere a inferiori mezzi di trasporto mortali per traslare il suo contenitore di carne, e il fatto che ad altri suoi colleghi piacesse dare quantomeno quell'illusione di normalità la lasciava sempre perplessa.
    Non capiva il perché di quell'immenso parco giochi, quella pantomima di esistenza mortale per Spectre e anime ormai perse e dannate; ma, d'altra parte, la sua funzione e disposizione mentale era molto diversa rispetto a quella dei giudici. Cose che lui riteneva inutili per loro erano importanti, il contrario poteva essere valido, cercare di assimilare certi processi era effettivamente paragonabile a interfacciare due sistemi non compatibili. Non aveva importanza a conti fatti, almeno finché tutti erano sulla stessa lunghezza d'onda aveva pochissimo valore come ognuno decideva di organizzare i propri giocattoli. Enmeshar era lì, praticamente stesa: il suo corpo a malapena coperto da lunghi e sparpagliati veli neri che, comunque, cadevano sulle forme di un corpo femminile perfetto, lasciando scoperte ampie porzioni di pelle diafana.
    Accolse il Giudice con un cenno del capo, senza neanche scomodarsi ad alzarsi dalla sua posizione; la sedia su cui si poggiava era vagamente inclinata all'indietro mentre le sue gambe si intersecavano sul tavolo. Un gesto che per dei mortali sarebbe stato di estrema scortesia, ma che per due esseri come loro aveva valore nullo. Sapevano entrambi chi erano, si conoscevano profondamente, e erano ben oltre certe pretese di patetica cortesia. Non amici, no, erano troppo diversi per quello: ma, almeno da parte del Vampiro, poteva esserci un vago accenno di rispetto.
    Aveva già letto il dossier, ovviamente, e lo sviluppo di quella situazione l'intrigava non poco. Mandare uno di loro due in specifici incarichi era, per usare termini umani, fare ricorso quello che poteva essere definita come "opzione nucleare". Voler mandare entrambi significava che la situazione era o così grave da richiedere il potere dei due, o semplicemente così importante da renderlo necessario. Forse entrambe.



    Sorseggiò il liquido rosso nel calice, un gesto quasi automatico e distratto, umettandosi le labbra con una goccia un cremisi che svanì immediatamente nel momento in cui entrò in contatto con lei.
    Richiesta diretta dei Gemelli, quella. Schioccò la lingua in un atto di lieve disappunto; non era estremamente contenta di interagire, anche indirettamente, coi due. L'ultima volta che, nell'assoluto pieno delle sue facoltà mentali, aveva seguito i comandi degli Antichi non era esattamente finita bene per il Vampiro, per nessuno di quelli che si erano opposti a Phanes; non che non fosse stato giusto farlo, beninteso, ma era naturalmente diffidente di cose che avevano ampio potenziale per risultare in disastri personali, specialmente quando le macchinazioni dei due erano coinvolte.
    D'altra parte tuttavia, la questione aveva comunque la possibilità di essere divertente. Con quei quantitativi di energia spirituale in ballo chiunque stesse pensando di manipolarla aveva grossi propositi per essa, ma di certo sarebbe servita di più agli Spectre. Di conseguenza, con lo spostamento così netto di una risorsa così importante, era lecito aspettarsi che qualsiasi cosa ci fosse dall'altra parte rispetto a quella fantomatica porta in prossimità di Giove, fosse pesantemente protetta; e c'erano solo due, tra le fazioni degli autoproclamati guardiani della realtà, con sufficienti risorse e potere per fare una cosa del genere, ed entrambe sarebbero state un'assoluta delizia da divorare.
    C'era la possibilità di muovere qualche pezzo, forse di mettere i primi passi per, finalmente e nuovamente, tentare di distruggere la scacchiera. Un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Si stiracchiò pigramente quasi come un felino, fluttuando nel contempo dalla sedia che si poggiò a terra con un leggero tonfo, un gesto dovuto e abituale per saggiare la flessibilità del suo contenitore di carne; fu compiaciuta di non sentire il minimo scrocchio o resistenza nei suoi movimenti, voleva dire che era pronta.

