-
.Mykonos
Terra di GigantiI - Dormiveglia
Le onde. L'acqua cristallina e le bianche spiagge. La brezza mattutina che si alzava nelle giornate limpide e soleggiate. La forza del mare creava tutta una afrodisiaca sensazione di pace che, lentamente, si insinuava dentro, nell'anima. Facendo provare stati che solo gli abitanti della Terra potevano comprendere.
Con le piccole gambe incrociate e godendosi un momento di frescura, Anfitrione riposava sopra un piccolo mulino a vento di Mykonos - una delle isole più importanti dell’arcipelago delle Cicladi in terra di Grecia - dinanzi il Mar Egeo. In passato era stato uno dei luoghi di scontro più importanti della Gigantomachia, diventando poi un luogo stratetigo e di culto. Adesso era una zona non ancora riconquistata dalle forze di Atena, infestata dalla Corruzione che dilagava.
Nell'Età del Ferro invece era divenuta famosa per le pittoresce, tipiche, casette che costeggiavano il mare. Le case bianco latte con porte, infissi e finestre di differenti cromature, che creavano un mosaico di luci e colori. O le chiese, gli enormi mulini, di quel singolare colore azzurro cobalto e verde smeraldo, che sorgevano in quel paesaggio idilliaco.
Li poteva vedere poco più in là, proprio sulla destra, splendenti ai raggi del sole. Sigilli in tutta la loro bellezza.
Seduto con gli occhi chiusi e con il soppesato bastone irto di fianco, egli stava a meditare nel silenzio. Nella sua vera forma. Focalizzandosi sul futuro, imminente. Riacquistando energie e indirizzando la strada per le prossime mosse. Nascosto, come un viandante, celato da occhi indiscreti. Somigliando a un piccolo vecchio incappucciato, che gli permetteva di eludere la maggior parte di grattacapi che si presentavano.
Aveva da poco finito di perlustrare la zona e l'isola di Delos. Mai si era spinto così vicino la terra nemica, e ciò che avrebbe dovuto trovare nei resti dei Templi di Dioniso, Demetra e Apollo, non ebbe i suoi frutti.
Non aveva trovato la corruzione. E ciò lo preoccupava. Da poco era venuto faccia a faccia con questa entità, questo morbo di Ponto che era sfuggito al controllo infestando tutta la realtà. Mangiando e divorando ogni cosa vivente; doveva saperne di più.
In quel luogo poi, non aveva trovato neanche più simpatia per tutto ciò che era stato del dominio degli Dei minori, sopratutto per coloro che direttamente lo avevano ingannato e abbandonato. E avere camminato sulle macerie di quello che fu sacro per loro, a piccoli passi, assaporando tutto ciò che lo circondava, non fu piacevole.
Anzi, ci mancò poco che sputasse per disprezzo.
Era da poco passato mezzodì, il sole era alto in cielo. Lui si stava grattando l'orecchio oblungo dormendo, sussurrando una litania nella sua lingua mentre respirava la brezza marina. La testa ciondoloni.
Quando d'un tratto, qualcosa lo fece sobbalzare.
E lo fece quasi cadere...SPOILER (click to view)FISICO✦ Stanco per il lungo sopralluogo. Riprende energie, nella sua Vera Forma.
MENTE✦ Assonnato. Ma sempre vigile. Si sveglia all'improvviso.
STATUS GLORY✦ Grado [IV] - Non Indossata [VeraForma] - Intatta
RIASSUNTO AZIONI
Dopo aver perlustrato la zona e le isole vicine, prendo una piccola pausa riposandomi ai venti del mare. Qualcosa mi sveglia all'improvviso, attivando la mia passiva. Cosa di preciso, lo lascio a te.Anfitrione [IV] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia RossaABILITÀ E TECNICHE
Ingegno di Anfitrione[Sensi Acuti]
Plasmato in numerose battaglie e corti, nelle Ere e nella Storia, Re Anfitrione ha sviluppato una capacità sensoriale acuta, in grado di percepire al meglio la realtà cui si pone dinanzi. Che sia un nemico, una illusione, un ambiente ostico e velato, egli potrà ampliare i propri sensi, soprattuto il sesto, per poter fronteggiare varie situazioni. Potrà percepire/intuire la natura di un cosmo, una parola celata, uno sguardo, delle intenzioni altrui (only gdr).
Ciò porterà ad avere una maniacale precisione e reattività nei propri colpi e movimenti, incredibilmente degni di un esperto e ingegnoso Re.
Edited by Anfitrione - 18/10/2023, 22:40. -
.
Edited by Guardian of the Sea - 11/8/2022, 12:19. -
.Mykonos
Terra di GigantiII - Un Vecchio in trappola?
Ahhhhhk!!!
Quando riprese piena coscienza, il piccolo Daimon vide all'improvviso uno spuntone di ghiaccio sbucare da sotto le sue gambe e fuoriusciere all'aria aperta. Sfiorandolo e strappando un pezzo di abito che indossava, si diresse verso l'alto. Toccò la cima con un'altro pezzo antistante, unendosi al vertice, e riscese formando una calotta, una piccola rete che lo imprigionò senza scampo. Mettendolo in trappola.
Subito in panico e allarmato, Anfitrione si girò in ginocchio per capire cosa stesse succedendo.
Qualcuno era arrivaro lì? La corruzione lo attaccava? Eppure non sentiva quell'energia mefitica.
Poi abbasso lo sguardo. E in una frazione di secondo vide un uomo, anzi un ragazzo, avanzare dal basso. Mostrando una armatura sul corpo: era stato scoperto. Audace.
Alla sua vista, stava quasi per irrompere con la forma da guerriero, espandendo il cosmo e contrattaccando con una esplosione deflagrante che avrebbe cercato di colpirlo.
Ma si fermò. I sensi acuti gli fecero percepire qualcosa, flebilmente.
Colui che lo aveva imprigionato non era un caduto, né uno dei suoi soliti nemici. A dire il vero neanche un nero; ne aveva incontrati tre fino ad ora. E avrebbe riconosciuto bene la loro energia e le loro facce problematiche. No, era qualcun'altro, ed era stranamente da solo. Un esploratore probabilmente, che lo aveva individuato. Acuì ancora di più i sensi acuti. Atene vi era dietro di lui? Lo sentiva, ma non percepiva le stelle, il cosmo protettivo di una costellazione issato a proteggerlo. Quindi chi era?
Con tutte queste domande pensò non sarebbe stato saggio attaccarlo subito, la sua curiosità bramava di saperne di più. Su di quell'isola nascosta. E poteva essergli utile.
Decise di stare al gioco, seguendo la sua vera forma che, spesso, lo aveva districato da ingenti situazioni. Cercò di azzerare il cosmo più che potè, fingendo di cadere a terra e cominciando a lamentarsi.
Aaaahhh aahhh Uccidono, uccidono!! Si dibattè con voce gracchiante, tenendosi il braccio come ferito. Ma non abbandonando il bastone dalla mano. Poi sentì le parole del nuovo arrivato che si avvicinarono. Sembrava non avere brutte intenzioni, ancora.
Chi sono? Chi sono!!!?!!? Sono un povero vecchio dell'isola che riposa, chi sono, ecco chi!
Si alzò facendo perno sul bastone. Contraendo il volto rugoso, con le orecchie appuntite. Il peso tutto portato da un lato del corpo, faticando come se nell'impresa stesse scalando una montagna.
Mi hai attaccato! Si! si! Mi hai attaccato! Avventato!