    Certo. Un lavoretto di venti minuti, andata e ritorno.
    Sorrise, la sua forma avvolta da fiamme crepitanti che assunsero in un attimo consistenza solida, come placche di magma che stavano disponendosi attorno al corpo, modellandosi alla perfezione per definire un aspetto che non aveva più nulla della incomprensibile bellezza in precedenza prima, bensì vero riflesso della bestia assetata di violenza che era davvero.

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    Mentre ancora la sua Surplice stava allineandosi, con un distratto movimento della mano recise i legami della struttura spaziale nella stanza. L'aria si piegò e incrinò come vetro infranto, piegandosi in frammenti disuguali verso l'interno, mentre una fenditura si faceva sempre più grande. Un contatto diretto nello spazio profondo, nelle immediate vicinanze di Giove, in modo da risparmiare a entrambi il tedio di un viaggio a velocità luce dalla limitata superficie della Terra.
    Ovviamente il fatto di aver aperto un letterale buco verso lo spazio profondo ebbe una simpatica reazione nello studio che ancora aveva una pretesa di ossigeno e gravità: letteralmente ogni cosa che non era saldamente assicurata al suolo venne inesorabilmente attratta dall'altra parte del portale in un continuo spostamento di aria e materia, con un continuo ululare sibilante. Sedie, fogli tazze, penne, sistemata con tanta cura e ora eiettate dall'altra parte del sistema solare. La cosa la fece ridere alquanto.

    Si lasciò portare dalla corrente, fluttuando con fare pigro nel nulla cosmico, attendendo che il Giudice la seguisse prima di dare davvero inizio a quello sforzo condiviso.


    nome | Enmeshar
    energia | Nera
    surplice | Vampiro (VII), indossata e integra
    casta | Spectre
    fisicamente |
    mentalmente |
    riassunto azioni | andiamo a fare danni
    crpN2DL
    KUAN
    Enmeshar è detentore di un potere estremamente particolare, derivato dalla sua antica natura, che gli consente di manipolare il tessuto spaziale in una maniera molto poco convenzionale: dove altri manipolano attentamente le dimensioni, il Vampiro le squarcia senza alcuna cura con semplici movimenti degli arti, generando delle fenditure spaziali che possono essere usate in un'infinità di modi.
    Uno dei utilizzi è puramente di trasporto, collegando lo squarcio iniziale con un secondo punto nello spazio, che sia o meno nella stessa dimensione del Vampiro, generando un'apertura capace di trasportare persone, oggetti e perfino Cosmo; questo permette ad Enmeshar di muoversi come se si stesse teletrasportando, semplicemente saltando da uno squarcio ad un altro, cosa che gli concede di effettuare uno spostamento capace di evitare completamente un attacco (monouso a duello). Alternativamente tali squarci possono essere usati con scopi tattici difensivamente, cercando di fare in modo che attacchi nemici vengano ingolfati da essi, sebbene ciò è sempre subordinato al divario di potenza in questione, o anche strategicamente, spostando persone o anche intere sezioni di materia che sono stati raggiunti dalle fenditure, o persino facendo passare i propri attacchi in esse. La massima applicazione di questo potere è il controllo sulla devastante Crimson Cross ☼.
    Tuttavia, l'uso più tremendo dei suoi artigli è quello direttamente offensivo, sebbene il principio di funzionamento sia lo stesso. Una volta creata una fenditura nel tessuto spaziale, Enmeshar potrà utilizzarla come una vera e propria lama dimensionale capace di separare la materia attraversata con precisione assoluta; tali squarci possono essere portati con movimenti dei suoi arti oppure proiettati verso il bersaglio, ma il risultato sarà sempre il medesimo. Anche in questo utilizzo le fenditure conservano una funzione di trasporto, risultando estensioni fisiche del corpo del Vampiro, e non bisogna mai dimenticare che il loro scopo non è l'atto di tagliare o mutilare in sé e per sé: il loro obiettivo è di bere e saziare così il loro padrone. Le lame assorbiranno così il sangue versato del bersaglio, che subirà perdite di energia vitale e Cosmo come se lo Spectre sia entrato in diretto contatto con lui, trasportandolo dunque nel corpo di Enmeshar. I fendenti dimensionali separano la materia con la stessa efficienza di un'Arma Infusa, rendendo ancora più difficile contrastarle direttamente.
    Questi poteri, nonostante la loro forza, non gli danno il fine controllo sulle dimensioni posseduto da chi ha poteri appositi, sebbene gli Artigli possano interagire con altre abilità similari, contrastandole.
    Poteri minori proveniente dal suo retaggio divino includono il poter volare nello spazio e far fluttuare oggetti, entrambe capacità generate "graffiando" con maestria il tessuto spaziotemporale con i suoi artigli e traslando la materia attraverso di esso.


    ENMESHARRA
    Enmeshar, che un tempo era cosi disgustato dalla Realtà materiale e da tutti i suoi abitanti da cercare di distruggere ogni cosa, fu maledetto in una maniera terrificante: essere costretto a ricorrere alle creature che egli stesso disprezzava più di tutto per sostentarsi. Era, invero, un umiliazione totale e assoluta, ma che ha dato origine ad un risvolto totalmente inaspettato; il fatto che, ad un certo punto, ha iniziato a trovare la cosa estremamente divertente.
    Il Primo Vampiro può, con un semplice tocco, assorbire il sangue delle sue vittime, in maniera assolutamente indolore. Enmeshar sarà capace di privare il nemico di essenza vitale e, cosa più importante, di Cosmo stesso. Essendo che il sangue è il metodo principale di trasmissione cosmica in un corpo, il suo assorbimento porterà ad un aumento progressivo di stanchezza e spossatezza nel nemico. Compiere movimenti di qualsiasi sorta e fare ricorso al proprio Cosmo risulterà sempre più difficile man mano che il nutrimento di Enmeshar continua, finché anche fare un passo sarà quasi impossibile, diventando facili banchetti per lo Spectre, poiché l'energia vitale e il Cosmo persi in tale modo non possono essere in alcun modo recuperati nel corso dello stesso combattimento. Tuttavia, la capacità più importante della maledizione è il legame sempre presente con gli artigli del Vampiro, permettendogli di richiamare il Crimson Destroyer ☀.
    Oltre a questo, la progressiva perdita di sangue nel nemico porterà ipovolemia, causando mal di testa, fatica diffusa, vertigini, severi abbassamenti di pressione, pallore, tutti sintomi che non faranno altro che peggiorare man mano che il banchetto continua.
    Nemmeno nel caso in cui non si possiede sangue si è al sicuro, il Vampiro è altrettanto capace di divorare energia vitale e Cosmo grezzo al suo posto.
    La vera capacità di questo potere è una potenzialità più unica che rara, sviluppata dopo eoni di pratica e infiniti banchetti, che consente ad Enmeshar di sintetizzare l'essenza vitale del sangue immagazzinato nel suo corpo affinché né tragga non solo sostentamento per sopravvivere, ma anche nuove energie. Ogni volta che assorbe con successo il sangue della propria vittima, egli rigenererà parte della propria salute e del proprio Cosmo. [Bonus da Energia Nera]