La frescura non più, andata via! Neanche più pace in una terra di nessuno! Io ti maledico!
Alzò il bastone cominciando a battere sulla gabbia di ghiaccio.
Aiutooo! Liberatemi! Liberatemi! Ti maledico!!
Continuò a gemere, inveire e sbattere senza ritegno il nodoso bastone sul ghiaccio. Sperando forse di spezzarlo.
Nell'azione, le palpebre dell'occhio sinistro si fecero più sottili. I suoi pensieri fluttuarono, acutizzandosi ancora di più. Cominciò a studiarlo. Prendendo tempo.
Chi sei tu che viene in questa isola dimenticata? Sei da solo? Cosa ci fai qui? Eh? Dimmelo Dimmelo!
Era giovane, molto, ora che lo vedeva da più vicino. Indossava una armatura strana - non che ormai ci capisse più qualcosa - ed era caratterizzato da un forte azzuro dagli occhi ai capelli. Sembrava un tipo molto serio e freddo - non i migliori per contrattare pensò - ma era ancora presto per dirlo. Però era sicuro di una cosa: aveva il dominio delle energie fredde e non era malvagio. Il suo cosmo era molto puro, stranamente; raro in quei giorni così nefasti.
Liberami, giovanotto! Te ne vai in giro a fare queste cose?!
Maledetto tu sia! Niente rispetto per i vecchi! Pfiù!
Il bastone stava provocando un bel baccano.
Il rumore avrebbe attirato i suoi compagni se c'erano, o creature al suo comando. Così avrebbe capito con chi avesse a che fare per poter pianificare meglio una fuga.
Mentre si guardava intorno, guardingo, si strinse ancora di più portando una mano dietro la schiena. Preparandosi ad un eventuale attacco. Infine, pronunciò ancora di più le labbra, emettendo quasi un sussurro.
Liberami.SPOILER (click to view)FISICO✦ Indenne dall'offensiva portata. Finge di essere stato ferito, ma sta bene.
MENTE✦ Svegliatosi impanicato, ora molto arrabbiato. Ma è tutta una scena.
STATUS GLORY✦ Grado [IV] - Non Indossata [VeraForma] - Intatta
RIASSUNTO AZIONI
Comincio a fingere e dimenarmi per fare baccano e attirare chiunque ci sia nei paraggi, mentre ti studio e cerco di comprendere chi sei con i [Sensi Acuti]. Poi mi fermo ed assumo una eventuale posizione di attacco.Anfitrione [IV] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia RossaABILITÀ E TECNICHE
Ingegno di Anfitrione[Sensi Acuti]
Plasmato in numerose battaglie e corti, nelle Ere e nella Storia, Re Anfitrione ha sviluppato una capacità sensoriale acuta, in grado di percepire al meglio la realtà cui si pone dinanzi. Che sia un nemico, una illusione, un ambiente ostico e velato, egli potrà ampliare i propri sensi, soprattuto il sesto, per poter fronteggiare varie situazioni. Potrà percepire/intuire la natura di un cosmo, una parola celata, uno sguardo, delle intenzioni altrui (only gdr).
Ciò porterà ad avere una maniacale precisione e reattività nei propri colpi e movimenti, incredibilmente degni di un esperto e ingegnoso Re.
Vera Forma
Quale potrebbe essere la vera forma di un umano millenario mischiato a prodigiosi e alieni poteri? Un vecchio. Un vecchio decrepito con qualche parvenza innaturale. Questa, è la vera forma di Anfitrione. Di un anziano ricurvo, molto piccolo, alto mezzo metro, sorretto da un bastone nodoso dalle qualità magiche. Carnagione rugosa, tendente all'olivastro con qualche ciuffo di bianchi capelli ai lati del cranio. E le sue orecchie. Diventate oblunge e sottili; sintomo che la natura extraceleste ha inciso sulla sua essenza umana. Per nascondersi ai nemici e ai pericoli in quanto facilmente individuabile, Anfitrione ha mutato la propria personalità, occultandola dietro una innocua figura. Spesso stramba e matta, irosa e gioiosa, vive ciò che deve isolato in una capanna di un mondo sconosciuto, potendo di nuovo manifestare il proprio animo umano. Ma non lasciatevi ingannare: la sua agilità è formidabile e la sua saggezza si manifesta all'improvviso.
Edited by Anfitrione - 18/10/2023, 22:40. -
.
. -
.Mykonos
Terra di GigantiIII - the game begins
Il trambusto non stava dando i suoi frutti. O almeno è quello che pensò a primo sguardo. Invece, senza volerlo, aveva suscitato qualcosa nel cavaliere giunto.
Vide iniziare strani processi nel ragazzo, processi cognitivi dei suoi pensieri che presero a fluttuare. Spaesando.
Cosa c'era che lo stava crucciando? Anfitrione cercò di penetrare di più in quel flusso percepito. Incuriosito.
Continuò a premere, ma il potere del Tempo non glielo permise. Non poteva ancora vedere cosa si celasse nel passato, rivedere la vita o momenti salienti di chi aveva davanti. Eppure aveva percepito che stesse ricordando qualcosa di fastidioso.
Mmmh
Bofonchiò tra sé. Avrebbe voluto sapere, mentre ascoltava con tutti i suoi sensi. Così si fermò.
Riprese una posizione eretta, riponendo entrambe le mani sul bastone che tornò saldo sul terreno dinanzi a sé, e vi si poggiò. Infine corrucciò le rughe ed assunse una espressione seria, come in meditazione.
Il ragazzo somigliava tanto a lui da giovane:
prestante, serio e forse timoroso di sentirsi in sbaglio. Figlio di una educazione dura. O di un macigno ben più grande: l'autocritica. Spietata e senza paletti. Che strugge e distrugge l'anima del portatore per tanto tempo.
Egli lo sappe bene quando morì suo zio Elettrione.
Era un peso indicibile.
Si chiamava Korin. Era come aveva percepito un combattente di atena - forse lì in esplorazione per la corruzione - e si nominò protettore dell'umanità.
Il piccolo daimon fece una smorfia a quelle parole: non gli piaceva affatto Atena. Tutti gli olimpici, anche solo sentirli, lo innervosivano.
Fantocci che avevano soltanto peggiorato il mondo con le loro manie di distruzione, che non reali problemi. Non smettendo di inculcare credi agli umani dopo gli inganni perpetuati. Ripudiava tutte le fazioni esistenti in gioco, dagli Spectre ai Titani - tranne ovviamente Gea l'antica - senza dimenticarsi degli umani.
Ripudiava con fermezza le caste dei minori e coloro che li seguitavano. Manipolando con le loro idee, le loro prepotenze. Non accorgendosi di essere soltanto un granello in qualcosa di molto più vasto e non portando il rispetto a tutto ciò che gli circondava, fin dal principio. Imponendo la propria visione di vedere, di lotta, di salvezza. Uccidendo, distruggendo, usurpando. Poteva dire che per lui volevano solo comandare. E tutto ciò lo detestava.
Eppure, rimaneva dalla parte della razza umana. Di tutti gli uomini. Della loro sopravvivenza, della loro voglia di vivere. Apprezzava la resilienza che gli accompagnava, conferendogli una capacità al di fuori di ogni altra cosa. Come successe anche a lui quando fu umano. Facevano ormai tutti parte di un equilibrio, come gli abitanti del cosmo e dell'universo, che non sarebbe scomparso. Di questo ne era certo.