    WUSSURU
    l'abilità meno appariscente, ma indubbiamente più infida, a disposizione di Enmeshar è quella di esercitare la propria volontà in una maniera così marcata da sovrapporsi a quella degli altri. Una volta che il nemico sarà stato raggiunto da questa insidiosa applicazione psionica, avverrà una vera e propria manipolazione d'intenti. Coloro che non possiedono Cosmo non avranno altra scelta che piegarsi al suo volere, diventando poco più che automi al servizio del Vampiro, mentre, per coloro che possono contrastarlo in battaglia, l'efficacia di questo potere è sempre subordinata alla differenza in potenziale cosmico e alla presenza o meno di difese mentali.
    Semplicemente concentrandosi egli potrà infondere nel suo bersaglio emozioni fasulle e fittizie, far provare terrore o gioia o qualsiasi cosa concepisca per il suo puro e semplice diletto, oppure sarà in grado di controllare come il nemico agisce in maniera estremamente diretta tramite attenta manipolazione dei loro pensieri. Fermare attacchi, rivolgerli contro alleati, persino compiere azioni autolesive con la piena convinzione di essere in totale controllo delle proprie facoltà sono solo alcune delle infinite possibilità a sua disposizione, possibilità limitate solo dalla sua perversa fantasia. Dopotutto, poche cose sono più soddisfacenti di convincere una preda a offrirsi da sola sul piatto.
    E, se approcci più sottili e nascosti dovessero rivelarsi inefficienti, Enmeshar dispone sempre dell'opzione di sovraccaricare i processi neurologici del suo bersaglio, danneggiandone la mente in maniere potenzialmente irreparabili e difficilmente contrastabili. Gli effetti dell'esposizione a suddetto sovraccarico mentale sono progressivi e graduali, man mano che viene sottoposto ad essi il bersaglio vedrà i proprio processi neurologici e mentali farsi sempre più difficoltosi; un dolore, forte e bruciante, si farà strada dal suo centro neurale, e quanto più questo si farà intenso tanto più diventerà difficile pensare, ragionare e formulare complesse e intricate strategie. Infine, negli stadi conclusivi di questo orrendo processo, si arriverà ad un completo spegnimento della psiche nemica, rendendo l’avversario un vegetale inerme al cospetto del Vampiro.
    Inoltre Enmeshar potrà infondere ognuno dei suoi attacchi e tecniche di potere psionico, aggiungendo una componente di sovraccarico mentale ad essi e incrementando l’insidiosità delle sue offensive.
    Inoltre, più il Vampiro si nutre del sangue del proprio nemico e più questo faticherà a resistere la sua maligna volontà, fino al punto in cui non vorrà più neanche opporvisi.


    ABI GALLU
    Enmeshar è il primo dei Vampiri, colui il quale ha dato origine ad una stirpe tanto numerosa quanto maligna, lasciando all'universo l'eredità di una maledizione che non ha esitato a diffondere senza preoccuparsi delle conseguenze. Non tutti i suoi figli lo servono, molti sono anche diventati suoi rivali, ma il singolo fatto di essere il Dio antenato di tutti i vampiri gli conferisce un'autorità che non è puramente simbolica. La maledizione inflittagli scorre nell'essenza più profonda del primo Vampiro, una maledizione che lui ha trasformato in una fonte di intrattenimento malato per lo scempio che arreca all'odiata creazione.
    Egli è, infatti, l'origine di tutti i miti e le capacità comunemente attribuite alle creature della notte.
    Enmeshar può ideare tecniche che gli consentono di fare ricorso ad abilità apposite possedute dai Vampiri.


    tecniche |
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    Il portale è davanti a voi.
    Da lontano sembra una porta sul nulla, una distorsione spaziale e nulla più. In un momento quel portale si trasforma in una bocca dentata di una lampreda. Il passaggio e deciso e straziante, riuscite a sentire il rumore bagnato e stridente delle zanne che vi prendono,che vi lacerano mentre vi portano dentro un'oscurità senza fine.

    Eccetto che niente di tutto questo è realmente accaduto. Tutto quello era soltanto una ricostruzione mentale del processo di trasporto. Il portale letteralmente vi sputa fuori sul bagnasciuga di una spiaggia aliena in ogni senso. Il cielo notturno ha una tinta tra il blu ed il viola. La spiaggia è nera e sporca di cenere. Tutto intorno a voi sembra una versione peggiore delle distese grige. A poca distanza dalla spiaggia riuscite a notare pezzi di muratura rovinati dal e tempo e chissà solo cos'altro.
    Più lontano, poco oltre l'orizzonte di quella landa desolata, luci artificiali illuminano le nubi di quella notte orribile. Li vi era l'unica forma di civilizzazione presente in tutto il pianeta, una città senza nome, con palazzi grossi come piramidi, e fondamenta profonde come l'inferno. Li, in quel groviglio urbano, qualcuno di estremamente ambizioso si muoveva nell'ombra. Qualcuno con desideri di grandezza imponenti, tanto da portarlo a disturbare i piani alti dell'Universo Infernale.

    La puzza di cenere è insopportabile.




    un bel viaggetto a piedi dai




    o forse no
     
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3 replies since 21/8/2022, 18:50   187 views
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