Ironicamente, ciò lo faceva sentire più vicino ai neri di quanto credesse. Solamente, che quelli erano folli e senza controllo.
Più continuava a guardare Korin, più come uomo non gli dava l'impressione di un pericolo. Gli sembrò un tipo a posto, sopratutto quando cercò di farlo tacere approcciandolo con delicatezza come si fa con i bambini. Anzi. Da come si stava ponendo e comportando non sembrava nemmeno tanto sciocco.
Ma era ormai troppo tardi.
Il vecchio lo aveva guardato dritto negli occhi, scostando il bastone. Sospirando, facendo diventare la sua voce molto baritona e profonda. Da antico saggio per rispondere alla domanda che era giunta.
Non avrebbe voluto in verità, ma lo doveva alla sincerità del giovane uomo.
Perché il suo nome, dopo il mito, era divenuto un gergo usato nel mondo per conferire ospitalità al prossimo, gentilezza verso i commensali - come realmente fu lui.
E anche per questo egli non poteva essere scortese. Perché non lo era mai stato.
Io sono Anfitrione, e non sono più di questo mondo. Disse.
Io Servo solo ciò che deve essere aiutato.
La signora che detiene i fili del destino lo decide, e lei aiuta me. Nel giusto.
Poi lo guardò dispiaciuto, sembrando di rimurginare in sé.
Sei un buono giovane. Percepisco tante cose.
E ricordi tanto me. La sorte non merita di ingannarti, adesso. Sei sincero con i tuoi piccoli gesti.
Ma hai cominciato tu...
Poi abbassò lo sguardo, guardando i suoi piccoli piedi che poggiavano sul tetto di paglia del mulino. Sarebbe stato facilmente distruttibile pensò, voleva scappare da sotto la gabbia che lo imprigionava, sprofondare nella struttura ed avere un vantaggio strategico di scontro.
Perché era fuori discussione che avrebbe accettato la condizione del giovane cavaliere. Aveva dei piani da assolvere. E degli ordini.
Mi dispiace ragazzo.
Senza aspettare oltre, Anfitrione avvampò il cosmo e creò due sfere cosmiche nelle mani. Con energia lanciò la prima contro Korin, in direzione del suo petto. Per colpirlo sull'armatura e cercare di distrarlo. Mentre la seconda la lanciò a i suoi piedi, per distruggere il terreno e liberarsi dalla gabbia che lo circondava.
Così facendo avrebbe avuto la possibilità di cadere dentro il mulino, sprofondare nell'oscurità e scomparire alla vista del suo opponente.
Una scelta sciocca senza dubbio, cominciare uno scontro dove vi era una così fragile quiete. Ma doveva sapere dove fosse la corruzione lì, in quel luogo, anche al costo di doversi imporre e sradicare l'intera isola con la propria forza.SPOILER (click to view)FISICO✦ Indenne dall'offensiva portata. Adesso pieno di energia.
MENTE✦ Concentrato con i sensi acuti, in meditazione. Poi diventa dispiaciuto per la scelta fatta.
STATUS GLORY✦ Grado [IV] - Non Indossata [VeraForma] - Intatta
RIASSUNTO AZIONI
Ascolto con i [Sensi Acuti] e percepisco qualcosa che ti cruccia. Ma non capisco cosa esattamente. Successivamente decido di attaccarti, lancio due sfere cosmiche quasi contemporaneamente. Una verso di te per colpirti dritto in petto, l'altra ai miei piedi per distruggere il tetto di paglia, liberarmi dalla gabbia e avere un eventuale vantaggio strategico del luogo di scontro. Se riesco a distruggere il terreno comincio a cadere dentro la costruzione.Anfitrione [IV] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia RossaABILITÀ E TECNICHE
Ingegno di Anfitrione [Sensi Acuti]
Plasmato in numerose battaglie e corti, nelle Ere e nella Storia, Re Anfitrione ha sviluppato una capacità sensoriale acuta, in grado di percepire al meglio la realtà cui si pone dinanzi. Che sia un nemico, una illusione, un ambiente ostico e velato, egli potrà ampliare i propri sensi, soprattuto il sesto, per poter fronteggiare varie situazioni. Potrà percepire/intuire la natura di un cosmo, una parola celata, uno sguardo, delle intenzioni altrui (only gdr).
Ciò porterà ad avere una maniacale precisione e reattività nei propri colpi e movimenti, incredibilmente degni di un esperto e ingegnoso Re.
Vera Forma
Quale potrebbe essere la vera forma di un umano millenario mischiato a prodigiosi e alieni poteri? Un vecchio. Un vecchio decrepito con qualche parvenza innaturale. Questa, è la vera forma di Anfitrione. Di un anziano ricurvo, molto piccolo, alto mezzo metro, sorretto da un bastone nodoso dalle qualità magiche. Carnagione rugosa, tendente all'olivastro con qualche ciuffo di bianchi capelli ai lati del cranio. E le sue orecchie. Diventate oblunge e sottili; sintomo che la natura extraceleste ha inciso sulla sua essenza umana. Per nascondersi ai nemici e ai pericoli in quanto facilmente individuabile, Anfitrione ha mutato la propria personalità, occultandola dietro una innocua figura. Spesso stramba e matta, irosa e gioiosa, vive ciò che deve isolato in una capanna di un mondo sconosciuto, potendo di nuovo manifestare il proprio animo umano. Ma non lasciatevi ingannare: la sua agilità è formidabile e la sua saggezza si manifesta all'improvviso.
Edited by Anfitrione - 18/10/2023, 22:40. -
.
. -
.Mykonos
Terra di GigantiIV - chains of greatness
Così scese a picco, fendendo l'aria. Risucchiato nella cavità.
I suoi minuscoli piedi toccarono presto il terreno, ritrovandosi all'interno del mulino. Nel buio.
L'edificio dentro era strutturalmente fatto di legno. Era provvisto di un solo piano rialzato, collegato a delle scale che portavano in cima ad una finestrella ed a una macina. Egli era atterrato proprio qui, in mezzo a tozze casse e cumuli di grano raccolto.
Il colpo che aveva portato poc'anzi non avrebbe dovuto suscitare grossi danni al cavaliere di Atena; difatti era stato pensato per creare un diversivo afffinché riuscisse a scappare. Quindi era sicuro che il ragazzo fosse solo più che arrabbiato lì fuori.
Appena guardatosi intorno, il vecchio si lanciò dal piano per ricadere a terra, poco più giù, dove vi era l'entrata antistante uno spiazzo vuoto. Così da acquisire spazio e decidere il da farsi. Ma sentì subito accadere qualcosa. Il suo opponente si era mosso, adoperando qualche tipo di strategia intorno a lui.
Sentì cosmo ed energia dipanarsi tutti intorno nell'area, nel mulino stesso, come se stesse affondando le proprie radici nel terreno; ma non vide cosa stesse facendo. Lo sentì tremare allarmato per poi affievolirsi. Nel nulla.
Doveva uscire. Il suo piano doveva iniziare:
Colpire dove meno se lo aspettava, sbucare all'improvviso come un predatore. Ma non poteva in quelle condizioni, aveva bisogno prima di qualcosa. E quindi decise.
Cominciò a degrignare i denti, ad espandere il cosmo dorato facendolo accadere.
La polvere cominciò ad alzarsi. L'aria a fremere. Boati a ripercuotersi nella terra, indelebilmente giungendo nel fato.
Voci incomprensibili, quasi sussurrate, cominciarono a volteggiare tutt'intorno la sua figura fino a cozzare sulle pareti con tonfi sordi. E man mano che continuavano, crescendo sempre più, diventavano delle onde incontrastabili, paralizzanti, suscitando timore.
Amphtytrion Amphytrion Amphytrion
Voci di uomini, di fratelli.
Amphytrion Amphytrion
Di eserciti, di soldati che nella sconfitta pregavano il proprio generale prima della caduta.
Amphytrion Amphytrion
Lui che non si arrese mai. Anfitrione. Eroe Perseide del mito.
I muscoli si tesero. I tendini si contrassero diventando sempre più visibili mentre il suo corpo, piegato, cominciava a mutare. Il suo saio si straccio. La pelle si spezzò con enormi crepe d'oro che eruppero in luci sfocate e nubi grigiastre. Nel guerriero, dominante, dall'armatura e l'elmo scintillante di riflessi.
L'antico uomo. Il re che combattè eserciti, bestie e fato. Apparendo come un'anatema, una malattia non debellata del tutto. Una maledizione.
Completata la trasformazione, fece svolazzare immediatamente il mantello scarlatto, che fulgidamente lo accompagnò posizionandosi terra. Ciò fu dovuto alla neve che vide scendere. Ghiaccio portatore di sventura che, appena cadde proveniente dall'alto, esplose in milioni di colori non percettibili.
Già piegato portò l'avambraccio sopra di sé, disegnando una cupola elissoidale di energia cosmica per proteggerlo da quella pioggia torrenziale. Perché il nemico lo stava attaccando.
Prima di riuscirci però, dei colpi penetrarono esplodendo sulla spalla destra, ferendolo e provocandogli lieve congelamento. Ma resistette, anche grazie all'armatura.
Stette in quella posizione con il corpo teso, resistendo a quella grandine cosmica che pioveva letale senza scampo. L'avversario aveva in qualche modo fatto piovere cosmo da quel buco apertosi sul tetto, indondando l'intero mulino di esplosioni e ghiaccio.
Fu così preciso che le pareti non furono nemmeno toccate, mentre tutto ciò che si trovò all'interno fu sotto una pioggia maledetta. Distruggendosi irremediabilmente.
Pioggia di ghiaccio e cosmo. Esplosioni, portate fitte come nugoli di frecce. Poi silenzio.
Quando finì, l'aria divenne quasi gelida permettendo ad Anfitrione di condensare il fiato.
Non si aspettava un simile mossa. Era stato astuto l'Ateniese, ma ora toccava a lui.
Muovendo il braccio - che gli diede fastidio per la ferita - si rialzò con un gesto secco, facendo scomparire lo scudo ormai non più utilizzabile da sopra il capo. Si posizionò saldo dinanzi la parete principale - dove era situata l'entrata - esplodendo la sua energia cosmica.
Emettendo suoni gutturali come una bestia, fece esplodere tutto il suo potere violentemente. Il vecchio guerriero non poteva indugiare, lo scontro era iniziato. La pugna per chi sarebbe stato più forte avrebbe messo a tacere le ostilità.
Cosicché creò una enorme galassia cosmica dìnanzi le sue mani, spezzandola in tre parti e lanciandola in tre direzioni diverse. La prima lanciata contro il muro dell'entrata, la seconda dietro di sé - al muro opposto - e l'ultima un poco più su, sopra l'entrata, verso il perno delle pale che davano all'esterno.
Per far esplodere le pareti in tre varchi differenti, con l'intento di non far capire da che parte egli sarebbe uscito.
E in più provocare la rottura delle pale esterne, provando a danneggiarle e staccarle.
Le esplosioni - se accadute - sarebbero state rallentate con il potere del Tempo, creando quasi una stasi dei suoi detriti che sarebbero volati in ogni dove, e la sabbia e la polvere che sarebbe stata alzata, sarebbe rimasta come un muro a celare e cercare di non far capire cosa ci fosse o potesse attraversarlo.
Infine il guerriero balzò in aria volando con il suo rudimentale potere da Daimon, e si diresse verso il soffito per poter fuoriuscire come un proiettile.
Affinché avesse poi avuto completa visione del campo di battaglia e attaccare.
Prepararò altra energia cosmica nele mani. Lance arrivavano.
Mancava poco.SPOILER (click to view)FISICO✦ Ferita alla spalla destra, in forma di umano.
MENTE✦ Divenuto concentrato.
STATUS GLORY✦ Grado [IV] - Indossata [No VeraForma] - Intatta
RIASSUNTO AZIONI
Cadendo all'interno mi trasformo nella forma da Guerriero. Appena finito arriva la pioggia di ghiaccio e mi proteggo con una cupola fatta di cosmo [DIF], ma vengo ferito alla spalla. Successivamente lancio tre colpi cosmici da dentro la costruzione in direzione: della parete dove è situata l'entrata, la parete posteriore del mulino e l'ultima verso il perno interno che regge le pale esterne del mulino. Le esplosioni sono poi rallentate con detriti e sabbia spinte molto lentamente (quasi in stasi) per permanere e offuscare l'interno o cosa ne può uscire.
Infine mi lancio verso il buco del soffito provando ad uscire.Anfitrione [IV] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia RossaABILITÀ E TECNICHE
Tempo
Organizza la mobile continuità di stati in cui s'identificano le vicende umane e naturali, ricollegandola a un'idea di successione e di evoluzione: il fluire, il passare, lo scorrere, l'andare, il variare d'affetti e di pensieri.
Anfitrione potrà velocizzare, rallentare o spingere alla stasi selettivamente un essere vivente nelle sue azioni (ne consegue quindi processi biologici inclusi pensieri/stati mentali e spirituali) oggetti fisici e azioni personali.
Potrà manipolare materia ed energia all'interno del proprio raggio di azione, provenienti sia da un attacco che presenti gia nell'area circostante (flussi d'acqua, elettricità, incendi ecc.). Inoltre ciò che verrà toccato da questo potere, se facente parte dall'ambiente, verrà considerato come costrutto cosmico di pari livello.
La concentrazione per attuarla sarà necessaria, ma sempre meno dispendiosa di abilità provacanti medesimi effetti o abilità quali telecinesi; mentre la sua efficacia su altrui varrà sempre dalla differenza di livello energetico.
Edited by Anfitrione - 18/10/2023, 22:40. -
.
. -
.Mykonos
Terra di GigantiV - Explosion of Dust
Vento. Fiumi d'aria. Tempesta. Così egli viaggiava nei mondi, accompagnato da eventi che auguravano il suo arrivo. Vestito di coraggio e forza. Vestito di quella sacralità che voleva dire Destino.
Appena fuoriuscì verso l'esterno, Anfitrione si fermò in aria per qualche secondo. Con sguardo pronto e guardingo, a contrattaccare se l'Ateniese fosse stato ancora lì. Ma non lo vide.
Scese planando immediatamente, in direzione del tetto e delle pale danneggiate.
Il loro rallentamento permaneva facendole rimanere salde alla struttura; un colpo ben portato le avrebbe divelte, ed era ciò che aveva predisposto.
Vide poi, continuando, gli altri due diversivi lanciati. Le esplosioni concatenate che avevano alzato detriti e polvere. Non voleva aspettare, voleva sfruttare il vantaggio strategico che aveva acquisito. L'ingegno lo aveva aiutato fino ad ora con l'esperienza e sensi, pianificando azioni nel presente con un obiettivo chiaro nel futuro.
C'era in atto una guerra mentale e psicologica, dove anche il conquistare una piccola porzione di terreno avrebbe fatto la differenza. E lui lo sapeva.
Quando fu ancora in volo, l'Ateniese sbucò da tutto ciò sopra un pilastro di ghiaccio, superando d'altezza la cima del mulino e arrivandogli faccia a faccia. Egli non temeva lo scontro frontale. Lo bramava.
Lanciò un'offensiva fatta di catene, di blu e cosmo colori, trasformandole poi in lettere e strani simboli. Singolarmante, in direzione di Anfitrione.
C'era risentimento in costui. Qualcosa che andava ben oltre la scelta, la veemenza con cui si rivolgeva, con cui lo stava guardando. Era turbato e sembrava non riconoscerlo.
L'antico guerriero non capiva di quale potere potesse essere portatore. Né riconosceva il cavaliere né le sue tecniche; e ciò lo metteva in posizione di svantaggio. Tuttavia poteva sfruttare e manipolare quella energia rivoltagli. Perciò si concentrò nei meandri del suo cosmo, intaccando quel principio di fluire dell'universo di cui era padrone: Il Tempo.
Cominciò a rallentare i sigilli nella folle corsa verso le sue membra, diminuendo la loro rotazione, la loro accellerazione. E avendo un controllo del volo grezzo, prese anche a cambiare posizione per poter schivare i colpi che giungevan pericolosi. La pioggia di simboli - che il nemico ne aveva evidentemente un gusto particolare - passarono come acqua fluire in un torrente, sfiorandolo nel moto il corpo. Ma quando accadde, questi esplosero liberando - come dapprima - la loro energia cosmica intrinseca.
Il Daimon se lo aspettava. Non si stava facendo prendere alla sprovvista grazie ai Sensi Acuti, continuando a rallentare anche le esplosioni percepite mentre si allontanava da loro raggio d'azione. Quelle troppo vicine, però, non riuscì a controllarle a pieno, ed esplosero danneggiandolo lievemente dietro la schiena. L'armatura prese una botta, proteggendolo da danni maggiori - in quanto ricopriva egreggiamente tutta la zona - tranne all'altezza dell'anca, dove si aprirono delle ferite sanguinanti.
Tutto questo accadde parallelamente al giungere sulle pale, capovolto con i piedi in avanti, sospinto dall'onda d'urto.
Isolando il dolore, ne approfittò per atterrare sul terreno e dare inizio ad una offensiva di sfondamento. Staccò una pala dalla stasi, velocizzandola, per poi lanciarla con forza verso l'Ateniese.
Lunga 15 metri e permeata dal Tempo, prese a correre verso Korin e il suo pilastro di ghiaccio affinché potesse sbilanciarlo e spezzare il basamento. Provando a farlo cadere da quell'altezza. In concomitanza con l'altro braccio, creò un paio colpi cosmici a forma di saetta, che scagliò anch'essi verso il cavaliere in direzione di zone specifiche: il volto, l'addome e le braccia. Nonostante le ferite e il poco tempo, la precisione sarebbe stata data dal suo Ingegno intrinseco.
Mentre osservava quest'ultimo partire, infine, continuò a far fluire il Tempo usato poc'anzi, concentrandosi e cercando di rallentare la sua gamba destra. Per provocare ancora più difficoltà in un eventuale movimento che sarebbe avvenuto.
Malgrado tutto rimase un poco stordito, e la spalla ferita continuò a sanguinare. Correndo lungo tutto il braccio. Insieme all'anca. Erano utilizzabili pienamente ma il sangue bruciava all'aria aperta.
Nel dolore del suo uso, sgorgando.
E non gli piacque.SPOILER (click to view)FISICO✦ Ferita alla spalla destra e dietro la schiena.
MENTE✦ Concentrato nella strategia, ma stordito per la botta presa.
STATUS GLORY✦ Grado [IV] - Indossata [Forma Umana] - Ha preso una bella botta.
RIASSUNTO AZIONI
Arrivo planando verso le pale precedentemente danneggiate dall'interno. Il colpo mi arriva in aria e sfrutto l'abilità Tempo per rallentarne il moto e schivarle con il volo. Quelle troppo vicine non riesco a controllarle ed esplodono ferendomi dietro l'anca. Poi arrivo sulle pale del mulino, ne stacco una lanciandotela addosso per rompere il piedistallo e farti cadere. Essendo toccata dal Tempo la sua resistenza è pari ad un Costrutto di Energia Rossa [AD]. A questa, con l'altro braccio, lancio una manciata di colpi cosmici a forma di saetta per colpirti direttamente al volto, addome e braccia. Insieme cerco di rallentare selettivamente la tua gamba destra con il Tempo, creandoti difficoltà eventualmente a muoverti [AF + Div].Anfitrione [x] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia RossaABILITÀ E TECNICHE
Ingegno di Anfitrione [Sensi Acuti]
Plasmato in numerose battaglie e corti, nelle Ere e nella Storia, Re Anfitrione ha sviluppato una capacità sensoriale acuta, in grado di percepire al meglio la realtà cui si pone dinanzi. Che sia un nemico, una illusione, un ambiente ostico e velato, egli potrà ampliare i propri sensi, soprattuto il sesto, per poter fronteggiare varie situazioni. Potrà percepire/intuire la natura di un cosmo, una parola celata, uno sguardo, delle intenzioni altrui (only gdr).
Ciò porterà ad avere una maniacale precisione e reattività nei propri colpi e movimenti, incredibilmente degni di un esperto e ingegnoso Re.
Tempo
Organizza la mobile continuità di stati in cui s'identificano le vicende umane e naturali, ricollegandola a un'idea di successione e di evoluzione: il fluire, il passare, lo scorrere, l'andare, il variare d'affetti e di pensieri.
Anfitrione potrà velocizzare, rallentare o spingere alla stasi selettivamente un essere vivente nelle sue azioni (ne consegue quindi processi biologici inclusi pensieri/stati mentali e spirituali) oggetti fisici e azioni personali.
Potrà manipolare materia ed energia all'interno del proprio raggio di azione, provenienti sia da un attacco che presenti gia nell'area circostante (flussi d'acqua, elettricità, incendi ecc.). Inoltre ciò che verrà toccato da questo potere, se facente parte dall'ambiente, verrà considerato come costrutto cosmico di pari livello.
La concentrazione per attuarla sarà necessaria, ma sempre meno dispendiosa di abilità provacanti medesimi effetti o abilità quali telecinesi; mentre la sua efficacia su altrui varrà sempre dalla differenza di livello energetico.
Edited by Anfitrione - 18/10/2023, 22:40. -
.
. -
.Mykonos
Terra di GigantiVI - Explosion of Seals
Quando scosse la testa per riacquistare più visibilità e concentrazione - essendo ancora stordito - vide la grossa pala conficcata nel pilastro, e Korin caduto al suo lato. Sanguinante. Colmo d'odio.
Si susseguirono parole d'ira che risuonarono per tutta Mykonos. Qualcosa di molto profondo vi era in ballo nel giovane cavaliere.
Egli lo ascoltò, percependo un passato molto doloroso negli uomini ai tempi quando lui scomparve: Vite si erano rovinate, destini distrutti. Quello che accade fu solo il preludio della discesa ultima che portò il mondo degli uomini al collasso, come l'ateniese testimoniava. La previdenza dell'Universo.
Così carico di risentimento, l'ardore umano che ancora possedeva gli fece provare empatia per il giovane.
Per Anfitrione la violenza non era mai stata una risposta. Eppure quando qualcuno lo attaccava non si sottraeva.
Non importava la missione. L'antico retaggio da cui proveniva, nonostante l'ingegno e la saggezza in vita, si imponevano sempre. Anche se fronteggiava un ragazzo che di innocente non aveva più.
Continuando la lotta, gli strani simboli del cavaliere si rimanifestarono all'improvviso, costruendosi rapidamente su tutto il pilastro fino ad esplodere, portando con se la materia su cui era comparsa. Colmò tutta l'aria da una nube ghiacciata, impenetrabile. Come diversivo.
Dove nascose il terreno che li divideva e si celò. Tatticamente.
Ma il vecchio Anfitrione non poteva rimanere in silenzio: doveva rispondere a quelle illazioni e calmarlo. Doveva sapere. Era sotto Atena, dopotutto.
Il perché tu mi chiedi. E il perché io ti dirò.
Sono stato salvato da colei che tesse i fili di ogni strada.
Nella propria natura, ineluttabile di essenza.
A differenza della Dea della Guerra per cui tu combatti, che l'unica cosa che fece è spargere finte promesse di pace. E quando giunse il momento, pur sapendo della mia maledizione, mi lasciò morire. E lasciò morire tanti altri
Voleva mettere disprezzo in tale parole. Ma egli non sentiva più rimorso.
Ti racconterò la mia storia. Perché di nulla io più temo.
E voglio che tu capisca.
La mia anima era imprigionata nel nulla, perduta nel tempo.
Lasciato a marcire e sfruttata da coloro che tu servi, da quelle entità in cui credi.
Che sapevano.
Che tradirono. E hanno tradito molti, oltre me.
Prima nella mia unica vita, e poi nelle seguenti che ci sono state.
All'epoca non volevo vederlo.
Ingannavano seguendo i loro scopi, avendo l'egemonia del mondo conosciuto.
Girò varie volte lo sguardo, acutizzando i sensi e l'ingegno, cercando di capire dove fosse e quali fossero le prossime mosse.
Poteva sbucare in qualsiasi momento e, peggio ancora, con qualsiasi tecnica a lui sconosciuta.
Aveva subito i suoi colpi pienamente. Ed oltre che sanguinante, sentiva che fosse molto arrabbiato.
Aumentò il senso dell'udito, sentendo i passi di una corsa muoversi sulla sinistra o più o meno in quella zona.
Il mio compito è solo di salvare le anime che sono imprigionate e hanno bisogno del mio aiuto. Qui.
Sono tornato solo per ricambiare un favore.
Nella linea di tutte le cose.
Io faccio solo questo per Ananke, l'essenza stessa delle stelle del destino. A cui anche gli Dei devono sottomettersi.
Non uccido. Non combatto per guerra, non mi interessa.
Non sono come tu mi puoi immaginare.
Io non sono contro di te.
Tu mi hai attaccato, mentre meditavo.
Io ho solo risposto.
Troppo tempo perso a parlare. Qualcosa di pericoloso uscì dalla nube, allo scoperto.
Provò ad agguantare e rallentare qualsiasi cosa stesse arrivando col potere temporale, ma fu troppo tardi. Il cavaliere si era spostato sulla sinistra posizionandosi in un angolo morto per prenderlo di sorpresa, e senza la concentrazione adatta egli non ce la fece.
Il colpo arrivò riuscendo a stringersi come delle serpi con spuntoni scrivendosi su tutto il suo petto: I Sigilli del Guerriero della Grado.
Presto si illuminarono pulsando, cominciando ad indebolire e risucchiare il suo cosmo.
Annientando ogni forma energetica che avesse.
Sentì dapprima una scossa, poi una lenta sensazione di spossatezza. Sopratutto sulla parte colpita che divenne sempre più debole non riuscendo a fare fluire agevolmente la propria energia.
Un breve affanno si palesò, come un masso schiacciato sul petto mentre strinse gli occhi dal dolore.
Sfragides...
Fu l'unica parola sussurrata che fuoriuscì. Aveva il potere di un marchio antico che lui ancora manteneva. E che una ancora permaneva in lui. Nel solo nome passato.
Prima che si accorgesse di quello che stava per accadere, spuntoni di ghiaccio con una velocità soprannaturale sbucarono questa volta dalla sua destra. In un nuovo attacco. I sigilli presero a fare il loro sporco lavoro, rendendogli difficoltoso anche sola una sinapsi che portasse a un movimento. Indebolendolo.
Non ebbe scampo.
Cercò di proteggersi meglio che potè, incrociando le braccia davanti il volto. Volò da sopra il mulino, colpito e trafitto da una ventina di spuntoni che cozzarono sulla sua armatura, mentre altri lo infilzarono nelle parti scoperte.
Lasciando in aria una scia di sangue quando poi cadde dalla parte opposta. Svanendo nella nebbia che si mischiò alla sabbia.
Si trascinò per alcuni metri graffiando la terra col corpo, sputando sangue e spezzando alcuni spuntoni che si erano conficcati nella carne. Lividi e ferite si lacerarono.
Si aspettava di certo un contrattacco dal suo opponente, ma non in quelle condizioni. Era stato troppo superficiale nei calcoli, abbassando la guardia e perdendo troppo tempo a scegliere parole adatte.
Non lo faceva mai, ma quel ragazzo di Atene gli aveva suscitato emozioni instabili.
Emise fuori l'aria a denti stretti, cercando di rialzarsi una volta fermo, mentre la testa gli girava per l'urto.
Issandosi sulle braccia. La spalla precedentemente ferita era spezzata, e il costato destro aveva subito una bella botta da provocargli un trauma interno. Bruciando alla sua elevazione. Qualcosa si era rotto.
Di certo capiva i sentimenti che muovevano l'Ateniese, ma egli non si sarebbe sottomesso a lui. Ne alla sua Dea. Voleva soltanto che sapesse dove si trovava, perché ogni cosa spesso poteva essere diversa anche se la si credeva chiara.
Sapeva e aveva visto che le strade di ognuno erano sempre insondabili e imprevedibili. Il futuro cambiava ogni secondo, e qualsiasi sintomo di pietà o debolezza mostrato poteva trasformarsi in arma.
Poteva benissimo un giorno egli morire per i suoi valori o contrastarli così tanto da divenire ciò che sempre aveva odiato. Non poteva saperlo. Sopratutto sotto l'egemonia di Atena, degli Dei minori del Pantheon Greco che in ciò erano sempre stati più trasportabili degli umani.
Ma non era compito suo. Ogni anima decideva per se. Lui non doveva intromettersi nel destino.
Hai libero arbitrio nel non credere...
Io non dirigo la tua strada.
L'unico cosa che posso fare e metterti in guardia.
L'ira dei tuoi pensieri potrebbe condurti dove non vuoi.
Flebile è...
Il futuro di ogni cosa.
Si tenne il costato dove sentiva maggiormente dolore, mentre sputò sangue che si unì a quello delle sue ferite sul suo corpo.
Sento che sei sincero in te.
Compi le scelte più sagge, quando arriverà il momento.
Chiunque tu sia.
Bastava così. Aveva parlato anche troppo.
Espanse il cosmo bianco dorato dei tempi antichi. Il petto era ancora ricoperto da quei simboli - quella catena che lo circondava succhiandogli energia - e non potè contrattaccare in quelle condizioni; si sarebbe messo tatticamente in svantaggio. Doveva eliminarla.
Così vi si oppose più del normale, richiamando la propria forza a spezzarla. E non fu facile.
Espanse più che potè l'energia nell'aria. Piantando i piedi a terra.
Facendogli sprofondare nel terreno come se il suo peso si fosse centuplicato all'improvviso. Alzando la stessa sabbia insanguinata che aveva macchiato.
Strinse i pugni.
Luccichii misti a strani fulmini attraversarono la brina quasi in un rito mistico. I sigilli stavano resistendo più del dovuto e risucchiavano più di quello che bruciava.
Alla fine, fece culminare se stesso con una esplosione molto forte e un grido, disperdendo il cosmo in una roboante deflagrazione lanciata concentricamente per molti metri. Così forte da spezzare le catene sul suo petto, e facendo ciò, anche danneggiando il mulino antistante.
Ma non si fermò. Pensò di utilizzarlo - anche perché avrebbe dovuto riprendersi un momento da quegli attacchi e non poteva fare altro - continuando a generare un'onda durto cosmica contro il mulino finché non fosse crollato. E quando il basamento fu abbastanza danneggiato, diede un ultimo colpo con l'ultimo grido di forza.
Tirò un colpo cosmico che lo spezzò definitivamente, provando a farlo crollare dalla parte opposta. In direzione dell'Ateniese.
Velocizzando la caduta con il potere del tempo.SPOILER (click to view)FISICO✦ Spalla sinistra danneggiata e sanguinante. Ferite aperte sul corpo e lividi sotto l'armatura. Costola destra rotta.
MENTE✦ Indebolito dai sigilli. Empatizzando con Korin per le sue emozioni.
STATUS GLORY✦ Grado [IV] - Indossata [Forma Umana] - Altre belle ammaccature.
RIASSUNTO AZIONI
Ascolto le parole di Korin ed empatizzo con lui percependo il buon cuore e gli avvenimenti che si sono susseguiti sulla terra col mio Ingegno. Successivamente racconto la mia storia ma non riesco ad individuarti. Così vengo imprigionato dai sigilli e poi vengo colpito dagli spuntoni che mi feriscono e fanno cadere dal mulino.
Poi cerco di liberarmi dalla costrizione con una esplosione cosmica che spezzi i sigilli e, non potendo fare molto per la stanchezza, continuo fino a far crollare il mulino provando a fartelo cadere addosso. Velocizzo la caduta con il Tempo e quindi diventa anche questo Costrutto Energia Rossa.Anfitrione [x] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia RossaABILITÀ E TECNICHE
Ingegno di Anfitrione [Sensi Acuti]
Plasmato in numerose battaglie e corti, nelle Ere e nella Storia, Re Anfitrione ha sviluppato una capacità sensoriale acuta, in grado di percepire al meglio la realtà cui si pone dinanzi. Che sia un nemico, una illusione, un ambiente ostico e velato, egli potrà ampliare i propri sensi, soprattuto il sesto, per poter fronteggiare varie situazioni. Potrà percepire/intuire la natura di un cosmo, una parola celata, uno sguardo, delle intenzioni altrui (only gdr).
Ciò porterà ad avere una maniacale precisione e reattività nei propri colpi e movimenti, incredibilmente degni di un esperto e ingegnoso Re.
Tempo
Organizza la mobile continuità di stati in cui s'identificano le vicende umane e naturali, ricollegandola a un'idea di successione e di evoluzione: il fluire, il passare, lo scorrere, l'andare, il variare d'affetti e di pensieri.
Anfitrione potrà velocizzare, rallentare o spingere alla stasi selettivamente un essere vivente nelle sue azioni (ne consegue quindi processi biologici inclusi pensieri/stati mentali e spirituali) oggetti fisici e azioni personali.
Potrà manipolare materia ed energia all'interno del proprio raggio di azione, provenienti sia da un attacco che presenti gia nell'area circostante (flussi d'acqua, elettricità, incendi ecc.). Inoltre ciò che verrà toccato da questo potere, se facente parte dall'ambiente, verrà considerato come costrutto cosmico di pari livello.
La concentrazione per attuarla sarà necessaria, ma sempre meno dispendiosa di abilità provacanti medesimi effetti o abilità quali telecinesi; mentre la sua efficacia su altrui varrà sempre dalla differenza di livello energetico.
Edited by Anfitrione - 18/10/2023, 22:39. -
.
. -
.Mykonos
Terra di GigantiVII - Farewell
Dopo il crollo egli si piegò sulle ginocchia, ansimante per la fatica del gesto. Korin era stato sepolto dalla roccia, ma fu a discapito di tanta energia. Anfitrione cercò quindi di accorciare il diaframma, ed opporsi allo stiramento dell'addome per riprendere più velocemente fiato possibile. Aveva anche perso sangue ma non da provocargli giramenti di testa.
Sperava che il giovane si fosse calmato ora, dopo l'ingente botta, ma quando fu pronto per avanzare, un tremolio lo scosse. Il terreno tremò, e i detriti di quello che rimaneva della pietra cominciò a zampillare. Sentì molta rabbia nascere dal cosmo di Korin; come lo erano state le sue parole d'altronde.
Evidentemente c'era qualcosa di molto radicato in lui, qualcosa che non poteva fargli vedere diversamente la questione. Lo considerava un mostro. E non poteva fare nulla per cambiare tutto ciò.
Il ragazzo poi uscì dalle macerie, senza attendere, gettò tutto il suo vigore in un attacco di spire gelanti. Un impulso di gelo ed aria misto alla sua padronanza di sigilli cosmici.
Era davvero tenace quel cavaliere. Ma dalla controparte Anfitrione non si intimorì. Rimase sempre saldo, fermo; non avrebbe ceduto alle sue sferzate. Anzi, questa volta non avrebbe combattuto il colpo. Lo avrebbe accolto come una larva che si chiude in un bozzolo: aveva una idea.
Prima di essere inglobato dall'attacco, evocò dei mistici raggi cosmici dalle mani - chiome di cui era padrone - che lo avvolsero in un bozzolo protettivo a proteggersi dalla bufera.
La protezione si disegnò velocemente, e resistette, salda e intricata sul suo corpo. Mostrandosi in cangianti colori dorati, divenendo poi bluastri con lo scontro tra due corpi. Parte del colpo nemico però riuscì a penetrare, andando a provocargli in forte dolore di bruciatura e spossatezza.
Quando il colpò finì, egli esplose i fili liberandosi, lasciando un nevischio cadere dal cielo come polvere traslucida.
Nessuno dei due voleva mollare. Il duello era ancora lungo. E Anfitrione ansimava di stanchezza. La costola incrinata gli doleva, e anche le ferite sul suo corpo cominciavano a ribellarsi.
Quando stava per contrattaccare dando inizio alle ultime battute, qualcosa catturò la sua attenzione. I sensi acuti pericolosamente si intromisero in lui, aizzando l'attenzione con un vago sentore sulla sua destra.
Girando il capo di scatto, scorse una nube di terra farsi strada sulla collina antistante - molto lontano - nella loro direzione. Questa poi scomparve per rivelare ciò che il vecchio cercava fin dall'inzio:
I corrotti. Un mare di corrotti scendere verso la cittadina dove si trovavano, come piccoli insetti.
Ricomparsi o tornati - forse dal grosso baccano che avevano provocato - si manifestarono a centinaia inglobando ogni cosa sul proprio cammino. Portando il loro tanfo putrido e le loro forme da bestie quali erano. Nella distruzione per cui erano stati creati.
Il vecchio Anfitrione non tentennò. Era stato sempre pronto agli imprevisti ma in quel frangente, in uno scontro in atto con ferite debilitanti, poteva essere problematico fronteggiare tali creature.
Ed era da solo. No anzi, erano in due. Avrebbe davvero ricombattuto fianco a fianco di un Ateniese? Se ciò voleva dire la sopravvivenza, sua e di altri a cui non era data la fine, lo avrebbe fatto volentieri: era anche questo un suo compito.
Quando i corrotti scesero, saltando e dilaniando, si diressero verso i due cavalieri. Come uno stormo. All'unisono. Stava per cominciare una grossa battaglia.
Ma prima che potessero giungere, accadde l'imprevisto. Quell'imprevisto favorevole che non ci si aspettava.
Uno schiocco cadde dal cielo, un raggio multi colore si fiondò dalle stelle al terreno. Irruppe in mezzo agli abomini e spazzò in un attimo metà del loro esercito. Alzando la terra e sconguassando le nuvole fece comparire una grossa creatura sestipode, bianca, che con versi animaleschi distrusse metà orda. Li fece volare con le sue zampe nodose e le dilaniò con raggi viola fotonici provenienti dal proprio capo. Qui aveva delle protuberanze colorate e una fessura perpendicolare dove vi era quello che poteva essere il muso, decorato da tentacoli cerulei. La sua grandezza era enorme, era il quadruplo di una balena. Era Maestoso.
Xanthi!
Fu l'unico cosa che disse Anfitrione quando lo vide. Era l' ultimo re di Alpha Centauri, aveva combattuto per la salvezza del proprio popolo prima dell'estinzione del suo pianeta.
Il loro primo incontro era stato alquanto carico di tensione, ricordò. Fu austero quando giunse nel Panarmonium. Ma un grosso rispetto aleggiava tra i due, facendogli trovare - più passava il tempo - similitudini in quel mondo.
Quando l'esercito fu sventato, Xanthi emise vittorioso un ultimo gorgogliante verso, per poi girarsi e dirigersi verso i due. A passo lento. Lasciando dietro di sé una massa di putridi cadaveri.
Anfitrione si avvicinò - non senza stanchezza - portando la mano al cuore e inchiandosi alla creatura in un saluto. Questa poi fece lo stesso, piegandosi elegantemente con la sua mole.
Lord Xanthi, è un onore...
La creatura rispose con suoni gutturali, alieni, che solo il vecchio poteva comprendere evidentemente.
Un re viene sempre in soccorso di un re, giusto...
Accennò un sorriso.
Poi si girò verso Korin, non aveva più senso continuare la lotta. Se l'erano già date abbastanza. Tenendosi senza vergogna il costato destro, il Daimon si trasformò rimpicciolendosi, tornando alla sua vera forma quale era. Di un piccolo, verdastro, vecchio.
Mhhh...
Boffonchiò tra sé mentre la creatura rimase ferma al suo fianco. Non avendo per nulla ostilità contro l'Ateniese, ma mantenendo una posa fiera di una grande cavalcatura; era stato anche lui un re dopotutto.
Anfitrione fissò il terreno per un momento, come pensando a qualcosa, poi rialzò lo sguardo guardando Korin negli occhi.
Quello che hai detto prima è giusto. Perché rischiare di salvare un uomo che non ha molta importanza contro poteri più grandi...
Fece un pausa.
Eppure qualcuno poi lo ha fatto...
Alla fine non è quello che facciamo anche noi? Rischiare tutto per loro?
L'espressione si incupì. Ma non rimase a lungo.
Non nego il destino. Fraintendi le mie parole, ragazzo. Ma ho troppa delusione per gli olimpici, ne ho visti lati che non fanno bene agli uomini. E dopo tanto lungo andare, nella mia esistenza, si capisce che la strada a cui si appartiene un'altra è. E questo non vuol dire per forza male, come tu dipingi tutto.
Poi guardò la creatura.
Ci sono luci, nella nebbia delle cose. Bisogna solo saper cercare.
Rise tossendo malamente, tenendosi per le ferite. Nella Vera Forma l'armatura scompariva, fondendosi con la propria essenza. La Gloria ne era l'emanazione dopotutto.
La creatura si piegò con un cenno, facendo salire in groppa il vecchio che si mise in una posizione stabile per non cadere. Era il momento di andare.
Spero che questo incontro, anche se costellato da molte cose spiacevoli, abbia portato qualcosa ad entrambi.
Spero tu possa trovare la tua via, giovanotto, non cedendo in strade buie dove molti son caduti in passato. Come anche io...
Soppesò molto le parole che disse, fissando profondamente Korin.
Se mai ci rivedremo, in altre circostanze spero.
Forse dalla stessa parte, chi dirlo può.
Anche se sono di altri mondi e non sono più di chi voi credete, io rimarrò sempre dalla parte degli uomini.
E della loro esistenza.
Nonostante tutto.
Addio ragazzo.
Infine partì verso il cielo assumendo forma di raggi prismatici e perdendosi nella volta che stava divenendo stellata.
Abbandonando la Terra dei Giganti.SPOILER (click to view)FISICO✦ Spalla sinistra danneggiata e sanguinante. Ferite aperte sul corpo e lividi sotto l'armatura. Costola destra rotta.
MENTE✦ Stanco e indebolito.
STATUS GLORY✦ Grado [IV] - Non Indossata [Vera Forma] - Ammaccata su varie parti.
RIASSUNTO AZIONI
Mi proteggo dal colpo e concludo con l'intervento di un Png a salvarci.Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia RossaABILITÀ E TECNICHE
Ingegno di Anfitrione [Sensi Acuti]
Plasmato in numerose battaglie e corti, nelle Ere e nella Storia, Re Anfitrione ha sviluppato una capacità sensoriale acuta, in grado di percepire al meglio la realtà cui si pone dinanzi. Che sia un nemico, una illusione, un ambiente ostico e velato, egli potrà ampliare i propri sensi, soprattuto il sesto, per poter fronteggiare varie situazioni. Potrà percepire/intuire la natura di un cosmo, una parola celata, uno sguardo, delle intenzioni altrui (only gdr).
Ciò porterà ad avere una maniacale precisione e reattività nei propri colpi e movimenti, incredibilmente degni di un esperto e ingegnoso Re.
Chiome di Cometo [Cosmo + Tempo]
Altra impresa fu quella di riconquistare il suo regno, che era sotto l'egemonia di Re Pterelao. Costui era dotato di un esercito invincibile (i Tafi) ed era lui stesso invulnerabile: aveva una ciocca dorata, donatagli da Poseidone, che lo rendeva immune a qualsiasi tipo di offesa. Ma Cometo, che era sua figlia, innamoratosi perdutamente di Anfitrione, staccò per amore il capello dal padre condannandolo alla morte.
Onorando il gesto nella fedele indefeltà della donna, il guerriero creerà dalla sue dita dei raggi cosmici, ricordando delle chiome dorate, che si avvilupperanno dinanzi al suo corpo, andando a formare una intricata e spessa ragnatela in grado di poter arrestare colpi cosmici, fisici ed elementali. Essendo intrisi di energia cosmica e temporale, potrà utilizzarli anche come strumento di offesa velocizzando e rallentando la loro velocità di esecuzione.
Edited by Anfitrione - 18/10/2023, 22:39.